MINISTERO PER l BENI CULTURALI E AMBIENTALI

SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DEL PiEMONTE

REGIONE PIEMONTE COMUNE DI ALBA

LE VIE DELLA PIETRA VERDE

L'industria litica levigata nella preistoria dell' Italia settentrionale

Torino, Museo di Antichità

Alba, Palazzo Mostre e Congressi

settembre - dicembre 1996

()
--
OMEGA EDIZIONI
 LE VIE DELLA PIETRA VERDE
Mostra realizzata con il Patrocinio dell'Istituto haliano di
Preistoria e Protostoria. in occasione del XIlI Congresso
de1l"Unione lntcm<.lzionale delle Scienze Preistoriche e
Prolo~toriche (Forlì. 8 - 14 sellem bre 1996)

MINISTERO PER r BENI CULTURALI

E AMBIENTALI
Gn.le Vaher Veltroni
Minislro per i Beni Culturali e Ambientali

Mario Serio
Direllore Cenerale dell' Ufficio Cell/rale per i Belli
Arçheologici. Archi/el/onici. Arlislici e Storici

Maria Luisa Veloccia Rinaldi

IspeITore Cemrale

Liliana Mercando
Soprinlendente ai Belli A rçhev/oRici del Piemollfe

REGIONE PIEMONTE
Enzo Ghigo
Presie/eme del/a Giunla Regionale
Giampiero Leo
Asses.wre (/1/0 CIII/lira
Albeno Vanelli
DiriW!J)/e del Sel/O/-e Beni e Sistemi Culturali

COMUNE Dr ALBA
Enzo Dcmaria
Sindaco
Mariangel<l Roggero Domini
Aue.l"sore nllo CU/illm

Gianrranco Maggi
DireI/ore del/a BihfiolcCll e del Museu Ch'iço

ISTITUTO ITALIANO DI PRErSTORIA

E PROTOSTORIA
Antonio M. Radmilli
Presidel1Je dell'lslilU/O IIlJ/iwlO di Prei.ç/oria e PmlOs/oria

4
 SOMMARIO

Presentazioni 139 Cavotll; loc. Rocca

9 Liliana Mercando 141 Chiomonte, loc. La Maddalena
IO Giampiero Leo 144 L'ascia come simbolo. Prestigio, distinzione
JI Enzo Demaria sociale, accumulo di ricchezza
(Barbara Zamagni)
DAL MITO ALLA RICERCA 146 Alessandria, loc. Il Cristo
SCIENTIFICA 146 S. Damiano d'Asti. fraz. S. Giulio
146 Alba
15 La cote dei fulmini. Sopravvivenza di un mito 147 Rocca Canavese
(Livio Mano) 147 Vaie
23 L'idea della Preistoria e la ricerca scientifica 149 Territorio piemontese (?)
(Filippo M. Gambari)
150 La pietra levigata nei corredi delle sepolture
27 Museo Aldrovandiano, Bologna
neolitiche dell'Italia settentrionale
29 Amazzonia
(Aonaluisa PedrOlli)
29 MurtJzzano
29 Appennino ligure-piemo/Hese 165 Roreto Chisone, loc. Ba 1m 'Chal1lo
30 Carentino 171 Colline novaresi
31 ImoLa 172 Vigevano, fraz. Piccolini
174 La pietra levigata nell'età del Rame
LE FONTI DI de Il ' [talia senentrionale
APPROVVIGIONAMENTO (Raffaele C. De Marinis)

178 S. Lorenzo di Sebato, loc. SOlll7ellburg

35 Metodi archeometrici per lo studio Vadena, fiume Adige
dei manufatti in pietra levigata 179
180 Remedello So1l0
(Giacomo Chiari - Roberto Compagnoni - Fontanella Mantovana
Roberto Giuslello - Mooique Ricq-de Bouard) 181
182 Zogno, Buca d'Andrea
182 Entrarico, Buca del Como
LE FORME E I TEMPI 184 Cuorgnè, fmz. Salto, loe. Boira Fusca
57 Le asce in pietra levigata nel Neolitico TAVOLE
d'Europa e d'Italia
(Laurence H. Barfield) L'ORNAMENTO E IL LAVORO
66 La lavorazione della pietra verde NELL'ITALIA NORO-OCCIDENTALE
nel Piemonte preistorico
(Marica Venturino Gambari) 197 Oggetti ornamentali
(Barbara Traversone)
74 Brignano Frascata (scavi Tinè 1984)
79 Brignano Frascata 200 Alba
84 Cecima 200 Torino
84 Sammardenchia 201 Chieri
91 Villandro 201 Alessandria,fraz.. Villa de! Foro
92 Alba 202 Piadena, fra;.. S. Lorenzo Guazzane
98 Castello di Annone 202 Piadena,fraz.. Vho, loc. Campo Costiere
105 S. Damiano d'Asti, fmz. S. Giulio 203 Territorio bolognese
108 Grol1e delle Arene Candide e della Po/lera 204 Courgnè,fraz.- Salto, loe. Boira Fusca
113 Monte Savino e Appennino ligure-piemontese 205 Roreto Chisone, loc. Ba/m 'CJuJnto
Jl9 Rivanazzano 206 Tigliole, fmz. Pratomorone
122 Gaione 206 Pombia
136 Ghemme 207 SasseLLo
137 Borgo Ticino 208 Macine, macinelli e percussori
138 Montalto Dora (Monica Luzzi)
 LA PIETRA LEVIGATA
NELL' ENEOLITICO
E NELL'ETÀ DEL BRONZO
IN ITALIA NORD-ORIENTALE
2/9 Appunti sulla distribuzione tardo-preistOrica
delle asce levigate e dei bifacciali campignani
fra la Lessinia e la Pianura Atesina
(Giorgio Chelidonio)
224 Appendice. UnaJase di erosione del sl/olo di età
subborea/e nei Lessini
229 Le asce forate del Friuli-Venezia Giulia
(Claudio D'Amico - Mas~imo Ghedini - Roberto Micheli -
Emanuela Montagnari Kokelj)
239 Industria in pietra levigata negli abitati dell'età
del Bronzo del Veneto occidentale
(Luciano SaJzani)

