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NOTA DELL’EDITORE
Come progetto iniziale, nato in collaborazione con il Museo Internazionale delle Ceramiche
di Faenza, la collana intendeva ospitare volumi concernenti tecniche e problematiche degli
operatori del restauro.
A due anni di distanza, in occasione dell’uscita del secondo volume, la collana modifica ed
amplia i suoi intenti, definendosi come contenitore per una manualistica utile a chi opera nel
settore della ricerca archeologica.
Massimo Pennacchioni
METODOLOGIE E TECNICHE
DEL DISEGNO ARCHEOLOGICO
Manuale per il disegno dei reperti archeologici
ISBN 88-7814-242-5
© 2004 All’Insegna del Giglio s.a.s.
INDICE
CONCLUSIONI E PROSPETTIVE 71
RINGRAZIAMENTI 73
BIBLIOGRAFIA 75
PROFILO DELL’AUTORE 77
PRESENTAZIONE
Occuparsi di Preistoria, sia a livello amatoriale che cessità dello studente di comprimere quante più no-
a livello professionale, significa entrare in un mondo zioni possibili nei tempi e modi stabiliti dagli ordina-
scomparso del quale sono giunte fino a noi talvolta menti universitari inesorabilmente riduce lo spazio
immagini artistiche di insospettabile livello, ma più dedicato ad alcuni argomenti più marginali o non li
spesso, tracce di insediamenti o di luoghi di culto, re- tratta affatto. Il campo della documentazione grafica
sti paleontologici e soprattutto oggetti della cultura ma- è certamente uno di questi e spesso viene trattato in
teriale, manufatti di selce, osso, ceramica, metallo e modo approssimativo, anche per la mancanza, fino-
talvolta legno e altre fibre vegetali. ra, di un manuale in italiano dedicato interamente al-
Un mondo scomparso, la cui comprensione richie- l’argomento. È quindi con soddisfazione che acco-
de sempre più una conoscenza di dettaglio delle tecni- gliamo questo volume che per la prima volta riassu-
che di esecuzione e delle sequenze operative che han- me in un insieme organico le tecniche ed i modi di
no condotto ai singoli manufatti e delle tracce di uti- rappresentazione dei reperti archeologici. La forma-
lizzazione che su questi si sono talvolta conservate. zione dell’Autore, archeologo e disegnatore profes-
La documentazione grafica di questo mondo, e sionista, provvisto di grande esperienza nel settore,
questo vale tanto per i rilievi delle manifestazione di come dimostrano, tra l’altro, i diplomi ottenuti in gra-
arte, che per il rilevamento delle planimetrie di strut- fica, fotografia, pubblicità, grafica computerizzata e
ture di abitato o di aree funerarie o rituali, o per la CAD, ha permesso un’ampia disamina non solo per
riproduzione di oggetti, rappresenta una fondamenta- quanto riguarda la realizzazione del disegno ma an-
le chiave di accesso alla sua migliore comprensione. che la sua presentazione con esaurienti note sulla
Tanto più essa è fedele, ma soprattutto tanto più impaginazione. La divisione in sezioni del lavoro fa-
essa segue regole codificate e immediatamente rico- cilita la ricerca dei temi e l’apprendimento da parte
noscibili dagli addetti ai lavori, tanto più l’immagine del lettore; non a caso, queste pagine sono il risultato
grafica diventa un sicuro e rapido mezzo di comuni- di una lunga serie di seminari svolti in particolare al-
cazione tra addetti ai lavori. Per raggiungere questo l’Università di Napoli “Federico II”, che hanno ri-
scopo di “comunicazione grafica” un buon disegno scosso un inaspettato successo con la partecipazione
non può che essere eseguito da chi di questa materia è appassionata e numerosa degli studenti.
conoscitore approfondito, come l’autore di questo La trentennale esperienza nel campo del disegno
manuale, anche se è spesso molto difficile riuscire a ha giocato un ruolo fondamentale nel fare risaltare le
coniugare una buona mano con un buon bagaglio di difficoltà che si possono presentare al neofita nel cor-
conoscenze scientifiche. L’autore di questo conciso ma so di una campagna di documentazione grafica. Le
completo manuale di disegno, ci conduce a scoprire i pagine dedicate al materiale tecnico occorrente non
mille segreti delle tecniche grafiche applicate al cam- sono banali: come ben spiegato, in situazioni partico-
po della preistoria, segreti che a nulla servirebbe tutta- lari o disagiate come in aree desertiche o lontane da
via conoscere se affidati poi ad una mano che si rifiuta centri abitati con impossibilità di trattenere i reperti,
di obbedire. È evidente che tutti possono disegnare, la mancanza del più comune strumento (di misura o
ma, come per la musica o per il canto, i risultati varia- di disegno) può pregiudicare i risultati di una intera
no di molto da persona a persona. missione. Questo manuale non è, quindi, solo una eser-
Un buon disegno, infine, non potrà mai essere so- citazione di tecnica o un riassunto di nozioni, ma un
stituito da una buona foto. Nel primo convergono anni compendio di esperienza, ricco di suggerimenti prati-
di esperienza che portano ad una necessaria sintesi di ci. Un apprezzamento particolare merita l’ultima se-
ciò che è utile mostrare o sottolineare; alla seconda, zione, dedicata all’informatica; lo sviluppo di questa
per quanto di autore essa possa essere, sfuggiranno componente pone l’archeologo di fronte a numerose
quasi sempre dettagli spesso importanti. scelte che, pur non escludendo il disegno manuale,
La formazione di un archeologo preistorico pas- permettono di affrontare una serie di problematiche
sa attraverso successive fasi di apprendimento deter- con strumenti differenti, in grado di minimizzare co-
minate dalla scelta delle discipline e dalla varietà e sti e tempi di realizzazione, con un livello di qualità
qualità dei corsi attivati nell’anno accademico: la ne- altissimo.
10 PRESENTAZIONE
Quella del nostro amico e collega Massimo Pen- Africa a Melka Kunture, nei suoi disegni, eseguiti non
nacchioni è una capacità di lettura e di sintesi che si solo per riproduzione di oggetti, ma anche per pro-
sposa ad una perfetta padronanza del mezzo tecni- getti di restauri e di musealizzazione, Pennacchioni è
co, sia esso la matita che il pennino a china, che i riuscito, in molte occasioni, a interpretare le mie idee
colori. incapaci di trasformarsi da sole in un progetto grafico
Con una marcia in più. Nella nostra ormai plurien- accettabile, spesso migliorandole e dandole una incon-
nale esperienza comune, sia in Italia (nel Parco del fondibile impronta personale.
Cilento e del Vallo di Diano e a Mondragone) che in MARCELLO PIPERNO
INTRODUZIONE
Da molti anni ormai la documentazione di mate- prattutto, dall’Istituto Centrale per la Catalogazione ed
riali archeologici non è più affrontata come esercizio il Restauro: a questa problematica rispondeva il Dizio-
di copia dal vero, utilizzando metodi e tecniche propri nario Terminologico, a cura di vari Autori, pubblicato a
delle discipline artistiche, ma ha assunto la connota- Roma nel 1980 che cercava di codificare una termino-
zione di supporto tecnico indispensabile alla descri- logia comune ed esemplificava con notevole apparato
zione degli antichi manufatti. Infatti, lo sviluppo della iconografico una tipologia limitata peraltro all’Età del
documentazione fotografica e l’abbassamento dei co- Bronzo finale ed al Primo Ferro. Numerosi sono poi
sti nella loro riproduzione (sia in bianco/nero che a stati i contributi di vari studiosi italiani e tra questi cite-
colori) ha notevolmente sminuito la necessità di ese- remo, per la diversa impostazione rispetto al Diziona-
guire le dettagliate riproduzioni con chiaroscuri a trat- rio Terminologico, quello di L. Sarti (SARTI 1989).
to di penna che hanno caratterizzato le pubblicazioni Negli Stati Uniti risale al 1989 un importante lavoro
ottocentesche e della prima metà del novecento. Lo mirato al disegno delle ceramiche (ADKINS, ADKINS 1989)
sviluppo delle analisi tipologiche e lo studio appro- mentre le regole per disegnare le industrie litiche sono
fondito dello strumentario preistorico ha, per contro, riassunte da Addington nel 1986. In Francia, nell’ambi-
comportato la necessità di adottare tecniche di dise- to degli studi sulla ceramica, si privilegia l’aspetto tipo-
gno adatte ai nuovi indirizzi e, di fatto, ha obbligato il logico (BALFET et alii 1983) ma non mancano numerosi
disegnatore a procedere nella riproduzione del manu- appunti sul disegno (tra gli altri, RIGOIR 1975).
fatto con la finalità di mettere in risalto tutte le parti- La descrizione delle industrie litiche in Europa si è
colarità che lo contraddistingue tramite una serie di avvantaggiata dalla pubblicazione delle liste tipologi-
accorgimenti e simboli comprensibili da tutti coloro che (DE SONNEVILLE-BORDES, PERROT 1954-55; BORDES
che, a scopo documentativo, di studio e ricerca, lo deb- 1979; LAPLACE 1968) che, assegnando a un gruppi di
bano utilizzare. manufatti peculiarità tecniche e/o funzionali, fornisce
Gli studiosi francesi sono stati tra i primi ad utiliz- implicitamente indicazioni sul modo di rappresentar-
zare in maniera massiccia il disegno come strumento li. La compilazione di una raccolta di termini delle in-
per l’illustrazione dei reperti provenienti da scavi e ri- dustrie litiche, pubblicata da Brezillon (BREZILLON
cerche in giacimenti preistorici (MARTIAL 1961) e gli 1968), fornisce l’occasione per vedere associato il di-
unici in Europa a codificare le tecniche di riproduzio- segno alla descrizione del reperto fornendo di fatto
ne dei manufatti litici preistorici. una lunga serie di esempi sulla rappresentazione dei
In Italia non si è mai dato alle stampe un manuale manufatti litici.
dedicato completamente al disegno archeologico ma Esaustivo per il disegno delle industrie litiche prei-
ci si è appoggiati a dispense o brevi articoli e appunti storiche è invece il manuale di Michel Dauvois “Precis
(PENNACCHIONI 1976; IDEM 1977), alcuni a margine di de dessin dynamique et structural des industries
pubblicazioni di materiali, a note sulla classificazione lithiques prehistoriques” edito da Fanlac con il contri-
e dizionari terminologici ed alla tradizione di disegno buto del CNRS nel 1976. Più recentemente, l’argo-
che ha una lunga storia e molti bravissimi artefici. mento è stato ripreso da Yvette Assiè (ASSIÈ 1995)
Ricorderemo in proposito, per quanto riguarda il che ha curato in maniera particolare l’aspetto pratico.
