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Marco Bettalli
● A lungo sono state privilegiate le opere storiche. Storia antica era solo parafrasi dei testi dei grandi
storici dell’antichità. Storiografia antica è fondamentale per la storia degli avvenimenti.ma la storia
economica, sociale e culturale serve per comprendere meglio le vicende politiche. Quindi dobbiamo
considerare le fonti archeologiche.
Storia greca si svolge in uno spazio ampio che comprende tutte le zone che si affacciano sul Mediterraneo. A
causa delle risorse scarse i Greci si spostavano molto 🡪 così entrarono in contatto con le civiltà orientali,
Egiziani, Cartaginesi, etruschi, Romani, popoli barbari.
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PARTE PRIMA
IL II MILLENNIO E LE DARK AGES
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Nel II millennio entrano a far parte di questo sistema prima Creta (civiltà minoica) poi il continente greco
(civiltà micenea). L’appartenenza a questo contesto è segnata dall’adozione del palazzo, gestione delle
risorse e far parte di rapporti internazionali.
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Manca evidenza a supporto dell’esistenza di un potere individuale di tipo dinastico.
Cnosso, Mallia e Festòs: la primaria funzione dei palazzi non fu residenziale. Essi appaiono come strutture
polimorfe che risultano dall’assemblaggio di aree polifunzionali (funzioni sociali, economiche e politiche).
Palazzo era una struttura gestita dai gruppi dominanti ma anche aperta alla comunità.
Caratteristiche comuni dei palazzi di Cnosso, Mallia e Festòs:
- Due grandi cortili finalizzati all’assembramento di molti individui 🡪 servivano per le feste e
cerimonie periodiche
- Grandi contenitori circolari nei cortili 🡪 dove potevano essere conservate granaglie.
Palazzo di Cnosso è il più grande dell’isola (probabilmente aveva una forte funzione religiosa).
I tre palazzi cretesi furono distrutti (probabilmente da terremoti).
Iniziò un periodo di instabilità che fece approdare alla fase neopalaziale.
3.3 LO STATO A CRETA NELLA TARDA ETA’ DEL BRONZO: LA FASE NEOPALAZIALE (1700-1425)
I nuovi palazzi: fase protopalaziale e neopalaziale hanno differenze nell’organizzazione delle entità politiche.
Ricostruzione dei palazzi già esistenti, edificazione di nuovi palazzi e proliferazione in tutta l’isola di edifici
monumentali.
Elementi distintivi della fase neopalaziale:
- Alta omogeneità culturale
- Sviluppo civile molto avanzato
- Diffusione della Lineare A
- Partecipazione a un commercio internazionale
Capacità dei gruppi dirigenti di manipolare l’attività religiosa diede un gran contributo nel mantenimento
dell’ordine sociale.
Influenza di Cnosso nella cultura materiale è evidente. È una fase di relazioni internazionali (si vede dal
ritrovamento di prodotti dell’artigianato minoico in tutto l’Egeo).
Come spiegare l’omogeneità culturale raggiunta a Creta?
- Egemonia di Cnosso
- Esistenza di molte entità politiche animate da spirito di emulazione
Raggio di espansione della civiltà cretese sull’Egeo fu ampio.
È reso evidente dall’adozione di elementi minoici in vari aspetti della cultura locale.
Ipotesi non evidente: vera e propria dominazione minoica sull’Egeo orientale (talassocrazia).
Distruzioni a Creta alla fine della fase neopalaziale sono dovute a fattori umani.
Esplosione di Santorino: eruzione del vulcano Santorino nell’isola di Tera avviene durante la fase
neopalaziale.
Ipotesi che il cataclisma fosse anche responsabile delle distruzioni dei siti cretesi è infondata.
Esplosione del vulcano di Santorino e la fine della civiltà minoica non possono essere considerate
collegate in modo diretto.
Però la catastrofe di Tera deve aver indebolito alcuni dei siti neopalaziali cretesi favorendone la successiva
distruzione.
Due ipotesi:
- Micenei hanno distrutti i siti cretesi
- Rivolte interne a Creta
Comunque è difficile disgiungere il declino di Creta dalla parallela ascesa dei Micenei.
Creta muta la sua fisionomia culturale: perde il livello artistico e culturale acquisito e prende caratteri
micenei.
Economia palaziale: sistema palaziale è un’organizzazione economica fondata sulla centralizzazione delle
risorse.
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Secondo Polanyi il funzionamento economico dello stato è fondato sulla distribuzione di beni di carattere
primario in cambio di prestazioni lavorative.
Altra ipotesi di Renfrew: il ruolo redistributivo dei palazzi è finalizzato alla circolazione e diffusione di beni
non dappertutto disponibili.
Come venivano accentrate le risorse dai palazzi?
Rapporto istituzionale tra palazzi e singole comunità è poco definito:
- Palazzi erano istituzioni di riferimento per le comunità rurali intorno
- Accentramento della ricchezza: siti palaziali si trovavano su nodi delle rotte di percorrenza del
Mediterraneo, soprattutto a Rodi e Creta. Questo serviva per l’approvvigionamento di beni di
prestigio.
Come le elites mantenevano il controllo delle risorse?
Redistribuzioni in forma di elargizione.
Monopolio della sfera religiosa 🡪 controllo dell’apparato legato alle offerte alle divinità.
Acquisizione di beni di prestigio e monopolio della loro distribuzione erano basilari per il funzionamento del
sistema palaziale: mantenevano salda l’immagine del potere e permettevano di competere con stati rivali.
La gerarchia sociale:
- Wanaka = re
- Rawakeda = capo guerriero
- Qasireu = capo di un piccolo gruppo di persone
- Hequetas = schiavi, compagni del re. Gruppo guerriero strettamente legato al wanax
- Kerosija = consiglio degli anziani
- Doero = schiavi di proprietà di singoli individui e di divinità
C’erano almeno 30 divinità.
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Questione dibattuta: datazione delle tavolette in Lineare B di Cnosso. Questione legata alla diffusione della
lingua greca a Creta e quindi alla possibile conquista di Creta da parte dei Micenei.
Quando e come Creta divenne micenea?
Ipotesi di un’invasione dal continente non ha riscontro archeologico.
Con livelli di intensità differenti, elementi micenei vennero acquisiti all’interno di uno schema di fondo
minoico.
Distruzione del palazzo di Cnosso: svolta epocale.
È irrisolto il problema della possibile subordinazione dell’isola a qualche stato continentale (Micene).
L’evidenza materiale non risolve la questione.
Rimane aperta la possibilità che qualche stato continentale dominasse Creta.
Problema della localizzazione della terra degli Ahhiyawa citati in alcuni testi ittiti.
Era uno stato costiero a ovest dell’impero ittita e con esso aveva rapporti commerciali.
Ahhiyawa = Achei? Alcuni hanno riconosciuto in questa popolazione i micenei.
Due opzioni:
1. Micene in Argolide o Tebe in Beozia.
2. Una popolazione anatolica acculturata in senso miceneo.
Seconda metà del XIII secolo 🡪 i rapporti fra il continente greco e le aree circostanti si affievoliscono.
La civiltà micenea finisce all’improvviso come era iniziata.
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Bisogna invece considerare la concomitanza di più fattori, compresa una possibile debolezza della struttura
del sistema. Infatti l’eccessiva centralizzazione avrebbe potuto portare a un sistema debole e facile da
distruggere.
Molteplicità di fattori esterni e debolezza interna del sistema.
I mutamenti del XI secolo sono stati collegati all’arrivo da nord della popolazione dei Dori.
I Dori sarebbero migrati in Peloponneso dopo la presa di Troia.
Gli elementi propri del nuovo gruppo etnico sarebbero la sepoltura individuale e adozione dello spillone sul
peplo. Quella dell’invasione dorica è un’ipotesi poco accettabile perché le cause delle novità in Grecia
possono essere diverse.
Le fonti letterarie greche che fanno riferimento all’invasione dorica mostrano che non esisteva una
tradizione unitaria.
Si diffonde una visione meno drastica delle Dark Ages e sulla nascita della polis.
La polis sarebbe stata preceduta da forme di organizzazione sociale di varia complessità.
Si riconosce che le Dark Ages non sono state un fenomeno unitario ma un periodo caratterizzato da
diversità e forme di regionalismo.
X e XI secolo: prima colonizzazione 🡪 migrazione dall’Attica all’Anatolia con conseguente fondazione di città
(Mileto, Smirne, Cuma).
La documentazione archeologica però non permette di sostenere l’idea di uno spostamento di massa.
Dal IX secolo la Grecia mostra di riprendere il contatto con le aree circostanti.
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PARTE SECONDA
L’ETA’ ARCAICA
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7.4 LA POLIS
Nel corso dell’VIII secolo si realizza un nuovo modello di comunità: comunità di uomini di limitate
dimensioni che sceglie in piena libertà e indipendenza l’ordinamento politico e le leggi che regolano la
convivenza.
Questa è l’essenza della polis.
La traduzione con “città” è fuorviante perché implica l’esistenza di un centro abitato. Invece l’impianto
urbanistico era di scarsa importanza.
La polis erano i suoi cittadini.
Le poleis di solito erano molto piccole.
Nell’ordinamento della polis era centrale la terra:
- Perché l’agricoltura era la risorsa economica più importante
- Perché ogni cittadino per essere definito tale doveva avere un lotto di terra. Così godeva dei
privilegi e dei doveri
Le origini della polis: un falso problema? Difficile individuare un momento di nascita perché le comunità di
uomini che cercano di organizzarsi sono sempre esistite. Possiamo però fissare i seguenti punti:
● Polis si sviluppò quando i cittadini decisero di mettere in comune le prerogative conservate da
singoli individui. Nacque così una sfera pubblica che limitò il potere delle elites dominanti.
● Necessità di organizzare comunità ex novo spinge a rafforzare le strutture pubbliche.
● Luoghi di culto: centri di aggregazione
● Polis esclude una grande massa di persone. I cittadini sono una minoranza della popolazione.
Donne, stranieri e schiavi sono esclusi. Ci sono due modelli:
o Sparta e alcune città coloniali 🡪 c’è un numero fisso di cittadini e parte della popolazione è
asservita. La massa di schiavi è proprietà dello stato. La comunità organizzata così si evolve
in senso militarista.
o Atene 🡪 non c’è un corpo fisso di cittadini, il numero tende ad allargarsi. La manodopera è
assicurata dagli schiavi acquistati.
Società della polis nell’VIII secolo: quale ordinamento politico si danno le poleis nell’VII secolo?
Il potere è detenuto da una ristretta cerchia di famiglie aristocratiche.
Il re ha un potere controverso. Omero ce ne parla ma non è sufficiente a parlare di periodo monarchico
perché i re hanno potere condizionato dal controllo degli aristocratici.
Probabilmente gli aristocratici sceglievano al loro interno un leader che esercitava il comando senza mai
raggiunger il potere assoluto.
Problema: definire lo status di quelli che si trovavano sotto agli aristocratici. 2 ipotesi:
- La condizione di cittadino esisteva già 🡪 il confine passa tra chi è cittadino e chi non lo è. Quindi gli
aristocratici sono solo cittadini ricchi.
- La polis non ha ancora elaborato il concetto di cittadino 🡪 il confine è fra chi è aristocratico e chi
non lo è.
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8. I GRECI SUI MARI: LA MOBILITA’ ARCAICA
Cause: Cosa spinse un gran numero di uomini ad allontanarsi dalla propria casa?
