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PHILOSOPHISCH-HISTORISCHE KLASSE
GERHARD ROHLFS
Supplemento ai vocabolari
siciliani
MÜNCHEN 1977
VERLAG DER BAYERISCHEN AKADEMIE DER WISSENSCHAFTEN
IN KOMMISSION BEI DER C.H.BECK’SCHEN VERLAGSBUCHHANDLUNG MÜNCHEN
:
BAYERISCHE AKADEMIE DER WISSENSCHAFTEN
PHILOSOPHISCH-HISTORISCHE KLASSE
GERHARD ROHLFS
Supplemento ai vocabolari
siciliani
MÜNCHEN 1977
Prefazione................................................................................................... 5
Abbrevazioni bibliografiche........................................................................ 7
Altre abbreviazioni .........................................................................................il
Tavola delle sigle per le località esplorate o citate....................................... 12
Sistema ortografico (Trascrizione)..................................................................15
Vocabolario siciliano.........................................................................................17
Repertorio italiano-siciliano............................................................................117
Indice etimologico...........................................................................................132
Latino.......................................................................................................... 132
Greco.......................................................................................................... 133
Francese...................................................................................................... 135
Provenzale.................................................................................................. 137
Catalano...................................................................................................... 137
Spagnolo...................................................................................................... 137
Arabo.......................................................................................................... 138
Germanico............................................................................................... 139
Lingue varie...............................................................................................139
Toponimi (Nomi geografici).................................................................... 139
Prefazione
Da quando nel lontano anno 1922 ebbi la prima occasione di recarmi in Sicilia, con
l’incarico (da parte dei professori svizzeri Jaberg e Jud) di fare una prima inchiesta per il
futuro Atlante linguistico italiano (AIS) in un comune della provincia di Catania (a Masca
lcia), lavoro che fu continuato e portato a fine per la Sicilia negli anni 1923-1928 (con
inchieste dialettali in 18 comuni), anche negli anni seguenti e più recenti e anche recentissi
mi ebbi spesso l’occasione di visitare l’isola in tutta la sua estensione.
Dato però il mio particolare interesse, portato sulle sopravvivenze dell’antico e medievale
ellenismo, fu specialmente la Sicilia orientale ed ancora con più intensa perlustrazione la
provincia di Messina, dove ho condotto le mie indagini.1
Da tante ricerche, fatte personalmente sul luogo e con preferenza in comuni appartati,
che non si trovano sulle grandi vie di comunicazione, concentrando il mio lavoro sul
linguaggio rustico dei campagnoli (flora e fauna popolare, agricoltura, utensili domestici,
costituzione del terreno, la vita dei pastori), interessanti ed importanti materiali sono
confluiti nei miei schedari.
Lasciando da parte tutto ciò che appartiene al siciliano comune (Koiné siciliana) e si
trova già raccolto nei vari vocabolari siciliani, mi sono proposto di pubblicare una specie
di Supplemento ai vocabolari siciliani, ideato principalmente come un contributo personale
al progetto del grande vocabolario generale delle parlate siciliane, da molti anni (con sede
a Catania) in corso di elaborazione e di redazione.
Seguendo questo criterio e questa scelta, il nostro Supplemento comprende :
1. Vocaboli rari o di limitata diffusione, non ancora riportati nei vocabolari siciliani.2
2. Vocaboli per i quali posso dare interessanti tipi lessicali o varianti fonetiche di una
certa importanza.
3. Vocaboli non comuni, per i quali posso stabilire con più grande precisione la loro
maggiore o minore diffusione.
4. Vocaboli che vogliono corretti o precisati nella loro giusta pronunzia.
5. Vocaboli che vogliono precisati più esattamente nel loro uso e valore.
6. Vocaboli, per i quali credo di poter dare utili indicazioni o spiegazioni sull’origine
etimologica.3
1 Ho presentato i primi risultati delle mie ricerche in due articoli: ‘Nuovi contributi al grecismo della
Sicilia nordorientale’ (Boll, del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, voi. 8, 1962, pp. 119-143),
‘Correnti e strati di romanità in Sicilia’ (ib. voi. 9, 1965, pp. 74-105). - Si veda anche il capitolo ‘Il grecismo
della Sicilia’ nel volume Scavi linguistici nella Magna Grecia (Roma 1933), nuova edizione interamente
rielaborata (Galatina 1975) pp. 91-106.
2 Nella mia scelta mi riferisco principalmente al Nuovo vocabolario siciliano - italiano di A. Traina (Pa
lermo 1868), pp. XIV + 1159, con importante supplemento (pp. 1121-1159), il piu ricco ed il più completo
fra i vocabolari siciliani moderni. Per il suo vocabolario l’autore afferma di aver fatto tesoro (v. p. V) degli
anteriori vocabolari (‘in ispecial modo del dizionario del Mortillaro’).
3 Per le etimologie mi contento generalmente di risalire all’etimo immediato (francese, piemontese, spagnolo,
catalano, ecc.), senza andare più addietro (latino, celtico, germanico). Per la voce muccaturì riporto come
etimo il catal. mocador senza menzionare la sua discendenza da un latino *muccatorium. Traggo il sic.
gaja ‘siepe viva’ dal fr. liaie senza un accenno alla sua base germanica: *haga. - Per gli elementi arabi, non
7. Vocaboli, per i quali dai dialetti continentali dell’Italia meridionale (specie della vicina
Calabria) si possono avere utili confronti che riguardano la storia e la discendenza della
parola.
Un ‘Supplemento5 orientato in questo modo e guidato da tali criteri, il quale si fonda
su inchieste personali di prima mano, condotte sempre ‘in loco5 in più di 300 comuni delle
nove province di Sicilia, mi sembra tanto più opportuno e indispensabile, in quanto la
tradizione lessicografica antica e moderna in Sicilia era principalmente e sostanzialmente
fondata sul concetto di una lingua comune, sanzionato per la pratica letteraria, la quale si
regolava sul modello palermitano; tenendo poco conto delle varietà e divergenze regionali
e locali.
Con questo giudizio mi riporto alla critica di Alberto Varvaro: ‘Una rilevante carat
teristica di questa tradizione lessicografica è la mancanza totale di vocabolari di una
località o di un sub-dialetto : segno non tanto della reale unità del dialetto siciliano quanto
della convinzione largamente diffusa che si trattasse di uno strumento unitario, consolidato
dall’ esistenza di una tradizione letteraria e di una norma, basata sull’ uso palermitano5
(Travaux de linguistique et de littérature, publiés par le Centre de Philologie et de lite
ratures romanes de l’Université de Strasbourg, XIV, 1, 1976, p. 97).*4
essendo competente in materia, mi sono rattenuto a riferirmi al giudizio di G. B. Pellegrini, Gli arabismi nelle
lingue neolatine con speciale riguardo all'Italia (Brescia 1972), dove la storia delle parole di origine araba ha
trovato una critica e esauriente illustrazione.
4 Questa secolare tradizione si nota ancora nel primo saggio di un nuovo ‘Vocabolario siciliano’, pub
blicato nel 1962 da Giorgio Piccitto (vedi in bibliografia, pag. 8): 'esso è basato su limitate indagini di
prima mano, per lo più mediante questionari, e sfrutta soprattutto i lessici precedenti’ (A. Varvaro, p. 97).
Abbreviazioni bibliografiche
A = provincia di Agrigento
a = Agrigento 1 = Licata
ar == Aragona m = Mentì
b — Bivona n = Naro (AIS 873)
cf = Castrofilippo r = Ribera
et = Casteltermini sb == San Biagio Plàtani (AIS 85 C
co = Comitini se = Sciacca
C = provincia di Catania
a = Acireale m = Mascalucta (AIS 859)
ad = Adrano mi = Mirabella
b = Bronte (AIS 837) mi = Maletto
bi = Biancavilla n = Nicolosi
c = Caltagirone p = Piedimonte Etneo
cb = Calatabiano r = Randazzo
1 = Linguaglossa sa = Sant’ Alfio
lf = Leonforte sm = S. Michele di Ganzaria (AIS 875)
K = provincia di Caltanisetta
c = Caltanisetta sc = San Cataldo
cf = Campofranco sf = Serradifalco
S = Gela v = Villalba (AIS 844)
m = Musomeli va = Vallelunga
P = Piazza Armerina
M = provincia di Messina
a = Alì b = Basico
al = Alcara li Fusi bc = Barcellona
an = Antillo bf - Bafia
br = Brolo n = Naso
c = Castroreale ni = Nizza di Sicilia
Cg = Cagnanò no = Novara (AIS 818)
cm = Castelmola P = Patti
cr = Carom'a Pi = Piraino
cu = Castellumberto r = Rometta
d = Drago ra = Raccuia
f(i) = Fiumedinisi rd = Rodi
fl = Floresta ro — Rocca Valdina
fo = Forza d’Agrò rv — Roccella Valdemone
fr == Frazzanò sa = S avoca
fu = Furci san = S. Angelo di Brolo
fv = Francavilla sap = Saponara
g Galati sd = S. Domenica Vitt.
gm = Gioiosa Marea sf = S. Fratello (AIS 817)
gs = Gualtieri Sic. si = Sinagra
i = Itala si = S. Lucia del Mela
1 = Lipari sm = S. Marco d’Al.
lb = Librizzi sp = S. Piero Patti
le — Letojanni ss == S. Salvatore di F.
li = Limina st = S. Teresa di Riva
m = Messina ste = San Teodoro
ma = Mandanici (AIS 819) stf — S. Stefano di C.
me = Melia t == Taormina
mf = Malfa ti = Tfndari
mi = Mistretta (AIS 826) to = Tortorici
mi = Milazzo tr = Tripi
mo = Montalbano u = Ucrfa
mt = Militello V = Venético
P = provincia di Palermo
b = Baucina (AIS 824) m = Montemaggiore Beisito
c = Cerda P = Palermo (AIS 803)
cl = Corleone r = Roccapalumbo
f = Ficarazzi sm = S. Mauro Castelverde
g = Gangi t = Termini Imerese
ge = Geraci Siculo V = Valledolmo
R = prov. di Ragusa
c = Chiaramente Gulfì r - Ragusa
g = Giarratana (AIS 896) se = Scicli
i = I spica V = Vittoria
m = Modica
S = prov. di Siracusa
c = Cassaro p = Palazzolo Acreide
f = Francofonte s = Siracusa
i = Lentini
T = prov. di Trapani
c = Calatafimi P1 = Pantelleria
Cg = Castellamare del Golfo s = Salemi
e = Èrice sn = Santa Ninfa
m = Marsala sp = Salaparuta
mz = Mazzara del Vallo t = Trapani
P = Paceco V = Vita (AIS 821)
Sistema ortografico
(Trascrizione)
Giacché il nostro ‘Supplemento5 è esclusivamente di carattere lessicografico, non avendo
scopi fonetici, nella trascrizione delle voci siciliane ci teniamo all’ortografia comune e
tradizionale usata nei vocabolari siciliani, corrispondente alla comune ortografia italiana.
E però necessario distinguere certi suoni speciali che nell’ ortografia tradizionale restano
di dubbio o ambiguo valore. - Esprimiamo con
d, t la pronunzia cacuminale (suono invertito),
a suono di e indistinta, come nel fr. brebis.
h fricativa velare sorda: griech. e^co, tedesco machen.
X fricativa palatale sorda: gr. xOuoi, tedesco ich.
n n velare: ital. vengo, gen. carbon.
s s sonora: tose, chiesa, fr. maison.
s fricativa prepalatale sorda: ital. sciame, sic. festa, ted. stark.
z affricata sonora: ital. zelo.
z fricativa prepalatale sonora : tose, stagione, fr. journal.
<u o
fö
Qi
A
arlcchia (M li) voce per chiamare il maiale ; asca (Traina, C m), pasca (M r) f. scheggia
v. iriccd. di legno; cfr. cal. (CS) asca, (RC)
arivulu (M mi) m. agrifoglio; cfr. cal. (CS) àschia id. — Da * ascia <C assula.
agrivulu id. solo in una piccola zona, ascédiri ‘odiare’ v. scèdiri.
dove si notano immigrazioni dalla asciar! ‘trovare’ v. ayxari.
Provenza: ant. prov. agrefol, mod. aspiredda (M u), aspuredda (M b),
agrèu id. spiredda (M si), sparedda (M fi) f. specie
armacia (M a, c, r, si, sm, t) f. muro a di cicoria dalle foglie ruvide; cfr. cal.
secco; cfr. cal. (RC) armacia, bov. asprdjina id. [‘asprella’].
armacia id. = gr. èppocxla ‘muro a assammarari (Biundi, A sb K v P b R g)
secco’; cfr. a. 1218 in un dipi, messinese a. ammollare i panni per il bucato; cfr.
èxeccrs àpgaxia (Cusa I, 342) ; v. NC no 4 cal. assammarare id. Da ar. samar
arnisca ‘giovane pecora’ v. rinisca. ‘latte assai adacquato’?
arómulu v. agromu. assubbaglari (Scobar) ‘subtondere’, as-
arpa (M c, fu, ma) f. grande uccello di subbagghiari (Traina) ‘tosare’: corri
rapina; cfr. arpazza (M cm, rv, tr) f. sponde al cal. subbegliare, subbegghiare,
specie di falco; cfr. salern. lue. abr. sumbegliare ‘tosare le plecore nella parte
arpons ‘falco’ o nibbio. - Da gr. ant. posteriore (intorno alla coda)’, irp.
Kp7T7) ‘uccello di rapina (LGr 58); cfr. subbuglid id. Sembra nato da un in
sic. arpèglia, arpégghia ‘sorta di falco’ <C crocio di *subiliare con vellus ; v.
catal. arpella ‘avvoltoio’ (Varvaro, Cat. subbagghiari.
i°3)- atrigna (Pasqualino, Traina), frigna (M
arraffu v. raffu. mi) f., atrignu (R g) m. frutto del pruno
arragatatu (A n K v), arralìatatu (A sb) selvatico; cfr. cal. (CS, CZ) frigna, lue.
ag. roco; v. abbrafatu, brafatu. camp. pugl. frigna id. (AIS, c. 603) da
arrificari v. rificari. *atrinea ‘prugna nericcia’,
arriscédiri v. riscédiri. attugghiari ‘solleticare’ v. gattugghiari.
arricintari v. ricintari. aùgghia ‘ago’ v. agügghia.
arrunfari v. runfari. aùmmiru in zona di Noto (Pitré 12) m.
- aru, suffisso usato in alcune zone del corbezzolo; cfr. ant. sic. (Scobar) agü-
messinese per distinguere l’albero dal mara id., cal. (CS) acummaru id. <gr.
suo frutto : (M fo, li, r, t) pìraru ‘pero’, toc xópapoc ‘le corbezzole’; v. cucùm-
pumaru ‘melo’, (Mt) pissicaru ‘pesco’, muru.
(M ma) sammucaru ‘sambuco’, a Fran auriuolu ‘rigogolo’ v. riolu.
cavilla di Sicilia piraru, aranciaru avanteri (sicil. comune) av. ier l’altro; cfr.
(Tropea 148). Desinenza trasferita spesso cal. (CZ RC) avantieri e avanteri, gen.
anche ad altre piante: (M ma) umbraru avantèi, frane, avant-hier. Senza dubbio
‘olmo’, babbascaru ‘verbasco’; v. GrI d’origine galloromanza; v. Corr. no 44. -
§ 1072 e v. anche -ara, -era. Cfr. ancora avantirazzu (Pp) il giorno
asata || jonrì - (M r), sata (M rd) f. ultimo prima di ier l’altro.
giorno di carnevale; cfr. cal. auzata, avanzidajeri (C b, m M, u), -tajeri (M ma)
alzata, azata ‘ultimo giorno di carne av. ier l’altro; v. AIS c. 350.
vale’ = ‘alzata’ (si leva la carne) ; v. àvera || c'dvera lampu (M mo) che ti
carnilivari. uccida un lampo!, c'dvera tanti guai
(M bo) che tu possa avere tanti guai! innovazione del latino volgare nel basso
[lat. habueras ?]. Mediterraneo. - Invece di vedere nel
avirì ‘avere5 per indicare un possesso o uno sicil. aviri un arcaismo latino (stranis
stato, aspetto o situazione, usato per sima opposizione alle allre regioni), lo
tutta la Sicilia, d’accordo con la Calabria dobbiamo attribuire piuttosto ad una
grecanica (CZ, RC), in assoluta oppo penetrazione sotto influssi dalla Gallo-
sizione alle altre regioni del Mezzo romania: fenomeno di neoromanizza
giorno, dove non si usa altro che il verbo zione.
tenere; vgl. cal. (CS) tiegnu fame, nap. avita ‘vassoio5 v. gdvita.
teng5 a fr'evo ‘ho la febbre5, salent. aviu ‘rigogolo5 v. gaju.
tegnu do frati ‘ho due fratelli5 ; cfr. avruca ‘tamerice5 v. bruca.
spagn. tengo dos hermanos, port, tenho aziara (M ss) f. gigaro ; v. anzaru.
fome ‘ho fame5, sard, tengiu sa galien- azzlddica (Traina) f. abrotano; ziddica
tura ‘ho la febbre5. Si tratta qui di una (M n) millefoglio; v. scéddica.
cadera ant. sic. (Scobar) f. seggia. Certa neogr. ytxAtmuSa id. (LGr 101); v. carra
mente uno spagnolismo; cfr. arag. ca- zitula.
diera, catal. cadira, ma anche ant. prov. caléncia ‘erica’ v. jalència.
cadiera id. <C cathedra; v. cera. calia (Biundi), cària (M mo) f. sg. ceci
cafagna v. cavagna. abbrustoliti, ciciri caliati (E c) id., calia-
cafaredda (M stf) f. smilace, salsapariglia, turi (M ma) luogo dove si seccano i fichi ;
cäfaru (Gioeni), in zona etnea cdfuru (Pel cfr. cal. càlia ‘ceci abbrustoliti’, calzari
legrini 253) ‘vuoto dentro’, ‘tarlato’, ‘abbrustolire’. Da ar. qaliyya ‘ciò che è
‘cariato’; cfr. cal. càfaru ‘vuoto dentro’, abbrustolito’; v. Pellegrini 202, LGr 198.
‘fracido’, ‘morbido’, bov. càfero ‘fragile’, caliari (Biundi) a. abbrustolire; v. càlia.
‘floscio’. Probabile un’ origine araba: caliaturi (M r, ro) m. terreno esposto al
hafr ‘fossa’, ‘luogo scavato’ (così già sole; v. càlia.
Gioeni 64); v. LGr 229 e Pellegrini cama (K m, v), carnata (E c) f. detrito di
254. paglia sull’aia; carni (T v), Rama (A n,
cafesa (Traina, M mi) f. ponte assai rustico sb) f. fango nelle strade ; cfr. ancora ovu
di legno, da ar. qafas ‘gabbia’; v. aRRamatu ‘uovo guasto’, càmia (Traina)
Wagner, ZRPh 52, 1932, p. 664, accet puzzo di terra fangosa, Rama (T pi)
tato da Pellegrini 254. terriccio limaccioso. Da ar. hamä ‘fan
cafuddari (Biundi, P p Tv) a. battere, go’; v. Pellegrini 255. - Alla stessa ori
percuotere, bastonare; (Biundi), gallo gine va forse anche laz. cama, abr. pugl.
sic. cafuddè ‘stivare’. Sembra comp. con cama ‘pula di grano’. - Vedi ancora
sic. fuddari ‘pigiare’, ‘stivare’; v. LGr Rama.
221. camarrunara (A n), carramunara (M b),
cafuriatu (C 1) ag. incavato ; v. càfaru. maccarunara (M b) f. euforbia arborea;
càggia ‘gabbia’ v. gaggia. v. camarruni.
caggitani (M t) pi. abitanti di Kaggi. camarruni (An P b Tv), cambarruni (M
cagnanutani (M n) pi. abitanti di Cagnanò. mo), cammaruni o carramuni (C b),
cairedda (Roccella, E a) f. sedia; v. ca carramuni (Cm Me, fi, g) m. euforbia
dera. arborea (AIS, c. 631); cfr. bov. cammàri
càjula (Vinci, Traina) f. copricapo delle n. id., cammarunia ‘grossa pianta di
donne; (M sp) velo che copre gli inte Euphorbia dendroides’, cal. cammaruni
stini del maiale; cfr. cal. (CS) càjula cambaruni id. Da gr. ant. (dorico di
‘cuffia dei neonati’. Magna Graecia) xàppapov ‘nome di una
calandreddu (M si, tr) m. verbasco, tasso pianta velenosa’ (LGr 204) ; v. macarru-
barbasso. ni, mascarruni.
calaraci (M r) f. specie di zecca che si camiari (Vinci) a. attirare i pesci con bru
attacca agli ovini; cfr. cal. (CZ, RC) meggio, cioè cibo sparso in mare; cfr.
caradacì id.; v. LGr 215. sic. camiari (Traina) scaldar il forno ; v.
calazita (M a, fr, n), calazina (M c, g), famiari, camiu.
caranzitula (M cm), farazitula (M ma), camiatu (M stf) m. brumeggio, cibo sparso
carrazitula (M an, fo, me), catazifula in mare per attirare i pesci; v. camiari,
(M si) f. specie di cicoria selvatica : corri camiu.
sponde al bov. galazzida, cal. (RC) gala camiu (Vinci, M rii) m. brumeggio; cfr.
zita, gaddazzida id. < gr. yocAonm?, cal. (RC) camin id. ; v. camiari.
cammarasala 'geco’ v. manciacasali. cannaritula (T p) f. pipistrello : è corruz.
campa (Traina, AIS) f. bruco; cfr. bov. di taddaritula.
camba, cal. campa, camba, cappa, nap. cannavusci v. carnabusci.
camba, tar. camba ecc. id. (AIS, c. 481). cannici (M fo) m. fiore dell’ampelodesmo;
Da gr. ant. xtxpjtT) id., v. LGr 205. cfr. cal. (RC) cannici 'fusto dell’ampelo-
càmula (Traina, M an, fo, u), gallosic. desmo’ : gr. *xocvv[xiov 'piccola canna’,
cdmula (Roccella 70), cämmura (C r), cannile ddara (M fv) f., cannuliddaru (M f)
cdmura (M mo) f. tarlo, tarma, tignuola ; m. asfodelo.
cfr. cal. mer. càmula id., lue. (zona di cannitari (M 1) pi. abitanti di Canneto,
Maratea) cdmula. Corrisponde al piem. cantrubbulu v. cardùbbulu.
cdmula, lig. cdmura, engad. chambla id. canusa || crapa - (M b, r) f. capra di manto
- In Sicilia non è un antico latinismo : color cenere; cfr. ital. canuto.
camurus 'curvo’ (?) secondo Alessio canzu (Traina) m. lato, parte, canto; (A et)
39. Ma appartiene all’apporto gallo canzu (Pitré 276) posto; cfr. irp. canzo
italico (di antico sostrato); v. Corr. no 77 'luogo’, 'rifugio’, 'occasione’, salent. dari
e FEW II, 163. lu canzu 'dare l’opportunità’ ; v. LGr 207.
cannisela v. carnabusci. capitinia (Biundi, T v), caputinula (M li,
caneeddu (T v) m. specie di corbello; can- to), caputinila (C m), caputindara (M
cieddu (M mi), canceddu (A n) specie di mo) f. fusaiolo superiore del fuso; cfr.
attrezzo per i trasporti a basto, cal. caputinula id.
cànchiri (C m, n), cdncari (Biundi) pi. car càpria (Gioeni 90) f. ordegno da sollevare
dini primitivi di porta ; cfr. cal. cdncari id. oggetti ponderosi; cfr. cal. crdpia, nap. e
cànciddu (M an, fo, li, me, u), cdncillu (M salent. crdpia 'argano per sollevare
r, ro, sp), cdncalu (M no) m. cancello pesi’. In Sicilia non è un antico latinis
rustico di un giardino o di un fondo : mo : capre a ‘capra selvatica’ (Alessio
corrisponde al bov. canceddo, cal. (RC) 41), ma è un prestito dal catal. o spagn.
cdnciddu, (CZ) càncinu. Dal gr. ant. cdbria id.
xàyxsXXov (in papiri sec. II), mutuato dal capritani (M n) pi. abitanti di Caprileone.
lat. cancellum. capudurlandoti (M n) pi. abitanti di Capo
canfuredda (M fr, n, u) ,canfurella (M sp), d’Orlando.
canfuredda (M fr, sm), canfulidda (M g) capulota (M sf) f. v. capitinia.
f. millefoglio, achillea; cfr. cal. (RC) caputria (M cm, st, t), cutrupia (M an) f.
campuredda id., ital. canforata pianta, specie di salvia, Phlomis fruticosa. Co-
artemisia : 'che contiene canfora’, risponde al bov. capituria, cal. (RC)
canfuriddara (M si) f. millefoglio ; v. con- capituria e capitunia id.; v. NC no 9 e
furedda. LGr 211.
canna (M ro) f. acanto (pianta) ; v. arcanna. caputu (M sm) m. grillotalpa,
cannaci (M a, an, li) m. fossa che si fa per capuzzulina (E c) f. rosa delle macchie,
piantare; cfr. cal. (RC) candaci id., bov. caracéfalu ‘averla’ v. carracéfalu.
Handaci 'fossetto’, 'solco profondo’. Da carajinia (M mo) f. cattiva generazione;
neogr. y_ix'j8ó.y.l id., d’origine araba : cfr. sic.jinia, cal. jinia, bov.jenia ‘razza’
hand a q 'fosso5, voce che si continua a (gr. ysveà) e cal. (RC) malajanìa 'cattiva
Pantelleria cannacu 'fossato’, 'fenditura ; razza’, v. LGr 105 e v. jinia.
v. LGr 558, Pellegrini 257. caramma (Gioeni) f. fessura; cfr. cal. ha-
ramba, caramba, garamma id. <C gr. carànnuli (M r) pi. i dodici giorni che
Xapocyji.a (LGr 559). precedono la notte di Natale; cfr. cal.
caramüscia || ficu — (M r) f. fico non an calénnule id. : da essi il popolo deduce un
cora maturo, pronostico per i mesi dell’anno che viene.
caramüsciu v. carmüciu. carera (Traina, C sm T v), in Sicilia cen
carannilitu (E cn) m. euforbia, trale garera (AIS, c. 1515), fiarera (M u),
caranzitula v. calazita. sciarera (M fr), %arera (M ss), ant. sic.
carapinula f. 'conchiglia di mare’, 'Pinna (Scobar) liarera f. donna che tesse; cfr.
nobilis’ (Pitré); cfr. cal. granapinula, cal. (RC) liarera ‘tessitrice’ e Careri
anapinula, carrapinula id. In Sicilia (dial. H'areri) villaggio in RC, cioè
anche lanapinula, salent. lanapenna ‘i tessitori’. Da ar. barrar ‘tessitore di
'bisso della pinna nobile’ (LGr 403). Da seta’; v. LGr 560, Pellegrini 134.
lana pinina (DEI, 2159). carminasali (a Montemaggiore) tarantola,
carapudda (M n, sm) f. lodola cappelluta, Emidoctilus vermiculatus (Pitré 22),
caraséntulu ‘lombrico’ v. casèntaru. carminasala (K v P c) geco; v. mancia-
carbu 'cavità’ v. garbu. casali.
carcàcia (M al) f. chiocciola, carmüciu (Traina, T v), caramuciu (Traina),
carcaciuni (M al) m. lumaca, carmüsciu (M fr, mi, n, u), cramüsciu
carcatizzu (M bf, rd), caccatizzu (M r) m. (M li), caramüsciu (Ma ,mo, r), cala-
pianta delle graminacee, müsciu (M sp), gramusciu (A a, sb K v
carcavecchia (Traina) f. babau, mangia Pr), carramüsciulu (M an), ant. sic.
bambini, mostro nominato per far (Scobar) haramuxu m. coniglio giovane
paura ai bambini; (Pitré) essere sopra o neonato. Corrisponde al cal. (RC)
nnaturale, brutto ma benefico; cacca caramüscia 'ragazzo poco rigoglioso’,
vecchia (M mo) donna brutta. Nome ant. it. caramogio 'nano di corte’. Forse
importato dalla Galloromania : piem. dal pers. (attraverso all’ ar.) harmos
calcavegia = prov. caucovielho, fr. dial. ‘grosso topo o ratto’; v. DEI 752 e
chauche-vieille ‘cauchemar’ : 'calca Pellegrini 198.
vecchia’ (fata o strega); v. AIS c. 812, carnabusci (Gioeni 75) frutto del Lotus
FEW II, 64, Gioeni 74. edulis, carnabüsciu (M to), carra-
cardacla (Biundi) f. dolore, affanno; cfr. vüsciu (M li), cannavüsci (M 1), camus-
bov. e cal. cardacla id. ; sic. (M r) car- cia (M st, t) specie di trifoglio selvatico.
dacia seccatura <f *xocp Soodot (xap SiaXy la) Corrisponde al bov. carravucia 'loto
‘cardialgia’; v. LGr 214. cornicolato’ e bov. carravüci, cal. (RC)
cardaclcchiu (M g), quaddarlcchiu (M to) carravüci, cannavüci 'il suo frutto’.
m. scricciolo; cfr. cal. (CZ, RC) caridaci Voce certamente d’origine greca. Lascia
id., da gr. xapuSobaov 'piccola noce’ pensare ad un confronto con neogr.
(LGr 218). yapya^oüXi ‘loto cornicolato’; v. NC no
cardubbulu (Traina, P b), gardübbulu 7, LGr 216 e v. carrabüscia.
Traina), caradübbulu (R g, r), caratüb- carnaggiu (Biundi, Traina) m. ciò ehe i
bulu (T v), cantrubbulu (C sm), cattüb- fittajuoli danno ai padroni al di là del
bulu (A sb T v) m. calabrone canone. Da norm, carnage; v. Jost 45.
carénnuli di Natali (Pitré 22, M ma), carnilivari (Traina, C m E c K v), canna-
carénduli (M fo, r), cariénnili (R r), luvari (M ma), carrivali (E et), callivari
(M mi) m. carnevale; v. AIS, c. 774; carramuni v. camarruni.
cfr. cal. carnelevare id. : csi leva la carne’ ; carrancu (M b, mo, n, u) m. luogo sco
v. asata. sceso, burrone, dirupo. Voce dell’ antico
carpiari (M g, to, tr) a. calpestare. sostrato; cfr. cal. (CZ, RC) varrancu,
carpinaru : cappinaru (M a) m. carpine. (RC) farrancu, spagn. barranco, catal.
carpita (Biundi, E c K v) f. coperta rustica barrane, fr. mer. barrane ‘burrone’; v.
spesso fatta di pezzi vecchi; cfr. bov. LGr 536, FEW II, 56, DEC I, 409 e v.
carpita, cal. (RC) carpita id., neogr. varrancu.
xap7tsT<x 'specie di tappeto’, ingl. car carrazitula (M an), carracitula (M tr) f.
pet ‘tappeto’. Identico al ven. carpeta, specie di cicoria selvatica; v. calazita.
ant. it. carpita ‘stoffa di lana per tappeti carrazzu (C b M fr) m. palo per le viti’;
e coperte’; v. LGr 216, FEW, II, 407, cfr. cil. carrazzu, lomb. cards, ant. piem.
DEI 779. carracia, lig. caraza (AIS, c. 1307) id.
carrabedda (A sb) f. scricciolo; carra- Da characium, latinizzato da gr.
bedda (Kt) beccamoschino (Giglioli 210); /apaxtov ‘piccolo palo’; v. LGr 560.
cfr. sic. carrabbedda ‘piccola caraffa’. carrüggiu (M a, an, cm, n, r) m. ruscello,
carrabüscia (M b, c, tr) f. baccello tenero piccolo corso d’acqua; carrüggiu (M b,
di legumi; cfr. cal. (RC) carravüci o sp), carrügghiu (R r) getto d’acqua vio
carnavuci id. Sembra identico a carna lento; (M tr) fontana ; carrüggiu (Traina)
busci ‘specie di trifoglio selvatico’; v. ‘rotaia’; Isole Eoi. carrüggiu ‘gola fra
carnabusci. rupi a picco’; (C sm) ‘vicolo’. Termine
carracéfalu (M fo, sm, tr), carracéfaru (M settentrionale, cfr. lig. e piem. mer.
mo), carragéfulu (M mi), caracèfalu carügiu ‘vicolo’ (AIS, c. 843).
(M b, c, g), caracèfulu (M ma), canna- carusu (sic. com.) m. ragazzo; cfr. sic.
céfalu (M an), scarracéfalu (M fu), e lece, carusa ‘ragazza’, nap. carusa ‘to
carnacéfulu (M t), jadducéfuru (M n), sato’, roman, caruso ‘testa tosata’, cal.
gadducèfiru (M u) m. averla, Lanius carusa ‘tosatura’. - Non da lat. cario-
minor o Lanius rufus ; cfr. cal. (CZ, RC) sus ‘cariato’ >> ‘tignoso’ (DEI, 787).
carracéfalu-, caracèfalu, garracéfulu id. Ma tratto dal verbo carusarì ‘tosare’
L’uccello ha preso altrove il nome dalla (sic. cal. pugl.) <f gr. *xoupdc^co ‘tosare’,
testa grossa, cfr. testagrossa (sic.), capi latinizzato (per influsso di ^tosare)
grosso (Isola del Giglio), testazza (sic.), in*carosare.- Per lo sviluppo seman
in Grecia XS9aXa? cioè ‘testone’. È chiaro tico, cfr. prov. lomb. tosa ‘ragazza’ <!
dunque che si tratta di un compos, con tonsa ; v. LGr, 268.
xscpaXf) testa; cfr. psYaAoxsoaXoc, ptxpox- carvana (Biundi, Traina) f. ricino < ar.
é<paXo? - Nel primo elemento si può vedere harwa' id., v. Wagner, ZRPh 52, 668,
un onomatopeico karak, cfr. neogr. Pellegrini 256, DEI 787.
(Corfù) xapaxaXo? ‘averla’; v. NC no 10 carvanu (Traina, M g T e), carbanu (M n)
e LGr 213. ag. rozzo, grossolano, rustico; castagna
carragiäu (M stf R i), carraggiài (Traina), carvana (M fr) sorta di piccola castagna,
carraggianu (M b, tr), carrancanu (M piattu carvanu (M fr) piatto rustico,
rv, v) m. ghiandaia marina; cfr. cal. (C sa) trujaca carvana ‘sorta di fagiolo’.
(RC) carraggiàu id. — D’origine ono Da gr. xapßavo? ‘straniero’; v. LGr
matopeica; cfr. ma.lt. farrugg id. 214.
casaloti (M u) pi. abianti di Floresta (già all’ ant. fr. chasne (oggi chine) ‘quercia5
Casali). < celt, cassanu (FEW, II, 459). Ma ha
casaluvicchioti (M fo, t) pi. abitanti di dovuto esistere una volta anche in certe
Casalvecchio. zone del Piemonte, dove si trovano an
casarinuvoti (M mo) pi. abitanti di Basico cora i toponimi Casneda, Casne, Casneda,
(già Casalinovi). cfr. Cassanita ctr. in zona di Roccella
casarotani (C r) pi. gente di Floresta (pop. Valdemone (mess.); v. Corr. no 62.
