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Capitolo 2: La formazione – Geometrico e proto-geometrico

2.1 Il rapporto dei Greci con il passato proto-storico


Tra la fine della fase micenea e la Dark Age si interruppe il sistema amministrativo di tipo palaziale.
Il passato miceneo contribuì alla nascita di racconti mitologici che narravano il passato. I resti
micenei erano costituiti da abitazioni e costruzioni funerarie, che posero le basi per la narrazione e il
rito greco. Si mantennero vive, nel culto greco, la ritualità del banchetto collettivo seguente al
sacrificio animale.
Dunque il passato, ricostruito e immaginario, creò la formazione di una nuova società e del suo
patrimonio culturale.
2.2 Il popolamento in età proto-geometrica
• Decrescita della produzione artigianale, crisi produttiva.
• Instabilità politica.
La mancanza di un'amministrazione centrale fece emergere il basilèus (un artigiano
specializzato nella lavorazione del metallo poi capo, re).
• Migrazioni (dovute alle cause precedenti) avevano creato comunità autonome che
affermarono ben presto la loro identità.
2.3 La formazione delle polis
La nascita delle polis era collegata alle migrazioni. La loro comparsa dipese da più fattori, quali:
1. Incremento della popolazione e del consumo.
2. Stabilizzarsi delle pratiche religiose e sociali.
3. Comparsa dell'alfabeto fenicio, acquisito tramite il commercio marittimo.
4. Aspetto bellico e difensivo.
5. Divisione del corpo civico in classi sociali.
Le polis si differenziarono dai palazzi micenei poiché, più che una dinastia, si trattava di
aggregazione sociale (comunità, abitato e territorio) che si basava sulla partecipazione.
La polis nacque anche in seguito al culto poliadico, ossia il possesso della città da parte di una certa
divinità, che garantiva protezione e sviluppo e a cui i cittadini rendevano grazie (es. Atena con
Atene).
• Emergenza del sacro
• Organizzazione dell'insediamento
• Sviluppo delle forme residenziali
• Fruizione dei beni e del territorio
Le prime abitazioni di età geometrica erano costituite da strutture in mattoni crudi o con pareti di
fango su intelaiatura lignea che poggiavano su uno zoccolo di pietra, con tetto stramineo (fatto da
strame di paglia). Le due forme principali erano quella absidata e quella rettangolare.
Mentre città come Lefkandi e Nichoria erano formate da gruppi di case isolate tra loro, Zagorà
presentava gruppi di abitati compatti composti da più vani e articolati attorno ad un cortile. Un altro
esempio era Smirne, una città dotata di fortificazioni per la protezione dell'insediamento.
Quest'ultima preludeva alle successive città stato più evolute.
Uno dei sintomi della nascita delle città stato era la necessita di organizzare lo spazio sacro - i
santuari urbani.
2.4 L'emergenza del sacro
La pratica sacra è una propensione alla ripetizione in sequenza di una serie di atti formali.
Il rituale si svolgeva in un'area definita in cui l'altare era il centro dell'attività sacra.
In sintesi, il rito prescriveva una serie di azioni che culminavano con il sacrificio (cruento e
incruento) e prevedevano, poi, la condivisione della vittima in un pasto collettivo che non sanciva
solo il rapporto tra fedele e divinità, ma un senso più largo di appartenenza e solidarietà fra i
membri del gruppo sociale.
L'architettura
Le prime strutture sacre collettive risalivano all'Età del Bronzo.
• Età proto-geometrica: Assenza di costruzioni. Il luogo sacro era segnalato solo dalla
deposizione di materiale votivo.
• Età geometrica: Elaborazione dell'abitazione. Questa non era specializzata ad un'attività ben
precisa. Il culto, quindi, era praticato nelle abitazioni degli aristocratici, che garantivano la
fruizione ad una collettività ristretta. Nel periodo geometrico medio, la casa del dio
rispecchia i modelli abitativi della classe dominante.
• Età orientalizzante: Si svilupparono i primi santuari urbani (come centri di incontro nelle
polis) e extraurbani (punti di contatto con l'esterno). Un esempio di santuario urbano era
quello di Kalapodi, sede del culto di Apollo. Santuari extraurbani erano quelli di Zeus a
Olimpia, Era ad Argo, Samos a Corinto.
I primi edifici di culto erano realizzati con un'ossatura di legname e rami intrecciati rivestita da
argilla cruda (tradizioni preistoriche). La Dark age aveva sicuramente preferito i luoghi naturali per
la messa in atto del rituale, attribuendogli connotazioni sacre.
Se prima il culto era rilegato a pochi, con i santuari il culto si amplia a tutti.
L'urbanizzazione rese le città sempre più complesse e fu la causa primaria della specializzazione
degli edifici.
Il santuario o tempio era cosi composto dal naos e dai temenos (lotto) ,dall'altare che ospita
l'immagine del culto.
2.5 Produzione, consumi e commerci
La Dark age può essere seguita attraverso lo studio della ceramica. Se nel periodo sub-miceneo la
produzione ceramica era scarsa, la pratica riaffiora successivamente al proto-geometrico.
Età proto-geometrica (1100-900):
Questo linguaggio stilistico derivava dalla ceramica sub-micenea. Fulcro della produzione erano
l'Attica e l'Eubea. Le forme erano semplici, poche e regolari e non occupavano interamente tutta la
superficie del vaso. Tra le più utilizzate si trovano cerchi concentrici (realizzati con il compasso),
linee, meandri e onde. Si producevano principalmente crateri, coppe a piede ampio, idrie e anfore.
Età geometrica (900-850):
Questo stile si differenzia per le fitte geometrie, moduli e ripetizioni calligrafici In aggiunta
troviamo per la prima volta figure umane e cavalli rappresentati in modo semplice. Il linguaggio
figurativo aveva l'intento di simboleggiare un sentimento. Le scene maggiormente rappresentate
erano i funerali. Per questa occasione la ceramica divenne monumentale, raggiungendo grandi
dimensioni, poiché i vasi venivano utilizzati come segnacoli per le tombe.
Le raffigurazioni erano il simbolo del defunto e, in caso di uomini abbienti, dovevano rendere onore
al loro status sociale. I cavalli e i carri, per esempio, erano il simbolo della ricchezza di un
proprietario agricolo. Le scene più dipinte erano: trasporto del defunto sul carro, sfilate di cavalieri
e di carri nel corteo funebre, oppure lotte e duelli, battaglie navali e naufragi.
La figura umana era dipinta a forma nera piena, il torso come un triangolo con braccia lineari, le
teste come macchie nere. Troviamo, inoltre cavalli, uccelli, cervi, capre.
Lo stile geometrico si divide a sua volta in diversi sotto-stili, dipendenti dal luogo di sviluppo.
• Stile del Dipylon o dei ceramisti, sviluppatosi ad Atene e poi divenuto lo stile dominate.
I vasi erano molto grandi (fino a 1m 40cm) ed erano utilizzati nei riti funebri come
contenitori di ceneri o posti come segnacolo sulle tombe, come nei banchetti. Gli schemi
geometrici riempivano interamente il vaso in modo calligrafico. Le scene rappresentate
tendevano a ''eroicizzare'' i defunti per le loro gesta in vita. Lo status sociale del defunto era
simboleggiato dal numero di profiche (principalmente donne che piangevano a pagamento)
presenti al funerale.
• Stile di Corinto: Il vaso diminuisce di dimensione, proprio come i disegni che non seguono
più schemi ripetitivi. A ripetersi erano gli animali o i fiori, dipinti manualmente e in modo
semplice. Cambiò anche il colore delle ceramiche. Mentre le terracotte ateniesi avevano un
colore rosso accesso (frutto dell'ossidazione del ferro presente all'interno dell'argilla del
luogo), i vasi di Corinto erano tendenti al giallo a causa della presenza del calcare nel
terreno. Entrambi gli stili erano presi come spunto per l'elaborazione di altri prototipi. Per
esempio, la ceramica delle isole Cicladi (Santorini, Delo ec..) riprese rispettivamente il
colore rosso delle terracotte di Atene e la semplicità dei disegni corinzi.
Le differenze coloristiche delle ceramiche erano di tipo geologico, ma anche strettamente
collegate al tipo di cottura e ossidazione.
• Stile di Argo: Prese spunto dalle ceramiche ateniesi. Erano di grandi dimensioni e
fortemente geometrizzate. I vasi di Argo erano destinati al commercio marittimo.