disegno della ceramica e dei reperti archeologici in In Inghilterra l’esigenza di comunicazione e coor-
generale, le otto pagine dedicate da Cairoli Giuliani dinamento ha determinato la nascita della Association
nel suo “Archeologia, documentazione grafica” pub- of Archaeological Illustrators & Surveyors (AAIS); il
blicato a Roma da De Luca nel 1976 e la dispensa, ben loro sito web contiene una bibliografia aggiornata di
più approfondita ed articolata, di Leonardi e Penello tutti i testi sull’argomento.
del 1991 (da quest’ultima è stato recentemente riassun- Purtroppo, nelle università Italiane ancora non si
to un lavoro pubblicato sul web: archeolab.lett.unitn.it/ prende troppo sul serio l’insegnamento del disegno e
04Seminari/pag_centrale_disegno_lunardelli.htm). rilievo dei reperti archeologici al contrario di quanto
Il dibattito sulla tipologia è invece stato più vivace succede in Europa o negli Stati Uniti (significativo il
anche per la necessità di una classificazione dei reperti titolo di un volume: The student’s guide to archaeological
archeologici molto sentita dalle Soprintendenze e, so- illustrating. University of California, 1985, 1992). Nel
12 INTRODUZIONE
programma dei corsi 2003-2004, ad esempio, l’Uni- puto della preparazione di una pubblicazione o sem-
versità di Liegi ha dedicato un corso esclusivamente plicemente del resoconto dello scavo, bisogna aggiun-
alle tecniche di documentazione grafica (ben pubbli- gere quel tempo che spesso difetta a chi già è impe-
cizzato sul loro sito web). gnato in mille altre cose, dall’organizzazione tecnica e
Le moderne tecnologie e, in particolare, lo svi- scientifica del lavoro alla parte economica e dei rap-
luppo della componente informatica a basso costo porti con istituzioni, persone e quant’altro. Demanda-
ma dalle grandi prestazioni, rappresentata dai Perso- re ad un disegnatore sembra allora la soluzione mi-
nal Computer e dalle relative periferiche, ha aperto gliore ma, a parte il personale tecnico impiegato pres-
nuovi orizzonti nello sviluppo della grafica e della so università e soprintendenze, spesso i risultati pos-
archiviazione dei documenti tanto da rivoluzionare sono essere insoddisfacenti ed il costo elevato.
concetti classici che fino a poco più di dieci anni fa La soluzione migliore è allora quella che l’archeo-
sembravano insostituibili. In questa prospettiva è logo faccia o segua direttamente il disegno del pezzo
ancora più importante descrivere quelle tecniche di accomunando a tale attività, ad esempio, quella di ca-
documentazione dei reperti che siano compatibili talogo e descrizione in modo da cogliere risultati sicu-
anche con i supporti informatici di acquisizione at- ri con solo un piccolo aumento di tempo.
tualmente più diffusi e creare negli studenti delle fa- Il presente manuale si occupa prevalentemente del
coltà di archeologia la mentalità per utilizzarli nella disegno di reperti pre-protostorici, ma può essere con-
normale attività cui si vanno a preparare. sultato con profitto anche per materiali più recenti in
quanto i principi di base sono uguali.
Dopo un’introduzione sui tipi di strumenti utiliz-
1. FINALITÀ zabili per il disegno e le nozioni per un loro corretto
Questo manuale di disegno è nato come naturale utilizzo, il lavoro è stato diviso in tre sezioni riguar-
evoluzione dei corsi svolti nelle università italiane e danti la prima il disegno dei manufatti litici, la seconda
rivolti agli studenti dei corsi di laurea ad indirizzo ar- il disegno delle ceramiche e la terza il disegno di ma-
cheologico; saper disegnare correttamente un reperto nufatti ricavati da materiali diversi (ossa, legno, metal-
ha come premessa fondamentale l’osservazione attenta li). Per ogni sezione, dopo aver affrontato metodi e
dell’oggetto al fine di comprenderne le caratteristiche tecniche di disegno a matita, si descriverà l’esecuzione
fondamentali e tradurle in una rappresentazione gra- ad inchiostro di china su carta lucida, l’impaginazione
fica. Ovviamente, queste operazioni presuppongono nei diversi formati e le tecniche di ingrandimento e
una profonda conoscenza delle tipologie dei materiali riduzione necessarie alla stampa.
(ed è per questo che le persone più adatte a svolgere il In una sezione a parte, si affronterà anche il pro-
lavoro sono gli stessi archeologi) ed una capacità di blema del disegno con l’ausilio degli strumenti infor-
renderle leggibili a tutti tramite anche una serie di sim- matici, la sua archiviazione e consultazione.
bologie e caratterizzazioni di uso universalmente ac-
cettato; il disegno, al di là delle tecniche da usare per la LA DOCUMENTAZIONE
riproduzione grafica, fornisce l’opportunità per un Ogni scavo, ricerca, rinvenimento fortuito di ma-
approfondimento degli aspetti morfologici del reper- teriale archeologico, costituisce un arricchimento del
to, di grande utilità per le problematiche connesse allo patrimonio storico culturale del mondo intero. La di-
studio ed alla pubblicazione dei complessi archeologi- vulgazione di ogni nuova acquisizione si avvale del
ci. A questo proposito, non citerò invano quanto scri- mezzo orale (conferenze, convegni ecc.) e scritto (ar-
veva quasi trenta anni fa il prof. C. F. Giuliani nella ticoli, monografie).
premessa del suo libro sul rilievo dei monumenti anti- La descrizione dei reperti è completa e sgombra
chi: «… ogni studioso… dovrebbe essere in grado di da incertezze solo quando il lettore è messo in grado
realizzare da sé dei rilievi precisi: questo fatto, costrin- di farsi una idea esatta del pezzo descritto. La visio-
gendolo ad una grande familiarità col monumento, ne diretta, la manipolazione e le misurazioni del re-
comporta una serie di osservazioni e di incertezze in- perto sono senza dubbio il modo più idoneo, ma
dubbiamente più completa di quanto non si verifichi quando ciò non è possibile, tutte le informazioni
utilizzando rilievi, anche completissimi, realizzati da devono essere ricavate dalle descrizioni scritte, grafi-
altri» (CAIROLI GIULIANI 1976). che e fotografiche contenute nell’articolo o nel sup-
Certamente il disegno dei reperti archeologici ri- porto informatico che illustra il reperto o il gruppo
chiede tempo e dedizione: ciò significa che nel com- di reperti.
INTRODUZIONE 13
Il mezzo fotografico fornisce una immagine reale Non rappresenta certo una novità il fatto che un
e relativamente dettagliata dell’oggetto; in alcuni casi, laureato in archeologia abbia difficoltà a trovare un
tale mezzo è insostituibile ma l’informazione rimane lavoro attinente la sua specializzazione. Infatti, i posti
limitata alla superficie fotografata e adeguatamente il- disponibili nelle amministrazoni statali sono molto
luminata (le zone progressivamente in ombra sono via pochi, limitati fondamentalmente alle soprintendenze
via più illeggibili); inoltre, mancherà nell’illustrazione archeologiche, alle università, ai musei archeologici,
la sezione del reperto e la possibilità di individuarne stretti nella morsa di bilanci non adeguati.
esattamente le dimensioni. La qualità della riprodu- Una buona possibilità di lavoro può invece arrivare
zione dipenderà sia dalla qualità della fotografia (di- dalle attività di supporto tecnico-scientifico. Come
mensione e sensibilità del negativo, obbiettivi, tecnica noto, e lo si evince anche dalle pagine di questo ma-
di ripresa, illuminazione) che dal tipo di supporto su nuale, a fronte della crescente necessità di ricerca e
cui viene stampata e dal procedimento usato per stam- documentazione cui lo Stato non riesce a dare seguito
parla. per penuria di addetti, è possibile rispondere con la
Inoltre, così come si rende necessario seguire un costituzione di Società aventi personale e tecnologie
corso per saper disegnare correttamente un reperto all’avanguardia che, minimizzando i tempi di esecu-
archeologico, anche la tecnica fotografica si acqui- zione dei lavori, possono fornire servizi con rapporto
sisce seguendo corsi teorici e pratici. Rispetto al di- qualità/prezzo davvero interessanti.
segno c’è poi da tener conto anche del fattore costo Una delle figure chiave di queste società è proprio
per gli strumenti necessari (macchina fotografica, quella del disegnatore-rilevatore archeologo, in quan-
obbiettivi, cavalletti, luci…) e tutti sanno che non to la maggior parte del lavoro riguarda la documenta-
basta avere l’ultimo modello di reflex per raggiun- zione grafica del patrimonio archeologico (sia quello
gere il risultato di una documentazione chiara e leg- giacente nei magazzini, sia quello in fase di acquisizio-
gibile. ne per scavi e ricerche).
Più dettagliata risulta la documentazione grafica in Se il presente manuale sarà di valido aiuto al perso-
quanto estrinseca ogni particolare con la maggiore nale impegnato in questa direzione, avremo la soddi-
chiarezza possibile (si pensi alla scheggiatura di un re- sfazione di aver raggiunto uno degli obbiettivi auspi-
perto litico) e permette di rappresentare sezioni, pro- cati in queste pagine.
spetti, piante, particolari e sviluppi in un disegno or-
ganico e perfettamente leggibile anche in scale molto 2. GLI STRUMENTI PER IL DISEGNO
piccole; la stampa dei disegni non esige carta di parti-
colari caratteristiche o pregio. Essenziali per il disegno sono gli strumenti per il
Ovviamente, qualsiasi tipo di colore dovrà essere rilievo dell’oggetto e quelli per la trasposizione grafi-
riprodotto a toni di grigio e può risultare complessa ca. Nel primo gruppo figurano squadre, righe, calibri,
l’elaborazione grafica di forme plastiche (statuette, sagomatori e quanto altro serve per misurare adegua-
protomi, rilievi ecc.). Come vedremo più avanti, il fat- tamente il pezzo. Nel secondo gruppo figurano es-
tore tempo ha un’importanza fondamentale specie in senzialmente matite, gomme, carta.
quei casi in cui il reperto non può essere trattenuto a
lungo dagli studiosi al termine della campagna di ri- 1° GRUPPO
cerche. Effettuare una serie di scatti fotografici è un Squadre: sono indispensabili quelle equilatere e sca-
sistema più veloce del rilievo grafico ed in casi limite lene, di diverse misure; consigliabili quelle plastiche
può essere l’unico modo per documentare in una si- trasparenti antiriflesso a basso coefficiente di dilata-
tuazione precaria. zione.
