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Joseph
Apocalisse 2012
Apocalypse 2012 © 2008
I edizione gennaio 2008
II edizione marzo 2008
III edizione settembre 2008
IV edizione febbraio 2009
V edizione luglio 2009
VI edizione ottobre 2009
ISBN 978-88-7972-809-6
A Phoebe e Milo.
Vi voglio bene
INTRODUZIONE
Gray goo
Danni collaterali
Nel gioco della predizione dei disastri è difficile avere date certe, e
praticamente l'unica cosa su cui gli scienziati sembravano essere d'accordo
era che, qualunque cosa stesse accadendo in quel momento, mentre ci
avvicinavamo al minimo dell'attività solare, sarebbe impallidita in
confronto alla turbolenza senza precedenti prevista per il prossimo
massimo solare atteso nel 2012.
D'impulso, cercai con Google «2012» e immediatamente, come Alice
nel paese delle meraviglie, caddi nella tana del coniglio in una rigogliosa
sottocultura dell'apocalisse. Blog, libri, musica e arte di ogni continente
profetizzavano la fine per quell'anno. Esponenti di uno sbalorditivo
assortimento di ideologie e filosofie, dalle culture aborigene alla Bibbia e
all'I Ching, indicano nel 2012 il momento dell'apocalisse. È possibile che
Le profezie maya
Precisazioni
La tesi di questo libro è che l'anno 2012 sarà cruciale, forse catastrofico,
forse rivelatore, in una misura che non ha precedenti nella storia umana.
1. Le antiche profezie maya basate su millenni di meticolose
osservazioni astronomiche indicano che il 21/12/2012 segnerà la nascita di
una nuova era, accompagnata, come tutte le nascite, da sangue e
sofferenza, oltre che da speranze e promesse.
2. Fin dagli anni Quaranta del XX secolo, e in particolare dal 2003, il
Sole si è comportato in modo più tumultuoso che in qualsiasi altra epoca
successiva al rapido riscaldamento globale che accompagnò la fine
dell'ultima glaciazione, undicimila anni fa. Gli studiosi di fisica solare
concordano che l'attività della nostra stella raggiungerà il prossimo picco,
a livelli da record, nel 2012.12
3. Le tempeste sul Sole sono correlate alle tempeste sulla Terra. La
grande ondata di uragani del 2005, tra cui Katrina, Rita e Wilma, coincise
con una delle settimane più tempestose della storia documentata del Sole.
4. Il campo magnetico terrestre, la nostra principale difesa contro la
radiazione solare dannosa, ha cominciato a indebolirsi, con l'apertura
casuale di squarci grandi come la California o l'Italia. Potrebbe essere in
corso una migrazione dei poli magnetici,13 durante la quale tale
protezione si riduce pressoché a zero, mentre i poli nord e sud invertono la
propria posizione.
5. Alcuni geofisici russi credono che il sistema solare sia entrato in una
nube interstellare di energia.14 Questa nube starebbe trasferendo energia al
Sole e a tutte le atmosfere planetarie, destabilizzandoli. Le predizioni di
tali scienziati per la catastrofe che deriverebbe dall'incontro della Terra con
questa nube di energia la collocano tra il 2010 e il 2020.
6. I fisici dell'Università della California a Berkeley, i quali hanno
scoperto che i dinosauri e il settanta per cento di tutte le altre specie
presenti sulla Terra si estinsero in seguito all'impatto di una cometa o di un
TEMPO
Come mai questo popolo rimase ossessionato dal tempo, vivendo nella
giungla e sulle montagne? Gli antichi maya non prendevano certo l'aereo,
né qualunque altro mezzo di trasporto, o inviavano SMS.
