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GUADAGNARE CON IL
GREENTECH
Come salvare il mondo (e i tuoi risparmi)
investendo sulle nuove tecnologie verdi
Solitario, sotto l'azzurro infinito,
lo sguardo fisso al tramonto più recente,
contemplo un cielo più rossastro, più ardente,
frutto dell'azione dell'uomo errante.

Mentre il vento sussurra tra le fronde,


narra storie di follia e di brame,
di fumo nero e di fiamme,
e della natura che in noi risponde.

L'aria, una volta fresca e rinvigorita,


è ora pesante, densa e soffocata,
la nostra Madre Terra è affaticata,
dall'opera umana, crudele e infangata.

Le foreste, piene di vita e mistero,


sono ridotte a cenere e sfera desolata,
dove una volta la bellezza era celebrata,
ora regna solo il silenzio tetro e severo.

Ma ecco una luce, un barlume di speranza,


la tecnologia, in noi risvegliata,
un baluardo contro la nostra stessa arroganza,
una fiamma nella notte, ancora non spezzata.

Il vento dell'innovazione soffia forte,


costruiamo torri al cielo, in ricerca di soluzione,
speriamo che la nostra redenzione,
ci porti un futuro di più felice sorte.

Ricorda, umano, sei figlio delle stelle,


la Natura è madre, maestra e amica,
tratta con cura la sua essenza più bella,
prima che l'alba si tinga d'atroce replica.

Speriamo che la ragione e l'amore prevalgano,


che la tecnologia si unisca alla natura,
che la consapevolezza nell'anima ci svegli,
e che la Terra ritrovi la sua candida pittura.

Ode alla tecnologia, ChatGPT


Chi siamo 3

1. La notte dell’Antropocene 5

2. Ecografia di un'apocalisse imminente 7

3. Dalla nebbia mortale alla nebbia della negazione 8

4. La puzza di Londra: il cavallo come problema ecologico 12

5. L'industria come architettura dell'inquinamento 14

6. I problemi della Carbon Neutrality 16

7. Navigare nel Futuro: ESG e il cambiamento climatico 21

8. Oltre l'illusione ESG: affrontare i problemi nascosti 22

9. Guano: l'oro bianco dell'agricoltura 25

10. Like a Bosch: dal guano all’ammoniaca 27

11. La tecnologia contro il cambiamento climatico 30

12. Investire è meglio che curare 37

13. Analisi NUSCALE Nuclear Power 39

14. Analisi Verbund AG 40

15. Verso un nuovo adesso. 44


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1 La notte dell'Antropocene
Uno sguardo sul cambiamento climatico

La notte oscura dell'anima viene poco prima della rivelazione.


Quando tutto è perduto, e tutto sembra buio, poi arriva la nuova vita
e tutto ciò che serve. - Joseph Campbell

In un mondo oppresso dall'angosciante prospettiva di una catastrofe


ambientale imminente, la posta in gioco è la stessa sopravvivenza
dell'umanità. Questa tragedia, che da molti viene tacciata come l'effetto
collaterale del progresso tecnologico, rivela piuttosto la verità paradossale
della condizione umana.

Si potrebbe affermare, infatti, che la minaccia del cambiamento climatico è,


nel suo nucleo, un gigantesco specchio che riflette la nostra distorsione
dell'Altro, rivelando la profonda contraddizione dell'essere umano: una
creatura che, pur avendo la capacità di capire e modellare il mondo, è
inevitabilmente impelagata nel suo stesso desiderio di dominio e controllo,
al punto da minare la sua stessa esistenza.

Non è un caso, quindi, che iniziamo a parlare del cambiamento climatico


come dell'Antropocene, un'era in cui l'essere umano è diventato la forza
geologica dominante, alterando irreparabilmente gli ecosistemi planetari.

Ma che dire della posizione privilegiata che abbiamo assunto, quella del
demiurgo che si permette di manipolare il globo come un bambino con un
giocattolo troppo grande tra le sue mani?

Questa arroganza di auto-posizionamento al centro dell'universo ha


radici profonde nel nostro inconscio. È la stessa ideologia che guida il
capitalismo, che ci fa credere che abbiamo il diritto, o addirittura il dovere, di
consumare e produrre senza limiti. Ma non è forse vero che il nostro
desiderio di consumo è, nel suo profondo, un desiderio di riconoscimento?

Non stiamo forse cercando di riempire un vuoto, un'assenza che è, in realtà,


l'indicatore della nostra stessa mancanza?

Se il cambiamento climatico è il sintomo, allora il nostro capitalismo


ossessivo è la malattia. Una malattia che, paradossalmente, continua a
prosperare anche quando mina le basi della nostra stessa esistenza.

Ma non dobbiamo cadere nella tentazione di un facile


moralismo o nel sentimentalismo romantico.
Non basta lamentarsi del danno che stiamo facendo
al pianeta, né rimpiangere un passato idealizzato
in cui l'umanità viveva in armonia con la natura.

5
Dobbiamo, invece, affrontare l'abisso di fronte a noi, riconoscere
l'implicazione dell'Altro nell'Io e ricordare, come ci ha detto Hegel, che il
reale è razionale e il razionale è reale. Solo allora potremmo intravedere
una via d'uscita dal labirinto in cui ci siamo cacciati, solo allora potremmo
iniziare a immaginare un futuro diverso.

Dobbiamo riconoscere quella parte di noi che ci spinge al dominio, che


anela al miglioramento e alla crescita infinita.

Questa parte va accettata, non possiamo certamente, per una falsa


comodità, chiudere gli occhi ad una parte di noi stessi, pena una catastrofe
maggiore, l’annullamento della nostra umanità, che collasserebbe in un
vortice depressivo e ci fionderebbe nuovamente dentro grotte buie col solo
scopo di sopravvivere e uccidere chiunque si avvicini al nostro fuoco
cavernicolo.

Questo anelare all’infinito infatti è una fonte di energia, come quella solare,
quasi inesauribile, che semplicemente va meglio indirizzata.

Dobbiamo trasformarci da energici, irrefrenabili e goffi bambini umani, ad


adulti che riescono a veicolare l’energia verso degli scopi che vanno anche al
di là (ma non lo sopprimono) dell’edonismo godereccio, e si propongono di
migliorare la società ed il pianeta che ci ospita.

Ma non stiamo certamente raccontando una nuova storia; questo è sempre


stato perseguito dai nostri antenati, quando nelle fredde cavità terrestri
raccontavano col carboncino favole, miti e metodi per sopravvivere nella
selva oscura.

Abbiamo salvato il mondo e la nostra società tante volte, spesso poco


prima dell’orlo del precipizio.

Durante la serata che passeremo insieme ci concentreremo sulle tecnologie


che ci permetteranno di cambiare il nostro futuro. Nel prossimo capitolo,
invece, diamo uno sguardo ai problemi che ci attanagliano oggi e che
dobbiamo risolvere con assoluta priorità, caparbietà e destrezza.

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2 La sindrome di Cassandra
Ecografia di un’apocalisse imminente

Non svegliarmi per la fine del mondo a meno che non abbia ottimi
effetti speciali. - Roger Zelazny

Al centro dell'ecologia del nostro tempo, troviamo le sostanze inquinanti,


espressioni materiali del nostro desiderio irrefrenabile di produzione e
consumo, che segnano profondamente il paesaggio della Terra,
rappresentando una svolta tragica nell'era dell'Antropocene.

Il riscaldamento globale, dovuto principalmente all'emissione di gas serra, è


indubbiamente il problema di inquinamento più rilevante. Le attività
umane, in particolare la combustione di combustibili fossili e la
deforestazione, stanno aumentando i livelli di anidride carbonica e altri
gas serra nell'atmosfera a un ritmo mai visto prima.

L'aumento della temperatura media globale sta causando un numero


crescente di calamità ambientali: ondate di calore estreme, siccità
prolungate, incendi forestali devastanti, innalzamento del livello del mare,
acidificazione degli oceani e la perdita di biodiversità.

Allo stesso tempo, l'inquinamento atmosferico prodotto da particolato fine e


gas nocivi non solo minaccia l'integrità del nostro clima, ma rappresenta
anche un rischio diretto per la salute umana, causando malattie respiratorie,
cardiovascolari e una serie di altri problemi di salute.

Le metropoli del mondo soffocano in una foschia tossica, mentre i nostri


polmoni diventano, paradossalmente, il cimitero delle nostre ambizioni
industriali.

Non meno grave è l'inquinamento idrico. L'industria, l'agricoltura e le


abitazioni umane riversano quotidianamente una miriade di sostanze
tossiche nelle acque del mondo. Pesticidi, fertilizzanti, metalli pesanti,
sostanze chimiche e microplastiche stanno avvelenando i nostri fiumi, laghi
e oceani, distruggendo ecosistemi acquatici e minacciando la sicurezza
idrica e alimentare di miliardi di persone.

E infine, c'è l'inquinamento del suolo, un flagello silenzioso ma


potentemente distruttivo. Le pratiche agricole industriali, lo smaltimento
improprio dei rifiuti e l'estrazione di risorse stanno degradando la fertilità del
suolo, compromettendo la nostra capacità di produrre cibo e supportare la
vita.

7
3 L'aria che respiriamo
Dalla nebbia mortale alla nebbia della negazione

In un tempo di inganno dire la verità è un atto rivoluzionario.


George Orwell

Le trame di correlazioni scientifiche tra l'aria inquinata e le malattie correlate


si intrecciano come un denso tessuto di voci sommesse, una narrazione
mutevole che racconta la storia di un progressivo avvelenamento globale. La
ricerca scientifica ci sta mostrando con crescente chiarezza come la qualità
dell'aria che respiriamo influisce direttamente sulla nostra salute.

Uno studio condotto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel


2022 ha confermato che l'esposizione a lungo termine all'inquinamento
atmosferico, sia interno che esterno, può portare a una serie di malattie
gravi. Tra queste si includono le malattie cardiovascolari (come infarti e
ictus), le malattie respiratorie (come l'asma e la broncopneumopatia cronica
ostruttiva), e anche alcuni tipi di cancro, tra cui il cancro al polmone.

Un altro studio, pubblicato sulla rivista Lancet Planetary Health nel 2023, ha
rivelato che l'esposizione alle particelle fini PM2.5 - particelle di polvere,
fuliggine e fumi più piccole di 2.5 micrometri - può danneggiare non solo i
polmoni, ma anche il cervello.

Queste particelle possono infatti penetrare profondamente nei polmoni e


nel flusso sanguigno, provocando infiammazione sistemica e stress
ossidativo, che possono a loro volta contribuire a disturbi neurologici come
l'Alzheimer e il Parkinson.

Ma la scienza non è semplicemente un insieme di dati freddi e impersonali.


La scienza è un discorso, un racconto che ci parla del nostro rapporto con il
mondo e con noi stessi. È un discorso che può sia svelare che mascherare la
realtà, a seconda di come viene interpretato e utilizzato.

Per esempio, mentre la scienza ci mostra con sempre maggiore chiarezza i


rischi dell'inquinamento atmosferico, ci sono ancora molti che negano o
minimizzano questi rischi, preferendo aggrapparsi a un'immagine
idealizzata del progresso industriale o alla promessa illusoria di una
tecnologia salvifica.

