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Quarant’anni

di ARCHEOLOGIA
MEDIEVALE
in italia
La rivista, i temi, la teoria e i metodi

a cura di Sauro Gelichi

2014
Numero Speciale

All’Insegna del Giglio


Indice

Sauro Gelichi
Il ‘canto delle sirene’ e l’archeologia medievale del futuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

Sauro Gelichi
I quarant’anni di Archeologia Medievale e l’archeologia in Italia negli ultimi quarant’anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
Vincenzo Fiocchi Nicolai
Archeologia medievale e archeologia cristiana: due discipline a confronto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
Cristina Tonghini
Archeologia medievale e archeologia islamica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
Marco Milanese
Dall’archeologia postclassica all’archeologia postmedievale. Temi e problemi, vecchie e nuove tendenze . . . . . . . . . . . . . . . 41
Juan Antonio Quirós Castillo
Archeobiologie e Archeologia Medievale. Dall’archeometria all’archeologia ambientale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
Franco Cambi
Archeologia medievale e storia e archeologia dei paesaggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63
Enrico Giannichedda
Archeologia della produzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75
Alessandra Molinari
Archeologia medievale e storia economica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95
Irene Barbiera
Sepolture e necropoli medievali nei quarant’anni di vita di Archeologia Medievale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111
Marco Valenti
Archeologia delle campagne altomedievali: diacronia e forme dell’insediamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123
Gian Pietro Brogiolo
Costruire castelli nell’arco alpino tra V e VI secolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143
Giovanna Bianchi
Archeologia della signoria di castello (X-XIII secolo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 157
Andrea Augenti
Archeologia della città medievale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 173
Guido Vannini, Michele Nucciotti, Chiara Bonacchi
Archeologia pubblica e archeologia medievale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 183
Martin Oswald Hugh Carver
Medieval archaeology: families and freedoms . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 197
Richard Hodges
Medieval Archaeology and Civic Society: Celebrating 40 years of Archeologia Medievale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 205
Chris Wickham
Reflections: forty years of Archeologia Medievale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 213
Numero Speciale, 2014, pp. 21-31

Vincenzo Fiocchi Nicolai

Archeologia medievale e archeologia cristiana:


due discipline a confronto

«Io replicai, con abbondanza d’eloquio, che non solo erano degne
d’attenzione le antichità greche e romane, ma anche quelle medievali»
Goethe, Viaggio in Italia, 14 settembre 1786

Il gruppo di studiosi che alla metà degli anni ’70 del secolo archeologi medievisti, soprattutto per la loro scarsa recet-
scorso si riunì intorno alla figura di Riccardo Francovich per tività delle nuove metodologie della ricerca archeologica
fondare la rivista Archeologia Medievale non era certamente che si stavano allora imponendo in Italia: in primis lo scavo
troppo attratto dai temi tradizionalmente oggetto di studio stratigrafico 5. L’archeologia cristiana appariva inoltre una
dell’archeologia cristiana. La nascente archeologia medievale disciplina ancora in parte troppo legata all’approccio apolo-
italiana – almeno quella che si riconosceva nella rivista e che getico e confessionale che ne aveva caratterizzato le origini 6;
si stava dando allora per la prima volta statuto disciplinare soprattutto troppo “selettiva”, e per questo poco attraente per
e struttura accademico-istituzionale definiti 1 – privilegiava chi si prefiggeva di studiare in toto – attraverso gli strumenti
infatti, come è noto e come espressamente dichiarato nel (rinnovati) dell’archeologia – la storia e la società dell’epoca
primo editoriale, campi di ricerca fino ad allora scarsissima- della “transizione” e del medioevo tutto 7.
mente frequentati da coloro che si erano occupati, a diverso Gli studi delle chiese, dei monasteri, dei cimiteri cristiani,
titolo, delle problematiche dell’archeologia della tarda an- delle decorazioni degli edifici di culto e delle tombe, dell’e-
tichità e del medioevo: la cultura materiale, la storia degli pigrafia, da parte dell’archeologia cristiana, erano del resto
insediamenti, la storia del territorio (intesa come analisi del in quegli anni quasi interamente proiettati a valorizzare le
rapporto uomo-ambiente) 2. I temi ampiamente investigati informazioni che i monumenti fornivano esclusivamente alla
da almeno duecento anni (se non dalla fine del ’500) dall’ar- storia del cristianesimo, alle credenze delle prime comunità,
cheologia cristiana 3 – le chiese e gli altri edifici religiosi, le all’organizzazione ecclesiastica, all’agiografia e alla liturgia,
aree funerarie, l’epigrafia e l’iconografia cristiane –, al pari all’architettura religiosa, all’iconografia-iconologia cristiane,
di quei prodotti della cultura materiale interpretabili «sotto alla storia dell’arte; poco interessati essi si mostravano invece a
il profilo stilistico, estetico, simbolico», potevano restare ai valorizzare ciò che le testimonianze materiali del cristianesimo
margini o essere oggetto di interesse solo quando si rivelassero antico potevano dire sulla società tardoromana ed altomedie-
«imprescindibili per la storia del lavoro, delle tecniche» 4. vale in generale e sulla storia degli insediamenti 8. In effetti,
D’altra parte, oltre ai temi tradizionali dell’archeologia per usare le parole di un grande archeologo cristiano, Paul-
cristiana, anche gli studiosi che fino ad allora di essi si erano Albert Février, «la fouille d’une basilique ou d’une nécropole
occupati non godevano in genere di buona fama presso gli ne conduit pas – ou ne devrait pas conduire – seulement à la
reconnaissance d’un plan ou à la restitution d’une liturgie;
1
Sulla genesi dell’archeologia medievale italiana: Delogu 1986, pp. 493- elle met en jeu beaucoup plus» 9.
505; Francovich 1987, pp. 11-16; La Rocca 1993, pp. 13-43; Gelichi 1997a,
pp. 17-84; Augenti 2003, pp. 511-518; Mannoni 2008, pp. 15-25; Brogiolo
2011a, pp. 419-423; Brogiolo 2011b, pp. 441-451; Gelichi 2011a, pp. 424-
430; Id. 2011b, pp. 5-12; Vannini 2011, pp. 431-440; Blake 2011, pp. 452-480; 5
Gelichi 1997a, pp. 29, 182; cfr. Pergola 1997, p. 17. Emblematico dello
Hodges 2011, pp. 481-492; Ward-Perkins 2011, pp. 496-498. A proposito scetticismo con cui erano allora in genere accolte le nuove metodologie di scavo
delle altre “anime” della ricerca archeologica sul medioevo in Italia, vedi le da parte degli archeologi cristiani è la posizione espressa da Pasquale Testini al IX
considerazioni di Gelichi 2011b, p. 5. Congresso Internazionale di Archeologia Cristiana di Roma del 1975: Testini
2
Editoriale 1974, pp. 7-9. L’editoriale, non firmato, fu scritto da Riccardo 1978, pp. 209-210 (vedi tuttavia infra, p. 23). Per Hugo Blake, le tecniche
Francovich, come ricorda Tiziano Mannoni (2008, p. 18), al quale si deve pure adottate nello scavo di una villa romana situata nei pressi di Cambridge «da un
una precisa interpretazione del significato che allora il gruppo dei fondatori noto esponente di archeologia cristiana del mondo mediterraneo assomigliavano
dava alle tre parole del famoso sottotitolo: “cultura materiale, insediamenti, ad un giardinaggio« (Blake 2011, p. 454). Scetticismo anche a proposito dello
territorio” (ibid., pp. 18-19). A proposito della scelta originaria, “alternativa” studio della cultura materiale in Testini 1979, pp. 30-34.
rispetto alle tematiche tradizionali dell’archeologia in Italia, si veda quanto si 6
Francovich 2006, p. XI; Gelichi 2011a, p. 429.
dice nell’editoriale dell’annata 1993 (Editoriale 1993, p. 7). 7
Si veda Gelichi 1997a, p. 29; Lavan 2003, p. VIII; Francovich 2006,
3
Sulla storia dell’archeologia cristiana, in sintesi: Wataghin Cantino 1980, p. XI; Hodges 2008, p. 436; Goodson 2010, pp. 45-46.
pp. 5-14; Brandenburg 1983, cc. 317-330; Février 1989, pp. LXXXV-LXXXIX; 8
A questo proposito: Gelichi 1997a, p. 29; Francovich 2006, p. XI;
Deichmann 1993, pp. 27-50; Agnello 2002, pp. 47-51. Hodges 2007, p. 712; Id. 2008, p. 436; Campana, Felici, Gabbrielli 2008,
4
Editoriale 1974, p. 8; a proposito dello scarso interesse per le tematiche p. 5; Brogiolo, Chavarría Arnau 2008, pp. 7-8; Bowes 2008, pp. 575, 609-
dell’archeologia cristiana da parte della nascente archeologia medievale, vedi 610; Chavarría Arnau 2009, p. 11; Goodson 2010, p. 46.
pure Pergola 1997, pp. 16-17; Hodges 2008, p. 436. 9
Février 1991, p. 346.

