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Il bambino scomparso a Viareggio

Gianni Silei
Universit degli Studi di Siena
[paper da non citare senza il consenso dellautore]

Il noto PLAY BOY ing. Guido Beozi tiene a


precisare di non aver niente a che fare con il prof.
Gildo Beozi e di non essergli parente n linea retta n
in linea collaterale.
Il complesso della Schiava nubiana
(dal film a episodi I complessi, 1965)

Alla fine degli anni Sessanta, per quanto trascinata in pieno XX secolo, dal suo
assetto contadino a un assetto industriale1 lItalia restava un paese sessista,
esteriormente conformista e rispettoso della morale comune, bigotto e pieno di tab
eppure (o forse proprio per questo) pronto alla prima occasione a dedicare le proprie
attenzioni al primo fatto delittuoso o di cronaca rosa dai risvolti pruriginosi. Il secondo
dopoguerra apertosi con il processo a Leonarda Cianciulli, entrata nellimmaginario
collettivo come la saponificatrice di Correggio forn, grazie alla diffusione dei
rotocalchi destinati ad un pubblico popolare e prevalentemente femminile, numerosi
altri episodi che fecero breccia nellopinione pubblica. Nel corso degli anni Cinquanta,
ad esempio, la vicenda della dama bianca di Coppi aveva attirato sul campionissimo
le accuse di concubinaggio di molti benpensanti. Nel 1953 lopinione pubblica aveva
quindi seguito con morboso compiacimento gli eventi legati alla morte di Wilma
Montesi che misero alla luce per la prima volta i vizi nascosti di certi ambienti del bel
mondo e della politica romana. Poco pi tardi, nellestate del 1955 si interrog sul
mistero, mai risolto, della giovane decapitata di Castelgandolfo. Nel 1960, poi, La dolce
vita i Fellini, che mostrava al pubblico lo stile di vita dei nuovi ricchi della capitale, fu
accompagnata da una violenta campagna di stampa ad opera di alcuni testate come
LOsservatore romano, LAvvenire dItalia o Il Secolo dItalia che ne denunciarono a pi
riprese il presunto degrado morale. Si arriv persino alle interrogazioni parlamentari,
salvo poi rendere la protagonista Anika Ekberg, una delle maggiorate del cinema
italiano, uno dei sex symbol di quel decennio.
Come mise causticamente in luce Pietro Germi in Divorzio allitaliana, lItalia era un
paese dove questo istituto veniva negato per la tenace opposizione della Chiesa
cattolica ma dove nel contempo loffesa recata all'onor suo o della famiglia (come
recitava larticolo 587 del codice penale ancora risalente al periodo fascista) prevedeva
uno sconto di pena se il delitto donore era compito nei confronti della moglie
adultera. Un paese nel quale i vizi e le debolezze private soprattutto di certi settori
della societ restavano gelosamente celati sotto un velo di perbenismo e di fedelt a
valori familiari che paradossalmente anche questo un elemento significativo
accomunavano entrambe le due grandi chiese: quella cattolica e quella comunista. I
segnali di un parziale cedimento di questa rigida morale comune giunsero a partire
1

The Economist cit. in V. Castronovo, LItalia del miracolo economico, Laterza, Roma-Bari 2010, p. 27.

