Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Rivedersi:
- Tribù greche (dori, ioniche)
- Fondazione di Cirene
- Teoria dei Network sulla colonizzazione greca di Malkin.
- Maratona
Tradizione Orale
Nonostante l’uso della scrittura già attestato nell’VIII sec la società greca rimase per moto tempo
di tipo orale, in cui quindi venivano tramandate oralmente le memorie del passato con tutte le
distorsioni, creazioni e innovazioni connesse alla pratica.
Gli stessi poemi omerici sono frutto di un confluire di tradizioni di varie aree geografiche e varie
epoche e di conseguenza non possono essere considerati fonti storiche, bensì invenzioni poetiche
con fatti verosimili e con elementi ripresi dalla realtà (come la città di Troia).
Il passato e le origini avevano inoltre un’importante funzione nella società: esibire un albero
genealogico che annoverasse tra gli iniziatori della famiglia personaggi del mito e quindi leggendari
era molto importante.
In conclusione, la tradizione orale della Gracia antica non può essere facilmente adoperata per la
ricostruzione della società, si può adoperare però per comprenderne i valori.
Oggetti e monumenti
Gli oggetti risalenti anche all’Età del Bronzo potevano rimanere in circolazione nella società,
magari tramandati all’interno della famiglia di generazione in generazione a cui potevano essere
inoltre attribuiti funzioni di amuleto.
Le rovine, inoltre, delle società passate svolgevano sicuramente un ruolo importante per la
creazione dell’identità delle comunità.
Il contesto geografico e culturale
Il mediterraneo, di cui la Grecia è parte è un’area alla quale mobilità e migrazione sono
connaturate. Da ciò ne deriva una forte interazione culturale e mescolanze entiche, portata avanti
su varie direttrici: commercio, matrimoni, guerre, trasferimento forzato, trasferimento di
manodopera e Know how.
In questo contesto è complicato arrivare a definire quale sia la somma tra contributi interni ed
esterni che ha effettivamente portato alla nascita della società greca.
Creta minoica
La civiltà minoica e Micenea
Nel secondo millennio ci sono due civiltà, la Minoica e la Micenea.
La Minoica precede la Micenea, la società Micenea, la culla è il Peloponneso, mentre la società
minoica nasce a Creta.
Minoica Re di creta Minosse, quindi il primo esploratore di creta chiama la società trovata
Minoica
Micenea Prende il nome da Micene (il re era Agamennone)
Sono sostanzialmente diverse per la differenza con cui costruiscono le loro "città"
La fase protopalaziale
Intorno al 19000 si ha la comparsa a creta di Palazzi a Cnosso, Festòs e Milla, sulla cui funzione c’è
un forte dibattito.
Palazzo monarchico un palazzo subito rievoca l’idea di un re e lo studioso Evans, infatti, penava
che essa fosse la residenza dinastica del re-sacerdote che stava a capo di una struttura di potere
organizzata gerarchicamente.
Luogo di eventi ad oggi è considerato come un luogo dedicato agli eventi legati al
mantenimento del potere, un luogo di strategia sociale quindi. Questa sua funzione sicuramente
superava l’idea del palazzo come luogo amministrativo.
La funzione principale del palazzo non è quindi polo economico bensì un luogo dove venivano
svolte attività comunitarie che coinvolgevano vari gruppi (clan, famiglie) che ne avevano
contribuito alla creazione. La gestione del potere a Creta in età protopalaziale non era accentrata
quindi nelle mani di un unico gruppo.
Manca in definitiva una chiara evidenza a supporto dell’esistenza di un potere individuale di tipo
dinastico.
Fase neo-palaziale
In età neo-palaziale si assiste alla nascita in tutta l’isola di edifici monumentali che si affiancano ai
palazzi. Inoltre, si assiste ad importante sviluppo artistico e culturale e quindi anche ad una più
ampia diffusione della Lineare A e pure ad un aumento di relazioni internazionali.
In questo periodo si raggiunge un’omogeneità culturale a creta che poi si espande anche nel
mediterraneo. Non si sa se questa espansione sia dovuta ad una effettiva talassocrazia o solo ad
una importanza culturale, fatto sta che si incontrano varie comunità minoiche al di fuori dell’isola,
talvolta assimilate nelle società locali, talvolta no.
La Grecia micenea
La media età del bronzo e la formazione della civiltà micenea
La civiltà micenea non può essere intesa come una realtà monolitica, essa infatti mostra notevoli
varianti a livello regionale soprattutto nell’assetto territoriale. Tale regionalismo però si sviluppa
all’interno di una forte omogeneità culturale, visibile per esempio nella produzione ceramica, e di
un marcato conservatorismo, gli esempi più significativi del quale sono offerti dalla scrittura e
dall’iconografia ufficiale.
Con il termine “miceneo” si fa riferimento alla civiltà che fiorì sul continente greco nella Tarda Età
del bronzo, tra il 1600 e il 1070 circa.
A scoprire sia la società minoica, sia quella micenea è Heinrich Schliemann, ricco mercante tedesco
convinto della veridicità dei poemi omerici sulla cui base porto alla luce effettivamente varie città.
Il ritrovamento spettacolare a Micene sono due Circoli di tombe estremamente ricchi e contenenti
oggetti di pregiata fattura.
Tavolette in lineare B
Sono in Argilla, la lingua che sta dietro a queste tavolette è importante, la scrittura è sillabica
(ideogrammi). Sono sillabe che esprimono una lingua antecedente al greco, lo precedono.
Queste sono fotografie, non c'è un archivio che ci descrive vari anni dei palazzi..
Le tavolette ci riportano documenti di archivio o amministrativi, ci riportano transazioni e numeri.
Sono resoconti che riportano l'assegnazione a figure della società di capi di bestiame, prodotti o
cose così.
Oppure riportano quanto le persone portavano al magazzino del palazzo.
Le tavolette non sono il reperto ideale per andare a descrivere la società.
Siamo in una società palaziale, delle figure gestiscono le classi inferiori, organizzano il lavoro
(l'organizzazione del lavoro potrebbe spiegare i manufatti che ci sono arrivati, il palazzo finanziava
gli artigiani e sosteneva per produrre questi manufatti).
Sostanzialmente dava i compiti al popolo e poi ridistribuiva i prodotti primari.
Palazzi e cittadelle
Le tipiche strutture della società micenea sono i palazzi e le cittadelle.
Il palazzo, come quelli di Micene e Tirinto, è una struttura architettonica complessa da
indentificare come centro amministrativo residenziale delle élite al potere. Il palazzo miceneo più
piccolo, molto più modesto in termini di realizzazione e assai più compatto di un palazzo minoico.
La sua struttura implica chiaramente che la sua funzione principale vada identificata
nell’amministrazione, politica, economica e religiosa, dello stato territoriale di cui rappresenta il
centro. Intorno al palazzo si sviluppa la città, il centro abitato.
La cittadella è un sito fortificato che non include necessariamente anche un palazzo, come per
esempio nel caso di Gla e Beozia.
La gerarchia sociale
Alcune tavolette ci riportano delle figure sociali micenee:
(Sono in ordine di importanza percepita)
Anax= Signore
Lawagetas= chi guida il popolo (Lawa= condurre)
E-qe-ta= Cavaliere (nel mondo greco rimanda alla sfera aristocratica poiché i cavalli erano costosi)
Te-re-ta= funzionario amministrativo
Qa-si-re-u= capo quartiere (parola che poi diventa in greco Basileus= re)
Da-mo= figura meno distinguibile dal punto di vista di incarichi
Poi inizia il popolo e le loro professioni
A-ra-ka-te-ja= tessitrici (nel mondo greco spesso era appannaggio delle donne)
Pe-ki-ti-ra= Cardatrici (Lavoro che preparava la lana ad essere filata, si passa al pettine tipo)
Decoratrici di vestiti
Queste tavolette indicano quindi una divisione in ruoli e quindi potrebbe indicare una conferma
del fatto che il palazzo abbia un ruolo amministrativo. Il problema è capire quanto il suo ruolo
fosse importante nella società (era oppressivo o lasciava libertà)
Heinrich Schliemann
È lo scopritore di Micene e di Troia. Di Micene abbiamo solo resti materiali.
Micene a differenza di Cnosso è arroccata e in alto, si pone in una posizione difensiva quindi. Non
è labirintica, il palazzo centrale è più piccolo e semplice rispetto a quello di Cnosso, più che un
palazzo, è una struttura cittadina.
Ha le mura e nel corso dei periodi vengono pian piano allargate.
Micene viene scoperta e i reperti inizialmente sono modesti, con la scoperta di due circoli di
tombe, si scopre una ricchezza inaspettata e ci si chiede come ci sia arrivata.
Le tombe indicano un forte rapporto con l'aldilà, servono come collegamento con il passato,
quindi il progresso fatto dalla società. Esse venivano protette con le mura in modo importante.
Nel 1600 appaiono quindi raffinatissimi reperti di oreficeria, l'oro era estremamente di lusso ed
erano fatti con tecniche particolari. I pezzi ritrovati non erano frutto di una cultura precedente,
erano fatti su commissione e per questo erano unici nel loro genere.
Karo prosegue gli scavi di Schliemann a Micene e sostiene che la città abbia sottomesso Creta,
Evans invece sostiene che i cretesi abbiano inviato i loro artigiani a Micene e ciò indica una
sudditanza economica.
La visione più preponderante è quella di Karo poiché successivamente cadranno i palazzi a Creta e
Micene si imporrà sull'isola.
Religiosità
Micenei--> La religiosità è importante e per Micene le fonti sono tavolette che riportano il nome
delle divinità e cosa ricevono al tempio. Si possono ricavare dei dati ma non certo una teologia.
Minoici--> A creta ci sono dei Sigilli (grossi come una moneta) che hanno delle raffigurazioni.
Contengono scene di processioni a palazzo e la presenza di luoghi di culto all'aperto (grotta,
caverna, fonte, posto legato ad un albero, una colonna e cose così). La sacralità minoica non è
monumentale.
Anche a Micene ritroviamo dei sigilli che ricordano quelli cretesi ma sono un po' esagerati, hanno
un eccesso di simboli (alberi, donne, una divinità che tiene dei fiori di papavero, sole, ascia di
penne).
Alcuni simboli sono cretesi e quindi il dubbio è che Micene stia recependo il modello religioso
Cretese poiché riportano simboli cretesi ma privati del loro significato.
Sacrifici
Sigilli che rappresentano dei sacrifici:
Sigillo con vittima (animale che può essere suino, toro, capra e cose così), uomo/donna, tavolo e
coltello
Rappresentano un sacrificio ma la carne non veniva sprecata.
È un momento importante perché va ad unire la comunità, noi lo sappiamo per la Grecia classica
però piò essere trasposta all'indietro. Dopo il sacrificio c'è il banchetto in cui ognuno prende un
pezzo dell'animale.
La divinità prende ciò che non si mangia e ciò che si vende (pelli, cuore, intestino e cose così) e per
offrirle vengono bruciate.
Poi vengono distribuiti i pezzi di carne anche in base alla classe sociale.
Ai banchetti rappresentavano sempre gli uomini e a volte anche le donne. Anche i bambini spesso
non partecipavano perché non erano ancora cittadini.
Le scene dei sacrifici e le scene di caccia sono importanti perché la società era sostanzialmente era
di cacciatori che poi si evolve in società di allevatori. Si esorcizza questo passaggio dell'uccisione
dell'animale all'allevamento.
La morte si rappresenta con atti rituali.
I posti più ricchi erano i santuari, erano una realtà importante e prendevano il denaro dalle
donazioni. Le offerte alle divinità non erano solo libere ma sono anche delle vere e proprie tasse.
Le divinità sono i nomi che poi si ritrovano nel Pantheon classico.
Le donazioni/tasse erano anche in natura.
Su una tavoletta si trova le tasse che ci fanno capire come era l'alimentazione:
Toro
Orzo
Vino
Triade Mediterranea
Olivo
Vite
Grano (non coltivato nel Peloponneso, lo prendevano dal mar Nero e sarà uno dei grandi problemi
per le città greche).
