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htm (sito internet scolastico) Storia della Scrittura


G. Carboni, Luglio 2005, aggiornato Agosto 2011

INDICE PRESENTAZIONE L'INVENZIONE DELLA SCRITTURA Prima della scrittura Origini molteplici Un lento progredire La scrittura cuneiforme La scrittura geroglifica Le scritture Lineare A e B Le scritture alfabetiche La scrittura alfabetica fenicia Diffusione dell'alfabeto fenicio Le altre scritture Esperimenti sulla scrittura CONCLUSIONE BIBLIOGRAFIA PRESENTAZIONE
Una delle conquiste pi importanti dell'umanit stata senza dubbio quella della scrittura, ma la gente ignora quanto lungo e complesso sia stato questo percorso. A scuola non si spiega come sia nata la scrittura, ma la si presenta come un

dato di fatto, come qualcosa che cos e basta. In questo modo per si perde l'occasione di descrivere una storia affascinante che avrebbe la capacit di incantare i bambini e di accrescere il loro desiderio di imparare questa antica e raffinata tecnica di espressione e di comunicazione. Non solo i bambini, ma anche tanti adulti hanno preso la scrittura come qualcosa di gi fatto e non si sono mai interrogati su quel complesso processo che ha portato alla sua comparsa. Se siete interessati a sapere qualcosa di pi sulla nascita della scrittura, seguitemi nei prossimi paragrafi, dove andremo indietro nel tempo per migliaia di anni e faremo anche qualche esperimento sulla scrittura. La nascita della scrittura un processo complesso, ma di grande interesse e sono convinto che alla fine di questo articolo, cercherete di approfondire l'argomento.

L'INVENZIONE DELLA SCRITTURA


Nei tempi antichi, nessuno sapeva di dovere inventare la scrittura e la sua invenzione stata frutto di un progredire continuo, in un processo che durato migliaia di anni, arricchendosi progressivamente di conquiste. L'invenzione della scrittura avvenuta in modo indipendente in diverse parti del mondo ed ha seguito le stesse tappe fondamentali. All'inizio, per indicare qualcosa stata usata la sua figura o un segno convenzionale. Poi si passati ad una scrittura fonetica basata sul meccanismo dei rebus, quindi a una scrittura sillabica e solo alla fine si arrivati alla scrittura alfabetica.

Prima della scrittura


Fin dal paleolitico superiore 30-40.000 anni fa, l'uomo ha cominciato a tracciare graffiti e pitture su rocce e pareti di caverne. Pi o meno allo stesso periodo risalgono i pi antichi frammenti di ossa e di ciottoli con tacche che sono stati rinvenuti. Purtroppo non sappiamo con sicurezza a cosa servissero i segni ripetuti, n le belle immagini di animali dipinte nelle grotte. Probabilmente i dipinti di animali erano legati a riti magici per favorire la caccia, mentre sembra che le tacche incise avessero lo scopo di contare qualcosa, come per esempio i giorni che passano, i mesi lunari, gli animali catturati.

Origini molteplici
Non c' un'origine unica della scrittura, ma nata indipendentemente in diverse parti del mondo. Fra gli studiosi c' tuttavia un diffuso accordo nel considerare i sumeri e gli egizi i primi popoli capaci di scrivere e questo avvenne a partire da circa il 3500-3300 aC. Non si sa con sicurezza quale di questi due popoli l'abbia inventata per primo, anche se pare che la scrittura egiziana abbia subito influenze sumere e non viceversa. Si trattava di popolazioni che avevano acquisito l'agricoltura gi da qualche millennio e che sentivano la necessit di un sistema di notazione dei prodotti agricoli. In genere, i sovrani imponevano ai sudditi delle tasse sotto forma di prodotti agricoli. Essi usavano queste risorse per pagare la costruzione dei palazzi e templi, per mantenere l'esercito, i funzionari e la corte, etc. Anche negli scambi commerciali si sentiva la necessit di poter annotare le merci. La stessa cosa valeva per le offerte che venivano portate ai templi. L'invenzione della scrittura ha seguito da vicino molte altre innovazioni tipiche del neolitico, quali la costruzione di citt, l'uso del bronzo, l'invenzione della ruota, del tornio del vasaio e del telaio per tessere. Questo era un periodo in cui l'agricoltura e l'allevamento si erano gi affermate e diventava sempre pi necessario poter indicare prodotti e persone in documenti contabili e in transazioni commerciali. Ma facciamo qualche passo indietro.

Un lento progredire
In Siria a partire da circa 10.000 anni fa, venivano usati dei gettoni d'argilla di forma diversa per indicare dei prodotti agricoli. Per esempio, un gettone di forma di una grossa moneta con incisa una croce indicava una pecora, uno di forma conica indicava una misura di grano, uno ovoidale indicava un'anfora d'olio, etc. Per distinguere fra pecore, montoni ed agnelli, si incidevano sul gettone dei segni diversi. Per indicare 20 pecore, erano necessari 20 gettoni. Questo sistema continu ad essere usato per diversi millenni. Nel 3500 aC, gli amministratori dei magazzini del palazzo del sovrano per non disperdere i gettoni cominciarono ad inserirli in una palla cava di argilla (bulla) sulla quale in seguito si cominci a disegnare i gettoni che conteneva. Dopo circa 300 anni, i gettoni vennero soppressi e le palle cave vennero sostituite da una tavoletta piana d'argilla sulla quale venivano incise le forme dei gettoni. Le tavolette erano pi piccole e comode da usare delle pesanti palle di creta. Quindi, tutti i precedenti oggetti tridimensionali vennero sostituiti da tavolette bidimensionali, molto pi pratiche da maneggiare e da archiviare.

Figura 2 - Gettoni d'argilla usati per indicare animali d'allevamento o prodotti agricoli. (Copie prodotte all'inizio del III millennio dC, cio qualche giorno fa).

Se per si dovevano indicare 43 anfore, bisognava incidere 43 disegni di anfora. Qualcuno pens di semplificare le cose indicando prima il numero e poi l'oggetto contato. In pratica, si cominci ad indicare le unit con tratti verticali tracciati con la punta di uno stilo e le decine con impronte circolari ottenute premendo il fondo dello stilo sulla tavoletta. Dopo questi numeri seguiva la figura di ci che era stato contato. In questo modo, per indicare 43 anfore non c'era pi bisogno di disegnare altrettante anfore, ma si indicava: OOOOIII e la figura di un'anfora. Questo sistema era molto pi semplice da usare di quello precedente. Inoltre, i segni che indicavano i numeri e quelli che indicavano i beni si separarono in due differenti sistemi di segni: il sistema contabile e la scrittura vera e propria. Se era relativamente facile indicare prodotti agricoli con un disegno (pittogramma) o con un simbolo convenzionale (ideogramma), pi difficile era scrivere il nome di una persona. Per risolvere questo problema, qualcuno pens di utilizzare delle parole corte, mono o bisillabiche, e di unirle come facciamo con i rebus. Quindi, intorno al 3000 aC, vennero introdotti altri segni che non venivano tanto usati per rappresentare un oggetto, quanto piuttosto per il suono che evocavano (fonogrammi). Per esempio, in sumero la testa si diceva "lu" e la bocca "ka". Leggendo in successione come fonogrammi il disegno della testa e quello della bocca, si pu ricavare il nome di "Luca". Con questa importante innovazione si poterono indicare anche i nomi delle persone che erano coinvolte nella transazione e non solo le merci. Si poterono anche scrivere parole astratte. Dovettero per passare diversi secoli prima che a qualcuno venisse in mente di usare la scrittura per scopi diversi da quelli contabili. Una delle pi antiche scritte funerarie sumere risale al 2700/2600 aC e indica il nome e il titolo del defunto. Nel 2400 aC, un sovrano sumero descrisse le proprie gesta in un testo abbastanza lungo. Nel 2.000 aC, la scrittura era usata per testi legali, di letteratura, scolastici, etc. La scrittura sumera era dunque un sistema misto che usava simboli convenzionali alcuni dei quali rappresentavano oggetti ed altri rappresentavano suoni.