Casali). càssaru (M c), cdssiru (M bf), carsu (M b),
casärriu (M rd, sa), catarru (Pitré 23, M i), cassu (M li, rv, si, to) m. parte del mu
cafarru (M fr) m. quarta muta del baco lino dove sbocca l’acqua, da ar. qasr
da seta; cfr. cal. (RC) casàrriu, casarru, ‘fortezza5.
cafarru, bov. canàrio id., da gr. xaFàpio? càssita (Traina, Biundi, E c, et), càscita
‘puro5; v. NC, no 11. (M f) f. cassa del telaio ; cfr. cal. cassida,
càscitu (M an, li) m. cassa del telaio; v. (RC) cdscita id. <C lat. tard. capsis
càssita. ‘cassa5, in Plauto càssida; v. LGr 230.
casciuni (Biundi, AIS c. 895) m. cassetto castagnara (M a, i, li) f. castagno,
di tavola. Da influssi settentrionali, dove castagnera (M al, cg, sm, u) f. castagno,
la desinenza ha valore diminutivo; cfr. castanoti (M a) pi. abitanti di Castanéa
prov. casson ‘piccola cassa5, ant. norm. delle Furie.
casson ‘tiretto5 (FEW, II, 311). castriciani (M c) pi. abitanti di Castroreale,
casena v. gaèéana. casümmulu (M fr, n) m. sorta chi mela
caséntaru (M mi), caséntulu (Mb, c, fl, ro), piccola.
casénturu (M fo, stf), casentru (Rg), cata II pedi cata pedi (Pg) piede a piede,
caraséntulu (M cm, t), crasèntulu (A sb) unu cata unu (Pg) uno ad uno, muru
m. lombrico; cfr. cal. (CS, CZ) caséntaru cata muru (Pg) lungo il muro, casa cata
e cacéntaru, (RC) caséntulu e casèntula, casa (M u) casa per casa; cfr. cal. lue.
lue. casendru, cil. casèndaru id. Antica irp. abr. pede cata pede, lece, pete cata
voce della Magna Grecia : dor. *ya? pete < gr. xaxdc; v. LGr 221.
evxepov = frf, evxepov id.; v. LGr 107; v. catafórchiu (M fv, u), catafurcu (Mtr),
quaséntulu. cafürchiu (M fo), cavórchiu (Vinci) m.
casèntula (Biundi, M r, v), craséntula (Pr) buca, burrone; cfr. cal. (RC) catafórchiu
f. lombrico; v. caséntaru. id.
caspu (Es Mmo), caspu (M mi), gaspu cataminari (Traina, A sb K v), cataminiari
(Biundi), gallosic. casp (Roccella 77) (R r) rfl. muoversi, cataminari (Traina)
m. mucchio di vinaccia sotto il torchio. rfl. tardare, indugiare a posta. Da gr.
Corrisponde all’ ant. piem. (latinizzato) xaxà e minari ‘agitare5,
caspium de uva negli Statuti di Vercelli, catamiari (Traina, Biundi, M n, to) rfl.
piem. mod. caspi id. (Nigra, Saggio less. muoversi, agitarsi; (T e) rfl. rimandare
39), astur. caspia ‘vinaccia di mele5. Voce da un giorno all’altro; v. cataminari.
preromana. In Sicilia certamente d’ori cataminu (Biundi), a cataminu (Traina)
gine galloitaliana; v. Corr. no 87, DEC av. di tempo in tempo, da gr. xaxà pyjva
I, 719. ‘secondo il mese5 ; cfr. bov. i catamini =
cassami (C b M g, mo, rv, sp), cässinu (M cal. (CZ, RC) i catamisi ‘i giorni dal
b, n, to, tr, u) m. querciuola. Corrisponde 13 al 24 dicembre che servono da pro-
nostico per i dodici mesi dell’anno che salent. cattia ,sard. sett, battia f. vedova
segue. <( cap ti va ‘prigioniera reclusa in casa’
catanannu (A n K v M n, rd) n. bisnonno, (non compariva in pubblico); v. Bull. I,
cfr. cal. catanànnu id. ; (K v) cataniputi 315*
‘nipotini lontani’, lue. cataparienti ‘pa cattugghiari ‘solleticare’ v. gattigghiari.
renti di grado non prossimo’, cal. (RC) catusu (Biundi, Traina) m. doccione, con
òrfani e catórfanì ‘orfani e orfanelli’; v. dotto di acque; cfr. cal. catusu id., da ar.
LGr 221. qädüs (= gr. xàSo?) id., v. Pellegrini
catapanu (Biundi, Traina) m. magistrato 257.
del Comune addetto al buon ordine del cavagna (Biundi, A n E e M ma, t K v),
mercato; cfr. cal. (RC) catapanu id., da cafagna (Pb) f. fiscella per riporvi ricotta.
gr. ó '/.ar’ ènàvw ‘ufficiale superiore’ È voce venuta dal galloitaliano : cfr. gal
(LGr 224). Con senso traslato sic. losic. cavagn ‘corbello’ (Roccella 79), lig.
catapanu (M n) uomo grosso e grosso e piem. cavagna e cavagnu ‘paniere’ (AI S,
lano, (M g) uomo lento a muoversi. c. 1489), prov. cavagn <C *cavaneum
catapezzu (Biundi) m. uomo disutile; cfr. (FEW, II, 547)-
cal. catapiezzu ‘uomo grosso’, ‘uomo cavagnola (M gm) f. sorta di pesce, leccia,
furbo e maligno’. cavazza (M bc, fu) f. gabbiano; cfr. cal.
catapózzulu (M u) m. catapuzza, sp. di cavassa ‘gabbiano reale’, sic. gaipazzu
euforbia. ‘gabbiano’.
catarinedda (P b T v) f. coccinella; cfr. cavazzuni (M gm) m. gabbiano,
cal. (CZ, RC) catarinedda id. - Da una cavórchiu v. catafórchiu.
frottola dei bambini : ‘Catarina, vola cazena (Traina) f. cesso; v. gaééana.
vola . . .’; v. boia-boia. cazzavéntulu ‘gheppio’ v. cacciaventu.
catarru ‘quarta muta del baco da seta’; v. cazzica-véntulu (E cn) m. gheppio ; v.
casàrriu. cacciaventu.
catàscia (Biundi, Traina, Mfr) f. bozzima; cazzuneddu (M b, r, rd, si, tr), cazzuni (M
cfr. cat. (RC) catasciu, sardo cadassu r, tr) m. grillotalpa; cfr. cal. (CS, CZ)
prov. cadais, fr. chas id. (FEW, II, 492); cazzune ‘minchione’.
v. catascìari. cazzuni (M br, fu, gm) m. gattuccio, sorta
catasciari (Traina), ncatasciari (Traina) a. di pesce.
imbozzimare l’ordito della tela; cfr. cal. cchiü (M bf, n, to), chióu (M cm) m. assiolo ;
(RC) catasciari, sardo cadassare, inca- cfr. cal. chiù ‘voce dell’ assiolo’,
dassare, prov. chadeissd, fr. chàsser id. — cèddaru (M an, fu), cèddaru (M mo, r),
Trae l’origine da *catapsare (FEW, céddiru (M lb, r), acèddiru (M fr) m.
II, 492) o *cataxare (LGr, 224). cavicchio traversale dell’aspo; céddiru
catoju (M mi, r T v), catuoju (E c), catói (M li, r) corno di animale; cfr. cal. (RC
(Biundi) m. stanza buia o magazzino a e CZ) cèddaru o cèjaru id. (nei due
pianterreno; cfr. bov. catoji, cal. catoju significati). - Citiamo ancora sic. (Vinci)
ant. nap. catoiu id., da gr. xarwysiov ‘De muliere quae viro suo fidem frangit
‘vano sotterraneo’. dicimus ci fici li ceddarP. — Forse dal
f catreca (M u) f. sedia; cfr. piem. cadrega, sostrato preellenico; v. NC no 12.
gen. carega id. céfiru (M c), cifiru (M ma, rd), cèficu (Sp)
cattiva (per tutta la Sicilia e Calabria), m. fuco, maschio di ape; cfr. cal. (RC)
cèfanu, bov. cèfeno id., da gr. ant. X7)<pv)v, carne5 (pianca). Con desinenza gallo
gr. mod. dial, xyjcpaxat; id. (NC, no 15). romanica (fr. -ier).
centunervi (Biundi, A sp M mi Pb), cen- chiarchiaru (Traina, A n, sb E c K v P b)
tunerbi (M ma), centunerbu (M p) m. m. frana di pietre, petraia, zona sassosa.
piantaggine. Latinizzato da base greca; Certamente d’origine araba; cfr. ar.
cfr. cal. (RC) pentinervu, (CZ) pinti- karkur ‘mucchio di pietre5; v. Pelle
niervu, bov. pendenevri id. = gr. grini 257.
TtevTocvEupiov, neogr. (Scarpanto) tcvtoc- chiaru (M an, li, mo, r), ghiaru (M an.
veépCid., cioè ‘cinque nervi5; v. LGr ma) m. quarta spoglia del baco da seta,
393- Sembra un calco linguistico sul mess.
centimulu v. cintimulu. casdrriu id. <f xa-D-àpio^ ‘puro5,
centuruppa (M sm) m. equiseto [‘cento chiàsima (Traina), ghiasima (Pitré) f.
nodi5]. ruggine delle biade; cfr. cal. (CS)
cera (Traina) f. aspetto di faccia, sembi jasima, (RC) jèsima ‘brina gelata5,
anza, volto; cfr. cal. (CS, CZ, RC) cera chiatru (Traina, AIS, c. 381) m. ghiaccio;
‘viso5, ‘volto5; sic. (Pasqualino) ncera ‘di cfr. cal. (CS, CZ) chiatru, nap. lue.
fronte5. Da ant. fr. chiere (chere) ‘viso5, chiatra id., da clatrum ‘inferriata5.
introdotto dai Normanni; v. Jost 34. Voce affine è salent. chitru, citru, bar.
cera (chera) ant. sic. (Scobar), ciera chjitra ‘ghiaccio5 da clitrum <f gr.
(Traina, Pasqualino, Biundi) f. sedia; xXsitì-pov ‘serratura5 ; v. LGr 244. - Per il
cfr. ant. it. ciaiera. Da ant. fr. chaiere trapasso semantico, cfr. nel Lazio
(cathedra) ;v. cadera, ciaéra. peschiu ‘ghiaccio5 da pessulum ‘chia
cérfidu v. gerbu. vistello5; v.jetru.
cerniventu (E e) m. gheppio; v. caccia chicari (Traina) = kjikari, chjicari (Mtr),
ventu. chjigari (M mo, tr), ghicari (Biundi) n.
cersu (M fu, m, ma, r), cessu (M a, f) ag. arrivare; cfr. cal. (CZ, RC) chjicari id.
incolto, non coltivato; cfr. bov. perciò, Corrisponde allo spagn. llegar, port.
cal. (RC) %ersu e jersu, (CS) jiersu id. -< chegar id. - Da lat. tard. plicare, p. es.
gr. xépoo? id. (Peregr. Eger.) sic denuo plicavimus nos
cerviola (M stf) f. sorta di pesce, leccia, ad mare. Per il trapasso semantico, v.
cessavoi (Traina) m. cartamo; cessabó Corominas, DEC III, 162; v. agghijari.
(M to), cessavói (M al, rv) bonaga, Ono chicchiri d du (M fo, sa), -illu (M sp) m.
nis spinosa; cfr. cal. (CZ, RC) cessavói vertice, cima, parte piu alta ; cfr. chirchi-
‘bonaga5 : ‘scansa il bue5; v. restavoi. riddu (Vinci) id.
checcu (Vinci, Biundi, Traina) ag. balbu chichiriddu (M lo, to), crichiriddu (M b)
ziente, tartaglione; chicch'iari (Traina, m. gheriglio di noce; cfr. cal. chichiridu
AIS c. 194), gallosic. chicchje (AIS) tar (RC) id. — D’origine onomatopeica :
tagliare; cfr. cal. (CS, RC) checcu id. e kikiriki voce del gallo; v. LGr 238.
(CS) chicchijd id., piem. kikijà, kek- chidda || na — (E c M m) un certo numero;
kezzà ‘tartagliare5, jè na chidda (E c) è una bella somma;
chéiri ‘aborrire5 v. scédiri. na chidda d'amici (M m), na chidda di
chiancheri (Biundi, Traina) m. macellaio; carusi alcuni ragazzi; cfr. cal. (CS) na
cfr. cal. chianchieri id. Da chianca chilla de gente, abr. na quella da ggenda
‘ceppo del macellaio dove si taglia la ‘molta gente5 [‘quella5].
chincu (Traina, M fr) m. truogolo di creta Da *flaccare <C *faculare (REW,
nel pollaio; cfr. nap. chinco, avell. 3137)-
kjinku ‘tegame da focaccia5, ciaciamita (M lb, p), ciacciamira (C b),
chippu (Traina), chjippu (M c, to), ghjippu ciagamira (M sp) f. geco, Tarentula
(M fo, r) m. omento; cfr. cal. chjippu id., mauritanica; cfr. cal. salamida id. = gr.
da *plippu <f gr. sm7tXoov id. aapapifftov (LGr, 447) ; v. zazzamita.
chirca v. cricchia. ciaéra (Vinci, Ma, mo, r) f. sedia •< ant. fr.
chirchiredda (M cr) f. specie di sparviere; chaiere = mod. fr. chaise ; v. cera.
v. cuccareddu. ciafagghiuni (Traina, Biundi), safagghiuni
chiri-chiri (A n M fl, u C b) voce con cui (Traina), cifagluni (Senisio) m. specie di
si chiamano i maiali; cfr.cal. e irp. chiri- palma nana, cefaglione, Chamaerops
chiri, lue. chira-chira id., cal. (CS) humilis. Da xscpaXcóv latinizzato; cfr.
chirillu ‘porcellino5, gr. ant. ypóXXo? pianta palmarum quam cephalonem
id. vocamus (Palladius); v. Alessio 47,
chiricuopu v. pricocu. LGr 236. Ha dato nome al monte
chirillu (C r) m. maiale; cfr. cal. (CS) chi Ciafaglione nei pressi di Agrigento,
rillu ‘maialino5 e v. chiri-chiri. cialoma v. ciloma.
chit'iari (Vinci, A sc M r) a. solleticare; cianciolu (M br, m, stf) m. sorta di rete da
mi chitiu (M r) sono sensibile al solletico ; pesca a maglie molto strette; cfr. eal.
cfr. cal. chit'iari id., chiti chiti ‘voce per (CZ, RC) cianciolu id.
indicare il solletico5, ciannacca (M b, mo, rd, si), cinnacca (M
chiumputu ‘maturo5 v. cunchiutu. fl, u), cinnaca (Traina, M to), sciannaca
chiuppu (E et), chiup (E a), gallosic. (Traina, R r), ciannaca (M li), lannaca
chiupp (Roccella 82), cchiü (C b), chiù (A n B b), sannacca (Pitré) f. catena
(Cl M to) m. assiolo; cfr. cal. (CZ) chiù e d’oro; cfr. ant. sic. (Senisio) cannaca,
chió, (CS) chiovu id. - Dalla voce dell’ (Scobar) hannaca, cal. cannacca, gan-
assiolo chiù ; v. jacobbu. nacca, fannacca, hannacca id., da ar.
chiurana ‘rana5 v. giurarla. hannäka; v. Pellegrini 164; v. fan-
ciabruni ant. sic. (Senisio) m. travicello, naca.
corrcntino su cui si pongono le tegole del ciantru (Traina, Biundi), ant. sic. (Senisio)
tetto; cfr. cal. (RC) ciavruni, ciavuruni chiantru (pron. ciantru) m. cantore, qui
id., da fr. chevron. primus dat cantum in choro, da fr.
ciaca (Traina, Biundi, P p), giaca (Traina, chantre; cfr. sic. ciantari ‘burlare5,
T v) f. ciottolo, sassolino ; ghiaca (M mi) ‘canzonare5.
pietra piatta per selciato. Corrisponde ciaramita (De Greg., C sm M ma), ciara-
al cal.praca ‘pietra larga5■< gr. 7rXàxa id. mira (T t), cialamida (M 1) f. tegolo;
(LGr, 407). ciaramiti (M f, ma P b), ciamaritì (P b)
ciacca (Biundi, Traina), jacca (E c), ciaramiri (M to), ciarambilli (M mo),
iacea (M 1) f. fenditura, fessura; v. giaramini (M fl), giammariti (A a) pi.
ciaccari. cocci di vaso o di tegolo; cfr. cal. cera-
ciaccari o sciaccari (Biundi, Traina, C sm midi, ceramili, bov. ceramidi ‘tegolo5 <C
M ma R g T v), laccari (A sb C b K v), gr. xspapuSiov id. (LGr 233).
iacea (M no) a. fendere, spaccare; cfr. ciareddu ‘capretto5 v. ciavareddu.
cal. laccari id., tose, fiaccare ‘spezzare5. ciarmari (Biundi, Traina) a. affascinare,
ammaliare; cfr. cal. ciarmare id., da fr. nautarum’. Da gr. xsXsupa ‘canto ritmico
charmer ; v. Jost 77. dei rematori di una barca’; v. Alessio
ciarmu (Biundi, Traina) m. malia, incanto, 46, DEI 937, LGr 231.
ciurmeria; da fr. charme. cilona (A n, sb M tr), cirona (M mo), ant.
ciarvuni (M to), ant. sic. chabruni — sic. chilona e chalona (AStSO, III, 262,
ciabruni (Senisio) m. corrcntino su cui si 269), cirona (M mo, rv) f. coperta di lana
pongono le tegole del tetto; cfr. (RC) ordinaria; cfr. ant. it. celone ‘coperta per
ciavuruni, ciarvuni, (CZ) cervune id., letto. Da ant. fr. chaalon id. : ha preso
da fr. chevron. il nome dalla città di Chalons ; v. FEW,
ciavareddu (Biundi, Traina), ciarvieddu II, 619.
(M 1), ciareddu (C 1, m M b, si), a. 1371 cilora (M c) f. manipolo di lino. Sarà meta
chaurellu (Boll. XII, 342), gallosic. tesi di *ciróula; v. ciróulu.
ciavarèu m. capretto (AIS, c. 1081), da cimari v. ncimari.
ant. fr. chevrel = mod. chevreau-, v. cimarra v. giummara.
Corr. no 20. cimati (mess.) pi. broccoli di cavolo (Vinci
cici (M cm), ciciu (M ss) m. carne (inf.). 70), cimiti (M cm) specie di broccoli sel
cicici (C b M t), dei (Biundi) voce con cui si vatici. Corrisponde al cal. (RC) i cimiti,
chiamano i polli. bov. ta cimata ‘broccoli selvatici’ -< gr.
cifeca (Traina) f. vino scadente o cattivo; Taxiifxaxoc ‘le cime’; v. LGr 283.
cfr. cal. cifeca ‘vino imbevibile’, ‘be clmicia ‘cimice’ d’accordo con la Calabrio
vanda mal preparata’, tose, ciofeca ‘cosa grecanica (CZ, RC) è femminile in tutta
di nessun valore’. Da ar. safaq ‘cosa la Sicilia, compreso le colonie gallo-ita
vile o di scarto’; v. Pellegrini 222. liche : éizima, limaza. In evidente contras
ciffu v. scifu. to con tutto l’altro Mezzogiorno, doveci-
cifia (Vinci, Traina), ciufia (M fo, u), mex (in latino maschile) ha conservato 1’
giufria (M ste) f. morbo degli occhi; antico genere (AIS, c. 473). Certamente
ciufria (M fr) leggiero malessere; cfr. dovuto ad una innovazione sorta nella
cal. (CZ) cifia ‘fiacchezza’. Galloromania : prov. la cimia, lig.
cifrlscula (M to) f. civetta. simiza, piem. la cimes, tose, la cimice ;
cilanca v. cinanca v. Corr. no. 25.
ciliu (Vinci 69) m. cremor ex farina in cimlgghia (Traina, C b, r) f. favilla = lig.
quem mulieres stamen infundunt ut fila semia e smuja id. (AIS, c. 926).
spissentur, ciliu (M an, fr, g), sciliu o cinanca (Traina, Biundi), cilanca (Traina),
sciuliu (M mo, r) m. specie di amido di zinanca (Pitré), sciulanca (Pitré) f. buli
farina adoperato per dar la salda ai mia, malattia che consiste in un grande
tessuti; cfr. cal. (RC) ciliu, (CZ) ciliju appetito; cfr. cal. (CS, CZ) cinanca
id., in Grecia (pelop.) ydkòc, id. ed il ‘voracità’. Vi appartiene anche gallosic.
verbo ‘inamidare’ latinizzato in c'ianca ‘estremità della coda’ (Roccella
*chylidiare ; v. Alessio in RIL, 77, p. 84); cfr. cal. (CS) zilanca, cinanca,
104 e LGr 573. (RC) zinanga, bov. zinnannga ‘ultimo
ciloma (Senisio), sciloma (Traina), cialoma filo (vertebra) che si suole estrarre dalla
(Traina) f. rumore confuso di molte per coda dei gattini e dei cagnolini per toglie
sone, grande vocio; cfr. cal. (CS) ciroma re loro la voracità’, vizio il quale nella
id., lat. tard. (glosse) celeuma ‘canticum credenza popolare ha la sua causa in un
verme o in un filo che risiede nell’estre ‘chierica’; v. Alessio, RIL 77, 647 e
mità della coda. - Trae l’origine da gr. LGr 250.
xuvày‘angina’; v. LGr, 283. cirimuli(M ra, ss), cirimmuli (M fr) pi. cic
cinciddicchiu (M g), cinciddittu (M ss) m. cioli; cfr. cirimbulu (Vinci) intestinum
mignolo. suillum sale conditum.
cinfula (M bf) f. schiaffo; v. cirèngula. cirnecu (Traina, M mo, n, to, u) m. cane
ciniari ‘nitrire’ v. sciniari. segugio; cfr. fr. charnaigre, prov. citar
cinisa (M r) f. tritume di carbone; cfr. negue ‘specie di cane da caccia’,
cal. cinesa id., spagn. ceniza ‘cenere’; v. cirnigghiu (Biundi, Traina, M mo, to),
ginisa. vaglio da grano = cal. (CZ, RC) cer-
cinóbbusu (M al) m. corbezzola, nigghiu id. - Voce importata dai dialetti
cintimulu (Traina, M si, tr), centimulu settentrionali : gen. cerneggio, piem.
(M mi), cintimbulu (M mo, r), ginti- sernéi id. = ant. prov. cernilh id. < cer-
mulu (A sb E c) m. mulino ad asino o niculum.
mulino a mano ; cfr. bov. cendómilo, cal. ciróbbisu (Traina), cirübbisu (P b) m. pro
centimulu e sim. per tutto il Mezzo poli, sostanza resinosa raccolta dalle api
giorno. Certamente da una base greca : sulle gemme delle piante per turare le
*xevró[AuXo<; < xsvtm ‘spingere’ + pàXo? fessure delle loro arnie, da gr. xtjpótcktctcx;
(?); v. LGr 232. ‘pece di cera’ (LGr 237).
ciocca ‘chioccia’ v. v. yocca. cirópiddu (M ma) m. cera grezza attaccata
ciocca (M cg) f. geco, al miele che risulta dal favo; cfr. cal.
ciranna ‘raganella’ v. giurano. (RC) cirópadu, bov. cirópuddo id. < gr.
cirasi (M b, mo, tr) pi. incotti, macchie di x7]pÓ7raoXov (LGr 42S) ?
bruciato che vengono alle gambe : ‘ci ciróulu (M r) m. manipolo di lino; cfr.
liege’ ; v. fucili. ant. mess. (Vinci) yirópula ‘lini mani-
ciraulu (Senisio), ciràvulu (C m) m. ciur pulus’, bov. yeróvolo e y/rèmulo, cal.
madore di serpenti; ciraulu (Biundi, (CZ, RC) yìróvulu e yirómulu id., da
Traina) cerretano, ciarlatano; cfr. cal. gr. yetpoßoXov ‘manata’, ‘mazzetto’
ceràulu e ceraularu ‘ciurmadore di ser (LGr 564) ; v. cilora.
penti’, ‘ciarlone’. Da gr. xepaóXn)? > lat. cirrimu (M an, li), cirrumu (M li) m. riga
ceraules ‘suonatore di tromba’; cfr. gnolo di acqua piovana; cfr. cal. (CZ,
Ciràolo cogn. in Sicilia, Ceràvolo cogn. RC) yimmaru, (RC) yimarru e yirramu,
in Calabria. bov. yimarro id., da gr. tard. appo?
cirenga (PS 48, Vinci, M fu, t)f. nome di ‘torrentello invernale’; v. NC, no 18.
pesce, sorta di cernia, cisca ‘secchio’ v. yisca.
cirenga (M r), cirèngula (M bf, rd) f. ciseri ‘ventriglio’ v. giseri.
schiaffo; v. cinfula. citarla (M to) f. canale per deviare
ciricócculu (Biundi, Gioeni) m. testa, cer l’acqua.
vello; cfr. cal. (CZ) chjiricóppulu ‘som ciuccara (M bf) f. nome popolare dato al
mità di collina’; v. ciricóccula. gruppo delle Plejadi : ‘la gallina (chioc
ciricóccula (M a), ciricóppula (M lo, n) f. cia) con i pulcini’; v. ciocca epuddara.
testa, cervello, occipite; cfr. cal. (RC) ciufia v. cifia.
chjiricózzula ‘testa’, ‘cocuzzolo’. Sembra ciuminisani (M si) pi. abitanti di Fiumedi-
compos, di cal. cócculu ‘cranio’ con nisi.
ciurana ‘raganella’ v. giurano,. córanu (M br, 1) m. sorta di pesce; cfr. cal.
duri (T v), sciura (M b, mal, mi) f. fiore; (CZ) córanu id.; cfr. lig. córano, sic.
cfr. gallosic. (M sf) la sciaur. Corrispon corinedda ‘pesce della famiglia delle
de al lig. la sciura, la sciüa, piem. la atherine’ (PS 36).
fiur, fr. la fleur. cozza (M bf, c), crozza (Traina, M r) ga-
ciurina |[ crapa - (M f, mo, to) f. capra con rozza (M to) f., carozzu (Traina) m.
una stella bianca sulla fronte : ‘fiorina’, antica misura per cereali, quarta parte
ciurru (Traina, M al, cr, rd) m. tacchino ; di un munneddu, cioè circa 4 litri; cfr.
(M al) ciurra f. tacchina; cfr. gallosic. cal. cozza id.
(M sf) ciurra id. cozzu (Biundi, Traina), cozu (Senisio) m.
ciusca ‘pula’ v. jusca. occipite, cozzu (P b) collina; cfr. cal.
ciusciari o sciusciari (Traina, sic. com.), cuozzu e cozzu ‘collina’, ‘nuca’,
'/uyjari (A sb K v), juy/ari (E c) n. sof cozzulavéntulu (E et) m. gheppio ; cfr.
fiare; cfr. cal. (C S) ju%%are, (CZ, RC) cazzavéntulu id. in zona di Catania
/uyiari id. - Per assimilazione da un (Giglioli 399); v. cacciavéntula.
anteriore *su%%are < sufflare. cracópita ‘albicocca’ v. cricopa.
cividduni (M fo, me) m. midollo dell’osso; eräeula (M g, ss) m. strofinaccio; v. crd-
v. midudduni. culu.
coccanu (Scobar) m. faretra dove stanno cràculu (M eg, u), erdeuru (M to) m. stro
le frecce. Voce arcaica oggi spenta con finaccio; cracuii (Traina, M to, u) pi.
questo significato (Trapani 174); (Trai masserizie vili, stracci; cfr. trent. cràcul
na, Gioeni) ognuno di quei bracci che ‘cacherelli’.
fanno parte della lumiera, ove si ficcano cramüsciu v. carmüciu.
le candele <f lat. mediev. cucurum, crapu (M fr) m. paglia di orzo o avena;
gr. biz. xoiSxoupov; cfr. alb. kukure, ted. cfr. cal. (CZ) crapu ‘stoppia di grano’,
köcher. bov. klapo ‘gambo dell’orzo’ ; v. LGr 242.
cóccuma (M a, m, mi) f. sorta di pesce; craséntula v. casèntula.
cfr. cal. (RC) cóccuma ‘pesce prete’ <C gr. craséntulu v. caséntaru.
xóxxu\ (LGr, 250). crassudda v. crisudda.
cóccumu (M gm, stf) m. pesce prete, crettu (Biundi, Traina) ag. screato, poco
cócula (Traina, M a, tr), f. ciottolino; cfr. sano (di bambino); cfr. cal. (CZ, RC)
cal. cócula, bov. cócula id., salent. cócula crettu gracile, magro [crepitus],
‘palla’, lomb. cógula id., v. LGr 251; v. cricopa (M a, ma), carcopa (M fo), cri-
cuculuni. cropu (C sm), cuccopa (M rd), cracópita
cóculu (M r) m. ciottolino, cfr. cal. (RC) (M li) f. albicocca.
cóculu id. ; v. cócula. cricopara (M a), cuccupara (M rd), cra-
cona (Traina, M ma) f. nicchia in un muro copitara (M li) f. albicocco,
con una sacra immagine; cfr. cal. salent. crioti v. ucrioti.
cona id. <C gr. eìxc5v ‘immagine’, cristaredda (Biundi, Traina), cristaredda
coniedu ant. sic. (Senisio) ‘commeatus’ : (P b), tistaredda (Biundi, Traina), tista-
è il fr. congé. redda (Tv) f. gheppio; cfr. cal. (CS)
cópiddu (M g), cópiu (M eg, to), cófiu cristariellu, (CZ) cristareddu, nap. cris-
(M ss) m. tarlo del grano; cópuddu tariello id. - Sembra nato dal fr. crèce-
(M si) verme del formaggio. relle ‘specie di falco’ (FEW, II, 1321).
cristaredda 'pesce’ v. custardedda. pola. Da ar. qubba; v. Pellegrini 155
crisudda (Gioeni, Traina), crasudda (M e 423.
cm), grassudda (M to, u), grassulla (M cubbula (Biundi) f. cupola. Incrocio tra
mo) f. camedrio; cfr. cal. (CS) cerzulla ar. qubba e lat. cupula; v. Pellegrini
id. : ‘ha le foglie della cerza = quercia? ; 155-
cfr. camedrio = yoqiviSpuov 'quercia cucca (Biundi) f. civetta, (M cm, v) ‘assi
bassa’. olo’, gallosic. cuca ‘civetta’; cfr. cal.
crisuléu (M a, c, 1, r), crusuléu (M m, r), (RB) cucca (RC) ‘femmina del gufo’;
grusuléu (M m), rusuléu (M an, ma, t) cfr. gr. mod. xouxoußayia ‘civetta’, v.
m. rigogolo. Corrisponde a cal. (RC) LGr 264.
crusuléu e trusulèu id. = gr. ypoao-AaCo? cuccareddu (M fo) m. gheppio; v. chirchi-
‘tordo d’oro’; v. NC no 19 e LGr 573. redda.
cropa (Traina) f. legatura usata dai mulat cuccia (Biundi, Traina, A a E c M cm, li
tieri; cfr. cal. (CZ, RC) cropa 'corda per mi P b) f. minestra di grano bollito,
legare la soma al basto’, sic. ncruparì, piatto rituale usato per Santa Lucia =
cal. ncropari ‘attaccare’, ‘legare’. Da cal. (CS) cuccia id. da gr. xà xouxxla
*xXómx < *copla < lat. copula ‘granelli’ ; v. LGr 263.
‘corda per attaccare a paio’ ; v. LGr 246. cucciddata (P b) f. specie di dolce che si
crópanu ‘abete’ : si trova nel vocabolario fa per Natale; cfr. sic. cucciddu ‘granel-
di Del Bono (1751), poi nel Pasqualino letto’.
(1785). Da lì è passato ai vocabolari più cuccitta (M an, cm, f, fo, ma) m. sorta di
recenti (Biundi, Traina). Oggi è voce grano tenero.
scomparsa. - È certamento un setten cucciufa (A n K v) f. lodola cappelluta ; v.
trionalismo; cfr. tic. cróvet ‘abete bian cucciuvia.
co’, ant. novar. cropo (Bertoni, Profilo cucciuta (Senisio) f. ‘filomena’, ‘usignuolo’;
stor. p. 30); v. DEI 1175. v. cucciufa, cucciuvia.
cróviu I ovu - (M g) m. uovo col guscio cucciuvia (Valla, M mo) f. lodola cappel
molle e imperfetto. luta, err. cucciuvia (Traina) lodola; cfr.
crozza (Biundi, Traina) f. cranio, teschio; franc, cochevis id. e cal. cucciarda ‘lodo-
cfr. cal. crozza id., it. croccia ‘ostrica’, la’; v. cucciufa.
crozza ‘misura’ v. cozza. cucciuvia (M al), cucciuvè (M n) f. civetta;
crozza || crapa - (M fr, g, mi, sm) f. capra v. cuccuviu.
senza corna; cfr. cal. crapa crozza id. cuccù (M n, rd, tr, u) m. specie di gufo,
crupa (Vinci, Traina,Mal) i.,crupu (M si) m. assiolo; cfr. cal. cuccù id.
vaso senza manico o senza collo. Corri cuccuciddu (M n, ss) m. bagolaro, Celtis
sponde al cal. (RC) curupa e crupa, (CZ) australis; v. middicuccu.
crupu, bov. curupi id. = gr. xovpouraov cuccuviu (Biundi) m. il canto della civetta
‘vaso rotto’; v. NC no 20, LGr 271. = cal. cuccuviu, salent. cuccuiu id. ; cfr.
crusuléu ‘rigogolo’ v. crisuléu. gr. mod. xouxooßaou id.; v. LGr 264.
cruvicari (K v), ruvicari (C b) a. seppel cuculuni (M an, c, ma, si), cucuruni (C b
lire; cfr. cal. corvicare, cruvicare id.; M rv, tr) m. grossa pietra rotonda,
v. vurvicari, druvicari. - Da *c00p ri ciottolo; v. cócula.
care ‘coprire’? cuddari (Traina, M b, cm, si) n. tramon
cubba (Biundi, Traina, T v) f. volta, cu-6 tare ; cfr. si sta cuddannu u suli (E c) sta
6 München Ak.-Abh. 1975 [Rohlfs]
tramontando il sole, colla u suri (C b) (CS, CZ) cunchiutu ‘maturo’ <C *com-
tramonta il sole ; cfr. cal. colla lu sule id. plutus ‘compito’; v. scumputu.
< ‘travalicare dietro il colle’, cunnuroti (M r) pi. gente del casale Con
cuddari (E c K v), gallosic. cuddè (Roc duri.
cella 91) a. inghiottire; cfr. cal. collare id. cunzarru (Biundi, Traina, Giuffrida),gon-
■< ‘far passare per il collo’. zarru (Giuffrida) m. mucchio di pietre,
cuddizza (Ma, fr, si), ncuddizza (C ad M pietraia, cunzarru (P b) collina pietrosa,
cm, r, v) f. lappa, attaccamani, Galium (Biundi) rupe scoscesa. Da ar. qanzar
aparine = cal. (RC) coddizza id. < gr. ‘culmine’; v. De Gregorio no 608, Pelle
*xoXXiTaa, cfr. gr. mod. xoXXvjTcdSa id. ; grini 259.
v. LGr 252; NC no 21. cupparu (M fo, mo, no) m. cuculo.
cudéspina (ant. mess.) f. donna anziana curàtulu (Biundi, Traina, M fl, sp), culatru
Vinci 81), cutéspìna (M ro) buona mas (M bf, c, to), curatu (M u) m. fattore,
saia; cfr. cal. (CZ, RC) cudéspina, bov. (P b) cascinaio == cal. curàtulu, bov.
codéspina ‘buona massaia’ <C oìxoSect- coràtora ‘capo dei mandriani’, salent.
7TOWa ‘padrona di casa’, curàtulu ‘capo degli operai nei magaz
cufi: (Vinci, Traina, M r) pi. dolori ai zini d’olio’. Da gr. tard. xoup<xTopa<; <C
lombi; cfr. cal. (CZ, RC) cufi id. lat. curator.
cufularu (M r, t T v) m. focolare; cfr. cal. curdaroti (M u) pi. abitanti di Cordaro.
(RC) cufularu id. - È metatesi di fucu- curdaru (Biundi, Traina, C1 M rd) m.
laru; cfr. cufuni (A sb M t) = fucuni nottolone, caprimulgo (uccello) = cal.
‘vaso da tenervi fuoco’, cal. cordaru id. ; cfr. tose, funaro id. -
cufuruna ‘tartaruga’ v. fucuruna. Ha preso nome dal cordaio. Fa come i
cugnata (Senisio, Traina, R g) f. scure, cordai : va avanti e indietro nel suo
accetta; cfr. cal. (CZ, RC) cugnata volo (DEI, 1105).