21
€ 48,00
ISSN 0390-0592
ISBN 978-88-7814-607-5 Quarant’anni
di Archeologia
Numero Speciale

Medievale
in Italia

Italia
La rivista, i temi, la teoria e i metodi

in
a cura di Sauro Gelichi

Archeologia Medievale
Numero Speciale

di
Quarant’anni
v. fiocchi nicolai

Ma l’archeologia medievale italiana che si riconosceva recepite. Già nel secondo volume (1975) vi si pubblicavano tre
nell’omonima rivista era poco interessata allo studio dei mo- articoli dedicati agli scavi della chiesa di S. Reparata a Firenze 14;
numenti cristiani anche per motivi prettamente ideologici. Di nella sezione “Scavi medievali in Italia” e poi in quelle “Notizie
impronta marxista, essa privilegiava allora in modo dichiarato scavi e lavori sul campo” e nelle “Note e Discussioni” trovaro-
tematiche che potessero fornire conoscenze sulle “classi sub- no spazio contributi sulle indagini condotte nel battistero di
alterne”, marginalizzate dalla ricerca storica tradizionale 10. Lucca (1977) 15, nel monastero della Novalesa (1979) 16, nella
Le strutture materiali prodotte dalle “classi dominanti”, dai pieve di Manerba (1982) 17; sui siti monastici, oggetto delle
“gruppi egemoni”, in sostanza dalle élites, come, appunto, nuove ricerche di équipes inglesi, di Farfa (1979, 1981-1982) 18
in genere, le chiese o gli altri edifici religiosi, interessavano e S. Vincenzo al Volturno (1981-1986) 19, su alcune chiese del
molto meno 11. Lazio (1979, 1981-1982) 20 e della Liguria 21; le ultime annate
Questa opzione ideologica – del tutto legittima –, nell’Italia degli anni ’80 videro la pubblicazione di lavori sugli edifici
“dei campanili” e “degli steccati”, si tramutò spesso in quegli religiosi accrescersi; nel 1988, uno lungo studio fu dedicato
anni in diffidenza preconcetta, di matrice prettamente politi- agli importanti scavi condotti da Tim Potter a “Mola di Monte
ca, verso tutti gli ambienti che tradizionalmente praticavano Gelato”, a nord di Roma, che avevano riportato in luce, tra
l’archeologia cristiana. Per un giovane che nella seconda metà l’altro, una chiesa rurale tardoantica con fasi altomedievali 22.
degli anni ’70, all’Università “La Sapienza” di Roma, si appas- Notizie preliminari su scavi e ricerche concernenti chiese,
sionava sinceramente, con mente libera, ai monumenti cristiani monasteri e aree funerarie cristiane apparvero pure, sin dalle
antichi, non era facile muoversi nei territori dell’archeologia prime annate, nella sezione “Schede” curata da Sergio Nepoti.
ufficiale, “politicamente corretta”, allora dominati dall’arche-
ologia classica. I giudizi più negativi sull’archeologia cristiana D’altra parte, se la “scuola” toscana che faceva capo a
vengono in quel periodo proprio da questi ambienti (e non Riccardo Francovich restava scarsamente interessata alle
dall’archeologia medievale nascente), motivati, come si diceva, problematiche relative agli insediamenti religiosi 23, peraltro
dalla scarsa sensibilità degli archeologi cristiani per le nuove impegnata come era nella realizzazione di importanti pro-
tecniche di scavo, dal disconoscimento di una disciplina che getti di ricerca sul territorio, altre “anime” dell’archeologia
privilegiava solo una componente religiosa della società antica e medievale italiana che si riconosceva nella rivista Archeologia
anche dai trascorsi politici di alcuni suoi esponenti del passato Medievale furono presto attente allo studio di chiese e mo-
compromessi con il regime fascista 12. Con una certa ragione, nasteri, finalizzato a valorizzarne le potenzialità – attraverso
agli inizi degli anni ’80, Bryan Ward-Perkins – che conosceva l’adozione dello scavo stratigrafico, dello studio degli elevati
bene l’ambiente italiano – poteva sconsigliare Richard Hodges e dei prodotti della cultura materiale – per una ricostruzio-
di intraprendere un progetto di ricerca sul monastero di S. ne della società tardoantica e medievale e della storia degli
Vincenzo al Volturno in quanto «Italian medieval archaeology insediamenti. Si possono ricordare, a tale proposito, gli
… was full of Marxists who despised church archaeology»! 13. scavi e le ricerche di Gian Pietro Brogiolo in molte chiese
dell’Italia settentrionale 24; quelli di Sauro Gelichi su alcuni
