Sei sulla pagina 1di 13

I CARMINA BURANA

Appunti dalle lezioni del corso di Letteratura latina medievale (Modulo aggiuntivo) Universit degli Studi di Palermo - Facolt di Lettere e Filosofia Corso di Laurea in Beni Demo-Etno-Antropologici Anno accademico 2007-2008 - Secondo semestre (prof. Armando Bisanti)

1. Quadro storico-cronologico dei secc. XII-XIII (appunti)


Elementi essenziali e fatti principali da tenere presenti. 1. Rinascita della citt Sviluppo delle attivit produttive ed artigiane. Prima organizzazione delle corporazioni di arti e mestieri. Sviluppo della mercanzia. 2. Mercanti La rivoluzione commerciale (in Italia alla fine dellXI sec., in Inghilterra, Francia, Germania e Paesi Bassi dopo il XII sec.). Spirito imprenditoriale, rapporti con lOriente (Cina). Coniazione di monete forti (doro, come il bisante, dargento, come il grosso, e quindi il fiorino a partire dal 1252). Lettere di cambio. Fiere cittadine. 3. Lingrandimento delle citt Aumento della popolazione, diminuita mortalit degli adulti, incremento demografico. Urbanizzazione. Le pi grandi citt dEuropa: Parigi, Venezia, Milano, Firenze, Roma, Colonia, Bruges, Gand, Tolosa, Londra, Amburgo, Lubecca. 4. Il Comune italiano Cause della vitalit del Comune italiano: a) la tradizione cittadina in Italia non si era mai spenta, anche durante il periodo feudale e la decadenza delle citt; b) privilegiata posizione geografica; c) il conflitto fra i Comuni e lImpero, risoltosi positivamente per i primi, favor lautonomia delle citt italiane. Venezia e lespansione nellAdriatico: governo oligarchico. Sviluppi del Comune di Genova, poi di quelli di Milano e di Firenze. 5. I Normanni Ruggero II di Altavilla (1130) unifica tutto il regno, con capitale Palermo. Ricca produzione storico-artistica e letteraria. 6. La spiritualit Decadenza della Chiesa. Il movimento cluniacense. I movimenti cisterciense, vallombrosano, camaldolese, etc. La Pataria milanese. Le eresie: Pietro Valdo, Arnaldo da Brescia, fra Dolcino, i Catari o Albigesi. 7. La riforma del Papato e la lotta per le investiture Conflitti tra Papato e Impero. Leone IX, Ildebrando di Soana e il Concilio Laterano (1059). Gregorio VII, i Dictatus Papae e la lotta con Enrico IV (1067-1083). Il Concordato di Worms (1122). 8. Le Crociate La reconquista in Spagna. La Prima Crociata (1095-1099). La Seconda Crociata (1146-1148). La Terza Crociata (1190-1192). La Quarta Crociata (Innocenzo III, 12021204). 9. Aspetti della vita e della civilt medievale fra lXI ed il XIII secolo: a) Innovazioni tecnico-scientifiche: la chimica, la medicina (Scuola Salernitana), la separazione fra attivit intellettuale e attivit tecnica e manuale (compartimentazione dei saperi), sviluppi della navigazione; b) miglioramenti materiali della vita quotidiana; diminuzione delle carestie, progressiva attenuazione delle pestilenze, aumento della durata media della vita umana (40-50 anni); introduzione delluso del camino, dei vetri alle finestre, degli occhiali, dellorologio; abitudine di rasarsi la barba; innovazioni nellabbigliamento, igiene intima, gastronomia; c) la famiglia coniugale: sacramento del vincolo matrimoniale (XII sec.); scarsa importanza affettiva della vita coniugale; scarso rispetto per i minori; d) la Chiesa, san Francesco, san Domenico; e) la Scolastica: san Bonaventura, Sigieri di Brabante, san Tommaso dAquino; f) la cultura laica e cavalleresca; la letteratura provenzale e arturiana; g) le Universit: Bologna (sec. XI), Parigi, Oxford, Cambridge, Padova, Napoli, Salerno (tutte fra il XII e il XIII secolo). Formazione del ceto sociale degli intellettuali. Grande diffusione della cultura latina (e volgare) in Francia e in Italia . 10. LImpero e i Comuni Federico I Barbarossa (1152-1190). Fatti fondamentali della sua azione politica: a) politica anticomunale; b) discesa in Italia (1154); c) prima Dieta di Roncaglia (1154): viene affermato il divieto ai Comuni italiani di usurpare i diritti che la legge assegnava allimperatore; d) dissidi fra limperatore e il papa Adriano IV,

3 e) seconda Dieta di Roncaglia (1158); f) distruzione di Milano (1162); g) Lega Lombarda (1167: Milano, Cremona, Brescia, Bergamo, Mantova); Lega Veronese (Verona, Padova, Vicenza, Treviso); h) battaglia di Legnano (1176); i) tregua di Venezia (1177); j) pace di Costanza (1183). Limperatore Enrico VI (1190-1197), figlio del Barbarossa, sposa Costanza dAltavilla. Unificazione della dinastia sveva con quella normanna. Innocenzo III (1198-1216) e la teocrazia. Federico II (1220-1250). Le Costituzioni Melfitane (1231). La lotta contro i Comuni lombardi (1237, battaglia di Cortenuova). Politica culturale (fondazione dellUniversit di Napoli, Scuola poetica siciliana, etc.). Manfredi di Svevia (1258-1266). Battaglia di Benevento. Corradino di Svevia (1268, battaglia di Tagliacozzo). Carlo I dAngi re di Sicilia (1265). Rivolta del Vespro siciliano (1282). Guerra del Vespro (1282-1302: pace di Caltabellotta).

2. Citt, universit, societ e poesia goliardica


Nelle citt frenetiche del XII e del XIII secolo i goliardi (ossia gli studenti universitari) trovano la loro ragione di vita, una vita fatta spesso di espedienti per sopravvivere, alla ricerca di un protettore o di un mecenate, mirando ad inserirsi con stabilit in quella stessa societ di cui, almeno nelle loro poesie, essi non si peritano di denunziare, spesso in toni violenti e marcatamente offensivi, le pecche e le manchevolezze. La figura del goliardo medievale , in fondo, una figura paradossale. Anche se egli sembra voler cambiare la societ che lo circonda, avvalendosi dell'unico mezzo a lui noto e congeniale, ossia larte della penna, in effetti per, alla resa dei conti, non tende a diventare altro che uno di coloro che egli stesso ha criticato, ad essere nuovamente beneficiario di quella societ cittadina, di quellordine sociale allinterno del quale egli stesso si formato e sopravvive. Ecco che cos il goliardo, singolare figura di protestatario, capace al contempo di comportarsi in maniera antitetica, unendo la pi violenta e scommatica composizione satirica e ridanciana alla pi smaccata ed adulatoria lode del potente. E cos, se da un lato abbiamo un Ugo dOrlans il quale, pur essendo insegnante universitario a Parigi, condusse una vita errabonda e randagia ai margini della societ, mantenendo sempre inalterato il proprio orgoglio intellettuale (cfr. 8), dallaltro abbiamo invece figure come lArchipoeta di Colonia, che pass gran parte della sua vita alle spalle del potente prelato Rainaldo di Dassel, o come Serlone di Wilton che si schier col partito della regina Matilde dInghilterra, ritirandosi poi in convento, o ancora come Gualtiero di Chtillon, che visse alla corte di re Enrico II Plantageneto, diventando poi, addirittura, arcivescovo di Reims (anche per questi autori cfr. 8). Criticano il clero corrotto, ma sono clerici anchessi (talvolta anche essi corrotti), si scagliano contro i nobili, ma poi cercano il loro appoggio e la loro protezione benevola e remunerativa, disprezzano le classi inferiori, come i villani, ma spesso diventano essi stessi assai peggio dei villani, ingaglioffandos all'osteria fra interminabili bevute, carte, dadi e prostitute. Sulla figura sociale dei goliardi esisteva, fin dal secolo XIX (ed in parte esiste tuttora), una annosa querelle. Chi sono essi, in ultima analisi? Santi e predicatori, o ribaldi, ciurmadori e buffoni? Alti prelati o intellettuali dlite? Condannatori o condannati? C chi ha pensato a loro come a una sorta di intellighenzia urbana, c invece chi li ha ritenuti pericolosi sovvertitori dellordine costituito. In epoca antecedente alla composizione della maggior parte dei Carmina Burana (di cui si inizier a discorrere fra breve), si pu ricordare, come composizione goliardica per eccellenza, la Apocalipsis Goliae, un poema satirico anonimo del XII secolo, pubblicato nel 1928 da Karl Strecker. Si tratta, in buona sostanza, di una parodia dellApocalisse di san Giovanni, lultimo libro del Nuovo Testamento. Per una breve analisi di esso, cfr. J. Mann, La poesia satirica e goliardica, ne

4 Lo Spazio letteratio del Medioevo. I. Il Medioevo latino, a cura di G. Cavallo, C. Leonardi, E. Menest, vol. I, La produzione del testo, t. II, Roma 1993, pp. 73-109.