‘scure’, fr. cognée < cuneata. curduni (Biundi) m. rialto di terra, (E et
cui ‘colui che’ || cu' veni veni (M bf, r) M mi), cudduni (C b) porca tra solco e
chiunque venga, solco; cfr. cal. cordune ‘margine dell’aia
culatru v. curàtulu. [‘cordone’].
culóvria (Biundi, M mi), culorva (Pitré), curina (M a, ma, n, r, t) f. grumolo di lat
culófia (M al, stf), culóvira (P b), clobra tuga o cavolo, cuore di carciofo o finoc
(Scobar) f. specie di grossa serpe, colu chio, (A n) cuore della palma, (R r T v)
bro; cfr. ant. fr. colovre, fr. couleuvre palma giovane; cfr. cal. curina ‘gru
< lat. volg. *colóbra — colubra. molo di lattuga o cavolo’, ‘germoglio ter
cululùcira (ant. sic. presso Scobar) f. minale di una pianta’. Da gr. xopuvv]
lucciola (Trapani 175); cfr. cal. (CZ) ‘germoglio di pianta’ (LGr 260).
culilùcida e molte varianti id., cioè curmali (M fo), cummali (M i), curmari
‘chi luce dal culo’. (M mo), curmaru (M li) m. comignolo
cummatu (M fr, g) m. specie di matassa del tetto; cfr. cal. (RC) curmali id.
usata per l’orditura. curriola (M cr, n, u) f. convolvolo ; cfr. cal.
cunchiutu (Biundi, K v P b M mi), cun- (CZ) curriola id.
chiutu, cunciutu (R g), chiumputu (C b), currizzuni (M to), curruzzuni (M to),
ghiumputu (M ma) ag. maturo; cun cutruzzuni (M fl) m. dorso, parte in
chiutu (Traina) ammezzato; cfr. cal. feriore della spina dorsale ; v. cutruzzu.
curtigghiu (Biundi, Traina, M mi T v) m. bottiglia’. Si attribuisce al gr. yjJTpÓTCou?
vicolo senza uscita, chiasso. Da ant. fr. ‘pentola munita di piedi’, latin, in
courtil ‘piccolo cortile’ (Varvaro, Norm. chytropus ; v. LGr 574 e DEC I, 931.
cutrufiara (M an) f. specie di salvia,
9)- ......................................
curvìseri (Gioeni, Traina, Biundi) m. Phlomis fruticosa,
ciabattino; cfr. ant. fr. corveisier id., cutrupia v. capituria.
cioè chi lavora con pelle di Cordova, cutruzzu (Vinci, M bf, c, sp) m. dorso,
cùscusu (Biundi, Traina, M mo) m. spina dorsale; cfr. cal.(CZ, RC)cutruzzu
pastina minutissima; cfr. cal. cùscussu e ‘dorso’, ‘estremità della spina dorsale’,
cuscusù id. < ar. kuskus id. cuturda (M an) f. tordo ; v. cuturdu.
custardedda (M bc, fu), cristardedda (M cuturdu (M fo, ga, ma) m. tordo; cfr. cal.
mi), cristaredda (PS 27) f. sorta di pesce, (RC) cucurda ‘tordela’.
costardella. cuturdu (M bf, ra, to) ag. testardo,
custureri (Biundi, Traina), custurerìus cuvanu (M lo) m. gufo; è metatesi di
(Senisio) m. sarto < ant. fr. costurier. fuganu (v.).
cutrufu (Biundi), cutruffu (Gioeni) m. cuzzupu (M a, f, fu, r) m. paniere o vaso
sorta di caraffa di vetro; cfr. ant. nap. senza manico o senza collo; cfr. cal.
cutrufu, umbr. cotrufo, salent. cutrubbu (RC) cuzzupu id., curupu, bov. curupi
‘vaso di creta’. Corrisponde a spagn. id. = gr. mod. xoupoóra id., con influsso
cotofre, ant. prov. cotofle ‘specie di di xouTcroc, ‘monco’; v. LGr. 271.
dàbbisu (Traina, A sb) m. panacea, specie (M si, tr) f. pianta molto amara dalle
di finocchio selvatico, Thapsiaasclepium, foglie finissime, specie di millefoglio.
dall’ ar. d ab bis (< gr. ffà^o?); v. REW Da gr. ant. Savod?, -ISa ‘nome di un’
8697, Pellegrini 259. erba’ (Erigeron viscosum). Vi appar
dagala (Giuffrida, Traina, C m E et P b), tiene Tannavita top. in zona di Bronte e
dàcala (T v), ddala (M ma) f. terreno il Monte Danavedao a sud di Novara; v.
d’alluvione coltivato lungo un fiume, NC no 59 e LCr 119.
(C m) pezzo di terra coltivabile in mezzo darbu (Traina), éarbu (M n) m. misura di
alla lava. Da ar. da gal ‘terreno con acqua (per l’irrigazione) che è la quarta
fitti cespugli’; v. Pellegrini 260, Wagner parte della zappa. Da ar. darb ‘spor
in ZRPh 56, p. 374. tello’, ‘passaggio stretto’; v. De Grego
dammusu (Biundi, Asb E et M mi P b T v), rio no 201, Pellegrini 146.
ddammusu (Giuffrida), damusu (Seni dàrdanu (Traina) m. frassino, ornello. Da
sio) m. tetto a volta, tammusu (E c) ar. dardär; v. Wagner, ZRPh 52, p.
volta, da ar. dammüs ‘volta’; v. Pelle 664, Pellegrini 260.
grini 259. dari ‘dare’ è verbo difettivo. Nel presente
dannavida (M cu, u), dannavira (M rv), viene sostituito con il verbo dunari (v.
tannavida (M sp, to), donnavida (C 1 AIS, c. 1691): dugnu, duni, duna,
M b, fl, ra), donnavira (C r), donnaviva damu, dati, dùnanu. La stessa flessione
mista vale per tutta la Calabria meridio diécuma, lue. décuma, salern. récuma id.
nale; v. GrI, § 543. Essa lascia pensare a < gr.*tJ£xcopa ‘quantità di dieci5 (LGr,
influssi francesi, cfr. ant. fr. doing ‘io do’ 122).
< *doneo. diäulu (M rd) m. mulinello di vento; cfr.
darifógghiu (M fl, to), dirifógghiu (M u), cal. diavulicehiu id.
ddaurufógghiu (M n) m. agrifoglio, dibbruni (M b, sp), libbruni (M ra, to),
dassari secondo Traina sarebbe ‘idiotismo dubbruni (M f), tubbruni (M bf) m.
per lassarP. Ma tale forma per tutta arpione primitivo di porta; cfr. cal. (CS,
l’isola non mi fu mai confermata. — CZ, RC) dubbrune, (RC) dipruni, bov.
Esiste invece nel gallosiciliano il verbo S\.pluni id., da fr. doublon id. con
ddascè = ddascè (Roccella 104), a influsso di gr. SitcXó? (LGr, 128); v.
Sperlinga ed a Aidone ddascè (AIS, c. tubbruni.
1657), normale sviluppo fonetico di dica (Vinci, Traina) f. inedia, noia; mi veni
lasciare ; cfr. ddana = lana, ddard — a dica (M u) mi viene lo noia. Da ar.
lardo, ddett = letto. diqa ‘oppressione5 (Pellegrini 211).
dastra ‘capretta5 v. lastra. diminia (CIMA, si, sp, to, u), duminia
dd5 art. maschile usato in alcune zone del (M an, c), tumunia (M c), diminé (M fr)
Messinese in posizione prevocalica, cfr. f. grano marzuolo; cfr. cal. (CZ, RC)
dd? uléu (M ma) ‘il gufo5, dd? atornu dimini, riminiu, bov. Vimini <? gr.
(M ma) il falco, dtp urmu (M t) l’olmo; *§i.p,7]vlov ‘di due mesi5; v. tumminia.
cfr. gallosic. (M fr) d'uórm ‘l’olmo5, dindicu (M b), dinducu (M mo) m. gran
d'uoli ‘l’olio5, d'ar ‘l’oro5, d'azai turco : ‘dell’India5.
‘l’aceto5 (v. AIS) e cal. (CS) dd? anna dinócchiu (Biundi, Traina, A n), dinuoc-
‘l’anno5, dd'èriva ‘l’erba5, dd'ossa ‘le chiu (E et), rinócchiu con d- > r- (P b
ossa5, v. GrI § 420. T v), gallosic. (M sf) dsnuoé m. ginoc
ddà (Traina) av. la; (M to) vaju dd' 0 chio; cfr. cal. (CS, CZ, RC) dinócchiu.
mèdicu ‘vado dal medico5 < ddà u; cfr. La strana iniziale che si ripete non solo
cal. (RC) II'ò médicu, (CZ) ja u médicu. in altri dialetti d’Italia : umbr. dinoc
ddìsa o ddisa (Biundi, Traina, A n M m, n chio, pugl. danucchia, nap. ranucchia,
P b T c), disa (Traina, M b, mo, r, si, u), veron. denocio, trent. dinoé, sardo denu-
disa (M lb ,sp), ddisi (M a, fo, g, to) f. cru, ma anche nell’ ant. prov. denolh e in
sorta di graminacea, ampelodesmo, dialetti di Catalogna (dinoti) fa pensare
stramba, Arundo ampelodesmon; cfr. ad un’ antica dissimilazione genuculu
cal. disa, lisi id., da ar. dis o disa > * d e n u c u 1 u ; v. gunócchiu.
(Pellegrini 190); v. élsa, lisi. dirifógghiu (M u) m. agrifoglio; v. dari-.
ddrica (M c, ma), drica (M rd, si, si, to) f. disalora (M cr) f. ampelodesmo; v. ddisa.
ortica; v. addrica, jardica. disiu (Traina, An C 1 M c, r, t), disiu (M
décatu (Traina, M mo, ra, sp) m. modo, sp) m. neo, voglia (macchia sulla pelle
maniera; nun avi décatu (M sp) non ha del neonato) che nella credenza popolare
giudizio; cfr. cal. (RC) sdecatatu ‘disor- si attribuisce ad una voglia della madre
dinato5<Cgr. SéxocTo? ‘decimo5 (LGr, 121). la quale non fu soddisfatta; cfr. cal.
décuma (M no, to), décama (M sp), (CZ, RC) disiu id. : ‘desio5, ‘desiderio5,
décana (M c), récuma (Pitré) f. fascio di diünu (M fo, ma), dijunu (M u), diüni (M
dieci manipoli di lino; cfr. cal. décuma o a) m. duodeno dei bovini [‘il digiuno5].
divigghia (Biundi, Traina, M fr, mo, sp), druga, rum. drugà ‘specie di fuso5,
ant. sic. divigla (Senisio), diviglia (M serbocr. druga ‘fuso per raddoppiare o
mo, rv), livigghia (M to, u), rivigghia ritorcere il filo5; v. LGr 513.
(C b), vidigghia (M b, tr), tivigghia (C druvicari (P b), duvricari (E et M ma),
a) f. scopa rustica per stalla o aia; cfr. giuvicari (A ar) a. seppellire; v. cruvi-
cal. (RC) rivigghia id. Corrisponde al cari, sdruvicari, vurvicari.
lig. dvija, piem. dvigia ‘scopa5 (AIS, c. dubbrari (Traina) a. zappare la terra
1522). Voce arrivata in Sicilia coi coloni intorno alle radici di una pianta, (E et)
settentrionali; v. divigghiario. Corr. no 69. rincalzare la terra, (Pitré, M r, rd) arare
divigghiari (Traina), divigliari (M mo), la terra una seconda volta; cfr. cal. (CZ,
livigghiari (M to) a. scopare; cfr. RC) dubbrari ‘arare o zappare un
gallosic. davigghiè ‘togliere la buccia al terreno una seconda volta5, ‘rincalzare5.
grano5 (Roccella 115). Da *deviliare Non direttamente dal lat. duplare (DEI
‘rendere meno vile5 ; v. divigghia. 1369), ma è un gallicismo : ant. fr.
divinàgghia (M ro, si) f. mantide religiosa ; dobler id. (FEW, III, 184).
v. addivina-furtuna, duvina. dubbreri (Pasqualino) m. tovaglia da
divina-vintura (M er) f. mantide religiosa ; tavola. Da ant. fr. doblier ‘tovagliolo5;
v. divinàgghia. v. Jost 85.
donnavida ‘millefoglio5 v. dannavida. dubbrettu (Pasqualino, Traina, M ra),
dragoti (M u) pi. abitanti di Drago, dubbiettu (Biundi), drubettu (M mo, no),
dragunara (Biundi, Traina, M to), trau latinizzato duplectus (Senisio) m. gonna,
nara (M li, r) f. acquazzone; cfr. cal. veste di donna; cfr. cal. (CZ) dubbriettu
(CS) travunara1massa d’acqua piovana5, ‘gonna a pieghe all’ uso antico. Da ant.
fr. dragon ‘nuvola che annuncia una fr. doublet ‘sorta di veste5,
pioggetta5. Come toponimo si ha Dra dubbruni v. dibbruni.
gonara in Sicilia e in prov. di Foggia; duminia v. diminia.
v. tragunara. dunari v. dari.
drängada (M r) f. associazione a delin dunniari (Traina) rfl. perdere il tempo; cfr.
quere; cfr. cal. ndrànghita ‘mafia5, cal. dunniari ‘fare una cosa molto len
drasta ‘capretta5 v. lastra. tamente5, donniari ‘donneggiare5, ant.
drica v. ddrica. it. donneare ‘amoreggiare5 <C prov.
drubettu v. dubbrettu. domneiar\ v. DEI 1382.
drudu (M no) ag. limpido, puro; cfr. durbu (Vinci, C 1 M c, li, t), ddurbu (Man,
drurariaru (M mo) pulitissimo, cm, fu, ma), ddurbu (R r), dubbu (M a),
drtigula (ant. sic. presso Valla) f. navetta durpu (M no), ülipu (M bf) m. platano;
(Marinoni 182). Corrisponde a romagn. durbu (Traina) olmo. Da ar. dulb
drugla, march, drüa, abr. drüa, trua, ‘platano5.
trüvula, garg. ndruvala ‘navetta del durnisi (C r) pi. gente di Adrano.
telaio5 (AIS, c. 1514). Non potrà essere duvina (M bf) f. mantide religiosa; v.
separato da gr. mod. (pelop.) VTpoùya = divinàgghia.
E
facca, hacca, acca (ant. sic.) f. equus fadedda (Traina) f. sottana; fadedda
britannicus. Da spagn. haca e jaca, (Biundi), fodedda (Biundi) gonnella,
port, paca, ant. fr. haque < ingl. hack', sottana, faredda (P b) sottana. Da
v. DEC II 1021. spagn. falda, catal. faldilla ‘gonnella’,
faccunoti (M rd) pi. abitanti di Falcone. fadetta (Traina, C 1 M fi, lb, t E et),
fadali (Traina, A n E c M 1, n), faddali faddetta (Traina, M c, li, me, si, to),
(M bf, r), faudali (Traina), fodali palletta (A sb K v), foddetta (M m),
(Biundi), falari (C sm P b, p T v), faretta (C c M mi P b T v) f. gonna,
parali (M mi), gallosic. fadàu (Roccella tutta la veste di donna (v. AIS, c. 1572).
118) m. grembiale; cfr. cal. (CZ, RC) Da catal. faldeta id.
faddali id. - La voce è presa dalla fafarecu ‘bagolaro’ v. favarecu.
Galloromania : piem.faudal, Xvg. foudà, favaricaru (M fo) m. bagolaro; v. favarecu.
prov. f'andai id. ; v. Corr. no 42, Jost 49; fafiana v. favajana.
e v. fantali. faidduni (Biundi, R r M cr, ra, u), frai-
dduni (M li), faghilluni (M rv) m. pol dalla Galloromania; cfr. piem. e sav,
lone rigoglioso di un albero; faidduni fara ‘grossa fiamma5, piem. afaré, delf.
(M ma) albero giovane; (M c) castagno afarà rfl. ‘infiammarsi5; v. FEW 8,
giovane; cfr. cal. fagillune e faidduni 370.
‘pollone o ramo giovane di albero5. Da farazftula v. calazita.
*fagillus ‘faggio giovane5 + -uni. farfareca (Pitré 38) f. bagolaro; v.favarecu.
fatta (M cr) f. gruppo di polloni di faggio farsata v. frazzata.
[‘faggete5]. fartasa v. frattasa.
fajana ‘baccello5 v. vajana. fascina (M 1) f. specie di ginestra, Spartium
faliri (M cr) m. grembiale; cfr. cal. junceum.
faddile id. faspa (M a, f, m) f. baccello di legumi
fallannera ‘sparviere5 v. filannera. pieno di frutto.
famiari (Traina) a. scaldar il forno; v. tassa (M bf, c, ma, si), fasa (M b), farsa
camiari. (M an, fu, r), farza (M mo), palumma
fàmicia (Biundi, Traina, M r, rd) f. farsa (M t, u), falsa (M rd), fausa (M
fiosso delle scarpe; cfr. cal. (CS, CZ, sa) f. colombaccio; cfr. cal. (CZ, RC)
RC) famice ^ nap. fàmmics m. id. [1. fassa, bov. fassa, otr. fasa id. = gr.
famex ‘contusione5]. (pà(jCT«; v. NC, no 23. - In parte defor
fana (M a, fr, mo, n, rv, tr) f. intenso calore mato per influsso di falsa.
che esce dal forno. Dagr. tpavrj ‘fiaccola5?; fassa (K v) f. zolla di terra con erba,
v. fanara. tassata v.j'razzata.
fanara (Biundi, Traina)f.fiaccola;(Traina) fassu (A n) m. zolla di terra con erba,
vampa; v.fana. fata (M fo, g) f. mantide religiosa; cfr. cal.
fanata (M fi) f. intenso calore del forno ; v. (CZ, RC) fata id. : ‘la fata5; v. fortuna e
fana. Morgana.
fanfara ‘pesce5 v. nfànfaru. faucigghia (Traina), gallosic. (E s) fou-
fangotta (A sb E et) f. specie di grande zighia f. piccola falce messoria. Chia
piatto di creta ; v. fangottu. mata più spesso faucigghiuni m. (AIS,
fangottu (Traina, A sb E a M ma) m. c. 1405) o fucigghiuni (M c, r, to),
specie di grande piatto di creta, scodella, ficigghiuni (M bf, r). Da fr. faucille
catino di terracotta; gallosic. fangótt (falcicula) e faucillon\ v. FEW, III,
‘piatto grande5 (Roccella 119). 380.
fannaca (M to) f. collana; v. ciannacca. faudali ‘grembiale5 v. fadali.
fanò (Biundi, Traina, E e) m. fiaccola. Da favajana (E et M ma), fafajana (M fi),
gr. epoevó? id. fafiana (E c) f. fava verde, fava in
fantali ‘grembiale5 v. vantali baccello, cfr. cal. (RC) fafajana id. ; v.
fami (Pasqualino) m. fuoco con grande vajana.
fiamma; fani (Biundi, Traina) m. pi. favara (Traina, C b M fr, mo, n, u) f. sor
fuochi che si facevano sulle torri del gente di acqua, daar. fawwàra (Pelle
litorale di Sicilia per dar segnali; v.fanò. grini 262).
fara (M c, g, r, to R r S s), farla (M ss) f. favarecu (M a, 1, m€),fafarecu (M a, f, fo),
forte vampa, calore che esce dal forno; falarecu (M ma), fadarecu (M fu, li) m.
cfr. affarari (Giuffrida 23) rfl. avvam bagolaro, Celtis australis; cfr. lig.
parsi, (R r) abbronzarsi. Voce importata favagrega, piem. falagrea, prov. fala-
brego id. <C faba graeca ; v. DEI 1607, filiscia (M r) f. parte del mulino dove si
FEW III, 341. sprigiona l’acqua (dial, antico), oggi
fédula (M a) f. insetto che fa danno ai 'parte bassa della fornace5 o 'rimasuglio
legumi. delle legna bruciate5. Corrisponde per il
fegu (Traina) m. feudo; ifégura (Pinzone) primo significato al bov. figliaci, cal.
i latifondi. (RC) filicia < gr. (puXaxY) 'la guardia5;
feli I a feli (M bf, m, ma, ra, si, si), a feri v. LGr 548.
(C 1 M b, tr), a fieri (M mo C r), a fiera fimmiteddi (M ro) pi. ciccioli; v. frimiti,
(M sp) f. il fiele; gallosic. (E a) a feu, finaida (M mo), finaita (Traina), finata
(E s) a fieu, (M sf) la fieu; cfr. in dialetti (M g, ss, to, u) f. termine, confine; cfr.
galloitaliani della Lucania (zona di cal. (CS) finaita e finata id., da lat.
Potenza) la fiele, (zona di Trecchina) a finis + long, snaida 'limite5,
fièle. - Tipico fenomeno settentrionale, firdica (P b, t), fiurdica (M fl, u), firdicula
dovuto alle colonizzazione dal Piemonte, (T v) f. ortica; cfr. salent. irdica, vur-
cfr. lomb. piem. la fiel-, v. sali. - Nei dica, ant. spagn. fiortiga, gasc. hourtigo,
vocabolari siciliani (Biundi, Traina) si con fi (> h) per influsso di forte (DEC,
ha solo fieli m. . III, 583). ’
fella (M al, n, u) f. ferula = altrove ferra firrina (M to) f. succhio, verrina : è in
(Traina). crocio tra virrina (v.) e fierru.
fellacchiara (M li) f. ferula, firringhiddu (M sa) m. nottolino di
fènda (M fo, r, sp tr) f. broncio; avi mala legno.
fenda (Vinci 129) sta con un brutto firrizzu (Traina, C sm), furrizzu (M ma),
broncio ; v. firénda, véngia. fillizzu (T v), fullizzu (M al, mi) m.
fesi (Biundi, Traina, M mi, A n, sb) m. sgabello fatto di pezzi di ferula ; v. fella
specie di piccone, beccastrino < ar. fa’s {ferra).
'scure5 (De Gregorio, Stgl 8, 282). fischia (Vinci, Traina), frischia (M a, fi,
ficarazzu (M bc, si) m. caprifico, ma) f. piccola vasca per acqua,
fichera (E c M u) f. ficaia, albero di fico; fodali 'grembiale5 v. fadali.
cfr. pirera (M u) pero, nucera (M u) il foddi (Traina, sic. com. tranne la zona di
noce, con desinenza dovuta ad influssi Messina) ag. pazzo. Vocabolo entrato in
settentrionali ; cfr. gallosic. fijera, prov. Sicilia dalla Galloromania : ant. fr. fol,
figuiera, catal. figuera. piem. fol.
ficili 'incotti5 v. fiudli. fodedda v. fadedda.
filannera (M fr, n, u) f. pregadio, mantide fonaci 'acanto5 v. arcónici.
religiosa; filannara (Traina) sorta d’in fora {forra) 'io sarei5 v. èssiri.
setto : 'donna che fila5, fraca (M c, fu, r, tr) f. veccia; cfr. cal.
filannera (M g) f. sorta di rapinante; (RC) fraca id. - Forse da anter. *flaca <C
fallanera (M sm) specie di falco ; filan- *facia <C *aphacula, latin, da gr.
neri (Giglioli 399) m. gheppio, àcpaxTj 'specie di veccia5; v. LGr 71.
filicudari (M 1) pi. abitanti di Filicudi. fraccoccu (M ra, to), fracocu (M n, sm, u)
filinona (R i, r) m. pisolino, piccolo sonno m. albicocca.
che si fa nelle ore calde dopo mezzo fraccucchera (M ra, to), fracuchera (M u)
giorno; cfr. filuvespri (R r) id., it. f. albero di albicocche ; v. fichera.
l'ora di nona. fraidditu (M fu) m. sorta di polpo; cfr. sic.
purpu fraieddu ‘Octopus macropus5 flena id. - Da *flenu <C *fenulum, base
(PS 313). anche dell’ital.fieno.
fraja (M br, sm) f. spiaggia del mare; cfr. Miniti (M c), frimmiti (M r, ro) pi. ciccio
cal. (RC) fraja id. - Sarà un incrocio li; cfr. cab (C Z) frisulimiti id.
tra praja e fraga lu mari ‘rumoreggia frinnuli (Traina, M n, to) pi. stracci, bran
il mare5 ; v. praja. delli ; cfr. cab fringuli id.
frajeddu (M stf) m. sorta di polpo, frischia v. fischia.
frajoti (M br) pi. gente delle marine; v. frisinga (Traina, M fi, g, ma), prisinga
fraja. (M an) f. scrofa giovane che ancora non
francavigghioti (C r) pi. gente di Franca ha figliato; cfr. cab (CS, CZ, RC) fri
villa. singa id. — Da ant. fr. fressange id.
frannügghji (M sp) pi. ciccioli, (germ, friskinga).
frasca (M ss, u) f. nome che si dà al citiso, frócia o fróscia (per tutta la Sicilia), gallo
avorniello; cfr. cal. (RC) frasca id. sic. froza f. frittata (AIS, c. 1006). La
frasciaru (M a) m. frassino; cfr. cab voce si trova già nel ‘Declarus5 del Seni-
frasciu, piem. frassu, lig. frasciu id. sio : froya ‘frietà cum ovis5 (Marinoni
frascinaru (M rv) m. frassino, 63). Corrisponde al cab (CZ, R C) frosa
frastuca (M cu, n) f. pistacchio = sic. com. ‘frittata molto ordinaria di farina e
fastuca (Traina) < ar. fustuq. acqua5, anche ‘bovina quasi liquida5,
frastunaca v. vastunaca. fróscia ‘grosso spurgo catarrale5. Forse
frattasa || crapa — (M r), frattäsa (M rv, si può attribuire all’ant. frane, froissier
tr), fartasa (M an), fartasa (M mo, no, ‘spezzarsi5 (*fr usti are) con cui va il fr.
sp), fattasa (M fo), frastasa (M c, u) f. dial, frouche ‘purée5 (FEW, III, 832);
capra senza corna v. NC, no. 35.
iraia (C b M fr, no, to) f. faggiola, seme frubba ‘pula5 v. furba.
del faggio; voce settentrionale, cfr. frunu (M sm) m. verbasco ; cfr. bov. flono
gallosic. (M sf) fresa, piem. fragia, id. = gr. ant. cpXóvo? e <pXópto<; id. (LGr
bresc. frasa id. (REW, 3142). 541); v. struonu.
frazanutani (M al, sm, to), frazzanutani füa (C sa M a, c, fo, g, li, n), fuga (M to)
(M g, n) pi. abitanti di Frazzanò. f. calore che esce dal forno. Corrisponde
frazzata (Traina, A n C 1 E c M a, t T v), al cab (CS) fuga id. ; cfr. cab (RC) affu-
farsata (M b),fassata (M a, t, to, tr T v), gatu ‘bruciato troppo nel forno5. Sembra
farzana (M mo) f. coperta grossolana nato da un incrocio tra fìsrgj. ‘fiamma5
adoperata spesso per usi agricoli; cfr. e <pw<; ‘luce5, cfr. neogr. (Dodecaneso)
cab (fZTjfarzata e fersataìà. Corrisponde tpoòa ‘calore5; v. NC, no 25 e LGr 544.
all’ant. tose, farsata, sard, frassada, fuanu (C ma M g, mi, mo, sm),fuganu (M
spagn. frazada, catab flassada, gr. mod. b, fi, to, u) m. uccello notturno, gufo;
dial. cpsÀTaàSa ‘specie di coperta5. Per fuanu (Biundi) civetta, fuganu (Biundi)
l’origine poco chiara, v LGr 538, DEC allocco; v. cuvanu. Sarà d’origine ono
II, 570 e Pellegrini 176. - In Sicilia matopeica; cfr. in Calabria (CS) bufana
sarà catalanismo (Varvaro 96). ‘gufo reale5.
frencia (M al) f. broncio; v. fenda, vèngia. fuata (C 1 M a, f, fr, t). calore che esce dal
frenu (M an, li, ma, t), frienu (R r) m. forno ; v. füa.
fieno; cfr. cab (CZ, R C) frenu, abr. fucigghiuni v. faucigghia.
7 München Ak.-Abh. 1975 [Rohlfs]
fucili (Caglià, M an, c, fo, g, n, rv, si, to), In Sicilia oggi fùngia ‘grugno’ viene
fuselli (M n, r), ficili (Caglià, fr, u), confuso con fùngia ‘fungo* (Traina 413).
fuziri (M sp),fueiri (Tropea 151) pi. in furba (E et), frubba (M to) f. loppa, pula di
cotti, macchie che vengono alle gambe grano, fubba (C b M mal) f. vagliatura
per abuso dello scaldino; cfr. cab (CZ, di grano. D’origine galloitalica : lig.
RC) fucili, bov. fucile id. Dal gr. ant. urba, piem. volva o ulba ‘pula di grano’
plur. cptóiSs? ‘macchie di bruciato (AIS, c. 1477) di base celtica *ulvos
sulla pelle5, per incrocio con focus di ‘polvere’ (REW, 9043).
ventato *fokides; v. NC, no 26 e LGr furcioti (M a, ma) pi. abitanti di Furci.
550. furdica ‘ortica’ v. firdica.
fucuruna (Valla), cufuruna (Pasqualino, furficlara (M an) m. nibbio; cfr. cab (RC)
Traina, T v), bufuruna (Traina) f. tar forficiuni, sic. fórficia e furficiuni (Gi-
taruga. Da ar. fakrün(a) id. di origine glioli 384) id. - Chiamato cosi per la
berbera; v. Wagner, ZRPh, 52, 653 e coda biforcuta.
Pellegrini 199. furioti (Traina, Biundi) pi. abitanti dei
fuddittu (M b, fl, r, ra, to) m. incubo ; (M borghi di una città; (M r) abitanti di
cr, cu, u) raggiro di venti, mulinello ; Castanea delle Furie; cfr. Furie (oggi
cfr. cal. (CS) follettu, (RC) fuddittu deformato in Fùrie), nome dato ai
‘spirito folletto* [fr. esprit follet id.]. sobborghi di Messina, Via Forza di Na
fuganu si. fuanu. poli, Furiu (RC) nome dato ai casali,
fumeri (Biundi, Traina) m. letame, sterco Forzo villaggio dell’Ischia (gr. ^wptov
(AIS, c. 1174), cfr. cab (CZ, RC)fumeri, ‘casale’].
(CS) fumieri. Da ir. furnier, v. Jost 68. furnaroti (M b) pi. abitanti di Fumari,
fùncia (Traina, M ra, sp, to, n), fùngia furricari ‘seppellire’ v. vurricari.
(C c) f. broncio; cfr. cab (CZ) fungijari furriola (M fl, lb) f. nottolino. Dal verbo
‘torcere il muso per ritrosia o diffidenza* : furriari — firriari ‘girare’,
‘fare il muso a forma di fungo (sic. fùn- furtuna (M cm, f, li) f. mantide religiosa,
giaf ; v. fùngia. cfr. cab (RC) fortuna id.; v. fata, porta-
fùngia (Traina, A sb, M ma, no, tr R g), furtuna.
fùncia (C ma Mr P p), gallosic. (E a) furzoti (M cm) pi. abitanti di Forza
funéa f. grugno o grifo del porco ; v. AIS, d’Agrò.
c. 1092. Ritorna come fùngia (RC) in fuselli ‘incotti’ v. fucili.
Calabria, ma è completamente ignoto in fusia (Traina, M an, r, sp), fusela (M n),
altre regioni o dialetti d’Italia. Bisogna puscia (M fr) f. escrementi del filugello,
andare fin oltre le Alpi per ritrovarlo in uniti ai residui delle foglie mangiate’;
certi dialetti della Francia orientale : cfr. cab (CZ, RC) fusia, fusela id. Cor
fougne ‘grugno del porco’ (FEW, III, risponde al neogr. dial, (zac.) àcpoucna,
867). Sarà dunque gallicismo entrato (pel.) àcpoomà,, (cret.) à<pouaà id., da
in Sicilia coi Normanni; v. NC, no 43. gr. ant. àtpoucrta ‘rimasuglio’; v. LGr 72.
G
gadda (M fl, to), jadda (M g, fr) f. mallo id. - Da lat. gajus 'nome di uccello5
di nocciuola; cfr. cal. (CS) galla, (CZ, (forse identico col nome Gaius).
RC) gadda 'mallo di noce’ e v. gulla e gàjula (Traina, M bc), jàjula (M gm, stf),
grulla. àula (ALM 570), àjula (M a, 1, m) f.
gaddoffu (M be, u), gadduoffu (M fl), gad- sorta di pesce, mormora, Pagellus mor-
duffu (Traina, C b M b, ra), jadduffu myrus; cfr. cal. (RC) gàjula id.
(M c, r), gallunfu (M sp), gaddóffulu galazzitula (M f) f. sp. di cicerbita; v.
(M to), addoffu (C m) m. gallo ermafro calazita.
dito o male castrato ; cfr. cal. (RB) gad galéncia v. jalencia.
doffu, (CS) gallofu id., it. gaglioffo galiggi (Traina) m. rivolo d’acqua che su
‘sciocco5. bito scema, (K v) galici ‘pozza d’acqua
gagghiaru (C r) m. ghiandaia; v. gaggiana per macerare il lino5; cfr. cal. (CS)galici
gagghiu (Biundi, Traina, M b, fl, ra, to) ‘braccio di un fiume5. Da ar. hallg
ag. di vari colori, pezzato ; crapa jagghia ‘braccio di fiume5, ‘canaletto5; v. Pelle
(M ma), gàglia (M mo, no), àgghia (M grini 450.
an, mi, r P b), gugliata (A sb) capra galimbu (Vinci), galimmu (Traina), sga-
chiazzata di più colori. - Probabilmente limmu (Traina, M fr), garimmulu (M
di origine settentrionale : piem. gaio, sp), sgarimmulu (M al) ag. torto, non
prov. jailh id. < *gallius; v. FEW, piano, sghembo; cfr. in Corsica sca-
IV, 41. lembru id. - Per l’etimo, v. DEI 3482.
gagghiu fl sürici - (M b), surici àgghiu gammitta (Traina, Biundi, Giuffrida), jam-
(M fr), sürciu gàghiu (M sp, sùrciu mitta (M mi, sm) f. canale d’irrigazione,
gàgliu (M-mo), agghjirugagghiu (M u), solco maestro, destinato a ricevere le
sùrciu gagghiolu (C sm) m. specie di acque di scolo; cfr. cal. (CS, CZ) gam
ghiro, Eliomys nitela; v. gagghiu 'pez buta e gammitta ‘solco di prosciuga
zato5. mento5. Da ar. gammlt ‘tutto ciò che
gaggia (Traina), jùggia (M bc, r), cdggia beve avidamente5; v. Pellegrini 263.
(E c), àggia (M mi P p), àrgia (P b) f. gammozzu (Biundi, Traina), ammozzu
gabbia per polli o uccelli; cfr. cal. (RC) (P p), ammuzzu (C m) m. razza della
gàrgia id. ruota ; v. gammuzza.
gaggiana (M mo, ss) f., jaggianu (M rd), gammuzza (A n, sb), jammuzza (R g),
jargianu (C 1) m. ghiandaia ; cfr. lue. (in jammozza (M mi), gambozza (C b), am-
zona di immigrazione piemontese) gag muzza (T v), gamozza (M to), gallosic.
giana — lig. e piem. gasanna id. ; v. jar- jamoza f. ‘razza della ruota5; cfr. cal.
giana e carraggianu (s. v. carragiàu). (RC) gambozza ‘gavio della ruota5. Voce
gaja (Biundi, Traina, K va), aja (Traina), importata dalla Galloromania : piem.