Alimentazione basata molto sui cereali, olio, carne (soprattutto pollame e suini, i bovini erano rari).
Moses Finley Rilegge i poemi omerici in chiave economico sociale affermando che dopo la
caduta micenea si fosse formata lentamente una società fondata sul rango individuale, dominata
da singoli capi, gli eroi omerici. Questa società sarebbe esistita dal X al IX sec e i poemi omerici ne
avrebbero conservato il ricordo.
Arrivo dei Dori Si basa più su reperti archeologici, i quali hanno mostrato cambiamenti
importanti avvenuti nel IX sec rispetto alle società micenee, quali l’abbandono della sepoltura
multipla, l’uso generalizzato del ferro, il passaggio ad un’economia principalmente pastorale.
Desborough collega questi cambiamenti all’arrivo dal nord di una nuova popolazione, identificata
nella tradizione letteraria greca come i Dori. I dori secondo la teoria sarebbero mirati nel
Peloponneso nel 1264, 80 anni dopo la guerra di troia che tradizionalmente viene datata nel 1184.
Questa teoria entra in crisi in quanto la tradizione letteraria greca manca di unanimità su questo
aspetto.
In generale le Dark Ages non costituiscono un fenomeno unitario, esso assume tempi e modalità
diverse a seconda del contesto geografico in cui si inserisce.
Aumento demografico
La grande colonizzazione, quella storica e attestata è nell'VIII sec.
Si individua un aumento demografico nell'area che ha come effetto l'aumento dei siti abitati.
Possibili cause dell'aumento demografico
Le possibilità sono due e forse collegate:
Si fanno più figli -->
1) Non è possibile vedere la fertilità dei greci, bisogna fare un ragionamento a livello sociale.
Guardando delle società conservatrici, come quella Spartana e Cretese, esse erano divise in classi e
avevano una bassa natalità. Ciò è riconducibile all'educazione dura imposta dalla società, nella
quale si poneva poca possibilità di riprodursi.
2) Ci sono più tombe e quindi è possibile che sia dovuto ad un aumento della fertilità: si fanno più
figli quindi muore più gente. l'aumento di tombe però potrebbe essere anche dovuto ad un
cambiamento di tradizione funeraria (cioè prima si facevano altrettante tombe ma noi non le
vedevamo).
Un altro aspetto da considerare è quante tombe sono di bambini e quante di adulti, entrambi
hanno un picco nell'VIII sec ma viene prima l'aumento degli adulti che dei bambini e invece
dovrebbe essere il contrario.
Diminuisce la mortalità -->
Sepoltura in Attica:
Nell'VIII sec si passa dalla cremazione all'inumazione. Contemporaneamente però c'è un
cambiamento nel corredo funerario: ci sono meno prodotti ma più raffinati. C'è una maggiore cura
sul corredo funerario e ci sono prodotti realizzati appositamente. (chi studia i corredi cerca di
vedere delle distinzioni sociali).
Sparisce il vasellame, c'è una divisone tra il luogo della tomba e il corredo, esso viene messa da
un'altra parte.
Infine, si torna alla cremazione, però di lusso perché viene fatta direttamente dentro la tomba e
quindi costa di più dell'inumazione.
Sicuramente è complicato affermare che essi siano una fonte storica, lo stesso omero introduce
vari anacronismi (armi, vestiti, …) nell’opera. Inoltre, non vi è certezza nemmeno sull’autore
stesso, l’odissea viene datata due generazioni dopo l’iliade. Non è comunque il caso di assumere
posizioni estreme riguardo ai testi.
Fondazione di Taranto
Leggenda
Mentre gli uomini di sparta sono a far la guerra, i guerrieri mandano un Messiano (tipo abitante
della regione sottomessa) a controllare come è Sparta dove ci stanno solo le donne. Lui le mette
incinte tutte, nascono i Partenopei, figli illegittimi, che sono coloro che poi fonderanno sparta.
Nascono le poleis
Una Polis è una comunità di uomini, di limitate dimensioni, che sceglie in piena libertà e
indipendenza l’ordinamento politico e le leggi che regolano la convivenza.
Polis non è definibile come città né in termini urbanistici, né in termini sociali. Nel mondo greco
era possibile come i cittadini di una polis vivessero in un centro urbano oppure anche sparsi in
villaggi, l’impianto urbanistico era una variabile di scarsa importanza. La polis era una comunità di
poche centinaia di maschi adulti (quelle con più di 10'000 non arrivano a 10), i quali erano gli unici
che possedevano la cittadinanza, donne, stranieri e schiavi non detenevano diritti politici.
Nascono quando i cittadini mettono in mezzo, in comune i propri diritti in favore della creazione di
istituzioni amministrative e di giustizia. Questo processo viene sicuramente rafforzato nel corso
dell’VIII sec con le colonizzazioni e quindi la creazione ex-novo di città per la quale era importante
avere un ordinamento ben definito. Anche i luoghi di culto come templi e santuari favorirono la
nascita di poleis.
La polis per sua stessa natura esclude una grande massa di popolazione, i cittadini sono sempre in
minoranza rispetto agli abitanti. Ci sono due modelli principali che si possono assimilare a Sparta
ed Atene: il primo prevede un numero fisso di cittadini e l’asservimento di una popolazione
preesistente su cui grava l’economia e che viene messa in schiavitù o pseudo schiavitù. Il secondo
non prevede un numero fisso di cittadini e quindi la comunità che detiene i privilegi tende ad
allargarsi; la manodopera è assicurata dalla compravendita di schiavi da parte dei singoli cittadini.
Il potere nella polis arcaica era detenuto da una ristretta cerchia di famiglie aristocratiche;
controverso era il ruolo del Basileus, simbolo di un principio monarchico ma sempre vincolato
all’aristocrazia. Si può affermare in certi periodi o in tempo di guerra l’aristocrazia abbai affidato a
questa figura poteri di guida, sempre però sottoposti ad un vincolo. In questo schema l’aristocrazia
si identificherebbe semplicemente in dei cittadini particolarmente ricchi e quindi più preminenti.
Chora
Territorio intorno alla polis
Come si definisce la Chora (territori intorno alla Polis)?
La Grecia è piccola, è raro che ci fosse una terra di nessuno, non reclamata da nessuna Polis.
I problemi dei confini si potevano avere internamente alla polis o fra polis.
In età ellenistica i conflitti fra le città erano sostanzialmente per i territori. Di solito i territori erano
importanti (scogli dove far pascolare pecore), di solito le guerre finivano con un accordo o con la
vittoria die uno dei due.
Politeia
- Essere cittadino/cittadinanza
- Costituzione
- Corpo civico
Max Weber
La polis si caratterizza in quanto c'è una razionalità politica all'interno. Cioè si discute
sull'ordinamento e i compiti delle cariche, i discorsi politici non sono fini a risolvere un problema
momentaneo.
Bisogna distinguere l'indipendenza (autonomia interna) dalla sovranità estesa (essere soggetti, ad
esempio, a un re non implica non essere CS).
Anche se sono assoggettati essi possono governarsi, fare le proprie leggi ed eleggere i suoi sovrani.
Non possono fare politica estera a loro piacimento (guerra e robe così).
Tipi di Polis
Polis monarchica (uno solo sceglie)
Polis oligarchica (sceglie un gruppetto)
Polis democratica (la totalità sceglie)
DI solito la Polis e democrazia vanno di pari passo ma non sempre è così. Idealmente non esiste
solo la Polis democratica. Su questo punto seguiamo Aristotele.
Secondo Aristotele la democrazia è la forma più innaturale di governo, in natura vale la legge del
più forte mentre la democrazia è la negazione della legge del più forte.
Colonizzazione greca
La colonizzazione Antica è molto diversa dal Colonialismo in età contemporanea e moderna.
Non vi è uno sfruttamento della madre patria nel territorio colonizzato di cui controllo economia e
politica, le colonie greche che nascono sono essenzialmente indipendenti dalla madre patria,
mantengono un legame d'onore però non c'è una dipendenza effettiva.
Si muovono nell'ambiente Mediterraneo
Quando i greci si espandono, portano con sé un bagaglio di miti che diventa anche un linguaggio
per comunicare con gli altri. L'artigianato delle altre civiltà come quella etrusca recepisce i miti
greci.
Oracolo di Delfi
Prima di fondare la colonia il l’ecista fa la visita all'oracolo, il quale dà un responso. Forse l'Oracolo
ha un ruolo importante.
L'ecista guida la colonia, viene costruita (costruita in modo diverso rispetto alla patria), si divide
tutto in Cleri (lotti) che vengono estratti
Quando?
Va dall'VIII al VI sec, non si esaurisce ma l'esplosione è in quel periodo. In particolare, dopo un po'
rallentano perché si vanno a scontare i colonizzatori fra loro.
Ci sono anche delle colonizzazioni particolari di Atene e poi anche colonizzazioni particolari in età
ellenistica (morte di Alessandro Magno).
Perché?
Ci sono fattori positivi e negativi che spingono alla colonizzazione: i greci si muovono per motivi
commerciali, approvvigionamento di nuove risorse preziose o alimentari. Dei fattori negativi sono
crisi interne, che possono essere date da un aumento demografico eccessivo, non sostenibile per
la città oppure dissidi interni di altro genere.
Esempi Negativi
A Calcide c’era stata una carestia, per cui parte della popolazione viene allontanata perché non
c'era cibo per tutti.
Come?
Ci sono vari tipi di colonie, le principali e più diffuse sono del primo tipo, Apoikia, totalmente
indipendenti dalla madre patria.
Apoikia
Sono le colonie di cui parleremo di più, con la madre patria mantenevano al massimo legami di
tipo religioso culturale ma non sempre.
Cleruchia
Esperimento ateniese e ricorda molto di più il colonialismo moderno. Mandano degli avamposti in
cui i cittadini occupano questi territori, la popolazione rimane in una posizione di sudditanza e i
cleruchi (colonizzatori) sono ateniesi. Essi controllano e sfruttano le risorse della zona. A Siracusa i
cittadini erano siracusani.
Emporio
Cosa principalmente commerciale (Almina, Naufraghi sono esempi), non sono molti.
Per naufraghi non è una sola Poleis che la crea ma sono varie che si uniscono essa inoltre riceve
l'autorizzazione del faraone come emporio. C'è lì una pluralità di culti
Katoichia
Essenzialmente Militarie, sono colonie in cui si mandano veterani di guerra (non inseribili nella
società normale) e si utilizzano per aumentare la forza e il controllo della Poleis
Dove?
Coste, Isolotti, è meglio evitare i continenti per questioni strategiche.
Se non è su un'isola si pone vicino alla foce di un fiume, in un punto difendibile, è importante il
lato coloniale.
I Siti spesso erano già abitati, le conseguenze sono a volte delle convivenze pacifiche, se no un
asservimento da parte dei greci sugli autoctoni.
Esempi
Cirene
È in Libia, città floridissima, fondata da coloni di Tera (città relativamente importante).
Erodoto ci dà due storie sulla fondazione, una dal punto di vista di Tera e una dal punto di vista di
Cirene.
Tera
Il re era andato all'oracolo di Delfi che gli aveva detto di fare una colonia. Lui non lo fa, allora
scoppia una grande carestia a Tera, il re torna dall'oracolo e alla fine manda una spedizione.
Cirene
l'inizio è uguale, quando arrivano in Libia hanno un ripensamento (riguardalo)
La riforma oplitica
È una riforma sia bellica che politica, infatti in seguito ad essa nascerà la democrazia oplitica.
Dal lato bellico è un cambiamento nel modo di combattere, sia dal lato dell’equipaggiamento, sia
delle tattiche. In particolare, ci si allontana dalle battaglie narrate nell’Iliade dove il peso della
guerra ricadeva sugli eroi e si arriva ad una condizione più paritaria fra i vari opliti. Armata con un
equipaggiamento di quasi 30 kg la formazione oplitica non aveva gradi possibilità di movimento
ma in cambio otteneva una grande forza d’urto, moltiplicata dalla coesione dei fanti che
marciavano uniti in modo da coprire l’uno il fianco scoperto dell’altro con i propri scudi.