Questa negazione, questo rifiuto di vedere la realtà del nostro impatto sul
pianeta, è un sintomo della nostra incapacità di affrontare l'Altro che si
riflette nel nostro inquinamento, il desiderio ossessivo di consumo e
produzione che mina le basi della nostra stessa esistenza.

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Sono solo 13 le nazioni al mondo che possono vantarsi nel 2022 di aver
avuto una qualità salutare dell’aria, secondo il report dell’azienda
Svizzera IQAir.

Mappa globale del 2022 con la colorazione in base alla concentrazione di PM2.5
Le nazioni con la più alta qualità dell’aria sono quelle azzurre; seguono il verde, il
giallo, l’arancione, il rosso, il viola, il vinaccia.

Secondo l’IHME (l’istituto per le metriche e la valutazione della salute), nel


suo report del 2019, il terzo fattore di rischio al mondo per numero di decessi
è proprio l’inquinamento dell’aria, terzo dopo la pressione sanguigna e il
fumo di sigarette.

E mentre sul fumo e sulla pressione sanguigna possiamo essere artefici del
nostro singolo destino in maniera indipendente, sulla qualità dell'aria il
risultato può essere raggiunto solo con uno sforzo condiviso.

Continuando la nostra disamina, ci volgiamo verso il concetto di


riscaldamento globale, una realtà scientifica che si è radicata fermamente
nel dibattito pubblico e che si è manifestata attraverso una serie di
conseguenze tangibili. Le emissioni di diossido di carbonio (CO2) svolgono
un ruolo cruciale in questa faccenda.

Le ricerche scientifiche sono concordi nel collegare l'aumento delle


emissioni di CO2 all'aumento delle temperature globali. Un rapporto del
Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) del 2023 ha
ribadito che l'attività umana, principalmente attraverso la combustione
di combustibili fossili e la deforestazione, ha causato un aumento
significativo delle concentrazioni atmosferiche di CO2 e di altri gas serra.
Questo aumento ha portato a un innalzamento della temperatura media
globale di circa 1,2°C rispetto ai livelli preindustriali.

9
L’evidente aumento delle temperature dal 1880 a oggi

Fonte: NASA

Le conseguenze di questo aumento di temperatura sono molteplici e


interconnesse. L'innalzamento delle temperature globali sta causando lo
scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, portando a un aumento del
livello del mare che minaccia le comunità costiere di tutto il mondo.

Questo stesso aumento delle temperature favorisce la siccità e


l'intensificazione dei fenomeni meteorologici estremi, come le ondate di
calore e gli uragani, che a loro volta hanno un impatto sulla sicurezza
alimentare e sull'accesso all'acqua.

Le implicazioni per la biodiversità sono altrettanto gravi. Secondo uno studio


del 2023 pubblicato su Nature Climate Change, l'aumento delle
temperature sta mettendo sotto pressione molte specie animali e vegetali,
alterando gli ecosistemi e accelerando il tasso di estinzione. Questo declino
della biodiversità ha profonde ripercussioni sulla salute dei nostri ecosistemi
e sul nostro benessere.

In questo contesto il mondo occidentale, avendo più risorse ed avendo


raggiunto un benessere economico largamente diffuso, ha iniziato a
lavorare su questi problemi globali, riducendo le proprie emissioni, o come
qualcuno potrebbe dire, riducendo il conteggio delle proprie emissioni
(che è ben diverso).

Infatti sarebbe scorretto ammettere che siamo stati semplicemente bravi e


zelanti; la verità è che gran parte delle produzioni inquinanti a livello
industriale e agricolo sono state spostate in paesi economicamente più
svantaggiati, portando a loro certamente benessere economico, ma anche
una certa dose di emissioni, solitamente più alta in percentuale rispetto a
quella che avremmo prodotto in Europa, a causa di tecnologie spesso
desuete e una regolamentazione arretrata accompagnata da controlli
spesso assenti.

10
Emissioni annuali di CO2 per ogni area geografica

Non c’è molto da festeggiare, quindi, poiché il consumo dei combustibili


fossili (la principale causa dell'emissione di CO2) non è affatto sceso,
globalmente, dagli anni 70 ad oggi. Le rinnovabili e il nucleare hanno
inciso ancora poco e la strada da percorrere è in salita, tortuosa e con tanta
nebbia, o smog.

Fonte: IEA
carbone petrolio gas naturale nucleare Idrogeno bio-carburante altre

Tuttavia, come dicevamo nel precedente capitolo, l’umanità non è nuova a


sfidare grossi problemi esistenziali, anzi, siamo piuttosto abituati a trovarci
con la “me*da fino al collo”. Nel prossimo capitolo scoprirai un esempio
molto calzante.

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4 La puzza di Londra
Il cavallo come problema ecologico

Londra è troppo piena di nebbia e di gente seria. Se la nebbia


produca la gente seria, o se la gente seria produca la nebbia, non lo
so. - Oscar Wilde

A “cavallo” tra il XIX e il XX secolo, Londra stava vivendo un problema


inaspettato ma ugualmente serio: un problema che avrebbe potuto
soffocare la vita della metropoli in un mare di detriti. Questo problema
erano, in maniera un po' sorprendente, i cavalli.

Nell'era pre-automobilistica, i cavalli erano il motore che alimentava il


trasporto e l'industria. La loro presenza era ubiqua nelle strade di Londra e
delle altre grandi città. Come risultato, le strade erano inondate dalle loro
feci.

Come sottolinea lo storico Martin Melosi in The Sanitary City (2008), alla fine
del XIX secolo, la città di Londra ospitava circa 50.000 cavalli (a New York
erano circa 100.000), ognuno dei quali produceva dai 7 ai 15 chili di
escrementi al giorno. Questo significava che ogni giorno venivano
prodotte circa 500 tonnellate di escrementi di cavallo, che si
accumulavano per le strade della città.

L'odore era insopportabile, ma ancor peggio era l'impatto sulla salute


pubblica. Come si legge nel libro di Edwin Chadwick, Report on the Sanitary
Condition of the Labouring Population of Great Britain (1842), la
putrefazione delle feci di cavallo nelle strade favoriva la diffusione di mosche
e la proliferazione di malattie come la febbre tifoide e il colera.

Non sorprende, quindi, che a Londra fosse emersa quella che è stata definita
la "crisi dei cavalli". Nel 1894 infatti, il Times di Londra predisse che entro
cinquant'anni, ogni strada di Londra sarebbe stata sepolta sotto un
metro di sterco di cavallo. Questa prospettiva ha generato un diffuso senso
di panico e ha stimolato la ricerca di soluzioni alternative.

È interessante notare che questa crisi dei cavalli riflette, in un certo senso, la
nostra attuale crisi ambientale. Proprio come le emissioni dei combustibili
fossili oggi, le feci di cavallo di allora erano il prodotto di una tecnologia che
aveva trasformato la società, ma che aveva anche creato nuovi problemi e
sfide.

La soluzione a questa crisi, paradossalmente, venne sotto forma di una


nuova tecnologia che avrebbe presto rivoluzionato il mondo: l'automobile.
Questi nuovi veicoli, alimentati prima a vapore e poi a benzina, erano puliti,
efficienti e non lasciavano escrementi sulle strade.

12
Entro il 1912, dopo soli 18 anni dalla predizione del Times, i cavalli erano quasi
completamente spariti dalle strade di Londra, sostituiti da automobili e
autobus con motori “puliti”.

Tuttavia, se osserviamo questa transizione da una prospettiva odierna, la


soluzione alla "crisi dei cavalli" appare piuttosto come uno scambio di
problemi. Mentre le automobili hanno risolto il problema degli escrementi di
cavallo, hanno introdotto una nuova sfida ambientale: le emissioni di CO2.

Per quanto riguarda le emissioni di gas serra, un'analisi dettagliata del loro
ciclo di vita è necessaria per fare un confronto adeguato tra cavalli e
automobili. Secondo uno studio del 2020 pubblicato sulla rivista Animal
(Capper & Bauman), un cavallo emette circa 45 kg all'anno di metano, un gas
serra che ha un potenziale di riscaldamento globale 28 volte superiore a
quello della CO2. Questo equivale a circa 1.2 tonnellate di CO2 equivalente
all'anno.

D'altra parte, secondo l'Agenzia di Protezione Ambientale degli Stati Uniti


(EPA), una tipica automobile a benzina emette circa 4,6 tonnellate di CO2
all'anno, assumendo una media di 20.000 chilometri percorsi. Sono quattro
volte il consumo di un cavallo singolo.

Al contrario, un cavallo percorre in media 20km al giorno, ovvero 7.000 km


all’anno. Ciò significa che per percorrere gli stessi 20.000 km di
un’automobile ci sarà bisogno di 3 cavalli.

Quindi, considerando il consumo di 3 cavalli, equiparato con il consumo di


una singola automobile, si può concludere che un’automobile produce
circa il 30% di CO2 in più del cavallo, con meno soste, più velocità e
certamente meno grattacapi.

Consideriamo anche che l’avena, un tempo utilizzata esclusivamente per i


cavalli, è divenuta disponibile per il consumo umano, risolvendo un altro
problema, quello della malnutrizione.

Naturalmente, queste cifre sono indicative e possono variare


a seconda di molti fattori, come la dieta del cavallo,
l'efficienza del motore dell'automobile e il tipo di
carburante utilizzato. Inoltre, questo confronto
non tiene conto di altri impatti ambientali,
come la produzione di rifiuti
e il consumo del suolo.

13
5 Le macchine del desiderio
L'industria come architettura dell'inquinamento

Solo il vero vince, non il falso. Il sentiero luminoso è lastricato di


veridicità. Con questo (sentiero luminoso) in verità gli upāsaka, che
hanno soddisfatto i desideri, raggiungono (quel brahmaloka) dove
(è) l'obiettivo supremo della veridicità. - MUṆḌAKA-UPANIṢAD

Mentre il mondo guarda con ansia il termometro del cambiamento


climatico, diventa sempre più evidente che alcuni settori industriali ed
economici sono i principali contributori all'aumento delle emissioni di
gas serra. Identificare questi settori è cruciale per sviluppare strategie
efficaci di mitigazione del cambiamento climatico.

1. Energia: Secondo il Rapporto IPCC del 2023, la produzione di energia è il


settore più grande e in rapida crescita di emissioni di gas serra, responsabile
di circa 35% delle emissioni globali. Questo include la combustione di
carbone, petrolio e gas per la produzione di elettricità e calore.

2. Industria: Le industrie pesanti, come l'acciaio, il cemento e la chimica,


sono una fonte significativa di emissioni, rappresentando circa il 20% del
totale globale. Questi settori sono spesso difficili da de-carbonizzare a causa
della loro dipendenza da processi ad alta intensità energetica.

3. Trasporti: Il settore dei trasporti, che comprende auto, camion, aerei e


navi, treni…rappresenta circa il 14% delle emissioni globali. Mentre le auto
elettriche stanno guadagnando popolarità, i trasporti aerei e marittimi
rimangono in gran parte dipendenti dai combustibili fossili.