Haja (A sb) f. siepe viva. Da fr. haie. gambossa ‘gavio della ruota5; cfr. fr.
gaju (A sb), gàjulu (Biundi, Traina) m. jante id.; v. Corr. no 65 e gammozzu. -
rigogolo; cfr. cal. {CS)gàjulu egàviu id., In Sicilia il termine fu erroneamente
sic.(M mi)àviu id., sic. (GigliolÌ2o) àjulu applicata alla razza della ruota.
gäpulu 'molle5 v. dpulu. garruna-vacchi (M rv) f. sorta di grossa
garäcciuli (M fl) pi. ciccioli; v.gramicciuli. serpe; cfr. cal. ngarruna-vacca, mpa-
garberà (A n) f. burrone, gola di montagna; stura-vacche id.
garberì (Traina) spaccature nei filoni gasena v. gazzana.
delle cave di zolfo ; v. garbu. gaspu v. caspu.
garbu (C r M an, c, fo, mo, to), gabbu gattigghiari (Traina, M tr), gattugghiari
(M a), carbu (M f, ma, stf) m. cavità in A sc), attugghiari (S s), cattugghiari
un albero; gallosic. (M sf) jerb 'incava (M si), cattigghiari (M n), gallosic. (M
to5 ; cfr. lue. (in zona di immigrazioni dal no) gattigghid, (E s) gatighiér a. solleti
Piemonte) garvu ‘incavato5. Voce im care (AIS, c. 682); cfr. cal. catugghiari,
portata dalla Galloitalia : lig. garbu, gattugliare id. Da fr. chatouiller, prov.
piem. garb 'incavato5 (AIS, c. 534); v. gatilhar, lig. gatigià id.; v. Corr. no 71.
garbudu. gavita (Traina, A n), gàvuta (K v), avita
gàrbula (Biundi, Traina, M n, u), gàrvula (C m T v) f. vassoio usato dai muratori
(Traina), gdrbura (M tr), jdrbula (M g), per trasporttare la malta; cfr. cal. (CS)
jérbula (M sf), àrbula (M fr R r), drbura gdvata o gdvita ‘catino di terracotta5 <C
(M c) f. cerchio di legno del crivello. Da lat. gabata.
ar. garbai ‘crivello5; v. Pellegrini 164. gazzana (Pasqualino, Traina, A et, n C sm
gàrbulu (M u) m. cavità in un albero ; v. E c M mo), gazana (M to), gaczana
garbu. (Senisio), jazana (M n, r), jarzana (C 1),
gärbura (M rv, to) f. cavità in un albero; gasena (Pasqualino, Traina), casena (T v)
v. garbu, gàrbulu. f. specie di ripostiglio o armadio nelle
garbutu (M tr), garbudu (M no) ag. inca mura di una stanza senza porta ; cfr. cal.
vato; cfr. (M ma) sgabbatu id. (AIS, (R C) bazzana e gazzana id. Da ar.
c. 534), lig. garbu, sgarbu id.; v. garbu. hazàna ‘specie di armadio5; v. Pelle
gardubbazzu (E c) m. calabrone; v.car- grini 156; v. cazena.
dubbulu. gerbu (Biundi, Traina, M c, fo, fr, me, si),
garera 'tessitrice5, v. carera. gierbu (M cr, mi), gebbu (M a, r), gerfu
gariddi (Traina) pi. noccioletti che sono (A sb P b T s), (M rd) cérfidu, gallosic.
appiccati sotto la lingua ; garìlli (M mo) (M no) gerbu ag. incolto, terreno lasciato
cispe all’occhio; cfr. cal. garilla o ga- in maggese, sodaglia (AIS, c. 1417).
rìdda ‘cispa5 ; v. jaridda. Voce certamente importata dalla Gallo-
garifu (Vinci, Traina, Biundi), jaliffu (M romania; cfr. piem. gerb, ant. piem.
fr, sa) m. erba tenera che rinasce dopo le gerbu, zerbu (Nigra 64), lomb. gerb
prime piogge. Da ar. Rarif ‘pioggia d’au (= gerp) o zerp ‘incolto5, ‘non coltivato5,
tunno5 (Pellegrini 191). ant. it. merid. gérbido ‘terreno arido o
garozza v. cozza. sterile5 (DEI 1790), Gérbido e Gèrbidi
garraffu (Traina), garraffa (C b) m. cate toponimi in Piemonte e Lombardia. In
ratta del mulino; arraffu (T v) ‘grande Sicilia questi esiti si sono incontrati e
ruota del mulino su cui si precipita sono stati confusi con lat. ac er bus, cfr.
l’acqua5; cfr. Garraffu e Garrafeddu no nel Vocab. del Traina gerbu tradotto con
me di due fontane a Palermo. Da ar. ‘incolto5 e ‘acerbo5 e mess. (M m2)puma
garràf ‘ruota di un pozzo per tirare gebba ‘mela agra5 (AIS, c. 1267). Ma per
l’acqua5; v. Pellegrini 264. il primo significato sembra che dobbiamo
ammettere piuttosto una base * g e r b i d u giaramini v. ciaramita.
(d’origine forse celtica); cfr. piem. cande gibbaluni (M bf, c) m. biscia d’acqua; gir-
da candidu; v. Corr. no 46 e DEI baluni (M rd) specie di grossa serpe ; v.
1790. giabbara.
gesiancu (M n), sciasiancu (M to) m. gelso ginisa (M bf T v) f. tritume di carbone;
['gelso bianco5] ; v. marajancheru. ginisi (Traina) m. id.; v. cinisa.
gghiannaru (M fo) m. quercia; cix.ghianna gira (Pasqualino, Biundi, Traina, A a C b
'ghianda5. M mi, sp, to, tr P b),gida (M n, u)ggida
gghjlrica-tórtura (M to), gghjirichitudda (M b), gera (C sm M mo), geda (E c
(M u) f. tordela, tordo maggiore ; cfr. M fr), gallosic. (K p) agéa (Rocella 41)
cal. (RB) jerucùcurdu, chjiricóculu, f. bietola, voce usata per lo più come pi.
jiracócula, chiaracurdaca id. — Sembra i giri, i gidi; cfr. ant. sic. (Scobar) agiti,
corruzione di una composizione con gr. nel Traina aiti = giri. Corrisponde al
lépa£ ‘specie di falco; v. LGr, 183. cal. (CS) ajeta, ajita o jeta id., nap.
ghicari ‘arrivare5 v. chicari. ajeta id. - Strana corruzione di *bleta
ghinéssiri (C r) av. per forza; v. nchen-, < *betula; v. la discussione minuziosa
ghiucchena v. jittena, ticchiena. presso Filippa Trapani 126.
ghiuttena, ghjittena v.jittena, ticchiena. giseri (Biundi, Traina, A n C b, m M b, sp,
giabbara (M an, b), gibbara (JA si) f. biscia to), ciseri (C c, m M c, ra, sp, u) ; zizeri
d’acqua; v. gibbaluni. (Traina), gallosic. gasér (Roccella 138)
giafagliuni || surci - (A sb K v) m. topo m. ventriglio di pollo o uccello. Da ant.
campagnolo; giacaluni (Biundi) piccolo fr. giser, fr. mod. gèsier <j gigerium.
topo simile al ghiro. gissara v. jissara.
giaja (E cn M cm, n, ra, to, u R g), gallosic gistra (Biundi, Traina, M cm), gisra (C m
(M sf) ghìeja f. ghiandaia; cfr. piem. M v P b), gghistra (Pitré 44) f. specie di
gheja id. (AIS, c. 503); v. giaju. cesta, cfr. cal. (RC) gistra e gisra ‘specie
glaju (E s M mi), giai (Biundi, Traina) m. di canestra bassa e tonda5, nel Lazio
ghiandaia; ant. sic. (Scobar) iay nome merid. cistro : con r per incrocio con
di un uccello. Da fr.geai, ant. fr.jai id. canestro.
(lat. gajus); v. giaja. - In certi vocabo giuccafa (A n) f. coccio di vaso o tegolo,
lari (Biundi, Traina) giaju err. è dato per giuccu (Biundi, Traina, per tutta la Sicilia),
il rigogolo. juccu (M mi), in alcune zone aggiuccu,
gialinedda (M tv) f. rigogolo; v. gidlinu. giuccaturi, gallosic. gioc, giocu m. basto
giàlinu (Traina), jàlinu (Scobar), giarnu ne del pollaio (AIS, c. 1139). È voce
(Biundi) ag. giallo; giàlunu (M ma), tipica del Piemonte (giuc) e della Li
gidlinu (M rd, si), ceddu giarnu (M b) guria (giucu). Apparteneva anche all’ant.
m. rigogolo; cfr. cal. gidlinu 'giallo5 e fr. joc e juc, di cui il fr. moderno ha con
‘rigogolo5, salent. scidlinu id. - Da ant. servato il verbo jucher detto di polli e
fr.jalne — mod. jaune (galbinus). uccelli. Il sostantivo si ritrova (juccu) in
giàlina (Traina, M ra), gidllina (M si), una piccola zona della Calabria setten
gidrina (M to), giarna (Pitré 44) f. itte trionale (zona di Mormanno), sospetta
rizia; cfr. cal. (RC) gìallinia o gialla id. ; d’immigrazione valdese dal Piemonte.
v. gidlinu. Sarà piuttosto un gallicismo proveniente
giarina v. aggiarina. dall’Italia padana che un normannismo;
v. Varvaro, Norm. 6. - Dal sost. il verbo giummu (Biundi, Traina, Cl M t, to),
aggiuccari (v.). giumbu (M mo), ghiummu (R r), gallo
giufà (Traina, M m, to) m. personaggio sic. giumm m. fiocco di nastro o di ber
buffonesco (nelle fiabe siciliane) ; cfr. retto; cfr. cal. (RC) giumbu ‘nappa’,
cal. jujd, juRd, jugale nome dato allo ‘ornamento’ di fili’. Da ar. gumma; v.
stupido fortunato, personaggio delle Pellegrini 178.
fiabe calabresi <C ar. djuha ‘figura po giummu (M ss), éumbu (M bf, rd) m. fiore
polare che impersona lo sciocco’ (Pelle dell’ampelodesmo (ddisa). - Identico a
grini 135). giummu ‘fiocco’.
giufalé II jucari a - (Vinci, Traina, M sap) giurana (Biundi, A sb K v P b, r T v), giu-
è un giuoco che si fa tra due ragazzi di ranna (A et), ciurana (E et M ma),
cui l’uno chiude in una mano un certo chiurana (M mi), cirana (M u), ciranna
numero di nocciuole, piselli o ceci ab (E c M fu), ciuraina (E s) f. specie di
brustoliti, mentre l’altro deve indovinare rana verde, raganella (AIS, c. 453); cfr.
quanti capi sono; altrove deformato in cal. (CZ) ciranna id. - Da ar. garän
giuvaleri (Messina), nzifaieri {Siracusa), ‘rana’; v. Pellegrini 200.
ciuvaleri (Avola); v. Pitré, Giuochi 72. - giuvicari ‘seppellire’ v. druvicari.
Corrisponde a cal. (RC) jucamu a cci- glimpa ant. sic. (Senisio), in documenti del
falé, bov. pééome ’s te ccefalé < gr. sec. XIII glimpa e glipa ‘ornamento o
xstpaXs? ‘capi’; v. LGr, 235. velo di cui le donne si adornavano’;
giugnettu o giugniettu (per tutta la Sicilia), a Palermo anticamente limpia ‘velo’
gallosic. giugnit e giugnót m. luglio, (Pitré 50). - Da ant. fr. guimple, prov.
d’accordo con la Calabria meridionale guimpla, fr. mod. guimpe ‘ornamento di
giugnettu (AIS, c. 332). Caratteristico testa’; v. Trapani 190. In Calabria la
termine importato dai normanni : ant. voce ricorre in un atto notarile redatto
fr. juignet ‘petit juin’, passato a deno in greco a. 1211 in un elenco di orna
minare il mese di luglio (‘figlio o succes menti muliebri : yX^fiTua (Trincherà 356).
sore di luglio’), trasformato in fr. mod. gnona (M an) f. angolo di casa; v. agnuni,
a juillet. ngona.
giuggiulena (Biundi, Traina, M mo, to), gnuni (C fv, r) m. angolo; V. agnuni.
a. 1345 iuriulena f. sesamo; cfr. cal. gnutticari (Biundi, Traina, AIS c. 1530)
giurgiulena id. - Da ar. gulgulän a. piegare; cfr. cal. (CS solo in zona di
‘seme di sesamo’ (Pellegrini 191). Castrovili ari) gnutticà ‘piegare una cosa
giujusani (M n) pi. abitanti di Gioiosa Ma duplicandola’, brind. gnutticari. Sembra
rea. nato per una sorta di metatesi da una
giummara (Biundi, Traina), ant. sic. ium- forma anteriore *nducchjicare < *in-
marra (Senisio) f. foglia del cefaglione duplicare; cfr. sic. (C b) nduggiara,
(v. ciafagghiuni), anche nome di questa gallosic. ndugiè id. ; v. annuggiari.
palma nana : giummara (T c, v), gium- graghia gallosic. (Es) f. cornacchia; cfr.
marra (A n, sb), cimarra (M fr, g). Da ant. prov. gralha, Nizza graja id. <5
ar. gummär a ‘midollo della palma’; gracula ; v. FEW, IV, 203.
v. Pellegrini 192. gramicciuli (M to, u), ramicciuli (M fr, g,
giummi (M fo, fv, sa, sp) pi. fiori dei broc n), rimicciuli (M si) pi. ciccioli ; v. garac-
coli; v. giummu. ciuli.
gramüsciu (A a, r, sb K v P r) m. coniglio cola falce), introdotto in Sicilia dagli
giovane; v. carmüciu. emigranti tornati dall’Argentina,
grandazzisi (C 1) pi. abitanti di Randazzo. guàddara (Biundi, Traina, M to), gudllera
granza (Traina, M b), ranza (Traina, A a (M mo),jaddira (M ra) f. ernia; cfr. cal.
R g) f. cruschello; cfr. cal. granza id., (CS) gudllara, (CS, CZ, RC) guàddara
sardo grangia ‘crusca’ < 1. grandia id. - Da ar. adara ‘ernia’; v. De Gre
‘residui grossi’. gorio no 10, Wagner in ZRPh, 54, p. 750
grassudda (Biundi, Traina, Roccella) f. e Pellegrini 211.
giusquiamo; grassudda ‘camedrio’ v. guaddaricchiu (M to) m. scricciolo; cfr.
crisudda. cal. (RC) guaddaruni ‘sorta di passera’
grasta o rasta (per tutta la Sicilia) f. vaso (Giglioli 218).
di creta per fiori ; usato anche per ‘coccio guadiroti (M si) pi. abitanti di Gualtieri
di tegolo’, cfr. cal. grasta q gastra salent. Sicaminó.
crasta e rasta, tar. jrasts id. - Da gr. gualteruni ‘uccello’ v. quadaruni.
yàorpoc ‘vaso panciuto’, guardalomu (Pitré : in zona di Marsala),
gratterà v. rattera. vardalomu (T v) m. ramarro,
gravuscia v. varvùscia. guardiana ’i l’acqua (M rd) f., guardianu
gregna (per tutta la Sicilia), regna (M t d'acqua (M mo, ro) m. libellula; cfr. cal.
T v) f. covone composto di manipoli di (RC) guardacqua, (CZ) guardianu l'ac
grano mietuto; cfr. cal. gregna, nap. qua id.
gregna id. (AIS, c. 1454). Da lat. gre- gucceri ‘macellaio’ v. bucceri.
mia ‘covoni’. gucciardu ‘nericcio’ v. bucciardu.
gródduru (M tr) m. torsolo della pannoc guddaci ‘pesce’ v. buddaci.
chia di granturco. guencia v. vèngia.
grolla (C b), grulla (M mo), rudda (M lb) güglia v. agügghia.
f. mallo di noce o involucro verde di guindanu (C b), indalu (M m), induru
nocciuola. Dal piem. e gen. rola, tic. (M rv), jindaru (M mo), innaru (M tr),
grola id. (AIS, c. 1301). ant. sic. guindalus (Senisio), gallosic.
grospu ‘fuscello’ v. sgroppu. vinnulu (Roccella 286), (E s) ghindulu,
gruggiolu (Traina), gurgiolu (Traina) m. (M sf) vinu m. ‘arcolaio’, ‘guindolo’. -
crogiuolo, vaso dove si fondono i me Voce importata dall’Italia padana :
talli; cfr. cal. crisciolu o grisciolu id. piem. vindu, gen. ghindao.
Non può essere in Sicilia voce indigena guisina (Biundi, Traina, A a, et, n, sb K v
(da *chrysoylum ‘vaso d’oro’) secondo P b, r), guisina (C b), grisina (C c),
Alessio 48. Ma è voce importata : ant. visina (Ss Tv), istna (Cm S p), sgui
prov. crosol, ant. fr. croisuel, catal. sina (C mi, sm), schisma (S s), nguisina
cresol, spagn. crisol id., di non chiara (E c) f. biscia d’acqua. Certamente da
origine; v. FEW, II, 1356 e DEC, I, 945* raccostarsi al cal. (RC) èyina e óyina
grusuléu ‘rigogolo’ v. crisuléu. ‘biscia d’acqua < gr. lyßnv. ‘specie di
guadagna (M b, bf), guaragna (M mo) f. serpe’; v. óscina e LGr 163.
falce a manico lungo con lama lunga < gulia (M u) m. specie di gufo; v. uléu.
spagn. guadarla (neologismo) : stru gunócchiu (Traina, A sb C sm) m. ginoc
mento originariamente non conosciuto chio; cfr. cil. gunùcchiu, lue. e abr.
in Sicilia (dove fu usata soltanto la pic gunucchid id. - Da *gonuculum (*gu-
no cui um?) per influsso del gr. yóvv; cidio; cfr. cal. (CZ) guttera id. - Da fr.
v. dinócchiu. gouttière (DEI, 1894).
guréu (M mo, ro, tr) gulèu (M rv) m. specie guzzu (Traina), ant. sic. guczu (Senisio) m.
di gufo; v. ulèu. cane piccolo; cfr. cal. (CS)guzzu ‘cagno
gurna ‘pozzanghera5 v. urna. lino5, it. cuccio e cucciolo, catal. gos
gurnu (M rv) m. pozzanghera, ‘cane5. D’origine onomatopeica; cfr. cal.
guttera (Traina, Pasqualino, M to) f. stilli cucci-cuccil\oce con cui si chiama il cane5.
Kaja ‘siepe viva5 v. gaja. fiarara (A sb), carara a Trapani (De Greg.
tiama (Gioeni, A n, sb), carni (T v) f. fango, no 123) f. afa, caldo eccessivo. Da ar.
melma, càmia (Traina) puzzo di terra harära ‘calore5 (Pellegrini 255).
fangosa. Da ar. hamä ‘loto5; v. aRIia- fiàrbia (A sb) f. sete ardente ; v. Pellegrini
matu, cama. 210.
Hanna in ortogr. tradiz. channa (PS 49) f. Harera ‘tessitrice5 v. carera.
sciarrano (pesce), Serranus; cfr. salent. Harrubba (A sb) f. carrubo, da ar. harrüb.
fannu, nfannu id. <C gr. ygv'joc, ‘nome di
pesce5 (LGr 558).
/acca ‘fessura5 v. ciacca. mulctrale vas est quo lac colligitur5 nel
xaccari ‘spaccare5 v. ciaccari. Valla (ZRPh 42, p. 96). Corrisponde al
xàccula (M 1) f. specie di ginestra, Spar- cal. (RC) yisca, (CS) jisca id. Dalla
tium junceum; cfr. ciàccula ‘fascio di forma fonetica (y < fl) si deduce una
frasche accese5 (Traina) : ‘fiaccola5; v. base *flisca, prodotto forse di un in
ciaccari. crocio tra flaska (germ.) e si eia
xarera ‘tessitrice5 v. carera. ‘secchia5.
xannaca ‘collana5 v. ciannacca. xocca (A n, sb M no, v), sciocca o ciocca
xédiri ‘aborrire5 v. scédiri. (Traina, C sm R g T d), jocca (Traina) f.
xibba ‘fibbia5 v. scibba. chioccia; cfr. cal. yocca, lue. jocca, pugl.
XÌniari ‘nitrire5 v. sciniari. joccha, lece, vocca e vóccula, abr,
xirba ‘rupe5 v. scirba. vloccha, nel Lazio znocca, umbr. fiocca
Xisca (A cf, et, n C b K v M fl, mi, no, tr), (AIS, c. 1123), bov. flokka id. - Da una
jisca (E c), sisca (Traina), scissa o cisca base onomatopeica *foccula o *voc-
(Traina, M bf, sp, to, u) f. secchio di cula ; v. LGr 89.
legno dei pastori, cfr. ant. sic. yisca ‘hoc XuXXar* ‘soffiare5 v. ciusciari.
xumi (A sb, n K v M fl, 1, no), lumma (C regola in alcune zone di fronte al sic.
b) = sic. com. dumi o sdumi ‘fiume5, com. duri m.) è spia di influssi galloro
xuminisani (M f) pi. abitanti di Fiumedi- manzi : fr. la fleur, piem. la fiur, gen. la
nisi (in dial, 'luminisi'). sdura.
xura (M fl, mi), sduri (T v), gallosic. (M xuritani (M fo) pi. abitanti di Roccafiorita,
sf) sdaur f. fiore. Il genere femminile (di xusca ‘pula5 v. jusca.
laca ‘oca5 (AIS, c. 1149), non è un antico lampuca o lambuca (PS 61) f. pesce, cori
latinismo (Alessio 30), appartiene solo fena, lammucu (M fu) m. sorta di
al dialetto gallosiciliano di San Fratello, pesce; cfr. cal. lampuca o lambuca id.
dove ogni au passa in a : pac, tar, lanapinula v. carapinula.
panar. lanzarieddu (M cr) m. gigaro; v. anzaru.
lacciata (Traina, sic. com.) f. siero del läpia (M stf) f. gabbiano = altrove in
formaggio di cui (unito con altro latte) Sicilia aipa (Traina) < 1. gavia.
si fa la ricotta; cfr. cal. lacciata id. (AIS, lappana (Biundi, Traina), Idppara (Biundi,
c. 1218). Corrisponde al tipo *lactata, Traina, M a, br, m), Idmpina (Traina) f.
ma per lo sviluppo non meridionale di pesce di scarso valore, Labrus turdus;
-et- risulta di importazione galloro cfr. cal. (RC) Idppara, tar. e brind.
manza (non determinabile), cfr. fr. Idppana id. — Da*lapaena<C *XdcTcoavoc
laide, francoprov. laitd, prov. lachada < gr. XfjTtawa; v. LGr 296. - Trasfor
id., piem. laitd, lig. lacia f. ‘siero del mato in Idppara per influsso di Idp
formaggio5; v. AIS, c. 1218 e FEW, V, para.
111. lappara (Traina, M r), lappira (M bf) f.
laganu (Traina), lainu (M rd), Idniu pezzo di carne floscia, senza consistenza;
(Penzig I, 526) m. agnocasto, Vitex cfr. cal. Idppara e Idpparu ‘carne di
agnus castus; cfr. cal. laganu id. - Da cattiva qualità5. — Da gr. Xauapó?
gr. ant. ayvo? id. trasformato in *Xàyvo<; ‘floscio5, gr. mod. Xdbrapo ‘carne poco
per infl. del gr. volg. (neogr.) Xóyo<; nome buona5; v. LGr 291.
dato allo stesso arbusto; v. LGr 6. laprócchia ‘cardo5 v. aprócchia.
lagóriu (C r), lavóriu (C b, mi), argóriu larma || na - (Traina) un poco; na larma
(C r), ajóriu (C r) m. ramarro, lucerto d'ogghiu (M cm, li) una goccia d’olio <C
lone. Appartiene al fondo galloitaliano, fr. larme.
cfr. lig. lago, piem. lajö, lijö, lomb. lig'òr lastra ‘arbusto spinoso5 v. alastra.
id. (AIS, c. 450). Ritorna in una zona di lastra (Traina, K v M mi, t P r), lastra (M
Lucania con immigrazione piemon r), alastra (Traina), gallosic. (E s)
tese : lavoru. Da un preromanzo dastra, drasta (M no) f. capra giovane
*lagoriu (StR, 214). di uno a due anni; cfr. cal. adastra,
lammicari || mi lammica u cori (M r) ho dastra, lastra, rastra, lue. rastra id. <C
voglia di mangiare; cfr. sic. (Traina) *haedastra.
lamiari, cal. (RC) lamiari ‘patire lastra ‘ginestra spinosa5 v. alastra.
fame5; v. LGr 289. lastrotta (M si, sp, rv), lastrotta (M b, c,
ra, to), alastrotta (Traina), f. capra camp, rimba ‘grossa scodella’. Ritorna
giovane; v. lastra. in Grecia (Epiro) limba e alb. limb'd id.;
lastruna (P b T v) f. capra giovane; v. cfr. gr. ant. lémbos ‘piccola barca’. Di
lastra. origine poco chiara; v. LGr 298, Pelle
lattupetri (M cr) pi. giuoco delle cinque grini 165, DEI 2232.
pietruzze. léncia ‘erica’ v. aléncia.
lauraddiu (R g), secondo Giglioli 20 in léscendra (C r), lésendra (C mi), liscénnira
zona di Modica lauriddiu m. rigogolo; (E cn, et), lucénnira (M ma) f. biscia
cfr. gallosic. (E s) lassafaradiu id. - d’ acqua; cfr. ant. sic. le^andri nome
Sarà corruzione, per etimologia popo dato a certe serpi acquaiuoli (Senisio),
lare, di *auriolu <C aureolus (REW ant. mess, lóseiandra ‘hydri species’
790- (Vinci 147). - Corrisponde a cal. (R C)
laurindia (M c), laurinnia (M ma), rau- lé%andra — bov. è%endra ‘biscia d’
dinnia (M ro), raudindia (M si) m. acqua’ <f gr. mod. dial, éyzvSpa 0 o/svSpa,
granturco : ‘grano d’india’; cfr. sic. gr. ant. s/tSvoc (NC, no 36); v. lésina,
lauri = lavuri ‘frumento’. ' lóscina e óscindra.
lavanca (Biundi, Traina, A n E c, et K v lésina (C b) f. sorta di serpe grossa e lunga ;
M mi P b), gallosic. (Roccella, E s) v. léscendra.
ddavanca f. luogo scosceso, dirupo, lésina (Traina, sic. com.), gallosic. ddezna
smottamento, frana; cfr. ant. prov. (Roccella 105) f. lesina, strumento del
lavanca, ant. lig. lavanca ‘valanga’, voce calzolaio. Corrisponde al cal. mer.
del sostrato alpino (FEW, V, 101); v. lésina, mentre più a nord per tutto il
valanca. Mezzogiorno lo strumento è chiamato
lavizzu (Traina), laviééu (M rv, to, u), suglia o sugghia <C subula. Tipica
lavizza (C b) m. specie di calderotto. voce d’origine galloromanza arrivata in
Corrisponde all’ ital. laveggio, voce Sicilia con i Normanni; ant. prov.
tipica dell’Italia padana, cfr. ven. laveèo, alezena, ant. fr. alesne ‘alène’ <C germ.
lomb. laves <C lapideus. *alnsa (RSprG, § 80).
lavóriu ‘ramarro’ v. lagóriu. lestra (M sa) f. nome di erba, sp. di cres
lavuri (Traina) m. la biada seminata in cione (?).
erba; lavuri (A n R g P b), lauri (M mi), léstrince (C r) f. biscia d’acqua; v.
gallosic. (E n) ddavuru (Pitré 3 5) grano, léscendra.
frumento; cfr. cal. (C S) lavure ‘grano léu ‘gufo’ v. uléu.
verde e in erba finché si miete’ e la liara ‘vitalba’ v. ligara.
Terra di Lavoro (= prov. di Caserta), libbruni (A n) m. lepratto.
léddina (M fr, to) f. edera; v. aréddina. libbruni ‘arpione’ v. dibbruni.
léggiu (M bc, fu) m. buco di scolo nel licénnira ‘serpe’ v. léscendra.
fondo della barca; cfr. cal. lèggiu id., lifara (Mal) f. vitalba; v. ligara.
ital. alleggio, da fr. allege ‘buco per liffa (Traina, M n) f. spoglia o membrana
alleggiare’. fina della cipolla < ar. lifa (Pellegrini
lemmu (Biundi, Traina, sic. com.) m. vaso 192).
fondo di terracotta, catino; cfr. tar. lifudioti (Cr) pi. gente di Santa Maria di
limma, lece, limmu, bov. lìmba, otr. Licodia.
limbo, cal. limba, limma, limmu, abr. e ligara (Traina, C u), lijara (si), liara (M li,
t) f. vitalba; cfr. cal. (R C) ligara id., llnniu (M ra) m. granturco; cfr. frummen-
italianizzato da ligonia (v.). talinnu (M fl) id. : ‘d’ India’,
ligonia (M si), liunia (M c, u) f. vitalba; lintiscara (M a) f. lentisco ; v. listincaru.
cfr. cal. (CS, CZ) e bov. ligunia id. < boti (M a, f) pi. abitanti di All.
gr. *Xuycov[oc (LGr 303). liparuoti (M 1) pi. abitanti di Lipari,
lijoti (M a) pi. abitanti di Ali. liprastuni (M cr), liprastruni (M mi) m.
lima (M an, b, fo, mo, n, to) f. acqua che si lepratto; cfr. gallosic. (M sf) dsvastràn
aggiunge alla pasta del pane nella id., (M fo) lipracchiuni id.
madia; cfr. cal. (CZ, RC) lima id. da liprittu (M eg) m. lepratto.
gr. ant. Aupa ‘lavatura’ (NC, no 33 e liébertu (M mo), lucibertu (M sp) m.
LGr 304); v. limma, nimma. ramarro; cfr. gallosic. (E s) sibertu, (E
limarra (Traina, C m E et M mi, u), n) sibertu id.
rimarra (E et Pb T v), lumarra (R g) f. lisciandru (Gioeni, Traina, Pasqualino),
limaccio, fango, melma; cfr. cal. limarra lisciandreddu (Pasqualino, Traina) m.
id. e v. nimarra. macerone, specie di sedano selvatico,
limbói (Traina), limbài a Messina (Pitré Smyrnium olusatrum; cfr. ant. sic.
50), limmói (M a) m. lumaca; cfr. cal. lixandru ‘specie di erba’ (Senisio). Da
(CZ, RC) limbo, limbói, limba, lim- gr. *òXóa<xTpov (< lat. olus atrum); v.
bùa id. < gr. *Avpß0<; (LGr 298). LGr 361.
limicu (M r) m. terreno argilloso umido; lisi (M cm) m. ampelodesmo; v. ddisa.
cfr. cal. (RC) limicu e limacu, bov. lissa (Traina, M a, b, c, fr, 1, mo, si, to, u)
limaco ‘terra melmosa’ <C gr. Asinai; f. noia, malumore, rabbia; cfr. cal. lissa,
(LGr 293); v. N C, no 32 e v. liticu. bov. lissa ‘stato dell’ animo oppresso
liminoti (M cm, li), limminoti (M an) pi. dalla noia o dalla malinconia’ < gr.
abitanti di Limina. XéuCTa ‘rabbia’.
liminoti (M si) pi. abitanti di Meri, lista (A sb M mi P b T v) f. roccia
limistru (M g) m. specie di elee, scoscesa; (K v) dorso di roccia; cfr. cal.
limma (Biundi, Traina) f. intriso di farina (CS) lista ‘roccia scoscesa’,
per far pane; (M n, r, tr) acqua che si listincaru (M fo) m. lentisco; cfr. sic.
aggiunge alla pasta del pane nella stincu e v. lintiscara.
madia; cfr. cal. (CZ, RC) limma lisu I pani - (Traina, C 1 M b, c, si, sm, to,
‘lavatura della madia o acqua che si u), llisu (M mo) m. pane non lievitato
aggiunge alla pasta nella madia’. — bene. Corrisponde al gen. liso ‘mal
Risulta da un incrocio tra i due tipi lima cotto’, ‘mal lievitato’; cfr. in Corsica
e nimma (LGr 304). lisu ‘scipito’, ‘senza sapore’, ant. fr.
limpia ‘velo’ v. glimpa. pain alis ‘pane mal lievitato’ •< allisus
linguari (M 1) pi. abitanti di Lingua, ‘magagnato’ (FEW, I, 72), cfr. azyma
paesetto di Salina (isola delle Eolie), id est allisus (Corp. gloss. Ili, 597); v-
linguarussisi (C 1) pi. abitanti di Lingua Corr. no 51.
glossa. liticu (M an, ma), livicu (M fu) m.
lingua-voja (M lb) m. sp. di serpentello, melma; v. limicu.
orbettino; cfr. cal. (CS) lingavoja, litipizzi (Pinzone) pi. litigi, grosse con
pugl. lengua da vòva ‘orbettino’ : ‘lingua tese; cfr. litipizziari (Pinzone) litigare,
di bue’ (AIS, c. 451). azzuffarsi.
litteri (M f, fr, ma, n, sa), litteru (M an, maschile il termine (usato quasi per
cm) m. seconda muta del baco da seta; tutta la Sicilia nel linguaggio popolare)
cfr. cal. (RC) litteri o letteri, bov. si distingue nettamente da luci femmi
8etteri o Sesteri, neogr. dial. Ssurlpi. nile, con cui si intende ‘la luce5. Lo
id. < gr. Ssuxspiov ‘il secondo5; v. NC stranissimo cambio di genere si ripete
no 35 e LGr 125. nella Calabria grecanica : (RC e CZ) u
littirinu (Traina), ant. sic. lictriu = luci ‘il fuoco5 e similmente nel greco di
littriu (Scobar), lictiriu = littiriu Bova to luci n. ‘il fuoco5. Come in
(Senisio) m. leggio, pulpito, palco nelle Sicilia anche in Calabria luci è usato
chiese. Da ant. fr. letrin, oggi lutrin, promiscuamente con focu, ma è voce
ant. prov. letriou, piem. letoril id. < più vernacola, usata più nell’intimità
*lectorile (FEW, V, 235). della famiglia che in pubblico. Il
litujannoti (M fo) pi. abitanti di Letojanni. bizzarro fenomeno si spiega da un calco
livantuni (M to) m. verbasco : ‘va verso linguistico in un ambiente di popola
levante5. zione bilingue, dove il greco cpòse, (di
livicu ‘melma5 v. liticu. genere neutro) esprimeva tanto il con
lividduni (M b, to) m. pollone, giovane cetto ‘luce5 quanto il concetto ‘fuoco5
ramo di albero. E corruzione di nuvid- (cfr. lumera) ; v. Corr. no 36 e LGr
duni ‘pollone novello5, 301.
livlgghia ‘scopa rustica5 v. divigghia. luci-culu (Traina, Pitré) m. lucciola; cfr.
livigghiari v. divigghiari. cal. (CS, CZ) culilucida id. — È calcato
livira (M fo) f. orbettino, sul gr. xioAocpomà id., cioè ‘fuoco di
liviroti (M rd) pi. abitanti di Oliveri, culo5.
liana ‘lana5, lluna ‘luna5, llima ‘lima5 : ti luci-lumera (M t) f. lucciola; v. lumera.
pica pronunzia di Montalbano. Corri luci-picuraru (Traina, C sm M f, g, rd) m.
sponde a ddana, dduna ddima dei lucciola : ‘luce del pastore5; cfr. in
paesi gallosiciliani; v. GrI § 159. Sicilia canniledda (cannilicchia) di picu-
llisari (M u) a. aizzare; v. addisari. raru ‘candelina di pastore5 (AIS, c. 469).
lluzibertu ‘ramarro5 v. lisbertu. lucipirtuni (M stf) m. ramarro. È accresc.
lócina o lóscina (M al, g, lo r, u, v), di lucibertu; v. lisbertu.
luóyina (M fl) f. biscia d’acqua; cfr. lucénnira ‘serpe5 v. léscendra.
neogr. dial, hyytv. ‘sorta di serpe5, v. lueri (Biundi, Traina) m. prezzo che si
óscina, àsina. paga per l’affitto della casa, pigione; cfr.
lófiu (Mal, t), lófriu (M fv, fr, ma, u), a. 1185 nullo loerio, a. 1371 tutu lu lueri
alofiu (Vinci) ag. stupido, cattivo, bir (Varvaro 10); cfr. sic. adduveri ‘fitto di
bante; cfr. cal. (CZ) alófricu ‘pazzesco5, contadino5 (Pitré 3), cal. (CS) alluguériu
lontru v. ótrontu. ‘prezzo della pigione5, bov. addojéro
lósciandra ‘serpe5 v. léscendra. ‘pagamento del colono in natura al pa
lózinu (M mo) m. lampo. Voce gallo drone5, (RC) dduéri id. - Dal fr. loyer
italiana : ant. lig. losnu, piem. losna id. (DEI 2260) che in parte si è confuso con
(AIS, c. 392); v. REW 5142. il verbo dovere.
lucadoti (M ma) pi. abitanti di Locàdi. lumarra v. limarra.
luci o lusci (Traina, A sb C b K v M a, m, lumera (Traina, AIS c. 915), gallosic. (K p)
mo, n, to, u) m. fuoco. Col suo genere ddumera (Roccella) f. lucerna, lume a
olio; cfr. cal. lumera id., otr. lumera lungitani (M n), luncitani (M al) pi. abi
‘fuoco5 (v. luci). Da fr. lumière ‘luce5, tanti di Longi.
lumera di picuraru (M li, mo) f. lucciola, luntru (Scobar, Senisio) m. sorta di barca,
lumia (Valla, Traina, A n C ad, sm E et luntru o untru (De Greg.) barchetta
R g) f. limone e più specialmente ‘limone doganale; cfr. cal. (RC) luntru o untru
dolce5; cfr. cal. lumia, salent. lumia id. - ‘sorta di barca per la pesca del pescespa-
Dalla Sicilia il nome è passato all’ant. da5, rum. luntre ‘barchetta5 : lat. 1 un ter
italiano lomia e all’ant. fr. lommie. Ab = linter (DEI, 2286).
biamo il punto di partenza nell’ar. lima lùvaru (Traina ALM,M br, 1, m), lùuru
(> spagn. lima), ma in Sicilia la voce è (M a) m. sorta di pesce, pagello ; cfr. cal.
passata per il greco medievale con ag lùvaru o lùuru, salent. lùvaru id. - Forse
giunta del suffisso -foe (cfr. Aspovioc), per dissim. da rubrus ‘rosso5 o da un
usato per denominare una pianta frutti incrocio di rubrus con cal. e salent.
fera ([xyjAia, xspaala); v. Maccarrone, lutrinu (èpuD-pivop), nome che si riferisce
ZRPh, 44, 316, DEI 2283 e LGr 302. allo stesso pesce (Pagellus erythrinus);
lumiricchia di picuraru (M mo, r, ro) f. v. DEI 2292 e LGr 301.
lucciola; v. lumera. luvrizzani (M sp) pi. abitanti di Librizzi.
naca (Traina, sic. comune) f. culla per oggi al Peloponneso (Arcadia, Laconia) ;
bambini. Voce comune alla Calabria, v. LGr 346.