Sembra che molte poleis non fossero in grado di assicurare un’accettabile condizione di vita a una parte
dei cittadini.
Alcuni restavano senza una porzione di terra sufficiente per vivere, altri erano sconfitti in lotte interne
all’aristocrazia e quindi costretti ad allontanarsi.
Alcune fondazioni grazie alla loro posizione dedicarono attenzione al commercio, ma la maggioranza dei
coloni ha continuato a fare quello che faceva in patria: dedicarsi all’agricoltura.
La spedizione e l’atto di fondazione: modello ideale di fondazione 🡪 al comando della spedizione c’era
l’ecista, un aristocratico la cui permanenza in patria si era fatta difficile. È il fondatore ufficiale della polis. Gli
uomini erano circa 200 in 2/3 navi. Nessuna donna fra essi: erano reperite in loco. La consultazione
dell’oracolo di Delfi era tappa obbligata prima della partenza.
Il sito doveva rispondere a 3 requisiti:
1. Facile all’attracco
2. Ben difendibile
3. Non privo di acqua
Fondazione della nuova polis. Tributo agli dei e distribuzione in parti uguali di lotti di terreno.
Gli indigeni: storia delle fondazioni è una storia di violenze e sopraffazioni nei confronti delle popolazioni
indigene.
Ci sono varie tipologie di rapporti in funzione di una serie di fattori: tipo di fondazione impiantato, forza
degli indigeni, tipo di rapporot instaurato.
A volte era possibile instaurare un rapporto di amicizia e collaborazione, ma la tipologia più comune era la
conquista militare con conseguente asservimento degli indigeni.
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Pitecusa/Cuma: prima fondazione d’Occidente. L’ipotesi tradizionale vuole che prima sia stato creato un
emporio sull’isola di Pitecusa (Ischia) e poi la fondazione della colonia a Cuma. Ma probabilmente i due siti
sono lo stesso luogo. Le fondazioni sono state rivolte alla ricerca di materie prime e Pitecusa ha avuto una
spiccata vocazione commerciale 8per questo la scelta del luogo più settentrionale).
Taranto: è l’unica fondazione spartana. Zona fertile caratterizzata da agguerrita presenza di indigeni. Nata
probabilmente per allontanare la presenza di cittadini dalla nascita non limpida da Sparta.
Rientra nella casistica di fondazioni nate per prevenire il rischio di guerre civili.
Taranto è la più florida tra le città dell’Italia meridionale.
Sibari e Crotone: vennero fondate dai coloni provenienti dall’Acaia, a nord del Peloponneso. Zona molto
fertile che assicura un insuperato livello di ricchezza.
I rapporti fra le poleis della costa ionica si contraddistinsero per le forti rivalità che portarono anche allo
scontro fra Sibari e Crotone.
Siracusa: fondata nel 733 da coloni corinzi guidati da Archia, costretto a emigrare. In una prima fase è sorto
un abitato nell’isola di Ortigia, poi lo sbarco sulla terraferma.
Furono violenti i rapporti con gli indigeni siculi che furono ridotti in uno stato di semi schiavitù.
Siracusa venne retta a lungo da un’oligarchia. Divenne la polis più fiorente del mondo greco.
Megara Iblea: caso di collaborazione fra coloni e indigeni. Il re siculo donò ai Greci le terre necessarie per
fondare la polis. Poche generazioni dopo venne creata l’agorà e alcuni templi, segno dell’accrescimento di
importanza degli spazi pubblici.
Massalia: futura Marsiglia, fondazione degli abitanti di Focea, polis dell’Asia minore.
Fondata intorno al 600. Buon rapporto con gli indigeni. Citta destinata a grande prosperità potendo
commerciare con l’entroterra senza rivali pericolosi.
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Naucrati: sul delta del Nilo. Nacque con uno statuto speciale: i faraoni egiziani avevano rapporti privilegiati
con i Greci. Convogliarono a Naucrati tutte le attività commerciali con i Greci.
Decadde con la conquista persiana dell’Egitto.
La guerra lelantina: modo di combattere degli opliti si prestava alle guerre stagionali tra poleis confinanti. I
combattenti erano dilettanti.
Tra la fine del VIII secolo e i primi decenni del VII una guerra tra le due città dell’Eubea, Calcide e Eretria
coinvolse molte entità politiche anche distanti.
Una specie di guerra mondiale tra Greci: la guerra lelantina. Era in palio la pianura di Lelanto.
È una guerra di cui non sappiamo quasi nulla.
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- in comunità miste, dove erano presenti greci e stranieri abituati a leggi scritte per la loro origine
orientale
- nelle nuove fondazioni d’oltremare libere dal peso del passato dove era necessario armonizzare le
consuetudini di greci provenienti da zone diverse.
Ad esempio isola di Creta, crocevia di culture, e fondazioni coloniali.
Fra i legislatori greci Zaleuco, Caronda e Dracone (codice trascritto su pietra).
Un tratto che contraddistingue i codici: timore del mutamento. Il mutamento era percepito come un
pericolo di interpretazione personale delle leggi date dal legislatore.
Corinto 🡪 Cipselo e Periandro: Metà del VIII secolo, Corinto era sotto il potere dei Bacchiadi, ricchissimo
clan familiare.
Sotto la loro guida la città divenne la più prospera della Grecia.
Un secolo dopo una Bacchiade si legò a uno straniero e dalla loro unione nacque un figlio, Cipselo, che
l’oracolo di Delfi annunciò come futuro governatore di Corinto.
I Bacchiadi cercarono di eliminare il bambino, ma senza successo.
Cipselo si impadronì del potere e fece strage dei Bacchiadi. Trasmise il potere a suo figlio Periandro che
accentuò gli aspetti violenti della tirannide ma riuscì a far tramandare il suo nome insieme a quello dei Sette
Sapienti.
Il figlio di Periandro non riuscì a mantenere a lungo il potere e Corinto divenne un’oligarchia moderata.
La storiella ha una struttura favolistica che si ripete spesso quando si vuole narrare l’ascesa al potere di un
outsider.
Quali sono state le cause della caduta del potere dei Bacchiadi?
Spiegazione di tipo militare: probabilmente Cipselo era divenuto polemarco, cioè comandante dell’esercito
e si era fatto benvolere dalla popolazione. Quindi è giunto al potere grazie al potere degli opliti.
Sicione 🡪 Ortagora e Clistene: Clistene, nipote di Ortagora e nonno del Clistene che instaurò la democrazia
ad Atene. Clistene raggiunse l’apice del potere con il matrimonio della figlia.
Dopo il suo governo a Sicione venne instaurata una oligarchia moderata.
Esistono tradizioni che legano Ortagora e la sua presa di potere alla carica di polemarco.
Invece Clistene pare avere i tratti spettacoli tipici delle tirannidi, volti ad ottenere un facile consenso
popolare.
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Alceo narra le vicende a Mitilene: Mitilene era la principale città dell’isola di Lesbo.
Segnata da violente lotte politiche fra aristocratici che vengono narrate dal poeta Alceo.
Dopo che i Pentilidi vennero deposti iniziarono lotte tra le famiglie aristocratiche da cui emerse un outsider,
Pittaco.
Pare che sia stato eletto come esimneta, termine che indica una tirannide elettiva: affidamento dei pieni
poteri a un uomo che godeva della fiducia di tutti per ristabilire la pace.
Pittaco si comportò bene e venne inserito fra i Sette Sapienti.
Alceo ci descrive un mondo omerico, maschile e dominato dall’etica guerriera e dalla passione per la
partecipazione politica.
La tirannide appare ancora come uno strumento di transizione verso nuovi equilibri.
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10.3 POLITIA E SOCIETA’ A SPARTA
Organizzazione politica e sociale spartana è frutto di un’evoluzione tra il VIII e il VI secolo.
Momento di grande importanza ci è riportato nel documento Grande Rhetra = legge costituzionale che
contempla la divisione della comunità in tribù, istituzione di un consiglio di anziani e dell’assemblea del
popolo.
Grande Rhetra risale a dopo la prima guerra messenica.
Ordinamento dell’età classica risale alla metà del VI secolo:
Istituzioni politiche:
- Diarchia (due re appartenenti a diverse famiglie, si dicevano discendenti di Eracle)
Avevano potere limitato alla sfera militare: erano i comandanti dell’esercito.
- Gherusia: 28 membri di almeno 60 anni + 2 re.
Attività legislativa e giudiziaria.
- Efori: magistratura. Erano 5, eletti fra tutti i cittadini, carica durava 1 anno. Avevano poteri molto
estesi, tra cui quello di sindacare l’operato dei re.
- Assemblea del popolo: tutti i cittadini di diritto. Eleggeva gli efori e la gherusia.
Il suo peso reale è controverso, probabilmente aveva solo un ruolo consultivo.
Struttura sociale:
- Spartiati (Uguali): avevano pieni diritti civili.
Ciascuno possedeva un appezzamento di terra curato dagli iloti.
Si dedicavano a tempo pieno all’attività politica e all’allenamento militare.
- Perieci: vivevano in comunità separate e autonome. Si dedicavano alla coltivazione della terra e ad
attività commerciali e artigianali.
Combattevano nell’esercito ma non avevano nessun diritto politico.
- Iloti: condizione di semi schiavitù.
Dovevano coltivare le terre degli spartiati. Erano privi di diritti. Si emancipavano dalla loro
condizioni solo quando in momenti di difficoltà erano utilizzati in guerra.
Una parte di loro era costituita dai Messeni.
Erano molto superiori in numero agli spartiati, per questo lo stato era militarizzato.
Alcuni problemi fondamentali irrisolti:
- Esistenza di gradi intermedi dati dagli spartiati decaduti e dall’esistenza di figli nati da unioni “miste”
(fra gradi gerarchici diversi)
- Esistenza o no di una aristocrazia all’interno del gruppo degli spartiati.
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10.5 L’ESERCITO SPARTANO
Esercito era il fulcro e il fine della società spartana.
Vi militavano tutti gli spartiati dai 18 ai 60 anni.
La falange spartana si muoveva in modo armonico e coeso. I soldati erano professionisti che combattevano
contro dilettanti.
Il problema principale di Sparta: la scarsezza di spartiati che diminuirono.
Poiché i terreni potevano essere venduti, alcuni spartiati si arricchivano, mentre altri perdevano la terra e
quindi decadevano dallo status privilegiato di cittadino a pieno diritto.
L’esercito era guidato da uno dei re che combatteva al pari degli altri.
Esistevano gerarchie di comando ma i segni per distinguerle erano ridotti al minimo.
Sparta e il suo esercito erano l’incarnazione dell’ideologia oplitica egualitaria che tendeva a privilegiare la
forza della falange unica piuttosto che le performance dei singoli.
L’esercito spartano rimase imbattuto fino alla battaglia di Leuttra del 371.
L’eunomia (buon governo) spartana durò a lungo: circa 5 secoli.
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Aveva acquistato notorietà grazie al ruolo svolto nella guerra contro Megara per il possesso dell’isola di
Salamina e grazie alle sue composizioni poetiche che descrivevano la situazione politica e sociale della polis.
594: venne eletto arconte.
Riforme costituzionali: le classi censitarie: Solone divise la cittadinanza ateniese in 4 classi basate sulla
produzione agricola:
- Pentacosiomedimni
- Cavalieri
- Zeugiti
- Teti
L’accesso alla vita politica fu scandito dall’appartenenza a una di queste classi: potevano accedere alle
magistrature solo gli appartenenti alle prime due classi.