4. Agricoltura: L'agricoltura è responsabile di circa il 13% delle emissioni


globali, secondo l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO).
Questo include le emissioni di metano dal bestiame e dal riso, e le emissioni
di ossido di azoto dai fertilizzanti.

5. Edilizia: Infine, il settore dell'edilizia contribuisce per circa il 6% delle


emissioni globali, in gran parte a causa dell'uso di combustibili fossili per il
riscaldamento e il raffreddamento degli edifici.

14
Emissioni globali di gas serra
per settore economico

Altre
energie
10%
Elettricità e
riscaldamento
25%
Industria
21%

Agricoltura e
Trasporti uso della terra
14% 24%

Edilizia
6%

Fonte: EPA

15
Per affrontare l'impatto ambientale dei settori economici e industriali, si
stanno sviluppando una serie di strategie che cercano di unire economia,
tecnologia e ecologia. Tra queste, il concetto di "carbon neutrality" e l'uso di
"green bond" rappresentano due approcci chiave.

Carbon Neutrality

L'obiettivo della neutralità del carbonio è quello di bilanciare le emissioni di


carbonio con l'assorbimento di carbonio nell'atmosfera. Questo può essere
raggiunto riducendo le emissioni di carbonio e promuovendo soluzioni di
assorbimento del carbonio come il riforestamento o la cattura e lo stoccaggio
del carbonio (CCS). Il rapporto IPCC del 2023 sottolinea l'importanza di
raggiungere la neutralità del carbonio entro la metà del secolo per limitare
l'aumento delle temperature globali a 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli
preindustriali.

Green Bonds

I green bond sono strumenti finanziari utilizzati per raccogliere capitali


destinati a progetti con benefici ambientali. Questi possono includere
progetti di energia rinnovabile, trasporti puliti, efficienza energetica e
adattamento al cambiamento climatico. Secondo un rapporto del 2023 della
Climate Bonds Initiative, il mercato globale dei green bond è cresciuto
rapidamente negli ultimi anni, raggiungendo oltre 1 trilione di dollari.

In questo senso, la carbon neutrality e i green bond non sono solo strumenti
economici o tecnologici, ma anche simboli di un nuovo modo di pensare la
nostra relazione con la natura. Rappresentano un tentativo di reimpostare il
nostro rapporto con il mondo non in termini di sfruttamento, ma di cura e
responsabilità.

6 Lo specchio fumoso
I problemi della Carbon Neutrality

Una vita sociale sana si trova solo quando, nello specchio di ogni
anima, trova il suo riflesso l'intera comunità, e quando, in tutta la
comunità, vive la virtù di ciascuno. - Rudolf Steiner

La Carbon Neutrality è un concetto potente, che promette un futuro in cui


le nostre attività non contribuiranno all'aumento delle concentrazioni di
gas serra nell'atmosfera. Tuttavia, la sua applicazione pratica ha sollevato
una serie di controversie e problemi. Uno degli esempi più emblematici è il
caso di Shell e il suo petrolio carbon neutral.

16
Nel 2021, Shell ha lanciato un programma che permetteva ai clienti di
compensare le emissioni di carbonio dei loro carburanti pagando una piccola
somma extra al momento dell'acquisto. In sostanza, Shell prometteva di
investire questo denaro in progetti di compensazione del carbonio, come
la riforestazione, per bilanciare le emissioni generate dal petrolio. Tuttavia,
questo programma è stato oggetto di forti critiche. Ha fatto scalpore la
notizia di Settembre 2023, che Shell ha deciso di accantonare, in sordina, il
suo piano per ridurre la sua impronta di carbonio. Il fallimento del
programma di Shell, evidenzia nuovi problemi delle "soluzioni climatiche".

In primo luogo, gli ambientalisti hanno sottolineato che l'approccio della


compensazione non risolve il problema di fondo dell'uso dei combustibili
fossili. Come ha osservato il rapporto The Big Con di Greenpeace (2022), la
compensazione del carbonio può creare l'illusione di azione, mentre
distoglie l'attenzione dal bisogno di ridurre le emissioni alla fonte.

In secondo luogo, ci sono dubbi sulla validità e l'efficacia dei progetti di


compensazione del carbonio. Uno studio del 2020 pubblicato sulla rivista
Nature Climate Change ha rilevato che molti progetti di riforestazione non
immagazzinano tanto carbonio quanto promesso, a causa di fattori come il
cambiamento nell'uso del suolo e le interazioni ecologiche complesse.

Infine, l'approccio della compensazione del carbonio ha sollevato questioni di


giustizia sociale ed ecologica. Come ha sottolineato l'organizzazione per i
diritti umani Global Witness (2021), i progetti di compensazione del carbonio
possono spesso portare a conflitti di terra e violazioni dei diritti umani nelle
comunità locali.

Nel contesto delle difficoltà legate alla carbon neutrality, l'esempio della
California offre una lezione istruttiva. Negli ultimi dieci anni, lo Stato
americano ha adottato un sistema aggressivo di carbon offset per ridurre le
emissioni di gas serra. Tuttavia, come molti studi hanno dimostrato, i risultati
sono stati lontani dal previsto.

Il sistema di carbon offset della California si basa sull'idea che le aziende che
emettono gas serra possono compensare queste emissioni investendo in
progetti che riducono o assorbono una quantità equivalente di carbonio. Tra
questi progetti si trovano la riforestazione, la cattura e lo stoccaggio del
carbonio e la riduzione dell'uso dei combustibili fossili.

Tuttavia, una serie di indagini hanno messo in dubbio l'efficacia di questi


progetti. Un rapporto del 2020 del ProPublica, un'organizzazione di
giornalismo investigativo, ha rivelato che molti progetti di riforestazione nel
sistema di offset della California non erano in grado di fornire i benefici
promessi in termini di assorbimento del carbonio. Inoltre, alcune di queste
aree forestali sono state devastate dagli incendi boschivi, rilasciando
nuovamente il carbonio nell'atmosfera.

17
Un altro problema riguarda i progetti di cattura e stoccaggio del carbonio.
Uno studio del 2021 pubblicato sulla rivista Nature Energy ha evidenziato che
molti di questi progetti erano affetti da fughe di gas serra, rendendo vani i
loro sforzi di compensazione.

Infine, ci sono dubbi sulla misurazione e la verifica delle emissioni di carbonio.


Secondo un rapporto del 2022 del California Air Resources Board, la
quantificazione delle emissioni e l'attribuzione dei crediti di offset sono
complesse e soggette a incertezze significative.

A sottolineare ulteriormente i problemi associati ai meccanismi di


compensazione del carbonio, un esempio illuminante è il caso del principale
provider mondiale di crediti di carbonio, Verra.

Secondo un'inchiesta condotta da Bloomberg Green nel 2023, Verra


avrebbe sovrastimato significativamente l'efficacia dei suoi progetti di
compensazione del carbonio. Verra è una delle principali organizzazioni che
fornisce standard e certificazioni per i progetti di compensazione del
carbonio.

Tuttavia, l'inchiesta di Bloomberg ha rivelato che molti progetti certificati da


Verra non erano in grado di fornire i benefici di assorbimento del carbonio
che avevano promesso. Uno dei problemi principali riguardava i progetti di
riforestazione. Molti di questi progetti si basavano su stime teoriche
dell'assorbimento del carbonio che non tenevano conto di fattori come i
cambiamenti nell'uso del suolo, le perturbazioni naturali come gli incendi e
l'impatto delle malattie e dei parassiti.

Un altro problema riguardava la quantificazione delle emissioni evitate. Molti


progetti di Verra sostenevano di prevenire le emissioni di carbonio attraverso
la protezione delle foreste o l'adozione di tecnologie a basso contenuto di
carbonio. Tuttavia, queste rivendicazioni erano spesso basate su scenari
ipotetici e non verificabili, rendendo difficile determinare l'effettivo
impatto di questi progetti sulle emissioni globali.

18
Solo una manciata di progetti per la foresta pluviale di Verra ha mostrato
prove di riduzioni della deforestazione, secondo due studi, con ulteriori
analisi che indicano che il 94% dei crediti non ha avuto alcun beneficio
per il clima.

Grandi colossi come Gucci, Salesforce, BHP, Shell, easyJet e la band Pearl
Jam sono tra le dozzine di aziende e organizzazioni che hanno acquistato
compensazioni della foresta pluviale approvate da Verra per le rivendicazioni
ambientali, e per vendere i loro prodotti a “impatto zero”.

Inoltre le questioni relative ai diritti umani costituiscono una seria


preoccupazione in almeno uno dei progetti di compensazione. The Guardian
ha visitato un progetto di punta in Perù e ha mostrato video che secondo i
residenti mostravano le loro case abbattute con motoseghe e corde dalle
guardie del parco e dalla polizia. Hanno parlato di sgomberi forzati e di
tensioni con le autorità del parco.

I giornalisti hanno nuovamente analizzato questi risultati più da vicino e


hanno scoperto che, in 32 progetti in cui è stato possibile confrontare le
affermazioni di Verra con i risultati dello studio, gli scenari di base della
perdita di foreste sembravano essere sopravvalutati di circa il 400%.

Soltanto tre progetti in Madagascar hanno ottenuto ottimi risultati e stanno


incidendo in maniera significativa sull’ambiente. Infine, l'inchiesta ha
sollevato questioni di trasparenza e responsabilità. Nonostante le promesse di
Verra di rigorosi controlli e verifiche, l'inchiesta ha rivelato una mancanza di
trasparenza nella certificazione dei progetti e nella quantificazione dei
benefici di assorbimento del carbonio.

Se questo non bastasse dobbiamo tenere conto anche che la stragrande


maggioranza delle compensazioni deriva da progetti in Asia, America Latina
e Africa e viene venduta ad acquirenti in Europa e negli Stati Uniti. Queste
transazioni creano un problema contabile.

Se la società X negli Stati Uniti acquista 100 tonnellate di emissioni da un


progetto forestale in Vietnam e le detrae dalla sua impronta di carbonio, alla
fine quella cifra viene inclusa nelle stime a livello di economia delle emissioni
statunitensi, che sembrano ridursi. Ma nulla impedisce agli sviluppatori del
progetto in Vietnam di contare quelle stesse 100 tonnellate per l'impronta di
carbonio del proprio Paese.

Quindi, sulla carta, le emissioni globali sembrano essere diminuite di 200


tonnellate, il doppio del reale.

19
L'idea di piantare alberi per assorbire la CO2 e combattere il cambiamento
climatico è allettante per la sua semplicità. Tuttavia, questa strategia
presenta una serie di limiti che, se trascurati, potrebbero minare la sua
efficacia e persino creare nuovi problemi ambientali.

Prima di tutto, la capacità degli alberi di assorbire la CO2 è limitata e


variabile. Secondo un articolo del 2020 sulla rivista Global Change Biology, gli
alberi giovani assorbono la CO2 più velocemente degli alberi più vecchi, ma il
loro tasso di assorbimento diminuisce nel tempo. Inoltre, fattori come le
condizioni del suolo, il clima e le malattie possono influenzare la quantità di
CO2 che un albero può assorbire.