Lucania, Salento, arrivando fino a naca (C sm E et M mi P b) f. altalena; v.
Pesto ed alla provincia di Foggia. naca ‘culla’.
Appartiene all’ antico sostrato della naca (Traina, A n, sb K v T v) f. gorgo o
Magna Grecia : gr. ant. vàxv) ‘vello di pozza d’acqua nel letto della fiumana.
pecora’. Con tale nome fu chiamato un Da ar. naq‘a ‘acqua stagnante’; v.
tipo di culla sospesa, fino a 50 anni fa Pellegrini 268.
usato ancora in Calabria e in Sicilia. nächita-cicca (M rd) f. altalena; cfr.
Nella sua forma primitiva non era vacanzita id. (Traina),
altro che una pelle pecorina intelaiata in nàcula-pénnula (M n) f. altalena; v. naca.
una cornice rettangolare, mentre in nànguli (E et M ma) pi. frutti del bianco
tempi più recenti la pelle è stata sosti spino o della rosa di macchia,
tuita da un panno; v. la figura ripro nannavu (Traina, M u), nannàu (C 1 M rv,
dotta in Revue de ling. rom. IX, 1934, t, tr) m. bisnonno : ‘nonno avo’,
p. 257 ed ib. fig. 25. - Questo tipo di nannava (Traina, C 1 M rv, t), nunnava
culla (chiamato vàxa) appartiene ancora (M r, si) f. bisnonna.
nanticchia (Pitré, C m) av. un pochino, un ncinna (M r) f. fiore dell’ ampelodesmo ; v.
tantino; cfr. cal. (CZ) na nticchia id. - ddisa.
Raccorciato da tanticchia (v.). ncuddizza ‘lappa’ v. cuddizza.
napordu (Traina) m. cardo comune; cfr. ncuiri (Traina) a. premere, pigiare; cfr.
cal. (RC) nàpordu id. [ gr. òvÓTOpSov]. cal. (CS, CZ) ncujere id. <C 1. *inco-
nascazza (M sp) f. pulicaria, Inula viscosa. gere.
La voce riviene nella zona galloitalica di ncuttu (Traina, Biundi) ag. fitto, denso,
Policastro (Lucania) : nasca ‘pulicaria’. attaccato; (Traina, Biundi, M mo)
Ha preso origine dalla Galloromania: troppo vicino, insistente, seccante, ap-
%• nasca, prov. (tra Marsiglia e Men piccioso. Appartiene come partizipio al
tone) nasca id. (Corr. no 84). - Per verbo ncuiri ‘premere’ (v.).
l’origine v. FEW VII, 28. ndivina (M tr) f. mantide religiosa,
nasca-santisca (M u) f. giuoco dei ragazzi; ndivina-vintura (M b, r) f. mantide reli
v. giufalè. giosa, pregadio : ‘indovina la sorte’; v.
nasita (M c, cm, fi, fu, ma, r, si), nasida induvindgghia, sorta.
(M c), nasia (M an) f. terreno fertile ndugghiu ‘incolto’ v. nnügghiu.
lungo un fiume, a. 1142 in Sicilia nduvina (M rd), nduvina-nduvinagghia
/«pi? Tvj? vacnSoc? (Cusa 308); cfr. cal. (M si) f. mantide religiosa, pregadio.
(RC) e bov. nasida id. - Da gr. ant. nduvinagghia (M lb, mo, r, tr), nnivi-
vacriSa gr. dor. invece di vvjcriSa, ‘iso ndgghia (M ra, u) f. mantide religiosa,
letta’ (LGr 348). - Per lo sviluppo pregadio; ndivinagghia (Traina) sorta
semantico, v. isula. d’ insetto; cfr. cal. ndivinagghia ‘indo
nasitani (M n) pi. abitanti di Naso, vinello’. Ha preso il nome da una cre
naticchia (Biundi, Traina, M fi, mi, r, si) f. denza popolare : 1’ insetto ritenuto una
nottolino di legno; cfr. cal. (CS, CZ) fata o profetessa ; cfr. il nome in gr. ant.
naticchia id., prov. andilha id. < 1. jjwcm? ‘indovino’ (indovina le cose
anaticula ‘piccola anitra’, future), nome dato anche all’ insetto; v.
ncatasciari (Traina) a. imbozzimare; v. ndivina-vintura. — Da ant. fr. endevi-
catdscia. naille.
nchenéssere (M mo), acchenèssiri (M u) névulu (M u) m. ebbio, Sambucus ebulus;
loc. per forza, ad ogni costo [‘a che dev’ cfr. cal. (RC) névulu id.
essere’] ; v. ghinéssiri. nfànfara ‘pesce’ v. mpdmpara.
nchiédduru (M si) m. canna con uncino nfànfaru (Traina) m. piccolo pesce con
usata per tirare il pane dal forno, fasce orizzontali turchine; fdnfaru (De
ncimari (Biundi, Traina, M to, u), Greg.), fdnfalu (M fu) piccolo pesce a
nchjimari (A a R sm T v), scimari (M c, colori bizzarri, pesce pilota; cfr. tose.
fu, r, si, t), nciumari (Traina, C c M ma) fanfano, nap. fanfara, prov. fanfre id. ;
a. imbastire; cfr. cal. (CS, CZ) nchji- v. mpdmpara.
mare, (CS) gnimare, (CS) gnumare, nfurra (Traina) f. tela cruda usata per
camp. lue. pugl. nghjimà, cal. (CS) fodera di vestimenti; cfr. cal. mpurra,
nfimà, salent. nfiamare id. - Voce lece, nfurra, nap. nforra, it. ant.
d’ origine oscura (LGr 540). nfurra id. ; cfr. sic. nfurrari ‘foderare’,
ncina ‘capruggine’ v. jinatura. ngannulera (M al, to), ngangulera (M fi)
ncinatura ‘capruggine’ v. jinatura. f. rosa di macchia ; v. ngannulu.
ngànnulu (M al) m. frutto della rosa di nizula (M an, li), nisula (M c, r, sm), ni-
macchia. sciula (M fr), iéula (M g) f. ogni filo
nginatura, -uri v. jinatura. dell’ordito nel telaio; cfr. cal. (RC) ni
ngina ‘capruggine5 v. jina. zula e iéula id. = bov. niéila id. In
ngona (Pinzone, C 1, r M mal) f. angolo; Calabria (RC) sporadicamente con ni
cfr. cal. (R C) ngona ‘angolo di casa5; v. zula si intende anche 'ogni filo che serve
agnuni, gnona, angonia. a formare una corda5, 'ogni giunco
nguisina ‘biscia d’ acqua5 v. guisina. pieghevole che serve a confezionare una
ni v. nni. cesta5, 'ciocca di capelli5. - D’origine non
nia (Traina, M r) f. tacchina; cfr. cal. chiara; v. NC no 42 e LGr 349.
(RC) nia id., sic. nia-nia (Traina) voce nizzardi (M a, li) pi. abitanti di Nizza,
con cui si chiamano le anitre, nnàcchiu (Biundi, Traina, M u P p) m.
nibba (Biundi, Traina, M n, u) esci, no! conno, pudenda femminile; cfr. cal.
nient’ affatto!; cfr. cal. (CZ) è nibba è (CZ) nacchiu id. - Raccorciato da cun-
impossibile, è inutile. — Da sic. nebba ndcchiu; cfr. cal. (RC) nicchiu id.
‘giuggiola5 < ar. ‘annäb ‘zizipha nnaddizzara (M an) f. pianta, attaccamani,
rubra5 (Pellegrini 194) ; cfr. cal. (CS) zorba Galium aparine.
‘niente5 = sic. zorba ‘frutto del sorbo5, nnàgghia (E c) f. ghianda; cfr. in prov. di
nicu (Traina, sic. comune) ag. piccolo; cfr. Salerno (AIS) nnaglia: metatesi di
cal. (CZ, RC) nicu e niccu id.-Creazione glianna, gghianna.
espressiva, esprimendosi con il suono i nnerca (T sn) f. afa.
piccolezza, cfr. \t. piccolo, piccino, spagn. nni (Traina) av. dove. Viene spesso usato
chico, sardo piticcu, ziccu e pizzinnu, fr. in funzione di preposizione ‘da5, 'in casa
petit, rum. mie, piem. pitu, campan. di5, p. es. (K v) vaju nni lu miadicu,
zicu, Ischia pitta, cal. ninnu, titu, zinnu, (T v) nni lu mèricu, (P p) nn' ò miéricu,
basco tipi, ziki; v. piccittu. M m) nn u mèdicu, (C c) nd' ò mèricu,
nigghiu (R g) m. granturco ; cfr. nigghiu (A n) ni lu miédicu 'vado dal medico5 ;
saginella selvatica (Traina); cfr. cal. cfr. cal. (RC) jiu ndi iddu ‘e andato da
(RC) nigghiu ‘miglio5, ‘saggina5, brind. lui5, cal. (CS, CZ) duve u miédicu ‘dal
nigghiu ‘miglio5 : corruz. di milium, medico5; v. unni.
nimarra (M mo) f. fango, melma; v. li- nnivinàgghia ‘mantide religiosa5 v. nduvi-
marra. nàgghia.
nimma (M c, sm) f. acqua che si aggiunge nnügghiu (C b, 1 M ra, to), ndugghiu (M
alla farina intrisa nella madia; cfr. cal. rv), ndügliu (M mo), nùgghiu (Biundi,
(RC) nimma id., bov. nimma ‘lavatura Traina, Cm) ag. incolto (di terreno),
della madia5, ‘beverone per il maiale5 <C lasciato in riposo <5 lat. annuculus 'di
gr. ant. vffqxa ‘acqua da lavarsi5 ; v. lima, un anno5; cfr. gallosic. annotch 'di un
limma. anno5 (Roccella 44), cal. (CZ) annicchid-
mmula (M to) f. arcolaio; v. animulu. ricu ‘lasciato incolto per un anno5,
nimulu ‘arcolaio5 v. animulu. nnuggiari (M n, u) a. piegare (un lenzuo
ninnari (Traina) pi. noccioli di carrubba; lo) ; v. annuggiari.
(M ma) seme di mela o pera, nommi, p. es. nommi si movi (M c) non si
nivarora (M tr), nivaló, (M si) f. ballerina, muova!, vidi nommi cadi (M a, fo) vedi
catrettola: ‘annunzia la vicina neve5. di non cadere!; v. mi.
nózzuli (M to), nózzula (M fr, ra), nózzuri tissimi che sembrano gelatina, latterini ;
(M b, r) pi. sterco, cacherelli di capra, cfr. cal. (CS) nunnata, (RC) nannata,
pecora o topi; cfr. cal. (CZ) nózzuli ‘ca lece, nannata id. : ‘massa neonata’,
cherelli di pecora’, sic. (Traina) nózzulu nunnàu ‘bisnonno’ v. nanndu.
‘nocciolo delle ulive’. nurrimi (Traina) f. novella generazione di
nta (Traina) prep. in, dentro; nta l'ortu animali; (Traina) pesci di fiumi nati di
(M bf, n) nell’orto; nta lu médicu (A sb), fresco; cfr. cal. (CZ, RC) nurrimi ‘baco
ntò médicu (Cm) dal medico; cfr. cal. da seta’, ‘novello allevamento di bachi’.
(RC) vaju nt'ò médicu ‘vado dal medico’, Da 1. nutrimen ‘alimento’; cfr. fr.
nt'ò specchiu ‘nello specchio’, nta nu nourrain ‘pesce minuto’,
palu ‘a un palo’. nuvaroti (M ma) pi. gente di Novara,
ntarchiari (M u) rfl. vestirsi a lutto; cfr. nuvidduni (Traina) m. albero giovine, pol
tarca (Traina) velo nero una volta lone di albero ; nuvilluni (M mo) pol
usata dalle donne in segno di lutto, lone di albero ; v. lividduni.
ntosta (M al, n, u) f. parete divisoria (di nuzzu (E et M an R g), nnuzzu (M fo) m.
canne. — Da catal. antosta id. tacchino; cfr. cal. (RC) nuzzu e nnuzzu
ntrisicu ‘giogo per tre buoi’ ; v. trisicu. id. ; v. juzzu.
ntrufuliatu (M mf) ag. imbrogliato; cfr. nzalaniri (Traina, R r), nzaliniri (C sa) a.
cal. (CZ) ntrufuliatu ‘ben pasciuto’, stordire, far ingnillire ; cfr. cal. nselenutu,
ntrupatu (M fi, r) ag. imbrogliato, folto (di nzalanutu ‘stordito’ : ‘preso dalla luna’,
vegetazione); v. trupa. ‘lunatico’ da gr. asLqvv] ‘luna’ (LGr 452).
nuara (Traina, Biundi), nuvara (T v) f. nzaru ‘gigaro’ v. anzaru.
orto di ortaggi. Non convince l’origine nzirtari (Traina, sic. com. AIS, c. 746) a.
da una base araba (Amari ed altri); v. indovinare; gallosic. nzartér, cal. mer.
Pellegrini 269. Ma piuttosto da (terra) nsertari. Insieme al sardo inzertdi dal
novaria; cfr. Novara (ant. Novaria) catal. encertar; v. Corr. no 47.
città di Piemonte, Novara (a. 1144 No- nziru e ziru (Biundi, Traina) m. vaso di
hard) in Sicilia, Novaretto top. in zona creta senza manichi ; nziru (A sb R g
di Pinerolo (Piemonte), v. Corr. no 56. V t) specie di boccale per tenervi acqua ;
nucera (M al, eg, to, u) f. noce, albero di cfr. cal. (CS) zirru, (RC) nziru ‘grande
noci. vaso di creta per tenervi olio’, brind.
nuciara (M a, fo, i) f. noce, albero di noci, zirru id., da ar. zlr ‘giarra di creta’,
nuciculu (M a) f. lucciola; cfr. cal. (CS) nzita (M t) f. olivo giovane (selvatico) in
culinuci id. ; v. cululùcira. nestato; cfr. cal. (RC) nsitu ‘albero gio
nuciddara (M t) f. alberetto che produce le vane (di agrumi) innestato’, tar. mito
nocciole. m. innesto. — Dal verbo sic. nzitari
nuciddera (M to), nucilliera (M sp) f. al ‘innestare’ < 1. *insitare da insitum
bero delle nocciole ; v. fichera. ‘innesto’.
nugghiu ‘incolto’ v. nnügghiu. nzóddiri (M c) pi. cacherelli di capra o
numarru (M c) m. melma; v. limarra. pecora; v. zóddari.
mainata (Traina, M stf) f. pesciolini minu nzunzulidda (T v) f. rosa di macchia.
O
ocqua (Pitré : a Caltanisetta, A n), occa uscina (M fr, si, sm, to), ùsina (R r) f.
(A et T v) f. acqua <C *auqua. biscia d’acqua; cfr. neogr. dial, 'óywa.
ócina ‘biscia d’acqua’ v. óscina. ‘specie di serpe’ (LGr 377); v. lócina,
èlica (M rd) f. veccia selvatica ; cfr. cal. óéina.
(RC) dólaca, (CZ) èlica ‘specie di pisello óscindra (M rv) f. biscia d’acqua : è un
selvatico’ <f gr. SóXi/oq ; v. pólica. incrocio tra il tipo e^svSpa (cfr. bov.
opuseri (M f) av. ier l’altro; v. puseri. èyendrd) e óscina^LGr 162) ; v. léscendra.
orba (M a) f. intestino cieco, ótrontu (M m) m. congegno usato per la
orbu o orvu o uorvu (sic. com.) ag. cieco pesca delle seppie, altrove (Catania)
(AIS, c. 188), gallosic. orb ‘cieco’; cfr. ' chiamato lontrw, cfr. in Calabria ótron
cal. (RC) orbu, (CZ) orvu id. - E voce tu, ontra, lontra id.
sorta dall’Italia padana : ven. orbo, -otu, suffisso assai caratteristico e frequen
\omb.orp,'piem.orp,\ig.orbu id. (orbus). tissimo, usato non solo per formare gli
orna (M a, lo, fr) f. pozza d’acqua; v. urna. etnici : giarrotu ‘di Giarre’, partinicotu
ornu (M m), orru (M fu, m) m. falco pec ‘di Partinico’, liparotu ‘di Lipari’, criotu
chiamolo; cfr. cal. (RC) ornu e orru id. - ‘di Ucria’, liotu ‘di Ali’, ma usato spesso
Da gr. äpvsov ‘uccello’; v. NC no 44 e anche in funzione di veri aggettivi quali
LGr 368 e v. adornu. ficativi, p. es. furiotu ‘borghese’, tunna-
orva (Traina, Biundi) f. allocco di palude, rotu ‘pescatore con tonnara’, nuarotu
secondo altri ‘gufo di palude’ (Giglioli), ‘ortolano’, gabbillotu ‘gabelliere’, inna-
ant. sic. olba (Scobar) ‘allocco’, ‘uccello rotu ‘chi nasce nel mese di gennaio’; v.
notturno che fugge la luce’ <C 1. orbus Caracausi, Boll. XII, 265. [-wryjq].
‘cieco’ (Trapani 218); v. triorva. óéina (M an, cm, fu, li, me, t) f. biscia
orvicari ‘seppellire’ v. urvicarì. d’acqua; cfr. cal. (RC) óéina e góéina,
óscina o ócina (M a, f, ma, n, r), àsina bov. óéena id., da gr. Scalva ‘specie di
(M c, fo, rd, rv, si, t) lóscìna (M g, lo), polpo puzzolente’; v. óscina.
pàcchiu (Traina, C m, r M rv) m. conno, una sola volta, e solo in rima (Inf. 21,
genitale di donna; cfr. cal. (CZ) ndcchiu 123). Sembra dunque che si tratti di un
e (CZ) pdcciu id. meridionalismo entrato nella lingua na
päcciu (Pasqualino, Traina, M c, r, t) ag. zionale, di cui la forma più diffusa e più
pazzo; cfr. pdcciu o pacca per tutto il genuina doveva essere pdcciu. Ciò
Mezzogiorno continentale, di fronte al esclude la solita etimologia patiens o
tipo pazzo dei dialetti centromeridionali patius ‘sofferente’ (DEI 2812), donde
(tra Napoli e l’Abruzzo). Più a nord, in si aspetterebbe solo pazzu. - Non esclu
Toscana, la voce più commune è matto. do che in pacciu si nasconda un gentilizio
Nella Divina Commedia pazzo appare Papius (cfr. sapio > merid. sacciu),
una volta molto comune nella bassa formato il verbo sic. mpajari ‘aggiogare
Italia, come similmente il nome Mac i buoi’ (Traina) ; v. pdjula.
cus delle Atellane osche si continua nel pajula (Traina, Biundi, C n M fi, ma, mi
sardo maccu 'pazzo’. R g T v), pdjura (M to) f. legame vege
pacioti (M si) pi. abitanti di Pace del Mela, tale o di cuoio usato per aggiogare i
paddóttula (Traina : nel mess., M an, cm, buoi. Sarà nato da un plurale i pdjura\
si), padduóttula (M stf) f. donnola; v. v. paju.
baddóttula, piddotta. palataru (Senisio, Traina, M ma, t) m. pa
padedda o paredda (sic. com.) f. padella. lato; cfr. cal. (CZ, RC) palataru, bov. to
Per il -d- (lat. patella) la voce si rivela palatari id. - Da catal. o spagn. paladar
come un settentrionalismo. - Il nome id.
antico e indigeno della padella in Sicilia paliccu (Biundi, Traina) m. stuzzicadenti;
è sartàina o sartània (v.) ; v. Corr. no 57. cfr. cal. paliccu, nap. paliccho id. - Da
pagghiarini (M ma) pi. gente di Pagliara, spagn. palico e palìllo id.
pagru 'pesce’ v. pduru. palisa (Traina, Pitré Giochi 156) f. pala
paidire (ant. sic.) a. digerire (Senisio), pai- o maglio usato nel giuoco della palla,
dimentu (ant. sic.) digestione (Senisio). palórgiu (Traina, M an, t), palóggiru (Pi-
Nel Traina solo appaidare 'digerire’. - tré), palóggiu (M a, fu, m, n, r, si, t),
Tale verbo è rarissimo nell’estremo panórgiu (M b, gm, mo, tr), panóggiu
Mezzogiorno. Dalla Calabria mi risulta (M c), pranóggiu (M bc, rd), panargiu
padijd 'digerire’ per la zona confinante (Pitré) m. trottola ; cfr. cal. (RC) palórgiu
con la Lucania. E più comune da Napoli id. - Sembra uguale a cal. palórciu
in su, ma appartiene specialmente ai ‘fune usata per tirare a terra una barca’
dialetti dell’Alta Italia (REW, no 6151). < gr. *mxpóXxiov dim. di roxpoAxoc; id.
Si ritrova anche fuori d’Italia : catal. (DEI, 2736) ; cfr. nap. correre apaluorcio
pair, prov. mod. (Nizza) «jta/(FEW VII, ‘darsela a gambe’ (D’Ambra),
475). — Di incerta origine, palugiaru (M r) m. ferula (pianta),
päina (M no) f. sottogola di cuoio usata palummedda (M r) f. parte del telaio in cui
per aggiogare i buoi ; v. pdinu. gira il subbio; cfr. cal. (RC)palumbedda,
päinu (K v) m. sottogola di cuoio usata (CS) palummello id.
per aggiogare i buoi ; cfr. cal. sett. (CS) panärgiu ‘trottola’ v. panórgiu.
pdjìnu id. Altrove la voce si usa per la panariddisi (M 1) pi. abitanti dell’isola di
giogaia dei bovini : umbr. e march. Panaria.
paino (AIS, c. 1055). - Appartiene alla pani - vinu - e l’ogghiu || u - spuntäu (M t)
famiglia del verbo p a gin are ‘congiun è sorto l’arcobaleno. - Dai colori del
gere’ ; v. pdina. fenonmeno e della loro intensità nella
pàjaru (A sb), paxaru (A n) m. legame credenza popolare si pronostica una
usato per aggiogare i buoi; v. paju e buona raccolta di grano, vino ed olio;
pajula. cfr. pane e vino nome dato all’arcobaleno
paju (E c) m. sottogola per aggiogare i in prov. di Sondrio (AIS, c. 371).
buoi; cfr. cal. (CS, CZ) paju, camp. pania (Traina, M a, bc, li, ma, r) f.trecciadi
paja, brind. pdsciu, pugl. pasco id. — fichi secchi infilzati in istecchi; cfr. cal.
Sembra venire da un gr. *7ràyiov (cfr. (CZ)pania fascina di sarmenti tagliati:
7ràyio<; ‘fìsso’); v. LGr 377. - Con paju è gr. Travi«.
panimoli (C sm) ni. granturco ; cfr. fru- rale5. A metà italianizzato da gr. 7rocpoc-
mentu da mola (C s) id. ßocTxco ‘pascolare di nuovo5, bov. para-
panórgiu ‘trottola5 v. palórgiu. voscèo ‘ricondurre al pascolo5 (LGr 382).
panta secondo Traina a Lipari f. tasca; cfr. parasaccu (Pitré, M an, ma, u) m. spaurac
brind. panta e panda, lece, pauta, tar. chio dei bambini; cfr. cal. parasaccu
pota id. < long, palta ‘pezza5, ‘fantasma5, ‘spauracchio5, nap. parasacco
pantaciari (Traina, Pasqualino, M g) n. ‘diavolo5.
respirare con affanno, ansimare; cfr. cal. parasporu (ant. sic.) usufrutto di una pro
(CS) pantacijd id. - Da ant. fr. pantoi- prietà concesso ai servi o ad un figlio
sier, ant. prov.pantaisar id. (DEI, 2751). (Senisio), paraspolu (Traina, Biundi,
pantàcimu || aviri u - (Mu) respirare con C sm M fi), paraspól (E a) m. pezzo di
affano; cfr. sic. (Traina)pantasciata ‘dif terreno concesso dal padrone al conta
ficoltà di respiro5. dino per coltivarlo per conto suo; cfr.
pantaleci || jucari a li - (Traina, Gioeni) cal. (CZ, RC} parasporu, (CS) parascuo-
giuoco dei bambini che si fa con cinque lu, bov. to paraspóri id. gr. *7tapa-
sassolini (oggi in Sicilia non più cono OTTOpiov, in Grecia 7rapacrT:ópi ‘terreno
sciuto con questo nome). - Corrisponde coltivato a mezzadria5 (LGr 385).
al nome greco antico del giuoco tcsvtéX- parpagnari (M mo) a. proporzionare; v.
iDa. parpagnu.
pantófalu (Traina), pantófulu (M fr, to) m. parpagnu (Biundi, Traina, M mo) m. mo
sorta di mattone di terracotta. - Corris dano, strumento con cui muratori o
ponde all’ital. pianella ‘pantofola5 e falegnami si regolano lavorando; cfr.
‘sorta di mattone5, cal. parpagnu id. < fr. parpaing (Jost
pantu (M g) m. zolla di terra, 76).
panzia (M u) av. forse, p. es. panzia chi parrineddu (A n, sb C sm) m. ballerina,
vvèni ‘forse verrà5 : ‘penso io5; cfr. cal. cutrettola : ‘pretino5 ; v. parrinu .
(CZ) pensiu ‘forse5, (CZ) pènzuca veni parrinu (sic. com.), gallosic. (E s) m. prete;
‘forse verrà5, gallosic. pèss cha ‘forse5 cfr. ant. sic. (sec. XIII) patrinu ‘sacer
(Roccella 196). dote che ascolta la confessione5 (Rosa
papatornu (M fo) m. sorta di chiocciola; fresca). Lo sviluppo -tr- a -rr- (non indi
cfr. cal. papatornu id. geno) lascia pensare a un normandismo :
päpulu (C c),pdpuru (S s),pdparu (Traina) a. fr. parrin ‘padrino5 ; v. Varvaro, Norm.
ag. molle, di uovo con guscio imperfetto. 11.
- È corruz. di dpulu (v.). pàsimu (Biundi, Traina, Nicotra), ant. sic.
papuzzedda (M r, ro, si) f. coccinella, pasmu (Scobar) m. ‘disagio5, ‘spasimo5,
para (Traina, E a, c, s M mi T v) f. parte ‘patimento5, ant. sìciì. pasimari ‘patire5. -
dell’ovile dove si racchiudono gli agnelli È certamente un gallicismo di Francia :
o le pecore dopo la mungitura, ant. fr. pasme ‘svenimento5 con il verbo
parapäsciu (E c M an) m. pascolo dove si pasmer ‘svenire5, da lat. tard. (sec. V)
riconducono le pecore dopo la mungitura pasmus; v. LGr 474.
della sera; cfr. cal. (CZ, RC)parapàsciu, passiatura (A sb C sm) f., passiaturi (R r)
(RC)parapàsculu id., sic. (C b K v M tr), m. geco, Tarentula mauretanica; cfr.
cal. (CS) parapdscere ‘ricondurre gli ani passiatura ‘pruriggine5 (Traina),
mali al pascolo dopo la mungitura se pastili ‘parte del lavatoio5 v. prastili.
pastinäcula (M cu) f. carota selvatica; v. piciciu (M rv) m. genitale della donna,
vastunaca. piciuni (M u) m. genitale della donna ; cfr.
pasturimi (M fl, to) m. legame vegetale cal. (RC) piciuni id.
con cui si attacca il giogo al timone pidda (Pitré) f. recipiente posto sotto lo
dell’aratro; cfr. bov. pasturimi n. id. : strettoio per ricevere l’olio. Secondo De
'grande pastoia’, Gregorio appartiene al dialetto di Noto
patapiscu (M u) m. grosso sasso, (St. gl. Vili, 348); cfr. piddi (M tr) f.
pàuru (Traina), M a, bc, fu), pagru (PS truogolo, tose, pilla ‘pila del frantoio’,
101), pdguru (ib.), a Pantelleria pragu piddirinu (M t) ag. avaro, tirchio,
(ALM 567) m. pagro, sorta di pesce, piddotta (Traina, E e) f. donnola ; v. bad-
Pagrus pagrus; cfr. cal. pàuru, salent. dóttula.
fràu, ven. frago id., da lat. phagrus, piddóttula (M lo) f. donnola; v. baddóttula.
gr. <pàypo?. piddu (Traina) m. tritume di panno o di
pércia (Traina, Biundi, A sb, n K v P b paglia, (C1M a, an, b, c, r, t), pillu (Cr M
T v) f. bure, timone dell’aratro; cfr. cal. lb) m. pula, loppa di grano; cfr. cal.
(CZ, RC) pércia id., da fr. perche 'per (RC) pillu e piddu id., bov. to piddi ‘pula
tica’. di grano’. Da gr. nTXoc, ‘tritume di lana’
perciaruviettu (R g) m. scricciolo (o piut LGr 402) ; v. puddu.
tosto 'forasiepe’) ; v. ruvettu, pirciari. piditara (M tr) f. erica : nel fuoco il legno
perciasaji (M f, fo), perciasaja (M an) m. fa dei piditi ‘peti’.
grillotalpa : 'perfora canali’; cfr. saja pidócchia (M m, r, v), pitócchia (M ma) f.
‘canale’ e v. pirciari e scassasaji. pidocchio. Mentre in tutta l’Italia, come
perciasipala (M ra) m. forasiepe, scric anche nelle altre lingue neolatine, l’in
ciolo; cfr. cal. (CZ, RC} perciasipali id. setto è di genere maschile, nell’estremo
petriclnguli (M lb) pi. giuoco dei bambini angolo nordorientale della Sicilia è pas
che si fa con 5 pietruzze ; v. pantaleci. sato al genere femminile, in perfetto
petrubaddu (M to) m. giuoco delle cinque accordo con tutta la Calabria meridio
pietruzze. nale : a pidócchia o a pidücchia. Certa
petrullu v. pitruddu. mente un calco linguistico prodotto per
petrunutarotl (M rd) pi. abitanti di Proto influsso dell’anteriore termine greco di
notaro. genere femminile : gr. volg. <pD-etpa, e
picara (Traina, Pitré, M a, br, m) f. sorta così ancora oggi nel dialetto grecanico
di pesce, razza; cfr. cal. (CZ, RC}picara di Bova : i stira.
id. piénciuni ‘pettine’ è dato dal Traina per il
picceri (Pasqualino, Traina), ant. sic. solo comune di Nicosia, colonia gallo
picheri = piceri (Scobar) m. specie di siciliana; cfr. nella vicina Sperlinga
boccale <C ant. fr. pichier ‘vasetto per (gallosic.) piéncanu (AIS, c. 673). Dun
bere vino’. que non è un gallicismo di Francia : ant.
piccicaneddu (Traina), piccichinu (A n) prov. penche (Jost 55), ma ha la sua
m. conno, genitale di donna, origine in un ant. piem. *péncine, mod.
piccittu (M no) ag. piccolo, secondo Traina piem. pénciu.
usato nel gallosic. di Piazza Armerina. pignaru (M t) m. pino,
Fu identificato già da Traina con il pigula (Traina) f. barbagianni ; pigula (Ss),
piem. pcit\ v. Corr. no 58. piula (C m M fo, li), pivula (M u),
piura (C r) civetta; cfr. cal. pigula o cfr. cal. (CZ) prunella id. <C fr. prunelle
piula 'civetta*. - D’origine onm., cfr. (Jost 35).
tose, piulare, fr. piauler, catal. piular. pirrera (Traina) f. cava di pietre; cfr. cal.
'gridare* (di uccelli). parrera e pirrera <C ant. fr. perrière.
pi^udda (M tr) f. scintilla; cfr. bov. pirsichera (M ra), pissichera (M al) f. al
spiliudda 'farfalla* (anima di un morto) bero che produce le pesche ; v. pissicaru.
<5 gr. <Jju)joijXa 'piccola anima*, pisacantaru (M a, fo, li, r) m. sorta di
pileri (Traina) m. termine, ciglione, pila coleottero, cervo volante; cfr. cal. (RC)
stretto; cfr. cal. (RC) pileri 'pilastrone* pisacantaru id. : ‘pesa-quintale’, in Tos
< ant. ir.piler = mod. pilier. cana pesaferro, pesasassi id.
pilingu (C m) m. nottolino di legno; cfr. piscazzu (Traina : nel centro dell’ isola),
cal. (CS) pilinga f. e pìringulu m. id. piscazzu (A sb) m. roccia, sasso; cfr. nel
pinnàgghiu (Traina) m. ciondolo. Non da Lazio peschio, lece, pescu, brind. piescu
a. fr. penaille (Jost 51), ma corrisponde, ‘sasso’, 'macigno* <5 1. *pesculum =
con nd >■ nn, all’ it. pendaglio. pessulum.
pinnicuni (Traina, M fi, mo, ra, u) m. pisci jaddu (M gm) m. pesce San Pietro,
breve sonno, pisolino; cfr. pinnica pisci ruviettu v. ruvettu.
(Traina, Mr a) f. id., roman, pennichino, pispisa (Traina, K v M t P p S s), pispicia
pennichetto, abr. pènnacha id. - Dal (M c, fu, r), pispici, pispici (M v),
verbo *pendicare (REW 6384). vispisa (M a), vispisa (P b), prispicia
pintumbrógliu (A n), pintimiràgulu (E c) (M ma), prispita (M c, si) f. ballerina,
m. rigogolo; cfr. tintimbrogli id. in zona cutrettola; cfr. cal. (CZ, RC) pisbici,
di Comitini (Giglioli 20). - E corruz. di pispisa, prispici id. - Da onm. pis-pis.
pintu (o tintu) ariolw, v. riolu. pissicaru (M cm) m. albero che produce le
pipidda 'cruschello* v. pupidda. pesche ; v. pirsichera.
pipitrudda (M r) f. specie di cincia; cfr. pistinaca ‘carota selvatica ; v. vastunaca.
cal. (RC) pipitrudda ‘cinciarella*, pitarru (Vinci, Traina) m. uomo grosso
pipituni (Senisio, Traina, AIS c. 496a) m. lano, cafone ; cfr. Pitarra soprannome di
upupa; cfr. cal. (CS, CZ)pipituni id. donna a Frazzanò.
pipiu (M mi R sm), pipi (A n, sb) m. pitirri (Traina, A sb K v) m. specie di
tacchino. Nome nato dalla voce di polenta di grano ; pitirru (Pitré in prov.
richiamo pi-pi-pi. d’ Agrigento) frumento macinato, bollito
piraru (M cm) m. pero ; v. pirera. e condito con olio, sale e pepe,
pirchiu (Traina), pricchiu (Traina, Nico- pitrigghiuni ‘prima muta del baco da
tra) ag. avaro, spilorcio, tirchio ; cfr. cal. seta* ; v. putrigghiuni.
pirchiu, pricchiu id., nap. pirchia ‘sudi pitrudda (M a) f. uovo di uccello; cfr. cal.
cio*. (RC) petrüdda id.
pirciari (Traina, Nicotra) a. forare, per pitruddu (M u), petrullu (M mo) m. uovo
forare; cfr. cal. perciare & pirciari, nap. di uccello ; v. pitrudda.
perciare id. <5 fr. percer. pitrulli (C r) pi. gioco delle cinque pie
pirera (M u), piriera (M sp) f. pero; v. truzze.
fichera, piraru. pittirru (Traina) m. sorta d’ uccello, (C 1
pireri (M al, sp) m. albero di pere, M a, an, c, fr, m, r, sp), pittirri (M m,
pirnedda (Traina) f. pupilla dell’occhio; rv, t) m. pettirosso. La voce è certamente
non indipendente dal cal (RC) pirria o pricchiu 'avaro5 v. pirchiu.
pirici = bov. pirria opiria 'pettirosso <C prigaturi (M to) m. mantide religiosa,
gr. ant. TOippa 'uccello dalla testa rossa5. pregadio.