3. Ipotesi sulletimologia del nome goliardo


La spiegazione etimologica del nome goliardo sfugge ad una definizione univoca e sicura. Nella seconda met dellOttocento, in pieno clima positivistico, si ritenne che il nome derivasse da una vera e propria setta, riunitasi sotto lo pseudonimo di Golia, il celebre gigante biblico divenuto poi unipostasi del demonio nellimmaginario medievale. La facile assonanza fra Golia e gula (= gola) favor quindi una interpretatio nominis che metteva in risalto la voracit, la ghiottoneria, la sete inestinguibile dei goliardi. A tale oggetto, conviene qui riportare (in traduzione italiana) la famosa definizione di Giraldo di Cambrai (Speculum Ecclesiae IV 15):
Dunque un parassita, di nome Golias, famosissimo ai giorni nostri sia per la golosit che per la lussuria, che sarebbe stato meglio chiamare Gulias, visto che di solito si abbandona alla crapula e alla ubriachezza, tuttavia abbastanza istruito, sebbene non virtuoso n formato da buoni insegnamenti, con tanta impudenza quanta imprudenza vomit molte opere scandalose di poesia metrica e ritmica contro il Papa e la curia di Roma.

Su questa definizione, si pu fare utilmente ricorso allart. di E.G. Fichtner (The Etymology of Goliard, in Neophilologus 51 [1967], pp. 230-237), il quale si opposto allidentificazione etimologica fra goliardus e golias, mostrando che i due termini sono indipendenti (cfr. anche A.G. Rigg, Golias and Other Pseudonyms, in Studi medievali, n.s., 18,1 [1977], pp. 65-109; e J. Mann, Giraldus Cambrensis and the Goliards, in Journal of Celtic Studies 3 [1981], pp. 31-39). interessante aggiungere che nel 1889 Gaston Paris (grande filologo romanzo, professore allUniversit di Parigi) attir lattenzione sul fatto che Bernardo di Chiaravalle denunci il suo nemico ed avversario Pietro Abelardo come novello Golia, in una lettera indirizzata a papa Innocenzo II. Lo scrittore inglese Walter Map (De nugis curialium I 24) riferisce proprio questo particolare quando racconta che la lettera in questione fu letta ad alta voce alla tavola di Thomas Becket (arcivescovo di Canterbury ai tempi di re Enrico II Plantageneto): In epistola continebatur illa, quod magister Petrus instar Golie superbus esset (Nella lettera si diceva che il maestro Pietro [Abelardo] fosse superbo come Golia). Gaston Paris suggeriva che i seguaci di Abelardo accolsero verosimilmente il nome Golias, per indicare la loro fedelt a lui. Tale ipotesi, per Jill Mann (La poesia satirica e goliardica, cit.), suffragata dal fatto che la poesia goliardica dimostra notevole ostilit nei confronti di san Bernardo di Chiaravalle e dei Cisterciensi.

4. Il manoscritto
I Carmina Burana, questa Bibbia della goliardia medievale (come sono stati definiti), ci sono stati tramandati in un unico manoscritto, il cod. CLM 4660 della Staatsbibliothek di Monaco di Baviera, 122 fogli in pergamena + 7 fogli del CLM 4660a (il cosiddetto Fragmentum Buranum), scoperti solo nel 1901. Il codice fu esemplato probabilmente intorno al 1230 e comprende composizioni redatte, grosso modo, fra la seconda met del XII sec. e il primo quarto del XIII sec., prevalentemente in area inglese e franco-germanica. Esso fu scoperto nel 1801 nella Abbazia benedettina di Benediktbeuren (lantica Bura Sancti Benedicti), fondata da Bonifacio fra il 730 e il 740. Nel 1803 il manoscritto fu trasferito nella Biblioteca di Monaco, dove tuttora si trova. Il codice illustrato. Esso contiene infatti otto miniature, la pi famosa delle quali quella della Ruota della Fortuna cui sono appesi due sovrani (probabilmente Federico II ed Enrico VII). Altre miniature illustrano le poesie damore, e fra queste ve ne sono due con la storia di Enea e di Didone. Altre ancora sono dedicate ai temi del gioco e del vino, con scene di bevute e di partite a scacchi, a dadi, a trick-track. Molti componimenti sono stati musicati (vi anche la notazione). La trascrizione del mano-

5 scritto stata effettuata, comunque, in momenti diversi. Una parte del codice andata irrimediabilmente perduta. Infatti, al momento della prima rilegatura (ancora in et medievale), linizio della raccolta era gi scomparsa. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che linizio della raccolta comprendesse poesie di carattere religioso, fatto, questo, che avrebbe dato alla silloge una struttura ed una configurazione ben diversa da quella che essa ci mostra oggi.

5. Edizioni
La prima edizione dei Carmina Burana si deve allo studioso tedesco J.A. Schmeller (Carmina Burana. Lateinische und deutsche Lieder und Gedichte einer Handschrift des XIII. Jahrunderts aus Benediktbeuern auf der K. Bibliothek zu Mnchen, Stuttgart 1847). Fu lui, tra laltro, che per primo diede alla raccolta il nome di Carmina Burana, rimasto poi canonico (ricordiamo infatti che tale titolo non compare nel manoscritto monacense). Si tratta della prima edizione completa (precedentemente vi erano state soltanto edizioni parziali di singole poesie o di gruppi di componimenti), ma oggi essa risulta insufficiente per lo stabilimento del testo e per lapparato. Tuttavia essa resistette per pi di 80 anni, e su si essa vennero esemplate le edizioni di R. Peiper (Gaudeamus! Carmina vagorum selecta in usum laetitiae, Leipzig 1877), L. Laistner (Golias: Studentelieder des Mittelalters: aus dem lateinischen, Stuttgart 1879), W. Meyer (Fragmenta Burana, Berlin 1901), nonch le prime traduzioni in lingue moderne, in italiano (C. Corradino, I canti dei goliardi, Milano 1928), in inglese (J.A. Symonds, Wine, Women and Song. Medieval Latin Students Songs now first translated into English verse, with an Essay, Portland 1918) e in tedesco (R. Ulrich - M. Manitius, Vagantenlieder aus der lateinischen Dichtung des 12. und 13. Jahrhunderts, Jena 1927). Fra il 1930 ed il 1970 viene pubblicata la prima vera e propria edizione critica dei Carmina Burana, a cura di Alois Hilka, Otto Schumann e Bernhard Bischoff. Essa consta di tre voll. apparsi a grande distanza di tempo, il primo nel 1930 (A. Hilka - O. Schumann, Carmina Burana, mit Benutzung der Vorarbeiten W. Meyers. Bd. I.: Text, 1: Die moralisch-satirischen Dichtungen, mit 5 Farbentafeln, Heidelberg 1930); il secondo nel 1941 (A. Hilka - O. Schumann, Carmina Burana, mit Benutzung der Vorarbeiten W. Meyers. Bd. I.: Text, 2: Die Liebeslieder, Heidelberg 1941); il terzo nel 1970 (O. Schumann - B. Bischoff, Carmina Burana, mit Benutzung der Vorarbeiten W. Meyers. Bd. I.: Text, 3: Die Trink- und Spielerlieder. Die geistlichen Dramen. Nachtrge, Heidelberg 1970). Nel 1930, insieme al primo vol. della serie, fu anche pubblicato il commento ai componimenti in esso contenuti, rimasto, per, senza seguito (A. Hilka - O. Schumann, Carmina Burana, mit Benutzung der Vorarbeiten W. Meyers. Bd. II.: Kommentar, 1: Einleitung (Die Handschrift der Carmina Burana), Die moralisch-satirischen Dichtungen, Heidelberg 1930). Nel 1967 il grande mediolatinista tedesco Bernhard Bischoff pubblic poi una edizione in fac-simile del ms. CLM 4660 e del Fragmentum Buranum (CLM 4660a): B. Bischoff, FaksimileAusgabe der Handschrift der Carmina Burana und der Fragmenta Burana (CLM 4550; CLM 4660a) der Bayerischen Staatsbibliothek in Mnchen, Brooklyn- Mnchen 1967. Lultima importante edizione critica dei Carmina Burana quella allestita da B.K. Vollmann (Carmina Burana. Texte und bersetzungen mit den Miniaturen aus der Handschrift und einem Aufsatz von P. und D. Diemer, Frankfurt am Main 1987). Essa comprende il testo della raccolta completa con traduzione tedesca e con la riproduzione delle miniature. Innumerevoli le traduzioni (complete o parziali) e i commenti. Per lItalia si ricordano: L. Vertova, Canti goliardici medioevali scelti dai Carmina Burana, testo a fronte, 2 voll., Firenze 1949-1952; E. Massa, Carmina Burana e altri canti della goliardia medievale, Roma 1979 (solo testi latini con ampio commento); P. Rossi, Carmina Burana, testo a fronte, presentazione di F. Maspero, Milano 1989 (scelta antologica di 100 testi, con traduzione e commento; sicuramente la migliore); M.C. Cardona, Carmina Burana. Con i Carmina Burana musicati da Carl Orff, testo a fronte, Parma 1995; E. Bianchini, Carmina Burana. Vol. I, Canti morali e satirici, con unappendice di G. Baroffio Dahnk, testo latino e alto-tedesco a fronte, Milano 2003 (limitata solo ai primi 55 componimenti). Per la Francia: E. Wolff, Carmina Burana, Paris 1995.