Leggi scritte
Se prima leggi erano tramandare oralmente, con l’introduzione dell’alfabeto e della scrittura si va
a toccare questo ambito.
Tradizionalmente si afferma che le leggi scritte nascano dall’esigenza di tutelar ei più deboli della
società dai soprusi dei potenti. Con il tempo è probabile che questo aspetto sia vero ma è difficile
pensare che nascano esplicitamente con questo scopo perché si presuppone che le classi meno
abbienti sappiano leggere, scrivere e dibattere dal lato amministrativo e giudiziario. È più
probabile invece che nascano dall’influsso di stranieri, la cui origine orientale li aveva abituai alla
presenza di leggi scritte.
I codici che nascono in questo periodo sono previsti per durare per sempre, il mutamento vinee
percepito come un grave pericolo, in particolare che un legislatore possa cambiare a proprio
piacimento leggi.
La tirannide
Il termine tiranno ha origini orientali e significa signore, senza alcuna connotazione positiva o
negativa.
Con Aristotele il significato diventa più negativo
Parla dei tiranni legati alle grandi opere.
Il tiranno celebra e mostra la propria potenza con queste opere e ha le risorse economiche per
farlo
Caratteristiche:
1) Il tiranno è sempre un aristocratico che, per qualche motivo, è emarginato o in conflitto
con i suoi pari.
2) Nonostante si appoggi al popolo con provvedimenti demagogici e aiuti i poveri i suoi
comportamenti e la sua idea di società sono di matrice aristocratica.
3) Il tiranno cerca di rendere il proprio potere ereditario e di solito vi riesce, ma alla terza
generazione al massimo, il potere torna in mano all’aristocrazia.
4) L’istaurazione della tirannide avviene nelle poleis più avanzate dal punto di vista
economico e sociale, probabilmente un maggiore afflusso di ricchezze determina una
maggiore libertà di pensiero e maggiori ambizioni.
5) Il tiranno rappresenta una rottura e un passaggio tra un ordinamento precedente e uno
seguente. In particolare, è momento di passaggio tra Polis oligarchiche e Democrazie (non
è unilaterale, si può andare in entrambe le direzioni).
Storie di tiranni
Cipselo di Corinto
Intorno a metà dell’VIII sec Corinto era in mano ai Bacchiadi, la leggenda nasce quando una donna
della famiglia che nessuno voleva perché zoppa si legò ad uno straniero di origine tessala.
L’oracolo di Delfi predisse che il figlio nato avrebbe governato Corinto, i Bacchiadi venuti a sapere
di ciò provarono due volte a uccidere Cipselo, una prima volta i sicari furono fermati dal sorriso
ammagliante del bimbo, la seconda volta la madre lo nascose in una cesta. Una volta divenuto
adulto Cipselo si impadronì del potere a Corinto facendo strage dei Bacchiadi e costringendoli
all’esilio. Dopo trent’anni passò il potere al figlio, Periando, che a sua volta lo passo a suo figlio,
Psammetico, il quale lo conservò solo per 3 anni prima di essere destituito e che fosse instaurata
un’oligarchia moderata.
Fedone di Argo
Opliti, il combattimento funziona in formazione, ognuno protegge il fianco dell'altro, è importante
la coesione interna e c'è uguaglianza perché tutti hanno lo stesso ruolo. Gli opliti per eccellenza
sono gli spartani. È comunque una classe privilegiata perché l'armamento è costoso e l'oplita si
deve armare da solo.
Non è né la classe più basse né l'aristocrazia che invece ha i cavallini.
Fedone, importante perché pare abbia sconfitto gli Spartani (fra Argo e Sparta c'era una rivalità).
La vittoria in teoria sarebbe nata dalla riorganizzazione dell'esercito introducendo gli Opliti (lui
prima di tutti)
Fa una riforma monetaria, quindi riforma anche pesi e misure.
L'idea è che Fedone si appoggi all'esercito per instaurare la sua tirannide.
Cilone
Di famiglia nobile e potente tanto da essere genero, secondo Tucidide, del tiranno di Megara
Teagene, tentò, probabilmente verso il 639 a.C., di diventare tiranno di Atene occupandone
l'acropoli.
Stando alla narrazione più dettagliata, quella di Tucidide, l'oracolo di Delfi avrebbe risposto a
Cilone, che lo stava interrogando, di attendere la più grande festa in onore di Zeus per occupare
l'acropoli. Cilone, ricevuto sostegno militare da Teagene e raccolti dei compagni, occupò l'acropoli
non appena cominciarono le feste olimpiche, ritenendo così di aver ben interpretato il responso
dell'oracolo. Il quale però, non avendo specificato a quale festa si stesse riferendo, secondo
Tucidide avrebbe inteso non le feste di Olimpia, ma le Diasie, feste ateniesi in onore di Zeus
Meilikhios celebrate fuori dalla città, in occasione delle quali Cilone avrebbe avuto campo libero.
Così invece gli Ateniesi, accortisi di ciò che stava succedendo, accorsero in massa dai campi e
assediarono Cilone nell'acropoli, finché, stanchi per il passare del tempo, affidarono pieni poteri ai
nove arconti per risolvere la questione come meglio sembrasse loro. Gli assediati cominciavano a
soffrire la fame e la sete, poiché alcuni erano già morti di fame, decisero di sedersi come supplici
sull'altare dell'acropoli. Gli arconti, vedendo che i Ciloniani stavano per morire sull'altare, li
convinsero a uscire con la garanzia dell'incolumità, ma una volta fuori li uccisero. L’idea
dell’assassinio viene attribuita in particolare a Megacle, che secondo Plutarco era arconte all'epoca
del fatto.
Se uno si fosse rifugiato nel santuario sarebbe stato salvo. Questo atto è quindi un sacrilegio.
Dracone
Figura mitica a cui viene attribuito un codice di leggi
Nel 621 a.C. Dracone emanò una legge sull'omicidio che segnò la nascita del diritto penale. In
questa legge si distingueva per la prima volta nel diritto il grado di responsabilità personale: chi
aveva commesso l'omicidio involontariamente, si pensi ad esempio al progettista di una casa che
poi era crollata uccidendone gli abitanti, era condannato all'esilio. Il tribunale che se ne occupava
era formato da cinquantun efeti. Chi invece aveva commesso l'omicidio volontariamente era
condannato a morte dall'areopago.
Il codice di leggi di Dracone è ricordato per la sua particolare severità: la pena di morte era la
punizione anche per piccole infrazioni. Ogni debitore, il cui stato sociale fosse inferiore a quello del
suo creditore, ne diventava schiavo, mentre la punizione era più lieve per chi avesse debiti nei
confronti di una persona di classe inferiore. Il codice di Dracone fu sostituito proprio per la sua
severità da quello di Solone nella prima parte del VI secolo a.C.
Solone
Completa l'operato di Dracone, fa delle grosse riforme, elimina la schiavitù per debiti.
Ad un certo punto decide di andarsene, si ritira dalla politica e viaggia (poi la storia diventa mitica).
Lui scrive anche delle poesie (sono attribuite a lui ma non è certo che siano sue).
Discorso di Solone sull'uguaglianza e alla giustizia
"Ho redatto delle leggi ugualmente, per il buono e per il cattivo, stabilendo per ciascuno il giusto
diritto".
Questa è l'eunomia (diversa dall'isonomia cioè la legge uguale per tutti e democrazia odierna), cioè
le leggi non solo uguali per tutti ma ognuno deve avere quello che si merita.
Chi decide chi si merita cosa?
Solone cerca di rendere oggettive le cose per stabilire chi si merita cosa:
- Elimina la schiavitù per debiti e quindi toglie delle disuguaglianze sociali (Un contadino
invece di ipotecare un terreno per pagare i debiti, ipotecava sé stesso)
- Pone una visione censitaria e quindi una timocrazia
Divide il popolo in 4 classi:
- Pentacosimedimni hanno 500 medimni (unità di misura/peso) in grano (è l'unica classe il
cui nome rispecchia le cose che hanno. Questo ci fa pensare che questa sia la nuova classe
nata con questa riforma, gli altri nomi forse esistevano già come classe sociale)
- Cavalieri almeno 300 (non è la classe più elevata, nonostante di solito chi aveva il cavallo
era l'aristocrazia)
- Zeugiti almeno 200 (parola legata al giogo e quindi ai contadini)
- Teti possono avere o non avere medimni, comunque, nel caso, ne hanno pochi
In base a quanti soldi avevi e a che classe appartenevi, cambiavano le cariche a cui potevi
accedere. Tutti però possono partecipare all'assemblea (ecclesia).
Gli uomini della montagna sono gli estremisti democratici, quelli della pianura sono gli estremisti
oligarchici. Quelli della costa portavano avanti una forma di governo intermedia e impedivano agli
altri due di prendere la prevalenza.
Tutta la gente del popolo era indebitata con i ricchi, molte famiglie erano costretti a vendere i
propri figli.
Pisistrato (600-528)
Storia
Gli fanno un attentato alla vita e grazie a ciò riesce a farsi mette una guardia armata personale. Era
inoltre appoggiato dalle élite cittadine.
Nel primo periodo fa bene, poi viene cacciato, poi riesce a tornare con l'aiuto di Megacle e con gli
uomini della costa. Successivamente viene ricacciato
Opere
Viene ricordato per alcuni provvedimenti a favore del popolo. Fa anche esso delle grandi opere ma
Aristotele dice che era un tiranno virtuoso.
Con le tasse istituisce dei prestiti agricoli (in linea con la politica di Solone che aveva estinto gli
schiavi per debiti).
Istituisce die giudici di pace (itineranti e quindi non bisogna andare sempre ad Atene).
Sotto Pisistrato, nonostante lui abbia tutto il controllo, le magistrature continuano ad esistere
La tirannia di Pisistrato non sopravvive ai figli. Il potere dopo la morte del padre lo prendono loro,
essi però non si fanno voler bene dal popolo. Scoppia una rivolta, ritornano gli Alcmenoidi.
Ipparco (figlio di Pisistrato) viene ucciso, anche se era il fratello a comandare (sbagliano persona).
Ad aiutare gli Ateniesi insorti sono gli Spartani grazie ai quali riescono a far esiliare Ippia, fratello di
Ipparco e figlio di Pisistrato.
Clistene
Riforma sulle tribù e sul territorio
Fa una riforma, fa una sorta di nuovo sinecismo, si dice che Clistene restituisce la costituzione agli
Ateniesi.
Di base divide il territorio in 3 Zone, non più costa, pianura e montagna uno ad ognuno. Ognuna
delle 3 zone è divisa in 10 parti (trittie) e poi a partire da questa divisione riforma le Tribù.
Lui distrugge le tribù e ne crea nuove 10, il nome lo fa dare dall'oracolo di Delfi. Ogni nuova tribù
ha una zona di ogni settore (un pezzo di montagna, uno di costa e uno di pianura).
La base di tutto è il Demo, cioè il villaggio. L'organizzazione dell'attica parte da questi Demi.
La tribù diventa la base della vita politica e dell'esercito.
Lui crea nuove tribù per rompere i legami precedenti inter-tribù che creavano problemi.
Riforma amministrativa
1 Riforma il calendario
Prima si seguiva il calendario lunare e poi si aggiungevano i mesi per far tornare i conti con le
feste. Clistene pone un nuovo calendario: mette un numero fisso di giorni e mette dieci slot, uno
per ogni tribù. Ad ogni Tribù viene assegnata una pritania (periodo del calendario) durante la quale
quella tribù è al comando.
2 Bulè
È il consiglio, è ristretto, composta da 500 membri. Quella di solone era di 400 membri, per
Clistene sono 50 per ogni tribù. Si entra per sorteggio e non si può partecipare più di 2 volte nella
vita.
Ci sono dei meccanismi di controllo per la Bulè, sia precedenti sia dopo l'elezione.
