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BAYERISCHE AKADEMIE DER WISSENSCHAFTEN

PHILOSOPHISCH-HISTORISCHE KLASSE

ABHANDLUNGEN • NEUE FOLGE, HEFT 78

GERHARD ROHLFS

Supplemento ai vocabolari
siciliani

MÜNCHEN 1977
VERLAG DER BAYERISCHEN AKADEMIE DER WISSENSCHAFTEN
IN KOMMISSION BEI DER C.H.BECK’SCHEN VERLAGSBUCHHANDLUNG MÜNCHEN
:
BAYERISCHE AKADEMIE DER WISSENSCHAFTEN
PHILOSOPHISCH-HISTORISCHE KLASSE

ABHANDLUNGEN • NEUE FOLGE, HEFT 78

GERHARD ROHLFS

Supplemento ai vocabolari
siciliani

MÜNCHEN 1977

VERLAG DER BAYERISCHEN AKADEMIE DER WISSENSCHAFTEN


IN KOMMISSION BEI DER C.H.BECK’SCHEN VERLAGSBUCHHANDLUNG MÜNCHEN
ISBN 3 7696 0073 8
© Bayerische Akademie der Wissenschaften München 1977
Druck der C. H. Beck’schen Buchdruckerei Nördlingen
Printed in Germany
Indice del volume

Prefazione................................................................................................... 5
Abbrevazioni bibliografiche........................................................................ 7
Altre abbreviazioni .........................................................................................il
Tavola delle sigle per le località esplorate o citate....................................... 12
Sistema ortografico (Trascrizione)..................................................................15
Vocabolario siciliano.........................................................................................17
Repertorio italiano-siciliano............................................................................117
Indice etimologico...........................................................................................132
Latino.......................................................................................................... 132
Greco.......................................................................................................... 133
Francese...................................................................................................... 135
Provenzale.................................................................................................. 137
Catalano...................................................................................................... 137
Spagnolo...................................................................................................... 137
Arabo.......................................................................................................... 138
Germanico............................................................................................... 139
Lingue varie...............................................................................................139
Toponimi (Nomi geografici).................................................................... 139
Prefazione

Da quando nel lontano anno 1922 ebbi la prima occasione di recarmi in Sicilia, con
l’incarico (da parte dei professori svizzeri Jaberg e Jud) di fare una prima inchiesta per il
futuro Atlante linguistico italiano (AIS) in un comune della provincia di Catania (a Masca­
lcia), lavoro che fu continuato e portato a fine per la Sicilia negli anni 1923-1928 (con
inchieste dialettali in 18 comuni), anche negli anni seguenti e più recenti e anche recentissi­
mi ebbi spesso l’occasione di visitare l’isola in tutta la sua estensione.
Dato però il mio particolare interesse, portato sulle sopravvivenze dell’antico e medievale
ellenismo, fu specialmente la Sicilia orientale ed ancora con più intensa perlustrazione la
provincia di Messina, dove ho condotto le mie indagini.1
Da tante ricerche, fatte personalmente sul luogo e con preferenza in comuni appartati,
che non si trovano sulle grandi vie di comunicazione, concentrando il mio lavoro sul
linguaggio rustico dei campagnoli (flora e fauna popolare, agricoltura, utensili domestici,
costituzione del terreno, la vita dei pastori), interessanti ed importanti materiali sono
confluiti nei miei schedari.
Lasciando da parte tutto ciò che appartiene al siciliano comune (Koiné siciliana) e si
trova già raccolto nei vari vocabolari siciliani, mi sono proposto di pubblicare una specie
di Supplemento ai vocabolari siciliani, ideato principalmente come un contributo personale
al progetto del grande vocabolario generale delle parlate siciliane, da molti anni (con sede
a Catania) in corso di elaborazione e di redazione.
Seguendo questo criterio e questa scelta, il nostro Supplemento comprende :
1. Vocaboli rari o di limitata diffusione, non ancora riportati nei vocabolari siciliani.2
2. Vocaboli per i quali posso dare interessanti tipi lessicali o varianti fonetiche di una
certa importanza.
3. Vocaboli non comuni, per i quali posso stabilire con più grande precisione la loro
maggiore o minore diffusione.
4. Vocaboli che vogliono corretti o precisati nella loro giusta pronunzia.
5. Vocaboli che vogliono precisati più esattamente nel loro uso e valore.
6. Vocaboli, per i quali credo di poter dare utili indicazioni o spiegazioni sull’origine
etimologica.3
1 Ho presentato i primi risultati delle mie ricerche in due articoli: ‘Nuovi contributi al grecismo della
Sicilia nordorientale’ (Boll, del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, voi. 8, 1962, pp. 119-143),
‘Correnti e strati di romanità in Sicilia’ (ib. voi. 9, 1965, pp. 74-105). - Si veda anche il capitolo ‘Il grecismo
della Sicilia’ nel volume Scavi linguistici nella Magna Grecia (Roma 1933), nuova edizione interamente
rielaborata (Galatina 1975) pp. 91-106.
2 Nella mia scelta mi riferisco principalmente al Nuovo vocabolario siciliano - italiano di A. Traina (Pa­
lermo 1868), pp. XIV + 1159, con importante supplemento (pp. 1121-1159), il piu ricco ed il più completo
fra i vocabolari siciliani moderni. Per il suo vocabolario l’autore afferma di aver fatto tesoro (v. p. V) degli
anteriori vocabolari (‘in ispecial modo del dizionario del Mortillaro’).
3 Per le etimologie mi contento generalmente di risalire all’etimo immediato (francese, piemontese, spagnolo,
catalano, ecc.), senza andare più addietro (latino, celtico, germanico). Per la voce muccaturì riporto come
etimo il catal. mocador senza menzionare la sua discendenza da un latino *muccatorium. Traggo il sic.
gaja ‘siepe viva’ dal fr. liaie senza un accenno alla sua base germanica: *haga. - Per gli elementi arabi, non
7. Vocaboli, per i quali dai dialetti continentali dell’Italia meridionale (specie della vicina
Calabria) si possono avere utili confronti che riguardano la storia e la discendenza della
parola.
Un ‘Supplemento5 orientato in questo modo e guidato da tali criteri, il quale si fonda
su inchieste personali di prima mano, condotte sempre ‘in loco5 in più di 300 comuni delle
nove province di Sicilia, mi sembra tanto più opportuno e indispensabile, in quanto la
tradizione lessicografica antica e moderna in Sicilia era principalmente e sostanzialmente
fondata sul concetto di una lingua comune, sanzionato per la pratica letteraria, la quale si
regolava sul modello palermitano; tenendo poco conto delle varietà e divergenze regionali
e locali.
Con questo giudizio mi riporto alla critica di Alberto Varvaro: ‘Una rilevante carat­
teristica di questa tradizione lessicografica è la mancanza totale di vocabolari di una
località o di un sub-dialetto : segno non tanto della reale unità del dialetto siciliano quanto
della convinzione largamente diffusa che si trattasse di uno strumento unitario, consolidato
dall’ esistenza di una tradizione letteraria e di una norma, basata sull’ uso palermitano5
(Travaux de linguistique et de littérature, publiés par le Centre de Philologie et de lite­
ratures romanes de l’Université de Strasbourg, XIV, 1, 1976, p. 97).*4
essendo competente in materia, mi sono rattenuto a riferirmi al giudizio di G. B. Pellegrini, Gli arabismi nelle
lingue neolatine con speciale riguardo all'Italia (Brescia 1972), dove la storia delle parole di origine araba ha
trovato una critica e esauriente illustrazione.
4 Questa secolare tradizione si nota ancora nel primo saggio di un nuovo ‘Vocabolario siciliano’, pub­
blicato nel 1962 da Giorgio Piccitto (vedi in bibliografia, pag. 8): 'esso è basato su limitate indagini di
prima mano, per lo più mediante questionari, e sfrutta soprattutto i lessici precedenti’ (A. Varvaro, p. 97).
Abbreviazioni bibliografiche

AIS................................. K. Jaberg e J. Jud, Sprach- und Sachatlas Italiens und der


Südschweiz. 1928 sgg.
Alcover-Moll................. Alcover-Moll, Diccionari català-valencià-balear. Palma de
Mallorca, 1930 e sgg.
ALM ............................. Atlante linguistico mediterraneo, promosso dalla Fondazione
Giorgio Cini (Saggio delle carte). Firenze 1972.
Alessio........................... G. Alessio, Sulla latinità della Sicilia. In: Atti dell’ Accad. di
Scienze e Lettere di Palermo, 1946-1947.
Alessio, Norm................. G. Alessio, Ripercussioni linguistiche della dominazione nor­
manna nel nostro Mezzogiorno. In: Arch. stor. pugliese, Anno
xii, 1959,197-232-
AStSO ........................... Archivio storico per la Sicilia Orientale.
Avolio............................. C. Avolio, Introduzione allo studio del dialetto siciliano. Noto
1882.
Biundi .......................... Vocabolario siciliano-italiano. Palermo 1856.
Boll.................................. Bollettino del Centro di studi filologici e linguistici siciliani.
Palermo 1953 sgg.
Bonfante ....................... G. Bonfante, Il problema del siciliano. In: Boll. 1, 1953> 45-64-
Caglià............................ A. Caglia, Nomenclatura familiare siculo-italica. Messina 1840.
Cantarella ..................... Codex Messanensis Graecus 105, ed. R. Cantarella. Palermo
1937-
CG1 ................................. Corpus glossariorum Latinorum, ed. G. Götz. Leipzig 1888
sgg- . .
Coray ............................ H. Coray, Bodenbestellung, ... Weinbau und Fischerei auf
den liparischen Inseln. In: Volkstum und Kultur der Romanen,
voi. 3, 1930, 149 sgg. .
Corr................................. G. Rohlfs, Correnti e strati di romanità in Sicilia. In: Boll. 9,
1965, 74-105-
D’Ambra......................... R. d’Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico. Na­
poli 1873.
DEC ............................... J. Corominas, Diccionario critico etimologico de la lengua
castellana. Bern 1954 sgg.
De Greg. ...................... G. de Gregorio, Contributi al lessico etimologico romanzo. In:
Studi glott. ital. 7, 1920, 1-462.
DEI .............................. Battisti e Alessio, Dizionario etimologico italiano. Firenze
1948-57.
DES................................ M. L. Wagner, Dizionario etimologico sardo. Heidelberg i960
sgg-
Diz. Mar. ..................... Dizionario di Marina medievale e moderno. Roma 1937.
DTC.............................. G. Rohlfs, Dizionario dialettale delle Tre Calabrie: 3 voi.
Halle - Milano 1932-1939. - Nuova edizione rielaborata:
Nuovo Dizionario dialettale della Calabria, Ravenna 1977.
DTO.............................. G. Rohlfs, Dizionario toponomastico e onomastico della Cala­
bria. Ravenna 1974.
FEW.............................. W. von Wartburg, Französisches etymologisches Wörterbuch.
Bonn 1922 sgg.
Garbini........................... A. Garbini, Antroponimie ed omonimie nel campo della zoolo­
gia popolare. Parte II: Omonimie. Verona 1925.
Giglioli............................ E. H. Giglioli, Avifauna italica. Firenze 1907.
Gioeni............................ G. Gioeni, Saggio di etimologie siciliane. Palermo 1885.
Giuffrida ....................... Fr. Giuffrida, I termini geografici dialettali della Sicilia. In:
AStSO, 10, 1957, 5-108.
GrI.................................. G. Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi
dialetti. Torino 1966-1969 (ed. tedesca Bern 1949-1954).
ID.................................. Italia Dialettale (rivista). Pisa 1924 sgg.
Jost................................ Urs Jost, Die galloromanischen Lehnwörter in Süditalien.
Diss. Basel 1967.
LGr................................ G. Rohlfs, Lexicon Graecanicum Italiae Inferioris, Etymolo­
gisches Wörterbuch der unteritalienischen Gräzität. Tübingen
1964.
Marinoni ....................... A. Marinoni, Dal‘Declarus5 di A. Senisio: i vocaboli siciliani.
Palermo 1955.
Mortillaro ..................... V. Mortillaro, Nuovo dizionario siciliano-italiano. Palermo
1876.
NC ................................ G. Rohlfs, Nuovi contributi al grecismo della Sicilia nord­
orientale. In: Boll. 8, 1962, 119-143.
Nicotra........................... E. Nicotra d’Urso, Nuovissimo dizionario siciliano italiano . . .
Catania 1914.
Nigra ............................ C. Nigra, Saggio lessicale di basso latino curiale compilato su
estratti di statuti medievali piemontesi. In: Boll, storico
-bibliografico subalpino, voi. 14 (1909) e 21 (1919).
Pasqualino..................... M. Pasqualino, Vocabolario etimologico siciliano italiano e
latino. Palermo 1785-95.
Pellegrini......................... G. B. Pellegrini, Gli arabismi nelle lingue neolatine con speciale
riguardo all’Italia. Brescia 1972.
Penzig ......................... O. Penzig, Flora popolare italiana. Genova 1924.
Feri................................ IH. Peri, Sull’elemento latino nella Sicilia normanna. In: Boll. 2,
1954, 349-366.
Piccitto........................... G. Piccitto, Vocabolario siciliano. Catania—Palermo 1962.
Rimasto un primo saggio, arrivando solo alla voce agnusdei (v.
Vox Rom. 1966, p. 170).
Pinzone ......................... Fr. Pinzone, Raccolta di vocaboli dialettali di Ucria (prov.
di Messina). Manoscritto messo dall’autore a nostra dispo­
sizione.
Pitré .............................. G. Pitré (opera postuma), Supplemento ai dizionari siciliani.
In: Stgl. 8, 1928, 1-119.
Pitré, Giochi ................. G. Pitré, Giochi fanciulleschi siciliani. Palermo 1883.
PS.................................. A. Palombi e M. Santarelli, Gli animali commestibili dei mari
d’Italia. Milano 1969.
REW ............................ W. Meyer-Lübke, Romanisches etymologisches Wörterbuch.
Heidelberg 1935.
RIL .............................. Rendiconti dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere
(Classe di Lettere).
Roccella........................... R. Roccella, Vocabolario della lingua parlata in Piazza
Armerina. Caltagirone 1875.
Rohlfs............................. G. Rohlfs, Die Quellen des unteritalienischen Wortschatzes.
In: ZRPh, 46, 1926, 135-164.
Rohlfs............................ v. anche Corr., DTC, DTO, GrI, LGr, NC, RSprG, StR,
VDS, VTC.
RSprG ........................... G. Rohlfs, Romanische Sprachgeographie. München 1971.
Scobar ........................... v. Trapani.
Senisio ........................... v. Marinoni, Trapani.
Sornicola ....................... v. VES.
Stgl.................................. Studi glottologici italiani. Torino 1899 sgg.
StR................................ G. Rohlfs, Studi e ricerche su lingua e dialetti d’Italia. Firenze
1972.
Traina ........................... A. Traina, Vocabolario siciliano-italiano. Palermo 1868.
Trainali......................... A. Traina, Vocabolarietto delle voci siciliane dissimili dalle
italiane. Torino 1877.
Trapani ......................... Filippa Trapani, Gli antichi vocabolari siciliani (Senisio,
Valla, Scobar). In: Arch. stor. per la Sicilia, voi. 7-8. Estratto
Palermo 1941.
Tropea ........................... G. Tropea, Il galloitalico di Francavilla Sicilia. In: Boll. 9,
196S, 133-1S2.
Valla.............................. v. Trapani.
Varvaro ......................... A. Varvaro, Lessico della Sicilia medievale. In: Boll. 12, 1973,
72-104.
Varvaro Cat.................... A. Varvaro, Prima ricognizione dei catalanismi nel dialetto
siciliano. In: Medioevo Romanzo, 1, 1974, 86-110.
Varvaro Norm................ A. Varvaro, Problematica dei normannismi del siciliano. In:
Atti del Congresso internazionale di Studi sulla Sicilia nor­
manna. Palermo 1972 (estratto: 13 pagine).
Varvaro ......................... v. VES
VDS ............................... G. Rohlfs, Vocabolario dei dialetti salentini: 3 voi. (Bayer.
Akad. der Wissenschaften, Abh. 41,48,53). München 1956-61.-
Ristampa fotomeccanica (Galatina 1976).
2 München Ak.-Abh. 1975 [Rohlfs]
VES............................... Vocabolario etimologico siciliano, fascicolo di saggio a cura
di Rosanna Sornicola e Alberto Varvaro. Palermo, Centro di
Studi filologici e linguistici siciliani, 1975 [rabba-ruzzulari].
Vinci.............................. G. Vinci, Etymologicum siculum. Messina 1759.
Voc. Sic........................... Informazioni che mi furono date dalla redazione (G. Piccitto)
del grande Vocabolario siciliano (in corso di redazione a
Catania).
VTC .............................. G. Rohlfs, Vocabolario supplementare dei dialetti delle Tre
Calabrie: 2 voi. (Bayerische Akad. der Wissenschaften, Abh.
64 e 66). München 1966-67.
Altre abbreviazioni

a. verbo attivo lomb. lombardo


abr. abruzzese long, longobardo
ag. aggettivo lue. lucano
ar. arabo lunig. dialetto della Lunigiana
arag. aragonese m. maschile
av. avverbio mess, messinese
avell. dial, della prov. di Avellino. n. verbo (o genere) neutro
bar. dial, della prov. di Bari nap. napoletano
bov. dial, grecanico della zona di Bova norm, normanno
(RC) onm. onomatopeico
brind. dial, della prov. di Brindisi1 otr. dialetto greco di Terra d’Otranto
cal. calabrese2 piem. piemontese
catal. catalano pis. pisano
cil. dialetto del Cilento pi. plurale
congz. congiunzione prov. provenzale
cs prov. di Cosenza pugl. pugliese
cz prov. di Catanzaro RC prov. di Reggio Cal.
delf. dial, del Delfìnato rom. romanesco
dim. diminutivo rum. rumeno
elb. dial, elbano salent. dialetto del Salento1
eng. engadinese salern. dialetto della prov. di Salerno
err. erroneamente sav. dialetto savoiardo
f. femminile sg. singolare
fogg. dial, della prov. di Foggia sic. siciliano
fr. francese tar. dialetto della prov. di Taranto1
gallosic. gallosiciliano (dial, delle ‘colonie tic. ticinese
lombarde’) tose. toscano
garg. dialetto del Gargano trent. trentino
gasc. dialetto della Guascogna ven. veneziano
gen. genovese vezz. vezzeggiativo
germ. germanico volg. volgare
gr- greco << deriva da
id. idem >■ produce, dà
ini. linguaggio infantile
irp. irpino (Sannio). 1 Con questa abbrev. mi riporto al mio Vocabolo,-
1. latino rio dei dialetti salentini (1956-61); v. in bibliogr,
VDS.
laz. dialetto del Lazio 2 Con questa abbrev. mi riporto al mio Diziona­
lece. leccese1 rio dialettale delle Tre Calabrie (1932-39) e al Vo-
Hg. ligure cabolario supplementare dei dialetti delle Tre Cala-
loc. locuzione brie (1966-67); v. in bibliogr. DTC e VTC.
X incrociato con * voce o forma non attestata (con­
t antiquato getturale)

Tavola delle sigle per le località esplorate o citate

A = provincia di Agrigento
a = Agrigento 1 = Licata
ar == Aragona m = Mentì
b — Bivona n = Naro (AIS 873)
cf = Castrofilippo r = Ribera
et = Casteltermini sb == San Biagio Plàtani (AIS 85 C
co = Comitini se = Sciacca

C = provincia di Catania
a = Acireale m = Mascalucta (AIS 859)
ad = Adrano mi = Mirabella
b = Bronte (AIS 837) mi = Maletto
bi = Biancavilla n = Nicolosi
c = Caltagirone p = Piedimonte Etneo
cb = Calatabiano r = Randazzo
1 = Linguaglossa sa = Sant’ Alfio
lf = Leonforte sm = S. Michele di Ganzaria (AIS 875)

E = provincia di Enna (già Castrogiovanni)


a = Aidone (AIS 865) g — Gagliano Castelferrato
c = Calascibetta (AIS 845) n = Nicosia
cn = Centuripe s = Sperlinga (AIS 836)
et = Catenanuova (AIS 846) v = Villarosa
e = Enna

K = provincia di Caltanisetta
c = Caltanisetta sc = San Cataldo
cf = Campofranco sf = Serradifalco
S = Gela v = Villalba (AIS 844)
m = Musomeli va = Vallelunga
P = Piazza Armerina

M = provincia di Messina
a = Alì b = Basico
al = Alcara li Fusi bc = Barcellona
an = Antillo bf - Bafia
br = Brolo n = Naso
c = Castroreale ni = Nizza di Sicilia
Cg = Cagnanò no = Novara (AIS 818)
cm = Castelmola P = Patti
cr = Carom'a Pi = Piraino
cu = Castellumberto r = Rometta
d = Drago ra = Raccuia
f(i) = Fiumedinisi rd = Rodi
fl = Floresta ro — Rocca Valdina
fo = Forza d’Agrò rv — Roccella Valdemone
fr == Frazzanò sa = S avoca
fu = Furci san = S. Angelo di Brolo
fv = Francavilla sap = Saponara
g Galati sd = S. Domenica Vitt.
gm = Gioiosa Marea sf = S. Fratello (AIS 817)
gs = Gualtieri Sic. si = Sinagra
i = Itala si = S. Lucia del Mela
1 = Lipari sm = S. Marco d’Al.
lb = Librizzi sp = S. Piero Patti
le — Letojanni ss == S. Salvatore di F.
li = Limina st = S. Teresa di Riva
m = Messina ste = San Teodoro
ma = Mandanici (AIS 819) stf — S. Stefano di C.
me = Melia t == Taormina
mf = Malfa ti = Tfndari
mi = Mistretta (AIS 826) to = Tortorici
mi = Milazzo tr = Tripi
mo = Montalbano u = Ucrfa
mt = Militello V = Venético

P = provincia di Palermo
b = Baucina (AIS 824) m = Montemaggiore Beisito
c = Cerda P = Palermo (AIS 803)
cl = Corleone r = Roccapalumbo
f = Ficarazzi sm = S. Mauro Castelverde
g = Gangi t = Termini Imerese
ge = Geraci Siculo V = Valledolmo

R = prov. di Ragusa
c = Chiaramente Gulfì r - Ragusa
g = Giarratana (AIS 896) se = Scicli
i = I spica V = Vittoria
m = Modica
S = prov. di Siracusa
c = Cassaro p = Palazzolo Acreide
f = Francofonte s = Siracusa
i = Lentini
T = prov. di Trapani
c = Calatafimi P1 = Pantelleria
Cg = Castellamare del Golfo s = Salemi
e = Èrice sn = Santa Ninfa
m = Marsala sp = Salaparuta
mz = Mazzara del Vallo t = Trapani
P = Paceco V = Vita (AIS 821)
Sistema ortografico
(Trascrizione)
Giacché il nostro ‘Supplemento5 è esclusivamente di carattere lessicografico, non avendo
scopi fonetici, nella trascrizione delle voci siciliane ci teniamo all’ortografia comune e
tradizionale usata nei vocabolari siciliani, corrispondente alla comune ortografia italiana.
E però necessario distinguere certi suoni speciali che nell’ ortografia tradizionale restano
di dubbio o ambiguo valore. - Esprimiamo con
d, t la pronunzia cacuminale (suono invertito),
a suono di e indistinta, come nel fr. brebis.
h fricativa velare sorda: griech. e^co, tedesco machen.
X fricativa palatale sorda: gr. xOuoi, tedesco ich.
n n velare: ital. vengo, gen. carbon.
s s sonora: tose, chiesa, fr. maison.
s fricativa prepalatale sorda: ital. sciame, sic. festa, ted. stark.
z affricata sonora: ital. zelo.
z fricativa prepalatale sonora : tose, stagione, fr. journal.

Saranno utili alcuni chiarimenti sull’ ortografia tradizionale del siciliano :


1. Le vocali e (é) ed o (ó) hanno generalmente pronunzia aperta.
2. b in iniziale diretta ha generalmente pronunzia rinforzata: bonu = bbonu, beddu
bbeddu.
3. Con - c - (innanzi ad e, i) in posizione intervocalica si intenda una spirante fricativa
simile alla pronunzia toscana in pace, bacio, luce, avvicinandosi un poco alla pronunzia s
nel fr. piche, coucher, ital. scena ; cfr. bascio in antichi testi italiani = bacio e la trascri­
zione indifferente e ambivalente in sic. dumi o sciumi ‘fiume5, damma o sciammo ‘fiamma5
cincili o scincili ‘gengiva5.
4. d in posizione intervocalica ('ipedi, i denti) generalmente ha valore fricativo (spagn. cada).
5 .g (innanzi ad a, 0, u) in posizione intervocalica ( fagu, a gatta) ha generalmente valore
fricativo (spagn. lago).
6. Con il segno gghi {figghiu ‘figlio5) si intenda un suono simile al tose, ghiaccio, agghiac-
dare.
7. r in iniziale diretta ha pronunzia rinforzata: rana — rrana; cfr. spagn. roble — rroble,
meda — rrueda.
8. Per i nessi dr, tr, str si intenda pronunzia cacuminale: drittu, troppa, sfrata.
9. In ant. sic. eh (p. es. pachi, chela), per influsso della tradizione francese (normanna), ha il
valore di c in ital pace, cielo; mentre c in cianu, nacìuni si deve intendere zianu, naziuni.
Per distinguere la sillaba tonica ci siamo tenuti ai seguenti criteri. Sono munite di
accento tonico le voci tronche (Jano, pinchi) e le voci sdrucciole (sóggiru, fàvula, léggtri). Le
voci che non portano accento si pronunziano piane, cioè con accento sulla penultima
sillaba : patri, suli.
Stromboli

<u o


Qi
A

a (M u) congz. usata in sostituzione di un acchenéssiri v. nehenèssere.


infinito, p. es. vaju a bbivu (M u) vado acciari (Piccitto 26) a. tritare la carne ; cfr.
a bere, jimu a bbidimu (M u) andiamo a cal. adacciare ‘tagliuzzare3: da ant. fr.
vedere, vaju a mmänciu (M u) vado a hachier; v. Jost 75, & jacciari.
mangiare. acéddiru (M fr) m. cavicchio traversale
abbarunari (Vinci, Traina) a. ammucchia­ dell’aspo; v. cèddaru.
re il grano trebbiato ; cfr. cal- (C S) ab- achiddaci (M b, bf, c, rd) m. millefoglio,
barunà id., prov. mod. abarounà id. achillea <C gr. *à%!,XXcbaov, dim- di
(FEW, I, 254); v. baruni. à^lXXsio? (LGr 73) ; v. schiodaci.
abbeStra || - di chistu (M sp), abbesra di acinaru (M a) m. acero; cfr. cal. àcinu id.
chistu (M u), abbresta di chistu (M sp) addäuru (C m E et M ma R g S s), allàuru
av. oltre di questo ; cfr. cal (C S) avestra (C b) m. alloro; v. AIS, c. 598
’2 Cicciu ‘eccetto Ciccio3 [abextra]; addaurufógghiu (M al), aurufógliu (M rv)
v. GrI, § 829. m. agrifoglio.
abbiari (M mi) a. avviare le bestie al pas­ addesa (R m) av. l’anno venturo,
colo; cfr. cal. abbiare ‘avviare3, addéu (C m) m. bambino lattante [‘allie­
abbisu (M stf), bisu (Traina) m. sorta di vo3].
pesce, tamburello; cfr. cal. mpisu id. addicari (T v) n. svenire. Da sic, dica
abbräciu (M ma, r) m. albagio, orbace, stoffa ‘malore3, ‘pena per lunga fame3 <C ar.
di lana nera e pesante, antico tessuto diqa ‘noia3, ‘oppressione3; v. Pelle­
rustico; cfr. cal. abbràsciu, arbasu id. grini 211.
[ar. al-baz]; v. Pellegrini 172. addiccari (Traina) a. adescare, allettare;
abbrafatu (M fr, mi), apprafatu (M fu, n), cfr. cal. alliccare id., da norm, alléquer
appracatu (M to) ag. roco; cfr. cal. (C Z, — fr. alleeher (Jost 62).
RC) abbraRatu, bov. vraRoméno id. addisari (E et), llisari (M u) a. aizzare;
< gr. *ßpaxo[iivoi;; v. L Gr 95. — Cfr. cfr. cal. allissari id. e v. jisari.
brafatu, sbrafatu, apprafari. addivina-furtuna (M fo) f. mantide reli­
accapari (R g) a. terminare, portare a giosa; v. divinagghia.
capo; cfr. cal. accapare id. addoffu v. gaddoffu.
accanna v. arcanna. addottu (Traina, M a, fu, m), dottu
accannara (M a) f. acanto (pianta); v. ar­ (Traina) m. pesce di mare, pesce persico,
canna. Perca scriba; cfr. cal. (C Z, R C) addot­
accattari ‘comprare3 (sic. com., v. AIS, tu, salent. addottu id. - Chiamato così
c. 1044), d’accordo con tutto il Mezzo­ perché ha la testa segnata con certi
giorno. Un sicuro gallicismo importato tratti che somigliano a caratteri di scrit­
dai Normanni: ant. norm, acater = fr. tura (Traina); cfr. sic. dottu, cal.
acheter; v. Corr. no 27, Jost 78. addottu ‘dotto3, ‘erudito3,
accenni (Tropea 151, M 1, ma) pi. fiammi­ addrica (M n), addriga (M to) f. ortica;
feri, cfr. cal. accèndari id.: ‘per accen­ v. ddrica.
dere3. addumari (Traina ed altri) a. accendere;
3 München Ak.-Abk. phil.-hist. 1975 [Rohlfs]
cfr. cal. allumare, addumari e per tutto àgghiula (Vinci) f. nome di moneta sici­
il Mezzogiorno (AIS): fr. allumer\ v. liana; cfr. cal. (RC) àgghiula ‘antica mo­
Jost 88. neta5 = cal. (RC) àgghiula ‘aquila5: ab
adduveri v. Inerì. aquila quod est Siciliae insigne (Vinci),
adisa, spesso adisa adisa ‘pari pari’, ‘uni­ àgghiu v. gàgghiu.
tamente’ (Traina), jèmu tutti a isa (M g, àggia ‘gabbia5 v. gaggia.
ss) andiamo tutti insieme, alisa (M tr) aggiararu (M rv) m. acero,
tutti insieme; cfr. bov. isa isa ‘presto aggiarina (M fi, to, u), algiarina (M to),
presto5, otr. e lece, isa isa ‘giusto giusto5 argiarina (M to), giarina (Traina, M g,
[gr. l'era ‘ugualmente5]; v. LGr 188 e rv), ciarina (M si), chiarina (M n) f.
isa. terreno alluvionale vicino al fiume,
adisari v. isa. aggiru (Piccitto 73), àgghiaru (Traina),
adornu (M c, r), atornu (C m) m. specie di àgghianu (Piccitto), àghiaru (P p), àgia-
falco; cfr. cal. (RC) adornu ‘falco nu (M mo), àginu (M tr) m. acero. Per
pecchiaiolo5, cal. ornu, orru id. [gr. la palatale sonora non direttamente da
opvsov ‘uccello di rapina5] ; v. NC no 44, acer, ma corrisponde al piem. àjsr,
LGr 368 e ornu. lomb. àzar (Corr. no 2).
adréu (R i) m. erba delle leguminose ; aggiuccari (Traina), agghiuccari (M to)
v. tréu. rfl. appollaiarsi, cfr. cal. (CS) agghiuccà
affarari (M to) rfl. bruciacchiarsi ; v. fara. id., da ant. fr. s'ajoquer (Jost 69); v.
affiziu v. surfiziu. giuccu.
affutu (Pitré 4) m. il soffiar del gatto; cfr. aggruppa-filu ‘rigogolo5 v. ugghiaffilu.
cal. (CS) à%%itu ‘alito5, ‘leggiero soffio di agnuni ‘angolo5, ‘nascondiglio5 (Piccitto),
vento5 << lat.*afflitum = afflatum cfr. cal. anghiuni e agnuni, in Corsica
‘soffio5. agnone id. - Presuppone una base *an-
äfuru (M b) m. alloro; cfr. cal. mer. àfriu, gulone, nato forse da un incrocio di
afru id., bov. 8àfli, da gr. Sàtpviov. anguius con àyxcóv ‘gomito5, ‘angolo5;
ägghia (M an, ma) f. taglio della zappa. cfr. i toponimi Agnone (Campobasso e
agghiara (M r) f. gigaro; v. anzaru. Salerno) e Anglona (Lucania) ; v. gnona,
agghicari = agghjicari (Traina, AIS c. ngona.
1646) n. arrivare; cfr. cal. (CZ) acchji- agragnolu (T v) m. prugnolo ; cfr. catal.
cari, (RC) agghjicari id. - Corrisponde aranyó ‘frutto del prugnolo5 < *agra­
al catal. apiegar, sardo mer. appillai, ni one (REW 294), d’origine celtica;
ant. spagn. aplecar id. da lat. appli­ v. ardignolu, brignolu. - Per il’ frutto
care; v. chicari. v. agrina.
agghiotta v. jotta. agrina (M mo, tr) f. prugnolo = cal. (CS)
agghiri (Traina, Piccitto 69), agghjiri agrena id. solo in una piccola zona dove
(R r) prep. verso, agghiri dda (Traina) si notano immigrazioni dalla Provenza
in là, agghjiri ddani (R r) verso là; cfr. < prov. agrena ‘frutto del pruno selva­
cal. (CZ) agghjiri ccà ‘verso questa tico5 < celt. *agrania (Boll. 4, p. 389 e
parte5, agghjiri fora ‘al di fuori5: da StR 221); v. agragnolu.
a jiri < ad ire ‘andando5. - Difficil­ agromu (M no), aerümmulu (M n) m.
mente da catal. engir ‘intorno5 (Varvaro, melo selvatico, arómulu (Traina) lazzcr­
Cat. 103). uolo montano; cfr. cal. (CZ, RC) agro-
mulu, bov. agrómilo ‘frutto del melo specie di ginestra spinosa, Calycotome
selvatico < àypióji,7)Xov (LGr 9). spinosa, secondo Biundi e Traina Cyti-
agügghia o aügghia, (M mo) guglia, gallo- sus infestus, corrisponde al lig. arastra
sic. (M no) aguglia f. ago, d’accordo ‘ginestra’ = Calycotome spinosa (AIS,
con cal. (CZ, RC) agügghia di fronte c. 616), voce del sostrato,
ad ital. mer. (Calabria sett., Lucania, Sa­ alastrara (M si) f. v. alastra (pianta),
lente) acu. Certamente dalla Galloro- alastra ‘capretta’ v. lastra.
mania: lig. agügia, piem. gügia, prov. alastrotta v. lastrotta.
agulha, fr. aiguille (a cu cu la); v. Corr. aleddi (Ma) chiocciola; (M fo) cosa da
no 4, Jost 73, DEL nulla; (M fo, sa) membro virile,
agurra (Stgl. 8, 147) salice, urru (A sb) aléncia (M o, sm), waléncia (M stf), lància
specie di salice, agurru (Pasqu.) err. (Pb) f. erica; v. jaléncia.
‘ontano’, cfr. in Lucania gorra ‘vetrice’ alisu (Vinci) ag. azzimo; v. lisu.
in zona di immigrazione dal Piemonte alivera (M al, fr, u) f. olivo ; v. -era.
(AIS, c. 601). Certamente dalla Gallo- allittiratu (PS 123) m. pesce argentino, cfr.
romania: lomb. gorra, piem. gora, prov. cal. (RC) litterata ‘sorta di pesce, fem­
gourro ‘specie di salice’, voce del sostrato mina del palàmitu, sic. allittiratu ‘lette­
gallico; v. REW 3821. rato’; v. addottu ‘pesce’ = ‘dotto’,
atìhamatu || ovu - (A sb) uovo guasto, aloca (M gm) f. corvina di scoglio, sorta di
ahhamatura (A sb) f. malattia di cavalli pesce = lig. e tose, locca id., cfr. fr.
e muli prodotta da umidità. Da Rama loche de mer (FEW 5, 262).
‘melma di palude’ ; v. Rama. alofiu v. lófiu.
àimu (Traina, E e Mr), jàimu (M r) ag. amaredda (M lo), maredda (M li) f, solano
azzimo, non lievitato; cfr. cal. àjimu, (erba).
gàjimu, cil. àimu, tar. àscimo, lece. amedda (M to), medda (M ma) f. nespola
àscemu id., da gr. à((u[zo? (LGr 14). d’inverno; cfr. bov. medda, otr. amedda
aira || erba - (M lo) f. acetosella; v. ària. ‘nespola d’inverno’ <C fr. ant. melle id.,
airufógghiu (M fr), aurufógghiu (tr) m, v. amellu.
agrifoglio. amellu (Scobar) m. nespola (Trapani 133);
aita (K m) f. bietola ; cfr. cal. (CS) ajita, cfr. cal. ameju ‘nespola d’inverno, v.
ajeta, jeta id., da *bleta < *betula; amedda.
v. bietta. ameddiu ‘frassino’ v. middiu.
ajula ‘pesce’ v. gàjula. ammarrari (Nicotra) a. munire un luogo di
aXXarb (A n, sb E c K v), asciari (M mo, u argine’, mmarrari (Biundi) turare un
P b R r T v) ‘trovare’ (v. AIS, c. 1597 e canale; cfr. nap. ammarrare ‘arginare’,
1633), forma più rustica e antiquata ac­ cal. ammarrare ‘socchiudere’, cal. mbar-
canto a truvari, in Sicilia un po’ dovun­ rare’ ‘sbarrare’ [‘imbarrare’],
que (Tropea, Boll. VI, 211); cfr. cal. ammazzari (Traina, De Gregor.) rfl. co­
a%%are id. < afflare, di fronte a salent. minciare a maturare; pint ammaééatu
acchiare <C *applare. (A sb) ‘pera quasi matura’. - Da *invaz-
alacca (M tr) f. acanto, pianta erbacea, éari; v. vaèu.
alastra (M an, ra, tr), lastra (M b, rd), ammeri (Traina) prep. verso, ammiróì
lastra (M cm), arastra (M rv), arasra (Traina 1129) = ammer' oi ‘oggi’; cfr.
(C b M mo), gallosic. arastra (M no) f. cal. mberu, sai. mberu e mmeru, nap.
mmiero ‘verso5. Tutti da fr. envers ma, r, t) m. arcolaio; cfr. cal. (CS, CZ)
(GrI, § 86t). animulu id., bov. to animi id. < *àvéfx-
ammü (Traina) modo imperativo per dire tov, dimin. del gr. ant. *àvéfX7) id. - Al
dammi\; mu na vasata (Asb) dammi suffisso dim. greco (-iov) si è sostituita
un bacio! una desinenza latina -ulum (LGr 37);
amimi ddéu ‘frassino5 v. middiu. v. nimulu.
ammuzza ‘razza di ruota5 v. gammuzza. annuggiari (M fr, n, sp, to, u), ndugiari
anchié || tàula - (M gm) f. paratia, tra­ (M mo, rv), nduggiari (C b) a. piegare
mezzo nel fondo della barca per divi­ (un lenzuolo) = gallosic. (M no) ndugid,
derlo in sezioni; cfr. cal. (RC) lanchia id. (M sf) ndugér id. - Corrisponde al piem.
anchu ant. sic. = anciu ‘ampio5, p. es cosa dubié, lig. dugè id. (AIS, c. 1530) da
ancha presso Scobar (Trapani 135). Non *(in)duplicare; v. Corr. no 83 egnutti-
è un antico latinismo amplus (Alessio carì.
135), ma è preso dallo spagn. ancho annunca (Traina, C m E et M an, ma, u),
(Corr. p. 78). nunca (M no) altrimenti, se no; cfr. cal.
andari ‘andare5. — Per l’uso del verbo (RC) saddunca, sannunca, sinnunca id.
andari (in lingua scritta) in confronto Di provenienza settentrionale: lig. se-
con il verbo iri (più popolare) nei testi dunca, lig. e piem. dunca (AIS, c. 1656),
di siciliano antico, v. Bonfante, Boll. VI, ant. ital. se non che-, v. GrI, § 949.
200. Oggi in Sicilia prevale il tipo vaju, anticchia v. nanticchia.
vai, va, jamu (Jemu), iti (jiti), vannu\ antiddoti (M fo) pi. abitanti di Antillo.
v. AIS, c. 1692. Altra è la situazione in antrasatta || all' - (Traina) av. all’ improv­
provincia di Messina, dove il verbo viso; cfr. cal. all'antrasatta id., anche
appartiene ai dialetti locali : (M cm, ma) nap. e sai.: da ant. fr. a l'entresait (Jost
vaju, vai, va, annamu, annati, vannu\ 103); v. strasatta.
(M c) vaju, va', va, andamu, andati, antura (Biundi, Gioeni) av. poco fa; an-
vannu\ cfr. ancora anndu (M a) è andato, turidda (P b), anturitta (Pu) un pochino
andassi (M rd), annaria (M fo, si) an­ fa, anturazza (M u P b) certo tempo fa ;
drei. - Certamente un settentrionalismo, cfr. cal. antura e anturella id., da ante
portato in Sicilia con le immigrazioni horam.
galloitaliche; cfr. gallosic. anné ‘andare5 anzareddu (M u) m. verme roditore del
(Roccella 50). grano.
angonia (Vinci), angona (M rv) f. angolo; anzaru (A r M fo, fr, ma, tr T v), anzàru
v. ngona. (A sb M b, c, ro, t, to), nzaru (M rd) m.,
angra o àngara (Sicilia orient.) f. terreno con accento errato ànsaru, ansara (Trai­
roccioso con spaccature e massi grossi, na) gigaro, Arum italicum; cfr. cal.
estensione di lava ; angra (M b, n, no, sp) (CS) anzdra, nédra zara id., tar.
crepaccio o spaccatura nella roccia ; cfr. azzero id. — In Sicilia anche anzaruta
angru ‘rupe5 secondo Gioeni e Traina - (K v). - Forse voce dell’antico sostrato;
Sembra identico al cal. (CZ, RC) angra v. DEI 235.
‘terreno coltivato vicino al fiume5. Per appagnari (Biundi) rfl. temere, (T v)
l’origine (ancra, ancria) v. LGr 4. adombrarsi; cfr. cal. appagnare id., sic.
animulu (Traina, A n C m M mi), anim- spagnari, cal. spagnare rfl. aver paura,
mulu (A sb P b R g Tv), nimulu (M spaventarsi. - Fa pensare ad un cata-
lanismo: catal. apanyar -se 'rimettersi5 c. 586), da *albinus = albarus (REW
(Alcover-Moll I, 708); v. spagnari. 318) ‘pioppo bianco5, rifatto su carpino e
appagnu (Traina, Gioeni) m. timore che frassino (DEI). - Per un equivoco
hanno le bestie; cfr. catal. apany 'rimes­ Traina (seguito dal DEI) traduce arvanu
sa5. con ‘ontano5.
apprafatu ‘rauco5 v. abbrafatu. ärburu (M an, fo, li, me) m. ‘quercia5, ar-
appragari || u suit m'appraga (M u) il sole burunì (M an) querciuola; cfr. cal. (RC)
mi brucia; v. brafari. drburu id.: calco sul gr. SsvSpo, bov.
aprócchia (Pitré, M al, b, mo, tr), lapróc- Sendrò ‘quercia5 (<C ‘albero5),
chia (M fr, li, n, u), prócchia (M c, fo, g, arbureddu (M fo, li) m. querciuola,
sm, to) f. pianta spinosa della famiglia arburuni (M li) m. querciuola,
dei cardi: ‘apri gli occhi5 = spagn. arcanna (M li, t, ti), accanna (M cm, f, si),
abrojo (DEI 260)? Secondo Penzig 105 alcanna (Traina) f. acanto (erba), Acan­
aprócchia (Etna) sarebbe la centaurea, thus mollis; cfr. cal. (RC) arcanna,
äpulu (M r, tr), gàpulu (K v),japulu (Ma, Hanna, bov. Hanna id. <C ar. hinnà5
mi, t), àparu (P r), altrove apru, jàpuru, ‘henna5 (Pellegrini 250).
pdpuru, papalu agr. di uovo col guscio arcarisi (M al) pi. abitanti di Alcara Li
molle; cfr. cal. dpale, dpilu, apule nap. Fusi.
dpolo, abr. abbaia id., da gr. ó.tzc/Xqc, arcónici (M fr, ss), arconaci (Traina), sco­
'molle5; v. vdpulu. risi (M g), scónnisi (M al), fonaci (M
-ara, suffisso usato (con particolare rego­ to), nfóniciu (M cu) m. acanto, Acanthus
larità in prov. di Messina) per denomi­ mollis : da *àpxóvoj(ov ‘branca d’orso5, da
nare un albero o una pianta : ficara, oli­ cui per calco è nato sic. branca ursina,
vara, pirara, pirsicara ‘pesco5 (Traina) ; cal. (RC) brancadursu, brancazzina,
cfr. (M t) girasara ‘ciliegio5, gghiannara francuzzina id. ; v. NC no 2.
‘quercia5, nuciara ‘noce5, (M fo) rusara arcudari (M 1) pi. abitanti di Alicudi.
‘rosa di macchia5, (M lispumara, pirara, ardicània (mess.) f. orticaria (Traina) ; cfr.
(M fv) ficara, castagnara, rusara (Tropea cal. ardicaina id. [quasi ‘orticaggine5] ;
149), (C b) nuciara, cirasara, orivara, - cfr. sic. cal. ardica ‘ortica5,
In imitazione del greco, dove alberi e ardicara (M al) f., orticheto,
piante si distinguono dal frutto con un ardignolu (A sb) m. prugnolo e bianco­
suffisso femminile, cfr. [ivjAov ‘mela5 e spino. — Sarà corruzione di agragnolu
jjLTjXsa ‘melo5; v. GrI, § 1073. e cfr. -aru. (v.).
arancituli (M m), arangituli (M mi), ma- aréddina (M n, u P b T e) f. edera, ellera;
rancituli (Traina) pi. ricci di mare; cfr. cfr. arèddara id. (Traina); v. Uddina.
cal. (RC) carangituli,garangituli, fiaran­ aretta (Traina) f. airone; cfr. prov.
gituli id. Con desinenza italiana dal gr. agretà, fr. airette (Jost 33).
dor. àpuYyfn)i; ‘specie di cardone5; v. argasia ‘res quae summo eget labore5
NC no 1. (Vinci 191, voce oggi scomparsa; cfr. cal.
arastra ‘arbusto spinoso5 v. alastra. (CZ, RC) argasia, bov. argasia ‘lavora­
àrbanu (A r M fr, g, to, u), arvanu (A sb), zione di un terreno per la semina5 ■<
drvunu (R r) m. ‘alberella5, ‘pioppo tre­ gr. èpYacaa ‘lavoro5 (NC no 3, LGr 156).
molo5; cfr. cal. drbanu e drvunu id., sa­ aria || erba - (M cm, ma, st) f. specie di
lern. dlvinu, bar. alvanidda id. (AIS, acetosella; cfr. cal. (RC) driu ‘agro5.
22 aricchia - ävera

arlcchia (M li) voce per chiamare il maiale ; asca (Traina, C m), pasca (M r) f. scheggia
v. iriccd. di legno; cfr. cal. (CS) asca, (RC)
arivulu (M mi) m. agrifoglio; cfr. cal. (CS) àschia id. — Da * ascia <C assula.
agrivulu id. solo in una piccola zona, ascédiri ‘odiare’ v. scèdiri.
dove si notano immigrazioni dalla asciar! ‘trovare’ v. ayxari.
Provenza: ant. prov. agrefol, mod. aspiredda (M u), aspuredda (M b),
agrèu id. spiredda (M si), sparedda (M fi) f. specie
armacia (M a, c, r, si, sm, t) f. muro a di cicoria dalle foglie ruvide; cfr. cal.
secco; cfr. cal. (RC) armacia, bov. asprdjina id. [‘asprella’].
armacia id. = gr. èppocxla ‘muro a assammarari (Biundi, A sb K v P b R g)
secco’; cfr. a. 1218 in un dipi, messinese a. ammollare i panni per il bucato; cfr.
èxeccrs àpgaxia (Cusa I, 342) ; v. NC no 4 cal. assammarare id. Da ar. samar
arnisca ‘giovane pecora’ v. rinisca. ‘latte assai adacquato’?
arómulu v. agromu. assubbaglari (Scobar) ‘subtondere’, as-
arpa (M c, fu, ma) f. grande uccello di subbagghiari (Traina) ‘tosare’: corri­
rapina; cfr. arpazza (M cm, rv, tr) f. sponde al cal. subbegliare, subbegghiare,
specie di falco; cfr. salern. lue. abr. sumbegliare ‘tosare le plecore nella parte
arpons ‘falco’ o nibbio. - Da gr. ant. posteriore (intorno alla coda)’, irp.
Kp7T7) ‘uccello di rapina (LGr 58); cfr. subbuglid id. Sembra nato da un in­
sic. arpèglia, arpégghia ‘sorta di falco’ <C crocio di *subiliare con vellus ; v.
catal. arpella ‘avvoltoio’ (Varvaro, Cat. subbagghiari.
i°3)- atrigna (Pasqualino, Traina), frigna (M
arraffu v. raffu. mi) f., atrignu (R g) m. frutto del pruno
arragatatu (A n K v), arralìatatu (A sb) selvatico; cfr. cal. (CS, CZ) frigna, lue.
ag. roco; v. abbrafatu, brafatu. camp. pugl. frigna id. (AIS, c. 603) da
arrificari v. rificari. *atrinea ‘prugna nericcia’,
arriscédiri v. riscédiri. attugghiari ‘solleticare’ v. gattugghiari.
arricintari v. ricintari. aùgghia ‘ago’ v. agügghia.
arrunfari v. runfari. aùmmiru in zona di Noto (Pitré 12) m.
- aru, suffisso usato in alcune zone del corbezzolo; cfr. ant. sic. (Scobar) agü-
messinese per distinguere l’albero dal mara id., cal. (CS) acummaru id. <gr.
suo frutto : (M fo, li, r, t) pìraru ‘pero’, toc xópapoc ‘le corbezzole’; v. cucùm-
pumaru ‘melo’, (Mt) pissicaru ‘pesco’, muru.
(M ma) sammucaru ‘sambuco’, a Fran­ auriuolu ‘rigogolo’ v. riolu.
cavilla di Sicilia piraru, aranciaru avanteri (sicil. comune) av. ier l’altro; cfr.
(Tropea 148). Desinenza trasferita spesso cal. (CZ RC) avantieri e avanteri, gen.
anche ad altre piante: (M ma) umbraru avantèi, frane, avant-hier. Senza dubbio
‘olmo’, babbascaru ‘verbasco’; v. GrI d’origine galloromanza; v. Corr. no 44. -
§ 1072 e v. anche -ara, -era. Cfr. ancora avantirazzu (Pp) il giorno
asata || jonrì - (M r), sata (M rd) f. ultimo prima di ier l’altro.
giorno di carnevale; cfr. cal. auzata, avanzidajeri (C b, m M, u), -tajeri (M ma)
alzata, azata ‘ultimo giorno di carne­ av. ier l’altro; v. AIS c. 350.
vale’ = ‘alzata’ (si leva la carne) ; v. àvera || c'dvera lampu (M mo) che ti
carnilivari. uccida un lampo!, c'dvera tanti guai
(M bo) che tu possa avere tanti guai! innovazione del latino volgare nel basso
[lat. habueras ?]. Mediterraneo. - Invece di vedere nel
avirì ‘avere5 per indicare un possesso o uno sicil. aviri un arcaismo latino (stranis­
stato, aspetto o situazione, usato per sima opposizione alle allre regioni), lo
tutta la Sicilia, d’accordo con la Calabria dobbiamo attribuire piuttosto ad una
grecanica (CZ, RC), in assoluta oppo­ penetrazione sotto influssi dalla Gallo-
sizione alle altre regioni del Mezzo­ romania: fenomeno di neoromanizza­
giorno, dove non si usa altro che il verbo zione.
tenere; vgl. cal. (CS) tiegnu fame, nap. avita ‘vassoio5 v. gdvita.
teng5 a fr'evo ‘ho la febbre5, salent. aviu ‘rigogolo5 v. gaju.
tegnu do frati ‘ho due fratelli5 ; cfr. avruca ‘tamerice5 v. bruca.
spagn. tengo dos hermanos, port, tenho aziara (M ss) f. gigaro ; v. anzaru.
fome ‘ho fame5, sard, tengiu sa galien- azzlddica (Traina) f. abrotano; ziddica
tura ‘ho la febbre5. Si tratta qui di una (M n) millefoglio; v. scéddica.

baànu ‘fuco5 v. baganu. gliari (AIS, c. 170) n. sbadigliare: da


babbajolu ‘pesce5 v. varvajolu. ant. prov. badalhar = fr. bàiller; v.
babbaluci (Cb, sm Pp), babbalùciu (A n), Corr. no 68.
vavaluci (Ec M mi R g), balavàciu badareddu (M si) m. specie di chiocciola,
(M r), bavalaci (M a, ma), bucataci (M baddóttula, paddóttula, piddóttula (AIS,
m), bualàciu (M bf) m. chiocciola e c. 438) f. donnola. È dimin. dell’ ant. sic.
(spesso) lumaca; cfr. cal. (RC) buvalaci billotta id. presso Senisio (Marinoni 32);
o babbaluci id. - Sembra originato da un v. piddotta e cfr. fr. dial, ballotte, bolotte
incrocio di diversi etimi: ar. babüs id. = fr. belette id. (‘bellina5); in Calabria
(Pellegrini 197), ital. bava e gr. ßoußaAaxt, (CZ, RC)paddóttula id.; v. Corr. no 31
‘piccolo bovolo5 (LGr 92) ; v. balaóccu. e béddula.
babbascu (M f, si, st) m. tasso barbasso, baddu (M fo) m. mandorla (o noce) più
verbasco; con suffisso -ara o -ani indi­ grossa usata per eolpire il castello for­
cando tutta la pianta babbascara (M r), mato da quattro mandorle o noci; cfr.
barbascaru (M an, si, tr), babbascaru (M cal. (RC) baddu. id.
f, ma). bafioti (M c) pi. abitanti di Bafia.
babbavedda (M an) f. coccinella; v. baganu (M mo, sp, u), baganu (Traina),
vaccaredda. bàgunu (M tr), bäanu (M 1), bàunu
babbaveddu di Sant’ Antoniu (M r) m. (M fu), bäinu (M fr, n, si), bàvanu (M an)
onisco. m. bacile, grande catino di creta; cfr.
bàcara (Biundi, Traina) f. specie di orci- cal. (CS, RC) baganu e bàgunu id., neo-
uolo; cfr. baccaredda (A n, sb K v) id. gr. dial, ßaßavo? ‘truogolo5 (LGr 75). -
bäcuri (M b, mo) ,bàculi (M tr) pi. giuoco Metatesi di cal. gàvanu ‘catino di creta5
delle cinque pietruzze. (gr. yaßevov) ?
badagghiari (Traina), vadagliari, vara- baganu (Traina, Gioeni), baànu (Pb) m.
fuco, il maschio dell’ ape; cfr. apa cfr. cab (RC) vàriddu ‘cocciuola5, ‘pu-
bagana (Pasqualino) ape che non fa stoletta5, spagn. dial, varo ‘pustola degli
miele, fuco. animali5 [1. varus].
bagarücciu (Cr) m. lumaca ; v. babbaluci. barduinu (Pasqualino, Traina) m. asino;
bagghiolu ‘secchio5 v. bugghiolu. baduina (Traina) f. asina, da ant. fr.
bàgghiu (sic. com.), sic. ant. baglu (Senisio, baudouin ‘asino5, dal nome Bai do win ;
Scobar) m. cortile di casa, bàgghiu (M 1) v. Gioeni 49, Jost 92.
terrazza; cfr. cal. (RC) bàgghiu, (CZ) barbüscia ‘paletta5 v. varvüscia.
vàgghiu, (CS) vàgliu ‘cortile5: da ant. bardu (E s) m. secchio di latta; cfr. cab
fr. bail e baile ‘spazio racchiuso da mu­ (CS) baldu, bardu id. <C spagn. balde.
ra5; v. Corr. no 28. barrozzu (M rd) m. lumaca; (M ma)
baggiana (M lb, sp), bagiana (M mo) f. grillotalpa; cfr. sic. (Traina) barozzu
biscia d’acqua: ‘mangiatrice di rospi5; v. ‘stupido5.
bàgiu. barracanu (Me, em fo, n) m. coperta
bägiu (M vd) m. rospo ; cfr. lig. bàgiu, lue. rustica, (M c) specie di mantello, barra­
bàgliu id. in zona di immigrazioni dal cani (Traina) sorta di panno fatto di
Piemonte (VTC 571). pelo di capra; cfr. cab barracano ‘specie
bajana (E s) f. baccello di fava o di altri di tessuto5, salent. barracà id., da ar.
legumi, fajana (K c) baccello di fagiolo ; barrakän ‘panno grossolano5, ‘man­
cfr. cal. (CS ,CZ, RC) vajana ‘baccello di tello fatto di detto panno5; v. Pellegrini
legumi5; sic. (K c) fafiana ‘fava verde5 421.
[faba baiana ‘fava di Baia5?] baruni (T v) m. mucchio di grano sull’ aia;
bajardu (Traina) m. barella, strumento di cfr. cab (CZ, RC) baruni, (CS) varune
tavola per comprimere la vinaccia sotto ‘mucchio di grano o neve5, da prov.
il torchio5 ; cfr. cal. (RC) bajardu, salent. baroun, piem. barün, vald. baron ‘mu­
vajardu, nel Lazio vajardo ‘barella per cchio5, piem. ün barün ‘molto5 (FEW, I,
il trasporto di sassi5: da fr. bayart ‘specie 254); v. abbarunari.
di barella5 (FEW, I, 207); v. Jost 87. basciura (C r M f v) f. pomeriggio,
baläfria (Traina) f. sfregio sul viso; balafia basicotani (Mb, mo) pi. abitanti di Basico,
(M be) grido dei popolari a colui che basilico (Traina Mr, u) m. basilico: gr.
per carnevale viene attaccato per scherzo ßaaiXtxov.
(Pitré 13): da fr. baiafre ‘ferita sul viso5; bastasu v. vastasu.
v. Jost 41, DEI. bastunaca v. vastunaca.
balaóccu (M r) m. specie di chiocciola; bastunacara (M a) f. carota selvatica,
v. babbaluci. bastunàcchiu (M mo) m. pastinaca, carota
balata (sic. com.), vaiata (E c, s) f. grossa selvatica; v. vastunaca.
pietra di superfìcie piana, lastra ; cfr. cab bastuni v. vastuni.
balata id., da ar. balàt ‘lastra dipietra5; battali ‘fosso5 v. vattali.
v. Pellegrini 251. batticuda (M fi, lb, ra, sp) f. coditremola,
balurdu (M mo), bilurdu (M bf) m. pane di ballerina; cfr. cab (CS) vatticuda, (RC)
granturco; cfr. ital. balordo e a Strom­ batticuda id.
boli lo Scalo dei Balordi. battisimu (C c, m, sa M a, cm, fo, to, u),
baraddi (Vinci, M r, sa) pi. pustole pro­ batticimu (M si) m. epifania; cfr. cab
dotte per puntura d’insetto sulla pelle; (RC) battisimu, divattisimi, li vattisimi
id. < dies baptismi, latinizzato da bilogna v. brogna.
gr. ßa7m<n? ‘battesimo’, gr. tard. ‘epi­ bilurdu v. balurdu.
fania’, neogr. (Corfù) vdftisis, bov. bisca ‘favo’ v. brisca.
vdttisi id. (LGr, 78). biscardu (Traina) ag. astuto, scaltro, falso ;
bàusu ‘rupe’ v. vdusu. cfr. cal. (CS) biscardu id., da ant. fr.
bavalaci v. babbaluci. guiscart ‘astuto’ (Gioeni 51).
beccu (A n, sb E c K v Pb Rg T v), bieccu bisicchia (Traina) f. terra lavorata la terza
(M i mP p), gallosic. bek m. caprone, volta; (M an) terra franata,
maschio della capra (ALS, c. 1080). bisolu (M a, an, c, fr, r, u), biéolu (S s),
Tipico elemento settentrionale, cfr. lig. pisolu (Traina), pisoru (M sp), pisuoru
bècu, lomb. bek (d’origine longobarda) (M mo) m. soglia di porta, banco di
di fronte al grecismo zimmeru della pietra, sedile di pietra, davanzale di
Sicilia orientale; v. Corr. no 12. finestra: corrisponde al bov. peduli, cal.
béddula (M b, to, u E a, s), bièddula (M (RC) biéolu e piéolu salent. peéulu,
fl, si), béllura (C b, r M mo), béllula pisulu, tar. posalo id. = neogr. ra^ouXt
(C ml M sp), béddura (Cl M tr) f. ‘banco di pietra’; v. NC no 5 e LGr 391.
donnola. Tipico nome della bestia im­ bisula ‘mattone’ v. visula.
portato dall’ Italia padana; cfr. lig. e biveri ‘vivaio’ v. viveri.
lomb. bèlura, piem. bénula (AIS, c. 438 e bizineéi || d è - (M mo) fa un freddo secco
Corr. no 31); v. baddóttula. intenso.
bellu ‘buono’, cfr. bellu pani ‘buon pane’, bizzuni (M mo, rv, sp, tr), buzzuni (M cm,
bella minestra ‘buonaminestra’(Traina), fl, to, u), muzzuni (Mg), uzzuni (M an),
um beddu cristiana (T v), um bedd omu gallosic. (M no) bizzón, bizzoi (E s) pi.
(C sm) ‘un uomo buono’ (AIS, c. 181). gemelli (specialmente di animali). Tipico
Lo sviluppo semantico da ‘bello’ a settentrionalismo, cfr. lig. e piem. besson,
‘buono’ non sarà indipendente dal gr. prov. besson ‘gemello’; v. Corr. no 37.
xaXò?, passato da ‘bello’ nel gr. volg. a bietta (K c), biletta (K c,sc), bietta (secondo
‘buono’; v. Jaberg, Aspects géographi- Traina in K) f. bietola. Sembra gallicis­
ques du langage. (Paris 1936), p. 51. mo: fr. biette id.
belluomu (E cn) m. rigogolo, boffa (Traina, Mrd, to, rv Tv), moffa (M
béniri || mi voli - (Traina 1134, Pb T v) mi ma, r), mmoffa (Man, b, cm), ant. sic.
vuol bene, mi ama = sic. mi voli beni: buffa (Valla) f. schiaffo, ceffata; cfr.
di beni nella frase il popolo ha fotto un buffazza (C sm), cal. (RC) mboffa id. -
verbo (Traina); v. vuliri. Da catal. bufa o ant. prov. bofa id.
bennarda || crapa - (M u) f. capra dal boia-boia (M lb, ra) f. nome dato alla
muso color cenere, coccinella. Da una frottola dei bambini:
bértula ‘bisaccia’ v. vértula. (Mr) papuzzedda boia boia, chi to
biancurilla (M rv), janculidda (M fo) f. mamma ti manna a scola ; v. papuzzedda.
elicriso (pianta); cfr. cab (RC) brundu- bonu si sostituisce all’avverbio bene, p. es.
lidda id. = ‘biondolilla’. staju bonu (M al, fr) sto bene ; durmistu
biancavillotti (C r) pi. gente di Biancavilla, boni (M a, f, li, ma), durmistivu buoni
biddittu (M u) ag. bellino, (M u) avete dormito bene ? ; dda carusa
bigghiolu v. bugghiolu. leggi bona ‘quella ragazza legge bene’;
biletta ‘bietola’ v. bietta. eni malata bonu (M fr) è assai malato;
4 München Ak.-Abh. 1975 [Rohlfs]
26 bózzica - bromu

travagghiasti bona (M al, fr) tu (alla brigghiolu ‘secchio’ v. bugghiolu.