6 Per lInghilterra gli Stati Uniti: E.H. Zeydel, Vagabond Verse. Secular Latin Poems of the Middle Ages, Detroit 1966; P.G. Walsh, Thirty Poems from the Carmina Burana, Bristol 1976; Id., Love Lyrics from the Carmina Burana, Chapell Hill 1993. Per la Spagna: C. Yarza - L. Moles, Cantos de Goliardo (Carmina Burana), Barcelona 1978. Per la Germania: K. Langosch, Vagantendichtung, Bremen 1968; Id., Weib, Wein und Wrfelspiel, Frankfurt am Main-Hamburg 1969; W. Bulst - E. Brost, Carmina Burana. Lieder der Vaganten, Heidelberg 19745; R. Clemencic - U. Mller - H. Korth, Carmina Burana. Gesamtausgabe der mittelalterlichen Melodien mit den dazugehrigen Texten, Mnchen 1979 (questultima assai importante per gli aspetti musicologici).

6. Contenuto
I Carmina Burana comprendono complessivamente ben 315 testi poetici, in latino e in medio-alto tedesco. Il nucleo originario della raccolta (cos come noi labbiamo) comprende i nn. 1228, ed stato il primo ad essere trascritto. Questi carmi sono chiaramente suddivisi in tre sezioni, a seconda del loro contenuto: 1) Carm. Bur. 1-55: testi di carattere satirico e morale; 2) Carm Bur. 56-186: testi di carattere amoroso. Allinterno di questa seconda sezione inoltre possibile individuare due gruppo: a) Carm. Bur. 56-121: composizioni in latino; b) Carm. Bur. 122-186: composizioni in latino e in volgare; 3) Carm. Bur. 187-228: testi nei quali vengono esaltati i piaceri della vita, del vino, del gioco e dellamore. Nel secondo nucleo della raccolta (Carm. Bur. 229-315) predominano invece i testi a carattere moralistico e sacrale.

7. Temi e componimenti principali


La raccolta, per le sue dimensioni e per il notevole numero di componimenti che contiene, presenta una larga copia di tematiche. Fra le principali, si individuano qui le seguenti (fra parentesi, lindicazione dei testi pi significativi in cui tali tematiche sono espresse): a) Satira dei vizi e della corruzione del clero (3, Ecce torpet probitas; 8, Licet eger cum egrotis); b) Tema della tristitia temporis (6, Florebat olim studium); c) Tema del trionfo del denaro (11, In terra summus rex est hoc tempore nummus); d) Tema della Fortuna (14, O varium Fortune lubricum; 16, Fortune plango vulnera; 17, O Fortuna velut luna; 18, O Fortuna levis); e) Scontento della vita scolastica (75, Omittamus studia); f) Contrasto fra ratio e amor (108, Vacillantis trutine libramine); g) Amor de lonh (111, O comes Amoris, dolor); h) Incontro con la pastorella (79, Estivali sub fervore; 90, Exiit diluculo); i) Malelingue e lauzengiers (95, Cur suspectum me tenet domina?, di Ilario dOrlans); j) Descriptio pulchritudinis (si tratta di un topos molto diffuso, che ricorre nei Carm Bur. 69, 83, 115, 177, etc.); k) Descriptio loci (anche questo un topos molto diffuso, soprattutto per quel che riguarda lincipit primaverile, nei Carm. Bur. 70, 78, 79, 80, 92, 142, 143, 144, 153, etc.); l) Tema del fuoco damore (Carm. Bur. 56, 61, 71, 177, etc.); m) Maladie damour (Carm. Bur. 61, 69, 77, 104, etc.). Fra le composizioni pi giustamente celebri della raccolta ricordiamo qui : 1) Estuans intrinsecus (Carm. Bur. 192), dellArchipoeta di Colonia; 2) In taberna quando sumus (Carm. Bur. 196); 3) Altercatio Phyllidis et Flore (Carm. Bur. 92, Anni parte florida);

7 4) Il lamento del cigno arrosto (Carm. Bur. 130, Olim lacus colueram); 5) Dum caupona verterem vino debachatus (Carm. Bur. 76), poemetto bacchico; 6) Diatriba fra Diogene ed Aristippo (Carm. Bur. 189, Aristippe, quamvis sero), di Filippo il Cancelliere; 7) Contrasto fra lacqua e il vino (Carm Bur. 193, Denudata veritate).

