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Un’altra tipologia di tombe assai diffusa è quella con la

Architettura funeraria etrusca . particolare conformazione esterna detta “a dado” la cui


struttura cubica o a parallelepipedo poteva essere
costruita a blocchi oppure direttamente risparmiata nei
Nella cultura etrusca la religione occupava una costoni tufacei; alcuni di questi “dadi”, nel corso del VI
posizione estremamente privilegiata permeando la vita secolo a.C., avevano la parte superiore in forma
quotidiana di questa civiltà con la minuziosità del culto displuviata a simulare il tetto di una abitazione.
ed il rapporto, quasi ossessivo, con particolari riti L’ingresso di tali tombe ebbe a subire una piccola
derivati da ferree tradizioni religiose. L’insieme delle evoluzione: in età arcaica e classica le porte delle celle
norme che regolavano i rapporti fra uomini e mondo funerarie si aprivano sulla facciata principale della
divino era codificato nelle ETRUSCA DISCIPLINA alla struttura mentre invece in pieno periodo ellenistico (IV
cui base vi era l’aruspicina ( lettura delle viscere di secolo a.C.), l’ingresso alle camere fu posto al di sotto
animali) e l’arte divinatoria di interpretare i fulmini. del monumento mentre sulla facciata l’entrata veniva
Tuttavia la manifestazione più grandiosa e palese del soltanto scolpita o stilizzata dando origine al famoso
grande fervore religioso degli etruschi coincide con motivo della “finta porta”. In qualche raro caso la
quei gioielli di architettura funeraria quali sono le loro facciata del sepolcro era preceduta da un colonnato
tombe: ultima ed eterna dimora terrena e cordone ligneo o lapideo: l’esempio più antico esistente in
ombelicale fra il mondo dei vivi e l’oltretomba. Etruria è quello della tomba a dado con portico
In Etruria l’architettura funeraria appare svilupparsi in tetrastilo della necropoli di Pian di Mola (VI secolo
modo organico fra il VII seolo a.C. ed il II. Nonostante a.C.). A partire poi dal IV secolo a.C. le strutture a
le soluzioni architettoniche si presentino con aspetti dado subiscono un ulteriore trasformazione: il tetto si
territoriali spesso specifici, questo fenomeno culturale appiattisce a formare una piazzola fornita di cippi ed
è riconducibile ad un processo di diversificazione che are il cui accesso era regolato da due ripide rampe di
si orienta verso forme monumentali con il duplice scale ricavate ai lati del monumento. Al di sotto di
compito strumentale (luogo di seppellimento) e questi frequenti tipi di strutture vi era la camera
ideologico (espressione materiale di una condizione sepolcrale vera e propria costituita, nella maggior parte
elitaria). dei casi, da ipogei scavati nel vivo della roccia.
Molto variegata è la tipologia di questi sepolcri e tutte Ancor prima del rito dell’inumazione del defunto, per
si differenziano fra loro per motivi legati lungo tempo in Etruria rimase in auge l’incinerazione
essenzialmente alla cronologia, al rango dei personaggi degli individui partendo dagli albori della civiltà
sepolti ed alla natura del terreno in cui vennero etrusca ossia durante la fase Villanoviana ( IX secolo
realizzate. Unica caratteristica che accomuna tutte le a.C.) caratterizzata dalla marcata diffusione delle
necropoli etrusche è quella che le vede ubicate sempre cosiddette “tombe a pozzetto” dove il cinerario
ad una discreta distanza dall’abitato per ovvi motivi biconico d’impasto, ma anche in bronzo, veniva
igienico - sanitari ma anche per particolari esigenze racchiuso entro custodie litiche cilindriche inserite nel
religiose. sottosuolo. Il passaggio dai disadorni “campi d’urne”
All’interno di una necropoli lo spazio esterno antistante Villanoviani alle monumentali necropoli, e quindi
le tombe veniva sempre attrezzato in modo tale da dall’incinerazione all’inumazione, è la diretta
poter espletare funzioni atte a tramandare ai posteri la conseguenza di quel fenomeno, detto sinecismo
memoria dei defunti e per officiare i riti ad essi demografico, che in poco tempo portò alla nascita delle
dedicati. Fra i vari tipi di strutture esterne uno dei più grandi città etrusche dove i mutati equilibri sociali ed
diffusi, fra il VII ed il VI secolo a.C., fu certamente il economici produssero una nuova concezione degli
tumulo. A pianta circolare, questi era una sorta di assetti necropolari in cui, oltre alla volontà di dare un
piccola collina artificiale ai cui margini esterni seguito alla presenza terrena del defunto, si ostentava
insisteva una crepidine, detta anche “tamburo” lo “status” gentilizio di molte famiglie nelle elaborate
realizzata in blocchi litici sovrapposti a più filari e, architetture funerarie.
talvolta, modanati. La presenza di terrecotte Già nel corso dell’VIII secolo a.C. vi è la tendenza ad
architettoniche ritrovate spesso nei pressi dei tumuli, inumare in tombe a fossa coperte con lastroni di pietra
lascia supporre che l’esterno di alcuni sepolcri venisse locale del tipo ogivale a fenditura superiore, che, in un
arricchito con rivestimenti fittili: non è da escludere, arco cronologico abbastanza breve, diedero origine alle
inoltre, che tali sime architettoniche appartenessero a classiche tombe a camera dove molto evidente appare
dei sacelli di culto innalzati sulle sommità di alcuni la volontà di rappresentare gli ambienti abitativi; infatti
tumuli per officiare riti religiosi. la tipologia di questi sepolcri risulta essere molto
Ai piedi del tamburo, in genere, vi era un piccolo variegata: si va dalla tomba monocamerale a quella
fossato artificiale destinato allo smarrimento delle tricamerale per finire a quelle a stanze multiple dove
acque meteoriche mentre, invece, la sommità dei notevole e la complessità architettonica.
tumuli era occupata da cippi e stele oppure da sculture Comunque sia per accedere all’interno della tomba
zoomorfe di chiara funzione apotropaica. elemento comune a tutte rimane sempre il “dromos”, o