La scrittura cuneiforme
La scrittura cuneiforme cos chiamata perch composta da segni che hanno l'aspetto di piccoli cunei. Per, all'inizio la scrittura cuneiforme non era affatto composta da cunei e sulle tavolette d'argilla si incideva la figura degli oggetti da rappresentare e gli eventuali segni numerici. Generalmente gli animali di allevamento e i prodotti agricoli erano rappresentati da segni convenzionali, mentre per gli altri oggetti e per gli animali selvatici venivano impiegati disegni che ne rappresentavano le caratteristiche distintive. Purtroppo, incidere l'argilla con una punta provocava slabbramenti e il distacco di frammenti d'argilla. Questo rendeva necessarie continue operazioni di ripulitura dei segni mentre venivano incisi sulle tavolette. Per evitare questo inconveniente, si pass ad imprimere dei tratti rettilinei per mezzo di uno stilo. Per, in questo modo i disegni vennero alterati. Le curve furono sostituite da tratti rettilinei e di conseguenza le figure persero il loro realismo. Nel corso dei secoli, i simboli usati dai popoli della Mesopotamia subirono un processo di schematizzazione. Alla fine le figure erano diventate irriconoscibili. Divennero quindi dei simboli astratti il cui significato non era pi legato alla figura originale che ora non era pi possibile riconoscere (figura 3). Come ho detto, questa scrittura, nata per scopi amministrativi, venne arricchita di simboli aventi valore fonetico i quali permettevano di comporre parole che non era possibile rappresentare con una figura, come i nomi propri ed i concetti astratti. Venne arricchita inoltre di figure che rappresentavano oggetti naturali, azioni, etc. La scrittura che si origin era mista, conteneva cio pittogrammi e fonogrammi, oltre che segni numerici.

La scrittura cuneiforme si diffuse in buona parte del Medio Oriente antico e venne usata da molti popoli diversi quali i sumeri, gli accadi, i babilonesi e gli assiri. La maggior parte di questi popoli parlava lingue semitiche, ma il sistema cuneiforme venne usato anche da popoli che parlavano lingue indoeuropee, come gli ittiti. Essa veniva usata anche dagli egizi per comunicare con i principi delle coste orientali del Mediterraneo. La scrittura cuneiforme dur millenni e venne soppiantata dalla scrittura alfabetica, molto pi facile da imparare e da usare. Tuttavia, la scrittura cuneiforme non scomparve appena la scrittura alfabetica divenne disponibile, ma resistette molti secoli perch gli scribi la consideravano superiore nell'esprimere le sfumature del pensiero e della lingua.

La scrittura geroglifica
L'origine della scrittura geroglifica fu pressoch contemporanea a quella cuneiforme. Non si svilupp nella struttura cuneiforme, ma mantenne una rappresentazione pittorica dei simboli. Questo fu probabilmente dovuto al fatto che gli egizi non usavano argilla come supporto per scrivere, ma papiro, legno e pareti di roccia levigata come quelle dei templi. Durante la sua evoluzione, la scrittura geroglifica sub qualche influenza da parte sumerica, ma si svilupp in un modo del tutto originale. I suoi simboli erano tratti da oggetti dell'universo egizio. A differenza della scrittura sumerica che per lungo tempo venne impiegata soltanto in documenti contabili, quella egizia venne usata molto presto per scrivere, quindi gli egizi cominciarono a usare la scrittura vera e propria molto prima dei sumeri. Cos come accadde per i sumeri, anche gli egizi usavano segni che indicavano oggetti (pittogrammi) ed altri che rappresentavano suoni (fonogrammi). La lingua egiziana non era propriamente semitica, ma nella scrittura gli egizi usavano indicare prevalentemente le consonanti. A seconda del numero di consonanti che indicavano, i fonogrammi sono stati distinti in quadriletteri, triletteri, biletteri e monoletteri. In virt dell'ampio ricorso a questi fonogrammi, la scrittura geroglifica era in gran parte fonetica. I fonogrammi composti da una sola lettera sono stati pi tardi chiamati "segni alfabetici". Gli egizi disponevano fin dall'inizio delle lettere dell'alfabeto e usavano correntemente questi caratteri insieme agli altri. Ovviamente, queste lettere erano diverse dalle nostre. Essi avrebbero potuto impiegare subito una scrittura puramente alfabetica, ma non lo fecero perch preferirono sempre usare il ricco repertorio di geroglifici di cui disponevano. Impiegando fonogrammi, pittogrammi e determinativi, la scrittura geroglifica era quindi anch'essa una scrittura mista.

Il termine di geroglifico greco e significa scrittura sacra, infatti per gli egizi la scrittura era divina. Se si pensa che quando leggiamo sentiamo risuonare nella nostra mente una voce, si pu ben immaginare come questo sorprendente fenomeno potesse essere considerato a quei tempi divino. Per gli egizi, i simboli della loro scrittura mantenevano le propriet degli oggetti a cui si riferivano, quindi erano vivi, magici, esercitavano una loro influenza, un loro potere. Gli egizi potevano scrivere le stesse cose scegliendo simboli diversi. Per mezzo dei riferimenti mitologici che era possibile individuare nei simboli che utilizzavano, la loro scrittura si arricchiva di significati e sfumature che non era possibile trasmettere o ricavare dalla scrittura alfabetica. Ogni parola era in principio costituita da tre parti: la prima era composta da segni fonetici o fonogrammi che suggerivano la pronuncia della parola, la seconda, spesso omessa, era formata da un pittogramma che rappresentava l'oggetto, la terza era composta da un determinativo che indicava l'ambito di cui si stava parlando. Questo determinativo aiutava la corretta interpretazione della parola, oltre ad indicare la fine della stessa, ma non aveva valore fonetico.

Figura 4 - Allievi di una scuola di scribi, forse intenti a scrivere sotto dettatura.