«A prima vista potrebbe sembrare un'esagerazione attribuire tanta
importanza al calendario sacro [dei maya]. Eppure chiunque abbia
familiarità con il suo ruolo nella vita del Mesoamerica precolombiano si
rende conto che al calendario sono collegati molti se non tutti gli aspetti
più sofisticati dell'originaria vita intellettuale della regione: la
consapevolezza di una ciclicità nel movimento dei corpi celesti, lo
Gran parte dei codici originali maya, migliaia di questi testi, furono
bruciati durante le prime settimane della conquista spagnola, nel 1519, su
ordine della Chiesa cattolica romana. Padre Diego de Landa, che
sovrintese alla distruzione, in seguito ricevette dal re e dalla regina di
Spagna l'ordine di tornare in Guatemala e scrivere un libro che riassumesse
le credenze maya. Il testo che ne risultò, Relación de las cosas de Yucatán,
era pieno di distorsioni culturali e fattuali, non ultima la dichiarazione di
apertura secondo cui tutti i maya veneravano Gesù Cristo, di cui in realtà
pochi, in quel momento, avevano sentito parlare. Tuttavia questo libro fu il
primo testo sui maya pubblicato in una qualsiasi lingua europea e divenne
pertanto il punto di partenza di quasi tutti gli studi occidentali sui costumi
Note:
1. Malmstrom, Cycles of the Sun, Mysteries of the Moon: The Calendar
in Mesoamerican Civilization, p. 13.
2. Diamond, Collasso: come le società scelgono di morire o vivere, pp.
191-192.
3. Locke, «Milankovitch Cycles and Glaciation».
4. Ibid.
5. Barrios, Barrios Longfellow, The Maya Cholqij, p.2
6. Ibid., p. 4.
IL SERPENTE E IL GIAGUARO
Imperialisti culturali
TERRA
Una volta fui piantato da Barbara Wetzel, il genio della matematica più
carino che la Scuola media 51 in Park Slope a Brooklyn avesse mai visto,
per il signor Spock, il vulcaniano dalla logica ferrea di Star Trek.
Barbara, che viveva con sua zia e sua sorella in un appartamento sopra
una bottega di imbalsamatore, e che aveva nei lunghi capelli biondi un
vago profumo dolciastro di formaldeide, mi informò che aveva perso ogni
interesse per gli uomini della razza umana.
Continuai a guardare Star Trek, ma ormai con lo stesso spirito con cui
mio padre seguiva gli Yankees di New York, tifando perché perdessero. Le
speranze di vedere il signor Spock, il capitano Kirk e tutti i loro accoliti
andare arrosto si appuntavano sulla possibilità che la nave spaziale
Enterprise subisse un terribile attacco mentre i suoi scudi protettivi erano
abbassati. Ciò accadeva di tanto in tanto, sotto il martellamento dei
Klingon, dei Romulani e di ogni sorta di altri alieni arrabbiati, ma
invariabilmente alla fine dell'episodio l'equipaggio e la nave ne venivano
fuori indenni. La differenza, naturalmente, è che le navi spaziali possono
volare. Noi terricoli non abbiamo altra scelta che rimanere inchiodati qui
e prenderci le nostre bastonate.
L'alito del grande squalo bianco era così cattivo che potevo sentirlo
anche sott'acqua. O forse erano i subacquei che avevo da entrambi i lati
nella gabbia a vomitare le budella. Lo squalo, un mostro coperto di
cicatrici da due tonnellate per quattro metri con enormi doppie file di denti
seghettati macchiati di sangue, aveva l'aspetto folle di un predatore che
non aveva conosciuto evoluzione durante i quattrocento milioni di anni
passati a seminare il terrore negli oceani. Sbatteva il suo orribile grugno
contro la gabbia ammaccata, poi addentava le sbarre. L'immagine di Ulisse
che ascolta, legato all'albero della sua nave, il canto di folle bellezza delle
sirene non mi passò neppure per la mente. Ma c'era quel genere di fremito,
un istante rubato agli dei.
Un buon allenamento, pensai, per guardare nelle fauci del 2012.
Mi trovavo al largo della costa meridionale del Sudafrica e avevo in
programma di visitare il giorno seguente l'Osservatorio magnetico di
Hermanus, dove i geofisici studiano gli squarci grandi come l'Italia che si
stanno aprendo nel campo magnetico protettivo della Terra. La tappa
successiva era Johannesburg, per un incontro con 123 Alert, un gruppo di
sensitivi che hanno al loro attivo un'impressionante serie di previsioni di
terremoti, eruzioni e simili. La mia piccola avventura sulla Shark Lady era
stata solo un momento di svago, finché non avevo gettato lo sguardo in
quelle grandi fauci bianche.