In realtà, alcune tematiche più largamente frequentate edifici di culto dell’Italia centrale 25; i lavori di Paolo Peduto
dell’archeologia cristiana (in primis lo studio delle chiese), pur
restando marginali nei primi numeri di Archeologia Medievale, 14
Toker 1975, pp. 161-190; Bürger 1975, pp. 191-210; Von Hessen 1975,
in linea con l’editoriale del 1974, furono nella rivista presto pp. 211-214.
15
De Marinis 1977, pp. 247-249.
10
Editoriale 1974, p. 8. Su questa chiara matrice ideologica della disciplina 16
Wataghin Cantino 1979, pp. 289-317.
vedi Delogu 1986, p. 499; Augenti 2003, p. 515; Gelichi 2008, p. 28; Id. 17
Brogiolo, Carver, Massa 1982, pp. 237-297.
2011a, p. 428; Blake 2011, p. 476. 18
Donaldson, Mcclendon, Whitehouse 1979, pp. 270-273; Do­
11
Augenti 2003, p. 515; Lavan 2003, pp. XII-XIII; Gelichi 2011b, p. 6. naldson, Mcclendon, Whitehouse 1981, pp. 566-568; Mcclendon,
12
Vedi per esempio, il giudizio molto duro di Daniele Manacorda (1982, Whitehouse 1982, pp. 323-330.
p. 90): «Il disinteresse per quest’ultimo settore della disciplina [l’archeologia 19
Hodges 1981, pp. 483-492; Id. 1982, pp. 299-310; Mitchell 1982,
tardoantica quale parte dell’archeologia classica] (il cui ritardo si sconta ancor pp. 311-318; Hodges, Mitchell 1983, pp. 363-380; Idd. 1984, pp. 321-337;
oggi in maniera consistente) non solo si è tradotto in termini concreti nella Hodges 1985, pp. 485-500; Hodges, Mitchell 1986, pp. 461-468.
distruzione sistematica di tanti contesti archeologici tardo-antichi (il caso di 20
Whitehouse 1979, pp. 263-268; Id. 1981, pp. 561-566; Id. 1982, pp.
Ostia è esemplare), ma è stato anche fra le cause del via libero garantito alla 319-322.
costruzione di quella specie di provincia autonoma che è tuttora – per orizzonti 21
Lusuardi Siena 1985, pp. 303-311; Lambert, Gambaro 1987, pp.
culturali e istituzioni – l’archeologia cristiana. Le radici del nonsenso culturale 199-254.
e metodologico di questa disciplina si affondano beninteso nella tradizione 22
Potter, King 1988, pp. 253-311. Numerosi studi pubblicati sulla rivista
secolare dell’archeologia sacra, ben oltre il Fascismo quindi; ma lo Stato fasci- ebbero pure come oggetto edifici religiosi pienamente medievali.
sta lo ha codificato nell’art. 3 del Concordato … Se l’archeologia cristiana … 23
Cfr. a questo proposito Campana, Felici, Gabbrielli 2008, p. 5;
sposava in pieno il nuovo clima di mistificazione retorica in cui si sviluppavano Hodges 2008, p. 436.
le attività archeologiche in Italia (“Roma onde Cristo è romano”) e si allineava 24
A S. Tomè di Carvico (BG), S. Stefano a Rogno (BG), nella pieve di
consenziente al progetto politico-culturale che le permetteva peraltro di restare Manerba (BS), a S. Vincenzo a Galliano (Cantù [CO]), S. Giovanni di Incino
in vita, l’archeologia preistorica … ». A diversi anni da questa affermazione, (Erba [CO]), nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano di Rezzago (CO), a S.
il pensiero di Manacorda sembra essersi modificato: «Uno studente italiano si Vincenzo a Sesto Calende (VA) (bibl. in Brogiolo, Cantino Wataghin,
troverà di fronte un’ampia gamma di discipline archeologiche tra le quali sce- Gelichi 1999, pp. 503-505, 508-509, 512, 515; cfr. supra, nota 17), S. Maria
gliere la sua formazione specialistica: dalla preistoria (dal paleolitico al neolitico) foris Portas a Castelseprio (VA) (Brogiolo, Carver 1982, pp. 77-78; Idd. 1983,
alla protostoria, dall’archeologia classica (greca … e romana …), a quella della pp. 103-105), S. Salvatore a Brescia (Brogiolo 1981c, pp. 92-96; Id. 1992,
tarda antichità (dove un ruolo particolare è svolto dall’archeologia cristiana, pp. 179-210), S. Maria di Torba (VA) (Id. 1981a, pp. 114-117), S. Martino di
erede dell’archeologia sacra), dall’archeologia medievale (con le sue partizioni Serravalle (SO) (Id. 1981b, pp. 130-132; Id. 1983, pp. 100-101), battistero di
culturali, come l’archeologia bizantina o quella islamica) a quella moderna e Mantova (Id. 2004).
contemporanea» (Manacorda 2008, p. 71). 25
A S. Giorgio di Argenta (FE) (Gelichi 1992), S. Angelo in Campiano
13
Hodges 2011, p. 487. (RA) (Id. 1982-1983, pp. 267-292; Id. 1986, p. 165).