Si tratta dunque di un incrocio tra prispicia, prispita ‘cutrettola5 v. pispisa.
l’antico grecismo e il sic. comune prisinga ‘scrofa giovane5 v. frisinga.
pittirussu ; v. N C no 45 e L Gr 432. privàscia (Traina), privaxa (Pasqualino),
pittuéa (M tr), pittosa (M mo) f. scricciolo, altsiz.privaxe (Valla) = privasse1cloaca5,
pizziddica (M cg, cu) f. specie di mille ‘latrina5, ‘fogna5; cfr. nap. prevasa
foglio. ‘cesso5 <C ant. fr. privaise id. <C 1.
pólica (M a, c, r), prólica (M fi, r) f. specie *privatia; v. De Gregorio, ZRPh 42,
di cicerchia selvatica; cfr. cal. (CZ) 95-
ólica, (CS) jólica, brind. dólica, nap. prócchia ‘cardo5 v. aprócchia.
dóleca id. Antico grecismo della Magna prólica ‘cicerchia5 v. pólica.
Grecia, passato al latino volgare : próscia o pròda (Traina, Pitré R g S p),
SóXtxo? (LGr 129); v. ólica. bròscia (Traina, A n E c K v R r), broza
portafurtuna (M c) f. mantide religiosa ; v. (C sm), gallosic. (E a) pruza 'porca di
fata, furtuna. terra tra solco e solco5, ‘striscia di campo
pórtamu (M gm) m. fune che serve ad largo da 3 a 4 metri5 (norma per il
issare la vela; cfr. cal. prótanu, it al. pró- seminatore nel buttar la semenza). Voce
dano id. [gr. upórovoi; 'fune5], d’origine galloromanza : lomb. pròsa,
prafatu 'roco5 v. brafatu. lig. pròza, lig. bròsa ‘porca5 (AIS, c.
prainaru (M r, t) m. pero selvatico; v. 1419).
prdniu. pruvenza (M al, n, u), prurenza (M stf) f.
praja (Biundi, Traina, M cr, v) f. spiaggia; vento maestrale : ‘della Provenza5,
(M an, tr) terreno fertile lungo la fiu pruvina (M r) f. matassina di seta,
mara; cfr. cal. e salent. praja 'spiaggia5. pruvinu (Traina, Gioeni) m. semenzaio;
Da gr. và TtXàytoc 'terreno in pendio5; cfr. cal. (CS) pruvinu e purvinu 'vivaio5
v. LGr 406 e fraja. < 1. pulvinus ‘aiuola5,
pràniu (A sb M ma T v) m. pero selvatico puddara (Traina, M rd, si, to), pullara
= sic. com. pirainu (Traina), in Cala (M rv), ant. sic. pullara (Senisio) f.
bria prainu e pirainu ; v. prainaru. nome dato al gruppo delle sette stelle
prastili (M fr, g, ra, si, sm, u), pastili (M che formano le Plejadi; cfr. cal. (CS)
fi, n, ss) m. tavola ai due lati della pullara e (CZ, RC) puddara id. : è la
madia; prastili (M fr), pastili (M n) gallina con pulcini ; cfr. it. le gallinelle,
parte del lavatoio dove si strofinano i fr. la poussinilre ‘gallina con i pulcini5 ;
panni. Per il primo significato cfr. cal. v. duceara.
(RC) prastili = bov. plastiri n. <gr- puddicinara (M i, r) f. v. puddara-, cfr.
7uXaaT4piov dim. di 7rXa<m)p 'tavola su cui sciocca cu ddipuddiciniQA li) nome dato
si forma il pane5 ; v. LGr 408 e NC no 46. alle Plejadi.
prätira (Pinzone) pi. prati, puddira (Traina, C m) f. farfalla del baco
précchia (Traina, M a, br, 1) f. sorta di da seta, püddura (M t), puóddula (M
pesce = sic. com. pèrchia, cal. pèrchia mf) farfalla; cfr. cal. (CS) puóllina,
'Serranus scriba5 *percuia, da póllara, pullula, lue. póddula e póllira,
perca 'nome di un pesce5. cil. póddula, salent. pónnula id. Sembra
originato da pollen cfìor di farina5 con purcilluzzu ’i sant’ Antoni (M mo) m.
intrusione di altre immagini; cfr. cal. onisco, porcellino di terra,
(CS) pullula ‘fiocco di neve5, puremma (M u) av. anche; vegnu -jia
puddu (M tr), pullu (M mo, sp) m. pula, (M u) vengo pure io; v. midemma.
loppa di grano; v. piddu. puri-puri (Pitré, A n) voce con cui si
pudia (Traina, A a, sb M ra, t, u, v), puria chiamano i polli; cfr. cal. piri-piri id.
(Pb T v), putia (M r), pidia (M to), puria ‘pedana5 v. pudia.
pulia (M to) f. pedana, lembo a pié della purazza (M al, lo) f. asfodelo,
veste di donna; cfr. cal. pudia, bov. purrazzolu (M li), purrazzularu (M a) m.
podia, lece, pudia, nap. podèa, otr. asfodelo.
podèa id. < gr. rcoSia (LGr 413). purrazzu (M fr) m. asfodelo; cfr. cal. (CS)
pudieddoti (M t) pi. abitanti di Fiume purrazzu id.
freddo (nome pop. e dial, i Pudieddi ‘le purrettu (Traina, AIS) m. porro della
botteghelle5). mano; gallosic. purrétt e purrin id.
pula (Traina, M ox),pujia (M li) f. vento di (Roccella 209). D’ origine galloitaliana :
terra, aria fresca; cfr. cal. (CS) pujia piem. purèt e purin (AIS, c. 196).
‘vento spiacevole5, (RC) püja ‘aria pursemi || ntò — (M u) av. nell’insieme,
fresca5, da gr. ant. amasia ‘vento che puserazzu (M rd) av. si riferisce al giorno
viene da terra5, latin, in *apógia (LGr che precede puseri (v.).
puseri (Traina, M a, c, rd, si) av. ier 1’
47)- . .
pulichiddara (M an) f. pulicaria, Inula altro; cfr. cal. (RC) poseri id., da
pulicaria; cfr. cal. e sic. pulicara id. postheri ; v. puserazzu.
puliclcchiu nel messin. (Traina, Giglioli, puseri (Pasqualino, Traina, M tó), puzzeri
Pitré) m. scricciolo, reattino; cfr. cal. (C sm), buzzieri (R g), bussieri (M mi),
(CZ) pulicicchia id. : ‘piccola pulce5, gallosic. (M sf) p azier, (K p) puzzér m.
pulicittu (M bf) m. scricciolo; v. pulici- dito grosso, pollice; cfr. cal. (CZ, RC)
cchiu. puzeri id. D’importazione normanna :
pulicu (M cg) m. sorta di tarlo, ant. fr. poucier (*pollicarius) ; v.
puma (Cr Ea Ma, f, ma, r, u), pumma Corr. no 59.
(C b) f. mela; cfr. cal. (RC) puma id. = pusterna (M al) f. vasca con varie uscite;
fr. pomme. cfr. sic. (Traina) pusterna ‘grotta5,
pumaru (Cr M cm, fv) m. melo, albero putia ‘bottega5 v. pudieddoti.
di mele. putia ‘pedana5 v. pudia.
pumera (M al, fr, u), pumiera (M sp) f. putrigghiuni (M fi, sa), pitrigghiuni (M
melo, albero di mele, ma, rd), trupigghiuni (M an, fu, li) m.
pumeri (M sp) m. melo, prima muta del baco da seta. Corris
pumirazzu (M g), pumarazzaru (Mf), m. ponde al cal. (RC) putrigghiuni,
melo selvatico. trupigghiuni, tripigghiuni, bov. proti-
püpicu (M fr) m. tarbo del grano; v. gliuni id. - Doveva essere in principio
cópiddu. un derivato di -ripórrò? ‘primo5. Ma per
pupidda (A a, et M mi R sm), pipidda (A etimologia popolare fu confuso con
sb E c K v), gallosic. pupidda (Roccella —pMTo'ioóvio? nome dato in gr. volg. al
208) f. cruschello; cfr. cal. (CZ) mese di giugno (mese della prima
pupidda e pupilla id. muta) : bov. protojuni, cipr. 7ipwToyioévi.
v. NC no 47 e LGr 429; v- putruni, putruni (M lb, n) m. prima muta del baco
putruneddu. da seta : da gr. rcpcoTo; ‘primo5, diven-
putruneddu (M fr, g) m. prima muto del tato putruni ‘poltrone5 per etimologia
baco da seta : è dim. di putruni (v.). popolare; v. putrigghiuni.
Qu
r’ (M mo) art. determ. m. e f., usato solo racina e (CZ) rocina. Un chiaro galli
con sostantivi che cominciano con cismo (normandismo) di Francia : ant.
vocale : r' ortu ‘1’ orto5, r' acqua ; r’ api fr. raisin e roisin. Il genere femminile in
‘le api5, r' eròi ‘le erbe5, r' occhji ‘gli Italia si spiega dalla successione agli
occhi5. antichi termini indigeni : 1. uva e gr.
ràcatu ‘rantolo5 v. raìiatu. aratpuXY). - Per lo sviluppo fonetica basta
raccaniroti (M ma) pi. gente di Rocche citare sic. facianu (it. fagiano) = fr.
nere, fraz. di Pagliara, faisan, raduni (it. ragione) = raison,
ràcchiu (Cr Ma, al, li, sp, n) ag. scadente, priciuni (it. prigione) = prison, sta-
brutto, vecchio ; fimmina ràcchia (M a) ciuni (it. stagione) = saison, cucinu (it.
donna brutta; cfr. nap. racchio ‘rozzo5, cugino) = cousin, aciu (it. agio) =
‘villanzone5, v. VES 3. aise, ant. sic. maciuni (it. magione) —
raccujoti (M ra) pi. abitanti di Raccuia. maison-, v. ZRPh 79, 1963, p. 400.
racina (sic. com.), ant. sic. racena (Senisio) racinedda (M r, t, u) f. ugola; v. racina.
f. uva. Si ripete solo nella Calabria meri raddena (Traina), riddena (Traina) f.
dionale nelle due forme (CZ, RC) strumento di legno con ruota usato per
torcere il filo; riddino. (T t) arcolaio proposto già da Alessio in Studi Etru
(Pitré 83); raddena (T s) specie di schi XVIII, 111). Il rapporto fra i due
incannatoio = strumento di legno (con concetti può essere corroborato con il
ruota) che serve per incannare i cannelli gr. ßaro<; ‘rovo5 e ‘razza5, sic. e cal. (RC)
(rocchetti) per il telaio <C ar. raddäna ruvettu ‘sp. di razza5 = ruvettu ‘rovo5,
‘fuso di ferro usato dal filatore di lana5 catal. romeguera ‘rovo5 e ‘razza5; v.
(Pellegrini 168). Rohlfs, Studi ling, in onore di V. Pisari
raddu (Traina), raddu (M a, al, fr, ma) p. 859.
rallu (M rr) m. sporcizia, lordume, su rajurara (M b, mo) f. salsapariglia; v.
diciume invecchiato; raddu (Pitré) parte raunara.
difettosa sul filo tagliente del rasoio ; cfr. rallatu (M rv) ag. sporco; v. raddu.
cal. (RC) radda f. luridume sulle sto rallu v. raddu.
viglie lungamente usate <C in Toscana ramaci (M a) m. uccello nidace; cfr. cal.
(lucch.) ralla sudiciume. - Per l’etim. v. (RC) ramaci ‘pulcino del cardellino5 <7
VES 5- fr. ant. oisel ramage ‘uccello nidace5.
ràgatu ‘rantolo5 v. ràìiatu. ramicciuli ‘ciccioli5 v. gramicciuli.
ragatusu (Traina), raRatusu (C b) ag. rancùgghiu (Traina) m. caramogio o
roco; v. brafatu. piccolo di statura; (M cu, fr, u),
ragunia (M cm, lb, sp), raunia (M c, fi, rancùgliu (M no) montone o altra bestia
r, si, t), rigunia (M m), riunia (M c, rd) con testicoli deficienti; cfr. port. dial.
f. salsapariglia, Smilax asper. Corris rancolho ‘male castrato5 (REW, 7044).
ponde al cal. (RC) rigunia, bov. rànnula (Traina, M a, an) f. bronzina nel
ragonéo id. L’ opposizione di a : i nella mozzo della ruota entro la quale gira
sillaba iniziale lascia pensare ad un 1’ asse del carro o di una macina; cfr.
sostrato greco con doppia pronunzia cal. (CS) rànula id., ant. nap. ranula de
(dorica e jonica), cioè pa^- e p7)X‘> cfr- gr ferrum. Nome metaforico preso dall’
ant. pàx°? 'un arbusto spinoso5. - Nella animale ranula ‘rana5; cfr. prov.
desinenza si ha un tipico suffisso greco granouio ‘rana5 e port, räa ‘rana5 che
-orna usato con valore di arbusto o hanno lo stesso significato tecnico,
cespuglio (LGr 434 e 582); v. raunara. ranza ‘cruschello5 v. grama.
ràfianu (A et) m. ramarro; cfr. nel Lazio rapanoti (M r) pi. gente di Rapano,
ràganu, abr. rdkand id. (AIS, c. 450). rappa (Traina, sic. occid., v. AIS, c. 1314)
ràliatu (M tr, u), ràgatu (Traina), ràcatu f. grappolo < fr. la grappe-, v. rappu.
(Traina, M r), ràfutu (M fo) m. rantolo; rappu (Traina, C b, m, E et M ma, no R g)
cfr. cal. ràccatu e ràliatu id. •< onm. r ak, m. grappolo. Di fronte a grappa (sic.
v. VES 8. occid.) il tipo grappu appartiene piut
raja (in zona di Catania) f. salsapariglia, tosto al sic. orientale, dove è legato al
smilace (Penzig 462); cfr. cal. (CS) gallosic. (E a M sf) rap. = piem. rap,
raja, in Corsica razza, elb. spina-razza lig. rapu\ v. rappa.
id., pis. raggia ‘rosa di macchia5, lunig. rapullu ‘guaime5 v. ripuddu.
ràgia e raza ‘rovo5. Il nome dato (in rascogni (Traina) m. specie di pianta;
zone diverse) alle tre piante spinose va rascogna (M al, fr) f. pungitopo, Ruscus
connesso con ital. razza ‘pesce di pelle aculeatus < 1. ruscum + -onia; v.
cartilaginosa e spinosa <1- radia (così ruscunia.
rasta ‘coccio di tegolo5 v. grasta. acque dei due mari in zona di Messina;
rata (M bf, rd) f. inferriata per le finestre : cfr. cal. (RC) rema id., bov. rema ‘il
‘grata5. mare5 < gr. volg. pépa (ant. psupa)
ratinnia (M r) m. granturco : ‘grano ‘corrente5.
d’ India5; v. laurindia. répitu ‘pianto per un morto5 v. scrèpitu.
rattaculu (R g) m. rosa di macchia; cfr. lig. ricintari (Traina,Mmi), arricintari (Traina,
piem. gratakü, emil. gratakül, fr. gratte- (P b, p) a. sciacquare. Forse piuttosto
cul id. dal galloitalico : lig. riizentd, piem.
rattacuraru (M mo) v. rattaculu. arsanté, lomb. resentd id. (AIS, c. 1528),
rattascätula (M ss) f. salsapariglia : ‘gratta in vece direttamente dal 1. recentare
scatola5. (Alessio 166).
rattaula (Traina) f. pipistrello. - Appar riculu ‘quercia5 dato da Pitré (p. 83) per
tiene alle colonie gallosiciliane : (E a) Naso. - Non esiste : si legga ruulu\ v.
ratavola, a Piazza Armerina ratavola e rüvulu.
rattavola (Roccella 216) = piem. rata- riddena ‘incannatoio5 v. raddena.
vuloira id. riénu (M a, m), rènu (M an) m. origano;
raudinnia ‘granone5 v. laurindia. cfr. lece, ariénu, brind. riénu, bov.
raunara (C ad M st, t), raunidra (M a fo) rigdni (n.) id. <C *arigainu <C gr.
f. salsapariglia; romanizzato con desi *òpiydcvi,ov (LGr 368).
nenza italiana da ragunia (v.), v. VES rificari ‘orlare5 v. réficu.
10. rigami (Traina), rijinu (M c, fr) m. ori
raunia ‘salsapariglia5 v. ragunia. gano; v. riénu.
rauniara (M bf, fo) f. salsapariglia ; v. rau rigunia ‘salsapariglia5 v. ragunia.
nia. riiddittu (M al) m. scricciolo,
ravina (M li) f. terreno alluvionale (fertile) riiddu (Traina, M i, ma, si, t P b), rijiddu
lungo una fiumara = sic. lavina ‘fiu (C 1 M b, mi, r), riillu (M rv), rijillu (M
mana5 (Traina). no), jiriddu (M u), ruiddu (M fo) m.
razza (Traina, M f, ma, n, u) f. rapa sel scricciolo, reattino; cfr. cal. (CS, CZ)
vatica, ramolaccio; cfr. cal. (CZ, RC) rijillu id. < 1. regillus ‘piccolo re5,
razza id. - Probabilmente d’origine nor rimarra ‘fango5 v. limarra.
manna, cfr. a. fr. e anglonorm, ra'iz, oggi rimicciuli ‘ciccioli5 v. gramicciuli.
ingl. race ‘ramolaccio5, rindellu (ant. sic. nel Senisio) m. lineum
récuma ‘fascio di 10 manipoli5 v. décuma. ammictorium quo mulieres humera te-
réddina (M fi) f. ellera, edera; v. aréddina. gunt (Marinoni 109), rundellu (M mo)
réficu (Traina, A sb C m T v), rièficu (M fazzoletto da testa delle donne. Corris
fi) m. orlo di un panno riboccato e ponde al cal. (CZ) rindiellu, (RC)
cucito; cfr. cal. (CZ, RC) rèficu id. - randedu ‘tovagliolo di color scuro con
Dal verbo sic. rificari, cal. refricari cui le donne si coprono il capo5. - Da gr.
‘orlare5 <f 1. refricare ‘rivoltare5, tard. pévSoc ‘specie di mantellina5 di
regna ‘covone di grano5 ; v. gregna. origine semitica; v. LGr 437.
reja (A sb) fa presto, spicciati!; cfr. cal. rinicu I muntuni - (M tr) m. montone con
(C Z) èjati id., ejàtivi ‘sbrigatevi5, da sic. testicoli internati ; cfr. cal. (RC) rinicu id.
èja ‘orsù5, ‘eja!5 [1. *arenicus ‘arido5],
rema (Traina, M m) f. incontro delle rinisca (Pasqualino, Biundi, Traina) f.
agnella giovane, (E c M an, no, r, rv, t rizzitieddu ‘attaccamani5, Galium apa
T v), rinisca (M mi P b) pecora giovane ; rine.
ant. sic. arnisca ‘ovis iuvenis5 (Senisio) rizzuta (Vinci) f. iperico; cfr. cal. (RC)
= cal. (CZ, RC) rinisca o arnisca, bov. rizzuta id. = Hypericum crispum.
arnisca id. <f gr. ant. *apvi<rxa ‘agnella rocca (Senisio, Traina, C sm, E et), rucca
giovane5 (LGr 57). (R g) f. rocca, conocchia = gallosic. (E
riolu (R r), ariolu (S p), auriuolu (S p) a, s) roca id. D’origine settentrionale :
secondo Gioeni 42, rivobu (T m) secondo lig. piem. ruca ; v. Corr. no 66. - La voce
Giglioli 20 (da correggersi in rivolui) indigena in Sicilia è cunócchia.
m. rigogolo; cfr. piem. auriö <C 1. rócculu (Traina), rücculu (Traina) m. urlo
aureolus (Alessio 30); v. lauraddiu, di cane o lupo ; rócculu (M fr) piagnisteo
pintumbrógliu. dei bambini; cfr. cal. (CZ) rócculu ‘ran
ripuddu (M ma, u), rapullu (M mo, sp) tolo5, (CS) ruócculu ‘lamento5, ‘urlo5,
m. guaime, erba che rinasce dopo la rücculu ‘mugolio5. - Dal verbo ruccu -
falciatura. liari ‘guaire5, cal. rocculiare ‘piagnuco
riscédiri (Traina), arriscèdiri (K v), lare5 (onm.).
riscièdiri (M mo), ruscèriri (T v) a. róddulu (M c, r, si, sp), rüddulu (T v) m.
ricercare, frugare; cfr. cal. (CS) riscedi fusaiuolo inferiore del fuso : ‘rotolo5; v.
‘andar cercando5 <C *reexquaerere, ruddu.
v. Alessio 168. rodioti o rudioti (M c) pi. abitanti di Rodi,
riscugnera (M lo) f. sparagio selvatico; rodoriu (M mo), rururiu (M mo) m. sp.
v. riscunia. di millefoglio.
riscunia ‘pungitopo5 v. ruscunia. ronzu (M lb) m. gorgo d’acqua nel fiume;
rittallu (C r) m. scricciolo, cfr. fr. roitelet, cfr. cal. (CS) ruonzu ‘pozza d’acqua nel
a. fr. roietel id. ; v. riiddittu. letto di un fiume5.
riunia ‘salsapariglia5 v. ragunia. ropa (M fi, ma) f. querciuola; cfr. bov.
riuzzu (M cr) m. scricciolo, reattino : ‘pic (Cardeto) ropa ‘quercia5, a. 1142 in Sicilia
colo re5. sic, r/)v póraev (Cusa 527) < gr. ant. pwt|>
rivigghia ‘scopa5 v. divigghia. ‘arbusto5 (LGr 445 e NC no 49); v.
rivucari (A a, n) a. seppellire : sarà meta rupedda, rupuni.
tesi di vuricari ; v. vurricari. róscina (M ra) f. biscia d’acqua; v. óscina.
rizzabannotta (M mi) f. pipistrello. Voce roscu (A n) m. rospo; cfr. veron. roseo id.
d’ importazione galloitalica; cfr. lue. rospu (M c, fo, li, ma) m. ramoscello secco,
rotapannotta id. in zona di colonizzazione fuscello; v. broscu, scorpu.
piemontese : prov. ratapenada id., cioè rozzu (M si) m. rovo ; v. runza.
‘ratto pennato5. rua (Traina), ruga (Traina) f. via, strada;
rizzagghiu (Traina), ant. sic. rizaglu cfr. cal. rua e ruga ‘rione5, ‘vicinato5,
(Senisio) m. giacchio, sorta di rete da ‘vicolo di paese5 : d’importazione nor
pesca; cfr. cal. (C Z, R C) rizzagghiu id. manna; v. Jost 90 e con attestazioni nei
- D’ origine settentrionale : ven. rizza- sec. XII e XIII in Sicilia v. Varvaro in
gio, livorn. rezzaglio (Diz. Mar. 757) <C Boll. XII, 93.
retiaculum. rucca ‘rocca5 v. rocca.
rizziteddu (Traina, Biundi), rizzitieddu ruccalori (M r) pi. gente di Rocca Valdina.
(E c) m. euforbia arborea; cfr. cal. (CS) rücculu ‘piagnisteo5 v. rócculu.
rucuttaru e ruguttaru (M r) m. rovo. - bov. e cal. (RC) rèmbula id., cal. (CZ)
E corruz. di ruvittaru (v.). rumbare ‘girare’ (della trottola) : gr.
rudda ‘mallo’ v. grolla. po[i,ßo? ‘trottola’.
ruddari (E et), rullare (C b) a. rivoltare il rummuluni (M an, sp, u) m. ciottolo ; cfr.
fieno; cfr. cal. (CZ, RC) roddari ‘roto cal. (CS) rummulune ‘ciottolone’.
lare’, ‘rivoltare’ : da rotulare con svi runcari (M to) n. russare; cfr. spagn. ron
luppo galloromanzo, cfr. fr. rouler, prov. car id.
rollar, it. rullare. rundellu ‘fazzoletto da testa’ v. rindellu.
ruddu (M fi, to, u) m. fusaiulo inferiore runfari (Traina, M r, rd, si, to, u) rum-
del fuso ; v. róddulu. fari (C m M ma), arrumfari (C m R g),
rudigghiu (M cg, u) m. rimasuglio di cibi, ruffari (M 1) n. russare; cfr. cal. (RC)
rudioti v. rodioti. runfari, nap. ronfare, it. ronfare id. ;
ruffari ‘russare’ v. runfari. v. runful'iari.
rófulu (Traina, M cr, cu, n, u) m. muli runfuliari (Traina), rumbuliari (A sb K v
nello di vento; cfr. cal. (RC) réfulu ‘raffi P b) n. russare; v. runfari.
ca’, ‘mulinello’, ital. réfolo ‘folata di rungur'iari (M tr) n. grugnire,
vento’. runza (T v), runsa (T c, e) f. rovo. - D’ori
ruga ‘via’ v. rua. gine galloromanzo : fr. ronce, piem. mer.
ruggedda (T v) f. attaccamani; v. règgia. runsa id. (AIS, c. 608); v. VES 99.
róggia (Traina) f. rabbia, Rubia tincto- rupedda (M u) f. castagno giovane; v.
rum; ruggia (M b, si, sp, tr, u) attacca ropa.
mani, Galium aparine; cfr. cal. (CZ) rupuni (M a) m. querciuola; v. ropa.
ruggia id. < 1. rubia ‘rabbia’, rusara (M fo) f. rosa di macchia,
rüggina (M to) f. attaccamani; v. règgia. rusca (Traina, C sm M mi Rg) f. cana
ruggiu (R g) m. fontana in paese; cfr. gal pule, capecchio del lino ; rusca (R g) le
losic. (M no) règiu ‘getto d’acqua’. - reste della spiga; (E s S p) pula di grano;
Voce importata : lig. règiu ‘getto d’ac gallosic. rusca ‘capecchio’ (Roccella 226).
qua’ (AIS, c. 852); cfr. spagn. arroyo D’origine galloromanza : lomb. piem.
‘ruscello’. rüsca ‘scorza’, ‘pula’, ‘buccia’, prov.
rugiumu (M mo) m. attaccamani, Galium rusca ‘scorza’, d’origine celtica (FEW II,
aparine; v. règgia. 584), v. VES 100.
rugna (M rv), rogna (E s) f. euforbia; cfr. ruscunia (M n), riscunia (M si, u) f. pungi
cal. (CS, CZ) règna id. - Ha preso il topo, Ruscus aculeatus; riscunia (M
nome da rugna ‘rogna’, ra) smilace, salsapariglia. Da 1. ruscus
rugnara (M rv) f. euforbia, con suffisso greco - covla ; v. rascogna.
rugnazza (M lo) f. euforbia, rusedda (M 1) f. cisto marino, tose, imbren-
rógulu ‘quercia’ v. rèvulu. tine, Cistus monspeliensis ; rusidda (M
rumalla (Cb) f. fango. - È metatesi di lu- li) elicriso.
marra; v. limarra. rusiddara (M a, si), rusuredda (M tr),
rumallu (M no) fango; v. rumalla. rusurella (M mo), rusariddara (M li) f.
rümbula (M si) f. trifoglio a fiori gialli, cisto marine; v. rusedda.
rumbuliari ‘russare’ v. runful'iari. rusuléu (M fo, fu, li, ma, t) m. rigogolo;
rümmula (M n) f. trottola ; v. rèmmulu. cfr. bov. krusuléo id. <C gr. ^puo-oXaioc;
rummulu (E c, e C sm) m. trottola; cfr. ‘tordo d’oro’; v. crisuléu, crusulèu.
ruvettu (Traina, A sb Cm M n, r P b), ponde al gallosic. (M sf) la rdula = lig.
ruviettu (E et M 1, mi R g), ruettu (M a rüa, piem. la rua (AIS, c. 591); v.
ma) m. rovo ; cfr. cal. (CZ, RC) ruvettu, rùvulu.
(CS, CZ) ruviettu id. <C 1. *rubectum ruvulitu (Giuffrida, M a, fr), rugulitu (M
‘roveto1 ; v. perciaruviettu. u) m. querceto; v. rüvulu.
ruvettu (M m), pisci ruviettu (M stf) m. ruvulu (Traina, M bf, cm, fr, n), rùgulu
sorta di pesce, razza spinosa. - Ha preso (M b, fi, rv, u, v), ritulu (M ma, n, r), ró-
il nome da ruvettu ‘rovo1 ; v. raja. vuru (M mo), róguru, gallosic. rùvul
ruvicari ‘seppellire1 v. cruvicari. (E a) róvulu (E s), róvu (K p) m. rovere,
ruvittaru (M al, cr, u) m. spineto di rovi ; quercia; cfr. cal. (solo in zona di Reggio)
cfr. cal. ruvettaru id. e v. ruvettu. rùulu o rugulu id. - È un chiaro discen
ruvittazzu (M u) rosa di macchia, dente dal piem. rügulo rul (AIS, c. 591);
rüvula (M mi) f. rovere, quercia. Corris v. Corr. no 62 e VES 105.
sa (M li, rv) congz. se; sa vüa (M li) se tu ràfiu ‘grande ago per sacchi1 = gr. mod.
vuoi ; sa putissi (M rv) se potessi ; sa ffcoocopdctpa, dial, -raaxopàipa, v. LGr 446.
pputiva ci iva (M li) se potessi ci an säganu (M cu, fi, sf, to), sdjinu (M ss),
drei ; sa gghj' aviva siti mbiviva (M li) se sdinu (M fr, g, mt, n, sm), zdinu (M mi),
avessi sete berrei ; v. si. zdfanu (M stf) m. cancello rustico di
sabbaturani (M n) pi. abitanti di San Sal legno per chiudere un fondo o un giar
vatore di Fitalia. dino, da gr. (jdcyavov ‘copertura1, ‘prote
sabbiara (M ma) f. specie di salvia, Phlo- zione1; v. LGr. 445 e NC no 49 a.
mis fruticosa : ‘salviaia1. safagghiuni ‘cefaglione1 v. ciafagghiuni.
saccaru (Senisio, Traina), sic. mod. di sàinu ‘cancello1 v. sdganu.
Trapani saccaru (Pitré 86), gallosic. saitta (Traina, M fo, u), gallosic. sajetta
sacchèr (Roccella 86) m. acquaiolo, chi (Roccella 228), sajeta (E a) f. piccola
vende o porta acqua; cfr. cal. (CZ) sac gora, canale d’irrigazione; cfr. cal. sajit-
caru e sacca id., Sacca cogn. in Calabria ta e saitta ‘doccia del mulino dove l’ac
e in Sicilia, sec. XII Aécov ó ctaxxà? (Cu- qua si precipita sulle pale della ruota del
sa) < ar. saqqä1 ‘portatore d’acqua1 mulino1 •< 1. sagitta; cfr. spagn. saetin
(Pellegrini 136) : si è confuso con saccaru ‘canale del mulino1, piem. sèita ‘canale
‘chi fa sacchi1. per condurre l’acqua nei prati1 (ID III,
saccósima (Traina, A ar, n, sb T v), sac- 138).
cuósima (R g), saccorma (P b) f. grossa saittócciulu (M an), sajittózzulu (M r) m.
corda, corda per sacchi <C gr. *cra>cxó- fuscello di legno nella navetta del telaio
ctupjjtoc'corda per sacchi1 (Alessio 305). che funziona da asse per il canello; cfr.
saccurafa (Traina), zaccurafa (Traina) f. cal. (CZ, RC) sajittózzulu, bov. sajittó-
ago lungo e grosso; cfr. cal saccurafa e scilo id. = gr. mod. dial, saitóksilo id. <C
(CS) zaccurafa, bov. saccorafa, lece. *aayt.TTÓi;uXov (LGr 446).
saccuràfia, otr. zaccurafa, cil. saccu- saittuni (Traina, M fr, g, mi P b) m. co-
niglio giovane già slattato ; (M tr) ghiro sambucu (sammucu) e savucu ‘sambuco’ :
giovane; cfr. cal. (CS) sajittune ‘colu nei vocabolari sono registrati i due tipi
bro di Esculapio’ : ‘piccola saetta’, (Biundi, Traina). Nella tradizione latina
saja (Traina, C b, sm, E c M ma, mo, r, sono attestati sabucus e sambucus,
sm R g) f. condotto d’acqua, gora di il primo appartenente ad un’ antica lati
mulino, canale d’irrigazione; cfr. cal. nità, l’altro ad una latinità più giovane
(RC) saja id., da ar. säqiya id. (Pelle (epoca imperiale). La forma antica ap
grini 152); v. zdchia. partiene piuttosto alle parti centrali ed
saja (K v) f. siepe viva ; cfr. gaja. occidentali dell’isola (prov. di Agrigento,
sàjinu ‘cancello’ v. sdganu. Caltanisetta, Enna e Palermo) e corris
sajuni (Traina) m. grande gora; sajunì ponde a savucu della Calabria latina
(R g), sajun (E a) canale d’irrigazione (sopra Catanzaro). Il tipo sambucu (che
più piccolo della saja. si ripete nella Calabria grecanica), spesso
saladdàricu in zona di Messina (Traina) cambiato in sammucu, appartiene piut
m. pannolino o pezzo di tela in cui si tosto alle zone orientali dell’isola, più
avvolge il bambino; cfr. cal. (RC) salad- profondamente toccate dalla neo-roma
dàrìcu id. <C gr. *<jaXocß8dcpixov ; v. sa nizzazione e dalla colonizzazione gallo
bauda. italiana ; cfr. il gallosic. (E s) sambugu,
salamida (M 1), salamita (M an, fu), sala (K p M sf) samü (Roccella 229); v. AIS,
mira (M mi), salamizza (M n, u) f. c. 607, Corr. no 67 e in Kokalos X-XI
geco ; cfr. cal. salamida o salamita, lece. (1964-1965), p. 567; v. savucu.
salamitru, otr. fsalamidi id. <C gr. mod. sammarcoti (M al, sm) pi. abitanti di San
crapapifh, dial. craAijjuSoc id. (LGr 447); Marco d’Alunzio.
v. sassamita, zazzamita. sammataru ‘cascinaio’ v. zammataru.
salàuda (M an, fi, g, n, ra, si, u), salodda sampiroti (M sp) pi. abitanti di San Piero
(M a), salorda (M fi, fo), sarduda (M sp di Patti e (M si) di San Pier Niceto.
C r), sararda (M b), saradda (M tr), sammucaru (M a) m. sambuco,
saddula (M fr) f. coperta grossolana o sammuzzari ‘sommergere’ v. summuzzari.
grande sacco per usi rustici; cfr. cal. sampugnisa (M g, ss, to) f. ‘giuoco dei
(CZ, RC) saladda, salàuda, salarda, lue. ragazzi’ ; v. giufalé.
(a Trécchina) saidura id. •< gr. *aaAdcßSoc sanateli (E cn M lb) f. libellula,
‘coperta rozza’ da ar. lebda ‘coperta’?; sanciusipparu (M an) m. asfodelo : ‘pianta
v. LGr 447. di San Giuseppe’; cfr. bastuni ’2 san
sali I a sali (M fi, gm, ra, sp, to, u), a sari Giuseppe id. (v. vastuni).