Per la prima volta in un anno o giù di lì, da quando avevo cominciato le
mie ricerche sugli orrori del 2012, mi soffermai a ringraziare, in questo
caso per le sbarre della gabbia. La mia vita era stata così sicura e piena di
salute che avevo dato assolutamente per scontato che sarei vissuto
abbastanza da vedere il 2012, quando avrei avuto cinquantotto anni, un'età
che casualmente coincide con la vita media dei maschi nell'ex Unione
Sovietica, il che significa che il numero degli uomini che non arriveranno a
quell'età è all'incirca pari a quello di coloro che ci arriveranno. A casa mia
a Beverly Hills, dove tutti sono giovani e vivono per sempre, parlare di
morte è altrettanto disdicevole come un discorso razzista. Ma in Sudafrica
circa un adulto su cinque, in prevalenza giovani, sarà probabilmente morto
Scudi abbassati
Buchi
Refrigeratori vulcanici
«Esistono prove del fatto che nel passato vi sono stati parecchi episodi di
intensificazione del vulcanismo in tutto il mondo nonché di un possibile
legame con il mutamento climatico. Se poi il mutamento climatico sia una
causa o un effetto delle variazioni nel tasso di vulcanismo rimane una
questione del massimo interesse» scrive Hazel Rymer della Open
University del Regno Unito in Encyclopedia of Volcanoes.17
Questione davvero molto interessante. Se, come suggerisce Rymer, il
riscaldamento globale può inasprire il vulcanismo, che ha l'effetto
complessivo di raffreddare il pianeta con la cenere e gli aerosol che
schermano la superficie terrestre dai raggi solari, allora bisogna aspettarsi
eruzioni più numerose e più grandi.
Sembra che i vulcani costituiscano un meccanismo di raffreddamento
globale che modera termostaticamente le periodiche brusche variazioni
della temperatura che si verificano nel corso degli eoni, compreso - è
senz'altro possibile - il riscaldamento globale che ha luogo oggi. Questa è
l'idea fondamentale dell'ipotesi di Gaia, secondo la quale, in poche parole,
la Terra assomiglia più a un organismo vivente che si adatta e si regola,
che a una roccia su cui la vita sia semplicemente un passeggero casuale, o
a una macchina geologica che funziona in modo automatico. Come ho
illustrato nel mio primo libro, Gaia, James Lovelock e Lynn Margulis, e
ora i loro numerosi seguaci, credono che il clima del nostro pianeta si
regoli da sé in modo da mantenere condizioni favorevoli a preservare la
vita. Ciò non significa che la Terra sia «cosciente» del riscaldamento,
scatenando quindi i vulcani. Se questo meccanismo esiste, opera
omeostaticamente, in modo analogo al corpo umano che, quando si
surriscalda, comincia a sudare, senza alcuna intenzione cosciente di farlo.
Dunque, il vulcanismo si è accentuato con il riscaldamento climatico?
Questa domanda, purtroppo, esula dai limiti della scienza per la
semplice e sorprendente ragione che non abbiamo alcun modo di sapere
con certezza se l'attività vulcanica stia aumentando, diminuendo o
Note:
1. Joseph, «Birth of an Island».
2. Sagan, Turco, A Path Where No Man Thought.
3. Smith, Siegel, op. cit.
4. Wicks et al., «Uplift, Thermal Unrest».
5. BBC2, «Supervolcanoes».
6. Ibid.
7. Ibid.
8. Smith, Siegel, op. cit.
ATTRAVERSO L'ATITLÁN
SOLE
Dare la colpa dei propri problemi emotivi a Euclide normalmente
potrebbe sembrare una forzatura, ma non al personale del turno serale
della vecchia libreria di Sheridan Square al Greenwich Village. Un sabato
sera sul tardi mi sentivo prigioniero, così decisi, dell'arbitraria
idealizzazione dello spazio in tre poco realistici piani dimensionali,
operata dal matematico greco del IV secolo prima della nostra era. Il mio
stato non aveva nulla a che fare con il fatto che non avevo una ragazza e
vivevo solo in una carissima trappola per scarafaggi di trenta metri
quadri che, se la situazione non fosse migliorata, rischiavo di dover
pagare scrivendo My Peculiar Lovers, un romanzo «per adulti» che
l'editrice Typographical Services Inc. aveva commissionato a me e alla
mia prestigiosa laurea in lettere conseguita in un'università della Ivy
League. L'incarico era accompagnato da un prontuario di norme
editoriali sotto forma di elenco obbligatorio di parolacce e fu pagato la
bellezza di centocinquanta dollari, all' approvazione del manoscritto di
centosessanta pagine. Precipitandomi senza fiato nella libreria poco
prima della chiusura delle due del mattino, spiegai il mio problema
matematico a Marie, la direttrice notturna, che naturalmente aveva già
sentito storie del genere e mi indirizzò cortesemente a un certo numero di
libri impegnativi su una geometria non euclidea che contemplava la
possibilità di una Terra sferica. Triangoli curvi i cui angoli interni
avevano somma maggiore di centottanta gradi. Archi tra due punti che
erano più brevi di segmenti di retta che collegavano gli stessi punti. Che
sollievo!