dalla met degli anni 60: il caso di Franca Viola, la giovane di Alcamo che nel 1965
sfid le convenzioni rifiutando il matrimonio riparatore (anchesso espressamente
previsto dal codice penale) con colui che laveva rapita e violentata fu il primo a
suscitare scalpore. Altro spartiacque, meno drammatico ma egualmente importante, fu
poi lo scandalo sollevato nel 1966 dalla rivista del Liceo Parini di Milano, La Zanzara
i cui giovani redattori furono accusati di oltraggio alla morale e messi sotto processo
per aver pubblicato un articolo-inchiesta sullatteggiamento di alcune ragazze
dellistituto di fronte alleducazione, alla cultura, alla morale, alla religione, al
matrimonio ed al lavoro.2 Il confronto, a tratti durissimo, invest in prima istanza il
mondo cattolico e la Chiesa (che proprio con lenciclica Humanae vitae avrebbe di l a
poco ribadito la condanna della pillola e in generale della contraccezione) pervasa da
movimenti dissenzienti e da esperienze pastorali fortemente innovatrici, e perci
controverse, come quella di don Mazzi nel quartiere fiorentino dellIsolotto. Alla fine
gli studenti peccatori, come titol provocatoriamente lEspresso, furono assolti ma lo
scandalo conferm quanto rilavante fosse lattenzione dellopinione pubblica nei
riguardi del mutamento del costume e delleducazione sessuale. Non a caso, il film che
incass maggiormente ai botteghini nella stagione 1967-68 fu Helga, una sorta di
documentario tedesco che trattava in modo esplicito la questione (la scena conclusiva
del parto durante la proiezione era la prima volta che avveniva in Italia - provoc
malori nel pubblico) e che fu visto da oltre otto milioni di spettatori.3
Mentre nella cultura popolare e nel cinema si andava compiendo questa sorta di
scalata al sesso a vegliare sulla moralit del pubblico cera la Rai di Ettore Bernabei
con i suoi programmi radiofonici e soprattutto televisivi: sono reduce da un mondo di
scandalizzati aveva sentenziato qualche tempo prima Pasolini ad un certo punto della
sua conversazione filmata con Alberto Moravia e Cesare Musatti contenuta nel filmdocumentario Comizi damore.4
La censura televisiva aveva daltro canto colpito ripetutamente nel passato pi o
meno recente tanto sul piano del costume (da Casa Cugat, chiuso nel 1956 dopo
quattro puntate per limmagine giudicata lasciva della soubrette americana Abbe
Lane che sarebbe tornata in televisione proprio nel 1968 - ai celebri mutandoni
imposti al Da Da Umpa delle gemelle Kessler in Studio Uno, nel 1961) quanto su quello
politico (dalla battuta su Gronchi di Vianello e Tognazzi in Un due tre nel 1959, al carro
allegorico Il Padrone raffigurante Aldo Moro al Carnevale di Viareggio del 1968 mai
inquadrato durante la diretta, passando attraverso il clamoroso ritiro di Dario Fo e
Franca Rame da Canzonissima 1962).5
Lo stesso avveniva per il teatro e per il cinema nonostante da pi parti, a cominciare
dallAnac, lassociazione degli sceneggiatori e cineasti fondata nel 1950 per iniziativa di
personaggi come Age e Scarpelli, Alessandro Blasetti, Mario Camerini, Ettore G.
Margadonna e Cesare Zavattini, si chiedesse una nuova normativa e labolizione
proprio della censura. A fronte di alcune notizie che sembravano andare in questa
direzione (luscita senza liniziale divieto ai minori de I sette fratelli Cervi di Puccini, il
dissequestro e lassoluzione da parte del Tribunale di Lecce per Io amo, tu ami,
documentario di Alessandro Blasetti del 1961 che seguiva il filone di Europa di Notte, il
s alla rappresentazione Les Bonnes di Genet, fino ad allora vietato, con Piera Degli
Marco Sassano, Claudia Beltramo Ceppi, Marco De Paoli, Che cosa pensano le ragazze di oggi?, in La Zanzara.
Organo Ufficiale dellAssociazione Studentesca Pariniana, Anno XX, n. 3, febbraio 1966. Il testo dellarticolo
riportato in rete nel sito del liceo milanese allindirizzo
<http://www.liceoparini.org/parini/giornalini/zanzara/checosa.htm > 3 Helga Dalla sfera intimissima di una giovane donna (titolo originale Helga Vom Werden des Menschlichen Lebens) regia
Erich F. Bender, 1967. Lanno successivo usc il seguito, Helga e Michael che per non ottenne lo stesso successo di
pubblico.
4 Cfr. Callisto Cosulich, La scalata al sesso, Genova, Immordino 1969. Comizi dAmore, scritto e diretto da Pier Paolo
Pasolini, usc nel maggio del 1965.
5 Cfr. Menico Caroli, Proibitissimo! Censori e censurati della radiotelevisione italiana, Milano, Garzanti 2003.
2