Per la prima volta viene introdotto un regime basato sulla ricchezza e non sulla nascita.
Il regime censitario di Solone rimase in vigore fino al IV secolo.
Sul suo significato però restano dei dubbi.
Solone legislatore: Solone fu autore di un codice di leggi che avrebbe riguardato ogni aspetto della vita
quotidiana dei cittadini.
Molte leggi sono rielaborazioni successive che venivano firmate con il nome di Solone per dare loro lustro.
Ad esempio non sono originali le leggi che prevedono pene pecuniarie perché ancora non era usata la
moneta.
Leggi notevoli:
- Obbligo del cittadino a schiararsi in caso di contese civili
- Diritto di ogni cittadino a intraprendere un’azione giudiziaria contro chiunque
Queste prescrizioni vanno nella direzione di una partecipazione del cittadino alla vita politica.
11.4 PISISTRATO
Atene era di nuovo preda delle lotte fra famiglie aristocratiche che volevano prendere il potere tramite
eserciti privati.
Approfittò della crisi Pisistrato, aristocratico.
Intraprese una politica volta a ingraziarsi i meno abbienti.
560: Pisistrato diventa tiranno per la prima volta.
Viene cacciato ma rientra ad Atene dopo un’alleanza con la famiglia degli Alcmeonidi.
Rompe l’accordo ed è costretto a fuggire.
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546: riesce a sconfiggere un piccolo esercito mandato contro di lui e prende possesso della città. Lo
mantiene fino al 528, quando muore.
Governò rispettando l’assetto istituzionale e migliorò la città.
Atene con lui conobbe un periodo di splendore culturale ed economico.
- Sviluppo edilizio della città
- Attenzione per la campagna: migliorò le vie di comunicazione, concesse aiuti ai piccoli proprietari
terrieri e istituì giudici itineranti. Scopo 🡪 rendere meno marcate le differenze tra città e
campagna.
Dopo la sua morte il potere passò ai suoi figli: Ippia e Ipparco.
514: Armodio e Aristogitone uccisero Ipparco per una faccenda privata.
Il governo di Ippia divenne sospettoso e i suoi rapporti con la popolazione si deteriorarono.
510: gli Spartani assediarono la città e costrinsero Ippia ad allontanarsi.
Il potere privato della famiglia dei Pisistratidi però diede gli ateniesi la consapevolezza della possibilità di
creare un apparato statale capace di tenere testa alle iniziative dei singoli aristocratici.
10 tribù, 30 trittie: il fondamento della vita politica ad Atene con la riforma erano le tribù.
Erano 10 e prendevano il nome da eroi del mito. Erano determinanti nella composizione dei collegi dei
magistrati e nell’attribuzione dei posti nel consiglio dei Cinquecento. Inoltre avevano un ruolo ai fini della
divisione dei reparti dell’esercito.
Ogni tribù era una creazione formata su base territoriale.
Il territorio dell’Attica era stato diviso in 3 zone: fascia costiera, interno e città di Atene.
In ogni parte erano individuate 10 trittie.
Ogni tribù era formata da 3 trittie (1 costa, 1 interno, 1 Atene).
La tribù quindi garantiva la rappresentanza di tutte le zone dell’Attica.
Assemblea e ostracismo: tutti i cittadini potevano partecipare all’assemblea che si svolgeva 40 volte l’anno
ed era sovrana in questioni come la pace o la guerra.
Era di competenza dell’assemblea l’ostracismo.
Assemblea si riuniva 1 volta all’anno per decidere se liberarsi di qualche membro della comunità. Se la
risposta era positiva ogni cittadino doveva scrivere su un pezzo di coccio il nome dell’esiliato.
Chi veniva colpito subiva l’esilio per 10 anni.
Ostracismo venne applicato dal 487 al 417.
Era nato dal desiderio di liberarsi dei personaggi ingombranti, ma presto divenne uno strumento di lotta
politica: gli attivisti delle fazioni distribuivano cocci già scritti per colpire gli esponenti delle fazioni nemiche.
Consiglio dei Cinquecento: in esso sedevano 50 cittadini per ogni tribù, estratti a sorte annualmente.
Rappresentavano i demi in maniera proporzionale alle dimensioni demografiche.
Questo organismo doveva preparare l’ordine del giorno dell’assemblea ed era in grado di gestire l’ordinaria
amministrazione e garantire quotidianamente la presenza dello stato: 50 consiglieri a turno assicuravano la
presenza costante nella sede del consiglio e eleggevano ogni giorno fra loro un presidente (circa un
presidente della repubblica).
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Magistrature: i magistrati erano esecutori delle decisioni dell’assemblea e del consiglio.
Le cariche erano:
- Distribuite per sorteggio
- Collegiali (10 per ogni magistratura, un magistrato per ogni tribù)
- Della durata di un anno.
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12.4 LA PRIMA GUERRA PERSIANA
Maratona: i Persiani decisero di punire Sparta e Atene per aver interferito nei loro affari.
490: una flotta persiana si presentò in Eubea. La città di Eretria presto cedette all’assedio e patì la stessa
sorte di Mileto.
Poi i Persiani sbarcarono a Maratona, guidati da Ippia che sperava di riprendere il controllo della città di
Atene.
Gli Ateniesi decisero di sfidarli in campo aperto e chiesero aiuto a Sparta perché i Persiani avevano un
esercito molto più numeroso.
Gli Spartani però arrivarono tardi per motivi religiosi.
Siccome nessuno degli eserciti prendeva l’iniziativa, gli Ateniesi si affidarono a Milziade che aveva grande
conoscenza dei Persiani e decise l’attacco.
Gli opliti ateniesi riportarono una vittoria schiacciante.
Ma con il re Serse (486) la guerra in Grecia riprese.
Tra le due guerre: ad Atene nel 483 Temistocle riuscì a convincere gli Ateniesi a destinare i fondi alla
costruzione di una grande flotta.
La flotta doveva servire per lo stato di guerra con l’isola di Egina, ma si rivelò decisiva nella guerra contro i
Persiani.
L’alleanza e i medizzanti: l’esercito persiano che si mise in marcia contro la Grecia era più numeroso e
agguerrito di quello di Maratona.
Lo scopo della spedizione ora era sottomettere i greci al volere di Serse.
La decisione delle poleis era molto difficile.
Molte città si medizzarono, cioè decisero di riconoscere la superiorità spartana senza combattere (Tebe).
481: molte città crearono un’alleanza antipersiana, fra cui Atene e Sparta che guidava l’esercito.
Per la prima volta veniva riconosciuto qualcosa che legava i Greci.
Sparta e gli alleati del Peloponneso erano inclini a difendere il Peloponneso e lasciare il resto della Grecia ai
Persiani.
Atene e gli alleati della Grecia centrale e settentrionale invece non potevano accettare questa soluzione.
Compromesso: creazione di una linea di difesa alle Termopili, il passo della Grecia centrale via di accesso
verso sud.
Termopili: i Persiani giunsero alla linea difensiva senza incontrare resistenza.
Alle Termopili il contingente greco era insufficiente.
Un disertore indicò ai Persiani la via per aggirare l’esercito greco. A questo punto tutti i Greci scapparono, a
eccezione dei 300 spartiati guidati dal re Leonida che sacrificarono le loro vite per ritardare l’avanzata dei
Persiani.
L’esempio di disciplina degli Spartani destò ammirazione in tutti.
Salamina: gli Ateniesi decisero di abbandonare la città e rifugiarsi nell’isola di Salamina. La difesa della città
venne lasciata a pochi uomini. Vennero incendiati i templi dell’acropoli.
Intanto la flotta persiana era posizionata presso Salamina.
La flotta greca, di cui il contingente più numeroso era quello ateniese guidato da Temistocle, la aspettava.
Temistocle riuscì a provocare lo scontro: aveva calcolato che lo stretto spazio di mare non avrebbe permesso
ai Persiani di far valere la superiorità numerica.
La flotta greca vinse.
Platea e Micale. La conclusione della guerra: l’esercito persiano di terra guidato da Mardonio era rimasto in
Grecia.
Gli Ateniesi non potevano tornare nelle loro case.
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479: un enorme contingente spartano guidato da Pausania si unì al contingente ateniese e presso Platea
sconfisse i Persiani mostrando la superiorità dell’esercito greco su quello persiano.
La flotta greca inseguì quella persiana e incendiò tutte le sue navi presso Capo Micale.
Le città ioniche si rivoltarono contro il dominio persiano e le isole di Samo, Chio e Lesbo entrarono nella lega
dgli alleati.
Si concludeva con il successo dei Greci il tentativo persiano di espandersi a Occidente.
13.2 L’ECONOMIA
Agricoltura: è l’attività più diffusa nel mondo greco.
Una parte dei terreni è nelle mani di pochi grandi proprietari che hanno il controllo politico della comunità.
La maggioranza dei campi è coltivata da piccoli proprietari rimasti a un’economia di sostentamento che per
questo cercano di limitare i componenti del nucleo famigliare.
Storia politica della Grecia arcaica 🡪 storia del passaggio dei piccoli proprietari dalla dipendenza dai grandi
proprietari aristocratici a uno stadio di sicurezza economica con la possibilità di creare un surplus di prodotti
da vendere.
Allevamento: per i pascoli venivano utilizzati terreni incolti in zone montuose.
Alla prevalenza dell’agricoltura si accompagna un’ideologia: il lavoro dei campi è l’unico degno dell’uomo
perché segue il ritmo della natura e non persegue guadagni illeciti.
All’origine di questa idee c’è l’identità tra il proprietario della terra e il cittadino.
Artigianato: praticato da una minoranza. Praticato soprattutto nei grandi centri come Atene e Corinto.
Gli artigiani non costituiscono una forza economica rilevante tale da esercitare influenza sulla vita politica e
sociale della polis.
A livello ideologico resteranno sempre pregiudizi sugli artigiani che non seguono il ritmo naturale delle
stagioni.
Invenzione della moneta coniata è avvenuta alla fine del VII secolo in Lidia e nelle comunità greche dell’Asia
Minore. Si è poi diffusa nella Grecia occidentale.
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13.3 ASPETTI DELLA SOCIETA’ ARCAICA
Aristocrazia: ad essa era riservato il ruolo più importante nella società della polis arcaica
Chi sono gli aristocratici?
Non esisteva nessuna norma che stabilisse l’appartenenza di una famiglia all’aristocrazia.
Esisteva una aristocrazia di sangue che giustificava questa definizione con la costruzione di alberi
genealogici che comprendevano eroi e divinità.
Spesso alcune di queste famiglie erano le più ricche ma la mobilità verticale in Grecia era presente (alcuni
individui cadevano in rovina, altri si arricchivano) e suscitava ansie nella nobiltà di sangue.
L’aristocrazia si andava allargando.
L’uomo aristocratico si dedica soprattutto all’attività militare (la guerra fa risaltare le doti fisiche e morali e
giustifica la superiorità degli aristocratici).
L’aristocratico non lavora. La sua ricchezza è costituita da terre che fa lavorare ad altri.
Il suo vivere in società è scandito da rituali, fra cui il più importante è il simposio.
Simposio = pasto in comune delle associazioni guerriere maschili. Occasione d’incontro che vede un gruppo
limitato trascorrere molte ore in lunghe conversazioni.
