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Potere, amicizia e affetti nelle lettere familiari di Plinio il giovane Negli accoglienti locali gentilmente messi a disposizione dallANMIC

(Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi) di Reggio Calabria si svolto, promosso dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria, il terzo incontro del percorso Quattro passi nel mondo antico dedicato al tema Potere, amicizia e affetti nelle lettere familiari di Plinio il giovane. In apertura dei lavori la dott.ssa Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria, ha illustrato le iniziative del sodalizio ringraziando, altres, sia la prof.ssa Quattrone, ideatrice del percorso, giunto al suo secondo anno, sia il relatore della serata prof. Franco Cernuto. Questultimo ha tratteggiato per un uditorio attento e partecipe la figura e la personalit di Plinio il giovane, nipote e figlio adottivo del pi noto Plinio il vecchio, vissuto a cavallo tra il primo e il secondo secolo dopo Cristo (62 d. C. 113 d. C.), quale si evince dalle sue opere. Letterato colto, raffinato ed elegante Plinio, nato a Como in un periodo di grandi trasformazioni per limpero romano, apparteneva ad una famiglia agiata che non gli fece mancare ottimi maestri e studi accurati. Studi retorica a Roma, ove si leg damicizia con Quintiliano, Marziale e Svetonio, ammir Cicerone, da cui mutu la concezione aristocratica dellamicizia intesa come communio spiritualis tra boni viri, preoccupati del bene della res pubblica oltre che delle proprie personali vicende, e comunque sempre partecipi delle sorti dello Stato. Frequentatore dei salotti della capitale e dei circoli che gravitavano intorno allimperatore, egli amava sentirsi uomo generoso e colto, protagonista e conoscitore degli uomini e delle cose. Di lui rimangono ben nove libri di Epistole cui poi se ne aggiunse un decimo, dedicato al carteggio intrattenuto con Traiano, optimus imperator, che aveva nominato Plinio governatore della Bitinia e il Panegirico a Traiano. Le Epistole, scritte in vista della pubblicazione, in

uno stile forbito ed elegante, quale frutto di una meditata ricerca di equilibrio e di temperanza, tra le opposte tendenze attica e asiana consentono non solo di penetrare nellanimo e nelle abitudini di Plinio ma tracciano anche un quadro mirabile ed efficace della societ dellepoca, o meglio di quella societ elegante, aristocratica e imbevuta di letteratura e di retorica di cui Plinio faceva parte. La relazione del prof. Cernuto stata suggestivamente arricchita dalla lettura espressiva di alcune lettere scritte da Plinio ora agli amici, ora alla diletta moglie Calpurnia , da lui sposata appena quindicenne, lettura effettuata dal prof. Nicola Petrolino. Le lettere forniscono la vivida immagine delluomo Plinio, sposo affettuoso e attento al la salute della giovane moglie, amico benevolo, accomodante e generoso. A tal proposito occorre ricordare che alla figlia dellamico Quintiliano costitu una cospicua dote, per lamico Svetonio chiese a Traiano il privilegio dello ius trium liberorum, per altri amici incarichi vari . Di grande equilibrio si dimostr nei rapporti con i Cristiani, che allepoca erano soggetti alle prime persecuzioni e allimperatore si rivolse sempre con lo zelo del funzionario diligente e scrupoloso su ogni minima vertenza. E Traiano lo tenne sempre in grande considerazione, rispondendo alle sue lettere, consigliandolo nei momenti di perplessit e incertezza e, comunque, accontentandolo sempre nelle sue molteplici richieste. Contro una certa critica che vede in Plinio il Giovane un erudito privo di vigore spirituale e di profondit di pensiero, Cernuto considera Plinio un interessante testimone del suo tempo, cio di unepoca di grandi trasformazioni, caratterizzata da una profonda aspirazione alla pace . Da ci una medietas di tono e una scorrevole naturalezza che caratterizzano la prosa di Plinio, la cui figura ancora oggi merita studio e approfondita riflessione. La serata, infine, stata allietata da suggestivi intermezzi musicali eseguiti dai maestri Grazia Barill al

violino e Andrea Calabrese al pianoforte e dagli allievi del Conservatorio di Reggio Calabria Rosalba Anna e Luca, rispettivamente al pianoforte e al violino.

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