22
archeologia medievale e archeologia cristiana: due discipline a confronto

in Campania 26; e ancora di Silvia Lusuardi in Liguria 27 e


di Maria Maddalena Negro Ponzi Mancini in Piemonte 28.

L’archeologia cristiana, intanto, già a partire dalla fine degli


anni ’70, si mostrava maggiormente recettiva delle nuove
problematiche che collegavano gli edifici di culto e le aree
funerarie cristiane alla storia degli insediamenti. Sulla scia
delle esperienze del gruppo di ricerca francese che dal 1974
lavorava alla “Topographie chrétienne des cités de la Gaule” 29,
Pasquale Testini, titolare della cattedra di archeologia cristiana
presso l’Università di Roma “La Sapienza”, aveva voluto, nel
1979, che una sessione del secondo convegno “Archeologia
Laziale” fosse dedicata espressamente al tema “Ecclesiae e ter-
ritorio”, appunto per studiare il rapporto che intercorreva tra
edifici chiesastici, aree funerarie e contesti insediativi 30. Le sue
parole, nella relazione introduttiva alla sessione, sono molto
interessanti: «Con tale espressione [ecclesiae e territorio] si
vorrebbe recuperare il momento dell’inserimento dell’edificio
di culto e nella struttura urbana e nel distretto rurale: fatto
che ha significato, dalle origini e nell’altomedioevo, evento
d’implicazioni spesso di notevole portata, tale da incidere
fig. 1 – Sezioni stratigrafiche relative allo scavo di un ambiente della
nella vita delle comunità umane e da provocare talvolta mo- catacomba di S. Lucia di Siracusa (da Agnello 1954).
dificazioni sostanziali nell’assetto preesistente … L’obiettivo
finale resta comunque di superare finalmente la tendenza di
sempre a considerare l’ecclesia principalmente, se non unica- Ermini e della sue équipe a Cagliari e a Cornus in Sardegna 36.
mente, come edificio: laddove l’ecclesia costituisce documento Già Santi Luigi Agnello, d’altra parte, un altro archeologo
efficace della storia di una comunità umana e dunque di vita cristiano, aveva sperimentato positivamente negli anni ’50 lo
del territorio» 31. Nel 1983, sempre Testini aveva riservato le scavo stratigrafico in un ambiente della catacomba di S. Lucia
giornate iniziali del VI Congresso Nazionale di Archeologia a Siracusa (fig. 1) 37; e, in Francia, agli inizi degli anni ’60,
Cristiana, tenutosi a Pesaro e ad Ancona e da lui organizzato, Paul-Albert Février, anch’egli sulla scia di Nino Lamboglia,
al tema “Spazio cristiano, città e territorio nella tarda antichità aveva svolto indagini attente ai depositi archeologici in una
e nell’altomedioevo”, ancora sui medesimi argomenti 32. delle due chiese di un quartiere periferico di Sétif, città
Dagli inizi degli anni ’80, inoltre, almeno gli archeo- dell’Africa Romana 38.
logi cristiani di nuova generazione avevano cominciato Le ricerche sulla topografia cristiana delle città e del ter-
ad adottare comunemente lo scavo stratigrafico nelle loro ritorio, nel filone, appunto, degli studi dei colleghi francesi,
ricerche. Sono da menzionare, a questo proposito, i lavori di portarono alcuni studiosi di archeologia cristiana ad indagini
Philippe Pergola, allievo di Nino Lamboglia, in alcune chiese e sintesi importanti, rivolte ad evidenziare il rapporto che
della Corsica, della Liguria e di Roma 33; quelli di Federico intercorreva tra gli edifici di culto e i contesti insediativi 39.
Guidobaldi a S. Clemente a Roma 34, di Gisella Cantino Nel 1986, in una delle sedute introduttive dell’XI
Wataghin nell’abbazia della Novalesa (TO) 35, di Letizia Pani Congresso Internazionale di Archeologia Cristiana, tenutasi
36
Pani Ermini 1981, p. 591; Ead. 1982-1984, pp. 111-128; Giuntella 1999.
37
Agnello 1954, pp. 54-58.
26
A S. Giovanni di Pratola Serra (AV), S. Lorenzo ad Altavilla Silentina (SA), 38
Février 1965, pp. 109-143, anche con importanti osservazioni sui luoghi
nella chiesa di Ponte Barizzo (SA) (bibl. in Peduto 1999, pp. 373-374, 377-378). di produzione della sigillata africana. In Italia, i primi scavi stratigrafici in edifici
27
A S. Maria di Luni (Lusuardi Siena 1985, pp. 303-311; Lusuardi Siena, religiosi furono, come è noto, quelli condotti da Nino Lamboglia, un archeologo
Sannazaro 1995, pp. 191-216). classico, già a partire dagli anni ’30, in Liguria: Varaldo 2001, pp. 195-230; cfr.
28
Nelle chiese di Villaro di Ticineto (AL) (bibl. in Brogiolo, Cantino pure Pergola 1997-1998, pp. 65-68 (Lamboglia scavò anche a Roma l’abside
Wataghin, Gelichi 1999, p. 500) e di S. Michele di Trino (VC): Negro Ponzi della chiesa di S. Adriano al Foro, già rimessa in luce dal Bartoli: Lamboglia
Mancini 1985, pp. 785-808. 1964-1965, pp. 101-126). Tra gli archeologi cristiani, una qualche attenzione
29
Cfr. Chavarría Arnau 2009, p. 16. alla formazione dei depositi stratigrafici aveva già mostrato Giovanni Battista
30
Testini 1979, pp. 235-239. de Rossi, alla metà dell’800, nello scavo della “cripta dei papi” della catacomba
31
Ibid., pp. 235, 238-239; allo studioso non sfuggiva la novità del taglio di di S. Callisto: De Rossi 1864-1867, I, pp. 167-168, 169; II, p. 20; e così pure,
queste ricerche nell’ambito degli studi di archeologia cristiana (p. 235). nella prima metà del secolo scorso, Paul Styger nei suoi lavori sulle catacombe
32
Id. 1985, pp. 5, 31-48, in particolare a p. 31. Allo stesso studioso, e agli romane (Styger 1926-1927, p. 107; Id. 1935, p. 197). Nei cimiteri sotterranei,
archeologi francesi Paul-Albert Février e Charles Pietri, si deve in quell’anno l’adozione delle moderne metodologie di scavo ha stentato ad imporsi (vedi le
l’istituzione dei “Seminari di Archeologia Cristiana (Archeologia e Cultura della osservazioni di Fasola 1978, p. 210): nel 1965, un’équipe della British School at
Tarda Antichità e dell’Alto Medioevo)”, dove su queste nuove tematiche (ma Rome e del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana scavò stratigraficamente
anche su quelle tradizionali e su argomenti non direttamente legati all’archeo- un piccolo settore della catacomba delle SS. Rufina e Seconda sulla via Cornelia,
logia cristiana) vennero spesso a riferire studiosi di diverse scuole ed indirizzi, nell’hinterland di Roma: Cotton, Wheeler, Whitehouse 1991, pp. 213, 232-
ivi compresi archeologi del medioevo: cfr. Pergola 1997, p. 17. 234; solo negli anni 1989-1991 tuttavia una indagine stratigrafica sistematica fu
33
Id. 1980, pp. 467-474; Ferreri, Pergola 1983, pp. 336-341; Pergola condotta nella catacomba di S. Senatore ad Albano Laziale: Fiocchi Nicolai
1985, pp. 236-240; Pergola et al. 1990, pp. 445-465. et al. 1992, pp. 7-70.
34
Guidobaldi 1992. 39
Testini, Cantino Wataghin, Pani Ermini 1989, pp. 5-231; Sannazaro
35
Wataghin Cantino 1979, pp. 289-317. 1990 e altri lavori citati da Augenti 2003, p. 512.