Dall’Oriente veniva il lusso di questi banchetti.
Le donne erano escluse e si sviluppavano pratiche omosessuali fra i partecipanti.
Nel corso dei simposi si formarono le principali forme poetiche della letteratura greca arcaica.
L’aristocratico è un uomo agonale, cioè che predilige la competizione per misurare le proprie capacità e
confrontarle.
La passione del confronto si estese anche alle attività culturali facendo nascere le gare poetiche e musicali.
Alle competizioni in occasione di onoranze funebri si aggiunsero quelle che si accompagnavano alle feste
religiose.
Le feste più importanti (prime manifestazioni di coscienza da parte dei Greci di costituire un unico popolo
perché per parteciparvi bisognava essere greci):
▪ Giochi olimpici 🡪 dal 776 ogni 4 anni. Presso il santuario di Zeus a Olimpia
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PARTE TERZA
L’ETA’ CLASSICA: IL V SECOLO
Sibari e Crotone: VI secolo: Sibari (in Calabria) diventa la più importante delle città della Magna Grecia.
Viene chiamata la polis dell’eccesso.
Mentre era guidata da un tiranno di tendenze filopopolari, Crotone, con governo oligarchico, le dichiara
guerra.
Pitagora giocò un ruolo importante: si era rifugiato a Crotone per fuggire alla tirannide di Policrate a Samo
ed era diventato un protagonista della vita della città.
510: Crotone vince e Sibari viene distrutta. È la fine dell’accordo fra Pitagora e gli aristocratici di Crotone.
Pitagora era portatore di ideali comunitari sul piano sociale e di valori che puntavano alla crescita della
persona tramite rinunce. Fu costretto ad emigrare e venne accolto a Metaponto.
Da quel momento si rafforza la fama e l’influenza dei circoli pitagorici in molte poleis della Magna Grecia.
Cuma (Aristodemo) e Taranto: inizio V secolo poleis della Magna Grecia hanno difficoltà a difendere i loro
territori.
Cuma (Campania) deve difendersi dall’espansionismo etrusco. Vi riesce grazie ad Aristodemo che instaura
una tirannide dai connotati antiaristocratici.
Alla sua morte la minaccia degli Etruschi si farà di nuovo sentire.
474: il tiranno di siracusa Ierone interviene.
Taranto nel 470 subisce un terribile sconfitta da parte degli Iapigi (popolazione locale). Erodoto nel parla
come del più grande massacro di Greci.
Anticipazione della grande riscossa indigena.
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498 🡪 potere passò a Ippocrate che rivoluzionò la geografia politica della Sicilia orientale
conquistando molte poleis.
● Zancle e Reggio: furono unificate dal tiranno Anassila
Ippocrate impiegò nel suo esercito indigeni e mercenari.
Impiego dei mercenari nell’esercito prefigura il comportamento di grandi tirannidi successive.
Ierone: succede a suo fratello Gelone. Riesce a tenere unito il potente stato territoriale.
Rifondò Catania. Rivolse la sua attenzione non più ai Cartaginesi ma verso lo Stretto e la Magna Grecia 🡪
risponde alla richiesta di aiuto di Cuma e sconfigge gli etruschi nel 474 mettendo fine all’espansionismo
etrusco verso sud.
Gli succede Trasibulo che è presto costretto alla fuga.
Ducezio e i siculi: primo problema è il rapporto con i Siculi. Ducezio esponente di una nobile famiglia sicula
si mette alla testa di un movimento che giunse a fondare uno stato federale nel 453. Venne sconfitto, si
rifugiò a Siracusa come supplice e poi venne esiliato a Corinto.
448: tornò in Sicilia e fondò Calatte. Poi morì.
La vicenda di Ducezio mostra che l’aristocrazia indigene aveva subito un processo profondo di ellenizzazione
perché Ducezio agisce sempre con mentalità greca e ha uno stretto rapporto con l’aristocrazia siracusana
che non lo contrasta fino in fondo.
Siracusa democratica: a Siracusa dopo la cacciata di Trasibulo si instaura una democrazia simile a quella
ateniese (viene introdotto l’ostracismo).
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Differenza rispetto al regime di Pericle: magistratura non erano assegnate per sorteggio e retribuite, ma
erano elettive e gratuite 🡪 così il demos ne era escluso.
In questi anni Atene è interessata a Siracusa.
L’aristocratico Ermocrate riesce a riconciliare le poleis siciliane nel congresso di Gela (424) per opporsi
all’espansionismo ateniese.
15.1 LA PENTECONTETIA
Pentecontetia = periodo di 50 anni che passa tra le guerre persiane e la guerra del Peloponneso.
Periodo 478-431: Atene costruisce il suo impero e sotto la guida di Pericle afferma la sua leadership
culturale.
Ad Atene si realizza una democrazia radicale.
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Dopo un po’ le truppe ateniesi che non stavano dando nessun contributo per sedare la rivolta, vennero
congedate dagli spartani.
La decisione segnava una grave sconfitta politica per Cimone.
Di questo approfittarono i suoi avversari.
Efialte riuscì a far votare all’assemblea la cancellazione di gran parte dei poteri dell’Aeropago (potere
aristocratico) e l’ostracismo di Cimone.
Si instaura ad Atene una democrazia radicale (non ci sono limiti al potere del popolo) guidata da Pericle, che
era vicino a Efialte.
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Le operazioni di sorteggio avvenivano dopo che era stata stilata una lista di volontari.
Retribuzione delle cariche pubbliche: il cittadino che partecipa alla vita pubblica viene pagato per questa
attività a compensazione del tempo sottratto al lavoro.
All’inizio erano remunerati i giudici popolari dei tribunali, poi i vari magistrati, e infine l’assemblea.
Questa misura suscita lo scandalo tra gli aristocratici perché con essa cade l’ideologia che identificava
l’uomo dabbene con colui che aveva tempo per dedicarsi alla politica.
Legge sulla cittadinanza: Pericle promulga una legge nel 451 secondo cui sarebbe stato cittadino solo chi
avesse avuto padre e madre ateniesi.
Era un provvedimento molto restrittivo e non di facile applicazione perché la cittadinanza ateniese delle
donne era oggetto di controversie: qual era il suo significato politico?
I cittadini ateniesi erano molto gelosi dei loro privilegi e non volevano allargare la cerchia degli aventi diritto.
Democrazia e impero: esiste un rapporto causa-effetto tra l’instaurazione della democrazia radicale e
l’evoluzione aggressiva dell’impero ateniese. I motivi di questo nesso sono due:
▪ Potenza ateniese era basata sulla flotta.
Nella flotta servivano come rematori molti poveri ateniesi. Il servizio nella flotta consentiva di
guadagnare.
Quindi più guerra = più impiego della flotta = più paghe per i rematori.
Inoltre i meno abbienti ricavavano una legittimazione a partecipare alla vita politica dal momento
che chi difendeva la patria in armi aveva diritto a occuparsi delle faccende pubbliche.
▪ Progetto politico della retribuzione delle cariche pubbliche era molto costoso. Solo i proventi
dell’impero potevano assicurare ad Atene le risorse per rispettarlo.
16.3 I TRIBUNALI
Dal V secolo i tribunali divennero il simbolo della città.
La giustizia veniva amministrata direttamente dai cittadini: ogni anno ne venivano sorteggiati 6000 chiamati
a far parte delle giurie popolari.
Non esistevano professionisti: i magistrati mantenevano l’ordine, gli imputati e gli accusatori dovevano
parlare in prima persona davanti ai concittadini.
I tribunali erano importanti perché le decisioni dell’assemblea e le leggi promulgate potevano essere
discusse in tribunale, mentre la sentenza di quest’ultimo era inappellabile.
I tribunali divennero la più grande istituzione retribuita.
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L’impero aveva portato vantaggi anche agli aristocratici: non avevano obblighi finanziari verso la città, le loro
proprietà erano intatte.
Nessuno si opponeva apertamente, al massimo non partecipavano alla vita pubblica.
Il dibattito politico continuava nei simposi e nelle eterie.
Alcuni sceglievano la collaborazione con il nuovo regime: Pericle, Alcibiade.
Ci furono solo due casi in cui l’opposizione oligarchica cercò di prendere il potere.
L’iniziativa nacque in momenti di difficoltà di Atene e le rivoluzioni si arenarono quando il fronte si divise tra
oligarchi estremisti e fautori della democrazia oplitica moderata.
Le rivoluzioni durarono poco, segno di quanto il regime democratico fosse radicato.
Rivoluzione del 411: Atene era indebolita dall’esito della spedizione in Sicilia. Oligarchici decisero di
organizzare un colpo di stato.
Capo degli oligarchici: Antifonte, oratore e intellettuale.
Si trattò di un colpo di stato in parte legale perché l’assemblea, terrorizzata dalle intimidazioni, decise di
votare i provvedimenti che le toglievano potere.
Il governo passò a 400 membri di un consiglio scelto dagli oligarchi.
Fu abolita la retribuzione delle cariche pubbliche.
Il nuovo regime era poco saldo a causa della rivolta dell’Eubea e della reazione durissima dei marinai della
flotta.
Dopo 4 mesi il potere passò ai fautori della democrazia moderata, guidati da Teramene.
Poi grazie ai successi della flotta ateniese si tornò alla democrazia piena.
Trenta Tiranni: alla fine della guerra del Peloponneso Atene doveva darsi un ordinamento oligarchico in
linea con la vincitrice Sparta.
Gli Ateniesi quindi nominarono 30 cittadini che dovevano redigere la nuova costituzione.
Erano tutti oligarchici ma fra loro c’erano delle differenze:
- Crizia: fautore di una oligarchia stretta e animato da spirito di vendetta verso la democrazia radicale.
- Teramene: favorevole a una costituzione oplitica che avrebbe dato la cittadinanza agli opliti.
Vinse la fazione di Crizia. Venne stilata una lista di 3000 persone che avrebbero avuto i diritti di cittadini. Gli
altri vennero cercati e molti uccisi.
Gli avversari dei Trenta Tiranni si radunarono al Pireo.
Trasibulo, che aveva già contribuito al ripristino della democrazia durante la rivoluzione precedente, rientra
da Tebe e ottiene i primi successi militari.
I Trenta cadono e Crizia muore. La democrazia è ripristinata.
Spartani chiedono e ottengono una amnistia per quelli che erano stati coinvolti nel regime, tranne i Trenta
Tiranni.
17. ECONOMIA, SOCIETA’, CULTURA AD ATENE E NEL MONDO GRECO NEL V SECOLO
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- Meteci 🡪 stranieri residenti. Erano obbligati al pagamento annuale del metoikion, una tassa per
regolarizzare la loro posizione. Dovevano avere un cittadino che li rappresentasse e ne curasse gli
interessi. Avevano il divieto di acquistare proprietà in territorio ateniese.
- Schiavi 🡪 società ateniese era schiavistica perché utilizzava un grande numero di uomini ritenuti
inferiori per natura come forza lavoro.
Gli schiavi non costituivano un gruppo compatto. Venivano acquistati nei mercati. C’erano profonde
differenze fra loro a seconda della mansione che svolgevano: quelli che lavoravano in miniera erano
in condizioni disumane, gli schiavi domestici avevano un’esistenza quasi normale e avevano la
possibilità di riscattarsi diventando liberi.
Gli Ateniesi però concedevano la libertà con molta parsimonia.