8. Gli autori
Tutti i testi presentati nel manoscritto dei Carmina Burana sono rigorosamente anonimi. Eppure molti di essi appartengono ad importanti poeti mediolatini dei secoli XII-XIII, che stato possibile identificare per altra via (per esempio, da altri codici che contengono poesie presenti anche nel manoscritto monacense, ma con lindicazione dellautore). Fra gli autori principali, si segnalano i seguenti. - Ugo dOrlans (detto Primate). A lui assegnabile Carm. Bur. 194 (In cratere meo Thetys est sociata Lyaeo), che non certo una delle sue liriche migliori. La sua figura storica e la sua produzione letteraria sono per fondamentali per la poesia goliardica. Nato ad Orlans verso il 1093, divent maestro di grammatica e di retorica. Pass poi a Parigi e in altre citt della Francia settentrionale. Grande conoscitore dei classici latini (per la sua conoscenza di Orazio, cfr. G. Orlandi, Ugo Primate, in Orazio. Enciclopedia Oraziana, III, Roma 1998, pp. 494-495), spirito arguto e mordace, epigrammista salace e caustico, scrisse molte composizioni satiriche (ledizione delle sue poesie stata allestita da Ch. McDonough nel 1984). La sua composizione pi celebre forse quella in cui egli, lamentando la propria povert, chiede un mantello per linverno, una breve poesia ispirata, forse, a Marziale (Pontificum spuma: su di essa, cfr. gli studi di Th. Latzke, Die Mantelgedicht des Primas Hugo von Orlans und Martial, in Mittellateinisches Jahrbuch 5 [1968], pp. 54-58; Ead., Der Topos Mantelgedicht, in Mittellateinisches Jahrbuch 6 [1970], pp. 109-131). A lui risalgono altri temi tipicamente goliardici, quali il vino, la taverna, il gioco, le donne, etc. Mor dopo il 1160. - LArchipoeta di Colonia. Personaggio di difficile e sfuggente identificazione, nacque probabilmente in Renania da una famiglia di nobilt cavalleresca. Nel 1161 trov in Rainaldo di Dassel, arcivescovo di Colonia, un valido protettore. Al seguito di Rainaldo accompagn in Italia limperatore Federico Barbarossa (a Novara e a Pavia). Alla morte del suo protettore, rientr nellombra. Dal 1167 in poi non si hanno infatti pi notizie su di lui. I temi della sua poesia sono assai simili a quelli evidenziati da Ugo dOrlans. LArchipoeta, per, risulta meno vario nellispirazione e nei risultati poetici. Nei Carmina Burana sono accolte due sue composizioni: la cosiddetta Confessio Goliae (Carm. Bur. 191, Estuans intrinsecus) e Sepe de miseria mee paupertatis (Carm. Bur. 220), in cui lautore difende orgogliosamente la propria condizione di clericus. Ledizione delle sue poesie stata procurata da Watenpuhl e Krefeld nel 1958. Ottima bibliografia in V. De Angelis - G. Orlandi, Archipoeta, in Orazio. Enciclopedia Oraziana, III, Roma 1998, pp. 94-95. - Gualtiero di Chtillon. Si tratta, assai probabilmente, del pi grande poeta latino del XII secolo. Sulle sue vicende biografiche ci sono giunte alcune vitae in forma di accessus al suo poema pi significativo, la Alexandreis, anche se spesso le notizie che questi scritti ci trasmettono non sono molto esaurienti e sicure. Nato a Ronchin, presso Lilla, negli anni 1135-1136, Gualtiero studi a Parigi e poi a Reims sotto la guida di Stefano di Beauvais, acquisendo una vasta e profonda cultura letteraria e teologica. Ben presto fu chiamato a dirigere la scuola di Laon e poi quella di Chtillon-sur-Marne, ed da ci che deriva il suo appellativo (de Chtillon piuttosto che, in relazione alla sua nascita, de Lille). Fu anche a Bologna per impararvi il diritto canonico e per perfezionare la sua preparazione giuridica e retorica, visit Roma e la curia papale, attingendone materia per le sue satire anticlericali. Per un certo periodo entr a far parte della cancelleria del re dInghilterra Enrico II Plantageneto, con cui pi tardi entr in violento conflitto, forse in sguito allomicidio di Thomas

8 Becket (29 dicembre 1170), cui era legato da vincoli di amicizia. Gualtiero, in quella occasione, accus il re dellomicidio del Becket, e fu quindi costretto a rientrare in patria. Dopo essere tornato in Francia, venne eletto, per intercessione del potente arcivescovo di Reims Guglielmo dalle Bianche Mani, canonico della stessa citt e quindi vescovo di Amiens, dove mor, consumato dalla lebbra, verso il 1184-1185. Lo stesso poeta ci ha lasciato un auto-epitaffio in distici elegiaci, di sapore virgiliano, che contiene la sintesi della sua vita e della sua attivit letteraria: Insula me genuit, rapuit Castellio nomen, / perstrepuit modulis Gallia tota meis. / Gesta ducis Macedum scripsi, sed sincopa fati / infectum clausit obice mortis opus. Le sue opere principali sono le seguenti: 1) il Tractatus contra Iudaeos, un dialogo in tre libri in prosa fra lo stesso Gualtiero e Balduino di Valenciennes, in cui vengono esaminati, sotto la scorta del procedimento scolastico, i passi dellAntico e del nuovo Testamento contro gli Ebrei, ma tenendo anche conto di autori classici quali Virgilio (Bucoliche 7 e 8, Georgiche), Orazio e Calcidio; 2) alcune Epistolae, oggi perdute (ma rimangono alcune lettere di Giovanni di Salisbury a lui dirette); 3) circa 50 poesie di vario argomento, satiriche, religiose, morali, amorose e per varie occasioni, come, per esempio, le strofe goliardiche cum auctoritate di Eliconis rivulos modice respersus o la pastorella Sole regente lora, o altre ancora, alcune delle quali, appunto, poi confluite nei Carmina Burana (come Ecce torpet probitas [Carm. Bur. 3], Licet eger cum egrotis [Carm. Bur. 8], Fas et nefas ambulant [Carm. Bur. 19] o Propter Sion non tacebo [Carm. Bur. 41], tutti sulla degenerazione dei tempi, del clero e della curia romana; nonch Ecce gratum et optatum [Carm. Bur. 143], canto del risveglio dellamore a primavera). Alla sua scuola, poi, possono essere assegnati i Carm. Bur. 1, 39, 42, 226. 4) i Georgica contenuti nel ms. Par. Bibl. Nat. Lat. 15155, attribuiti a Gualtiero gi da Haurau e da Novati, che fanno parte invece, come ha dimostrato Wilson, di un florilegio di passi dai Georgica spiritualia di Giovanni di Garlandia, scritto probabilmente in margine a una copia della sua opera maggiore, lAlexandreis; cos come forti dubbi permangono circa lattribuzione di altre opere, per esempio il Dogma moralium philosophorum, in prosa (certamente non suo) e la versione latina in strofe goliardiche del Voyage de saint Brendan di Benedeit (questultima, invece, assai probabilmente da ascrivergli e risalente forse al periodo bolognese); 5) e soprattutto la Alexandreis, in dieci libri in esametri di raffinata fattura classicheggiante, sicuramente il suo capolavoro. Scritto fra il 1178 ed il 1184 (ma le opinioni avanzate dagli studiosi, a tal proposito, sono state varie e divergenti), il poema dedicato alle imprese di Alessandro Magno, la cui fortuna durante il Medioevo fu, come noto, dilagante e dirompente. Il poeta, pur dichiarandosi, fin dal proemio, consapevole della propria inferiorit nei confronti dellepos virgiliano (si tratta del classico tpos modestiae), per fiero di svolgere un argomento finora mai affrontato in poesia epica (ed laltro tpos della novitas dellimpresa cui si accinge il poeta). La fonte pi seguita Curzio Rufo, ma Gualtiero mostra di conoscere anche il Romanzo di Alessandro (probabilmente attraverso la rielaborazione tardo-antica di Giulio Valerio), Flavio Giuseppe, Giustino, Isidoro di Siviglia e, ovviamente, la Bibbia. Dopo il libro I, dedicato alleducazione delleroe protagonista da parte di Aristotele e alle sue prime imprese, i libri II-VII narrano le lunghe lotte fra Alessandro e Dario (che in questa sezione dellopera assume le funzioni di coprotagonista) e, infine, i libri VIII-X raccontano il tentativo, effettuato dal sovrano macedone, di conquistare lignoto, restandone per ovviamente sconfitto (e questo elemento costituisce un importante antecedente per la figura dellUlisse dantesco). Negli oltre 5500 esametri che compongono lAlexandreis si notano frequentissime suggestioni virgiliane: Gualtiero si rif infatti allEneide sia a livello di situazioni topiche (linvocazione alle Muse, la discesa agli Inferi, la descrizione dello scudo di Dario, lamicizia fra due giovani sventurati, Simmaco e Nicanore, e cos via) sia, appunto, a livello di suggestioni e riecheggiamenti. La tradizione virgiliana viene rivissuta entro una diversa dimensione epica, dove allattenta e sapiente forma, in esametri molto regolari di tipo senza dubbio classicheggiante, non si accompagna il sentimento dellantica epica. Quella di Gualtiero unepica statica, dove leroe anti-