figlia) hai lavorato bene, brignolu (Traina, Kp Mlb, u), brignól
bózzica, bàsica ‘altalena’ v. vózzica. (E a), brignoru (M b, mo Cr), brugnolu
brafari (M r) a. riverberare calore; u suli (M cr E s), brignuni (M ra) m. pruno
mi brafa (M r) il sole mi brucia; mi selvatico o il suo frutto. Appartiene alla
brafa (M bf) mi fa perdere il respiro ; v. zona gallosiciliana; cfr. piem. brignùn,
appragari. brignora, lig. bergnora id. (AIS, c. 602).
brafatu (M g, r), braiìatu (Mb, fi), sbrafatu brignularu (M li, ma), brugnularu (M si)
(M c, mo, sp, t), prafatu (M an), bafatu m. pruno selvatico.
(Tropea 151) ag. roco; v. abbrafatu, brinzi (Traina, M ma) pi. nome dato ad un
sbrafatu. tipo di embrice usato per incanalare
branca ‘ramo’ v. vranca. l’acqua; cfr. brinzatu (M ma) canale
brancu di gatta (M tr) m. salsapariglia, d’irrigazione. E corruz del sic. imbrici
brancuni (M ma, ro) m. grosso ramo; v. ‘embrice’ (Alessio 98).
vranca. brisca (M b, rd, ra, to), bresca (M mo),
brancursina (K p R g), brancussina (M p), vrisca (Biundi, Traina), bisca (M r, si) f.
branchisina (M st), ant. sic. blancusina favo dove le api depongono il miele; cfr.
(Scobar), branca ursina (Traina), vranca ant. fr. bresche, prov. bresca id. < celt,
ursina (Penzig) f. acanto, Acanthus brisca.
mollis; cfr. o.d\.brancazzina,francuzzina, brizza (M fo) f. piccola quantità, un tan­
brancadusru id., cioè ‘branca d’orso’ tino.
(Alessio 34). Lo stesso nome della pianta brizzillari (C r) n. piovigginare,
si ripete in Germania : bàrenklaue ‘branca broccia (Traina, M cm, f, fo, li) f. forchetta;
d’orso’. cfr. cal. (RC^bròccia id. Certamente dalla
branzuni (M fr, g, n) m. albero giovane, Galloromania : frane, broche, lig. e piem.
castagno giovane; branzuni (M a, b, ma) broda ‘ferro aguzzo’; v. Corr. no 33,
coniglio neonato o giovane. Probabil­ Jost 87, DEL
mente un gallicismo; cfr. ant. fr. brócciu (M bf, u) m. ramoscello secco; v.
branchon, fr. dial, branseau ‘piccolo broscu.
ramo’. brócia v. bròscia.
brastunacu (M f) m. carota selvatica; v. brogna (Traina, M gm, mi) f. conca di
vastunaca. Tritone usata come tromba marinara;
bresca ‘favo’ v. brisca. cfr. cal. (CS, CZ) vrogna, (RC) brogna
brevi (M no, tr) ag. blu; blevi (Traina) ‘grossa conchiglia di mare usata per
livido. Da ant. fr. blef — fr. mod. bleu. chiamare i maiali’. - Forse identico con
bria ‘gramola’ v. sbria. brogna ‘grugno’, ‘naso grosso’,
brica (Vinci), bruca (Traina, A a C m M brogna (M mi) f. grugno di maiale, (Traina)
lb, m, sp P b T v) f. tamerice; cfr. cal. naso grosso; cfr. cal. (CS, CZ) vrogna,
(CS, CZ) zmica, (CS, CZ, RC) vruca, (RC) brogna ‘naso grosso’, (CZ, RC)
(RC) bruca id., da gr. pupbo) (LGr 343); brogna ‘grugno di maiale’,
v. vruca. bromu (Biundi) m. potta marina, (M an,
brigghiu (CbMt) m. torsolo della pan­ fu) medusa di mare, (M mo, r) sostanza
nocchia di granturco ; cfr. cal. sbrigliu e guasta e puzzolente; cfr. cal. bromu,
brigghiozzu id. gromu, mbromu, vromu ‘medusa’,
(RC) brumu ‘gnasto3: da gr.tard. ßpwpo<; bucceria, vucceria, gucceria, ucciria (Biun­
‘fetore3 (LGr 99) ; v. sbromu. di, Traina) f. ‘macelleria3, da fr. boucherie.
bronzulinu v. brunzulina. bucciardu (C 1 M mo), ucciardu (Traina,
bròscia ‘porca di campo3 v. próscia. M to), gucciardu (Pasqualino, Traina)
broscu (M fi, r, to) m. ramoscello secco, ag. grigio o nericcio, del mantello di
fuscello; v. scorpu, rospu, brócciu. asini o muli <C fr. bouchard ‘di faccia
bruca ‘tamerice3 v. brica. non pulita3, ‘col muso nericcio3 (FEW, I,
brucara (M b) f. tamerice ; v. brica. 582).
brucara (M al) f. pulicaria (erba), bùccula v. vùccula.
brucaru (M sa) m. tamerice; v. brica. buccularu (M r, si, to) m. pappagorgia del
bruccetta (M fi Cl) f. forchetta; v. broccia. maiale, cfr. cal. (CZ, RC) buccularu,
brufunnu (M cg) m. citiso, avorniello: è (CS) vuceularu id. ; v. busciularu.
corruz. di cal. vuvurnu id. [viburnum], buddaci (Biundi, Traina M a, fu, m) m.
brugnolu ‘pruno selvatico3 v. brignolu. sorta di pesce; cfr. cal. buddaci, vuddaci,
brugnulara (M ro R m) f. pruno selvatico ; guddaci ‘sciarrano3, Serranus scriba. Lo
v. brignolu. stesso pesce in Liguria si chiama bolaxo,
brujili (M to), brujiri (M mo ,tr), bruiri in Toscana bolàgio, bolàscio. - Di incerta
(M rv), bruji (M no), brighili (C sm), origine: fu attribuito al greco(v. LGr 88)
vrujìli (M mo), buggiri (C b) m. sac­ e all’arabo (v. Pellegrini 197).
chetto di pelle di gatto per tenervi mo­ buddàcina (Lipari) f sorta di pesce (Co­
neta e per altri usi, ant. sic. (Senisio) ray 363); v. buddaci.
burgili ‘sacculus in quo pastores panem buffazza (C r) f. schiaffo ; v. hoffa.
portant3 (Marinoni 116); cfr. cal. (CS) bufurdiatu (Pinzone) ag. maltrattato, sde­
vrujile ‘sacchetto di pelle di gatto che gnato.
serve da portamonete3, abr. vruscile bufuruna ‘tartaruga3 v. fucuruna.
‘stomaco dei polli3 da lat. * bui gilè, bugghiolu (Traina, Cm M t), bigghiuolu
brulitani (M n) pi. abitanti di Brolo, (M mi), bigliolu (A sb P b), bagghiolu
brunnulidda (M ma) f. elicriso; cfr. cal. (Traina, M tr), bagliolu (A n), bagliuoru
(RC) brundulidda id. (M mo), brigghiolu (T v) m. specie di
brunzulina (Traina) f. pianta su cui si in­ secchio di legno dei muratori, recipiente
nesta il lazzcruolo ; cfr. bruzzulinu (M al) di legno per il travaso del vino = ital.
biancospino, nella zona dei paesi gallo­ bugliolo id., lig. bugio (AIS, c. 956), prov.
siciliani (E n, s) brunzulina, (E a) bur- bouiòu ‘specie di grande secchio3 : forse
éulèng ‘biancospino3, a Piazza Amerina da una base gallica *bullio (FEW, I,
brzulingh ‘rusco3 (Roccella 63). Voce im­ 617).
portata dalla Galloromania: piem. mer. bùgghiu (Traina, M bc, m, fu), ùgghiu
butsurüng, lig. butséng ‘biancospino3 (M stf) m. sorta di pesce, razza chiodata;
(AIS, c. 604). bùgghiu, vùgghiu, mùgghiu (PS 274, 276,
brusca (M bf) f. ramoscello secco ; v. broscu. 283) pesce aquila, pesce nottola, pesce
bucalaci ‘chiocciola3 v. babbaluci. cappello; cfr. cal. (CZ, RC) bùgghiu
bucceri, vucceri, gucceri, ucceri (Biundi, ‘razza chiodata3.
Traina) m. macellaio; cfr. cal. bucceri, bulimaca (Traina) f. restabue, Ononis spi­
vucceri, gucceri id., da fr. boucher, ant. nosa; cfr. tose. dial, bonaga, brunaca,
fr. bouchier id. bilumaca, bulimàcola, salent. pordonaca,
burdunäcula, arag. bolomaga, gase, bou- cal. bumba ‘vaso di creta a due manici5,
maga id. gen. brünia ‘vaso di creta per tenervi
bümmulu (C c M r, ra), bümmalu (Traina, conserve5, spagn. albornia < ar. bur-
M fl), bilmbulu (M mo) m. bernoccolo; nìya ; v. Pellegrini 162.
cfr. cal. (R C) bümballu, bümbulu, (CS) burricari (M rv) a. seppellire ; v. vurrìcari,
vümmulu id. cruvicari.
bümmulu (M me) m. bofonchio; cfr. cal. burziga (M mo) f. vescica. Incrocio tra
(CS) vómmacu id. burza ‘borsa5 e vissica ‘vescica5,
bunaca (Traina, A n C b M mo, r) f. giac­ busa (C b M r, to), busa (M mo, sf), vusa
ca, giubbone usato per lo più dai caccia­ (Traina), usa (M mi, R g) f. bovina,
tori = cal. bunaca ‘ladra5, ‘tasca nella sterco di bue = lig. e piem. biisa id.
parte posteriore della giacca dei caccia­ (AIS, c. 1173), fr- bouse.
tori5 < lat. (Varrone) gaunaca, voce busa (Traina, A n T c, v), büscia (Mg) f.
d’origine orientale (DEI, 634). gambo dell’ampelodesmo (sic. ddisa),
bura (M to) f. fiore dell’ampelodesmo; stelo di frumento; cfr. busuni (Biundi)
v. büscia. fusto secco delle biade.Da ar. büs
burdacché (Traina) m. stivaletto a mezza ‘stelo secco del granturco5; v. Pelle­
gamba < fr. brodequìn ; v. Jost 53. grini 186.
burduni (Biundi, Traina) m. grossa trave ; busca ‘fuscello5 v. vusca.
(A a, n C sm R g) comignolo di tetto ; buscigghiu (C b E et M g), buscighiu (E s),
(R g, v) rialto di terra tra solco e solco uscigghiu (M mi, to P b) m. querciuola;
nell’orto; cfr. cal. burduni ‘trave che buscigghiu (M to) arbusto ; cfr. cal. (CS)
sostiene i cavalletti del tetto5 = it. bor­ vuscigghiu, viscigghiu, viscigliu ‘albero
done, fr. bourdon ‘bastone del pellegrino5 giovane5, ‘querciuola5, salent. useiju id.
< lat. burdo ‘mulo5. Da *viscilius (lat. viscum ‘vischio5),
burreddu (Traina) m. tavolone, (M r, u), büsciula o vüsciula (Traina) f. bossolo,
burriellu (M mo), burrellu (M sp) tra­ bronzina del mozzo di ruota; büsciula
vicello; nel gallosic. burrèu ‘piccola (M r), büsciura (M tr) ‘legno incavato
trave che sostiene il tavolato dei ponti in cui si fa girare l’incannatoio5 = cal.
per fabbrica5 (Roccella 65); cfr. cal. büssula id.
(RC) burrellu ‘bastone del pollaio5, ‘cor­ busciularu (Traina) f. pappagorgia del­
rcntino del tetto5. Sembra identico l’uomo o del maiale, giogaia del bue;
al prov. borei, fr. bourreau ‘uomo bru­ cfr. cal. (CZ) buyyularu, (CS) vu/yularu
tale5 < ‘boia5. Per il trapasso semantico id. In Calabria anche (CS) vuyyu e
si può confrontare lo spagn. verdugo vuyyulu, ciò che ci porta ad una base
‘bacchetta5 passato a ‘boia5; v. Corr. *bùffulu; v. buccularu.
no 86. butana (Traina) f. fodera di vestimento,
burgili v. brujili. (M g, rv, ss, to, u, C b) coperta rustica,
bùrgiu (A sm Cm M mi Tv) m. grande (M c, fl, r) grosso sacco ; cfr. bov. vutana
mucchio di fieno o paglia; anche ‘bica ‘coperta di lana5, cal. (CS) vutana ‘sac­
di grano5 (AIS, c. 1458) < ar. burg cone5. Da ar. butäna ‘fodera di vestito5;
‘torre5 (dal gr. mjpyo?); v. Pellegrini 253. v. Pellegrino 174.
burnia (A n P b K v T v),burnia (Pitré) f. butani (M fo, ste) pi. travicelli del tetto,
vaso di creta per tenervi la sugna; cfr. butrigghia (M to) f. fango.
butrognu (Traina) m. enfiatura; cfr. cal. profonda pozza nel letto del fiume; cfr.
(CS) vutruognu o vitruognu e anche tose, botrone ‘burrone5,
vruognu ‘bernoccolo alla testa5, buzuniettu (E c, g), buzunetu (E s), busu-
buttasumeri (M sa) m. sp. di cardone: nettu (M to), gallosic. buzzunètt m. ra­
labbutta sumeri5 = ‘sazia l’asino5, maiolo, grosso cucchiaione dei pastori;
buttiscu (C 1 M sp, to) m. vasca o serba­ cfr. cal. buzuniettu, puzàunettu, nap.
toio per raccogliere le acque, (M c) puzonetto, salent. puzzunettu, ant. it.
pozzetto per acque sporche ; (M r) sotto­ polzonetto, ven. bolsonetto ‘calderotto5,
passaggio di una strada; cfr. cal. (RC) ‘paiuolo5. Da ant. fr. po$onet e possonet,
buttiscu serbatoio che distribuisce l’ac­ dimin. di poqon e posson ‘pentola5, cioè
qua alla città. dim. del fr. pot\ v. Corr. no. 63.
butuluni (M sm) m. burrone; (M g, ss) buzzuni v. bizzuni.

cacalavegna (M to), cacavegna (M ma) f. caccia-véntula (M to), cazzavéntula (M u)


altalena, tavola in bilico; cfr. cal. (RC) f. gheppio.
cacalavegna id. cacciócchiu (M mo), cacciógghiu (M sa),
cacamarrüggiu (Traina) m. forasiepe, caccia-ucchiaru (M fo) m. pianta delle
(Cl M fi) nome di un piccolo uccello, leguminose [‘caccia l’occhio5]
(A n E et K v) scricciolo; cfr. cal. (CZ) cacciocchji (M lo) m. libellula [‘caccia gli
cacamarrüggiu ‘scricciolo5, pugl. caca- occhi5].
margiale ‘saltimpalo5; v. marruggiu. cacciucchiara (M an), cacciogghiara (M a)
cacasuppara (C r) m. sorta di uccello ; cfr. f. specie di trifoglio ; v. cacciócchiu.
cal. (CZ) cacasipali ‘scricciolo5 [‘caca cacina (quacina, canoino) solo nella zona
siepe5]. orientale e nel gallosiciliano quazina o
cacazzina (M to) f. specie di cicoria selva­ cauzena f. calce, mentre altrove in Sici­
tica; v. calazita. lia e nei dialetti meridionali si usa ‘calce5
càccamu (Biundi) m. loto d’Africo; (Ca­ anche per ‘calcina5 (AIS, c. 414) Distin­
glia, Nicotra) bagoloaro, Celtis austra­ zione dovuta agli influssi settentrionali:
lis ; cfr. abr. kdkkams, nel Lazio càccamo lig. cazina, piem. causina, tose, calcina-,
‘bagolaro5, da gr. tard. xdcxxaßos ‘nome v. Corr. no 16.
di un albero5; cfr. neogr. (Peloponneso, cadaruni ‘ghiandaia5 v. quadaruni.
Macedonia) xaxxocßia. ‘bagolaro5, di cui caddaritula ‘pipistrello5 v. taddaritula.
xaxxaßo il frutto; v. LGr 196. caddiduroti (M t) pi. abitanti di Gallodoro.
cacciaventu (Traina, M me, r), cazzaventu caddozzu (Biundi) m. pezzo di legno;
(M mo), ciacciavéntulu (M b) m. ghep­ (Biundi, A sb, M fv), callozu (C r) roc­
pio, uccello di rapina; cacciaventu (Bi­ chio di salsiccia; cfr. cal. (CS) calluozzu
undi) acertello; cazzavèntulu ‘gheppio5 ‘tutolo di granturco5.
(Giglioli 399), cazzaféntulu (M ra) id.; caddu (T e, v), caddu (T pi) m. secchio di
cfr. cal. (RC) cacciaventu id., tose, fotti- metallo, per tramite arabo da gr.xàSo? =
vento ‘caprimulgo5 ; v. cerniventu sic. com. catu \ v. LGr 193.
30 cadera - carnài

cadera ant. sic. (Scobar) f. seggia. Certa­ neogr. ytxAtmuSa id. (LGr 101); v. carra­
mente uno spagnolismo; cfr. arag. ca- zitula.
diera, catal. cadira, ma anche ant. prov. caléncia ‘erica’ v. jalència.
cadiera id. <C cathedra; v. cera. calia (Biundi), cària (M mo) f. sg. ceci
cafagna v. cavagna. abbrustoliti, ciciri caliati (E c) id., calia-
cafaredda (M stf) f. smilace, salsapariglia, turi (M ma) luogo dove si seccano i fichi ;
cäfaru (Gioeni), in zona etnea cdfuru (Pel­ cfr. cal. càlia ‘ceci abbrustoliti’, calzari
legrini 253) ‘vuoto dentro’, ‘tarlato’, ‘abbrustolire’. Da ar. qaliyya ‘ciò che è
‘cariato’; cfr. cal. càfaru ‘vuoto dentro’, abbrustolito’; v. Pellegrini 202, LGr 198.
‘fracido’, ‘morbido’, bov. càfero ‘fragile’, caliari (Biundi) a. abbrustolire; v. càlia.
‘floscio’. Probabile un’ origine araba: caliaturi (M r, ro) m. terreno esposto al
hafr ‘fossa’, ‘luogo scavato’ (così già sole; v. càlia.
Gioeni 64); v. LGr 229 e Pellegrini cama (K m, v), carnata (E c) f. detrito di
254. paglia sull’aia; carni (T v), Rama (A n,
cafesa (Traina, M mi) f. ponte assai rustico sb) f. fango nelle strade ; cfr. ancora ovu
di legno, da ar. qafas ‘gabbia’; v. aRRamatu ‘uovo guasto’, càmia (Traina)
Wagner, ZRPh 52, 1932, p. 664, accet­ puzzo di terra fangosa, Rama (T pi)
tato da Pellegrini 254. terriccio limaccioso. Da ar. hamä ‘fan­
cafuddari (Biundi, P p Tv) a. battere, go’; v. Pellegrini 255. - Alla stessa ori­
percuotere, bastonare; (Biundi), gallo­ gine va forse anche laz. cama, abr. pugl.
sic. cafuddè ‘stivare’. Sembra comp. con cama ‘pula di grano’. - Vedi ancora
sic. fuddari ‘pigiare’, ‘stivare’; v. LGr Rama.
221. camarrunara (A n), carramunara (M b),
cafuriatu (C 1) ag. incavato ; v. càfaru. maccarunara (M b) f. euforbia arborea;
càggia ‘gabbia’ v. gaggia. v. camarruni.
caggitani (M t) pi. abitanti di Kaggi. camarruni (An P b Tv), cambarruni (M
cagnanutani (M n) pi. abitanti di Cagnanò. mo), cammaruni o carramuni (C b),
cairedda (Roccella, E a) f. sedia; v. ca­ carramuni (Cm Me, fi, g) m. euforbia
dera. arborea (AIS, c. 631); cfr. bov. cammàri
càjula (Vinci, Traina) f. copricapo delle n. id., cammarunia ‘grossa pianta di
donne; (M sp) velo che copre gli inte­ Euphorbia dendroides’, cal. cammaruni
stini del maiale; cfr. cal. (CS) càjula cambaruni id. Da gr. ant. (dorico di
‘cuffia dei neonati’. Magna Graecia) xàppapov ‘nome di una
calandreddu (M si, tr) m. verbasco, tasso pianta velenosa’ (LGr 204) ; v. macarru-
barbasso. ni, mascarruni.
calaraci (M r) f. specie di zecca che si camiari (Vinci) a. attirare i pesci con bru­
attacca agli ovini; cfr. cal. (CZ, RC) meggio, cioè cibo sparso in mare; cfr.
caradacì id.; v. LGr 215. sic. camiari (Traina) scaldar il forno ; v.
calazita (M a, fr, n), calazina (M c, g), famiari, camiu.
caranzitula (M cm), farazitula (M ma), camiatu (M stf) m. brumeggio, cibo sparso
carrazitula (M an, fo, me), catazifula in mare per attirare i pesci; v. camiari,
(M si) f. specie di cicoria selvatica : corri­ camiu.
sponde al bov. galazzida, cal. (RC) gala­ camiu (Vinci, M rii) m. brumeggio; cfr.
zita, gaddazzida id. < gr. yocAonm?, cal. (RC) camin id. ; v. camiari.
cammarasala 'geco’ v. manciacasali. cannaritula (T p) f. pipistrello : è corruz.
campa (Traina, AIS) f. bruco; cfr. bov. di taddaritula.
camba, cal. campa, camba, cappa, nap. cannavusci v. carnabusci.
camba, tar. camba ecc. id. (AIS, c. 481). cannici (M fo) m. fiore dell’ampelodesmo;
Da gr. ant. xtxpjtT) id., v. LGr 205. cfr. cal. (RC) cannici 'fusto dell’ampelo-
càmula (Traina, M an, fo, u), gallosic. desmo’ : gr. *xocvv[xiov 'piccola canna’,
cdmula (Roccella 70), cämmura (C r), cannile ddara (M fv) f., cannuliddaru (M f)
cdmura (M mo) f. tarlo, tarma, tignuola ; m. asfodelo.
cfr. cal. mer. càmula id., lue. (zona di cannitari (M 1) pi. abitanti di Canneto,
Maratea) cdmula. Corrisponde al piem. cantrubbulu v. cardùbbulu.
cdmula, lig. cdmura, engad. chambla id. canusa || crapa - (M b, r) f. capra di manto
- In Sicilia non è un antico latinismo : color cenere; cfr. ital. canuto.
camurus 'curvo’ (?) secondo Alessio canzu (Traina) m. lato, parte, canto; (A et)
39. Ma appartiene all’apporto gallo­ canzu (Pitré 276) posto; cfr. irp. canzo
italico (di antico sostrato); v. Corr. no 77 'luogo’, 'rifugio’, 'occasione’, salent. dari
e FEW II, 163. lu canzu 'dare l’opportunità’ ; v. LGr 207.
cannisela v. carnabusci. capitinia (Biundi, T v), caputinula (M li,
caneeddu (T v) m. specie di corbello; can- to), caputinila (C m), caputindara (M
cieddu (M mi), canceddu (A n) specie di mo) f. fusaiolo superiore del fuso; cfr.
attrezzo per i trasporti a basto, cal. caputinula id.
cànchiri (C m, n), cdncari (Biundi) pi. car­ càpria (Gioeni 90) f. ordegno da sollevare
dini primitivi di porta ; cfr. cal. cdncari id. oggetti ponderosi; cfr. cal. crdpia, nap. e
cànciddu (M an, fo, li, me, u), cdncillu (M salent. crdpia 'argano per sollevare
r, ro, sp), cdncalu (M no) m. cancello pesi’. In Sicilia non è un antico latinis­
rustico di un giardino o di un fondo : mo : capre a ‘capra selvatica’ (Alessio
corrisponde al bov. canceddo, cal. (RC) 41), ma è un prestito dal catal. o spagn.
cdnciddu, (CZ) càncinu. Dal gr. ant. cdbria id.
xàyxsXXov (in papiri sec. II), mutuato dal capritani (M n) pi. abitanti di Caprileone.
lat. cancellum. capudurlandoti (M n) pi. abitanti di Capo
canfuredda (M fr, n, u) ,canfurella (M sp), d’Orlando.
canfuredda (M fr, sm), canfulidda (M g) capulota (M sf) f. v. capitinia.
f. millefoglio, achillea; cfr. cal. (RC) caputria (M cm, st, t), cutrupia (M an) f.
campuredda id., ital. canforata pianta, specie di salvia, Phlomis fruticosa. Co-
artemisia : 'che contiene canfora’, risponde al bov. capituria, cal. (RC)
canfuriddara (M si) f. millefoglio ; v. con- capituria e capitunia id.; v. NC no 9 e
furedda. LGr 211.
canna (M ro) f. acanto (pianta) ; v. arcanna. caputu (M sm) m. grillotalpa,
cannaci (M a, an, li) m. fossa che si fa per capuzzulina (E c) f. rosa delle macchie,
piantare; cfr. cal. (RC) candaci id., bov. caracéfalu ‘averla’ v. carracéfalu.
Handaci 'fossetto’, 'solco profondo’. Da carajinia (M mo) f. cattiva generazione;
neogr. y_ix'j8ó.y.l id., d’origine araba : cfr. sic.jinia, cal. jinia, bov.jenia ‘razza’
hand a q 'fosso5, voce che si continua a (gr. ysveà) e cal. (RC) malajanìa 'cattiva
Pantelleria cannacu 'fossato’, 'fenditura ; razza’, v. LGr 105 e v. jinia.
v. LGr 558, Pellegrini 257. caramma (Gioeni) f. fessura; cfr. cal. ha-
ramba, caramba, garamma id. <C gr. carànnuli (M r) pi. i dodici giorni che
Xapocyji.a (LGr 559). precedono la notte di Natale; cfr. cal.
caramüscia || ficu — (M r) f. fico non an­ calénnule id. : da essi il popolo deduce un
cora maturo, pronostico per i mesi dell’anno che viene.
caramüsciu v. carmüciu. carera (Traina, C sm T v), in Sicilia cen­
carannilitu (E cn) m. euforbia, trale garera (AIS, c. 1515), fiarera (M u),
caranzitula v. calazita. sciarera (M fr), %arera (M ss), ant. sic.
carapinula f. 'conchiglia di mare’, 'Pinna (Scobar) liarera f. donna che tesse; cfr.
nobilis’ (Pitré); cfr. cal. granapinula, cal. (RC) liarera ‘tessitrice’ e Careri
anapinula, carrapinula id. In Sicilia (dial. H'areri) villaggio in RC, cioè
anche lanapinula, salent. lanapenna ‘i tessitori’. Da ar. barrar ‘tessitore di
'bisso della pinna nobile’ (LGr 403). Da seta’; v. LGr 560, Pellegrini 134.
lana pinina (DEI, 2159). carminasali (a Montemaggiore) tarantola,
carapudda (M n, sm) f. lodola cappelluta, Emidoctilus vermiculatus (Pitré 22),
caraséntulu ‘lombrico’ v. casèntaru. carminasala (K v P c) geco; v. mancia-
carbu 'cavità’ v. garbu. casali.
carcàcia (M al) f. chiocciola, carmüciu (Traina, T v), caramuciu (Traina),
carcaciuni (M al) m. lumaca, carmüsciu (M fr, mi, n, u), cramüsciu
carcatizzu (M bf, rd), caccatizzu (M r) m. (M li), caramüsciu (Ma ,mo, r), cala-
pianta delle graminacee, müsciu (M sp), gramusciu (A a, sb K v
carcavecchia (Traina) f. babau, mangia­ Pr), carramüsciulu (M an), ant. sic.
bambini, mostro nominato per far (Scobar) haramuxu m. coniglio giovane
paura ai bambini; (Pitré) essere sopra­ o neonato. Corrisponde al cal. (RC)
nnaturale, brutto ma benefico; cacca­ caramüscia 'ragazzo poco rigoglioso’,
vecchia (M mo) donna brutta. Nome ant. it. caramogio 'nano di corte’. Forse
importato dalla Galloromania : piem. dal pers. (attraverso all’ ar.) harmos
calcavegia = prov. caucovielho, fr. dial. ‘grosso topo o ratto’; v. DEI 752 e
chauche-vieille ‘cauchemar’ : 'calca Pellegrini 198.
vecchia’ (fata o strega); v. AIS c. 812, carnabusci (Gioeni 75) frutto del Lotus
FEW II, 64, Gioeni 74. edulis, carnabüsciu (M to), carra-
cardacla (Biundi) f. dolore, affanno; cfr. vüsciu (M li), cannavüsci (M 1), camus-
bov. e cal. cardacla id. ; sic. (M r) car- cia (M st, t) specie di trifoglio selvatico.
dacia seccatura <f *xocp Soodot (xap SiaXy la) Corrisponde al bov. carravucia 'loto
‘cardialgia’; v. LGr 214. cornicolato’ e bov. carravüci, cal. (RC)
cardaclcchiu (M g), quaddarlcchiu (M to) carravüci, cannavüci 'il suo frutto’.
m. scricciolo; cfr. cal. (CZ, RC) caridaci Voce certamente d’origine greca. Lascia
id., da gr. xapuSobaov 'piccola noce’ pensare ad un confronto con neogr.
(LGr 218). yapya^oüXi ‘loto cornicolato’; v. NC no
cardubbulu (Traina, P b), gardübbulu 7, LGr 216 e v. carrabüscia.
Traina), caradübbulu (R g, r), caratüb- carnaggiu (Biundi, Traina) m. ciò ehe i
bulu (T v), cantrubbulu (C sm), cattüb- fittajuoli danno ai padroni al di là del
bulu (A sb T v) m. calabrone canone. Da norm, carnage; v. Jost 45.
carénnuli di Natali (Pitré 22, M ma), carnilivari (Traina, C m E c K v), canna-
carénduli (M fo, r), cariénnili (R r), luvari (M ma), carrivali (E et), callivari
(M mi) m. carnevale; v. AIS, c. 774; carramuni v. camarruni.
cfr. cal. carnelevare id. : csi leva la carne’ ; carrancu (M b, mo, n, u) m. luogo sco­
v. asata. sceso, burrone, dirupo. Voce dell’ antico
carpiari (M g, to, tr) a. calpestare. sostrato; cfr. cal. (CZ, RC) varrancu,
carpinaru : cappinaru (M a) m. carpine. (RC) farrancu, spagn. barranco, catal.
carpita (Biundi, E c K v) f. coperta rustica barrane, fr. mer. barrane ‘burrone’; v.
spesso fatta di pezzi vecchi; cfr. bov. LGr 536, FEW II, 56, DEC I, 409 e v.
carpita, cal. (RC) carpita id., neogr. varrancu.
xap7tsT<x 'specie di tappeto’, ingl. car­ carrazitula (M an), carracitula (M tr) f.
pet ‘tappeto’. Identico al ven. carpeta, specie di cicoria selvatica; v. calazita.
ant. it. carpita ‘stoffa di lana per tappeti carrazzu (C b M fr) m. palo per le viti’;
e coperte’; v. LGr 216, FEW, II, 407, cfr. cil. carrazzu, lomb. cards, ant. piem.
DEI 779. carracia, lig. caraza (AIS, c. 1307) id.
carrabedda (A sb) f. scricciolo; carra- Da characium, latinizzato da gr.
bedda (Kt) beccamoschino (Giglioli 210); /apaxtov ‘piccolo palo’; v. LGr 560.
cfr. sic. carrabbedda ‘piccola caraffa’. carrüggiu (M a, an, cm, n, r) m. ruscello,
carrabüscia (M b, c, tr) f. baccello tenero piccolo corso d’acqua; carrüggiu (M b,
di legumi; cfr. cal. (RC) carravüci o sp), carrügghiu (R r) getto d’acqua vio­
carnavuci id. Sembra identico a carna­ lento; (M tr) fontana ; carrüggiu (Traina)
busci ‘specie di trifoglio selvatico’; v. ‘rotaia’; Isole Eoi. carrüggiu ‘gola fra
carnabusci. rupi a picco’; (C sm) ‘vicolo’. Termine
carracéfalu (M fo, sm, tr), carracéfaru (M settentrionale, cfr. lig. e piem. mer.
mo), carragéfulu (M mi), caracèfalu carügiu ‘vicolo’ (AIS, c. 843).
(M b, c, g), caracèfulu (M ma), canna- carusu (sic. com.) m. ragazzo; cfr. sic.
céfalu (M an), scarracéfalu (M fu), e lece, carusa ‘ragazza’, nap. carusa ‘to­
carnacéfulu (M t), jadducéfuru (M n), sato’, roman, caruso ‘testa tosata’, cal.
gadducèfiru (M u) m. averla, Lanius carusa ‘tosatura’. - Non da lat. cario-
minor o Lanius rufus ; cfr. cal. (CZ, RC) sus ‘cariato’ >> ‘tignoso’ (DEI, 787).
carracéfalu-, caracèfalu, garracéfulu id. Ma tratto dal verbo carusarì ‘tosare’
L’uccello ha preso altrove il nome dalla (sic. cal. pugl.) <f gr. *xoupdc^co ‘tosare’,
testa grossa, cfr. testagrossa (sic.), capi­ latinizzato (per influsso di ^tosare)
grosso (Isola del Giglio), testazza (sic.), in*carosare.- Per lo sviluppo seman­
in Grecia XS9aXa? cioè ‘testone’. È chiaro tico, cfr. prov. lomb. tosa ‘ragazza’ <!
dunque che si tratta di un compos, con tonsa ; v. LGr, 268.
xscpaXf) testa; cfr. psYaAoxsoaXoc, ptxpox- carvana (Biundi, Traina) f. ricino < ar.
é<paXo? - Nel primo elemento si può vedere harwa' id., v. Wagner, ZRPh 52, 668,
un onomatopeico karak, cfr. neogr. Pellegrini 256, DEI 787.
(Corfù) xapaxaXo? ‘averla’; v. NC no 10 carvanu (Traina, M g T e), carbanu (M n)
e LGr 213. ag. rozzo, grossolano, rustico; castagna
carragiäu (M stf R i), carraggiài (Traina), carvana (M fr) sorta di piccola castagna,
carraggianu (M b, tr), carrancanu (M piattu carvanu (M fr) piatto rustico,
rv, v) m. ghiandaia marina; cfr. cal. (C sa) trujaca carvana ‘sorta di fagiolo’.
(RC) carraggiàu id. — D’origine ono­ Da gr. xapßavo? ‘straniero’; v. LGr
matopeica; cfr. ma.lt. farrugg id. 214.
casaloti (M u) pi. abianti di Floresta (già all’ ant. fr. chasne (oggi chine) ‘quercia5
Casali). < celt, cassanu (FEW, II, 459). Ma ha
casaluvicchioti (M fo, t) pi. abitanti di dovuto esistere una volta anche in certe
Casalvecchio. zone del Piemonte, dove si trovano an­
casarinuvoti (M mo) pi. abitanti di Basico cora i toponimi Casneda, Casne, Casneda,
(già Casalinovi). cfr. Cassanita ctr. in zona di Roccella
casarotani (C r) pi. gente di Floresta (pop. Valdemone (mess.); v. Corr. no 62.
Casali). càssaru (M c), cdssiru (M bf), carsu (M b),
casärriu (M rd, sa), catarru (Pitré 23, M i), cassu (M li, rv, si, to) m. parte del mu­
cafarru (M fr) m. quarta muta del baco lino dove sbocca l’acqua, da ar. qasr
da seta; cfr. cal. (RC) casàrriu, casarru, ‘fortezza5.
cafarru, bov. canàrio id., da gr. xaFàpio? càssita (Traina, Biundi, E c, et), càscita
‘puro5; v. NC, no 11. (M f) f. cassa del telaio ; cfr. cal. cassida,
càscitu (M an, li) m. cassa del telaio; v. (RC) cdscita id. <C lat. tard. capsis
càssita. ‘cassa5, in Plauto càssida; v. LGr 230.
casciuni (Biundi, AIS c. 895) m. cassetto castagnara (M a, i, li) f. castagno,
di tavola. Da influssi settentrionali, dove castagnera (M al, cg, sm, u) f. castagno,
la desinenza ha valore diminutivo; cfr. castanoti (M a) pi. abitanti di Castanéa
prov. casson ‘piccola cassa5, ant. norm. delle Furie.
casson ‘tiretto5 (FEW, II, 311). castriciani (M c) pi. abitanti di Castroreale,
casena v. gaèéana. casümmulu (M fr, n) m. sorta chi mela
caséntaru (M mi), caséntulu (Mb, c, fl, ro), piccola.
casénturu (M fo, stf), casentru (Rg), cata II pedi cata pedi (Pg) piede a piede,
caraséntulu (M cm, t), crasèntulu (A sb) unu cata unu (Pg) uno ad uno, muru
m. lombrico; cfr. cal. (CS, CZ) caséntaru cata muru (Pg) lungo il muro, casa cata
e cacéntaru, (RC) caséntulu e casèntula, casa (M u) casa per casa; cfr. cal. lue.
lue. casendru, cil. casèndaru id. Antica irp. abr. pede cata pede, lece, pete cata
voce della Magna Grecia : dor. *ya? pete < gr. xaxdc; v. LGr 221.
evxepov = frf, evxepov id.; v. LGr 107; v. catafórchiu (M fv, u), catafurcu (Mtr),
quaséntulu. cafürchiu (M fo), cavórchiu (Vinci) m.
casèntula (Biundi, M r, v), craséntula (Pr) buca, burrone; cfr. cal. (RC) catafórchiu
f. lombrico; v. caséntaru. id.
caspu (Es Mmo), caspu (M mi), gaspu cataminari (Traina, A sb K v), cataminiari
(Biundi), gallosic. casp (Roccella 77) (R r) rfl. muoversi, cataminari (Traina)
m. mucchio di vinaccia sotto il torchio. rfl. tardare, indugiare a posta. Da gr.
Corrisponde all’ ant. piem. (latinizzato) xaxà e minari ‘agitare5,
caspium de uva negli Statuti di Vercelli, catamiari (Traina, Biundi, M n, to) rfl.
piem. mod. caspi id. (Nigra, Saggio less. muoversi, agitarsi; (T e) rfl. rimandare
39), astur. caspia ‘vinaccia di mele5. Voce da un giorno all’altro; v. cataminari.
preromana. In Sicilia certamente d’ori­ cataminu (Biundi), a cataminu (Traina)
gine galloitaliana; v. Corr. no 87, DEC av. di tempo in tempo, da gr. xaxà pyjva
I, 719. ‘secondo il mese5 ; cfr. bov. i catamini =
cassami (C b M g, mo, rv, sp), cässinu (M cal. (CZ, RC) i catamisi ‘i giorni dal
b, n, to, tr, u) m. querciuola. Corrisponde 13 al 24 dicembre che servono da pro-
nostico per i dodici mesi dell’anno che salent. cattia ,sard. sett, battia f. vedova
segue. <( cap ti va ‘prigioniera reclusa in casa’
catanannu (A n K v M n, rd) n. bisnonno, (non compariva in pubblico); v. Bull. I,
cfr. cal. catanànnu id. ; (K v) cataniputi 315*
‘nipotini lontani’, lue. cataparienti ‘pa­ cattugghiari ‘solleticare’ v. gattigghiari.
renti di grado non prossimo’, cal. (RC) catusu (Biundi, Traina) m. doccione, con­
òrfani e catórfanì ‘orfani e orfanelli’; v. dotto di acque; cfr. cal. catusu id., da ar.
LGr 221. qädüs (= gr. xàSo?) id., v. Pellegrini
catapanu (Biundi, Traina) m. magistrato 257.
del Comune addetto al buon ordine del cavagna (Biundi, A n E e M ma, t K v),
mercato; cfr. cal. (RC) catapanu id., da cafagna (Pb) f. fiscella per riporvi ricotta.
gr. ó '/.ar’ ènàvw ‘ufficiale superiore’ È voce venuta dal galloitaliano : cfr. gal­
(LGr 224). Con senso traslato sic. losic. cavagn ‘corbello’ (Roccella 79), lig.
catapanu (M n) uomo grosso e grosso­ e piem. cavagna e cavagnu ‘paniere’ (AI S,
lano, (M g) uomo lento a muoversi. c. 1489), prov. cavagn <C *cavaneum
catapezzu (Biundi) m. uomo disutile; cfr. (FEW, II, 547)-
cal. catapiezzu ‘uomo grosso’, ‘uomo cavagnola (M gm) f. sorta di pesce, leccia,
furbo e maligno’. cavazza (M bc, fu) f. gabbiano; cfr. cal.
catapózzulu (M u) m. catapuzza, sp. di cavassa ‘gabbiano reale’, sic. gaipazzu
euforbia. ‘gabbiano’.
catarinedda (P b T v) f. coccinella; cfr. cavazzuni (M gm) m. gabbiano,
cal. (CZ, RC) catarinedda id. - Da una cavórchiu v. catafórchiu.
frottola dei bambini : ‘Catarina, vola cazena (Traina) f. cesso; v. gaééana.
vola . . .’; v. boia-boia. cazzavéntulu ‘gheppio’ v. cacciaventu.
catarru ‘quarta muta del baco da seta’; v. cazzica-véntulu (E cn) m. gheppio ; v.
casàrriu. cacciaventu.
catàscia (Biundi, Traina, Mfr) f. bozzima; cazzuneddu (M b, r, rd, si, tr), cazzuni (M
cfr. cat. (RC) catasciu, sardo cadassu r, tr) m. grillotalpa; cfr. cal. (CS, CZ)
prov. cadais, fr. chas id. (FEW, II, 492); cazzune ‘minchione’.
v. catascìari. cazzuni (M br, fu, gm) m. gattuccio, sorta
catasciari (Traina), ncatasciari (Traina) a. di pesce.
imbozzimare l’ordito della tela; cfr. cal. cchiü (M bf, n, to), chióu (M cm) m. assiolo ;
(RC) catasciari, sardo cadassare, inca- cfr. cal. chiù ‘voce dell’ assiolo’,
dassare, prov. chadeissd, fr. chàsser id. — cèddaru (M an, fu), cèddaru (M mo, r),
Trae l’origine da *catapsare (FEW, céddiru (M lb, r), acèddiru (M fr) m.
II, 492) o *cataxare (LGr, 224). cavicchio traversale dell’aspo; céddiru
catoju (M mi, r T v), catuoju (E c), catói (M li, r) corno di animale; cfr. cal. (RC
(Biundi) m. stanza buia o magazzino a e CZ) cèddaru o cèjaru id. (nei due
pianterreno; cfr. bov. catoji, cal. catoju significati). - Citiamo ancora sic. (Vinci)
ant. nap. catoiu id., da gr. xarwysiov ‘De muliere quae viro suo fidem frangit
‘vano sotterraneo’. dicimus ci fici li ceddarP. — Forse dal
f catreca (M u) f. sedia; cfr. piem. cadrega, sostrato preellenico; v. NC no 12.
gen. carega id. céfiru (M c), cifiru (M ma, rd), cèficu (Sp)
cattiva (per tutta la Sicilia e Calabria), m. fuco, maschio di ape; cfr. cal. (RC)
cèfanu, bov. cèfeno id., da gr. ant. X7)<pv)v, carne5 (pianca). Con desinenza gallo­
gr. mod. dial, xyjcpaxat; id. (NC, no 15). romanica (fr. -ier).
centunervi (Biundi, A sp M mi Pb), cen- chiarchiaru (Traina, A n, sb E c K v P b)
tunerbi (M ma), centunerbu (M p) m. m. frana di pietre, petraia, zona sassosa.
piantaggine. Latinizzato da base greca; Certamente d’origine araba; cfr. ar.
cfr. cal. (RC) pentinervu, (CZ) pinti- karkur ‘mucchio di pietre5; v. Pelle­
niervu, bov. pendenevri id. = gr. grini 257.
TtevTocvEupiov, neogr. (Scarpanto) tcvtoc- chiaru (M an, li, mo, r), ghiaru (M an.
veépCid., cioè ‘cinque nervi5; v. LGr ma) m. quarta spoglia del baco da seta,
393- Sembra un calco linguistico sul mess.
centimulu v. cintimulu. casdrriu id. <f xa-D-àpio^ ‘puro5,
centuruppa (M sm) m. equiseto [‘cento chiàsima (Traina), ghiasima (Pitré) f.
nodi5]. ruggine delle biade; cfr. cal. (CS)
cera (Traina) f. aspetto di faccia, sembi­ jasima, (RC) jèsima ‘brina gelata5,
anza, volto; cfr. cal. (CS, CZ, RC) cera chiatru (Traina, AIS, c. 381) m. ghiaccio;
‘viso5, ‘volto5; sic. (Pasqualino) ncera ‘di cfr. cal. (CS, CZ) chiatru, nap. lue.
fronte5. Da ant. fr. chiere (chere) ‘viso5, chiatra id., da clatrum ‘inferriata5.
introdotto dai Normanni; v. Jost 34. Voce affine è salent. chitru, citru, bar.
cera (chera) ant. sic. (Scobar), ciera chjitra ‘ghiaccio5 da clitrum <f gr.
(Traina, Pasqualino, Biundi) f. sedia; xXsitì-pov ‘serratura5 ; v. LGr 244. - Per il
cfr. ant. it. ciaiera. Da ant. fr. chaiere trapasso semantico, cfr. nel Lazio
(cathedra) ;v. cadera, ciaéra. peschiu ‘ghiaccio5 da pessulum ‘chia­
cérfidu v. gerbu. vistello5; v.jetru.
cerniventu (E e) m. gheppio; v. caccia­ chicari (Traina) = kjikari, chjicari (Mtr),
ventu. chjigari (M mo, tr), ghicari (Biundi) n.
cersu (M fu, m, ma, r), cessu (M a, f) ag. arrivare; cfr. cal. (CZ, RC) chjicari id.
incolto, non coltivato; cfr. bov. perciò, Corrisponde allo spagn. llegar, port.
cal. (RC) %ersu e jersu, (CS) jiersu id. -< chegar id. - Da lat. tard. plicare, p. es.
gr. xépoo? id. (Peregr. Eger.) sic denuo plicavimus nos
cerviola (M stf) f. sorta di pesce, leccia, ad mare. Per il trapasso semantico, v.
cessavoi (Traina) m. cartamo; cessabó Corominas, DEC III, 162; v. agghijari.
(M to), cessavói (M al, rv) bonaga, Ono­ chicchiri d du (M fo, sa), -illu (M sp) m.
nis spinosa; cfr. cal. (CZ, RC) cessavói vertice, cima, parte piu alta ; cfr. chirchi-
‘bonaga5 : ‘scansa il bue5; v. restavoi. riddu (Vinci) id.
checcu (Vinci, Biundi, Traina) ag. balbu­ chichiriddu (M lo, to), crichiriddu (M b)
ziente, tartaglione; chicch'iari (Traina, m. gheriglio di noce; cfr. cal. chichiridu
AIS c. 194), gallosic. chicchje (AIS) tar­ (RC) id. — D’origine onomatopeica :
tagliare; cfr. cal. (CS, RC) checcu id. e kikiriki voce del gallo; v. LGr 238.
(CS) chicchijd id., piem. kikijà, kek- chidda || na — (E c M m) un certo numero;
kezzà ‘tartagliare5, jè na chidda (E c) è una bella somma;
chéiri ‘aborrire5 v. scédiri. na chidda d'amici (M m), na chidda di
chiancheri (Biundi, Traina) m. macellaio; carusi alcuni ragazzi; cfr. cal. (CS) na
cfr. cal. chianchieri id. Da chianca chilla de gente, abr. na quella da ggenda
‘ceppo del macellaio dove si taglia la ‘molta gente5 [‘quella5].
chincu (Traina, M fr) m. truogolo di creta Da *flaccare <C *faculare (REW,
nel pollaio; cfr. nap. chinco, avell. 3137)-
kjinku ‘tegame da focaccia5, ciaciamita (M lb, p), ciacciamira (C b),
chippu (Traina), chjippu (M c, to), ghjippu ciagamira (M sp) f. geco, Tarentula
(M fo, r) m. omento; cfr. cal. chjippu id., mauritanica; cfr. cal. salamida id. = gr.
da *plippu <f gr. sm7tXoov id. aapapifftov (LGr, 447) ; v. zazzamita.
chirca v. cricchia. ciaéra (Vinci, Ma, mo, r) f. sedia •< ant. fr.
chirchiredda (M cr) f. specie di sparviere; chaiere = mod. fr. chaise ; v. cera.
v. cuccareddu. ciafagghiuni (Traina, Biundi), safagghiuni
chiri-chiri (A n M fl, u C b) voce con cui (Traina), cifagluni (Senisio) m. specie di
si chiamano i maiali; cfr.cal. e irp. chiri- palma nana, cefaglione, Chamaerops
chiri, lue. chira-chira id., cal. (CS) humilis. Da xscpaXcóv latinizzato; cfr.
chirillu ‘porcellino5, gr. ant. ypóXXo? pianta palmarum quam cephalonem
id. vocamus (Palladius); v. Alessio 47,
chiricuopu v. pricocu. LGr 236. Ha dato nome al monte
chirillu (C r) m. maiale; cfr. cal. (CS) chi­ Ciafaglione nei pressi di Agrigento,
rillu ‘maialino5 e v. chiri-chiri. cialoma v. ciloma.
chit'iari (Vinci, A sc M r) a. solleticare; cianciolu (M br, m, stf) m. sorta di rete da
mi chitiu (M r) sono sensibile al solletico ; pesca a maglie molto strette; cfr. eal.
cfr. cal. chit'iari id., chiti chiti ‘voce per (CZ, RC) cianciolu id.
indicare il solletico5, ciannacca (M b, mo, rd, si), cinnacca (M
chiumputu ‘maturo5 v. cunchiutu. fl, u), cinnaca (Traina, M to), sciannaca
chiuppu (E et), chiup (E a), gallosic. (Traina, R r), ciannaca (M li), lannaca
chiupp (Roccella 82), cchiü (C b), chiù (A n B b), sannacca (Pitré) f. catena
(Cl M to) m. assiolo; cfr. cal. (CZ) chiù e d’oro; cfr. ant. sic. (Senisio) cannaca,
chió, (CS) chiovu id. - Dalla voce dell’ (Scobar) hannaca, cal. cannacca, gan-
assiolo chiù ; v. jacobbu. nacca, fannacca, hannacca id., da ar.
chiurana ‘rana5 v. giurarla. hannäka; v. Pellegrini 164; v. fan-
ciabruni ant. sic. (Senisio) m. travicello, naca.
corrcntino su cui si pongono le tegole del ciantru (Traina, Biundi), ant. sic. (Senisio)
tetto; cfr. cal. (RC) ciavruni, ciavuruni chiantru (pron. ciantru) m. cantore, qui
id., da fr. chevron. primus dat cantum in choro, da fr.
ciaca (Traina, Biundi, P p), giaca (Traina, chantre; cfr. sic. ciantari ‘burlare5,
T v) f. ciottolo, sassolino ; ghiaca (M mi) ‘canzonare5.
pietra piatta per selciato. Corrisponde ciaramita (De Greg., C sm M ma), ciara-
al cal.praca ‘pietra larga5■< gr. 7rXàxa id. mira (T t), cialamida (M 1) f. tegolo;
(LGr, 407). ciaramiti (M f, ma P b), ciamaritì (P b)
ciacca (Biundi, Traina), jacca (E c), ciaramiri (M to), ciarambilli (M mo),
iacea (M 1) f. fenditura, fessura; v. giaramini (M fl), giammariti (A a) pi.
ciaccari. cocci di vaso o di tegolo; cfr. cal. cera-
ciaccari o sciaccari (Biundi, Traina, C sm midi, ceramili, bov. ceramidi ‘tegolo5 <C
M ma R g T v), laccari (A sb C b K v), gr. xspapuSiov id. (LGr 233).
iacea (M no) a. fendere, spaccare; cfr. ciareddu ‘capretto5 v. ciavareddu.
cal. laccari id., tose, fiaccare ‘spezzare5. ciarmari (Biundi, Traina) a. affascinare,
ammaliare; cfr. cal. ciarmare id., da fr. nautarum’. Da gr. xsXsupa ‘canto ritmico
charmer ; v. Jost 77. dei rematori di una barca’; v. Alessio
ciarmu (Biundi, Traina) m. malia, incanto, 46, DEI 937, LGr 231.
ciurmeria; da fr. charme. cilona (A n, sb M tr), cirona (M mo), ant.
ciarvuni (M to), ant. sic. chabruni — sic. chilona e chalona (AStSO, III, 262,
ciabruni (Senisio) m. corrcntino su cui si 269), cirona (M mo, rv) f. coperta di lana
pongono le tegole del tetto; cfr. (RC) ordinaria; cfr. ant. it. celone ‘coperta per
ciavuruni, ciarvuni, (CZ) cervune id., letto. Da ant. fr. chaalon id. : ha preso
da fr. chevron. il nome dalla città di Chalons ; v. FEW,
ciavareddu (Biundi, Traina), ciarvieddu II, 619.
(M 1), ciareddu (C 1, m M b, si), a. 1371 cilora (M c) f. manipolo di lino. Sarà meta­
chaurellu (Boll. XII, 342), gallosic. tesi di *ciróula; v. ciróulu.
ciavarèu m. capretto (AIS, c. 1081), da cimari v. ncimari.
ant. fr. chevrel = mod. chevreau-, v. cimarra v. giummara.
Corr. no 20. cimati (mess.) pi. broccoli di cavolo (Vinci
cici (M cm), ciciu (M ss) m. carne (inf.). 70), cimiti (M cm) specie di broccoli sel­
cicici (C b M t), dei (Biundi) voce con cui si vatici. Corrisponde al cal. (RC) i cimiti,
chiamano i polli. bov. ta cimata ‘broccoli selvatici’ -< gr.
cifeca (Traina) f. vino scadente o cattivo; Taxiifxaxoc ‘le cime’; v. LGr 283.
cfr. cal. cifeca ‘vino imbevibile’, ‘be­ clmicia ‘cimice’ d’accordo con la Calabrio
vanda mal preparata’, tose, ciofeca ‘cosa grecanica (CZ, RC) è femminile in tutta
di nessun valore’. Da ar. safaq ‘cosa la Sicilia, compreso le colonie gallo-ita­
vile o di scarto’; v. Pellegrini 222. liche : éizima, limaza. In evidente contras­
ciffu v. scifu. to con tutto l’altro Mezzogiorno, doveci-
cifia (Vinci, Traina), ciufia (M fo, u), mex (in latino maschile) ha conservato 1’
giufria (M ste) f. morbo degli occhi; antico genere (AIS, c. 473). Certamente
ciufria (M fr) leggiero malessere; cfr. dovuto ad una innovazione sorta nella
cal. (CZ) cifia ‘fiacchezza’. Galloromania : prov. la cimia, lig.
cifrlscula (M to) f. civetta. simiza, piem. la cimes, tose, la cimice ;
cilanca v. cinanca v. Corr. no. 25.
ciliu (Vinci 69) m. cremor ex farina in cimlgghia (Traina, C b, r) f. favilla = lig.
quem mulieres stamen infundunt ut fila semia e smuja id. (AIS, c. 926).
spissentur, ciliu (M an, fr, g), sciliu o cinanca (Traina, Biundi), cilanca (Traina),
sciuliu (M mo, r) m. specie di amido di zinanca (Pitré), sciulanca (Pitré) f. buli­
farina adoperato per dar la salda ai mia, malattia che consiste in un grande
tessuti; cfr. cal. (RC) ciliu, (CZ) ciliju appetito; cfr. cal. (CS, CZ) cinanca
id., in Grecia (pelop.) ydkòc, id. ed il ‘voracità’. Vi appartiene anche gallosic.
verbo ‘inamidare’ latinizzato in c'ianca ‘estremità della coda’ (Roccella
*chylidiare ; v. Alessio in RIL, 77, p. 84); cfr. cal. (CS) zilanca, cinanca,
104 e LGr 573. (RC) zinanga, bov. zinnannga ‘ultimo
ciloma (Senisio), sciloma (Traina), cialoma filo (vertebra) che si suole estrarre dalla
(Traina) f. rumore confuso di molte per­ coda dei gattini e dei cagnolini per toglie­
sone, grande vocio; cfr. cal. (CS) ciroma re loro la voracità’, vizio il quale nella
id., lat. tard. (glosse) celeuma ‘canticum credenza popolare ha la sua causa in un
verme o in un filo che risiede nell’estre­ ‘chierica’; v. Alessio, RIL 77, 647 e
mità della coda. - Trae l’origine da gr. LGr 250.
xuvày‘angina’; v. LGr, 283. cirimuli(M ra, ss), cirimmuli (M fr) pi. cic­
cinciddicchiu (M g), cinciddittu (M ss) m. cioli; cfr. cirimbulu (Vinci) intestinum
mignolo. suillum sale conditum.
cinfula (M bf) f. schiaffo; v. cirèngula. cirnecu (Traina, M mo, n, to, u) m. cane
ciniari ‘nitrire’ v. sciniari. segugio; cfr. fr. charnaigre, prov. citar­
cinisa (M r) f. tritume di carbone; cfr. negue ‘specie di cane da caccia’,
cal. cinesa id., spagn. ceniza ‘cenere’; v. cirnigghiu (Biundi, Traina, M mo, to),
ginisa. vaglio da grano = cal. (CZ, RC) cer-
cinóbbusu (M al) m. corbezzola, nigghiu id. - Voce importata dai dialetti
cintimulu (Traina, M si, tr), centimulu settentrionali : gen. cerneggio, piem.
(M mi), cintimbulu (M mo, r), ginti- sernéi id. = ant. prov. cernilh id. < cer-
mulu (A sb E c) m. mulino ad asino o niculum.
mulino a mano ; cfr. bov. cendómilo, cal. ciróbbisu (Traina), cirübbisu (P b) m. pro­
centimulu e sim. per tutto il Mezzo­ poli, sostanza resinosa raccolta dalle api
giorno. Certamente da una base greca : sulle gemme delle piante per turare le
*xevró[AuXo<; < xsvtm ‘spingere’ + pàXo? fessure delle loro arnie, da gr. xtjpótcktctcx;
(?); v. LGr 232. ‘pece di cera’ (LGr 237).
ciocca ‘chioccia’ v. v. yocca. cirópiddu (M ma) m. cera grezza attaccata
ciocca (M cg) f. geco, al miele che risulta dal favo; cfr. cal.
ciranna ‘raganella’ v. giurano. (RC) cirópadu, bov. cirópuddo id. < gr.
cirasi (M b, mo, tr) pi. incotti, macchie di x7]pÓ7raoXov (LGr 42S) ?
bruciato che vengono alle gambe : ‘ci­ ciróulu (M r) m. manipolo di lino; cfr.
liege’ ; v. fucili. ant. mess. (Vinci) yirópula ‘lini mani-
ciraulu (Senisio), ciràvulu (C m) m. ciur­ pulus’, bov. yeróvolo e y/rèmulo, cal.
madore di serpenti; ciraulu (Biundi, (CZ, RC) yìróvulu e yirómulu id., da
Traina) cerretano, ciarlatano; cfr. cal. gr. yetpoßoXov ‘manata’, ‘mazzetto’
ceràulu e ceraularu ‘ciurmadore di ser­ (LGr 564) ; v. cilora.
penti’, ‘ciarlone’. Da gr. xepaóXn)? > lat. cirrimu (M an, li), cirrumu (M li) m. riga­
ceraules ‘suonatore di tromba’; cfr. gnolo di acqua piovana; cfr. cal. (CZ,
Ciràolo cogn. in Sicilia, Ceràvolo cogn. RC) yimmaru, (RC) yimarru e yirramu,
in Calabria. bov. yimarro id., da gr. tard. appo?
cirenga (PS 48, Vinci, M fu, t)f. nome di ‘torrentello invernale’; v. NC, no 18.
pesce, sorta di cernia, cisca ‘secchio’ v. yisca.
cirenga (M r), cirèngula (M bf, rd) f. ciseri ‘ventriglio’ v. giseri.
schiaffo; v. cinfula. citarla (M to) f. canale per deviare
ciricócculu (Biundi, Gioeni) m. testa, cer­ l’acqua.
vello; cfr. cal. (CZ) chjiricóppulu ‘som­ ciuccara (M bf) f. nome popolare dato al
mità di collina’; v. ciricóccula. gruppo delle Plejadi : ‘la gallina (chioc­
ciricóccula (M a), ciricóppula (M lo, n) f. cia) con i pulcini’; v. ciocca epuddara.
testa, cervello, occipite; cfr. cal. (RC) ciufia v. cifia.
chjiricózzula ‘testa’, ‘cocuzzolo’. Sembra ciuminisani (M si) pi. abitanti di Fiumedi-
compos, di cal. cócculu ‘cranio’ con nisi.
ciurana ‘raganella’ v. giurano,. córanu (M br, 1) m. sorta di pesce; cfr. cal.
duri (T v), sciura (M b, mal, mi) f. fiore; (CZ) córanu id.; cfr. lig. córano, sic.
cfr. gallosic. (M sf) la sciaur. Corrispon­ corinedda ‘pesce della famiglia delle
de al lig. la sciura, la sciüa, piem. la atherine’ (PS 36).
fiur, fr. la fleur. cozza (M bf, c), crozza (Traina, M r) ga-
ciurina |[ crapa - (M f, mo, to) f. capra con rozza (M to) f., carozzu (Traina) m.
una stella bianca sulla fronte : ‘fiorina’, antica misura per cereali, quarta parte
ciurru (Traina, M al, cr, rd) m. tacchino ; di un munneddu, cioè circa 4 litri; cfr.
(M al) ciurra f. tacchina; cfr. gallosic. cal. cozza id.
(M sf) ciurra id. cozzu (Biundi, Traina), cozu (Senisio) m.
ciusca ‘pula’ v. jusca. occipite, cozzu (P b) collina; cfr. cal.
ciusciari o sciusciari (Traina, sic. com.), cuozzu e cozzu ‘collina’, ‘nuca’,
'/uyjari (A sb K v), juy/ari (E c) n. sof­ cozzulavéntulu (E et) m. gheppio ; cfr.
fiare; cfr. cal. (C S) ju%%are, (CZ, RC) cazzavéntulu id. in zona di Catania
/uyiari id. - Per assimilazione da un (Giglioli 399); v. cacciavéntula.
anteriore *su%%are < sufflare. cracópita ‘albicocca’ v. cricopa.
cividduni (M fo, me) m. midollo dell’osso; eräeula (M g, ss) m. strofinaccio; v. crd-
v. midudduni. culu.
coccanu (Scobar) m. faretra dove stanno cràculu (M eg, u), erdeuru (M to) m. stro­
le frecce. Voce arcaica oggi spenta con finaccio; cracuii (Traina, M to, u) pi.
questo significato (Trapani 174); (Trai­ masserizie vili, stracci; cfr. trent. cràcul
na, Gioeni) ognuno di quei bracci che ‘cacherelli’.
fanno parte della lumiera, ove si ficcano cramüsciu v. carmüciu.
le candele <f lat. mediev. cucurum, crapu (M fr) m. paglia di orzo o avena;
gr. biz. xoiSxoupov; cfr. alb. kukure, ted. cfr. cal. (CZ) crapu ‘stoppia di grano’,
köcher. bov. klapo ‘gambo dell’orzo’ ; v. LGr 242.
cóccuma (M a, m, mi) f. sorta di pesce; craséntula v. casèntula.
cfr. cal. (RC) cóccuma ‘pesce prete’ <C gr. craséntulu v. caséntaru.
xóxxu\ (LGr, 250). crassudda v. crisudda.
cóccumu (M gm, stf) m. pesce prete, crettu (Biundi, Traina) ag. screato, poco
cócula (Traina, M a, tr), f. ciottolino; cfr. sano (di bambino); cfr. cal. (CZ, RC)
cal. cócula, bov. cócula id., salent. cócula crettu gracile, magro [crepitus],
‘palla’, lomb. cógula id., v. LGr 251; v. cricopa (M a, ma), carcopa (M fo), cri-
cuculuni. cropu (C sm), cuccopa (M rd), cracópita
cóculu (M r) m. ciottolino, cfr. cal. (RC) (M li) f. albicocca.
cóculu id. ; v. cócula. cricopara (M a), cuccupara (M rd), cra-
cona (Traina, M ma) f. nicchia in un muro copitara (M li) f. albicocco,
con una sacra immagine; cfr. cal. salent. crioti v. ucrioti.
cona id. <C gr. eìxc5v ‘immagine’, cristaredda (Biundi, Traina), cristaredda
coniedu ant. sic. (Senisio) ‘commeatus’ : (P b), tistaredda (Biundi, Traina), tista-
è il fr. congé. redda (Tv) f. gheppio; cfr. cal. (CS)
cópiddu (M g), cópiu (M eg, to), cófiu cristariellu, (CZ) cristareddu, nap. cris-
(M ss) m. tarlo del grano; cópuddu tariello id. - Sembra nato dal fr. crèce-
(M si) verme del formaggio. relle ‘specie di falco’ (FEW, II, 1321).
cristaredda 'pesce’ v. custardedda. pola. Da ar. qubba; v. Pellegrini 155
crisudda (Gioeni, Traina), crasudda (M e 423.
cm), grassudda (M to, u), grassulla (M cubbula (Biundi) f. cupola. Incrocio tra
mo) f. camedrio; cfr. cal. (CS) cerzulla ar. qubba e lat. cupula; v. Pellegrini
id. : ‘ha le foglie della cerza = quercia? ; 155-
cfr. camedrio = yoqiviSpuov 'quercia cucca (Biundi) f. civetta, (M cm, v) ‘assi­
bassa’. olo’, gallosic. cuca ‘civetta’; cfr. cal.
crisuléu (M a, c, 1, r), crusuléu (M m, r), (RB) cucca (RC) ‘femmina del gufo’;
grusuléu (M m), rusuléu (M an, ma, t) cfr. gr. mod. xouxoußayia ‘civetta’, v.
m. rigogolo. Corrisponde a cal. (RC) LGr 264.
crusuléu e trusulèu id. = gr. ypoao-AaCo? cuccareddu (M fo) m. gheppio; v. chirchi-
‘tordo d’oro’; v. NC no 19 e LGr 573. redda.
cropa (Traina) f. legatura usata dai mulat­ cuccia (Biundi, Traina, A a E c M cm, li
tieri; cfr. cal. (CZ, RC) cropa 'corda per mi P b) f. minestra di grano bollito,
legare la soma al basto’, sic. ncruparì, piatto rituale usato per Santa Lucia =
cal. ncropari ‘attaccare’, ‘legare’. Da cal. (CS) cuccia id. da gr. xà xouxxla
*xXómx < *copla < lat. copula ‘granelli’ ; v. LGr 263.
‘corda per attaccare a paio’ ; v. LGr 246. cucciddata (P b) f. specie di dolce che si
crópanu ‘abete’ : si trova nel vocabolario fa per Natale; cfr. sic. cucciddu ‘granel-
di Del Bono (1751), poi nel Pasqualino letto’.
(1785). Da lì è passato ai vocabolari più cuccitta (M an, cm, f, fo, ma) m. sorta di
recenti (Biundi, Traina). Oggi è voce grano tenero.
scomparsa. - È certamento un setten­ cucciufa (A n K v) f. lodola cappelluta ; v.
trionalismo; cfr. tic. cróvet ‘abete bian­ cucciuvia.
co’, ant. novar. cropo (Bertoni, Profilo cucciuta (Senisio) f. ‘filomena’, ‘usignuolo’;
stor. p. 30); v. DEI 1175. v. cucciufa, cucciuvia.
cróviu I ovu - (M g) m. uovo col guscio cucciuvia (Valla, M mo) f. lodola cappel­
molle e imperfetto. luta, err. cucciuvia (Traina) lodola; cfr.
crozza (Biundi, Traina) f. cranio, teschio; franc, cochevis id. e cal. cucciarda ‘lodo-
cfr. cal. crozza id., it. croccia ‘ostrica’, la’; v. cucciufa.
crozza ‘misura’ v. cozza. cucciuvia (M al), cucciuvè (M n) f. civetta;
crozza || crapa - (M fr, g, mi, sm) f. capra v. cuccuviu.
senza corna; cfr. cal. crapa crozza id. cuccù (M n, rd, tr, u) m. specie di gufo,
crupa (Vinci, Traina,Mal) i.,crupu (M si) m. assiolo; cfr. cal. cuccù id.
vaso senza manico o senza collo. Corri­ cuccuciddu (M n, ss) m. bagolaro, Celtis
sponde al cal. (RC) curupa e crupa, (CZ) australis; v. middicuccu.
crupu, bov. curupi id. = gr. xovpouraov cuccuviu (Biundi) m. il canto della civetta
‘vaso rotto’; v. NC no 20, LGr 271. = cal. cuccuviu, salent. cuccuiu id. ; cfr.
crusuléu ‘rigogolo’ v. crisuléu. gr. mod. xouxooßaou id.; v. LGr 264.
cruvicari (K v), ruvicari (C b) a. seppel­ cuculuni (M an, c, ma, si), cucuruni (C b
lire; cfr. cal. corvicare, cruvicare id.; M rv, tr) m. grossa pietra rotonda,
v. vurvicari, druvicari. - Da *c00p ri­ ciottolo; v. cócula.
care ‘coprire’? cuddari (Traina, M b, cm, si) n. tramon­
cubba (Biundi, Traina, T v) f. volta, cu-6 tare ; cfr. si sta cuddannu u suli (E c) sta
6 München Ak.-Abh. 1975 [Rohlfs]
tramontando il sole, colla u suri (C b) (CS, CZ) cunchiutu ‘maturo’ <C *com-
tramonta il sole ; cfr. cal. colla lu sule id. plutus ‘compito’; v. scumputu.
< ‘travalicare dietro il colle’, cunnuroti (M r) pi. gente del casale Con­
cuddari (E c K v), gallosic. cuddè (Roc­ duri.
cella 91) a. inghiottire; cfr. cal. collare id. cunzarru (Biundi, Traina, Giuffrida),gon-
■< ‘far passare per il collo’. zarru (Giuffrida) m. mucchio di pietre,
cuddizza (Ma, fr, si), ncuddizza (C ad M pietraia, cunzarru (P b) collina pietrosa,
cm, r, v) f. lappa, attaccamani, Galium (Biundi) rupe scoscesa. Da ar. qanzar
aparine = cal. (RC) coddizza id. < gr. ‘culmine’; v. De Gregorio no 608, Pelle­
*xoXXiTaa, cfr. gr. mod. xoXXvjTcdSa id. ; grini 259.
v. LGr 252; NC no 21. cupparu (M fo, mo, no) m. cuculo.
cudéspina (ant. mess.) f. donna anziana curàtulu (Biundi, Traina, M fl, sp), culatru
Vinci 81), cutéspìna (M ro) buona mas­ (M bf, c, to), curatu (M u) m. fattore,
saia; cfr. cal. (CZ, RC) cudéspina, bov. (P b) cascinaio == cal. curàtulu, bov.
codéspina ‘buona massaia’ <C oìxoSect- coràtora ‘capo dei mandriani’, salent.
7TOWa ‘padrona di casa’, curàtulu ‘capo degli operai nei magaz­
cufi: (Vinci, Traina, M r) pi. dolori ai zini d’olio’. Da gr. tard. xoup<xTopa<; <C
lombi; cfr. cal. (CZ, RC) cufi id. lat. curator.
cufularu (M r, t T v) m. focolare; cfr. cal. curdaroti (M u) pi. abitanti di Cordaro.
(RC) cufularu id. - È metatesi di fucu- curdaru (Biundi, Traina, C1 M rd) m.
laru; cfr. cufuni (A sb M t) = fucuni nottolone, caprimulgo (uccello) = cal.
‘vaso da tenervi fuoco’, cal. cordaru id. ; cfr. tose, funaro id. -
cufuruna ‘tartaruga’ v. fucuruna. Ha preso nome dal cordaio. Fa come i
cugnata (Senisio, Traina, R g) f. scure, cordai : va avanti e indietro nel suo
accetta; cfr. cal. (CZ, RC) cugnata volo (DEI, 1105).
‘scure’, fr. cognée < cuneata. curduni (Biundi) m. rialto di terra, (E et
cui ‘colui che’ || cu' veni veni (M bf, r) M mi), cudduni (C b) porca tra solco e
chiunque venga, solco; cfr. cal. cordune ‘margine dell’aia
culatru v. curàtulu. [‘cordone’].
culóvria (Biundi, M mi), culorva (Pitré), curina (M a, ma, n, r, t) f. grumolo di lat­
culófia (M al, stf), culóvira (P b), clobra tuga o cavolo, cuore di carciofo o finoc­
(Scobar) f. specie di grossa serpe, colu­ chio, (A n) cuore della palma, (R r T v)
bro; cfr. ant. fr. colovre, fr. couleuvre palma giovane; cfr. cal. curina ‘gru­
< lat. volg. *colóbra — colubra. molo di lattuga o cavolo’, ‘germoglio ter­
cululùcira (ant. sic. presso Scobar) f. minale di una pianta’. Da gr. xopuvv]
lucciola (Trapani 175); cfr. cal. (CZ) ‘germoglio di pianta’ (LGr 260).
culilùcida e molte varianti id., cioè curmali (M fo), cummali (M i), curmari
‘chi luce dal culo’. (M mo), curmaru (M li) m. comignolo
cummatu (M fr, g) m. specie di matassa del tetto; cfr. cal. (RC) curmali id.
usata per l’orditura. curriola (M cr, n, u) f. convolvolo ; cfr. cal.
cunchiutu (Biundi, K v P b M mi), cun- (CZ) curriola id.
chiutu, cunciutu (R g), chiumputu (C b), currizzuni (M to), curruzzuni (M to),
ghiumputu (M ma) ag. maturo; cun­ cutruzzuni (M fl) m. dorso, parte in­
chiutu (Traina) ammezzato; cfr. cal. feriore della spina dorsale ; v. cutruzzu.
curtigghiu (Biundi, Traina, M mi T v) m. bottiglia’. Si attribuisce al gr. yjJTpÓTCou?
vicolo senza uscita, chiasso. Da ant. fr. ‘pentola munita di piedi’, latin, in
courtil ‘piccolo cortile’ (Varvaro, Norm. chytropus ; v. LGr 574 e DEC I, 931.
cutrufiara (M an) f. specie di salvia,
9)- ......................................
curvìseri (Gioeni, Traina, Biundi) m. Phlomis fruticosa,
ciabattino; cfr. ant. fr. corveisier id., cutrupia v. capituria.
cioè chi lavora con pelle di Cordova, cutruzzu (Vinci, M bf, c, sp) m. dorso,
cùscusu (Biundi, Traina, M mo) m. spina dorsale; cfr. cal.(CZ, RC)cutruzzu
pastina minutissima; cfr. cal. cùscussu e ‘dorso’, ‘estremità della spina dorsale’,
cuscusù id. < ar. kuskus id. cuturda (M an) f. tordo ; v. cuturdu.
custardedda (M bc, fu), cristardedda (M cuturdu (M fo, ga, ma) m. tordo; cfr. cal.
mi), cristaredda (PS 27) f. sorta di pesce, (RC) cucurda ‘tordela’.
costardella. cuturdu (M bf, ra, to) ag. testardo,
custureri (Biundi, Traina), custurerìus cuvanu (M lo) m. gufo; è metatesi di
(Senisio) m. sarto < ant. fr. costurier. fuganu (v.).
cutrufu (Biundi), cutruffu (Gioeni) m. cuzzupu (M a, f, fu, r) m. paniere o vaso
sorta di caraffa di vetro; cfr. ant. nap. senza manico o senza collo; cfr. cal.
cutrufu, umbr. cotrufo, salent. cutrubbu (RC) cuzzupu id., curupu, bov. curupi
‘vaso di creta’. Corrisponde a spagn. id. = gr. mod. xoupoóra id., con influsso
cotofre, ant. prov. cotofle ‘specie di di xouTcroc, ‘monco’; v. LGr. 271.