C'è una Dochimasia (valutano i nomi eletti, che persone sono) iniziale e poi dopo l'uscita dalla
carica ci sono i Documai (il magistrato uscito dalla carica deve presentare tutti i conti e nel caso in
cui ci siano cose che non vanno si fa un processo).
È quella che nella maggior parte dei casi prepara il lavoro per l'ecclesia. Essa approva o disapprova
i decreti che propone la Bulè.
3 Ecclesia
Fanno parte tutti i cittadini maschi adulti.
L'assemblea era aperta a tutti ma non tutti potevano prendere parola. Tutti potevano parlare ma
per far effetto sull'assemblea bisognava essere bravi oratori. Le assemblee si riuniscono 4 volte per
Pritania (40 volte in un anno).
C'è la Kyria e 3 che sono regolari. Per argomenti importanti come una legge si discute solo in una
Kyria (assemblea principale).
L'assemblea si riunisce un giorno, se va buio l'assemblea termina e gli argomenti vengono
rimandati all'assemblea successiva.
I magistrati per le cariche elettive sono scelti molto spesso dall'assemblea.
I magistrati vengono accusati all'assemblea se si sono macchiati di reati.
Emana decreti
Leggi e decreti
Decreto provvedimento più limitato (l'assemblea può essere approvata in qualunque riunione).
Non possono essere fatti decreti contro le leggi. È puntale per una cosa, le leggi son più generali
Legge La legge è più complessa, la possono fare i Momoteti (dal V sec). La fanno loro e non
l'assemblea perché le leggi non sono considerate cose politiche. Ci vogliono degli esperti.
4 Magistrature
Le magistrature potevano essere elette o estratti:
- I tribunali sono estratti a sorte (non erano vere e proprie magistrature ma erano molto
importanti).
- Gli Momoteti sono estratti a sorte
- Gli strateghi sono magistrature elette
Cittadinanza ad Atene
La cittadinanza è esclusiva, iscrizione nel Demo nella Grecia classica.
Diventati maggiorenni si può votare e dopo 30 anni si può anche essere eletti (sono per alcune
cariche).
Ci sono delle categorie che si distinguono dai cittadini:
- Schiavi
- Meteco --> Straniero residente ad Atene
Il cittadino partecipa alla vita politica ed ai riti religiosi (Anche le donne possono partecipare alle
robe religiose, ma entro certi limiti, con delle modalità specifiche).
Meteco
Non sappiamo dopo quanto tempo uno straniero potesse chiedere di diventare Meteco (si pensa
anche solo dopo un mese). Lo statuto di Meteco dava diritti e tutele in termini legali e di possesso.
(La proprietà di terre e case era riservata ai cittadini)
Possono essere commercianti che si istallano ad Atene.
Il meteco ha bisogno di un garante anche quando viene iscritto nel Demo, quindi, quando
acquisisce la cittadinanza.
Schiavi
Ad Atene gli Schiavi sono una realtà importante in quanto le attività che svolgevano erano molto
varie:
Ci sono gli schiavi pubblici e privati. Gli schiavi privati si possono occupare della casa, attività rurali,
lavorare nelle miniere o anche essere tutori. Gli schiavi pubblici erano molto spesso funzionari
oppure lavoravano alle grandi opere pubbliche (costruzione di templi cittadini).
Di fatto lo schiavo non poteva possedere nulla, poteva però accumulare soldi con la quale poi
poteva comprare la libertà dal padrone.
Gli schiavi pubblici erano anche la polizia della città, erano affidati ai magistrati e si occupavano
per esempio di mantenere l'ordine nelle assemblee.
Gli schiavi partecipavano anche a dei riti religiosi.
Giustizia
A parità di colpa il trattamento dello schiavo è diverso da quello del cittadino.
In un processo il cittadino può parlare, difendersi e prendere parte a tutto.
Il meteco in molti casi non può parlare ma uno deve fare da garante per lui.
Gli schiavi non parlano.
Per i cittadini era vietata la tortura, la testimonianza degli schiavi era considerata vera solo se fatta
sotto tortura.
Tasse
Dirette molto poche e sono solo per i ricchi. Tasse indirette son per tutti (commercio, import ed
export).
C'erano due tipi principali:
- Liturgia il singolo cittadino prende su di sé la fornitura di un servizio. Un servizio dello
stato che lo prendono i privati (triarchia, sponsorizzare e pagare eventi)
- Eisphora è sostanzialmente una patrimoniale per i più ricchi. Poi diventa una liturgia
perché 300 tra i più ricchi anticipavano per tutti questa tassa.
- Emergesia Significa fare bene ed era più un obbligo sociale/filantropico, perché i più
ricchi devono pensare al bene della Polis. Essa ci si aspetta anche dagli stranieri.
Per rifiutare le liturgie
Se qualcuno ritiene che ci sia qualcuno più adatto (più ricco) di lui a svolgere quel compito può
rifiutarsi e dire no, lo deve fare lui.
Se però si sbaglia e non è più ricco si devono scambiare i patrimoni.
Le tasse erano volte a mantenere gli orfani, gli infermi (in particolare di guerra) e distribuzioni. È
raro che ci sia un benefattore o che la città distribuisca grano gratuito casualmente. Le
distribuzioni erano fatte per regolare il mercato: si stabiliva un prezzo specifico o si prestava.
Arconti
Sono 9
3 hanno dei nomi particolari:
- Arconte re non si sa bene cosa faccia
- Arconte Poli che dà il nome all'anno
- Arconte **** che guida l'esercito
Poi ci sono gli altri 6
La costituzione Spartana
Una delle più ammirata del mondo antico per il suo ordine e per la sua efficienza. Aristotele la
critica però su varie cose:
- Troppe donne e troppo libere (oligantropia)
- Ruolo degli Efori (persone di bassa levatura che approfittano del loro ruolo per un
vantaggio personale)
Rhetra
È una sorta di legge costituzionale che contempla fra le altre cose una divisione in tribù,
l’istituzione di un consiglio di anziani e l’assemblea del popolo. Secondo la tradizione essa sarebbe
stata donata da Licurgo dopo averla ricevuta direttamente dall’oracolo di Delfi; più verosimilmente
essa è databile intorno alla fine dell’VIII sec, dopo la fine della prima guerra messenica.
Istituzioni politiche
- Diarchia
Due re, appartenenti a due famiglie, gli Agiadi ed Euripontidi, che si diceva discendessero da
Eracle. Il loro potere era:
1. In ambito religioso sono sacerdoti di Zeus, Urano, ecc.., scelgono inoltre chi
mandare a Delfi per mantenere i rapporti
2. Guerra guidano l'esercitano in guerra (un re guida l'esercito, uno rimane in città),
ma non sono loro che dichiarano guerra.
3. Padre della città si occupano delle donne non sposate, adozioni, orfani, inoltre
sceglievano i prosseni.
- Gherusia
Composta da 28 membri che avessero raggiunto 60 anni e dai due re. Era molto importate
e per molto tempo controllò sia il potere legislativo, sia il potere giudiziario.
- Efori
- Erano 5 e venivano eletti fra tutti i cittadini (di almeno 30 anni), restavano in carica solo un
anno:
1. Guidano l'assemblea
2. Accolgono gli inviati dalle altre città
3. Possono portare a processo i re
4. Dichiarano formalmente di pace e guerra (una volta all'anno dichiaravano guerra ai
Messeni)
5. Controllano le Finanze alla fine della carica dei magistrati
- Apella
Era l’assemblea di popolo e vi partecipavano tutti i cittadini, eleggeva gli efori e i membri
della gherusia. Essa si pensa svolgesse un ruolo semplicemente confermativo nelle
decisioni, praticamente di ratifica.
Prosseni
Sorta di consoli onorario odierni
(Gli ambasciatori nell'antica Grecia non esistono).
È un cittadino scelto per fare da rappresentante della patria in un'altra città. Aiuta i commercianti
quando arrivano a sbrigare le pratiche.
A Sparta il prosseno lo scelgono i re, nelle altre città il pueblo.
Struttura sociale
La società spartana era divisa in tre grandi gruppi:
Spartiati
Detenevano pieni diritti civili e politici, il loro numero era molto basso e diminuì via via nel tempo.
Ciascuno di loro possedeva un Kleros, cioè un appezzamento di terra gestito dagli Iloti; ciò gli
permetteva di dedicarsi interamente alla guerra e all’addestramento.
Perieci
Più numerosi degli spartiati, vivevano in comunità a sé stanti e possedevano una certa autonomia.
Si dedicavano alla coltivazione ed attività di artigianato e commercio. Combattevano a fianco degli
spartiati ma non detenevano nessun diritto politico.
Iloti
Vivevano in una condizione di semi-schiavitù, appartenevano allo sato ed erano costretti a
coltivare le terre di proprietà degli spartiti trattenendo circa metà del raccolto per il
sostentamento proprio e delle proprie famiglie. Erano totalmente privi di diritti e venivano
utilizzati in guerra. Il loro numero era molto superiore a quello degli spartiati e molti di essi erano
Messeni.
Questa divisione chiaramente non rispecchia totalmente la complessità della società spartana,
erano presenti anche varie figure intermedie come spartiati decaduti per ragioni o economiche o
belliche (non avevano una buona resa in guerra). Un altro elemento di complessità erano le unioni
tra membri di classi differenti che portavano alla nascita di figli posti in una condizione intermedia.
Inoltre, è possibile che all’interno degli spartiati (chiamati anche Uguali o Homoioi, proprio perché
detentori degli stessi diritti senza distinzioni) ci fossero delle famiglie assimilabile all’aristocrazia,
che avevano un peso maggiore nella società.
La Donna
Avevano un certo onore a Sparta più che altrove hanno uno statuto libero.
La morte per parto era ad esempio una morte importante.
Godevano di un’istruzione abbastanza buona.
Erano loro che gestivano la casa.
Potevano ereditare, il proprio patrimonio può gestirlo da sola. Secondo alcuni dava troppo spazi
alla donna. Si va nell’oligantropia (pochi uomini) e Aristotele dice che è colpa delle donne che
hanno uno statuto troppo libero; l’eccessiva libertà delle donne porta ad un impoverimento della
società.
I giochi olimpici possono essere vinti dalle donne es. corsa con i carri non vinta da chi compete, ma
da chi possiede i cavalli e in quel caso aveva la coppia migliore dei cavalli la figlia del re che vince
per prima.
L’esercito spartano
Era il fulcro e il fine stesso della società spartana e vi facevano parte tutti gli spartiati da 18 a 60
anni. La forza dell’esercito era la sua compattezza e la sua preparazione, lo spartiato dedicava la
sua vita alla guerra, gli abitanti delle altre polis sottraevano tempo alle loro abituali occupazioni
per combattere. Era sostanzialmente professionisti che crearono una macchina da combattimento
perfetta in cui non regnava una stretta gerarchia (i re combattevano al pari ti tutti gli altri, avevano
semplicemente un manipolo che ne doveva assicurare l’incolumità) ma si cercava più alla forza
come gruppo.
Inizialmente la battaglia di Maratona ha un forte impatto ma quali sono i numeri dei caduti e i dati
in generale?
Stele dei caduti a Maratona (della villa di Erode Attico)
Le stele di commemorazioni erano una per ogni tribù, quindi 10. Si combatteva infatti per tribù,
quindi, è normale che ce ne sia una a testa.
I caduti da parte ateniese erano 192 dice Erodoto, poniamo che sia un numero genuino perché
chiunque le poteva andare a contare sugli steli. Inoltre, Erodoto stava parlando anche ad ateniesi
che l'avevano vissuta quindi non poteva inventare molto.
Fonti nelle fonti
Pausania, detto anche Pausania il Periegeta per distinguerlo da altri omonimi, è stato uno scrittore
e geografo greco antico, d'origine asiatica, vissuto nel II secolo d.C.
Capitolo da Pausania, è un racconto incentrato fatto per i romani su opere d'arte, monumenti e
tradizioni. In questo capitolo sta parlando della Stoa Poikile (opera d'arte).