Mentre lisciavo le mie banconote spiegazzate, riandai indietro di un
decennio, a un giorno in cui, a dieci anni, indugiavo impaziente davanti al
banco della tavola calda «da Benny», un locale di Brooklyn la cui insegna
ufficiale era Park Town Café, ma che nessuno chiamava così. Avevo
assolutamente bisogno di una carta della Luna, e subito. Volevo a ogni
costo fuggire dal pianeta. Benny era rimasto un po' interdetto. Gelato,
cheeseburger, giornali, sigarette, taccuini, nastro adesivo e cianfrusaglie
varie, un sacco di cianfrusaglie, ma niente carte della Luna.
«E cosa mi dici del Sole?» chiesi.
Sami Solanki, del prestigioso Istituto Max Planck per la ricerca sul
sistema solare di Katlenburg-Lindau, in Germania, è noto nell'ambiente
scientifico come autorevole sostenitore della tesi che l'attuale
comportamento del Sole sia eccezionalmente, e forse problematicamente,
turbolento. Pur con i suoi modi cortesi da europeo di origine indiana, alla
conferenza sul SORCE Solanki fece sobbalzare l'uditorio: «Attualmente il
Sole è più attivo che in qualsiasi altro momento degli ultimi 11.000 anni,
con l'eccezione forse di alcuni brevi picchi».7 Così il fisico informò i
colleghi che fin dal 1940 il Sole ha prodotto più macchie solari che in
Praticamente tutti i dati relativi alla storia del clima dall'era glaciale in
poi provengono dalle carote di ghiaccio prelevate nell'Artide o
nell'Antartide. Ma estrapolare la storia climatica delle regioni equatoriali
da campioni di ghiaccio polare è un'operazione piuttosto azzardata. Si
immagini di disporre di dati provenienti soltanto dal terzo più
settentrionale e da quello più meridionale della Terra, e di cercare di capire
che cosa sia accaduto nel mezzo... undicimila anni fa. Ciò è
particolarmente problematico in quanto all'incirca due terzi della
popolazione mondiale, compresi i discendenti dei maya, vivono in luoghi
più vicini all'equatore che ai poh e quindi in zone relativamente poco
interessate ai rigori dell'era glaciale. Ma dove si può andare a trovare del
ghiaccio all'equatore?
La risposta, secondo il glaciologo dell'Università dell'Ohio Lonnie
Thompson, uno dei più famosi scienziati della nostra epoca, va cercata
molto al di sopra del livello del mare, ad almeno cinque chilometri di
altitudine.
Pur essendo sempre invitato, Thompson non riesce a partecipare a molti
convegni, compreso quello del 2005 sul SORCE. Di solito è impegnato a
scalare montagne, cosa che in realtà non gli piace molto: soffre di asma e
preferirebbe starsene a casa, a Columbus, Ohio, con sua moglie Ellen
Mosley-Thompson, che è anche sua collega di ricerca. Ma questo non gli
ha impedito di passare a quote superiori ai 5500 metri più tempo di
Rituali di datazione
Come il ragazzino all'ultimo banco che rimane con la mano alzata così a
lungo da dover usare l'altra mano per sostenerla, il lettore sta forse
chiedendosi da un bel po': come fanno a essere così sicuri di quello che è
accaduto migliaia e migliaia di anni fa, prima che si tenesse qualsiasi tipo
di registrazione?