Spesso, peraltro, i due mezzi si completano; per l’im- Righe: indispensabile un righello da 20 cm ed una
portanza assunta dalle analisi tipologiche però, il dise- riga da 1 metro.
gno normalmente è preferito e si ricorre alla tavola Goniometri: è consigliato il mezzo goniometro,
fotografica solo come necessario complemento o come meglio con indice movibile.
“stacco” per rendere più piacevole la consultazione di Calibri: è indispensabile avere sia il tipo a becco,
un volume oppure nel caso il libro non sia diretto a ventesimale (Fig. 1), che quello a forcipe (detto anche
specialisti ma abbia finalità divulgative. “ballerina”).
14 INTRODUZIONE
Fig. 5
Per poter lavorare bene, il disegnatore dovrà di- importanti, fascicoli, raccoglitori e libri ed una casset-
sporre anche di un paio di luci da tavolo mobili con tiera per le attrezzature più delicate e minute comple-
cono di luce ben definito (faretti) ed una luce diffusa terà la postazione rendendola comoda ed efficiente.
posizionata ad una certa altezza, comandata da un reo- La documentazione cartacea può essere conserva-
stato in modo da modificare la quantità di luce am- ta molto a lungo a patto che si rispettino le seguenti
biente. Modificando la direzione dei due coni di luce condizioni: assenza di polvere, assenza di luce, limita-
prodotti dai due faretti e regolando la luce ambiente, te oscillazioni di umidità e temperatura, protezione da
si potrà scegliere l’inquadratura in cui il pezzo da dise- insetti ed altri animali che possano deteriorare il sup-
gnare riveli la totalità degli elementi morfologici e/o porto cartaceo.
decorativi che lo compongono (Fig. 4). Per il disegno Quando gli originali a matita e a penna non vengano
di reperti piccoli è indispensabile disporre di una lente consegnati ad archivi appositamente attrezzati, si dovrà
di ingrandimento da tavolo con luce incorporata (Fig. disporre di contenitori in plastica ben chiusi disposti in
5). Una scaffalatura per accogliere gli strumenti più ambienti arieggiati e facilmente accessibili e pulibili.
Sezione 1
MATERIALI LITICI
In generale è possibile affermare che il disegno è la quando tratteremo della differenza tra asse del distac-
visualizzazione su carta dell’oggetto esistente. Non di co ed asse morfologico.
rado talune indagini su materiali non facilmente repe- Peraltro, il risultato di un disegno eseguito con tali
ribili nei magazzini, vuoi per lontananza che per diffi- criteri diventa l’immagine della struttura dell’industria stu-
coltà di altro genere, sono effettuate sui disegni e, con- diata, un lavoro prettamente da archeologo specialista.
siderata la mole di documentazione che si accumula e Da qui, deriva la responsabilità di chi effettua questi rilie-
la difficoltà di accedere ai pezzi, si dovrà prevedere vi nei confronti del committente che non deve essere
che in futuro lo strumento documentale grafico, sia inferiore alla fiducia che il committente deve riporre nel
pure informatizzato, sarà sempre più usato (in questo disegnatore. Come accennato, la cosa migliore è che ar-
senso, GALIBERTI 1977). cheologo e disegnatore siano la stessa persona; nel caso
Per le industrie litiche preistoriche la rappresenta- contrario si evince, da quanto finora detto, che in un la-
zione grafica comprende anche la riproduzione della voro di documentazione di materiali archeologici il con-
tecnica e del modo di lavorazione nonché il tipo e la tributo del disegnatore ha una responsabilità pari a chi
materia del supporto usato con tutte le sue caratteri- firma la parte scritta e non sarebbe sbagliato che questa
stiche ed eventuali imperfezioni. Per raggiungere que- responsabilità si riflettesse nel far figurare con evidenza il
sto scopo si adottano particolari tecniche che combi- suo nome (eventualmente tra gli autori del contributo)
nano la resa del chiaroscuro con rappresentazioni gra- invece di relegarlo ad un ringraziamento in nota o, come
fiche appositamente codificate. È anche vero che nu- spesso capita, dimenticare di menzionarlo.
merosi autori considerano sufficiente, nella vista in
La pietra può essere lavorata con due distinte tec-
pianta, il solo rilievo del perimetro del manufatto e i
niche: la scheggiatura e la levigatura (in alcuni casi le
contorni delle scheggiature: così ad esempio SCHMIDER
tecniche sono tra loro combinate). Prenderemo in
1971 o BARFIELD, BAGOLINI 1976. Per le motivazioni
considerazione ora la pietra scheggiata, che rappre-
già addotte e per le prospettive indicate in queste pa-
senta il tipo di manufatto di più lunga durata in asso-
gine, non si può essere d’accordo su questi metodi.
luto, dai primordi all’avvento dei metalli.
Avremo modo di tornare sull’argomento nella parte
riguardante il ripasso ad inchiostro di china su carta
lucida. 1. LA PIETRA SCHEGGIATA
L’orientamento del manufatto è la cosa più diffici-
ORIENTAMENTO DEL REPERTO
le da decidere poiché riflette la funzione che noi im-
maginiamo per quell’oggetto. In molti casi l’utilizzo Morfologia della scheggia
del manufatto, in base alla tipologia, non pone dubbi:
ad esempio, una scheggia di selce con stacchi ortogo- Partendo da un pezzo di pietra (nucleo) si ottengo-
nali che creano un robusto spigolo è identificata come no manufatti staccando delle schegge per mezzo di
bulino, uno strumento per incidere. Un oggetto con colpi inferti con un altro oggetto (percussore); il pro-
dei ritocchi disposti su lati convergenti invece può es- dotto finito può derivare dall’utilizzo della pietra così
sere identificato come una punta oppure come un ra- sbozzata (chopper, chopper bifacciale, bifacciale, rabot,
schiatoio convergente, il che significa che in fase di poliedro…) o dall’utilizzo di una scheggia o da una
disegno si deve scegliere un diverso orientamento sul ulteriore lavorazione che modifichi una delle schegge
foglio a seconda che sia l’uno o l’altro tipo di stru- tratte dal nucleo ottenendo uno strumento con deter-
mento. Compito del disegnatore archeologo è di iden- minate caratteristiche morfologiche.
tificare il pezzo tramite una valutazione dettata, ad Una scheggia di selce presenta solitamente le se-
esempio, dall’applicazione di una tipologia. Problemi guenti caratteristiche:
maggiori derivano dalla difficoltà di identificare stru- – un piano di percussione (o tallone), che è l’area che
menti frammentari o non riconducibili a tipologie cer- ha subito l’impatto del percussore, che può essere,
te, come porremo in evidenza in seguito, ad esempio nell’ordine, liscio, diedro, puntiforme, a faccette,
naturale (Fig. 6);
MATERIALI LITICI 19
Fig. 6
– una faccia ventrale caratterizzata, in corrisponden- di percussione è stato scelto come punto di riferimento
za del piano di percussione, da un “bulbo” (o cono) per orientare la scheggia: normalmente, il piano di per-
più o meno accentuato che si attenua sempre più cussione viene posizionato in basso. Nella terminolo-
man mano che ci si allontana dal punto di impatto gia corrente la zona del tallone è chiamata “estremità
(Fig. 7); prossimale”, la parte opposta “estremità distale”.
In seguito verranno descritte le eccezioni ed i pro-
blemi, di non poco conto, che ne derivano.
Tallone presente tallone mancante tallone ridotto/ 2 bulbi adiacenti 2 bulbi opposti bulbo bifacciale
bulbo assottigliato
Fig. 10
lizzati dalla maggior parte degli autori sono riferiti a 6 re la funzionalità di certe categorie di strumenti (recen-
casi (Fig. 10): temente, il contributo in PERETTO 1998).
Alcuni autori indicano con un cerchietto la posizio- Nel caso di reperti che non hanno un loro specifi-
ne del colpo; il cerchietto bianco indica l’assenza del co orientamento (schegge ritoccate, denticolati, ecc.)
tallone e un cerchietto pieno la sua presenza (Fig. 10). si porrà il manufatto orientato secondo l’asse del di-
Maggiori problemi li pongono altri tipi di strumenti. stacco.
Benché a volte risulti arduo determinare la differenza Nel caso poi di reperti troppo frammentati, è sem-
tra una punta musteriana ed un raschiatoio dejeté, quan- pre prudente rappresentare il pezzo secondo l’asse del
do tale strumento dovrà essere disegnato il suo orien- distacco (in questi casi la descrizione analitica indica
tamento renderà esplicita la scelta del tipo: infatti la tipologie generiche: frammenti ritoccati, frammenti di
punta dovrà essere rappresentata seguendo l’asse mor- lame o punte a dorso, ecc). Per quanto riguarda i nu-
fologico, il raschiatoio seguendo l’asse del distacco; clei, l’orientamento è determinato dalla posizione del
con questo modo Bordes ha esemplificato la differen- piano di percussione, che deve essere posizionato in
za tra raschiatoio convergente e punta (BORDES 1979, basso. Nei nuclei con più piani di percussione (oppo-
tav. 11 nn. 3, 8; tav. 22 nn. 1, 10, 11) anche se, quando sti, centripeti ecc.) si posizionerà in basso il piano di
questi due assi coincidono, la distinzione non è più percussione più utilizzato o utilizzato per l’ultimo di-
tanto chiara (tav. 11 n. 1, punta; tav. 20, n. 3, raschiatoio stacco (Fig. 11).
