Sei sulla pagina 1di 7

CHE COS’E’ LA PALEOGRAFIA

La paleografia è una disciplina storica che studia le testimonianze scritte del passato
e i contesti socioculturali del loro uso, le data, decodifica e le localizza mediante lo
studio delle tecniche esecutive e il confronto fra i vari esempi. Nello specifico, studia
la scrittura nel suo aspetto formale e nella sua evoluzione storica. La paleografia è
una disciplina trasversale che non si occupa solo delle scritture ma anche dei
caratteri a stampa di qualsiasi alfabeto e lingua e in qualsiasi epoca. Non ha nulla a
che vedere con la grafologia che interpreta la scrittura individuale come
manifestazione di uno stato psicologico o di un modo di essere, ma non ci sono
testimonianze scientifiche che ne testimoniano la validità.

Il nostro alfabeto è composto da 21 lettere:


abcdefghilmnopqrstuvz
Quello latino, prevedeva altre lettere, che non traducono nessun suono della nostra
lingua ma che ci sono molto familiari, anche perché sono usate da altre lingue la cui
base si fonda su alcune lettere dell’alfabeto latino:
jkywx
La nascita della paleografia come disciplina storica nasce nel XVII secolo grazie ad un
monaco benedettino della Congregazione di S. Mauro: Jean Mabillon (1632-1707)
Nel 1681 Mabillon pubblica il De Re Diplomatica a Parigi, un trattato in 6 libri la cui
finalità era quella di elaborare criteri attendibili per lo studio dei documenti
medievali, soprattutto al fine di distinguere i documenti autentici da quelli falsi o
interpolati

E’ importante ricordare che ogni documento scritto, per il fatto stesso che esiste, è
un <<fatto storico>>, che va in primo luogo repertoriato per essere poi interpretato.
Un documento falso, ad esempio, non ci dà informazioni circa un presunto contenuto
giuridico, ma ci dice molto circa le intenzioni di chi ha prodotto quel falso.
Occorre, peraltro, collocare cronologicamente una testimonianza grafica e questo
prescinde dal fatto che quella testimonianza possa essere <<datata>>.
Ad ogni modo, mentre i documenti e le iscrizioni recano in genere una data che può
in qualche modo indirizzarci, per i manoscritti occorre essere in grado di formulare
una datazione, che, per ovvi motivi, potrà essere a volte, molto ampia.
È importante anche saper contestualizzare una testimonianza scritta rispetto allo
spazio in cui è inserita.
Una domanda su cui solo in tempi recenti la paleografia ha concentrato la propria
attenzione è <<come?>>, ovvero con quali tecniche la scrittura è stata eseguita.
Infatti, a seconda del supporto scrittorio utilizzato, dello strumento e dell’inchiostro
(se usato), della posizione dello scriba, il risultato finale sarà diverso. Ogni tecnica
richiederà, necessariamente, degli accorgimenti particolari e proprio la tecnica ha
spesso determinato i grandi cambiamenti che la storia della scrittura registra.
La domanda su <<chi>> abbia realizzato la scrittura, non significa semplicemente
individuare la persona fisica che ha scritto una determinata testimonianza, quanto
piuttosto capire in quale ambiente essa sia stata prodotta e quale fosse di
conseguenza il livello socio-culturale del suo utilizzatore. Dunque, occorre capire
quale ruolo avessero, in un determinato ambiente, la scrittura e gli scriventi.
Armando Petrucci ha individuato sei grandi categorie di scriventi:
 I colti: coloro che dominano la scrittura (spesso più di una) e che hanno su di
essa un assoluto controllo, sia per quanto riguarda i contenuti che per quanto
riguarda gli aspetti formali: <<In genere sono lettori e scrittori che si possono
definire forti>>;
 Alfabeti professionali: coloro che hanno una notevole capacità tecnica nello
scrivere, che utilizzano solitamente a scopo professionale (dunque su richiesta
di qualcun altro). <<Le loro capacità di lettura sono assai inferiori a quelle di
scrittura; il loro grado di istruzione è spesso di livello medio-basso>>. In questa
categoria vanno inclusi, ad esempio, i copisti di professione e i notai (ma non
tutti);
 Gli alfabeti dell’uso: pur non rientrando nella categoria dei colti, sono persone
che posseggono una capacità di lettura e di scrittura medio-alta, che non
necessariamente utilizzano per una ben precisa attività pratica;
 Semialfabeti funzionali: scrivono solo per necessità e leggono pochissimo, solo
nella lingua madre;
 Semialfabeti grafici: sono in grado di scrivere brevissimi testi, non leggono o
leggono solo se costretti e non comprendono quello che leggono;
 Gli analfabeti: non sanno né leggere né scrivere.
Riuscire a collocare una testimonianza grafica all’interno di una di queste categorie
consente di capire, come si è detto, il livello grafico dello scrivente e, di conseguenza,
l’ambiente socio-culturale a cui appartiene. L’individuazione di diversi componenti
all’interno di una società contribuisce a comprendere meglio la distribuzione sociale
della scrittura e di conseguenza la diffusione della cultura stessa.
Un’ultima, fondamentale, domanda è: <<perché?>>, ovvero perché è stato sentito il
bisogno di scrivere e pertanto qual è la funzione cui assolve quella scrittura
determinata in quel determinato contesto. La diversa funzione della scrittura ne
giustifica anche le caratteristiche estrinseche. Questa scrittura, eseguita da una
persona scarsamente alfabetizzata, ma concepita per essere letta da tutti
Non può avere le stesse caratteristiche fisiche di questo elenco di re di Ur in caratteri
cuneiformi, la cui finalità è solo quella di fissare nella memoria e di conservare eventi
del passato…