dàbbisu (Traina, A sb) m. panacea, specie (M si, tr) f. pianta molto amara dalle
di finocchio selvatico, Thapsiaasclepium, foglie finissime, specie di millefoglio.
dall’ ar. d ab bis (< gr. ffà^o?); v. REW Da gr. ant. Savod?, -ISa ‘nome di un’
8697, Pellegrini 259. erba’ (Erigeron viscosum). Vi appar­
dagala (Giuffrida, Traina, C m E et P b), tiene Tannavita top. in zona di Bronte e
dàcala (T v), ddala (M ma) f. terreno il Monte Danavedao a sud di Novara; v.
d’alluvione coltivato lungo un fiume, NC no 59 e LCr 119.
(C m) pezzo di terra coltivabile in mezzo darbu (Traina), éarbu (M n) m. misura di
alla lava. Da ar. da gal ‘terreno con acqua (per l’irrigazione) che è la quarta
fitti cespugli’; v. Pellegrini 260, Wagner parte della zappa. Da ar. darb ‘spor­
in ZRPh 56, p. 374. tello’, ‘passaggio stretto’; v. De Grego­
dammusu (Biundi, Asb E et M mi P b T v), rio no 201, Pellegrini 146.
ddammusu (Giuffrida), damusu (Seni­ dàrdanu (Traina) m. frassino, ornello. Da
sio) m. tetto a volta, tammusu (E c) ar. dardär; v. Wagner, ZRPh 52, p.
volta, da ar. dammüs ‘volta’; v. Pelle­ 664, Pellegrini 260.
grini 259. dari ‘dare’ è verbo difettivo. Nel presente
dannavida (M cu, u), dannavira (M rv), viene sostituito con il verbo dunari (v.
tannavida (M sp, to), donnavida (C 1 AIS, c. 1691): dugnu, duni, duna,
M b, fl, ra), donnavira (C r), donnaviva damu, dati, dùnanu. La stessa flessione
mista vale per tutta la Calabria meridio­ diécuma, lue. décuma, salern. récuma id.
nale; v. GrI, § 543. Essa lascia pensare a < gr.*tJ£xcopa ‘quantità di dieci5 (LGr,
influssi francesi, cfr. ant. fr. doing ‘io do’ 122).
< *doneo. diäulu (M rd) m. mulinello di vento; cfr.
darifógghiu (M fl, to), dirifógghiu (M u), cal. diavulicehiu id.
ddaurufógghiu (M n) m. agrifoglio, dibbruni (M b, sp), libbruni (M ra, to),
dassari secondo Traina sarebbe ‘idiotismo dubbruni (M f), tubbruni (M bf) m.
per lassarP. Ma tale forma per tutta arpione primitivo di porta; cfr. cal. (CS,
l’isola non mi fu mai confermata. — CZ, RC) dubbrune, (RC) dipruni, bov.
Esiste invece nel gallosiciliano il verbo S\.pluni id., da fr. doublon id. con
ddascè = ddascè (Roccella 104), a influsso di gr. SitcXó? (LGr, 128); v.
Sperlinga ed a Aidone ddascè (AIS, c. tubbruni.
1657), normale sviluppo fonetico di dica (Vinci, Traina) f. inedia, noia; mi veni
lasciare ; cfr. ddana = lana, ddard — a dica (M u) mi viene lo noia. Da ar.
lardo, ddett = letto. diqa ‘oppressione5 (Pellegrini 211).
dastra ‘capretta5 v. lastra. diminia (CIMA, si, sp, to, u), duminia
dd5 art. maschile usato in alcune zone del (M an, c), tumunia (M c), diminé (M fr)
Messinese in posizione prevocalica, cfr. f. grano marzuolo; cfr. cal. (CZ, RC)
dd? uléu (M ma) ‘il gufo5, dd? atornu dimini, riminiu, bov. Vimini <? gr.
(M ma) il falco, dtp urmu (M t) l’olmo; *§i.p,7]vlov ‘di due mesi5; v. tumminia.
cfr. gallosic. (M fr) d'uórm ‘l’olmo5, dindicu (M b), dinducu (M mo) m. gran­
d'uoli ‘l’olio5, d'ar ‘l’oro5, d'azai turco : ‘dell’India5.
‘l’aceto5 (v. AIS) e cal. (CS) dd? anna dinócchiu (Biundi, Traina, A n), dinuoc-
‘l’anno5, dd'èriva ‘l’erba5, dd'ossa ‘le chiu (E et), rinócchiu con d- > r- (P b
ossa5, v. GrI § 420. T v), gallosic. (M sf) dsnuoé m. ginoc­
ddà (Traina) av. la; (M to) vaju dd' 0 chio; cfr. cal. (CS, CZ, RC) dinócchiu.
mèdicu ‘vado dal medico5 < ddà u; cfr. La strana iniziale che si ripete non solo
cal. (RC) II'ò médicu, (CZ) ja u médicu. in altri dialetti d’Italia : umbr. dinoc­
ddìsa o ddisa (Biundi, Traina, A n M m, n chio, pugl. danucchia, nap. ranucchia,
P b T c), disa (Traina, M b, mo, r, si, u), veron. denocio, trent. dinoé, sardo denu-
disa (M lb ,sp), ddisi (M a, fo, g, to) f. cru, ma anche nell’ ant. prov. denolh e in
sorta di graminacea, ampelodesmo, dialetti di Catalogna (dinoti) fa pensare
stramba, Arundo ampelodesmon; cfr. ad un’ antica dissimilazione genuculu
cal. disa, lisi id., da ar. dis o disa > * d e n u c u 1 u ; v. gunócchiu.
(Pellegrini 190); v. élsa, lisi. dirifógghiu (M u) m. agrifoglio; v. dari-.
ddrica (M c, ma), drica (M rd, si, si, to) f. disalora (M cr) f. ampelodesmo; v. ddisa.
ortica; v. addrica, jardica. disiu (Traina, An C 1 M c, r, t), disiu (M
décatu (Traina, M mo, ra, sp) m. modo, sp) m. neo, voglia (macchia sulla pelle
maniera; nun avi décatu (M sp) non ha del neonato) che nella credenza popolare
giudizio; cfr. cal. (RC) sdecatatu ‘disor- si attribuisce ad una voglia della madre
dinato5<Cgr. SéxocTo? ‘decimo5 (LGr, 121). la quale non fu soddisfatta; cfr. cal.
décuma (M no, to), décama (M sp), (CZ, RC) disiu id. : ‘desio5, ‘desiderio5,
décana (M c), récuma (Pitré) f. fascio di diünu (M fo, ma), dijunu (M u), diüni (M
dieci manipoli di lino; cfr. cal. décuma o a) m. duodeno dei bovini [‘il digiuno5].
divigghia (Biundi, Traina, M fr, mo, sp), druga, rum. drugà ‘specie di fuso5,
ant. sic. divigla (Senisio), diviglia (M serbocr. druga ‘fuso per raddoppiare o
mo, rv), livigghia (M to, u), rivigghia ritorcere il filo5; v. LGr 513.
(C b), vidigghia (M b, tr), tivigghia (C druvicari (P b), duvricari (E et M ma),
a) f. scopa rustica per stalla o aia; cfr. giuvicari (A ar) a. seppellire; v. cruvi-
cal. (RC) rivigghia id. Corrisponde al cari, sdruvicari, vurvicari.
lig. dvija, piem. dvigia ‘scopa5 (AIS, c. dubbrari (Traina) a. zappare la terra
1522). Voce arrivata in Sicilia coi coloni intorno alle radici di una pianta, (E et)
settentrionali; v. divigghiario. Corr. no 69. rincalzare la terra, (Pitré, M r, rd) arare
divigghiari (Traina), divigliari (M mo), la terra una seconda volta; cfr. cal. (CZ,
livigghiari (M to) a. scopare; cfr. RC) dubbrari ‘arare o zappare un
gallosic. davigghiè ‘togliere la buccia al terreno una seconda volta5, ‘rincalzare5.
grano5 (Roccella 115). Da *deviliare Non direttamente dal lat. duplare (DEI
‘rendere meno vile5 ; v. divigghia. 1369), ma è un gallicismo : ant. fr.
divinàgghia (M ro, si) f. mantide religiosa ; dobler id. (FEW, III, 184).
v. addivina-furtuna, duvina. dubbreri (Pasqualino) m. tovaglia da
divina-vintura (M er) f. mantide religiosa ; tavola. Da ant. fr. doblier ‘tovagliolo5;
v. divinàgghia. v. Jost 85.
donnavida ‘millefoglio5 v. dannavida. dubbrettu (Pasqualino, Traina, M ra),
dragoti (M u) pi. abitanti di Drago, dubbiettu (Biundi), drubettu (M mo, no),
dragunara (Biundi, Traina, M to), trau­ latinizzato duplectus (Senisio) m. gonna,
nara (M li, r) f. acquazzone; cfr. cal. veste di donna; cfr. cal. (CZ) dubbriettu
(CS) travunara1massa d’acqua piovana5, ‘gonna a pieghe all’ uso antico. Da ant.
fr. dragon ‘nuvola che annuncia una fr. doublet ‘sorta di veste5,
pioggetta5. Come toponimo si ha Dra­ dubbruni v. dibbruni.
gonara in Sicilia e in prov. di Foggia; duminia v. diminia.
v. tragunara. dunari v. dari.
drängada (M r) f. associazione a delin­ dunniari (Traina) rfl. perdere il tempo; cfr.
quere; cfr. cal. ndrànghita ‘mafia5, cal. dunniari ‘fare una cosa molto len­
drasta ‘capretta5 v. lastra. tamente5, donniari ‘donneggiare5, ant.
drica v. ddrica. it. donneare ‘amoreggiare5 <C prov.
drubettu v. dubbrettu. domneiar\ v. DEI 1382.
drudu (M no) ag. limpido, puro; cfr. durbu (Vinci, C 1 M c, li, t), ddurbu (Man,
drurariaru (M mo) pulitissimo, cm, fu, ma), ddurbu (R r), dubbu (M a),
drtigula (ant. sic. presso Valla) f. navetta durpu (M no), ülipu (M bf) m. platano;
(Marinoni 182). Corrisponde a romagn. durbu (Traina) olmo. Da ar. dulb
drugla, march, drüa, abr. drüa, trua, ‘platano5.
trüvula, garg. ndruvala ‘navetta del durnisi (C r) pi. gente di Adrano.
telaio5 (AIS, c. 1514). Non potrà essere duvina (M bf) f. mantide religiosa; v.
separato da gr. mod. (pelop.) VTpoùya = divinàgghia.
E

éddina (M lo, ra, sm) f. edera, ellera; v. érmitu v. jèrmitu.


aréddina. érramu (Biundi, Traina) agg. errante,
èlica (M m, si, r) f. erica; cfr. cal. (CS, CZ) vagabondo, ramingo; cfr. cal. érramu
ilica id. id., nap. èremo, it. ermo ‘solitario’ ■< gr.
elifanti (M fu), liafanti (PS 376) m. ep7)p,o?, v. LGr 156.
elefante di mare, specie di aragosta, éssiri I citiamo qui alcuni residui dell’
astice. antico condizionale (cfr. fora ‘sarebbe’ in
elzu (Senisio) m. ant. sic. ‘caput ensis’. Dante) : 'um fora cuntenti (T v) non
Corrisponde all’ ant. it. elso ‘impugna­ sarebbe contento, si ffórramu pagati
tura della spada’. Certamente un galli­ (A sb) se fossimo pagati ; forra (M fl R i)
cismo : ant. fr. helz ‘coccia della spada’ fora (Biundi, M n) io sarei, fórramu
(germ. helt). (M fl) noi saremmo; cfr. cal. (CS, CZ)
-era (-iera), suffisso usato in alcune zone fora e forra [lat. fu er am] ; v. esti.
della prov. di Messina per distinguere la ésti (C b M 1, ma, mo T v) è, p. es. la
pianta dal suo frutto, p. es.(M u)cirasera, suppa bona esti (C b) è buona, veru esti
fichera, pirera, pumera, (M sp) pumiera, (C b) è vero, cuccatu esti (C b) è coricato,
piriera, (M n) nucera, pirsichera, (Mg) vinu bonu esti (C b) è vino buono, esti
pumera, pirera, livera; cfr. spagn. ranni (M 1) è grande, esti nica (T v) è
noguera, higuera, catal. perera, port. piccola; cfr. cal. (R C) esti assai ‘è
pereira. molto’, esti prena ‘è gravida’.

facca, hacca, acca (ant. sic.) f. equus fadedda (Traina) f. sottana; fadedda
britannicus. Da spagn. haca e jaca, (Biundi), fodedda (Biundi) gonnella,
port, paca, ant. fr. haque < ingl. hack', sottana, faredda (P b) sottana. Da
v. DEC II 1021. spagn. falda, catal. faldilla ‘gonnella’,
faccunoti (M rd) pi. abitanti di Falcone. fadetta (Traina, C 1 M fi, lb, t E et),
fadali (Traina, A n E c M 1, n), faddali faddetta (Traina, M c, li, me, si, to),
(M bf, r), faudali (Traina), fodali palletta (A sb K v), foddetta (M m),
(Biundi), falari (C sm P b, p T v), faretta (C c M mi P b T v) f. gonna,
parali (M mi), gallosic. fadàu (Roccella tutta la veste di donna (v. AIS, c. 1572).
118) m. grembiale; cfr. cal. (CZ, RC) Da catal. faldeta id.
faddali id. - La voce è presa dalla fafarecu ‘bagolaro’ v. favarecu.
Galloromania : piem.faudal, Xvg. foudà, favaricaru (M fo) m. bagolaro; v. favarecu.
prov. f'andai id. ; v. Corr. no 42, Jost 49; fafiana v. favajana.
e v. fantali. faidduni (Biundi, R r M cr, ra, u), frai-
dduni (M li), faghilluni (M rv) m. pol­ dalla Galloromania; cfr. piem. e sav,
lone rigoglioso di un albero; faidduni fara ‘grossa fiamma5, piem. afaré, delf.
(M ma) albero giovane; (M c) castagno afarà rfl. ‘infiammarsi5; v. FEW 8,
giovane; cfr. cal. fagillune e faidduni 370.
‘pollone o ramo giovane di albero5. Da farazftula v. calazita.
*fagillus ‘faggio giovane5 + -uni. farfareca (Pitré 38) f. bagolaro; v.favarecu.
fatta (M cr) f. gruppo di polloni di faggio farsata v. frazzata.
[‘faggete5]. fartasa v. frattasa.
fajana ‘baccello5 v. vajana. fascina (M 1) f. specie di ginestra, Spartium
faliri (M cr) m. grembiale; cfr. cal. junceum.
faddile id. faspa (M a, f, m) f. baccello di legumi
fallannera ‘sparviere5 v. filannera. pieno di frutto.
famiari (Traina) a. scaldar il forno; v. tassa (M bf, c, ma, si), fasa (M b), farsa
camiari. (M an, fu, r), farza (M mo), palumma
fàmicia (Biundi, Traina, M r, rd) f. farsa (M t, u), falsa (M rd), fausa (M
fiosso delle scarpe; cfr. cal. (CS, CZ, sa) f. colombaccio; cfr. cal. (CZ, RC)
RC) famice ^ nap. fàmmics m. id. [1. fassa, bov. fassa, otr. fasa id. = gr.
famex ‘contusione5]. (pà(jCT«; v. NC, no 23. - In parte defor­
fana (M a, fr, mo, n, rv, tr) f. intenso calore mato per influsso di falsa.
che esce dal forno. Dagr. tpavrj ‘fiaccola5?; fassa (K v) f. zolla di terra con erba,
v. fanara. tassata v.j'razzata.
fanara (Biundi, Traina)f.fiaccola;(Traina) fassu (A n) m. zolla di terra con erba,
vampa; v.fana. fata (M fo, g) f. mantide religiosa; cfr. cal.
fanata (M fi) f. intenso calore del forno ; v. (CZ, RC) fata id. : ‘la fata5; v. fortuna e
fana. Morgana.
fanfara ‘pesce5 v. nfànfaru. faucigghia (Traina), gallosic. (E s) fou-
fangotta (A sb E et) f. specie di grande zighia f. piccola falce messoria. Chia­
piatto di creta ; v. fangottu. mata più spesso faucigghiuni m. (AIS,
fangottu (Traina, A sb E a M ma) m. c. 1405) o fucigghiuni (M c, r, to),
specie di grande piatto di creta, scodella, ficigghiuni (M bf, r). Da fr. faucille
catino di terracotta; gallosic. fangótt (falcicula) e faucillon\ v. FEW, III,
‘piatto grande5 (Roccella 119). 380.
fannaca (M to) f. collana; v. ciannacca. faudali ‘grembiale5 v. fadali.
fanò (Biundi, Traina, E e) m. fiaccola. Da favajana (E et M ma), fafajana (M fi),
gr. epoevó? id. fafiana (E c) f. fava verde, fava in
fantali ‘grembiale5 v. vantali baccello, cfr. cal. (RC) fafajana id. ; v.
fami (Pasqualino) m. fuoco con grande vajana.
fiamma; fani (Biundi, Traina) m. pi. favara (Traina, C b M fr, mo, n, u) f. sor­
fuochi che si facevano sulle torri del gente di acqua, daar. fawwàra (Pelle­
litorale di Sicilia per dar segnali; v.fanò. grini 262).
fara (M c, g, r, to R r S s), farla (M ss) f. favarecu (M a, 1, m€),fafarecu (M a, f, fo),
forte vampa, calore che esce dal forno; falarecu (M ma), fadarecu (M fu, li) m.
cfr. affarari (Giuffrida 23) rfl. avvam­ bagolaro, Celtis australis; cfr. lig.
parsi, (R r) abbronzarsi. Voce importata favagrega, piem. falagrea, prov. fala-
brego id. <C faba graeca ; v. DEI 1607, filiscia (M r) f. parte del mulino dove si
FEW III, 341. sprigiona l’acqua (dial, antico), oggi
fédula (M a) f. insetto che fa danno ai 'parte bassa della fornace5 o 'rimasuglio
legumi. delle legna bruciate5. Corrisponde per il
fegu (Traina) m. feudo; ifégura (Pinzone) primo significato al bov. figliaci, cal.
i latifondi. (RC) filicia < gr. (puXaxY) 'la guardia5;
feli I a feli (M bf, m, ma, ra, si, si), a feri v. LGr 548.
(C 1 M b, tr), a fieri (M mo C r), a fiera fimmiteddi (M ro) pi. ciccioli; v. frimiti,
(M sp) f. il fiele; gallosic. (E a) a feu, finaida (M mo), finaita (Traina), finata
(E s) a fieu, (M sf) la fieu; cfr. in dialetti (M g, ss, to, u) f. termine, confine; cfr.
galloitaliani della Lucania (zona di cal. (CS) finaita e finata id., da lat.
Potenza) la fiele, (zona di Trecchina) a finis + long, snaida 'limite5,
fièle. - Tipico fenomeno settentrionale, firdica (P b, t), fiurdica (M fl, u), firdicula
dovuto alle colonizzazione dal Piemonte, (T v) f. ortica; cfr. salent. irdica, vur-
cfr. lomb. piem. la fiel-, v. sali. - Nei dica, ant. spagn. fiortiga, gasc. hourtigo,
vocabolari siciliani (Biundi, Traina) si con fi (> h) per influsso di forte (DEC,
ha solo fieli m. . III, 583). ’
fella (M al, n, u) f. ferula = altrove ferra firrina (M to) f. succhio, verrina : è in­
(Traina). crocio tra virrina (v.) e fierru.
fellacchiara (M li) f. ferula, firringhiddu (M sa) m. nottolino di
fènda (M fo, r, sp tr) f. broncio; avi mala legno.
fenda (Vinci 129) sta con un brutto firrizzu (Traina, C sm), furrizzu (M ma),
broncio ; v. firénda, véngia. fillizzu (T v), fullizzu (M al, mi) m.
fesi (Biundi, Traina, M mi, A n, sb) m. sgabello fatto di pezzi di ferula ; v. fella
specie di piccone, beccastrino < ar. fa’s {ferra).
'scure5 (De Gregorio, Stgl 8, 282). fischia (Vinci, Traina), frischia (M a, fi,
ficarazzu (M bc, si) m. caprifico, ma) f. piccola vasca per acqua,
fichera (E c M u) f. ficaia, albero di fico; fodali 'grembiale5 v. fadali.
cfr. pirera (M u) pero, nucera (M u) il foddi (Traina, sic. com. tranne la zona di
noce, con desinenza dovuta ad influssi Messina) ag. pazzo. Vocabolo entrato in
settentrionali ; cfr. gallosic. fijera, prov. Sicilia dalla Galloromania : ant. fr. fol,
figuiera, catal. figuera. piem. fol.
ficili 'incotti5 v. fiudli. fodedda v. fadedda.
filannera (M fr, n, u) f. pregadio, mantide fonaci 'acanto5 v. arcónici.
religiosa; filannara (Traina) sorta d’in­ fora {forra) 'io sarei5 v. èssiri.
setto : 'donna che fila5, fraca (M c, fu, r, tr) f. veccia; cfr. cal.
filannera (M g) f. sorta di rapinante; (RC) fraca id. - Forse da anter. *flaca <C
fallanera (M sm) specie di falco ; filan- *facia <C *aphacula, latin, da gr.
neri (Giglioli 399) m. gheppio, àcpaxTj 'specie di veccia5; v. LGr 71.
filicudari (M 1) pi. abitanti di Filicudi. fraccoccu (M ra, to), fracocu (M n, sm, u)
filinona (R i, r) m. pisolino, piccolo sonno m. albicocca.
che si fa nelle ore calde dopo mezzo­ fraccucchera (M ra, to), fracuchera (M u)
giorno; cfr. filuvespri (R r) id., it. f. albero di albicocche ; v. fichera.
l'ora di nona. fraidditu (M fu) m. sorta di polpo; cfr. sic.
purpu fraieddu ‘Octopus macropus5 flena id. - Da *flenu <C *fenulum, base
(PS 313). anche dell’ital.fieno.
fraja (M br, sm) f. spiaggia del mare; cfr. Miniti (M c), frimmiti (M r, ro) pi. ciccio­
cal. (RC) fraja id. - Sarà un incrocio li; cfr. cab (C Z) frisulimiti id.
tra praja e fraga lu mari ‘rumoreggia frinnuli (Traina, M n, to) pi. stracci, bran­
il mare5 ; v. praja. delli ; cfr. cab fringuli id.
frajeddu (M stf) m. sorta di polpo, frischia v. fischia.
frajoti (M br) pi. gente delle marine; v. frisinga (Traina, M fi, g, ma), prisinga
fraja. (M an) f. scrofa giovane che ancora non
francavigghioti (C r) pi. gente di Franca­ ha figliato; cfr. cab (CS, CZ, RC) fri­
villa. singa id. — Da ant. fr. fressange id.
frannügghji (M sp) pi. ciccioli, (germ, friskinga).
frasca (M ss, u) f. nome che si dà al citiso, frócia o fróscia (per tutta la Sicilia), gallo­
avorniello; cfr. cal. (RC) frasca id. sic. froza f. frittata (AIS, c. 1006). La
frasciaru (M a) m. frassino; cfr. cab voce si trova già nel ‘Declarus5 del Seni-
frasciu, piem. frassu, lig. frasciu id. sio : froya ‘frietà cum ovis5 (Marinoni
frascinaru (M rv) m. frassino, 63). Corrisponde al cab (CZ, R C) frosa
frastuca (M cu, n) f. pistacchio = sic. com. ‘frittata molto ordinaria di farina e
fastuca (Traina) < ar. fustuq. acqua5, anche ‘bovina quasi liquida5,
frastunaca v. vastunaca. fróscia ‘grosso spurgo catarrale5. Forse
frattasa || crapa — (M r), frattäsa (M rv, si può attribuire all’ant. frane, froissier
tr), fartasa (M an), fartasa (M mo, no, ‘spezzarsi5 (*fr usti are) con cui va il fr.
sp), fattasa (M fo), frastasa (M c, u) f. dial, frouche ‘purée5 (FEW, III, 832);
capra senza corna v. NC, no. 35.
iraia (C b M fr, no, to) f. faggiola, seme frubba ‘pula5 v. furba.
del faggio; voce settentrionale, cfr. frunu (M sm) m. verbasco ; cfr. bov. flono
gallosic. (M sf) fresa, piem. fragia, id. = gr. ant. cpXóvo? e <pXópto<; id. (LGr
bresc. frasa id. (REW, 3142). 541); v. struonu.
frazanutani (M al, sm, to), frazzanutani füa (C sa M a, c, fo, g, li, n), fuga (M to)
(M g, n) pi. abitanti di Frazzanò. f. calore che esce dal forno. Corrisponde
frazzata (Traina, A n C 1 E c M a, t T v), al cab (CS) fuga id. ; cfr. cab (RC) affu-
farsata (M b),fassata (M a, t, to, tr T v), gatu ‘bruciato troppo nel forno5. Sembra
farzana (M mo) f. coperta grossolana nato da un incrocio tra fìsrgj. ‘fiamma5
adoperata spesso per usi agricoli; cfr. e <pw<; ‘luce5, cfr. neogr. (Dodecaneso)
cab (fZTjfarzata e fersataìà. Corrisponde tpoòa ‘calore5; v. NC, no 25 e LGr 544.
all’ant. tose, farsata, sard, frassada, fuanu (C ma M g, mi, mo, sm),fuganu (M
spagn. frazada, catab flassada, gr. mod. b, fi, to, u) m. uccello notturno, gufo;
dial. cpsÀTaàSa ‘specie di coperta5. Per fuanu (Biundi) civetta, fuganu (Biundi)
l’origine poco chiara, v LGr 538, DEC allocco; v. cuvanu. Sarà d’origine ono­
II, 570 e Pellegrini 176. - In Sicilia matopeica; cfr. in Calabria (CS) bufana
sarà catalanismo (Varvaro 96). ‘gufo reale5.
frencia (M al) f. broncio; v. fenda, vèngia. fuata (C 1 M a, f, fr, t). calore che esce dal
frenu (M an, li, ma, t), frienu (R r) m. forno ; v. füa.
fieno; cfr. cab (CZ, R C) frenu, abr. fucigghiuni v. faucigghia.
7 München Ak.-Abh. 1975 [Rohlfs]
fucili (Caglià, M an, c, fo, g, n, rv, si, to), In Sicilia oggi fùngia ‘grugno’ viene
fuselli (M n, r), ficili (Caglià, fr, u), confuso con fùngia ‘fungo* (Traina 413).
fuziri (M sp),fueiri (Tropea 151) pi. in­ furba (E et), frubba (M to) f. loppa, pula di
cotti, macchie che vengono alle gambe grano, fubba (C b M mal) f. vagliatura
per abuso dello scaldino; cfr. cab (CZ, di grano. D’origine galloitalica : lig.
RC) fucili, bov. fucile id. Dal gr. ant. urba, piem. volva o ulba ‘pula di grano’
plur. cptóiSs? ‘macchie di bruciato (AIS, c. 1477) di base celtica *ulvos
sulla pelle5, per incrocio con focus di­ ‘polvere’ (REW, 9043).
ventato *fokides; v. NC, no 26 e LGr furcioti (M a, ma) pi. abitanti di Furci.
550. furdica ‘ortica’ v. firdica.
fucuruna (Valla), cufuruna (Pasqualino, furficlara (M an) m. nibbio; cfr. cab (RC)
Traina, T v), bufuruna (Traina) f. tar­ forficiuni, sic. fórficia e furficiuni (Gi-
taruga. Da ar. fakrün(a) id. di origine glioli 384) id. - Chiamato cosi per la
berbera; v. Wagner, ZRPh, 52, 653 e coda biforcuta.
Pellegrini 199. furioti (Traina, Biundi) pi. abitanti dei
fuddittu (M b, fl, r, ra, to) m. incubo ; (M borghi di una città; (M r) abitanti di
cr, cu, u) raggiro di venti, mulinello ; Castanea delle Furie; cfr. Furie (oggi
cfr. cal. (CS) follettu, (RC) fuddittu deformato in Fùrie), nome dato ai
‘spirito folletto* [fr. esprit follet id.]. sobborghi di Messina, Via Forza di Na­
fuganu si. fuanu. poli, Furiu (RC) nome dato ai casali,
fumeri (Biundi, Traina) m. letame, sterco Forzo villaggio dell’Ischia (gr. ^wptov
(AIS, c. 1174), cfr. cab (CZ, RC)fumeri, ‘casale’].
(CS) fumieri. Da ir. furnier, v. Jost 68. furnaroti (M b) pi. abitanti di Fumari,
fùncia (Traina, M ra, sp, to, n), fùngia furricari ‘seppellire’ v. vurricari.
(C c) f. broncio; cfr. cab (CZ) fungijari furriola (M fl, lb) f. nottolino. Dal verbo
‘torcere il muso per ritrosia o diffidenza* : furriari — firriari ‘girare’,
‘fare il muso a forma di fungo (sic. fùn- furtuna (M cm, f, li) f. mantide religiosa,
giaf ; v. fùngia. cfr. cab (RC) fortuna id.; v. fata, porta-
fùngia (Traina, A sb, M ma, no, tr R g), furtuna.
fùncia (C ma Mr P p), gallosic. (E a) furzoti (M cm) pi. abitanti di Forza
funéa f. grugno o grifo del porco ; v. AIS, d’Agrò.
c. 1092. Ritorna come fùngia (RC) in fuselli ‘incotti’ v. fucili.
Calabria, ma è completamente ignoto in fusia (Traina, M an, r, sp), fusela (M n),
altre regioni o dialetti d’Italia. Bisogna puscia (M fr) f. escrementi del filugello,
andare fin oltre le Alpi per ritrovarlo in uniti ai residui delle foglie mangiate’;
certi dialetti della Francia orientale : cfr. cab (CZ, RC) fusia, fusela id. Cor­
fougne ‘grugno del porco’ (FEW, III, risponde al neogr. dial, (zac.) àcpoucna,
867). Sarà dunque gallicismo entrato (pel.) àcpoomà,, (cret.) à<pouaà id., da
in Sicilia coi Normanni; v. NC, no 43. gr. ant. àtpoucrta ‘rimasuglio’; v. LGr 72.
G

gadda (M fl, to), jadda (M g, fr) f. mallo id. - Da lat. gajus 'nome di uccello5
di nocciuola; cfr. cal. (CS) galla, (CZ, (forse identico col nome Gaius).
RC) gadda 'mallo di noce’ e v. gulla e gàjula (Traina, M bc), jàjula (M gm, stf),
grulla. àula (ALM 570), àjula (M a, 1, m) f.
gaddoffu (M be, u), gadduoffu (M fl), gad- sorta di pesce, mormora, Pagellus mor-
duffu (Traina, C b M b, ra), jadduffu myrus; cfr. cal. (RC) gàjula id.
(M c, r), gallunfu (M sp), gaddóffulu galazzitula (M f) f. sp. di cicerbita; v.
(M to), addoffu (C m) m. gallo ermafro­ calazita.
dito o male castrato ; cfr. cal. (RB) gad­ galéncia v. jalencia.
doffu, (CS) gallofu id., it. gaglioffo galiggi (Traina) m. rivolo d’acqua che su­
‘sciocco5. bito scema, (K v) galici ‘pozza d’acqua
gagghiaru (C r) m. ghiandaia; v. gaggiana per macerare il lino5; cfr. cal. (CS)galici
gagghiu (Biundi, Traina, M b, fl, ra, to) ‘braccio di un fiume5. Da ar. hallg
ag. di vari colori, pezzato ; crapa jagghia ‘braccio di fiume5, ‘canaletto5; v. Pelle­
(M ma), gàglia (M mo, no), àgghia (M grini 450.
an, mi, r P b), gugliata (A sb) capra galimbu (Vinci), galimmu (Traina), sga-
chiazzata di più colori. - Probabilmente limmu (Traina, M fr), garimmulu (M
di origine settentrionale : piem. gaio, sp), sgarimmulu (M al) ag. torto, non
prov. jailh id. < *gallius; v. FEW, piano, sghembo; cfr. in Corsica sca-
IV, 41. lembru id. - Per l’etimo, v. DEI 3482.
gagghiu fl sürici - (M b), surici àgghiu gammitta (Traina, Biundi, Giuffrida), jam-
(M fr), sürciu gàghiu (M sp, sùrciu mitta (M mi, sm) f. canale d’irrigazione,
gàgliu (M-mo), agghjirugagghiu (M u), solco maestro, destinato a ricevere le
sùrciu gagghiolu (C sm) m. specie di acque di scolo; cfr. cal. (CS, CZ) gam­
ghiro, Eliomys nitela; v. gagghiu 'pez­ buta e gammitta ‘solco di prosciuga­
zato5. mento5. Da ar. gammlt ‘tutto ciò che
gaggia (Traina), jùggia (M bc, r), cdggia beve avidamente5; v. Pellegrini 263.
(E c), àggia (M mi P p), àrgia (P b) f. gammozzu (Biundi, Traina), ammozzu
gabbia per polli o uccelli; cfr. cal. (RC) (P p), ammuzzu (C m) m. razza della
gàrgia id. ruota ; v. gammuzza.
gaggiana (M mo, ss) f., jaggianu (M rd), gammuzza (A n, sb), jammuzza (R g),
jargianu (C 1) m. ghiandaia ; cfr. lue. (in jammozza (M mi), gambozza (C b), am-
zona di immigrazione piemontese) gag­ muzza (T v), gamozza (M to), gallosic.
giana — lig. e piem. gasanna id. ; v. jar- jamoza f. ‘razza della ruota5; cfr. cal.
giana e carraggianu (s. v. carragiàu). (RC) gambozza ‘gavio della ruota5. Voce
gaja (Biundi, Traina, K va), aja (Traina), importata dalla Galloromania : piem.
Haja (A sb) f. siepe viva. Da fr. haie. gambossa ‘gavio della ruota5; cfr. fr.
gaju (A sb), gàjulu (Biundi, Traina) m. jante id.; v. Corr. no 65 e gammozzu. -
rigogolo; cfr. cal. {CS)gàjulu egàviu id., In Sicilia il termine fu erroneamente
sic.(M mi)àviu id., sic. (GigliolÌ2o) àjulu applicata alla razza della ruota.
gäpulu 'molle5 v. dpulu. garruna-vacchi (M rv) f. sorta di grossa
garäcciuli (M fl) pi. ciccioli; v.gramicciuli. serpe; cfr. cal. ngarruna-vacca, mpa-
garberà (A n) f. burrone, gola di montagna; stura-vacche id.
garberì (Traina) spaccature nei filoni gasena v. gazzana.
delle cave di zolfo ; v. garbu. gaspu v. caspu.
garbu (C r M an, c, fo, mo, to), gabbu gattigghiari (Traina, M tr), gattugghiari
(M a), carbu (M f, ma, stf) m. cavità in A sc), attugghiari (S s), cattugghiari
un albero; gallosic. (M sf) jerb 'incava­ (M si), cattigghiari (M n), gallosic. (M
to5 ; cfr. lue. (in zona di immigrazioni dal no) gattigghid, (E s) gatighiér a. solleti­
Piemonte) garvu ‘incavato5. Voce im­ care (AIS, c. 682); cfr. cal. catugghiari,
portata dalla Galloitalia : lig. garbu, gattugliare id. Da fr. chatouiller, prov.
piem. garb 'incavato5 (AIS, c. 534); v. gatilhar, lig. gatigià id.; v. Corr. no 71.
garbudu. gavita (Traina, A n), gàvuta (K v), avita
gàrbula (Biundi, Traina, M n, u), gàrvula (C m T v) f. vassoio usato dai muratori
(Traina), gdrbura (M tr), jdrbula (M g), per trasporttare la malta; cfr. cal. (CS)
jérbula (M sf), àrbula (M fr R r), drbura gdvata o gdvita ‘catino di terracotta5 <C
(M c) f. cerchio di legno del crivello. Da lat. gabata.
ar. garbai ‘crivello5; v. Pellegrini 164. gazzana (Pasqualino, Traina, A et, n C sm
gàrbulu (M u) m. cavità in un albero ; v. E c M mo), gazana (M to), gaczana
garbu. (Senisio), jazana (M n, r), jarzana (C 1),
gärbura (M rv, to) f. cavità in un albero; gasena (Pasqualino, Traina), casena (T v)
v. garbu, gàrbulu. f. specie di ripostiglio o armadio nelle
garbutu (M tr), garbudu (M no) ag. inca­ mura di una stanza senza porta ; cfr. cal.
vato; cfr. (M ma) sgabbatu id. (AIS, (R C) bazzana e gazzana id. Da ar.
c. 534), lig. garbu, sgarbu id.; v. garbu. hazàna ‘specie di armadio5; v. Pelle­
gardubbazzu (E c) m. calabrone; v.car- grini 156; v. cazena.
dubbulu. gerbu (Biundi, Traina, M c, fo, fr, me, si),
garera 'tessitrice5, v. carera. gierbu (M cr, mi), gebbu (M a, r), gerfu
gariddi (Traina) pi. noccioletti che sono (A sb P b T s), (M rd) cérfidu, gallosic.
appiccati sotto la lingua ; garìlli (M mo) (M no) gerbu ag. incolto, terreno lasciato
cispe all’occhio; cfr. cal. garilla o ga- in maggese, sodaglia (AIS, c. 1417).
rìdda ‘cispa5 ; v. jaridda. Voce certamente importata dalla Gallo-
garifu (Vinci, Traina, Biundi), jaliffu (M romania; cfr. piem. gerb, ant. piem.
fr, sa) m. erba tenera che rinasce dopo le gerbu, zerbu (Nigra 64), lomb. gerb
prime piogge. Da ar. Rarif ‘pioggia d’au­ (= gerp) o zerp ‘incolto5, ‘non coltivato5,
tunno5 (Pellegrini 191). ant. it. merid. gérbido ‘terreno arido o
garozza v. cozza. sterile5 (DEI 1790), Gérbido e Gèrbidi
garraffu (Traina), garraffa (C b) m. cate­ toponimi in Piemonte e Lombardia. In
ratta del mulino; arraffu (T v) ‘grande Sicilia questi esiti si sono incontrati e
ruota del mulino su cui si precipita sono stati confusi con lat. ac er bus, cfr.
l’acqua5; cfr. Garraffu e Garrafeddu no­ nel Vocab. del Traina gerbu tradotto con
me di due fontane a Palermo. Da ar. ‘incolto5 e ‘acerbo5 e mess. (M m2)puma
garràf ‘ruota di un pozzo per tirare gebba ‘mela agra5 (AIS, c. 1267). Ma per
l’acqua5; v. Pellegrini 264. il primo significato sembra che dobbiamo
ammettere piuttosto una base * g e r b i d u giaramini v. ciaramita.
(d’origine forse celtica); cfr. piem. cande gibbaluni (M bf, c) m. biscia d’acqua; gir-
da candidu; v. Corr. no 46 e DEI baluni (M rd) specie di grossa serpe ; v.
1790. giabbara.
gesiancu (M n), sciasiancu (M to) m. gelso ginisa (M bf T v) f. tritume di carbone;
['gelso bianco5] ; v. marajancheru. ginisi (Traina) m. id.; v. cinisa.
gghiannaru (M fo) m. quercia; cix.ghianna gira (Pasqualino, Biundi, Traina, A a C b
'ghianda5. M mi, sp, to, tr P b),gida (M n, u)ggida
gghjlrica-tórtura (M to), gghjirichitudda (M b), gera (C sm M mo), geda (E c
(M u) f. tordela, tordo maggiore ; cfr. M fr), gallosic. (K p) agéa (Rocella 41)
cal. (RB) jerucùcurdu, chjiricóculu, f. bietola, voce usata per lo più come pi.
jiracócula, chiaracurdaca id. — Sembra i giri, i gidi; cfr. ant. sic. (Scobar) agiti,
corruzione di una composizione con gr. nel Traina aiti = giri. Corrisponde al
lépa£ ‘specie di falco; v. LGr, 183. cal. (CS) ajeta, ajita o jeta id., nap.
ghicari ‘arrivare5 v. chicari. ajeta id. - Strana corruzione di *bleta
ghinéssiri (C r) av. per forza; v. nchen-, < *betula; v. la discussione minuziosa
ghiucchena v. jittena, ticchiena. presso Filippa Trapani 126.
ghiuttena, ghjittena v.jittena, ticchiena. giseri (Biundi, Traina, A n C b, m M b, sp,
giabbara (M an, b), gibbara (JA si) f. biscia to), ciseri (C c, m M c, ra, sp, u) ; zizeri
d’acqua; v. gibbaluni. (Traina), gallosic. gasér (Roccella 138)
giafagliuni || surci - (A sb K v) m. topo m. ventriglio di pollo o uccello. Da ant.
campagnolo; giacaluni (Biundi) piccolo fr. giser, fr. mod. gèsier <j gigerium.
topo simile al ghiro. gissara v. jissara.
giaja (E cn M cm, n, ra, to, u R g), gallosic gistra (Biundi, Traina, M cm), gisra (C m
(M sf) ghìeja f. ghiandaia; cfr. piem. M v P b), gghistra (Pitré 44) f. specie di
gheja id. (AIS, c. 503); v. giaju. cesta, cfr. cal. (RC) gistra e gisra ‘specie
glaju (E s M mi), giai (Biundi, Traina) m. di canestra bassa e tonda5, nel Lazio
ghiandaia; ant. sic. (Scobar) iay nome merid. cistro : con r per incrocio con
di un uccello. Da fr.geai, ant. fr.jai id. canestro.
(lat. gajus); v. giaja. - In certi vocabo­ giuccafa (A n) f. coccio di vaso o tegolo,
lari (Biundi, Traina) giaju err. è dato per giuccu (Biundi, Traina, per tutta la Sicilia),
il rigogolo. juccu (M mi), in alcune zone aggiuccu,
gialinedda (M tv) f. rigogolo; v. gidlinu. giuccaturi, gallosic. gioc, giocu m. basto­
giàlinu (Traina), jàlinu (Scobar), giarnu ne del pollaio (AIS, c. 1139). È voce
(Biundi) ag. giallo; giàlunu (M ma), tipica del Piemonte (giuc) e della Li­
gidlinu (M rd, si), ceddu giarnu (M b) guria (giucu). Apparteneva anche all’ant.
m. rigogolo; cfr. cal. gidlinu 'giallo5 e fr. joc e juc, di cui il fr. moderno ha con­
‘rigogolo5, salent. scidlinu id. - Da ant. servato il verbo jucher detto di polli e
fr.jalne — mod. jaune (galbinus). uccelli. Il sostantivo si ritrova (juccu) in
giàlina (Traina, M ra), gidllina (M si), una piccola zona della Calabria setten­
gidrina (M to), giarna (Pitré 44) f. itte­ trionale (zona di Mormanno), sospetta
rizia; cfr. cal. (RC) gìallinia o gialla id. ; d’immigrazione valdese dal Piemonte.
v. gidlinu. Sarà piuttosto un gallicismo proveniente
giarina v. aggiarina. dall’Italia padana che un normannismo;
v. Varvaro, Norm. 6. - Dal sost. il verbo giummu (Biundi, Traina, Cl M t, to),
aggiuccari (v.). giumbu (M mo), ghiummu (R r), gallo­
giufà (Traina, M m, to) m. personaggio sic. giumm m. fiocco di nastro o di ber­
buffonesco (nelle fiabe siciliane) ; cfr. retto; cfr. cal. (RC) giumbu ‘nappa’,
cal. jujd, juRd, jugale nome dato allo ‘ornamento’ di fili’. Da ar. gumma; v.
stupido fortunato, personaggio delle Pellegrini 178.
fiabe calabresi <C ar. djuha ‘figura po­ giummu (M ss), éumbu (M bf, rd) m. fiore
polare che impersona lo sciocco’ (Pelle­ dell’ampelodesmo (ddisa). - Identico a
grini 135). giummu ‘fiocco’.
giufalé II jucari a - (Vinci, Traina, M sap) giurana (Biundi, A sb K v P b, r T v), giu-
è un giuoco che si fa tra due ragazzi di ranna (A et), ciurana (E et M ma),
cui l’uno chiude in una mano un certo chiurana (M mi), cirana (M u), ciranna
numero di nocciuole, piselli o ceci ab­ (E c M fu), ciuraina (E s) f. specie di
brustoliti, mentre l’altro deve indovinare rana verde, raganella (AIS, c. 453); cfr.
quanti capi sono; altrove deformato in cal. (CZ) ciranna id. - Da ar. garän
giuvaleri (Messina), nzifaieri {Siracusa), ‘rana’; v. Pellegrini 200.
ciuvaleri (Avola); v. Pitré, Giuochi 72. - giuvicari ‘seppellire’ v. druvicari.
Corrisponde a cal. (RC) jucamu a cci- glimpa ant. sic. (Senisio), in documenti del
falé, bov. pééome ’s te ccefalé < gr. sec. XIII glimpa e glipa ‘ornamento o
xstpaXs? ‘capi’; v. LGr, 235. velo di cui le donne si adornavano’;
giugnettu o giugniettu (per tutta la Sicilia), a Palermo anticamente limpia ‘velo’
gallosic. giugnit e giugnót m. luglio, (Pitré 50). - Da ant. fr. guimple, prov.
d’accordo con la Calabria meridionale guimpla, fr. mod. guimpe ‘ornamento di
giugnettu (AIS, c. 332). Caratteristico testa’; v. Trapani 190. In Calabria la
termine importato dai normanni : ant. voce ricorre in un atto notarile redatto
fr. juignet ‘petit juin’, passato a deno­ in greco a. 1211 in un elenco di orna­
minare il mese di luglio (‘figlio o succes­ menti muliebri : yX^fiTua (Trincherà 356).
sore di luglio’), trasformato in fr. mod. gnona (M an) f. angolo di casa; v. agnuni,
a juillet. ngona.
giuggiulena (Biundi, Traina, M mo, to), gnuni (C fv, r) m. angolo; V. agnuni.
a. 1345 iuriulena f. sesamo; cfr. cal. gnutticari (Biundi, Traina, AIS c. 1530)
giurgiulena id. - Da ar. gulgulän a. piegare; cfr. cal. (CS solo in zona di
‘seme di sesamo’ (Pellegrini 191). Castrovili ari) gnutticà ‘piegare una cosa
giujusani (M n) pi. abitanti di Gioiosa Ma­ duplicandola’, brind. gnutticari. Sembra
rea. nato per una sorta di metatesi da una
giummara (Biundi, Traina), ant. sic. ium- forma anteriore *nducchjicare < *in-
marra (Senisio) f. foglia del cefaglione duplicare; cfr. sic. (C b) nduggiara,
(v. ciafagghiuni), anche nome di questa gallosic. ndugiè id. ; v. annuggiari.
palma nana : giummara (T c, v), gium- graghia gallosic. (Es) f. cornacchia; cfr.
marra (A n, sb), cimarra (M fr, g). Da ant. prov. gralha, Nizza graja id. <5
ar. gummär a ‘midollo della palma’; gracula ; v. FEW, IV, 203.
v. Pellegrini 192. gramicciuli (M to, u), ramicciuli (M fr, g,
giummi (M fo, fv, sa, sp) pi. fiori dei broc­ n), rimicciuli (M si) pi. ciccioli ; v. garac-
coli; v. giummu. ciuli.
gramüsciu (A a, r, sb K v P r) m. coniglio cola falce), introdotto in Sicilia dagli
giovane; v. carmüciu. emigranti tornati dall’Argentina,
grandazzisi (C 1) pi. abitanti di Randazzo. guàddara (Biundi, Traina, M to), gudllera
granza (Traina, M b), ranza (Traina, A a (M mo),jaddira (M ra) f. ernia; cfr. cal.
R g) f. cruschello; cfr. cal. granza id., (CS) gudllara, (CS, CZ, RC) guàddara
sardo grangia ‘crusca’ < 1. grandia id. - Da ar. adara ‘ernia’; v. De Gre­
‘residui grossi’. gorio no 10, Wagner in ZRPh, 54, p. 750
grassudda (Biundi, Traina, Roccella) f. e Pellegrini 211.
giusquiamo; grassudda ‘camedrio’ v. guaddaricchiu (M to) m. scricciolo; cfr.
crisudda. cal. (RC) guaddaruni ‘sorta di passera’
grasta o rasta (per tutta la Sicilia) f. vaso (Giglioli 218).
di creta per fiori ; usato anche per ‘coccio guadiroti (M si) pi. abitanti di Gualtieri
di tegolo’, cfr. cal. grasta q gastra salent. Sicaminó.
crasta e rasta, tar. jrasts id. - Da gr. gualteruni ‘uccello’ v. quadaruni.
yàorpoc ‘vaso panciuto’, guardalomu (Pitré : in zona di Marsala),
gratterà v. rattera. vardalomu (T v) m. ramarro,
gravuscia v. varvùscia. guardiana ’i l’acqua (M rd) f., guardianu
gregna (per tutta la Sicilia), regna (M t d'acqua (M mo, ro) m. libellula; cfr. cal.
T v) f. covone composto di manipoli di (RC) guardacqua, (CZ) guardianu l'ac­
grano mietuto; cfr. cal. gregna, nap. qua id.
gregna id. (AIS, c. 1454). Da lat. gre- gucceri ‘macellaio’ v. bucceri.
mia ‘covoni’. gucciardu ‘nericcio’ v. bucciardu.
gródduru (M tr) m. torsolo della pannoc­ guddaci ‘pesce’ v. buddaci.
chia di granturco. guencia v. vèngia.
grolla (C b), grulla (M mo), rudda (M lb) güglia v. agügghia.
f. mallo di noce o involucro verde di guindanu (C b), indalu (M m), induru
nocciuola. Dal piem. e gen. rola, tic. (M rv), jindaru (M mo), innaru (M tr),
grola id. (AIS, c. 1301). ant. sic. guindalus (Senisio), gallosic.
grospu ‘fuscello’ v. sgroppu. vinnulu (Roccella 286), (E s) ghindulu,
gruggiolu (Traina), gurgiolu (Traina) m. (M sf) vinu m. ‘arcolaio’, ‘guindolo’. -
crogiuolo, vaso dove si fondono i me­ Voce importata dall’Italia padana :
talli; cfr. cal. crisciolu o grisciolu id. piem. vindu, gen. ghindao.
Non può essere in Sicilia voce indigena guisina (Biundi, Traina, A a, et, n, sb K v
(da *chrysoylum ‘vaso d’oro’) secondo P b, r), guisina (C b), grisina (C c),
Alessio 48. Ma è voce importata : ant. visina (Ss Tv), istna (Cm S p), sgui­
prov. crosol, ant. fr. croisuel, catal. sina (C mi, sm), schisma (S s), nguisina
cresol, spagn. crisol id., di non chiara (E c) f. biscia d’acqua. Certamente da
origine; v. FEW, II, 1356 e DEC, I, 945* raccostarsi al cal. (RC) èyina e óyina
grusuléu ‘rigogolo’ v. crisuléu. ‘biscia d’acqua < gr. lyßnv. ‘specie di
guadagna (M b, bf), guaragna (M mo) f. serpe’; v. óscina e LGr 163.
falce a manico lungo con lama lunga < gulia (M u) m. specie di gufo; v. uléu.
spagn. guadarla (neologismo) : stru­ gunócchiu (Traina, A sb C sm) m. ginoc­
mento originariamente non conosciuto chio; cfr. cil. gunùcchiu, lue. e abr.
in Sicilia (dove fu usata soltanto la pic­ gunucchid id. - Da *gonuculum (*gu-
no cui um?) per influsso del gr. yóvv; cidio; cfr. cal. (CZ) guttera id. - Da fr.
v. dinócchiu. gouttière (DEI, 1894).
guréu (M mo, ro, tr) gulèu (M rv) m. specie guzzu (Traina), ant. sic. guczu (Senisio) m.
di gufo; v. ulèu. cane piccolo; cfr. cal. (CS)guzzu ‘cagno­
gurna ‘pozzanghera5 v. urna. lino5, it. cuccio e cucciolo, catal. gos
gurnu (M rv) m. pozzanghera, ‘cane5. D’origine onomatopeica; cfr. cal.
guttera (Traina, Pasqualino, M to) f. stilli­ cucci-cuccil\oce con cui si chiama il cane5.