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v. fiocchi nicolai

a Lione, ancora Paul-Albert Février poteva delineare i nuovi In linea con questi nuovi indirizzi, la rivista Archeologia
orizzonti di ricerca di un’archeologia cristiana aperta final- Medievale accolse in quegli anni sempre più frequentemente
mente ad una ricostruzione globale della società tardoantica, contributi sui scavi di chiese, monasteri, necropoli cristiane,
interessata all’analisi degli assetti urbani e rurali in cui gli fino addirittura ad un sorprendente lavoro, di mero taglio
edifici cristiani erano sorti, e anche attenta allo studio dei storico-artistico, sulla decorazione pittorica di S. Giovanni
prodotti della cultura materiale, degli arredi architettonici, di Müstair 43.
delle sculture funerarie, oltre che per la ricostruzione delle Nei due grandi convegni organizzati nel 1992, dedicati al
ideologie, dei saperi tecnici e delle sensibilità, anche per la contributo dell’archeologia alla ricostruzione della storia e
storia della circolazione delle merci e degli scambi: «il me dell’economia di Roma e dell’Italia nell’altomedioevo, tro-
semble impossible de tailler dans le vif d’une société pour varono spazio (più in quello di Siena che in quello di Roma)
en extraire la composante chrétienne … La prétention nou- contributi che utilizzavano le informazioni provenienti dallo
velle de l’archéologie est d’explorer la totalité des possibles studio degli insediamenti religiosi nella ricostruzione più
approches du monde materiel. Faut-il séparer ce qui serait une generale dei quadri storico-topografici regionali; a quello di
archéologie chrétienne et le reste? Autre question: le peut-on? Siena partecipò pure un discreto numero di studiosi specialisti
… Aussi, si ruinées que soient les basiliques de Timgad, de dei monumenti cristiani 44.
Cuicul ou de Tipasa, j’éprouve plus de plaisir à les regarder Nel 1997, il manuale di Sauro Gelichi “Introduzione all’ar-
parce que la ville des morts et celle de vivants sont là, côte à cheologia medievale. Storia e ricerca in Italia” codificava gli
côte, face à la mer ou aux montagnes. Je puis encore entrer orizzonti tematici dell’archeologia medievale italiana: oltre a
dans les maisons; j’ai l’impression d’être encore invité aux quelli “istitutivi”, essi comprendono, appunto, l’archeologia
bains par tel notable que je connais au travers des inscriptions; delle chiese, quella dei complessi monastici, delle necropoli 45.
je puis imaginer les femmes qui vont à la fontaine, celles-là Segno importante della nuova apertura verso le tematiche
meme qui remonteront dans un moment participer à la sinaxe tradizionali dell’archeologia cristiana è la presenza, sempre
ou entendre un sermon … Tout cela est pour moi comme une nel 1997, al primo Congresso Nazionale di Archeologia
anticipation de ce que devrait être une archéologie qui intègre Medievale, organizzato dalla Società degli Archeologi
la christianisme dans la société qui le porte, sans exclure tout Medievisti Italiani, fondata nel 1993, di una sessione
ce qui est autre dans cette société … Il y a d’autres progrès espressamente dedicata a “Luoghi di culto e sepolture”, poi
qui peuvent être faits. Lorque nous voyons, accumulés dans la mantenuta negli incontri successivi (e spesso moderata da
grande mosquée de Kairouan ou à la Zitouna de Tunis, tant archeologi cristiani) 46. Nella prima circolare del congresso, si
de capiteaux antiques, nous pouvons être sûrs qu’il y a là un esprimevano ancora forti perplessità sugli orientamenti meto-
riche répertoire de formes, at au delà une histoire des échanges dologici dell’archeologia cristiana: «Gli anni ’80 hanno visto
qui se peut lire, entre Rome et l’ancienne Proconsulaire ou il convinto, ma spesso deludente, tentativo dell’archeologia
entre Byzance et les territoires reconquis après 533 … Tout cristiana di riqualificarsi come disciplina storica, attingendo
comme l’examen minutieux des céramiques, de la vaisselle a piene mani ai metodi dell’archeologia medievale, pur in
et des amphores, de Conimbriga à Marseille en passant par una scelta di fondo di conservazione degli steccati accade-
Porto Torres, traduit la permanence des circulations malgré mici e disciplinari» 47. Philippe Pergola, un archeologo “puro
l’empire vandale établi sur les îles de la Méditerranée centrale prodotto della archeologia cristiana e pontificia”, chiamato a
… Un paysage chrétien se met en place qui marque de façon presentare al congresso un contributo sui nuovi indirizzi di
définitive l’histoire urbaine, médiévale et moderne» 40. ricerca dell’archeologia cristiana, non poteva non sottolineare
come l’assunto della circolare si rivelasse piuttosto impreciso
In effetti, è nel campo degli studi sulla città e sulle cam- (e autoreferenziale), almeno per quanto riguardava l’accenno
pagne che i filoni dell’archeologia cristiana e dell’archeologia all’adozione delle nuove metodiche e dei nuovi filoni di ricer-
medievale si confrontarono più assiduamente dalla fine ca, che in realtà l’archeologia cristiana aveva recepito, come si
degli anni ’80. D’altra parte, gli orizzonti tematici per così è visto, sin dalla metà degli anni ’70, dalle esperienze francesi
dire “istituzionali” dell’archeologia medievale, enunciati nel e, per quanto attiene all’applicazione dello scavo stratigrafico,
primo editoriale del 1974, si erano ampliati, come ricordava dalla scuola di Lamboglia e, se mai, dall’archeologia classica 48.
Riccardo Francovich nel 1987, a comprendere altri ambiti di Egli ammetteva lentezze e resistenze da parte degli archeo-
ricerca: appunto, più diffusamente, la tarda antichità, l’arche- logi cristiani più restii ad uscire dai binari della tradizione
ologia urbana, l’archeologia dell’architettura e della produzio- (che pure aveva dato buoni frutti) e auspicava, sulla linea di
ne, l’archeologia delle chiese e, dunque, la cristianizzazione Février del 1986, una confluenza dei due indirizzi di ricerca,
degli spazi 41. Nell’editoriale del 1993, l’“archeologia delle
chiese” entrava ufficialmente nel novero degli specialismi di
43
Sennhauser-Girard 1990, pp. 35-42.
44
Paroli, Delogu 1993; Francovich, Noyé 1994.
cui si poteva avvalere l’archeologia medievale 42. 45
Gelichi 1997a, pp. 8 (indice), 85-86. L’accusa di “schizofrenia metodolo-
gica” rivolta all’archeologia cristiana a p. 29 (in riferimento a quanto espresso da
40
Février 1986, pp. XCI-XCIX. Il ruolo svolto da Paul-Albert Février nella Manacorda [vedi supra, p. 22, nota 12]), cui risponde Russo 2001, p. 5, sembre-
formazione, negli anni ’70-’80, delle nuove generazioni di archeologi cristiani rebbe indirizzata agli archeologi formatisi nell’ambiente dell’archeologia cristiana,
anche in Italia è stato (per fortuna) molto importante. Sulla sua figura, parimenti incerti tra la frequentazione delle tematiche tradizionali di questa disciplina e quelle
impegnata sul piano politico, si veda Guillon 2006. Un approccio “globale” dell’archeologia tardoantica e medievale. Una valutazione più o meno analoga (ma
allo studio della tarda antichità era stato già auspicato da Testini 1982, p. 34. relativa alle posizioni accademiche) in Carandini 2004, p. 11, nota 12.
41
Francovich 1987, pp. 15-16, ove si auspica anche un confronto con la 46
Gelichi 1997b, pp. 249-331.
storia dell’arte. 47
In Pergola 1997, p. 51.
42
Editoriale 1993, p. 9. 48
Pergola 1997, pp. 16-19; supra, p. 23.

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archeologia medievale e archeologia cristiana: due discipline a confronto