• Stile della Beozia o Beotico, seguì una linea autonoma. Essendo un'isola, non venne
influenzata dalle altre tendenze. In questo stile vennero rappresentate per la prima volta delle
storie mitologiche. Le ceramiche erano di piccole dimensioni e di colore chiaro. In generale,
le isole parlavano un linguaggio misto. Le linee erano geometrizzate ma il colore era
diversificato. La bicromia era una caratteristica del vasellame di Cipro, un'isola famosa per
le tecniche di ossidazione e di cottura dell'argilla. L'accostamento di entrambi i colori, rosso
e nero, era ottenuto con la cottura a doppia atmosfera (con spesso l'aggiunta di grafite).
Nel tardo geometrico i vari stili si sovrapposero proprio perché la ceramica venne commerciata
come supporto dei beni di sussistenza per tutto il Mediterraneo e influenzò la nascita di nuove
tipologie. Si trasportava vino (famoso anche per il suo contenitore), olio, essenze profumate, grano,
colori, trucco e minio per tintura.
2.6 La colonizzazione
La testimonianza più evidente dell'intensificarsi degli scambi è rappresentata dall'esportazione della
ceramica greca. Di pari passo ai fenomeni di scambio e contatto, si presentarono anche trasferimenti
di nuclei di persone.

Capitolo 3: Espansione e sviluppo (l'orientalizzante)


3.1 L'affermazione delle polis
Nel periodo orientalizzante si ebbero grandi sviluppi per quanto riguarda l'organizzazione degli
insediamenti. Le polis arrivarono ad una consapevole suddivisione regolare dei terreni e delle
proprietà.
3.2 L'architettura sacra
Nella costruzione degli edifici templari, durante il VII secolo, si passa dall'uso dei materiali
deperibili a quello della pietra (litizzazione). Inoltre avvennero forme di decorazione, attraverso i
primi ordini architettonici. Si affermarono due linguaggi distinti: il dorico, stile che si afferma nella
madrepatria, e lo ionico, tipico dell'Egeo e della microasia. Dai due ordini, si svilupparono diverse
varianti, in base alla produzione delle polis, ma anche ibridazioni e contaminazioni dipendenti dai
contatti con l'esterno.
Terracotte e novità architettoniche:
• Coperture in terracotta, con Corinto al centro della produzione (età protocorinzia). Gli
esemplari più antichi sono quello di Apollo a Corinto e Poseidone a Isthmia. La
fabbricazione delle singole tegole creò lavori specializzati, cantieri, investimenti e la
distribuzione economica agevolò la crescita della polis.
• Terracotte architettoniche nella Grecia nord-occidentale.
• Nuove tipologie edilizie provenienti dalla Grecia insulare, come la stoài (portici colonnati),
propilei (porticato antistante al tempio) e bestiatòria (edifici per i pasti sacri comunitari).
Tra i templi più importanti del momento si ricordano:
1. Il santuario extraurbano di Era a Samo
2. L'Hekatòmpedon
3. L'Artemision di Efesto
La crescita degli spazi sacri in madrepatria e in periferia sembrò partecipante di un fenomeno
univoco, in cui la definizione architettonica si diramò nei diversi particolari locali di identità ben
distinte.
3.3 Produzioni, costumi e commerci nell'età orientalizzante
Il periodo orientalizzante (700-625) fu anticipato da fenomeni di apertura culturale già dalla fine del
geometrico medio. L'esportazione del vasellame e dei manufatti coroplastici mostrò il carattere
internazionale del culto.
A distinguere la produzione orientalizzante erano proprio i motivi iconografici e decorativi di
matrice orientale.
La ceramica protocorinzia è una classe di vasi di età orientalizzante. Il periodo protocorinzio si
divide in tre gruppi che ne scandiscono la durata.
• Protocorinzio antico o APC (720-690): I motivi decorativi erano elementi floreali e vegetali
in un disegno ancora geometrico.
• Prima fase del protocorinzio medio o MPC: Comparve un primo stile a figure nere che
inscena racconti mitologici.
• Seconda fase del protocorinzio medio o MPC II: La pittura era calligrafica e incisione era
ampiamente utilizzata (scene come teorie animali, figure mitologiche, battaglie)
• Protocorinzio tardo o TPC (650-630): I fregi erano sovrapposti e intricati, con policromia su
sfondo nero e la rappresentazione di animali più grandi (aumenta la velocità nella
produzione). Importante vaso di questo periodo è l'òlpe Chigi.
Durante il VII secolo, la ceramica protoattica rimase ai margini della produzione. Il protoattico
(700-675) rimase legato agli schemi tardo-geometrici, senza mostrare interesse per le nuove
iconografie.
I modelli orientali si unirono alla tradizione: elementi vegetali e uccelli erano raffigurati in modo
disordinato e narrativo. Nacque un nuovo stile bianco-nero, con figure a contorno su una base
bianca. Il vasellame era di grande dimensione, proprio come da tradizione.
Creta, invece, sviluppò una scultura monumentale nuova e legata all'artista Dedalo. Le statue erano
in legno o in lamina di bronzo sbalzata (es. statuette di Apollo, Latona e Artemide provenienti dal
tempio di Apollo a Dreros). Le decorazioni sulla pietra si presentano di natura geometrica. In
particolare i capelli, divisi in trecce, erano sormontati da copricapi quali pòlos.
Queste statuette erano utilizzate come decorazione per i templi.
Lo stile di Creta influenzò l'intera Grecia.
Oltre alla scultura a tutto tondo, nacque la bronzistica (calderoni orientali e armi da difesa).
Altre innovazioni artigianali furono le plastiche fittili legate all'esigenza di culto (pinakes, quadretti
di argilla).

Capitolo 4: L'identità religiosa


4.1 Il politeismo greco
Le comunità greche, seppur diverse in cultura e politica, erano accomunate dalla lingua e dallo
stesso politeismo, quest'ultimo eredità micenea. Risultano diversi i luoghi di culto.
Il Pantheon greco comprendeva 12 figure con ruoli e competenze distinte, disposte su una scala
gerarchica (Zeus e Era al vertice, i figli Atena e Efesto, le sorelle Hestia e Demetra, i fratelli
Poseidone, Ade e Ares; i gemelli Apollo e Artemide, come Hermes sono considerati figli di Zeus ma
avuti con altre mogli, quali Latona e Maia).
Ogni comunità aveva una propria tradizione narrativa e una propria divinità protettrice a capo della
regione (es. Atena per Atene, Era per Argo ecc..).
Oltre alle divinità, avevano un ruolo importante nel culto anche i semidei, gli eroi e i dàimones
(demoni). Spesso un eroe era l'antenato di un gruppo sociale, prototipo iniziale per l'invenzione di
forme culturali collettive, replica o memoria di un'azione eroica iniziale.
4.2 Il rituale
Il rituale è la concretizzazione della credenza religiosa. Questa rafforza e crea legami comunitari e
unioni e consolida l'identità sociale. Il mito e il rito greco, seppur derivanti dalla protostoria, si sono
evoluti in modo originale.
Il rito sacro si esprimeva con: la preparazione, la processione, il sacrificio (cruento o incruento), il
banchetto collettivo, la narrazione mitica, la preghiera e la festa (balli, canti e opere teatrali). Il
centro dell'attività sacra è l'altare. Poteva essere di diverse tipologie: altare sul livello di calpestio;
altare ricavato da elementi naturali (grotte o anfratti); altare architettonico. L'ambiente naturale
poteva essere considerato sacro – àlsos, come per esempio l'olivo di Atena sull'Acropoli ateniese.
Importanti nel rituale risultavano anche l'abbigliamento, la capigliatura, le maschere rituali (dalle
fattezze umane, animali o nessuno delle due), i copricapi (pòlos), le corone e le bende, tutti
marcatori identitari di uno specifico rito.
Gli strumenti utilizzati erano i canestri per le offerte, i coltelli e le asce per il sacrificio animale, i
vasi per il sangue o le libagioni (phiàle), a cui si aggiungevano gli strumenti musicali per scandire il
ritmo del rito (flauto, lire e cetre).
La ricerca archeologia, in molti casi, ha permesso di ricostruire i comportamenti religiosi attraverso
la documentazione e lo studio dei depositi primari, quali i resti del sacrificio, della libagione e gli
utensili impiegati.
4.3 Funzioni e tipologie costruttive del sacro
Il tempio nasce in uno spazio pertinente. Nella maggior parte dei casi punta verso est. Il sua
posizione poteva essere dovuta alla presenza di preesistenze sacre. La forma e l'articolazione interna
dipendevano dalle attività da svolgersi e alla necessità di più o meno spazio.
Definizioni:
• Tempio - santuario: Luogo sacro che ospita l'immagine del culto.
• Thesauròs: Luogo sacro destinato a conservare i doni votivi o il tesoro della divinità.
• Tempio a òikos: Tipologia templare semplice derivata dalle abitazioni, formata da un
vestibolo (cella in naos) chiuso e rettangolare. Può ospitare il focolare sacro dove la
comunità si riunisce per il sacrificio e il banchetto.