In secondo luogo, la riforestazione su larga scala può avere effetti indesiderati


sull'ecosistema locale. Un articolo del 2021 sulla rivista Science ha evidenziato
che la piantagione di alberi in ecosistemi che naturalmente non li ospitano,
come le praterie, può alterare la biodiversità locale e persino aumentare le
emissioni di gas serra.

Anche se gli Stati Uniti dovessero trovare lo spazio per piantare 200 miliardi di
nuovi alberi, osserva Charles Harvey, Professore di ingegneria civile e
ambientale al MIT, non raccoglierebbero immediatamente i benefici climatici.
Più velocemente gli alberi crescono, più carbonio possono assorbire, il che
significa che la nuova crescita non è preziosa come un serbatoio di carbonio
come lo sono le foreste di lunga data.

C'è anche un altro problema: gli alberi non durano per sempre. Quando
muoiono e si decompongono, bruciano in un incendio o vengono
abbattuti e bruciati come combustibile, gli alberi rilasciano tutta la CO2
che stavano catturando.

Ci sono eccezioni a questa regola: Harvey studia le foreste di torba in luoghi


come le foreste di paludi di torba del Borneo, dove la biomassa si accumula
sul suolo della foresta piuttosto che decadere completamente e rilasciare la
sua CO2. Ma la maggior parte delle foreste non può teoricamente
sequestrare il carbonio per sempre.

Inoltre, la strategia di piantare alberi non affronta la causa principale del


cambiamento climatico: le emissioni di gas serra derivanti dalle attività
umane. Come ha osservato l'IPCC nel suo rapporto del 2023, la riduzione delle
emissioni alla fonte è fondamentale per limitare l'aumento delle temperature
globali a 1,5 gradi Celsius.

Infine, la riforestazione su larga scala può creare problemi di giustizia sociale.


Secondo un rapporto del 2022 di Global Witness, alcuni progetti di
riforestazione hanno portato a conflitti di terra e violazioni dei diritti umani
nelle comunità locali.

20
7 Navigare nel Futuro
ESG e il cambiamento climatico

L'attivista non è l'uomo che dice che il fiume è sporco. L'attivista è


l'uomo che ripulisce il fiume”. - Ross Perot

ESG (Environmental, Social, Governance) è un insieme di criteri che


vengono utilizzati per misurare la sostenibilità e l'efficacia etica di
un’azienda. Questi criteri, che riguardano il comportamento
dell’organizzazione in termini di impatto ambientale, responsabilità sociale e
governance, sono diventati sempre più importanti nel mondo degli
investimenti e dell'economia aziendale.

Il criterio "E", o "Environmental", si riferisce alla gestione delle questioni


ambientali da parte di un'azienda, che include la gestione dei rifiuti, l'uso
dell'acqua, le emissioni di gas serra e l'impatto sulla biodiversità. Il concetto
di "S", o "Social", riguarda i diritti dei lavoratori, la salute e la sicurezza sul
lavoro, e le relazioni con le comunità locali. Il "G", o "Governance", si riferisce
alle pratiche di gestione aziendale, compresa la trasparenza finanziaria, la
diversità del consiglio di amministrazione e le politiche anticorruzione.

L'adozione dei criteri ESG può svolgere un ruolo significativo nel combattere
il cambiamento climatico. Come sottolineato nel "Global Risks Report" del
2023 del World Economic Forum, un forte impegno verso la sostenibilità
ambientale può aiutare le aziende a ridurre le loro emissioni di gas serra, a
gestire meglio i rischi climatici e a promuovere pratiche più sostenibili.

Inoltre, ESG può guidare gli investimenti verso aziende più sostenibili e
responsabili. Come ha evidenziato un rapporto del 2023 della Global
Sustainable Investment Alliance, gli investimenti sostenibili stanno
crescendo rapidamente a livello globale, ed ESG è diventato una
considerazione chiave per molti investitori.

Larry Fink, CEO di BlackRock, il più grande gestore di fondi al mondo, è uno
dei principali sostenitori dell'ESG. Nella sua annuale “Lettera agli
amministratori delegati” del 2023, Fink ha sottolineato l'importanza di
adottare pratiche ESG per la sostenibilità a lungo termine delle aziende. Ha
affermato che l'ESG non è più un'opzione, ma una necessità per le aziende
che vogliono prosperare nell'economia del futuro.

Sono numerose le prove che indicano come gli investimenti ESG stiano
diventando sempre più popolari tra gli investitori di tutto il mondo. Secondo
un rapporto del 2023 di Morningstar, il flusso di denaro verso i fondi ESG
negli Stati Uniti è aumentato del 56% nell'anno precedente, raggiungendo
un totale di $51 miliardi.

21
A livello globale, la tendenza è simile. Un rapporto del 2023 della Global
Sustainable Investment Alliance mostra che gli asset gestiti secondo i criteri
ESG hanno superato i $50 trilioni, rappresentando oltre un terzo del totale
degli asset gestiti a livello globale.

La ricerca di Deutsche Bank del 2023 ha rilevato che le aziende con un alto
punteggio ESG hanno registrato rendimenti superiori e un minor rischio di
crollo del prezzo delle azioni rispetto alle loro controparti con punteggi ESG
più bassi.

8 Oltre l'illusione ESG


Affrontare i problemi nascosti

Siamo parte della natura. Mentre distruggiamo la natura,


distruggiamo noi stessi. È una cosa egoistica voler proteggere la
natura. - Yvon Chouinard

Nonostante la crescente popolarità dell'ESG, è importante riconoscere


che non è una soluzione senza problemi. Alcuni critici, tra cui il filosofo
Žižek, sostengono che ESG può essere utilizzato come uno strumento di
greenwashing, permettendo alle aziende di presentarsi come sostenibili
senza fare cambiamenti significativi nelle loro operazioni.

Un report del 2022 di Transparency International ha mostrato che le


aziende possono manipolare i loro punteggi ESG attraverso pratiche
come l'omissione di dati negativi o l'esagerazione dei loro sforzi di
sostenibilità. Questo può rendere difficile per gli investitori e il pubblico
valutare l'effettiva performance ESG di un'azienda.

Un altro problema è la mancanza di standardizzazione nell'industria ESG.


Come ha rilevato un articolo del 2023 sulla rivista Nature Sustainability,
esistono molti diversi set di criteri e rating ESG, rendendo difficile il
confronto tra aziende o settori. Questo può portare a confusione e potenziali
abusi.

Non solo, infatti non essendoci dei parametri univoci di valutazione e di


controllo le valutazioni ESG erogate dai vari enti come FSTE e MSCI sono
evidentemente e totalmente casuali una rispetto l’altra.

Un caso eclatante riguarda Meta, l’azienda proprietaria di Facebook e


Instagram, che ha ricevuto punteggi sul tema ambientale di 0 punti da
Sustainalytics, oltre 50 dal FTSE e quasi 100 da MSCI. Questo è un esempio
tristemente lampante di come i voti ESG siano totalmente inutili.

22
Fonte: MSCI, FTSE Russell and Sustainalytics

Inoltre, l'attenzione esclusiva sulla performance ESG può distogliere


l'attenzione da altre questioni importanti, come la giustizia economica e
sociale. Un rapporto del 2023 del think tank britannico New Economics
Foundation ha sottolineato che la performance ESG di un'azienda non
dice nulla sul suo comportamento in termini di salari, condizioni di
lavoro o impatto sulla comunità locale.

Un’altra strana correlazione che vediamo nel mondo ESG è che le aziende
più grandi solitamente hanno punteggi migliori. Questo a nostro avviso è
semplicemente un indicatore di quanto chi ha più risorse possa dedicare più
tempo a fare report e a giocare al gioco dei punteggi ESG, mentre
un’azienda più piccola avrà meno risorse marginali e dovrà dedicarle ad
azioni più concrete che un laborioso report, penalizzando però le aziende
che nonostante non abbiano “giocato al gioco ESG” siano più virtuose delle
Big Company di turno.

Questa analisi va a braccetto con un punto su cui i promotori degli


investimenti ESG battono molto: le aziende con ESG più alti fanno più utili e
quindi danno migliori ritorni agli investitori.

23
Performance ESG più elevate Premio in punti percentuali rispetto
correlate a un margine EVA alle società con basse performance ESG.
più elevato Media annuale | 2013-2019
Società con performance ESG medie
Società con performance ESG alte
Società con performance ESG molto alte

Ritorno totale
Margine operativo
Fonte: ISS ESG Corporate Rating agli azionisti

Sarebbe come dire che chi fa la spesa da Naturasì ha più possibilità di


diventare ricco. Semmai è il contrario: chi è più ricco, può permettersi di
andare al Naturasì.

Ovvero, chi fa più soldi, come detto in precedenza, ha più munizioni per fare
greenwashing…ops ESG.

Infine, esiste il rischio che ESG possa diventare un sostituto dell'azione politica
e legislativa. Come ha scritto Žižek in un articolo del 2023 sulla rivista Critical
Inquiry, ESG può dare l'illusione che le aziende possano risolvere la crisi
climatica da sole, senza bisogno di regolamentazioni più forti o di
cambiamenti sistemici nella nostra economia e società.

Un punto di critica frequente verso ESG è come alcune compagnie petrolifere


riescano a ottenere punteggi relativamente elevati nonostante il loro impatto
ambientale sostanziale. Questo fenomeno è legato a vari fattori, tra cui la
metodologia di valutazione utilizzata e l'aspetto relativo di alcuni criteri ESG.

Per esempio, nel 2023, la compagnia petrolifera Shell ha ottenuto un


punteggio ESG relativamente alto da Sustainalytics, una delle più
importanti agenzie di rating ESG. Secondo un rapporto del Financial Times,
ciò è dovuto in parte al fatto che Sustainalytics assegna i punteggi basandosi
sul rischio di incidenti legati a questioni ESG, piuttosto che sulla performance
effettiva di una compagnia.

Inoltre le aziende petrolifere non producono CO2, e quindi non producono


“effettivamente” inquinamento, il quale invece verrà prodotto da noi
consumatori con le nostre auto a motore termico.

Ne conviene che se i consumatori fossero


analizzati secondo i criteri ESG sarebbero
i peggiori della classe. Ma la Shell non ha
nessuna responsabilità?
Slavoj
Žižek

24
Infine, le compagnie petrolifere possono ottenere punteggi ESG elevati
migliorando la loro performance nei criteri sociali e di governance. Ad
esempio, secondo un rapporto del 2023 di MSCI, un'altra importante agenzia
di rating ESG, BP (altra azienda petrolifera) ha ottenuto un punteggio elevato
grazie alle sue politiche sulla diversità del consiglio di amministrazione e sulla
salute e sicurezza dei lavoratori.

Sembra paradossale, ma è per questo motivo che dentro i maggiori indici


ESG e nei maggiori ETF (parliamo di centinaia di miliardi di euro gestiti in
totale) che ricadono nella categoria ESG, ci sono sempre delle aziende
petrolifere.

In questo ETF da 1,3 miliardi in gestione, possiamo notare come la terza


azione per grandezza di soldi investiti dall’etf sia Total Energies, il cui 65%
della produzione dell’energia è legata al petrolio.