nell’ottica di una visione “globale” dell’archeologia della tarda raria a Roma “alla fine dell’antichità” 56. Anche in importanti
antichità e dell’altomedioevo 49. saggi e monografie che trattano complessivamente in quegli
Tra la metà degli anni ’90 e i primi anni del nuovo anni della topografia di Roma nell’altomedioevo, il comparto
millennio, le occasioni di confronto e di collaborazione tra suburbano è praticamente assente, con grande limitazione per
archeologi medievisti e specialisti di archeologia cristiana una visione completa della città e delle sue trasformazioni in
si sono fatte sempre più frequenti. I convegni organizzati età tardoantica ed altomedievale 57.
da Gian Pietro Brogiolo sulle sepolture tra IV e VIII secolo È una posizione segnata, come si diceva, da vecchi pre-
(1996), sulle chiese e gli insediamenti rurali tra VII e VIII giudizi che tende a marginalizzare, ancora al sorgere del
secolo (2000) e tra il V ed il VI (2002), quello sul rapporto tra XXI secolo, il tema delle chiese, dei monasteri, dei cimiteri
archeologia e società nella tarda antichità e nell’altomedioevo cristiani, dagli studi di archeologia sulla tarda antichità
(2005) hanno valorizzato il ruolo svolto dagli edifici di culto e sul medioevo. Nel 2003, nel saggio di Andrea Augenti
nelle trasformazioni del paesaggio rurale e sottolineato l’im- intitolato “Archeologia medievale in Italia. Tendenze attuali
portanza del loro studio per conoscere la società tardoantica; e prospettive future”, apparso per il trentesimo numero di
gli incontri hanno anche registrato il coinvolgimento di un Archeologia Medievale, non si poteva, in effetti, non rilevare
buon numero di archeologi cristiani 50. Allo stesso modo, il “l’autentico controsenso” di «una conoscenza archeologica del
convegno sulle origini della parrocchia rurale in Italia, or- mondo medievale che si avvalga di una attenzione soltanto
ganizzato nell’ambito dei Seminari di Archeologia Cristiana occasionale e poco approfondita alle strutture ecclesiastiche,
(1998), e i congressi nazionali di archeologia cristiana del monastiche e cimiteriali» 58. Nel saggio si auspicava anche
1998, sull’edificio battesimale in Italia, e del 2004, sui fe- un’apertura alla storia dell’arte, alla storia dell’architettura
nomeni di cristianizzazione, hanno visto la partecipazione e all’epigrafia, a condizione di un «abbandono definitivo di
di archeologi medievisti e talvolta studiosi dei due ambiti un forte condizionamento di natura ideologica, insito nelle
lavorare congiuntamente su alcune tematiche specifiche 51. radici stesse dell’archeologia medievale italiana: la consolidata
percezione dell’archeologia come un mezzo per dare voce
Una posizione di retroguardia rispetto a queste aperture re- alle classi inferiori e ai gruppi marginali del passato» 59. Da
ciproche, impostesi naturalmente sul terreno concreto dei temi tempo, in effetti, le élites con i propri codici simbolici erano
e delle problematiche, segnano ancora, al volgere degli anni divenute oggetto di interesse della disciplina 60.
’90, gli studi di archeologia medievale, pur molto importanti,
condotti a Roma da archeologi di formazione classicistica. In I tempi erano, insomma, maturi perché anche il gruppo
un ambito ancora fortemente permeato da antichi pregiudizi toscano dell’archeologia medievale italiana che faceva capo
ideologici e steccati accademici, certe tematiche tradizional- a Riccardo Francovich, il più tradizionalmente poco inte-
mente oggetto di studio dell’archeologia cristiana stentano a ressato, come si è accennato, alle tematiche dell’archeologia
trovare spazio. Il bel museo della Crypta Balbi, destinato ad delle chiese e degli altri insediamenti religiosi 61, guardasse
illustrare l’assetto urbano e la storia di Roma alla fine dell’anti- a questi con nuova curiosità ed attenzione, nell’ottica di
chità e durante il medioevo, ignora pressoché completamente una ricostruzione più completa della storia dei paesaggi e
il suburbio, con i suoi numerosissimi, antichi monumenti della società altomedievali. «Il tema delle chiese e del ruolo
cristiani (da sempre campo di indagine tradizionale dell’ar- attivo da esse svolto sul tessuto insediativo rurale, nella
cheologia cristiana), probabilmente il settore della città più fase di passaggio dalla tarda romanità all’altomedioevo, è
profondamente segnato da fenomeni di trasformazione e certamente uno dei percorsi fondamentali da seguire per la
oggetto in quegli anni anche di indagini innovative 52. A tale comprensione di questo momento storico»: queste parole di
comparto, evidentemente parte integrante della città antica, Francovich introducevano, nel settembre 2002, la relazione
è dedicata unicamente una mappa distributiva delle chiese tenuta insieme a Cristina Felici e Fabio Gabbrielli sulle chiese
e degli edifici connessi e un CD Rom 53. Un’impostazione tardoantiche della Toscana, al convegno organizzato a Garlate
che priva di fatto questo importante museo di un settore di su questo tema 62. Nella stessa sede, lo studioso riconosceva
fondamentale importanza. La sezione “Roma alla fine dell’an- «l’importanza di investire in ricerche che seguano il filo
tichità: la città e la morte” si limita ad una presentazione del della cristianizzazione per l’altomedioevo, specialmente in
fenomeno delle sepolture in Urbe 54, che, come è noto, diviene ambito toscano, dove spiccano vistosi vuoti d’informazio-
rilevante solo dalla metà del VI secolo 55 e che, in ogni caso,
davvero non costituisce il solo aspetto dell’archeologia fune- 56
Fiocchi Nicolai 2012, p. 143.
57
Ci si riferisce ai lavori del 2004 di Roberto Meneghini e Riccardo
Santangeli Valenzani (Meneghini, Santangeli Valenzani 2004) e di Lidia
49
Ibid., pp. 18-19. Paroli (Paroli 2004), dove la trattazione del suburbio è più o meno risolta
50
Brogiolo, Cantino Wataghin 1998; Brogiolo 2001; Id. 2003; nella solita, ineludibile presentazione della Civitas Leoniana (vedi pure, a que-
Brogiolo, Chavarría Arnau 2007. sto proposito, Spera 2011, p. 310, nota 5). Un diverso approccio allo studio
51
Pergola 1999; L’edificio battesimale 2001; Bonacasa Carra, Vitale 2007. del suburbio è quello che ha improntato in quegli anni l’impresa del Lexicon
52
Si pensi al lavoro di Lucrezia Spera sul territorio della via Appia: Spera Topographicum Urbis Romae. Suburbium, diretto da Adriano La Regina, che
1999; cfr. Ead. 2011, p. 310, nota 5; Fiocchi Nicolai 2012, pp. 143-145. recepisce, ovviamente, i numerosissimi monumenti cristiani suburbani attestati
53
Roma dall’antichità al medioevo 2001, p. 3. entro il VII secolo (Lexicon 2001-2008).
54
Crypta Balbi 2000, p. 58. 58
Augenti 2003, p. 512.
55
Nonostante alcuni recenti (improbabili) tentativi di farlo risalire addirit- 59
Ibid., p. 515-516.
tura agli inizi del V secolo: Meneghini 2013, pp. 403-407 (il dato relativo ai 60
Ibid., pp. 515-516; Gelichi 2011b, pp. 7-8.
“10.000-20.000” decessi causati dall’assedio di Alarico del 408 e delle relative 61
Cfr. Campana, Felici, Gabbrielli 2008, p. 5; Hodges 2008, p. 436.
sepolture in Urbe è basato sul nulla). 62
Francovich, Felici, Gabbrielli 2003, p. 267.