• òikos absidato
• àdyton: Luogo retrostante alla cella addetto alle pratiche misteriche o alla protezione di
oggetti sacri. Spesso non è legato alla segretezza e ospita la statua del culto (diventando un
thesauròs).
• Opistodomo: Spazio non accessibile dalla cella e opposto al pronao, che contiene gli oggetti
votivi. È un luogo chiuso da cancelli.
• Tempio in Antis: Tempio in cui i muri della cella si prolungano fino alle due colonne situate
davanti all'entrata. Possono essere monostili, tristili, distili, ma anche tetrastili, pentastili o
esastili.
• Monòpteros o Monoptero: Tempio formato da un giro di colonne.
• Stoài: Passaggi coperti o portici per collocare oggetti di grandi dimensioni.
• Tempio Prostilo: Templi che possiedono un portico di colonne sulla facciata e che non
possiedono colonne esterne sui restanti lati (in antis).
• Tempio anfiprostilo: La fronte prostila simmetricamente replicata sul retro, in caso di
opistodomo.
• Tempio periptero: Tipologia templare circondata da un giro di colonne. Può essere esastilo o
ottastilo, ma anche formato da colonne dispari.
• Tempio diptero: Se si trovano colonne che circondano la cella.
• Peristasi: ll colonnato che circonda la cella del tempio periptero.
• Tempio pseudoperiptero: Se le colonne perimetrali della peristasi sono semicolonne
addossate alla parete.
• Telesteria: Luoghi legati ai culti misterici che accolgono solo gli iniziati.
• Tholos: Luogo a pianta circolare con funzione inizialmente funeraria, da poi anche politica.
4.4 Il deposito votivo
Il deposito votivo è una traccia archeologica legata al deperimento di doni votivi, sacrifici animali,
offerte alimentari e libagioni o altri materiali, beni in sé effimeri e degradabili.
Si tratta di materiali devoti all'attività rituale, accumulati in prossimità di luoghi sacri. Con l'oggetto
donato, il fedele cercava di creare un legame con la divinità che venera o a cui rende grazie. A causa
delle grandi quantità di materiale, i doni venivano spostati in depositi. Vi sono attestazioni letterarie
o moduli di catalogazione che offrono informazioni sulla frequentazione del luogo e del rito (da
quale momento, fino a quando, con che frequenza).
Ogni fedele cercavava di esporre in primo piano il proprio dono, con l'intenzione di renderlo
visibile a tutti, nelle vicinanze dell'altare o della statua del culto.
• Pinax: Tavoletta votiva incisa che rendeva grazie alla divinità e accompagnava il dono.
4.5 Gli anathèmata o offerta votiva
Lo scambio di doni regolava il rapporto fra uomo e divinità. Si basa sulla reciprocità. La richiesta o
dono alla divinità creava un vincolo che la porta a sdebitarsi.
1. Nella società aristocratica, la ricchezza del dono votivo simboleggiava anche l'alto status
sociale della persona o della famiglia di provenienza.
2. Nei ''common-man'', il dono era devoluto indipendentemente dal suo valore economico.
Gli inventari rappresentano una grande fonte di informazione sulla quantità di materiale depositato
nei santuari e la posizione esatta di questi.
Molti oggetti erano ex-voto, ovvero oggetti donati dopo che, successivamente alla richiesta di voto
da parte del fedele, la divinità aveva esaudito la grazia.
La natura del dono: Nella maggior parte dei casi, la loro tipologia poteva essere scelta liberamente.
In altre occasioni bisognava uniformarsi ad uno standard imposto da un certo evento cerimoniale.
In sintesi, il dono era un oggetto bello che allieta la divinità e rende la memoria del donatore, il cui
nome era citato in incisioni sulle basi o sulle statue (se si parla di Koùroi o Korài). Si uniscono due
simboli:
• Auto-rappresentazione laica del donatore
• Codice religioso convenzionale
4.6 La produzione per il consumo del sacro
I materiali erano manufatti artigianali. Si distinguevano gli oggetti votivi ''per trasformazione'' e gli
oggetti votivi ''per destinazione''. I primi erano convertiti in un secondo momento all'uso religioso,
mentre i secondi nascevano per essere impiegati nel rituale o dedicati alle divinità, come le statuette
fittili o la ceramica miniaturistica.
➔ Modellazione a mano del manufatto. La produzione era lenta ma creava oggetti
particolari e curati, simbolo della località di appartenenza.
➔ Modellazione con tornio. Gli oggetti venivano prodotti con più velocità, ma mantenevano il
loro essere artigianali.
➔ Stampo con matrici uniche e matrici bivalve: (archetipo, prototipo, matrice (fuori), opera di
prima generazione, patrice (dentro), matrice, opera di seconda generazione). Questa tecnica,
inizialmente, era destinata solo alla testa della statuetta, poi venne utilizzata per la parte
frontale e solo successivamente, con le matrici bivalve, venne utilizzata per la produzione
dell'intero manufatto. Con la nascita dello stampo si ha un primo accenno di produzione
industriale, che creava oggetti uguali tra loro in poco tempo. Con la rigenerazione delle
matrici di seconda generazione, si perde molta della bellezza e della qualità.
La produzione coroplastica adottò un linguaggio comune da cui le varie località svilupparono
prodotti autonomi. L'Attica, con Atene, era la regione che spicca nella produzione della ceramica.
Nel Peloponneso si ricordano Argo e Corinto.
Anche per la ceramica, esistevano classi, forme e decorazioni riservate all'uso cultuale. La
coroplastica trovava il suo corrispettivo nei vasi miniaturistici. Potevano esserci specializzazioni
riguardo le tradizioni specifiche di un singolo santuario (es. Brauron di Artemide che raccontano i
riti di passaggio femminili).
Alcuni impianti artigianali sorgevano nei pressi di santuari, e quindi producevano solo manufatti
cultuali, in terracotta e in ceramica, ma anche in metallo.
Il rituale funerario
Per i Greci, la pratica funeraria era molto importante, sia per l'importanza che davano alla religione
e alle pratiche di culto, sia per il significato sociale che aveva la tomba. Fasi del rito:
• Esposizione in casa del defunto.
• Trasporto nel sepolcreto la notte.
• Lamentazione e preparazione del corpo alla sepoltura.
• Sepoltura.
Il funerale nelle polis greche era un'occasione per attuare gesti di solidarietà tra famiglie o di gruppo
(condivisione di cibo , gestione del rito..)
Si distinguono due tipologie di sepoltura:
1. Inumazione. La pratica preistorica, consisteva nella sepoltura supina del cadavere in fosse
scavate nella terra o nella roccia,costruite con lastre o tegole, oppure all'interno di sarcofagi
fittili. I bambini o gli adolescenti erano anche disposti in giare o vasi di grandi dimensioni.
2. Cremazione. Nacque durante la fase sub-micenea ma solo durante il periodo proto-
geometrico venne utilizzata per la sepoltura di adulti. Non venne mai utilizzata in caso di
morte infantile. Si mostrò una recessione del suo utilizzo durante l'età geometrica.
Le due pratiche, spesso legate a tradizioni familiari o di gruppo, coesistettero nel tempo.
2.a Cremazione primaria: incinerazione del defunto in prossimità della fossa di sepoltura.
2.b Cremazione secondaria: incinerazione nella fosse e deportazione delle ceneri in urne.
La tradizione eroica influenzò molto la tradizione funeraria, soprattutto la mitologia che diede
spunto per tecniche di sepoltura come la cremazione e il seppellimento entro calderoni bronzei o
vasi metallici.
All'interno della tomba si trovavano contenitori dall'uso pratico e dal significato simbolico. Questi
oggetti alludevano alle pratiche rituali, alle convinzioni ideologiche, allo status sociale, al sesso, al
ruolo sociale e al prestigio.
Il tumulo, una sepoltura sopraelevata, era simbolo del valore del defunto, della sua posizione nella
scala genealogica e nella società. Nacquero nell'età proto-geometrica. Si trattava di monumenti di
terra e pietra ai quali, nell'età geometrica, si affiancavano vasi di grandi dimensioni. Nel periodo
orientalizzante divennero monumentali e di grandi dimensioni.
Il corredo funerario dipendeva dal sesso del defunto.
• Corredo femminile: ostentava il benessere della famiglia di provenienza più di quello
maschile, austero. Conteneva l'abbigliamento, ceramiche di corredo, contenitori per versare
e per bere, gli accessori femminili.
• Corredo maschile: Più scarno, non poteva contenere al suo interno armi o accessori legati
alla guerra. I coltellini e i pugnali venivano corredati solo in caso il defunto fosse cavaliere,
macellaio o sacerdote sacrificatore nei rituali.