La scrittura geroglifica era quindi nello stesso tempo fonetica, figurativa e simbolica. Gli egizi fondevano spesso scene di vita del faraone o anche di gente comune con la scrittura geroglifica ed in un modo molto moderno la scrittura e le immagini sconfinavano l'una nelle altre illuminandosi a vicenda. La scrittura geroglifica venne impiegata dal 3.300 aC circa fino al 394 dC, quindi per quasi 4000 anni. Nella figura a fianco, potete vedere un esempio di geroglifico. I primi due segni sono fonogrammi. Il segno della bocca indica R e quello circolare indica KH. La parola si legge REKH, che in egizio significa conoscere. il pittogramma manca. Il determinativo un papiro arrotolato, che indica astrazione. Quindi, in questo caso si intende conoscere con l'intelletto. In bibliografia ho indicato un testo che spiega come leggere e scrivere geroglifici.

Le scritture Lineare A e Lineare B


Nella prima met del II millennio aC, i Minoici di Creta utilizzarono una scrittura non ancora decifrata: il Lineare A, di chiara derivazione egizia. Quando i Micenei conquistarono Creta, adattarono il Lineare A per scrivere nella loro lingua, il greco antico. Questa scrittura, chiamata Lineare B soppiant la precedente. Entrambe queste scritture venivano scritte su tavolette d'argilla, ma non erano di tipo cuneiforme. Usavano caratteri sillabici e non avevano niente a che vedere con le scritture alfabetiche. La Lineare B scomparve in seguito alla distruzione dei palazzi micenei che avvenne nei secoli XIII e XII aC. In quel periodo, le grandi civilt dellet del bronzo nellEgeo e nel Vicino Oriente crollarono improvvisamente. Seguirono secoli di gravi difficolt e la popolazione di quelle regioni cal drasticamente. La Grecia ritrov l'uso della scrittura solo 4 secoli dopo, con l'arrivo dell'alfabeto fenicio.

Le scritture alfabetiche
Nel Medio Oriente, sono state trovate testimonianze diffuse di tentativi di scrittura pi semplice di quelle cuneiforme e geroglifica. Nel XIV secolo aC, a Ugarit, una citt sulla costa siriana settentrionale, venne sviluppato un alfabeto cuneiforme. La scrittura alfabetica ugaritica venne usata fino alla distruzione della citt, avvenuta nel 1180 aC. Un altro alfabeto cuneiforme venne usato nel 500 aC nella regione dell'attuale Iran per scrivere in persiano antico.

La scrittura alfabetica fenicia


Immaginate ora di essere dei minatori che intorno al XIX secolo aC lavoravano per gli egizi in miniere di turchese. Vedete spesso dei geroglifici e sapete che sono una scrittura, ma non li sapete leggere, inoltre voi parlate una lingua semitica, diversa da quella degli egizi. Volete tracciare delle iscrizioni votive agli di perch vi proteggano nel vostro lavoro pericoloso, ma non sapete come fare. Osservando i geroglifici, vi viene l'idea di usare alcuni di questi simboli per indicare dei suoni. Per ricordarli meglio, ogni figura indicher il primo suono del suo nome (acrofonia). Per esempio la testa del bue o del toro (in semitico 'alpu) per indicare la A (il muso orientato verso l'alto e le corna verso il basso), la pianta della casa (in semitico: betu) per indicare la b, il palmo della mano (kappu) per indicare la k, l'acqua (mayyuma) per indicare la m e via di seguito (figura 7). In questo modo, avete ottenuto un sistema di scrittura composto da soli 22 segni. In virt della sua grande semplicit, questa scrittura pu essere imparata da chiunque e non richiede anni di scuola come per imparare le complesse scritture cuneiforme e geroglifica. I segni usati da questa scrittura furono chiamati lettere. L'insieme delle lettere fu chiamato alfabeto e le scritture che usano segni di questo tipo (acrofonici) vennero definite alfabetiche. Questa scrittura venne impiegata anche da operai impegnati nella costruzione di palazzi e templi, da mercenari al soldo di un faraone, e da mercanti. Le iscrizioni di Wadi-el-Hol che rappresentano alcune fra le prime testimonianze di scrittura alfabetica dalla quale deriver quella fenicia furono tracciate nel XIX secolo aC su di una parete rocciosa lungo una strada militare e commerciale che andava da Abydos a Tebe, nella Valle dei Re. Questa scrittura, chiamata dagli archeologi proto-sinaitica perch le sue prime testimonianze sono state trovate nella penisola del Sinai in miniere di rame e turchese, venne impiegata per secoli da gente di basso rango per tracciare brevi iscrizioni. Piano piano questa scrittura, conosciuta anche come Proto-Cananea, si diffuse e venne poi usata correntemente dai fenici. Osservando le figure 6 e 7, potete notare come molti segni di quell'antica scrittura siano simili a quelli che usiamo oggi. Infatti, il nostro alfabeto deriva proprio da quello proto-sinaitico. Nel corso dei secoli, queste lettere sono state modificate e ne sono state aggiunte altre. Possiamo ben dire che ogni lettera del nostro alfabeto ha una propria storia.

Le scritture cuneiforme e geroglifica erano formate da molte centinaia di simboli ed erano quindi scritture complesse da imparare e difficili anche da usare. Esse erano riservate ad una casta di specialisti, gli scribi. Dato il suo numero limitato di segni, la scrittura alfabetica invece molto semplice e pu essere facilmente imparata ed usata da tutti. A differenza delle scritture cuneiformi che dovevano essere incise su tavolette d'argilla, le lettere dell'alfabeto proto-sinaitico e successivamente quelle dell'alfabeto fenicio potevano essere scritte con inchiostro su papiri, cocci e legno. La scrittura alfabetica si adattava dunque molto bene alle necessit dei fenici, un popolo di commercianti e navigatori, mettendo a loro disposizione una scrittura semplice da imparare e rapida da usare.

Diffusione dell'alfabeto fenicio


Tra i primi popoli a ricevere l'alfabeto fenicio furono i greci, infatti greci e fenici erano geograficamente vicini e commerciavano attivamente fra di loro, oltre che con le altre popolazioni del Mediterraneo. I greci riconoscevano apertamente la derivazione fenicia del loro alfabeto e chiamavano i suoi segni Phoinikeia Grammata, lettere fenicie. Le prime testimonianze della scrittura fenicia risalgono al XII e all' XI secolo aC, ma la sua trasmissione ai greci sembra risalire all'VIII secolo aC. La lingua fenicia era semitica e l'alfabeto fenicio rappresentava soltanto consonanti. In una lingua semitica, l'uso delle sole consonanti quasi sufficiente per interpretare correttamente un testo. Durante la lettura, il contesto aiuta a ridurre le ambiguit ed in certi casi vengono aggiunti dei piccoli segni per indicare le vocali. Con la lingua greca antica, come in tutte le lingue indoeuropee, non era invece possibile scrivere usando soltanto le consonanti perch si sarebbe incorsi in una quantit eccessiva di ambiguit. Anche nella nostra lingua scrivere senza usare le vocali renderebbe il discorso molto impreciso. Per esempio, la parola "vnt" nella nostra lingua potrebbe indicare tanti termini diversi: venti, vento, vanto, veneto, avanti. Posti di fronte a questo problema, i greci adattarono alle loro esigenze alcune lettere dell'alfabeto fenicio di suono simile a vocali greche, introducendo quindi nell'alfabeto e nella scrittura l'uso delle vocali.