Descrizione di Erodoto (da confrontare con la descrizione di Pausania) VEDERE TESTO SU TEAMS
Quando i persiani sbarcano a Maratona gli ateniesi vengono informati tramite u sistema di
segnalazioni tra Tribù.
Termopili e Artemisio
Gli spartani e le poleis del Peloponneso volevano creare una forte barricata sull’istmo di Corinto,
Atene e le poleis della Grecia centrale ottennero però di crearla alla Termopili, uno stretto nella
Grecia centrale per evitare che le loro città venissero distrutte.
Le prime due battaglie che i greci e i persiani affrontano sono due sconfitte terribili per l’alleanza
greca. Ad Artemisio si combatte in mare e la flotta greca non riesce ad impedire il passaggio di
quella persiana; alle Termopili i persiani, aiutati da un disertore, riuscirono a trovare la strada
miglio per aggirare il passo e di conseguenza il blocco messo dai greci. Da questa clamorosa
sconfitta nasce la grande leggenda dei 300 spartiati (tutti gli altri contingenti greci erano scappati)
che rallentarono l’esercito persiano mostrando grande coraggio e prova di forza.
Salamina
La conseguenza di queste due disfatte fu il sacco di Atene da parte dell’armata persiana: gli
ateniesi preferirono rifugiarsi nella piccola isola di Salamina e lasciare la città sguarnita piuttosto
che essere sterminati.
In compenso proprio davanti all’isola si svolse un’altra battaglia fra le due flotte e questa volta,
grazie alla strategia di Temistocle, comandante ateniese, la flotta greca riuscì a prevalere,
portando le navi persiane in un punto in cui la loro superiorità numerica sarebbe stata inefficace.
Platea e Micale
Queste furono le due battaglie che segnarono definitivamente la vittoria greca. In particolare, la
battaglia di Platea vide in un imponente esercito greco (di cui facevano parte 5000 spartiati)
scontrarsi con un altrettanto imponente esercito persiano. Le fonti riportano che la falange oplitica
e l’organizzazione greca furono fattori determinanti per sconfiggere la potenza persiana.
La vittoria fu completatala dalla flotta greca, guidata dal re spartano Leotichida, che riuscì ad
annientare la flotta persiana, colta mentre le navi erano in secca.
La lega Delio-Attica
Atene prende il comando della lega antipersiana, che noi al giorno d’oggi chiamiamo Delio-Attica
in quanto inizialmente i tesori della lega erano conservati a Delo, isola sacra di Apollo.
Sotto il comando ateniese l’alleanza cambia profondamente passando da un’alleanza paritaria fra
polis a strumento di dominio per Atene.
La partecipazione alla lega era libera, uscirne era praticamente impossibile come dimostrano le
azioni intraprese da Atene contro Nasso e Taso, colpevoli di aver deciso di abbandonare l’alleanza.
Le città che non potevano contribuire con delle navi, dovevano pagare un tributo, la cui somma
era decisa da Atene. Il tesoro della lega venne ben presto spostato ad Atene e non ci fu più
distinzione tra le casse dello stato e il tesoro della lega.
Il controllo ateniese si estese fino a imporre ad alcune polis un regime democratico gradito ad
Atene, controllo della giustizia, l’impiego della moneta attica e a volte il prendere possesso da
parte di cittadini ateniesi di territori delle altre polis per sfruttarli.
Effettivamente però sotto la guida ateniese la guerra contro i persiani cessò, dopo la battaglia di
Eurimedonte in Asia Minore (469).
Cimone
Figlio di Milziade, fu il protagonista di tutte le imprese militari compiute da Atene nel il 70 e il 60,
era di famiglia aristocratica e leale nei confronti del regime democratico moderato che vigeva ad
Atene. Fu un grande generale che riuscì a tenere molti rapporti politici con le altre polis ma cadde
in disgrazia grazie alle azioni politiche di Efialte, il quale, mentre Cimone era lontano dalla polis,
impegnato ad aiutare Sparta per sedare una rivolta degli iloti (aiuto che poi venne rifiutato da
Sparta, grande smacco per Cimone), riuscì a far cancellare all’assemblea molti poteri che deteneva
l’Areopago (baluardo del potere aristocratico di Cimone) e poi a farlo ostracizzare.
Ad Atene si passò quindi ad una democrazia radicale in cui il popolo deteneva poteri
sostanzialmente illimitati.
Atene democratica
Sotto la guida di Pericle le istituzioni di Clistene vennero impiegate in tutta la loro potenzialità. La
democrazia che nasce ad Atene nel V sec è una democrazia diretta (anche se riservata all’élites), in
cui è il popolo a prendere le decisioni in seguito a regolari votazioni. La vita politica diventa
l’aspetto più importante nella vita del cittadino, tutti gli altri aspetti finiscono in secondo piano.
Pericle
Figura di cui sappiamo molto poco nonostante la sua importanza, la madre era nipote di Clistene, il
padre un importante comandante che aveva condotto la flotta ateniese nella battaglia a Micale.
Figura coltissima, dotato di grandi capacità oratorie e di grande carisma riuscì a farsi eleggere
molte volte (15) nel consiglio degli strateghi. Tucidide che il potere era nelle mani della
cittadinanza, ma di fatto lo deteneva il primo cittadino, Pericle.
Il sorteggio
Quasi tutte le magistrature ateniesi venivano attribuite per sorteggio, ad accezione di alcune
finanziarie, dei 10 strateghi e dell’arconato che prevedeva uno sbarramento per censo.
Questo implicava che chiunque fosse stato interessato a detenere una carica pubblica,
partecipando alla vita politica, poteva inserirsi nelle liste per essere estratto e ottenere una
magistratura, a prescindere dal proprio censo.
Guerra e democrazia
L’istituzione della democrazia ad Atene ha un rapporto causa effetto con la sua politica militare
aggressiva. Per sostenere le paghe delle cariche pubbliche e tutta la macchina statale Atene
necessitava di una grande quantità di denaro, che non poteva provenire internamente alla polis in
quanto priva di tassazione. L’afflusso di denaro era quindi tutto proveniente da guerre e politiche
aggressive; non è un caso che nel IV sec, venuti meno i proventi dell’impero, ci fu grande difficoltà
a mantenere tutte le magistrature, tato che in alcuni periodi rimanevano ferme per giorni.
I tribunali
I tribunali furono delle istituzioni fondamentali: essi non solo risolvevano questioni giudiziarie di
maggiore o minore importanza, erano anche tassello essenziale nella vita politica.
Le decisioni prese dall’assemblea e le leggi promulgate potevano essere impugnate in tribunale,
per questo motivo furono un tassello importante anche per la vita politica.
A partecipare ai tribunali popolari erano 6000 che venivano estratti per la partecipazione ai singoli
processi. Per tutti questi motivi i tribunali ateniesi divennero sicuramente una delle istituzioni più
importanti e più costose della polis.
Popolazione ad Atene
È difficile stabilire quante persone vivessero effettivamente ad Atene, al tempo della scoppio della
guerra del Peloponneso si ritiene che i cittadini fossero tra il 40 e i 60 mila, anche se recentemente
si tende a pensare che il numero effettivo si avvicinasse di più a 60. A questi vanno aggiunti gli
stranieri che si presume fossero cica 20 mila, data la grande attività economica che gravitava
intorno ad Atene, inoltre bisogna considerare il numero di schiavi, stima su cui però c’è grande
dibattito. La cifra approssimativa a cui si è giunti è di 100/150 mila schiavi.
Meteci
Sono stranieri residenti ed è sicuramente la categoria più difficile da caratterizzare. All’interno di
questa categoria si trovavano persone di grande calibro come Erodoto ma per la maggior parte
dovevano essere di modesta condizione e svolgere per lo più attività commerciali o di artigianato.
I meteci dovevano pagare annualmente una tassa di 12 Dracme, il metoikion che legittimava la
loro presenza nella città; inoltre dovevano avere un cittadino che lo rappresentasse e curasse i suoi
interessi e questo indica che loro non fossero autonomi di muoversi nella società.
Schiavi
Atene è certamente una società schiavista, in quanto utilizzava in gran quantità esseri umani
ritenuti inferiori per natura. Gli schiavi non costituivano un gruppo compatto, essi venivano
comprati al mercato e a seconda di come venivano impiegati, c’erano profonde differenze sullo
stile che conducevano. Gli schiavi che venivano impiegati nelle miniere di argento vivevano
ovviamente in condizioni inumane, chi invece era impiegato come schiavo domestico poteva
condurre uno stile di vita quasi normale, portando avanti la propria attività di artigianato e versano
quasi tutto il suo guadagno nelle casse del padrone. Era molto raro che uno schiavo potesse essere
liberato.
Donne
Appare evidente che la società ateniese fosse profondamente maschilista. Nonostante il ruolo
importante che con la legge di Pericle la donna avesse preso, la vita delle donne si consumava
tutta all’interno delle mura domestiche. La donna era ritenuta non autosufficiente e non
autonoma, era sempre sotto la tutela di un maschio (padre o marito) a livello giuridico e
finanziario. Il suo compito era l’educazione della prole.
Le cause
Sempre Tucidide fa una distinzione fra le cause dichiarate e le cause più vere che portarono al
conflitto.
Le cause dichiarate sono sostanzialmente tre e riguardano gli alleati di Sparta:
- Nell’inverno del 34 Atene sceglie di stringere un’alleanza difensiva con Corcira (Corfù), polis
allora in guerra con Corinto (alleata di Sparta). Secondo le consuetudini una polis non si
dovrebbe intromettere nelle questioni tra colonia e Madrepatria (Corcira era colonia di
Corinto), ma Atene voleva portare dalla propria parte Corcira perché aveva un’importante
flotta. Si svolse una battaglia presso le isole Sibota nel 433 vinta da Corinto ma senza
ottenere vantaggi dalla vittoria
- Il secondo casus belli riguarda Potidea, città fondata da Corinto, con cui manteneva ancora
stretti rapporti ma che faceva anche parte della lega di Delo e quindi pagava regolarmente
tributo ad Atene. Nel 433 Atene forza la mano alzando il costo dei tributi alla polis e
chiedendo di allontanare i magistrati di Corinto presenti nella città e di abbattere un pezzo
di mura. Potidea ovviamente rifiuta l’offerta, viene assediata e poi conquistata da Atene
dopo due anni.
- Nel 432 Atene vietò ai cittadini di Megara (alleata di Sparta) di frequentare l’agorà ateniese
e di far attraccare le loro navi in qualunque città dell’impero. Gli ateniesi accusavano i
cittadini di Megara di aver coltivato delle terre sacre
Pace di Nicia
Nel 423 c’è una tregua tra le due città ma è una tregua che dura poco, riprendono i combattimenti
che termineranno con la pace di Nicia del 421.
Sparta era arrabbiata che gli ateniesi avessero degli spartiati prigionieri ed era vessata dalla guerra
Atene aveva perso vari territori e la peste (anche se in piccola parte) l'aveva indebolita.
Di conseguenza tutti e due volevano una pace.
Con la pace i territori tornano come prima della guerra (status quo ante scoppio) tranne due:
Platea gli spartani non fanno ritornare gli abitanti
Nisea porto di Megara che rimane in mano ateniese.
Fase intermedia
In questo momento ad Atene c’erano due posizioni diverse:
- I fautori di un’egemonia bipolare di Atene e Sparta da affiancare allo stretto controllo di
Atene sull’impero
- I fautori di un’egemonia globale da parte di Atene che mirava a vincere la guerra e
annientare Sparta
A sostenere la prima idea era Nicia, il second aera invece sostenuta da Alcibiade, lontano parente
di Pericle.
La pace di Nicia era una pace che scontentava in particolare gli alleati di Sparta così Corinto crea
una nuova alleanza contro Atene che comprende Argo, Mantinea (Vs tegea), elide (vs le preon).
È un'alleanza che dura poco perché dettata dall'insoddisfazione del momento.