9 co si veste parzialmente di temi cristiani, senza essere investito, nelluna e nellaltra tradizione, di grandi eventi epici (Leonardi). Assai rilevanti sono anche le presenze oraziane, ovidiane e, soprattutto, lucanee: anzi, si pu affermare che sia stato proprio Lucano il poeta classico maggiormente tenuto presente da Gualtiero, e la stessa figura di Alessandro stata modellata sulla figura del Cesare lucaneo. Lopera ebbe grande e meritata fortuna ed entr ben presto nel canone scolastico, insieme ai testi epici classici. Nel suo De scriptoribus ecclesiasticis (1260 circa) Enrico di Bruxelles attesta infatti che in scholis grammaticorum Alexandreis tantae dignitatis est hodie, ut prae ipso veterum poetarum lectio negligatur; tradotto durante il XIII secolo in norvegese e neerlandese e glossato in latino e in volgare, il poema ebbe una notevolissima influenza nella letteratura tardo-medievale (Enrico da Settimello, Pietro da Eboli, Guglielmo Bretone, Oddone di Magdeburgo), venne conosciuto probabilmente da Dante e sicuramente dal Petrarca (che spesso mostra di disprezzarlo, come tipico esempio di epica medievale, e quindi deteriore) e dal Boccaccio. Ledizione delle sue poesie stata allestita da K. Strecker (1929); per lAlexandreis, si veda ledizione a cura di M. Colker (1978); bibliografia di base in V. De Angelis, Gualtiero di Chtillon, in Orazio. Enciclopedia Oraziana, III, Roma 1998, pp. 273-275; e in A. Bisanti, Una recente lettura dellAlexandreis di Gualtiero di Chtillon, in Schede medievali 40 (2002), pp. 191-200. - Ilario di Orlans. Poeta raffinato e versatile, autore di un piccolo corpus di versi e ludi pubblicato da Bulst nel 1989. Fu in rapporti con Pietro Abelardo, cui dedic il carme Lingua servi, lingua perfidie. Scrisse laudationes di monache (Ad sanctimonialem nomine Bonam, Ad sanctimonialem nomine Superbam), poesie damore omosessuale, tre importanti ludi drammatici (Suscitatio Lazari, Ludus super iconia Sancti Nicolai, Historia de Daniel representanda), epistole ed inni sacri. A lui appartengono Carm. Bur. 95 (Cur suspectum me tenet domina?), fondato sul tema delle malelingue che possono rovinare il rapporto damore fra la dama e il poeta, tacciando questultimo di omosessualit; e Carm. Bur. 117 (Lingua mendax et dolosa), fondato sul motivo della segretezza nel rapporto damore. - Pietro di Blois. Nato a Blois (centro culturale molto importante per la letteratura mediolatina del sec. XII) intorno al 1135 da nobile famiglia (il suo fratello minore Guglielmo fu lautore della commedia elegiaca Alda), frequent gli studi a Tours e a Parigi, e fu discepolo di Giovanni di Salisbury. Nel 1166 si trasfer in Sicilia, come precettore del re normanno Guglielmo II Il Buono (cfr. L. Gatto, Pietro di Blois, arcidiacono di Bath, in Sicilia, ovvero storia di un contrastato e contristato soggiorno, in Siculorum Gymnasium 31 (1978), pp. 46-85, poi in Id., Sicilia medievale, Roma 1985, pp. 153-173). Tornato in Francia nel 1170, fu mandato in Inghilterra presso la corte di re Enrico II Plantageneto e divenne arcivescovo di Canterbury e, in seguito, arcidiacono di Bath in Cornovaglia. Mor intorno al 1210. A lui, fra laltro, possono ascriversi Carm. Bur. 72 (Grates ago Veneri) e Carm. Bur. 30 (Dum iuventus floruit), che rappresentano, in un certo qual modo, le due facce della sua ispirazione poetica, quella intensamente erotica e quella morale. Per una messa a punto della sua produzione poetica fondamentale lo studio di P. Dronke, Peter of Blois and Poetry at the Court of Henry II, in Medieval Studies 28 (1976), pp. 185-235 (poi in ID., The Medieval Poet and his World, Roma 1984, pp. 281-339). - Filippo il Cancelliere (o Filippo di Grve). Nacque a Parigi intorno al 1170, fu nominato arcivescovo di Noyon nel 1211 e, nel 1218, divenne cancelliere e maestro della scuola cattedrale di Notre-Dame. Mor intorno al 1236-1237. autore di un cospicuo corpus di poesie, buona parte delle quali confluite nei Carmina Burana (per una messa a punto della situazione, cfr. P. Dronke, The Lyrical Compositions of Philip the Chancellor, in Studi medievali, n.s., 28 [1987], pp. 563-592; D.A. Traill, Philip the Chancellor and F 10: Expanding the Canon, in Filologia mediolatina 10 [2003], pp. 219-248; ID., A Cluster of Poems by Philip the Chancellor in Carmina Burana 21-36, in Studi medievali, n.s., 47,1 [2006], pp. 267-285) e di moltissimi sermoni. Fra i Carmina Burana a lui ascrivibili, cfr. i nn. 21, 22, 26, 34 (Deduc, Sion, uberrimas), 131 e 189 (Aristippe, quamvis sero). La sua vena poetica di tipo prevalentemente morale.