convergente). Si elencano di seguito gli orientamenti che, secon-
Il problema riguardante la determinazione funzio- do consuetudine, vengono seguiti per alcune tipologie
nale è sempre di grande attualità malgrado le ricerche in di reperti ove non sempre l’asse morfologico coincide
questo senso siano in atto da decenni (cfr. ad es. SEMENOV con l’asse di distacco:
1964); le contestazioni che seguirono la presentazione – strumenti a punta (bifacciali, punte, pugnali…): con
delle liste tipologiche per quanto riguardava le denomi- la punta verso l’alto;
nazioni dei raggruppamenti dei manufatti non sono state
seguite da ampi dibattiti anche se, in special modo per – strumenti a tranciante trasversale (hacheraux, pun-
talune industrie molto antiche, sarà ben difficile stabili- te a tagliente…): tranciante in alto;
Fig. 11
MATERIALI LITICI 21
– strumenti a tranciante trasversale (accette campi- 1983 pag. 117). Nel disegno, le smussature d’uso ven-
gnane): tranciante in basso; gono evidenziate con puntini disposti parallelamente
– strumenti a muso (grattatoi): con il muso in alto. al bordo del manufatto (Fig. 13 a); sul reperto, si di-
stinguono agevolmente con la lente di ingrandimento
Poiché è stato introdotto il concetto di ritocco, per e spesso presentano gli spigoli arrotondati. Il ritocco
opportuna conoscenza si ricorda in questa sede che i marginale, anche se di ampiezza minima, ha invece
ritocchi sono stati ordinati, in una tipologia general- quelle caratteristiche di regolarità e continuità che lo
mente accettata, secondo il modo (semplice, S; erto, A; rende non confondibile con il ritocco inframarginale.
piatto, P; sopraelevato, SE), l’ampiezza (marginale, pro- A livello di realizzazione grafica è però impossibile
fondo o invadente), l’andamento (continuo, denticola- caratterizzare differentemente i ritocchi marginali da
to, incavo), l’orientamento (diretto, inverso, bifacciale) quelli inframarginali a meno di procedere ad elevati
(Fig. 12) (LAPLACE 1968). ingrandimenti. Si propone in questa sede di adottare
Recentemente, a proposito dell’industria di Passo per il ritocco inframarginale un simbolo a zig-zag la
di Corvo, con la dizione “ritocco inframarginale”, sono cui ampiezza sia proporzionale alla sbrecciatura rile-
stati definiti «… manufatti caratterizzati dalla presen- vata (Fig. 13 b). Altre tracce d’uso (una bella docu-
za sui bordi non di un vero e proprio ritocco, ma di mentazione in questo senso in LONGO 1994), rilevabili
sbrecciature irregolari, spesso alterne, o stacchi molto al microscopio, si presentano come abrasioni dei bor-
minuti, talora parziali, dovuti con tutta probabilità ad di e vengono visualizzati nel disegno con opportuni
una loro qualche utilizzazione: tanto più che vi si os- simboli (DAUVOIS 1976, fig. 29 pag. 131; vedi elenco
servano di frequente smussature d’uso» (RONCHITELLI dei simboli alla fine della sezione 1).
Le viste
Concetti di altezza, larghezza, spessore, incli- in considerazione (di distacco o morfologico); si noti
nazione (Fig. 17) che le misure della massima larghezza e lunghezza ri-
ferite all’asse del distacco possono assumere un signi-
Come tutti gli oggetti, anche i manufatti litici sono
ficato tipometrico importante.
contraddistinti da grandezze geometriche.
L’inclinazione da riprodurre nel disegno si riferi-
Trattando della differenza tra asse del distacco ed
sce alla posizione del reperto rispetto ad un riferimen-
asse morfologico, sono state introdotte le nozioni ne-
to. Come vedremo più avanti il rilievo di un manufat-
cessarie al corretto posizionamento del reperto. Si con-
to deve rispondere a criteri geometrici: l’inclinazione
sidera altezza di un reperto la distanza massima fra la
rispetto al piano di riferimento (il piano del tavolo da
zona della percussione e l’estremo opposto lungo l’asse
disegno) è cruciale per il corretto rilievo ed il successi-
del distacco. Ove però ci sia stata una modifica della
vo posizionamento del disegno sulla tavola delle figu-
forma della scheggia e l’asse morfologico sia dunque
re (Fig. 18).
diverso dall’asse del distacco, si considera altezza la di-
Le dimensioni di un manufatto sono parte fonda-
stanza tra i due estremi dell’asse morfologico.
mentale del disegno e devono essere riportate con la
Per spessore si intende invece lo spessore massimo
massima accuratezza; l’espressione analitica delle mi-
del reperto. Tale misura è importante quando si verifi-
sure serve alla descrizione dell’industria, alle indagini
cano alcuni rapporti di grandezza (ad esempio tra i
statistiche ed alla definizione di taluni indici.
bifacciali oppure, nelle schegge, per distinguere quelle
sottili da quelle spesse). La luce
Per larghezza si intende la larghezza massima di un
manufatto misurandola ortogonalmente all’asse preso Come in tutti i reperti che necessitano di un chia-
roscuro, anche i manufatti litici necessitano di una fonte
di luce che, convenientemente orientata, metta in ri-
salto le scheggiature e le linee concentriche derivanti
dal distacco. Convenzionalmente, si considera una luce
posizionata in alto a sinistra: le scheggiature più na-
scoste verranno quindi eseguite infittendo le linee,
quelle più esposte, diradandole (ad es. come nelle
Figg. 8, 11, 18). Alcuni artifici consentiranno inoltre
di rendere lo spessore del manufatto e/o la sua “ripi-
dità”, intendendo con questo termine l’angolatura del
ritocco rispetto alla faccia ventrale: un ritocco erto può
infatti essere “ripido” (come in taluni raschiatoi e grat-
tatoi) oppure no (come nella classe dei dorsi). Per rag-
giungere lo scopo, normalmente, si scurisce la parte
Fig. 17 più bassa della scheggia infittendo le linee che verran-
no man mano diradate verso la sommità (Fig. 18). Lo
Fig. 18
24 SEZIONE 1
spostamento della fonte di luce ci permette di sceglie- Tenendo la matita verticale, così da effettuare la
re quella inclinazione più favorevole a porre in risalto proiezione dei punti, si segue il contorno del pezzo.
tutte le scheggiature o, perlomeno, ad individuarle per Se non si è sicuri della propria mano, un semplice at-
poi poterle trasporre nel disegno. trezzo che tenga in posizione una matita (un esempio
può essere quello della Fig. 19b), può risolvere il pro-
GLI STRUMENTI PER IL DISEGNO blema. Prima di rimuovere il reperto si segnano, con
Sono quelli classici, elencati nelle pagine preceden- un trattino, l’origine delle principali scheggiature. Si
ti. È essenziale, stante la complessità e le dimensioni toglie il pezzo e si ripassano i contorni in modo da
che generalmente presentano questi reperti, una estre- averli ben netti; è molto importante evidenziare tutti i
ma precisione e quindi è raccomandabile una matita a particolari: le parti incavate spesso denotano, ad esem-
micromina da 0.5 mm di durezza non inferiore ad H e pio, la presenza di un ritocco mentre gli spigoli, di so-
l’uso di carta bianca dura e liscia. Per le correzioni, è lito, corrispondono al perimetro della scheggia (ner-
consigliata una gomma a matita sempre ben affilata. vature). Per pezzi molto piccoli, dopo aver eseguito il
Per reperti di dimensioni talmente piccole da mettere rilievo del contorno lo si ingrandisce (per esempio,
a repentaglio la chiarezza del disegno, è opportuno con l’ausilio di una fotocopiatrice). Si passa quindi a
operare a dimensione doppia ingrandendo fotostati- disegnare i contorni delle scheggiature e dei ritocchi
camente il solo contorno. (Fig. 19c, da PALMA DI CESNOLA 1978).
I metodi che si possono seguire sono numerosi: la
RILIEVO DEL MANUFATTO scelta è legata a preferenze personali ma anche al tipo
di manufatto da disegnare. Ad esempio, per manufatti
Passiamo ora a descrivere in maniera dettagliata le ampi e piatti si può anche usare il metodo, un po’ la-
fasi del disegno in scala al vero (scala 1:1) di un ipoteti- borioso, della triangolazione: con l’ausilio di una luce
co manufatto litico. più o meno radente per meglio identificare le nervatu-
re, si triangolano alcuni punti (che chiameremo “punti
Rilievo in pianta di una scheggia
notevoli”) che serviranno di riferimento al rilievo di
Si appoggia il manufatto precedentemente ben pu- tutte le tracce presenti sul reperto (Fig. 20). Verranno
lito mettendo la faccia ventrale parallela al piano del quindi disegnati i contorni di tutte le scheggiature pre-
tavolo da disegno su cui è fissato il foglio di carta (Fig. senti. È da tener presente che l’occhio umano ha un
19a); per raggiungere lo scopo si usano distanziatori alto potere risolutivo che si accresce man mano che
di gomma o materiale morbido facilmente sagomabi- l’area sottoposta a rilievo diventa più piccola. Non sarà
le (ad esempio la “gomma pane”). Per molti manufatti quindi necessario triangolare un numero troppo gran-
su lama o scheggia basta trovare una posizione stabile de di punti ma quanto basta a redigere un rilievo suffi-
(un artificio consiste nel mettere un foglio di cartonci- cientemente preciso. Un altro sistema molto seguito,
no sotto il foglio di carta in modo da avere un piano dopo aver tracciato il contorno su un foglio fissato al
morbido che accetti la pressione esercitata sul pezzo tavolo, è quello di posizionarsi con la matita sul punto
e, deformandosi, lo mantenga in posizione). da rilevare, spostare il reperto tenendo la matita ferma
b c
Fig. 19
MATERIALI LITICI 25
Fig. 20 – Sequenza delle operazioni di rilievo tramite triangolazioni e risultato finale: sono evidenziati con un numero
i “punti notevoli” e con un trattino e le lettere dell’alfabeto la posizione delle nervature ripresa durante il ricalco del
manufatto. Il compasso da usare è quello a bracci snodabili avendo cura di prolungare la mina della matita posta
sull’asta snodata per recuperare lo spessore del pezzo.
e poi calarla a segnare il punto rilevato. Al posto della margine di una scheggiatura che invece va a morire
matita può essere usato un piombo ben appuntito che impercettibilmente. Per quanto possibile si deve cer-
all’atto dello spostamento del reperto, calando, pro- care di rappresentare le situazioni così come appaio-
vocherà sul foglio di carta un segno. no, a costo di redigere un disegno un poco meno chia-
Per schegge sufficientemente piatte, si può procedere ro, piuttosto che “inventare” un qualcosa che non ha
a misurazioni dirette sul pezzo (con il calibro o una attinenza con la realtà (Fig. 21).
squadretta) senza pregiudicare l’esattezza del disegno.