Esposti, Annamaria Gherardi e Miranda Martino per la regia di Maurizio Scaparro), i


provvedimenti censori restavano numerosi. Tra i casi pi eclatanti quelli che colpirono
il Padre Nostro del Consumatore contenuto nellEmmet di Luigi Squarzina, la chiusura nel
gennaio del 1968 dello spettacolo di Paolo Poli Rita da Cascia e, nel dicembre dello
stesso anno, per iniziativa del Questore di Prato, il divieto di lettura di alcuni estratti
del Discorso per la lettera a una professoressa della scuola di Barbiana e la rivolta degli studenti di
Franco Enriquez. Lo stesso avveniva per il cinema: la censura intervenne nei confronti
di Trans-Europ-Express pellicola di Alain Robbe-Grillet (protagonista Jean-Louis
Trintignant che interpretava se stesso e un trafficante di droga), di Acid, film sulla
psichedelia e le droghe di Giuseppe Scotese, del thriller di Giulio Questi La morte ha
fatto luovo (sempre con Trintignant e Gina Lollobrigida) e della pellicola svedese Anchio
sono una donna diretta da Mac Ahlberg. Alcune scene di droga e sesso contenute nel
thriller di Ugo Liberatore Il sesso degli angeli furono tagliate e analoga sorte sub
Fantabulous. La donna il sesso il superuomo, fumettone fantastico di Sergio Spina con
Adolfo Celi e Judi West. Sempre nel corso del 1968 la censura colp Meglio Vedova,
commedia di Duccio Tessari con Virna Lisi, Lando Buzzanca e Gabriele Ferzetti; Gli
uccelli vanno a morire in Per, poco fortunato esordio cinematografico dello scrittore
Romain Gary; Bora Bora, primo esempio del filone erotico-esotico della filmografia
italiana firmato da Ugo Liberatore e Nerosubianco, scabrosa (per lepoca) avventura
erotica ambientata a Londra diretta da Tinto Brass.
Resta fuori da questo elenco la pellicola che pi divise lopinione pubblica, ovvero
Teorema di Pasolini, sequestrato per oscenit nel settembre del 1968 e oggetto di un
dibattito conclusosi qualche mese dopo con lassoluzione da parte del tribunale di
Venezia.
In un contesto dove modernit e secolarizzazione, tradizione ed arretratezza
convivevano in modo contraddittorio e con profonde differenze territoriali, gli eventi
collegati alla scomparsa, allannuncio del rapimento e al successivo ritrovamento del
corpo senza vita del piccolo Ermanno Lavorini, consumatisi a Viareggio tra il gennaio
del 1969 e i mesi successivi, rappresentarono sotto molti aspetti un vero e proprio
spartiacque epocale.
Appena un mese dopo il ferimento di Ceccanti, la Versilia torn sulle prime pagine
dei giornali non per un evento mondano ma per una notizia di cronaca nera. Il 31
gennaio 1969, il dodicenne Ermanno Lavorini, uscito dalla sua abitazione con la
bicicletta nuova, non fece rientro a casa. Nel tardo pomeriggio giunse invece una
telefonata che ne annunciava il rapimento chiedendo quindici milioni di lire di riscatto.
I Lavorini erano proprietari di un negozio di stoffe e tessuti: erano dunque una
famiglia benestante ma non ricca. Ben presto le indagini si indirizzarono verso il
mondo che gravitava intorno alla pineta di Ponente, abituale luogo di incontri
omosessuali. Il timore era che Ermanno fosse caduto nella rete di qualcuno di quel
giro. Lopinione pubblica segu con angoscia e apprensione le notizie e le voci che
giornali e televisione rilanciarono per giorni e giorni. Venne dato spazio a
testimonianze spesso contraddittorie. Si ascolt il parere di esperti di ogni sorta,
compresi sensitivi e veggenti: chiamato in causa, il celebre parapsicologo e
psicometrista olandese Gerard Croiset che nel 1973 sarebbe stato impersonato da
Paolo Stoppa in ESP, uno sceneggiato televisivo trasmesso dalla Rai disse di cercare
il corpo del bambino in fondo al mare. Di Ermanno, per, nessuna traccia.
Il 3 febbraio venne per ritrovata la bicicletta secondo modalit e in un luogo che
fecero pensare che qualcuno lavesse portata in un secondo momento. Il 9 marzo (una
domenica), il tragico epilogo: il cadavere del ragazzino fu rinvenuto sotto la sabbia
della pineta di Marina di Vecchiano. Nonostante i rilievi sul corpo escludessero tracce
di violenza sessuale le voci di un coinvolgimento di qualche deviato frequentatore
della pineta di Ponente (diverse centinaia erano stati interrogati e schedati dagli

