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RIASSUNTO Nonostante la circolazione dei lingotti a pelle di bue nelle fasi mature e tarde dellet del Bronzo
e dei segni scrittori egei che li caratterizzano la Sardegna non registra in queste fasi storiche alcuna testimonianza
delladozione di grammata, neppure a livello sperimentale e non organizzato; le prime attestazioni di segni scrittori fanno invece la loro apparizione nei primi secoli dellet del Ferro quando le comunit indigene, sullo sfondo
della circolazione mediterranea dei phoinikeia grammata legati alle navigazioni fenicie ed euboiche, iniziano
ad apporre segni scrittori e identificativi di peso o di quantit su manufatti in ceramica e in bronzo. Neppure per
queste fasi, in ogni caso, sembra legittimo, allo stato attuale delle conoscenze, sostenere una diffusione organica di
un sistema scrittorio definito; la problematica, ancora a uno stadio iniziale, impone in ogni caso una certa cautela,
anche alla luce della prima comparsa ( il caso dello spillone in bronzo recuperato nel giacimento nuragico del sito
di Antas) di combinazioni di lettere che potrebbero indicare la comparsa di vere e proprie iscrizioni.
nellisola sono quelli che distinguono alcuni lingotti di rame a pelle di bue (fig. 1), il
cui minerale proviene dalle miniere cipriote
(Lo Schiavo et alii 2009); questi oggetti, testimonianza di una metallurgia egeo-orientale
tecnologicamente evoluta, sono legati al circuito e al commercio internazionale dei
metalli che unisce le coste del Vicino Oriente,
lEgeo, Creta e lOccidente mediterraneo
(Stampolidis 2003; Bernardini 2010, pp. 3550). La localizzazione cipriota del rame che
arriva nellisola di Sardegna non un motivo
sufficiente a restringere lindividuazione dei
vettori di tale traffico alle genti della grande isola del rame nel Mediterraneo orientale; sono infatti da valutare con attenzione
lestrema articolazione dei protagonisti del
commercio internazionale dei minerali e lo
sfruttamento e la commercializzazione del
minerale cipriota da parte di entit palatine o
cerchie mercantili di etnia del tutto differente
da quella alasiota come documenta la localizzazione dellunica matrice di lingotto oxhide
finora nota in una sala del palazzo regio di
Ras Hibn Hani in territorio siriano (Lagarce
et alii 1983, pp. 268-290). In una societ saldamente impegnata nella tecnologia del bronzo
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Paolo Bernardini
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lissimo sul piano storico, visto il ruolo emergente della componente greca euboica anche
in quei settori dellOccidente tradizionalmente accreditati alla sfera fenicia (Braccesi
2010, pp. 46-54) e il particolare profilo che gli
stessi Eubei rivestono nella nostra isola alla
luce dellevidenza incrociata e complementare dei manufatti archeologici e delle analisi
sui miti e le leggende che direttamente la riguardano (Breglia 2005; Rendeli 2005).
Sulla costa algherese, tra la fine del IX e
gli inizi dellVIII sec. a.C., sorge e si sviluppa
un importante emporio indigeno, frequentato da genti di cultura levantina e greca:
SantImbenia (Oggiano 2000); questo il
caso esemplare di un luogo in cui la fisionomia commerciale prevalente e la convergenza di culture di etnia diversa innescano
un forte mutamento interno in cui la circolazione di segni scrittori assume straordinario
significato (Bernardini 2009a, pp. 161-169).