246 Ledro

OLTRE LA PREISTORIA
25/ Ritrovamenti di asce in pietra levigata in Sili
dell'età del Ferro e di età storica
(Annachiara Cattaneo Cassano)
254 Rilrovamenti di asce in pietra levigata in ambiti
prolostorici probabilmente cultuali
(Filippo M. Gambari)
255 Monte Bego
256 Paspardo, /oc. 'al de Plaha
258 Pont Canavese, loc. S. Maria
259 Vade/lll, loc. Laimburg
260 Castelletto TIcino
261 Alessandria,jraz. Villa del Foro
264 Susa
265 Mombello Monferrato
266 Novara
267 Savigliano
268 Trevenzuolo, Jraz, Fagnano

L'ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE
27/ Lo studio microscopico
delle supertici dei reperti archeologici
(Antonella Aimar . Giancarla Malerba -
Giacomo Giacobini - Barbara Zamagni)

277 L'attività sperimentale

(Dino Delcaro)

286 Bibliografia
301 Indice delle località
Paspardo (cfr. in/m. pp. 256-258), di cui è difficile met-
tere in discussione la collocazione intenzionale all'inter-
no di un piccolo complesso verosimilmente di carattere
votivo, databile probabilmente in un momento iniziale
dell'Eneolitico. pur risultando presenti nell'area anche
incisioni dell' età del Ferro. L'associazione con la cera-
mica (utilizzata forse per "foderare" il piccolo deposito.
essendo diFtìcile riferirla alla frantumazione in posto di
uno o più vasi) suggerisce la cronologia più antica,
sostanzialmente contemporanea alle incisioni rupestri
prevalenti nella zona.
Questi ritrovamenti sono al momento non ancora
completamente interpretabili, anche per le incertezze
collegale alla situazione di contesto. In via di ipotesi
preliminare sembrerebbe comunque importante conside-
rare la deposizione di asce nei pressi delle rocce non una
semplice offerta di doni ma un momento di "dedica"
della roccia, SOpraHutlO se ulteriori ritrovamenti confer-
meranno la sincronia lra le deposizioni e l'attività di
istoriazione. Ci si potrebbe ricollegare. con un salto cro-
nologico obbietlivamente ardito. alla dedica .wb ascia
attestata per monumenti romani, particolarmente nelle
Gallie (Cisalpina e Transalpina). di cui non è stata anco-
ra elaborata una spiegazione !\oddisfacente. restando
comunque tra le possibilità di interpretazione il collega-
mento alla simbologia dell'ascia come fulmine (SEP-
PILLI, 1962, p. 255).
Alla collocazione di asce in pietra verde nelle conca-
vità di rocce incise ci riporta anche l'esemplare prove-
niente da Susa, rinvenuto nel pozzo o negli incavi delle
rocce di un'area sacra con bot/lI'oi e coppelle della
seconda età del Ferro, ricoperta poi dai livelli riferibili
alle fasi di piena età romana di Segu!\io. I dati di scavo
impediscono di comprendere l'esutto punto di rinveni-
mento del reperto e le sue connessioni stratigratìche. ma
appare singolare la coincidenza di un ritrovamento di
questo genere in un'area di rocce incise di cui appare
su fficientcmente ind izi ala I a caratleri zzazìone come
luogo di culto della comunità del centro preromano
(GAMBARL in slampa). Può essere interessante notare
che si è conservata fino ad oggi in una valle piemontese.
la Val Vige:a.o, una denominazione molto particolare per
le rocce a coppelle, seJ d'la Irww (rocce del fulmine)
(BERTAMINI, 1976), legata apparentemente alla leg-
genda che le coppelle fossero le tracce della caduta dei
fulmini sulle rocce; ancora una volta ricorre la tradizione
del collegamento al fulmine in un'area che. nel caso
della Val Vigezzo. presenta una tipologia di incisioni
probabilmente riferibili alla prima età dcI Ferro. Per l'a-
scia di Susa, le analogie con i casi precedenti appaiono
abbastanza stringenti, ma potranno essere confermate
solo dal moltiplicarsi di simili attestazioni; peraltro nel
cenlro segusino la vicinanza cronologica e culturale ren-
derebbe ancora più legitlimo il confronto con le dediche
suh ascio di età romana.