Cosa possiamo fare allora per salvarci dall’estinzione di massa senza tornare a
vivere come cavernicoli? La risposta passa sempre da un periodo di me*da.

9 Guano
L'oro bianco dell'agricoltura

La regola d'oro: chi ha l'oro fa le regole. – Attribuito al fumetto


Wizard of Id del 1967

Nel 1804, il naturalista prussiano Alexander von Humboldt raschiò della


cacca di uccello indurita da una roccia al largo della costa del Perù e la
riportò in Europa per studiarla.

25
Il guano, un termine che deriva dal termine quechua 'wanu', ha giocato
un ruolo cruciale nella storia dell'agricoltura mondiale. Questo fertilizzante
naturale, composto principalmente da escrementi di uccelli marini e
pipistrelli, è stato un elemento fondamentale nel supportare la crescita delle
popolazioni umane, soprattutto nel XIX secolo.

Il guano è ricco di azoto, fosfato e potassio, nutrienti essenziali per la


crescita delle piante. Come descritto da Gregory T. Cushman nel suo libro
del 2013 "Guano and the Opening of the Pacific World", il guano era un
prodotto così prezioso che è stato al centro di dispute territoriali, come la
"Guerra del Guano" tra Perù e Spagna del 1860.

L'importanza del guano nella storia dell'agricoltura è testimoniata anche da


uno studio del 2018 pubblicato sulla rivista Nature Sustainability. Lo studio ha
evidenziato come il guano abbia permesso un incremento significativo della
produttività agricola in un periodo in cui gli aumenti demografici stavano
mettendo sotto pressione le risorse alimentari.

Tuttavia, l'uso intensivo del guano ha anche portato a problemi ambientali.


L'estrazione massiccia di guano dalle isole del Pacifico ha portato alla
distruzione degli ecosistemi locali e alla diminuzione delle popolazioni di
uccelli marini, come evidenziato in uno studio del 2020 pubblicato sulla
rivista Conservation Biology.

Si è scoperto che il guano è una specie di super fertilizzante. Contiene fino al


14% di azoto. E l'azoto è vita. Ciò ha portato a un'era di guano mania - è stata
persino varata una legge statunitense nel 1856 che consentiva agli americani
di annettere isole disabitate ricoperte di cacca di uccelli: il Guano Islands Act.

Gli abitanti originari del Perù, inclusi gli Inca, usavano il guano da oltre 2000
anni. Uccidere o disturbare gli uccelli durante la stagione riproduttiva era
persino punibile con la morte tra gli Inca.

Con una popolazione in crescita e rese agricole deludenti, il guano era di


vitale importanza in molti paesi all'inizio del XIX secolo. Negli Stati Uniti, la
popolazione raddoppiava ogni 25 anni, osservò Benjamin Franklin nel 1751.

Il demografo britannico Thomas Malthus utilizzò questi sviluppi per


sostenere la sua famosa teoria della catastrofe: se la popolazione cresce più
velocemente della produzione di cibo, ciò porterà irrevocabilmente alla
carestia e alla morte, fino a quando l'equilibrio non sarà ripristinato.

L'estrazione di guano per l'azoto non ha potuto evitare una simile catastrofe.
Nel 1900, circa 340.000 tonnellate di azoto venivano estratte in tutto il
mondo, ma non erano ancora sufficienti. Bisognava trovare una soluzione,
altrimenti sarebbe arrivata la carestia.

26
10 Like a Bosch
Dal guano all’ammoniaca

Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.


Fabrizio De André

Per salvarci dal guano è arrivato uno dei prodotti sintetici usato come
fertilizzante più odiato dagli ambientalisti, che vorrebbero tornare a
raccogliere guano nelle isole del Perù.

La storia dell'ammoniaca è un punto di svolta nella storia dell'agricoltura


e dell'industria chimica. La sua invenzione, a opera del chimico tedesco
Fritz Haber e del suo collega Carl Bosch, ha rappresentato una rivoluzione
nella produzione di fertilizzanti, permettendo di superare la dipendenza dal
guano e altri fertilizzanti naturali.

Carl Bosch, che era un metallurgista oltre che un chimico, era responsabile
dell'upscaling. È lui che è riuscito a convincere la direzione BASF (Badische
Anilin & Soda Fabrik, con sede in Germania) a investire nelle attrezzature
necessarie.

“Credo che possa andare. Conosco esattamente la capacità dell'industria


siderurgica. Dovremmo provarci.", ha detto in una riunione nel marzo 1909.

Il risultato fu l’azoto utilizzabile in forma fluida. L'anno era il 1912 e il


processo Haber-Bosch segna la fine delle previsioni di Malthus.

Anche la produzione di ammoniaca sintetica utilizza il processo Haber-


Bosch, un metodo industriale per la sintesi dell'ammoniaca dall'azoto e
dall'idrogeno. L'ammoniaca può essere successivamente convertita in urea,
un potente fertilizzante ricco di azoto.

Il processo Haber-Bosch ha rivoluzionato l'agricoltura. Come riportato nel


libro Enriching the Earth: Fritz Haber, Carl Bosch, and the Transformation of
World Food Production del 2001 di Vaclav Smil, la produzione su larga scala
di fertilizzanti azotati sintetici ha permesso un enorme aumento della
produttività agricola, contribuendo a sfamare una popolazione mondiale in
crescita.

27
3.5 miliardi di persone dipendono dai fertilizzanti sintetici

Popolazione mondiale Popolazione mondiale non supportata da fertilizzanti sintetici

le persone che sono


alimentate da
fertilizzanti sintetici

Tuttavia, anche questa innovazione ha avuto il suo lato oscuro.

L'intensificazione dell'agricoltura ha portato a una serie di problemi


ambientali, tra cui l'eutrofizzazione delle acque, la perdita di biodiversità e le
emissioni di gas serra. Un articolo del 2023 sulla rivista Nature Climate
Change ha evidenziato come la produzione di fertilizzanti azotati sintetici
rappresenti una fonte significativa di emissioni di ossido di azoto, un potente
gas serra.

Purtroppo, anche l’eccesso di azoto è disastroso per la biodiversità. Le


piante hanno bisogno di azoto per crescere, ma quando ce n'è troppo certe
piante che amano l'azoto crescono eccessivamente. Di conseguenza, altre
piante più vulnerabili vengono espulse e con esse scompaiono anche gli
uccelli, gli insetti e altri animali che dipendono da loro. Grazie a Haber-Bosch,
abbiamo inondato il nostro ambiente di un nutriente naturalmente scarso,
sbilanciando interi ecosistemi.

Il processo Haber-Bosch ha intrecciato il ciclo dell'azoto e il ciclo del carbonio


perché il processo si basa sui combustibili fossili. In termini meno tecnici: le
nostre patate crescono a gas naturale. Prendendo in esame il 2019, delle 150
milioni di tonnellate di ammoniaca prodotte equivalgono a 420 milioni di
tonnellate di CO2, oltre l'1% delle emissioni globali di CO2.

28
Secondo un rapporto del 2023 dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, la
produzione di ammoniaca rappresenta circa l'1,8% del consumo mondiale di
energia e circa il 3% delle emissioni globali di CO2.

La storia dell'urea sintetica ci mostra come l'innovazione tecnologica possa


risolvere alcuni problemi ma ne crei altri. Come vedremo nei prossimi capitoli,
affrontare la crisi climatica richiederà non solo l'innovazione tecnologica, ma
anche un cambiamento radicale nei nostri sistemi di produzione e consumo.

Detta così sembra che ogni invenzione e tecnologia abbia degli impatti. Ed
effettivamente li ha. Per fortuna, grazie all’immensa quantità di dati raccolti,
all’aumento della consapevolezza e all’urgenza con cui dobbiamo agire, i
tecnici e gli scienziati sono sempre più capaci di produrre tecnologie che
possono diminuire nettamente il nostro impatto ambientale, sapendo
comunque che non si può ridurre a zero e che potrebbe esserci sempre
qualche conseguenza inaspettata da gestire.

Già oggi esistono tantissime tecnologie che utilizziamo quotidianamente


che hanno un impatto ambientale nettamente minore.

Come ci spiega Focus: se per lungo tempo il lavaggio a mano è stato


considerato più ecosostenibile dal punto di vista dei consumi (perché
metodo antico e "della nonna") è ora piuttosto assodato che la lavapiatti sia
più conveniente in termini di utilizzo d'acqua: per lavare a mano i piatti usati
in una cena di 12 persone occorrono circa 103 litri d'acqua, contro i 15 per un
pieno carico di una lavastoviglie di nuova - ma non nuovissima - generazione.

Sono questi i risultati di un recente studio dell'Università di Bonn, in


Germania. Gli elettrodomestici di ultima generazione (classe A+, A++ e A+++)
consumano ancora meno: appena 7 litri per ciclo d'acqua e il 30% dell'energia
in meno rispetto a quella necessaria alle lavastoviglie di classe A (1,4 kWh per
il ciclo più lungo).

Oppure perché non parlare delle e-mail che hanno sostituito


completamente l’utilizzo della carta, quella che viene fatta dagli stessi alberi
che ci servono a diminuire la CO2?

Cos’è l’impronta di carbonio?


Confronto tra la Lettera, l’Email e l’SMS

29
Secondo Esendex e anche altri studi le e-mail hanno un impatto in termini di
CO2 di oltre l’80% in meno rispetto a quello di una lettera, oltre il 50% se
questa contiene oltre 1 MB di allegati (che comunque con la lettera di carta
non manderesti). E un messaggio di testo dal cellulare? Ancora meno.

La tecnologia contro
11 il cambiamento climatico
Soluzioni avanzate e future sfide

È divertente fare l’impossibile. - Walt Disney

La tecnologia ha un ruolo cruciale nel nostro impegno per combattere il


cambiamento climatico e ridurre l'inquinamento. Le innovazioni emergono
continuamente e molte di queste potrebbero avere un impatto significativo
nel mitigare i problemi ambientali che affrontiamo.

1. Energie rinnovabili: Secondo un rapporto del 2023 dell'Agenzia


Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA), tecnologie come l'energia
solare, eolica, idroelettrica e altre forme di energia rinnovabile stanno
diventando sempre più efficienti ed economiche. Questo rende possibile una
transizione sempre più veloce verso fonti di energia a basso impatto sul
clima.

2. Storage dell'energia: Le batterie agli ioni di litio e altre tecnologie di


storage dell'energia stanno diventando sempre più avanzate. Come
sottolineato in uno studio del 2023 pubblicato sulla rivista Energy Storage,
queste tecnologie sono fondamentali per massimizzare l'uso delle energie
rinnovabili, permettendo di immagazzinare l'energia prodotta in eccesso e
utilizzarla quando necessario.

3. Cattura e stoccaggio del carbonio (CCS): La tecnologia CCS può ridurre le


emissioni di CO2 catturandole alla fonte (ad esempio, nelle centrali a carbone
o a gas) e stoccandole sottoterra. Secondo un rapporto del 2023 del
Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), la CCS può giocare un
ruolo chiave nel limitare l'aumento delle temperature globali.