Kaja ‘siepe viva5 v. gaja. fiarara (A sb), carara a Trapani (De Greg.
tiama (Gioeni, A n, sb), carni (T v) f. fango, no 123) f. afa, caldo eccessivo. Da ar.
melma, càmia (Traina) puzzo di terra harära ‘calore5 (Pellegrini 255).
fangosa. Da ar. hamä ‘loto5; v. aRIia- fiàrbia (A sb) f. sete ardente ; v. Pellegrini
matu, cama. 210.
Hanna in ortogr. tradiz. channa (PS 49) f. Harera ‘tessitrice5 v. carera.
sciarrano (pesce), Serranus; cfr. salent. Harrubba (A sb) f. carrubo, da ar. harrüb.
fannu, nfannu id. <C gr. ygv'joc, ‘nome di
pesce5 (LGr 558).

Ibbisu (Traina), ibbusu (M r) m. gesso; cfr. a Ucria a Férrina, a Martéddina delle


cal. (RC) ibissu, jibissu id. fam. Ferro e Martelli, a Alcara Li Fusi
-icchiu, suffisso usato per formare i vezze- a Rùnnina di Rundo. — Corrisponde alla
giativf di nome di battesimo (Biundi) : stessa funzione del suffisso nel cal. (RC)
Carmilicchiu, Ninicchiu, Pitricchiu, in forma di -ena, p. es. la Liünena, Nir-
Annicchia, Filicicchia, Maricchia. tena, Mammolitena delle fam. Liune,
iffula ‘matassina5, ‘schiaffo5 v. jiffula. Nirta, Mammoliti, nel greco della zona
iliciara (M i, li, si) f. leccio, elee, di Bova i Fótena, Nucérena, Jiritena
iliciaru (M r) ; iriciaru(M rv) m. leccio, elee, delle fam. Foti, Nucera, Jiriti < gr.
imbarunari (Vinci) a. ammucchiare il -aiva; cfr. in Grecia 4 ’AXé^aiva, 4 Mt/à-
grano trebbiato sull’aia; v. baruni. Aoava, 4 <3><ót7)voc delle fam. Alexis, Mi-
-ina, suffisso usato in estese zone della chalis e Fotis, gr.ant. Aéatva ‘leonessa5,
prov. di Messina (da Taormina fino a Aóxouva ‘lupa5, v. LGr, p. 18.
Capo d’Orlando) per indicare la moglie ina ‘capruggine5 v.jina.
di un tale o una donna di una certa inatura ‘capruggine5 v. jinatura.
famiglia, cfr. a Forza d’Agrò a Fótina di inca (Traina, A sb T v), inga (Traina),
Foti, a Castroreale a Crisafüllina, a enea (Pitré), gallosic. enea (Roccella 116),
Fótina, a Ràvina delle fam. Crisafulli, ant. sic. incha (Senisio) f. inchiostro. Da
Foti e Rao, a Montalbano a Làndina, ant. fr. enque.
a Barberina delle fam. Landò e Barbera, indalu ‘arcolaio5 v. guindanu.
inedda (P b) f. palo da sostegno per le viti un documento (calmiere) del 1371 di
0 per la pergola ; cfr. lue. inella 'corrcn­ Palermo : la carni di la gindusa ‘di
tino su cui poggiano le tegole del tetto’, vacca che ha un vitello e lo allatta ancora3
nap. jenella 'assicella3; v. ineddu. (Boll. XII, 343)-
ineddu (T v) m. corrcntino per le tegole del inostra ‘ginestra3 v. jinosra.
tetto; v. inedda. insala (inzala) v. jissara.
-ini, suffisso usato in estese zone della prov. iriccä (M fo) voce per chiamare il maiale,
di Messina (da Taormino fino a Capo isa (ant. sic.) tradotto con ‘aequalitas3 in
d’Orlando per indicare i membri di una iguali diritti (Scobar). Certamente da
famiglia, p. es. a Bafìa i Stracùzzini, ragguagliare con laa ‘rettamente3 in do­
1 Trifilóini delle fam. Stracuzzi e Tri­ cumenti medievali di Sicilia = gr. l'eia
tilo, a Floresta i Liùzzini, i Làndini delle ‘direttamente3. Oggi scomparso, ma
fam. Liuzzo e Landò, a Tortorici i Fóti- continuato in a isa e adisa (v.) e nel
ni, i Trüssini delle fam. Foti e Trusso, verbo adisari ‘pareggiare3 (Traina); v.
a Barcellona i Sgróini, i Crisafullini LGr, 188.
delle fam. Sgrò, Crisafulli. - Corrisonde isari (M al) a. aizzare,
alla stessa funzione del suffisso nel cal. isina ‘biscia d’acqua3 v. guisina.
(RC) : i Jèlinì, Leùzzini, Scórdìni delle iéiéi (M mo), isi-isi (M sp) nome dato alla
fam. Jelo, Leuzzi, Scordo, in forma di coccinella. Sembra sorto da una frottola
-oni nel greco della zona di Bova : i Con- fanciullesca isa-isa ‘alzati e vola3, dal
démoni, Rigdonì, Velonàoni delle fam. verbo isari ‘alzare3; cfr. isi-isi catanisi
Condemi, Riga, Velona, identico alla (M rv) nome dato al bofonchio,
desinenza nei numerosi toponimi (anti­ issara ‘cestone3 v. jissara.
chi patronimici) della Calabria meridio­ isterna v. jisterna.
nale Barbalàconi, Conidonì, Galàtonì, Isula (Traina, A sb E c M mi K v) f. terreno
Stefandconi, dal. gr. ant. -cove?, p. es. alluvionale molto fertile presso un fiume,
nx<xT(i>vs<;, oi Srpaßcove?; v. LGr, p. 581. chiamato altrove nasida ‘isoletta3 (v.).
inizza 'giovenca3 v. jinizza. isura (M rv) f. biscia d’acqua; v. guisina.
innulu v. guindanu. itala (M fu) f. sorta di pesce ; cfr. cal. itala
innusa (M fr, g, lb, si, sm), jinnusa (M u), ‘sciarrano3, Serranus hepatus (PS 51).
indusa (M rv) ag. f. detto di capra o italoti (M a) pi. abitanti di Itala,
vacca che ha figliato qualche tempo fa ittena ‘piccolo muro3 v. jittena.
e ancora, non coperta di nuovo, continua -ittu, suffisso usato in alcune zone del mes­
a dare latte. Il vocabolo è attestato da sinese per formare un vezzeggiativo,
Caracausi per una larga fascia settentrio­ p. es. (M c, fr, n, tr, u) patrittu, matritta,
nale in zona delle Caronie (Boll. XII, suritta ‘sorellina3, figghjittu, muschitta,
268). Nel LGr 106 ho pensato di connet­ biddittu ‘bellino3, assaittu ‘piuttosto
tere il vocabolo con bov.jenda ‘propaga­ assai3, bunittu ‘bonino3, piccittu ‘picco­
zione3 (ysvva). Secondo Caracausi si lino3. - Di origine galloromanica; cfr.
tratterebbe di un rapporto con una base piccittu < piem. peit, friul. pizit, purcit
*jenucia = *jemcia ‘giovenca3, ma ‘porchette3; v. GrI, § 1144.
poco probabile per difficoltà fonetiche : iia (M a) f. specie di scarabeo, coleottero
la geminata nn sembra sorta da nd verde.
(v. sopra indusa), che ci risulta già da izula ‘filo3 v. niéula.
8 München Ak.-Abh. 1975 [Rohlfs]
J

jacca ‘fessura5 v. ciacca. jaridda (Vinci, M a, f, r) f. cispa; v. ga-


jacciari(M a, mu) a.tagliuzzare; v. acciari. riddi.
jaci o jasci (Biundi, Traina, M br, m, t) m. jarozzu (M fv) m. truogolo del maiale,
manovella del timone della barca; cfr. jasca ‘scheggia5 v. asca.
cal. jaci, jaciu, tar. jasca, ital. giaccio jävuru (C r) m. mantide religiosa : ‘dia­
id. <f gr. oiobuov ‘manovella5, latinizzato volo5.
in *jacium (LGr, 359). jazana ‘armadio5 v. gazzana.
jacobbu (Biundi, Traina, P b A sb),jacuop- jéddimu ‘gemello5 v. jèmiddu.
pu (R g) m. specie di gufo o assiolo. Se­ jeddu (M a, c, r, ra, si, t, to, tr),jellu (Mrv,
condo Giglioli si riferise all’assiolo. - Per sp) ag. deformato, storto (delle gambe) ;
confusione da ar. ya'qüb ‘pernice jeddu (M li) incapace, scemo ; (M li) non
maschio5; v. Gioeni 134 e Pellegrini 200. fermentato bene; cfr. cal. (RC) crapa
jadda ‘mallo5 v. gadda. jedda, bov. egajeddo ‘capra dalle gambe
jaddimusa (C 1) f. lucertola : è corruzione storte5. - Richiede una base *yéXXo<;, cfr.
del tipo la cri musa : lue. (in zona di im­ gr. ant. xsXXó? ‘storto5; v. LGr, 104 e NC
migrazione piemontese) caramusa, piem. no 30.
merid. gramüza, prov. orient, lagramüso jémiddu (M f, gs, r, rd, to'), jéddimu (Trai­
‘lucertola5 ; v. REW 4826, FEW 5, 122. - na), Ma, fu, ma, r, sa, t), jémmiddu (M
Dunque voce del sostrato galloitalico, c) m. gemello; cfr. cal. (RC) jémellu, jè-
jaddinedda (C 1 M bf) f. coccinella, meddu, jéddimu, bov. jémeddo id., gr.
jàgghiu ‘pezzato5 v. gagghiu. mod. dial. yép.eXXo<;, preso in tempi an­
jàggia ‘gabbia5 v. gaggia. tichi dal lat. geméllus (LGr, 104);
jaggianu ‘ghiandaia5 v. gaggianu. jèmmulu.
jai ‘uccello5 v. giaju. jémmulu (Traina, sic. comune), jièmmulu
jàimu ‘azzimo5 v. àimu. (S s) m. gemello, da *gemulus = ge­
jäjiru (M n) ag. agro, acerbo, rn inus (NC, no 37); v. jèmiddu.
jaléncia (M al, cr), galéncia (M fr), co­ jérbula ‘cerchio5 v. gdrbula.
lènda (M m) f. erica; v. aléncia. jérmitu (Vinci, Traina, M fl, to, tr),jémmi-
jaliffu v. garifu. tu (M bf, mi), èrmitu (P b T v) m. mani­
jammareddu (M cg) m. grillotalpa, polo di grano nella mietitura; cfr. cal.
jämmaru (M cr) m. grillotalpa, (CS, CZ) jérmite, (CZ) jérmitu, nap.
jammaruni (M al) m. arbusto di euforbia; jèrmstz, salent. scèrmite id. - Da lat.
camarruni. *germite, metatesi di mergite ‘co­
jammitta ‘canale5 v. gammitta. vone5.
janculidda ‘elicriso5 v. biancurilla. jéssi (C ma, n) m. chiovolo di ferro con cui
jarburuni (M an) m. querciuola; v. àrburu. si lega il timone dell’aratro al giogo : ha
jardica (CI M an, fo), jaddica (M me, r) f. la forma di S.
ortica; v. ddrica, addrica. jetru (A sb) m. ghiaccio : è incrocio tra jelu
jargiana (C 1 M lb) f. ghiandaia; v. gag­ e chiatru (AIS, c. 381); v. chiatru.
giana. jetta (E c) f. corda intrecciata di crini di
cavallo; cfr. cal. jetta o %etta 'treccia di cfr. cal. jenia, jania, jinia, bov. jenia id.
capelli’ < *flecta; v. scetta. •< gr. yevsà ‘stirpe5,
jiffula (Traina, Biundi, M fo, r), iffula (M jiniari 'nitrire5 v. sciniari.
g) f. schiaffo, ceffata; cfr. cal. jiffula, jinizza (Biundi, Traina, sic. comune),
nap. jéffola id. - Da fr. gifte, v. Jost ginicza (Senisio), inizza (M b, c, r) f.
58- giovenca. Voce tipica della Sicilia,
jiffula (Traina, Biundi, M u), iffula (M anche gallosic. ganiza (AIS, c. 1048),
n, r) f. piccola matassa; iffula (M cm) non conosciuta altrove nel Mezzogiorno.
ciuffo d’erba; cfr. cal. (CS, CZ) jiffula - Certamente entrata in Sicilia con i
‘matassina5, nel Sannio jéffola ‘filo tolto Normanni : fr. génisse ; v. Corr. no 39.
dal gomitolo5, salern. jéffula 'una parte jinosra (A sb), jinoscia (E c), inostra (M
della matassa5, nel Lazio iffa 'matassa5, mi), inosra (M cr) f. ginestra; cfr. cal.
ant. it. gueffa ‘matassina5. - Da long, (C S) jinostra, in Campania vinosta id.
wiffa (REW, 9536)? (AIS, c. 616).
jimenta (Biundi, Traina, C m M u P p Rg), jiriddu ‘scricciolo5 v. rijiddu.
imenta (M ma, mi R g T v) f. cavalla; jisari (Biundi, Traina) a. alzare; cfr. cal.
altrove in Sicilia jumenta (Traina, A n, (CZ, RC) isari, (C Z) jisari id.
sb E c K v) e così per tutta l’Italia jisca ‘secchio5 v. %isca.
meridionale (AIS, c. 1062). - Non è un jissara (Traina), issara (M cm, r), gissara
antico latinismo <C jumentum (Alessio (E s), insala (M f), inzalaQA fu) f. alto
104), ma è voce introdotta con i Nor­ cestone di forma cilindrica, senza fondo,
manni : fr. lajument. che serve per granaio o per riporvi olive e
jina (Biundi, Traina), ina (A r), ngina legumi; cfr. ancora (dal Voc. Sic.) a
(Traina), ncina (T v) f. capruggine delle Modica issara ‘gabbia di canne per
doghe; cfr. cal. (R C) ngina, sardo mer. riporre cacio5, a Cesarò issara ‘riserva
ngina id. - La voce non è separabile dal alimentare5, ant. sicil. (Senisio) latiniz­
lomb. gina, piem. zina, lig. gina e éìna, zato gissaria ‘locus ubi reponuntur
ven. sina id. (AIS, c. 1328). Con ogni fruges5. Corrisponde al cal. (RC)
probabilità da 1. a gin a ‘cosa che agisce5; jissala, issala, jizzala id. = bov. jissala,
v. jinatura. jispala, kjispala id. - Sembra risalire al
jinatura (K v), inatura (P b), ncìnatura gr. ant. xutpàXT) = xo^éXv) ‘recipiente di
[E c M f, ma, ra), nginatura (C n) f. legno per frumento5 (Alessio, RIL 77,
capruggine delle doghe; cfr. cal. nci- 66); v. LGr 285.
natura, anginatura, in Lucania jinatura, jisterna (Traina, A n C sm E c K v M rt),
in Campania inatura id. - Dalla gisterna (E a), ìsterna (Traina M ma, mi
desinenza si può dedurre che la voce P b) f. cisterna; cfr. cal. e bov. jisterna,
propriamente si doveva riferire all’­ lue. e ctr. jisterna id. - Corrisponde al
azione del caprugginare, cfr. sic. ngina- neogr dial. (Scarpanto) yicrTepv« (LGr
turi (Traina) m. strumento per fare le 108); v. sterna.
capruggini, e così già nel Senisio jittena (Traina, K v), ghjittena (A et, sb
(Marinoni 102); v. ncina e jina. K v), ittena (M mi P b), juttena (A a),
jindaru ‘arcolaio5 v. guindanu. ghiuttena (A sc), ghiucchena (T e) f.
jinla (Traina, Biundi, C ad M an, c, fu, banco di muratura che serve per sedile
mo, u), genia (Traina) f. razza, stirpe; innanzi alla casa, o nella stalla dove
dorme il custode. — È trasposizione di jotta ‘brodo di maccheroni5, in Sardegna
ticchiena da ar. dukkän ‘banco di jotta ‘siero di ricotta5, in Corsica ghjotta
pietra5 (Rohlfs, ZRPh 46, 148 e Pelle­ ‘lavatura dei piatti che si dà ai maiali5,
grini 160, 278); v. ticchiena. emil. zuta ‘lavatura5, fr. dial, joutte
jiu (C cb, ep M a, an, fu, i, ma, ni, sa), ut ‘zuppa di erbe5 < lat. mediev. jutta di
(M fo, si), ajiu (M f),jivu (C m) m. giogo. origine gallica; v. FEW, V, 91.
Presuppone un *jygum = jugum per juccu ‘bastone del pollaio5 v. giuccu.
influsso di £vyóv; v. LGr 172 e NC, no jüXXa« ‘soffiare5 v. ciusciari.
3i- jumenta ‘cavalla5 v. jimenta.
jizzu (R g), in zona di Modica izzu (Gi- juréu (M rv) m. specie di gufo; v. gulia,
glioli 399) m. gheppio; cfr. cal. (R C) uléu.
jizzu, salent. kizzu, kizzi, bar. jizza jusca (E c, e), ciucca (Traina), sciusca (M
ghizza id. — Risulta da aiyomói; ‘uccello fr, n, sm), sciusca (M ra P b T v),
di rapina5 che si è incontrato con yusca (A a, sb K v), yusca (A et M fl, u),
aìyiÌ7mos ‘egizio5 (LGr 17); cfr. ant. susca (C sm M cm R r) f. pula, loppa di
sic. jizzu ‘servo nato in casa5 (Traina), frumento; cfr. cal. (CS) jusca, cil.
jocca ‘chioccia5 v. yocca. jusca, salern. josca, brind. e tar. josca,
jotta (M br), ghiotta (Traina, M a), lece, fiusca id. - Da *fuscula >■
agghiotta (Traina, M fu) f. vivanda *flusca, latinizz. da <pucxt;, gr. tardivo
marinaresca fatta di pesci, cipolle ed tpoucrxa ‘vescica5; cfr. cal. (CZ) fusca,
olio cotti insieme5; cfr. cal. jotta ‘specie lece, fusea ‘pula di grano, v. LGr, 550.
di beverone che si dà ai maiali5, anche juttena ‘piccolo muro5 v. jittena.
‘lavatura che si butta via5, nel Sannio juzzu (T v) m. tacchino; v. nuzzu.

/acca ‘fessura5 v. ciacca. mulctrale vas est quo lac colligitur5 nel
xaccari ‘spaccare5 v. ciaccari. Valla (ZRPh 42, p. 96). Corrisponde al
xàccula (M 1) f. specie di ginestra, Spar- cal. (RC) yisca, (CS) jisca id. Dalla
tium junceum; cfr. ciàccula ‘fascio di forma fonetica (y < fl) si deduce una
frasche accese5 (Traina) : ‘fiaccola5; v. base *flisca, prodotto forse di un in­
ciaccari. crocio tra flaska (germ.) e si eia
xarera ‘tessitrice5 v. carera. ‘secchia5.
xannaca ‘collana5 v. ciannacca. xocca (A n, sb M no, v), sciocca o ciocca
xédiri ‘aborrire5 v. scédiri. (Traina, C sm R g T d), jocca (Traina) f.
xibba ‘fibbia5 v. scibba. chioccia; cfr. cal. yocca, lue. jocca, pugl.
XÌniari ‘nitrire5 v. sciniari. joccha, lece, vocca e vóccula, abr,
xirba ‘rupe5 v. scirba. vloccha, nel Lazio znocca, umbr. fiocca
Xisca (A cf, et, n C b K v M fl, mi, no, tr), (AIS, c. 1123), bov. flokka id. - Da una
jisca (E c), sisca (Traina), scissa o cisca base onomatopeica *foccula o *voc-
(Traina, M bf, sp, to, u) f. secchio di cula ; v. LGr 89.
legno dei pastori, cfr. ant. sic. yisca ‘hoc XuXXar* ‘soffiare5 v. ciusciari.
xumi (A sb, n K v M fl, 1, no), lumma (C regola in alcune zone di fronte al sic.
b) = sic. com. dumi o sdumi ‘fiume5, com. duri m.) è spia di influssi galloro­
xuminisani (M f) pi. abitanti di Fiumedi- manzi : fr. la fleur, piem. la fiur, gen. la
nisi (in dial, 'luminisi'). sdura.
xura (M fl, mi), sduri (T v), gallosic. (M xuritani (M fo) pi. abitanti di Roccafiorita,
sf) sdaur f. fiore. Il genere femminile (di xusca ‘pula5 v. jusca.

laca ‘oca5 (AIS, c. 1149), non è un antico lampuca o lambuca (PS 61) f. pesce, cori­
latinismo (Alessio 30), appartiene solo fena, lammucu (M fu) m. sorta di
al dialetto gallosiciliano di San Fratello, pesce; cfr. cal. lampuca o lambuca id.
dove ogni au passa in a : pac, tar, lanapinula v. carapinula.
panar. lanzarieddu (M cr) m. gigaro; v. anzaru.
lacciata (Traina, sic. com.) f. siero del läpia (M stf) f. gabbiano = altrove in
formaggio di cui (unito con altro latte) Sicilia aipa (Traina) < 1. gavia.
si fa la ricotta; cfr. cal. lacciata id. (AIS, lappana (Biundi, Traina), Idppara (Biundi,
c. 1218). Corrisponde al tipo *lactata, Traina, M a, br, m), Idmpina (Traina) f.
ma per lo sviluppo non meridionale di pesce di scarso valore, Labrus turdus;
-et- risulta di importazione galloro­ cfr. cal. (RC) Idppara, tar. e brind.
manza (non determinabile), cfr. fr. Idppana id. — Da*lapaena<C *XdcTcoavoc
laide, francoprov. laitd, prov. lachada < gr. XfjTtawa; v. LGr 296. - Trasfor­
id., piem. laitd, lig. lacia f. ‘siero del mato in Idppara per influsso di Idp­
formaggio5; v. AIS, c. 1218 e FEW, V, para.
111. lappara (Traina, M r), lappira (M bf) f.
laganu (Traina), lainu (M rd), Idniu pezzo di carne floscia, senza consistenza;
(Penzig I, 526) m. agnocasto, Vitex cfr. cal. Idppara e Idpparu ‘carne di
agnus castus; cfr. cal. laganu id. - Da cattiva qualità5. — Da gr. Xauapó?
gr. ant. ayvo? id. trasformato in *Xàyvo<; ‘floscio5, gr. mod. Xdbrapo ‘carne poco
per infl. del gr. volg. (neogr.) Xóyo<; nome buona5; v. LGr 291.
dato allo stesso arbusto; v. LGr 6. laprócchia ‘cardo5 v. aprócchia.
lagóriu (C r), lavóriu (C b, mi), argóriu larma || na - (Traina) un poco; na larma
(C r), ajóriu (C r) m. ramarro, lucerto­ d'ogghiu (M cm, li) una goccia d’olio <C
lone. Appartiene al fondo galloitaliano, fr. larme.
cfr. lig. lago, piem. lajö, lijö, lomb. lig'òr lastra ‘arbusto spinoso5 v. alastra.
id. (AIS, c. 450). Ritorna in una zona di lastra (Traina, K v M mi, t P r), lastra (M
Lucania con immigrazione piemon­ r), alastra (Traina), gallosic. (E s)
tese : lavoru. Da un preromanzo dastra, drasta (M no) f. capra giovane
*lagoriu (StR, 214). di uno a due anni; cfr. cal. adastra,
lammicari || mi lammica u cori (M r) ho dastra, lastra, rastra, lue. rastra id. <C
voglia di mangiare; cfr. sic. (Traina) *haedastra.
lamiari, cal. (RC) lamiari ‘patire lastra ‘ginestra spinosa5 v. alastra.
fame5; v. LGr 289. lastrotta (M si, sp, rv), lastrotta (M b, c,
ra, to), alastrotta (Traina), f. capra camp, rimba ‘grossa scodella’. Ritorna
giovane; v. lastra. in Grecia (Epiro) limba e alb. limb'd id.;
lastruna (P b T v) f. capra giovane; v. cfr. gr. ant. lémbos ‘piccola barca’. Di
lastra. origine poco chiara; v. LGr 298, Pelle­
lattupetri (M cr) pi. giuoco delle cinque grini 165, DEI 2232.
pietruzze. léncia ‘erica’ v. aléncia.
lauraddiu (R g), secondo Giglioli 20 in léscendra (C r), lésendra (C mi), liscénnira
zona di Modica lauriddiu m. rigogolo; (E cn, et), lucénnira (M ma) f. biscia
cfr. gallosic. (E s) lassafaradiu id. - d’ acqua; cfr. ant. sic. le^andri nome
Sarà corruzione, per etimologia popo­ dato a certe serpi acquaiuoli (Senisio),
lare, di *auriolu <C aureolus (REW ant. mess, lóseiandra ‘hydri species’
790- (Vinci 147). - Corrisponde a cal. (R C)
laurindia (M c), laurinnia (M ma), rau- lé%andra — bov. è%endra ‘biscia d’
dinnia (M ro), raudindia (M si) m. acqua’ <f gr. mod. dial, éyzvSpa 0 o/svSpa,
granturco : ‘grano d’india’; cfr. sic. gr. ant. s/tSvoc (NC, no 36); v. lésina,
lauri = lavuri ‘frumento’. ' lóscina e óscindra.
lavanca (Biundi, Traina, A n E c, et K v lésina (C b) f. sorta di serpe grossa e lunga ;
M mi P b), gallosic. (Roccella, E s) v. léscendra.
ddavanca f. luogo scosceso, dirupo, lésina (Traina, sic. com.), gallosic. ddezna
smottamento, frana; cfr. ant. prov. (Roccella 105) f. lesina, strumento del
lavanca, ant. lig. lavanca ‘valanga’, voce calzolaio. Corrisponde al cal. mer.
del sostrato alpino (FEW, V, 101); v. lésina, mentre più a nord per tutto il
valanca. Mezzogiorno lo strumento è chiamato
lavizzu (Traina), laviééu (M rv, to, u), suglia o sugghia <C subula. Tipica
lavizza (C b) m. specie di calderotto. voce d’origine galloromanza arrivata in
Corrisponde all’ ital. laveggio, voce Sicilia con i Normanni; ant. prov.
tipica dell’Italia padana, cfr. ven. laveèo, alezena, ant. fr. alesne ‘alène’ <C germ.
lomb. laves <C lapideus. *alnsa (RSprG, § 80).
lavóriu ‘ramarro’ v. lagóriu. lestra (M sa) f. nome di erba, sp. di cres­
lavuri (Traina) m. la biada seminata in cione (?).
erba; lavuri (A n R g P b), lauri (M mi), léstrince (C r) f. biscia d’acqua; v.
gallosic. (E n) ddavuru (Pitré 3 5) grano, léscendra.
frumento; cfr. cal. (C S) lavure ‘grano léu ‘gufo’ v. uléu.
verde e in erba finché si miete’ e la liara ‘vitalba’ v. ligara.
Terra di Lavoro (= prov. di Caserta), libbruni (A n) m. lepratto.
léddina (M fr, to) f. edera; v. aréddina. libbruni ‘arpione’ v. dibbruni.
léggiu (M bc, fu) m. buco di scolo nel licénnira ‘serpe’ v. léscendra.
fondo della barca; cfr. cal. lèggiu id., lifara (Mal) f. vitalba; v. ligara.
ital. alleggio, da fr. allege ‘buco per liffa (Traina, M n) f. spoglia o membrana
alleggiare’. fina della cipolla < ar. lifa (Pellegrini
lemmu (Biundi, Traina, sic. com.) m. vaso 192).
fondo di terracotta, catino; cfr. tar. lifudioti (Cr) pi. gente di Santa Maria di
limma, lece, limmu, bov. lìmba, otr. Licodia.
limbo, cal. limba, limma, limmu, abr. e ligara (Traina, C u), lijara (si), liara (M li,
t) f. vitalba; cfr. cal. (R C) ligara id., llnniu (M ra) m. granturco; cfr. frummen-
italianizzato da ligonia (v.). talinnu (M fl) id. : ‘d’ India’,
ligonia (M si), liunia (M c, u) f. vitalba; lintiscara (M a) f. lentisco ; v. listincaru.
cfr. cal. (CS, CZ) e bov. ligunia id. < boti (M a, f) pi. abitanti di All.
gr. *Xuycov[oc (LGr 303). liparuoti (M 1) pi. abitanti di Lipari,
lijoti (M a) pi. abitanti di Ali. liprastuni (M cr), liprastruni (M mi) m.
lima (M an, b, fo, mo, n, to) f. acqua che si lepratto; cfr. gallosic. (M sf) dsvastràn
aggiunge alla pasta del pane nella id., (M fo) lipracchiuni id.
madia; cfr. cal. (CZ, RC) lima id. da liprittu (M eg) m. lepratto.
gr. ant. Aupa ‘lavatura’ (NC, no 33 e liébertu (M mo), lucibertu (M sp) m.
LGr 304); v. limma, nimma. ramarro; cfr. gallosic. (E s) sibertu, (E
limarra (Traina, C m E et M mi, u), n) sibertu id.
rimarra (E et Pb T v), lumarra (R g) f. lisciandru (Gioeni, Traina, Pasqualino),
limaccio, fango, melma; cfr. cal. limarra lisciandreddu (Pasqualino, Traina) m.
id. e v. nimarra. macerone, specie di sedano selvatico,
limbói (Traina), limbài a Messina (Pitré Smyrnium olusatrum; cfr. ant. sic.
50), limmói (M a) m. lumaca; cfr. cal. lixandru ‘specie di erba’ (Senisio). Da
(CZ, RC) limbo, limbói, limba, lim- gr. *òXóa<xTpov (< lat. olus atrum); v.
bùa id. < gr. *Avpß0<; (LGr 298). LGr 361.
limicu (M r) m. terreno argilloso umido; lisi (M cm) m. ampelodesmo; v. ddisa.
cfr. cal. (RC) limicu e limacu, bov. lissa (Traina, M a, b, c, fr, 1, mo, si, to, u)
limaco ‘terra melmosa’ <C gr. Asinai; f. noia, malumore, rabbia; cfr. cal. lissa,
(LGr 293); v. N C, no 32 e v. liticu. bov. lissa ‘stato dell’ animo oppresso
liminoti (M cm, li), limminoti (M an) pi. dalla noia o dalla malinconia’ < gr.
abitanti di Limina. XéuCTa ‘rabbia’.
liminoti (M si) pi. abitanti di Meri, lista (A sb M mi P b T v) f. roccia
limistru (M g) m. specie di elee, scoscesa; (K v) dorso di roccia; cfr. cal.
limma (Biundi, Traina) f. intriso di farina (CS) lista ‘roccia scoscesa’,
per far pane; (M n, r, tr) acqua che si listincaru (M fo) m. lentisco; cfr. sic.
aggiunge alla pasta del pane nella stincu e v. lintiscara.
madia; cfr. cal. (CZ, RC) limma lisu I pani - (Traina, C 1 M b, c, si, sm, to,
‘lavatura della madia o acqua che si u), llisu (M mo) m. pane non lievitato
aggiunge alla pasta nella madia’. — bene. Corrisponde al gen. liso ‘mal
Risulta da un incrocio tra i due tipi lima cotto’, ‘mal lievitato’; cfr. in Corsica
e nimma (LGr 304). lisu ‘scipito’, ‘senza sapore’, ant. fr.
limpia ‘velo’ v. glimpa. pain alis ‘pane mal lievitato’ •< allisus
linguari (M 1) pi. abitanti di Lingua, ‘magagnato’ (FEW, I, 72), cfr. azyma
paesetto di Salina (isola delle Eolie), id est allisus (Corp. gloss. Ili, 597); v-
linguarussisi (C 1) pi. abitanti di Lingua­ Corr. no 51.
glossa. liticu (M an, ma), livicu (M fu) m.
lingua-voja (M lb) m. sp. di serpentello, melma; v. limicu.
orbettino; cfr. cal. (CS) lingavoja, litipizzi (Pinzone) pi. litigi, grosse con­
pugl. lengua da vòva ‘orbettino’ : ‘lingua tese; cfr. litipizziari (Pinzone) litigare,
di bue’ (AIS, c. 451). azzuffarsi.
litteri (M f, fr, ma, n, sa), litteru (M an, maschile il termine (usato quasi per
cm) m. seconda muta del baco da seta; tutta la Sicilia nel linguaggio popolare)
cfr. cal. (RC) litteri o letteri, bov. si distingue nettamente da luci femmi­
8etteri o Sesteri, neogr. dial. Ssurlpi. nile, con cui si intende ‘la luce5. Lo
id. < gr. Ssuxspiov ‘il secondo5; v. NC stranissimo cambio di genere si ripete
no 35 e LGr 125. nella Calabria grecanica : (RC e CZ) u
littirinu (Traina), ant. sic. lictriu = luci ‘il fuoco5 e similmente nel greco di
littriu (Scobar), lictiriu = littiriu Bova to luci n. ‘il fuoco5. Come in
(Senisio) m. leggio, pulpito, palco nelle Sicilia anche in Calabria luci è usato
chiese. Da ant. fr. letrin, oggi lutrin, promiscuamente con focu, ma è voce
ant. prov. letriou, piem. letoril id. < più vernacola, usata più nell’intimità
*lectorile (FEW, V, 235). della famiglia che in pubblico. Il
litujannoti (M fo) pi. abitanti di Letojanni. bizzarro fenomeno si spiega da un calco
livantuni (M to) m. verbasco : ‘va verso linguistico in un ambiente di popola­
levante5. zione bilingue, dove il greco cpòse, (di
livicu ‘melma5 v. liticu. genere neutro) esprimeva tanto il con­
lividduni (M b, to) m. pollone, giovane cetto ‘luce5 quanto il concetto ‘fuoco5
ramo di albero. E corruzione di nuvid- (cfr. lumera) ; v. Corr. no 36 e LGr
duni ‘pollone novello5, 301.
livlgghia ‘scopa rustica5 v. divigghia. luci-culu (Traina, Pitré) m. lucciola; cfr.
livigghiari v. divigghiari. cal. (CS, CZ) culilucida id. — È calcato
livira (M fo) f. orbettino, sul gr. xioAocpomà id., cioè ‘fuoco di
liviroti (M rd) pi. abitanti di Oliveri, culo5.
liana ‘lana5, lluna ‘luna5, llima ‘lima5 : ti­ luci-lumera (M t) f. lucciola; v. lumera.
pica pronunzia di Montalbano. Corri­ luci-picuraru (Traina, C sm M f, g, rd) m.
sponde a ddana, dduna ddima dei lucciola : ‘luce del pastore5; cfr. in
paesi gallosiciliani; v. GrI § 159. Sicilia canniledda (cannilicchia) di picu-
llisari (M u) a. aizzare; v. addisari. raru ‘candelina di pastore5 (AIS, c. 469).
lluzibertu ‘ramarro5 v. lisbertu. lucipirtuni (M stf) m. ramarro. È accresc.
lócina o lóscina (M al, g, lo r, u, v), di lucibertu; v. lisbertu.
luóyina (M fl) f. biscia d’acqua; cfr. lucénnira ‘serpe5 v. léscendra.
neogr. dial, hyytv. ‘sorta di serpe5, v. lueri (Biundi, Traina) m. prezzo che si
óscina, àsina. paga per l’affitto della casa, pigione; cfr.
lófiu (Mal, t), lófriu (M fv, fr, ma, u), a. 1185 nullo loerio, a. 1371 tutu lu lueri
alofiu (Vinci) ag. stupido, cattivo, bir­ (Varvaro 10); cfr. sic. adduveri ‘fitto di
bante; cfr. cal. (CZ) alófricu ‘pazzesco5, contadino5 (Pitré 3), cal. (CS) alluguériu
lontru v. ótrontu. ‘prezzo della pigione5, bov. addojéro
lósciandra ‘serpe5 v. léscendra. ‘pagamento del colono in natura al pa­
lózinu (M mo) m. lampo. Voce gallo­ drone5, (RC) dduéri id. - Dal fr. loyer
italiana : ant. lig. losnu, piem. losna id. (DEI 2260) che in parte si è confuso con
(AIS, c. 392); v. REW 5142. il verbo dovere.
lucadoti (M ma) pi. abitanti di Locàdi. lumarra v. limarra.
luci o lusci (Traina, A sb C b K v M a, m, lumera (Traina, AIS c. 915), gallosic. (K p)
mo, n, to, u) m. fuoco. Col suo genere ddumera (Roccella) f. lucerna, lume a
olio; cfr. cal. lumera id., otr. lumera lungitani (M n), luncitani (M al) pi. abi­
‘fuoco5 (v. luci). Da fr. lumière ‘luce5, tanti di Longi.
lumera di picuraru (M li, mo) f. lucciola, luntru (Scobar, Senisio) m. sorta di barca,
lumia (Valla, Traina, A n C ad, sm E et luntru o untru (De Greg.) barchetta
R g) f. limone e più specialmente ‘limone doganale; cfr. cal. (RC) luntru o untru
dolce5; cfr. cal. lumia, salent. lumia id. - ‘sorta di barca per la pesca del pescespa-
Dalla Sicilia il nome è passato all’ant. da5, rum. luntre ‘barchetta5 : lat. 1 un ter
italiano lomia e all’ant. fr. lommie. Ab­ = linter (DEI, 2286).
biamo il punto di partenza nell’ar. lima lùvaru (Traina ALM,M br, 1, m), lùuru
(> spagn. lima), ma in Sicilia la voce è (M a) m. sorta di pesce, pagello ; cfr. cal.
passata per il greco medievale con ag­ lùvaru o lùuru, salent. lùvaru id. - Forse
giunta del suffisso -foe (cfr. Aspovioc), per dissim. da rubrus ‘rosso5 o da un
usato per denominare una pianta frutti­ incrocio di rubrus con cal. e salent.
fera ([xyjAia, xspaala); v. Maccarrone, lutrinu (èpuD-pivop), nome che si riferisce
ZRPh, 44, 316, DEI 2283 e LGr 302. allo stesso pesce (Pagellus erythrinus);
lumiricchia di picuraru (M mo, r, ro) f. v. DEI 2292 e LGr 301.
lucciola; v. lumera. luvrizzani (M sp) pi. abitanti di Librizzi.

ma (E et M al R g) pron. poss. mio, mio; màfara (Traina, Pitré), mdfira (E s) f. piat­


ma frati (M al), ma soru (M al), ma ma­ to fondo grossolano, scodella rustica;
ritu (E et R g) ; cfr. gallosic. (E s) ma v. mafarata.
mari ‘mio marito5. mafarata (Traina), mafaradda (Traina),
macari (Traina, An C b, m M ma K v) marfarata (E a) f. scodella di creta. Da
av. anche ; macari iddi (C m E et) loro ar. marf ad ‘specie di coppa per bere5;
pure; cfr. cal. macari a fede ‘anche a v. Wagner, ZRPh, 64, p. 573 e Pelle­
piede5. Da magari ‘Dio volesse5, ‘se è grini 165.
necessario persino5 (GrI, § 963). magagghiu (A m) m. zappa (Pitré 53),
macarruni (M lb, u) m. euforbia arborea. - magàgghiu (R g), ant. sic. (Scobar)
E metatesi di camarruni. magagliu id.; cfr. magagghiuni (Mala-
macarrunazzu (A g M ra) v. macarruni. testa, Pasqualino, Traina) m. zappa. -
maccarita (M eg, to) f. euforbia ; v. macar­ Corrisponde al prov. ant. magalh, prov.
runi. mod. magàu, catal. magali ‘specie di
màddanu ‘fusaiuolo5 v. màrdanu. zappa5, prov. magaioun, catal. magalló
maduni (Traina, A n M ra), maruni (K v ‘specie di piccola zappa5. - Voce certa­
P b), maroni (M mo), gallosic. madò, mente importata dal catalano ; v. Gioeni
maun ‘mattone5 (AIS, c. 860). Voce in 167, Varvaro Cat. 102, FEW VI, 1, 66.
Sicilia non indigena, ma corrisponde al magnanotàni e -ojari (M sm) pi. abitanti
lomb. madùn, lig. maùn, piem. mun id. ; di Magnano.
v. Corr. no 52. magnu (Pitré) ag. e av. molto, assai, p. es.
mafalufu (S p), mafarufu (S c), matalufu magni voti (K v) molte volte, magni
(R r) m. asfodelo; v. musulucu. frutti (R g) molti frutti, magnu tempu
(Pitré) molto tempo, bonu magnu (Pitré) mandali (M bc, c, rd), mannali (M an, fr,
molto buono, tardu magnu (R g) molto li, n, t, u) m. nottolino di legno. Corris­
tardi. Si confronti lece, acqua magna ponde al bov. mandali, cal. (RC) man­
‘acqua in abbondanza’, salent. magnu dali id. < gr. pavSàXiov ‘piccolo chia­
‘bello’, p. es. na magna caròsa ‘una bella vistello’; v. màndanu, minnali.
ragazza’, bov. magno ‘bello’, magno mandami (C b) m. nottolino di legno; cfr.
spiti ‘bella casa’, magno lucenti ‘ben cal. (CS) mànnalu o mànnaru id., otr.
lucente’ < lat. ma gnus (LGr, 308). - mandalo ‘chiavistello di legno’ = gr.
Secondo Alessio dal prov. manh ‘gran­ [xàvSaXo? id. (LGr 314).
de’; v. DEI 2318. manevrì (M mo) av. presto, di buon’ ora.
magogghiu m. zappa (Traina 1151); v. mangaddinu || jiritu - (M to) m. dito
magàgghiu. mignolo.
malialó o mafalò || surci - (A sb) m. specie mangarruna (M ss) f. mangarunaru (M si)
di topo bianco. m. euforbia ; v. macarruni, camarruni
mäitu (M mo) m. fango ; v. mautu. mangia-racina (M stf) m. sarpa, sorta di
malàfria (Biundi, Traina) f. seta grezza di pesce, manciarracina (Traina) sorta di
infima qualità, malafri (Traina) pi. cat­ pesce; cfr. mangiaraùna id. (PS 111) :
tivi bozzoli, malafri (M r) pi. cascame errore di stampa?
di seta ; cfr. cal. malafri pi. cascame della mani (Tropea 149, A sb M ma, mal) f.
filatura dei bozzoli, capi esterni della mano; cfr. cal. (CZ) a mani ‘la mano’,
bavella che involge i bozzoli. Corrisponde maniuni (Traina) m. bastone ricurvo; man-
al bov. ta maluserà n. pi. id.; v. LGr juni (A sb K v M ma P b) anello vege­
312. tale, chiovolo (attaccato al giogo) in cui
malfitani (M 1) pi. abitanti di Malfa. si infila la stanga dell’aratro o del
malittari (C v) pi. gente di Maletto. carro.
malutani (M n) pi. abitanti di Maio, fraz. manteca (Traina) f. grasso di cacio vaccino
di Naso. simile al burro, burro che si raccoglie
mammalüccia (M cr) f. lumaca; cfr. mam- dal siero dopo la manipolazione del
maluccu (Traina) id. e v. vavalticia. caciocavallo, (E et) grasso di latte usato
mamucca (M bf, r, rd) m. spirito maligno, per unguento medicinale. — Corrisponde
demonio. all’ital. mer. (Calabria, Salente, Luca­
manciacasali (Traina, P b), menzacasala nia, Campania) manteca o mandeca
(P a Vicari) m. geco, Tarentula mauri- ‘burro racchiuso in una scorza di for­
tanica; cfr. cammarasala (K v) f. id. maggio in forma di una pera’ (AIS,
manciaciuni (Traina) e manciaciumi (Trai­ c. 1207), cal. manteca ‘grasso di maiale’
na) f. prurito, cfr. cal. (CZ) mangiasiuni e ‘grasso per ungere le scarpe’. - Dallo
e mangiasumi f. prurito, voglia. Corris­ spagn. manteca ‘grasso’, burro’,
ponde al fr. démangeaison, fr. ant. man- mantici (M rv, tr), mänticia (M b), màn-
joison id. - D’origine piuttosto norman­ tiza (M no) f. ghiro madre, ancora non
na (v. Varvaro, Norm. 7) che dal prov. grassa dopo il parto. Sembra identico al
manjazon (Jost 41). sic. mantici ‘mantice’; cfr. cal. (CS)
mancogna (M mo) f. parte di monte o col­ stola ‘ghiro madre’ = ital. stola ?
lina non esposta al sole, bacio; cfr. sic. mantinenti ant. sic. (Senisio) av. == statim,
mancusa, cal. manca id. cioè ‘subito’, ‘adesso’ < fr. maintenant.
malizili (T v) m. ceppo (dentale) dell’ara­ ‘paglia ammucchiata alle sponde dell’aia
tro di legno. (Roccella 149), v. margunata.
maracéfora (M a) f. elicriso, margunata (Traina, Biundi, M fl, mo, ra,
marajanchera (M sm) f. gelso : ‘albero di sp, to) f. paglia sventolata ed ammon­
more bianche’. ticchiata in sulla sponda dell’aia; cfr.
maramma (Biundi, Traina) f. fabbrica, cal. (RC) margunata, (CZ) murgunata
opera; (Traina) imbarazzo, confusione ‘luogo dell’aia dove si ammucchia la
di cose; (M a, al, i, ro) grande o con­ paglia’; v. margoni e LGr 317.
fusa quantità ; (M r) frana di pietre ; cfr. maritari (Traina, e sic. com.) rfl. verbo
cal. (RC) maramma ‘mucchio di rifiuti’, usato tanto per ‘maritarsi’ quanto per
‘roba che ingombra’, (CZ, CS) marrame ‘ammogliarsi : P omu si marita e la firn-
‘spazzatura’. - Non è sicura la deriva­ mina si marita, in corrispondenza con
zione da ar. maramma ‘riparo di mu­ la Calabria meridionale, mentre da Ca­
raglia’ (Pellegrini 158), ma andrà con­ tanzaro in su per tutto il Meridione e
nesso piuttosto con prov. marran e ma- fino alla Toscana, l’idea di sposarsi, se­
dran ‘le macerie’, ‘detrito’ ■< lat. mate- guendo l’antica tradizione latina, viene
riamen; v. FEW VI, 1, 488. espressa con due verbi distinti, p. es.
marancituli ‘ricci di mare’ v. arancituli. nella Calabria latina di Cosenza me
mararuvettu (M sm) f. mora di rovo, nsuru e me maritu. La perdita di questa
marcatu (Traina, K v M mi Pb T v) m. antica distinzione in Sicilia e nella Cala­
luogo dove stà la mandra con la capanna bria grecanica è dovuta agli influssi
dei pastori; màrchitu (M an) luogo con della Galloromania, dove tale distinzione
tracce di animali, cfr. cal. (RC) màrcatu non esiste, cfr. ven. me marido, gen.
‘luogo dove stanno i pastori con la man­ maiàse ‘sposarsi’, fr. se marier, usan­
dra’, ‘terreno calpestato’ -< ar. marqad dosi ugualmente per l’uomo e per la
‘giaciglio’, ‘luogo per dormire’, v. Pelle­ donna.
grini 267. marittari (C mi) pi. abitanti di Maletto,
màrdanu (Traina), màrdinu (C m E et), marozzu (Biundi) m. piccolo insetto che
mäddanu (C b) m. fusaiolo, piccolo danneggia gli ortaggi, (Traina) piccolo
disco nella parte bassa del fuso per farlo insetto simile alla chiocciola, lumaca,
girare più regolarmente •< ar. mardan bruco, (M r) specie di verme roditore
‘fuso’, v. Pellegrini 166. provvisto di tenaglie ; v. marózzulu.
maredda ‘solano’ v. muredda. marózzulu (Traina) m. baco, bruco, ba­
marela ‘matassa’ v. marredda. cherozzolo, (De Gregorio) bruco che dan­
marfiuni ‘furbo’ v. marpiuni. neggia gli ortaggi (Stgl. VII, 223);
màrgiu (Traina, E et M b, ra, sp P b T v) (M a, i, r) grillotalpa; cfr. cal. marózzulu
m. terreno umido con acqua stagnante, ‘larva del magghiolino’, ‘verme che vive
(M tr), màggiu (M r) fango, creta, ant. nelle patate’; v. marozzu.
sic. maryu ‘prato’ (Senisio) ; cfr. cal. marpiuni (Traina, Pitré 55), marfiuni (Pi-
màrgiu ‘terreno lasciato in riposo’. Da tré SS) ag. astuto, furbo, furbacchione,
ar. marg ‘prato’, ‘terreno pantanoso’; scaltro; cfr. cal. marpiune, mafruni id.,
v. Pellegrini 267. nap. marpione id., tar. e brind. mar­
margoni (M mo) m. paglia ammucchiata pione ‘uomo furbo e malizioso’. - Voce
dal vento sull’aia ; cfr. gallosic. margöngh affine all’abr. vafre e vafrons ‘astuto’,
‘malizioso’, irp. mdfaro ‘sciocco’ < 1. ghiro, forse Myoxus nitela (v. AIS,
vafer ‘furbo’ (REW 9120b). c. 443) ; sùrici martócchiu (M c) arvicola,
marranguni (M 1) m. euforbia arborea; v. marucu (E c) m. specie di chiocciola; cfr.
camarruni. lece, marucu, cal. (CS, CZ) maruca
marranzanu (Traina) m. verme, bruco; ‘chiocciola’, nap. ciammaruca id.
(M u) verme roditore del grano ; (C 1 marvagnoti (M rv) pi. abitanti di Mal-
M rv) grillotalpa; cfr. marranzanu ‘ma­ vagna.
riolo’. marzeppa (E c) f. mazza usata dalle spi­
marranzanu (Traina) m. mariolo, uomo golatrici per battere il grano, da ar.
furbo; marranzanu (M a, n), marran- m er zeba ‘specie di maglio’,
canu (M r), marranzanu (E e, secondo mascarrunara (M a, cm), maccarunara
Pitré, Giochi 406) m. scacciapensieri, (M b) f. euforbia arborea ; v. mascarruni,
strumento a fiato con linguetta; cfr. sic. camarrunara.
malularruni (Pitré, Giochi 406), cal. mascarrunaru (M fo, li, ma) m. euforbia
(RC) malarruniid., cioè ‘mariolo’, ‘malo arborea ; v. mascarruni.
ladrone’; v. maumarruni. mascarruni (M an, cm) m. euforbia arbo­
marredda (Traina, A sb Cm E et K v rea; v. macarruni, camarruni.
M c, fi, r, sp, u T v), marela (M mo) f. mascata (M c, fr, rd, to, u) f. schiaffo, cef­
matassa = piem. marela id. (AIS, fata; cfr. cal. (CZ, RC) maschiata o
c. 1505). mascata, tar. mascone, nap. mascone id.
marredda (Traina, Biundi) f. sorta di massa in alcuni luoghi (Traina), massa
giuoco, marella, muriella; (M r, si, to) (C m, sm E a M u R g), gallosic. massa
gioco degli smercili, che si fa con cinque (Roccella 151) f. vomere. Voce entrata
piastrelle. Nome importato dai Norman­ dall’Italia padana : lig. e priem, masa
ni, cfr. ant. fr. merele, prov. marrela id. (AIS, c. 1437).
‘sassolino per giuoco’ (FEW, VI, 1, 369). masticogna (Traina, M al, fl, g) f. carlina,
marruggiu (Traina, M c, 1 P b) m. manico specie di cardone; (M ma) specie di olmo
di zappa o altri strummenti; cfr. cal. Forse da gr. poccmi; ‘frusta’,
(CZ, RC) marruggiu id. - Da un in­ mastredda (M r), masredda (M an, c, ma
crocio di marra con manubrium, R g) f. specie di tavola dove il cacio
martingana (Biundi, Traina), marticana fresco riceve la sua forma; cfr. cal.
(Traina) f. nave con un albero; cfr. cal. mastredda, masredda id. - È dimin. di
(RC) marticana ‘grossa barca che fa il mastra <f gr. iidx'upx ‘madia’, deform,
piccolo cabottaggio’, martingana ‘nave in *[x<xcTTpa. ; v. LGr 312 e 319.
di commercio’, nap. martingana ‘sorta mastriellu (M mo), masrieddu (E et M b),
di bastimento’. Dal prov. barca marte­ masrellu (C b M sp) m. = mastredda
gala 'barca usata dai marinai di Marti- (v.).
gues’. matacanu (R v) secondo Pitré 56, matacona
martógghiu (Biundi, Traina) m. piccolo (C b Ri, r) f. zappa; v. mataccu.
topo simile al ghiro ; mattógghiu (M tr) mataccu (Ss) secondo Traina 1151, ma-
specie di ghiro; sùrici martógghiu (M taffu (Traina, A cf E c P b T v) f. mazze­
g, r), surgi martuógghiu (E et), surgiu ranga, mazzapicchio; cfr. cal. (RC) ma-
martùriu (E c), surciu martuóriu (E s), taffu id. - Da ar. madaqqa id. (Pelle­
agghjiru martógghiu (M to) specie di grini 166).
matacubbu (A m, secondo Pitré 56) m. posto con germ, mara ‘fantasma5 che
zappa. è contenuto anche nel fr. cauchemar ‘in­
mataruni ‘ghiandaia5 v. quadaruni. cubo5.
matassara (M al) f. mantide religiosa. mazzaredda (Biundi, Traina) f. meconio;
matria (Traina), voce antiquata in zona di cfr. (RC) cal. mazzaredda id. ; v. mdzara.
Ragusa e Siracusa, f. matrigna ; cfr. cal, mazzarroti (M rd) pi. abitanti di Mazzarrà.
(CS) matria, nap. matréa, lece, matria. mazzuni (Valla, Biundi, Traina) m. sorta
otr. matria, abr. matréa id. ; cfr. matrea di pesce, gobbio; cfr. cal. mazzune, sa­
id est matrinia (CGI IV, 262). Da gr. lent. mazzone, sardo mazzone id.
[reputa id., latinizzato in matria-, v. mbernu (M no), imbennu (C b), mvernu
LGr 330. (M ma), m7nernu (sic. com.), gallosic.
matritta (Pinzone) f. vezz. per madre; (E s) mvernu m. ‘inverno5. Con mb e mm
v. -ittu. contrasta con gli esiti del Mezogiorno
maumarruni (K p, secondo Pitré, Giochi continentale (cal. viernu, nap. viernd)
406) m. scacciapensieri : ‘malo ladrone5 ; che corrispondono più fedelmente al lat.
v. marranzanu. hibernum. - Dunque in Sicilia un set­
maurumittu (M 1) m. specie di veccia sel­ tentrionalismo; v. Corr. no 48.
vatica.. mboffa (Vinci) f. schiaffo ; v. boffa.
mauredda v. muredda. mbrazzari (Traina) a. abbracciare; cfr. cal.
mäusu (E et P b) m. legame (fatto con uno (RC) mbrazzari id. ; cfr. fr. embrasser.
stelo di grano) con cui si lega il manipolo mbriaca (Senisio, M r) f. corbezzola ; cfr.
di grano. Corrisponde al cal. (CS) cal. (RC) f. frutto del corbezzolo; cfr. sic.
abbàuzu, (CZ) bduzu id., da balteus mbriacu ‘ubbriaco5, dovuto alla credenza
‘cintura5. popolare che il frutto faccia ubbriacare.
màuta (Traina) f. fango, (M sp) creta; cfr. mbriàcula (Biundi, Traina, M g, ra, to) f.
cal. (CS) mduta ‘mota5, ‘poltiglia5, piem. frutto del corbezzolo; cfr. lece, mbria-
manta ‘fango5 <f 1. maltha. culu id. e. v. mbriaca.
màutu (M an, bf, n), motu (M r) m. fango; mbriàcula (M fo, fr), mbriaca (M al, sa)
v. mduta, mditu. f. patereccio, giradito.
maza (M a, si), mazza (M r) f. zolla di ter­ mbriaculera (M g, ra, to) f. corbezzolo,
ra; cfr. cal. (RC) maza, bov. maza ‘zolla mè pron. poss. invariabile, usato per tutti
di terra con erba5 < gr. (xà£a ‘massa5; i generi e per i due numeri : me figghiu,
v. NC no 38 e LGr 309. mè matri, i mè frati, i mè sòru ‘le mie
màzara (M to) f. meconio ; cfr. cal. (CZ, sorelle5. La stessa particolarità (essendo
RC) mdzara id. - Corrisponde al sic. propria di tutta la Sicilia) vale anche per
mdzzara (Traina: mdzzara) ‘pietra pe­ le colonie gallosiciliane e per la zona
sante5 < ar. ma'sara ‘pietra da molino5 più meridionale della Calabria (Reggio
(Pellegrini 143). e paesi limitrofi), certamente per influsso
mazzamareddu (Traina) m. incubo; (Trai­ siciliano. - È un modo importato dall’Ita­
na, Pinzone) remolino, vento vorticoso; lia padana (Liguria e Piemonte) dove
cfr. nap. mazzamauriello ‘piccolo demo­ mè e tò sono ugualmente invariabili;
nio5, abr. mazzemarelle ‘folletto5, umbro v. Corr. no 54 e cfr. tò, sò.
mazzamorello ‘incubo5, salent. scazza- meccu (Traina, A sb P b R g), mieccu (M
murrieddu ‘incubo5, ‘folletto5 ; è un com­ mi), miaccu (K v), gallosic. mecc (Roc-
cella 155) m. lucignolo; cfr. ant. prov. micaru, (CS) michsre id. - Forse da gr.
meca, fr. miche id. ant. dial. p,ó)CT)po<; ‘mandorla5 (LGr 342).
medda ‘nespola* v. amedda. midda (M ma), erba ’i midda (Ma) f.
mèdica || erba - (Traina) f. spezie di tri­ pianta, attaccamani, Galium aparine;
foglio ; (M bf, mo, tr) acetosella, cfr. middi-middi (M m) id.
melicuccu ‘bagolaro5 v. milicuccu. middàina (Traina, Nicotra) f. sagginella
melioti (M cm) pi. abitanti di Melfa. selvatica; (M g, n, r v) nome di un’
méuma ‘fango5 v. mirma. erba; cfr. sic. (Avola) miggìaina specie
méusa (Traina, C m E et M ma R g), mèu- di Setaria (Penzig); v. muddàina.
za (C sm), meéa (A sb), mieusa (P p) f. middarda (Traina), migghiarda (M fo,
milza. Da catal. melsa (germ. *miltia) sm), mignarda (M al) f. sorta di gra­
id.; v. Varvaro Cat. 93. minacea, Andropogon hirtum; v. mig­
méusa (Traina, M a, an, c, g, n, r, t, u), ghiardu.
méuza (M sp) f. sorta di berretta in for­ middéa (M sm), muddia (Traina, M mi,
ma d5un lungo sacco (di panno blu), por­ stf, u E c), amuddia (Gioeni, Traina) f.
tata fino a 50 anni fa da pastori e con­ frassino; cfr. bov. amiddèa id. = gr.
tadini. Ha preso il nome dalla forma [xeXta (fxcAéa), v. LGr 323.
della milza (sic. méusa). middicuccu ‘bagolaro5 v. milicuccu.
mi congz. usata in funzione di ‘che5 in gran middiu (Mg, ss), amiddiu (M si), middè
parte della prov. di Messina per espri­ (M fr), mille (M ra, sp), milieu (C b),
mere un desiderio o un’ intenzione, p. es. muddiu (M lo) m. frassino; cfr. cal.
vonnu mi vegnu (M fr, r, t) essi vogliono (R C) amiddéu id. ; v. middéa.
che io venga, vogghiu m'u sai (M fo) midemma (Biundi, Traina), midemmi
voglio che tu lo sappia \spittamu mi (Traina), videmma (Traina, A n), vi-
passa (M r) aspettiamo che egli passi, demmi (Traina), viremma (M mi),
vulìti mi vegnu jia (M u) volete che spesso raccorciato in midè (Traina),
venga io? - Introduce anche un impera­ mirè (P b), vidé (A sb K v), viri (C sm)
tivo di terza persona : mi veni (M a, c, fr) av. parimente, medesimamente, anche;
che venga ! mi s' asséttanu (M si) si seg­ p. es. iddu midemmi ‘anche lui5, ‘egli
gano! Ed anche un’ imprecazione : mi pure5, iddi videmma ‘anche loro5. Dal
ai un cancru (M u) che tu possa avere fr. ant. medesme fr. mod. mime.
... ! - Sostituisce spesso un infinito : midudduni (Biundi, Traina), mudidduni
vaju mi viju (M u) vado a vedere, ci dissi (Traina, M si), mitudduni (M ma),
mi veni (M c, fo) gli dissi di venire, pas­ mirudduni (C sm), muridduni (M to,
sai senza mi ti viju (M a, rv) sono pas­ R g), vuridduni (A sb), mirilluni (M rv)
sato senza vederti. - Corrisponde al cal. m. midollo dell’ osso (AIS, c. 566 e
(RC) mi e (CZ) mu, congz. che serve a 1025). Corrisponde al gallosic. (E s)
sostituire l’infinito : vogghiu mi (mu) mudoddón id. D’ origine francese, cfr.
vegnu ‘voglio venire5. - Da 1. modo )> prov. ant. meolhon, norm. mod. mlon
mu passato a mi per influsso di chi ‘che5, ‘midollo5.
miccignanu (M to) m. rastrello usato per migghiardu (M an, fu, tr), millardu (M 1,
tirare la brace dal focolare, p, tr) m. nome di una graminacea,
miciuffoti (M li) pi. gente di Mongiuffi. specie di Panicum miliaceum o Andro­
mlcuru (M a, i) m. ugola; cfr. cal. (CZ) pogon hirtum. - D’origine francese : fr.
dial, millard specie di panico; v. mid- *melm) ; latinizzato con plur. collettivo
darda. in *melma (DEI 2416).
migna || crapa - v. minna. mmasuni (R g) m. bastone del pollaio; cfr.
milicioti (M c) pi. abitanti di Milici, casale cal. (C S) masuno, (C S) masunaturu id.,
di Castroreale. (C S) ammasuna ‘appollatoio delle gal­
milicuccu (Traina, M c, li, si, sp R r), line1. Voce identica al fr. maison, ma cor­
millicuccu (Traina, M n, ra, si, sp, u), risponde piuttosto al lomb. mazon ‘ba­
middicuccu (C 1 M fr, to), melicuccu (M stone del pollaio1; v. Corr. no 11.
m, mo) m. bagolaro, Celtis australis ; cfr. mmócica ‘altalena1 v. vózzica.
cal. (R C) melicuccu, bov. melicucco id. moffa o mmoffa ‘schiaffo1 v. boffa.
< gr. *u,sXlxoxxoc ‘coccola di miele. mógghiu (Traina, C b, sm), muógghiu (R
(LGr 323). g) ag. bagnato, umido; cfr. ven. mojo
milioti (M li) pi. gente di Melia. ‘umido1, a. prov. molh ‘umidità1 ■<
militiddani (M al) pi. abitanti di Mili- *molliu.
tello. morti (M rv, sm) f. mantide religiosa;
millardu ‘graminacea1 v. migghiardu. (M cg, u) cervo volante; cfr. cal. morti
millicuccaru (M rv) m. bagolaro; v. ‘mantido religiosa1 [‘porta mal’ augurio1],
milicuccu. mpàmpara (M a), mpàmpina (M m), nfan­
minna || crapa - (M an, fo, r, si, sp), crapa fora (M br, 1) f. sorta di pesce, pesce
migna (E et M fr, li, n, rv, u), crapa pilota; cfr. cal. (CZ) mpàmparu e
minda (M c, mo) f. capra dagli orecchi nfànfaru id., ven. fanfano, catal. pom­
piccoli; cfr. cal. (C Z, R C) crapa minda, pai, prov. fanfre <C. lat. pompilus =
bov. èga mindo id. < gr. ant. póvSo? gr. 7ropmXo(; (DEI 1593); v. nfànfaru.
‘muto1. Per il trapasso semantico si con­ mpastura-vacchi (M n) f. specie di grossa e
fronti neogr. (Cipro) pira ‘(capra) dagli lunga serpe che si attorciglia ai piedi
orecchi piccoli1 = gr. ant. {uSmjs ‘muto1 ; della vacca per popparla; cfr. cal.
v. LGr 342 e NC no 39. mpastura-vacche id.
minnali (M n), minnàgghiu (M i) m. notto­ mu ‘dammi1 v. ammü.
lino di legno; v. mandali. muccaturi (Traina, sic. com.) m. fazzo­
minnedda (M tr), minella (M sp) f. ugola, letto; cfr. cal. muccaturi, salent. mucca-
minneddu (M cg) m. ugola, turu, nap. muccatoro id., da catal.
mirma ‘melma1 v. miuma. mocador id. (Varvaro Cat. 89).
mirtoti (M n) pi. abitanti di Mirto, mucciaredda (M r) f. specie di chiocciola,
misciuffoti (M cm, li) pi. abitanti di Mon- muddacchina (Traina, M fl, fo, r, si),
giuffi (dial. Misciuffi) ; v. mungiuffoti. mullacchina ■ (M mo, rv) f. citiso,
mistili (M fr, lo) m. legno scavato in cui le avorniello, Cytisus laburnum; cfr. sic.
donne fanno girare l’incannatoio, muddàcchiu ‘molliccio1, lig. occid. mu­
misulucu ‘asfodelo1 v. musulucu. lachina ‘citiso1.
misulucu ‘stupido1 v. musulucu. muddàina (M fv) f. sorta di graminacea;
miuma (Pitré), mirma (E et M b, mo, ra, v. middàina.
tr), gallosic. mèuma (E s) f. melma, muddéu ‘frassino1 v. middiu.
fango. Voce entrata dall’ Italia padana : muddia ‘frassino1 v. middéa.
lomb. melma, piem. melma e bilma, ven. muddivaru (M li) m. frassino; v. middéa.
velma, voce d’ origine germanica (long. mudidduni ‘midollo1 v. midudduni.
muffulettu || pani - (Biundi, Traina) m. cereali, quarta parte del tomolo; cfr.
pane molle e spugnoso. D’ origine bov. mundi id., da un gr. *pouv8tov,
francese : a. fr. pain moflet, a. prov. dimin. di ar. mudd (LGr 338), preso dal
pan moflet id. lat. modius. — O direttamente da ar.
muffali (Traina, Biundi) pi. manette. Dal muddiy (Pellegrini 146).
fr. ant. moufles id. (Varvaro, Norm. 8). munzeddu (sic. comune), munziellu (M
muffura (Traina, M si), murfura (Boll. mo) m. mucchio; vgl. cal. (CS) mun­
Vili, 161), muffuratina (M fo) f. nebbia, ziellu, (CZ, RC) munseddu id., da fr.
tempo nebbioso; cfr. cal. (RC) mujfu- ant. moncelid. (monticellus).
rata, murfurata ‘nebbia di scirocco5; mupu (M br, fu) m. sorta di pesce ; mupu o
v. LGr 341 e Caracausi, Boll. XII, 276. mupa (PS 103) occhialone; mupa e mupu
muganazza (Biundi, Traina) f. erba spi­ (ALM 568) pagello; cfr. cal. (CZ, RC)
nosa, specie di cardo, cardo di Santa mupa, nome di un pesce,
Maria, Carduus Marianus, ant. mess. mupidda (M 1, m) f. sorta di pesce ; v. mupu.
mugani ‘carduus5 (Vinci) ; cfr. cal. (RC) muredda (Traina, M al, fo, rd, si),
mùRanu, ammüRanu, müRandu, bov. muridda (M li), mauredda (Traina, M
müRaddo e m-uRlendo ‘erba mangereccia b), maredda (M cr, cu, li) f. solano,
dalle foglie ruvide5, Picris aculeata, Solanum nigrum, cfr. cal. (RC) mar-
Mugand monte in prov. di Catania (Boll. vedda, bov. mavredda id., da paopsXX«,
Ili, 240), Mugand ctr. in zona di San dim. di goàSpo? ‘nero5,
Mauro Marchesato (DTO 204). - Pro­ murgana || fata — (Traina) f. fenomeno di
babilmente voce di un antico sostrato ; v. miraggio che si manifesta dalle coste
LGr 339. calabresi sullo stretto di Messina. Era
mùgghiu ‘pesce5 v. bùgghiu. una fata delle tradizioni romanzesche,
mujitani (M rv) pi. abitanti di Moio Al­ che corrisponde all’ ant. fr. fèe Morgue,
cantara. acc. fèe Morgain ; v. Gioeni 188.
mulinciana (M t) f. lividura; cfr. cal. murgaru (M bf, rd) m. terreno argilloso
milinciana e mulingiana id. — Signifi­ umido.
cato metaforico = sic. milinciana, cal. muriddara (M f, si) f. solano; v. muredda.
mulingiana ‘melanzana5. Da ar. bä- murigghiu (M g, n, ss) m. mora di rovo,
dingän (Pellegrini 193). murra (E c) f. roccia alta, gallosic. murra
mulótichi (M t) pi. abitanti di Castelmola. ‘roccia5 (Roccella 164); cfr. nel Lazio
mümmicu (M ss) m. lumaca, morra ‘roccia5, abr. morra ‘roccia5, sard.
mungiuffoti (M fo) pi. abitanti di Mon- murru ‘vetta5, pugl. murrons ‘montagna5.
giuffi. - Voce preromana; cfr. ital. ant. mora
mungiuni (M bc) m. specie di cefalo, ‘massa di pietre5, spagn. morro ‘piccolo
muggine. monte rotondo5.
murine d du (Traina, M a, r, ra, t), mun- murru (M sf) m. grugno del porco, gallo­
deddu (M bf, c) m. antica misura per sic. (M sf) muorra f. id., cfr. sardo
cereali che è la quarta parte del tomolo ; murru, lig. murru, piem. murro id. (AIS,
cfr. cal. (RC) mundeddu id. - È dim. di c. 1092), prov. mourre ‘grugno5 e ‘muso5.
ar. mudd ‘misura per aridi5; v. munniu. - Voce dell’ antico sostrato; v. murra.
munniu (Traina, R r S s), sic. ant. mundiu murru (M fr, lo) m. broncio, rancore; v.
(Avolio 59), munni (M 1) m. misura per murru ‘grugno5.
musàrtiu (M mi) m. specie di divisione tra musuluccu ‘siccae quaedam lactis reli­
le camere della tonnara; cfr. cal. (CS) quiae post caseum confectum’ (Vinci
misarta ‘parete divisoria di frasche nella 167), musulucu (Mfo, mo, s a), musserucchi
stalla’, bov. mesarta ‘parete divisoria*, (C b) pi. piccolo cacio fatto con i residui
a. 1256 in Calabria r\ xowtj [i,sc>àpTrj ‘la della pasta; cfr. cal. (RC) musulucu o
comune parete’. — Da gr. [riera apro? musulupu ‘piccolo formaggio fatto con
‘sospeso nel mezzo’?; v. LGr 326. gli ultimi residui della pasta’, da ar.
mustia (Biundi, Traina), mustina (M br, 1) maslüq ‘lesso’, ‘bollito’; v. musuluca.
f. sorta di pesce. Corrisponde al cal. musulucu (Traina, T e), misilieu (P r
(CZ) mustera, musdera, musdéa, (CS) secondo Pitré) m. asfodelo; v. mafalufu.
musdeca ‘lupo di mare’, salent. musdea musulucu (T s, v), misulucu (A a, cf) m.
‘Gadus minutus’, sard, mustela = lat. nome di un’ erba mangereccia, specie di
mustela, nome di un pesce (DEI 2538). senape selvatica.
màstica (E et M ma), mustichedda (E n) musulucu (Traina, Pasqualino), misulucu
f. brocca di creta per acqua da bere; cfr. (A a, et), musuluccu (Biundi, Traina) m.
cal. (RC) màstica id., da ar. mustiqä uomo segaligno, baccellone, uomo lungo
‘scodella per attingere acqua’; v. Pelle­ e sottile; musulucu (A sb), musuluccu
grini 168. (Pasqualino), misulucu (C c) m. uomo
musuluca (M fu, ma, r, si) f. piccolo cacio balordo, bietolone, stupido. — In senso
fatto con i residui della pasta nella cal­ metaforico da musuluccu ‘cacio'?
daia (viene mangiato dai pastori), anche musura-acqua (M n) libellula : ‘misura
cal. (RC) musuluca e misuluca id.; v. l’acqua’; v. guardiana ’i l'acqua.
musuluccu. muzzuni (M g) m. gemello; v. bizzuni.