Al suo posto nasce una nuova alleanza: Atene, Mantinea, Argo ed Elide. La coalizione termina male
con la sconfitta a Mantinea e il trionfo a Sparta.
In seguito a questa disfatta Nicia e Alcibiade vennero rieletti a strateghi, il primo si dedicò
all’asservimento di Melo nel 416 (Gli ateniesi volevano che melo entrasse nella lega, i meli erano
convinti che sparta li difendesse, non è così, i meli vengono devastati), il secondo spinse Atene a
intraprendere una grande spedizione in Sicilia che però non terminò con l’esito sperato.
415-413
Alcibiade spinge gli ateniesi ha fare una grande spedizione in Sicilia per aiutare le città ioniche o
alleate con Atene (come Segesta).
Tucidide ce ne parla nel 6 libro e parla dell'isola e della sua colonizzazione, vuole dare l'idea che i
greci non si rendessero conto di cosa era l'impresa e che Alcibiade abbia gabbato gli Ateniesi. I
comandanti sono Alcibiade, Nicia e Demostene. Alla vigilia della partenza scoppia lo scandalo delle
Erme cioè busti con cazzo, raffigurazioni sacre che erano state mutilate. Si diffonde la voce che
questo scempio sia stato fatto da Alcibiade.
Alcibiade era partito per cui mandano la Salamina (la nave di stato veloce di Atene) a prendere
Alcibiade. Lui scappa prima di essere imprigionato e va a Sparta, aveva una tradizone familiare con
sparta, era prossimo degli spartani ad Atene. Lì comincia a dare ottimi suggerimenti a Sparta, li
invita ad aiutare i Siciliani e di creare una roccaforte in attica.
In Sicilia è una tragedia, c'è una tempesta che indebolisce le navi, una volta sbarcati gli ateniesi
cominciano l'attacco ma non vincono a dovere, diventa una guerra più di posizione.
Demostene prende d'assedio Siracusa, continua la guerra che termina con la sconfitta degli
ateniesi in questa grande battaglia notturna.
Gli ateniesi ci ripensano e decidono di tornare, Nicia dice di aspettare perché c'è il solstizio e
quindi è un giorno nefasto per agire.
Sul fiume Assinaro vengono catturati e assassinati, pure i comandanti cadono. È una sconfitta
pesante.
Fase Deceleica
È la fase in cui entrano in gioco anche i persiani. I persiani non intervengono direttamente ma
finanziano Sparta. Gli eventi bellici sono tutti in mare e sulle coste dell'asia minore.
Alle olimpiadi del 420 gli spartani non possono partecipare. Nel corso della guerra tutti i giochi si
sono regolarmente svolti.
I grandi giochi:
- Olimpiadi
- Pitici --> giochi di Delfi
- Nemee --> i più importanti e sono tenuti da Kleone (Argo aiuta Atene a Tanadra per scontrarsi
con i corinzi per il controllo di Kleone e quindi dei giochi.
- Istmici --> curati da Corinto
I giochi sono a cadenza di 2/4/5 anni
Dioniso I
Ad approfittare della sconfitta di Atene nella guerra non fu tanto Siracusa ma più Cartagine, la
quale tra il 409 e il 406 riuscì a conquistare in successione Selinunte, Imera e Agrigento.
È in questo contesto che Dioniso riesce a frasi nominare unico stratego a Siracusa e a firmare un
trattato di pace con i Cartaginesi (avevano un’epidemia di peste nell’esercito), che prevedeva il
controllo di Cartagine sui territori conquistati e la conferma di Dioniso come stratega a Siracusa.
Dioniso nei primi anni di governo consolida il suo potere sulla polis e riorganizza l’esercito per poi
andare, nel 397, ad attaccare i Cartaginesi conquistando Mozia. La reazione di Cartagine fu forte,
tanto che giunse a stringere d’assedio Siracusa. Questa prima fase di conflitto termina però con
una ritirata da parte dell’esercito africano che ancora una volta era stato colpito dalla peste.
Approfittando della temporanea calma sul fronte Cartaginese Dioniso espande i propri domini nel
sud Italia conquistando Reggio e Locri e sconfiggendo la lega italiota nella battaglia sul fiume
Elleporo nel 388.
Le guerre con Cartagine ripresero due volte, ma in entrambi i casi non portarono a nulla se non la
conferma dello status quo. Dioniso muore nel 367 e lascerà il domino al figlio Dioniso II.
Riguardo al potere che ha esercitato su Siracusa gli studiosi l’anno avvicinato molto al potere che
in seguito eserciteranno i re sui regni ellenici che nasceranno dalla morte di Alessandro Magno. Un
tiranno quindi che accentra su di sé tutto il potere, spartendo pochi compiti e solo a coloro che gli
sono più fedeli.
Dioniso II e Dione
Si apre una fase turbolenta dopo la morte di Dioniso I, con Dioniso II che, dopo essere salito al
potere, si troverà ad essere contrastato da Dione, cognato di Dioniso I.
Dopo essere stato esiliato ad Atene Dione ritorna a Siracusa per scalzare Dioniso II e la sua poco
amata tirannide. Il tiranno è costretto a fuggire e a riparare a Locri, farà ritorno a Siracusa solo 10
anni dopo.
Nel frattempo, il governo di Dione non portò ai risultati sperati, non riuscì a creare una tirannide
illuminata come si era prefissato ma sicuramente si fece più attento dei confronti del demos e
delle loro esigenze.
Timoleonte
Il ritorno di Dioniso II a Siracusa non portò comunque un miglioramento e soprattutto non portò
pace. La situazione si fece più dura dal riaccendersi della minaccia Cartaginese che portò i
Siracusani a chiedere aiuto a Corinto. La polis accolse la richiesta e mandò Timoleonte con pochi
uomini al seguito (Timoleonte era probabilmente una figura poco amata in città e questa
spedizione era volta a liberarsene).
Grazie alle proprie capacità diplomatiche il comandante di Corinto riuscì a mettere in piedi una
grande alleanza anti-cartaginese che nel 341 riuscì a sconfiggere l’esercito Punico a Crimiso.
La vittoria portò la Sicilia ad essere divisa sotto due sfere d’influenza con il confine che venne
posto sul fiume Alico.
Nel 394 muore Lisandro ma, nonostante ciò, gli spartani riescono a riportare importanti vittorie a
Nemea e Coronea. Sono vittorie importanti ma non risolutive per lo scontro.
Dal lato militare c’è una grande innovazione in questa guerra: l’utilizzo di truppe mercenarie.
Fino ad ora era il cittadino della polis che sottraeva tempo al suo lavoro per diventare soldato e
difendere la propria città. Con l’introduzione di mercenari cambiano gli equilibri della polis e
inoltre portare avanti la guerra diventa estremamente più costoso.
La pace del re
I persiani capiscono che non è molto utile la loro strategia: si arriva alla pace del re. Alla fine, più
che una pace è un diktat imposto dai persiani (non troppo sconveniente):
- i persiani hanno il domino incontrastato nelle polis dell’Asia Minore, esse potevano
scegliere il proprio governo a patto che pagassero un tributo.
- Le Polis dovevano essere libere e autonome, questo implicava lo scioglimento della lega
Beotica (La lega del Peloponneso si salva in quanto era semplicemente una serie di singole
alleanze delle città con sparta)
- I greci si tengono le isole e nasce il problema della perea (territorio sulla terra ferma
davanti alle isole sui cui di solito la polis si estendeva).
L’ascesa di Tebe (379-356)
Nel 382 gli spartani conquistano la cadmea cioè la rocca di Tebe, ma questa azione a vita breve.
Nel 379 la città venne ripresa, grazie all’intervento degli esuli tebani, da questo momento la città
conobbe il suo momento di massimo splendore e a guidare questo periodo sono due figure:
Pelopida ed Epaminonda. Il primo era un comandante militare che aveva contribuito alla
riconquista di Tebe, il secondo univa il comando dell’esercito con un grande spessore culturale.
Il progetto di Tebe era di unificare la Beozia, inizialmente in progetto federale, successivamente
ponendosi da egemone (cosa che la porterà a scontrarsi con Sparta.
Giasone di Fere
Nello stesso periodo in cui Tebe consolidava il suo potere, Giasone, tiranno di Fere, riesce
nell’impresa di unificare la Tessaglia e porla sotto il suo controllo. È un’esperienza che però finisce
in fretta perché nel 370 solo 5 anni dopo l’unificazione, Giasone muore in una congiura e la
Tessaglia sprofonda nuovamente in lotte intestine per la successione.
È importante come episodio poiché mette in luce la debolezza del modello della Polis.
Leuttra
Tebe era a capo della lega Beotica (violazione della pace del re) e questo viene fatto presente alla
città in un'assemblea. Nel 372 c'è uno scontro tra spartani e tebani: gli spartani chiedono che Tebe
smetta di esercitare la propria egemonia sui beoti, i tebani chiedono la stessa cosa a Sparta per
quanto riguarda i messeni.
Si arriva ad uno scontro:
Tebe è guidata da Pelopida e Epaminonda. (slide celesti tebani, rossi tebani).
Essi hanno un manipolo di élite e le falangi sono disposte in modo meno omogeneo.
371 battaglia di Leuttra vinta da Tebe grazie alle novità introdotte (vedere slide).
Dopo questa battaglia Sparta finirà inevitabilmente in un ruolo di secondo piano fra le polis greche
perdendo il mito dell’invincibilità spartana. Nella battaglia, infatti, moriranno 400 dei 700 spartiati
mandati e il re.
L’egemonia tebana
I tebani conquistano quindi l'egemonia scalzando sparta e si espandono a nord (Pelopida), sud
(Epaminonda) e a est ma non fanno molto.
A sud Epaminonda fa una serie di spedizioni nel Peloponneso per fomentare gli arcadi e i messeni
a ribellarsi a Sparta, la città privata dei Messeni andrà definitivamente in crisi. Le spedizioni nel
Peloponneso hanno inoltre un carattere fortemente ideologico poiché è la prima volta che dei
nemici entravano in terra spartana.
A Nord si va verso la Tessaglia, ci sono problemi alla corte macedone, Pelopida al ritorno dalla
macedonia viene fatto prigioniero e ci vogliono due spedizioni per riscattarlo.
Quando i tebani arrivano in macedonia trovano degli Ateniesi chiamati dai macedoni per fare da
Pacere.
Battaglia di Mantinea
A Mantinea si scontra gran parte del mondo greco: Spartani e Ateniesi guidano una coalizione che
si oppone alla lega beotica.
La battaglia non segna un chiaro vincitore ma muore Epaminonda e la potenza tebana, privata del
suo capo tramonterà inesorabilmente.
La sconfitta tebana mette in luce che la polis non è un sistema che riesce a mantenere
un'egemonia in modo costante.
Filippo II di Macedonia
I macedoni erano un popolo diviso in tribù, abitavano le zone montuose dell’estremità
settentrionale della penisola greca.
Essi erano considerati greci (infatti partecipavano alle Olimpiadi) ma erano stati sempre marginali
nel contesto.
Filippo II di Macedonia sale al trono nel 359 e inizialmente riesce ad unire le varie tribù con
qualche strage per uccidere gli altri pretendenti al trono.
Filippo consolida la propria posizione non solo internamente ma, attraverso alleanza con i Traci e
gli Illiri, anche con gli stati confinanti.
Riorganizza l’esercito anche grazie alla buona situazione economica di cui la macedonia godeva.
Conquista Anfipoli nel 357, città molto ambita dagli ateniesi perché molto ricca.
Filippo viene ucciso da Pausania e ci sono varie storie dietro questo omicidio:
- Beghe amorose per cui Pausania si era sentito tradito
- Olimpia (nobile) aveva commissionato questo omicidio perché filippo si stava unendo con
un'altra donna e quindi l'eredità e la successione erano in pericolo
La donna aveva un ruolo maggiore nell'ellenismo?
- Le regine hanno la possibilità di influenzare il re e intercedere per le persone
- Sono utili per le politiche matrimoniali e alcune, quindi, riescono ad avere un forte peso politico
Filippo sposta la capitale a Pella, che diventa un centro importate culturalmente, in quanto anche
finanziata dalle conquiste militari di Filippo.