inquirenti) si rafforzarono e furono ulteriormente amplificate dai mezzi


dinformazione.
Il 19 aprile giunse la notizia dellarresto di Marco Baldisserri, Rodolfo Della Latta
detto Foffo e Pietrino Vangioni tre giovani (sedici anni il primo, venti gli altri due)
appartenenti agli ambienti della destra monarchica e neofascista di Viareggio. Dopo
una iniziale confessione (nella quale si parl di una morte accidentale avvenuta a
seguito di una lite e di una scazzottata) gli accusati, nel tentativo di depistare le
indagini, fecero il nome di Adolfo Meciani, proprietario di uno stabilimento balneare e
persona molto nota in citt. Allapparenza padre di famiglia, egli conviveva tuttavia con
un segreto per lepoca inconfessabile: lomosessualit. Accusato di aver ucciso
Ermanno durante un tentativo di violenza (che pure gli esami autoptici e quelli sui
vestiti della vittima come detto escludevano) Meciani fu trasformato in un mostro
da una stampa peraltro dimentica della tragica vicenda che nel primo dopoguerra aveva
ingiustamente coinvolto Gino Girolimoni trasformandolo in un sanguinario pedofilo.
La vita privata di Meciani venne data in pasta al pubblico dominio dando spazio ad
esagerazioni, dicerie e falsit. Distrutto dalla vergogna, egli si impicc in cella il 24
maggio 1969.
Questo suicidio non pose per fine alle voci n alla insana caccia al mostro. I
sospetti si indirizzarono infatti su Giuseppe Zacconi, figlio di Ermete, proprietario di
sale cinematografiche. Sebbene scagionato dagli investigatori, il nome di Zacconi
continu a circolare in pettegolezzi e illazioni accostato se non alla figura dello
stupratore omicida al mondo dei prostituti e dei pederasti. Le voci sarebbero cessate
solo dopo una sua drammatica conferenza stampa nella quale per allontanare le voci di
una sua omosessualit egli scelse di confessare a tutta Italia di essere impotente
(minato nellanima da quelle giornate, Zacconi sarebbe morto dinfarto lanno
successivo). A quel punto le voci diffamatorie non cessarono ma si indirizzarono verso
esponenti della giunta comunale di Viareggio.
Ben presto, per, emerse con sempre maggiore evidenza che il delitto non era
affatto maturato in quel mondo di pervertiti e satiri silvani come avevano scritto
alcuni periodici ma in tuttaltro contesto. Lattenzione dellopinione pubblica and cos
scemando al punto che quando nel 1977 la sentenza definitiva parl di omicidio a
scopo estorsivo, finalizzato al finanziamento dellattivit politica condannando
Baldisserri Della Latta e Vangioni la vicenda era stata ormai praticamente dimenticata.
Eppure il caso Lavorini fu emblematico sotto molti aspetti. Gi in passato cerano
stati delitti che avevano coinvolto giovani vittime: ad esempio quello commesso dalle
sorelle Cataldi che nel 1945 avevano accoltellato a morte Angela Barruca e il suo
bimbo di tre anni. Lanno dopo cera poi stato il caso di Rina Fort, la giovane
commessa di un negozio di tessuti di Milano, che non aveva esitato ad assassinare
atrocemente non solo la moglie del suo datore di lavoro ed amante ma anche e i tre
figlioletti che erano in casa con lei e per questo subito ribattezzata dalla stampa la
belva di via San Gregorio. La tragica storia del ragazzo scomparso a Viareggio, come
titolava il 45 giri registrato dal cantautore Franco Trincale che fece piangere unintera
generazione di madri e di figli, fu per il primo delitto di questo tipo a ricevere una
straordinaria copertura da parte dei mezzi dinformazione, in particolare della
televisione. Il programma Tv7, in onda sul primo canale Rai, realizz uninchiesta
seguitissima, la prima di una lunga serie di servizi che catturarono per mesi lattenzione
dellopinione pubblica. Alla fine si contarono 27 trasmissioni televisive, 300 passaggi
radiofonici, 30 inchieste realizzate dai principali periodici e rotocalchi a diffusione
popolare. stato calcolato che ciascuno degli oltre venti inviati di tutte le testate
nazionali scrisse mediamente quasi novanta articoli.6
6

Andrea Pini, Omocidi. Gli omosessuali uccisi in Italia, Stampa Alternativa Nuovi Equilibri, Viterbo 2002, p. 28.