Le prime testimonianze di brevi scritture in Italia risalgono anch'esse all'VIII secolo, ma soltanto verso il 700 aC le iscrizioni etrusche si fecero numerose. Anche gli etruschi adattarono l'alfabeto greco alla propria lingua, compiendo numerose modifiche anche nella forma dei segni. Successivamente, l'alfabeto etrusco pass ai latini che lo modificarono a loro volta. L'alfabeto latino venne poi esportato a tutti i paesi dell'impero romano, ma le regioni orientali mantennero l'uso dell'alfabeto greco. Inizialmente, l'alfabeto latino consisteva delle sole lettere maiuscole, ma con l'uso corrente si svilupp una scrittura corsiva e nel Medio Evo, dalla scrittura corsiva vennero derivate diverse scritture minuscole che ai tempi di Carlomagno trovarono nell'aggraziata e nitida scrittura minuscola carolina un loro compimento unitario. Nel XV secolo, con la riscoperta dei testi classici da parte degli umanisti, dalla minuscola carolina vennero ricavate le scritture minuscole umanistica libraria e umanistica corsiva da cui derivano le minuscole odierne. L'alfabeto latino venne diffuso nell'intera Europa e, dopo le grandi scoperte geografiche, stato portato nelle Americhe ed in Oceania. Numerosi altri paesi, come il Vietnam, le Filippine, l'Indonesia, hanno adottato l'alfabeto latino. Nel 1928, la Turchia sostitu l'alfabeto arabo con quello latino. Dopo la caduta del muro di Berlino, altri paesi di lingua affine al turco hanno sostituito l'alfabeto cirillico con quello latino.

Figura 8 - Giovinetta con stilo e tavolette. Affresco ritrovato a Pompei.

L'alfabeto greco ebbe un'ampia diffusione nel mondo ellenistico, ma oggi confinato alla Grecia. Per l'importanza della letteratura e della filosofia greche antiche, la lingua greca antica e l'alfabeto greco vengono ancora studiati in molti paesi del mondo. Nel IX secolo dC, il vescovo Cirillo adatt l'alfabeto greco alle lingue slave. Questo alfabeto si diffuse presso i russi e gli altri popoli slavi di religione ortodossa che lo chiamarono cirillico. Molti paesi dell'ex Patto di Varsavia adottarono quell'alfabeto. Attraverso l'aramaico, le scritture siriaca, ebraica, araba e persiana derivano anch'esse dall'alfabeto fenicio e sono scritture consonantiche. La maggior parte dei paesi di religione islamica usa l'alfabeto arabo.

Le altre scritture
Le pi antiche tracce di scrittura cinese risalgono alla dinastia Shang (1500-1028 aC). La scrittura cinese composta da segni di valore allo stesso tempo semantico e sillabico. Essa ha seguito un'evoluzione simile alle scritture cuneiforme e geroglifica, ma non ha raggiunto lo stadio alfabetico. In questa scrittura, normalmente ogni carattere combina un'indicazione semantica con una fonetica. Cio, ogni carattere non solo indica qualcosa, ma suggerisce anche la pronuncia. All'inizio, la scrittura cinese aveva una funzione oracolare, poi venne usata principalmente per scopi amministrativi e per testi di letteratura. La quantit minima di caratteri per comprendere questa scrittura di circa 2400, ma il numero complessivo di caratteri molto maggiore. Nel 1716 venne compilato un dizionario di 47.043 caratteri. In Messico, la scrittura apparve verso il 700 aC. Sembra che i Maya abbiano tratto la loro scrittura da una forma di scrittura pi antica, usata da altre popolazioni. La scrittura dei Maya era di tipo sillabico e veniva usata per descrivere gli avvenimenti pi importanti che riguardavano le famiglie aristocratiche. Verso il 250 dC la scrittura Maya era gi in uso e dur fino al XVII secolo dC. Questa scrittura in corso di attiva decifrazione. Numerose altre scritture sono state composte nel corso del tempo e in diverse parti del mondo. Purtroppo, in questo articolo di introduzione non ci possiamo occupare di tutte, ma l'acquisto di testi sulla storia della scrittura come quelli indicati in bibliografia potr esaudire il vostro eventuale desiderio di approfondire l'argomento. La storia della scrittura un argomento appassionante e pi complesso di come ve l'ho descritto. Vale sicuramente la pena di approfondirlo.

Esperimenti sulla scrittura


Quando dico di scrivere delle frasi, potete sia inventarle che copiarle da libri o riviste. Nei rebus, nelle scritture sillabiche e in quelle miste sono ammesse alcune imprecisioni.

1 - CONTABILITA' - Facendo riferimento alla figura 9, quante anfore sono indicate al punto 3? 2 - REBUS Per esercitarvi sul meccanismo dei rebus, - facendo riferimento alla figura 9, risolvete i rebus in 4, 5, 6, 7, 8. - risolvete dei rebus trovati su riviste o su siti Internet - con figure usate come fonogrammi, componete parole o frasi. E' consentita qualche approssimazione. E' consentito integrare la frase con qualche lettera dell'alfabeto. 3 - SCRITTURA CONSONANTICA - Che parole leggete di seguito?
1. 2. 3. 4. 5. 6. - brbr (nome di persona) - l mll bll bl - lblll - l rgzz ch rd (il soggetto di genere maschile o femminile?) - scrivete frasi usando solo consonanti. Fatele leggere a un compagno e verificate la loro leggibilit. Discutete gli eventuali casi di ambiguit. - Fate la stessa cosa, usando solo vocali.

4 - SCRITTURA GEROGLIFICA - Scrivete parole con la scrittura geroglifica (solo per chi legge il libro [3]) 5 - SCRITTURE ALFABETICHE Facendo riferimento ai siti indicati, - scrivete nomi e parole usando l'alfabeto ugaritico http://www.omniglot.com/writing/ugaritic.htm