Pur nelle difficoltà inlerpretative, l'evidenza di conte-
stualizzazioni non funzionali e non semplicemente "lali-
smaniche di asce in pietra verde in ambiti post-neolitici
può essere considerata un punto fermo per un esame
sempre più accurato di questi rinvenimenti, spesso sotto-
valutati; solo dati più completi consentiranno una
migliore impostazione dello studio sul significato. forse
diverso nel tempo e nello spazio, di tali deposizioni.
, Soprinlendenza Archeologica del Piemonte. Torino
Monte Bega, Area XIX
Nel settembre 1994 alcuni soci della Cooperativa
Archeologica "Le Orme dell'Uomo" visitavano il com-
plesso petroglifico di Fontanalba (Monte Bego) con l'au-
torizzazione del Parco Nazionale del Mercantour sotto la
guida di Séverine Marchi (fig. 187).
Il giorno 24, nell'area xrx. dove si trovano le famose
rocce dette "dell'uomo associato al fulmine". "dei
coscritti" e "dei ventisei aggiogamenti". superfici che
recano centinaia di figure incise in varie fasi della prei-
storia. venne rinvenuto un oggetto litico dalla forma sin-
golare. Esso giaceva sul terreno. nei pressi del sentiero
che porta alle rocce iSlori ate (fig. 164); la lllorfologi a
dell'oggetto ricordò, di primo acchilo, un'ascia in pietra
verde levigata: un'indagine più allenta portò ad osservare
che non si trallava di serpentinite bensì di un'arenaria di
colorazione verdastra. con ogni probabilità proveniente
dalle medesime peliti che costiluiscono l'ossatura del
Monte Bega e sulle quali si trovano le incisioni rupestri,
Questa osservazione preliminare parlò gli scopritori a
non dare importanza all'oggerto, che comunque venne
conservato dalla guida francese; solo ad un esame suc-
cessivo. in laboratorio, si evidenziarono le parti arti fi-
cialmente abrase sulla lama e su pane del tallone (fig.
16.5). Si trallava quindi di una pietra confonnata natural·
mente ad ascia e successivamente in parte lavorata in
modo da meglio definire questa somiglianza naturale.
Alcune indagini bibliografiche. condotte allo scopo
di verificare la presenza tra materiali archeologici di
reperti simili, hanno messo in evidenzCl il rinvenimento
di asce rituali a Woodhenge, a circa tre km da
Stonehenge, in Inghilterra. Nelle buche di palo di questo
tumulo a disco, attribuibile al locale Neolitico finale
(2300 a.c.). sono state l;trovate alcune asce scolpite in
calcare dalla fonna del tutto simile a quelle realizzate in
pietra dma. ma lì utilizzate per scopi puramente rituali
(ATKINSON. 1987). Anche l'ascia del Bega potrebbe
quindi essere considerata come un oggetto rituale. pro-
babi lmente da ricollegarsi al la fase incisoria delle rap-
presentazioni topografiche. Tra i segni presenti nell'area
di Fontanalba, infatti, cioè i cornifonni. le alabarde e le
rappresentazioni topografiche, queste ultime sono certa-
mente da altribuire alla fase cronologica più antica col-
locabile tra la fine del Neolitico e gli inizi dell'età del
Rame.
Questa associazione tra mappe ed asce certamente
ricorda la situazione di rinvenimento dell'ascia di Vite di
Paspardo (cfr. iJ~fm, pp. 256-258). Nel caso del Bego.
255
Fig. 1M. Monle !:lego. L'ascia nel 'llUl11tnlu dci suo rinveni Illcnlo.

Fig. 16:'. Monte Sego. Ascia il) peli!c.

però, l'ascia di arenaria è lIn offerta ricuale di sostituzio-

ne. corne spesso anche le raffigurazioni di armi nell"ane
rupestre: in un mondo in cui l'arma ha una sua imporran-
z.a economica le figure rupestri e l'ascia in materiale liti-
co non adatto probabilmente svolgevano la funzione di
sostituire l'oggetto reale di cui si intendev<1 fare dono
vOlivo.

Andrea Arcà - Angelo Fossati' - Sevérine Marchi

. CooperJliva Arl'heologieil "Le Orme Dell'Uomo". Cerveno

639. A,cia (lig. 1(5)

L. cm 11,2: I. <:Ill 5.4: ,. CI1\ ~.:'i
Pdile

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