Questa è comunque la fase più difficile e complica-
ta del lavoro: alle difficoltà del rilievo si aggiunge an-
che il fatto che spesso i contorni delle scheggiature
sono difficilmente visibili; per ovviare a ciò si usa tal-
volta passare la mina di una matita morbida (il colore
verrà scelto in modo da contrastare con quello del-
l’oggetto da disegnare) sulle costolature che si voglio-
no evidenziare.
Le operazioni di rilevamento possono presentare
margini di incertezza o porre il disegnatore nella con-
Fig. 21 – I margini delle scheg-
dizione di dover interpretare gli andamenti delle scheg- giature non hanno un contorno
giature: a volte si prende per una costolatura una on- ben definito (da DE LUMLEY -
dulazione più accentuata oppure si tende a chiudere il WOODYEAR 1969).
26 SEZIONE 1
Si tenga comunque presente che in un futuro sem- nufatto piuttosto che accorgersi alla fine di aver male
pre più vicino il rilievo dei manufatti sarà eseguito con impostato il disegno.
l’uso di tecnologie avanzate comprendenti anche la In fase di esecuzione del disegno a matita, è bene
componente informatica: questo aspetto è trattato nella disegnare l’andamento dell’impronta della scheggia,
sezione 4. con chiaroscuro oppure tramite simboli (Fig. 23a), in
modo da sapere sempre come deve essere reso il chia-
Rilievo in pianta di altre tipologie roscuro ad inchiostro. Qualora si debba porre in evi-
denza direzione e consecutività dei distacchi nell’am-
Anche per le varie tipologie di manufatti si adotte- bito del supporto prescelto (succede spesso negli stu-
ranno procedimenti simili a quelli già descritti cercan- di di complessi Levallois), si può fare riferimento ad
do di volta in volta di adattare le modalità di rilievo una serie di rappresentazioni schematiche (un esem-
alla particolare conformazione dell’oggetto: ad esem- pio recente in PERESANI 1996).
pio, un bifacciale avrà bisogno di un supporto di pla- I manufatti fratturati dovranno riportare la coppia
stilina indurita per rimanere in posizione ed una com- di trattini di prolungamento della parte mancante
binazione degli accorgimenti descritti per rilevare i (Fig. 23b).
margini del manufatto ed i particolari interni. Si tenga Per i nuclei e tipologie simili, come i rabots, è neces-
presente che, seppure più lento ed elaborato, uno dei sario ricorrere sia al prospetto che alla vista dell’area
mezzi migliori per il rilievo di manufatti di considere- del piano di percussione o di una sezione vicina in
vole spessore (chopper, bifacciali, rabot, nuclei…) è modo da avere la visione del tipo di preparazione del
rappresentato dall’esecuzione di una serie di sezioni, nucleo e della successione dei distacchi (Fig. 23c).
di solito una longitudinale ed alcune trasversali, pas-
santi per punti notevoli, come esemplificato nella se- Rilievo delle sezioni
guente Fig. 22.
Le sezioni si possono rilevare con vari metodi:
È molto importante che il pezzo in fase di rilievo
non si muova per non falsare le misure; in particolare, a) con un sagomatore o con la fettuccia di piombo
gli oggetti non su scheggia spesso presentano proble- oppure l’alluminio ricotto (Fig. 3);
mi di posizionamento corretto e stabile. È preferibile b) con la proiezione sul foglio dei margini come per il
perdere un poco più di tempo per fissare bene il ma- rilievo in pianta (Fig. 19b);
Fig. 22
MATERIALI LITICI 27
c) con la misurazione assoluta per mezzo di un cali- zioni sul tipo di superficie e dal taglio come in Fig. 22
bro di punti già posti in evidenza in pianta. (come detto, il taglio di un bifacciale indica i proce-
dimenti di scheggiatura ed è indicativo di talune in-
A secondo delle tipologie, si possono eseguire se- dustrie e della loro antichità).
zioni trasversali oppure longitudinali; ad esempio, di Sulla opportunità di ricorrere a sezioni (trasversali
un manufatto su lama normalmente si esegue la se- e/o longitudinali) oppure a profili e sulle modalità di
zione trasversale: di un grattatoio quella longitudina- rappresentazione di casi particolari, si consulti lo stu-
le. A volte, alla sezione longitudinale si preferisce una dio approfondito compiuto da una delle figure più rap-
vista laterale semplificata ovvero composta dal solo presentative del disegno archeologico francese
profilo (Fig. 24) eventualmente integrato da indica- (LAURENT 1970).
Fig. 24 – Sezioni trasversali di una punta e longitudinali di un grattatoio e un bifacciale (da DE LUMLEY-WOODYEAR 1969).
28 SEZIONE 1
Fig. 25 – Esempi di viste per un bulino e un dorso (da PENNACCHIONI, TOZZI 1984), una scheggia ritoccata (da DE
LUMLEY-WOODYEAR 1969).
Rappresentazioni miste
In qualche caso è possibile sovrapporre alla se-
zione trasversale il prospetto del piano di percussio-
ne (Fig. 28).
Rappresentazioni particolari
Particolari situazioni richiedono interventi grafici
fuori dalla norma: è il caso delle riproduzioni di parti-
colari importanti come le tracce di usura, i rimasugli
di mastice dei manufatti immanicati, i rimontaggi dei
nuclei, ecc.; alcuni esempi, tratti da DE L UMLEY -
WOODYEAR 1969, sono riportati in Fig. 29; ove si adot-
tino simboli, alla fine della sezione 1.
Fig. 28
a) tracce di usura
su un raschiatoio
b) rimontaggio
di un nucleo
Fig. 29
30 SEZIONE 1
Scala grafica
Fig. 30
Fig. 36
Fig. 37
34 SEZIONE 1
Fig. 38
se il ribaltamento sull’asse orizzontale si avrebbe l’ine- una documentazione di riserva che ci può salvare da
vitabile risultato di una non corretta rappresentazione possibili incidenti.
della direzione della luce sulla seconda vista (Fig. 40); La raccolta sia degli originali che delle copie deve
effettuando invece il trasporto della seconda faccia essere tenuta in un luogo fresco ed asciutto, in parti-
sotto la prima si manterrà la stessa direzione di luce colare gli originali per evitare stress alla carta da luci-
per ambedue le viste (Fig. 41). do a causa dell’umidità oppure lo scioglimento della
Una volta eseguito il montaggio dei disegni, inseri- colla dello scotch per il caldo. Anche la luce gioca un
ta la scala grafica e la numerazione progressiva dei re- brutto scherzo alla carta da lucido ingiallendola e quindi
perti, è possibile riporre al sicuro la tavola, meglio en- è meglio prevedere contenitori chiusi per riporre i di-
tro le buste di plastica trasparente provviste di fori per segni.
l’inserimento nei contenitori ad anelli. Un buon suggerimento è quello di riporre in un luo-
Poiché i disegni devono essere consegnati alla ti- go sicuro anche i disegni a matita in quanto rappresen-
pografia, è sempre bene effettuare una buona copia tano l’originale del rilievo e spesso contengono infor-
fotostatica di tutte le tavole in modo di conservare mazioni che non sono più rintracciabili nel lucido.
36 SEZIONE 1
Fig. 42
ANALISI DELLE TRACCE D’USO gine tagliente rientrando in questo modo nella classe
degli “strumenti” (LONGO 1994).
L’analisi delle tracce d’uso su di un reperto litico Recenti contributi su questo tema hanno ampliato
può essere di ausilio, in associazione con numerose le metodiche di ricerca con risultati che, in qualche
altre analisi, all’identificazione delle attività svolte nel caso, permettono di risalire anche al tipo di materiale
sito preistorico ed alla ricerca della funzione d’uso dello lavorato (osso, legno, carne…) ed al tipo di lavorazio-
strumento. ne (taglio, raschiamento…) (LONGO, JOVINO, LEMORI-
Lo svolgimento di una attività che implichi l’uso NI 2001).
di uno strumento litico lascia tracce sul margine atti- Volendo trasporre in disegno questo tipo di manu-
vo (cioè quello utilizzato per il lavoro) rilevabili con fatti è evidente che nelle figure debba essere adottata
indagine sia visiva per i casi più evidenti (ad esempio una idonea simbologia. Quella riportata in LONGO
gli elementi di falcetto) che microscopica per altri. 1994, è il risultato di uno studio molto dettagliato, che
La pratica dell’osservazione al microscopio di nume- non si discosta molto dalle simbologie già proposte
rose industrie ha già rivelato un dato significativo vale da altri autori per quanto, come accennato preceden-
a dire che molti manufatti apparentemente privi di temente, sarebbe conveniente distinguere con simboli
ritocco sono invece stati utilizzati per sfruttare il mar- diversi il ritocco d’utilizzo dal microritocco.
Margine attivo
Grado di politura
«Le pubblicazioni di ceramica si servono largamente Nelle pagine seguenti cercheremo di fornire tutte
della documentazione grafica (e fotografica): ora… ci si le nozioni necessarie ad affrontare la descrizione gra-
domanda quali elementi in più, tranne il colore dell’argil- fica di un reperto ceramico, ponendo particolare en-
la e ben poco d’altro, dia la scheda descrittiva… perché fasi sulla ceramica vascolare che rappresenta la tipolo-
non risparmiare il testo limitandolo solo a quei pochissi- gia più comune tra quelle che si rinvengono sul terre-
mi elementi non desumibili da un grafico completo?». no durante ricerche e scavi.
Con queste parole F. C. Giuliani esprime l’impor-
tanza del disegno dei materiali archeologici, in parti- Nel momento in cui ci accingiamo ad affrontare il
colare delle ceramiche (CAIROLI GIULIANI 1976). disegno della ceramica ed in particolare delle tipologie
Un disegno ben fatto mette lo studioso nella con- vascolari, è necessario ripercorrere un minimo di no-
dizione di poter utilizzare i dati con criteri oggettivi zioni di costruzioni geometriche che ci permetteran-
sia per confronti che per statistiche rivolte anche solo no di affrontare i problemi relativi alla ricostruzione
a porzioni della geometria del reperto (forme, dimen- della forma di un vaso partendo da una porzione si-
sioni, rapporti dimensionali, indici…). gnificativa di essa.