Se in madrepatria il corredo ceramico si presentava scarno e sintetico, nelle regioni costiere e nelle
colonie avvenne il fenomeno contrario. Si prediligeva l'ostentazione, anche eccessiva, della facoltà
familiare tramite scene dipinte sui reperti, che mostravano l'ambiente sociale del morto e la sua
ideologia. Inoltre, la morte della persona abbiente veniva pianta da una moltitudine di lamentatrici
(più erano, più era importante il morto). Dallo status sociale dipendeva anche il tempo impiegato
per la cerimonia funebre.
A tal proposito la Grecia centrale emanò leggi anti-suntuarie, cercando di ridurre la visibilità del
contrasto sociale. Alcuni gruppi sociali e regioni arrivarono anche a rinunciare completamente al
corredo funerario (anche per segnalare un nuovo modo per differenziarsi).
Le necropoli, dunque, diventano un modo per leggere la società e i fenomeni ad essa legati e per
ricostruire il sistema culturale. La società dei vivi però spesso non coincideva con la società dei
morti. Era frequente l'esaltazione del defunto, moralmente e fisicamente, e l'attribuzione ad esso di
caratteristiche di cui non era dotato per aumentarne l'importanza e il rilievo.

Capitolo 5: Il mondo delle poleis (l'arcaismo)


5.1 La cultura aristocratica
La parola aristocrazia deriva dal greco ''potere dei migliori''. Si tratta di un gruppo ristretto di
persone nella comunità che si adopera a conservare una serie di privilegi di classe. Le famiglie più
emergenti partecipavano alla gestione della pubblica amministrazione.
Il potere e la ricchezza determinavano anche il comportamento funerario. Le tombe formali,
esclusive dei ricchi, erano chiari indicatori di disuguaglianza sociale ed economica, nonché
culturale. Queste disparità erano esplicitate dai corredi e dalle tipologie tombali, ma anche dalla
moda imposta dalla classe sociale dirigente (sempre in continuo cambiamento). Proprio come gli
eroi, la vita e le attività (come i simposi) dei nobili erano scritte in racconti o illustrate graficamente.
La vita aristocratica, dunque, diventò un modello esemplare da seguire, i cui partecipanti erano
dispensatori di benessere e stabilità.
5.2 Le esperienze tiranniche
Al crescere delle polèis, crebbero le necessità di controllo delle problematiche strutturali (crescita
demografica ed economica e mobilità sociale). Il rango personale finì per essere stabilito dal
possesso dei mezzi di produzione e dall'accrescimento della ricchezza.
In un contesto storico del genere, la popolazione tendeva ad attribuire il giudizio ad una persona di
ceto aristocratico di carattere tirannico e autoritario. Il governo tirannico:
• Pose le basi per l'illegalità
• Diventò il simbolo della libertà calpestata e dell'ingiustizia
• Si opponeva al potere delle oligarchie dominanti
• Realizzò opere pubbliche (strade, acquedotti e cisterne) parte della propaganda
• Investì economicamente per ridistribuire la ricchezza.
5.3 La città arcaica: urbanistica e funzioni
La città arcaica aveva due possibili articolazioni:
• Nel primo caso l'insediamento si organizzava intorno ad un'acropoli, collocata su un'altura,
oppure nelle vicinanze di vie di comunicazione per il commercio. Il nucleo abitato o città
bassa si espandeva in modo radiale. Al di fuori veniva collocata la necropoli.
• Nel secondo caso la maglia urbana era divisa in lotti uguali e rettangolari che formavano
uno schema ortogonale, delimitato da vie primarie (grandi) e secondarie (piccole).
Gli elementi urbani:
• Mura difensive: avevano sia il compito di proteggere da aggressioni o minacce esterne, sia
da ''mezzo'' per entrare nella città attraverso punti di accesso monumentali.
• L'agorà: era il luogo di incontro sociale e politico della città (es. assemblea cittadina). Era
posta al centro dell'insediamento, indipendentemente dal tipo di assetto urbano. Vi si
svolgevano anche feste, gare atletiche e rappresentazioni teatrali (es. agorà di Metaponto, di
forma circolare sembra un teatro)
• L'acropoli: Era la parte più alta della città dove si trovava il tempio della divinità poliadica.
Non era destinata solo al culto ma anche alla vita sociale e politica.
• Chora: Si trattava delle terre destinate all'agricoltura, divise in cleros (centurie nelle città
romane). I possessori di tali appezzamenti erano persone facoltose e spesso politicamente
impegnate.
5.4 L'architettura arcaica
Il processo di litizzazione, iniziato nel periodo orientalizzante, si concretizzò nell'età arcaica, in
concomitanza della nascita degli ordini architettonici.
Come per la coroplastica e l'artigianato, Corinto possedeva il primato sulla produzione templare nel
Peloponneso. Un esempio di tempio corinzio è quello dedicato ad Apollo: si tratta di un edificio
sacro periptero, con massicce colonne doriche, innovativo per le metope nel pronao e per la nuova
copertura fittile. Il tempio di Apollo era destinato a diventare il modello di santuario più utilizzato
nella madrepatria.
• Santuario di Zeus ad Olimpia di Elide (periptero esastilo dorico)
• Artemide Orthìa a Sparta (prostilo in antis, con frontoni figurati e tetto laconico policromo)
• Hekadòmpedon ad Atene in Attica, dedicato ad Atena Parthènos (sotto l'influenza di
Pisistrato)
• Ricostruzione di Atena Polìas (periptero dorico esastilo)
• Sempre in Attica, Demetra a Eleusi: (oltre all'Artemìsion) si costruirono altri tempi e
strutture teatrali permanenti.
• Santuario di Delfi: 1) Originale struttura distila in antis, fortemente decorata con statue
(kòrai) che sostituiscono le colonne frontali. 2) Ristrutturazione post-incendio della struttura
in maggioranza in marmo in stile ionico.
• Santuario di Kalapodi: due edifici costruiiti con materiale deperibile indubbiamente di
influenza corinzia.
5.5 I santuari panellenici
Alcuni santuari della Grecia avevano valenza panellenica , ovvero il loro culto era considerato
sovranazionale. Questi santuari panellenici svolsero un ruolo importante poiché crearono
aggregazione fra diverse poleis, favorendo il consolidarsi di un'identità comune, inoltre attirarono la
benevolenza dei poteri politici che li resero riccamente monumentali.
Nei santuari si svolgevano anche gare atletiche e musicali, spesso legate a celebrazioni funerarie di
eroi o a riti di passaggio.
• Olimpia: Il grande tempio dedicato a Zeus venne eretto nel 470 a.C. Si tratta di un tempio
dorico periptero contenente una gigantesca statua criselefantina della divinità realizzata da
Fidia (Zeus Olimpio).
• Delfi: Il santuario di Apollo era originariamente dedicato a Gaia. Il tempio diventerà punto
di riferimento per l'architettura dorica, nonostante presenti chiare caratteristiche dell'edilizia
ionica. Delfi divenne così un luogo di sperimentazione artistica.
• Isthima: Il santuario era associato al culto di Poseidone.
• Nemea: Le Nemee (festa nazionale greca) iniziarono con la proclamazione della
panellenicità del santuario di Zeus.
5.7 La produzione artistica
La produzione artistica venne incrementata dallo sfruttamento delle cave di marmo. Rilevante
nell'uso del marmo e nel suo commercio era l'area delle isole Cicladi, abbondanti di cave.
La produzione dell'isola di Nassio (Naxos) si differenziava per la dimensione al vero o maggiore
delle sue statue, ancora in via di sperimentazione. Le statue erano utilizzate sia nell'ambito privato
che in quello pubblico. Erano opere di cui la comunità poteva beneficiare, un'occasione per
affermare un potere politico, economico e culturale o un legame con una divinità.
La quasi totale assenza di documentazione a riguardo e il lavoro di artisti erranti rese difficile
l'individuazione di scuole regionali. Si sa, però, che la disponibilità di materiale per la lavorazione
in alcune aree favorì l'insorgere di particolari stili, come nelle isole Cicladi, ad Atene e a Samos.
Tipi iconografici e funzioni della scultura:
I soggetti simbolo della scultura arcaica a tutto tondo erano i Koùros (figure maschili) e le Kòre
(figure femminili): si trattava di raffigurazioni di divinità, eroi o del devoto stesso esposte nei
santuari oppure utilizzate come segnacolo funerario (Sèma).
Le sculture apparivano stanti e viste frontalmente, con braccia distese, in altri casi lievemente
portate avanti (nei maschi) o intente a reggere i panneggi delle vesti (nelle femmine). I Koùros
erano nudi, intenti a rappresentare la virtù agonistica (nonché i valori aristocratici).