C b M mo) f. il sale ; gallosic. (E s) a sau, sanfrattiddani (M al) pi. abitanti di San
(M sf) la sèu. - Il genere femminile è Fratello.
dovuto alla colonizzazione galloitalica, sanfulippoti (M si) pi. abitanti di San Fi
cfr. lomb. piem. la sai, lig. a sa (AIS, lippo del Mela.
c. 1009); v. fèli. - Nei vocabolari sici sangeri (Valla), sangeli (Scobar, Traina),
liani si ha solo sali m. sanceli (Traina), sangieli (E cn) m. san
salifizziu (M li) m. scorpione; v. schiri- guinaccio; cfr. cal. (CS) sancieri, san-
fizziu. gieri id. — La desinenza -eri (= ital.
sambucaru (M an, rd), sammucaru (M i, -iere, fr. -ter) permette di pensare ad un’
li, r) m. sambuco. origine francese; cfr. francoprov. (Sviz-
zera) santsé ‘boudin de sang5 (FEW XI, sbàuzu (Traina), sbdusu (M bc, r) m. rupe,
172). sbalzo ; sbazu (M tr) m. precipizio ; v.
sannacca 'collana5 v. ciannacca. vdusu.
santacaterina (M an) f. pregadio, man sbérgia (Traina, M rv), sbéggia (M li),
tide religiosa. spèrgia (M n), svèrgia (M fo), smérgia
santalucioti (M si) pi. abitanti di Santa (M u), sméggia (M ma) f. sorta di pesca
Lucia del Mela. con buccia liscia; cfr. cal. (CS) libbérgia
santunicola (Stgl. VIII, 169, M fl) f. cocci ‘albicocca5. - Da spagn. albérchiga (1.
nella. persica).
saraütu v. zarradtu. sbérgiu (Traina, M cm, sm C r) m. sorta
sarca, voce usata generalmente come pi. di pesca; v. sbérgia.
i sarchi (Traina, A et, n E e S se), sarchi sberla (M mo, sp), sberra (C r M b, rv, tr),
(A cf n K cf, v), sdlichi (Traina), nome sbella (M mo), isbergia (S c), gallosic.
dato alla bietola. Corrisponde perfetta sberra (Roccella 228) f. specie di cre
mente allo spagn. acelga ‘bietola5, da ar. scione. - Forse da un incrocio tra il fr.
selq o salq id. (Pellegrini 194); v. se berle id. (< berula) e una voce indige
cara. na; v. svélentra.
säricia (M fo, i, li, ma) f. tarlo di legno, éberna (M mo) f. ontano; v. verna.
tignola, verme nel formaggio; cfr. cal. sbernara (M an) f. ontano,
sdraca id. [gr. aàpa£]. sberra ‘crescione5 v. sberla.
sarrabuitu ‘insociabile5 v. zarabuinu. sblmmicu (M g) m. lumaca,
sartàina (Pasqualino, Traina, Pitré), ant. sbrafatu (M no, rd, si, t) ag. rauco, roco ;
sic. sartdgina (Valla), mod. sartdnia v. brafatu.
(Pasqualino, Traina, Ml R r S s, p) f. sbria (Traina, P b), sbriga (Traina, Biun
‘padella5 ; cfr. cal. (CS) sartdina e sarta- di, C sm), svirga (M ma), zbirga (K v),
nia id., voce comune anche all’alto Mez- sbriula (Pitré), briula (R r), bria (S f) f.
zigiorno (AIS, c. 961) < 1. sartago. gramola, strumento che serve a lavorare
sassamita (Cl M cm, fo, li), sassamira la pasta del pane; cfr. ant. salent. vria
(M t), sarciamila (M ra) f. geco ; v. sala id., da ant. fr. brie id.
mida, zazzamita. sbriguni (C sm), briuni (R r) m. stanga o
sassula (Traina) f. votazza per vuotare braccio della sbria con cui si batte e
l’acqua dalle barche; (M mo, n) séssola si assoda la pasta del pane,
per prendere farina; cfr. cal. sassula, it. sbrizza (Biundi, Traina, C m, r M u),
sàssola, sardo sassula, catal. sassola, zbrizza (E et P p) f. gocciolina, spruzzo
prov. sasso, fr. sasse id. - Da ar. sali o di acqua.
seti ‘specie di attignitoio5 (DES, 11,387)? sbrizziari (Traina, C m P p) n. spruzzare,
saucoti (M li), sacoti (M an) pi. abitanti di cominciar a piovere ; v. schizziari.
Savoca (dial. Sduca). sbromu (Biundi, Traina) m. umore che
savucu v. sambucu. esce da cosa imbrattata; cfr. cal. (RC)
*sàvucu ‘sambuco5, cfr. Sdvoca com. in sbromu, (CZ, RC) bromu ‘medusa di
prov. di Messina = bov. sdvuko ‘sam mare5 ; v. bromu.
buco5 < gr. *<raßooxo<;, da lat. sabücus ébruffiari (C b, sm) n. piovigginare; cfr.
(LGr 445) ; v. sambucu. sbruffavi (Traina) spruzzare,
sazzamida ‘geco5 v. zazzamita. scaccan'iari (Traina), scarcaniari (S s) n.
ridere sangheratamente. Corrisponde al scaliru (Mal) m. sp di carciofo selvatico;
cal. (CZ, RC) RaRaniari = bov. RaRa- V. scalerà
niéo id. < mod. yv.yax(X,v>, gr. ant.xay- scamérciu || a — (M sa), a scamècciu
(orig. onm.); v. LGr 563. (M fr) ar. a. sghimbescio,
scafuniari (Traina), scrafuniari (Traina) scamüsciulu (S s), scamórciu (E s) m.
a. rovistare, andar frugando; cfr. cal. coniglio giovane o neonato ; v. carmüciu.
(CS) scafunìare id. scancu (M an, lb, mo, ra, sp, to, u),
scalambra (M r), sgalamma (M ma) f. sgancu (M b), sgangu (Traina, M t),
calabrone; cfr. cal. (RC) scalambra id. e sgrancu (R r), gallosic. scank (Roccella
v. scalambru. 234) m. racimolo di uva; cfr. cal. (CZ)
scalambru (Vinci, Traina, M an, c, t), sga- scancu, sgangu, (RC) schiancu, (CS)
lambru (M a), scalammu (M fi, fo), sca- scrangu id. - Sembra dovuto alla colo
làmburu (M c), scarämmulu (M li, n) nizzazione galloitalica ; cfr. piem. sciancu,
scalarmu (M an) m. calabrone; cfr. cal. lig. sciancu, emil. skiank id., da long,
(RC) scalambru id. slank ‘snello5, ‘magro5,
scalambruni (Traina, M c, u, v), scalama- scanna (M bf, rd) f. pianta, acanto; v.
runi (M stf), scalammiruni (M mi), sca- arcanna.
lammuni (M sm) m. calabrone; cfr. cal. scanna-cavaddu (M si) m. sorta di grami
(RC) scalambruni id. e v. tavardtmi. nacea.
scàlandra (M c) f. specie di sedano selva scàntaru (PS 96, ALM 564, M bc, fu),
tico; cfr. cal. (CZ) schélandru (CZ, RC) scantru (PS 96) m. sorta di pesce,
spélandru ‘crescione selvatico1; v. LGr tanuda, Cantharus lineatus; cfr. cal.
474- scdntaru, lece, scantru id. = gr.
scalandomi (Traina, Gioeni) m. trave per xavö-apo?, gr. mod. dial. CTxà&&apo<;
fare scale a piuoli ; cfr. cal. (CS) scalan- (LGr 460).
drune ‘scala rustica per salire sugli al scapeci ‘vivanda di pesci5 v. scRibbecì.
beri5 <f gr. axàXavUpov ‘attizzatoio5 X scapudditru (M t) m. sp. di piccolo polpo,
1. scala; v. LGr 458. scarafìzzìu (M a, f) m. scorpione; v. schi-
scalerà (M 1) f. specie di cardone; cfr. cal. rifizziu.
(CS) scalerà ‘carciofo selvatico5, brind. scaramüsciu (M tr) m. coniglio neonato;
tar. scalerà ‘specie di cardo5 ; v. scaliru. v. carmùsciu.
scalettoti (M al pi. abitanti di Scaletta. scarcaniari ‘ridere5 v. scaccan'iari.
scaliari (Traina, Cm M tr) a. razzolare, scarfogghi (Traina), scaffogghji (M fo, r),
rovistare, frugare; cfr. cal. scaliari id. < scrafogghji (M g), gallosic. (M no)
1. *scalidiare < gr. axocXóCco id. (LGr scarfugli pi. seccumi di piante, cartocci
459)- della spiga di granturco; cfr. cal. (RC)
scalimbru (M a, c, fi, tr), scalimmiru (Trai scarfoggRji, (CS) scarafuogli id. -
na), scalimmu (M r, ro), sgalimiru (M D’ origine settentrionale?, cfr. lomb.
sp), sgarimbulu (M b) m. specie di cardo scarfói, trent. scarfoi id. (AIS, c. 1466).
mangereccio. Corresponde al cal. (RC) scäriu (M 1), scaru (Traina, Biundi, M br)
sculimbru, sculimbriu, (CZ) sculimbru m. luogo di approdo per le barche; cfr.
id. = bov. sculimbri n. < gr. axoXup- cal. (CS) sedriu e scaru, (CZ, RC)
ßpiov, dim. del gr. ant. axóXupoi; scaru, lece, scaru id. <C gr. èe^àpiov ‘can
e nxoXupßpo? id. (LGr 464). tiere per navi5 (LGr 159).
scarmu (Coray 365, PS 115), scammu (M chiarite; v. Maccarrone, Arch, glott. 27,
bc, fu) m. sorta di pesce, secondo PS 1935, p. 178 e Pellegrini 201.
115 Scomber scombrus; cfr. cal. (RC) scéddica (M f, fo, li, ma) f. millefoglio,
scarmu ‘asticciuola5, Paralepis hyalina Achillea millefoglio. Corrisponde al cal.
= cal. sic. scarmu ‘scalmo per i remi5 : il yèddica, yélica, bov. ayèddaco <j gr.
pesce rassomiglia ad uno scalmo, *v.yjXkv.y.oc, = gr. ant. àxiXXcto? (LGr 73);
scarmüsciu (M al) m. neonato di coniglio; v. schiddasci, sciddicu, azziddica.
v. carmüciu. scédiri (Traina), scéjiri (Traina), chèiri
scarrancu (M tr) m. terra franata, (Traina), ascèdiri (Gioeni), ant. sic.
scarruggiari (M to) a. deviare 1’ acqua per xhédiri (Voc. Sic.) — yèdiri a. odiare,
mezzo di un solco ; v. carruggiu. aborrire; ti scedu (M rd) ti odio. — Cor
scarnali (Traina) rialzo di terrene pie risponde al cal. (CZ, RC) yédiri id.,
troso; cfr. lue. scarroni (AIS, c 423) cal. (RC) mi yedì la genti ‘la gente mi
terreno pietroso, Scarruni monte nei odia5, bov. se yedèo ‘ti abomino5. - Il y
pressi di Bagaladi (RC). farebbe pensare ad un’ origine greca; v.
scaséntulu (C sm) m. lombrico; v. casén- LGr 563. Ma è più facile identificare il
taru. verbo con spagn. hedèr, p. es. ese
scassasaji (M fo) m. grillotalpa : ‘scassa individuo me hiede ‘mi produce fasti
canali5 ; v. saja e perciasaji. dio5, me hiede la vida ‘mi dà nausea la
scattiola (Traina, M an), scattiola (A sb) f. vita5.
fico immaturo; cfr. cal. (CS) scattiola, scherda (M fo, mo), schedda (M bf, rd) f.
(CZ, RC) scattagnola, (CZ) scattigna, scheggia di legno, schedda (M ma) resta
(CS) scattillu id. - Dal verbo scattare di spiga, lisca di pesce; cfr. cal. (CS,
‘scoppiare5. CZ) scherda ‘scheggia5, ‘lisca5 - D’ ori
scaüzzu (M rd) m. chiocciola = sic. gine normanna : ant. fr. escherde
schiavuzzu ‘schiavetto5; v. scavitta. ‘scheggia5 (germ. *skarda) ; v. scridda.
scavitta (M fo) f. specie di chiocciola; v. schibbeci (Biundi, Traina, M r), scabbed
scaüzzu. (M br), scapeci (Pitré) m. preparazione
scavuni (Traina, M g, ra, u), scaüni (M c, di pesci con olio, cipolla e passole; cfr.
li, r), scarvuni (M fi) m. nasturzio, specie cal. (CS) scapici, (RC) schipeci, salent.
di sedano selvatico, crescione selvatico, scapece ‘specie di salsa preparata con
Sium latifolium; cfr. cal. (CS) scavune, olio, aceto e cipolla5. Da spagn. esca-
(CZ) schiavune, nap. schiavone id. beche < ar. sikbäg (DEC, II, 316).
scazzüpolu (Pitré), scazzüpulu (M a, br), schiddasci o schiddaci (M be, cm, 1, si, to),
scazzübbulu (Traina, M m) m. sorta di achiddasci (M b, c) m. millefoglio,
pesce, secondo PS 105 pagello ba Achillea millefolium. Corrisponde al cal.
stardo; cfr. cal. (RC) scazzópulu ‘nome (CZ) schifaci, schijaci id. - Da un gr.
di pesce5; (CS) scazzüpulu, nap. scazz- *ày_>.XXcbc!ov (LGr 73); v. scéddica.
uóppolo ‘ragazzino5, ‘monello5, schiodici (M cg, n) m. sparviere,
sceccu (Traina, sic. com.) m. asino, ant. schifiddi (M me) pi. giuoco delle cinque
sic. lecca = scecca ‘asina5 (Scobar) ; pietruzze.
cfr. cal. (RC) sceccu id. - Sembra schifiju (M n) m. confusione, strepito,
risalire al turco esek id., ma via ed schifu (M r, t) m. truogolo del maiale = sic.
epoca di penetrazione non sono ben com. scifu (AIS, c. 1182), per influsso
dell’ it. schifo 'truogolo dei muratori5, sciaramita (M a) f. tegolo; c. ciaramita.
‘barchetta5 <C long, skif'nave5, sciarera ‘tessitrice5 v. carera.
schina (ant. sic.), cfr. nel Senisio ‘splen que sciari (M fr, fv, n) a. aizzare; v. é'iari.
vulgare dicitur milcza vel skina? (Mari sciasciu (M mo, sp) m. terreno roccioso
noni 88). Forse d’ origine galloitalica; con buchi.
cfr. ticin. spiena o schiena (*splena) sciasiancu ‘gelso5 v. gesiancu.
friul. splenée ‘milza5; v. Corr. no 55. sciarmi (M fr, rv) m. sp. di dolce ripieno
schiniari ‘nitrire5 v. sciniari. di ricotta.
schirifizziu (Pitré, M m), schivifizzu (Pitré), scibba (Traina, De Greg.) f. anello di
schirifiziu (M r, ro), schiribizziu (Trai ferro che riceve la stanghetta del
na) m. scorpione; schirifiziu (M bc, m) chiavistello; ant. sic. (Scobar) hybba —
m. geco; cfr. cal. (RC) schirifiziu, scuri- yibba ‘fibula5, ‘annulus ferreus5 (Tra
fiziu ‘scorpione5; v. surfiziu. pani 196); cfr. cal. (CS) yibba ‘anello di
schirpiuni ‘geco5 v. scurpiuni. ferro che fa funzione per cardine di
schirruggia ‘scodella5 v. scurruggia. porta5, irp. scibba ‘cardine della porta5,
schisma ‘biscia d’ acqua5 v. guisina. lue. scibbia, salern. scibba, nap. sciva
schizziari (M r), schizziddiari (M a, t) n. ‘ganghero di porta5 (AIS, c. 883). -
piovigginare; cfr. cal. (RC) schizziari, Tutti da fibula > *flibba.
(CS) schizzichìare id., it. schizzare sciddicara (M an, li) f. millefoglio,
‘zampillare5 ; v. sbrizziari e schizza. sciddicu (M an) m. millefoglio; v. scéddica.
schizza (M ma, r) f. goccia; cfr. cal. (RC) sclfidda ‘scintilla5 v. spisidda.
schizza id. scifioti (M li) pi. abitanti di Scifì.
schizzuneddu (M bf) m. orbettino, scifu (Traina, M a, lb, ra S s), sciu (M to),
scia (M mo, san, si ,u) f. calore e riverbero ciffu (M mo, sp) m. truogolo, pila << gr.
che esce dal forno. cyjyjjoc,\ v. schifu.
sciamarru (Traina, C sm K v M mi, r P b) scilanca ‘bulimia5 v. cinanca.
m. beccastrino, piccone; cfr. cal. e sciloma ‘rumore5 v. ciloma.
salent. sciamarru, nap. irp. sciamarne scimari ‘imbastire5 v. ncimari.
id. - Da *ascia-marra ‘scure e zappa5 sciniari (M an, c, li, n, tr, u), sic. mer.
(DEI, 3395). yiniari(Voc. Sic.), yiniari^K va), finiari
sciambrata (C r) f. torrente secco, (Pasqualino) n. nitrire; cfr. cal. (RC)
sciannacca ‘collana5 v. ciannacca. yiniari (CZ), yiyinìari id. - Da gr.
sciara (M fi, fo) f. terreno di macchia fitta ; /rivinto ‘gracidare5 (di oca), gr. mod.
(Traina, E c, e, s M ma, si P b) siepe (Cipro) sciscinizi ‘il cavallo nitrisce5,
viva, roveto; (E et M c, t) terreno pie sciocca ‘chioccia5 v. yocca.
troso non coltivabile ; (C b) zona di lava ; scióricu (C r) ag. pazzo, stupido; cfr. bov.
(Traina, C b) lava. - Per l’origine cfr. sciólico ‘ragazzo5. - Sembra identico al
maltese sa lra ‘estensione di terreno roc sic. cal. strólacu ‘strano5 (LGr 65).
cioso e di poca produzione5 = ar. scippa-occhji (M a, al, r) f. libellula : ‘cava
sa'ra ‘zona di macchia5 (Wagner, occhi5 ; cfr. cal. (RC) caccia-occhji id.
ZRPh 52, 1932, 658); v. anche Pelle scippari (sic. com.) a. svellere, strappare,
grini 275. Dalla stessa base spagn. ant. sradicare; cfr. cal., salent. nap. scippare
jara ‘macchia5, ‘terreno boscoso5 (DEC, id. - Da lat. *excippare ‘sradicare i
II, 1035). ceppi5.
scirba (Giuffrida 80), yirba (A sb) f. sprocco ‘fuscello5 < long, sproh id.; v.
luogo scosceso, rupe, dirupo; iri scirbi sgroppic.
scirbi (Traina), gallosic. annè a zirbi scrafogghji ‘cartocci5 v. scarfógghji.
zirbi (Roccella 289) andare per luoghi scrépitu (M ra), srèpitu (M to), scrièpitu
scoscesi. — Da ar. hirba ‘luogo di ro (M fi) m. pianto che si fa per un morto
vina5; v. Rohlfs 149 e Pellegrini 274. = sic. com. rèpitu id. (Traina), cal.
scirbari (E et M mi, rv R r), scirvari (CZ, RC) rèpitu, (CS) rièpitu, nap.
(Traina), gallosic. (M sf) scerbér, (E s) rièpete id.
scerbi ‘strappare la malerba5. Voce im scridda (M g, ss, u), scredda (M cg) f.
portata dall5 Altitalia : gen. scerba, ant. scheggia di legno; v. scherda.
piem. eiserber id. = ant. fr. esserber, da scudedda ‘asfodelo5 v. spudedìda.
*exherbare. scumputu (M u) ag. immaturo; cfr. cal.
scirpa (Traina) f. schiatta; cfr. cal. (RC) (RC) schiumputu id. e chiumputu
scirpa id. ‘maturo5 [‘completo5] ; v. cunchiutu.
scisca ‘secchio5 v. yisca. scupina (C b M c, mo, n, r, sp) f. otre
sciulanca ‘bulimia5 v. cinanca. (pelle di capra o pecora) usata per il
sciuminisani (M a) pi. abitanti di Fiume- trasporto di olio o mosto ; cfr. cal. (RC)
dinisi (dial. Sciuminisi). scupina id., benev. scopina ‘vescica di
sciurbari (Traina) a. spampinare, sfo maiale5, garg. scupóine ‘otre di pelle di
gliare; cfr. cal. (RC) sciorbari ‘togliere capra per il trasporto di latte5, fogg.
le gemme di un albero = cal. (CZ, scupine, abr. scupina ‘cornamusa5. Da
RC) sciorbari ‘accecare5 < exorbare. lat. volg. ascopa ‘recipiente in forma di
sciuri f. ‘fiore5 v. yura, duri. otre5 (gr. àtrxói; ‘otre5) ; v. LGr 62.
sciurina || crapa — v. ciurina. scupinu (Coray 337, M an, ma, u) m. otre
sciuritani (M li) pi. abitanti di Rocca per il trasporto di olio o mosto ; cfr. cal.
fiorita. cal. (CS, RC) scupinu id., v. scupina.
sciusca ‘pula5 v. jusca. scupiu (Traina, M a, c, fo, fu, li, ma),
sciusciari ‘soffiare5 v. ciusciari. scupi (M m, p) m. specie di gufo, gene
scocca (Senisio) f. timone di carro o di ralmente ‘assiolo5. Da gr. *axco7«ov dim.
aratro; scoca (E s) timone in forma di di ctx&mJ; id. — Corrisponde al cal. (CZ,
forca usato per 1’ aratro; cfr. lue. RC) scropiu o scrupiu, bov. sciupi id.,
skokke id. (AIS, c. 1436), cal. (CZ) schi da *axXa>7uov, <f *<jxcmiov per incrocio
occa ‘forcella5, salent. scocca ‘pezzo di con yXa’jf ‘civetta5; cfr. neogr. (Creta,
legno di osso o di ferro che serve per fre Scarpanto) axXÓ7ra ‘assiolo5 (LGr 463);
no5, sic. (M mo, tr) scocca ‘ramoscello5, v. scorpiu.
scónlsi ‘acanto5 v. arcónici. scurpiuni (Traina), schirpiuni (Traina)
scorplu (M mo) m. assiolo; cfr. cal. (CZ, m. tarantola. - Posso precisare : scur
RC) scropiu, bov. sklupi n. id. - Da gr. piuni (M rd, si), scuppiuni (M a, fi, r)
*(jxX<07uov, id. = oxcù7uov incrociato con nome che si riferisce al geco, Tarentula
yXao£ ‘civetta5; v. scupiu. mauritanica.
scorpu (Traina, M n, ra, to, u), gallosic. scurrüggia (Traina), scurrüggia (T v),
scropu (E s), scrop (E a) m. fuscello, schirrüggia (Pitré, K v) f. piccola
ramoscello secco; cfr. cal. (CS, CZ) scodella di creta. Da ar. sokordja
scuorpu id. - Sarà metatesi dell’ it. ‘scodella5 (Rohlfs 151).
scutidduni (M er) m. asfodelo ; v. scudedda. séngulu (Traina, M fr), séngaru (M an),
scuzzara (Senisio, Traina, A sb C sm), sènghilu (Traina), singulu (M c, g, n),
scuzzara (K v), scuzzarra (C m), singuru (M rv) ag. magro, gracile; cfr.
scuzzdria (R g) S s), scuzzaira (Traina) cal. (CZ, RC) sengru ‘delicato’,
f. tartaruga, testuggine; cfr. cal. (RC) ‘magro’.
scozzarra o scuzzarra id. - E trasposizi serpentara (M ro), sippintara (M r) f.
one di stracuzza (v.). biscia d’acqua.
édiddacca ‘rinzaffo di calcina’ v. suddacca. sfànnamu ‘acero campestre’ v. spànnamu.
édillabbrari (Traina) a. guastare o rom sfilu (Traina) m. intenso appetito, desio;
pere l’orlo (labbru) di un vasco. - Non spilu M a, an, c, r, sp, u) desiderio
da fr. délabrer ‘rovinare’ (Jost 98), ma ardente; cfr. cal. spilu voglia ardente
semplice trasposizione di dis-labbrari; (specialmente di donna incinta), salent.
cfr. sic. sdirradicari ‘disradicare’, sdil- spilu, bov. spilo, otr. spilo id. - Sembra
lucari ‘dislocare’, sdillattari ‘dislattare’ ; appartenere al verbo sfilari, cfr. sic. e
v. GrI, § ioti). cal. (RC) mi sfila lu cori ‘desidero
édirri (Traina e AIS, c. 774) pi. carnevale, ardentemente’; v. spinnu.
ma più precisamente gli ultimi tre sfincia (Traina), spincia (Pitré, M ra),
giorni di carnevale, chiamati (a Modica) sfingia (M mo), spingia (M to) f.
sdirruminica, sdirri-luni, sdirri-marti specie di frittella o crespello, dolce casa
(Pitré) ; cfr. sdirrijornu (M mo, u) lingo fatto con pasta di farina e ricotta;
martedì di carnevale. Che la voce in cfr. ant. sic. sfingia ‘genus panis albi qui
origine dovesse avere un senso più dicitur crispella’ (Senisio) < ar. isfang
largo, risulta da li sdirri di lu misi, li ‘dolce di pasta morbida che si frigge
sdirri di Fannu (Pasqualino) e dalla nell’ olio’ (Pellegrini 206).
frase senti lu primu e parra lu sdirru sfódiru (PS 128), spótaru (Pitré), spótiru
(Traina). — Da catal. es derrers dies ‘il (M fu) m. sorta di pesce, leccia bastarda;
carnevale’ (Alcover-Moll, IV, 22), bai. cfr. cal. (RC) sfódaru, spódaru id.
es derré die ‘martedì grasso’ (Atl. ling, égabbu (M si) m. cavita nel tronco di un
catal. c. 636). albero = lig. sgarbo o garbo ‘buco’;
édirridia (M n) m. giovedì grasso; v. v. garbu.
sdirri. sgalambru ‘calabrone’ v. scalambru.
édisinticari (Pinzone) a. sradicare, dis sgalimiru ‘cardo’ v. scalimbru.
truggere completamente, égalimmu (M fr), sgarimmulu (M al) ag.
édruvicari (A sb), zdruvicari (A cf K v), sghembo, storto; v. galimbu.
zruvicari (A et) a. seppellire; v. cruvi- sgambirru (M bc, fu), scambirru (PS 115)
cari, druvicari, vurvicare. m. sorta di pesce, scombro; cfr. cal.
sécara (Traina, M an, cm), sèchira (M a, c, sgambirru id., lece, scampirru.
r) f. bietola; i sechili (C n) le bietole; égangu ‘racimolo’ v. scancu.
cfr. cal. secra, sécara, secherà, usato égarammulu (M n, si) m. calabrone; v.
generalmente nel plurale i secri ‘le scalambru.
bietole’, bov. ta séclia id. = neogr. dial, égarrari (Traina, sic. com.) a. sbagliare;
xà créxXa id. (LGr, 452); v. sarca. cfr. cal. (CS, CZ) sgarrare, nap.
sélinu (M fr) m. sedano selvatico = bov. sgarrare id. <C catal. esgarrar ‘fare una
séleno ‘sedano’ (eréXtvov). cosa malamente’; v. Varvaro Cat. 98.
sgherru (M r, tr) ag. obliquo, sghembo, signurina (M mo) f. pregadio, mantide
égroppu (Traina, M b), zgruoppu (M religiosa.
ma), grospu (C r) m. fuscello, ramoscello silipa (M b, fu, li, st) f. nome di una
secco; cfr. cal. (CS) scuorpu, (CZ) graminacea; v. silipu.
sgruoppu id. ; v. scorpu. silipara (M tr) v. silipu.
éguisina ‘biscia d’ acqua’ v. guisina. silipu (Vinci, M a, c, ma, rd, u), silicu (M
égurina o égunina (C r), sgürrira (C b), fo, r) m. nome di una graminacea, Andro-
sgùtira (C mi), in un anon. man. sgudura pon hirtum; cfr. cal. (CS, CZ, RC)
(Traina) f. lucertola. - D’ origine gallo silipu, bov. to silipàri (dim.) id., spesso
italica, cfr. lig. sgùrbia, piem. sgrigna id. Silipa nome di contrada in Calabria e in
(Garbini 605 e 806); v. NC, no 63 prov. di Messina (M be, to). - Forse voce
(nota). del sostrato preellenico; v. LGr, 455 e
si congz. se; si bbòi vegnu (M si), si vtiajo NC no 55.
vegnu (M al) se tu vuoi io vengo || Ri simita (M n) f. limite, confine; cfr. cal.
portiamo qui alcuni esempi per i tipi (CS) simite id.
assai distinti della proposizione condi sinnacca ‘rinzaffo di calcina’ v. suddacca.
zionale, usati in provincia di Messina : si sirruscu ‘lampo’ v. surruscu.
putissi ci jissi (M n, rv, u), si putirla ci sirtuni (P b) m. ramarro; cfr. lu cirtuni
armarla (M fo, i, si), sa pputiva ci iva (A sb), sucirtuluni (C sm) id. : ducer
(M li). Di questi tre tipi il primo, tene’, ‘lucertolone’.
appartenente al siciliano comune, risale sisca (Traina), sisca (E a R g), ant. sic.
all’ antica latinità, il secondo fu impor sixca (Senisio) f. secchio di legno dei
tato dalla Galloromania (Francia e pastori; cfr. cal. (CZ) sischia e sisca,
Piemonte) dopo il mille, il terzo corris (CS) sisca id. - Da un incrocio tra
ponde all’ antico sostrato ellenico. — sicchiu ‘secchio’ e yisca (vi).
Vedi anche sa, siddu. éméggia ‘pesca’ v. sbérgia.
sibertu ‘ramarro’ v. lisbertu. émidira (M bc, fu), smirita (Coray 364) f.
sicchiaru ‘chiavistello’ v. sùcchiaru. sorta di pesce, menola comune; cfr. cal.
siddacca 'rinzaffo di calcina’ v. suddacca. smidira, smiridu id.
sidd'iari (Traina, E cn M g, r) rfl. seccarsi, so pron. poss. invariabile, usato per tutti i
annoiarsi; mi siddiu (M tr) mi annoio, generi e per i due numeri : sò matri, so
mi siddiava (P b) mi rincresceva, cfr. frati, i sò cugnati; cfr. cal. mer. (zona di
cal. (RC) mi siddiài ‘mi sono annoiato’ ; Reggio) i sò zii, i sò vesti ‘le loro vesti. -
v. siddiu. Modo settentrionale, cfr. lig. so sö,
siddiu (Traina, E cn M g) m. noia, fasti piem. so surela ‘sua sorella’ ; v. me, tò.
dio ; cfr. cal. (CZ, RC) siddiu id. sóggiru e sóggira (sic. com.) m. suocero,
siddu (Traina, C cn M fo, u) congz. se; suocera. - Non direttamente dall’ antica
p. es. siddu avissi fami mangiassi (C latinità, ma per ovvie ragioni fonetiche
cn), siddu chiovi (M fo) se piove, sidd’ (ggi invece di ce) importato dai dialetti
aju tempu (M u), siddu è accussi; cfr. galloitalici, dove il gen. sözu, piem.
cal. (RC) sidd' esti accussi ‘se è così’, sóser si fondano su un prototipo *sóger;
in Corsica dumandò s'ellu c'era vìnu v. Corr. no 74.
bonu, s'ellu mi manca-, ‘se esso’; v. Grit, sorta (Ma, ma) f. pregadio, mantide reli
§ 779- giosa; v. fata, fortuna.
spagnari (Traina, sic. or.) ffl. spaventarsi, cal. (CS) sparaglione id. == prov. e fr.
aver paura; cfr. cal. spagnare id. - Da sparaillon, catal. esparalló id.
catal. espanyar-se ‘manifestare eccita sparedda ‘cicoria’ v. aspiredda.
zione’ (Alcover-Moll, V, 379); v. appa- sparra (M gm, ti) f. cercine, panno rav
gnari. volto a cerchio che le donne si mettono
spalässa (M an, st), sfaldssa (M an), spina sul capo per portare un peso; cfr. lue.
spilassa (M fo) f. specie di ginestra salent. pugl., abr. spara, nelle Marche
spinosa, Calycotome spinosa; cfr. cal. sparra, anche dalm., serbocr. spara id.,
(CZ, RC) spdlassu, bov. spólasso e to otr. spara ‘tovaglia per la tavola’ — Di
spoldssi id., da gr. àaTràXaìfo!; (anche non chiara origine (LGr, 474); v. spera.
neogr. dial.) id. ; v. LGr, 62 e spilassara. spata (M fo, ma) f. profime dell’ arato,
spalassara (M fu), spilassara (M fo) f. pezzo che regola la distanza tra il ceppo
specie di ginestra spinosa, cfr. cal. (CZ) e il timone dell’ aratro; cfr. cal. spata,
spalassara id. ; v. spaldssa. sardo ispada, spagn. espada, anche
spancari (M n) a. stracciare. neogr. dial. cttoxSt] id. ; v. Corr. no 60.
spangu (Traina, M al, fo, rv, u) m. spanna, spatula (PS 205, M bc, fu) f. sorta di
distanza tra la punta del pollice e quella pesce, pesce bandiera; cfr. cal. spdtula
del mignolo; cfr. cal. spangu ‘distanza id.
tra la punta del pollice e quella dell’ spatulidda (Traina, M cg) f. giaggiolo,
indice’ : da ant. fr. espan (pron. espang) giglio bianco; spatuledda (M rd, si),
id. spaduledda (M ro), spaturella (M rv)
spannarmi (M cr, fl, ss, u), spdnnimu (M asfodelo.
al, cu, fr, to), sfdnnamu (M g), spannu Spera (A et) f. cercine; cfr. garg. sfera id.
(M sm) m. acero campestre. Corrisponde < da gr. cripoupa ‘palla’ ? ; v. sparra.
al cal. (RC) ssèndamu ‘acero’ < gr. ant. sperciamàcchia (C sm) m. nome di un
acpévSajxvo?, gr. mod. dial. (Chios). piccolo uccello, forasiepe; v. perciaru-
àacpàvTapoc, id. (LGr, 494) ; cfr. Serru du viettu.
Spdnnimu in territ. di Longi (Alessio spiddisa (M bf, c, ra) f. scintilla; v.
3°5)- spisidda.
sparacalaci (PS 40, M bc), sparacanaci spilassara v. spalassara.
(M fu) m. triglia di scoglio; cfr. cal. spilazzu (M t) v. spalassara.
(RC) sparacanaci id., cfr. gr. mod. spilu ‘desiderio’ v. sfilu.
(Dodecaneso) crapyavobo, ‘sorta di pesce’. spina-lastra (M a) ‘arbusto spinoso’; v.
sparacogna (Traina, M b, fi, li, ra, to, u alastra.
T v), sparagogna (Traina, M mo) f. spinapurci (Biundi, Traina) f. rusco;
asparago selvatico (spinoso), Aspara spinapülici (C m, sm M ma) bianco
gus acutifolius; cfr. cal. (CS) spara spino; cfr. cal. spinapülici, lece, spina-
cogna, cil. spagarogna id. <C *aspara- puce id. - Ha preso il nome dal frutto :
cónia, latin, da gr. *<xcrm3cpayotma, cfr. nap. póhcs, cioè ‘pulce’,
bov. sparagunia, otr. sparacunéa id., spinnu (Traina, C ad M g, mo, n S s) m.