Compaiono in questo sito i phoinikeia grammata, ma anche un sigillo di produzione
locale (fig. 3A) in cui appaiono una serie di
segni che sono stati in genere ritenuti privi
di uno specifico significato semantico ma invece allusivi ai segni potenti, alle lettere reali che facevano bella mostra di s sui sigilli
dei mercanti orientali (DOriano 1997, p. 233,
n. 30; Bernardini 2009a, p. 169); il suo possessore, evidentemente un imprenditore
indigeno, aveva ben presente la forza ideologica e sociale del sigillo e questa forza reclamava per s attraverso il controllo diretto
dellefficacia dei segni. Oggi si pensato che
il sigillo in realt non sia una invenzione
naive: vi si sono letti tentativamente un ayin e
un heth accompagnati da una teoria di punti,
forse in rapporto con registrazioni di peso o
di quantit (Zucca cds). Vi sarebbe quindi la
registrazione consapevole, in ambiente indigeno e in un contesto di attivit emporica, di
segni in relazione ad una propriet o unofficina, forse accompagnati da determinativi di
quantit. Segni pi decisamente scrittori, del
resto, appaiono sulla pancia di unanfora vinaria (fig. 3B), tipologicamente affine ai tipi
documentati e realizzati nellemporio algherese e rinvenuta in un altro grande emporio
dellestremo Occidente: Huelva, in cui abbondante la circolazione di materiale sardo
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nel santuario di Antas, alla testimonianza eccezionale della scrittura, intesa certamente
come elemento di prestigio, segno potente e
magico che smuove nel profondo le corde
emozionali e simboliche di una societ tradizionalmente illetterata: la successione delle
lettere proposta dopo una prima lettura, kaf,
resh (oppure gimel o pe), mem, kaf, sembra fare
riferimento a un nome locale, indigeno, trasposto nei phoinikeia grammata. In questo caso,
e considerata la buona fattura del prodotto, il
committente indigeno si forse avvalso della
professionalit e della competenza di un artigiano orientale per fissare sul bronzo il proprio nome; ma il processo ideologico che ha
innescato questa esigenza da riportare con
piena evidenza alla suggestione e alla forza
esercitata sulle comunit locali dal magico
dono di Cadmo (Morris 1995, pp. 101-148).
La lettura attende la valutazione degli specialisti e la prudenza quindi dobbligo; ma
il manufatto di Antas, che sembra escludere
ogni riferimento a marchi o contrassegni o
qualificazione di peso e quantit, gi si impone per il suo eccezionale valore documentario nellambito della prima diffusione di
segni scrittori nel mondo indigeno nuragico.
La prospettiva greca nellintroduzione dei
segni scrittori in Sardegna ha prodotto anche
un tentativo alternativo di lettura dei segni di
Antas, proposto ancora da Ugas: adottando
una successione dei segni da destra a sinistra
e leggendoli come greci, vi si riconosce il
ch (segno a tridente) a inizio e fine di parola
e la presenza di un elemento vocalico (iota)
nel secondo segno; anche in questo caso, il
termine dovrebbe probabilmente trascrivere
un nome personale indigeno6. Lipotesi greca, pur con qualche difficolt, non sembra
impossibile e conferma quanto sperimentale
e pioneristica sia ancora la ricerca sulle problematiche legate alla diffusione in Sardegna
dei segni scrittori nel corso dei primi secoli
dellet del Ferro e quanto sia importante
mantenere nellaffrontare tale tematica, pur
allinterno di ragionamenti filologicamente
e storicamente proponibili, una mente aperta ad un ampio ventaglio di possibilit e di
prospettive.
La lettura greca stata proposta da Ugas nel corso del seminario ricordato alla nota n. 3.
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Fig. 1 - Nuragus (CA), loc. Serra Ilixi: lingotti di rame del tipo oxhide con segni di scrittura egea (A); lingotti di rame
di tipo oxhide provenienti dal Mediterraneo Occidentale con segni di scrittura egea (B).
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B
C
D
Fig. 2 - Alghero (SS), nuraghe Flumenlongu: ansa di brocca askoide con elemento scrittorio (A); Monastir (CA), loc.
Monte Olladiri: anse di brocche askoidi con elementi scrittori (B); San Vero Milis (OR), nuraghe SUraki, frammento
di ceramica nuragica con motivo a tridente (C); Sardara (VS), loc. SantAnastasia: pani in piombo con segni indicativi
di peso o di quantit (D).
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Fig. 3 - Alghero (SS), loc. SantImbenia: sigillo in terracotta con probabili segni scrittori e determinativi di quantit
(A); Huelva (Penisola Iberica): frammento di anfora tipo SantImbenia con lettere fenicie (B); Pula (CA), loc. Nora:
stele (C) e frammento di stele (D) iscritti; Ischia (NA), Pithecusa: graffiti fenici su parete di anfora (E); Eretria (Eubea,
Grecia): frammento ceramico con iscrizione (F).
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Fig. 4 - Fluminimaggiore (CI), loc. Antas: spillone in bronzo e particolare delliscrizione collocata sul corpo (A);
Huelva (Penisola Iberica): stili in osso (B) e tavoletta scrittoria in legno (C).
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