Alessandro Magno
Alessandro nel 336 ha 20 anni e muore non molto grande.
Nell'infanzia ha Aristotele come educatore, inizia molto presto l'attività bellica e si distingue come
cavaliere, combattendo anche a Cheronea al fianco del padre. Non era molto alto. Aveva un forte
gruppo di compagni che lo sostennero nella sua ascesa.
Aristobulo
Nessuna delle storie raccontante ci sono rimaste interamente, ci sono varie lacune e molto spesso
vengono ripresi da storici successivi, chiaramente con modifiche e adattamenti, non sono
attendibili.
Gli storici successivi poco spesso citano continuamente i predecessori, molto spesso se ci sono
grandi citazioni è per polemizzare contro le opere precedenti.
La successione e le rivolte
Nel 336 si deve occupare di risolvere i problemi interni e assicurarsi la propria successione: stringe
alleanze con tribù e fa strage di pretendenti. Intraprende anche delle campagne ai confini della
macedonia per affermare la successione del potere. Alla fine, la questione si risolve con la sua
acclamazione da parte del popolo in armi.
Durante le prime campagne si diffonde l’idea che Alessandro fosse morto e questo porta a rivolte
in Grecia, in particolare a portarle avanti sono due città: Atene e Tebe.
Si ribellano due volte e la seconda volta (335) viene pesantemente punita, in particolare Tebe che
in parte viene rasa al suolo, i superstiti venduti e i territori spartiti fra le altre polis.
Atene viene invece risparmiata poiché la polis aveva fatto uccidere i capi della rivolta
antimacedone sottomettendosi nuovamente. Inoltre, Atene gli serve come scusa per la sua
spedizione in Persia, presentata come vendetta per Serse e le guerre persiane.
Alessandro inizia a costeggiare la costa, inizialmente il suo spostamento è molto via terra, non
aveva una flotta molto forte e quindi ci si appoggia poco. Quando conquisterà le città fenice
inizierà ad utilizzarla.
Alessandro si dirige verso le città greche per liberarle, alcune città lo accolgono, alcune no (Mileto,
Alicarnasso) per timore poi di essere puniti dai persiani quando i macedoni fossero stati sconfitti.
Quando libera delle polis mette un governo di comodo, cambia classe al governo in modo che la
nuova sia legata a lui. Le oligarchie vengono sostitute da democrazie in particolare in Asia minore,
in Grecia principalmente fa il passaggio è inverso.
Nodo Gordiano
Arriva a Gordio dove stabilisce i propri accampamenti invernali, qui secondo la tradizione
Alessandro recise il Nodo Gordiani, cioè un nodo che legava un giogo a un carro, un gesto che gli
avrebbe assicurato, secondo la profezia, il dominio su tutta l’Asia
Dopo le importanti vittorie di Alessandro Dario prende sul serio la questione macedone e a Isso si
svolge un’altra grande battaglia campale. La vittoria ancora una volta è di Alessandro, Dario riesce
a fuggire ma la sua famiglia viene catturata insieme ad un enorme bottino.
Alessandro poi si sposta sulla fascia costiera conquistando Tiro, Gaza e Menfi (quest’ultima si
consegna al sovrano macedone), è un processo lungo perché resistono molto.
Il passaggio successivo è la conquista dell'Egitto fonda Alessandria, città che diventerà molto
importante.
In Egitto va da un oracolo molto famoso, al santuario di Zeus Ammone e gli chiede se è veramente
figlio Zeus.
L'ultima battaglia è quella di Gaugamela nel 331, la vittoria non segna la fine di Dario che riuscirà a
fuggire nuovamente ma aprirà la strada per la conquista delle antiche città Achemenidi: Babilonia,
Susa, Persepoli e Pasargade.
Per le città greche, nonostante inizialmente si fosse posto come liberatore, impone
un’amministrazione particolare che lo rende sostanzialmente re nella polis. La libertà era concessa
dall’alto e lo status della polis era concesso da Alessandro: se essa potesse o meno promulgare
proprie leggi e avere le proprie istituzioni era decisione del sovrano macedone.
Le conquiste successive
L’obbiettivo di Alessandro era sostituirsi a Dario nl controllo dell’impero; inizia quindi una
campagna militare per terminare di assoggettare l’impero e per uccidere Dario, il quale si rifugiava
sempre più lontano.
Dario trova la morte presso il Satrapo Besso, che a sua volta si nomina re persiano con il nome di
Artaserse IV. L’obbiettivo di Alessandro è ora uccidere l’usurpatore del suo trono e intraprende 3
anni di campagne durissime, in cui, per vincere, assolda anche truppe locali.
Le conquiste proseguirono verso l’india per aiutare il principe indiano di Tassila minacciato da
Poro. La sua spedizione si spinge fino quasi al Gange dove però non arriva.
I suoi uomini cominciano ad abbandonarlo sia perché troppo distanti, sia perché si stava creando
una frattura tra Alessandro e l’esercito macedone, cioè i suoi fedelissimi.
Alla morte di Alessandro la corona si trova in una posizione di debolezza e i generali macedoni si
trovano davanti al problema della successione: la moglie di Alessandro, Rossane, aspettava un
figlio, il quale però non avrebbe potuto regnare (se maschio) per molti anni e inoltre sarebbe stato
di sangue misto.
La soluzione presa dai generali è di incoronare due re: il primo sarebbe stato, se maschio, figlio di
Alessandro con il nome di Alessandro IV, il secondo sarebbe stato Filippo III, fratellastro di
Alessandro e mentalmente ritardato.
I due sovrani erano comunque solo di facciata, in quanto il vero potere risiedeva in 3 figure
principali:
- Antipatro, vecchio generale e compagno di Filippo II, il quale aveva il controllo su tutte le
regioni europee, in particolare sulla Grecia e la lega ellenica
- Perdicca, il quale tutti i satrapi dell’Asia avrebbero dovuto rifarsi
- Cratero, il quale gestiva l’esercito e le finanze dello stato per conto di Filippo III (incapace di
farlo perché ritardato)
Al fianco di queste tre figure ci sono altri generali macedoni a cui vengono assegnate le Satrapie:
- Antigono Anatolia occidentale
- Lisimaco Tracia
- Tolomeo Egitto
- Eumene Paflagonia e Cappadocia (territori ancora da conquistare)
Sono queste le figure che animeranno i successivi anni e i successivi scontri per la successione fino
al 281. Esse sono tutti macedoni (ad eccezione di Eumene) e ciò segna un brusco cambiamento
dalla politica di Alessandro che mirava a fondere la cultura locale con i macedoni. Con questo
assetto i macedoni rivendicano il pieno controllo e il pieno potere e in linea con ciò, annullano tutti
i matrimoni misti contratti a Susa durante la cerimonia (Alessandro voleva mescole le entine e
quindi fa sposare i suoi generali a Susa con donne macedoni).
La guerra Lamiaca
La Grecia era scontenta, in particolari per gli ultimi provvedimenti presi da Alessandro che
imponevano il ritorno degli esuli in patria. Così, saputa la morte del sovrano, scoppio una rivolta
capeggiata da Atene. La polis riuscì a mettere assieme una nuova alleanza, in particolare con gli
Etoli (potenza emergente in Grecia) e a reclutare un esercito di mercenari. Inizialmente la
coalizione ebbe qualche successo, anche aiutatati dall’effetto sorpresa che colse Antipatro
impreparato. Successivamente, grazie all’aiuto di Cratero, giunto dall’Asia, la rivolta venne
soppressa con la vittoria decisiva dei macedoni a Crannone. Atene perdeva così la sua libertà e
veniva instaurata un’oligarchia, gli Etoli invece vennero risparmiati in quanto Antipatro si trovò a
dover affrontare altri problemi nati in Asia.
Antigono si torva a combattere su due fronti: Tolomeo per il controllo di Siria e Palestina e
Cassandro e Demetrio per la Grecia e l’Egeo. Nel 311 si arriva ad una pace i cui accordi però non
soddisfano Antigone, il quale si vide riconoscere solo la carica di reggente fino alla maggiore età di
Alessandro IV. Per questo motivo poco dopo il giovane Alessandro e la madre vennero uccisi.
I nuovi assetti
Dopo la pace l’impero risultava ormai diviso in 5 regioni ben distinte:
- Tolomeo Egitto
- Cassandro Macedonia e Grecia
- Lisimaco Tracia
- Antigono Asia occidentale
- Seleuco satrapia di Babilonia
Macedonia
Dopo la morte di Seleuco nel 281, la macedonia vive alcuni anni di assestamento e conflitti prima
che si affermi definitivamente la sua dinastia, gli Antigonidi.
Inizialmente viene eletto Tolomeo Cerauno re per acclamazione, non fece in tempo a governare in
quanto morì mentre combatteva l’invasione dei Celti. Al suo posto Antigone Gonata, figlio di
Demetrio riesce a prendere il potere, anche grazie al successo ottenuto sconfiggendo i Celti a
Lisimachia nel 277.
Sotto il suo governo si rafforzò il controllo sulla Grecia, il sovrano tentò anche di conquistare
l’egemonia sull’Egeo ma trovò Tolomeo II a contrapporsi.
Egitto
In Egitto a prevalere è la dinastia dei Tolomei. Il regno che si crea sotto questa dinastia è stabile ma
si torva ad affrontare i Seleucidi per il controllo della Siria Meridionale (che la pace di Ipso aveva
assegnato a Seleuco), territori di estrema importanza perché garantiva una protezione dagli
attacchi verso il bacino del Nilo e soprattutto garantiva al regno risorse di cui altrimenti sarebbe
stato scarsi (legno, empori commerciali)
Contro i Seleucidi i Tolomei combatterono 6 guerre Siriache che si conclusero solo nel 168 con
l’intervento di Roma nel conflitto.
Seleucidi
La loro dinastia si trovò a dover difendere i territori che erano stati di Seleuco e a cercare di
riconquistare i territori persi per ricreare il regno degli antenati.
La lega Etolica
Gli etoli iniziano ad essere protagonisti della politica greca nel III secolo, in particolare creano una
lega con centro il santuario di Termo, dove si tenevano una delle due riunioni ordinarie annuali
dell’assemblea generale della lega.
L’assemblea deliberava con voto nominale (non per città) sulle politiche della confederazione:
pace, guerra, relazioni con gli stati esteri.
L’assemblea era affiancata da un consiglio ristretto un consiglio con dei rappresentanti delle polis
(in base al numero di abitanti della polis). Il potere esecutivo era affidato ad uno stratega, capo
politico e militare della lega (eletto ogni anno).
La lega Achea
La lega Achea sorge intorno alla figura di Arato, giovane uomo politico di Sicione che riuscì a
liberare la propria polis dal tiranno.
Intorno a lui nasce la lega che mette assieme le maggiori città del Peloponneso, ad eccezione di
Sparta.
Come per la lega Etolica anche questa è dotata di un’assemblea generale che però nel tempo
lascerà spazio al consiglio die rappresentanti. A differenza della lega Etolica in essa le classi
abbienti hanno maggior peso politico.
Sparta
La città stava affrontando un momento di grande crisi, la cittadinanza era ridotta a pochi membri,
come erano poche famiglie a detenere grandi patrimoni fondiari. In questo contesto nasce nella
città una grande tensione sociale che sfocerà nell’uccisione del re Agide IV, il quale aveva tentato
di porre rimedio alla situazione.
A porre rimedio a questa situazione è re Cleomene III, il quale esilia i suoi avversari politici e attua
delle riforme per ridare potenza alla città: allarga la cittadinanza, aumentando così il numero degli
spartiati e distribuisce gli distribuisce le terre appartenenti ai grandi latifondisti esiliati.
A livello bellico si scontra con gli Achei, i quali avevano preso grande potere nel Peloponneso.
Pirro e l’Epiro
La potenza di Roma stava crescendo e la sua egemonia si stava estendendo ai danni di Taranto.