4. Agricoltura di precisione: Le tecnologie digitali possono rendere


l'agricoltura più efficiente e sostenibile. Ad esempio, l'agricoltura di precisione
utilizza dati e analisi avanzate per ottimizzare l'uso di acqua e fertilizzanti,
riducendo l'inquinamento e il consumo di risorse. Uno studio del 2023
pubblicato sulla rivista Agricultural Systems ha evidenziato come l'agricoltura
di precisione possa contribuire a un'agricoltura più sostenibile.

30
5. Economia circolare: Secondo un rapporto del 2023 del Ellen MacArthur
Foundation, tecnologie come il riciclo avanzato, il compostaggio industriale e
la bioplastica possono aiutare a creare un'economia più circolare, riducendo
l'inquinamento e l'uso di risorse naturali.

Ma non solo.

L'energia nucleare e l'idrogeno rappresentano due importanti prospettive


per un futuro energetico più sostenibile. Entrambe hanno il potenziale di
fornire energia su larga scala con emissioni di gas serra molto basse o nulle.

L'energia nucleare ha dimostrato di poter fornire un'ampia quantità di


energia continua, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche.

Secondo la World Nuclear Association in un rapporto del 2023, nonostante gli


incidenti nucleari passati, la tecnologia nucleare di oggi è molto più sicura
e rispettosa dell'ambiente. Un rapporto del 2023 dell'International Energy
Agency (IEA) ha sottolineato come l'energia nucleare possa fornire un
contributo significativo alla decarbonizzazione del settore energetico.

Tuttavia, l'energia nucleare presenta anche importanti sfide, come la gestione


dei rifiuti radioattivi, i rischi di incidenti e la proliferazione nucleare. Inoltre,
l'energia nucleare potrebbe non essere una soluzione a lungo termine, dal
momento che le risorse di uranio, come tutte le risorse naturali, sono finite. E
qua può venire in aiuto tra qualche centinaio di anni (esatto, parliamo di
centinaia di anni) l’arrembaggio che i pionieri dei viaggi spaziali stanno
lanciando.

Secondo il Nuclear Energy Institute (NEI), gli Stati Uniti hanno evitato più di
471 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica nel 2020. È
l'equivalente della rimozione di 100 milioni di auto dalla strada e più di
tutte le altre fonti di energia pulita messe insieme.

Tutto il combustibile nucleare usato prodotto dall'industria dell'energia


nucleare negli Stati Uniti negli ultimi 60 anni potrebbe stare in un campo di
calcio a una profondità inferiore a 10 metri.

Tali rifiuti possono anche essere rielaborati e riciclati, sebbene attualmente gli
Stati Uniti non lo facciano.

31
Fatti curiosi
sull’energia nucleare L’energia nucleare è estremamente densa

+5.000 m3 +450 litri 1 tonnellata


1 pellet di uranio
di gas naturale di petrolio di carbone

D'altra parte, la produzione di energia nucleare richiede un grande impiego


di acqua per raffreddare i reattori. Ad esempio, secondo l'Electric Power
Research Institute, una centrale nucleare utilizza un po' più acqua rispetto
alle centrali a carbone o solari (tra 133 e 190.000 litri di acqua per mWh di
energia elettrica prodotta). Quest'acqua viene poi rilasciata nell'ambiente
dove la sua alta temperatura può avere un impatto sugli ecosistemi
circostanti (nella proliferazione delle alghe per esempio, o un effetto sui
biotopi).

Ma questi sono problemi noti e come tali possono essere risolti e diminuiti.
Inoltre, sono problemi che in ogni caso ci troveremmo ad affrontare, dato che
la proliferazione delle alghe nei mari e nei laghi è un fatto conosciuto e
causato dal cambiamento climatico e dall’aumento di Co2.

L’agenzia della protezione dell’ambiente degli Stati Uniti ci spiega infatti: “Le
alghe hanno bisogno di anidride carbonica per sopravvivere. Livelli più elevati
di anidride carbonica nell'aria e nell'acqua possono portare a una rapida
crescita di alghe, in particolare alghe blu-verdi tossiche che possono
galleggiare sulla superficie dell'acqua.

Anche l’'idrogeno è un vettore energetico con un enorme potenziale.


L'idrogeno può essere prodotto attraverso l'elettrolisi dell'acqua, un processo
che può essere alimentato da energia rinnovabile. Una volta prodotto,
l'idrogeno può essere utilizzato come carburante in celle a combustibile,
producendo elettricità e rilasciando solo acqua come sottoprodotto.

32
Secondo un rapporto del 2023 dell'Hydrogen Council, l'idrogeno potrebbe
fornire fino al 24% dell'energia mondiale entro il 2050. Tuttavia, la
produzione di idrogeno è attualmente costosa e l'infrastruttura necessaria
per il suo utilizzo su larga scala è ancora limitata.

Entrambi i tipi di energia - nucleare e idrogeno - rappresentano strumenti


promettenti nel nostro arsenale per combattere il cambiamento climatico.
Tuttavia, entrambi necessitano di ulteriori investimenti e ricerca per superare
le sfide che li attendono. La soluzione alla crisi climatica richiederà
probabilmente una combinazione di diverse tecnologie energetiche,
piuttosto che una soluzione unica per tutte le esigenze.

L'industria agricola è uno dei settori che contribuisce in modo significativo


alle emissioni globali di gas serra. Tuttavia, con l'adozione di tecnologie
avanzate come lo smart farming, il settore ha il potenziale per ridurre
drasticamente le sue emissioni e diventare più sostenibile.

Ma oltre a riscaldare le nostre case e a spostarci, dobbiamo nutrirci e


l’alimentazione inquina, soprattutto l'acqua.

L'agricoltura da sola rappresenta il 70% di tutto il consumo di acqua. E lo


stesso settore è responsabile dello spreco di circa il 60% di quell'acqua
secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e
l'agricoltura.

In effetti, l'acqua dolce - quella con cui beviamo, facciamo il bagno, coltiviamo
le nostre verdure e cuciniamo - è incredibilmente rara. Solo il 3% dell'acqua
mondiale è acqua dolce e due terzi di questa è nascosta nei ghiacciai o
non è disponibile per il consumo.

Secondo diverse ONG, circa 1,1 miliardi di persone in tutto il mondo non
hanno accesso all'acqua e un totale di 2,7 miliardi ne ha scarsità per almeno
un mese all'anno.

Lo smart farming, o agricoltura di precisione, utilizza la tecnologia digitale


per monitorare e ottimizzare l'uso delle risorse in agricoltura. Ciò include
l'uso di sensori, droni, GPS, mappe di conduttività del suolo, analisi dei dati e
altre tecnologie per migliorare l'efficienza e la sostenibilità dell'agricoltura.

Uno studio del 2023 pubblicato sulla rivista Agricultural Systems ha


evidenziato come l'agricoltura di precisione possa contribuire a una riduzione
significativa delle emissioni di gas serra. Ad esempio, l'uso di sensori e analisi
dei dati può consentire agli agricoltori di applicare fertilizzanti e acqua in
modo più preciso, riducendo le emissioni di ossido di azoto e il consumo di
acqua.

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Inoltre, lo smart farming può contribuire a ridurre le emissioni di metano, un
potente gas serra, attraverso una gestione più efficiente del bestiame. Ad
esempio, monitorando attentamente la dieta e la salute del bestiame, gli
agricoltori possono ridurre le emissioni di metano prodotte dalla digestione
dei ruminanti.

L'adozione di tecniche di agricoltura di precisione può anche contribuire alla


conservazione del suolo e della biodiversità. Uno studio del 2023 pubblicato
sulla rivista Land Use Policy ha evidenziato come lo smart farming possa
aiutare a prevenire la degradazione del suolo e la perdita di habitat.

In consultazione con diversi gruppi ambientalisti, AEM ha identificato cinque


aree con il maggior potenziale di impatto sull'ambiente. Lo studio mostra che
gli agricoltori che utilizzano costantemente varie tecnologie di agricoltura di
precisione hanno ottenuto quanto segue:

Aumento del 4% della produzione agricola


Aumento del 7% dell'efficienza di posizionamento del fertilizzante
Riduzione del 9% nell'uso di erbicidi e pesticidi
Riduzione del 6% nell'uso di combustibili fossili
Riduzione del 4% del consumo di acqua

Come si sommano tutti questi miglioramenti dal punto di vista ambientale?


2 milioni di acri di terra coltivata evitati grazie a un uso più efficiente
della terra esistente
13.6 milioni di kg in meno di erbicida
100 milioni di litri in meno di combustibili fossili
Acqua risparmiata per riempire 750.000 piscine olimpioniche

Lo smart Farming non solo è essenziale per contribuire al cambiamento


climatico in maniera positiva, ma permette alle aziende di risparmiare
diminuendo sensibilmente gli sprechi. Questa diventa quindi una tecnologia
win-win che si riflette anche poi sui prezzi del consumatore.

Essendo così vincente diventa interessante anche per noi investitori, perché
sì, questo è un report di investimento e dobbiamo parlarne prima o poi.
Si prospetta una crescita futura annua dello smart farming di circa il 20%
l’anno, un vero razzo se pensiamo che il settore agricolo sia uno dei settori
più maturi che abbiamo.

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Mercato globale dello Smart Farming 2017-2022 (in miliardi di dollari)

E se parliamo di agricoltura e allevamenti non possiamo non parlare di


cotone e pelli e quindi dell’industria del fashion.

L'industria della moda è nota per la sua notevole impronta ecologica,


contribuendo in modo significativo all'inquinamento dell'acqua, alle
emissioni di gas serra e al consumo di risorse. Tuttavia, l'innovazione
tecnologica sta offrendo nuove opportunità per ridurre l'impatto ambientale
di questo settore.

Tessuti sostenibili: Nuovi materiali sostenibili ed esteticamente attraenti


stanno emergendo. Ad esempio, il "cuoio" vegetale, ottenuto da funghi o
ananas, può replicare l'aspetto e la sensazione del cuoio animale senza il
bisogno di allevamenti intensivi. Un articolo del 2023 sulla rivista
Sustainability ha esplorato il potenziale di questi materiali innovativi.

Moda circolare: La tecnologia può aiutare a creare un'industria della moda


più circolare. Ad esempio, piattaforme di e-commerce per la vendita di abiti
usati possono estendere la vita utile dei capi di abbigliamento, riducendo la
necessità di produzione di nuovi capi. Inoltre, le tecnologie di riciclaggio
avanzate possono permettere la trasformazione di vecchi capi di
abbigliamento in nuovi tessuti. Un rapporto del 2023 di Ellen MacArthur
Foundation ha evidenziato il potenziale della moda circolare.

Produzione digitale: Le tecnologie digitali come la stampa 3D e il taglio al


laser possono ridurre gli sprechi di produzione, permettendo di creare capi su
misura. Secondo un articolo del 2023 sulla rivista Fashion Theory, queste
tecnologie possono rivoluzionare il processo di produzione della moda.

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Tracciabilità e trasparenza: Le tecnologie blockchain possono aumentare la
trasparenza dell'industria della moda, permettendo ai consumatori di
tracciare l'origine dei loro capi di abbigliamento e garantire che siano
prodotti in modo sostenibile e etico.