La risposta, in poche parole, è il carbonio 14. Il carbonio 14 è un isotopo
radioattivo che contiene nel nucleo sei protoni e otto neutroni, due neutroni
in più del normale atomo di carbonio, che, con sei protoni e sei neutroni,
ha un peso atomico pari a 12. Nel mondo c'è tanto carbonio, nella materia
organica di piante e animali, che l'isotopo 14 si può trovare quasi ovunque,
in percentuale rigorosamente prevedibile rispetto al contenuto totale di
carbonio di un campione. Questo isotopo comincia a decadere nel
momento in cui un animale o una pianta muoiono, e il suo tempo di
dimezzamento, ossia il periodo che occorre perché metà di una data
quantità di carbonio 14 diventi non radioattiva, è di 5730 anni. Oggi gli
Si sarebbe indotti a pensare che il centro di massa del sistema solare sia
ubicato in qualche punto all'interno del Sole, che è di gran lunga più
massiccio di tutti i pianeti, i satelliti, gli asteroidi e le comete messi
insieme. In realtà questo centro di massa si sposta continuamente, a causa
delle configurazioni orbitali e degli allineamenti planetari, e può
raggiungere un punto lontano 1,6 milioni di chilometri dal Sole, come mi
ha spiegato il mio collega Thomas Burgess. Burgess è un fisico quantistico
dello stato solido che ha diviso la sua carriera tra i Laboratori Livermore
vicino a Berkeley, in California, e i Laboratori nazionali Sandia ad
Albuquerque, in New Mexico.
Immaginiamo che il nostro centro di gravità non sia più ubicato dentro il
nostro corpo ma venga trascinato verso un punto esterno. Naturalmente ci
SPAZIO
«Volo Delta 2012. Volo Delta 2012. Imbarco immediato area 7.» Ero in
partenza da Los Angeles per la Siberia, e due numeri mi saltarono
all'occhio sulla carta d'imbarco: il 2012 e il 7, che è la mia data di nascita
nonché il mio numero fortunato. La ricerca sul 2012 mi stava rendendo un
po' superstizioso. Non devo salire su questo aereo? Oppure la cosa è di
buon augurio per la mia ricerca? E se era un presagio favorevole per il mio
libro, era un cattiva notizia per il mondo? Avevo in testa una bella
confusione. Macchie solari, uragani, terremoti, vulcani, fisici solari,
sciamani maya... occorreva un punto di vista nuovo. Ero diretto a
Novosibirsk, la principale città della Siberia, per incontrare il dottor Alexei
Dmitriev, un geofisico dell'Accademia russa delle Scienze, e sapere
qualcosa della zona galattica pericolosa che minaccia il Sole, la Terra e
l'intero sistema solare. Muovendosi in orbita intorno al centro della
galassia il Sole attraversa regioni differenti dello spazio, alcune delle quali
hanno un contenuto di energia più elevato di altre. Secondo Dmitriev, la
tempesta interstellare che stiamo attraversando ci deve mettere in allarme.
«L'intensificazione dell'attività solare è una conseguenza diretta dei
flussi crescenti di materia, energia e informazione che stiamo rilevando via
via che penetriamo nella nube interstellare di energia. Nuove richieste
vengono poste al Sole, e noi stiamo sperimentando l'effetto di queste
richieste sul nostro stesso pianeta» ha scritto Dmitriev.1 «Il periodo entro
il quale gli scenari centrali della catastrofe globale diventeranno una realtà
non supera le due o tre dozzine di rivoluzioni della Terra intorno al Sole.
Non c'è alcuna esagerazione: anzi crediamo che questa predizione sia
piuttosto 'morbida'.»
Dmitriev, sessant'anni, ha un curriculum imponente, con oltre trecento
pubblicazioni su riviste accademiche, per lo più sulla geofisica e la
meteorologia, sia terrestri sia relative agli altri pianeti. Ha scritto diversi
libri di carattere scientifico e ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi,
compreso il Simbolo d'Onore (Znak pocheta), un premio sovietico
conferitogli per i risultati ottenuti nello sviluppo di metodi per la
prospezione di importanti minerali, quali nichel, ferro, oro, uranio e
Doppia seccatura
Note:
Un seminterrato in Siberia
Note:
ESTINZIONE
OHI!
Su la testa!
Per farci un'idea dei pericoli dell'ambiente interplanetario in cui si trova
la Terra, immaginiamo un giocoliere che cammina lungo il corridoio
centrale di una cattedrale durante la messa domenicale, facendo roteare
nell'aria tre distinti gruppi di oggetti allo stesso tempo. Il gruppo più alto,
che quasi tocca il soffitto, sembra fatto di volani, quegli oggetti che ci si
palleggia nel badminton, salvo che ciascuno di essi è pieno di esplosivi. La
cosa negativa per il giocoliere, in questo caso il Sole, è che deve
effettivamente lanciare ciascuno dei volani-bomba quasi fino al soffitto. La
cosa positiva è che, una volta lanciato, non deve occuparsene per un po',
dato che sale molto in alto. Di tanto in tanto uno dei volani-bomba va a
sbattere contro un lampadario o un pilastro ed esplode, ma nella maggior
parte dei casi nessuno si fa male.