10
Bibliografia essenziale Edizioni: J.A. SCHMELLER, Carmina Burana. Lateinische und deutsche Lieder und Gedichte einer Handschrift des XIII. Jahrunderts aus Benediktbeuern auf der K. Bibliothek zu Mnchen, Stuttgart 1847; R. PEIPER, Gaudeamus! Carmina vagorum selecta in usum laetitiae, Leipzig 1877; L. LAISTNER, Golias: Studentelieder des Mittelalters: aus dem lateinischen, Stuttgart 1879; W. MEYER, Fragmenta Burana, Berlin 1901; A. HILKA - O. SCHUMANN, Carmina Burana, mit Benutzung der Vorarbeiten W. Meyers. Bd. I.: Text, 1: Die moralischsatirischen Dichtungen, mit 5 Farbentafeln, Heidelberg 1930; A. HILKA - O. SCHUMANN, Carmina Burana, mit Benutzung der Vorarbeiten W. Meyers. Bd. II.: Kommentar, 1: Einleitung (Die Handschrift der Carmina Burana), Die moralisch-satirischen Dichtungen, Heidelberg 1930; A. HILKA - O. SCHUMANN, Carmina Burana, mit Benutzung der Vorarbeiten W. Meyers. Bd. I.: Text, 2: Die Liebeslieder, Heidelberg 1941; B. BISCHOFF, Faksimile-Ausgabe der Handschrift der Carmina Burana und der Fragmenta Burana (CLM 4550; CLM 4660a) der Bayerischen Staatsbibliothek in Mnchen, Brooklyn- Mnchen 1967; O. SCHUMANN - B. BISCHOFF, Carmina Burana, mit Benutzung der Vorarbeiten W. Meyers. Bd. I.: Text, 3: Die Trink- und Spielerlieder. Die geistlichen Dramen. Nachtrge, Heidelberg 1970; P.G. WALSH, Thirty Poems from the Carmina Burana, Bristol 1976; E. MASSA, Carmina Burana e altri canti della goliardia medievale, Roma 1979; B.K. VOLLMANN, Carmina Burana. Texte und bersetzungen mit den Miniaturen aus der Handschrift und einem Aufsatz von P. und D. Diemer, Frankfurt am Main 1987. Traduzioni - Francesi: E. WOLFF, Carmina Burana, Paris 1995. Italiane: C. CORRADINO, I canti dei goliardi, Milano 1928; L. VERTOVA, Canti goliardici medioevali scelti dai Carmina Burana, testo a fronte, 2 voll., Firenze 1949-1952; G. VECCHI, Poesia latina medioevale, testo a fronte, Parma 19582, pp. 226-269; P. ROSSI, Carmina Burana, testo a fronte, presentazione di F. Maspero, Milano 1989 (con la segnalazione di A. BISANTI, in Schede medievali 18 [1990], pp. 159-161); G. GARDENAL - F. FLKEL, Poesia latina medievale, Milano 1993, pp. 197-239 e passim (con la recens. di A. BISANTI, in Orpheus, n.s., 16 [1995], pp. 482-487); M.C. CARDONA, Carmina Burana. Con i Carmina Burana musicati da Carl Orff, testo a fronte, Parma 1995; E. BIANCHINI, Carmina Burana. Vol. I, Canti morali e satirici, con unappendice di G. Baroffio Dahnk, testo latino e altotedesco a fronte, Milano 2003 (con la segnalazione di A. BISANTI, in Quaderni medievali 57 [2004], pp. 300-302). Inglesi: J.A. SYMONDS, Wine, Women and Song. Medieval Latin Students Songs now first translated into English verse, with an Essay, Portland 1918; G.F. WHICHER, The Goliard Poets. Medieval Latin Songs and Satires, Cambridge 1949; E.H. ZEYDEL, Vagabond Verse. Secular Latin Poems of the Middle Ages, Detroit 1966; M.K. WHAPLES, Carmina Burana, Macomb 1975; D. PARLETT, Selections from the Carmina Burana, Harmondsworth-New York 1986; E.D. BLODGETT - R.A. SWANSON, The Love Songs of the Carmina Burana, New York 1987; P.G. WALSH, Love Lyrics from the Carmina Burana, Chapell Hill 1993; P. DRONKE, Nine Medieval Latin Plays, Cambridge 1994. Spagnole: R. ARYAS Y ARYAS, La poesa de los goliardos, Madrid 1970, pp. 125-231; C. YARZA - L. MOLES, Cantos de Goliardo (Carmina Burana), Barcelona 1978. Tedesche: R. ULRICH - M. MANITIUS, Vagantenlieder aus der lateinischen Dichtung des 12. und 13. Jahrhunderts, Jena 1927; E. BUSCHOR, Carmina Burana. Benediktbeurer Lieder, Wiesbaden 1956; J. EBERLE, Psalterium Profanum. Weltliche Gedichte des lateinischen Mittelalters, Zrich 1962, pp. 382-503; K. LANGOSCH, Vagantendichtung, Bremen 1968; ID., Weib, Wein und Wrfelspiel, Frankfurt am Main-Hamburg 1969; W. BULST - E. BROST, Carmina Burana. Lieder der Vaganten, Heidelberg 19745; C. FISCHER - H. KUHN - G. BERNDT, Carmina Burana. Die Gedichte in der Codex Buranus, Zrich-Mnchen 1974; R. CLEMENCIC U. MLLER - H. KORTH, Carmina Burana. Gesamtausgabe der mittelalterlichen Melodien mit den dazugehrigen Texten, Mnchen 1979. Studi: M.E. DU MRIL, Posies populaires latines antrieurs au XIIe sicle, Paris 1843 (rist. anast., Bologna 1969), pp. 309-313, 400-415; F. GIESEBRECHT, Die Vaganten oder Goliarden und ihre Lieder, in Allgemeine Monatschrift fr Wissenschaft und Literatur (1853), pp. 10-13, 344-382; F. NOVATI, Lultima poesia di Gualtiero di Chtillon, in Romania 18 (1889), pp. 283-288; ID., Studi critici e letterari, Torino 1889, pp. 175310; Ch.V. LANGLOIS, La littrature goliardique, in Revue Bleue 50 (1892), pp. 807-813 ; 51 (1893), pp. 174-180; F. NOVATI, Un pome inconnu de Gautier de Chtillon, in Mlanges Paul Fabre. tudes dhistoire du moyen age, Paris 1902, pp. 265-278; S. SANTANGELO, Studio sulla poesia goliardica, Palermo 1902; C. OULMONT, Les dbats du clerc et du chevalier dans la littrature potique du Moyen Age, Paris 1911; G. BERTONI, Intorno ai Carmina Burana, in Zeitschrift fr romanische Philologie 36 (1912), pp. 42-46; E. FAe e RAL, Les dbats du clerc et du chevalier dans la littrature des XII et XIII sicles, in ID., Recherches sur les sources latines des contes et romans courtois du Moyen Age, Paris 1913, pp. 191-303; J.H. HANFORD, The Mediaeval Debate between Wine and Water, in Publications of the Modern Association of America 28 (1913), pp. 315-367; H. UNGER, De Ovidiana in Carminibus Buranis quae dicuntur imitatione, Strassburg 1914; H. SSSMILCH, Die lateinische Vagantenpoesie des 12. und 13. Jahrhunderts als Kulturerscheinung, Leipzig 1917; H. WALTHER, Das Streitgedicht in der lateinischen Literatur des Mittelalters, Mnchen 1920 (rist. a cura di P.G. Schmidt, Hildesheim 1984); J.H. HANFORD, The Progenitors of Golias, in Speculum 1 (1926), pp. 38-58; O. SCHUMANN, Die deutschen Strophen der Carmina Burana, in GermanischRomanische Monatsschrift 14 (1926), pp. 418-437; B.I. JARCHO, Die Vorlufer des Golias, in Speculum 3 (1928), pp. 523-579; P.S. ALLEN, Medieval Latin Lyric, Chicago 1931; O. DOBIACHE-ROJDESTVENSKAIA, Les posies des goliards, Paris 1931; H. SPANKE, Zu den Gedichten Walters von Chtillon, in Volkstum und Kul-