La società ateniese era maschilista perchè riservava pochissimo spazio alle donne. La donna era un essere
inferiore non capace di intendere e volere. La vita delle donne si svolgeva in casa sotto la tutela di un uomo.
L’incapacità della donna si estende anche in ambito affettivo, tanto che non erano punibili in caso di
adulterio.
17.3 L’ECONOMIA
L’agricoltura era ancora l’attività più importante.
La maggioranza dei cittadini era proprietaria di almeno un appezzamento di terra in Attica.
La realtà economica era ancora di tipo primitivo: nessuna attività manifatturiera sviluppata, no mentalità
dell’investimento.
Le attività economiche non hanno l’indipendenza e l’importanza che hanno in età moderna.
I più ricchi quindi non erano propensi a ostentare il proprio status e le differenze fra ricchi e poveri non
erano così marcate.
La maggior parte dei cittadini aveva un tenore di vita modesto.
Anche l’economia pubblica è a un livello elementare: le entrate di una potenza come Atene derivavano dalle
tasse portuali, dalla riscossione degli affitti delle proprietà dello stato e di multe e del metoikion. Il budget
complessivo era di poche centinaia di talenti.
La maggioranza delle entrate era destinata alle forze armate.
Grazie alle entrate dell’impero ateniese fu possibile realizzare i templi.
Per molte cose si contava sulla disponibilità volontaria dei più abbienti che contribuivano con liturgie.
Liturgia = contributo destinato a opere utili per la collettività.
Le liturgie erano un atto necessario per chi voleva conservare rispetto e stima dei cittadini.
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La comunità grazie al teatro diveniva più consapevole. Non a caso il teatro ebbe il suo massimo sviluppo
durante il periodo d’oro della democrazia, nel V secolo, e decade nel IV secolo.
Condanna di Socrate: nel 399 un tribunale ateniese condannò a morte Socrate per reati di opinione: era
accusato di corrompere i giovani e di non riconoscere gli dei della città.
Socrate era concepito come un potenziale eversore dell’ordine costituito.
L’avversione dei suoi cittadini verso di lui fu esasperata dagli eventi tragici di Atene: la città era stata
sconfitta e aveva perso il suo impero e c’era bisogno di un capro espiatorio.
Inoltre Socrate era stato maestro di Alcibiade e dell’odiato Crizia.
In generale la condanna mostra una mentalità per cui era lecito intervenire anche sulla condotta privata e
sulle idee dei cittadini.
Nessun settore era precluso allo stato. I sofisti rischiavano di mettere in pericolo l’impalcatura sociale della
polis.
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o Potidea, fondata dai Corinzi con cui aveva stretti rapporti, ma facente parte della lega di
Delo, a cui pagava il tributo. Atene chiese a Potidea di allontanare i magistrati corinzi, ed
essa non poté opporsi.
o Decreto ateniese impose a Megara di non frequentare l’agorà ateniese e di non attraccare le
navi in tutti i porti. Motivazioni di carattere religoso. Questo comportava grandi
conseguenze per i Megaresi, Corinzi e Spartani che erano alleati.
431: attacco di Tebe alla città di Platea. Poi prima invasione spartana dell’Attica.
Strategia periclea: Atene aveva il controllo del mare 🡪 numero di navi maggiore e tecniche di
combattimento sofisticate.
Invece i Peloponnesiaci avevano la superiorità deli eserciti di terra.
Quindi Pericle decise che Atene non avrebbe mai dovuto accettare lo scontro a terra.
Questa strategia richiedeva sacrifici: gli Ateniesi abbandonarono i campi quando gli Spartani invasero l’Attica
per saccheggiarli. Il controllo del mare comunque garantiva loro ogni tipo di merce.
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Spedizione in Sicilia (415-413): la spedizione non era frutto di improvvisazione perché gli ateniesi avevano
da sempre mire sulla Sicilia.
Pretesto per intervenire fu dato da una richiesta di aiuto dell’alleata Segesta.
Alcibiade fu al comando della spedizione, affiancato da Nicia.
Possibili motivi degli Ateniesi per decidere questo passo:
- Importanza della Sicilia per approvvigionamento di grano
- Desiderio di non far cadere l’isola sotto controllo spartano
- Spinta imperialistica che mirava a dominare tutto l’Occidente
Prima della partenza: mutilazione delle statue di Hermes.
Gesto sacrilego di cui venne incolpato Alcibiade. Fu lasciato partire ma poi richiamato in patria per un
processo. Alcibiade preferì scappare.
Nicia iniziò l’assedio di Siracusa.
414: fu inviato da Sparta il generale Gilippo che risollevò i Siracusani.
Dopo la sconfitta della flotta Nicia e Demostene tentarono la fuga via terra ma gli ateniesi vennero
massacrati sul fiume Assinaro nel 413.
La sconfitta pose fine alle ambizioni verso l’Occidente di Atene.
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PARTE QUARTA
L’ETA’ CLASSICA: IL IV SECOLO
19.2 DIONISIO I
Dionisio stabilì un record di durata del potere personale (40 anni).
Personalità difficile da ricostruire perché le fonti che abbiamo gli sono avverse a causa delle vicende siciliane
che coinvolsero Platone.
Primi anni: I Cartaginesi compirono un’altra spedizione conquistando Selinunte, Imera e Agrigento.
La situazione a Siracusa era drammatica. Dionisio ne approfittò e si fece nominare comandante dell’esercito
con pieni poteri.
I Cartaginesi accettarono di interrompere la guerra a causa di una pestilenza.
Il loro controllo su gran parte della Sicilia venne confermato da un trattato di pace, ma fu riconosciuto il
dominio di Dionisio su Siracusa.
400: Dionisio iniziò i preparativi per una guerra contro Cartagine.
397: il conflitto riprende. Dionisio conquista Mozia.
Cartaginesi reagirono assediando Siracusa ma una pestilenza li costrinse ancora a tornare in Africa.
393-392: altra fase del conflitto con successo di Dionisio.
Dionisio I, “signore della guerra”: nel 367 viene intrapreso un nuovo conflitto contro Cartagine che si
conclude con la morte del tiranno e viene lasciato in eredità al figlio.
Dionisio è stato un signore della guerra perché il fondamento del suo dominio è stata la continua
mobilitazione contro nemici esterni, tentativo di allargare le terre conquistate.
Caratteristiche del dominio di Dionisio I:
- Dominio personale 🡪 solo alcune funzioni venivano gestite da una ristretta cerchia di amici. Inoltre
mise in atto strategie matrimoniali (2 mogli a Siracusa e Locri).
- Era appoggiato dall’elemento popolare della cittadinanza e dai diseredati (mercenari e esuli) che
dovevano a lui il reinserimento nella comunità.
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- Atteggiamento paranoide di sospetto
- Grande interesse per la cultura 🡪 attraeva grandi personaggi a corte e partecipava con le sue opere
agli agoni teatrali ateniesi.
L’opera di Dionisio I è una prefigurazione degli stati ellenistici.
Si definiva “arconte di Sicilia”.
19.4 TIMOLEONTE
I Corinzi mandarono a Siracusa dei mercenari guidati da Timoleonte.
Probabilmente il governo oligarchico di Corinto desiderava liberarsi di lui.
344: Timoleonte sbarcò in una Sicilia piena di tirannidi improvvisate, spopolata e minacciata dai Cartaginesi.
Dionisio II abbandonò Siracusa.
A Siracusa fu data una costituzione moderata. Venne formata poi un’alleanza di città greche sicule in
funzione anticartaginese.
Timoleonte riuscì a occupare molti territori controllati dai Punici.
341: esercito cartaginese venne sconfitto su fiume Crimiso.
Fu lanciata una campagna per fa affluire in Sicilia coloni da tutto il mondo greco per mettere a coltura i
territori e rafforzare i centri abitati.
337: Timoleonte si ritirò a vita privata.
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19.5 TARANTO E LA MAGNA GRECIA NEL IV SECOLO
In Italia meridionale il problema principale fra la seconda metà del V secolo e la metà del IV era la reazione
delle popolazioni locali contro gli occupanti greci.
Questo fenomeno produce una decolonizzazione.
L’unica città che non ha conosciuto una dominazione indigena è stata Taranto.
367: l’uomo più influente della città è Archita. Il suo governo mostra che non sempre il connubio tra potere
e filosofia era destinato a una brutta fine.
Dopo la morte di Archita, Taranto per difendersi dalle popolazioni indigene fa ricorso a 4 condottieri
stranieri:
- Archidamo (341-338) 🡪 figlio del re spartano Agesilao. Combattè i Lucani senza successo
- Alessandro il Molosso (334-330) 🡪 zio di Alessandro Magno. Sbarcò in Italia come sovrano in cerca
di conquiste. A causa delle sue ambizioni Taranto rompe l’alleanza.
Muore nel 330 ucciso da un mercenario.
La sua impresa è la prima in cui l’Occidente greco diventa territorio di conquista di potenze orientali
(Epiro).
- Cleonimo
- Pirro
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Per Sparta era impossibile rispettare questo patto e presentarsi anche come salvatrice di tutta la
grecità.
▪ Corinto e Tebe erano insoddisfatte di come era stata gestita la vittoria da parte di Sparta.
Loro non avevano ricevuto vantaggi e Atene non era stata punita in modo abbastanza duro.
Con loro si alleò Argo, nemica storica di Sparta.
Atene: aveva ricostruito le Lunghe Mure che collegavano la città al Pireo, aveva una discreta flotta e alcuni
politici parlavano di restaurare l’impero perduto.
Era stato reintrodotto il regime democratico.
L’odio per il governo autocratico e per Crizia univa sia i democratici moderati che quelli radicali.
In questo clima maturò la condanna a morte di Socrate.
Protagonisti della vita cittadina, a parte Trasibulo e Conone, sono personaggi mediocri.
Ciro fratello di Artaserse: la guerra del Peloponneso terminava, moriva il Gran Re Dario II e gli succedeva il
figlio Artaserse II.
Il fratello minore Ciro decise di rovesciare Artaserse.
Arruolò moltissimi mercenari.
Fra i greci che parteciparono all’impresa c’è Senofonte che assicurò fama eterna all’impresa scrivendo
l’Anabasi.
In essa si racconta lo scontro fra i due fratelli a Cunaxa con la morte di Ciro e la lunga marcia di ritorno dei
mercenari. Ciro, amico di Sparta, le aveva chiesto aiuto ed essa aveva inviato un piccolo contingente.
La morte di Ciro peggiorò i rapporti tra Spartani e Persiani.
Sparta e l’impossibile liberazione delle città greche dell’Asia minore: Sparta mantenne tra il 400 e il 395 un
piccolo esercito in Asia Minore con la missione impossibile di sconfiggere i Persiani e ridare la libertà alle
poleis sulla costa.
Lisandro venne escluso dalla partecipazione alle operazioni 🡪 Sparta si privava in questo modo dell’unico
uomo in grado di risolvere la situazione.
Gli spartani non ottennero nessun risultato.
La guerra scoppiata in Grecia costrinse Agesilao a tornare in patria.
Conone e la guerra per mare: Sparta aveva ancora la flotta che i Persiani le avevano fornito per sconfiggere
Atene. A capo della flotta persiana c’era Conone.
394: a Cnido la flotta persiana distrusse quella spartana ponendo fine alle ambizioni marittime di Sparta.