Ugaritic alphabet - scrivete nomi e parole usando l'alfabeto egizio http://www.fortunecity.com/victorian/barchester/79/id6.htm Egyptian alphabet - scrivete nomi e parole usando l'alfabeto proto-sinaitico http://en.wikipedia.org/wiki/ProtoSinaitic_alphabet Proto Sinaitic alphabet - scrivete nomi e parole usando l'alfabeto fenicio http://www.crystalinks.com/phoenician.html Phoenician alphabet - scrivete nomi e parole usando l'alfabeto greco http://www.omniglot.com/writing/greek.htm Greek alphabet Se necessario, usate anche questa tabella: http://www.peak.org/~jeremy/dictionary/chapters/pix/alphabet.gif Se possibile, effettuate gli esercizi con l'alfabeto ugaritico su tavolette di argilla. Se le pagine non sono pi attive, cercatene delle altre con le parole chiave indicate alla fine di ogni riga. 6 - NUOVO ALFABETO - Se ogni simbolo rappresenta il primo suono del suo nome e facendo riferimento alla figura 9, quale parola scritta in 12? - sull'esempio proto-sinaitico e basandovi sul sistema dell'acrofonia, inventate un alfabeto usando simboli tratti dal mondo d'oggi. Per esempio il disegno di una casa per la lettera C. Usate questo alfabeto per scrivere parole e frasi. - semplificate queste lettere e cercate di ottenerne una scrittura stampatello con maiuscole e minuscole. Se la componete con l'aiuto dei vostri compagni di classe, avrete una scrittura che anche altri saranno in grado di leggere, altrimenti la leggerete solo voi. Anche in questo caso essa pu esservi utile per scrivere messaggi o appunti senza che altri possano leggerli. Questa scrittura conserver dunque un po' del carattere magico delle antiche scritture e rester muta verso coloro che non ne conoscono il segreto. 7 - ENUNCIATI LOGICI Provate a scrivere con enunciati logici (solo per studenti di scuole superiori). 8 - CACCIA AL TESORO Organizzate una caccia al tesoro nella quale le indicazioni per ogni tappa e tutti o alcuni quiz siano concepiti sull'esempio degli Esercizi sulla Scrittura di questa sezione. 9 - SCRITTURA DELLE EMOZIONI Durante le loro conversazioni in Internet fatte tramite tastiera e video, i primi internauti si resero conto che le frasi che scrivevano potevano venire interpretate male. Questo era dovuto al fatto che mancando l'interlocutore, non era possibile osservarne i gesti che accompagnano il discorso, n le espressioni del viso, n era possibile ascoltare l'intonazione della voce. Per evitare questo problema, alcuni internauti cominciarono a fare seguire le loro frasi da "faccine" (in inglese: emoticons o smiles) realizzate con i normali caratteri alfabetici e di punteggiatura (v. sotto). Queste figure si diffusero rapidamente e vengono ancora spesso usate dai cibernauti durante le loro conversazioni. Anche coloro che mandano messaggi con il cellulare le usano frequentemente. L'uso di queste faccine andato oltre alle finalit iniziali e ormai si usano spesso per esprimere in modo rapido sentimenti che altrimenti andrebbero espressi a parole, impiegando frasi lunghe. Ovviamente, una faccina non sar sufficiente per una dichiarazione d'amore, ma la vostra presenza sar indispensabile e dovrete anche sapere trovare le parole giuste. In molti altri casi, invece le faccine saranno un prezioso aiuto. L'idea di scrivere le emozioni stimolante. E' in qualche modo una innovazione alla scrittura. Oltre a compiere gli esercizi che vi ho proposto, potreste anche cercare di studiare il problema

dell'espressione delle emozioni nella scrittura e sistemarlo meglio. Per esempio, verificate se sono presenti le principali emozioni e suggerite dei segni per quelle mancanti. Queste faccine non sono per ancora entrate nella scrittura normale e non si sa se vi entreranno mai. Alcuni esempi di faccine: :-| faccina :-) faccina che sorride :-( faccina depressa o triste o dispiaciuta Per avere un elenco di faccine, guardate qua: http://www.olografix.org/loris/isdweb/docs/smileys.htm - Scrivete delle frasi e terminatele con l'espressione di emozioni per mezzo di faccine. Valutate e discutete con altri compagni come l'uso di queste faccine cambi il senso delle frasi. - Inventate una serie di ideogrammi per indicare le principali emozioni e da usare in una scrittura mista. Ricordatevi che con i computer possibile comporre e usare dei caratteri personalizzati. Si possono anche realizzare piccole immagini e disporle l'una di seguito all'altra.

CONCLUSIONE
Dopo avere gettato uno sguardo alla storia della scrittura, scrivere non pi un fatto banale ed anonimo come era prima ma diventa qualcosa di assai pi interessante. Ci si rende conto che ogni lettera ha una sua storia che spesso risale a migliaia di anni fa. Ora le lettere dell'alfabeto ci salutano. La A ci dice: "Ciao, ti ricordi di me? Io sono la testa del toro", la B ci dice:"E io sono la casa", la M ci dice: "Io sono le onde del mare", la N ci dice: "Io sono il serpente", etc. Tutte queste lettere, per mezzo dei tempi e delle popolazioni attraverso cui sono passate ci parlano degli antichi egiziani, delle popolazioni di lingua semitica che lavoravano nella Valle dei Re in Egitto e dei militari che vi passavano. Ci parlano dei fenici, dei greci, degli etruschi e finalmente dei romani. La scrittura minuscola ci parla dei monaci amanuensi e insieme alla scrittura corsiva ci parla dei tempi pi recenti, dove assumono tanti stili diversi. La storia della scrittura pi complessa di come ve l'ho descritta. Purtroppo, ho dovuto mantenermi all'essenziale per evitare di trasformare questo articolo in un libro, ma per descrivere esaurientemente la storia della scrittura non basterebbe neanche un libro. Spero che vi sia rimasta la voglia di saperne di pi su questo tema. Ricordatevi che potete trovare molti libri in commercio su questo argomento. Inoltre, anche in Internet ci sono molti documenti su questa importante avventura dell'umanit.

BIBLIOGRAFIA
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LLA SCRITTURA
L'EVOLUZIONE DELLA SCRITTURA

Dal segno alla scrittura Dai cacciatori preistorici ai primi contabili

Ecco gli elementi di base della scrittura cuneiforme. Il cuneo si presenta in modo diverso a seconda dell'orientazione del calamo (stelo di giunco tagliato a scalpello) che serve a imprimere i segni: pu essere quindi verticale, orizzontale oppure obliquo. Quanto pi il calamo affondato nell'argilla, tanto pi pronunciata la testa del cuneo.

Come nacquero i primi alfabeti.Tutte le scritture del mondo.

L'invenzione della scrittura cuneiforme Circa 5400 anni fa i Sumeri realizzarono una scrittura dotata di grammatica e sintassi proprie Jean-Jacques Glassner

La tacca e il cerchio, fondamenti della scrittura cuneiforme, non hanno bisogno di alcun precedente. La scrittura cuneiforme ha una base molto semplice.

In Mesopotamia meridionale (la parte sud dell'attuale Iraq), nella seconda met del IV millennio a.C., i Sumeri furono i primi a esprimere le parole di una lingua parlata con segni visivi, inventando la scrittura poi definita cuneiforme. Essa deve il suo nome alla forma dei segni che la compongono, che assomigliano appunto a cunei. Ma come nacque la scrittura? Le opinioni si dividono su due tesi. Secondo la prima, che ha le sue origini in Aristotele e nei filosofi del XVIII secolo, l'uomo avrebbe cominciato a mettere a punto un sistema di comunicazione visiva inizialmente privo, o quasi, di rapporti con il linguaggio: esso ricorreva, per esprimersi, a immagini di oggetti o di esseri viventi del mondo circostante, veri e propri disegni figurativi o pittogrammi, che riproducevano, riducendolo ad alcuni dei suoi dati essenziali, il contenuto di un messaggio; si trattava, in un certo senso, di un

