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La paleografia è una disciplina storica che studia le testimonianze scritte del passato
e i contesti socioculturali del loro uso, le data, decodifica e le localizza mediante lo
studio delle tecniche esecutive e il confronto fra i vari esempi. Nello specifico, studia
la scrittura nel suo aspetto formale e nella sua evoluzione storica. La paleografia è
una disciplina trasversale che non si occupa solo delle scritture ma anche dei
caratteri a stampa di qualsiasi alfabeto e lingua e in qualsiasi epoca. Non ha nulla a
che vedere con la grafologia che interpreta la scrittura individuale come
manifestazione di uno stato psicologico o di un modo di essere, ma non ci sono
testimonianze scientifiche che ne testimoniano la validità.
E’ importante ricordare che ogni documento scritto, per il fatto stesso che esiste, è
un <<fatto storico>>, che va in primo luogo repertoriato per essere poi interpretato.
Un documento falso, ad esempio, non ci dà informazioni circa un presunto contenuto
giuridico, ma ci dice molto circa le intenzioni di chi ha prodotto quel falso.
Occorre, peraltro, collocare cronologicamente una testimonianza grafica e questo
prescinde dal fatto che quella testimonianza possa essere <<datata>>.
Ad ogni modo, mentre i documenti e le iscrizioni recano in genere una data che può
in qualche modo indirizzarci, per i manoscritti occorre essere in grado di formulare
una datazione, che, per ovvi motivi, potrà essere a volte, molto ampia.
È importante anche saper contestualizzare una testimonianza scritta rispetto allo
spazio in cui è inserita.
Una domanda su cui solo in tempi recenti la paleografia ha concentrato la propria
attenzione è <<come?>>, ovvero con quali tecniche la scrittura è stata eseguita.
Infatti, a seconda del supporto scrittorio utilizzato, dello strumento e dell’inchiostro
(se usato), della posizione dello scriba, il risultato finale sarà diverso. Ogni tecnica
richiederà, necessariamente, degli accorgimenti particolari e proprio la tecnica ha
spesso determinato i grandi cambiamenti che la storia della scrittura registra.
La domanda su <<chi>> abbia realizzato la scrittura, non significa semplicemente
individuare la persona fisica che ha scritto una determinata testimonianza, quanto
piuttosto capire in quale ambiente essa sia stata prodotta e quale fosse di
conseguenza il livello socio-culturale del suo utilizzatore. Dunque, occorre capire
quale ruolo avessero, in un determinato ambiente, la scrittura e gli scriventi.
Armando Petrucci ha individuato sei grandi categorie di scriventi:
I colti: coloro che dominano la scrittura (spesso più di una) e che hanno su di
essa un assoluto controllo, sia per quanto riguarda i contenuti che per quanto
riguarda gli aspetti formali: <<In genere sono lettori e scrittori che si possono
definire forti>>;
Alfabeti professionali: coloro che hanno una notevole capacità tecnica nello
scrivere, che utilizzano solitamente a scopo professionale (dunque su richiesta
di qualcun altro). <<Le loro capacità di lettura sono assai inferiori a quelle di
scrittura; il loro grado di istruzione è spesso di livello medio-basso>>. In questa
categoria vanno inclusi, ad esempio, i copisti di professione e i notai (ma non
tutti);
Gli alfabeti dell’uso: pur non rientrando nella categoria dei colti, sono persone
che posseggono una capacità di lettura e di scrittura medio-alta, che non
necessariamente utilizzano per una ben precisa attività pratica;
Semialfabeti funzionali: scrivono solo per necessità e leggono pochissimo, solo
nella lingua madre;
Semialfabeti grafici: sono in grado di scrivere brevissimi testi, non leggono o
leggono solo se costretti e non comprendono quello che leggono;
Gli analfabeti: non sanno né leggere né scrivere.
Riuscire a collocare una testimonianza grafica all’interno di una di queste categorie
consente di capire, come si è detto, il livello grafico dello scrivente e, di conseguenza,
l’ambiente socio-culturale a cui appartiene. L’individuazione di diversi componenti
all’interno di una società contribuisce a comprendere meglio la distribuzione sociale
della scrittura e di conseguenza la diffusione della cultura stessa.
Un’ultima, fondamentale, domanda è: <<perché?>>, ovvero perché è stato sentito il
bisogno di scrivere e pertanto qual è la funzione cui assolve quella scrittura
determinata in quel determinato contesto. La diversa funzione della scrittura ne
giustifica anche le caratteristiche estrinseche. Questa scrittura, eseguita da una
persona scarsamente alfabetizzata, ma concepita per essere letta da tutti
Non può avere le stesse caratteristiche fisiche di questo elenco di re di Ur in caratteri
cuneiformi, la cui finalità è solo quella di fissare nella memoria e di conservare eventi
del passato…
Così come non può avere le medesime caratteristiche di un libro di lusso realizzato
per un committente di alto rango.
La paleografia, in quanto disciplina scientifica, dispone di una propria terminologia
tecnica. Occorre pertanto conoscere ed usare, quando si parla di fenomeni grafici,
questa specifica terminologia. Alcuni concetti base, ad ogni modo, devono essere
spiegati:
Maiuscola: si parla di una maiuscola quando tutte le lettere che costituiscono
una scrittura possono essere comprese entro due linee parallele ideali
(sistema bilineare)
larghezza della lettera stessa, per cui possiamo parlare di modulo quadrato ,
Con scrittura <<normale>> si intende una forma ideale di scrittura a cui tutte le
manifestazioni grafiche tendono più o meno senza che nessuna la incarni
totalmente: è l’<<idea platonica>> di scrittura;
Con scrittura <<usuale>> invece si fa riferimento alla scrittura maggiormente usata
dagli scriventi, quella più comune;
Con <<elementare di base>> si indica la scrittura che viene insegnata al livello
elementare; coloro che non procedevano negli studi, mantenevano spesso, per tutta
la vita, questo livello elementare.