La collaborazione tra Conone e la Persia sarà fondamentale per la rinascita di Atene.
Peltasti di Ificrate e le innovazioni nell’arte della guerra: il fatto che la guerra si protraesse per anni fece si
che non potessero essere solo i cittadini a combatterla.
Si ricorreva quindi a forze mercenarie.
Questo rompeva l’equilibrio della polis che vedeva la coincidenza fra figura del cittadino e soldato.
Inoltre portava all’aumento delle spese militari.
L’impiego dei mercenari è l’innovazione più importante.
Un reparto dell’esercito spartano fu sconfitto da un’armata di peltasti dell’ateniese Ificrate.
Peltasti = soldati armati alla leggera.
Novità: soldati considerati di rango inferiore che basavano la loro efficienza sulla velocità, la sorpresa e la
mobilità. Erano utili soprattutto su terreni accidentati dove la falange oplitica poteva difficilmente mostrare
la propria potenza.
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21.2 NUOVI ASSETTI POLITICI: LE CONFEDERAZIONI BEOTICA E TESSALA
Tebe e il progetto federale: l’ingresso forzato di Tebe in orbita spartana ebbe vita breve.
379: Pelopida riconquista la città.
Da quel momento inizia il periodo più florido della città che culmina con l’egemonia su tutta la Grecia e
finisce con la distruzione di Alessandro della città nel 335.
Il progetto politico di Tebe prevedeva.
- Adozione di ordinamenti democratici
- Unificazione della Beozia in una confederazione 🡪 nel IV secolo il ruolo egemonico di Tebe non
viene più messo in discussione. Gli altri centri della Beozia godevano di larga autonomia negli affari
interni. Concorrevano nel formare l’esercito federale e il consiglio della Confederazione.
Due personaggi tebani: Pelopida ed Epaminonda.
Il governo federale avrebbe dovuto realizzarsi in modo pacifico ma così non fu.
Giasone di Fere: la Tessaglia (nord della Grecia) era semore stata ai margini della storia.
Mentre Tebe raggiungeva la sua massima forza però venne eletto il tago (monarchia elettiva, massima carica
della confederazione tessala) Giasone di Fere.
Egli riuscì nell’impresa di unificare la Tessaglia.
L’ambizione di Giasone suscitò l’interesse e la preoccupazione del mondo greco.
L’esercito era dei più potenti.
Questo finì nel 370 quando Giasone venne assassinato in una congiura.
Le vicende di Giasone mostrano la debolezza del modello della polis tradizionale e la facilità di realizzare
una forza militare in grado di intervenire nelle lotte del tempo.
Il modello di unificazione regionale di Giasone conoscerà importanti sviluppi nel futuro.
Il progetto di Giasone verrà realizzato da Filippo di Macedonia.
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Questa battaglia mostra il grande equivoco di una polis che comandava sulle altre con un corpo di appena
3000 cittadini.
La battaglia fu sentita come un avvenimento eccezionale, anche a causa delle innovazioni militari di
Epaminonda.
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Però Alessandro I era soprannominato “Filelleno” e questo dimostra che la sua grecità fosse dubbia.
La Macedonia era un regno attardato e attira l’attenzione di Atene per il legname e come pedina per i giochi
politici.
Parametri per affrontare la questione della grecità dei Macedoni:
- Criterio linguistico
- Criterio culturale: l’elite macedone si dava un’educazione in larga misura greca, il pantheon degli dei
era lo stesso.
Olinto: Filippo smantellò l’ultimo centro di potere autonomo nella Grecia del Nord: confederazione delle
città della penisola calcidica, capitale Olinto.
348: caduta di Olinto.
Demostene prese coscienza della pericolosità di Filippo scrivendo la prima delle sue Filippiche.
La fine della guerra: Filippo mostrò anche le sue doti diplomatiche e concluse le ostilità.
Ci furono incontri con re e politici (fra cui Eschine) e si giunse alla pace di Filocrate nel 346.
La pace poneva fine alla guerra sacra e stabiliva una alleanza fra Atene e Filippo.
Guerra fredda: gli anni successivi alla pace di Filocrate sono molto tesi.
Prende il sopravvento ad Atene il partito della guerra, guidato da Demostene.
Il terreno di frizione fra Filippo e Atene è la costa settentrionale dell’Egeo.
340: Filippo assale Perinto e Bisanzio, alleate di Atene.
339: viene dichiarata guerra perché Filippo aveva fatto sequestrare delle navi ateniesi.
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Filippo ne approfitta per giungere in Grecia centrale da dove minaccia di attraversare le Termopili e invadere
l’Attica.
Tebe si allea con Atene per respingerlo.
338: Cheronea 🡪 i Tebani vengono sconfitti da Alessandro e Ateniesi da Filippo.
La lega di Corinto: Ateniesi temevano l’invasione dell’Attica da parte di Filippo, ma non successe nulla.
337: Filippo organizzò un congresso di tutti i greci (tranne Sparta) unendoli nella lega di Corinto che aveva
come scopo la spedizione contro la Persia.
Filippo non potè guidare la spedizione in Asia perché morì nel 336.
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23.3 LE TENSIONI SOCIALI
Nella prima metà del IV secolo ci sono molte staseis = guerre civili.
I Greci ne avevano paura perché sapevano che i conflitti interni erano più violenti di quelli esterni.
La divisione del corpo sociale è in genere descritta come opposizione ricchi/poveri.
- Ricchi: proprietari terrieri
- Poveri: non-proprietari 🡪 rivendicazioni principali sono la redistribuzione delle terre e l’azzeramento
dei debiti
Questo era il gioco politico di un’entità debole come la polis.
La polis era debole perché era basata su un equilibrio precario.
Per i Greci si è parlato di patriottismo per bande perché l’amore per la propria fazione superava quello per la
propria polis.
Sparta e Atene conobbero pochissime guerre civili.
Durante il IV secolo vengono evidenziate le debolezze delle poleis, anche se probabilmente quelle
contraddizioni esistevano anche prima.
La realtà ateniese: ad Atene nulla indica una crisi. La campagna dell’Attica non sembra soffrire nessuna
recessione. Il porto del Pireo sviluppa un’attività straordinaria grazie alla diffusione del commercio a lungo
raggio. In relazione a queste attività commerciali nascono le prime attività bancarie.
Riprende lo sfruttamento delle miniere d’argento del Laurio quando Atene, deluse nelle sue aspettative
imperialistiche, ripiega su una politica di consolidamento interno.
Una delle poche opere economiche: Entrate di Senofonte. Nomina le miniere come una delle risorse più
importanti per Atene.
Quando Demostene parla di difficoltà economiche si riferisce alla fatica del bilancio pubblico nel
sovvenzionare una politica imperialistica.
Platone e Aristotele: IV secolo è caratterizzato dalla nascita ad Atene di due scuole filosofiche molto
importanti:
- Accademia di Platone (diretta da lui nel periodo 387-347)
- Liceo di Aristotele (335-322)
Esse hanno un ruolo fondamentale nella storia dello sviluppo culturale dell’Occidente.
Filosofia platonica ha gettato le basi per la filosofia occidentale.
Filosofia aristotelica ha fatto uno sforzo di sistematizzazione e raccolta dell’intero sapere umano, gettando
le basi per lo sviluppo della scienza ellenistica.
- Platone: cittadino ateniese
- Aristotele: meteco di Stagira. Fu legato ai Macedoni nemici di Atene (fu precettore di Alessandro)
Entrambi furono ostili verso la democrazia ateniese.
Queste scuole filosofiche erano riservate a ricchi privilegiati.
Atene divenne una grande città universitaria.
Isocrate: figlio di un ricco ateniese, lavorò come logografo (= scrittore di discorsi giudiziari).
Fondò una scuola di retorica che ebbe enorme successo. Costosissima, raccolse la classe dirigente di tutta la
Grecia.
Diffuse anche idee politiche, lanciando l’idea di una crociata panellenica contro i Persiani. In politica interna
privilegiava l’idea di una democrazia moderata.
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Ebbe grande importanza nel campo dell’educazione: i suoi metodi di insegnamento sono incentrati sulla
retorica.
Peso del passato: nel 387 vennero rappresentate ad Atene le tragedie di tre grandi autori del V secolo
(Euripide, Eschilo e Sofocle). Questi testi erano diventati classici cioè si ammetteva l’impossibilità di crearne
altri così validi e significativi.
Questo è un esempio del peso del passato sulla vita ateniese.
La storia della grandezza di Atene era stata mitizzata.
Anche a Sparta è successo qualcosa di simile: Agesilao cerca di riprodurre l’antico stile di vita.
PARTE QUINTA
L’ETA’ ELLENISTICA
24.2 LA SUCCESSIONE
336: morte di Filippo II.
Alessandro ebbe come precettore Aristotele che gli trasmise l’amore per il sapere e l’amore per la cultura
greca, soprattutto per Omero (Achille ispirò sempre le sue azioni).
Alessandro rivendicò subito il regno eliminando gli altri pretendenti.
Ottenne dal mondo greco gli stessi riconoscimenti che aveva ricevuto Filippo e i pieni poteri nella guerra
contro la Persia.
Operazioni militari in Macedonia, dove la scomparsa di Filippo aveva acceso il fermento.
335: rapida campagna che portò Alessandro fino all’Illiria.
Si diffuse in Grecia la notizia della sua morte 🡪 riprese la resistenza antimacedone, sostenuta dal Gran Re
che voleva trattenere Alessandro in Grecia.
I centri della rivolta furono Atene e Sparta.
Ad Atene vennero fatti uccidere i capi del partito filomacedone.
Argo, Elide e Arcadia si unirono alla rivolta.
335: Tebe cadde. Alessandro fece distruggere la città vendendo come schiavi i superstiti e dividendo il
territorio tra le poleis vicine.
Fu una punizione esemplare perché la rivolta si spense.
Invece Alessandro fu mite nei confronti di Atene: i politici vennero processati dai tribunali cittadini.
Sparta invece divenne antimacedone solo più tardi, quando Alessandro era già in Asia.
331: scoppiò una rivolta.
Agide assediò Megalopoli ma fu sconfitto dalle forze macedoni.
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Filippo II aveva inteso la guerra contro la Persia come una campagna punitiva e un’impresa di liberazione
delle città greche dell’Asia Minore. Alessandro ereditò il compito.
334: l’esercito passò l’Ellesponto.
La guerra si sarebbe svolta soprattutto sulla terraferma.
Insieme al re viaggiavano anche molti storici, geografi, naturalisti e interpreti.
Fasi della conquista: primo scontro fu presso il fiume Granico nel 334.
L’esercito avanzò lungo le coste dell’Asia Minore portando sotto il suo controllo le città greche.
Fu opposta resistenza soprattutto ad Alicarnasso dove c’era il comandante Memnone.
Alessandro poi stabilì a Gordio gli accampamenti invernali.
Memnone morì improvvisamente e i piani di Alessandro furono agevolati.
333: scontro a Isso. Dario III fugge a Babilonia.
332: assedio di Tiro. Poi anche di Gaza.
Il satrapo in Egitto consegnò ad Alessandro la regione.
331: fu fondata Alessandria (destinata a diventare uno dei porti più importanti e un centro di cultura).
Esercito macedone si diresse poi verso l’Asia interna.
331: scontro a Gaugamela che spiana la strada alla conquista di Babilonia, Susa, Persepoli e Pasargade.