naca (Traina, sic. comune) f. culla per oggi al Peloponneso (Arcadia, Laconia) ;
bambini. Voce comune alla Calabria, v. LGr 346.
Lucania, Salento, arrivando fino a naca (C sm E et M mi P b) f. altalena; v.
Pesto ed alla provincia di Foggia. naca ‘culla’.
Appartiene all’ antico sostrato della naca (Traina, A n, sb K v T v) f. gorgo o
Magna Grecia : gr. ant. vàxv) ‘vello di pozza d’acqua nel letto della fiumana.
pecora’. Con tale nome fu chiamato un Da ar. naq‘a ‘acqua stagnante’; v.
tipo di culla sospesa, fino a 50 anni fa Pellegrini 268.
usato ancora in Calabria e in Sicilia. nächita-cicca (M rd) f. altalena; cfr.
Nella sua forma primitiva non era vacanzita id. (Traina),
altro che una pelle pecorina intelaiata in nàcula-pénnula (M n) f. altalena; v. naca.
una cornice rettangolare, mentre in nànguli (E et M ma) pi. frutti del bianco­
tempi più recenti la pelle è stata sosti­ spino o della rosa di macchia,
tuita da un panno; v. la figura ripro­ nannavu (Traina, M u), nannàu (C 1 M rv,
dotta in Revue de ling. rom. IX, 1934, t, tr) m. bisnonno : ‘nonno avo’,
p. 257 ed ib. fig. 25. - Questo tipo di nannava (Traina, C 1 M rv, t), nunnava
culla (chiamato vàxa) appartiene ancora (M r, si) f. bisnonna.
nanticchia (Pitré, C m) av. un pochino, un ncinna (M r) f. fiore dell’ ampelodesmo ; v.
tantino; cfr. cal. (CZ) na nticchia id. - ddisa.
Raccorciato da tanticchia (v.). ncuddizza ‘lappa’ v. cuddizza.
napordu (Traina) m. cardo comune; cfr. ncuiri (Traina) a. premere, pigiare; cfr.
cal. (RC) nàpordu id. [ gr. òvÓTOpSov]. cal. (CS, CZ) ncujere id. <C 1. *inco-
nascazza (M sp) f. pulicaria, Inula viscosa. gere.
La voce riviene nella zona galloitalica di ncuttu (Traina, Biundi) ag. fitto, denso,
Policastro (Lucania) : nasca ‘pulicaria’. attaccato; (Traina, Biundi, M mo)
Ha preso origine dalla Galloromania: troppo vicino, insistente, seccante, ap-
%• nasca, prov. (tra Marsiglia e Men­ piccioso. Appartiene come partizipio al
tone) nasca id. (Corr. no 84). - Per verbo ncuiri ‘premere’ (v.).
l’origine v. FEW VII, 28. ndivina (M tr) f. mantide religiosa,
nasca-santisca (M u) f. giuoco dei ragazzi; ndivina-vintura (M b, r) f. mantide reli­
v. giufalè. giosa, pregadio : ‘indovina la sorte’; v.
nasita (M c, cm, fi, fu, ma, r, si), nasida induvindgghia, sorta.
(M c), nasia (M an) f. terreno fertile ndugghiu ‘incolto’ v. nnügghiu.
lungo un fiume, a. 1142 in Sicilia nduvina (M rd), nduvina-nduvinagghia
/«pi? Tvj? vacnSoc? (Cusa 308); cfr. cal. (M si) f. mantide religiosa, pregadio.
(RC) e bov. nasida id. - Da gr. ant. nduvinagghia (M lb, mo, r, tr), nnivi-
vacriSa gr. dor. invece di vvjcriSa, ‘iso­ ndgghia (M ra, u) f. mantide religiosa,
letta’ (LGr 348). - Per lo sviluppo pregadio; ndivinagghia (Traina) sorta
semantico, v. isula. d’ insetto; cfr. cal. ndivinagghia ‘indo­
nasitani (M n) pi. abitanti di Naso, vinello’. Ha preso il nome da una cre­
naticchia (Biundi, Traina, M fi, mi, r, si) f. denza popolare : 1’ insetto ritenuto una
nottolino di legno; cfr. cal. (CS, CZ) fata o profetessa ; cfr. il nome in gr. ant.
naticchia id., prov. andilha id. < 1. jjwcm? ‘indovino’ (indovina le cose
anaticula ‘piccola anitra’, future), nome dato anche all’ insetto; v.
ncatasciari (Traina) a. imbozzimare; v. ndivina-vintura. — Da ant. fr. endevi-
catdscia. naille.
nchenéssere (M mo), acchenèssiri (M u) névulu (M u) m. ebbio, Sambucus ebulus;
loc. per forza, ad ogni costo [‘a che dev’ cfr. cal. (RC) névulu id.
essere’] ; v. ghinéssiri. nfànfara ‘pesce’ v. mpdmpara.
nchiédduru (M si) m. canna con uncino nfànfaru (Traina) m. piccolo pesce con
usata per tirare il pane dal forno, fasce orizzontali turchine; fdnfaru (De
ncimari (Biundi, Traina, M to, u), Greg.), fdnfalu (M fu) piccolo pesce a
nchjimari (A a R sm T v), scimari (M c, colori bizzarri, pesce pilota; cfr. tose.
fu, r, si, t), nciumari (Traina, C c M ma) fanfano, nap. fanfara, prov. fanfre id. ;
a. imbastire; cfr. cal. (CS, CZ) nchji- v. mpdmpara.
mare, (CS) gnimare, (CS) gnumare, nfurra (Traina) f. tela cruda usata per
camp. lue. pugl. nghjimà, cal. (CS) fodera di vestimenti; cfr. cal. mpurra,
nfimà, salent. nfiamare id. - Voce lece, nfurra, nap. nforra, it. ant.
d’ origine oscura (LGr 540). nfurra id. ; cfr. sic. nfurrari ‘foderare’,
ncina ‘capruggine’ v. jinatura. ngannulera (M al, to), ngangulera (M fi)
ncinatura ‘capruggine’ v. jinatura. f. rosa di macchia ; v. ngannulu.
ngànnulu (M al) m. frutto della rosa di nizula (M an, li), nisula (M c, r, sm), ni-
macchia. sciula (M fr), iéula (M g) f. ogni filo
nginatura, -uri v. jinatura. dell’ordito nel telaio; cfr. cal. (RC) ni­
ngina ‘capruggine5 v. jina. zula e iéula id. = bov. niéila id. In
ngona (Pinzone, C 1, r M mal) f. angolo; Calabria (RC) sporadicamente con ni­
cfr. cal. (R C) ngona ‘angolo di casa5; v. zula si intende anche 'ogni filo che serve
agnuni, gnona, angonia. a formare una corda5, 'ogni giunco
nguisina ‘biscia d’ acqua5 v. guisina. pieghevole che serve a confezionare una
ni v. nni. cesta5, 'ciocca di capelli5. - D’origine non
nia (Traina, M r) f. tacchina; cfr. cal. chiara; v. NC no 42 e LGr 349.
(RC) nia id., sic. nia-nia (Traina) voce nizzardi (M a, li) pi. abitanti di Nizza,
con cui si chiamano le anitre, nnàcchiu (Biundi, Traina, M u P p) m.
nibba (Biundi, Traina, M n, u) esci, no! conno, pudenda femminile; cfr. cal.
nient’ affatto!; cfr. cal. (CZ) è nibba è (CZ) nacchiu id. - Raccorciato da cun-
impossibile, è inutile. — Da sic. nebba ndcchiu; cfr. cal. (RC) nicchiu id.
‘giuggiola5 < ar. ‘annäb ‘zizipha nnaddizzara (M an) f. pianta, attaccamani,
rubra5 (Pellegrini 194) ; cfr. cal. (CS) zorba Galium aparine.
‘niente5 = sic. zorba ‘frutto del sorbo5, nnàgghia (E c) f. ghianda; cfr. in prov. di
nicu (Traina, sic. comune) ag. piccolo; cfr. Salerno (AIS) nnaglia: metatesi di
cal. (CZ, RC) nicu e niccu id.-Creazione glianna, gghianna.
espressiva, esprimendosi con il suono i nnerca (T sn) f. afa.
piccolezza, cfr. \t. piccolo, piccino, spagn. nni (Traina) av. dove. Viene spesso usato
chico, sardo piticcu, ziccu e pizzinnu, fr. in funzione di preposizione ‘da5, 'in casa
petit, rum. mie, piem. pitu, campan. di5, p. es. (K v) vaju nni lu miadicu,
zicu, Ischia pitta, cal. ninnu, titu, zinnu, (T v) nni lu mèricu, (P p) nn' ò miéricu,
basco tipi, ziki; v. piccittu. M m) nn u mèdicu, (C c) nd' ò mèricu,
nigghiu (R g) m. granturco ; cfr. nigghiu (A n) ni lu miédicu 'vado dal medico5 ;
saginella selvatica (Traina); cfr. cal. cfr. cal. (RC) jiu ndi iddu ‘e andato da
(RC) nigghiu ‘miglio5, ‘saggina5, brind. lui5, cal. (CS, CZ) duve u miédicu ‘dal
nigghiu ‘miglio5 : corruz. di milium, medico5; v. unni.
nimarra (M mo) f. fango, melma; v. li- nnivinàgghia ‘mantide religiosa5 v. nduvi-
marra. nàgghia.
nimma (M c, sm) f. acqua che si aggiunge nnügghiu (C b, 1 M ra, to), ndugghiu (M
alla farina intrisa nella madia; cfr. cal. rv), ndügliu (M mo), nùgghiu (Biundi,
(RC) nimma id., bov. nimma ‘lavatura Traina, Cm) ag. incolto (di terreno),
della madia5, ‘beverone per il maiale5 <C lasciato in riposo <5 lat. annuculus 'di
gr. ant. vffqxa ‘acqua da lavarsi5 ; v. lima, un anno5; cfr. gallosic. annotch 'di un
limma. anno5 (Roccella 44), cal. (CZ) annicchid-
mmula (M to) f. arcolaio; v. animulu. ricu ‘lasciato incolto per un anno5,
nimulu ‘arcolaio5 v. animulu. nnuggiari (M n, u) a. piegare (un lenzuo­
ninnari (Traina) pi. noccioli di carrubba; lo) ; v. annuggiari.
(M ma) seme di mela o pera, nommi, p. es. nommi si movi (M c) non si
nivarora (M tr), nivaló, (M si) f. ballerina, muova!, vidi nommi cadi (M a, fo) vedi
catrettola: ‘annunzia la vicina neve5. di non cadere!; v. mi.
nózzuli (M to), nózzula (M fr, ra), nózzuri tissimi che sembrano gelatina, latterini ;
(M b, r) pi. sterco, cacherelli di capra, cfr. cal. (CS) nunnata, (RC) nannata,
pecora o topi; cfr. cal. (CZ) nózzuli ‘ca­ lece, nannata id. : ‘massa neonata’,
cherelli di pecora’, sic. (Traina) nózzulu nunnàu ‘bisnonno’ v. nanndu.
‘nocciolo delle ulive’. nurrimi (Traina) f. novella generazione di
nta (Traina) prep. in, dentro; nta l'ortu animali; (Traina) pesci di fiumi nati di
(M bf, n) nell’orto; nta lu médicu (A sb), fresco; cfr. cal. (CZ, RC) nurrimi ‘baco
ntò médicu (Cm) dal medico; cfr. cal. da seta’, ‘novello allevamento di bachi’.
(RC) vaju nt'ò médicu ‘vado dal medico’, Da 1. nutrimen ‘alimento’; cfr. fr.
nt'ò specchiu ‘nello specchio’, nta nu nourrain ‘pesce minuto’,
palu ‘a un palo’. nuvaroti (M ma) pi. gente di Novara,
ntarchiari (M u) rfl. vestirsi a lutto; cfr. nuvidduni (Traina) m. albero giovine, pol­
tarca (Traina) velo nero una volta lone di albero ; nuvilluni (M mo) pol­
usata dalle donne in segno di lutto, lone di albero ; v. lividduni.
ntosta (M al, n, u) f. parete divisoria (di nuzzu (E et M an R g), nnuzzu (M fo) m.
canne. — Da catal. antosta id. tacchino; cfr. cal. (RC) nuzzu e nnuzzu
ntrisicu ‘giogo per tre buoi’ ; v. trisicu. id. ; v. juzzu.
ntrufuliatu (M mf) ag. imbrogliato; cfr. nzalaniri (Traina, R r), nzaliniri (C sa) a.
cal. (CZ) ntrufuliatu ‘ben pasciuto’, stordire, far ingnillire ; cfr. cal. nselenutu,
ntrupatu (M fi, r) ag. imbrogliato, folto (di nzalanutu ‘stordito’ : ‘preso dalla luna’,
vegetazione); v. trupa. ‘lunatico’ da gr. asLqvv] ‘luna’ (LGr 452).
nuara (Traina, Biundi), nuvara (T v) f. nzaru ‘gigaro’ v. anzaru.
orto di ortaggi. Non convince l’origine nzirtari (Traina, sic. com. AIS, c. 746) a.
da una base araba (Amari ed altri); v. indovinare; gallosic. nzartér, cal. mer.
Pellegrini 269. Ma piuttosto da (terra) nsertari. Insieme al sardo inzertdi dal
novaria; cfr. Novara (ant. Novaria) catal. encertar; v. Corr. no 47.
città di Piemonte, Novara (a. 1144 No- nziru e ziru (Biundi, Traina) m. vaso di
hard) in Sicilia, Novaretto top. in zona creta senza manichi ; nziru (A sb R g
di Pinerolo (Piemonte), v. Corr. no 56. V t) specie di boccale per tenervi acqua ;
nucera (M al, eg, to, u) f. noce, albero di cfr. cal. (CS) zirru, (RC) nziru ‘grande
noci. vaso di creta per tenervi olio’, brind.
nuciara (M a, fo, i) f. noce, albero di noci, zirru id., da ar. zlr ‘giarra di creta’,
nuciculu (M a) f. lucciola; cfr. cal. (CS) nzita (M t) f. olivo giovane (selvatico) in­
culinuci id. ; v. cululùcira. nestato; cfr. cal. (RC) nsitu ‘albero gio­
nuciddara (M t) f. alberetto che produce le vane (di agrumi) innestato’, tar. mito
nocciole. m. innesto. — Dal verbo sic. nzitari
nuciddera (M to), nucilliera (M sp) f. al­ ‘innestare’ < 1. *insitare da insitum
bero delle nocciole ; v. fichera. ‘innesto’.
nugghiu ‘incolto’ v. nnügghiu. nzóddiri (M c) pi. cacherelli di capra o
numarru (M c) m. melma; v. limarra. pecora; v. zóddari.
mainata (Traina, M stf) f. pesciolini minu­ nzunzulidda (T v) f. rosa di macchia.
O

ocqua (Pitré : a Caltanisetta, A n), occa uscina (M fr, si, sm, to), ùsina (R r) f.
(A et T v) f. acqua <C *auqua. biscia d’acqua; cfr. neogr. dial, 'óywa.
ócina ‘biscia d’acqua’ v. óscina. ‘specie di serpe’ (LGr 377); v. lócina,
èlica (M rd) f. veccia selvatica ; cfr. cal. óéina.
(RC) dólaca, (CZ) èlica ‘specie di pisello óscindra (M rv) f. biscia d’acqua : è un
selvatico’ <f gr. SóXi/oq ; v. pólica. incrocio tra il tipo e^svSpa (cfr. bov.
opuseri (M f) av. ier l’altro; v. puseri. èyendrd) e óscina^LGr 162) ; v. léscendra.
orba (M a) f. intestino cieco, ótrontu (M m) m. congegno usato per la
orbu o orvu o uorvu (sic. com.) ag. cieco pesca delle seppie, altrove (Catania)
(AIS, c. 188), gallosic. orb ‘cieco’; cfr. ' chiamato lontrw, cfr. in Calabria ótron­
cal. (RC) orbu, (CZ) orvu id. - E voce tu, ontra, lontra id.
sorta dall’Italia padana : ven. orbo, -otu, suffisso assai caratteristico e frequen­
\omb.orp,'piem.orp,\ig.orbu id. (orbus). tissimo, usato non solo per formare gli
orna (M a, lo, fr) f. pozza d’acqua; v. urna. etnici : giarrotu ‘di Giarre’, partinicotu
ornu (M m), orru (M fu, m) m. falco pec­ ‘di Partinico’, liparotu ‘di Lipari’, criotu
chiamolo; cfr. cal. (RC) ornu e orru id. - ‘di Ucria’, liotu ‘di Ali’, ma usato spesso
Da gr. äpvsov ‘uccello’; v. NC no 44 e anche in funzione di veri aggettivi quali­
LGr 368 e v. adornu. ficativi, p. es. furiotu ‘borghese’, tunna-
orva (Traina, Biundi) f. allocco di palude, rotu ‘pescatore con tonnara’, nuarotu
secondo altri ‘gufo di palude’ (Giglioli), ‘ortolano’, gabbillotu ‘gabelliere’, inna-
ant. sic. olba (Scobar) ‘allocco’, ‘uccello rotu ‘chi nasce nel mese di gennaio’; v.
notturno che fugge la luce’ <C 1. orbus Caracausi, Boll. XII, 265. [-wryjq].
‘cieco’ (Trapani 218); v. triorva. óéina (M an, cm, fu, li, me, t) f. biscia
orvicari ‘seppellire’ v. urvicarì. d’acqua; cfr. cal. (RC) óéina e góéina,
óscina o ócina (M a, f, ma, n, r), àsina bov. óéena id., da gr. Scalva ‘specie di
(M c, fo, rd, rv, si, t) lóscìna (M g, lo), polpo puzzolente’; v. óscina.

pàcchiu (Traina, C m, r M rv) m. conno, una sola volta, e solo in rima (Inf. 21,
genitale di donna; cfr. cal. (CZ) ndcchiu 123). Sembra dunque che si tratti di un
e (CZ) pdcciu id. meridionalismo entrato nella lingua na­
päcciu (Pasqualino, Traina, M c, r, t) ag. zionale, di cui la forma più diffusa e più
pazzo; cfr. pdcciu o pacca per tutto il genuina doveva essere pdcciu. Ciò
Mezzogiorno continentale, di fronte al esclude la solita etimologia patiens o
tipo pazzo dei dialetti centromeridionali patius ‘sofferente’ (DEI 2812), donde
(tra Napoli e l’Abruzzo). Più a nord, in si aspetterebbe solo pazzu. - Non esclu­
Toscana, la voce più commune è matto. do che in pacciu si nasconda un gentilizio
Nella Divina Commedia pazzo appare Papius (cfr. sapio > merid. sacciu),
una volta molto comune nella bassa formato il verbo sic. mpajari ‘aggiogare
Italia, come similmente il nome Mac­ i buoi’ (Traina) ; v. pdjula.
cus delle Atellane osche si continua nel pajula (Traina, Biundi, C n M fi, ma, mi
sardo maccu 'pazzo’. R g T v), pdjura (M to) f. legame vege­
pacioti (M si) pi. abitanti di Pace del Mela, tale o di cuoio usato per aggiogare i
paddóttula (Traina : nel mess., M an, cm, buoi. Sarà nato da un plurale i pdjura\
si), padduóttula (M stf) f. donnola; v. v. paju.
baddóttula, piddotta. palataru (Senisio, Traina, M ma, t) m. pa­
padedda o paredda (sic. com.) f. padella. lato; cfr. cal. (CZ, RC) palataru, bov. to
Per il -d- (lat. patella) la voce si rivela palatari id. - Da catal. o spagn. paladar
come un settentrionalismo. - Il nome id.
antico e indigeno della padella in Sicilia paliccu (Biundi, Traina) m. stuzzicadenti;
è sartàina o sartània (v.) ; v. Corr. no 57. cfr. cal. paliccu, nap. paliccho id. - Da
pagghiarini (M ma) pi. gente di Pagliara, spagn. palico e palìllo id.
pagru 'pesce’ v. pduru. palisa (Traina, Pitré Giochi 156) f. pala
paidire (ant. sic.) a. digerire (Senisio), pai- o maglio usato nel giuoco della palla,
dimentu (ant. sic.) digestione (Senisio). palórgiu (Traina, M an, t), palóggiru (Pi-
Nel Traina solo appaidare 'digerire’. - tré), palóggiu (M a, fu, m, n, r, si, t),
Tale verbo è rarissimo nell’estremo panórgiu (M b, gm, mo, tr), panóggiu
Mezzogiorno. Dalla Calabria mi risulta (M c), pranóggiu (M bc, rd), panargiu
padijd 'digerire’ per la zona confinante (Pitré) m. trottola ; cfr. cal. (RC) palórgiu
con la Lucania. E più comune da Napoli id. - Sembra uguale a cal. palórciu
in su, ma appartiene specialmente ai ‘fune usata per tirare a terra una barca’
dialetti dell’Alta Italia (REW, no 6151). < gr. *mxpóXxiov dim. di roxpoAxoc; id.
Si ritrova anche fuori d’Italia : catal. (DEI, 2736) ; cfr. nap. correre apaluorcio
pair, prov. mod. (Nizza) «jta/(FEW VII, ‘darsela a gambe’ (D’Ambra),
475). — Di incerta origine, palugiaru (M r) m. ferula (pianta),
päina (M no) f. sottogola di cuoio usata palummedda (M r) f. parte del telaio in cui
per aggiogare i buoi ; v. pdinu. gira il subbio; cfr. cal. (RC)palumbedda,
päinu (K v) m. sottogola di cuoio usata (CS) palummello id.
per aggiogare i buoi ; cfr. cal. sett. (CS) panärgiu ‘trottola’ v. panórgiu.
pdjìnu id. Altrove la voce si usa per la panariddisi (M 1) pi. abitanti dell’isola di
giogaia dei bovini : umbr. e march. Panaria.
paino (AIS, c. 1055). - Appartiene alla pani - vinu - e l’ogghiu || u - spuntäu (M t)
famiglia del verbo p a gin are ‘congiun­ è sorto l’arcobaleno. - Dai colori del
gere’ ; v. pdina. fenonmeno e della loro intensità nella
pàjaru (A sb), paxaru (A n) m. legame credenza popolare si pronostica una
usato per aggiogare i buoi; v. paju e buona raccolta di grano, vino ed olio;
pajula. cfr. pane e vino nome dato all’arcobaleno
paju (E c) m. sottogola per aggiogare i in prov. di Sondrio (AIS, c. 371).
buoi; cfr. cal. (CS, CZ) paju, camp. pania (Traina, M a, bc, li, ma, r) f.trecciadi
paja, brind. pdsciu, pugl. pasco id. — fichi secchi infilzati in istecchi; cfr. cal.
Sembra venire da un gr. *7ràyiov (cfr. (CZ)pania fascina di sarmenti tagliati:
7ràyio<; ‘fìsso’); v. LGr 377. - Con paju è gr. Travi«.
panimoli (C sm) ni. granturco ; cfr. fru- rale5. A metà italianizzato da gr. 7rocpoc-
mentu da mola (C s) id. ßocTxco ‘pascolare di nuovo5, bov. para-
panórgiu ‘trottola5 v. palórgiu. voscèo ‘ricondurre al pascolo5 (LGr 382).
panta secondo Traina a Lipari f. tasca; cfr. parasaccu (Pitré, M an, ma, u) m. spaurac­
brind. panta e panda, lece, pauta, tar. chio dei bambini; cfr. cal. parasaccu
pota id. < long, palta ‘pezza5, ‘fantasma5, ‘spauracchio5, nap. parasacco
pantaciari (Traina, Pasqualino, M g) n. ‘diavolo5.
respirare con affanno, ansimare; cfr. cal. parasporu (ant. sic.) usufrutto di una pro­
(CS) pantacijd id. - Da ant. fr. pantoi- prietà concesso ai servi o ad un figlio
sier, ant. prov.pantaisar id. (DEI, 2751). (Senisio), paraspolu (Traina, Biundi,
pantàcimu || aviri u - (Mu) respirare con C sm M fi), paraspól (E a) m. pezzo di
affano; cfr. sic. (Traina)pantasciata ‘dif­ terreno concesso dal padrone al conta­
ficoltà di respiro5. dino per coltivarlo per conto suo; cfr.
pantaleci || jucari a li - (Traina, Gioeni) cal. (CZ, RC} parasporu, (CS) parascuo-
giuoco dei bambini che si fa con cinque lu, bov. to paraspóri id. gr. *7tapa-
sassolini (oggi in Sicilia non più cono­ OTTOpiov, in Grecia 7rapacrT:ópi ‘terreno
sciuto con questo nome). - Corrisponde coltivato a mezzadria5 (LGr 385).
al nome greco antico del giuoco tcsvtéX- parpagnari (M mo) a. proporzionare; v.
iDa. parpagnu.
pantófalu (Traina), pantófulu (M fr, to) m. parpagnu (Biundi, Traina, M mo) m. mo­
sorta di mattone di terracotta. - Corris­ dano, strumento con cui muratori o
ponde all’ital. pianella ‘pantofola5 e falegnami si regolano lavorando; cfr.
‘sorta di mattone5, cal. parpagnu id. < fr. parpaing (Jost
pantu (M g) m. zolla di terra, 76).
panzia (M u) av. forse, p. es. panzia chi parrineddu (A n, sb C sm) m. ballerina,
vvèni ‘forse verrà5 : ‘penso io5; cfr. cal. cutrettola : ‘pretino5 ; v. parrinu .
(CZ) pensiu ‘forse5, (CZ) pènzuca veni parrinu (sic. com.), gallosic. (E s) m. prete;
‘forse verrà5, gallosic. pèss cha ‘forse5 cfr. ant. sic. (sec. XIII) patrinu ‘sacer­
(Roccella 196). dote che ascolta la confessione5 (Rosa
papatornu (M fo) m. sorta di chiocciola; fresca). Lo sviluppo -tr- a -rr- (non indi­
cfr. cal. papatornu id. geno) lascia pensare a un normandismo :
päpulu (C c),pdpuru (S s),pdparu (Traina) a. fr. parrin ‘padrino5 ; v. Varvaro, Norm.
ag. molle, di uovo con guscio imperfetto. 11.
- È corruz. di dpulu (v.). pàsimu (Biundi, Traina, Nicotra), ant. sic.
papuzzedda (M r, ro, si) f. coccinella, pasmu (Scobar) m. ‘disagio5, ‘spasimo5,
para (Traina, E a, c, s M mi T v) f. parte ‘patimento5, ant. sìciì. pasimari ‘patire5. -
dell’ovile dove si racchiudono gli agnelli È certamente un gallicismo di Francia :
o le pecore dopo la mungitura, ant. fr. pasme ‘svenimento5 con il verbo
parapäsciu (E c M an) m. pascolo dove si pasmer ‘svenire5, da lat. tard. (sec. V)
riconducono le pecore dopo la mungitura pasmus; v. LGr 474.
della sera; cfr. cal. (CZ, RC)parapàsciu, passiatura (A sb C sm) f., passiaturi (R r)
(RC)parapàsculu id., sic. (C b K v M tr), m. geco, Tarentula mauretanica; cfr.
cal. (CS) parapdscere ‘ricondurre gli ani­ passiatura ‘pruriggine5 (Traina),
mali al pascolo dopo la mungitura se­ pastili ‘parte del lavatoio5 v. prastili.
pastinäcula (M cu) f. carota selvatica; v. piciciu (M rv) m. genitale della donna,
vastunaca. piciuni (M u) m. genitale della donna ; cfr.
pasturimi (M fl, to) m. legame vegetale cal. (RC) piciuni id.
con cui si attacca il giogo al timone pidda (Pitré) f. recipiente posto sotto lo
dell’aratro; cfr. bov. pasturimi n. id. : strettoio per ricevere l’olio. Secondo De
'grande pastoia’, Gregorio appartiene al dialetto di Noto
patapiscu (M u) m. grosso sasso, (St. gl. Vili, 348); cfr. piddi (M tr) f.
pàuru (Traina), M a, bc, fu), pagru (PS truogolo, tose, pilla ‘pila del frantoio’,
101), pdguru (ib.), a Pantelleria pragu piddirinu (M t) ag. avaro, tirchio,
(ALM 567) m. pagro, sorta di pesce, piddotta (Traina, E e) f. donnola ; v. bad-
Pagrus pagrus; cfr. cal. pàuru, salent. dóttula.
fràu, ven. frago id., da lat. phagrus, piddóttula (M lo) f. donnola; v. baddóttula.
gr. <pàypo?. piddu (Traina) m. tritume di panno o di
pércia (Traina, Biundi, A sb, n K v P b paglia, (C1M a, an, b, c, r, t), pillu (Cr M
T v) f. bure, timone dell’aratro; cfr. cal. lb) m. pula, loppa di grano; cfr. cal.
(CZ, RC) pércia id., da fr. perche 'per­ (RC) pillu e piddu id., bov. to piddi ‘pula
tica’. di grano’. Da gr. nTXoc, ‘tritume di lana’
perciaruviettu (R g) m. scricciolo (o piut­ LGr 402) ; v. puddu.
tosto 'forasiepe’) ; v. ruvettu, pirciari. piditara (M tr) f. erica : nel fuoco il legno
perciasaji (M f, fo), perciasaja (M an) m. fa dei piditi ‘peti’.
grillotalpa : 'perfora canali’; cfr. saja pidócchia (M m, r, v), pitócchia (M ma) f.
‘canale’ e v. pirciari e scassasaji. pidocchio. Mentre in tutta l’Italia, come
perciasipala (M ra) m. forasiepe, scric­ anche nelle altre lingue neolatine, l’in­
ciolo; cfr. cal. (CZ, RC} perciasipali id. setto è di genere maschile, nell’estremo
petriclnguli (M lb) pi. giuoco dei bambini angolo nordorientale della Sicilia è pas­
che si fa con 5 pietruzze ; v. pantaleci. sato al genere femminile, in perfetto
petrubaddu (M to) m. giuoco delle cinque accordo con tutta la Calabria meridio­
pietruzze. nale : a pidócchia o a pidücchia. Certa­
petrullu v. pitruddu. mente un calco linguistico prodotto per
petrunutarotl (M rd) pi. abitanti di Proto­ influsso dell’anteriore termine greco di
notaro. genere femminile : gr. volg. <pD-etpa, e
picara (Traina, Pitré, M a, br, m) f. sorta così ancora oggi nel dialetto grecanico
di pesce, razza; cfr. cal. (CZ, RC}picara di Bova : i stira.
id. piénciuni ‘pettine’ è dato dal Traina per il
picceri (Pasqualino, Traina), ant. sic. solo comune di Nicosia, colonia gallo­
picheri = piceri (Scobar) m. specie di siciliana; cfr. nella vicina Sperlinga
boccale <C ant. fr. pichier ‘vasetto per (gallosic.) piéncanu (AIS, c. 673). Dun­
bere vino’. que non è un gallicismo di Francia : ant.
piccicaneddu (Traina), piccichinu (A n) prov. penche (Jost 55), ma ha la sua
m. conno, genitale di donna, origine in un ant. piem. *péncine, mod.
piccittu (M no) ag. piccolo, secondo Traina piem. pénciu.
usato nel gallosic. di Piazza Armerina. pignaru (M t) m. pino,
Fu identificato già da Traina con il pigula (Traina) f. barbagianni ; pigula (Ss),
piem. pcit\ v. Corr. no 58. piula (C m M fo, li), pivula (M u),
piura (C r) civetta; cfr. cal. pigula o cfr. cal. (CZ) prunella id. <C fr. prunelle
piula 'civetta*. - D’origine onm., cfr. (Jost 35).
tose, piulare, fr. piauler, catal. piular. pirrera (Traina) f. cava di pietre; cfr. cal.
'gridare* (di uccelli). parrera e pirrera <C ant. fr. perrière.
pi^udda (M tr) f. scintilla; cfr. bov. pirsichera (M ra), pissichera (M al) f. al­
spiliudda 'farfalla* (anima di un morto) bero che produce le pesche ; v. pissicaru.
<5 gr. <Jju)joijXa 'piccola anima*, pisacantaru (M a, fo, li, r) m. sorta di
pileri (Traina) m. termine, ciglione, pila­ coleottero, cervo volante; cfr. cal. (RC)
stretto; cfr. cal. (RC) pileri 'pilastrone* pisacantaru id. : ‘pesa-quintale’, in Tos­
< ant. ir.piler = mod. pilier. cana pesaferro, pesasassi id.
pilingu (C m) m. nottolino di legno; cfr. piscazzu (Traina : nel centro dell’ isola),
cal. (CS) pilinga f. e pìringulu m. id. piscazzu (A sb) m. roccia, sasso; cfr. nel
pinnàgghiu (Traina) m. ciondolo. Non da Lazio peschio, lece, pescu, brind. piescu
a. fr. penaille (Jost 51), ma corrisponde, ‘sasso’, 'macigno* <5 1. *pesculum =
con nd >■ nn, all’ it. pendaglio. pessulum.
pinnicuni (Traina, M fi, mo, ra, u) m. pisci jaddu (M gm) m. pesce San Pietro,
breve sonno, pisolino; cfr. pinnica pisci ruviettu v. ruvettu.
(Traina, Mr a) f. id., roman, pennichino, pispisa (Traina, K v M t P p S s), pispicia
pennichetto, abr. pènnacha id. - Dal (M c, fu, r), pispici, pispici (M v),
verbo *pendicare (REW 6384). vispisa (M a), vispisa (P b), prispicia
pintumbrógliu (A n), pintimiràgulu (E c) (M ma), prispita (M c, si) f. ballerina,
m. rigogolo; cfr. tintimbrogli id. in zona cutrettola; cfr. cal. (CZ, RC) pisbici,
di Comitini (Giglioli 20). - E corruz. di pispisa, prispici id. - Da onm. pis-pis.
pintu (o tintu) ariolw, v. riolu. pissicaru (M cm) m. albero che produce le
pipidda 'cruschello* v. pupidda. pesche ; v. pirsichera.
pipitrudda (M r) f. specie di cincia; cfr. pistinaca ‘carota selvatica ; v. vastunaca.
cal. (RC) pipitrudda ‘cinciarella*, pitarru (Vinci, Traina) m. uomo grosso­
pipituni (Senisio, Traina, AIS c. 496a) m. lano, cafone ; cfr. Pitarra soprannome di
upupa; cfr. cal. (CS, CZ)pipituni id. donna a Frazzanò.
pipiu (M mi R sm), pipi (A n, sb) m. pitirri (Traina, A sb K v) m. specie di
tacchino. Nome nato dalla voce di polenta di grano ; pitirru (Pitré in prov.
richiamo pi-pi-pi. d’ Agrigento) frumento macinato, bollito
piraru (M cm) m. pero ; v. pirera. e condito con olio, sale e pepe,
pirchiu (Traina), pricchiu (Traina, Nico- pitrigghiuni ‘prima muta del baco da
tra) ag. avaro, spilorcio, tirchio ; cfr. cal. seta* ; v. putrigghiuni.
pirchiu, pricchiu id., nap. pirchia ‘sudi­ pitrudda (M a) f. uovo di uccello; cfr. cal.
cio*. (RC) petrüdda id.
pirciari (Traina, Nicotra) a. forare, per­ pitruddu (M u), petrullu (M mo) m. uovo
forare; cfr. cal. perciare & pirciari, nap. di uccello ; v. pitrudda.
perciare id. <5 fr. percer. pitrulli (C r) pi. gioco delle cinque pie­
pirera (M u), piriera (M sp) f. pero; v. truzze.
fichera, piraru. pittirru (Traina) m. sorta d’ uccello, (C 1
pireri (M al, sp) m. albero di pere, M a, an, c, fr, m, r, sp), pittirri (M m,
pirnedda (Traina) f. pupilla dell’occhio; rv, t) m. pettirosso. La voce è certamente
non indipendente dal cal (RC) pirria o pricchiu 'avaro5 v. pirchiu.
pirici = bov. pirria opiria 'pettirosso <C prigaturi (M to) m. mantide religiosa,
gr. ant. TOippa 'uccello dalla testa rossa5. pregadio.
Si tratta dunque di un incrocio tra prispicia, prispita ‘cutrettola5 v. pispisa.
l’antico grecismo e il sic. comune prisinga ‘scrofa giovane5 v. frisinga.
pittirussu ; v. N C no 45 e L Gr 432. privàscia (Traina), privaxa (Pasqualino),
pittuéa (M tr), pittosa (M mo) f. scricciolo, altsiz.privaxe (Valla) = privasse1cloaca5,
pizziddica (M cg, cu) f. specie di mille­ ‘latrina5, ‘fogna5; cfr. nap. prevasa
foglio. ‘cesso5 <C ant. fr. privaise id. <C 1.
pólica (M a, c, r), prólica (M fi, r) f. specie *privatia; v. De Gregorio, ZRPh 42,
di cicerchia selvatica; cfr. cal. (CZ) 95-
ólica, (CS) jólica, brind. dólica, nap. prócchia ‘cardo5 v. aprócchia.
dóleca id. Antico grecismo della Magna prólica ‘cicerchia5 v. pólica.
Grecia, passato al latino volgare : próscia o pròda (Traina, Pitré R g S p),
SóXtxo? (LGr 129); v. ólica. bròscia (Traina, A n E c K v R r), broza
portafurtuna (M c) f. mantide religiosa ; v. (C sm), gallosic. (E a) pruza 'porca di
fata, furtuna. terra tra solco e solco5, ‘striscia di campo
pórtamu (M gm) m. fune che serve ad largo da 3 a 4 metri5 (norma per il
issare la vela; cfr. cal. prótanu, it al. pró- seminatore nel buttar la semenza). Voce
dano id. [gr. upórovoi; 'fune5], d’origine galloromanza : lomb. pròsa,
prafatu 'roco5 v. brafatu. lig. pròza, lig. bròsa ‘porca5 (AIS, c.
prainaru (M r, t) m. pero selvatico; v. 1419).
prdniu. pruvenza (M al, n, u), prurenza (M stf) f.
praja (Biundi, Traina, M cr, v) f. spiaggia; vento maestrale : ‘della Provenza5,
(M an, tr) terreno fertile lungo la fiu­ pruvina (M r) f. matassina di seta,
mara; cfr. cal. e salent. praja 'spiaggia5. pruvinu (Traina, Gioeni) m. semenzaio;
Da gr. và TtXàytoc 'terreno in pendio5; cfr. cal. (CS) pruvinu e purvinu 'vivaio5
v. LGr 406 e fraja. < 1. pulvinus ‘aiuola5,
pràniu (A sb M ma T v) m. pero selvatico puddara (Traina, M rd, si, to), pullara
= sic. com. pirainu (Traina), in Cala­ (M rv), ant. sic. pullara (Senisio) f.
bria prainu e pirainu ; v. prainaru. nome dato al gruppo delle sette stelle
prastili (M fr, g, ra, si, sm, u), pastili (M che formano le Plejadi; cfr. cal. (CS)
fi, n, ss) m. tavola ai due lati della pullara e (CZ, RC) puddara id. : è la
madia; prastili (M fr), pastili (M n) gallina con pulcini ; cfr. it. le gallinelle,
parte del lavatoio dove si strofinano i fr. la poussinilre ‘gallina con i pulcini5 ;
panni. Per il primo significato cfr. cal. v. duceara.
(RC) prastili = bov. plastiri n. <gr- puddicinara (M i, r) f. v. puddara-, cfr.
7uXaaT4piov dim. di 7rXa<m)p 'tavola su cui sciocca cu ddipuddiciniQA li) nome dato
si forma il pane5 ; v. LGr 408 e NC no 46. alle Plejadi.
prätira (Pinzone) pi. prati, puddira (Traina, C m) f. farfalla del baco
précchia (Traina, M a, br, 1) f. sorta di da seta, püddura (M t), puóddula (M
pesce = sic. com. pèrchia, cal. pèrchia mf) farfalla; cfr. cal. (CS) puóllina,
'Serranus scriba5 *percuia, da póllara, pullula, lue. póddula e póllira,
perca 'nome di un pesce5. cil. póddula, salent. pónnula id. Sembra
originato da pollen cfìor di farina5 con purcilluzzu ’i sant’ Antoni (M mo) m.
intrusione di altre immagini; cfr. cal. onisco, porcellino di terra,
(CS) pullula ‘fiocco di neve5, puremma (M u) av. anche; vegnu -jia
puddu (M tr), pullu (M mo, sp) m. pula, (M u) vengo pure io; v. midemma.
loppa di grano; v. piddu. puri-puri (Pitré, A n) voce con cui si
pudia (Traina, A a, sb M ra, t, u, v), puria chiamano i polli; cfr. cal. piri-piri id.
(Pb T v), putia (M r), pidia (M to), puria ‘pedana5 v. pudia.
pulia (M to) f. pedana, lembo a pié della purazza (M al, lo) f. asfodelo,
veste di donna; cfr. cal. pudia, bov. purrazzolu (M li), purrazzularu (M a) m.
podia, lece, pudia, nap. podèa, otr. asfodelo.
podèa id. < gr. rcoSia (LGr 413). purrazzu (M fr) m. asfodelo; cfr. cal. (CS)
pudieddoti (M t) pi. abitanti di Fiume­ purrazzu id.
freddo (nome pop. e dial, i Pudieddi ‘le purrettu (Traina, AIS) m. porro della
botteghelle5). mano; gallosic. purrétt e purrin id.
pula (Traina, M ox),pujia (M li) f. vento di (Roccella 209). D’ origine galloitaliana :
terra, aria fresca; cfr. cal. (CS) pujia piem. purèt e purin (AIS, c. 196).
‘vento spiacevole5, (RC) püja ‘aria pursemi || ntò — (M u) av. nell’insieme,
fresca5, da gr. ant. amasia ‘vento che puserazzu (M rd) av. si riferisce al giorno
viene da terra5, latin, in *apógia (LGr che precede puseri (v.).
puseri (Traina, M a, c, rd, si) av. ier 1’
47)- . .
pulichiddara (M an) f. pulicaria, Inula altro; cfr. cal. (RC) poseri id., da
pulicaria; cfr. cal. e sic. pulicara id. postheri ; v. puserazzu.
puliclcchiu nel messin. (Traina, Giglioli, puseri (Pasqualino, Traina, M tó), puzzeri
Pitré) m. scricciolo, reattino; cfr. cal. (C sm), buzzieri (R g), bussieri (M mi),
(CZ) pulicicchia id. : ‘piccola pulce5, gallosic. (M sf) p azier, (K p) puzzér m.
pulicittu (M bf) m. scricciolo; v. pulici- dito grosso, pollice; cfr. cal. (CZ, RC)
cchiu. puzeri id. D’importazione normanna :
pulicu (M cg) m. sorta di tarlo, ant. fr. poucier (*pollicarius) ; v.
puma (Cr Ea Ma, f, ma, r, u), pumma Corr. no 59.
(C b) f. mela; cfr. cal. (RC) puma id. = pusterna (M al) f. vasca con varie uscite;
fr. pomme. cfr. sic. (Traina) pusterna ‘grotta5,
pumaru (Cr M cm, fv) m. melo, albero putia ‘bottega5 v. pudieddoti.
di mele. putia ‘pedana5 v. pudia.
pumera (M al, fr, u), pumiera (M sp) f. putrigghiuni (M fi, sa), pitrigghiuni (M
melo, albero di mele, ma, rd), trupigghiuni (M an, fu, li) m.
pumeri (M sp) m. melo, prima muta del baco da seta. Corris­
pumirazzu (M g), pumarazzaru (Mf), m. ponde al cal. (RC) putrigghiuni,
melo selvatico. trupigghiuni, tripigghiuni, bov. proti-
püpicu (M fr) m. tarbo del grano; v. gliuni id. - Doveva essere in principio
cópiddu. un derivato di -ripórrò? ‘primo5. Ma per
pupidda (A a, et M mi R sm), pipidda (A etimologia popolare fu confuso con
sb E c K v), gallosic. pupidda (Roccella —pMTo'ioóvio? nome dato in gr. volg. al
208) f. cruschello; cfr. cal. (CZ) mese di giugno (mese della prima
pupidda e pupilla id. muta) : bov. protojuni, cipr. 7ipwToyioévi.
v. NC no 47 e LGr 429; v- putruni, putruni (M lb, n) m. prima muta del baco
putruneddu. da seta : da gr. rcpcoTo; ‘primo5, diven-
putruneddu (M fr, g) m. prima muto del tato putruni ‘poltrone5 per etimologia
baco da seta : è dim. di putruni (v.). popolare; v. putrigghiuni.