Il flusso di volani-bomba è analogo alla nube di Oort, al margine
estremo del sistema solare. Così chiamata nel 1950 in onore
dell'astronomo olandese Jan Hendrik Oort, che a sua volta si era basato sul
lavoro dell'astronomo estone Ernst Opik, la nube di Oort contiene, secondo
gli studiosi, una massa fino a cento volte quella della Terra, distribuita su
molti milioni di chilometri. È convinzione degli scienziati che essa
comprenda milioni di nuclei cometari, soltanto una piccolissima frazione
dei quali diventano ogni anno comete vere e proprie. Quelle provenienti
dalla nube di Oort sono generalmente classificate come comete a lungo
periodo, il che significa che impiegano più di duecento anni per compiere
la loro orbita intorno al Sole. Le comete a lungo periodo sono di solito più
difficili da seguire di quelle a breve periodo ed è quindi più probabile che
piombino inaspettatamente sulla Terra con scarso preavviso.
Il flusso intermedio di oggetti che il giocoliere fa mulinare in aria è
anch'esso formato da volani-bomba, che, salendo soltanto a metà strada fra
pavimento e soffitto, non hanno bisogno di altrettanta energia per il lancio
Ombrello?
Si è molto discusso se si debbano o meno mettere a punto e dispiegare
sistemi di difesa contro gli asteroidi e le comete. Gli oppositori sostengono
che, prescindendo dal costo dell'ordine del trilione di dollari, qualunque
sistema in grado di svolgere questo compito rappresenterebbe esso stesso
una minaccia superiore all'impatto di asteroidi e comete. Terroristi o settori
deviati dei governi potrebbero impadronirsi di queste armi e servirsene per
distruggere satelliti e bersagli a terra.
I sistemi di difesa contro asteroidi e comete hanno risentito a lungo del
cosiddetto «fattore risata», e la circostanza che l'ex vicepresidente Dan
Quayle ne sia stato un sostenitore non ha giovato affatto. Ma non si sarà
trattato di risolini nervosi, o un modo per farsi coraggio di fronte alla
visione dell'apocalisse?
Che sia o meno una buona idea puntare un trilione di dollari su un
Note:
1. Sharpton, «Chicxulub», p. 7.
2. Leoni, Nostradamus, p. 175.
3. Lovelock, «A Book for All Seasons».
4. Mckie, «Bad News».
5. Rohde, Muller, Op. cit.
6. Kirchner, Weil, «Biodiversity: Fossils Make Waves».
7. Sharpton, op. cit., p. 7.
8. Kellan, «Small Comets».
9. Ibid.
10. Gerard, Barber, «Asteroids and Comets».
11. Rampino, Haggerty, «The 'Shiva Hypothesis'».
ARMAGEDDON
Codice Genesi
Il movimento dell'Armageddon
Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla
bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a
rane. Sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi e
vanno a radunare tutti i re di tutta la terra per la guerra del
gran giorno di Dio onnipotente. Ecco, io vengo come un
ladro. Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non
andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne. E radunarono i
re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn.
Apocalisse, 16, 13-16.
Castigo divino
(a) 1213
(b) 674
(c) 87
(d) 19
Note:
Il mio malvagio antenato, Abu Jahal, aveva un nipote, Khalid, che alla
fine ripudiò la fede pagana dello zio e diventò il più valente generale di
Maometto. All'età di ventinove anni Khalid, noto come «Spada di Allah»,
aveva conquistato gran parte del mondo arabo in nome dell'islam. La più
famosa campagna militare della Spada ebbe luogo nel 635 d.C: un balzo di
milletrecento chilometri nel deserto fino a Damasco, durante il quale i
guerrieri si fermarono soltanto per incidere le gobbe dei loro cammelli e
succhiarne dell'acqua. A quell'epoca la cultura classica maya era in piena
fioritura, e la data finale del 2012 era già stata profetizzata dai sacerdoti-
astronomi.