25
v. fiocchi nicolai

ne, affiancati a fonti dall’alto potenziale conoscitivo» 63. La abbandonate) 71. Anche in questa area le chiese destinate alla
“svolta” di Siena è frutto dell’intelligenza e della curiosità di cura d’anime potevano dunque seguire le dinamiche dell’in-
uno studioso cui, alla lunga, non poté sfuggire l’incongruenza sediamento 72 e costituire altresì elementi “identitari” del
di una storia del paesaggio medievale privata delle evidenze villaggio 73. Forse erano gli edifici di culto, nell’altomedioevo,
monumentali di carattere religioso. come già nella tarda antichità, nelle città e nelle campagne,
In effetti, nei primi anni 2000, anche con l’adozione i luoghi dello spazio condiviso e dell’interazione sociale, di
di tecniche di indagine innovative, furono avviate a Siena cui i villaggi sembrano sprovvisti 74. Una situazione – quella
ricerche strategiche importanti su complessi ecclesiastici tar- della precoce presenza di chiese nei primi villaggi d’altura
doantichi ed altomedievali – la chiesa di S. Pietro a Pava (S. della Toscana – che poteva essere immaginata anche solo
Giovanni d’Asso, Siena) e quella di S. Genesio (S. Miniato, leggendo i menzionati documenti della disputa tra i vescovi
Pisa) – affidate a giovani archeologi; anche i resti della chiesa di Arezzo e Siena 75.
altomedievale della Rocca di Scarlino, rinvenuti già nel 1983,
furono oggetto di un nuovo studio e di una prima pubblica- L’“archeologia delle chiese” è divenuta, dunque, in questi
zione analitica 64. Nel novembre 2006, l’Università di Siena ultimi anni, tema largamente frequentato dall’archeologia
organizzava un convegno dal titolo “Chiese e insediamenti medievale italiana, come attestano, tra l’altro, anche i recenti
nei secoli della formazione dei paesaggi medievali della importanti progetti di ricerca del gruppo di Padova sulle
Toscana (V-X secolo)” a S. Giovanni d’Asso-Montisi, in chiese dell’Alto-Garda Bresciano, del Trentino e del Veneto,
cui i risultati di queste e di altre ricerche furono presentati nel quadro, questi ultimi, del programma internazionale
e discussi 65. Corpus Architecturae Religiosae Europeae (secoli IV-X), che
La lacuna cui accennava Francovich negli studi sulle vede impegnati anche altri archeologi medievisti in diverse
chiese rurali tardoantiche ed altomedievali della Toscana regioni d’Italia 76, e i lavori dell’Università Ca’ Foscari di
era in effetti tutta archeologica 66: come è ben noto, gli ecce- Venezia sui monasteri dell’Italia centro-settentrionale 77. Sul
zionali documenti relativi alla disputa tra i vescovi di Siena piano teorico, oltre a quanto sottolineato da Sauro Gelichi già
e di Arezzo sull’appartenenza alle relative diocesi di alcune nel manuale del 1997 e ribadito ed ampliato recentemente in
chiese rurali, da tempo informavano su una presenza molto quello di Alexandra Chavarría Arnau del 2009, espressamente
diffusa di edifici di culto nelle campagne toscane tra il VI dedicato all’“Archeologia delle chiese” 78, le recenti riflessio-
(forse addirittura la metà del V) e l’VIII secolo 67. Nella Tavola ni, dalla sponda dell’archeologia medievale, di Gian Pietro
Rotonda a conclusione del convegno, Richard Hodges, per Brogiolo sui nuovi indirizzi dello studio degli edifici di culto
ribadire la validità del “modello toscano” di sviluppo dell’in- tardoantichi ed altomedievali, nell’ottica di una “archeologia
sediamento rurale era costretto ad immaginare improbabili della complessità e delle relazioni”, ci sembrano francamente
abbandoni (peraltro non attestati archeologicamente) delle all’avanguardia 79.
chiese sorte in rapporto agli antichi insediamenti romani di
carattere sparso, alla metà del VI secolo, e a ribadire l’ipotesi 71
Francovich 2004, pp. XVIII.
di una mancanza totale di edifici religiosi nei villaggi d’altura 72
Cfr. Valenti 2004, pp. 86-88. Naturalmente la perdurante esistenza
prima del X-XI secolo 68. delle chiese di origine tardoromana, rivelata dalle recenti indagini archeologiche
La scoperta, nel 2007, di una chiesa in legno nel villaggio (vedi i casi citati a p. 75, con bibl. a nota 57), deve essere correlata con la so-
pravvivenza di un insediamento sparso, magari in forme degradate: Whickham
di Miranduolo, accuratamente scavato da Marco Valenti, 2009, pp. 517-518; Brogiolo 2008, pp. 426-428; Brogiolo, Chavarría
databile, nella sua prima fase, a quanto pare, tra il VII e Arnau 2008, pp. 18-19, 23 (per quanto attiene il territorio intorno alla chiesa
l’VIII secolo 69, impone di rivedere anche questo aspetto del di Pava: Campana 2013, pp. 281-287; Felici c.s.); per un abbandono più o
meno totale degli insediamenti rurali di origine romana dal VI secolo, come è
“modello” 70. Anche gli abitanti dei primi villaggi nucleati del- noto, Francovich 2002, p. 164; Valenti 2004, pp. 79-80.
le campagne toscane potevano trovare precocemente sul posto 73
Cfr. Brogiolo 2002, p. 290, per quanto attiene alla situazione dell’Italia
un piccolo edificio di culto per le proprie esigenze religiose, settentrionale.
74
Valenti 2004, p. 159.
senza doversi necessariamente recare, come ritenuto in pre- 75
Vedi ad esempio i casi ricordati in Campana 2013, pp. 287-288; cfr.
cedenza, alle lontane chiese di origine paleocristiana collegate Felici 2008, passim. A proposito dei documenti della disputa e della loro corretta
con la antica maglia insediativa romana (e comunque non interpretazione, nei recenti scavi del monasterium di S. Pietro ad Asso (Hobart,
Campana, Hodges 2012, pp. 175-213), ricordato in una carta della disputa del
715 (Schiaparelli 1929, p. 69), del cenobio non si è trovata traccia perché sem-
plicemente non era un monastero, ma un oraculus, come pure è espressamente
63
Francovich, Felici, Gabbrielli 2003, p. 267. definito nel testo, cioè un edificio di culto secondario alle dipendenze di una
64
Cantini 2008, pp. 65-94; Campana, Felici, Marasco 2008, pp. 7-35; chiesa battesimale: così Violante 1982, p. 1036. Nelle carte della disputa, e in
Marasco 2008, pp. 147-167. altri documenti soprattutto dell’Italia centrale, è in effetti questo il significato
65
Campana et al. 2008. che il termine monasterium di sovente assume, come da tempo acclarato: ibid.,
66
Significativa, in questo senso, è l’assenza di una relazione sulla Toscana pp. 1028-1030, con bibliografia sull’argomento a nota 131, cui si può ancora
al convegno del 1998 dedicato alle parrocchia rurale in Italia: Pergola 1999. aggiungere Mazzotti 1984, p. 14; Tilatti 2003, p. 197. Tali monasteria erano
67
Brogiolo, Chavarría Arnau 2005, pp. 147-149; Brogiolo, Chavarría retti da presbiteri e risultavano spesso fondati da laici appartenenti all’élite.
Arnau 2008, pp. 18-19; Felici 2008, 2009, pp. 431-440. I documenti erano 76
Brogiolo et al. 2003; Brogiolo 2011c; Brogiolo, Ibsen 2009; Brogiolo
stati, come è noto, largamente utilizzati, tra l’altro, nel “classico” Violante 1982, et al. 2013.
pp. 963-1158. Su di essi, da ultimo, si veda Ronzani 2014, pp. 554-557, con 77
Su Nonantola (MO): Gelichi, Librenti 2005; Bertoldi, Librenti
interessanti osservazioni circa l’antichità degli edifici di culto menzionati nei testi. 2007; Librenti, Cianciosi 2011: Gelichi, Librenti 2013; e sui monasteri
68
Hodges 2008, pp. 437-438, 442. della laguna veneziana: Moine 2013; Gelichi, Moine 2013.
69
Fronza 2012a, pp. 116-120; Id. 2012b, pp. 495-500; Peripimeno 2012, 78
Gelichi 1997, pp. 182-185; Chavarría Arnau 2009, pp. 11-13, pp.
pp. 489-494; Valenti 2014, pp. 295-296. 194-213.
70
Francovich 2002, pp. 161-162; Id. 2004, pp. XVII-XVIII; Valenti 79
Brogiolo 2007, pp. 7-38; Brogiolo, Chavarría Arnau 2008, pp. 7-8,
2004, pp. 81-88. 19-20, 23-24; Brogiolo, Chavarría Arnau 2010, pp. 45-62.