promemoria, che evolvette verso una vera scrittura solo nel momento in cui divenne fonetico. La seconda tesi, che ha come principale sostenitrice Denise SchmandtBesserat propone che la genesi della scrittura sia da ricercare nelle tecniche contabili, e pi esattamente nei gettoni tridimensionali utilizzati da tutte le societ del Vicino Oriente fin dall'epoca neolitica allo scopo di contabilizzare e simboleggiare vari beni. Queste due tesi sono nate in un'epoca in cui l'accesso alle fonti mesopotamiche pi arcaiche era difficile o impossibile per carenza di pubblicazioni, e non si basano su un'analisi dei dati di fatto. Oggi, grazie ai lavori di un gruppo di archeologi e assiriologi riunitisi presso la Freie Universitt di Berlino sotto la guida di Hans Nissen, l'accesso alle fonti divenuto possibile. Con l'aiuto di questo corpus, costituito da circa 5000 testi sumerici della fine del IV millennio provenienti per lo pi dalla citt di Uruk, si pu quindi affrontare il problema dell'invenzione della scrittura mediante una descrizione sia dei segni sia dei procedimenti alla base della loro creazione. Vedremo come l'invenzione della scrittura abbia richiesto la messa a punto di un sistema elaborato di segni che viene costituendosi in tre fasi: creare i segni, renderli significanti, utilizzare l'analogia per aggiungere significati. L'esame di questi procedimenti e l'analisi della struttura di questi fenomeni rivelano la precisa volont di costruire un sistema coerente.

Le buste - involucro Per affrontare il problema dell'origine, ci porremo una domanda preliminare: le testimonianze pi antiche della scrittura sono contemporanee alla sua invenzione? Le fonti scritte pi antiche che si conoscano (circa 3400 a.C.) Alcuni ritengono che scritti precedenti alle provengono da Susa (a), da Habuba Kabira (b), da Jebel Aruda tavolette d'argilla siano esistiti ma, vergati su (c), supporti deperibili come legno, corteccia, da Uruk (d) e da Tell Brak (e). A quest'epoca, si nota che i cuoio o papiro, abbiano finito con lo sistemi scomparire. Grazie all'archeologia, numerali non riportano ancora le quantit disponiamo per di un elemento non per riduzione all'unit superiore trascurabile che contrasta con questa teoria. (vi sono altrettanti segni numerali quante sono le grandezze da Nel corso della prima met del IV millennio, i annotare) mesopotamici inventarono la busta-involucro e che i primi esempi di scrittura non si limitano a riportare i

in argilla entro la quale si raggruppavano sassolini per memorizzare quantit. La numeri. scrittura non apparve che pi tardi, assieme (I disegni sono pi o meno in scala 1:1.) al suo supporto, la tavoletta in argilla. Solo a partire da questo momento le busteinvolucro cominciano a essere a loro volta coperte di iscrizioni. Se i mesopotamici avessero scritto su supporti deperibili precedentemente all'invenzione della tavoletta, non si vedeperch non dovessero fare la stessa cosa con le buste-involucro. Del resto, logico separare la data dell'invenzione della scrittura da quella della sua prima comparsa, supponendo un periodo di gestazione che separerebbe il momento dell'invenzione da quello del primo uso pratico? La scrittura deriva da un lavoro concettuale che non pu essere dissociato dalla sua applicazione, se non a rischio di essere svuotato di significato. Invenzione e prima attestazione devono essere Esempi di segni primitivi: un pesce, una barca, un aratro, una necessariamente simultanee, dato che la testa d'uomo (per indicare un individuo maschio), seconda non altro che la messa in atto una mano (per indicare una parte del corpo umano). La della prima. metonimia fa gi la sua parte: i segni BAR e MASH sono Partendo da questa osservazione, non si astratti, e il secondo permette di scrivere sia met sia pu quindi supporre che vi sia stata una precaprino. o una proto-scrittura. Tuttavia, si possono individuare segni premonitori dell'invenzione? O ci si trova di fronte alla comparsa repentina di uno strumento nuovo e originale? In un arco di tempo relativamente breve, i mesopotamici inventarono due sistemi semiologici differenti e attribuirono all'uno la qualifica di scrittura, mentre l'altro il repertorio iconografico dei sigilli cilindrici. Questa scelta si impone senza consentirci di decifrare n i motivi n i criteri su cui venne fondata. Il fatto tanto pi sorprendente in quanto il mondo sumerico e, pi in generale, quello della Mesopotamia meridionale si era mostrato particolarmente carente di segni a paragone con i suoi vicini. La ceramica, Esempi di segni derivati. ll segno primitivo UD e la sua priva di decorazioni, uniformemente grigia. immagine speculare indicano rispettivamente mattino e sera; il La glittica e l'arte sono pressoch ignorate. segno DUG tratteggiato, da leggere KASH, indica la birra; UD Sembra quindi che le due innovazioni non pu formare abbiano alcun precedente diretto in questa un nuovo segno, , che significa uscire; AB nel quale regione. inscritto il segno KU si legge NANSH e indica una divinit Basandosi sulla documentazione attuale, difficile capire se la scrittura venne inventata in una o in due tappe, di cui la prima non comprendeva altro che segni numerali,

mentre la seconda includeva la notazione delle altre parole della lingua. La documentazione che permetterebbe di abbandonare il campo delle ipotesi manca, ma la prima soluzione non sembra accettabile, come mostrano le sette tavolette pi antiche conosciute, nelle quali figurano gi segni non numerali. Del resto, tutto si gioca in un arco di tempo molto breve: un secolo al pi. Viceversa, accertato che la scrittura venne inventata in un'area geografica in cui si parlavano molte lingue assai differenti: il sumerico, una lingua semitica (forse gi l'accadico) e, verosimilmente, lo hurritico. Non si pu escludere anche la presenza di lingue sconosciute mai messe per iscritto. La scrittura sumerica era dunque poliglotta? Scribi professionisti, formati forse nell'ambito di esperienze linguistiche diverse, potevano utilizzare la stessa grammatica, che, per usare la definizione dell'antropologo Dan Sperber, costituiva il loro sapere condiviso. Che individui in seno a societ dove si parlavano lingue diverse potessero leggere gli stessi segni, ciascuno nella propria lingua, secondo norme fonetiche differenti, ma senza modificare il contenuto, un fattore di estrema importanza. Tuttavia, questo vero solo nel contesto di un uso ristretto, perch la scrittura ha un rapporto privilegiato con una lingua rispetto a un'altra. La scrittura minimale notevolmente adatta a una simile esperienza: anche se sono leggibili in primo luogo in sumerico, i segni logografici (un segno = una parola) lo sono anche in tutte le lingue; e anche i segni fonetici - alcuni dei quali potevano derivare da giochi grafici non costituivano un ostacolo perch il meccanismo di apprendimento dei segni passava innanzitutto per l'identificazione delle parole e per l'apprendimento delle forme. Ora, la scrittura sumerica fra quelle che si possono imparare per addizione; non obbligatorio, per potersene servire, conoscere tutte le potenzialit che essa racchiude; sufficiente aver imparato una certa quantit di segni e di valori.