La Spada mise in rotta gli occupanti bizantini di Damasco ed entrò
trionfalmente nella città ricca di gioielli. Smontò dalla cavalcatura per
onorare il luogo in cui san Paolo, che era stato accecato dalla luce del
Signore, aveva riacquistato la vista. In quel punto la Spada fece cavaliere
uno dei suoi cugini guerrieri, il più veloce del gruppo, Shehab, che
significa «saetta». Mia nonna materna, la più giovane di ventitré fratelli,
era una Shehab sia da parte di padre sia di madre.
Il Messia è qui
Note:
«Saremo tutti in pari - è così che dite, vero? - se tu farai una cosa.»
Carlos Barrios mi strizzò l'occhio. Carlos, Gerardo e io avevamo appena
avuto un'accesa discussione su quelli che i maya considerano come cinque
secoli di dominazione spietata, persecuzione e sterminio delle popolazioni
indigene da parte dei conquistatori del Nord. Per ragioni che potrei
descrivere soltanto come patriottismo istintivo, mi ero ritrovato a difendere
politiche che non condividevo e di cui neppure sapevo granché. Proprio in
quel momento Carlos ricevette una telefonata che riguardava il viaggio a
Tokyo che doveva fare di lì a poco insieme a Gerardo: là i due fratelli
dovevano concludere le trattative per la fornitura quotidiana di oroscopi
maya agli utenti giapponesi di telefoni cellulari. Carlos urlò delle istruzioni
all'avvocato, interruppe la comunicazione e ritornò al punto: «Ferma José
Argüelles!»
Fermare José Argüelles? Argüelles era stato il promotore delle
celebrazioni della convergenza armonica del 1987. È la persona che in
tutto il mondo viene associata più strettamente alla scienza e alla cultura
maya. E ha fatto più di chiunque altro per sottolineare pubblicamente
l'importanza del 2012. Perché mai Carlos voleva fermarlo?
Il problema è che Argüelles è pazzo.
Consideriamo la sua predizione per il 21/12/2012. Dopo che le squadre
di sincronizzazione galattica, schierate nei nodi della griglia del corpo di
luce planetario, avranno ricevuto gli ordini dalla Federazione galattica, le
unità avanzate del Consiglio degli affari solari-planetari entreranno in
azione.
«Il momento unico, il momento della sincronizzazione planetaria totale,
13.0.0.0.0 [il 21/12/2012 nel nostro calendario] [...] arriverà: a conclusione
non solo del Grande Ciclo, ma dell'intervallo di tempo evolutivo chiamato
Homo sapiens. Tra preparativi festosi e imponenti segnali solari galattici
ricevuti per via psichica, la razza umana, in armonia con il regno animale e
gli altri regni e prendendo il suo legittimo posto nel grande mare
elettromagnetico, si unificherà come un unico circuito. Trasmissioni
sonore solari e galattiche inonderanno il campo planetario. Come minimo,
Attrattore strano
Note:
Sull'altra faccia della lama, sotto un'incisione della santa vergine Maria,
c'è un'implorazione più sommessa:
Buon Dio,
grazie per le migliaia di anni meravigliosi che ci hai dato su
questa Terra. Grazie per gli infiniti doni di gioia, amore, emozione
e appagamento, e per tutti gli altri magnifici sentimenti,
esprimibili e inesprimibili.
Di qui a pochissimo tempo, nel 2012, una grande catastrofe
potrebbe cambiare per sempre il nostro modo di vivere. Se noi,
Tuoi figli, dobbiamo provare il terrore dell'apocalisse 2012 per
unirci in un intento comune e abbandonare i nostri comportamenti
peccaminosi, così sia. Accettiamo umilmente la Tua saggezza. Ma
ti preghiamo, buon Dio, se rientra nel Tuo volere, di risparmiarci
la morte e la distruzione dell'apocalisse 2012. Se non per amore
nostro, per amore di quei buoni e fedeli servitori che altrimenti
non avranno alcuna possibilità di conoscere il Tuo amore, e di
ricambiarlo.
Amen.
Offrire un sacrificio
Procurarsi miliardi
Nel 1995 scrissi un editoriale dal titolo «Who Will Mine the Moon?»