• Il gruppo di Koùroi dal santuario di Poseidone al Sounion, in Attica (600).
• La coppia di gemelli argivi Cleobi e Bitone, dedicati al tempio di Apollo a Delfi (580).
Argo si differenziò per una differenze iconografia delle Korè, non più vestite da panneggi
svolazzanti ma fasciate da una struttura tubolare a pieghe ornamentali.
Ad Atene le sculture vennero utilizzate come dedica alla divinità poliadica, donando all'Acropoli di
una forte impronta identitaria.
Nel VI secolo si sviluppò anche la scultura architettonica, le cui caratteristiche si basavano sul tipo
all'ordine del tempio (metope nel fregio dorico, lastre continue in quello ionico, campo frontonale,
acroteri).
La scultura figurata era un mezzo di comunicazione visiva, posta a trasmettere gli ideali politici e
morali della comunità locale.
I soggetti dei fregi erano scene di combattimento, teorie di guerrieri, cavalli e cavalieri, in uno
spazio ben delimitato e circoscritto. Analoghi i fregi fittili.
• Thesauros a Delfi: le Korai in vesti di cariatidi ornano la fronte del tempio ricco di decorate
componenti architettoniche (frontone scolpito e fregio continuo).
• Hekatòmpedon ad Atene: ricca decorazione di metope figurate nel pronao e della scena
frontonale (frontoni di Eracle e Idra).
5.8 I Sèmata
I Sèma erano segnacoli in pietra o in marmo a tutto tondo (statua) o in rilievo (stele). Avevano lo
scopo di ricordare il defunto e onorarlo. Il fenomeno dei Sèmata cessò intorno al 500-480, forse a
causa delle leggi antisuntuarie.
Il centro principale della produzione era l'Attica e le statue funerarie più diffuse erano i Koùros e le
Kòre, insieme a cavalieri e figure sedute. La base della statua era separata e decorata a parte con
rilievi e iscrizioni (con il nome del defunto o dell'artista).
Le statue potevano, inoltre, essere oggetto di culto.
Esempi: Koùros del Dipylon (600), una figura umana allungata e arrotondata, testa ovale, grandi
occhi e capigliatura divisa in ciocche che convergono retro il capo.
Oltre alla statuaria, si producevano anche stele funerarie (in pietra o in marmo anch'esse), composte
da base, fusto alto e stretto e il coronamento.
• Il fusto era decorato che la figura del defunto segnato dagli attributi che possedeva in vita. I
primi esemplari, che arrivavano anche a 4 metri, vennero rimpiccioliti (530).
• .Il coronamento con sfinge (più antico) viene poi sostituito, a partire dal 530 dal
coronamento a palmetta.
Capitolo 6: La comunicazione per immagini
6.1 La ceramica figurata
La storia della pittura vascolare arcaica è essenzialmente quella della produzione ateniese. La
ceramica attica era il punto di riferimento per gli altri centri di produzione e deteneva la supremazia
sul commercio, sulla quantità e sulla qualità. Nel VI secolo questa crebbe e si rinnovò grazie
all'influenza di Corinto: un nuovo stile ''attico a figure nere'' nacque tra l'incontro della potenza
narrativa proto-attica e la decorazione minimale corinzia. Si trattava di figure nere a incisione su
sfondo chiaro, con la sovrapittura chiara dell'incarnato femminile, con scansione di registri
orizzontali di soggetto animalistico.
Figure e vasi importanti:
• Pittore della Gorgone (600-580): Venne influenzato dalla maniera corinzia. A lui si attribuì il
dèinos delle Gorgoni, con Perseo inseguito dalle gorgoni, dal fregio narrativo nel registro
superiore e teorie zoomorfe su quello inferiore.
• Dèinos di Sophilos (580-570): Il pittore fu il primo a firmare le sue opere. Trattò nella sua
produzione principalmente scene mitologiche (corteo funebre di Patroclo).
Atene, per via della grande produzione, arrivò a specializzare atelier in particolari forme vascolari:
• Pittore di Polos: grandi vasi di trascurata realizzazione.
• Gruppo dei Comasti: coppe e skyphoi decorati dagli oponimi danzatori corinzi.
• Coppe di Siana: (dalla necropoli di Rodi) dalla decorazione accessoria greca-orientale di
base mitologica in linguaggio corinzio.
• Cratere Francois, firmato da Ergotimos come vasaio e Kleitias come pittore: primo esempio
di cratere a volute fittile. I registri orizzontali presentano grande decorativismo calligrafico
di base mitologica su fregi sovrapposti (fino al piede). Le scene si incentrano principalmente
sulle figure di Achille e Teseo, accompagnate da inscrizioni, queste ultime a scopo didattico
(in riferimento ai valori della cultura aristocratica del momento).
Nel periodo di tirannide di Pisistrato aumentò la produzione vascolare ma diminuirono le tipologie
formali.
• Gruppo Tirennico: (a cui lavorò anche Nikosthenes). Si trattava di un gruppo di vasi
provenienti dall'Etruria. Le caratteristiche erano: successione di fregi zoomorfi inferiori e
raffigurazione mitologica o quotidiane superiore, in alcuni casi policrome e didascaliche.
• Alcuni pittori preferirono scene a tutto campo invece che calligrafiche. Un esempio era un
grande kàntbaros, dall'Acropoli, con su una variante originale della consegna delle armi a
Achille. Attraverso l'isolamento del protagonista, il pittore riuscì a comunicare il phatos
della tragedia incombente.
• Lydos (autore del 560-540): grandi forme monumentali (anfore, crateri a colonnette ecc.) di
tradizione ateniese. Il vaso più celebre era il dèinos con Gigantomachia, un vaso composto
da figure quasi sovrapposte con particolari dipinti in rosso.
• Pittore di Amasis: forme grandi, come anfore, trattanti temi vivaci, come soggetti eroici,
come nel corteggio dionisiaco.
• Exekias prediligeva scena epico-mitologiche, soprattutto su anfore. Queste ultime erano
decorate con poche forme grandi, scene che sottolineano i passaggi più drammatici
dell'azione eroica.
1. L'anfora di Achille e Aiace che giocano a dadi rappresentava l'atto precedente alla battaglia
fra i due dall'esito incerto.
2. L'anfora di Achille e Pentesilea, 535-530 c.a
• Anfora di Lidos 550- 540 a. C. Lidos fu il primo a realizzare su un grande vaso due
composizioni ben separate, ben delimitate, e non più scene ripartite su più zone L’anfora
a riquadri figurati diventò verso la metà del VI la forma più comune della ceramica
attica.
Ceramica a figure rosse: 530/520- 450/425
Inizia verso il 530 a.C. il passaggio avvenne probabilmente per la scarsa possibilità di rendere nelle
figure nere i dettagli espressivi e per imitare la scultura dal punto di vista anatomico. Le figure
venivano lasciate in argilla risparmiata, mentre lo sfondo è ricoperto con la “vernice” nera. Il
vasaio tracciava prima il contorno delle figure, poi riempiva lo sfondo; i dettagli erano indicati con
sottili tratti in “vernice nera”così che le linee acquistavano rilievo, spesso fatti risaltare utilizzando
materiali in colori differenti.
• pittore di Andokides: vasi ''bilingui'', dove le due tecniche venivano usate insieme.
Andokides era ancora fortemente influenzato dalla vecchia tecnica.

Poi,grazie ai cosi detti Pionieri, prevale la tecnica a figure rosse. Si ebbe la conquista dello scorcio e
sempre maggiori rapporti con la scultura e con la grande pittura (Polignoto), nonché l'uso della
policromia.
• Euphronios: Cratere con toeletta di efebi, 510 a.C. Particolare: Ricerca anatomica, realismo,
osservazione delle figure in movimento, con torsioni e scorci.
Cratere di Euphronios con morte di Sarpedonte 515 a. C. ca .
• Kylix di Euphronios e Onesimos, 500 a.C. Capacità particolare di Onesimos era di saper
adattare delle figure nello spazio circolare.
• Pittore di Berlino, kalpis attica a figure rosse, 485 a.C. (altezza cm 40,2) – trovata in Etruria
- raffigura Apollo, Artemide, Hermes e Latona che sacrificano presso un altare.
• Anfora del “Pittore di Berlino” con Atena che versa da bere a Eracle, 490 c.a.
• Psykter firmato da Douris - Duride con giochi di Sileni attorno a Dioniso 480 a. C. Linee di
precisione perfetta, scarso uso del colore.
• Niobidi” con il massacro dei figli di Niobe 460 a. C. Le numerose figure disposte su più
piani ad altezze diverse si rifacevano alla grande pittura. Suolo irregolare materializzato da
linee che raffigurano le rocce, visi espressivi.