1. ELEMENTI DI GEOMETRIA
Fig. 51
L’illustrazione di una forma vascolare si basa su Un altro sistema veloce per stabilire l’inclinazione
una proiezione composita realizzata utilizzando l’asse del di un frammento è descritto in CAIROLI GIULIANI 1976
vaso quale elemento separatore tra la metà a sinistra pag. 82, fig. 118 che riportiamo, con marginali modifi-
assegnata alla sezione ed alla parete interna e quella a che, in Fig. 53.
destra assegnata al prospetto e profilo; la pianta, ove si Una forma vascolare può essere assimilata ad un
ritenga di disegnarla, la si disegnerà in alto se si tratta solido geometrico o ad una serie/combinazione di soli-
di una vista dall’alto (guardando cioè l’imboccatura del di geometrici: alcune definizioni tipologiche prendono
vaso), dal basso se si vogliono evidenziare particolari- spunto da ciò: scodella tronco conica, ciotola emisferi-
tà presenti nelle zone di fondo del recipiente (Fig. 51). ca, vaso biconico ecc. (AA.VV. 1980; SARTI 1989). Poi-
Per la realizzazione del disegno è necessario determi- ché può essere necessario disegnare lo sviluppo di parti
nare l’inclinazione del frammento. significative di un vaso (ad esempio perché vi sono im-
portanti decorazioni), bisogna essere in grado di effet-
INCLINAZIONE DI UN FRAMMENTO tuare la costruzione geometrica di questi sviluppi.
Prendiamo il semplice esempio di una porzione di
Per determinare la giusta inclinazione di un fram-
vaso di forma troncoconica (Fig. 54a): lo sviluppo della
mento ceramico esistono vari metodi che sfruttano i
figura geometrica, che conterrà il motivo decorativo, è
principi della geometria. Uno, già accennato, parte dal
rappresentato in Fig. 54b; le relazioni che legano gli
presupposto che la linea del profilo, rilevata con un
elementi geometrici della figura sono:
profilografo, passa per due punti assegnati: i due punti
possono essere presi a scelta sulla parete del vaso e su angolo a = 360° × R/G
di essi si rileva l’arco di cerchio da cui ricavare il dia- In realtà dobbiamo considerare che le forme vasco-
metro (Fig. 52). lari, anche al tornio ma ancor di più quelle foggiate a
Fig. 52
mano, sono afflitte da imperfezioni insorte durante la lo stato di conservazione del pezzo, desumibili dal di-
fabbricazione, la cottura, la giacitura nel deposito ar- segno: un frammento di bordo regolare di dimensioni
cheologico. Ciò significa che rispetto al nostro modello vicine o superiori ad un quarto di vaso consentirà un
teorico, i procedimenti geometrici esposti, soprattutto errore ragionevole sulla misurazione del reale diame-
quelli riguardanti la ricostruzione grafica a partire da un tro del recipiente, al contrario di un bordo rovinato o
frammento, forniranno misure indicative. irregolare o di piccole dimensioni.
Questo stato di cose non costituisce un ostacolo Non dobbiamo perciò nascondere che tentativi di
insormontabile anche e soprattutto perché ognuno di ricostruzione grafica a partire da frammenti troppo
noi è perfettamente a conoscenza del problema e mai piccoli o irregolari o rovinati costituiscono un vero e
si sognerebbe di introdurre speculazioni sulle esatte proprio falso.
dimensioni di un vaso. Questo non significa che sono perduti per le inda-
Il lettore è inoltre messo in guardia sul margine di gini archeologiche: come vedremo più avanti anche
errore semplicemente controllando la dimensione e loro trovano spazio nelle pubblicazioni scientifiche.
42 SEZIONE 2
Fig. 55
MATERIALI CERAMICI 43
Fig. 56
Fig. 57
44 SEZIONE 2
Fig. 59
Fig. 60
c
Fig. 58
Fig. 62
MATERIALI CERAMICI 45
Fig. 63
Recipienti con due elementi da presa no rappresentati con la porzione sopravvissuta con-
tenente l’ansa di prospetto nel quadrante destro del-
Nel caso di recipienti integri, la rappresentazione la griglia ricostruttiva ed i profili ai due lati della rico-
è quella esemplificata in Fig. 66, eventualmente con struzione vascolare (Fig. 67); nel caso di anse impo-
la sezione o il prospetto dell’ansa riportato accanto state orizzontalmente si rappresenterà la sezione nello
sulla destra. I recipienti biansati in frammenti vengo- sviluppo del quadrante sinistro (Fig. 68).
Fig. 66
Fig. 67
Fig. 68
MATERIALI CERAMICI 47
Recipienti con tre elementi da presa Ove possibile la rappresentazione è quella esem-
plificata in Fig. 69; l’alternativa può essere una vista
È certamente uno dei casi meno frequenti, indivi- dall’alto.
duabile solo in presenza di recipienti integri o rappre- Un problema analogo si presenta per le basi a tre
sentati da ampie porzioni. piedi (si vedano le esemplificazioni in Fig. 82).
Recipienti con quattro elementi da presa con prese o altri elementi decorativi a rilievo (Fig.
71). Negli esemplari integri come in quelli in fram-
È un caso tutt’altro che infrequente: spesso sul menti, la rappresentazione vede gli elementi da presa
recipiente sono impostate quattro anse (Fig. 70) ma posizionati sul profilo, l’asse di mezzeria e la sezio-
possono esserci casi in cui le anse si intervallano ne (Fig. 72).
Fig. 71
Fig. 72
48 SEZIONE 2
LA DECORAZIONE
Il rilievo di una decorazione presente su una forma
vascolare ci introduce al problema della visualizzazio-
ne su una superficie piana di un disegno eseguito su
una superficie curva. Per la sua risoluzione è necessa-
rio ricorrere alle proiezioni.
Esaminiamo il semplice caso di una decorazione
incisa a zig-zag sulla spalla di un vaso. Una rappresen-
tazione reale dell’andamento del motivo decorativo è
possibile effettuarla disegnando il vaso in pianta (Fig.
73); proiettando i punti corrispondenti ai vertici delle
linee sul prospetto e congiungendoli, si otterrà una
rappresentazione che tiene conto dell’inclinazione del
manufatto.
Per decorazioni complesse o di particolare interes-
se, può essere necessario ricorrere allo sviluppo su su-
perficie piana dell’intero tema decorativo, come accen-
nato in precedenza (si veda l’esempio in Fig. 54 a-b).
Nell’ambito della preistoria italiana questa necessi-
tà si presenta però abbastanza raramente e normal-
mente si riproduce una porzione sufficientemente
ampia della superficie decorata.
Fig. 73
Decorazioni incise/solcate/impresse
La riproduzione delle decorazioni vascolari rien-
trano nell’ambito della “copia dal vero”; peraltro, la
necessità di far capire immediatamente la tecnica di
decorazione unitamente al bisogno di eseguire rapida-
mente i disegni, ha portato ad adottare rappresenta-
zioni semplificate che riducano al minimo i chiaroscu-
ri e quindi i tempi di esecuzione. Così, le incisioni, le
linee solcate e le impressioni di qualsivoglia stampo
(cardium, rotella dentata, cordicella, ecc.) verranno rap-
presentate con due linee ci cui la superiore più marca-
ta e quella inferiore più sottile (incisione profonda,
solcatura, cardium) con l’aggiunta di tratti trasversali per
identificare la rotella dentata e la cordicella. L’incisio- Fig. 75 – Vaso neolitico dipinto a bande rosse.
ne sottile ed il graffito con linea singola (Fig. 74).
Decorazioni plastiche
Decorazione dipinta
La decorazione dipinta viene eseguita con sfumatu- Rientrano in questo tipo di decorazione i cordoni
re più o meno accentuate che verranno rese, in fase di sia lisci (es. Fig. 78) che digitati (es. Fig. 77), le superfi-
lucidatura a china, con puntinato più o meno fitto così ci rese scabre da riporti di argilla (ad es. i “vasi squa-
da rendere le tonalità di colore (Fig. 75). mati), le protomi, le figure applicate ecc.; la resa di
Come accennato precedentemente, alcune sintassi questi elementi è affidata ad un leggero chiaroscuro
(Fig. 77).
di vasi decorati, in particolare quelli dipinti, assumono
caratteristiche di particolare complessità ed interesse Ove gli elementi plastici assumono andamenti ver-
ticali (festoni, reticoli ecc.) si disegna lo spessore del-
e può essere necessario riportare lo schema decorati-
l’elemento plastico sulla sezione (Fig. 78).
vo a parte come nell’esempio seguente riguardante un
vaso miceneo, ove si è ricostruito anche il motivo de-
corativo (da LISANDRI 1984). I FRAMMENTI NON RICOSTRUIBILI
Lo sviluppo di un solido geometrico, al quale pos- Spesso accade che la documentazione di quanto
siamo assimilare il vaso o parte di esso, segue regole rimane di un insediamento sia ridotto a pochi fram-
ben precise, come spiegato negli elementi di geome- menti di modeste dimensioni; è molto importante cer-
tria all’inizio della sezione 2; per esigenze di visualiz- care di ricostruire da questi pochi elementi la tipologia
zazione però, può essere necessario adottare alcune originale ma spesso ciò non è possibile: gli unici ele-
tecniche, una delle quali, chiamata proiezione rettifi- menti che si possono fissare su carta sono quindi il
cata, come nel caso della Fig. 76b, permette di inserire prospetto del frammento e la sua sezione che verran-
entro un parallelogramma gli elementi decorativi rile- no disposti uno accanto all’altro (con la sezione sem-
vati e la eventuale ricostruzione di essi. pre sulla sinistra del prospetto) (Fig. 79).
Fig. 76a – Forma del vaso. Fig. 76b – Sviluppo della decorazione in proiezione rettificata.
50 SEZIONE 2
Fig. 77
Fig. 78
Fig. 79
MATERIALI CERAMICI 51
Fig. 80
2 3 4
3-4
Fig. 82 – 1-2. Vasi polipodi; 3-4. vasi gemini; 5. vaso con beccuccio; 6. vaso a bocca quadrata.