Così come non può avere le medesime caratteristiche di un libro di lusso realizzato
per un committente di alto rango.
La paleografia, in quanto disciplina scientifica, dispone di una propria terminologia
tecnica. Occorre pertanto conoscere ed usare, quando si parla di fenomeni grafici,
questa specifica terminologia. Alcuni concetti base, ad ogni modo, devono essere
spiegati:
 Maiuscola: si parla di una maiuscola quando tutte le lettere che costituiscono
una scrittura possono essere comprese entro due linee parallele ideali
(sistema bilineare)

 Minuscola: si parla di scrittura minuscola quando solo il corpo delle lettere è


inseribile entro un sistema bilineare, mentre le aste ascendenti e discendenti
ne restano fuori; questa scrittura può dunque essere idealmente inclusa in un
sistema quadrilineare

Si parla di scrittura posata quando le lettere sono eseguite singolarmente e pertanto


il disegno di ciascuna è facilmente riconoscibile.

Al contrario si parla di scrittura corsiva quando le lettere, a causa della velocità di


esecuzione, si legano tra di loro, subendo talora un più o meno evidente
cambiamento nella morfologia delle singole lettere.
Il concetto di velocità della scrittura (concetto tuttavia, molto soggettivo) si lega a
quello di DUCTUS.
Il ductus o andamento indica appunto il modo più o meno rapido di eseguire la
scrittura.
La rapidità tende a creare il legamento (o legatura) che si ottiene quando due lettere
sono eseguite senza alzare la punta dal foglio; per fare ciò, si creano quei
prolungamenti dei tratti, finalizzati al congiungimento delle lettere in sequenza, che
producono il cambiamento nella forma della lettera.
Il MODULO di una lettera indica il rapporto che viene a determinarsi tra altezza e

larghezza della lettera stessa, per cui possiamo parlare di modulo quadrato ,

di modulo rettangolare ecc…


Si usa spesso la parola la parola modulo per indicare le dimensioni complessive del
carattere, per cui si parla di modulo piccolo, medio, grande.
L’angolo di scrittura è un aspetto su cui la paleografia francese del secolo passato
ha concentrato la propria attenzione per spiegare alcuni mutamenti fondamentali
della scrittura.
L’angolo di scrittura è quello che si determina tra lo strumento scrittorio e il piano di
scrittura (il rigo di base). A seconda dell’orientamento della punta rispetto al rigo e
della posizione della mano dello scriba si ottengono risultati molto differenti nel
modo di tracciare i singoli tratti e la sequenza dei tratti tra di loro.
Il tratteggio indica la sequenza con cui sono stati eseguiti i singoli tratti costitutivi di
una lettera.
Può altresì indicare lo spessore del tratto, a sua volta determinato dal tipo di punta
utilizzato e dall’orientamento di questa rispetto al foglio, per cui parliamo di
tratteggio contrastato (o pesante) e di tratteggio uniforme (o leggero).

Quanto agli elementi che costituiscono la lettera occorre ricordare soprattutto:

Con scrittura <<normale>> si intende una forma ideale di scrittura a cui tutte le
manifestazioni grafiche tendono più o meno senza che nessuna la incarni
totalmente: è l’<<idea platonica>> di scrittura;
Con scrittura <<usuale>> invece si fa riferimento alla scrittura maggiormente usata
dagli scriventi, quella più comune;
Con <<elementare di base>> si indica la scrittura che viene insegnata al livello
elementare; coloro che non procedevano negli studi, mantenevano spesso, per tutta
la vita, questo livello elementare.

Si parla di scrittura canonizzata quando raggiunge un insieme di caratteristiche che


la fissano nel tempo e che ne impediscono (o ne limitano) un’ulteriore evoluzione.

Potrebbero piacerti anche