Capitolo 7: Il secolo di Atene


7.1 Le pòleis del V secolo
L'urbanizzazione nel V secolo fu dinamica. La riorganizzazione delle basi antiche si unì alla
costruzione di nuove fondamenta. Esempi importanti di cambiamento erano Thasos (nuovo porto e
cinte murarie) e Mileto (ricostruita dopo la guerra con i Persiani).
7.2 La cultura architettonica e artistica tra Temistocle e Pericle
La trasformazione monumentale
Le grandi proprietà economiche, derivate dalla potenze produttiva di Atene, resero possibile
programmi di ricostruzione urbana, che comprendevano la sfera pubblica e quella privata (come nel
caso della ricostruzione sull'Acropoli del tempio di Artemide Brauronia.
Lo sviluppo artistico dell'età severa
Dopo il periodo delle guerre persiane si ebbe un rinnovamento stilistico-formale del linguaggio
espressivo nelle poleis greche, tramite cui si affermò lo stile classico.
La vittoria sui Persiani segnalò la necessità di ricostruire ciò che venne distrutto e, parallelamente,
di affermare un'identità. In particolare si afferma la supremazia di Atene.
La ricostruzione favorì lo sviluppo di tecniche specifiche di lavorazione come le statue
crisoelefantine (statue preziose e di grandi dimensioni che avevano il compito di onorare la divinità
protettrice e panellenica). Inoltre, la storiografia citante le statue, i tempi e le donazioni di fondi per
la ricostruzione, rese possibile l'identificazione degli autori e degli artisti.
In statuaria, i materiali usati erano soprattutto il bronzo, un materiale elastico, per le statue a tutto
tondo, e il marmo di Poros per le statue frontali e elementi architettonici (fregi e acroteri). L'avorio
veniva utilizzato per le statue crisoelefantine (si ricordano la statua di Atena Parthenos ad Atene e di
Zeus Olimpo ad Olimpia).
La fase di sperimentazione della figura umana, dal 480 al 450, è detta periodo severo. Le
caratteristiche della statuaria erano: proporzioni del corpo accurate, anatomia più naturale,
abbandono della frontalità (flessione e inclinazione della testa), capelli raccolti dietro la nuca, volto
reso volumetrico.
Le opere severe furono di difficile datazione, poiché molte di esse furono sepolte nella Colmata
Persiana (seppellimentodi oggetti aventi valore religioso per non esporli al deterioramento durante il
conflitto), tra cui i Koùroi, alla cui tipologia appartiene l'Efebo biondo (490-480), e le kòrai.
La nuova statuaria giustapponeve il peso tra gamba portante e gamba libera, sollevando il bacino.
• Efebo di Kritios (Crizio) statua ancora acerba, la cui frontalità si nota nel torace.
Si ebbe testimonianza delle opere in bronzo andate perse o distrutte tramite la riproduzione in
marmo di alcune di esse durante l'età romana.
La produzione, così come la formazione degli artisti avveniva nelle botteghe.
Si ricorda l'operato di Hegias e la scuola bronzistica a Egina (attiva già durante l'arcaismo)
attraverso l'operato di Kalon. I bronzisti non si occupavano solo di committenze religiose o
pubbliche, ma anche dedicate alle vittorie belliche, degli eroi e degli atleti.
• Gruppo dell'auriga di Delfi.
• Zeus o Poseidone di Capo Artemisio mentre scocca la saetta o il tridente.
• Gruppo dei Tirannicidi di Kritios e Nesiotes, raffigurante i due eroi Aristogitone e Armodio.
• Discobolo di Milone, un atleta rappresentato nel momento di tensione precedente al lancio.
• Atena e Marsia di Milone che puntano lo sguardo sul flauto della dea.
• Apollo di Kalamis (Calamide) caratterizzato da torace robusto e testa piccola.
• Afrodite Sosandra, i cui panneggi verranno copiati in età romana.
• I bronzi di Riace- attribuiti a due manifatture diverse, forse facevano parte di un gruppo più
ampio.
Nel settore dell'edilizia si ebbe un incremento della scultura architettonica.
1. Zeus ad Olimpia: metope figurate decoravano la fronte di pronao e opistodomo, spostando
l'attenzione all'interno dell'edificio e valorizzando i due ambienti. Le scene narrative ad est e
ad ovest, erano collegate alle diverse narrazioni mitologiche della nascita dei giochi olimpici
e trattavano il tema della guerra tra ordine costituito e l'elemento selvaggio.
Le figure, in base alle sculture, erano progettate in scala.
2. Frontoni narrativi nel tempio di Era a Capo Licino a Crotone.
3. Altre tipologie di metope narrative rappresentavano miti legati al matrimonio, strettamenti
collegati alla legge civica, con evidenti finalità educative.
La pittura
La ceramografie e le fonti scritte permisero di ricostruire in parte gli schemi e le iconografie in
pittura. Rari esempi furono le lastre nella tomba del tuffatore, in Italia meridionale
Caratteristiche del periodo erano le megalografie, scene narrative lunghe anche alcuni metri. Le più
importanti sono quelle dipinte da Polognoto nell'agorà del Ceramico, insieme alla battaglia di Oinoe
(di fattura ignota), un'Amazzomachia e la battaglia di Maratona del pittore di Mikon.
La ceramica attica della prima metà del V secolo
La prosperità di Atene come città e il controllo che aveva sulla Grecia e sull'Egeo incrementarono la
produzione ceramica.
La ceramica cessò di essere un a forma espressiva autonoma diventando dettata dall'arte ufficale nel
grandi cicli pittorici, come in età periclea. Nonostante questo fenomeno, alcuni artisti, detti
Manieristi, continuarono la loro produzione basandosi sui dettami tardo-arcaici, contraddistinti da
corpi slanciati e teste piccole, gestualità esagerata e vesti eccessivamente decorate.
Le scene predilette erano simposi, scene dionisiache ma anche mitiche tardo-arcaiche.
• Hermonax (470-450) si differenzia per la sua propensione al rappresentare la sfera erotica
divina.
Fu la pittura vascolare a confermare le fonti letterarie.
1. Cratere a calice da Orvieto con Argonauti dei Niobidi - Pittore dei Niobidi: scena complessa,
con linee di suolo diverde su cui poggiavano i personaggi, personaggi isolati dalla posizione
variante, effetti di scorcio e prospettiva.
Il pittore dei Niobidi, insieme a quello di Altamura, faceva riferimento ad un gruppo di ceramisti
che prediligevano vasi dalle forme grandi con complesse rappresentazioni mitologiche, ma anche
scene di vita quotidiana di impostazione tradizionale.
7.3 L'età di Pericle
L'architettura della democrazia
Dal 432 al 431 occupò la scena politica Pericle. Dopo la pace con la Persia e con Sparta, Atene
aveva l'egemonia politica e culturale, questa alla base della trasformazione edilizia della città.
• Acropoli: La ricostruzione vide come protagonisti i santuari. Il primo fu il Partenone,
affidato a Fidia (con Ictino e Callicrate), realizzato in marmo pentelico, un periptero dorico.
Il tempio nacque per contenere la statua crisoelefantina di Atena Parthenos. Fidia lavorò
anche al fregio sul frontone e al fregio continuo interno.
• Propilei: ingresso monumentale all'Acropoli.
• Santuario di Atena Nike, costruito da Callicrate nel 427.
• Eretteo: grande concentrazione di attività e testimonianze sacre. Nella ''loggia delle
Cariatidi'' si uniscono forme architettoniche recessive e ricco decorativismo.
• Agorà
La rivoluzione classica
L'età classica, in arte, viene chiamata anche periodo ellenico e va dal 510 al 323. I marrimi
esponenti del periodo erano Policleto, Fidia, Cresila.e Mirone.
Mirone
• Discobolo di Mirone, 455 a.C in bronzo (copiato in marmo con pilastro).
L'artista lavorò sull'anatomia umana, soprattutto degli atleti, in particolare pose l'attenzione sulla
tensione precedente al movimento (nel caso del discobolo prima del lancio). L'anatomia della copia
romana non è resa alla perfezione. Il corpo, rannicchiato, prende lo slancio per il lancio del disco,
imprimendo la tensione sulla sua muscolatura. Il busto è frontale mentre le braccia e le gambe sono
di lato, divaricate e flesse. Il corpo crea una S che parte dalla testa e termina con i piedi, mentre le
braccia aperte formano un arco. Il viso è inespressivo e non mostra segnali di stanchezza.
• Atena e Marsia: si tratta di un gruppo scultero imperfetto, ovvero che non interagisce. Le
due figure convergono lo sguardo sul flauto a terra (simbolo della disfatta di Marzia da
Apollo) e raffigura il momento prima della morte dell'uomo. L'asse al centro divide il
gruppo scultoreo, in cui le due statue sono poste oblique e simmetriche. E' risalente al 45o
a.c e risiede ai musei Vaticani.