MATERIALI CERAMICI 53
Fig. 87
54 SEZIONE 2
Fig. 88
MATERIALI CERAMICI 55
Come più volte accennato, un catalogo anche mol- fici (scabre, lisce) o al tipo di decorazione (incisa, im-
to curato non potrà mai sostituire un buon disegno; è pressa…).
prassi comune, nell’ambito degli studi paletnologici, Una volta composta la tavola si procederà alla nu-
istituire paralleli tra forme ceramiche in base al con- merazione dei singoli oggetti disegnati così da poterli
fronto dei disegni contenuti nelle pubblicazioni. facilmente individuare dal testo e nella didascalia. I
Per facilitare questi confronti è bene disporre i di- numeri possono essere scritti in bella calligrafia con
segni nelle tavole seguendo una logica che può riferir- l’inchiostro di china oppure applicati utilizzando i “tra-
si alle classi di impasto (fine, semifine, grossolano…), sferibili”, presenti con diverse marche in qualsiasi ne-
alle forme (aperte, chiuse), al trattamento delle super- gozio di cartoleria.
In questa sezione vengono presi in considerazione si adotta la proiezione composita già descritta in pre-
i materiali più comuni utilizzati fin dalla preistoria per cedenza ma la sezione del manufatto viene riportata
costruire utensili, armi, monili e quant’altro. con sezione piena.
L’adozione della sezione piena scaturisce da una
considerazione pratica: infatti, la sezione del vasella-
1. I MATERIALI METALLICI me metallico è nella maggioranza dei casi molto esi-
gua (tranne che le parti fuse, più consistenti) e quindi
RAME, BRONZO, METALLI PREZIOSI
il contorno, che nei manufatti ceramici è tracciato
Le regole per il disegno dei materiali metallici (con con tratto più spesso, è qui impossibile da ottenere
esclusione del ferro che tratteremo a parte) non diffe- (Fig. 91).
riscono molto da quelle per la ceramica se non per Anche i reperti più massicci (accette, fibule, anse,
alcune piccole ma sostanziali differenze. ecc.) verranno disegnati con sezione piena (Fig. 92).
La prima riguarda, a parte pochi casi, la fragilità del I monili, che molto spesso sono composti da più
manufatto che sconsiglia tutti quei metodi di rilevamento elementi, saranno disegnati nella loro interezza, even-
che prevedono l’uso del pettine metallico a favore della tualmente con rappresentazioni di dettaglio eviden-
fettuccia di rame ricotto e del rilievo con squadra e riga. ziate accanto all’elemento prescelto (Fig. 93).
La seconda differenza riguarda la tecnica di dise- Il chiaroscuro, quando adottato, sarà eseguito con
gno: nello specifico, per quel che riguarda il vasellame, un fitto puntinato omogeneo.
Fig. 91
58 SEZIONE 3
Fig. 92
Fig. 93
MATERIALI VARI 59
a b
a b
Fig. 96 – a: frammento osseo con segni di taglio e raschiatura; b: rappresentazione di ago e punteruolo.
3. LEGNO
Malgrado sia possibile ipotizzare (ma in numero-
si casi, dal Neolitico in poi, ciò è ormai ampiamente Fig. 97
confermato) che tale materiale era il più utilizzato
per ottenere un numero elevato di utensili, i reperti a
noi pervenuti sono relativamente rari poiché, tranne varia tipologia relativi ad insediamenti impiantati su
in poche occasioni, il legno va incontro ad una rapi- bonifiche o palafitte.
da decomposizione. Ambienti favorevoli ad una con- La maggior parte degli utensili ricavati dal legno
servazione del legno sono sia quelli estremamente ricalcano tipologie già conosciute nella ceramica, nel-
freddi (aree perennemente ghiacciate) che quelli mol- l’osso e corno, nei metalli. Esclusiva di questo mate-
to secchi (aree desertiche); i sedimenti lacustri inol- riale è ovviamente la tipologia di pali e tavolati, oltre
tre, grazie alla mancanza di ossigeno, hanno nella che le imbarcazioni ed elementi collegati a questi re-
maggior parte dei casi conservato reperti lignei di perti (incastri, cunei, travature, ecc.). Inoltre, molte
MATERIALI VARI 61
Fig. 99 – Immanicatura d’ascia, ruota con raggi ed immanicatura di falcetto (disegni V. Corona, non in scala).
Sezione 4
GRAFICA COMPUTERIZZATA
In questa sezione tratteremo quegli aspetti del dise- IMMAGINI BITMAP E VETTORIALI: CARATTERISTICHE,
gno archeologico in cui entri una componente infor- VANTAGGI E SVANTAGGI
matica: in questo campo rientra sia il rilievo vero e pro-
prio del reperto sia la possibilità di acquisizione, catalo- Le immagini sul piano, gestibili da un sistema in-
gazione ed archiviazione di documentazione grafica. formatico quale è, ad esempio, un Personal Compu-
Alcune voci, troppo specialistiche (specie nel cam- ter, possono essere distinte in bitmap e vettoriali.
po 3D), saranno trattate solo per brevi cenni in quan- Nel primo caso, lo spazio è composto da tanti punti
to rientrano nel campo di applicazione di settori spe- la cui quantità determina l’accuratezza dell’immagine:
cializzati dell’informatica. semplificando, un disegno può essere rappresentato
Si dà per scontato che il lettore comprenda, senza da file di punti scuri variamente disposti per rappre-
ulteriori informazioni, la parte più banale del linguag- sentare un oggetto su un fondo di punti bianchi che
gio informatico. Per gli approfondimenti riguardanti campiscono l’intera area considerata.
specifici campi di interesse (banche dati, analisi mate- Nel secondo caso l’immagine è ottenuta utilizzan-
matiche e statistiche, ecc.) si rimanda ai volumi della do dei vettori la cui caratteristica geometrica è data da
rivista «Archeologia e Calcolatori», operante sin dal 1990. una origine, una lunghezza ed una direzione.
Il vantaggio, nel primo caso, è che il bitmap rap-
L’ INFORMATICA APPLICATA ALL ’ ARCHEOLOGIA : presenta il formato sorgente di numerose periferiche
CAMPI DI APPLICAZIONE come ad esempio macchine fotografiche e scanner ed
è perciò immediatamente disponibile per l’elaborazio-
Come molte altre discipline anche l’archeologia ha ne. Lo svantaggio è la “pesantezza” in termini di
ritagliato dal campo informatico una bella fetta di ap- Megabyte del file ricavato, variabile a secondo dell’ac-
plicazioni che vanno dalla fotografia alla scannerizza- curatezza dell’immagine (corrispondente alla quantità
zione, al rilievo ed all’archiviazione di documenti e di pixel da cui è composta).
grafici, dallo scambio di dati sul web al disegno e tan- Il vantaggio del secondo caso è l’accuratezza del-
to altro ancora (MOSCATI P. 1987). In questo breve excur- l’immagine e la “leggerezza” del file ricavato (tipica-
sus tratteremo i campi di applicazione inerenti il dise- mente un file DWG se si usa Autocad). Lo svantaggio
gno dei reperti riservando solo pochi cenni alle tecni- deriva dal fatto che nessun dispositivo di rilievo di quelli
che di rilievo monumentale e topografico. normalmente commercializzati fornisce dati diretta-
mente in formato vettoriale.
INFORMATICA E DISEGNO
È bene dire subito che il disegno eseguito tramite CONVERSIONE DI FORMATI
l’impiego di periferiche quali puntatori, mouse, penne,
tavolette grafiche e simili non è più molto utilizzato in Per ottenere i vantaggi di immagini derivate da
quanto sorpassato da sistemi più veloci e precisi. Una periferiche di acquisizione commerciali in formato
prima distinzione deve essere fatta sul formato di na- vettoriale alcune software house hanno implementa-
scita dei dati, che possono essere numerici o digitali. to i loro prodotto con pacchetti che svolgono il com-
Nel primo caso si userà un software in grado di pito di trasformare geometrie bitmap in vettoriale:
convertire dati numerici in elementi geometrici (linee, uno di questi è, ad esempio, GTX Raster Cad ® (ge-
curve, angoli ecc.): un esempio tipico è Autocad®. Nel stione e vettorializzazione dei file raster). È uno stru-
secondo caso si utilizzerà un software in grado di ge- mento che permette il passaggio e la gestione dei di-
stire sorgenti digitali quali macchine fotografiche o segni da formato cartaceo (bitmap) a formato elet-
scanner: un esempio tipico è Photoshop®. tronico (vettori).
64 SEZIONE 4
1. LE TECNICHE DI RILEVAMENTO
BIDIMENSIONALE
L’IMMAGINE FOTOGRAFICA DIGITALE
Negli ultimissimi anni abbiamo assistito alla esplo-
sione delle vendite delle fotocamere digitali, un feno-
meno al quale ha contribuito l’abbassamento dei costi
di tali attrezzature insieme ad una sempre migliore
qualità di immagine. Il funzionamento di una fotoca-
Fig. 100 – Scheggia in selce chiara. Immagine realizzata
mera digitale, può essere riassunto così: l’immagine con fotocamera digitale da 3.1 Mpixel, alla massima riso-
ripresa dall’obbiettivo viene “letta” da sensori e tra- luzione e riduzione a disegno.
mutata in cariche elettriche che opportunamente am-
plificate portano l’informazione alla scheda di memo-
ria; più sono i sensori, più sono le informazioni e quindi
più dettagliata risulterà l’immagine. Logicamente, più presente però che la compressione è una operazio-
sono le informazioni e più grande sarà la dimensione ne non reversibile che peggiora la qualità dell’im-
del file da memorizzare e questo è evidentemente un magine. Si tratta quindi di arrivare ad un compro-
ostacolo che le case produttrici stanno aggirando con messo soddisfacente anche se la tendenza dei pro-
la costruzione di supporti di memoria sempre più ca- duttori di schede di memoria è quella di aumentare
pienti. Ai nostri giorni non è difficile trovare fotoca- la capacità dei supporti ed in un futuro sicuramen-
mere digitali con risoluzioni di oltre 3 Mpixel a prezzi te breve questo non sarà più un problema. La suc-
inferiori ai 500 euro. Nel campo archeologico è bene cessiva operazione consiste nello scaricare su di-
orientarsi verso un prodotto che garantisca una riso- sco fisso le fotografie ed eventualmente elaborarle.
luzione alta (almeno 1600×1200, corrispondente ad – Trattamento dell’immagine. L’immagine ripresa può
un sensore con almeno 2.1 Mpixel) e la possibilità di essere trattata tramite specifici software commer-
eseguire riprese a distanze ravvicinate, eventualmente ciali per renderla adatta allo scopo che ci prefiggia-
ricorrendo ad obiettivi intercambiabili. mo: archiviarla, stamparla ad una data dimensione,
Si espongono di seguito alcune nozioni base riman- ritagliarla o sezionarla, tramutarla in disegno, uti-
dando ai manuali tecnici delle attrezzature e dei softwa- lizzarla per sfondi, ricostruzioni 2/3D, ecc.
re, oltre che alle riviste del settore, gli approfondimen- – Riduzione in scala. Una immagine che contenga un
ti e gli aggiornamenti. segnalino indicante le dimensioni può essere ridot-
– Hardware e software. Le fotocamere digitali si di- ta o ingrandita a piacimento per essere accoppiata
stinguono per molte caratteristiche. Le più impor- ad altre immagini oppure per stampare una imma-
tanti riguardano la risoluzione, misurata in pixel, gine in scala.
che deve essere elevata; il tipo e le caratteristiche – Trasformazione in disegno B/N. Il sistema è spes-
dell’obiettivo, che deve garantire la possibilità di so usato quando al posto dell’immagine si voglia
riprese da varie distanze tramite uno zoom ottico pubblicare un disegno: molti software permettono
affidabile non inferiore a 3×; il tipo e la capacità sia la trasformazione che il ritocco della figura in
del supporto di memoria, la più capiente possibile. modo da avere una immagine nitida e completa.