Qu

quadaruni (M c, ma), cadaruni (M bf), quaséntulu (M ma), quacéntaru (K v) m.


vadaruni (M an), vataruni (M li), lombrico; v. caséntaru.
vatruni (M ro R m), mataruni (M cm) quatarazza (M u), quasarazza (M al) f.
m. ghiandaia; cfr. ant. sic. gualteruni verbasco.
(Senisio) picus, sorta di uccello, quatu (A et C c, m K v) = catu (sic. com.)
quaddarlcchiu ‘scricciolo5 v. cardacùchiu. secchio di latta : con tale pronunzia
quaetru (pai.), quajetru (agrig.), cojetru (per effetto velare) solo in unione con
(agrig.) m., vaetra (mess.) f. puffino, l’articolo (u quatti) ; v. GrI § 297.
uccello del Mediterraneo (Giglioli 667); quaturni (E c T v) pi. specie di stivali alti,
cfr. cal. (RC) vaetra e vojetra id., scarpe grosse; cfr. salent. cuturnu
pugl. artera, artena id. ‘stivale5 <1. cothurnus; v. Alessio 56,
quarra (Traina II), gallosic. quarra (Roc­ LGr 249.
cella 211) f. angolo; cfr. cal. (CZ) quintu (M c, fr) m. pendente del tetto; cfr.
quarra id. - Da fr. ant. quarre id. cal. (CZ) quinta ‘parte del tetto5.
quasarazza v. quatarazza.

r’ (M mo) art. determ. m. e f., usato solo racina e (CZ) rocina. Un chiaro galli­
con sostantivi che cominciano con cismo (normandismo) di Francia : ant.
vocale : r' ortu ‘1’ orto5, r' acqua ; r’ api fr. raisin e roisin. Il genere femminile in
‘le api5, r' eròi ‘le erbe5, r' occhji ‘gli Italia si spiega dalla successione agli
occhi5. antichi termini indigeni : 1. uva e gr.
ràcatu ‘rantolo5 v. raìiatu. aratpuXY). - Per lo sviluppo fonetica basta
raccaniroti (M ma) pi. gente di Rocche­ citare sic. facianu (it. fagiano) = fr.
nere, fraz. di Pagliara, faisan, raduni (it. ragione) = raison,
ràcchiu (Cr Ma, al, li, sp, n) ag. scadente, priciuni (it. prigione) = prison, sta-
brutto, vecchio ; fimmina ràcchia (M a) ciuni (it. stagione) = saison, cucinu (it.
donna brutta; cfr. nap. racchio ‘rozzo5, cugino) = cousin, aciu (it. agio) =
‘villanzone5, v. VES 3. aise, ant. sic. maciuni (it. magione) —
raccujoti (M ra) pi. abitanti di Raccuia. maison-, v. ZRPh 79, 1963, p. 400.
racina (sic. com.), ant. sic. racena (Senisio) racinedda (M r, t, u) f. ugola; v. racina.
f. uva. Si ripete solo nella Calabria meri­ raddena (Traina), riddena (Traina) f.
dionale nelle due forme (CZ, RC) strumento di legno con ruota usato per
torcere il filo; riddino. (T t) arcolaio proposto già da Alessio in Studi Etru­
(Pitré 83); raddena (T s) specie di schi XVIII, 111). Il rapporto fra i due
incannatoio = strumento di legno (con concetti può essere corroborato con il
ruota) che serve per incannare i cannelli gr. ßaro<; ‘rovo5 e ‘razza5, sic. e cal. (RC)
(rocchetti) per il telaio <C ar. raddäna ruvettu ‘sp. di razza5 = ruvettu ‘rovo5,
‘fuso di ferro usato dal filatore di lana5 catal. romeguera ‘rovo5 e ‘razza5; v.
(Pellegrini 168). Rohlfs, Studi ling, in onore di V. Pisari
raddu (Traina), raddu (M a, al, fr, ma) p. 859.
rallu (M rr) m. sporcizia, lordume, su­ rajurara (M b, mo) f. salsapariglia; v.
diciume invecchiato; raddu (Pitré) parte raunara.
difettosa sul filo tagliente del rasoio ; cfr. rallatu (M rv) ag. sporco; v. raddu.
cal. (RC) radda f. luridume sulle sto­ rallu v. raddu.
viglie lungamente usate <C in Toscana ramaci (M a) m. uccello nidace; cfr. cal.
(lucch.) ralla sudiciume. - Per l’etim. v. (RC) ramaci ‘pulcino del cardellino5 <7
VES 5- fr. ant. oisel ramage ‘uccello nidace5.
ràgatu ‘rantolo5 v. ràìiatu. ramicciuli ‘ciccioli5 v. gramicciuli.
ragatusu (Traina), raRatusu (C b) ag. rancùgghiu (Traina) m. caramogio o
roco; v. brafatu. piccolo di statura; (M cu, fr, u),
ragunia (M cm, lb, sp), raunia (M c, fi, rancùgliu (M no) montone o altra bestia
r, si, t), rigunia (M m), riunia (M c, rd) con testicoli deficienti; cfr. port. dial.
f. salsapariglia, Smilax asper. Corris­ rancolho ‘male castrato5 (REW, 7044).
ponde al cal. (RC) rigunia, bov. rànnula (Traina, M a, an) f. bronzina nel
ragonéo id. L’ opposizione di a : i nella mozzo della ruota entro la quale gira
sillaba iniziale lascia pensare ad un 1’ asse del carro o di una macina; cfr.
sostrato greco con doppia pronunzia cal. (CS) rànula id., ant. nap. ranula de
(dorica e jonica), cioè pa^- e p7)X‘> cfr- gr­ ferrum. Nome metaforico preso dall’
ant. pàx°? 'un arbusto spinoso5. - Nella animale ranula ‘rana5; cfr. prov.
desinenza si ha un tipico suffisso greco granouio ‘rana5 e port, räa ‘rana5 che
-orna usato con valore di arbusto o hanno lo stesso significato tecnico,
cespuglio (LGr 434 e 582); v. raunara. ranza ‘cruschello5 v. grama.
ràfianu (A et) m. ramarro; cfr. nel Lazio rapanoti (M r) pi. gente di Rapano,
ràganu, abr. rdkand id. (AIS, c. 450). rappa (Traina, sic. occid., v. AIS, c. 1314)
ràliatu (M tr, u), ràgatu (Traina), ràcatu f. grappolo < fr. la grappe-, v. rappu.
(Traina, M r), ràfutu (M fo) m. rantolo; rappu (Traina, C b, m, E et M ma, no R g)
cfr. cal. ràccatu e ràliatu id. •< onm. r ak, m. grappolo. Di fronte a grappa (sic.
v. VES 8. occid.) il tipo grappu appartiene piut­
raja (in zona di Catania) f. salsapariglia, tosto al sic. orientale, dove è legato al
smilace (Penzig 462); cfr. cal. (CS) gallosic. (E a M sf) rap. = piem. rap,
raja, in Corsica razza, elb. spina-razza lig. rapu\ v. rappa.
id., pis. raggia ‘rosa di macchia5, lunig. rapullu ‘guaime5 v. ripuddu.
ràgia e raza ‘rovo5. Il nome dato (in rascogni (Traina) m. specie di pianta;
zone diverse) alle tre piante spinose va rascogna (M al, fr) f. pungitopo, Ruscus
connesso con ital. razza ‘pesce di pelle aculeatus < 1. ruscum + -onia; v.
cartilaginosa e spinosa <1- radia (così ruscunia.
rasta ‘coccio di tegolo5 v. grasta. acque dei due mari in zona di Messina;
rata (M bf, rd) f. inferriata per le finestre : cfr. cal. (RC) rema id., bov. rema ‘il
‘grata5. mare5 < gr. volg. pépa (ant. psupa)
ratinnia (M r) m. granturco : ‘grano ‘corrente5.
d’ India5; v. laurindia. répitu ‘pianto per un morto5 v. scrèpitu.
rattaculu (R g) m. rosa di macchia; cfr. lig. ricintari (Traina,Mmi), arricintari (Traina,
piem. gratakü, emil. gratakül, fr. gratte- (P b, p) a. sciacquare. Forse piuttosto
cul id. dal galloitalico : lig. riizentd, piem.
rattacuraru (M mo) v. rattaculu. arsanté, lomb. resentd id. (AIS, c. 1528),
rattascätula (M ss) f. salsapariglia : ‘gratta in vece direttamente dal 1. recentare
scatola5. (Alessio 166).
rattaula (Traina) f. pipistrello. - Appar­ riculu ‘quercia5 dato da Pitré (p. 83) per
tiene alle colonie gallosiciliane : (E a) Naso. - Non esiste : si legga ruulu\ v.
ratavola, a Piazza Armerina ratavola e rüvulu.
rattavola (Roccella 216) = piem. rata- riddena ‘incannatoio5 v. raddena.
vuloira id. riénu (M a, m), rènu (M an) m. origano;
raudinnia ‘granone5 v. laurindia. cfr. lece, ariénu, brind. riénu, bov.
raunara (C ad M st, t), raunidra (M a fo) rigdni (n.) id. <C *arigainu <C gr.
f. salsapariglia; romanizzato con desi­ *òpiydcvi,ov (LGr 368).
nenza italiana da ragunia (v.), v. VES rificari ‘orlare5 v. réficu.
10. rigami (Traina), rijinu (M c, fr) m. ori­
raunia ‘salsapariglia5 v. ragunia. gano; v. riénu.
rauniara (M bf, fo) f. salsapariglia ; v. rau­ rigunia ‘salsapariglia5 v. ragunia.
nia. riiddittu (M al) m. scricciolo,
ravina (M li) f. terreno alluvionale (fertile) riiddu (Traina, M i, ma, si, t P b), rijiddu
lungo una fiumara = sic. lavina ‘fiu­ (C 1 M b, mi, r), riillu (M rv), rijillu (M
mana5 (Traina). no), jiriddu (M u), ruiddu (M fo) m.
razza (Traina, M f, ma, n, u) f. rapa sel­ scricciolo, reattino; cfr. cal. (CS, CZ)
vatica, ramolaccio; cfr. cal. (CZ, RC) rijillu id. < 1. regillus ‘piccolo re5,
razza id. - Probabilmente d’origine nor­ rimarra ‘fango5 v. limarra.
manna, cfr. a. fr. e anglonorm, ra'iz, oggi rimicciuli ‘ciccioli5 v. gramicciuli.
ingl. race ‘ramolaccio5, rindellu (ant. sic. nel Senisio) m. lineum
récuma ‘fascio di 10 manipoli5 v. décuma. ammictorium quo mulieres humera te-
réddina (M fi) f. ellera, edera; v. aréddina. gunt (Marinoni 109), rundellu (M mo)
réficu (Traina, A sb C m T v), rièficu (M fazzoletto da testa delle donne. Corris­
fi) m. orlo di un panno riboccato e ponde al cal. (CZ) rindiellu, (RC)
cucito; cfr. cal. (CZ, RC) rèficu id. - randedu ‘tovagliolo di color scuro con
Dal verbo sic. rificari, cal. refricari cui le donne si coprono il capo5. - Da gr.
‘orlare5 <f 1. refricare ‘rivoltare5, tard. pévSoc ‘specie di mantellina5 di
regna ‘covone di grano5 ; v. gregna. origine semitica; v. LGr 437.
reja (A sb) fa presto, spicciati!; cfr. cal. rinicu I muntuni - (M tr) m. montone con
(C Z) èjati id., ejàtivi ‘sbrigatevi5, da sic. testicoli internati ; cfr. cal. (RC) rinicu id.
èja ‘orsù5, ‘eja!5 [1. *arenicus ‘arido5],
rema (Traina, M m) f. incontro delle rinisca (Pasqualino, Biundi, Traina) f.
agnella giovane, (E c M an, no, r, rv, t rizzitieddu ‘attaccamani5, Galium apa­
T v), rinisca (M mi P b) pecora giovane ; rine.
ant. sic. arnisca ‘ovis iuvenis5 (Senisio) rizzuta (Vinci) f. iperico; cfr. cal. (RC)
= cal. (CZ, RC) rinisca o arnisca, bov. rizzuta id. = Hypericum crispum.
arnisca id. <f gr. ant. *apvi<rxa ‘agnella rocca (Senisio, Traina, C sm, E et), rucca
giovane5 (LGr 57). (R g) f. rocca, conocchia = gallosic. (E
riolu (R r), ariolu (S p), auriuolu (S p) a, s) roca id. D’origine settentrionale :
secondo Gioeni 42, rivobu (T m) secondo lig. piem. ruca ; v. Corr. no 66. - La voce
Giglioli 20 (da correggersi in rivolui) indigena in Sicilia è cunócchia.
m. rigogolo; cfr. piem. auriö <C 1. rócculu (Traina), rücculu (Traina) m. urlo
aureolus (Alessio 30); v. lauraddiu, di cane o lupo ; rócculu (M fr) piagnisteo
pintumbrógliu. dei bambini; cfr. cal. (CZ) rócculu ‘ran­
ripuddu (M ma, u), rapullu (M mo, sp) tolo5, (CS) ruócculu ‘lamento5, ‘urlo5,
m. guaime, erba che rinasce dopo la rücculu ‘mugolio5. - Dal verbo ruccu -
falciatura. liari ‘guaire5, cal. rocculiare ‘piagnuco­
riscédiri (Traina), arriscèdiri (K v), lare5 (onm.).
riscièdiri (M mo), ruscèriri (T v) a. róddulu (M c, r, si, sp), rüddulu (T v) m.
ricercare, frugare; cfr. cal. (CS) riscedi fusaiuolo inferiore del fuso : ‘rotolo5; v.
‘andar cercando5 <C *reexquaerere, ruddu.
v. Alessio 168. rodioti o rudioti (M c) pi. abitanti di Rodi,
riscugnera (M lo) f. sparagio selvatico; rodoriu (M mo), rururiu (M mo) m. sp.
v. riscunia. di millefoglio.
riscunia ‘pungitopo5 v. ruscunia. ronzu (M lb) m. gorgo d’acqua nel fiume;
rittallu (C r) m. scricciolo, cfr. fr. roitelet, cfr. cal. (CS) ruonzu ‘pozza d’acqua nel
a. fr. roietel id. ; v. riiddittu. letto di un fiume5.
riunia ‘salsapariglia5 v. ragunia. ropa (M fi, ma) f. querciuola; cfr. bov.
riuzzu (M cr) m. scricciolo, reattino : ‘pic­ (Cardeto) ropa ‘quercia5, a. 1142 in Sicilia
colo re5. sic, r/)v póraev (Cusa 527) < gr. ant. pwt|>
rivigghia ‘scopa5 v. divigghia. ‘arbusto5 (LGr 445 e NC no 49); v.
rivucari (A a, n) a. seppellire : sarà meta­ rupedda, rupuni.
tesi di vuricari ; v. vurricari. róscina (M ra) f. biscia d’acqua; v. óscina.
rizzabannotta (M mi) f. pipistrello. Voce roscu (A n) m. rospo; cfr. veron. roseo id.
d’ importazione galloitalica; cfr. lue. rospu (M c, fo, li, ma) m. ramoscello secco,
rotapannotta id. in zona di colonizzazione fuscello; v. broscu, scorpu.
piemontese : prov. ratapenada id., cioè rozzu (M si) m. rovo ; v. runza.
‘ratto pennato5. rua (Traina), ruga (Traina) f. via, strada;
rizzagghiu (Traina), ant. sic. rizaglu cfr. cal. rua e ruga ‘rione5, ‘vicinato5,
(Senisio) m. giacchio, sorta di rete da ‘vicolo di paese5 : d’importazione nor­
pesca; cfr. cal. (C Z, R C) rizzagghiu id. manna; v. Jost 90 e con attestazioni nei
- D’ origine settentrionale : ven. rizza- sec. XII e XIII in Sicilia v. Varvaro in
gio, livorn. rezzaglio (Diz. Mar. 757) <C Boll. XII, 93.
retiaculum. rucca ‘rocca5 v. rocca.
rizziteddu (Traina, Biundi), rizzitieddu ruccalori (M r) pi. gente di Rocca Valdina.
(E c) m. euforbia arborea; cfr. cal. (CS) rücculu ‘piagnisteo5 v. rócculu.
rucuttaru e ruguttaru (M r) m. rovo. - bov. e cal. (RC) rèmbula id., cal. (CZ)
E corruz. di ruvittaru (v.). rumbare ‘girare’ (della trottola) : gr.
rudda ‘mallo’ v. grolla. po[i,ßo? ‘trottola’.
ruddari (E et), rullare (C b) a. rivoltare il rummuluni (M an, sp, u) m. ciottolo ; cfr.
fieno; cfr. cal. (CZ, RC) roddari ‘roto­ cal. (CS) rummulune ‘ciottolone’.
lare’, ‘rivoltare’ : da rotulare con svi­ runcari (M to) n. russare; cfr. spagn. ron­
luppo galloromanzo, cfr. fr. rouler, prov. car id.
rollar, it. rullare. rundellu ‘fazzoletto da testa’ v. rindellu.
ruddu (M fi, to, u) m. fusaiulo inferiore runfari (Traina, M r, rd, si, to, u) rum-
del fuso ; v. róddulu. fari (C m M ma), arrumfari (C m R g),
rudigghiu (M cg, u) m. rimasuglio di cibi, ruffari (M 1) n. russare; cfr. cal. (RC)
rudioti v. rodioti. runfari, nap. ronfare, it. ronfare id. ;
ruffari ‘russare’ v. runfari. v. runful'iari.
rófulu (Traina, M cr, cu, n, u) m. muli­ runfuliari (Traina), rumbuliari (A sb K v
nello di vento; cfr. cal. (RC) réfulu ‘raffi P b) n. russare; v. runfari.
ca’, ‘mulinello’, ital. réfolo ‘folata di rungur'iari (M tr) n. grugnire,
vento’. runza (T v), runsa (T c, e) f. rovo. - D’ori­
ruga ‘via’ v. rua. gine galloromanzo : fr. ronce, piem. mer.
ruggedda (T v) f. attaccamani; v. règgia. runsa id. (AIS, c. 608); v. VES 99.
róggia (Traina) f. rabbia, Rubia tincto- rupedda (M u) f. castagno giovane; v.
rum; ruggia (M b, si, sp, tr, u) attacca­ ropa.
mani, Galium aparine; cfr. cal. (CZ) rupuni (M a) m. querciuola; v. ropa.
ruggia id. < 1. rubia ‘rabbia’, rusara (M fo) f. rosa di macchia,
rüggina (M to) f. attaccamani; v. règgia. rusca (Traina, C sm M mi Rg) f. cana­
ruggiu (R g) m. fontana in paese; cfr. gal­ pule, capecchio del lino ; rusca (R g) le
losic. (M no) règiu ‘getto d’acqua’. - reste della spiga; (E s S p) pula di grano;
Voce importata : lig. règiu ‘getto d’ac­ gallosic. rusca ‘capecchio’ (Roccella 226).
qua’ (AIS, c. 852); cfr. spagn. arroyo D’origine galloromanza : lomb. piem.
‘ruscello’. rüsca ‘scorza’, ‘pula’, ‘buccia’, prov.
rugiumu (M mo) m. attaccamani, Galium rusca ‘scorza’, d’origine celtica (FEW II,
aparine; v. règgia. 584), v. VES 100.
rugna (M rv), rogna (E s) f. euforbia; cfr. ruscunia (M n), riscunia (M si, u) f. pungi­
cal. (CS, CZ) règna id. - Ha preso il topo, Ruscus aculeatus; riscunia (M
nome da rugna ‘rogna’, ra) smilace, salsapariglia. Da 1. ruscus
rugnara (M rv) f. euforbia, con suffisso greco - covla ; v. rascogna.
rugnazza (M lo) f. euforbia, rusedda (M 1) f. cisto marino, tose, imbren-
rógulu ‘quercia’ v. rèvulu. tine, Cistus monspeliensis ; rusidda (M
rumalla (Cb) f. fango. - È metatesi di lu- li) elicriso.
marra; v. limarra. rusiddara (M a, si), rusuredda (M tr),
rumallu (M no) fango; v. rumalla. rusurella (M mo), rusariddara (M li) f.
rümbula (M si) f. trifoglio a fiori gialli, cisto marine; v. rusedda.
rumbuliari ‘russare’ v. runful'iari. rusuléu (M fo, fu, li, ma, t) m. rigogolo;
rümmula (M n) f. trottola ; v. rèmmulu. cfr. bov. krusuléo id. <C gr. ^puo-oXaioc;
rummulu (E c, e C sm) m. trottola; cfr. ‘tordo d’oro’; v. crisuléu, crusulèu.
ruvettu (Traina, A sb Cm M n, r P b), ponde al gallosic. (M sf) la rdula = lig.
ruviettu (E et M 1, mi R g), ruettu (M a rüa, piem. la rua (AIS, c. 591); v.
ma) m. rovo ; cfr. cal. (CZ, RC) ruvettu, rùvulu.
(CS, CZ) ruviettu id. <C 1. *rubectum ruvulitu (Giuffrida, M a, fr), rugulitu (M
‘roveto1 ; v. perciaruviettu. u) m. querceto; v. rüvulu.
ruvettu (M m), pisci ruviettu (M stf) m. ruvulu (Traina, M bf, cm, fr, n), rùgulu
sorta di pesce, razza spinosa. - Ha preso (M b, fi, rv, u, v), ritulu (M ma, n, r), ró-
il nome da ruvettu ‘rovo1 ; v. raja. vuru (M mo), róguru, gallosic. rùvul
ruvicari ‘seppellire1 v. cruvicari. (E a) róvulu (E s), róvu (K p) m. rovere,
ruvittaru (M al, cr, u) m. spineto di rovi ; quercia; cfr. cal. (solo in zona di Reggio)
cfr. cal. ruvettaru id. e v. ruvettu. rùulu o rugulu id. - È un chiaro discen­
ruvittazzu (M u) rosa di macchia, dente dal piem. rügulo rul (AIS, c. 591);
rüvula (M mi) f. rovere, quercia. Corris­ v. Corr. no 62 e VES 105.

sa (M li, rv) congz. se; sa vüa (M li) se tu ràfiu ‘grande ago per sacchi1 = gr. mod.
vuoi ; sa putissi (M rv) se potessi ; sa ffcoocopdctpa, dial, -raaxopàipa, v. LGr 446.
pputiva ci iva (M li) se potessi ci an­ säganu (M cu, fi, sf, to), sdjinu (M ss),
drei ; sa gghj' aviva siti mbiviva (M li) se sdinu (M fr, g, mt, n, sm), zdinu (M mi),
avessi sete berrei ; v. si. zdfanu (M stf) m. cancello rustico di
sabbaturani (M n) pi. abitanti di San Sal­ legno per chiudere un fondo o un giar­
vatore di Fitalia. dino, da gr. (jdcyavov ‘copertura1, ‘prote­
sabbiara (M ma) f. specie di salvia, Phlo- zione1; v. LGr. 445 e NC no 49 a.
mis fruticosa : ‘salviaia1. safagghiuni ‘cefaglione1 v. ciafagghiuni.
saccaru (Senisio, Traina), sic. mod. di sàinu ‘cancello1 v. sdganu.
Trapani saccaru (Pitré 86), gallosic. saitta (Traina, M fo, u), gallosic. sajetta
sacchèr (Roccella 86) m. acquaiolo, chi (Roccella 228), sajeta (E a) f. piccola
vende o porta acqua; cfr. cal. (CZ) sac­ gora, canale d’irrigazione; cfr. cal. sajit-
caru e sacca id., Sacca cogn. in Calabria ta e saitta ‘doccia del mulino dove l’ac­
e in Sicilia, sec. XII Aécov ó ctaxxà? (Cu- qua si precipita sulle pale della ruota del
sa) < ar. saqqä1 ‘portatore d’acqua1 mulino1 •< 1. sagitta; cfr. spagn. saetin
(Pellegrini 136) : si è confuso con saccaru ‘canale del mulino1, piem. sèita ‘canale
‘chi fa sacchi1. per condurre l’acqua nei prati1 (ID III,
saccósima (Traina, A ar, n, sb T v), sac- 138).
cuósima (R g), saccorma (P b) f. grossa saittócciulu (M an), sajittózzulu (M r) m.
corda, corda per sacchi <C gr. *cra>cxó- fuscello di legno nella navetta del telaio
ctupjjtoc'corda per sacchi1 (Alessio 305). che funziona da asse per il canello; cfr.
saccurafa (Traina), zaccurafa (Traina) f. cal. (CZ, RC) sajittózzulu, bov. sajittó-
ago lungo e grosso; cfr. cal saccurafa e scilo id. = gr. mod. dial, saitóksilo id. <C
(CS) zaccurafa, bov. saccorafa, lece. *aayt.TTÓi;uXov (LGr 446).
saccuràfia, otr. zaccurafa, cil. saccu- saittuni (Traina, M fr, g, mi P b) m. co-
niglio giovane già slattato ; (M tr) ghiro sambucu (sammucu) e savucu ‘sambuco’ :
giovane; cfr. cal. (CS) sajittune ‘colu­ nei vocabolari sono registrati i due tipi
bro di Esculapio’ : ‘piccola saetta’, (Biundi, Traina). Nella tradizione latina
saja (Traina, C b, sm, E c M ma, mo, r, sono attestati sabucus e sambucus,
sm R g) f. condotto d’acqua, gora di il primo appartenente ad un’ antica lati­
mulino, canale d’irrigazione; cfr. cal. nità, l’altro ad una latinità più giovane
(RC) saja id., da ar. säqiya id. (Pelle­ (epoca imperiale). La forma antica ap­
grini 152); v. zdchia. partiene piuttosto alle parti centrali ed
saja (K v) f. siepe viva ; cfr. gaja. occidentali dell’isola (prov. di Agrigento,
sàjinu ‘cancello’ v. sdganu. Caltanisetta, Enna e Palermo) e corris­
sajuni (Traina) m. grande gora; sajunì ponde a savucu della Calabria latina
(R g), sajun (E a) canale d’irrigazione (sopra Catanzaro). Il tipo sambucu (che
più piccolo della saja. si ripete nella Calabria grecanica), spesso
saladdàricu in zona di Messina (Traina) cambiato in sammucu, appartiene piut­
m. pannolino o pezzo di tela in cui si tosto alle zone orientali dell’isola, più
avvolge il bambino; cfr. cal. (RC) salad- profondamente toccate dalla neo-roma­
dàrìcu id. <C gr. *<jaXocß8dcpixov ; v. sa­ nizzazione e dalla colonizzazione gallo­
bauda. italiana ; cfr. il gallosic. (E s) sambugu,
salamida (M 1), salamita (M an, fu), sala­ (K p M sf) samü (Roccella 229); v. AIS,
mira (M mi), salamizza (M n, u) f. c. 607, Corr. no 67 e in Kokalos X-XI
geco ; cfr. cal. salamida o salamita, lece. (1964-1965), p. 567; v. savucu.
salamitru, otr. fsalamidi id. <C gr. mod. sammarcoti (M al, sm) pi. abitanti di San
crapapifh, dial. craAijjuSoc id. (LGr 447); Marco d’Alunzio.
v. sassamita, zazzamita. sammataru ‘cascinaio’ v. zammataru.
salàuda (M an, fi, g, n, ra, si, u), salodda sampiroti (M sp) pi. abitanti di San Piero
(M a), salorda (M fi, fo), sarduda (M sp di Patti e (M si) di San Pier Niceto.
C r), sararda (M b), saradda (M tr), sammucaru (M a) m. sambuco,
saddula (M fr) f. coperta grossolana o sammuzzari ‘sommergere’ v. summuzzari.
grande sacco per usi rustici; cfr. cal. sampugnisa (M g, ss, to) f. ‘giuoco dei
(CZ, RC) saladda, salàuda, salarda, lue. ragazzi’ ; v. giufalé.
(a Trécchina) saidura id. •< gr. *aaAdcßSoc sanateli (E cn M lb) f. libellula,
‘coperta rozza’ da ar. lebda ‘coperta’?; sanciusipparu (M an) m. asfodelo : ‘pianta
v. LGr 447. di San Giuseppe’; cfr. bastuni ’2 san
sali I a sali (M fi, gm, ra, sp, to, u), a sari Giuseppe id. (v. vastuni).
C b M mo) f. il sale ; gallosic. (E s) a sau, sanfrattiddani (M al) pi. abitanti di San
(M sf) la sèu. - Il genere femminile è Fratello.
dovuto alla colonizzazione galloitalica, sanfulippoti (M si) pi. abitanti di San Fi­
cfr. lomb. piem. la sai, lig. a sa (AIS, lippo del Mela.
c. 1009); v. fèli. - Nei vocabolari sici­ sangeri (Valla), sangeli (Scobar, Traina),
liani si ha solo sali m. sanceli (Traina), sangieli (E cn) m. san­
salifizziu (M li) m. scorpione; v. schiri- guinaccio; cfr. cal. (CS) sancieri, san-
fizziu. gieri id. — La desinenza -eri (= ital.
sambucaru (M an, rd), sammucaru (M i, -iere, fr. -ter) permette di pensare ad un’
li, r) m. sambuco. origine francese; cfr. francoprov. (Sviz-
zera) santsé ‘boudin de sang5 (FEW XI, sbàuzu (Traina), sbdusu (M bc, r) m. rupe,
172). sbalzo ; sbazu (M tr) m. precipizio ; v.
sannacca 'collana5 v. ciannacca. vdusu.
santacaterina (M an) f. pregadio, man­ sbérgia (Traina, M rv), sbéggia (M li),
tide religiosa. spèrgia (M n), svèrgia (M fo), smérgia
santalucioti (M si) pi. abitanti di Santa (M u), sméggia (M ma) f. sorta di pesca
Lucia del Mela. con buccia liscia; cfr. cal. (CS) libbérgia
santunicola (Stgl. VIII, 169, M fl) f. cocci­ ‘albicocca5. - Da spagn. albérchiga (1.
nella. persica).
saraütu v. zarradtu. sbérgiu (Traina, M cm, sm C r) m. sorta
sarca, voce usata generalmente come pi. di pesca; v. sbérgia.
i sarchi (Traina, A et, n E e S se), sarchi sberla (M mo, sp), sberra (C r M b, rv, tr),
(A cf n K cf, v), sdlichi (Traina), nome sbella (M mo), isbergia (S c), gallosic.
dato alla bietola. Corrisponde perfetta­ sberra (Roccella 228) f. specie di cre­
mente allo spagn. acelga ‘bietola5, da ar. scione. - Forse da un incrocio tra il fr.
selq o salq id. (Pellegrini 194); v. se­ berle id. (< berula) e una voce indige­
cara. na; v. svélentra.
säricia (M fo, i, li, ma) f. tarlo di legno, éberna (M mo) f. ontano; v. verna.
tignola, verme nel formaggio; cfr. cal. sbernara (M an) f. ontano,
sdraca id. [gr. aàpa£]. sberra ‘crescione5 v. sberla.
sarrabuitu ‘insociabile5 v. zarabuinu. sblmmicu (M g) m. lumaca,
sartàina (Pasqualino, Traina, Pitré), ant. sbrafatu (M no, rd, si, t) ag. rauco, roco ;
sic. sartdgina (Valla), mod. sartdnia v. brafatu.
(Pasqualino, Traina, Ml R r S s, p) f. sbria (Traina, P b), sbriga (Traina, Biun­
‘padella5 ; cfr. cal. (CS) sartdina e sarta- di, C sm), svirga (M ma), zbirga (K v),
nia id., voce comune anche all’alto Mez- sbriula (Pitré), briula (R r), bria (S f) f.
zigiorno (AIS, c. 961) < 1. sartago. gramola, strumento che serve a lavorare
sassamita (Cl M cm, fo, li), sassamira la pasta del pane; cfr. ant. salent. vria
(M t), sarciamila (M ra) f. geco ; v. sala­ id., da ant. fr. brie id.
mida, zazzamita. sbriguni (C sm), briuni (R r) m. stanga o
sassula (Traina) f. votazza per vuotare braccio della sbria con cui si batte e
l’acqua dalle barche; (M mo, n) séssola si assoda la pasta del pane,
per prendere farina; cfr. cal. sassula, it. sbrizza (Biundi, Traina, C m, r M u),
sàssola, sardo sassula, catal. sassola, zbrizza (E et P p) f. gocciolina, spruzzo
prov. sasso, fr. sasse id. - Da ar. sali o di acqua.
seti ‘specie di attignitoio5 (DES, 11,387)? sbrizziari (Traina, C m P p) n. spruzzare,
saucoti (M li), sacoti (M an) pi. abitanti di cominciar a piovere ; v. schizziari.
Savoca (dial. Sduca). sbromu (Biundi, Traina) m. umore che
savucu v. sambucu. esce da cosa imbrattata; cfr. cal. (RC)
*sàvucu ‘sambuco5, cfr. Sdvoca com. in sbromu, (CZ, RC) bromu ‘medusa di
prov. di Messina = bov. sdvuko ‘sam­ mare5 ; v. bromu.
buco5 < gr. *<raßooxo<;, da lat. sabücus ébruffiari (C b, sm) n. piovigginare; cfr.
(LGr 445) ; v. sambucu. sbruffavi (Traina) spruzzare,
sazzamida ‘geco5 v. zazzamita. scaccan'iari (Traina), scarcaniari (S s) n.
ridere sangheratamente. Corrisponde al scaliru (Mal) m. sp di carciofo selvatico;
cal. (CZ, RC) RaRaniari = bov. RaRa- V. scalerà
niéo id. < mod. yv.yax(X,v>, gr. ant.xay- scamérciu || a — (M sa), a scamècciu
(orig. onm.); v. LGr 563. (M fr) ar. a. sghimbescio,
scafuniari (Traina), scrafuniari (Traina) scamüsciulu (S s), scamórciu (E s) m.
a. rovistare, andar frugando; cfr. cal. coniglio giovane o neonato ; v. carmüciu.
(CS) scafunìare id. scancu (M an, lb, mo, ra, sp, to, u),
scalambra (M r), sgalamma (M ma) f. sgancu (M b), sgangu (Traina, M t),
calabrone; cfr. cal. (RC) scalambra id. e sgrancu (R r), gallosic. scank (Roccella
v. scalambru. 234) m. racimolo di uva; cfr. cal. (CZ)
scalambru (Vinci, Traina, M an, c, t), sga- scancu, sgangu, (RC) schiancu, (CS)
lambru (M a), scalammu (M fi, fo), sca- scrangu id. - Sembra dovuto alla colo­
làmburu (M c), scarämmulu (M li, n) nizzazione galloitalica ; cfr. piem. sciancu,
scalarmu (M an) m. calabrone; cfr. cal. lig. sciancu, emil. skiank id., da long,
(RC) scalambru id. slank ‘snello5, ‘magro5,
scalambruni (Traina, M c, u, v), scalama- scanna (M bf, rd) f. pianta, acanto; v.
runi (M stf), scalammiruni (M mi), sca- arcanna.
lammuni (M sm) m. calabrone; cfr. cal. scanna-cavaddu (M si) m. sorta di grami­
(RC) scalambruni id. e v. tavardtmi. nacea.
scàlandra (M c) f. specie di sedano selva­ scàntaru (PS 96, ALM 564, M bc, fu),
tico; cfr. cal. (CZ) schélandru (CZ, RC) scantru (PS 96) m. sorta di pesce,
spélandru ‘crescione selvatico1; v. LGr tanuda, Cantharus lineatus; cfr. cal.
474- scdntaru, lece, scantru id. = gr.
scalandomi (Traina, Gioeni) m. trave per xavö-apo?, gr. mod. dial. CTxà&&apo<;
fare scale a piuoli ; cfr. cal. (CS) scalan- (LGr 460).
drune ‘scala rustica per salire sugli al­ scapeci ‘vivanda di pesci5 v. scRibbecì.
beri5 <f gr. axàXavUpov ‘attizzatoio5 X scapudditru (M t) m. sp. di piccolo polpo,
1. scala; v. LGr 458. scarafìzzìu (M a, f) m. scorpione; v. schi-
scalerà (M 1) f. specie di cardone; cfr. cal. rifizziu.
(CS) scalerà ‘carciofo selvatico5, brind. scaramüsciu (M tr) m. coniglio neonato;
tar. scalerà ‘specie di cardo5 ; v. scaliru. v. carmùsciu.
scalettoti (M al pi. abitanti di Scaletta. scarcaniari ‘ridere5 v. scaccan'iari.
scaliari (Traina, Cm M tr) a. razzolare, scarfogghi (Traina), scaffogghji (M fo, r),
rovistare, frugare; cfr. cal. scaliari id. < scrafogghji (M g), gallosic. (M no)
1. *scalidiare < gr. axocXóCco id. (LGr scarfugli pi. seccumi di piante, cartocci
459)- della spiga di granturco; cfr. cal. (RC)
scalimbru (M a, c, fi, tr), scalimmiru (Trai­ scarfoggRji, (CS) scarafuogli id. -
na), scalimmu (M r, ro), sgalimiru (M D’ origine settentrionale?, cfr. lomb.
sp), sgarimbulu (M b) m. specie di cardo scarfói, trent. scarfoi id. (AIS, c. 1466).
mangereccio. Corresponde al cal. (RC) scäriu (M 1), scaru (Traina, Biundi, M br)
sculimbru, sculimbriu, (CZ) sculimbru m. luogo di approdo per le barche; cfr.
id. = bov. sculimbri n. < gr. axoXup- cal. (CS) sedriu e scaru, (CZ, RC)
ßpiov, dim. del gr. ant. axóXupoi; scaru, lece, scaru id. <C gr. èe^àpiov ‘can­
e nxoXupßpo? id. (LGr 464). tiere per navi5 (LGr 159).
scarmu (Coray 365, PS 115), scammu (M chiarite; v. Maccarrone, Arch, glott. 27,
bc, fu) m. sorta di pesce, secondo PS 1935, p. 178 e Pellegrini 201.
115 Scomber scombrus; cfr. cal. (RC) scéddica (M f, fo, li, ma) f. millefoglio,
scarmu ‘asticciuola5, Paralepis hyalina Achillea millefoglio. Corrisponde al cal.
= cal. sic. scarmu ‘scalmo per i remi5 : il yèddica, yélica, bov. ayèddaco <j gr.
pesce rassomiglia ad uno scalmo, *v.yjXkv.y.oc, = gr. ant. àxiXXcto? (LGr 73);
scarmüsciu (M al) m. neonato di coniglio; v. schiddasci, sciddicu, azziddica.
v. carmüciu. scédiri (Traina), scéjiri (Traina), chèiri
scarrancu (M tr) m. terra franata, (Traina), ascèdiri (Gioeni), ant. sic.
scarruggiari (M to) a. deviare 1’ acqua per xhédiri (Voc. Sic.) — yèdiri a. odiare,
mezzo di un solco ; v. carruggiu. aborrire; ti scedu (M rd) ti odio. — Cor­
scarnali (Traina) rialzo di terrene pie­ risponde al cal. (CZ, RC) yédiri id.,
troso; cfr. lue. scarroni (AIS, c 423) cal. (RC) mi yedì la genti ‘la gente mi
terreno pietroso, Scarruni monte nei odia5, bov. se yedèo ‘ti abomino5. - Il y
pressi di Bagaladi (RC). farebbe pensare ad un’ origine greca; v.
scaséntulu (C sm) m. lombrico; v. casén- LGr 563. Ma è più facile identificare il
taru. verbo con spagn. hedèr, p. es. ese
scassasaji (M fo) m. grillotalpa : ‘scassa individuo me hiede ‘mi produce fasti­
canali5 ; v. saja e perciasaji. dio5, me hiede la vida ‘mi dà nausea la
scattiola (Traina, M an), scattiola (A sb) f. vita5.
fico immaturo; cfr. cal. (CS) scattiola, scherda (M fo, mo), schedda (M bf, rd) f.
(CZ, RC) scattagnola, (CZ) scattigna, scheggia di legno, schedda (M ma) resta
(CS) scattillu id. - Dal verbo scattare di spiga, lisca di pesce; cfr. cal. (CS,
‘scoppiare5. CZ) scherda ‘scheggia5, ‘lisca5 - D’ ori­
scaüzzu (M rd) m. chiocciola = sic. gine normanna : ant. fr. escherde
schiavuzzu ‘schiavetto5; v. scavitta. ‘scheggia5 (germ. *skarda) ; v. scridda.
scavitta (M fo) f. specie di chiocciola; v. schibbeci (Biundi, Traina, M r), scabbed
scaüzzu. (M br), scapeci (Pitré) m. preparazione
scavuni (Traina, M g, ra, u), scaüni (M c, di pesci con olio, cipolla e passole; cfr.
li, r), scarvuni (M fi) m. nasturzio, specie cal. (CS) scapici, (RC) schipeci, salent.
di sedano selvatico, crescione selvatico, scapece ‘specie di salsa preparata con
Sium latifolium; cfr. cal. (CS) scavune, olio, aceto e cipolla5. Da spagn. esca-
(CZ) schiavune, nap. schiavone id. beche < ar. sikbäg (DEC, II, 316).
scazzüpolu (Pitré), scazzüpulu (M a, br), schiddasci o schiddaci (M be, cm, 1, si, to),
scazzübbulu (Traina, M m) m. sorta di achiddasci (M b, c) m. millefoglio,
pesce, secondo PS 105 pagello ba­ Achillea millefolium. Corrisponde al cal.
stardo; cfr. cal. (RC) scazzópulu ‘nome (CZ) schifaci, schijaci id. - Da un gr.
di pesce5; (CS) scazzüpulu, nap. scazz- *ày_>.XXcbc!ov (LGr 73); v. scéddica.
uóppolo ‘ragazzino5, ‘monello5, schiodici (M cg, n) m. sparviere,
sceccu (Traina, sic. com.) m. asino, ant. schifiddi (M me) pi. giuoco delle cinque
sic. lecca = scecca ‘asina5 (Scobar) ; pietruzze.
cfr. cal. (RC) sceccu id. - Sembra schifiju (M n) m. confusione, strepito,
risalire al turco esek id., ma via ed schifu (M r, t) m. truogolo del maiale = sic.
epoca di penetrazione non sono ben com. scifu (AIS, c. 1182), per influsso
dell’ it. schifo 'truogolo dei muratori5, sciaramita (M a) f. tegolo; c. ciaramita.
‘barchetta5 <C long, skif'nave5, sciarera ‘tessitrice5 v. carera.
schina (ant. sic.), cfr. nel Senisio ‘splen que sciari (M fr, fv, n) a. aizzare; v. é'iari.
vulgare dicitur milcza vel skina? (Mari­ sciasciu (M mo, sp) m. terreno roccioso
noni 88). Forse d’ origine galloitalica; con buchi.
cfr. ticin. spiena o schiena (*splena) sciasiancu ‘gelso5 v. gesiancu.
friul. splenée ‘milza5; v. Corr. no 55. sciarmi (M fr, rv) m. sp. di dolce ripieno
schiniari ‘nitrire5 v. sciniari. di ricotta.
schirifizziu (Pitré, M m), schivifizzu (Pitré), scibba (Traina, De Greg.) f. anello di
schirifiziu (M r, ro), schiribizziu (Trai­ ferro che riceve la stanghetta del
na) m. scorpione; schirifiziu (M bc, m) chiavistello; ant. sic. (Scobar) hybba —
m. geco; cfr. cal. (RC) schirifiziu, scuri- yibba ‘fibula5, ‘annulus ferreus5 (Tra­
fiziu ‘scorpione5; v. surfiziu. pani 196); cfr. cal. (CS) yibba ‘anello di
schirpiuni ‘geco5 v. scurpiuni. ferro che fa funzione per cardine di
schirruggia ‘scodella5 v. scurruggia. porta5, irp. scibba ‘cardine della porta5,
schisma ‘biscia d’ acqua5 v. guisina. lue. scibbia, salern. scibba, nap. sciva
schizziari (M r), schizziddiari (M a, t) n. ‘ganghero di porta5 (AIS, c. 883). -
piovigginare; cfr. cal. (RC) schizziari, Tutti da fibula > *flibba.
(CS) schizzichìare id., it. schizzare sciddicara (M an, li) f. millefoglio,
‘zampillare5 ; v. sbrizziari e schizza. sciddicu (M an) m. millefoglio; v. scéddica.
schizza (M ma, r) f. goccia; cfr. cal. (RC) sclfidda ‘scintilla5 v. spisidda.
schizza id. scifioti (M li) pi. abitanti di Scifì.
schizzuneddu (M bf) m. orbettino, scifu (Traina, M a, lb, ra S s), sciu (M to),
scia (M mo, san, si ,u) f. calore e riverbero ciffu (M mo, sp) m. truogolo, pila << gr.
che esce dal forno. cyjyjjoc,\ v. schifu.
sciamarru (Traina, C sm K v M mi, r P b) scilanca ‘bulimia5 v. cinanca.
m. beccastrino, piccone; cfr. cal. e sciloma ‘rumore5 v. ciloma.
salent. sciamarru, nap. irp. sciamarne scimari ‘imbastire5 v. ncimari.
id. - Da *ascia-marra ‘scure e zappa5 sciniari (M an, c, li, n, tr, u), sic. mer.
(DEI, 3395). yiniari(Voc. Sic.), yiniari^K va), finiari
sciambrata (C r) f. torrente secco, (Pasqualino) n. nitrire; cfr. cal. (RC)
sciannacca ‘collana5 v. ciannacca. yiniari (CZ), yiyinìari id. - Da gr.
sciara (M fi, fo) f. terreno di macchia fitta ; /rivinto ‘gracidare5 (di oca), gr. mod.
(Traina, E c, e, s M ma, si P b) siepe (Cipro) sciscinizi ‘il cavallo nitrisce5,
viva, roveto; (E et M c, t) terreno pie­ sciocca ‘chioccia5 v. yocca.
troso non coltivabile ; (C b) zona di lava ; scióricu (C r) ag. pazzo, stupido; cfr. bov.
(Traina, C b) lava. - Per l’origine cfr. sciólico ‘ragazzo5. - Sembra identico al
maltese sa lra ‘estensione di terreno roc­ sic. cal. strólacu ‘strano5 (LGr 65).
cioso e di poca produzione5 = ar. scippa-occhji (M a, al, r) f. libellula : ‘cava
sa'ra ‘zona di macchia5 (Wagner, occhi5 ; cfr. cal. (RC) caccia-occhji id.
ZRPh 52, 1932, 658); v. anche Pelle­ scippari (sic. com.) a. svellere, strappare,
grini 275. Dalla stessa base spagn. ant. sradicare; cfr. cal., salent. nap. scippare
jara ‘macchia5, ‘terreno boscoso5 (DEC, id. - Da lat. *excippare ‘sradicare i
II, 1035). ceppi5.
scirba (Giuffrida 80), yirba (A sb) f. sprocco ‘fuscello5 < long, sproh id.; v.
luogo scosceso, rupe, dirupo; iri scirbi sgroppic.
scirbi (Traina), gallosic. annè a zirbi scrafogghji ‘cartocci5 v. scarfógghji.
zirbi (Roccella 289) andare per luoghi scrépitu (M ra), srèpitu (M to), scrièpitu
scoscesi. — Da ar. hirba ‘luogo di ro­ (M fi) m. pianto che si fa per un morto
vina5; v. Rohlfs 149 e Pellegrini 274. = sic. com. rèpitu id. (Traina), cal.
scirbari (E et M mi, rv R r), scirvari (CZ, RC) rèpitu, (CS) rièpitu, nap.
(Traina), gallosic. (M sf) scerbér, (E s) rièpete id.
scerbi ‘strappare la malerba5. Voce im­ scridda (M g, ss, u), scredda (M cg) f.
portata dall5 Altitalia : gen. scerba, ant. scheggia di legno; v. scherda.
piem. eiserber id. = ant. fr. esserber, da scudedda ‘asfodelo5 v. spudedìda.
*exherbare. scumputu (M u) ag. immaturo; cfr. cal.
scirpa (Traina) f. schiatta; cfr. cal. (RC) (RC) schiumputu id. e chiumputu
scirpa id. ‘maturo5 [‘completo5] ; v. cunchiutu.
scisca ‘secchio5 v. yisca. scupina (C b M c, mo, n, r, sp) f. otre
sciulanca ‘bulimia5 v. cinanca. (pelle di capra o pecora) usata per il
sciuminisani (M a) pi. abitanti di Fiume- trasporto di olio o mosto ; cfr. cal. (RC)
dinisi (dial. Sciuminisi). scupina id., benev. scopina ‘vescica di
sciurbari (Traina) a. spampinare, sfo­ maiale5, garg. scupóine ‘otre di pelle di
gliare; cfr. cal. (RC) sciorbari ‘togliere capra per il trasporto di latte5, fogg.
le gemme di un albero = cal. (CZ, scupine, abr. scupina ‘cornamusa5. Da
RC) sciorbari ‘accecare5 < exorbare. lat. volg. ascopa ‘recipiente in forma di
sciuri f. ‘fiore5 v. yura, duri. otre5 (gr. àtrxói; ‘otre5) ; v. LGr 62.
sciurina || crapa — v. ciurina. scupinu (Coray 337, M an, ma, u) m. otre
sciuritani (M li) pi. abitanti di Rocca­ per il trasporto di olio o mosto ; cfr. cal.
fiorita. cal. (CS, RC) scupinu id., v. scupina.
sciusca ‘pula5 v. jusca. scupiu (Traina, M a, c, fo, fu, li, ma),
sciusciari ‘soffiare5 v. ciusciari. scupi (M m, p) m. specie di gufo, gene­
scocca (Senisio) f. timone di carro o di ralmente ‘assiolo5. Da gr. *axco7«ov dim.
aratro; scoca (E s) timone in forma di di ctx&mJ; id. — Corrisponde al cal. (CZ,
forca usato per 1’ aratro; cfr. lue. RC) scropiu o scrupiu, bov. sciupi id.,
skokke id. (AIS, c. 1436), cal. (CZ) schi­ da *axXa>7uov, <f *<jxcmiov per incrocio
occa ‘forcella5, salent. scocca ‘pezzo di con yXa’jf ‘civetta5; cfr. neogr. (Creta,
legno di osso o di ferro che serve per fre­ Scarpanto) axXÓ7ra ‘assiolo5 (LGr 463);
no5, sic. (M mo, tr) scocca ‘ramoscello5, v. scorpiu.
scónlsi ‘acanto5 v. arcónici. scurpiuni (Traina), schirpiuni (Traina)
scorplu (M mo) m. assiolo; cfr. cal. (CZ, m. tarantola. - Posso precisare : scur­
RC) scropiu, bov. sklupi n. id. - Da gr. piuni (M rd, si), scuppiuni (M a, fi, r)
*(jxX<07uov, id. = oxcù7uov incrociato con nome che si riferisce al geco, Tarentula
yXao£ ‘civetta5; v. scupiu. mauritanica.
scorpu (Traina, M n, ra, to, u), gallosic. scurrüggia (Traina), scurrüggia (T v),
scropu (E s), scrop (E a) m. fuscello, schirrüggia (Pitré, K v) f. piccola
ramoscello secco; cfr. cal. (CS, CZ) scodella di creta. Da ar. sokordja
scuorpu id. - Sarà metatesi dell’ it. ‘scodella5 (Rohlfs 151).
scutidduni (M er) m. asfodelo ; v. scudedda. séngulu (Traina, M fr), séngaru (M an),
scuzzara (Senisio, Traina, A sb C sm), sènghilu (Traina), singulu (M c, g, n),
scuzzara (K v), scuzzarra (C m), singuru (M rv) ag. magro, gracile; cfr.
scuzzdria (R g) S s), scuzzaira (Traina) cal. (CZ, RC) sengru ‘delicato’,
f. tartaruga, testuggine; cfr. cal. (RC) ‘magro’.
scozzarra o scuzzarra id. - E trasposizi­ serpentara (M ro), sippintara (M r) f.
one di stracuzza (v.). biscia d’acqua.
édiddacca ‘rinzaffo di calcina’ v. suddacca. sfànnamu ‘acero campestre’ v. spànnamu.
édillabbrari (Traina) a. guastare o rom­ sfilu (Traina) m. intenso appetito, desio;
pere l’orlo (labbru) di un vasco. - Non spilu M a, an, c, r, sp, u) desiderio
da fr. délabrer ‘rovinare’ (Jost 98), ma ardente; cfr. cal. spilu voglia ardente
semplice trasposizione di dis-labbrari; (specialmente di donna incinta), salent.
cfr. sic. sdirradicari ‘disradicare’, sdil- spilu, bov. spilo, otr. spilo id. - Sembra
lucari ‘dislocare’, sdillattari ‘dislattare’ ; appartenere al verbo sfilari, cfr. sic. e
v. GrI, § ioti). cal. (RC) mi sfila lu cori ‘desidero
édirri (Traina e AIS, c. 774) pi. carnevale, ardentemente’; v. spinnu.
ma più precisamente gli ultimi tre sfincia (Traina), spincia (Pitré, M ra),
giorni di carnevale, chiamati (a Modica) sfingia (M mo), spingia (M to) f.
sdirruminica, sdirri-luni, sdirri-marti specie di frittella o crespello, dolce casa­
(Pitré) ; cfr. sdirrijornu (M mo, u) lingo fatto con pasta di farina e ricotta;
martedì di carnevale. Che la voce in cfr. ant. sic. sfingia ‘genus panis albi qui
origine dovesse avere un senso più dicitur crispella’ (Senisio) < ar. isfang
largo, risulta da li sdirri di lu misi, li ‘dolce di pasta morbida che si frigge
sdirri di Fannu (Pasqualino) e dalla nell’ olio’ (Pellegrini 206).
frase senti lu primu e parra lu sdirru sfódiru (PS 128), spótaru (Pitré), spótiru
(Traina). — Da catal. es derrers dies ‘il (M fu) m. sorta di pesce, leccia bastarda;
carnevale’ (Alcover-Moll, IV, 22), bai. cfr. cal. (RC) sfódaru, spódaru id.
es derré die ‘martedì grasso’ (Atl. ling, égabbu (M si) m. cavita nel tronco di un
catal. c. 636). albero = lig. sgarbo o garbo ‘buco’;
édirridia (M n) m. giovedì grasso; v. v. garbu.
sdirri. sgalambru ‘calabrone’ v. scalambru.
édisinticari (Pinzone) a. sradicare, dis­ sgalimiru ‘cardo’ v. scalimbru.
truggere completamente, égalimmu (M fr), sgarimmulu (M al) ag.
édruvicari (A sb), zdruvicari (A cf K v), sghembo, storto; v. galimbu.
zruvicari (A et) a. seppellire; v. cruvi- sgambirru (M bc, fu), scambirru (PS 115)
cari, druvicari, vurvicare. m. sorta di pesce, scombro; cfr. cal.
sécara (Traina, M an, cm), sèchira (M a, c, sgambirru id., lece, scampirru.
r) f. bietola; i sechili (C n) le bietole; égangu ‘racimolo’ v. scancu.
cfr. cal. secra, sécara, secherà, usato égarammulu (M n, si) m. calabrone; v.
generalmente nel plurale i secri ‘le scalambru.
bietole’, bov. ta séclia id. = neogr. dial, égarrari (Traina, sic. com.) a. sbagliare;
xà créxXa id. (LGr, 452); v. sarca. cfr. cal. (CS, CZ) sgarrare, nap.
sélinu (M fr) m. sedano selvatico = bov. sgarrare id. <C catal. esgarrar ‘fare una
séleno ‘sedano’ (eréXtvov). cosa malamente’; v. Varvaro Cat. 98.
sgherru (M r, tr) ag. obliquo, sghembo, signurina (M mo) f. pregadio, mantide
égroppu (Traina, M b), zgruoppu (M religiosa.
ma), grospu (C r) m. fuscello, ramoscello silipa (M b, fu, li, st) f. nome di una
secco; cfr. cal. (CS) scuorpu, (CZ) graminacea; v. silipu.
sgruoppu id. ; v. scorpu. silipara (M tr) v. silipu.
éguisina ‘biscia d’ acqua’ v. guisina. silipu (Vinci, M a, c, ma, rd, u), silicu (M
égurina o égunina (C r), sgürrira (C b), fo, r) m. nome di una graminacea, Andro-
sgùtira (C mi), in un anon. man. sgudura pon hirtum; cfr. cal. (CS, CZ, RC)
(Traina) f. lucertola. - D’ origine gallo­ silipu, bov. to silipàri (dim.) id., spesso
italica, cfr. lig. sgùrbia, piem. sgrigna id. Silipa nome di contrada in Calabria e in
(Garbini 605 e 806); v. NC, no 63 prov. di Messina (M be, to). - Forse voce
(nota). del sostrato preellenico; v. LGr, 455 e
si congz. se; si bbòi vegnu (M si), si vtiajo NC no 55.
vegnu (M al) se tu vuoi io vengo || Ri­ simita (M n) f. limite, confine; cfr. cal.
portiamo qui alcuni esempi per i tipi (CS) simite id.
assai distinti della proposizione condi­ sinnacca ‘rinzaffo di calcina’ v. suddacca.
zionale, usati in provincia di Messina : si sirruscu ‘lampo’ v. surruscu.
putissi ci jissi (M n, rv, u), si putirla ci sirtuni (P b) m. ramarro; cfr. lu cirtuni
armarla (M fo, i, si), sa pputiva ci iva (A sb), sucirtuluni (C sm) id. : ducer­
(M li). Di questi tre tipi il primo, tene’, ‘lucertolone’.
appartenente al siciliano comune, risale sisca (Traina), sisca (E a R g), ant. sic.
all’ antica latinità, il secondo fu impor­ sixca (Senisio) f. secchio di legno dei
tato dalla Galloromania (Francia e pastori; cfr. cal. (CZ) sischia e sisca,
Piemonte) dopo il mille, il terzo corris­ (CS) sisca id. - Da un incrocio tra
ponde all’ antico sostrato ellenico. — sicchiu ‘secchio’ e yisca (vi).
Vedi anche sa, siddu. éméggia ‘pesca’ v. sbérgia.
sibertu ‘ramarro’ v. lisbertu. émidira (M bc, fu), smirita (Coray 364) f.
sicchiaru ‘chiavistello’ v. sùcchiaru. sorta di pesce, menola comune; cfr. cal.
siddacca 'rinzaffo di calcina’ v. suddacca. smidira, smiridu id.
sidd'iari (Traina, E cn M g, r) rfl. seccarsi, so pron. poss. invariabile, usato per tutti i
annoiarsi; mi siddiu (M tr) mi annoio, generi e per i due numeri : sò matri, so
mi siddiava (P b) mi rincresceva, cfr. frati, i sò cugnati; cfr. cal. mer. (zona di
cal. (RC) mi siddiài ‘mi sono annoiato’ ; Reggio) i sò zii, i sò vesti ‘le loro vesti. -
v. siddiu. Modo settentrionale, cfr. lig. so sö,
siddiu (Traina, E cn M g) m. noia, fasti­ piem. so surela ‘sua sorella’ ; v. me, tò.
dio ; cfr. cal. (CZ, RC) siddiu id. sóggiru e sóggira (sic. com.) m. suocero,
siddu (Traina, C cn M fo, u) congz. se; suocera. - Non direttamente dall’ antica
p. es. siddu avissi fami mangiassi (C latinità, ma per ovvie ragioni fonetiche
cn), siddu chiovi (M fo) se piove, sidd’ (ggi invece di ce) importato dai dialetti
aju tempu (M u), siddu è accussi; cfr. galloitalici, dove il gen. sözu, piem.
cal. (RC) sidd' esti accussi ‘se è così’, sóser si fondano su un prototipo *sóger;
in Corsica dumandò s'ellu c'era vìnu v. Corr. no 74.
bonu, s'ellu mi manca-, ‘se esso’; v. Grit, sorta (Ma, ma) f. pregadio, mantide reli­
§ 779- giosa; v. fata, fortuna.
spagnari (Traina, sic. or.) ffl. spaventarsi, cal. (CS) sparaglione id. == prov. e fr.
aver paura; cfr. cal. spagnare id. - Da sparaillon, catal. esparalló id.
catal. espanyar-se ‘manifestare eccita­ sparedda ‘cicoria’ v. aspiredda.
zione’ (Alcover-Moll, V, 379); v. appa- sparra (M gm, ti) f. cercine, panno rav­
gnari. volto a cerchio che le donne si mettono
spalässa (M an, st), sfaldssa (M an), spina sul capo per portare un peso; cfr. lue.
spilassa (M fo) f. specie di ginestra salent. pugl., abr. spara, nelle Marche
spinosa, Calycotome spinosa; cfr. cal. sparra, anche dalm., serbocr. spara id.,
(CZ, RC) spdlassu, bov. spólasso e to otr. spara ‘tovaglia per la tavola’ — Di
spoldssi id., da gr. àaTràXaìfo!; (anche non chiara origine (LGr, 474); v. spera.
neogr. dial.) id. ; v. LGr, 62 e spilassara. spata (M fo, ma) f. profime dell’ arato,
spalassara (M fu), spilassara (M fo) f. pezzo che regola la distanza tra il ceppo
specie di ginestra spinosa, cfr. cal. (CZ) e il timone dell’ aratro; cfr. cal. spata,
spalassara id. ; v. spaldssa. sardo ispada, spagn. espada, anche
spancari (M n) a. stracciare. neogr. dial. cttoxSt] id. ; v. Corr. no 60.
spangu (Traina, M al, fo, rv, u) m. spanna, spatula (PS 205, M bc, fu) f. sorta di
distanza tra la punta del pollice e quella pesce, pesce bandiera; cfr. cal. spdtula
del mignolo; cfr. cal. spangu ‘distanza id.
tra la punta del pollice e quella dell’­ spatulidda (Traina, M cg) f. giaggiolo,
indice’ : da ant. fr. espan (pron. espang) giglio bianco; spatuledda (M rd, si),
id. spaduledda (M ro), spaturella (M rv)
spannarmi (M cr, fl, ss, u), spdnnimu (M asfodelo.
al, cu, fr, to), sfdnnamu (M g), spannu Spera (A et) f. cercine; cfr. garg. sfera id.
(M sm) m. acero campestre. Corrisponde < da gr. cripoupa ‘palla’ ? ; v. sparra.
al cal. (RC) ssèndamu ‘acero’ < gr. ant. sperciamàcchia (C sm) m. nome di un
acpévSajxvo?, gr. mod. dial. (Chios). piccolo uccello, forasiepe; v. perciaru-
àacpàvTapoc, id. (LGr, 494) ; cfr. Serru du viettu.
Spdnnimu in territ. di Longi (Alessio spiddisa (M bf, c, ra) f. scintilla; v.
3°5)- spisidda.
sparacalaci (PS 40, M bc), sparacanaci spilassara v. spalassara.
(M fu) m. triglia di scoglio; cfr. cal. spilazzu (M t) v. spalassara.
(RC) sparacanaci id., cfr. gr. mod. spilu ‘desiderio’ v. sfilu.
(Dodecaneso) crapyavobo, ‘sorta di pesce’. spina-lastra (M a) ‘arbusto spinoso’; v.
sparacogna (Traina, M b, fi, li, ra, to, u alastra.
T v), sparagogna (Traina, M mo) f. spinapurci (Biundi, Traina) f. rusco;
asparago selvatico (spinoso), Aspara­ spinapülici (C m, sm M ma) bianco­
gus acutifolius; cfr. cal. (CS) spara­ spino; cfr. cal. spinapülici, lece, spina-
cogna, cil. spagarogna id. <C *aspara- puce id. - Ha preso il nome dal frutto :
cónia, latin, da gr. *<xcrm3cpayotma, cfr. nap. póhcs, cioè ‘pulce’,
bov. sparagunia, otr. sparacunéa id., spinnu (Traina, C ad M g, mo, n S s) m.
Sparagogna ctr. in zona di Furci (LGr, forte desiderio. - Dal verbo spinnari
63)- (Traina) ‘aver vivo desiderio’, p. es. mi
sparagghiuni (Traina, ALM 562, Coray spinna u cori (R r) ho un forte desiderio ;
365) m. pesce del genere di sparo; cfr. cfr. cal. (CS) spinnu ‘voglia’, ‘forte
desiderio5, (CS, RC) spinnari 'aver spuligrari (Traina), spularari (Traina),
grande brama5; v. spilu. spular'iari (M r), spulicari (M g, t o),
spinsu (M a) m. fringuello; cfr. cal. e sa- spullurari (M mo), spuddariari (M rv),
lent. spinsu, spinzu id., otr. spinci id., gr. spruari (Traina) a. spollonare, sfrondare
ant. aravoc, e aravfKov id. (LGr 477). le viti dai pampani inntili; cfr. cal.
spiredda ‘cicoria5 v. aspiredda. (CZ, RC) spalagrari, spulegrari, lucch.
spina ‘striscia di campo5 v. spuria. spelagare id. ; v. spulicari.
spisidda (Traina, C 1 P r M a, c, ma, r, t, spuredda ‘cicoria5 v. aspiredda.
to), spisilla (C mo), spusidda (C m), spuria (Senisio, M c, fi, fl, r), spulia (M to),
spifidda (M u), spufidda (M u), spru- sfulia (M bf), spuria (M rv, sp), spiria
fidda (M fl), scifidda (M si) f. scintilla; (Traina, Gioeni, E et M mi, u P b),
cfr. cal. (RC) spisidda, spittudda, spria (Traina, K va) f. porca, terreno fra
spittidda, (CZ) spissidda, spissula, due solchi che serve di norma al semi­
bov. spittudda id. < gr. *aravf)-ouXX<x (gr. natore nel buttar la semenza; cfr. cal.
ant. aravlW)p) ; v. LGr 477 e v. spiddisa. (CS, CZ, RC) spuria o sporia, (CS)
sporia ‘porca5 v. spuria. sprija, bov. sporia, otr. sporia id. <C gr.
spótaru ‘pesce5 v. sfódiru. *ara)pta, gr. mod. dial, onopió. id. ; v.
spréu (T v) m. specie di astuccio (fatto con LGr, 479.
foglie di palma intrecciate) che serve per spurvia ‘minestra di grano5 v. spruvia.
tenervi danaro, staccia (Biundi, Traina) f. pertica, asta di
spria ‘porca5 v. spuria. legno; cfr. cal. staccia ‘pertica5, ‘palo5
spruvia (M fi, ra, sm, to), spurvia (M u) f. <7 ant. fr. estache id. (germ. *stakka).
minestra di grano bollito, piatto rituale stanti (M u) m. albero secco con molti rami
del 13 dicembre (Santa Lucia). Corris­ laterali su cui i pastori appendono i loro
ponde al cal. (RC) prusvia, sprovia, attrezzi; cfr. cal. (CZ) stante id.
purvia, (CZ) posbia, bov. purvia ‘mine­ sterna (Traina), sterna (E et R g T v) f.
stra di grano o granone bollito, piatto cisterna ; v. jisterna.
rituale del 6 o del 13 dicembre5. - Par­ stiavucca ‘salvietta5 v. stujabucca.
tendo dal bov.purvia (*ra>uXßia) si può sticchiu (Traina, C m M li, u P p) m. or­
ricostruire un prototipo *ra)XXußia, deri­ gano genitale della donna; cfr. cal.
vato da gr. mod. và xoXXußa ‘minestra di sticchiu id. e cal. (CS) sticchiu ‘nudo5,
grano bollito5 per incrocio con 7toXto? stifanari (M mi) pi. abitanti di S. Stefano
‘pappa di farina5; v. LGr 420 e v. cuc­ di Camastra.
cia. stippiu (M n, to) m. specie di gufo; cfr.
sprüvira (M rv) f. sp. di cardone; sprùgura scupiu.
(M mo) fuscello di cardone che fa da asse stizza (Traina, A n C m, sm K v M u T v),
nella navetta del telaio, stizza (A sb P p R g) f. gocciola; cfr.
spudedda (M cm), scudedda (M cm, i) f. cal. stizza id., napol. na stizza ‘un poco5,
asfodelo; cfr. cal. (RC) spudedda, bov. ‘un tantino5 ; lig. stitsa, piem. stisa ‘goc­
spudedda id. [*asphodella] ; v. scu- ciola5; v. sbrizza.
tidduni. stracuzza o sracuzza (M ma) f. testuggine,
spulicari (Pinzone) n. spigolare, andare a tartaruga; cfr. cal. (RC) stracozza id. —
raccogliere le ultime nocciole rimaste Da un incrocio tra oaxpaxov e cozza
sulle piante : ‘spulciare5; v. spuligrari. ‘guscio5, ‘ostrica5 ; v. scuzzara.
strägghiuru (M tr) m. straccio, cencio, lana sudicia intorno alla coda degli ovini ;
stràgula (Senisio, Traina), stràgula (M u), v. subbagghiari.
stràgura (M mo), strània (Stgl. 8, 172), subbagghiari (M fi, lb, ra, u), subbagliari
strània (M mi, to) f. treggia, specie di (M mo), summagghiari (M an, m a) a.
slitta rustica; cfr. cal. stràgula, strània tosare le pecore intorno alla coda; cfr.
id., da lat. tragula id. gallosic. zubagghiè ‘tosar la lana alle
strasatta || a la - (Traina), a srasatta av. pecore (Roccella 290), cal. (CS, CZ)
improvvisamente; v. ntrasatta. subbegliare ‘tosare le pecore in prima­
strazzabértula (M lb) f. rosa di macchia; vera togliendo loro la lana sudicia dalla
cfr. cal. (RC) strazzavèrtula ‘salsapari­ parte posteriore5, irp. subbuglià id., rum.
glia5 : ‘straccia le bisacce5; v. vèrtula. suiglià id. <f 1. *subiliare ‘tosare sotto
streva (Senisio, Scobar) f. ferrum per le inguini5; v. assubbaglari.
quod equum ascendimus, cioè ‘staffa5 succhiaru (Traina, A sb E c M sp),
(Trapani 246), streva (Pasqualino, Trai­ sicchiaru (M mo), sürciru (R r), sùr-
na) legame che tiene ferma la parte della chiaru (A n), ant. sic. (Senisio) suquaru
scarpa che copre il calcagno; cfr. cal. (Marinoni 114), gallosic. succhara (Roc­
(CZ) streva ‘staffa di stoffa della calza cella 267) m. paletto, saliscendi; cfr. cal.
che passa sotto la pianta del piede5. Cor­ (RC) sücchiuru, (CZ) sürchiu id., da ar.
risponde al lomb. streva ‘staffa5, voce di sukkàra ‘chiavistello5 (Rohlfs 150).
origine germanica : streup (FEW, sùccula (Traina, Gioeni) f. nottolino di
XVII, 252). legno; cfr. cal. (CS) ziccula ‘chiavi­
strlula (M fi), sriula (M ma) f. civetta. - stello orizzontale5,
Sarà un incrocio tra il tipo strige ‘bar­ sucértula (C sm) f. lucertola,
bagianni5 e (call)pigula ‘civetta5; ma cfr. sucirtuluni ‘ramarro5 v. sirtuni.
striula (M fo) strega, suddacca (P b, sm), sullacca (M mo, sp),
strugnulari o srugnulari (M 1) pi. abi­ siddacca (M fr), éaddacca (M c, r),
tanti di Stromboli (dial. Stróngoli e zaddacca (Traina), sinnacca (S s),
Struógnuli). sdiddacca (M an) m. termine tecnico che
struonu (M stf), sruonu (M cr) m. tasso generalmente si riferisce ad un rinzaffo
barbasso, verbasco; cfr. cal. (RC) di calcina che si fa sui tetti per impedire
spronu e stronu id. [gr. craXovoc] ; v. il passaggio dell’ acqua, p. es. tra un
LGr 477 e v. frunu. muro e la terrazza; cfr. cal. (CZ)
stujabucca (M r), stajabucca (M bf, rd), suddacca, (RC) éaddacca, éidacca id.,
stiavucca (Traina), stiabucca (M tr) f. da ar. sutayha ‘tetto a terrazza5, per
salvietta; cfr. cal. stujavucca id. - Da più particolari v. Pellegrini 275.
sic. stujari ‘pulire5. sufuni (M cr) m. tromba marina; cfr. cal.
stuppanàcchiu (M gm) m. pesce, specie di zifune id., ven. sión ‘tromba d’ acqua5
rombo. [1. *siphone -< gr. ca<p«v].
suàggiu (Traina) m. bestia appena nata, sulifiziu ‘scorpione5 v. surfizziu.
che segue la madre; suàggiu (T sp), sulufizza (M ss) f. geco ; v. surfizziu.
suàcciu (P b) puledro ; suàgiu (A r) sumamizza (M al) f. geco ; c. salamida.
figlio di asino e cavalla; suàgghiu (A n) sumamizzu (M fr, si, sm) m. geco, Taren-
vitellino che segue la madre : ‘seguace5, tola mauritanica; cfr. cal. (CZ) samu-
subbagghjl (M fr, mo) pi. le ciocche di mida id., v. zazzamina, salamida.
sumata (C b, ml) f., i sumati (C b) pi. la sulificiu (Senisio), sulifiziu (M rd) m.
sugna; i sumati (M rv, u) i pezzi grassi scorpione; surfiziu (E s), sulifiziu (E e),
del maiale. suffizziu (C c), surfulizziu (E c),
summagghiari ‘tosare’ v. subbagghiari. sulufiziu (M bf), affizziu (E g) m. geco,
summuzzari (Traina), sammuzzari (Traina, Tarentola mauritanica; v. schirifizziu.
Gioeni), subuzari (Senisio) a. tuffare in suriaca (C 1, ml, r M rv) f. fagiolo ; cfr. cal.
acqua, immergere; cfr. cal. sumbuzzare, (CZ, RC) suriaca, suraca id. <C faba
summuzzare id., ant. it. soppozzare, ant. syriaca; v. trujaca.
spagn. sopozar id. <C *subputeare suriciobbu (R m), sulisciorbu (M bf) m.
(REW, 8388, Alessio 198). talpa : ‘sorcio cieco’; v. orbu.
suppiddizza (Traina), sappiddizza (Traina), surruscu (Traina, M u S s), surruscu (E
sippiddizza (Biundi, Traina), ant. sic. c, et), sirruscu (K v) m. lampo, baleno ;
surpilliza (Senisio) f. sp. di sopravveste surruscu (M ma) fulmine; cfr. gallosic.
che indossano i sacerdoti; cfr. cal. sup- (E s) saruscu, (K p) srusk (Roccella
pellizza id., da ant. fr. sorpeliz o spagn. 260) baleno; cfr. cal. (CS) surruscare
sobrepelliz id. <C 1. *superpellicium. ‘lampeggiare’, sic. surruschiari ‘balen­
sùrchiaru ‘saliscendi’ v. sücchiaru. are’. -Dal. *sub-ruscus= coruscus
surci vecchiu (A a, sb), sürici vecchiu (M ‘lampo’.
cu), surci viecchiu (A n) m. pipistrello; susca ‘pula’ v. jusca.
cfr. cal. (CS) sùrice viecchiu id. : ‘topo évélentra (M fo) f. specie di crescione ; cfr.
vecchio’. cal. spélendra, spélandra id. - Voce dell’
surfizziu (Traina), sujfrizziu (Traina), antico sostrato.