Operazioni sapienti

Da quali sconvolgimenti culturali deriv questa invenzione? Purtroppo non possiamo fare altro che congetture. Il mondo mesopotamico un universo incantato dove tutto sacro; perci, dato che nulla sfugge a questa sacralit, difficile intuire quali proibizioni si dovettero superare per poter manipolare segni potenzialmente pericolosi. L'identificazione del segno richiede di creare o di rendere disponibile una gamma di oggetti materiali e di utensili: il segno non pu esistere senza un luogo fisico preparato per accoglierlo e senza uno strumento per tracciarlo. L'attivit semiologica illustrata inoltre da una pratica del corpo e della mano, nonch dalla presenza di uno specialista, lo scriba. La scrittura non pu esistere senza una superficie fisica di supporto. La grande maggioranza dei primi testi tracciata su tavolette di argilla. Non se ne conoscono antecedenti e l'archeologia dimostra che vennero inventate contemporaneamente al corpus dei segni. Anche gli utensili sono ben conosciuti: per tutta la loro storia i mesopotamici si servirono per scrivere di uno stelo di giunco, o calamo. In un primo tempo questo strumento ebbe una forma appuntita, ma ben presto una delle estremit venne tagliata a scalpello mentre l'altra era cilindrica. L'adozione di questa forma, alla fine del IV millennio, costrinse lo scriba a tracciare solo segmenti di retta sull'argilla, un supporto poco adatto alle linee curve. Il calamo si tiene necessariamente in modo da formare un angolo ottuso con il supporto; l'estremit viene affondata obliquamente nell'argilla per mezzo di una leggera rotazione del polso e il segno ottenuto assomiglia a un piccolo chiodo con la testa pi o meno triangolare. L'aspetto cuneiforme della scrittura risulta da questo incontro tra il calamo e l'argilla.

Il sistema de segni

Un sistema di segni definiti costituisce il nucleo irriducibile del concetto di scrittura. Un primo corpus di circa 600 segni, di cui

una sessantina sono numerali, ci noto fin dalla comparsa della scrittura. Alla fine del IV millennio venne considerevolmente rimaneggiato, e il caso vuole che anche del nuovo sistema conosciamo circa 600 segni. Sapendo che, verso il 2600 a.C., si compone di circa 800-900 segni, si postula che questo valore sia stato probabilmente quello massimo. Tre procedimenti presiedono alla formazione di questo sistema: una semiologia, un'ermeneutica e una scienza dell'analogia. I Sumeri inventarono per prima cosa una semiologia. Considerati in s, i segni sono forme puramente materiali e prive di senso. I Sumeri li chiamavano mul, gusum o santak, gli Accadi mihiltu o santakku. Gusum e mihiliu si riferiscono al concetto di impressione (il termine accadico deriva dalla radice MHS: colpire, stampigliare, imprimere) del segno sulla superficie molle dell'argilla; sanlak e santakku, il cui significato primario triangolo, mettono l'accento sull'aspetto dei segni, facendo allusione alla loro capocchia triangolare, cio cuneiforme. Sul piano grafico, il sistema di rara semplicit: alla sua base, gli inventori posero due segni, una tacca e un cerchio. Consideriamo la sola notazione dei numeri, di cui sappiamo che la pi antica. A partire da questo nucleo primario di due segni semplici, giocando sulla loro dimensione e orientazione rispetto alla superficie del supporto e alle possibilit offerte dalla loro associazione o incastro, possibile costruire un gran numero di segni: una tacca grande o una piccola, pi o meno allungata o allargata, un cerchio grande o uno piccolo, una tacca con un cerchio inscritto, due cerchi concentrici; il lato arrotondato della tacca pu essere orientato in vari modi, due tacche possono essere associate l'una contro l'altra in versi opposti; vi anche la possibilit di sovrapporre altri marchi a questi segni, come un tratto unico o due tratti paralleli; si pu giocare infine sulle posizioni dei segni l'uno rispetto agli altri nelle sequenze sintattiche in cui essi compaiono. Cosi facendo, si moltiplicano le capacit della scrittura e si arriva a un corpus di oltre 60 segni numerali.

A parte i numerali, i Sumeri usavano anche segni di vario genere. Alcuni di essi rappresentano oggetti concreti: parti del corpo umano, strumenti e manufatti, animali e vegetali. Queste rappresentazioni sono di tre tipi, a seconda che riproducano l'oggetto per intero, solo in parte o ne mostrino un'immagine stilizzata. I Sumeri tracciavano anche segni senza alcun rapporto con il reale e che si distinguevano per il loro alto grado di astrazione: espressione di convenzioni il cui significato non per noi sempre evidente. In totale, nel corpus pi antico della scrittura, questi segni primitivi sono circa 300. Ma i Sumeri non si accontentarono di costruire segni primitivi; li manipolarono, associandoli in combinazioni multiple per formare altri segni, ottenendo cos segni derivati che rappresentano oltre la met del corpus a oggi conosciuto; sono almeno 120 i segni primitivi che vengono cos reimpiegati nei procedimenti di derivazione. sufficiente, per cominciare, cambiare la posizione di un segno, inclinarlo o coricarlo, per creare un segno nuovo. Vi anche la possibilit di invertirlo specularmente. La semplice sovrapposizione di un tratteggio (gun) sufficiente a creare un segno nuovo. Altri segni derivati risultano dalla combinazione di parecchi segni primitivi. Certi segni semplici, come il rettangolo o il cerchio, servono da cornice all'interno della quale si pu inscrivere uno o pi segni che veicolano un significato; quest'ultimo procedimento permette da solo la creazione di pi di un centinaio di segni.

Dare un significato ai segni

Il secondo procedimento che presiede alla formazione del sistema dei segni l'ermeneutica. Il lavoro formale di costruzione di segni non pu essere dissociato dall'aspetto semantico, perch non la sostanza dei segni ci che importa, ma il loro valore. I Sumeri inventarono dunque un'ermeneutica: l'insieme delle conoscenze e delle pratiche che permettono

di attribuire un significato ai segni. Un primo gruppo di caratteri, quello dei pittogrammi-segni, indica direttamente il relativo significato, che immediatamente identificabile. Un secondo gruppo, quello dei deictogrammi, difficilmente separabile dal precedente, se non per il fatto che d una forma visiva a tutto ci che non distintamente rappresentabile. Si osserva qui che un'esigenza primaria all'origine della scrittura porta a una estrema regolarit nella scelta dei significati. Inoltre la composizione dei disegni, anche dei pi semplici, risponde gi a un certo numero di criteri che si distaccano da una riproduzione banale perch, ben lungi dai disegni riaiti, che probabilmente non sono mai esistiti, si entra subito nella sfera delle rappresentazioni cosiddette convenzionali. Si fa ricorso anche a sillogigrammi o aggregati logici, nei quali il senso non pi suggerito da un semplice segno, ma articolato in due o tre sottocaratteri. Un altro aspetto della prima scrittura sumerica che si pu individuare il suo carattere fonetico. Fra i segni derivati vi sono, in effetti, i cosiddetti morfofonogrammi, composizione di pi sottocaratteri di cui l'uno ha funzione figurativa e l'altro ha un valore fonetico concepito per indicare la pronuncia di una parte della parola rappresentata. I vincoli di coerenza logica nella costruzione dei segni vengono meno, e l'associazione fra sottocaratteri finisce per compiersi fra un segno che non definisce alcun campo lessicale preciso e un segno fonetico. Un'altra tecnica della scrittura fonetica consiste nello scrivere una parola servendosi del segno di un'altra omofona: il procedimento del rebus. Un ultimo aspetto della scrittura sumerica il suo carattere polisemico: la grande maggioranza dei segni, in effetti, serve a denotare, simultaneamente, diverse parole della lingua. Il ricorso al fonetismo ha soprattutto l'obiettivo di semplificare la lettura.