Oltre al turbamento nei confronti della giovane vittima, ad accrescere la curiosit


del pubblico contribu il fatto che quello fosse di fatto il primo caso del dopoguerra di
omosessualit e morte, grazie al quale vennero alla luce ambienti equivoci, il
mondo del terzo sesso, dei festini (qualche giornale li chiamava mini-party, altri
mini-orge) lesistenza di quelli che negli schedari della polizia erano classificati sotto
la voce invertiti, i giochi proibiti (come venivano eufemisticamente definiti per non
urtare eccessivamente la morale pubblica) tra insospettabili corruttori di minorenni (il
termine pedofili non veniva ancora utilizzato) e ragazzini.
Preoccupati soprattutto di vendere e di blandire gli interessi e le inclinazioni del
pubblico molti mezzi dinformazione non si fecero scrupoli nel dare spazio a
pregiudizi e stereotipi, interpretazioni semplicistiche, accostamenti arbitrari, vergognosi
o palesemente infondati. Lomosessualit era un marchio dinfamia, veniva associata
alla devianza, alla pedofilia, alla violenza e agli abusi sessuali. Il caso Lavorini fu inoltre
anche un caso politico. Ad un certo punto vennero addirittura coinvolti
ingiustamente il sindaco e il presidente dellAzienda del Turismo del Comune di
Viareggio entrambi socialisti. In questo senso non mancarono i tentativi di
strumentalizzazione: i pederasti, si sottintendeva da parte di una parte della stampa
conservatrice e di destra, erano di sinistra. Junio Valerio Borghese, che di l a poco si
sarebbe reso protagonista di un fallito colpo di Stato, si precipit a Viareggio
cavalcando la rabbia popolare per laccaduto. Quando poi fu chiaro chi fossero i veri
responsabili e si scopr che il movente principale era stato probabilmente quello di
finanziare con un improbabile sequestro le attivit di organizzazioni monarchiche e
neofasciste emersero quei depistaggi e quella disinformazione che sarebbero poi stati
sperimentati su pi vasta scala nei mesi successivi allindomani della strage di piazza
Fontana.
Il caso fu per a suo modo emblematico anche per la sinistra, compresa quella
contestatrice. Infatti, mentre lanno precedente questa si era mobilitata per il caso di
plagio che aveva coinvolto Aldo Braibanti adesso manifest disinteresse oppure,
come amaramente annot ancora Pasolini il 6 maggio del 1969, fece addirittura propri
gli stereotipi pi corrivi nei riguardi degli omosessuali. Il modo con cui il caso si
sgonfi nel momento in cui si comprese che ad uccidere Ermanno non era stato alcun
invertito, che non cera stata violenza sessuale e che gli esecutori e il movente erano
ben altri, fu sintomatico di quanto fosse radicata quella doppia morale, condivisa dagli
ambienti conservatori come da quelli di sinistra e di che cosa si celasse dietro di essa.7
Destino volle che questo dramma dalle molteplici valenze venisse rappresentato a
Viareggio, una delle localit che aveva incarnato lo spirito della societ italiana negli
anni del miracolo economico. La Versilia opulenta e spensierata dove durante le ferie
italiani di ceti ed estrazione differenti presi dalla frenesia dellestate8 rinnovavano il
rito consumistico delle vacanze estive perdeva la propria innocenza. E con essa lintero
paese.

Pier Paolo Pasolini, Diario del caso Lavorini, in Saggi sulla politica e sulla societ, a cura di Walter Siti e Silvia De
Laude, con un saggio di Piergiorgio Bellocchio. Cronologia a cura di Nico Naldini, Milano, Mondadori 2009, p. 190
e pp. 195-196.
8 Frenesia dellestate era il titolo della commedia a episodi scritta da Age e Scarpelli, De Bernardi e Mario Monicelli,
diretta da Luigi Zampa uscita nelle sale nel 1963. Ambientata a Viareggio e nella Versilia del boom economico, la
pellicola aveva come protagonisti, tra gli altri, Amedeo Nazzari, Vittorio Gassman, Philippe Leroy, Sandra Milo.
7

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