Policleto
Kanon è un trattato del 450 (Kanon dal greco ''regola'') di studio anatomico, che si concentra sulla
bellezza e sull'armonia e che segna la comparsa del modulo architettonico. Il canone di Policleto è il
simbolo della razionalità classica.
Nella scultura arcaica, il canone era la quadrettatura dei blocchi di pietra prima di effettuare l'atto di
incisione.
Fa parte delle regole del canone il chiasmo o canone del movimento: braccio portante alla gamba
portante e braccio a riposo alla gamba a riposo a formare una X (o la lettera greca Chi).
• Diadumeno: 430, ''colui che si annoda il nastro sulla testa'', rappresenta l'azione che svolge
l'atleta prima di iniziare la gara. Ogni tensione trova l'adeguata dose di rilassamento, così da
creare la giusta dose di dinamismo.
Si parla di mimesis, l'imitazione del vero, equilibrato dalla componente ideale.
Tre amazzoni a confronto. Una storia di Plinio racconta una gara fra Cresila, Fidia e Policleto per la
realizzazione dell'amazzone da collocare nell'Artemision di Efeso nel 440-430 c.a.
1. Amazzone ''Sciarra'', una donna a riposo (contro un pilastro) con un braccio porto sulla testa.
Cresila la scolpisce meno atletica e ideale con un volto distaccato che guarda dall'alto al
basso.
2. Amazzone ''ferita'' di Fidia: grande uso del panneggio. Il braccio sulla testa si contrappone
alla gamba flessa; la faretra sul lato. Parti ruvide si contrappongono ad altre lisce c reando
un effetto coloristico variante.
3. Amazzone di Policleto. Si tratta di una donna atletica ma la cui femminilità non è messa in
secondo piano. La faretra è semi nascosta e il braccio e posto sulla testa come nelle altre
statue.
Cresila
Scultore del distacco e della freddezza, è un artista ancora severo. I volti delle sue statue sono seri e
fermi. I soggetti scelti sono divini, dallo sguardo che protende verso il basso, cosi che il fedele
debba alzare la testa per vederli in modo da trasmettergli rispettabilità o timore.
• Atena di Velletri
Fidia
• Apollo o efebo Kassel, dal luogo di ubicazione, 450 c.a.
• Atena Lemnia ''la bella'', V secolo. È una delle statue poste sull'Acropoli di Atene. Andò
distrutta e, solo dopo secoli, venne ricostruita dall'archeologo Furtwangler. Lo sguardo della
dea è perso nel vuoto. Il viso è morbido e armonioso, come la capigliatura cinta da una tenia
(una fascia onoraria); il braccio è bilanciato dalla testa girata a sinistra.
• Anandanumenus (contrario di diadumeno- colui che si leva la fascia dalla testa ed entra in
riposo.
Fidia lavora anche sul progetto della nuova Acropoli di Atene, voluta e commissionata
dall'imperatore Pericle a scopo propagandistico per celebrare la vittoria sui Persiani e il florido
periodo politico, economico e culturale della città. Furono costruiti il Partenone (per ospitare la
statua crisoelefantina di Atena Parthenos, poi andata perduta), i propilei, l'Eretteo e il tempio di
Atena Nike. L'Acropoli oltre a simboleggiare la spiritualità, rappresentava la ricchezza.
• Fregi del Partenone. Lo scultore lavora sul frontone, sul fregio esterno e sul fregio continuo
interno (ionico).
– Fregio interno: raffigura un processione di mortali (imperfetti) seguita dalla processione
delle divinità (perfetti). Questa scena simboleggia l'acquisizione della cultura, con annessa
padronanza di essa da parte degli uomini.
– Fregio esterno: sono rappresentate illustrazioni mitologiche, amazzomachie, centauromachie
ecc. scene che simboleggiano la ''non cultura'' e l'obbligo morale dei greci di istruire le
popolazioni ''barbariche''.
– Frontone est: ''La nascita di Atena dalla testa di Zeus''. Il gruppo architettonico interagisce in
modo unito e omogeneo. L figure sono scandite da un ritmo incedente che riempie l'intera
campata triangolare. Es. Afrodite, Kore (Persefone) e Disone; Dioniso nudo (spesso
scambiato per Apollo a causa delle fattezze fisiognomiche molto simili).
– Frontone ovest: Contesa fra Atena e Poseidone per la conquista della città di Atene,
simboleggiata dall'ulivo e dall'acqua. All'evento assistono gli altri dei e la popolazione della
città.
• Atena Parthenos: La statua, esposta nel Partenone venne perduta. Di fattura crisoelefantina,
le vesti erano in oro, così come le armi, mentre in avorio erano realizzate le membra
candide. Sullo scudo Fidia si auto-rappresentò insieme a Pericle e per questo fu accusato di
empietà (atto che prescinde consapevolmente da quanto è ritenuto sacro o morale).
• Zeus Olimpo ad Olimpia.
La produzione del classicismo
Il linguaggio artistico si ispirò al lavoro di Fidia. Le figure cominciarono ad assumere posizioni
movimentate esaltate dai panneggi complessi, il cui decorativismo importante definì le
caratteristiche dello ''stile ricco''.
Nella statuaria a tutto tondo importanti erano gli acroteri con figure femminili alate, i cui panneggi
svolazzanti definivano le forme del corpo creando variazioni coloristiche.
• La Nike di Paionios di Mende amplificò lo schema della figura alata in volo
• Nuova iconografia delle dee Atena e Afrodite, poggiate ad un pilastro con successivo
spostamento laterale del baricentro.
Lo stile classico divenne modello anche per produzioni al di fuori dell'Attica (es., apparato
decorativo del tempio di Era ad Argo che mostra l'uso dei panneggi di imitazione fidiaca).
• Frego interno della cella del tempio di Apollo Epikoureos a Bassai, con Amazzonomachia e
Centauromachia che mostravano gruppi di combattenti dalle vesti panneggiate in modo
esasperato.
• Statue dei Dioscuri del tempio di Marasà a Locri.
La sperimentazione sulla statuaria femminile prosegue anche nel IV secolo, con le kòrai
dell'Eretteo. Si esaltavano principalmente le divinità poliadi, dai modelli iconografici e culturali.
La pittura
I personaggi principali di questo periodo sono Parrhasios di Efeso (grande capacità disegnativa;
centauromachia sullo scudo di Atena Promachos) e Apollodoro (che utilizzava chiaro scuro e linee
di contorno). A metà fra le peculiarità degli artisti precedenti si trovava Zeuxis di Heraklea
(importante per aver unito la tradizione disegnativa del primo autore e il contrasto cromatico del
secondo).
La ceramica attica dalla seconda metà del V secolo
Caratteristiche:
▪ figure di carattere monumentale
▪ diverse linee di suolo
▪ naturalezza ed espressività dovute a linee di contorno più morbide e sottili
▪ chiaroscuro sfumato
▪ movimento
▪ panneggi di imitazione fidiaca
Pittore di Achille: prediligeva grandi vasi a sfondo bianco con tocchi policromi. Si trattava di vasi
destinati all'uso funerario, con figure monumentali.
Gruppo del Canneto: disegnava personaggi in rosso su sfondo bianco, resi in maniera patetica
grazie al chiaroscuro. Non ebbero grande rilevanza.
Gruppo di Polignoto: tra tutti spiccava il pittore del Deinos e Polion. La ricca rappresentazione si
incentrava su soggetti partenonici, con amazzonomachie e centauromachie, ma anche su guerrieri e
scene di vita quotidiana. Tra i pittori di seconda generazione si preferivano scene di quotidianità
femminile e scene dionisiache.
Durante la guerra del Peloponneso diminuirono le tematiche della pittura vascolare. Si continariono
a raffigurate scene femminili e mitologiche (es. pittore di Meidias).
La ceramica italiota
La ceramica attica, dunque, divenne punto di riferimento per altre produzioni artistiche (Corinto e
Grecia nord-occidentale) ma al di fuori della Madrepatria, come l'Italia del sud (es. Sicilia).
L'influenza greca derivava anche dallo spostamento di artisti erranti nelle varie colonie greche.
In Italia si ricorda il Pittore di Pistici, strettamente collegato al Gruppo di Polignoto.
Nonostante l'influenza greca, in queste località si svilupparono soluzioni originali e di grande
qualità.