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corridoio di accesso, la cui ripidità e lunghezza variava insieme al defunto sulla kline erano quelli di
a seconda della profondità necessaria per realizzare ornamento personale( collane, specchi, lance,
l’ipogeo funerario. Talvolta i dromoì presentavano strigili,…), qualche balsamario e degli unguentari: non
lungo le pareti ulteriori nicchie e loculi e, se la sua di rado, vicino al corpo, venivano deposti anche dei
pendenza era eccessiva, recava sul piano di calpestio vasi potori ricolmi d’acqua per “placare la sete durante
una serie di gradini. Nella parte terminale del corridoio il viaggio nell’oltretomba”.
antistante l’ingresso sepolcrale era consuetudine Dal VII e fino al V secolo a.C. i corpi erano deposti su
deporre offerte in vasellame prima che lo stesso lettighe di legno o sulle banchine dentro casse lignee
venisse definitivamente interrato. Spesso ai lati della sature di calce, oppure semplicemente coperti da grandi
parte iniziale del dromos venivano collocate statue di tegole sigillate con argilla. E’ solo dal IV secolo, e per
fiere o animali mitologici, soprattutto leoni, lase e tutto il periodo ellenistico, che si diffonde rapidamente
sfingi alate, con funzione strettamente apotropaica e, l’uso del sarcofago.
non di rado il fronte della tomba veniva rivestito con Questi era un grande contenitore, con evidenti intenti
un paramento murario decorato con altorilievi atti a celebrativi, costituito da una cassa e da un coperchio
manifestare l’opulenza della “gens” proprietaria del realizzati in nenfro, “pietra fetida”, terracotta e, più
sepolcro. In alcuni casi il dromos terminava in un sporadicamente, in alabastro le cui principali officine di
vestibolo a cielo aperto sul quale si affacciavano più produzione sono identificabili nei centri di Tarquinia,
ingressi: sono, queste, le tombe a “triplice cella frontale Tuscania, Vulci e Chiusi.
con vestibolo aperto” di cui due splendidi esempi sono La cassa era quasi sempre scolpita sulle facce a vista
presenti a Pitigliano, a Tuscanica e a Grotte di Castro. con scene mitologiche, a volte anche complesse, o con
La porta delle camere funerarie, a volte di forma semplici festoni e fregi fitomorfi; il coperchio, invece,
trapezoidale, in qualche caso recava iscrizioni andava dal tipo liscio a tetto displuviato fino a quello
sull’architrave ed era chiusa con il cosiddetto “sigillo” con figure umane supine o recumbenti, veri e propri
realizzato in blocchi squadrati cementati con argilla e capolavori della ritrattistica etrusca. I sarcofagi fittili,
provvisto di cunei, oppure ricavato da una singola poi, presentavano sempre delle pitture policrome sui
lastra rocciosa. Nelle tombe a più camere solitamente il coperchi. Abbastanza diffuse, anche se in aree
sigillo veniva apposto su ogni porta interna. circoscritte, furono anche delle urne cinerarie simili ai
Una caratteristica peculiare, seppur scarsamente sarcofagi ma di dimensioni molto più ridotte (70 – 90
attestata a Tuscania, è rappresentata dalle “caditoie”, cm ) in auge soprattutto a Chiusi e Volterra.
specie di piccoli pozzi realizzati sulla volta dei corridoi Tornando alle strutture sepolcrali vi è da dire che i
che mettevano in contatto con l’esterno la parte soffitti delle celle potevano essere a “botte”, piani o a
sotterranea dei lunghi dromoì con lo scopo, forse, di spioventi e quest’ultimi presentano sempre un
areare il sepolcro ma, più probabilmente, per officiare “columen” centrale in rilievo o in negativo e travettaure
dei particolari riti funerari legati al mondo degli inferi laterali a richiamare la reale trabeazione lignea del tetto
molto simili al “refrigerium” di epoca romana il quale di una casa. Nelle celle a soffitto piano talora vi è la
consisteva nel versare periodicamente attraverso la presenza di soffitti cassettonati molto aderenti alle vere