Palazzo di Persepoli venne dato alle fiamme.
Organizzazione del territorio sottomesso: Alessandro è signore di un territorio vastissimo abitato da popoli
molto diversi, legati alle proprie tradizioni e che avevano mal sopportato il controllo dei satrapi del Gran Re.
Alessandro fece valere il diritto delle armi: i territori conquistati diventarono sua proprietà e avrebbero
versato a lui il tributo.
All’inizio assegnò l’amministrazione delle satrapie a ufficiali macedoni.
Poi inizia a servirsi di satrapi macedoni affiancati da macedoni.
L’amministrazione finanziaria ebbe una gestione separata, anche come suddivisione territoriale: i distretti
finanziari coprivano più di una satrapia.
La liberazione delle città greche d’Asia Minore: il tema della liberazione delle poleis d’Asia Minore era
centrale nel dibattito politico greco.
Liberare le poleis greche significò eliminare il controllo persiano e sostituire i governi oligarchici con altri
democratici.
Vennero però posizionate guarnigioni macedoni per prevenire il ritorno dei Persiani e per fare prelievi fiscali
per le spese dell’esercito.
L’autonomia fu concessa, purchè non andasse contro il proseguimento della guerra.
Non furono stipulati contratti, trattati da pari a pari. Era il re a stabilire lo status delle città.
Le città “liberate” non entrarono neanche nella lega ellenica.
La libertà fu per loro sempre un dono concesso dall’alto.
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Scontri con le popolazioni locali durarono fino al 327 quando il matrimonio con Rossane, figlia dell’ultimo
capo della resistenza, segnò la pacificazione con la provincia.
Confine orientale: ultima impresa di Alessandro Magno 🡪 ricostituzione della frontiera orientale dell’impero
al bacino dell’Indo.
Il principe indiano di Tassila chiese aiuto ad Alessandro perché minacciato dal vicino Poro.
Alessandro varcò l’Indo fino al fiume Idaspe dove avvenne l’ultima battaglia.
Sul confine fondò Nicea e Bucefala.
Decise di tornare indietro.
La spedizione organizzata per il ritorno aveva l’esigenza di assicurare e consolidare la frontiera.
Una parte dell’esercito si imbarcò su una colossale flotta guidata da Nearco. Gli altri contingenti
proseguivano via terra assoggettando le popolazioni locali.
324: Alessandro rientrava a Pasargade dopo aver riunito nelle sue mani tutto l’impero di Ciro il grande e di
Dario.
Frattura con l’esercito macedone: mutamento più grande si verificò nell’idea che Alessandro aveva della
propria regalità.
L’assimilazione al modello del monarca orientale finì per compromettere i rapporti con la nobiltà macedone.
Ci sono una serie di episodi che segnalano il malcontento.
330: viene progettata una congiura in reazione alla decisione di introdurre a corte il cerimoniale persiano.
Alessandro reagì mandando a morte Filota, che non aveva denunciato i responsabili, Parmenione e Clito.
327: tensioni quando Alessandro volle introdurre per i Macedoni l’obbligo della proskynesis (inchino davanti
al sovrano). Callistene si oppose e morì.
Alla base delle tensioni fra re e nobili ci sono anche le trasformazioni dell’esercito.
Alessandro aveva arruolato molti soldati indigeni addestrati alla greca.
Questo processo indeboliva l’elemento macedone e svuotava i vincoli che legavano il re all’esercito e ai
Compagni.
Alessandro però aveva compreso che l’integrazione fra l’elemento indigeno e quello greco-macedone era
l’unica strada per la governabilità di un dominio così vasto.
324: nozze di Susa 🡪 Alessandro e alcuni suoi ufficiali sposano delle donne persiane.
Questo fu in realtà il preludio di una nuova frattura.
Il monarca assoluto e il mondo greco: 324 🡪 decreto degli esuli. Il re concedeva il ritorno in patria agli esuli.
Questo era un provvedimento autoritario che violava la libertà e l’autonomia delle poleis.
Questo fu per Alessandro un modo per comporre le tensioni interne alla Grecia e per assicurarsi dei
sostenitori in Grecia.
Ad Atene grande preoccupazione per il ritorno di Arpalo.
Altra manifestazione del cambiamento fu la richiesta al mondo greco di onori divini a Efestione morto a
Ecbatana.
Questa era un tratto della regalità estraneo al mondo greco, che però acconsentì.
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I progetti occidentali e la morte: Alessandro trascorse gli ultimi tempi a Babilonia probabilmente
progettando l’espansione a Occidente.
Furono avviati i preparativi per una spedizione in Arabia che avrebbe dovuto consolidare il confine
meridionale dell’impero.
Ma Alessandro morì il 10 giugno 323.
25.1 I DIADOCHI
Periodo di 50 anni fra morte di Alessandro e la battaglia di Curupedio nel 281, che segna l’estinguersi della
prima generazione di diadochi (successori del re macedone)
La fine di questo processo è la frammentazione dell’impero e la costituzione dei nuovi regni ellenistici.
Elementi determinanti di questo processo:
- Debolezza della casa regnante, mancanza di un erede in grado di riprendere l’opera di Alessandro
- Sorti dell’impero rimasero nelle mani dei generali 🡪 l’ufficializzazione della spartizione avvenne nel
306 quando tutti i diadochi assunsero il titolo di re.
La legittimazione per i diadochi veniva dalla forza delle armi.
Dopo aver stabilito il proprio diritto su un territorio, costituivano una dinastia.
▪ Lisimaco 🡪 Tracia
▪ Tolomeo 🡪 Egitto
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322: flotta ateniese venne sconfitta ad Amorgo. La vittoria decisiva la ottennero i Macedoni a Crannone.
Atene perdeva la sua libertà e la democrazia era sostituita con un regime oligarchico.
Accordi di Triparadiso (321): Cratero lasciò l’Asia per aiutare Antipatro a Lamia.
Perdicca ne approfittò per aumentare il potere e trascinò con sé Eumene.
Perdicca attaccò l’Egitto ma morì.
Cratero morì combattendo contro Eumene.
Restano Eumene e Antipatro. Bisogna ridefinire gli assetti del potere. Avvenne un incontro a Triparadiso.
- Antipatro 🡪 unico reggente
- Antigono 🡪 stratego dell’Asia che doveva continuare la guerra contro Eumene
- Tolomeo 🡪 controllo sull’Egitto
- Seleuco 🡪 satrapia di Babilonia
Pace del 311: Antigono investe se stesso della carica di reggente e proclama che le città greche dovevano
essere libere e autonome.
Questo diverrà un tema centrale nella propaganda dei re ellenistici e di Roma.
Era un modo per attirare le simpatie delle città sottomesse a Cassandro e mobilitarle contro di lui.
Antigono combatteva su due fronti:
- Vs. Cassandro
- Vs. Tolomeo 🡪 contro di lui perse il figlio di Antigono, Demetrio. Viene tratta la pace
o Antigono stratega dell’Asia, ma non reggente
o Tolomeo: Egitto
o Lisimaco: Tracia
o Cassandro: Macedonia.
Viene assassinato Alessandro IV e così finisce la stirpe di Alessandro Magno.
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Campagne di Antigono fino alla battaglia di Ipso (307-301): Antigono si rivolse verso il Mediterrano.
Suo figlio Demetrio si assicurò il controllo di Atene. Atene recuperava la democrazia.
Demetrio strappò a Tolomeo l’isola di Cipro, base per controllare le coste della Siria.
Antigono per primo si proclamò re.
Mosse contro l’Egitto ma la spedizione fu un insuccesso.
Tolomeo mantenne l’Egitto e si proclamò re.
304: Antigono assedia Rodi ma si conclude con un nulla di fatto. Per l’isola inizia un periodo di prosperità e
l’assunzione di un ruolo di primo piano.
303: Demetrio rientra in Grecia e si assicura il controllo di Corinto.
Nasce la lega ellenistica come punto di partenza per dare l’assalto al trono macedone di Cassandro.
Con Cassandro si schierarono Lisimaco, Tolomeo e Seleuco.
301: a Ipso si ebbe lo scontro decisivo che sconfisse Antigono che morì.
Si estingue la generazione dei diadochi: Asia Minore 🡪 a Lisimaco tranne alcune zone a Tolomeo.
Tolomeo 🡪 Siria, anche se gli accordi di pace prevedevano che passasse a Seleuco. Nascono i presupposti per
le guerre tra Tolomei e Seleucidi.
Cassandro 🡪 Grecia, dove però Demetrio manteneva il controllo di alcune città (Corinto).
Demetrio era padrone del mare. Con la morte di Cassandro riuscì a eliminare i pretendenti al trono e a farsi
incoronare re di Macedonia nel 294. Sarà un regno di breve durata.
Lisimaco e Pirro invasero la Macedonia.
Demetrio cadde prigioniero nelle mani di Seleuco tentando di riguadagnare l’Asia Minore nel 286. E morì.
Muore anche Tolomeo I.
281: battaglia di Curupendio 🡪 Lisimaco vs. Seleuco. Lisimaco muore.
Con la morte di Seleuco poi finisce la generazione dei diadochi.
26.2 LA MACEDONIA
Dopo la morte di Seleuco alcuni anni di incertezza.
Si insediò poi la dinastia degli Antigonidi.
Il lungo regno di Antigono Gonata: conflitto per il trono tra Tolomeo Cerauno e Antigono Gonata.
Con l’invasione dei Celti nella penisola morì Tolomeo.
277: Lisimachia: Celti vennero sconfitti da Antigono che si fece poi riconoscere re.
Con Antigono la Macedonia conobbe un periodo di prosperità e rafforzò il controllo sulla Grecia.
A Corinto, Calcide e Demetriade vennero stanziate delle guarnigioni macedoni.
Antigono tentò di riguadagnare la supremazia sull’Egeo.
Tolomeo II allarmato riuscì a coalizzare contro la Macedonia Atene e Sparta 🡪 guerra cremonidea.
Il rapporto Macedonia-Egitto si fece più aspro.
260-253: seconda guerra siriaca Tolomei vs. Seleucidi.
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Antigono dovette affrontare la minaccia degli Etoli e degli Achei 🡪 due grandi leghe future protagoniste della
storia della penisola.
Achei ottennero Corinto.
Rinascita sotto il regno di Antigono Dosone: Dosone, macedone, si alleò con gli Achei e ricostituì una
alleanza di stati greci sotto l’egemonia macedone.
Ultimo grande momento della storia di Macedonia.
Poi Antigono Dosone morì e lasciò il trono a Filippo V che perse lo scontro con Roma.
26.4 I SELEUCIDI
La vittoria di Curupedio (281) ha consegnato a Seleuco l’intero regno di Lisimaco, anche se poco dopo, egli
stesso cadde sotto il pugnale di Tolomeo Cerauno; la sua eredità fu raccolta dal figlio Antioco I. Lui e i
seguenti sovrani saranno “condannati” alla difesa, alla conservazione e alla riconquista dei territori del loro
regno.
Il primo pericolo venne dai Celti, chiamati in Asia dal re Nicomede di Bitinia; su di loro Antioco I
ottenne una decisiva vittoria nella battaglia “degli elefanti” e li confinò nella Frigia settentrionale (la
Galazia).
Antioco I affrontò anche la prima guerra siriaca e nel 263 subì la secessione di Eumene di Pergamo.