11
tur der Romanen 4 (1931), pp. 197-220; W. BULST, Studia Burana, in Historische Vierteljahrschrift 28 (1934), p. 512; F.J.E. RABY, A History of the Secular Latin Poetry in the Middle Ages, 2 voll., Oxford 1934; A. MONTEVERDI, Le fonti latine delle letterature romanze. Testi goliardici, Roma 1947; H. WADDELL, The Wandering Scholars, London 1947; G. VINAY, Ugo Primate e lArchipoeta, in Cultura neolatina 9 (1949), pp. 540; O. SCHUMANN, Eine mittelalterliche Klage der Dido, in Liber Floridus. Festschrift fr Paul Lehmann, St. Ottilien 1950, pp. 319-328; G. DE VALOUS, La posie amoureuse en langue latine au Moyen Age, in Classica & Mediaevalia 13 (1952), pp. 284-345; 14 (1953), pp. 156-204; 15 (1954), pp. 146-197; 16 (1955), pp. 195266; R. DONEY, A Source for one of the Carmina Burana, in Speculum 27 (1952), p. 191; W. HOLTZMANN, Propter Sion non tacebo. Zur Erklrung von Carmina Burana 41, in Deutsches Archiv fr Erforschung des Mittelalters 10 (1953-1954), p. 170; K. LANGOSCH, Hymnen und Vagantenlieder. Lateinische Lyrik des Mittelalters mit deutschen Versen, Berlin 19582; P. DRONKE, A Critical Note on Schumanns Dating of the Codex Buranus, in Beitrge zur Geschichte der deutschen Sprache und Literatur 84 (1962), pp. 173183; R.B.C. HUYGENS, Die Metamorphose des Golias, in Studi medievali, n.s., 3 (1962), pp. 764-772; P. LEHMANN, Die Parodie im Mittelalter, mit 24 augewhlten parodistische Texten, Stuttgart 19632; G. TAVANI, Il dibattito sul chierico e il cavaliere nella tradizione mediolatina e volgare, in Romanistisches Jahrbuch 15 (1964), pp. 51-84; E.G. FICHTNER, The Etymology of Goliard, in Neophilologus 51 (1967), pp. 230-237; W. HECKENBACH, Zur Parodie beim Archipoeta, in Mittellateinisches Jahrbuch 4 (1967), pp. 145-154; P. KLOPSCH, Zu Kaiserhymnus und Beichte des Archipoeta, ivi, pp. 161-166; P. DRONKE, Medieval Latin and the Rise of European Love-Lyric, 2 voll., Oxford 19682; M. MARKOVICH, Fragmentum Buranum, in Classica et Mediaevalia 29 (1968), pp. 219-222; C.S. LEWIS, Lallegoria damore, Torino 1969 (ediz. originale, Oxford 1936); K.J. NORTHCOTT, Some Functions of Love in the Carmina Burana, in Deutsche Beitrge zur geistigen berlieferung 6 (1970), pp. 11-25; P.G. WALSH, Courtly Love in the Carmina Burana, Edinburgh 1971; Ch.H. HASKINS, La rinascita del dodicesimo secolo, trad. ital., Bologna 1972 (ediz. inglese, Cambridge Mass. 1927), pp. 131-163; H. SCHPPERT, Kirchenkritik in der lateinischen Lyrik des 12. und 13. Jahrhunderts, Mnchen 1972; F.J. WORSTBROCK, Zu Gedichten Walthers von Chtillon und seiner Schule, in Zeitschrift fr deutsches Altertum 101 (1972), pp. 200-208; P.G. SCHMIDT, Das Zitat in der Vagantendichtung. Bakelfest und Vagantenstrophe cum auctoritate, in Antike und Abendland 20 (1974), pp. 74-87; G. SPRECKELMEYER, Das Kreuzzugslied des lateinischen Mittelalters, Mnchen 1974; P. DRONKE, Poetic Meaning in the Carmina Burana, in Mittellateinisches Jahrbuch 10 (1975), pp. 116-137 (poi in ID., The Medieval Poet and his World, Roma 1984, pp. 249-279); R. GARCA-VILLOSLADA, La poesa rtmica de los goliardos medievales, Madrid 1975; F. WAGNER, Colores rhetorici in der Vagantenbeichte des Archipoeta, in Mittellateinisches Jahrbuch 10 (1975), pp. 99-105; P. DRONKE, Peter of Blois and Poetry at the Court of Henry II, in Medieval Studies 28 (1976), pp. 185-235 (poi in ID., The Medieval Poet and his World, cit., pp. 281-339); Th. LATZKE, Das Verwahrungsgedicht mit besonderer Bercksichtigung der Carmina Burana 95 and 117, in Mittellateinisches Jahrbuch 11 (1976), pp. 151-176; J. BRCKMANN - J. COUCHMANN, Du Cantique des Cantiques aux Carmina Burana: amour sacr et amour rotique, in Lrotisme au Moyen Age. Etudes prsentes au troisime colloque de lInstitut dtudes mdivales, ed. B. Roy, Montral 1977, pp. 3750; P. DRONKE, The Medieval Lyric, Cambridge 1977; F. RICO, On Source, Meaning and Form Walter of Chtillons Versa est in luctum, Bellaterra (Barcelona) 1977; A.G. RIGG, Golias and Other Pseudonyms, in Studi medievali, n.s., 18,1 (1977), pp. 65-109; L. GATTO, Pietro di Blois, arcidiacono di Bath, in Sicilia, ovvero storia di un contrastato e contristato soggiorno, in Siculorum Gymnasium 31 (1978), pp. 46-85 (poi in ID., Sicilia medievale, Roma 1985, pp. 153-173); U. KINDERMANN, Satyra. Die Theorie der Satyre im Mittellateinischen. Vorstudie zu einer Gattungsgeschichte, Nrnberg 1978; I. DAUSER, Pyrois circulus, in Archivum Latinitatis Medii Aevi 39 (1979), pp. 95-102; P. DRONKE, The Song of Songs and Medieval Love-Lyric, in The Bible and Medieval Culture, edd. W. Lourdaux - D. Verhelst, Leuven 1979, pp. 236-262 (poi in ID., The Medieval Poet and his World, cit., pp. 209-236); J. LE GOFF, Gli intellettuali nel Medioevo, trad. ital., Milano 1979 (ediz. francese, Paris 1957); U. MLLER, Kreuzzugsdichtung, Tbingen 1979; F. CAIRNS, The Archpoets Confession: Sources, Interpretation and Historical Context, in Mittellateinisches Jahrbuch 15 (1980), pp. 87-103; J. MANN, Satiric Subject and Satiric Object in Goliardic Literature, ivi, pp. 63-86; F. RICO, Un poema de Gautier de Chtillon: fuente, forma y sentido de Versa est in luctum, in tudes de philologie romane et dhistoire littraire offertes Jules Horrent loccasion de son soixantime anniversaire, edd. J.M. DHeur N. Cherubini, Lige 1980, pp. 365-378; U. MLLER, Beobachtungen zu den Carmina Burana. 1. Eine Melodie zur Vagantenstrophe; 2. Walters Palstinalied in versoffenen Kontext. Eine Parodie, in Mittellateinisches Jahrbuch 15 (1980), pp. 104-111; A. GODDARD ELLIOTT, The Bedraggled Cupid. Ovidian Satire in Carmina Burana 105, in Traditio 37 (1981), pp. 426-437; J. MANN, Giraldus Cambrensis and the Goliards, in Journal of Celtic Studies 3 (1981), pp. 31-39; U. MLLER, Mehrsprachigkeit und Sprachmishung als poetische Technik. Barbarolexis in den Carmina Burana, in Europische Mehrsprachigkeit. Festschrift zum 70. Geburtstag von Mario Wandruszka, hrsg. von W. Pkl, Tbingen 1981, pp. 87-104; A. GODDARD ELLIOTT, The Art of the Inept Exemplum. Ovidian Decption in Carmina Burana 117 and 178, in Sandalion 5 (1982), pp. 353-368; J. HAMACHER, Die Vagantebeichte und ihre Quellen, in Mittellateinisches Jahrbuch 18 (1983), pp. 160-167; ID., Zehntenkorn oder Brotation? Zu Bedeutung von hordei mensura in Carmina Burana 219, ivi, pp. 194-196; G. STEER, Carmina Burana in Sdtirol. Zur Herkunft des CLM 4660, in