tabbia (Traina, Mortillaro, M u) f. parete 352). - Da escludere un’ origine araba


sottile per divisione di stanza o stalla; (Steiger, in VR, II, 1937, p. 474).
cfr. spagn. tapia id., ar. tàbiya ‘muro taddaritula (C If S s) f. pipistrello; v.
divisorio’; v. Pellegrini 160. taddarita.
tabbu (C r, M rv) m. mattone di terra­ taffuni (Traina, M b R g, r S s), tafuni (R i)
cotta. f. zolla di terra; v. tijfuni.
taccia (Traina, sic. com.) f. specie di pic­ taju (Scobar, Traina, M no, r, si, to, tr) m.
colo chiodo a gran capocchia; cfr. cal. loto, fango, creta umida; cfr. cal. taju
taccia, sai. taccia id., spagn. tacha id. : ‘terreno fangoso’, ‘pozzanghera’, da
da ant. fr. tache ‘specie di chiodo’ (Jost ant. fr. tai ‘fango’. - Un’ origine araba
73)- (v. Pellegrini 277) si può escludere; v.
taddarita (Traina, sic. com.), taddarida Jost 27.
(M cm, r, t), tallarita (Senisio, C b M tajuni (M r) m. duodeno dei bovini; v.
mo, rv), tallaritta (M sp) f. pipistrello. diùnu.
Corrisponde al cal. (RC) taddarita e tamarru (Traina, M bf, mo, r) m. villano,
tajarita, bov. lastarida id. = neogr. uomo rozzo e stupido, cfr. cal. tamarru
(Creta) Xa^xapiSoc, corruz. per etim. id. ; v. zamarru.
popolare di gr. ant. vuxxcptSoc id. (LGr tammusu ‘volta’ v. dammusu.
tannavida ‘millefoglio’ v. dannavida. téniri ‘possedere’, ‘tenere’ : non si usa in
tannura (Traina, A n T v) f. vaso di terra­ Sicilia (e nella Calabria meridionale)
cotta con carbone acceso che funziona nelle funzioni che questo verbo ha per
da braciere, (C sm P b) focolare per tutto il Meridione in sostituzione del ver­
cucina; (K v) cucina < ar. tannùr ‘for­ bo ‘avere’, p. es. cal. tene fame ‘ha fame’,
nello’ (Pellegrini 112). illu tene due frati, tene la spalla sfritta,
tantiddoti (M cm) pi. abitanti di Antillo tar. no iena fila ‘non ha figli’, salent.
(in dial. Tàntiddu e A'ntiddii). tegnu dò frati. In Sicilia il verbo aviri
tappa (M lb, mo, sp) f. zolla di terra; cfr. in tali funzioni è certamente un neologis­
cal. (CS) tappa ‘zolla erbosa’; v. toppa, mo di una più giovane italianità (Corr.
tippa. no 10); v. aviri.
tappuni (M mo) m. zolla di terra ; v. tappa, tessi-tessi (M c, g, ss) f. pregadio, man­
taffuni. tide religiosa ; v. filannera.
tara (M r) f. inferriata per le finestre : è testa I test' 'i l'acqua (M n, r, rd P t) f.
metatesi di rata (v.). sorgente d’acqua.
taraddu (M an, c, fu, ma, r) m. strofinaccio, testa (sic. com. f. capo, testa. - Insieme
straccio vecchio usato in cucina. Sembra alla Calabria meridionale (‘grecanica’) in
corrispondere a pugl. taraddd ‘cercine’, Sicilia per denominare il capo si conosce
cioè ‘panno ravvolto a cerchio che si solo testa (tipico settentrionalismo), in
mette sul capo per portare un peso’, cal. forte contrasto con tutto il Meridione,
tarallu, salent. taraddu, nap. abr. dove si usa lu capu e anzi più spesso la
tarallo ‘ciambella biscottata’. - Di non capu\ v. Corr. no. 75.
chiara origine; v. DEI, 3717; LGr 499. ticchiena (Pitré, De Gregorio, A n C sm
tarmu (T e) m. pomposo catafalco per la E et), ticchena (Traina), tuccena (Pitré :
bara di un morto = sic. com. tälamu. a Noto, R r), turchiena (Pitré), ant. sic.
tarimi ‘ghiandaia’ v. turuni. (Valla) tuchiena, ant. catanese duquena
tasrotta ‘capra giovane’ v. lastrotta. (Trapani 255) f. piccolo muro che serve
tassaru (M ma) m. euforbia arborea; cfr. per sedile accanto alla porta di una casa,
cal. tassu ‘euforbia’; v. tassu. muretto o scalone nella stalla per dor­
tassu (Traina) m. qualunque tossico con mirvi sopra < ar. dukkàn ‘banco di
cui si avvelenan le acque dei pantani per pietra’; v. Pellegrini 160 e 278 e v. jit-
pigliar pesci; (M n, u) verbasco; (M i) tena.
euforbia. txddicari ‘solleticare’ v. ziddicari.
tastari (sic. com., AIS, c. 1021), gallosic. tiffuni (Pasqualino, Traina, C 1, m M cm,
tastèr ‘assaggiare’. Voce altrove nel fr, n), tufiuni (Traina, C ad M n, to, u),
Meridione non usata. Tipico setten­ ant. sic. (Scobar) tiffuni, (Senisio) tifo-
trionalismo : lomb. e lig. tasta, piem. nus m. zolla di terra; cfr. cal. (CS) tifu-
taste (AIS, c. 1021). ne, (RC) tifuni id., accresc. di cal. (CS,
tataranni (M1, mf) m. nonno; cfr. cal. CZ) tifa id. <! osco *tefa = lat. teba
(CS) tataranns, salent. tataranne id.: ‘collina’; v. taffuni.
‘padre grande’. tignusu (Traina, P p T v) m. geco, taren­
tavarduni (M an, tr, rv), tavardone (M tula mauritanica : ‘animale tignoso’.
mo, sp) m. calabrone; v. scalambrunni. tignuseddu (Traina, A a, ar) m. geco; v.
télica (M ma) f. erica; cfr. lue. dèlica id. tignusu.
timinia (Vinci) f. sorta di grano; v. dimi­ dal significato originario ‘colorato5 a
nia, tumminia. quello di ‘cattivo5 non è molto chiaro.
timogna (Pitré, A n, sb M ma, no, r), ti- Secondo Pagliaro si tratterebbe di un
mugna (Senisio, E et Pb M t T v) f. termine nato nell’ambiente religioso :
grande bica dei covoni di grano sull’ aia, ‘infetto dall’eresia5 (Arch. Rom. 18,
cfr. cal. mer. timogna, cal. sett, timugna, 1935, p. 378). Dato che in Calabria tintu
bov. Simonia ■< gr. - L’antico esprime invece l’idea di ‘infelice5, ‘sven­
grecismo fu accolto dai Latini in un’epo­ turato5, tintu iju ‘povero me5, penso
ca più antica, cioè quando l’antico ome­ piuttosto che dobbiamo ammettere una
ga (suono lungo) fu reso in latino con fila ‘tinto di nero5 (cfr. spagn. tinta ‘in­
5 (passato ad u in siciliano e nella Ca­ chiostro5) > ‘infelice5 >* ‘malo5 > ‘cat­
labria latina), mentre in tempi più re­ tivo5 ; cfr. frane, ant. mescheant ‘infelice5
centi l’antica distinzione tra omega e >> méchant ‘cattivo5.
omicron in greco volgare è andata per­ tippa (M to) f. zolla di terra; v. tappa,
duta, uguagliandosi 0 lungo con o breve, toppa. - Sarà un incrocio tra timpa e
donde timogna nella Sicilia nordorientale toppa.
(rimasta greca più a lungo) e nella Ca­ tirasciatu (C 1, ml, r M cm) m. sorta di
labria meridionale (grecanica); v. Corr. rettile : sp. di ramarro : tira sciatu ‘tira
no 13 e LGr 180. fiato5
timpa viene recato dai vocabolari (Biundi, tiru (Biundi, Traina) m. specie di serpente.
Traina) con il significato ‘poggetto5, Della voce (è sic. com.) si danno delle
‘monticello5, ma viene usato anche (C definizioni assai contrastanti : rettile
sm T v) per ‘zolla di terra5. - In Calabria senza piedi, con due piedi, con quattro
con timpa si intende piuttosto ‘rupe5, piedi. Sembra trattarsi del Gongylus
‘sasso5, ‘precipizio5 [prelatino * timpa]. ocellatus, al quale si rifersce anche il cal.
timpulata (Traina, M cm, n, si), tumpu- (RC) tiru. - Da lat. tard. tirus (DEI,
lata (M g, rd) f. schiaffo, ceffata, 3802).
timpuni (Traina, A n, sb P b) m. zolla di tiruni (Traina, Giglioli 14, M cm), turuni
terra; v. timpa, tiffuni. (M fo, si) m. ghiandaia ; tiruni o turuni
tinnigghia (E et M a, i, u T v), tinniglia (De Greg. 396) ‘nome di un grosso uc­
(A sb E c), tinigghia (P b), tirnigghia cello di passo5. - Forse identico a tiruni
(M mi), turnigghia (M 1), tindiglia (M (R r), turuni (Traina, S p), sardo tudone
(rv), tendigghia (C b), gallosic. (E s) 0 tidori, malt, tudun ‘colombaccio5 (lat.
tendighia f. profime dell’aratro, quel titus).
pezzo che regola la distanza tra il ceppo tiscitura (M to) f. mantide religiosa :
e il timone dell’aratro (AIS, c. 1438 a). - ‘tessitrice5; v.filannera.
La voce riviene nell’estremo Setten­ titiddu (Traina, M r, t) m. capezzolo; cfr.
trione : piem. tindia, vaiteli, tendeglia cal. (RC) titiddu, bov. to titiddi id. -
id., cfr. ant. prov. tendilha id. <C tendi- Dal linguaggio infantile; cfr. sardo
cula. Dunque in Sicilia voce importata; titta, ital. tetta, gr. ant. tWE), ted. zitze
v. Corr. no 60. - La definizione della e titte id.
voce data dal Traina non è chiara, tivigghia ‘scopa5 v. divigghia.
tintimbrogli ‘rigogolo5 v. pintumbrogliu. tò pron. poss. invariable, usato per tutti
tintu (sic. com.) ag. cattivo. - Il passaggio 1 generi e per i due numeri : tò figghiu,
tò matrì, i tò frati, i tò sòru 'le tue so­ cr) f. coditremola ; sente di importazione
relle1 . La stessa particolarità (essendo settentrionale : piem. tremacua, lomb.
propria di tutta la Sicilia) vale anche per tremacóa id.
le colonie gallosiciliane e per la zona più tréu (M fi, fl, m, r) m. specie di trifoglio
meridionale della Calabria (Reggio e selvatico. — Da catal. trebol id.
paesi limitrofi), certamente per influsso triaca v. turiaca.
siciliano. — È un modo importato dal­ triali (Biundi) pi. nome dato alle pleiadi;
l’Italia padana (Liguria e Piemonte), cfr. cal. (CS) triali nome dato alle tre
dove me, tò, sò sono ugualmente in­ stelle che formano il bastone di Gia­
variabili; v. Corr. no 54 e v. mè, sò. cobbe ['il triale1].
toffu (Traina) m. tocco di pane; toffu (M tribbastuni (M fo, u) m. bastone di Gia­
sp) zolla di terra ; v. tiffuni. cobbe, costellazione di Orione; v. va­
toppa (C b E et M an, c, fo, li, mi, ra, t) f. stuni.
zolla di terra; cfr. cal. (CZ, RC) toppa tribulaci (M ro), tribudeddu (M an, ma),
id . ; v. tappa. tripudeddu (M li) m. sorta di graminacea
torca (Es Mb, mo) f. cercine, usato per che si attacca alle vesti; cfr. cal. (RC)
trasportare un peso sul capo, tripodaci 'specie di blito1, v. LGr 512.
tràchia (M a, cm, 1) f. mascella, guancia; tricculuri (M a) m. arcobaleno : 'di tre co­
cfr. tracchi (Traina, M m, t) pi. le lori1 ; v. pani — vinu - e l'ógghiu.
branchie dei pesci, cal. (CZ, RC) tràccia tridda (M g, ss, u), trucida (M fr) f. fango,
'glandola alla gola gonfiata1, melma.
tracina (Traina, M fr, n), tràscina (M r, t) frigna 'frutto del prugnolo1 v. atrigna.
f. carbonchio; cfr. cal. tràcina 'antra­ frignerà (M al) f. pruno selvatico, prugno­
ce1, 'carbonchio1, salent. ntràscina id. - lo.
Da un incrocio di gr. àv'&pàxi.ov 'antrace1 trignola (P b) f. frutto del prugnolo; v.
con Spàxatva 'dragonessa1; v. LGr atrigna.
131- triminia (M al), trimminia (St. gl. 7, 405)
tràcina (Traina, Biundi, M bc, fu, stf), f. f. sorta di grano che matura in tre mesi ;
sorta di pesce con spina velenosa, dra­ cfr. salent. triminéa, cal. (CS) triminiu,
gone marino, Trachinus araneus; cfr. bov. trimini ‘grano marzuolo1, id. : gr.
cal. tràcina e dràcina, nap. tràcena, sa­ Tpl|j,7)vaL0<; (LGr 511).
lent. tràscina : gr. Spocxaiva 'drago­ tripigghiuni ‘prima muta del baco da seta1
nessa1. v. putrigghiuni.
tragunara (M ss) f. temporale; traunara tripisciani (M mo) pi. abitanti di Tripi.
(M fo, r) voragine, spaccatura di terre­ trisicu (M cu, ra, u), trisigu (M mo), tri­
no ; (M li, r) acquazzone ; travunara (M zicu (M an), triticu (M sp), ntrisicu (M
g) piena di fiume ; v. dragunara. fl, u), ntrichisi (M fr) m. giogo per tre
trallaitta (M no) f. pipistrello; v. tadda­ buoi, usato per la trebbiatura sull’aia;
rita. cfr. cal. (CZ) trizzicu, (CS) trisicu. bov.
trappu (M si, u) m. talpa; cfr. lue. trappu triéigo id. < gr. Tpfl^uyo? id. (LGr 511);
id. v. trizzimu.
traséntulu (A cf) m. lombrico ; v. caséntaru. trita (M b, fr, n, rd, sa) f. terza muta del
traunara 'acquazzone1 v. tragunara. baco da seta; cfr. cal. (RC) trita id. v.
tremacuda (C 1 M n, to), tremacura (Mal, tritu.
triti (Pitré, M a, an, fu, li, ma), tridi (M r) RC) tulupa o trupa, bov. tulupa ‘invol­
m. terza muta del baco da seta; cfr. cal. to’, ‘gruppo di cespugli intrigati’, ‘vi­
(RC) triti, gr. mod. dial. rpiTcfoa id., luppo di cose imbrogliate’ < gr. toVott]
v. tritu. (gr. mod. tooXoutox) ‘gomitolo’; v. NC
tritré (M bf, r), ratrb (M u), retré (Traina) no 61 e LGr $05); v. ntrupatu.
m. cesso, gabinetto [catal. retret\. trupigghiuni ‘prima muta del baco’; v.
tritu (M cm, g, fr, mo, si, sp) m. terza putrigghiuni.
muta del baco da seta; cfr. cal. (RC) tubbruni (Ma, f, ma), dubruni (Vinci) pi.
tritu id. < gr. TpiTO? ‘terzo’, gangheri di porta ; v. dibbruni.
trizzimu (M al) giogo per tre buoi ; v. tri­ tuchiena ‘banco di muratura’ v. ticchiena.
sicu. tufània (Traina), tufania (E c, et, s K v
trofa (Traina, Cm P g), troffa (Traina, M g, mi, sf), tifania (M ss), tufanè
Mr Tv) f. cespo, cespuglio; cfr. cal. (M n), tufanèa (E a), tuffatila (C b) f.
(CS) trofa, (CZ, RC) troffa, nap. cam- epifania (AIS, c. 772) <C lat. mediev.
pan. irp. lue. trofa ‘arbusto’, ‘cespuglio’, theophania = gr. ffsocpàveia.
ant. nap. (a. 1015) duo trofe ‘due arbusti’ tuffu (C m E et M r P b, p T v), tufu (M mi
< gr. Tpoip-y) ‘allevamento’ (LGr 515). K v) m. posatura del caffè; v. AIS,
trója (Traina, sic. com.), truoja (M mi P p), c. 1008 e v. tùfulu.
gallosic. (E s M sf) troja, (E a) truja tuffuni ‘zolla di terra’ v. tiffuni.
‘scrofa’; cfr. cal. mer. troja id. Voce tufu ‘posatura del caffè’ v. tuffu.
tipicamente siciliana in manifesto con­ tùfulu (A n, sb) m. posatura del caffè; v.
trasto con il Mezzogiorno continentale, tuffu.
dove sopravvive il lat. scrofa. - Tipico tuma (Traina, Biundi, M ma), tumma
settentrionalismo : lig. trója, piem. troja, (M n) f. cacio fresco ancora non salato;
prov. troia, fr. truie. — Illusoria la con­ cfr. cal. tuma ‘pasta fresca del cacio pri­
nessione con un lat. porcus trojanus ma di esser messa nella forma’. - E
‘porco farcito’ (DEI 3912). - Ma al pari voce d’importazione settentrionale : lig.
del frane, cochon è nato certamente da occid. e piem. tuma ‘formaggio’ (AIS,
un’onomatopea; cfr. in Francia ter-ter e c. 1217), cfr. ant. prov. toma, prov. mod.
trou-trou ‘voce di richiamo per i maiali’ ; toumo ‘specie di formaggio’, tose. (Pon-
v. RSpG 156. tremoli) tuma ‘panna del latte’. - Voce
trónira (Pinzone) pi. i tuoni, preromana; v. FEW, XIII, 2120.
trudda ‘fango’ v. tridda. tumazzu (Traina, sic. com.) m. formaggio,
trujaca (Traina, C bi, c, m, r M fv, m), cacio ; v. tuma
triaca (R r) f. in senso collettivo i fagioli ; tumminla (Traina, M fr), tuminia (Vinci),
v. suriaca, turiaca. tumunia (M sa) f. f. ‘grano marzuolo’ v.
trulla (M mo) f. nottolino di legno ; v. diminla.
turri. tùmminu (Traina, sic. com.) m. tomolo;
trumbu (M bf) m. grugno di maiale, cfr. cal. tùminu e tùmminu, camp, tùm-
trupa (M a, an, c, li, ma, rd, sa, tr) f. ces­ molo, bov. Rumeno e tùmeno <C ar.
puglio o spineto intrigato, macchia di ffumn e tumn.
rovi, fascio di spine; (M fu, si) donna tumpulata ‘schiaffo’ v. timpulata.
mal vestita; (M n) fagotto di robe mal turca II crapa - (M cg, u) f. capra sterile,
confezionate. Corrisponde al cal. (CZ, turchiena ‘banco di muratura’ v. ticchiena.
turiaca (M n, u) f. cibo scotto, cosa sfatta; turri (C 1 M tr, ttirrua (M no) f. nottolino
triaca (M al) fagioli sfatti ; v. trujaca. di legno ; v. trulla.
turmaru (M an) m. olmo : è urmaru in­ turturiciani (M n) pi. abitanti di Tortorici.
crociato con durbu 'olmo5 (v.). turturidda (M ma), tutturidda (M c, ma)
turretta (C r M rv) f. nottolino di legno; f. pipistrello; v. taddarita.
v. turri. turuni ‘ghiandaia5 v. tiruni.

ucceri ‘macellaio5 v. bucceri. arvuzzu (Traina) id. ; cfr. cal. arvuzzu id.
ucciardu ‘nericcio5 v. bucciardu. < albucium
ucrioti (M b), crioti (M fi, sp) pi. abitanti umbraru (M ma, ro) m. olmo; v. urmaru.
di Ucrfa. umbra ‘olmo5 v. urmu.
uddu (Pitré) ag. di montone o bue senza un (Traina, sic. com.) art. indet. un, uno.
corna ; crapa udda (C m, sa R g, r) capra In opposizione a tutto il Mezzogiorno
senza corna; cfr. cal. (CZ, RC) crapa continentale, dove si usa nu (nu dente,
gudda, (CS) crapa gulla, lece, crapa nu mulu, nu pane) solo in Sicilia si cono­
cudda, bov. ega guddo id. ; lece, caddu sce un (pm denti, un cavaddu, un santtì).
cuddu ‘gallo senza coda5 < gr. ant. xóXoc; - Certamente un fenomeno di neoroma­
‘senza corna5; v. LGr, 253. nità.
üddula (M r, ro) f. galla di quercia, unchiamanu (Traina), unciamanu (Traina)
üfalu (M be, 1), büfalu (M stf) m. sorta di specie di euforbia ; ui%amanu (M 1) f. ti-
conchiglia di mare. melea, Daphne Gnidium : ‘gonfia la ma­
ugghiaffilu (E et) m. rigogolo ; cfr. sic. no5; cfr. cal. unchiamanu ‘euforbia5; v.
aggruppa-filu id. (Giglioli 20) : ‘allaccia unchiari, u%%ari, usciamanu.
filo5. unchiari (Traina, sic. com.) a. gonfiare
ugghióla (M tr) f. biscia d’acqua, (AIS, c. 114); cfr. cal. unchiare id. — Da
ügghjina (M b, u) f. specie di serpentello, *umplare < *unflare; v. u%%ari.
orbettino (?) [gr. *ouXioava ‘serpe male­ -uni, suffisso corrispondente generalmente
fica5]. all’ital. -one (gattone, focone), ha anche
uggu ‘gorgo v. ùriu. in Sicilia valore accrescitivo : gattuni,
uxxari (M1), usciari (M fi, r, t) a. gonfiare; fucuni, libbruni. Non mancano però
cfr. cal. (CS, CZ) u%%are id. <C *unflare altri casi, dove la desinenza esprime un
= in fi are; v. unchiari. valore diminutivo, p. es. casciuni ‘cas­
uléu (M an, fi, ma, rd), leu (M cm, fu, ma), setta5 (cfr. ant. norm, casson), scaluni
vulè (M fr), vulèu (M sm, ss) m. specie ‘scalino5, vurpigghiuni ‘volpe giovane5
di gufo, barbagianni; cfr. cal. (CZ, RC) (Traina), faucigghiuni ‘falcetto5 (Trai­
goléu o guléu, bov. agolèo id. < gr. ant. na): fenomeno dovuto ad influssi fran­
odywXto? ‘nome di un uccello di notte5; cesi; v. GrI, § 1095 e ‘non c’è dubbio che
v. gulia, guréu. -uni diminutivo sia in Sicilia francesis­
ulipu ‘platano5 v. durbu. mo5 (Varvaro, Catal. 99).
ulivuzzu (A r Ri) m. asfodelo; altrove unni (Traina, sic. com.), undi (M rd), undo
(C b), gallosic. (E s) linda, ant. sic. undi urmu (Traina, sic. com.), ummu (C b), um-
av. dove \ cfr. cal. mer. (CZ, RC) undi id. bru (M sp), ümmiru (M ra) m. olmo,
Sconosciuto altrove nel Mezzogiorno che urmu I ristari - (Traina, M mo), ristari
conosce solo ‘dove’, ‘addove5, ‘indove5. ümmuru (M n), ristari umbru (M bf)
Certamente dovuto ad influssi setten­ restare a bocca asciutta (senza dargli da
trionali, cfr. lig. unde ti ve, piem. and bere) nel giuoco del tocco ; cfr. cal. urmu
vetü ‘dove vai?5 < lat. unde; v. Corr. id.
no 32. urna (M fo, r, t), unna (M a, i, ma, r) f.
unni (sic. com.), undi (M rd) prep. da, in pozzanghera, pozza d’acqua; cfr. sic.
casa di, p. es. unn' u sinnacu (M fl) dal gurna (Traina) id., cal. gurna, lue. grun-
sindaco, unn' u méticu (M ma), und u na ‘fossa d’acqua <C gr. YP“V7b ET- mod.
duttori (M rd), unn' u dutturi (M gm). yoüpv« ‘bacino d’acqua5 (LGr 116); v.
Corrisponde all’ avv. unni ‘dove5; cfr. orna
cal. (RC) undi mia ‘da me5, (CS) duve u urvicari (Traina), urbicari (Pitré), orvicari
miédicu, tar. addò nu ‘da noi5, nap. addò (Traina), urricari (Traina, C m M an,
mamma ‘da mia madre5; v. nni. fr, g, to R r) a. seppellire; cfr. cal. (CS)
uocchiu (M cr) m. acero campestre, loppio ; uorvicare id. ; v. cruvicare, vurvicari.
cfr. cal. ócchiu id. [1. opulus]. usa ‘bovina5 v. busa.
urdu (M r, tr) ag. poco intelligente, ritroso usata ‘bovina5 v. vusata.
a capire, misantropo <C lat. gurdus üsciala (Traina, Nicotra) f. apoplessia ful­
‘balordo5. minante, emoraggia cerebrale, accidente
urfitana (M fu), urfatana (M t) f. vento a gocciola ; cfr. in lingua gocciola ‘apo­
che viene dal mare ; cfr. cal. (RC) urfita- plessia5.
nata id., sic. cuffara (Pitré) vento di usciamanara (M ma) f. ricino; v. uscia-
mezzodì : ‘del golfo5, manu.
urgetta (M rv) f. lucertola, usciamanu (M fi) euforbia ; v. unchiamanu.
urgittuni (M rv) f. ramarro, uscìari ‘gonfiare5 v. u%%ari.
üriu (M an, t), uggu (M r) m. pozza d’ac­ uscigghiu ‘querciuola5 v. buscigghiu.
qua nel letto della fiumara, gorgo, pic­ uscina ‘biscia d’acqua5 v. óscina.
cola vasca; v. vüriu. usina ‘biscia d’acqua5 v. óscina.
urmaru (M li, si) m. olmo ; v. umbraru. uzzuni ‘gemello5 v. bizzuni.

va I ora mi va curcu (C r) ora vado a cori­ vadili (Traina, E c M lb, fl), varili (M mi
carmi ; va truvamu u dutturi (C r) an­ P b R g Tv), valiri (M to), variri
diamo a trovare il medico ; va viju (C r) (M mo) m. luogo dell’agghiaccio dove
vado a vedere. passano le pecore per la mungitura •<
vaccaredda (Pitré, C m Msa) f. specie di < 1. *vadile ‘luogo di passaggio5,
chiocciola; (M cm, li) cocinella; v. vaetra ‘puffino5 v. quaetru.
babbavedda. vaina (Traina) f. guaina; (T v) guscio di
vadaruni ‘ghiandaia5 v. vataruni. chiocciola; (T v) guscio di fagioli < 1.
vaddanca ‘burrone5 v. valanca. vagina.
vajana (Traina, A n C 1 E a M fl, li, to, u), fr. garou ‘Daphne mezereum’, d’ origine
fajana (E c M fo, ra) f. guscio dei legu­ preromana; v. Corr. no 81 e J. Hub-
mi, baccello; cfr. cal. vajana id. = ital. schmid, Vox Roman. IX, 133.
baggiana ‘fava fresca, sgranata’, lomb. varragazzu (S p) m. specie di euforbia; v.
bagìana 'fava’, cal. (CZ) ‘fava fresca in vàrracu.
baccello’ <C 1. faba bajana ‘di Bai- varvabeccu (Gioeni), varva di beccu (Pen­
ae’; v. favajana. zig 495) f- nome di pianta, sasséfrica,
vajina (M to) f. capruggine delle doghe. - barba di becco, Tragopogon pratensis;
Dovuto ad un incrocio tra vaina e jina. cfr. fr. barbe de bouc, spagn. barbaca-
vajina (E c) f. grossa trave che fa pressione bruna id. È calcato sul gr. TpayoTrcoycov
sulla vinaccia nell’ antico torchio, ‘barba di becco’, nome della stessa
valanca (Traina, C sm M n, no), vaddanca pianta (Gioeni).
(E a M tr) f. luogo scosceso, dirupo; varvajolu (PS 15), babbajolu (M fu) m.
valanca (M c, cm, f r T v) frana; v. specie di sardina.
lavanca. varvuscia (Traina, A n, sb E c K v T v),
vaiata ‘lastra’ v. balata. varbüscia (E et R g), gravasela (P b),
valora ‘ghiera’ v. varola. gallosic barboscia (E a, s), barbàscia
vanedda ‘vicolo’ v. vinedda. (Roccella 56) f. paletta attaccata all’
vantali (Traina, De Gregorio, M li), fan­ estremità del pungolo per pulire il vo-
tali (M fo, ma) m. grembiale; fantali mero dell’ aratro; ant. sic. (sec. XN) bar-
(Msa) giogaia sotto il collo dei bovini; buxi dui (Boll. Pal. XII, 163); cfr. cal.
cfr. cal. (RC) vantali id. - Da spagn. (CZ, RC) varvusca id. — Voce impor­
avantai id. tata dai gallosiciliani : piem. barbuta id.
vanterà (Pitré) f. grembiale; cfr. cal. (CS) vastasu (Traina), bastasu (Traina), bastasi
vanterà id. [fr. devautière id.], (M r) m. facchino; vastasu (Traina),
vàpulu (Traina) ag. non compito; vàparu bastasu (Traina, M bf, to), vastasu (E c
(A n C r) col guscio molle, di uovo; v. K v), bastasu (M mo, no), bastasi (M b,
àpulu. r) m. architrave, trave maestra del tetto ;
varàtulu (PS 88, M bc, fu, gm) m. pesce, cfr. bov. ztastasi, cal. vastasu e bastasu,
sarago comune; cfr. cal. varàtulu id. bastasi ‘facchino’ e ‘trave principale’,
vardalomu ‘ramarro’ v. guardalomu. ant. it. bastagio, ven. bastalo, ant. fr. e
vardaru (M sm) m. chiocciola, prov. bastais ‘facchino’ <C gr. *ßa<TT<xcrio<;
vàrdia ‘mandra’ v. guàrdia. ‘portatore’ (LGr, 82).
varola (Traina, Gioeni), valora (Traina, vastunaca (Traina, A n R g), vastunaca
Gioeni, M bc, r) f. cerchietto di ferro, (E c, et K v T v), bastunaca (C b, sm M
ghiera di bastone o falce; cfr. cal. m), bastunaca (A sb E a~), frastunaca (M
varola e valora •< lat. viriola ‘braccia­ fl, ra, to) f. carota, pastinaca; cfr. lig.
letto’ (Gioeni 291). bastonagia, piem. bastanaia id. (AIS, c.
varrachedda (Pitré) f. sorta di pianta 1363); v. Corr. no 18.
velenosa; v. vàrracu. vastuni (sic. com.) m. bastone; bastuni
vàrracu (Traina, S c), in zona di Modica (Pitré, M rd, tr) m. bastone di Giacobbo;
vàrricu (Penzig 161) m. timelea, Daphne costellazione di Orione; bastuni 7 San
gnidium. Voce importata dalla Galloro- Giuseppe (M mo, n, tr) asfodelo; v.
mania : lig. vàragu id., forse identico al tribbastuni.
vataruni ‘ghiandaia5 v. quadaruni. ventra, sard, sa entre, piem. sett, la
vattali (Traina, Pinzone) m. rigagnolo, ventra (AIS, c. 128), lat. tard. adplenam
ruscello; (Traina, C m) porca tra due ventrem. Con cambio di genere dovuto
solchi; battali (M bf, r) fosso lungo per ad influsso di gr. yacnrrip f., v. GrI, § 392.
piantagioni; v. Pellegrini 279. verna (M bf, c, no, tr) f. ontano; cfr. cal.
vàusu (Biundi, Traina, M mi), bàusu (CS) verna id. - Voce importata dalla
(Traina), vàvusu (M er T v), vävuzu (E Galloromania : piem. lig. verna, ant.
c), vazu (A sb), vanzu (K v) m. rupe, prov. verna (dal sostrato gallico). - La
balzo, sasso scosceso; cfr. cal. (CS) presenza di verna nel gruppo gallo­
vdvuzu ‘macigno5 ; v. sbàuzu. italico della Lucania (d’ origine piemon­
vava (M fi, li, mi) f. pupilla; cfr. sic. cal. tese) fa pensare piuttosto ad un’ origine
(CZ, RC) vava ‘bambino5; (RC) vava’i dall’ Italia padana; v. StR, p. 217 e v.
V occhi ‘pupilla dell’ occhio5; cfr. spagn. sberna, sbernara.
niha del ojo (Gioeni 292). vertula (Traina, De Gregorio), bértula (M
vavalucia (M cr) f. chiocciola ; v. babbaluci. bc), béttula (M r) f. bisaccia; cfr. cal.
vavaredda (Traina, A sb E a, et C 1, sm vèrtula e viértula, nap. vèntola, sardo
M cm T v) f. pupilla dell’ occhio ; v. vava. bértula [dimin. di 1. averta id.]; v.
vavusa (M cr, stf, u) f. acanto (pianta), strazzabértula.
vazanu (M sm) ag. ozioso, poltrone; (M veru in funzione di avverbio : ini veru ma-
u) sterile; cfr. cal. (RC) vazanu ‘pigro5, latu (M fr) è veramente malato,
valica (E c), vàsica (M mi) f. altalena. - viatu (Traina, M ma, r, tr), vijadu (M no),
Da un incrocio di vózzica con naca ; v. viati (Traina) av. presto, subito, faciti
vózzica e naca. viatu (M ma) fate presto \,fa bbiatu (M
vazzu (Traina) ag. si dice delle carte in­ ro) fa presto ! ; di mattina viatu (M tr) di
utili nel giuoco, non formando punti; mattina presto; cfr. cal. (C Z, R C) viatu
pumu vazu (M n) mela acerba; cfr. cal. id., ant. ital. diviato ‘pronto5, catal.
(RC) vazu ‘mezzo maturo5, ‘non cotto avìat ‘presto5, ant. fr. viaz, ant. prov.
bene’ Da qui il cal. vaziari ‘comin­ viatz. - In ant. sic. (raramente) viazzu =
ciar amaturare5, sic. ammazzavi (Traina) lat. cito, ciò che fa pensare piuttosto ad
rfl. prendere il colore della maturità da origine normanna (Varvaro, Catal. 104).
*invazzare. — Di origine oscura, vidigghia ‘scopa5 v. divigghia.
vecchiazzu (Giglioli 333), vicchiazzu (M er) videmma ‘anche5 v. midemma.
m. barbagianni. videnna (E c), gallosic. (E s) badéna av.
véngia (Traina, M mo), vénda (Traina, anche; v. midemma.
Gioeni, Vinci), fenda (Traina, M fo, vilarbu (M tr) m. vitalba,
ma),féngia (M tr),fincia (M u), guencia vinedda (Traina), vinella (M mo), vanedda
(Traina) f. astio, broncio, vendetta, da (Traina, C m, sm E a, s M fo, ma, mi, u)
catal. venja ‘vendetta5. - Non da ant. f. vicolo, viuzza tra due case; cfr. cal.
fr. haenge ‘ordio5 (DEI, 1616 e Jost (CS, CZ, RC) vinella e vinedda, (CS)
57); v- Varvaro, Norm. 9 e v. anche vanedda, nap. vinella (AIS, c. 843) id. —
fèngia Da ant. norm, venelle, ant. prov. vanela
véntira (Pinzone) pi. venti, id., cioè ‘piccola vena5; v. Varvaro,
ventri (Traina, C m E et, M ma, mi, no Norm. 12 e Boll. XII, 100.
R g) f. ventre; cfr. cal. a ventri, pugl. la viniticoti (Mr) pi. abitanti di Venetico.
vintina : cito qui 1’ osservazione di Gioeni visitu (Traina, E e M bc) m. lutto; (A n)
‘sovente il nostro popolo minuto conta lutto dei primi tre giorni quando si
per ventine, p. es. tri vintini = 60, tri fanno le visite di condoglianze,
vintini e deci — 70, forse è modo las­ vispisa (M a), vispicia (M an, fo) f. balle­
ciatoci dai Normanni5 (p. 295). Dall’ rina, cutrettola; v.pispisa.
AIS cito ancora du vintini = 40 (C m, vlsula (Traina, C m E et), bisula (Traina,
s m), quattru vintini = 80 (A sb C m M r, t) f. quadrello, mattone di forma
M mi), cincu vintini = 100 (M mi). Tale quadrata per pavimento; cfr. cal. visula
modo di contare (oggi quasi in disuso) si e bisalu ‘specie di mattone5 <C gr.
applicava specialmente agli anni della ß'/jcaXov ‘mattone5,
vita e alla quantità delle uova. È o fu di vitara (M cr) f. vitalba,
uso comune anche in Calabria (quattru viveri (Traina), biveri (Traina) m. vivaio
vintini), nell’ Abruzzo (quattra vandana) per uso di conservar pesci ; cfr. cal. (CS)
e nel Salento, dove arriva persino (come zavieri, (CZ, RC) biveri ‘vasca d’acqua5,
in ant. fr.) a quindice intine = 300 (AIS, ‘trogolo della fontana5 < fr. v ivi er ; v.
c. 3°5)- _ Per l’origine francese v. GrI, Varvaro 91.
§ 975 e RSprG, § 96. viziola (M a, ma), vizziola (M li, fr) f.
vlntunura (Traina, M fo, n) vintinura (M zigolo.
g, ss, to, u) f. pomeriggio intorno alle vócula (Stgl. Vili, 297 : a Caltanisetta),
ore tre o quattro; v. vinturi. vóccula (Traina) f. altalena; cfr. cal.
vinturi I a bbinturi (P b) a quattro ore (CS) zmàcula e vuóccula id.
prima del tramonto: ‘venti ore5, vorna (M n), vonna (M cg), uorna (M sm)
virnara (M tr) f. ontano; v. verna. f. pozzanghera; v. urna.
virmeddu (M c, rd) m. ugola, vósina (M fo) f. biscia d’ acqua; v. óscina e
virrina (Senisio, Traina, M lb, mo, ra, sp, visina.
t) f. succhio, verrina; cfr. cal. verrina e voteri (M fr) m. ghiandaia,
virrina id. Ha preso nome da cal. (R C) vózzica (Traina, Pitré Giochi 244, A sb),
verrina ‘membro del porco5, pugl. verrà vózzica (P b), bàzzica (Pitré Giochi 244,
‘grande succhio5 da ‘verro5; cfr. ital. C b), vósica (M al), bósica (M to),
succhio <C suculus ‘porcellino5 e fr. mósica (M u), mmócica (Tropea 151),
verrou ‘chiavistello5 <C *verruculus vócica (M sm), bócica (Pitré), ant. sic.
‘piccolo verro5 ; v. firrina, virrüggiu. voczica (Scobar) f. altalena; cfr. cal.
virrüggiu (Traina) m. spillo col quale si (CZ) vózzica id. ; v. vàzica.
forano le botti per assaggiare il vino; (C b vranca (M ma), branca (E s M u) f. grosso
E et M u T v) succhiello, trivello. Voce ramo; cfr. catal. branca, fr. branche id.
importata dall’ Italia padana : lig. vrancu || brancu (M an, fo) m. grosso
verugiu, piem. varubi, lomb. (Sondrio) ramo.
verubbo ‘succhiello5 (AIS, c. 227) < vrisca ‘favo5 v. brisca.
*verrubulus ‘piccolo verro5 (Corr. no vruca (Traina, A aCn Mu) f. tamerice-, v.
73); v. virrina. brica.
virungu (M stf) m. capitone, sorta di vrujili ‘sacchetto di pelle5 v. brujili.
anguilla. vucceri ‘macellaio5 v. bucceri.
vlsina ( Traina, M mi, stf R i, r S s T v) f. vucciria ‘macelleria5 v. bucceria.
biscia d’acqua; v. guisina. vüccula (Traina), bùccula (M bf, r) f. anello
di ferro che riceve la stanghetta del vulpigghiuni (Traina) m. volpacchiotto;
chiavistello. cfr. cal. (CS) gurpigghiu id., da fr.
vuddaci ‘pesce5 v. buddaci. goupìl (vulpiculus).
vüddiri (Traina, A n), üddiri (R g) n. vurdunaru (Traina), burdunaru (Traina),
bollire || vügghiri (Traina), vugghjìri urdunaru (M mi) m. mulattiere che
(E et P b, p), bügghjiri (C sm M ma), conduce una fila di muli; cfr. cal. burdu­
ügghjiri (C m M mi T v) n. bollire. naru e vurdunaru id. - Da sic. burduni
Mentre il primo tipo (con accento ‘mulo5.
ritirato) è un diretto continuatore del vuridduni ‘midollo5 v. midudduni.
lat. bullire, il secondo tipo, d’accordo vüriu (M cr) m. pozzanghera; v. üriu.
con cal. mer. vugghjiri o bügghjiri, per vurnia ‘vaso di creta5 v. burnia.
la palatalizzazione di II (generalizzato vurricari (Traina, E et C m M lb, n), vuri-
sul presente bullio), corrisponde al fr. cari (M mi), vruricari (P p) a. seppellire ;
bouillir, lig. buji, piem. büji(AlS, c.953). cfr. cal. (CS) vorvicare id., da *volvi-
Dunque importato dalla Galloromania. care? (Corr. no 28); v. cruvicare, urri-
vulcanari (M 1) pi. abitanti dell’ isola di cari.
Vulcano. vurvicari (Traina, T v) a. seppellire; v.
vuléu ‘barbagianni5 v. uléu. vurricari.
vuliri (sic. com.) a. volere; (Traina) desi­ vurvu (T v) m. piccola pozzanghera,
derare per isposo ; a voli (M to) lui vusa ‘bovina5 v. busa.
1’ ama ; jo vógghiu dda carusa (M fo) io vusata (Traina, K v), usata (P b T v) f.
amo quella ragazza ; iddu a voli beni (C bovina; v. busa.
m E et), a voli bèniri (P b), a vuoli vusca (Traina), busca (Traina, M g, u) f.
biéniri (P p), la voli béniri (K v) lui fuscello, bruscolo,
1’ ama (AIS, c. 65); v. béniri. vüsciula ‘bronzina5 v. busciula.

zabbacuni (T v) m. fico immaturo, parte dell’ ovile dove generalmente si


zabbara (Biundi, Traina), éabbara (A sb rinchiudono gli agnelli e capretti; zàc-
P b T c), éarbara (A n), samara (E a) f. cunu (M b) parte dell’ ovile dove si
agave; cfr. cal. (CZ, RC) zambara id. munge; cfr. cal. zàccunu id. (nel primo
< ar. s ab bara ‘aloe5 Pellegrini 195; significato) < ar. sakan ‘abitazione5
v. zammara. (Pellegrini 280).
zabbina (Traina) f. schiuma che si forma zàcchia (Traina, Biundi) f. fossa per far
quando bolle la ricotta ; zabbina (K v M scorrere l’acqua; (Nicotra) zanella delle
to, ss) poltiglia fatta di ricotta, siero, vie di campagne; zachia (T v) condotto
latte e pane < ar. sarb (Pellegrini 208), d’ acqua per il molino < ar. sàqiya
v. zarbinata. ‘canaletto5 ; v. saja.
£abbu v. éarbu. zaccurafa ‘ago per sacchi5 v. saccurafa.
zacatiari (Traina), zahat'iari (M u) a. zacori (M 1) f. zia : ‘zia di cuore5; v.
agitare, dimenare. zucori.
zàccanu (Traina, A n E c M ra T v) m. zaddacca ‘rinzaffo5 v. suddacca.
zäfanu ‘cancello rustico5 v. sàganu. zalübbisu (M cg, n), zalubisu (Pitré),
zafatuni (M fl) m. ramarro ; v. zafrata. zalópiddu (M g), zalüfunu (M ss), ziddü-
zaffatella (M sd) f. lucertola; v. zafrata. furu (M cu), zirüpiddu (M fr, sm),
zafrata (M u), zafata (M fl) f. lucertola. zirübbitu (M sm) m. lucertolone, ra­
Corrisponde al cal. (RC) zafrata, marro. - Forse voce dell’ antico so­
scefrata, sciofrata, bov. zofrata o spro- strato; v. zalacrina.
fata id. = gr. aaupàSa, neogr. dial. zamarru (M c) m. uomo rozzo, villano;
craupdcToc id. ; v. NC, no 62 e LGr 449. cfr. cal. (CZ) zamarru id. ; v. tamarru,
zafrocu (M u) m. ramarro; cfr. cal. (RC) zamparru.
zafrotu, cefrófiu, zefroti, bov. zofrofi id. àambarruni (M rd), zammaruni (M si)
< gr. *aavpcÓT7](;; v. NC, no 63 e LGr m. specie di serpe, rettile dalla testa
4SI- grossa.
zàgara (Traina), zagara (A n C m, sm E zambü e zammü (Traina), zambü (M n, r),
et K v M mi T v), zàara (P b), sagra (A zammü (M a, ma, sp) m. specie di anice,
sb), sacra (R g), édehira (M ma), zdhara spirito di vino con essenza di cimino;
(M b) f. fiore d’ arancio; zagara (E c) cfr. cal. (RC) zambü id., roman, sam­
fiore d’ olivo; zdhara (M u) fiore d’ buca ‘sp. di grappa5.
arancio, olivo o castagno; cfr. cal. (CZ zammara (Traina, Pitré, C m), zammara
RC) édRara e zàgara 'fiore d’ arancio5 •< (M cm, n, to) f. agave; v. zabbara.
ar. zahrid. (Pellegrini 196). zammarunaru (M r) m. agave,
zagataru (Biundi, Traina) m. pizzicagnolo; zammaruni (M i) m. agave; v. zammara.
cfr. cal. (RC) zagarotu id. v. zagatu. zammataria (Traina, Biundi, A n M mi),
zagatu (Traina) m. bottega del pizzica­ zamataria (M sf) m luogo dell’ ovile
gnolo •< ar. s a q a t‘quisquilia5, ‘cosa vile5, dove si fabbrica il formaggio,
‘merce di genere basso; v. Gioeni 300 e zammataru (Traina, Biundi), zammataru
Pellegrini 132. (C sm E c, et K v R g), sammataru (M
zagurdu (Traina, M mo, u), zaürdu (M b, mi) m. pastore della mandra addetto a
r, si), zzaürdu (M fr, n), zaguddu (C b), fare il formaggio, cascinaio; cfr. cal.
zaürru (Traina) m. cafone, villano (RC) sambataru, bov. sambatari ‘capo
rozzo, uomo rustico; cfr. cal. (CS) dei pastori di una mandra5, da ar.
zaguordu, (RC) zaürdu ‘bestione5, za ‘äma(t) ‘vacca5, così già Gioeni 301,
‘zotico5. e v. Pellegrini 138.
ààinu ‘cancello rustico5 v. sdgaru. zammató (Traina), zambató (Vinci) m. pane
zaläbriu (M r) m. uomo scemo, cotto in acqua; cfr. cal. (RC) zimató e
zalacrina (M fr. g, n, sm, ss), zalamina zimbatò ‘minestra fatta di un mis­
(Traina), ant. sic. (Scobar) czalacrina f. cuglio di legumi e verdure [gr. ^epiaTÓv
lucertola. - Voce di oscura origine, forse ‘scottato5].
del sostrato preellenico; v. NC no 63 e zampagghiuni (Traina), zappagghiuni
LGr 165. (Traina) f. zanzara; cfr. cal. (CZ, RC)
zalacrinuni (M n) m. ramarro; v. zalacrina. zampagghiuni ‘moscerino5, ‘zanzara5,
zzalafurnu (M fr), zinnófuru (M g), zampaléu (Traina) m. zanzara; (C m, n)
zumàferu (M sf) m. fruciandolo del m. libellula; zamparéu (M tr) zanzara,
forno; zzalafrunna (M cg) erba usata zamparru (M r) m. villano, uomo rozzo;
per scopa. v. zamarru.
zampirru, (Traina) m. asinelio; (M f, g, u) zàrrigu (M rv), zarragù (M tr), éarricu
uomo zotico. (M g) m. neonato di ghiro, topo o
zampitti (Pitré, M ma, u) pi. sandali di coniglio ; cfr. cal. zàrracu e zdrdacu, bov.
pelle portati dai contadini, specie di zdrdaco ‘ghiro neonato’. Forse voce
ciocie; cfr. cal. (CS) zampitti, lue. e dell’ antico sostrato siculo; v. NC no
pugl. zambitta id. 64 e LGr 520.
zanni (Traina), zannu (Biundi, Traina) m. zarracuni (M b, mo, r) m. ghiro giovane,
ciarlatano, saltimbanco; zannu (E c neonato di ghiro; v. zdrracu.
K v) merciaiuolo ambulante, cavadenti ; zarraùtu (Traina, Nicotra) m. pruno selva­
gallos. zann ‘ciarlatano’ (Roccella 289) ; tico ; zarragutu (C b) rosa di macchia,
cfr. cal. zannu ‘buffone’. Corrisponde a zarrittu (M u) m. ghiro neonato,
it. zanni ‘buffone’ (= Giovanni), zarru (M ss, to) m. ghiro giovane,
zarabuinu (M g), zarabuinu (M n, to) m. zarruni (M ss, to) m. ghiro giovane,
villano, uomo rozzo; cfr. sarrabuitu iaru (M bf) m. gigaro; v. anzaru.
(Traina) ruvido, rustico, zaürdu ('zzaürdu) ‘rozzo’ v. zagurdu.
zarba (Biundi, Traina) f. siepe, recinto; zazzamita (Traina, E et M a, c, ma, mo ro
zarba (R i, r) specie di ginestra spinosa, P r R g Ss), zazzamida (M tr), zazza-
Calycotome spinosa < ar. zarba ‘siepe mira (M an, b, mo, to), zazzamirra
viva’ (Pellegrini 281). (M p), zazzamira (C r), zazzamilla (M
zarbara ‘agave’ v. zabbara. u), sazzamida (M to), zazzamitula (E c)
zarbata (Biundi, Traina) f. recinto, siepe; f. geco ; cfr. cal. (CZ, RC) samumida id.
(Traina) solano per mettervi il fieno; = gr. crap.afxf9-i.ov ; v. ciaciamita, salamida,
zarbata (A sb) luogo con recinto dove si sassamita.
seccano i fichi; zarbata (M an, cm) ziari (Mma, r, si) a. aizzare; v. sc'iari.
riparo fatto di terra e frasche; gallosic. zidara (Pitré, M n, si, u), zitara (Pitré) f.
zarbada ‘tramezzo fatto di canne’ (Roc­ ramoscello secco; cfr. cal. (RC) zirada,
cella 289); v. zarba. scidara, zarada id., neogr. 2,spàSa ‘sec­
zarbu (E et M ma) m. solaio o palco di chezza’, %spàSt, ‘ramoscello secco’; v.
canne per stipare paglia o fieno; zarbu NC no 65 e LGr 354.
(M al, n, u), zabbu (C b M a) posto nel zidda (M al) f. diarrea degli animali; v.
frantoio dove si depositano le ulive. - ziddata.
Da ar. zarb ‘luogo recinto’, ziddaru (Traina, Biundi), zidduli (T v)
zarbu ‘misura’ v. darbu. pi. cacherelli, sterco di topi, capre e
zarca ‘bietola’ v. sarca. conigli; v. zóddari.
Gargara (M n) f. sostanza amara della ziddata (M al, u) f. diarrea degli animali ; cfr.
bile; cfr. cal. (RC) zargara ‘sostanza cal. (CZ) zilla, (CS) zilu id. = gr. mod.
molto amara’, ‘veleno’, anche nome del TcriXa e TCTiXXa ‘sterco liquido’ (LGr 521).
giusquiamo. Va con sic. ant. (Scobar) ziddi'ari (M to) n. aver la diarrea (di ani­
riczargaru ‘veleno’, ‘tossico’, di origine mali); v. ziddata.
araba; v. Pellegrini 213. ziddica ‘millefoglio’ v. azziddica, scèddica.
zargaru (Traina), zargaru (M a, c, mo, v) ziddicari (Traina, E c), nziddicari (K v),
m. veleno, veleno della bile; v. zargara. tiddicari (A n) a. solleticare ; cfr. cal.
zärracu (M an, fi, fu, no, rd C ra), zàrrucu (CS, RC) zillicare, salent, titiddicare,
(M c, si), zärricu (M b, c, li, ma, tr, u), nap. tellecare id., lat. titillare.
15 München Ak.-Abh. 1975 [Rohlfs]
ziddilupu e ziddirupu (M to), m. ramarro. zinenu (Traina, Biundi, Gioeni), zinenu
Sarà corruz. di zirüpiddu id. ; v. zalüb- (E cn, r), zinienu (R r), zirenu (M si) m.
bisu. duodeno, primo tratto dell’intestino
ziddirica (M 1) f. pipistrello, probabilmente tenue degli animali bovini; cfr. cal.
corruz. di gr. vuxTspiSa, gr. mod. dial. zanenu id.
(Scarpanto) Au^repiSa; cfr. cal. (CS) zinircu (Traina), zinircu (M u) ag spi­
littirina o litterija id.; v. NC no 66 e lorcio, avaro; cfr. cal. zinercu id.
LGr 352. iiniuli (Mr) pi. ciccioli; cfr. cal. (CZ)
zifidda (M si) f. uccelletto dei tordi, ztinzuli id.
zimma ‘ateroma3 v. zirma. ziotta (M fr) f. zigolo.
zimma (Traina, A sb E c, et M a, mi), zipareddu (M r) m. specie di giunco; cfr.
zimba (C b) M mo), zirma (K v), zerma cal. (CS) zipariellu id. ; v. ziparu.
(E a), ant. sic. cimba — zimba (Senisio) zfparu (Traina, M n, r, u), zipuru (M c)
gallosic. zzima (Roccella 291) f. porcile, m. specie di giunco; cfr. cal. ziparu e zi­
recinto dove si tengono i maiali; zimma puru id. < gr. xÓTOipoi;; v. NC no 68 e
(M r, v) capanna dei carbonai; cfr. cal. LGr 284.
(CZ, RC) zimba, (CS) zimma, cil. zim­ zirbi ‘dirupi3 v. scirba.
ma, zirma ‘porcile rustico3. D’origine zirguni (Traina, Gioveni), zurruni (M n),
oscura; v. LGr 168 e v. zimmu. zirruni (M to), ziruni (M fr, g, n, si,
zimmili (Traina, M f), éimmili (M fo, g, u), sm, sp, u) m. alto cesto della forma di
zimbili (M an, b), zimbiri (M mo), zum­ grossa giarra, usato per conservare il
mini (M to) m. sistema di due grandi bi­ pane; cfr. cal. (RC) zurguni id. - È ac-
sacce accoppiate per il trasporto del le­ cresc. di zurgu (v.).
tame a basto; cfr. cal. (RC) zimbili, bov. ziriddu (P b) m. piccola brocca per acqua;
zimbili, lue. zummila id., daar. zinbil; v. ziru.
v. Peli. 171 e LGr 167. zirifizzu (M u) m. scorpione; v. schiri-
zimmiru (Traina, C ad E et M cm, r), fizziu.
zimmaru (C 1, sm M fu, 1, u), zimmuru ziringuli (Traina, C 1, ra M a, b, cm, fu, li,
(Cm Mb, li, ma, t), zimbaru (C b M mi, r, tr), ziringuri (M mo), zirimmuli
mo), zimburu (M c) m. becco, caprone; (M fr) pi. ciccioli; cal. (CZ, RC) zirin­
cfr. cal. zimmaru e zimbaru, lece, zim­ guli id.
muru, lue. zimmara, nap. e tar. zimbra zirma (Traina), zimma (Traina, M fo, fr, g)
id. = bov. %1'mero ‘becco giovane3, neo- f. ateroma, tumoretto che si sviluppa sul.
gr. dial. (Creta) tsimaros ‘becco gio­ cuoio capelluto; cfr. cal. zirma id. <
vane3 (xipoepoe;) ; v. NC no 67 e LGr 568. gr. <&H)p copia.
zimmu (C m M t) m. porcile rustico, rico­ zirra (M to) f. uccello, sorta di passeraceo.
vero per maiali; v. zimma. zirru (M n, u) m. sorta di uccello.
zimmuni (E c) m. porcile rustico ; (Pin­ ziru ‘vaso di creta3 v. nziru.
zone) giaciglio per maiale; v. zimma. zirüpiddu ‘ramarro3 v. zalübbisu.
zinanca ‘bulimia3 v. cinanca. zisa (M bf, c) f. ampelodesmo; v. ddisa.
zinefa (Biundi, Traina) f. ornamento che iivedda (M f) f. pispola.
si applica all’alto dei cortinaggi e delle zividdu (M si) m. sorta di uccello; cfr.
tende; cfr. cal. (RC) zinefra id., da ziveddu (Giglioli 97) pispola,
spagn. cenefa <C ar. sanifa. zizeri ‘ventriglio3 v. giseri.
zizz-zizz (Cb M u) voce per chiamare le zubbu (Traina, Gioeni) m. membro virile.
capre; v. zuzzitta. Ha dato nome (in zona dell’Etna) a zubbi
zoccu (Biundi, Traina), soccu (De Gregorio) ‘asfodelo’ (Penzig 57) per i bulbi della
pron. ciò che; cfr. cal. zó 'ciò5, zzo ecu pianta che rassomigliano ai coglioni •<
‘chiunque’, zocchè ‘qualunque cosa sia’, ar. zubb ‘membro virile’; v. Wagner in
nap. zo ‘ciò’. Dal fr. ant. fo = zò (GrI, ZRPh, 52, p. 666 e Pellegrini 214.
§ 494)- zubbu (A sb C sm P b T v), zubbiu (K v),
zóddari (Traina M an, mi, n), zóddira bózéu (E c) m. bastone o scopa rustica
(M li, rd), zóddiri (C sa M fr R r), éód- usata dai pastori per rimestare la ricotta ;
dari (C c M si), éódduvi (M tr), zùad- v. zubbu.
duli (K v), zartiddduli (E c), zollavi (M zuccu (Traina, AnCsmEctKvM mi),
rv, sp) pi. zacchere, sterco, escrementi at­ gallosic. zzucch (Roccella 294) m. ceppo
taccati alla lana di capre o pecore; cfr. di albero; cfr. cal. zuccu ‘ceppo’, ‘ciocca’.
cal. zollavi, zóddavi e zdllavi id., cal. È voce importata : lig. zücu, piem. siic,
zóllaru, zóngaju ‘cencio sporco’. - D’ori­ lomb. soc, ital. ciocco; cfr. anche ant. fr.
gine oscura (LGr 523); v. ziddaru, $oche, v. Corr. no 23.
nzóddiri, éulli. zucori (M 1) m. zio : ‘zio di cuore’ ; v. za-
zódduru (M fo) m. strofinaccio, cencio da covi.
cucina; v. zóddavi. zuggu v. éuvgu.
zóira (Traina, Penzig), éóina (M rv), éó- zuliria (M gm) f. fosforescenza del mare,
dira o éótira (M t) f. laburno fetido, zuinu (Traina, Gioeni, Biundi) m. specie di
Anagyris foetida; cfr. cal. (CZ, RC) piccolo uccello, fanello; cfr. cal. zuinu id.
zójavu id. < gr. à^cóyup0?; v. LGr 15. zulli (M mo, sp) pi. cacherelli, sterco di
zóiru (Traina), éóviu (M fi, fo) m. laburno topi, conigli e capre ; v. zóddavi.
fetido; v. zóiva. zumàferu v. zalafuvnu.
zómmaru (Traina), zómmuvu (M fr, u) m. zumbina (M g) f. ‘poltiglia’ v. zabbina.
villano, rozzo, uomo plebeo; cfr. cal. zumbu ‘fiore dell’ampelodesmo’ ; v. gium-
(CS) zàmbavu id. mu.
zotta (Traina, Giuffrida, A n, sb E c K v zummini ‘bisaccia’ v. zimmili.
R g T v) f. pozza d’acqua, luogo avval­ zummuni (M fo, si) m. bofonchio; cfr. cal.
lato; vfr. cal. (RC) zotta ‘buco da pian­ zümbicu, bov. zümbaco id., gr. ßop.ßv^
tarvi patate’ <C ar. sawt ‘fossa d’acqua’ ‘insetto che fa ronzio’, incrociato con
(Pellegrini 365); v. zuottu. onm. zum (LGr 90)./
zotta (Traina, A a, sb C b, m E et M ma, zuottu (M mi) m. avvallamento; zuottu
mi P b R g), ciotta (C sm K v) f. sferza, (E c) buco per piantavi patate o legumi;
frusta; cfr. cal. zotta ‘percossa’, ‘botta’, v. zotta.
spagn. azote ‘frusta’ < ar. sawt id. (Pel­ zzuraru (M to) m. ramoscello secco ; v. sfi­
legrini 369). darci.
zubbiu (Traina, Mortillaro, A n, sb) m. zurgu (M b, mo, ro, si), zuggu (M a, c, m,
voragine, baratro, luogo di grande pro­ r, v) zügguvu (M rd), éùvigu (M f, ma),
fondità continente acqua al suo fondo, éùvicu (M an, fu), züviu (M cm, fo, li,
dolina. Corrisponde allo spagn. zubia me) m. alto cesto della forma d’una
‘cavità con acqua’ <C ar. zu by a ‘fossa’. grossa giarra, usato per conservare pane
(Pellegrini 282). e formaggio; cfr. cal. (RC) éuvgu, bov.
zurgo id., da gr. £wypo<; 'recipiente per cal. (CS, CZ) suzu e suzu 'gelatina di
tenervi pesci’ (v. LGr 173) ; v. zirguni. carne di maiale5, ant. it. soldo id. <C
zurru (Traina, M u), zurru (R mo, n, r) germ, sultja.
ag. rozzo, ruvido; cfr. cal. zurru ezurru id. zuzzitta (M fo), zzu-zzitta (M an, ma)
zuzza (M t) voce per chiamare le capre, voce per chiamare le capre; v. zizz-
zuzzu (Traina, Gioeni) m. gelatina; cfr. zizz.