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perché difendesse i diritti del figlio contro Seleuco II (nato dalle prime nozze di Antioco e Laodice). La
spedizione di Tolomeo fu un successo, ma Berenice e il figlio vennero assassinati prima del suo arrivo a
Babilonia. Seleuco II riuscì a mantenere il regno, ma la guerra laodicea ebbe pesanti conseguenze.
La debolezza della causa seleucide favorì le iniziative autonomistiche nelle parti più orientali del
regno; fu così che le satrapie di Partia e Battriana si resero indipendenti. Intanto in Asia Minore, Antioco
Ierace (lo “Sparviero”) fratello minore di Seleuco II aveva trasformato la regione sotto il suo controllo in un
regno autonomo, che resterà tale fino alla sua conquista da parte di Attalo di Pergamo nel 227.
Gli Attalidi
- Filetero: 283-263;
- Eumene: 263-241:
- Attalo I Sotere: 241-197;
- Eumene II Sotere: 197-159;
- Attalo II: 159-138;
- Attalo III: 138-133.
● Consolidamento del trono macedone sotto la dinastia antigonide e rapporti con il mondo greco.
● Conflitti fra Lagidi e Seleucidi per il possesso della Celesiria.
● I problemi interni allo stato seleucide fino alla ripresa durante il regno di Antioco III il Grande.
● Formazione di regni minori; il regno di Pergamo.
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Il κοινόν (koinon) etolico aveva il suo centro nel santuario federale do Termo, dove si teneva una delle due riunioni
all’anno dell’assemblea generale della lega (cui partecipavano tutti i cittadini delle πόλεις federate che avessero età e
censo stabilito). L’assemblea deliberava con voto nominale sulla guerra e sui rapporti da intraprendere con le altre
πόλεις. Il potere esecutivo era affidato allo stratego, eletto ogni anno. Gli stati membri (che deliberavano
autonomamente per le questioni interne) erano legati da un vincolo di ἰσοπολιτεία (isopoliteia), vale a dire di parità di
diritti fra tutti i cittadini.
Gli Etoli riuscirono ad acquisire una posizione egemone all’interno dell’Anfizionia delfica, mentre verso il 270,
il territorio sotto il controllo etolico si estendeva dal mar Ionio a ovest, fino al golfo maliaco e al canale dell’Euripo a
est.
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27.3 L’ALLEANZA CON LA MACEDONIA E IL NUOVO CORSO DELLA POLITICA ACHEA
In questi anni le due grandi leghe avevano raggiunto l’apice della loro potenza, soprattutto a spese della Macedonia di
Demetrio II, contro cui si erano alleate nella guerra demetriaca. Gli Etoli avevano sotto il loro controllo buona parte
della Grecia centrale, mentre gli Achei rappresentavano la potenza egemone del Peloponneso, basti considerare le
città di Corinto, Argo, Sicione, Megara, Megalopoli ed erano alleati di Sparta (per il momento).
I successi di Cleomene III, che rischiavano di sgretolare la lega achea, spinsero Arato all’azione; si fece
nominare στρατηγός αὐτοκράτωρ (strategos autokrator, poteva così prendere qualsiasi decisione senza
l’approvazione del consiglio federale) e cercò l’alleanza della Macedonia.
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Le prime fasi del conflitto non furono favorevoli ad Agatocle, che venne sconfitto presso Agrigento e costretto a trovare
riparo a Siracusa; fu così che egli decise di forzare il blocco navale cartaginese e portare la guerra in Africa. Agatocle
ottenne alcuni importanti successi, ma non riuscì a espugnare Cartagine.
Concluse un patto con Ofella (che controllava Cirene); il patto prevedeva (in caso di vittoria):
- Il passaggio a Siracusa delle postazioni che Cartagine ancora deteneva nella Sicilia occidentale;
- A Ofella i possessi africani.
L’accordo non ebbe mai un seguito a causa dei dissensi scoppiati tra i due e dalla morte di Ofella.
Agatocle venne richiamato in patria, perse a poco a poco i possedimenti in Africa, fino al 306, quando fu costretto a
trattare la pace:
- Cartagine: manteneva il controllo sulla Sicilia occidentale fino al fiume Alico;
- Agatocle: conservava l’egemonia sulla Sicilia orientale.
Grazie al matrimonio con Teossena (figlia di Tolomeo I) ha assunto il titolo di re.
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sconfisse nella battaglia presso il fiume Longano (269), non riuscì però a prendere Messina (i Mamertini avevano
chiesto l’appoggio di Cartagine).
Tornato in patria, Ierone assunse il titolo di re e governerà Siracusa fino alla sua morte nel 215. Ierone non
cercò mai di estendere i propri possedimenti, ma pose l’attenzione sul rafforzamento economico del regno (tra i suoi
consiglieri vi era anche Archimede).
In questo periodo la Sicilia vide l’epocale cambiamento dei suoi equilibri basati sul rapporto tra πόλεις greche
e Cartagine; i Romani riusciranno nell'intento di liberare la Sicilia dalla presenza cartaginese (prima guerra punica;
264-241). Ierone stesso decise di sostenere i Romani nel conflitto (in precedenza dalla parte dei Cartaginesi) e si rivelò
un utilissimo alleato.
1.2 La πόλις
L’antica πόλις, in età ellenistica, si trasforma in un’entità amministrativa all’interno di un regno, questo
processo non si realizza ovunque contemporaneamente (in Asia Minore questo fenomeno è cominciato prima).
La presenza dei regni ellenistici con i loro apparati amministrativi, le guarnigioni a controllo del territorio e
l’imposizione di un tributo, segnano in maniera evidente la diversa condizione delle πόλις (ma questo non segna la
fine della πόλις).
La vita cittadina perdura in tutte le sue forme e le sue istituzioni interne continuano a operare. Perdurano le
relazioni con le altre πόλεις e anche nel rapporto con i monarchi esistono margini di conflittualità. Alla base della
diplomazia è presente la necessità del sovrano della fedeltà delle πόλεις, e il bisogno di protezione di quest’ultime. La
πόλις è per il sovrano un efficace strumento di controllo sul territorio, ma anche un motore per l’economia, rendendo
produttiva la popolazione (non a caso Alessandro fondò oltre 70 città).
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29.2 ASPETTI DELL’ECONOMIA ELLENISTICA
Il quadro della vita economica del mondo greco in età ellenistica è assai complesso, rispetto alle epoche precedenti; i
regni ellenistici possiedono patrimoni immensi (terre, palazzi, miniere, denaro) e si basano su sistemi di produzione e
tassazione che risiedono delle realtà locali preesistenti, mentre le πόλεις conservano in gran parte il loro sistema
economico tradizionale.
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Nell’Egitto tolemaico sono le masse contadine locali a lavorare al servizio del sovrano; sono uomini liberi, ma
vincolati al re da un contratto, che prevede il regolare versamento di imposte al sovrano. Alloggiati in villaggi
poverissimi, l’unico modo che hanno per sottrarsi a questa condizione, è fuggire (ἀναχώρησις, anachoresis).
Una situazione simile si prospetta in Asia, anche se la documentazione è molto più scarsa. Il legame tra i contadini e la
terra è molto forte, ed essi continuano a viverci e a lavorarla anche quando viene ceduta dal re in dono ad amici o
funzionari.
Al di sotto di questa condizione vi è quella servile; nelle città greche gli schiavi continuano a venire impiegati per i
lavori domestici e per la coltivazione della terra, ma la loro presenza è attestata anche nelle campagne tolemaiche e
seleucidi.
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● Le diverse realtà sociali compresenti nel mondo ellenistico.
● Fioritura di nuovi centri culturali e ruolo dei sovrani ellenistici nella diffusione e nello sviluppo della cultura greca.
● Persistenze e trasformazioni nei valori del mondo greco.
● Il ruolo dell’identità ellenica.
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Le forze congiunte di Attalo I e Rodi pur avendo ottenuto qualche successo contro Filippo V, non potevano
resistere a lungo; fu per questo motivo he chiesero l’intervento romano (intervento che avrà conseguenze
determinanti per tutta la politica del mondo antico). Le ragioni dell’intervento romano non sono da ricollegarsi a
violazioni commesse da Filippo V, ma all’interno di Roma stessa; nella società si faceva sempre più vivo uno spirito
imperialistico.
I primi due anni di conflitto (200-199) non portarono a risultati significativi, ma la situazione mutò quando al
comando delle truppe romane fu posto Tito Quinzio Flaminino. Dopo aver respinto Filippo in Tessaglia, il console
ottenne un brillante successo sul piano diplomatico: la lega achea ruppe l’alleanza con la Macedonia, concludendone
in seguito uno con Roma stessa.
Le sorti della guerra si decisero nel 197 a Cinoscefale (Tessaglia); la falange macedone, imbattuta da secoli,
venne sopraffatta.
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che l’isola aveva stretto con Perseo). Roma decise di restituire Delo ad Atene e di crearvi un porto franco; una scelta
drastica che in breve tempo ridimensionò il peso economico e il ruolo politico di Rodi.
In Grecia dominava la decadenza economica e mancano dei centri di potere capaci di creare una politica
internazionale. È in questo scenario che, nel 149, matura la rivolta di Andrisco, un avventuriero che spacciandosi per il
figlio di Perseo, Filippo, riuscì a tenere in scacco l’esercito romano stringendo alleanze. Fu sconfitto da Quinto Cecilio
Metello nel 148, poco dopo la Macedonia divenne provincia romana.
L’ultimo atto della Grecia indipendente è la cosiddetta guerra d’Acaia; le sue origini si trovano nell’insofferenza
verso l’atteggiamento arrogante assunto da Roma dopo la terza guerra macedonica. L’occasione fu offerta dalle difficili
relazioni all’interno del Peloponneso fra la lega achea e Sparta (che aveva la protezione di Roma). Gli Achei
dichiararono guerra a Sparta, e Roma ben presto intervenì; seguì la distruzione di Corinto a opera di Lucio Mummio
(146), un gesto che doveva essere di monito per il resto del mondo greco. La lega fu sciolta e gli stati coinvolti nella
guerra divennero un’appendice della provincia della Macedonia.
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Con la caduta dell’Egitto, il mondo ellenistico costituiva ormai un dominio romano, saldamente organizzato in
province. Scomparsa l’autonomia politica, alla Grecia (dal 27 organizzata come provincia d’Acaia) rimase il primato
culturale e il prestigio delle tradizioni ereditate. Il rispetto per il mondo ellenico viene manifestato anche dall’uso di
redigere una traduzione in greco di documenti ufficiali destinati al bacino orientale del Mediterraneo.
Nerone nel 67 d.C. rinnovò a Corinto la proclamazione della libertà dei Greci fatta da Flaminino, e i Greci riconoscenti
gli tributarono omaggio invocandolo Ζεύς ἐλευθέριος (Zeus eleutherios, “liberatore”).
Con Adriano (117-138 d.C.) e con gli Antonini, si assiste all’ultima grande rinascita dell’ellenismo, rinascita
che riguarda specialmente Atene, dove Adriano si reca in ben tre occasioni.
Il declino della grecità antica e dei suoi valori giunse attraverso fasi successive a causa di eventi diversi:
Invasione dei barbari (III secolo d.C.);
Editto di Costantino (313 d.C.) che consacrò il cristianesimo religione dell’Impero;
Sospensione dei giochi olimpici (393 d.C.);
Chiusura delle scuole filosofiche di Atene per opera di Giustiniano (529 d.C.).
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