La scienza dell'analogia

Il terzo procedimento dei Sumeri nell'elaborare il loro sistema di segni l'impiego della scienza dell'analogia. I principali legami che uniscono il segno grafico a ci che rappresenta non sono n arbitrari n di rassomiglianza: il legame si basa su una relazione analogica. I Sumeri hanno dunque inventato una scienza dell'analogia che mescola, sovrapponendoli, i due registri dell'aspetto formale e dei contenuti. Giocando con procedimenti stilistici come la sineddoche e la metonimia, questa scienza lega i segni alle cose rappresentate; ma lega anche i segni fra loro, aiutando, per quanto possa apparire contraddittorio, ad allontanare il segno dalla sfera del reale e a integrarlo in quella della scrittura. Tutto si basa sulle motivazioni che garantiscono la validit delle similitudini osservate. In altri termini, gli inventori, in generale, si sono interrogati non sui legami che uniscono il carattere al suo significato, ma sui motivi che fanno s che esso designi ci che significa. Nel caso di un pittogramma-segno, la motivazione evidente. Pi in generale, la ricerca della motivazione appare in maniera esplicita solo quando d vita a un vero e proprio commento. Un paio di esempi basteranno per illustrarlo. Il segno ABGAL, che designa un esperto, un derivato formato da due segni primitivi associati, NUN e ME; il primo esprime nobilt o eccellenza, l'altro rimanda all'idea di una qualit propria a qualcuno o a qualcosa; insieme, essi commentano il concetto di abilit. Il segno GIBIL si scrive per mezzo dei due sotto-caratteri GI + NE. Si possono proporre due interpretazioni, delle quali l'una non esclude l'altra. GI un sottocarattere di tipo fonetico che specifica la pronuncia dell'inizio della parola e NE da leggere da solo GIBIL: il tutto interpretabile come gigibil. Nel contempo, si riconosce in GI la traduzione visiva della parola canna e in NE, da leggere BIL in questo caso, quella del verbo bruciare, incendiare. Il materiale infiammabile e il verbo bruciare sono associati, e si nota nel

contempo che essi forniscono, insieme, una lettura fonetica della parola gi-bil. Il segno GIBIL serve per esprimere un nome divino, vale a dire quello di un dio del fuoco che immaginato, come ci informano le fonti stesse, nell'aspetto di colui che incendia il canneto. Si vede quindi che il nome pu essere tradotto con l'espressione canneto che brucia; la scelta della grafia si rivela, ancora una volta, come un vero commento.

Afferrare il mondo

Queste ossetvazioni mostrano che l'elaborazione della scrittura sumerica non fu il frutto di una immaginazione sbrigliata e solitaria. Questa scrittura non venne costruita via via in base alle necessit o per caso. Deriva, al contrario, da uno sforzo deliberato di costruire un sistema coerente. Suppone un concetto, una rappresentazione mentale fatta a sua volta di altri concetti e di diverse operazioni e pratiche, e che la condizione stessa della sua esistenza. I caratteri del repertorio dei suoi segni obbediscono a determinazioni di sistema. Sono pensati solidalmente; presentano fra di essi un rapporto genetico evidente; si organizzano in una unit descrivibile e coerente; formano un tutto articolato, con molteplici combinazioni che permettono le loro associazioni; hanno ciascuno una forma propria che li caratterizza e, nello stesso tempo, si assomigliano e possono essere classificati; il loro uso ricorrente li mette spesso in grado di creare configurazioni nuove, che sono a loro volta memorizzate e integrate nel sistema fino a formare, a volte, vere e proprie famiglie; ciascuno di essi reca, nella propria struttura, nelle mediazioni attraverso le quali si presentato al pensiero, nel suo modo di correlarsi agli altri caratteri, il segno della sua appartenenza allo stesso campo; il loro numero forma un insieme limitato, ma non finito. Si possono identificare i motivi che portarono i Sumeri a inventare la scrittura? La sua stessa concezione mostra che essa

consiste in un incremento di conoscenza, poich l'elaborazione dei segni richiede un lavoro preliminare per motivarli. Ne risulta una migliore conoscenza della realt, della natura e della cultura: la scrittura trasforma il rapporto dell'uomo con il mondo. Fin dagli inizi, prendono forma elenchi tematici, liste di titoli e di funzioni, di oggetti in metallo o in ceramica, di recipienti, di cereali, di pesci, di nomi di citt eccetera; un'attivit che manifesta, insieme, la volont di classificare i segni e di classificare la realt in tutti i suoi elementi per meglio conoscerla. Questa volont si manifesta pi in generale nel modo in cui sono costituite le famiglie di segni. Un esempio basta a dimostrarlo: quello del segno MASH, composto da due segmenti di retta incrociati; esprime soprattutto il concetto di met ma, dato che un termine omofono indica un caprino in generale, designa anche questo animale. Da qui, i nomi dei vari tipi di caprini vengono scritti usando segni derivati da MASH, associati a volte a LAGAB, che non altro che un cerchio privo di significato lessicale;. La scrittura fornisce dunque un quadro classificatorio che migliora la percezione che l'uomo ha del mondo; essa implica un desiderio di conoscenze obiettive, un'attenzione continua verso le propriet del reale, percorsi intellettuali variati e metodi di osservazione approfonditi. Al di l di questa volont di classificazione, ci si pu chiedere se la divinazione, il desiderio di decifrare i presagi e di penetrare il codice grafico proprio alla sfera divina non abbiano avuto un ruolo fondamentale nell'invenzione. In conclusione, si assiste con la scrittura all'invenzione di una lingua scritta, separata dalle lingue orali diffuse in Mesopotamia, una lingua che dispone di una grammatica e di una sintassi proprie. Perch la scrittura non votata alla duplicazione della lingua orale; non comincia e finisce con la sola notazione dei segni acustici. Bisognerebbe in realt riscoprire la struttura intima del fenomeno. In teoria, esistono quattro possibilit: la lingua orale si identifica con la lingua, di cui quella scritta non che una rappresentazione deformata; la lingua scritta si identifica con la lingua; la lingua fondamentalmente di natura orale, e quella

scritta dispone di una cena autonomia; la lingua esiste in due forme fra le quali non si postulano legami gerarchici o di dipendenza, ma di coordinazione. Le due ultime possibilit sembrano le pi appropriate al caso sumerico, in cui lo scritto rivendica un'autonomia che per non nega l'esistenza di una relazione di reciprocit fra le due manifestazioni della lingua.

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