Ultime Aggiunte

cànchiri 'cardini di porte5 : cfr. ital. gàng­ maurumittu ‘specie di veccia5: ‘mal ro-
heri. mitto5, cfr. bov. ruvitti ‘cece5 [gr.
drudo ‘limpido5: cfr. piem. drü 'grasso5, spsßivlHov ‘cece5].
gen. driio ‘grosso5. tiettu (An Ect Pp) m. tetto; cfr. gallosic.
inca ‘inchiostro5, cfr. cal. (RC) inga (M sf) tiet, in Toscana (lucch. vers)
‘macchia nera5. tietto id.
Repertorio italiano - siciliano

Per questo repertorio che non vuol essere altro che un prontuario di agevole e rapida
consultazione, avendo praticamente la funzione di un indice analitico e sinottico, è utile
tener presenti le seguenti avvertenze e osservazioni.
1. Per evitare ripetizioni e per risparmiare spazio, abbiamo riunito spesso in un unico
capoverso certi vocaboli che fanno parte di un concetto principale e maggiore. Sotto il
lemma ‘aratro5, ‘giogo5, ‘mulino5, ‘telaio5 e ‘barca5 furono raccolti i singoli termini di
parti attinenti che si riferiscono a tale nomenclatura.
2. Similmente abbiamo pensato di riunire sotto un unico capoverso certi vocaboli sinonimi
o di significato affine, benché tra essi esistono spesso delle differenze non irrelevanti.
Così abbiamo riunito con ‘fango5 anche le voci che più specificamente si riferiscono a
‘limo5, ‘loto5 e ‘melma5. Con ‘burrone5 vanno ‘dirupo5 e ‘precipizio5. Con ‘roccia5 abbiamo
aggruppato ‘sasso5, ‘rupe5 e ‘macigno5.
3. Per la stessa ragione abbiamo messo insieme sotto un capoverso generale (serpenti,
graminacee, terreni, giochi, venti, costellazioni) i vari vocaboli che vi appartengono.
Anche per i nomi dei pesci, spesso difficilmente identificabili con sicurezza, data la
grande confusione e l’abuso di sinonimi per indicare pesci diversi, abbiamo preferito
in questo repertorio elencarli complessivamente sotto il titolo sommario ‘pesci5, mentre
nella parte principale del vocabolario abbiamo fatto il nostro possibile per una più
minuta descrizione.
4. Le voci dialettali riportate in questo ‘Repertorio5 sono sempre quelle che figurano come
capoverso nella parte principale del vocabolario, dove spesso vengono apportate altre
interessanti varianti.
5. Una importante funzione di questo ‘Repertorio5 risulta dalla possibilità di ritrovare
facilmente le diverse varianti con cui una detta voce si può presentare nei singoli dialetti
locali. Citiamo qui l’incredibile variazone fonetica e lessicale che notiamo nei verbi che
si riferiscono al concetto ‘seppellire5 : burricari, cruvicari, druvicari, furricari, giuvicari,
rivucari, sdruvicari, urvicari, vurricari, vurvicare, di cui è difficile ritrovare l’antica
e lontana base comune. Un poco diverso è il caso dei nomi che esprimono il concetto
‘zolla di terra5: timpa, tipp a, toppa, toffu, taffuni, tappuni, tiffuni, tipi lessicali assai
particolari, i quali però lasciano pensare ugualmente ad una remota coerenza.

abbrustolire : cal'ìari. acerbo: jdjiru, vazu.


abete: crópanu. acero: acinaru, aggiararu, dggiru, sfdn-
aborrire: lèdiri, scèdiri, ascédiri. namu, spànnamu, uocchiu.
acanto : alacca, arcanna, arcònici, branor­ acetosella: aira, aria, mèdica.
sina, canna, fonaci, scanna, vavusa. acqua: ocqua.
accendere: addumari. acquaiolo: saccaru.
accetta (scure): cugnata. aquazzone: dragunara.
adombrare: appagnari. anno venturo : addesa.
afa: Rarara, nnerca. ape: v. fuco, ciróbbisu.
affanno: cardacia-, v. pantac'ìari, pantà- apoplessia: usciala.
cimu. appollaiare : aggiuccari.
affascinare : ciarmari. approdo: scüriu.
affitto: luéri. arancio: v. zagara.
agave: éabbara, zammara, zammaruni, arare: dubbrari.
zammarunaru. aratro (singoli pezzi): marnili, massa,
agnocasto: làganu. pèrda, spata, tinnigghia.
ago: agügghia, aügghia, saccurafa. arcobaleno: pani-vinu-e l'ogghiu, triccu-
agrifoglio: addaurufógghiu, airufógghiu, luri.
arivulu, darifógghiu, dìripógghìu. arcolaio: animulu, guindanu, indalu,
airone: aretta. jindaru, nimula, raddena.
aizzare: addisari, isari, llisari, sc'iari, argano: cdpria.
z'iari. arginare: ammarrari.
albero: v. branzuni. armadio : v. gazzana.
albicocca, -o: cracópita, cricopa, fraccocu, arnese : parpagnu.
cricopara, fracucchera. arrivare : agghicari, chicari, ghicari.
alloro: addduru, dfuru. asfodelo: cannileddara, mafalufu, misu-
altalena: bàzzica, cacalavegna, mmócica, lucu, musulucu, purrazza, purrazzolu,
naca, ndchita-cicca, ndcula-pénnula, sanciusippara, sentidduni, spatuledda,
vdzica, vócula, vózzica. spudedda, ubbu, ulivuzzu.
altrimenti: annunca. asino: barduinu, sceccu, zampirru.
alzare : jisari. aspo: v. céddaru.
amare: vuliri-, v. béniri. assaggiare: tastari.
amido: ciliu. assiolo: cchiü, chiuppu, cucca, jacobbu,
ampelodesmo : bura, ddisa, disalora, seorpiu, scupiu.
giummu, lisi, ncinna, zisa, zumbw, v. astio v. odio,
busa, cannici. astuto: biscurdu.
ampio: anchu. attaccamani: cuddizza, midda, nnaddiz-
anagiride: zoira, zoiru. zara, ruggedda, róggia, rüggina, ru-
anche : midemma, puremma, videnns. giumu.
andare: andari. avaro : piddirinu, pirchiu, zinircu.
angolo: agnuni, angonia, gnona, gnuni, avere: aviri-, v. avera.
ngona, quarra. averla: caracéfalu, carracèfalu.
anice: zambü. avorniello v. citiso,
annoiare: sidd'iari. azzimo: àimu, alisu, lisu.

baccello : bajana, carrabüscia, fajana, bacio: mancogna.


faspa, vajana. baco da seta: nurrimi-, v.fusia.
bacile: bdganu. baco da seta (le singole mude): casàrriu,
chiaru, litteri, pitrigghiuni, putruni, bisnonno: catanannu, nannavu.
putruneddu, putrigghiuni, trita, triti. blu: brevi.
bagnato (umido): mógghiu. boccale : picceri.
bagolaro (Celtis australis): càccamu, cuc- bofonchio: bümmulu, isisi, éummuni.
cuciddu, favarecu,favaricaru, farfareca, bollire: vüddiri.
melicuccu, middicuccu, millicuccaru. borsa: brujili.
ballerina v. cutrettola. bottega: zagatu.
bambino: v. addèu. bovina: busa, vusa, vusato.
banco (di muratura): jittena, tiechiena, bozzima: catàscia.
turchiena. braciere: tannura.
barbagianni: pigula, ulèu, vecchiazzu; v. branchie : tracchi.
civetta. brocca v. orciolo,
barca (e parti attinenti) : anchié, jaci, léggiu, broccoli : cimati, giummi.
luntru, martingana. broncio: fenda, prenda, funcia, murru,
barella: bajardu. vengia.
basilico: basilico. bruciacchiare : aff'arari.
battere v. percuotere, bruciare: appragari, brafari.
becco (caprone): beccu, zimmiru. bruco: campa.
bene: bonu. brutto: ràcchiu.
bernoccolo: bümmulu. bucare : pirciari.
berretta: mènsa. bucato: assammarari.
biancospino: ardignolu, brunzulina, spi- bulimia: cinanca.
napurci. buono: bellu.
bica: bürgiu, timogna. burro: manteca.
bietola: aita, biletta, bietta, gira, sarca, burrone (dirupo, precipizio) : butuluni, car-
secara. rancu, lavanca, scirba, tragunara, va­
bisaccia: bértula, vèrtula, zimmili. lanca, zubbiu.
biscia v. serpenti.

cafone v. rozzo, cancello: cànciddu, sdganu.


cagnolino : guzzu. capecchio (del lino) : rusca.
calabrone: cardübbulu, gardubbazzu, sca- capezzolo: titiddu.
lambra, scalambru, scalambruni, sga- capo: testa.
ràmmulu, tavarduni. capra (colore del manto): bennarda, ca-
calce: cadna. nusa, ciurina, gdgghia.
calderotto: lavizzu. capra (orecchi piccoli) : minna.
calore v. riverbero, capra (senza corna) : crozza,frattasa, udda.
camedrio: crisudda. capra (sterile) : turca.
canale: catusu, citarla, gammitta, saltta, capra (voce di richiamo) : zizz-zizz, zuzzitta.
saja, sajuni, zàcchia. capretta: alastra, dastra, drasta, lastra,
cane: v. cirnecu. lastrotta, lastruna.
capretto: ciareddu, ciavareddu. cesta (cestone): canceddu, gistra, jissara,
caprone v. becco, zirguni, zurgu.
caprifico: ficarazzu. chiavistello: v. scibba, vüccula.
caprimulgo: curdaru. chioccia : ciocca, jocca, iocca.
capruggine : ina, inatura, jina, jinatura, chiocciola: aleddi, babbaluci, badareddu,
ncìna, ncinatura, vajina. balaóccu, bucalaci, carcàcia, micciaredda,
caraffa: cutrufu. marucu, papatornu, scaüzzu, scavitta,
carbonchio: tràcina. vaccaredda, vardaru, vavalùcia.
carbone : ginisa. chiodo: taccia.
carciofo (selv.): scaliru. ciabattino : curviseri.
cardine v. ganghero. ciarlatano : zannu.
cardo (cardone) : buttasumeri, masticogna, ciccioli : cirimuli,fimmiteddi,prannügghji,
muganazza, napordu, scalerà, scalimbru, primiti, gardcciuli, gramicciuli, zin-
sprüvira-, v. aprócchia. éuli, ziringuli.
carne: v. cìci, làppara. cicerbita : galazzitula.
carnevale: asata, carnilivari, sdirri. cicerchia : pàlica.
carota (selv.): bastunacara, bastunacchiu, cicoria (selv.): aspiredda, cacazzina, cala­
brastunacu, pastinàcula, vastunaca. zita, carrazitula.
carpine: carpinaru. cieco : orbu.
carrubo: Rarrubba. cima: chicchiriddu, ciricócculu.
cartocci (di granturco): scarpogghi. cimice: cimieia.
cascame (di seta): malàfria. cincia : pipitrudda.
cassetto: casciuni. ciondolo: pinndgghiu.
castagno: castagnara, -gnera; v. rupedda. ciottolo: ciacca, cócula, cóculu, cuculuni,
catena v. collana, rummuluni.
catino: bdganw, v. scodella, cispa: jaridda.
cattivo: tintu. cisterna : jisterna, sterna.
cava di pietre : pirrera. cisto marino: rusedda, rusiddara.
cavalla : pimenta, jumenta. citiso : brupunnu, frasca, muddacchina.
cavallo: pacca. ciurmadore: cirdulu.
cavicchio: acèddiru, cèddaru. civetta: cipriscula, cucciuvia, pigula, stri-
cavità: carbu, garbu, gàrbura, sgabbu. ula; v. cuccuviu.
ceci (abbrustoliti): calia. coccinella: babbavedda, boia-boia, isisi,
Celtis australis v. bagolaro, jaddinedda, papuzzedda.
cencio (straccio, strofinaccio) : cràcula, crd- coccio (di vaso) : giuccapa, grasta.
culu, prinnuli, strdgghiuru, taraddu, coleotteri: iéa.
zódduru. collana : ciannacca, pannaca, lannaca.
ceppo: zuccu. collina: cozzu, timpa.
cera: v. cirópiddu. colombaccio: passa.
cerchio : jèrbula. comignolo: burduni, curmali.
cercine: sparra, spera, torca. conchiglia v. molluschi,
cervo volante : pìsacantaru. confine: finaida, simita.
cespuglio: tropa, trupa. confusione: maramma, schifiju.
cesso : cazena, privasela, tritré. coniglio (giovane) : branzuni, carmusciu,
gramusiu, saittuni, scamusciulu, scara- covone (di grano) : gregna.
musciu, scarmusciu. cranio: crozza.
convolvolo: curriola. crescione: sberla, scavuni, svélentra.
coperta : barracanu, butana, carpita, fraz­ creta: màuta.
zata, salàuda. crivello : cirnigghiu ; v. gàrbula.
corbezzola: aùmmiru, cinóbbusu, mbriaca, cruschello : granza, pupidda.
mbriàcula. cucchiaio: buzuniettu.
corda : jetta, saccósima. cuculo: cupparu.
cornacchia: graghia. cuffia: càjula.
corno: cèddiru. culla: naca.
corrente: rema. cupola: cubba, cùbbula.
corrcntino v. travicello, cutrettola (ballerina) : batticuda, nivarora,
cortile: bagghiu. parrineddu, pispisa, tremacuda, vis-
costellazioni: ciuccara, puddara, puddici- pisa.
nara, triali, tribbastuni, vastuni.

da (riferito a persona a cui si ricorre) : nni, dirupo v. burrone.


nta, unni. dolci: cucciddata, scialimi, sfincia.
deviare : scarruggiari. dolore: cardacia.
desiderio: sfilu, spinnu. donnola: baddóttula, bèddula, paddóttula,
diarrea: zidda, ziddata. piddotta.
diavolo: mamucca. dove: unni.
digerire : paidire. duodeno: diunu, tajuni, zinenu.

ebbio: névulu. erica: aléncia, èlica, calència, lència, ja-


edera: èddina, lèddina, rèddina. léncia, piditara, tèlica.
elee: iliciara, -aru, limistru. ernia : guàddara.
elicriso: biancurilla, brunnulidda, escremento v. sterco.
maracèfora. euforbia: camarrunara, camarruni, cata­
embrice: brinzi. puzza,jammaruni, macarruni, mangar-
enfiatura: butrognu. runa, marranguni, mascarruni, mascar-
epifania: battisimu, tufania. runara, rizziteddu, rugna, rugnara, tas-
equiseto: centuruppa. saru, tassu, unchiamanu, usciamanu,
erbe (non specificate): adréu, lestra. varragazzu.
16 München Ak.-Abh. 1975 [Rohlfs]
F

facchino: vastasu. fiosso: famieia.


faccia: cera. fiscella: cavagna.
faggio : v. fatta, fraèa. fitto (denso): ncuttu.
fagioli : suriaca, trujaca, turiaca. fiume: yumi.
fagotto: trupa. focolare: cufularu.
falce: faucigghia, guadagna. fodera (tela): npurra.
falco: adornu, arpa, filannera, ornu. fontana: ruggiu.
fame: v. lammicari. forare v. bucare,
fanello: zuinu. forasiepe: sperciamacchia.
fango (limo, loto, melma): canta, Rama, forchetta: broccia, bruccetta.
limarra, liticu, livicu, màitu, margiu, formaggio: musuluca, -luccu, tuma, tu-
mduta, miuma, nimarra, numarru, ru- mazzu; v. mastredda.
malla, taju, tridda. forno (attrezzi): nchiédduru, zzalapurnu.
farfalla : puddira. forse : panzia.
fata: murgana; v. strega, fosforescenza : éuRria.
fattore : curdtulu. fossa (fosso): battali, cannaci.
favilla v. scintilla, frana: lavanca, scarrancu; v. bisicchia.
favo: bisca, bresca, brisca. frantoio: zarbu.
fava: favajana. frassino : ameddiu, amuddéu, ddrdanu,
fazzoletto: muccaturi, rindellu. prasciaru, frascinaru, middèa, muddéu.
ferula : fella, fellacchiara, palugiaru. fringuello: spinsu.
fessura: caranima, jacca, yacca. frittata: pròda.
feudo: fegu. fruciandolo v. forno,
fiaccola: fanara, fanò. frugare: riscédiri, scapuniari.
fico: fichera-, v. caramusciu, scattiola, frusta: zotta.
éabbacuni. fuco: badnu, baganu, céfiru.
fiele : peli. fune (grossa corda) : cropa, pórtamu.
fieno : prenu ; v. garipu, ripuddu. fuoco:panu, luci.
figliare: v. innusa. furbo: marfiuni, marpiuni, marranzanu.
filo: iéula, nizula. fusaiolo: capitinia, róddulu, ruddu.
finocchio: v. ddbbisu. fuscello: busca, grospu, màrdanu, rospu,
fiocco : giummu. scorpu, sgroppu, vusca.
fiore: duri, yura. fusto (gambo, stelo): busa.

gabbia: edggia, gaggia, jdggia. gambo v. fusto.


gabbiano: cavazza, Idpia. gangheri (cardini, arpioni): cdnchiri, dib-
galla : uddula. bruni-, v. pag. 116.
gallo (ermafrodito) : gaddójfu. gatto: v. cinanca.
geco : cammarasala, carminasali, ciacia- giogo: jiu, trisicu, trizzimu.
mita, ciocca, manciasali, passiatura, sa­ giogo (parti attinenti) : jessi, maniuni,
lamida, sassamita, scurpiuni, sulufizza, pdina, pdinu, pajaru, paju, pdjula,
sumamizzu, surfizziu, tignusu, zazza- pasturuni.
mita. giovenca : inizza, jinizza.
gelatina: zuzzu. giovidi grasso: sdirridia.
gelso : gesiancu, marajanchera. giudizio: décatu.
gemelli : bizzuni, jémiddi, jémmuli, muz- giunco: zipareddu, ziparu.
zuni. giusquiamo: grassudda.
genitali (di donna) : nndcchiu, pàcchiu, pic- goccia: sbrizza, schizza, stizza.
cicaneddu, piciciu, picciuni, sticchiu. gonna (sottana): dubbrettu, fadedda, fa­
gesso: ibbisu. detta.
gheppio : cacciaventu, cacciavèntula, cazza- gonfiare: uyjyari, unchiari.
vèntulu, cazzica-véntulu, cerniventu, gorgo: ronéu.
cozzulavèntulu, cristaredda, cuccareddu, graminacee : carcatizzu, middarda, mig-
jizzu. ghiardu, millardu, mudddina, scanna-
ghiaccio : chiatru, jetru. cavaddu, silipa, silipu, tributaci ; v. am-
ghianda: nnàgghia. pelodesmo.
ghiandaia: cadaruni, carragiàu, gagghi- gramola: bria, sbria.
aru, gaggiana, jargiana, giaja, giaju, grano (biada): lavuri.
mataruni, quadaruni, tiruni, turuni, grano (varietà) : cuccitta, diminia, timinia,
voteri. tumminia.
ghiera: varola. granturco : dindicu, laurindia, linniu,
ghiro (topo quercino): gàgghiu, mantici, nigghiu, panimoli, ratinnia, raudinnia,
martogghiu, saittuni, zdrracu, zarra- triminia.
cuni, zarrittu, éarru, éarruni. grappolo: rappa, rappu.
giacca: bunaca. grembiale : fadali, faliri, fantali, faudali,
giallo: giàlinu. vantali, vanterà.
gigaro: agghiara, anzaru, azzara, lanza- grigio : bucciardu, gucciardu.
rieddu, zaru. grillotalpa: caputu, cazzuneddu, jamma-
ginestra (e simili): alastra, alastrara, in- reddu, jdmmaru, marózzulu, marran-
ostra, jinosra, /Accula, spalassa, spalas­ zanu, perciasaji, scassasaji.
sara, spilazzu, spina-lastra, zarba; v. grossolano v. rozzo,
fascina. grugnire : rungur'iari.
ginocchio : dinocchìu, gunocchiu. grugno: brogna, fùngia, murru, trumbu.
giochi : giufalé, lattupetri, marredda,nasca- grumolo: curina.
santisca, sampugnisa\ v. urmu, vazzu. guancia: tràchia.
gioco (delle 5 pietruzze) : bdcuri, pantaleci, guasto: alihamatu.
petricinguli, petrubaddu, pitrulli, schi­ gufo: cuccù, cuvanu, fuanu, gulia, gurèu,
ficidi. jacobbu, juréu, orva, stippiu, uléu.
giogaia (pappagorgia): buccularu, busciu- guscio : vaina, vajana.
laru, vantali.
I

ier l’altro : avanteri, avanzidajeri, opuseri, incubo: fuddittu, mazzamareddu.


puseri; v. puserazzu. indovinare : nzirtari.
imbastire: ncimari. inferriata: rata, tara.
imbrogliato: ntrufulatu, ntrupatu. inghiottire: cuddari.
improvvisamente : antrasatta, ntrasatta, insetti: fédula, marozzu, marózzulu; v.
strasatta. grillotalpa,
incannatoio: raddena; v. buschila, mìstili. insieme: adisa.
incanto: ciarmu. intestino cieco: orba; v. duodeno,
incavato: garbutu; v. cavità. inverno : mbernu.
inchiostro: inea ; v. pag. 116. iperico: rizzata.
incolto : cersu, gerbu, nnùgghìu. itterizia : gidlina.
incotti (vacche) : cirasì, ficilì, fucili.

là: dda. lodola : carapudda, cucciufa, cucciuvia.


laburno v. anagiride. lombi: cufi.
lampo: surruscu. lombrico: caraséntula, caséntaru, casén-
lastra (di pietra): balata. tula, quaséntulu, scasèntulu, traséntulu.
lassare: dassari. loppa v. pula.
lavatura: lima. lucciola: cululücira, luci-lumera, luciculu,
legame (di manipolo) : màusu. luci-picuraru,lumera di picuraru, lumi-
leggio: littirimi. ricchia, nuciculu.
lembo (pedana) : pudia. lucerna: lumera.
lentisco: lintiscara, listincaru. lucertola: jaddimusa, sgùrina, sucértula,
lepratto: libbruni, liprastuni, liprittu. urgetta, zajfatella, zafrata, éalacrina.
letame: fumeri. lucignolo: meccu.
libellula : cacciocchji, guardiano ’i l'acqua, luglio : giugnettu.
musura-acqua, sanafeli, scippa-occhji. lumaca: babbalucì, bagarùcciu, barrozzu,
limite: simita. carcaciuni, limbói, mammalüccia, müm-
limone: lumia. micu, sbimmicu.
litigi: litipizzi. luogo: canzu.
lividura : mulinciana. lutto: visitu', v. ntarchiari.

macchia (boscaglia): sciara. madia : v. lima, nimma, prastili.


macchiato : gdgghiu, jdgghiu. mafia: drdngada.
macellaio: bucceri, chiancheri, gucceri, magazzino: catoju.
vucceri. magro: séngulu.
maiale: chirillu. melo : pumera, pumeri.
maiale (voci di richiamo): aricchia, chiri- melo selvatico : agromu, pumirazzu.
chiri, iriccà. melma v. fango,
malaticcio: crettu. membro virile : aleddi, zubbu.
malerba: v. scirbari. merciaiolo: zanni.
mallo (di noce) : gadda, grolla, jadda. midollo: cividduni, miduddunì.
mandorla: v. baddu. mignolo: cinciddicchiu, mangaddinu.
mandra: màrcatu; v. ovile, millefoglio: achìddaci, azziddica, canfu-
manette: muffuli. redda, dannavida, donnavida, rodoriu,
manico: marruggiu. scèddica, schiddaci, sciddicu.
manipolo (di grano) : cìlora, ciróulu, jér- milza: méusa, schina.
mitw, v. dècuma. minestra: cuccia, spruvia; v. zammató.
mano: mani. misantropo: urdu.
mantide (pregadio) : addivina-furtuna, misure (per aridi): cozza, munneddu,
divinàgghia, divina-furtuna, duvina, munniu, tümminu.
fata, filannera, furtuna, jàvuru, matas­ misure (di aqua) : darbu.
sara, morti, ndivina-vintura, nduvina, molle: mujfulettu.
nduvindgghia, nnivindgghia, porta-fur- molluschi (marini): carapinula, elifanti,
tuna, prigaturi, santunicola, signurina, ufalu.
sorta, tessi-tessi, tiscitura. molto: magnu.
martello: v. mataccu. monete: dgghiula.
mascella: trachia. monticello v. collina,
massaia: cudéspina. montone: v. rancügghiu, rinicu.
matassa: cummatu, iffula, jijfula, mar- mora di rovo : mararuvettu, murigghiu.
redda, pruvina. mozzo (di ruota): v. rànnula.
matrigna: matria. mucchio: baruni, cunzarru, munzeddu;
mattone : bisula, maduni, pantófulu, tabbu, v. bica.
visula. mulattiere : vurdinaru.
maturo: cunchiutu. mulinello (di vento): didulu, fuddittu,
maturare: ammaééari. mazzamareddu, rüfulu.
mazza: marzeppa. mulino (e parti attinenti): cdssaru, cinti-
meconio: mdéara, mazzaredda. mulu, filiscia, garraffu, saja.
medusa (di mare): bromu. muro: armacia, ittena, tichiena.
mela : casùmmulu, puma. muovere: v. cataminari.

natale: v. carénnuli. niente: v. nibba.


navetta: drùgula; v. saittócciulu. nitrire: ciniari, jiniari, scinìari.
nebbia: muffura. noccioli: ninnari.
nericcio : gucciardu ; v. grigio. nocciòlo: nuciddara, -era.
nespola: amellu, medda. noce m. : nucera, nuciara.
nibbio: furficiara. noce f. : v. baddu.
noia: dica, lissa, siddiu. mandali, mdndanu, minnali, naticchia,
nonno: tataranni. pilingu, sùccula, turretta, turri, trulla.
nottolino (di legno) : firringh iddìi, furriola, nuca: cozzu.

occhio: v. cifiia. orciolo (brocea, giarra): màstica, nziru,


odiare v. aborrire. ziriddu.
odio (astio): vèngia. origano: riénu, riganu.
olivo: alivera; v. nzita. orlo: rèficw, v. sdillabbrari.
olmo: turmaru, umbraru, urmaru, urmu; ortica: addrica, ddrica, firdica, furdica,
v. masticogna. jardica.
omento: chippu. orticaria : ardicdnia.
onisco: babbaveddu, purcilluzzu 'i sant' orto: nuara.
Antoni. otre: scupina, scupìnu.
ononis v. restabue. ottanta: v. vintina.
ontano: Iberna, sbernara, verna, virnara. ovile: mdrcatu, para, zdccanu, zamma-
orbettino: lingua-voja, livira, schìzzu- taria\ v. stanti, vadili.
neddu, ùgghjina.

padella: padedda, sartàina. pesca (il pescare): camiari, camiu; v. ót-


paglia: v. cama, margoni, margunata. rontu.
palato : palataru. pesci : addottu, apula, allittiratu, aloca,
palma (pianta) : ciafiagghiuni, giummara. babbajolu, buddaci, bùgghiu, cavagnola,
palmo (spanna): spangu. cazzuni, cerviola, cirenga, cóccuma, có-
palo: carrazzu, inedda. ranu, cristaredda, custardedda, fanfiaru,
pane: v. balurdu. gàjula, guddaci, Ranna, itala, lampuca,
pannolino: saladddricu. lappano, lüvaru, mangia-racina, man-
pappagorgia v. giogaia. giuni, mazzuri, mpàmpara, mügghiu,
parete: ntosta, tdbbia; v. musdrtìu. mupu, mupidda, mustia, nfdnfuru, nun-
pascolo : parapdsciu. nata, pduru, picara, pisci-jaddu, préc-
pasta (del pane): limma. chia, ruvettu, scdntaru, scarmu, scazzù-
pastina: cüscusu. polu, sfiódiru, sgambirru, smidiru, spa­
pastore: zammatarw, v. ovile. rataci, sparagghiuni, spatula, spótaru,
pazzo : fioddi, pàcciu. stuppandcchiu, tràcina, vardtulu, var-
pecora: arnisca, rinisca. vajolu, virunga, vuddaci.
percuotere (battere): cafuddari. pesco : pirsichera, pissicaru.
pero : piraru, pirera, pirerì. pettine : pìénciuni.
pero (selv.) : pirdinu, prdniu. pettirosso : pittirru.
pertica: staccia. pezzato v. macchiato,
pesca (frutto): sbergia, sbergiu. pezzo : toffu.
piagnisteo: rócculu. poltrone: vazanu.
piantaggine : centunervi. pomeriggio: basciura, vintunura, vinturi.
pianto: scrèpitu. ponte: cafesa.
piatto: fangotta. porca (tra solco e solco) : curduni, broscia,
piccolo : nicu, piccittu. prostia, spuria, vattali.
piccone:pesi, sciamami. porcile: zimma, zimmu, zìmmuni.
pidocchio : pidocchia. porro (di mano) : purrettu.
piegare : annuggiari, gnuttìcare, nnuggiari. portamonete: brujile, spréu.
pietra: v. chiarchiaru. posatura (di caffè): tuffu, tufu, tùfulu.
pigione: luéri. pozza (pozzanghera): gurnu, naca, orna,
pilastretto : pileri. üriu, urna, vüriu, vurvu, zotta.
pino : pignaru. prèfica: v. scrèpitu.
pioppo: drbanu. pregadio v. mantice,
piovigginare : brizziliari, sbrujf'iari, schiz- premere: nctiiri.
zìari. presto: manevri, viatu.
pipistrello: caddaritula, cannaritula, rat­ prete : parrinu.
tarda, rizzabannotta, surci vecchiu, tad- prugnola: agrina, attigna, brignola, bru-
darita, taddaritula, trallaitta, turtu- gnolu, trignola.
ridda, ziddirica. prugnolo (pruno selv.) : agragnolu, agrina,
pisolino : pinnicuni. ardignolu, brignolaru, brugnulara, tri-
pistacchio: frastuca. gnera, zarraütu.
pizzicagnolo: zagataru. prurito : manciaciuni.
platano: durbu. puffino: quaétru, vaétra.
poco: nanticchia; v. brizza. pula (loppa) : ciusca, frubba, furba, jusca,
polenta : pitìrri. yusca, piddu, puddu, rusca.
pollaio : v. giuccu, mmasuni. pulicaria: brucara, nascazza,pulichiddara.
polli (voce di richiamo) : cicici, puri-puri. pungitopo: rascogna, ruscunia.
pollice : puseri. pungolo: v. varvuscia.
pollone: faidduni, lividduni, nuvidduni. pupilla : pirnedda, vava, vavaredda.
polpo : jraidditu, frajeddu, scapudditru. puro: drudu.
poltiglia: zabbina, éumbina. pustola: baraddu.

Qu

querceto: ruvulitu. querciolo : arbureddu, buscigghiu, càssanu,


quercia : àrburu, gghiannaru, rüvula, jarburuni, ropa, rupuni.
rüvulu.
R

racimolo: scancu. raggio (di ruota): ammuzza, gammuzza.


raganella (rana): chiurana, tiranna, ciu- ramaiolo v. cucchiaio.
rana, giurana. ramarro: guardalomu, lagóriu, lisbertu,
ragazzo:carusu. lucipirtuni, ràìianu, sirtuni, tirasciatu,
urgittuni, zafatuni, zaprocu, zalacri- riverbero (del calore) : pana, fanata, para,
nuni, zälübbisu, ziddilupu. püa, puata, Hàrbia, scia.
ramingo: érramu. rivoltare: ruddari.
ramo: branca, vranca, vrancu. rocca: rocca.
ramoscello (secco) : brocciu, broscu, brusca, roccia (sasso, rupe, macigno) : lista, murra,
rospu, scorpu, sgroppu, zidara, zzuraru. patapiscu, piscazzu, sbduzu, scirba,
rana v. raganella, vàusu; V. chiarchiaru.
rantolo: rdìiatu. roco: apprafatu, arragatatu, brapatu, ra-
rapa: razza. gatusu, sbrapatu.
rastrello : mìccignanu. rosa di macchia : capuzzulina, ngannulera,
rauco v. roco. nzunzulidda, rattaculu, rusara, ruvit-
razza : carajinia, jinia, scirpa. tazzu, strazzabértula, zarragutu; il
razzolare: scalìari. frutto: ngànnulu.
restabue (ononis): bulimaca, cessavói. rospo: bdgiu, roscu.
rete: cianciolu, rizzàgghiu. rovo: rucuttaru, runza, ruvettu.
rettile: tiru. rozzo (villano, cafone): carvanu, pitarru,
ricci de mare : arancituli, marancituli. tamarru, zagurdu, zamarru, éamparru,
ricino: carvana, usciamanara. zampirru, zarabuinu, zaurdu, zóm-
ridere: scaccamari. maru, zurru.
rigogolo: aggruppa-filu, auriuolu, àviu, ruggine (delle piante) : chìàsima.
belluomu, crisuléu, crusuléu, gaju, gìali- ruota (mozzo): bùscìula.
nedda, giàlinu, grusuléu, lauraddiu, rupe: angra, bdusu, yirba; v. roccia,
pintumbrogliu, riolu, rusuléu, tintim- ruscello: carruggiu, cirrimu, vattalì', v.
brogli, ugghiaffilu. galiggì.
rimasuglio : rudigghiu. russare: runcari, runfari, runpul'iari.

sacco: butana. sarto: custureri.


saggina: middàina. sasso v. roccia.
salice: agurra. sbadigliare: badagghiarì, sgarravi.
saliscendi: sücchiaru. sbieco: sgalimmu, sgherru.
salsapariglia (smilace): branca di gatta, sbrigare: v. reja.
cafaredda, ragunia, raja, rajurara, scacciapensieri: marranzanu, mau-mar-
rattascdtula, raunara, raunia, rauni- runi.
ara. scala: v. scalandrunì.
salsiccia: v. caddozzu. scarpe: quaturni.
salvia (flómide): caputria, cutrufiara, scheggia: scherda, scridda; v. asca.
sabbiava. schiaffo (ceffata): boffa, buffazza, cinpula,
salvietta : stujabucca iffula, jiffula, moscata, mboffa, moffa,
sambuco: sambucaru, sambucu, savucu. timpulata.
sandali (ciocie) : zampitti. scintilla : piyudda, spiddisa, spisidda.
sanguinaccio : sangeri. sciacquare : ricintare.
scodella: fangottu, lemmu, màfara, mafa- solano: amaredda, muredda, muriddara.
rata, scurrùggìa. solatio: caliaturi.
scopa: divigghia; v. éubbu. solleticare: attugghiari, cattugghiari, chi-
scopare : divigghiari. tìari, gattigghiari, ziddicari.
scorpione: salifizziu, scarafizziu, schiri- sonno : filinona, pinnicuni.
fizziu, zirifizzu. sorgente: favara, testa.
scricciolo : cacamarruggiu, cacasuppara, spaccare: ciaccari, laccavi.
cardacicchiu, carrabedda, guaddaric- spanna v. palmo.
chiu, jiriddu, perciaruviettu, perciasi- sparagio (selv.): riscugnera, sparacogna.
pala, pittusa, pulicicchiu, pulicittu, sparviere: fallannera, chirchiredda,
quaddaricchiu, riiddittu, riiddu, rit- schiddici.
tallu, riuzzu. spasimo : pàsimu.
scrofa: frisinga, troja. spauracchio : parasaccu.
scure v. accetta. spaventure: spagnari.
secchio : bagghiolu, bardu, brigghiolu, spiaggia : fraja, praja.
bugghiolu, caddu, cisca, jisca, %isca, spicciare v. sbrigare,
quatu, sisca. spigolare : spulicari.
sedano: scàlandra, sélinu\ v. lisciandru. spillo: virruggiu.
seguace: suàggiu. spina dorsale: cutruzzu; v. currizzuni.
seggiola: cadeva, cairedda, catreca, ciaera. spineto: ruvittaru.
semenzaio : pruvinu. spoglia: Uffa.
seppellire: burricari, cruvicari, druvicari, sporcizia: raddu.
furricari, giuvicari, rivucari, sdruvi- sporco: rallatu.
cari, urvicari, vurricari, vurvicari. spruzzare : sbrizzìari.
serpenti: baggiana, culóvria, garruna- staffa: streva.
vacchi, giabbaru, gibbaluni, guisina, stelo v. fusto.
isina, isura, léscendra, lésina, léstrince, sterco : fusia, nózzuli, nzóddiri, ziddaru,
lósciandra, lócina, mpastura-vacchi, zóddari, èulli.
óscina, óscindra, ózina, róscina, serpen- stillicidio : guttera.
tara, tiru, ugghiola, ugghjina, visina, stordire: nzalaniri.
vósina, éambarruni', v. orbettino, storto : jeddu ; v. sbieco,
sesamo : giuggiulena. stracciare: spancari.
sessanta: v. vintina. strappare: scippavi, scirbari.
seta: v. maldfria. strega: striula\ v. carcavecchia.
settanta: v. vintina. strofinaccio v. cencio,
sfogliare : sciurbari. strumento v. arnese.
sfregio: baldfria. stupido: lófiu, musulucu, scióricu, zald-
sfrondare : spuligrari. briu.
sghembo : galimbu. stùzzicadenti : paliccu.
siepe : gaja, Rapa, saja, zarba. subito: mantinenti, viatu.
siero: lacciata. succhiello: firrina, virrina, virruggiu.
smilace v. salsapariglia, sugna: sumata.
soffiare: ciusciari, juyjari, %u%%ari. sùocero: sóggiru.
soglia: bisolu. svenire: addicavi.
17 München Ak.-Abh. 1975 [Rohlfs]
T

tacchina: nia. timelea: unchiamanu, vdrracu.


tacchino : ciurru, juzzu, nuzzu, pipili. timone: scocca.
taglio: dgghia. timore: appagnu.
tagliuzzare : jacciari. topo : giafagliuni, maìialó ; v. zarrucu.
talpa: suriciobbu, trappu. topo quercino v. ghiro.
tamerice: avruca, brica, bruca, brucara, torchio (parti attinenti) : vajina ; v. pidda.
vruca. tordela: gghjirica-tórtura.
tarlato: cdfaru. tordo: cuturdu.
tarlo : pùlicu, püpicu, sàricia ; v. tignola, torrente: sciambrata.
tartaglione: checcu. torsolo (di granturco) : brigghiu, gródduru.
tartaruga: bufuruna, cufuruna,fucuruna, tosare: assubbaglare, subbagghiari.
scuzzara, stracuzza. tovaglia: dubbreri.
tasca : panta. tramontare: cuddari.
tasso barbasso (verbasco): babbascu, ca- trave: burduni, vastasu.
landreddu, frunu, livantuni, quata- travicello (corrcntino): burreddu, butani,
razza, struonu, tassu. ciabruni, ciarvuni, ineddu.
tegolo: daramita, sciaramita. treccia (di fichi) : pania.
telaio (parti attinenti) : cdscitu, cassita, pa- treggia: stragula.
lummedda; v. navetta, trifoglio (e erbe simili) : cacciucchiara, car-
temporale: tragunara. nabusci, rümbula, tréu.
terreno (voci attinenti e qualità) : aggiarina, tritume : piddu.
angra, dàgala, isula, limicu, margin, tromba marina : brogna, sufuni.
murgaru, nasita, ravina, scarruni, trottola : palorgiu, rùmmulu.
sciara, sciasciu ; v. argasia, parasporu. trovare: apiari, asciari.
tessitrice: carera, garera, Parera, iarera, truogolo: chincu, jarozzu, piddi, schifu,
sciarera. seifu.
testa: v. ciricócculu, -la. tuffare: summuzzari.
testardo: cuturdu. tumoretto: zirma.
tetto: tiettu (p. 116); v. suddacca. tuono: v. trónira.
tignola: cumula, cópiddw, v. tarlo.

uccelli: zifidda, zirra, zirru; v. ramaci. uovo (col panno): dpulu, cróviu, pdpulu,
ugola: micuru, minneddu, racinedda, vapulu.
virneddu. upupa : pipituni.
umido v. bagnato. urlo: rócculu.
uovo : pitrudda, pitruddu ; v. ahlìamatu. usignolo: cucciuta.
uva: racma.
V

vaglio v. crivello. vermi: anzareddu, marranzanu; v. lom­


vasca : buttiscu, fischia, pusterna. brico.
vasi (di creta): burnia', v. orciolo. verso (prep.): agghiri.
vaso rotto: crupa, cuzzupu. vescica: burziga.
vaso (per fiori) : grasta. veste v. gonna,
vassoio : avita, gdvita. via: rua.
veccia :fraca, maurumittu, ólica ; v. pag. 116. vicolo: vinedda-, v. curtigghiu.
vedova: cattiva. villano v. rozzo,
vela : v. pórtamu. vinaccia: v. caspu.
veleno: tassu, zargara, éargaru. vino: v. cifeca.
velo : glimpa, limpia. vitalba: Ufiara, ligara, ligonia, vilarbu.
venti : pruvenza, puia, urfitana. vivaio: biveri, viveri.
ventriglio : ciseri, giseri. voglia: disiu, sfilu.
veramente: veru. volta: cubba, dammusu.
verbasco v. tasso barbasso. votazza: sdssula.
vuoto: cdfiaru.

zanzara: zampagghiuni, zampaléu. zio: zucori.


zappa: magàgghiu, matacanu, matacubbu', zolla (di terra) : fassa, fiassu, maza, pantu,
v. dgghia. tajfiuni, tappuni, tififiuni, timpa, timpuni,
zecca: calarici. tippa, toffu, toppa.
zia: zacori. zuppa di pesci : jotta, schibbeci.
zigolo: viéiola, ziotta.
Latino

abextra 17 capsis 34 gallius 51


acer 18 captivus 35 gaunaca 28
acerbus 52 cassanus 34 gavia 61
acucula 19 catapsare 35 gemellus 58
afflare 19 cathedra 30, 36 gemulus 58
afflitum 18 ceraules 39 gerbidus 52
agranio 18 cerniculum 39 gigerium 53
albinus 21 characium 33 gonuculum 55
albucium 106 chytropus 43 gracula 54
allisus 63 clatrum 36 grandia 55
anaticula 74 clitrum 36 gremia 55
ancra 20 colubra 42 gurdus 107
angulone 18 complutus 42
annuculus 75 coopricare 41 haedastra 61
ante horam 20 copula 41 hibernum 69
aphacula 48 cothurnus 84 incogere 74
apogia 83 crepitus 40 induplicare 20,
applicare 18 cuneata 42 inflare 106
aquila 18 cupula 41 insitare 76
arenicus 86 curator 42 ire 18
ascia-marra 94
deviliare 45 jacium 58
ascia 22
ascopa 95 excippare 94 jenicia 57
asparaconia 98 exherbare 95 jumentum 59
asphodella 99 exorbare 95 jutta 60
atrineus 22 jygum 60
faba graeca 48
aureolus 62, 87 lacrimusa 58
faculare 37
auqua 77 lactata 61
fagillus 47
averta 109
fenulum 49 lapaena 61
fibula 94 lapideus 62
foccula 60 lectorile 64
baiana 24, 108
frustiare 49 lunter 65
balteus 69
fuscula 60
baptismus 25 magnus 66
berula 91 gabata 52 manubrium 68
betula 19, 53 Gaius 52 maltha 69
bulgile 27 gaius 53 marra 68
bullire 111 galbinus 53 materiamen 66
merges 58 radia 85 sufflare 40
milium 75 ranula 85 superpellicium 101
modius 72 recentare 86 syriacus 101
modo 70 reexquaerere 87
mustela 73 refricare 86 teba 102
regillus 86 tendicula 103
novaria 76 retiaculum 87 theophania 105
nutrimen 76 rotulare 88 tirus 103
rubectum 89 titillare 113
olus atrum 63
rubia 88 titus 103
-onia 85
rubrus 65 tragula 100
opulus 107
ruscus 85, 88
orbus 77
unde 107
paginare 78 sagitta 89 unflare 106
pasmus 79 sabucus 90, 91
patella 78 sambucus 90 vadile 107
pendicare 81 sartago 91 vafer 68
percula 82 scalidiare 92 vagina 107
persica 91 si eia 60 varus 24
pessulum 36, 81 siphon 100 vellus 22
phagrus 80 spiena 94 verrubulus 110
plicare 36 subbiare 22, 100 verruculus 110
pollen 83 subputeare 101 viburnum 27
pollicarius 83 subruscus 101 viriola 108
pompilus 71 subula 62 volvicare 111
pulvinus 82 suculus 110 vulpiculus 111

Greco

àyxcnv 18 àpxóvuxov 21 ßatrraaio? 108


ayvo? 60 àpviaxa 87 ß-y)CT«Xov HO
àypiófxvjXov 19 àpuyyiT7)<; 21 ßopßu£ 115
a^up.o? 19 àaxó? 95 ßooßaXaxi 23
à^cóyupo? 115 àcr—àXobto? 98 ßpaxopivo? 17
<xìH)pcL>fj,a 114 «CTcpavvapto? 98 ßp&p,o<; 27
<xiyu7uó(; 60 à<p«X7) 48
aiyÓ7mo<; 60 àcpoucria 50 yaßevov 23
alywXtó? 106 àyiXXàxiov 17, 93 yaXaTCTtSa 30
-«iva 56 «xiXXaxo? 93 yapya^oiiXi 32
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«7royeia 83 ßanTicu? 25 yéfxeXXo? 58
Ysvsoc 59 xavvixiov 31 Xsìpiai; 63
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ypùXXo? 37 xapSaxta 32 Xóyop 60
YpcovY) 107 xapTtéra 33 Xuycovta 63
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Savat? 43 xaxà 34 Xuptßo? 63
Sàtpvtov 18 x«t’ stoxvco 34 Xuxxa 63
Ssxaxo? 44 xaxà ptvjva 34 Xu^xspL&a 114
Ssxcopia 44 xaTwystov 35
SsvSpo 21 xéXsupta 38 ptà^a 69
Ssuxsptov 64 XEVTOptoXo? 39 ptàxxpa 68
St[jiY]vtov 44 xspapuStov 37 ptavSàXtov 66
SóXtxo? 77) 82 XEpaóXv)? 39 ptàvSaXo? 66
Spàxatva 104 xscpaXà? 33 ptàvxtc 74
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sìxcóv 40 xscpaXcùv 37 pisXia 70
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xàyxsXXov 31 xut|;àX7) 59 òvÓ7top8ov 74
xà8o<; 29 xcoXofpwxtà 64 èptyavtov 86
xatì-àpto? 34, 36 opvsov 18
xaxxaßo? 29 Xarcaiva 61 ocrxpaxov 99
xàptfxapov 30 Xobrapo 61 ouXiatva 106
xàptTtv) 31 Xamxpó? 61 o/EvSpa 62
xàv&apo? 92 Xa/xaptSa 101 oxtva 64, 77
TOxytov 78 mxpiapuìh 37, 90, 113 cpavv) 47
roxvta 78 aapyavàxi 98 cpavóp 47
TOxpaßoaxw 79 GXpX% 91 9<xco'a 47
TtapaoTOptov 79 aaupàSa 112 9sXToàSa 49
raxpóXxtov 78 craopa)TY)i; 112 9-ö'sip« 80
TO^oÓXl 25 ctsxXov 96 9Xóya 49
TUSVTaVSUptOV 36 CTsXyjVT) 76 9X0 pio? 49
7t£VTÉXt&a 79 Gicpatv 100 9XÓV0? 49
mXo? 80 cxa-ö-S-apop 92 9ouoxa 60
7tXàyia 82 axàXav&pov 92 9ÓCTX7) 60
7tXàxa 37 crxo'X'Zo) 92 9oóa 49
7tXaoT7)p(.ov 82 axXÓ7r« 95 9uXaxY) 48
7uo8ta 83 axXwmov 95 9<ix§£? 50
7toXXußia 99 oxoXojjißpo? 92 9“? 49. 64
7ioptTCiXo<; 71 0x1190? 94
axoìmov 95
XaptatSpoov 41
TUpÓTOVO? 82
7TptóTOytoÓvt 83 artà&Y) 98 yocvSaxi 31
7tpWTO<; 83, 84 CTTttvS-ìQp 99 Xavo? 56
t

Ttiipyoi; 28 cnuv-lKov 98 Xapaypia 32


/
itóppa 82 GmvtlouXXa 99 Xapaxiov 33
O7ixvo? 98 Xaxavi^co 92
pàxo? 85 OTtXóvo? 100 Xslfiappo? 39
pépta 86 etto pia 99 XstpoßoXov 39
pévSa 86 Gfxìpx 98
Xspcrop 36
p£Ö[xa 86 c^évSaptvo? 98 X^vi^co 94
pÓLtSop 88 Xqiapo? 114
pàStp 87 tItD-t) 103 XpocroXaio? 41, 88
TOXÙ7L7] 105 XuXtCoi 38
eraßooxo? 91 Tpayo7tcóycov 108 XwXó? 38
t

axyavov 89 Tpl^uyo? 104 XUTpoTtou? 43


(jaytTTÓ^uXov 89 rpip] vocìo? 104 Xwpiov 50
«raxxopàipa 89 TptTaxi 105 ipoxooXa 81
aaxxiicruppta 89 TplTO? 105
aaXaßSoc 90 TpOtpV) 105 -wvs? 57
aaXaßSaptxov 89 TCTlXflC 113 -covta 88
craXtpuSa 90 -mty]? 77

Francese

acater 17 allège 62 bail 24


acheter 17 alléquer 17 baiafre 24
airette 21 allumer 18 ballotte 23
ajoquer 18 avant-hier 22 bastais 108
alesne 62 baudouin 24
bayart 24 doblier 45 melle 19
bel ette 23 doing 44 mèche 70
berle 91 doublet 45 millard 70
blef 26 doublon 44 mlon 70
biette 25 dragon 45 moflet 72
bleu 26 moncel 72
bouchard 27 embrasser 69 moufles 72
boucher 27 entresait 20 morgain 72
boucherie 27 envers 20
bourdon 28 enque 56 parpaing 79
bourreau 28 espan 98 parrin 79
branchon 26 penaille 81
bresche 26 faucille 47 percer 81
brie 91 faucillon 47 perche 80
broche 26 fol 48 perrière 81
brodequin 28 follet 50 piauler 81
fougne 50 pichier 80
carnage 32 froissier 49 pilier 81
casson 34 furnier 50 poqonet 29
chaalon 38 pomme 83
chaiere 36, 37 posson 29
génisse 59
chantre 37
gésier 53
charmer 38
gifle 59 raisin 84
charnaigre 39
grappe 85 ra'iz 86
chas35
grattecul 86 ramage 85
chatouiller 52
guimple 54 roisin 84
chauche -vieille 32
chevrel 38 roitelet 87
chevron 38 joutte 60 ronce 88
chiere 36 juc 53
50che 115 jucher 53 sangier 91
cochevis 41 juignet 54 sorpeliz 101
cognée 42 sparaillon 98
congé 40 laitie 61
corveisier 43 larme 61
tache 101
costurier 43 lommie 65
tai 101
couleuvre 42 loyer 64
courtil 43 lumière 65
crécerelle 40 lutrin 64 venelle 109
croisuel 55 verron 110
maison 71 viaz 109
démangeaison 66 maintenant 66 vivier 110
devantière 108 manjoison 66
dobler 45 medesme 70 quarre 84
Provenzale

abarounà 17 charnegue 39 manjazon 66


agrefol 22 cotofle 43 marrela 68
agrena 18 cresol 55 meca 70
agreta 21 meolhon 70
denolh 84 molh 71
badalhar 23 domneiar 45 mourre 72
baroun 24
barrane 33 falabrego 47 pantaisar 79
besson 25 fanfre 71 penche 80
bofa 25 faudal 46 ratapenada 87
borei 28
bouiòu 27 gourro 19 tendilha 103
bresca 26 toma 105
jailh
cadais 35 vanela 109
cavagn 35 magalh 65 verna 109
cernilh 39 manh 66 viatz 109

Catalano

antosta 76 encertar 76 mocador 71


apanyar 21 espanyar 98
apiegar 18 esparalló paladar 78
arpella 22 piular 81
faldeta 46
barrane 33 faldilla 46 retret 105
bufa 25 fìguera 48
trebol 104
càbria 31 magali 65
magalló 65 venja 109
derrer 96

Spagnolo

albérchiga 91 arroyo 88 barranco 33


acelga 91 avantai 108
ancho 20 cabria 31
apiegar 18 balde 24 ceniza 39
18 München Ak.-Abh. 1975 [Rohlfs]
138 Indice Etimologico

cotofre 43 heder 93 paladar 78


crisol 55 palico 78
jaca 46
espada 98 roncar 88
lima 65 sobrepelliz 101
falda 46 llegar 36 sopozar 101
fortiga 48
manteca 66 tacha 101
guadarla 55 morro 72 tapia 101

Arabo

adara 55 gumma 54 marg 67


al-baz 17 gummära 54 marqad 67
cannäb 75 merzeba 68
hafr 30 ma'sara 69
babüs 23 hallg 51 maslüq 73
bädingän 72 hamä 30, 56 mudd 72
balät 24 handaq 31 mustiqä 73
barrakän 24 hannäka 37
burg 28 harära 56 naq'a 73
butäna 28 harlf 52
qädüs 35
harmos 32
qafas 30
dabbis 43 harrär 32
qaliyya 30
dagal 43 harrüb 56
qanzar 42
dammüs 43 harwä’ 33
qasr 34
darb 43 hazäna 52
qubba 41
dlqa 17, 44 hinnä’ 21
dis 44 hirba 95 raddäna 85
djuhà 54
dukkän 60, 102 isfang 96 sakan 111
dulb 45 samar 22
karkur 36 sanifa 114
fakrüna 50 kuskus 43 saqat 112
fa’s 48 säqiya 90, 111
fawwära 47 lebda 90 saqqä’ 89
fustuq 49 Ufa 62 sa'ra 94
lima 65 safaq 38
gammit 51 satl 91
garän 54 madaqqa 68 sawt 115
garbai 52 maramma 67 selq 91
garräf 52 mardan 67 sikbäg 93
gulgulän 54 marfad 65 sutayha 100
Indice Etimologico

täbiya 101 za'ämat 112 zinbll 114


tannür 102 zahr 112 zlr 76
tumn 105 zarb 113 zubb 115
zarba 113 zubya 115
ya'qüb 58

Germanico

alnsa 62 miltia 70 snaida 48


sproh 95
flaska 60 palta 79 stakka 99
friskinga 49 streup 100
skarda 93 sultja 116
mara 69 skif 94
melm 71 slank 92 wiffa 59

Lingue Varie

esek (turco) 93 race (ingl.) 86 timpa (prerom.) 103


ruska (celt.) 88
lagoriu (prerom.) 61 ulvos (celt.) 50

Toponimi (Nomi Geografici)

Cassanita 34 Gar affu 52 Spannimu 98


Ciafaglione 37 Gérbido 52 Sparagognà 98
Strónguli 100
Muganà 72
Danavedao 43
Dragonara 45 Silipà 97 Tannavita 43
ISBN 3 76960073 8

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