12
Zeitschrift fr deutsches Altertum und deutsche Literatur 112 (1983), pp. 1-37; B. WACHINGER, Deutsche und Lateinische Liebeslieder. Zu den deutschen Strophen der Carmina Burana, in From Symbol to Mimesis, Gppingen 1984; C. LEONARDI, Gauthier de Chtillon, sub voc., in Enciclopedia Virgiliana, II, Roma 1985, pp. 638-640; G. AUZZAS, Mediolatina, lirica, sub voc., in Dizionario Critico della Letteratura Italiana, diretto da V. Branca, III, Torino 19862, pp. 134-141; P. DRONKE, Didos Lament: from Medieval Latin Lyric to Chaucer, in Kontinuitt und Wandel. Lateinische Poesie von Naevius bis Baudelaire. Franco Munari zum 65. Geburtstag, Hildesheim 1986, pp. 364-390 (poi in ID., Intellectuals and Poets in Medieval Europe, Roma 1992, pp. 431-456); ID., La lirica damore in latino nel secolo XIII, in Aspetti della letteratura latina nel secolo XIII. Atti del Primo Convegno dellAMUL (Perugia, 3-5 ottobre 1983), a cura di C. Leonardi-G. Orlandi, Firenze 1986, pp. 29-56; P. und D. DIEMER, Qui pingit florem non pingit floris odorem. Die Illustrationen der Carmina Burana (CLM 4660), in Jahrbuch des Zentralinstituts fr Kunstgeschichte, III, Mnchen 1987; P. DRONKE, The Lyrical Compositions of Philip the Chancellor, in Studi medievali, n.s., 28 (1987), pp. 563592; S. PITTALUGA, Il Cantico dei Cantici fra amor sacro e amor profano nella poesia latina medievale, in Realt e allegoria nellinterpretazione del Cantico dei Cantici, a cura di A. Ceresa Gastaldo, Genova 1989, pp. 63-83; R. MARTIN, Vinum dulce gloriosum. Le thme du vin dans la posie latine mdivale, in Bulletin de lAssociation Guillaume Bud 49 (1990), pp. 356-370; M. PTZ, Hohe Minne in the Carmina Burana, in Amsterdamer Beitrge zur lteren Germanistik 30 (1990), pp. 51-60; V. SANTORO, Plurilinguismo nei Carmina Burana. Lelemento tedesco, in Medioevo e Rinascimento 4 (1990), pp. 103-122; P.G. SCHMIDT, The Quotation in Goliardic Poetry: The Feast of Fools and the Goliardic Strophe cum auctoritate, in Latin Poetry and the Classical Tradition.Essays in Medieval and Renaissance literature, ed. by P. Godman and O. Murray, Oxford 1990, pp. 39-55; O. SAYCE, Plurilinguism in the Carmina Burana. A Study of the Linguistic and Literary Influences in the Codex Buranus, Gppingen 1992; A. BISANTI, Il mulo di Fillide e il cavallo di Flora (Carmina Burana 92, 44-59), in Studi medievali, n.s., 34 (1993), pp. 805-813; J. MANN, La poesia satirica e goliardica, in Lo Spazio letteratio del Medioevo. I. Il Medioevo latino, a cura di G. Cavallo, C. Leonardi, E. Menest, vol. I, La produzione del testo, t. II, Roma 1993, pp. 73-109; P.G. SCHMIDT, I Conflictus, ivi, pp. 157-169; J.M. ZIOLKOWSKI, La poesia damore, ivi, pp. 43-71; M. HELLER, Anni parte florida ~ In des Jahres Blumenzeit. Das Streitgesprch zwischen Phyllis und Flora un die Liebe zu Ritter oder Kleriker, in Literatur in Bayern 37 (1994), pp. 58-65; A.B.E. HOOD, The Golden Rose of Besanon: Ecclesiatical Politics and the Feast of Fools in a Poem of Walter of Chtillon, in Studi medievali, n.s., 25,1 (1994), pp. 195-216; O. PHILLIPS, Pedagogy: Carmina Burana, in Classical Bulletin 70,1 (1994), pp. 3740; S. PITTALUGA, Concerti in giardino e cataloghi ornitologici, in Maia, n.s., 46,3 (1994), pp. 337-347; H. ZIMMER, Die Liebeslieder der Vaganten im Rahmen mittelalterlicher Vorstellung ber die Minne, in Literatur in Bayern 37 (1994), pp. 87-91; A. BISANTI, Donne bibliche e mondo alla rovescia nei Carmina Burana 6 e 39, in Mittellateinisches Jahrbuch 30 (1995), pp. 61-75; T.M.S. LETHONEN, Fortuna, Money and the Sublunar World. Twelfth-Century Ethical Poetics and the Satirical Poetry of the Carmina Burana, Helsinki 1995; A. BISANTI, La figura di Sileno nellAltercatio Phyllidis et Flore (Carmina Burana 92, 7071), in Studi medievali, n. s., 38 (1997), pp. 845-849; P. DRONKE, The Archpoet and the Classics, in ID., Sources of Inspiration, Roma 1997, pp. 83-99; A. BISANTI, Carmina Burana, sub voc., in Orazio. Enciclopedia Oraziana, III, Roma 1998, pp. 156-159; V. DE ANGELIS, Gualtiero di Chtillon, ivi, pp. 273-275; V. DE ANGELIS - G. ORLANDI, Archipoeta, ivi, pp. 94-95; H. DE CARLOS VILLAMARIN, Dido y Eneas en los Carmina Burana, in Actas del Segundo Congreso Hispnico de Latn Medieval (Len, 11-14 de noviembre 1997), cur. M. Prez Gonzlez, Len 1998, vol. I, pp. 363-374; E. HOETZL, Carmina Burana in Maria Saal?, in Carinthia. Zeitschrift fr geschichtliche Landeskunde von Krnten 188 (1998), pp. 259-265; F.P. KNAPP, Die Carmina Burana als Ergebnis europischen Kulturtranfers, in Kultureller Austausch und Literaturgeschichte im Mittelalter (Paris, 16-18.3.1995), cur. I. Kasten [et alii], Sigmaringen 1998, pp. 282-301; G. ORLANDI, Ugo Primate, in Orazio. Enciclopedia Oraziana, III, cit., pp. 494-495; S. PITTALUGA, Modelli classici nei Carmina Burana, in Dalla tarda latinit agli albori dell Umanesimo. Alla radice della storia europea, a cura di P. Gatti - L. De Finis, Trento 1998, pp. 399-417; R. POROD, Sprache, Gedankengang und Komposition der Carmina Burana, in Carinthia 188 (1998), pp. 273-278; E. WOLFF, Les Carmina Burana. Plurilinguisme et posie, in Bulletin de lAssociation Guillaume Bud, n.s., 3 (1998), pp. 260-271; G. BAROFFIO DAHNK, I Carmina Burana e la musica. Lorigine di un mito, in Amadeus 9,2 (1999: numero speciale dedicato ai Carmina Burana), pp. 26-30; G. CAVALLO, Il segno della civilt. Il codice nel Medioevo, ivi, pp. 1013; H.-J. LINKE, Beobachtungen zu den geistlichen Spielen im Codex Buranus, in Zeitschrift fr deutsches Altertums und deutsche Literaturgeschichte 128 (1999), pp. 185-193; A. RUSCONI, Un esercizio colto. La satira e la parodia, Amadeus 9,2 (1999), pp. 43-47; N. SGUBEN, Venere medievale. Lamore e la donna, ivi, pp. 37-42; F. STELLA, La poesia della vita. Le origini, gli autori, i testi, ivi, pp. 14-19; A. VILDERA, Frammenti di memoria. Lambiente musicale, ivi, pp. 31-36; AA.VV., The Carmina Burana. Four Essays, cur. M. Jones, London 2000; M. GIOVINI, Infero vim dubie: il nichilista Serlone alle prese con uno stupro (e una nota su Pietro di Blois), in Maia, n.s., 52,3 (2000), pp. 512-532; S. GUIDA, In soccorso della Croce. Le canzoni di crociata, in Amadeus 10,2 (2000: numero speciale dedicato a La musica dei Crociati), pp. 31-34; E. SALVANESCHI, Linferno in una ciotola. Sul cigno imbandito dei Carmina Burana, in Laldil: maschere, segni, itinerari visibili e invisibili. Atti del II Convegno internazionale (Rocca Grimalda, 27-28 settembre 1997), a

13
cura di S.M. Barillari, Alessandria 2000, pp. 35-50; L. SPARISCI, Los recursos retricos en los Carmina Burana, in A retrica greco-latina e a sua perenitade. Actas do Congresso (Coimbra, 11-14 marzo 1997), cur. J. Ribeiro Fereira, vol. II, Porto 2000, pp. 487-495; D. SCHALLER, Gattungs- und Formentypen in den Carmina Burana Amatoria, in Mittellateinisches Jahrbuch 36,1 (2001), pp. 77-93; K. SMOLAK, Beim Wort genommen. Zum Umgang mit rmischen Dichtungen in Sptantike und Mittelalter. Ausonius und Carmina Burana, in Wiener Studien 114 (2001), pp. 519-534; D.A. TRAILL, Mal dAmour, Joie dAmour: a New Edition and Interpretation of Carmina Burana 60/60a, in Mittellateinisches Jahrbuch 36,1 (2001), pp. 95112; ID., Reaching the Right Harbour: Negotiating the Double Entendres in Carmina Burana 128, in Filologia mediolatina 8 (2001), pp. 173-178; P. DRONKE, Il secolo XII, in Letteratura latina medievale (secoli VIXV). Un manuale, a cura di C. Leonardi, Firenze 2002, pp. 231-302; G. BAROFFIO DAHNK, Tradizione musicale e fortuna dei Carmina Burana, in appendice a Carmina Burana. Vol. I, Canti morali e satirici, a cura di E. Bianchini, Milano 2003, pp. 1163-1186; A. BISANTI, Linterpretatio nominis nella tradizione classicomedievale e nel Babio, in Filologia mediolatina 10 (2003), pp. 127-218 (in partic., pp. 167-170); D.A. TRAILL, Philip the Chancellor and F 10: Expanding the Canon, ivi, pp. 219-248; P. DRONKE - G. ORLANDI, New Works by Abelard and Heloise?, in Filologia mediolatina 12 (2005), pp. 123-177; D.A. TRAILL, A Cluster of Poems by Philip the Chancellor in Carmina Burana 21-36, in Studi medievali, n.s., 47,1 (2006), pp. 267-285; C. WOLLIN, Versa est in luctum cithara Waltheri (CB 123): das Zeugnis des Radulfus de Longo Campo, in Studi medievali, n.s., 48,1 (2007), pp. 307-315; A. BISANTI, LAltercatio Phyllidis et Flore (CB 92) fra tradizione e innovazione, in Pan 24 (2008), pp. 197-222.

Potrebbero piacerti anche