26
archeologia medievale e archeologia cristiana: due discipline a confronto

fig. 2 – Prospetto delle murature in elevato della chiesa dei SS. Giovanni e Paolo a Roma (da Kreutheimer 1937).

Oggi che lo studio delle chiese, degli insediamenti Bibliografia


monastici, dei cimiteri cristiani è praticato comunemente
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Styger P., 1935, Römische Märtyergrüfte, Berlin. nal Archeologia Medievale were certainly not too interested in those
Testini P., 1978, Discussione, in Atti del IX Congresso Internazionale themes central to Christian archaeology. In fact, they focussed on
di Archeologia Cristiana, Roma, 21-27 settembre 1975, Città del research topics that had not yet been widely explored by scholars in
Vaticano, pp. 209-210. Late Antique and Medieval archaeology, such as material culture, the
Testini P., 1979, Ecclesiae e territorio. Considerazioni preliminari per history of settlements and of landscape. Moreover, they were interested
un programma di ricerche, in Archeologia Laziale II. Secondo incontro above all in data that could provide information on the ‘lower classes’,
di studio del Comitato per l’Archeologia Laziale, Roma, pp. 235-239. marginalized by traditional historical research. On the other hand,
Testini P., 1982, L’“archeologia cristiana”. Quale disciplina oggi?, in Atti Christian archaeologists too, in general, did not enjoy a good reputa-
del V Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana (Torino, Valle di tion amongst medieval archaeologists, above all because of their lack of
Susa, Cuneo, Asti, Valle d’Aosta, Novara, 22-29 settembre 1979), interest in the newly-introduced excavation methods and the restricted
Roma, pp. 17-35. nature of their research endeavours. Despite this the journal Medieval
Testini P., 1985, “Spazio cristiano” nella tarda antichità e nell’alto me- Archaeology soon began to publish papers on churches and religious
dioevo, in Atti del VI Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana, buildings, just as certain key figures within Medieval Archaeology in
Pesaro Ancona, 19-23 settembre 1983, I, Ancona, pp. 5, 31-48. Italy maintained an active interest right from the beginning in carrying
Testini P., Cantino Wataghin G., Pani Ermini L., 1989, La catte- out research on Christian buildings in order to reconstruct Late-antique
drale in Italia, in Actes du XIe Congrès International d’Archéologie society and the history of the settlements. The progressive convergence
Chrétienne (Lyon, Vienne, Grenoble, Genève et Aoste, 21-28 septembre between Christian archaeology and medieval archaeology dates to the
1986), I, Città del Vaticano-Roma, pp. 5-231. early 1980s, and refers especially to the field of urban topography and
Tilatti A., 2003, Presenze monastiche in Friuli nell’età di San Paolino, landscape archaeology. At the same time stratigraphic excavation be-
«Antichità Altoadriatiche», 55, pp. 191-208. came more common in Christian archaeology, and churches together
Toker F.K.B., 1975, Scavi del complesso altomedievale di Santa Reparata with Christian cemeteries were also studied for the information they
sotto il Duomo di Firenze, «Archeologia Medievale», II, pp. 161-190. could provide on the history of late-antique society and the events that

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archeologia medievale e archeologia cristiana: due discipline a confronto

occurred within urban and rural settlements. In more recent years, the della loro scarsa attenzione per le nuove metodologie di scavo e del
traditional interests of Christian archaeology have increasingly become taglio troppo selettivo delle loro ricerche. Ciononostante, la rivista
central for medieval archaeology, which has greatly benefitted research; Archeologia Medievale presto accolse contributi riguardanti chiese o
breaking down outdated barriers and ideological prejudices has allowed altri insediamenti religiosi, così come alcune “anime” dell’archeologia
Christians archaeologists and medieval medievalists to collaborate on medievale italiana, sin dagli esordi, si occuparono con vivo interesse
an increasingly frequent basis. degli edifici cristiani, nell’ottica di una ricostruzione della società
tardoantica e della storia degli insediamenti. Un avvicinamento progres-
Riassunto sivo dell’archeologia medievale e dell’archeologia cristiana si registrò a
Il gruppo di studiosi che alla metà degli anni ’70 del secolo scorso partire dagli inizi degli anni ’80, nel campo soprattutto della topografia
fondò la rivista Archeologia Medievale non era certamente troppo at- delle città e del territorio. D’altra parte, alcuni settori dell’archeologia
tratto dai temi tradizionali dell’archeologia cristiana. Esso privilegiava cristiana in quel periodo cominciarono ad adottare comunemente lo
infatti campi di ricerca fino ad allora scarsissimamente frequentati scavo stratigrafico nelle loro ricerche e a guardare a chiese e cimiteri
da coloro che si erano occupati delle problematiche dell’archeologia cristiani anche per le informazioni che essi fornivano alla storia della
della tarda antichità e del medioevo: la cultura materiale, la storia degli società tardoantica in generale e alle vicende degli insediamenti urbani
insediamenti e del territorio, nell’ottica soprattutto della valorizzazione e rurali. In anni più recenti, le tematiche tradizionali dell’archeologia
di quei dati che potessero fornire informazioni sulle “classi subalterne”, cristiana sono state sempre più oggetto dell’interesse dell’archeologia
marginalizzate dalla ricerca storica tradizionale. D’altra parte, anche gli medievale, con grande vantaggio per la ricerca; l’abbattimento di an-
archeologi cristiani non godevano in genere in quel periodo in genere tichi “steccati” e pregiudizi ideologici hanno consentito ad archeologi
di buona fama presso gli archeologi medievisti, a motivo soprattutto cristiani e medievisti di collaborare sempre più frequentemente.

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€ 48,00
ISSN 0390-0592
ISBN 978-88-7814-607-5 Quarant’anni
di Archeologia
Numero Speciale

Medievale
in Italia

Italia
La rivista, i temi, la teoria e i metodi

in
a cura di Sauro Gelichi

Archeologia Medievale
Numero Speciale

di
Quarant’anni

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