caditoia del latte e del vino, insieme ad altre offerte, strutture domestiche. Con il passare degli anni, però, si
utili al sostentamento del defunto nell’oltretomba. Tale nota come la pendenza degli spioventi tende a
rito, rimasto in auge fino a tutto il VI secolo d.C., era diminuire fino a prediligere tombe con soffitti piani e a
molto radicato nella cultura popolare e quindi, volta di botte, tipica copertura presente in molte
verosimilmente, ampiamente praticato. Le camere strutture funerarie tardo ellenistiche, molto ricercata e
costituenti il sepolcro presentano spesso una pianta piuttosto costosa che si diffonde come una moda
quadrangolare più o meno rettangolare e, soprattutto fra riservata ai ceti più agiati la cui ricchezza si esplica
il VII ed il V secolo a.C., sono lesatta rappresentazione nella committenza di imponenti strutture sepolcrali.
di una stanza delle abitazioni etrusche, generalmente Questi ipogei funerari, che sembrano ricalcare un
quella dei banchetti ( il triclinio dei romani) o quella da modello ellenistico macedone, spesso erano forniti di
letto (il “cubiculum”).Queste al loro interno possono una grande colonna posta al centro della camera
avere una o più banchine per la deposizione dei corpi risparmiata nella roccia stessa oppure costruita con
che altro non erano se non la rappresentazione dei letti grandi conci la cui funzione era quella di frenare il
(klinaì) addossate alle pareti e ricavate nella viva crollo della volta.
pietra. L’ultimo elemento costitutivo di una camera sepolcrale
Su di esse venivano adagiate le salme e, talvolta, etrusca, sicuramente il più affascinante per le
presentano piedini e cuscini sia doppi che singoli. Dal suggestioni che evoca, sono le pareti che, nelle tombe
VI secolo, poi, alle due estremità delle banchine magnatizie, erano completamente ricoperte da
vengono aggiunti delle sporgenze a triangolo quali decorazioni pittoriche ed epigrafiche come nel caso
elementi distintivi di deposizioni femminili. delle famose tombe dipinte di Tarquinia le cui tombe
Qualche volta ai piedi della kline compare una sono popolate da scene che tramanda usi e costumi
banchina più piccola da interpretare come una degli etruschi. Nel nostro territorio è accertata la
deposizione infantile e non come un ripiano per offerte, presenza di tombe dipinte che, purtroppo, non si sono
in quanto di norma gli oggetti del corredo funebre conservate per il totale deterioramento dello strato
venivano deposti solo sul piano di calpestio della preparatorio sul quale veniva distesa la scena dipinta.
tomba, ai piedi delle banchine: i soli oggetti collocati

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Le pareti in questi casi venivano prima rivestite con un
intonaco di malta argillosa e stucco sul quale in seguito
veniva applicata la decorazione pittorica usando colori
derivati da pigmenti naturali quali il minio, il rosso
cinabro, la polvere di lapislazzuli. Infine si stendeva
sulla parete affrescata un rivestimento a base di latte di
calce che permetteva di ravvivare e fissare i colori e di
preservare per un lungo tempo le splendide pitture
parietali.
Con il finire del II secolo a.C. si ha un generale
impoverimento delle strutture sepolcrali che segna, di
fatto, la conclusione del processo di integrazione etnica
e sociale operata da Roma; ora le tombe sono delle
rozze camere ipogee spesso con planimetria a spina di Tomba a camera con finta porta, necropoli della
pesce dove si evidenzia significativamente il drastico Castelluzza.
impoverimento formale delle espressioni funerarie,
sintomo ultimo che la civiltà etrusca è giunta al suo
capolinea.

Riccardo Fioretti

Leone sepolcrale da Valvidone.

Planimetria tomba francois, Vulci.

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