La gestione delle immagini è invece affidata ad un
– Aggiunta di particolari (sezioni, scritte,…). I siste-
software specifico che provvede a memorizzare i
mi di tracciamento e scrittura offrono la possibilità
dati in un formato in grado anche di comprimerli
di aggiungere al disegno o all’immagine sia delle
ed occupare meno spazio (ad es. TIFF oppure JPG).
scritte che dei particolari (sezioni in punti specifi-
A titolo esemplificativo, una immagine ripresa con
ci) o altri elementi quali la scala metrica.
una risoluzione 1280×1024 genera un file non com-
presso di circa 4 Mb; le schede di memoria attual- – Composizione di tavole. La possibilità del taglia/
mente fornite a corredo delle fotocamere vanno incolla è ampiamente sfruttata per la composizio-
da 8 a 256 Mb (con notevoli variazioni di prezzo) e ne di tavole contenenti più figure, avendo cura, in
quindi, alla massima risoluzione, possiamo fare da anticipo, di portarle tutte alla stessa scala.
2 a 64 scatti. Con una compressione dati limitata si – Archiviazione e stampa. Una delle scelte che ci si
può arrivare anche a raddoppiare gli scatti. Si tenga trova normalmente ad affrontare in questa fase è
GRAFICA COMPUTERIZZATA 65
Fig. 102 – Esempio di realizzazione di un modello 3D di una ciotola, a partire dal rilievo della sola sezione del vaso,
sfruttando la caratteristica che hanno i recipienti costruiti al tornio di poter essere assimilati, con margine di errore
pressocchè trascurabile, a solidi di rivoluzione (software utilizzato: Autocad 2000).
CONCLUSIONI E PROSPETTIVE
L’istituzione di brevi corsi di disegno e documen- mica egizia a cura dell’University College, London),
tazione all’interno delle facoltà universitarie ad indi- preferito dal pubblico non specializzato, dall’altro i siti
rizzo archeologico, attuata da un numero sempre mag- specialistici gestiti sia da archeologi che da organizza-
giore di docenti negli ultimi anni, riflette una esigenza zioni museali ed universitarie dovranno per forza di
che, per l’accumulo di migliaia di reperti inediti, si sta cose scambiarsi informazioni rimettendosi a tavole di
lentamente trasformando in vera e propria emergen- disegni ben eseguiti, tra l’altro più facilmente veicola-
za. Chi ha avuto modo di cimentarsi in esercitazioni di bili per il poco peso in termini di Kbyte rispetto alle
tipologia (in particolar modo per la preistoria) sa che foto a colori.
la scarsa documentazione disponibile, derivata dall’edi- Si citano qui alcuni siti: il primo, creato in conco-
zione di scavi e ricerche, troppo spesso lascia margini mitanza con le riprese degli scavi nella Valle dei Re a
di incertezza inaccettabili. Tebe (thebanmappingproject.com), conduce in forma
Questo manuale è solo un punto di partenza per del tutto gratuita il visitatore sia in intinerari storico
chi si vuole dedicare alla documentazione dei reperti culturali corredati da mappe, note e fotografie sia in
archeologici e sostanzialmente ne rappresenta l’aspet- progressivi aggiornamenti (1997-2003) sull’andamen-
to tecnico; come ben evidenziato in precedenza, chi si to degli scavi corredati da documentazione anche spe-
assume l’impegno della realizzazione del disegno si cialistica (rilievi, disegni, fotografie); un altro racco-
assume anche grandi responsabilità. Molte pagine del glie, in formato pdf, i testi completi delle pubblicazio-
grande libro sulla evoluzione dell’uomo sono state ni del prof. Denis Geraads, uno tra i più famosi ed
scritte grazie alla costruzione di associazioni e con- insigni paleontologi francesi, che ha in questo modo
fronti istituiti sulla base dei disegni dei reperti archeo- messo a disposizione gratuitamente il frutto dei suoi
logici: una documentazione inesatta può portare a ri- numerosi ed importanti lavori, alcuni di difficile repe-
sultati fuorvianti. ribilità (ivry.cnrs.fr/deh/geraads/publi.htm).
Alla problematica concernente l’oggettività della I siti creati da musei locali sono molto numerosi
trasposizione grafica viene ora in soccorso l’informa- anche se, nella maggior parte dei casi, purtroppo, con
tica, alla quale abbiamo voluto dedicare alcune pagine documentazione poco soddisfacente.
che offrono gli spunti per percorrere con successo Anche le aree archeologiche possono essere cono-
questa strada innovativa. sciute ed apprezzate grazie al web: si invita il lettore
L’acquisizione e l’elaborazione di immagini da con- ad ammirare il sito allestito per la grotta Chauvet (Pont
vertire in disegni o modelli 3D, la loro archiviazione e d’Arc), con importanti manifestazioni artistiche e cul-
divulgazione, sono i campi di crescita su cui dovrà ap- tuali paleolitiche.
puntarsi l’interesse degli ambienti preposti ai beni cul- Per la Preistoria, ed il Paleolitico in particolare, esi-
turali (soprintendenze, università, centri di ricerca). ste molto poco: in Italia alcuni tentativi stentano a de-
Un altro grande cambiamento in atto riguarda la collare (ad esempio, un sito con numerosi link che rag-
possibilità di accedere in tempi brevissimi ad immen- gruppa notizie su località preistoriche di rilievo è:
se quantità di informazioni contenute nel web tramite www.unipv.it/webbio/antropit.htm#siti).
Internet. Un evento importante, indizio del forte interesse
Anche se al momento, per la Preistoria, molte in- dei ricercatori italiani per lo sviluppo in questo cam-
formazioni specialistiche non sono disponibili a causa po, è la pubblicazione, a partire dal 1990, della rivista
di uno scarso interesse dei singoli studiosi per questo «Archeologia e Calcolatori», a cadenza annuale, diret-
veicolo di informazione (ma ci sono delle eccezioni), ta da Paola Moscati; i numerosi contributi, che hanno
il futuro sarà dominato dalle relazioni sempre più stret- trovato spazio nelle sue pagine, potranno essere con-
te che sarà possibile intrattenere usando la Rete (si spera sultati da chi vorrà approfondire i temi toccati nell’ul-
in maniera del tutto gratuita). tima sezione di questo manuale.
In questo panorama, se da un lato sarà utilizzato Possiamo concludere quindi con una nota di otti-
frequentemente il veicolo fotografico con didascalie e mismo: esiste l’interesse, la tecnologia offre già da ora
brevi descrizioni (ad esempio la tipologia della cera- tutte le soluzioni. Tocca a noi sfruttarle.
RINGRAZIAMENTI
Questo lavoro conclude una ricerca durata da quan- In quell’occasione, per dotare gli studenti di un sup-
do, studente di archeologia a Roma, mi pagavo gli stu- porto valido ed aiutarli nell’apprendimento delle tec-
di disegnando in uno studio tecnico che eseguiva la- niche, ho impostato il presente manuale, inizialmente
vori, commissionati da soprintendenze ed università, sotto forma di schede, poi via via più ampio e discor-
riguardanti Beni Archeologici e Monumentali. Cercan- sivo.
do modelli da seguire nell’esecuzione dei disegni mi Alle persone sunnominate devo aggiungere un rin-
colpì la scarsità di manualistica specialmente per quanto graziamento a tutti gli studenti (sempre molto nu-
riguardava il rilievo dei reperti preistorici e mi impe- merosi) che con passione hanno seguito i corsi negli
gnai a scrivere una dispensa sulle tecniche di disegno ultimi cinque anni: i loro suggerimenti hanno avuto
dei manufatti litici, poi stampata a ciclostile. un ruolo fondamentale nella stesura di queste pagi-
A quel primo lavoro ne seguirono altri due, minu- ne.
scoli, il primo dedicato ancora all’industria litica, il se- Altre revisioni, aggiunte e tagli, sono frutto di di-
condo alla ceramica (in collaborazione con il compian- scussioni con colleghi archeologi; un ringraziamento
to Domenico Angelotti). agli amici di sempre: Alessandro Guidi, Vincenzo d’Er-
Occasionalmente ebbi anche modo di fare brevis- cole, Francesco di Gennaro e Marco Pacciarelli, per
simi corsi sia all’interno dell’Università di Roma che gli scambi di idee avuti in più occasioni sul tema della
durante i numerosi scavi cui ho partecipato. documentazione. Devo molto anche a chi, come me,
L’esperienza maturata in tanti anni (oltre quattro- disegnava e disegna ancora (tra gli altri, Emiliano
mila disegni che corredano molte pubblicazioni e tra Licastro).
queste l’Enciclopedia Archeologica edita dall’Enciclo- Infine, un grazie a tutti quei disegnatori che hanno
pedia Italiani Treccani, con la quale ho collaborato per destato il mio interesse tanti anni fa ed ispirato il mio
anni) mi ha consentito, grazie all’interessamento di lavoro: Paolo Parenzan ed Henry Puech per le indu-
Marcello Piperno, di avviare un programma di semi- strie litiche; V. Corona per il legno; Robert Barone per
nari sul disegno dei reperti archeologici sia presso l’Uni- le ossa; Cesare Placidi per la ceramica.
versità di Napoli “Federico II” che presso l’Università
Roma, 31 maggio 2004
di Roma “La Sapienza”.
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