Sparagogna ctr. in zona di Furci (LGr, forte desiderio. - Dal verbo spinnari
63)- (Traina) ‘aver vivo desiderio’, p. es. mi
sparagghiuni (Traina, ALM 562, Coray spinna u cori (R r) ho un forte desiderio ;
365) m. pesce del genere di sparo; cfr. cfr. cal. (CS) spinnu ‘voglia’, ‘forte
desiderio5, (CS, RC) spinnari 'aver spuligrari (Traina), spularari (Traina),
grande brama5; v. spilu. spular'iari (M r), spulicari (M g, t o),
spinsu (M a) m. fringuello; cfr. cal. e sa- spullurari (M mo), spuddariari (M rv),
lent. spinsu, spinzu id., otr. spinci id., gr. spruari (Traina) a. spollonare, sfrondare
ant. aravoc, e aravfKov id. (LGr 477). le viti dai pampani inntili; cfr. cal.
spiredda ‘cicoria5 v. aspiredda. (CZ, RC) spalagrari, spulegrari, lucch.
spina ‘striscia di campo5 v. spuria. spelagare id. ; v. spulicari.
spisidda (Traina, C 1 P r M a, c, ma, r, t, spuredda ‘cicoria5 v. aspiredda.
to), spisilla (C mo), spusidda (C m), spuria (Senisio, M c, fi, fl, r), spulia (M to),
spifidda (M u), spufidda (M u), spru- sfulia (M bf), spuria (M rv, sp), spiria
fidda (M fl), scifidda (M si) f. scintilla; (Traina, Gioeni, E et M mi, u P b),
cfr. cal. (RC) spisidda, spittudda, spria (Traina, K va) f. porca, terreno fra
spittidda, (CZ) spissidda, spissula, due solchi che serve di norma al semi
bov. spittudda id. < gr. *aravf)-ouXX<x (gr. natore nel buttar la semenza; cfr. cal.
ant. aravlW)p) ; v. LGr 477 e v. spiddisa. (CS, CZ, RC) spuria o sporia, (CS)
sporia ‘porca5 v. spuria. sprija, bov. sporia, otr. sporia id. <C gr.
spótaru ‘pesce5 v. sfódiru. *ara)pta, gr. mod. dial, onopió. id. ; v.
spréu (T v) m. specie di astuccio (fatto con LGr, 479.
foglie di palma intrecciate) che serve per spurvia ‘minestra di grano5 v. spruvia.
tenervi danaro, staccia (Biundi, Traina) f. pertica, asta di
spria ‘porca5 v. spuria. legno; cfr. cal. staccia ‘pertica5, ‘palo5
spruvia (M fi, ra, sm, to), spurvia (M u) f. <7 ant. fr. estache id. (germ. *stakka).
minestra di grano bollito, piatto rituale stanti (M u) m. albero secco con molti rami
del 13 dicembre (Santa Lucia). Corris laterali su cui i pastori appendono i loro
ponde al cal. (RC) prusvia, sprovia, attrezzi; cfr. cal. (CZ) stante id.
purvia, (CZ) posbia, bov. purvia ‘mine sterna (Traina), sterna (E et R g T v) f.
stra di grano o granone bollito, piatto cisterna ; v. jisterna.
rituale del 6 o del 13 dicembre5. - Par stiavucca ‘salvietta5 v. stujabucca.
tendo dal bov.purvia (*ra>uXßia) si può sticchiu (Traina, C m M li, u P p) m. or
ricostruire un prototipo *ra)XXußia, deri gano genitale della donna; cfr. cal.
vato da gr. mod. và xoXXußa ‘minestra di sticchiu id. e cal. (CS) sticchiu ‘nudo5,
grano bollito5 per incrocio con 7toXto? stifanari (M mi) pi. abitanti di S. Stefano
‘pappa di farina5; v. LGr 420 e v. cuc di Camastra.
cia. stippiu (M n, to) m. specie di gufo; cfr.
sprüvira (M rv) f. sp. di cardone; sprùgura scupiu.
(M mo) fuscello di cardone che fa da asse stizza (Traina, A n C m, sm K v M u T v),
nella navetta del telaio, stizza (A sb P p R g) f. gocciola; cfr.
spudedda (M cm), scudedda (M cm, i) f. cal. stizza id., napol. na stizza ‘un poco5,
asfodelo; cfr. cal. (RC) spudedda, bov. ‘un tantino5 ; lig. stitsa, piem. stisa ‘goc
spudedda id. [*asphodella] ; v. scu- ciola5; v. sbrizza.
tidduni. stracuzza o sracuzza (M ma) f. testuggine,
spulicari (Pinzone) n. spigolare, andare a tartaruga; cfr. cal. (RC) stracozza id. —
raccogliere le ultime nocciole rimaste Da un incrocio tra oaxpaxov e cozza
sulle piante : ‘spulciare5; v. spuligrari. ‘guscio5, ‘ostrica5 ; v. scuzzara.
strägghiuru (M tr) m. straccio, cencio, lana sudicia intorno alla coda degli ovini ;
stràgula (Senisio, Traina), stràgula (M u), v. subbagghiari.
stràgura (M mo), strània (Stgl. 8, 172), subbagghiari (M fi, lb, ra, u), subbagliari
strània (M mi, to) f. treggia, specie di (M mo), summagghiari (M an, m a) a.
slitta rustica; cfr. cal. stràgula, strània tosare le pecore intorno alla coda; cfr.
id., da lat. tragula id. gallosic. zubagghiè ‘tosar la lana alle
strasatta || a la - (Traina), a srasatta av. pecore (Roccella 290), cal. (CS, CZ)
improvvisamente; v. ntrasatta. subbegliare ‘tosare le pecore in prima
strazzabértula (M lb) f. rosa di macchia; vera togliendo loro la lana sudicia dalla
cfr. cal. (RC) strazzavèrtula ‘salsapari parte posteriore5, irp. subbuglià id., rum.
glia5 : ‘straccia le bisacce5; v. vèrtula. suiglià id. <f 1. *subiliare ‘tosare sotto
streva (Senisio, Scobar) f. ferrum per le inguini5; v. assubbaglari.
quod equum ascendimus, cioè ‘staffa5 succhiaru (Traina, A sb E c M sp),
(Trapani 246), streva (Pasqualino, Trai sicchiaru (M mo), sürciru (R r), sùr-
na) legame che tiene ferma la parte della chiaru (A n), ant. sic. (Senisio) suquaru
scarpa che copre il calcagno; cfr. cal. (Marinoni 114), gallosic. succhara (Roc
(CZ) streva ‘staffa di stoffa della calza cella 267) m. paletto, saliscendi; cfr. cal.
che passa sotto la pianta del piede5. Cor (RC) sücchiuru, (CZ) sürchiu id., da ar.
risponde al lomb. streva ‘staffa5, voce di sukkàra ‘chiavistello5 (Rohlfs 150).
origine germanica : streup (FEW, sùccula (Traina, Gioeni) f. nottolino di
XVII, 252). legno; cfr. cal. (CS) ziccula ‘chiavi
strlula (M fi), sriula (M ma) f. civetta. - stello orizzontale5,
Sarà un incrocio tra il tipo strige ‘bar sucértula (C sm) f. lucertola,
bagianni5 e (call)pigula ‘civetta5; ma cfr. sucirtuluni ‘ramarro5 v. sirtuni.
striula (M fo) strega, suddacca (P b, sm), sullacca (M mo, sp),
strugnulari o srugnulari (M 1) pi. abi siddacca (M fr), éaddacca (M c, r),
tanti di Stromboli (dial. Stróngoli e zaddacca (Traina), sinnacca (S s),
Struógnuli). sdiddacca (M an) m. termine tecnico che
struonu (M stf), sruonu (M cr) m. tasso generalmente si riferisce ad un rinzaffo
barbasso, verbasco; cfr. cal. (RC) di calcina che si fa sui tetti per impedire
spronu e stronu id. [gr. craXovoc] ; v. il passaggio dell’ acqua, p. es. tra un
LGr 477 e v. frunu. muro e la terrazza; cfr. cal. (CZ)
stujabucca (M r), stajabucca (M bf, rd), suddacca, (RC) éaddacca, éidacca id.,
stiavucca (Traina), stiabucca (M tr) f. da ar. sutayha ‘tetto a terrazza5, per
salvietta; cfr. cal. stujavucca id. - Da più particolari v. Pellegrini 275.
sic. stujari ‘pulire5. sufuni (M cr) m. tromba marina; cfr. cal.
stuppanàcchiu (M gm) m. pesce, specie di zifune id., ven. sión ‘tromba d’ acqua5
rombo. [1. *siphone -< gr. ca<p«v].
suàggiu (Traina) m. bestia appena nata, sulifiziu ‘scorpione5 v. surfizziu.
che segue la madre; suàggiu (T sp), sulufizza (M ss) f. geco ; v. surfizziu.
suàcciu (P b) puledro ; suàgiu (A r) sumamizza (M al) f. geco ; c. salamida.
figlio di asino e cavalla; suàgghiu (A n) sumamizzu (M fr, si, sm) m. geco, Taren-
vitellino che segue la madre : ‘seguace5, tola mauritanica; cfr. cal. (CZ) samu-
subbagghjl (M fr, mo) pi. le ciocche di mida id., v. zazzamina, salamida.
sumata (C b, ml) f., i sumati (C b) pi. la sulificiu (Senisio), sulifiziu (M rd) m.
sugna; i sumati (M rv, u) i pezzi grassi scorpione; surfiziu (E s), sulifiziu (E e),
del maiale. suffizziu (C c), surfulizziu (E c),
summagghiari ‘tosare’ v. subbagghiari. sulufiziu (M bf), affizziu (E g) m. geco,
summuzzari (Traina), sammuzzari (Traina, Tarentola mauritanica; v. schirifizziu.
Gioeni), subuzari (Senisio) a. tuffare in suriaca (C 1, ml, r M rv) f. fagiolo ; cfr. cal.
acqua, immergere; cfr. cal. sumbuzzare, (CZ, RC) suriaca, suraca id. <C faba
summuzzare id., ant. it. soppozzare, ant. syriaca; v. trujaca.
spagn. sopozar id. <C *subputeare suriciobbu (R m), sulisciorbu (M bf) m.
(REW, 8388, Alessio 198). talpa : ‘sorcio cieco’; v. orbu.
suppiddizza (Traina), sappiddizza (Traina), surruscu (Traina, M u S s), surruscu (E
sippiddizza (Biundi, Traina), ant. sic. c, et), sirruscu (K v) m. lampo, baleno ;
surpilliza (Senisio) f. sp. di sopravveste surruscu (M ma) fulmine; cfr. gallosic.
che indossano i sacerdoti; cfr. cal. sup- (E s) saruscu, (K p) srusk (Roccella
pellizza id., da ant. fr. sorpeliz o spagn. 260) baleno; cfr. cal. (CS) surruscare
sobrepelliz id. <C 1. *superpellicium. ‘lampeggiare’, sic. surruschiari ‘balen
sùrchiaru ‘saliscendi’ v. sücchiaru. are’. -Dal. *sub-ruscus= coruscus
surci vecchiu (A a, sb), sürici vecchiu (M ‘lampo’.
cu), surci viecchiu (A n) m. pipistrello; susca ‘pula’ v. jusca.
cfr. cal. (CS) sùrice viecchiu id. : ‘topo évélentra (M fo) f. specie di crescione ; cfr.
vecchio’. cal. spélendra, spélandra id. - Voce dell’
surfizziu (Traina), sujfrizziu (Traina), antico sostrato.
ucceri ‘macellaio5 v. bucceri. arvuzzu (Traina) id. ; cfr. cal. arvuzzu id.
ucciardu ‘nericcio5 v. bucciardu. < albucium
ucrioti (M b), crioti (M fi, sp) pi. abitanti umbraru (M ma, ro) m. olmo; v. urmaru.
di Ucrfa. umbra ‘olmo5 v. urmu.
uddu (Pitré) ag. di montone o bue senza un (Traina, sic. com.) art. indet. un, uno.
corna ; crapa udda (C m, sa R g, r) capra In opposizione a tutto il Mezzogiorno
senza corna; cfr. cal. (CZ, RC) crapa continentale, dove si usa nu (nu dente,
gudda, (CS) crapa gulla, lece, crapa nu mulu, nu pane) solo in Sicilia si cono
cudda, bov. ega guddo id. ; lece, caddu sce un (pm denti, un cavaddu, un santtì).
cuddu ‘gallo senza coda5 < gr. ant. xóXoc; - Certamente un fenomeno di neoroma
‘senza corna5; v. LGr, 253. nità.
üddula (M r, ro) f. galla di quercia, unchiamanu (Traina), unciamanu (Traina)
üfalu (M be, 1), büfalu (M stf) m. sorta di specie di euforbia ; ui%amanu (M 1) f. ti-
conchiglia di mare. melea, Daphne Gnidium : ‘gonfia la ma
ugghiaffilu (E et) m. rigogolo ; cfr. sic. no5; cfr. cal. unchiamanu ‘euforbia5; v.
aggruppa-filu id. (Giglioli 20) : ‘allaccia unchiari, u%%ari, usciamanu.
filo5. unchiari (Traina, sic. com.) a. gonfiare
ugghióla (M tr) f. biscia d’acqua, (AIS, c. 114); cfr. cal. unchiare id. — Da
ügghjina (M b, u) f. specie di serpentello, *umplare < *unflare; v. u%%ari.
orbettino (?) [gr. *ouXioava ‘serpe male -uni, suffisso corrispondente generalmente
fica5]. all’ital. -one (gattone, focone), ha anche
uggu ‘gorgo v. ùriu. in Sicilia valore accrescitivo : gattuni,
uxxari (M1), usciari (M fi, r, t) a. gonfiare; fucuni, libbruni. Non mancano però
cfr. cal. (CS, CZ) u%%are id. <C *unflare altri casi, dove la desinenza esprime un
= in fi are; v. unchiari. valore diminutivo, p. es. casciuni ‘cas
uléu (M an, fi, ma, rd), leu (M cm, fu, ma), setta5 (cfr. ant. norm, casson), scaluni
vulè (M fr), vulèu (M sm, ss) m. specie ‘scalino5, vurpigghiuni ‘volpe giovane5
di gufo, barbagianni; cfr. cal. (CZ, RC) (Traina), faucigghiuni ‘falcetto5 (Trai
goléu o guléu, bov. agolèo id. < gr. ant. na): fenomeno dovuto ad influssi fran
odywXto? ‘nome di un uccello di notte5; cesi; v. GrI, § 1095 e ‘non c’è dubbio che
v. gulia, guréu. -uni diminutivo sia in Sicilia francesis
ulipu ‘platano5 v. durbu. mo5 (Varvaro, Catal. 99).
ulivuzzu (A r Ri) m. asfodelo; altrove unni (Traina, sic. com.), undi (M rd), undo
(C b), gallosic. (E s) linda, ant. sic. undi urmu (Traina, sic. com.), ummu (C b), um-
av. dove \ cfr. cal. mer. (CZ, RC) undi id. bru (M sp), ümmiru (M ra) m. olmo,
Sconosciuto altrove nel Mezzogiorno che urmu I ristari - (Traina, M mo), ristari
conosce solo ‘dove’, ‘addove5, ‘indove5. ümmuru (M n), ristari umbru (M bf)
Certamente dovuto ad influssi setten restare a bocca asciutta (senza dargli da
trionali, cfr. lig. unde ti ve, piem. and bere) nel giuoco del tocco ; cfr. cal. urmu
vetü ‘dove vai?5 < lat. unde; v. Corr. id.
no 32. urna (M fo, r, t), unna (M a, i, ma, r) f.
unni (sic. com.), undi (M rd) prep. da, in pozzanghera, pozza d’acqua; cfr. sic.
casa di, p. es. unn' u sinnacu (M fl) dal gurna (Traina) id., cal. gurna, lue. grun-
sindaco, unn' u méticu (M ma), und u na ‘fossa d’acqua <C gr. YP“V7b ET- mod.
duttori (M rd), unn' u dutturi (M gm). yoüpv« ‘bacino d’acqua5 (LGr 116); v.
Corrisponde all’ avv. unni ‘dove5; cfr. orna
cal. (RC) undi mia ‘da me5, (CS) duve u urvicari (Traina), urbicari (Pitré), orvicari
miédicu, tar. addò nu ‘da noi5, nap. addò (Traina), urricari (Traina, C m M an,
mamma ‘da mia madre5; v. nni. fr, g, to R r) a. seppellire; cfr. cal. (CS)
uocchiu (M cr) m. acero campestre, loppio ; uorvicare id. ; v. cruvicare, vurvicari.
cfr. cal. ócchiu id. [1. opulus]. usa ‘bovina5 v. busa.
urdu (M r, tr) ag. poco intelligente, ritroso usata ‘bovina5 v. vusata.
a capire, misantropo <C lat. gurdus üsciala (Traina, Nicotra) f. apoplessia ful
‘balordo5. minante, emoraggia cerebrale, accidente
urfitana (M fu), urfatana (M t) f. vento a gocciola ; cfr. in lingua gocciola ‘apo
che viene dal mare ; cfr. cal. (RC) urfita- plessia5.
nata id., sic. cuffara (Pitré) vento di usciamanara (M ma) f. ricino; v. uscia-
mezzodì : ‘del golfo5, manu.
urgetta (M rv) f. lucertola, usciamanu (M fi) euforbia ; v. unchiamanu.
urgittuni (M rv) f. ramarro, uscìari ‘gonfiare5 v. u%%ari.
üriu (M an, t), uggu (M r) m. pozza d’ac uscigghiu ‘querciuola5 v. buscigghiu.
qua nel letto della fiumara, gorgo, pic uscina ‘biscia d’acqua5 v. óscina.
cola vasca; v. vüriu. usina ‘biscia d’acqua5 v. óscina.
urmaru (M li, si) m. olmo ; v. umbraru. uzzuni ‘gemello5 v. bizzuni.
va I ora mi va curcu (C r) ora vado a cori vadili (Traina, E c M lb, fl), varili (M mi
carmi ; va truvamu u dutturi (C r) an P b R g Tv), valiri (M to), variri
diamo a trovare il medico ; va viju (C r) (M mo) m. luogo dell’agghiaccio dove
vado a vedere. passano le pecore per la mungitura •<
vaccaredda (Pitré, C m Msa) f. specie di < 1. *vadile ‘luogo di passaggio5,
chiocciola; (M cm, li) cocinella; v. vaetra ‘puffino5 v. quaetru.
babbavedda. vaina (Traina) f. guaina; (T v) guscio di
vadaruni ‘ghiandaia5 v. vataruni. chiocciola; (T v) guscio di fagioli < 1.
vaddanca ‘burrone5 v. valanca. vagina.
vajana (Traina, A n C 1 E a M fl, li, to, u), fr. garou ‘Daphne mezereum’, d’ origine
fajana (E c M fo, ra) f. guscio dei legu preromana; v. Corr. no 81 e J. Hub-
mi, baccello; cfr. cal. vajana id. = ital. schmid, Vox Roman. IX, 133.
baggiana ‘fava fresca, sgranata’, lomb. varragazzu (S p) m. specie di euforbia; v.
bagìana 'fava’, cal. (CZ) ‘fava fresca in vàrracu.
baccello’ <C 1. faba bajana ‘di Bai- varvabeccu (Gioeni), varva di beccu (Pen
ae’; v. favajana. zig 495) f- nome di pianta, sasséfrica,
vajina (M to) f. capruggine delle doghe. - barba di becco, Tragopogon pratensis;
Dovuto ad un incrocio tra vaina e jina. cfr. fr. barbe de bouc, spagn. barbaca-
vajina (E c) f. grossa trave che fa pressione bruna id. È calcato sul gr. TpayoTrcoycov
sulla vinaccia nell’ antico torchio, ‘barba di becco’, nome della stessa
valanca (Traina, C sm M n, no), vaddanca pianta (Gioeni).
(E a M tr) f. luogo scosceso, dirupo; varvajolu (PS 15), babbajolu (M fu) m.
valanca (M c, cm, f r T v) frana; v. specie di sardina.
lavanca. varvuscia (Traina, A n, sb E c K v T v),
vaiata ‘lastra’ v. balata. varbüscia (E et R g), gravasela (P b),
valora ‘ghiera’ v. varola. gallosic barboscia (E a, s), barbàscia
vanedda ‘vicolo’ v. vinedda. (Roccella 56) f. paletta attaccata all’
vantali (Traina, De Gregorio, M li), fan estremità del pungolo per pulire il vo-
tali (M fo, ma) m. grembiale; fantali mero dell’ aratro; ant. sic. (sec. XN) bar-
(Msa) giogaia sotto il collo dei bovini; buxi dui (Boll. Pal. XII, 163); cfr. cal.
cfr. cal. (RC) vantali id. - Da spagn. (CZ, RC) varvusca id. — Voce impor
avantai id. tata dai gallosiciliani : piem. barbuta id.
vanterà (Pitré) f. grembiale; cfr. cal. (CS) vastasu (Traina), bastasu (Traina), bastasi
vanterà id. [fr. devautière id.], (M r) m. facchino; vastasu (Traina),
vàpulu (Traina) ag. non compito; vàparu bastasu (Traina, M bf, to), vastasu (E c
(A n C r) col guscio molle, di uovo; v. K v), bastasu (M mo, no), bastasi (M b,
àpulu. r) m. architrave, trave maestra del tetto ;
varàtulu (PS 88, M bc, fu, gm) m. pesce, cfr. bov. ztastasi, cal. vastasu e bastasu,
sarago comune; cfr. cal. varàtulu id. bastasi ‘facchino’ e ‘trave principale’,
vardalomu ‘ramarro’ v. guardalomu. ant. it. bastagio, ven. bastalo, ant. fr. e
vardaru (M sm) m. chiocciola, prov. bastais ‘facchino’ <C gr. *ßa<TT<xcrio<;
vàrdia ‘mandra’ v. guàrdia. ‘portatore’ (LGr, 82).
varola (Traina, Gioeni), valora (Traina, vastunaca (Traina, A n R g), vastunaca
Gioeni, M bc, r) f. cerchietto di ferro, (E c, et K v T v), bastunaca (C b, sm M
ghiera di bastone o falce; cfr. cal. m), bastunaca (A sb E a~), frastunaca (M
varola e valora •< lat. viriola ‘braccia fl, ra, to) f. carota, pastinaca; cfr. lig.
letto’ (Gioeni 291). bastonagia, piem. bastanaia id. (AIS, c.
varrachedda (Pitré) f. sorta di pianta 1363); v. Corr. no 18.
velenosa; v. vàrracu. vastuni (sic. com.) m. bastone; bastuni
vàrracu (Traina, S c), in zona di Modica (Pitré, M rd, tr) m. bastone di Giacobbo;
vàrricu (Penzig 161) m. timelea, Daphne costellazione di Orione; bastuni 7 San
gnidium. Voce importata dalla Galloro- Giuseppe (M mo, n, tr) asfodelo; v.
mania : lig. vàragu id., forse identico al tribbastuni.
vataruni ‘ghiandaia5 v. quadaruni. ventra, sard, sa entre, piem. sett, la
vattali (Traina, Pinzone) m. rigagnolo, ventra (AIS, c. 128), lat. tard. adplenam
ruscello; (Traina, C m) porca tra due ventrem. Con cambio di genere dovuto
solchi; battali (M bf, r) fosso lungo per ad influsso di gr. yacnrrip f., v. GrI, § 392.
piantagioni; v. Pellegrini 279. verna (M bf, c, no, tr) f. ontano; cfr. cal.
vàusu (Biundi, Traina, M mi), bàusu (CS) verna id. - Voce importata dalla
(Traina), vàvusu (M er T v), vävuzu (E Galloromania : piem. lig. verna, ant.
c), vazu (A sb), vanzu (K v) m. rupe, prov. verna (dal sostrato gallico). - La
balzo, sasso scosceso; cfr. cal. (CS) presenza di verna nel gruppo gallo
vdvuzu ‘macigno5 ; v. sbàuzu. italico della Lucania (d’ origine piemon
vava (M fi, li, mi) f. pupilla; cfr. sic. cal. tese) fa pensare piuttosto ad un’ origine
(CZ, RC) vava ‘bambino5; (RC) vava’i dall’ Italia padana; v. StR, p. 217 e v.
V occhi ‘pupilla dell’ occhio5; cfr. spagn. sberna, sbernara.
niha del ojo (Gioeni 292). vertula (Traina, De Gregorio), bértula (M
vavalucia (M cr) f. chiocciola ; v. babbaluci. bc), béttula (M r) f. bisaccia; cfr. cal.
vavaredda (Traina, A sb E a, et C 1, sm vèrtula e viértula, nap. vèntola, sardo
M cm T v) f. pupilla dell’ occhio ; v. vava. bértula [dimin. di 1. averta id.]; v.
vavusa (M cr, stf, u) f. acanto (pianta), strazzabértula.
vazanu (M sm) ag. ozioso, poltrone; (M veru in funzione di avverbio : ini veru ma-
u) sterile; cfr. cal. (RC) vazanu ‘pigro5, latu (M fr) è veramente malato,
valica (E c), vàsica (M mi) f. altalena. - viatu (Traina, M ma, r, tr), vijadu (M no),
Da un incrocio di vózzica con naca ; v. viati (Traina) av. presto, subito, faciti
vózzica e naca. viatu (M ma) fate presto \,fa bbiatu (M
vazzu (Traina) ag. si dice delle carte in ro) fa presto ! ; di mattina viatu (M tr) di
utili nel giuoco, non formando punti; mattina presto; cfr. cal. (C Z, R C) viatu
pumu vazu (M n) mela acerba; cfr. cal. id., ant. ital. diviato ‘pronto5, catal.
(RC) vazu ‘mezzo maturo5, ‘non cotto avìat ‘presto5, ant. fr. viaz, ant. prov.
bene’ Da qui il cal. vaziari ‘comin viatz. - In ant. sic. (raramente) viazzu =
ciar amaturare5, sic. ammazzavi (Traina) lat. cito, ciò che fa pensare piuttosto ad
rfl. prendere il colore della maturità da origine normanna (Varvaro, Catal. 104).
*invazzare. — Di origine oscura, vidigghia ‘scopa5 v. divigghia.
vecchiazzu (Giglioli 333), vicchiazzu (M er) videmma ‘anche5 v. midemma.
m. barbagianni. videnna (E c), gallosic. (E s) badéna av.
véngia (Traina, M mo), vénda (Traina, anche; v. midemma.
Gioeni, Vinci), fenda (Traina, M fo, vilarbu (M tr) m. vitalba,
ma),féngia (M tr),fincia (M u), guencia vinedda (Traina), vinella (M mo), vanedda
(Traina) f. astio, broncio, vendetta, da (Traina, C m, sm E a, s M fo, ma, mi, u)
catal. venja ‘vendetta5. - Non da ant. f. vicolo, viuzza tra due case; cfr. cal.
fr. haenge ‘ordio5 (DEI, 1616 e Jost (CS, CZ, RC) vinella e vinedda, (CS)
57); v- Varvaro, Norm. 9 e v. anche vanedda, nap. vinella (AIS, c. 843) id. —
fèngia Da ant. norm, venelle, ant. prov. vanela
véntira (Pinzone) pi. venti, id., cioè ‘piccola vena5; v. Varvaro,
ventri (Traina, C m E et, M ma, mi, no Norm. 12 e Boll. XII, 100.
R g) f. ventre; cfr. cal. a ventri, pugl. la viniticoti (Mr) pi. abitanti di Venetico.
vintina : cito qui 1’ osservazione di Gioeni visitu (Traina, E e M bc) m. lutto; (A n)
‘sovente il nostro popolo minuto conta lutto dei primi tre giorni quando si
per ventine, p. es. tri vintini = 60, tri fanno le visite di condoglianze,
vintini e deci — 70, forse è modo las vispisa (M a), vispicia (M an, fo) f. balle
ciatoci dai Normanni5 (p. 295). Dall’ rina, cutrettola; v.pispisa.
AIS cito ancora du vintini = 40 (C m, vlsula (Traina, C m E et), bisula (Traina,
s m), quattru vintini = 80 (A sb C m M r, t) f. quadrello, mattone di forma
M mi), cincu vintini = 100 (M mi). Tale quadrata per pavimento; cfr. cal. visula
modo di contare (oggi quasi in disuso) si e bisalu ‘specie di mattone5 <C gr.
applicava specialmente agli anni della ß'/jcaXov ‘mattone5,
vita e alla quantità delle uova. È o fu di vitara (M cr) f. vitalba,
uso comune anche in Calabria (quattru viveri (Traina), biveri (Traina) m. vivaio
vintini), nell’ Abruzzo (quattra vandana) per uso di conservar pesci ; cfr. cal. (CS)
e nel Salento, dove arriva persino (come zavieri, (CZ, RC) biveri ‘vasca d’acqua5,
in ant. fr.) a quindice intine = 300 (AIS, ‘trogolo della fontana5 < fr. v ivi er ; v.
c. 3°5)- _ Per l’origine francese v. GrI, Varvaro 91.
§ 975 e RSprG, § 96. viziola (M a, ma), vizziola (M li, fr) f.
vlntunura (Traina, M fo, n) vintinura (M zigolo.
g, ss, to, u) f. pomeriggio intorno alle vócula (Stgl. Vili, 297 : a Caltanisetta),
ore tre o quattro; v. vinturi. vóccula (Traina) f. altalena; cfr. cal.
vinturi I a bbinturi (P b) a quattro ore (CS) zmàcula e vuóccula id.
prima del tramonto: ‘venti ore5, vorna (M n), vonna (M cg), uorna (M sm)
virnara (M tr) f. ontano; v. verna. f. pozzanghera; v. urna.
virmeddu (M c, rd) m. ugola, vósina (M fo) f. biscia d’ acqua; v. óscina e
virrina (Senisio, Traina, M lb, mo, ra, sp, visina.
t) f. succhio, verrina; cfr. cal. verrina e voteri (M fr) m. ghiandaia,
virrina id. Ha preso nome da cal. (R C) vózzica (Traina, Pitré Giochi 244, A sb),
verrina ‘membro del porco5, pugl. verrà vózzica (P b), bàzzica (Pitré Giochi 244,
‘grande succhio5 da ‘verro5; cfr. ital. C b), vósica (M al), bósica (M to),
succhio <C suculus ‘porcellino5 e fr. mósica (M u), mmócica (Tropea 151),
verrou ‘chiavistello5 <C *verruculus vócica (M sm), bócica (Pitré), ant. sic.
‘piccolo verro5 ; v. firrina, virrüggiu. voczica (Scobar) f. altalena; cfr. cal.
virrüggiu (Traina) m. spillo col quale si (CZ) vózzica id. ; v. vàzica.
forano le botti per assaggiare il vino; (C b vranca (M ma), branca (E s M u) f. grosso
E et M u T v) succhiello, trivello. Voce ramo; cfr. catal. branca, fr. branche id.
importata dall’ Italia padana : lig. vrancu || brancu (M an, fo) m. grosso
verugiu, piem. varubi, lomb. (Sondrio) ramo.
verubbo ‘succhiello5 (AIS, c. 227) < vrisca ‘favo5 v. brisca.
*verrubulus ‘piccolo verro5 (Corr. no vruca (Traina, A aCn Mu) f. tamerice-, v.
73); v. virrina. brica.
virungu (M stf) m. capitone, sorta di vrujili ‘sacchetto di pelle5 v. brujili.
anguilla. vucceri ‘macellaio5 v. bucceri.
vlsina ( Traina, M mi, stf R i, r S s T v) f. vucciria ‘macelleria5 v. bucceria.
biscia d’acqua; v. guisina. vüccula (Traina), bùccula (M bf, r) f. anello
di ferro che riceve la stanghetta del vulpigghiuni (Traina) m. volpacchiotto;
chiavistello. cfr. cal. (CS) gurpigghiu id., da fr.
vuddaci ‘pesce5 v. buddaci. goupìl (vulpiculus).
vüddiri (Traina, A n), üddiri (R g) n. vurdunaru (Traina), burdunaru (Traina),
bollire || vügghiri (Traina), vugghjìri urdunaru (M mi) m. mulattiere che
(E et P b, p), bügghjiri (C sm M ma), conduce una fila di muli; cfr. cal. burdu
ügghjiri (C m M mi T v) n. bollire. naru e vurdunaru id. - Da sic. burduni
Mentre il primo tipo (con accento ‘mulo5.
ritirato) è un diretto continuatore del vuridduni ‘midollo5 v. midudduni.
lat. bullire, il secondo tipo, d’accordo vüriu (M cr) m. pozzanghera; v. üriu.
con cal. mer. vugghjiri o bügghjiri, per vurnia ‘vaso di creta5 v. burnia.
la palatalizzazione di II (generalizzato vurricari (Traina, E et C m M lb, n), vuri-
sul presente bullio), corrisponde al fr. cari (M mi), vruricari (P p) a. seppellire ;
bouillir, lig. buji, piem. büji(AlS, c.953). cfr. cal. (CS) vorvicare id., da *volvi-
Dunque importato dalla Galloromania. care? (Corr. no 28); v. cruvicare, urri-
vulcanari (M 1) pi. abitanti dell’ isola di cari.
Vulcano. vurvicari (Traina, T v) a. seppellire; v.
vuléu ‘barbagianni5 v. uléu. vurricari.
vuliri (sic. com.) a. volere; (Traina) desi vurvu (T v) m. piccola pozzanghera,
derare per isposo ; a voli (M to) lui vusa ‘bovina5 v. busa.
1’ ama ; jo vógghiu dda carusa (M fo) io vusata (Traina, K v), usata (P b T v) f.
amo quella ragazza ; iddu a voli beni (C bovina; v. busa.
m E et), a voli bèniri (P b), a vuoli vusca (Traina), busca (Traina, M g, u) f.
biéniri (P p), la voli béniri (K v) lui fuscello, bruscolo,
1’ ama (AIS, c. 65); v. béniri. vüsciula ‘bronzina5 v. busciula.
Ultime Aggiunte
cànchiri 'cardini di porte5 : cfr. ital. gàng maurumittu ‘specie di veccia5: ‘mal ro-
heri. mitto5, cfr. bov. ruvitti ‘cece5 [gr.
drudo ‘limpido5: cfr. piem. drü 'grasso5, spsßivlHov ‘cece5].
gen. driio ‘grosso5. tiettu (An Ect Pp) m. tetto; cfr. gallosic.
inca ‘inchiostro5, cfr. cal. (RC) inga (M sf) tiet, in Toscana (lucch. vers)
‘macchia nera5. tietto id.
Repertorio italiano - siciliano
Per questo repertorio che non vuol essere altro che un prontuario di agevole e rapida
consultazione, avendo praticamente la funzione di un indice analitico e sinottico, è utile
tener presenti le seguenti avvertenze e osservazioni.
1. Per evitare ripetizioni e per risparmiare spazio, abbiamo riunito spesso in un unico
capoverso certi vocaboli che fanno parte di un concetto principale e maggiore. Sotto il
lemma ‘aratro5, ‘giogo5, ‘mulino5, ‘telaio5 e ‘barca5 furono raccolti i singoli termini di
parti attinenti che si riferiscono a tale nomenclatura.
2. Similmente abbiamo pensato di riunire sotto un unico capoverso certi vocaboli sinonimi
o di significato affine, benché tra essi esistono spesso delle differenze non irrelevanti.
Così abbiamo riunito con ‘fango5 anche le voci che più specificamente si riferiscono a
‘limo5, ‘loto5 e ‘melma5. Con ‘burrone5 vanno ‘dirupo5 e ‘precipizio5. Con ‘roccia5 abbiamo
aggruppato ‘sasso5, ‘rupe5 e ‘macigno5.
3. Per la stessa ragione abbiamo messo insieme sotto un capoverso generale (serpenti,
graminacee, terreni, giochi, venti, costellazioni) i vari vocaboli che vi appartengono.
Anche per i nomi dei pesci, spesso difficilmente identificabili con sicurezza, data la
grande confusione e l’abuso di sinonimi per indicare pesci diversi, abbiamo preferito
in questo repertorio elencarli complessivamente sotto il titolo sommario ‘pesci5, mentre
nella parte principale del vocabolario abbiamo fatto il nostro possibile per una più
minuta descrizione.
4. Le voci dialettali riportate in questo ‘Repertorio5 sono sempre quelle che figurano come
capoverso nella parte principale del vocabolario, dove spesso vengono apportate altre
interessanti varianti.
5. Una importante funzione di questo ‘Repertorio5 risulta dalla possibilità di ritrovare
facilmente le diverse varianti con cui una detta voce si può presentare nei singoli dialetti
locali. Citiamo qui l’incredibile variazone fonetica e lessicale che notiamo nei verbi che
si riferiscono al concetto ‘seppellire5 : burricari, cruvicari, druvicari, furricari, giuvicari,
rivucari, sdruvicari, urvicari, vurricari, vurvicare, di cui è difficile ritrovare l’antica
e lontana base comune. Un poco diverso è il caso dei nomi che esprimono il concetto
‘zolla di terra5: timpa, tipp a, toppa, toffu, taffuni, tappuni, tiffuni, tipi lessicali assai
particolari, i quali però lasciano pensare ugualmente ad una remota coerenza.
Qu
uccelli: zifidda, zirra, zirru; v. ramaci. uovo (col panno): dpulu, cróviu, pdpulu,
ugola: micuru, minneddu, racinedda, vapulu.
virneddu. upupa : pipituni.
umido v. bagnato. urlo: rócculu.
uovo : pitrudda, pitruddu ; v. ahlìamatu. usignolo: cucciuta.
uva: racma.
V
Greco
Francese
Catalano
Spagnolo
Arabo
Germanico
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