Questo portò allo scontro fra le due città e quest’ultima, sapendo di non riuscire a sostenere lo
scontro con Roma chiese aiuto a Pirro, che in quel momento vedeva svanire le sue aspirazioni al
trono macedone, occupato da Tolomeo Cerauno.
La campagna di Pirro si aprì con delle vittorie, facilitate anche dalle alleanze con le popolazioni
locali. Nonostante ciò, Roma scelse di non trattare mai la pace poiché questo avrebbe significato
rinunciare all’Italia Centrale.
Si arriva in una situazione di stallo in cui Pirro si allontana per dare aiuto alle città Siciliane: con la
morte di Agatocle si erano riaccesi i conflitti interni e le speranze di conquista di Cartagine. La
campagna in Sicilia ebbe molti successi e Pirro riuscì a ristabilire l’autonomia delle Polis e la pace.
Nel frattempo, però Roma aveva ripreso terreno in Italia meridionale e nonostante il ritorno di
Pirro dalla Sicilia riuscì a sconfiggerlo a Maleventum (chiamata poi Beneventum).
Pirro sconfitto in Italia volse nuovamente le sue attenzioni alla macedonia sfidando Antigono
Gonata ma dopo gli iniziali successi venne sconfitto e trovò ad Argo la sua morte.
Ierone II a Siracusa
Ierone II, ex ufficiale di Pirro riuscì a farsi nominare stratego di Siracusa. Nel suo governo non ambì
mai ad espandere i propri confini bensì, cercò di aumentare la ricchezza dei suoi territori e a
preservare i suoi domini. Sotto il suo governo, inoltre, la Sicilia vide un forte cambiamento negli
equilibri con Cartagine: dal 264 al 241 si combatté la prima guerra punica, in cui Ierone scelse di
schierarsi con Roma, la quale gli garantì l’autonomia e fu una buona alleata.
Polis
La polis sotto i regni ellenistici passa da essere da un organismo politico autonomo ad una unità
amministrativa. Non si verifica sempre questo passaggio, in Grecia centrale, alcune polis
mantengono la propria autonomia, stipulando ovviamente accordi con i regni.
Nonostante le polis fossero soggette a leggi del sovrano e a tributi, ciò non implica la fine delle
città greche; la vita cittadina con tutte le magistrature, perdurano nel tempo.
I sovrani ellenistici comprendono che la polis è un importante strumento di controllo per il
territorio e un importante polo commerciale e culturale. Per cui il rapporto con esse si basa di
privilegi e protezioni concesse dal sovrano in cambio della fedeltà e dei servizi richiesti.
Economia
L’economia dei regni si basava principalmente sulla proprietà terriera e sui prodotti che essa
produce. A detenere i terreni è principalmente il sovrano e pochi altri che, attraverso affitti o mano
d’opera schiavile, li mettono a frutto esercitando uno stretto controllo sulle produzioni. È meno
rigido il controllo in altri settori come quello tessile o vinicolo.
Su tutti i prodotti i sovrani riscuotevano le imposte, oltre a queste tasse c’erano quelle sulle
dogane, sul commercio e quelle imposte alle città.
I regni ellenistici risultano quindi come un sistema economico in grado di autosostenersi e di
accumulare grandi ricchezze (che finiscono in mano a pochi) ma che deve anche far fronte a grandi
spese, in particolare di tipo bellico.
Dal lato commerciale c’è in vece il declino dei tradizionali mercati greci, al loro posto sorgono
nuovi centri come Rodi e Alessandria d’Egitto.
Società e cultura
Demografia
Se le comunità greche vanno in contro ad un fenomeno di sotto-popolamento del territorio,
amplificato anche dalla migrazione di persone verso poli commerciali più fiorenti, nelle nuove città
elleniche c’è un aumento demografico e una grande varietà etnica.
Cultura
Dal lato culturale invece le polis greche come Atene rimangono poli molto importanti, al fianco
delle scuole tradizionali di Aristotele e Paltone ne nascono di nuove come il Portico di Zenone e il
Giardino di Epicuro. In generale si sviluppa una nuova concezione dell’uomo che si stacca della
propria comunità per la propria affermazione personale.
Da lato religioso al fianco del tradizionale pantheon si affiancano nuove divinità di matrice
orientale.
Vinta la guerra, Temistocle spinge per la costruzione delle mura e usano come materiale per
costruirle le macerie. È importante la costruzione delle mura che collegato Atene al Pireo ovvero il
porto di Atene. Le mura sono fondamentali per garantire le truppe alla flotta in modo più
organico.
Questa grande opera è vista male da Sparta, rimane il vecchio contrasto!
Temistocle per un qualche motivo non molto chiaro viene ostracizzato, ovvero cacciato, perché
nascono probabilmente dei sospetti: arrivato all’apice i nemici sfruttano la massa per andargli
contro.
Nel 471 lui scappa e fa un lungo viaggio
Nel 472: opera “I persiani” di Eschilo, ovviamente è un elogio di Temistocle
Il corega, ovvero colui che finanzia una liturgia
Pericle è il corega dei persiani di Eschilo
Temistocle è importante per dare spazio alla democrazia, fa qualcosa che cambia molto la
situazione, non con norme ecc. ma in modo concreto. Come?
—> flotta, formata dai rematori che sono i poveri (teti)
Con Temistocle è un momento di migliori condizioni per i teti, non vuole direttamente dare potere
a loro, ma alla flotta; ma di conseguenza essi si trovano a ricoprire una posizione importante.
Temistocle viaggia per varie città, fino a presentarsi da Serse facendosi annunciare per essere stato
quello che gli aveva inflitto più incassi; cosi Serse per spavalderia e per aver apprezzato le doti di
Temistocle, gli dà dei possedimenti (si cono delle monete che lo testimoniano) sulla costa a
Magnesia tra la Ionia ed Epicus
Tribù
A volte viene introdotta una tribù aggiuntiva a quelle doriche come per esempio gli Egialei a
Sicione.
Dori
I dori, uno dei 3 gruppi etnici (D., Ioni, Eoli) dell’antica Grecia, che si estendeva nella maggior
parte del Peloponneso, nella Focide, nelle Locridi, nell’Acaia Ftiotide, a Creta e nelle colonie
doriche. Secondo la tradizione i discendenti di Eracle, guidati da Illo, movendo dalla Doride,
regione fra l’Etea, la Focide e le Locridi, avrebbero guidato alla conquista del Peloponneso i D.,
divisi nelle 3 tribù degli Illei, Dimani e Panfili; la data della migrazione dorica sarebbe stata il 1104
a.C. Si è poi accreditata la tesi che tende a riconoscere in essi una popolazione proveniente dalla
zona illirico-danubiana più o meno nello stesso periodo. Mentre nel Peloponneso si costituivano
Stati dorici, coloni dorici si spostarono prima ancora del 1000 verso S e verso E colonizzando
successivamente Tera, vaste zone di Creta (ma non furono l’unica causa della decadenza della
civiltà minoica) e la Doride d’Asia (Esapoli dorica). Nella seconda colonizzazione greca (8°-6° sec.)
le colonie doriche furono fondate essenzialmente in Occidente, e Corinto in particolare disseminò
di suoi coloni lo Ionio e l’Adriatico meridionale: Leucade, Corcira, Apollonia, Epidamno, Siracusa.
Altre colonie doriche di varia origine furono, in Sicilia, Megara Iblea, Gela, Agrigento, Selinunte;
nell’Italia meridionale Eraclea, Taranto, Gallipoli. Ai D. in età storica si riconoscevano alcune
caratteristiche specifiche: per es. la tendenza a ordinamenti politici conservatori, l’altissima
considerazione del valore guerriero, la maggiore libertà concessa alle donne.
Dialetto dorico Dialetto greco antico parlato nel Peloponneso (fuorché nell’Elide, nell’Acaia e
nell’Arcadia), a Megara e nelle colonie doriche. Nel Peloponneso sembra essersi sovrapposto a un
dialetto di tipo ‘acheo’. Si distinguono diverse varietà locali: laconica, messenica, argolica, corinzia,
megarese, cretese, rodia e altre insulari (Milo, Tera, Coo ecc.). Il dorico è strettamente affine ai
dialetti del gruppo cosiddetto del nord-ovest e spesso il termine dorico viene esteso anche a
questi: in tal caso il dorico in senso stretto è designato come meridionale.
Ioni
Una delle stirpi greche tradizionali, che indica sia i Greci dell’Attica e dell’Eubea, i primi a giungere
nella penisola secondo la tradizione antica, sia quei coloni che sullo scorcio del 2° millennio a.C. si
insediarono sulle coste dell’Asia Minore, nella regione da essi detta Ionia (gr. ᾿Ιωνία) e in alcune
isole egee. Malgrado l’originaria unità di stirpe e di lingua, il riconoscimento di un comune
capostipite (il mitico Ione) e la percezione della diversità da altre stirpi (specie dai Dori), gli I. d’Asia
si sentirono più uniti tra loro che con gli I. della madrepatria, anche se tutti insieme parteciparono
alle comunità religiose di Delo (solo ionica) e Delfi (panellenica); ebbero un proprio centro
religioso nel santuario federale di Posidone Eliconio presso Micale.
Agli I. d’Asia si devono innovazioni e progressi nel campo della letteratura e dell’arte, della filosofia
e delle istituzioni civiche; in economia, furono i primi, in ambito greco, a fare uso della moneta. Per
i contrasti fra le principali città, gli I. d’Asia non ebbero vita politica unitaria: furono perciò più
facilmente sottomessi dai Lidi e dai Persiani. Nel 499 a.C. insorsero contro la Persia, ma furono
vinti. Liberati dagli Ateniesi in seguito alle guerre persiane, di cui la rivolta ionica era stata uno dei
moventi, gli I., dopo aver fatto parte della lega delio-attica (478) ed essersi ribellati ad Atene (441-
439), caddero nuovamente in potere dei Persiani con la pace di Antalcida (386). Affrancati da
Alessandro Magno (334), ricostituirono la loro lega che sopravvisse (solo formalmente) sino in età
imperiale romana; dai Romani furono incorporati nella provincia Asia (133 a.C.).
Dialetto ionico Dialetto o, meglio, insieme di dialetti parlati in alcune zone del mondo greco antico.
Si distinguono varie parlate ioniche: ionico orientale (o microasiatico), centrale (o delle Cicladi) e
occidentale (o dell’Eubea). Sostanzialmente ionica (ionico antico) è la lingua dei poemi omerici,
ripresa poi da Esiodo, dai poeti elegiaci e giambici e dai più tardi epici. Anche la prosa delle origini,
essendo opera di filosofi e storici ionici, fu a base ionica; nel 5° sec. a.C. scrissero in ionico (i.
recente) Erodoto e il dorico Ippocrate di Coo. Fra i dialetti greci lo ionico ha maggiori somiglianze
con l’attico e si parla quindi di un gruppo i.-attico.
Eoli
Una delle tre antiche stirpi greche (insieme con Ioni e Dori o Achei). Vi appartenevano i Tessali e i
Beoti, che dedussero colonie nella zona nord-occidentale dell’Asia Minore e nelle isole di Lesbo e
Tenedo; 11 città eoliche d’Asia Minore (Cuma, Larissa, Neonteichos, Temno, Cilla, Nozio, Egiroessa,
Pitane, Ege, Mirina, Grineo) costituirono con Smirne (ionizzata dai Colofoni nel 7° sec. a.C.) una
dodecapoli, con centro sacrale nel santuario di Apollo a Grineo. Nel 6° sec. a.C. gli E. furono
sottoposti prima al re Creso, poi ai Persiani; dopo le vittorie elleniche sui Persiani del 480-79, molte
città eoliche parteciparono alla lega delio-attica, ma tra la fine del 5° e gli inizi del 4° sec. a.C.
caddero di nuovo in mano dei Persiani. Liberati da Alessandro Magno (333), gli E. fecero poi parte
dei regni di Lisimaco, dei Seleucidi, di Pergamo, infine della provincia romana di Asia.