La tecnologia sta svolgendo un ruolo fondamentale nell'evoluzione


dell'industria della moda verso la sostenibilità, con diverse start-up
all'avanguardia in termini di innovazione. Alcune di queste imprese stanno
sviluppando nuovi tessuti che non solo hanno un impatto ambientale ridotto,
ma che possono persino contribuire ad assorbire la CO2 dall'atmosfera.

Pangaia
Questa azienda ha sviluppato un metodo per creare una tintura naturale a
base di microalghe, una pianta marina che assorbe CO2 per crescere. Non
solo il processo risulta in un tessuto più sostenibile, ma contribuisce anche ad
assorbire la CO2 dall'atmosfera, un fattore cruciale per combattere il
cambiamento climatico.

Spiber
Questa start-up giapponese produce fibra sintetica utilizzando proteine
sintetizzate dai microbi, il che risulta in un processo di produzione a basso
impatto ecologico che non dipende da risorse naturali limitate. Inoltre, il
processo di produzione genera una quantità significativamente minore di
emissioni di CO2 rispetto alla produzione di fibre sintetiche tradizionali.

Bolt Threads
Questa azienda californiana ha sviluppato un materiale chiamato Mylo, un
tipo di "cuoio" prodotto da funghi. L'uso di funghi come materia prima riduce
l'impatto ambientale del materiale e il processo di produzione produce anche
meno CO2 rispetto ai metodi tradizionali di produzione del cuoio.

AlgiKnit
Questa start-up newyorkese produce filati da alghe marine, creando un
prodotto biodegradabile che ha un impatto ambientale molto inferiore
rispetto ai tessuti sintetici tradizionali. Inoltre, le alghe utilizzate nel processo
di produzione assorbono la CO2 dall'atmosfera, contribuendo a ridurre le
emissioni di gas serra.

Carbon Upcycling Technologies


Questa impresa sta lavorando su un processo che utilizza le emissioni di
CO2 per creare nanoparticelle che possono essere incorporate nei tessuti,
trasformando effettivamente le emissioni di CO2 in un prodotto di valore.

Tutti questi esempi, solo alcuni tra le decine che abbiamo individuato,
rappresentano passi promettenti verso un'industria della moda più
sostenibile.

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12 Investire è meglio che curare

La guarigione è una questione di tempo, ma a volte


è anche una questione di opportunità. - Ippocrate

Investire in aziende che si concentrano sulla sostenibilità e sul


cambiamento climatico è un modo efficace per contribuire alla lotta
contro il cambiamento climatico.

Bill Gates, co-fondatore di Microsoft e una delle persone più ricche del
mondo, ha dedicato notevole attenzione e risorse alla questione del
cambiamento climatico. Nel suo libro How to Avoid a Climate Disaster,
pubblicato nel 2021, Gates mette in evidenza l'urgenza di raggiungere la
neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050 e sottolinea l'importanza di
innovare in cinque settori chiave: energia elettrica, agricoltura, produzione,
trasporti e infrastrutture.

Secondo Gates, la risposta alla crisi climatica non risiede solo in una
maggiore efficienza energetica o nell'adozione su larga scala delle
tecnologie rinnovabili esistenti. Piuttosto, è necessario un "miracolo verde",
un'innovazione rivoluzionaria in diversi settori che ridurrà significativamente
le emissioni di gas serra.

Per promuovere questa innovazione, Gates ha investito notevoli risorse.


Attraverso la Breakthrough Energy Ventures, un fondo di investimento che
ha co-fondato, Gates ha investito in numerose startup e aziende che stanno
sviluppando tecnologie innovative per ridurre le emissioni di carbonio. Questi
investimenti spaziano dall'energia nucleare avanzata, come la società
TerraPower che Gates ha fondato, all'energia solare, la cattura e lo stoccaggio
del carbonio, le biotecnologie per l'agricoltura e altro ancora.

Gates sostiene anche la necessità di un forte impegno da parte dei governi


per la ricerca e lo sviluppo in quest'area. Secondo lui, l'innovazione è il motore
del progresso, ma senza l'intervento del governo per sostenere la ricerca e
l'adozione di nuove tecnologie, il progresso sarà troppo lento per evitare una
catastrofe climatica.

Sebbene gli investimenti e l'innovazione di Gates siano certamente parte


della soluzione, sono solo una parte di un approccio molto più ampio e
complesso necessario per affrontare questa sfida globale. Un approccio a cui
non possiamo esimerci, come consumatori ma anche come investitori.

Gli investimenti nel mondo GreenTech possono essere molto


appassionanti e soprattutto molto remunerativi. Non mancare al corso in
diretta per scoprire come puoi investire anche tu.

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Lo scopo di queste pagine finali dell’ebook è quello di analizzare insieme
alcune azioni quotate in borsa, al fine di introdurti a questo mondo e
spingerti a fare ulteriori ricerche, per prendere parte attiva a questo
cambiamento ed ottenere ritorni economici importanti.

Ecco alcune aziende quotate in borsa che si concentrano su soluzioni


sostenibili:

NextEra Energy (NEE): Questa azienda con sede negli Stati Uniti è uno dei
più grandi produttori di energia rinnovabile al mondo, con un portafoglio
che comprende sia energia eolica che solare.

Orsted (ORSTED): Un'azienda danese che è uno dei leader mondiali nello
sviluppo di energia eolica offshore. Orsted ha trasformato il suo modello di
business, passando da una società di energia fossile a un pioniere dell'energia
rinnovabile.

Tesla (TSLA): Nonostante le controversie, Tesla rimane un'azienda leader nel


settore dei veicoli elettrici e delle tecnologie di stoccaggio dell'energia,
entrambi settori cruciali per la transizione verso un'economia a basse
emissioni di carbonio.

Vestas Wind Systems (VWS): Un produttore danese di turbine eoliche,


Vestas è un'azienda chiave nel settore dell'energia rinnovabile.

Brookfield Renewable Partners (BRP): Questa azienda possiede e gestisce


uno dei più grandi portafogli di energia rinnovabile al mondo, con progetti
idroelettrici, eolici e solari.

Waste Management (WM): Questa società si occupa di gestione dei rifiuti


e riciclaggio, entrambi settori cruciali per la transizione verso un'economia
circolare.

Ballard Power Systems (BLDP): Ballard è leader nello sviluppo di


tecnologia a celle a combustibile, che ha il potenziale di rivoluzionare i
settori dei trasporti e dell'energia.

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Per investimenti ad alto rischio che puntano sull’energia pulita nucleare
una delle aziende che è maggiormente sotto osservazione, quotate in borsa è
sicuramente Nuscale Power.

Nuscale Power è un'azienda pionieristica nel campo dell'energia nucleare di


piccola scala. La società sta sviluppando i cosiddetti "small modular reactors"
(SMR), reattori nucleari di dimensioni ridotte progettati per essere sicuri,
economici e scalabili.

Essendo piccoli, questi reattori nucleari possono essere situati più vicino alla
fonte della domanda. La tecnologia di Nuscale apre aree precedentemente
inaccessibili per flussi di energia affidabili. La sua innovativa centrale
elettrica SMR è destinata a rivoluzionare l'industria dell'energia nucleare e
può produrre fino a 60 megawatt di energia, sufficienti per alimentare
migliaia di case.

L'azienda è stata recentemente incaricata di costruire più reattori nucleari in


Idaho entro il 2030 con il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti. Il
mercato globale degli SMR stava dimostrando una crescita notevole, del
valore di 3,5 miliardi di dollari nel 2020 e si prevedeva che raggiungesse i 18,8
miliardi di dollari entro il 2030.

Questa impressionante previsione suggerisce che questo entusiasmante


settore potrebbe crescere di un incredibile 15,8% all'anno in un periodo di
10 anni.

Opportunità e prospettive:

Futuro dell'energia pulita: L'energia nucleare è una fonte di energia a


basse emissioni di carbonio che può fornire energia costante e affidabile,
rendendola un elemento potenzialmente importante nelle strategie di
riduzione delle emissioni di carbonio.

Tecnologia SMR: I reattori modulari di piccole dimensioni di Nuscale sono


progettati per essere più sicuri e più economici rispetto ai reattori nucleari
tradizionali. Inoltre, la loro modularità permette un'implementazione più
flessibile e scalabile.

Approvazione normativa: Nel 2020, Nuscale ha ricevuto l'approvazione


della U.S. Nuclear Regulatory Commission per il suo design SMR, un passo
importante verso la commercializzazione della sua tecnologia.

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Rischi:

Accettazione pubblica: Nonostante i progressi tecnologici, l'energia


nucleare rimane controversa per molte persone a causa delle
preoccupazioni sulla sicurezza e la gestione dei rifiuti nucleari.

Concorrenza: Mentre Nuscale è attualmente leader nel settore degli SMR,


altre aziende, tra cui molte startup, stanno sviluppando tecnologie simili.

Costi e finanziamenti: Lo sviluppo, la costruzione e il funzionamento di


reattori nucleari sono costosi. Nuscale dovrà assicurarsi un finanziamento
adeguato per portare avanti i suoi progetti.

Implementazione: Ci sono ancora molte sfide da superare nella


commercializzazione e implementazione dei reattori SMR di Nuscale,
compresi gli ostacoli normativi, logistici e tecnici.

Quando penso ad un posto incontaminato, dove l’aria è pulita e l’acqua è


fresca mi vengono in mente le Alpi. Allora perché non cercare un’azienda che
produce energia rinnovabile in mezzo alle Alpi? Per questo siamo volati in
Austria.

Verbund AG, precedentemente nota come Verbundgesellschaft o


Österreichische Elektrizitätswirtschafts-AG, è il più grande fornitore di
energia elettrica dell'Austria. Verbund copre circa il 40 percento del
fabbisogno di elettricità in Austria e ne genera il 90 percento dall'energia
idroelettrica, una delle fonti più pulite e più limitate che possiamo utilizzare.

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Verbund ha diverse caratteristiche.

Energia rinnovabile: Verbund è uno dei maggiori produttori di energia


rinnovabile in Europa. L'azienda gestisce una serie di centrali idroelettriche,
sia a livello nazionale che internazionale. Circa il 96% dell'energia prodotta da
Verbund proviene da fonti rinnovabili, in particolare l'energia idroelettrica.

Centrali idroelettriche: L'azienda gestisce centinaia di centrali idroelettriche,


alcune delle quali sono tra le più grandi in Europa. Queste centrali
idroelettriche non solo forniscono un'importante fonte di energia rinnovabile,
ma contribuiscono anche a regolare il flusso d'acqua nei fiumi e a prevenire le
inondazioni.

Integrazione verticale: Verbund è un'azienda completamente integrata


verticalmente, il che significa che controlla tutte le fasi del processo di
produzione dell'energia, dalla generazione alla trasmissione, alla distribuzione
e alla vendita finale all'utente.

Innovazione e sviluppo sostenibile: Verbund è attivamente coinvolta nella


ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni per l'energia
rinnovabile. L'azienda ha un forte impegno per la sostenibilità e l'ambiente,
lavorando costantemente per ridurre le emissioni di carbonio e combattere i
cambiamenti climatici.