Capitolo 8: La cultura politica
8.2 La comunicazione scritta
I testi greci furono oggetto di studio epigrafico (es. studio delle tipologie e dell'evoluzione degli
alfabeti locali). I testi epigrafici, in un primo memento, erano realizzati in ambito privato. Nel VII
secolo, con l'avvento di una scrittura democratica, l'epigrafia si allargò anche alla comunità con la
stesura di testi legislativi. Queste venivano incise ed esposte sulle pareti di edifici sacri (sintomo di
un corpo legale scritto poiché le leggi erano ancora tramandate oralmente).
Nel VI furono testimoniati supporti come cippi parallelepipedi, scritti su tutte le facce e sormontati
da elementi decorativi. L'incisione divenne cosi un monumento. Avevano le stesse caratteristiche le
tabelle bronzee, affisse sulle pareti degli edifici o dei luoghi sacri.
Parallelamente si verificarono epigrafi su supporti deperibili, catalogati in archivi pubblici a cui
tutta la società poteva attingere. Molti dei quali vennero successivamente redatti su supporti
durevoli. Per quanto riguarda Atene, non si conoscono documenti precedenti al 550-500 a.C
(Metròon dell'agorà).
I testi riguardavano leggi, decreti, cataloghi, copie di archivio e inventari, ma anche iscrizioni,
storie, documenti di tipo ostrativo (tp. Ostracismo), votazioni, censimenti.
Tutto ciò documenta la grande diffusione della scrittura tra la popolazione ateniese nel V e nel IV
secolo.
8.3 Economia e moneta
L'agricoltura e, di rado, l'allevamento erano i principali mezzi di sussistenza dei ''secoli bui''.
L'artigianato era ''privato'' e destinato all'uso famigliare. Con l'aumento demografico e le
trasformazioni economiche nel VIII-VI secolo si ampliarono i traffici commerciali e la produzione.
Prima della moneta come mezzo di scambio, venivano utilizzati oggetti metallici a cui veniva
attribuita una valenza di unità di conto (si poneva tra il baratto e la moneta).
In madrepatria la coniazione impiegava l'argento.
I simboli sulle monete erano segni caratteristici del luogo, oppure derivanti dalla mitologia e culti
locali, ma anche segni che richiamavano al nome della città.
• Monete di Egina con la tartaruga (dominante sul mar Egeo)
• Monete di Corinto con il Pegaso
• Civette di Atene,con la faccia di Atena su un lato e l'omonimo animale dall'altro. Prima di
esse erano in uso monete con su ruota, gorgone, cavallo, scarabeo (sotto Pisistrato).
Oltre allo Stato, un centro di grande ricchezza era il santuario. La statua crisoelefantica di Atena
Parthenos, per via dei materiali preziosi con cui era costruita, fu una risorsa sfruttata durante i
momenti di difficoltà finanziaria.
Inoltre, i templi elargivano somme di denaro a chi ne aveva bisogno (es. prestito) oppure
commissionava opere pubbliche (es. nuovi santuari).
8.4 Comportamenti di guerra
La vittoria contro i Persiani aveva instaurato un'ideologia e una cultura militare. Con l'affermarsi di
ciò moltiplicarono le armi e le panoplie nei santuari (come in quello di Zeus ad Olimpia).
• Scudo circolare in legno e metallo decorati dal simbolo della città o della tribù.
• Corazza per il petto e schinieri per gambe e braccia (mitra sull'addome).
• Elmo in bronzo.
• Lancia, spada e spadino.
In età arcaica la guerra era di tipologia campale. Con l'avvento delle difese murarie cambiò anche
l'assetto di guerra (porte del Dipylon e delle Muse ad Atene).
Proprio Atene, nel V secolo, raggruppò con cinte murarie il Pireo e la zona urbana, lasciando fuori
la chora.
La Grecia, grazie alle nuove invenzioni, militarizza il suo territorio. Oltre alle lunghe mure, erano
importanti per la difesa le torri e i piccoli villaggi di avvistamento.
Le mura per i greci non simboleggiavano solo un sistema di difesa ma anche un'espressione politica
e di potere.
Capitolo 9: Regni e federazioni
9.2 Regalità e aristocrazia macedone
Nella Grecia settentrionale (Tessaglia, Macedonia ed Epiro) la polis si sviluppò solo in Tessaglia. I
centri più importanti erano Larisa, Farsalo e Pherai. Il potere era in mano a famiglie aristocratiche e
in alcuni casi sorgevano fenomeni tirannici.
La Macedonia, prima del V secolo si esprimeva in forme ancora arcaiche. Successivamente si ebbe
un crescente sviluppo culturale ed economico , simboleggiata dalla nuova capitale, la polis di Pella.
Aigai, invece, la sede dinastica nonché necropoli (dove erano presenti numerose tombe a tumulo).
L'urbanizzazione si ebbe sotto Filippo II. Egli si occupò anche dell'assetto bellico della città. Alla
sua morte nel 336, gli succedette il figlio Alessandro III il Grande.
La conquista dell'impero persiano per mano di Alessandro concentrò le ricchezze e permise la
creazione di una specifica cultura di corte. L'esibizione della ricchezza passava attraverso le
rappresentazioni simboliche e figurate, poi divenute ideali dell'aristocrazia del tempo.
Aigai era importante poiché sede della necropoli dove spiccano le tombe delle famiglie emergenti e
quella della famiglia reale.
Tra tutte spiccava una tomba a camera composta da blocchi di pietra sepolta da un tumulo di grandi
dimensioni che richiama alle antiche sepolture dei sovrani macedoni. La facciata monumentale
imitava l'ingresso del palazzo reale. L'anticamera e la camera sono sormontate da volte a tutto
sesto . Queste grandi costruzioni dovevano esaltare la grandezza e l'eccellenza del defunto. Proprio
a questo scopo, le tombe diventarono dei veri e propri edifici praticabili.
Anche i luoghi di sepoltura richiamavano allo status di eroe: le ceneri erano poste prima in tessuti
preziosi e poi in cassette di bronzo o metallo.
• Tomba di Filippo II e di sua moglie (seconda metà del IV secolo): resti in urne d'oro e stoffe
pregiate; corone auree; corredo composto da vasellame da simposio e kline; armi e scudi
(rapp.di Achille e Pentesilea).
Le pitture, come quelle della caccia reale, presentavano pochi colori su sfondo bianco,
scorci, descrizioni del pathos e immediatezza dei tratti a causa delle repentine necessità di
seppellimento.
Sepolture successive mostrano costruzioni sempre più imponenti e monumentali.
• Tomba Rhomaios
• Tomba del trono. Una rappresentazione del ratto di Kore simboleggiava lo status femminile.
Si trattava della tomba di Euridice, la madre di Filippo.
• Tomba del Giudizio. La facciata, dell'edificio a due piani, ospitava ordine e fregio ionico
con Centauromachia. Sulla parte superiore degli intercolumni si sviluppava la
rappresentazione più importante: Il possessore della tomba, un generale, veniva scortato da
Ermes negli inferi per essere presentato a Radamante e Eaco per il giudizio.
• Tomba delle palmette. Decorazione del vestibolo con intrecci vegetali di doppie girali a
doppia S, contrapposti e dorati.
L'architettura del IV secolo
La fine della guerra del Peloponneso fece diminuire le attività edilizie ad Atene e, al contrario,
incrementò lo sviluppo edile del Peloponneso (dorico) e della Grecia micro-asiatica (ionica).
• Tempio di Apollo a Bassai, dove comparve per la prima volta all'interno dell'ordine dorico il
capitello corinzio.
• Ricostruzione del tempio di Apollo a Delfi (capitelli corinzi più pesanti e decorati).
• Dorici peripteri esastili di Atena Alea a Tegea e di Zeus a Nemea.
L'ordine dorico vide un progressivo snellimento dei fusti, inizialmente pesanti, e delle trabeazioni,
con un fregio di importanza crescente, sempre più decorato, più alto dell'architrave.
• Capitello corinzio e ionico a quattro facce.
• Tipologie prostile (tempio di Atena Prònaia).
Le caratteristiche della produzione del Peloponneso erano riassunte nel monumento dedicato a
Filippo a Olimpia, il Philippèion. Si trattava di una tholos periptera, articolata in semicolonne
corinzie su un alto podio che creavano sulla cornice un basamento curvilineo dove erano erette le
statue crisoelefantine dei componenti della sua famiglia.
Il monumento pose le basi per il culto del sovrano in età ellenistica.
Il classicismo dilagante si evinceva anche nelle tombe della Caria e della Licia, che
progressivamente presero le fattezze di un tempio.
• Monumento delle Nereidi a Xanthos: alto podio con fregi continui su cui poggiavano
nereidi scultoree; schema anfiprostilo.
• Mausoleo di Alicarnasso in Caria: pianta rettangolare; si accedeva tramite un propileo
collocato su un'alta scalinata; ricco apparato scultoreo.

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