(«Chi sfrutterà la luna?»),1 in cui deprecavo gli scarsi progressi compiuti
dai fisici nel controllo della fusione nucleare, a dispetto delle decine di
miliardi di dollari ricevute per il finanziamento delle loro ricerche. La
fusione nucleare è probabilmente la massima fonte di energia
dell'universo, quella che alimenta il Sole e le bombe all'idrogeno. Il suo
controllo è un nobile obiettivo e potrebbe un giorno fornirci provviste
quasi illimitate di energia. Potrebbe rendere i combustibili fossili un
ricordo del passato. Il problema è che la fusione nucleare, la
manifestazione fisica estrema dell'equazione E = mc2, è così violenta che,
per impedire al reattore di esplodere, ci vuole più energia di quanta la
reazione ne produca.
Il mio personale suggerimento era semplicemente che il dieci per cento
di quei fondi andassero a promettenti strategie alternative per ottenere il
Guardate la cosa così. Se questa storia del 2012 si avvererà, e l'anno sarà
gravido di catastrofi, o anche solo di paurose sciagure sfiorate per un
soffio, i maya, avendo previsto tutto due millenni fa, saranno al posto di
comando per i prossimi secoli.
Così il buonsenso ci dice di ascoltarli sino in fondo, da qui al 21/12/12,
di far uscire quegli anziani dalle loro grotte, di invitarli nei talk show, di
assumerli come consulenti. Il risultato, posso garantirlo, sarà insieme di
confusione e incoraggiamento. Confusione per il divario linguistico e
culturale, perché i loro livelli di rigore logico e coerenza sono inferiori ai
nostri, e perché i nostri livelli nell'uso di metafore e similitudini sono
inferiori ai loro. Incoraggiamento perché il cuore delle profezie maya sul
2012 riguarda la trasformazione, non le catastrofi che sembrano destinate
ad accompagnarla. Essi credono veramente, sinceramente che il 2012 sia
per l'umanità la migliore opportunità degli ultimi ventiseimila anni per
raggiungere l'illuminazione e avvicinarsi agli dei.
In tono semischerzoso chiesi ai fratelli Barrios quali fossero i loro
suggerimenti in fatto di azioni per gli investitori che guardano al 2012. Le
cose essenziali: cibo, protezione, vestiario, computer.
«Ma allora che facciamo?» mi rimisi alla clemenza della corte.
«Gli anziani dicono che abbiamo bisogno di tornare dalle macchine agli
uomini» disse Carlos.
«Dobbiamo trasformare la nostra curiosità in vero proposito di servirci
l'un l'altro e di servire la Madre Terra» soggiunse Gerardo.
Note:
Il mio primo lavoro quando uscii dal college nel 1974 fu come
ricercatore bibliotecario. In pratica stavo in trincea alla Mid-Manhattan
Library, all'angolo tra la Quarantesima Strada e la Quinta Avenue, di
fronte all'assai più raffinata, e infinitamente più lenta, celebre sorella
maggiore, la New York Public Library. Respirare le sgradevoli esalazioni
delle fotocopiatrici cronicamente malfunzionanti, o soffrire il mal di mare
facendo girare bobine di microfilm faceva parte del mio lavoro. Sebbene
ringrazi Iddio per Internet, che in realtà ci rovina solo gli occhi, mi
mancano la ricchezza contestuale e l'autorità che i bibliotecari allora
conferivano alla ricerca. Conoscevano i periodici e sapevano guidarci
all'informazione di qualità. Oggi, sulla rete, bisogna arrangiarsi da soli.
Il compito di bibliotecario è stato particolarmente impegnativo nel caso
delle ricerche necessarie per questo libro, che dopotutto spazia dalla
scienza «dura» alla robaccia, tra visionari e personaggi originali, attraverso
i linguaggi e i continenti. Le fonti citate di seguito vanno da quelle
incontestabili a quelle stravaganti, come richiede l'argomento.
Parecchie delle fonti che compaiono qui rinviano al lavoro di Tony
Phillips, curatore di Scienze@NASA (science.nasa.gov), sito web ufficiale della
nasa che si propone di informare e istruire il pubblico sulla scienza
spaziale. Come curatore, Phillips scrive gli articoli che vi appaiono, anche
se in realtà fa parte di un gruppo di lavoro che funge da canale di
diffusione per le informazioni e le osservazioni della nasa e di altre fonti
che la nasa considera attendibili, quali l'Agenzia spaziale europea (esa) e il
Jet Propulsion Laboratory (jpl) di Pasadena in California. Phillips svolge
questa funzione editoriale anche per un sito-guida collegato, space-
weather.com.