Partnership e collaborazioni: L'azienda collabora con una serie di partner


nazionali e internazionali per sviluppare progetti innovativi nel settore
dell'energia. Questo include tutto, dalle reti di energia intelligente alla
mobilità elettrica, alla conservazione dell'acqua e della biodiversità.

L’azienda è estremamente interessante, con utili costanti e negli ultimi anni


in crescita. Non solo. La Verbund è una vera e propria azienda da dividendo,
ovvero che condivide regolarmente una parte dei propri utili ai propri
investitori da oltre 20 anni. Un vero campione da dividendi.

Per certi investitori un’azienda del genere potrebbe non essere molto
interessante, forse un po’ noiosa, ma questo è un caso in cui la noia paga e
anche bene, visto il dividendo da oltre il 3% di media l’anno. Un’azienda che
non sta ferma, dato che nel 2022 è entrata nel mercato Italiano e ha acquisito
nel 2020 il 51% di un’altra azienda di produzione energetica.

41
Guidando lo sviluppo di nuove energie rinnovabili in Europa, Verbund
contribuirà anche a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili a medio
termine e contribuirà a un'Europa climaticamente neutrale.

Anche l'implementazione dei progetti eolici e fotovoltaici in Spagna e degli


altri progetti sui mercati internazionali è stata avviata nel primo trimestre
2023. Tuttavia, reti forti e stabili sono indispensabili per una transizione di
successo verso l'energia pulita, motivo per cui l'enfasi principale
dell’ambizioso programma di investimenti di Verbund è attualmente sugli
investimenti nell'espansione della rete.

Verbund ha raggiunto un'altra pietra miliare mettendo in funzione i più


grandi accumulatori a batteria della Baviera. I due impianti di stoccaggio a
Diespeck e Iphofen insieme costituiscono la catena di stoccaggio a batteria
della Baviera settentrionale di Verbund con una potenza totale di 42 MW e
un volume di stoccaggio di 48 MWh. Le batterie di grandi dimensioni
vengono impiegate quando il carico sulla rete di distribuzione è
particolarmente elevato.

L'idrogeno verde è anche un importante motore della transizione energetica


e un campo pionieristico in cui Verbund svolgerà un ruolo fondamentale. Con
questo in mente, Verbund ha firmato un memorandum d'intesa con due
imprese nel primo trimestre 2023. Inoltre, Verbund ha siglato un accordo con
Masdar (UAE) con l'obiettivo di esplorare progetti per la produzione di
idrogeno verde per il mercato dell'Europa centrale.

L’azienda ha anche visto un netto miglioramento dei risultati pubblicati per il


primo trimestre 2023. L'EBITDA è aumentato del 18,7% su base annua a 967,3
milioni di euro. Il risultato del Gruppo riportato è aumentato del 2,8% a 529,0
milioni di euro e il risultato del Gruppo dopo l'adeguamento per effetti non
ricorrenti (effetti non ricorrenti nel primo trimestre 2023: 0,0 milioni di euro;
primo trimestre 2022: +50,7 milioni di euro) è aumentato del 14,1%.

Con 0,93, il coefficiente idroelettrico per le centrali ad acqua fluente era di 1


punto percentuale inferiore al valore dell'anno precedente e di 7 punti
percentuali inferiore alla media a lungo termine. Al contrario, nel primo
trimestre 2023 la produzione annuale da centrali ad accumulo è aumentata
del 13,5% rispetto al periodo di riferimento dell'anno precedente.

Parliamo di un’azienda con una valorizzazione di mercato che fluttua


attualmente intorno ai 25 miliardi, fatturato del 2022 che ha superato i 10
miliardi con un utile sopra gli 1,8 miliardi di euro.

Un’azienda che lavora in un mercato essenziale, con altissima domanda,


quello dell’energia, essenziale per la gran parte delle attività umane
giornaliere. Un investimento a basso rischio che ci permette di contribuire nel
nostro piccolo alla transizione ecologica.

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Le quotazioni aziendali in questo momento sono molto interessanti, infatti
dopo mesi di salita il prezzo delle azioni ha stornato verso il basso, dando
l'opportunità agli investitori per entrare a prezzi equilibrati e con un rapporto
Price Earning, che ci aiuta a misurare la bontà della valutazione, nella parte
bassa del range in cui ha fluttuato negli ultimi anni, dando un'indicazione
interessante, seppur parziale, sulla convenienza dei prezzi attuali.

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Verso un nuovo Adesso
15 Appello all'azione per la sopravvivenza del
pianeta e la trasformazione dell'umanità

La luce della luna inonda l'intero cielo da un orizzonte all'altro;


Quanto può riempire la tua stanza dipende dalle sue finestre. - Rumi

Ci avviciniamo alla fine di questo saggio, ma, come molti saranno d'accordo,
ci stiamo solo avvicinando all'inizio della nostra vera sfida: salvarci
dall’estinzione.

La storia dell'umanità è stata un costante flusso di conoscenze, evoluzioni e


rivoluzioni. Abbiamo visto le società umane passare da piccole comunità di
cacciatori-raccoglitori a complesse civiltà agricole, industriali e, infine, a
società tecnologicamente avanzate. Ogni passaggio ha portato con sé nuove
sfide e nuove opportunità, ma anche nuove minacce per la nostra
sopravvivenza.

L'era attuale, con la sua crisi climatica e i suoi pericoli connessi, non è diversa.
Siamo di fronte a una minaccia esistenziale che ci costringe a interrogarci su
come viviamo, su come ci relazioniamo con il nostro ambiente e, in ultima
analisi, su che tipo di futuro vogliamo per noi stessi e per le generazioni
future.

Le stesse forze - tecnologia, economia, politica - che hanno contribuito al


nostro problema attuale sono anche quelle che possono fornire le soluzioni.
Siamo noi, come società, che dobbiamo decidere come utilizzare queste
forze. Dobbiamo prendere decisioni consapevoli e informate basate su
una comprensione profonda dei problemi a cui siamo confrontati.

Se c'è una lezione da trarre da questo saggio, è che il cambiamento climatico


non è solo una questione di scienza o di tecnologia, ma una questione che
riguarda tutti gli aspetti della nostra società. E la società è fatta di singoli.
Richiede la nostra attenzione, la nostra creatività e, soprattutto, la nostra
azione. Ma per fare ciò, dobbiamo prima riconoscere la realtà del problema,
comprendere le sue cause e i suoi effetti e essere disposti a intraprendere le
difficili azioni necessarie per affrontarlo.

Questo non è un compito facile, essendo il problema incastonato nella nostra


essenza. Siamo intrappolati in un sistema di contraddizioni e conflitti ma
abbiamo anche la capacità di cambiare, di evolvere e di adattarci. Il futuro
può sembrare cupo, ma non è ancora scritto. Abbiamo il potere di scrivere il
prossimo capitolo della nostra storia. Quale sarà, dipende da noi, ognuno di
noi, dobbiamo essere come ogni goccia che crea una cascata.

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L’inquinamento esterno non è che lo specchio dell’inquinamento che
abbiamo dentro, un inquinamento che parla di dubbi, che parla di vuoti
esistenziali, carenze affettive, paure.

Affogare tutto ciò su TikTok, alla tv o dentro una pinta di birra artigianale è
comprensibile, ma significa affogare una parte di noi che chiede il nostro
aiuto, chiede d'essere ascoltata. Crediamo che sia la parte più debole o la
parte più capricciosa e fastidiosa, ma è solamente la parte di noi più
incompresa e quindi con più potenziale da scoprire.

Sprigionando questo potenziale avremo le energie e la chiarezza mentale


per essere umani migliori, consapevoli e con una propensione a vedere e
risolvere problemi che mai abbiamo vissuto fino ad ora. Ci sentiremo più
connessi a chi ci sta intorno e al mondo, questa connessione ci porterà ad
una comprensione profonda della nostra nullità come singolo individuo, ma
della nostra infinita resilienza come ecosistema se decidiamo di collaborare
con le forze e le leggi della natura, compresa la nostra intelligenza, creatività e
voglia di dominio. Insieme ognuno per sé, con sé.

Riallineando il nostro potenziale, facendo pulizia interiore, faremo pulizia


esteriore. Non sarà facile, ma dovrà essere. Questo è dannatamente
importante.

Qualsiasi investimento che farai sul reparto GreenTech, anche se


moltiplicherà x100 i tuoi soldi, non sarà lontanamente profittevole in
termini economici quanto un investimento sulla tua chiarezza interiore.

La chiarezza interiore, la profonda comprensione del proprio vero io, è come


un fiume tranquillo che scorre in un prato verde, silenzioso, ma con una forza
vitale indomabile.

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Ogni essere umano è un mondo unico, una sfida vivente che chiede di essere
esplorata e compresa. Non comprenderla e vivere nel mondo, equivale ad
essere in una Ferrari, senza saperlo, e non usare le marce oltre la seconda,
perché non abbiamo avuto l’accortezza e la pazienza di studiare dove siamo.

La cosiddetta “illuminazione” non giunge dall'esterno, ma emerge


dall'interno, quando il nostro occhio interiore si apre alla profonda realtà
del nostro vero io. Non possiamo trovare la chiarezza nelle parole degli altri,
nei libri o nelle filosofie. La verità che cerchiamo è già dentro di noi,
aspettando di essere scoperta.

La chiarezza interiore non è una meta da raggiungere, ma un viaggio da


compiere. È un processo di continua scoperta, di confronto con se stessi e
con il mondo. Come un loto che si apre alla luce del sole, la chiarezza interiore
ci permette di vedere noi stessi e il mondo intorno a noi in una luce
completamente nuova.

Non c'è nulla di più bello o potente di una persona che ha raggiunto la
chiarezza interiore. Questa persona è come un faro di luce in mezzo al mare,
guidando gli altri verso la verità e l'armonia. Le sue parole e le sue azioni
sono ispirate dalla sua profonda comprensione di se stesso e del mondo.
Non è influenzato da desideri o paure egoistiche, ma agisce in accordo con la
profonda verità interiore. Così agendo i suoi pensieri e azioni non possono che
essere in armonia con cosa lo circonda.

Il percorso verso la chiarezza interiore è un viaggio interiore, un viaggio


nell'essenza del tuo essere. Non è un percorso facile o lineare, ma è il percorso
più gratificante e trasformativo che si possa intraprendere. Quando raggiungi
la chiarezza interiore, non solo vedi la verità del tuo vero io, ma anche la
bellezza e la sacralità di tutto ciò che esiste. La chiarezza interiore è la chiave
che apre la porta alla vera libertà e alla vera felicità.

Per vedere il sole al di là delle polveri sottili, eliminiamo prima le polveri


sottili che avvolgono il nostro potenziale.

E se per un report di investimenti questo può sembrare un finale bizzarro,


non sai quanto sia più bizzarro un essere vivente che sia la causa della propria
stessa estinzione.

CI VEDIAMO AL CORSOIN DIRETTA


MARTEDÌ, 26 SETTEMBRE - 20:30

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