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Gianni Silei
Universit degli Studi di Siena
[paper da non citare senza il consenso dellautore]
Alla fine degli anni Sessanta, per quanto trascinata in pieno XX secolo, dal suo
assetto contadino a un assetto industriale1 lItalia restava un paese sessista,
esteriormente conformista e rispettoso della morale comune, bigotto e pieno di tab
eppure (o forse proprio per questo) pronto alla prima occasione a dedicare le proprie
attenzioni al primo fatto delittuoso o di cronaca rosa dai risvolti pruriginosi. Il secondo
dopoguerra apertosi con il processo a Leonarda Cianciulli, entrata nellimmaginario
collettivo come la saponificatrice di Correggio forn, grazie alla diffusione dei
rotocalchi destinati ad un pubblico popolare e prevalentemente femminile, numerosi
altri episodi che fecero breccia nellopinione pubblica. Nel corso degli anni Cinquanta,
ad esempio, la vicenda della dama bianca di Coppi aveva attirato sul campionissimo
le accuse di concubinaggio di molti benpensanti. Nel 1953 lopinione pubblica aveva
quindi seguito con morboso compiacimento gli eventi legati alla morte di Wilma
Montesi che misero alla luce per la prima volta i vizi nascosti di certi ambienti del bel
mondo e della politica romana. Poco pi tardi, nellestate del 1955 si interrog sul
mistero, mai risolto, della giovane decapitata di Castelgandolfo. Nel 1960, poi, La dolce
vita i Fellini, che mostrava al pubblico lo stile di vita dei nuovi ricchi della capitale, fu
accompagnata da una violenta campagna di stampa ad opera di alcuni testate come
LOsservatore romano, LAvvenire dItalia o Il Secolo dItalia che ne denunciarono a pi
riprese il presunto degrado morale. Si arriv persino alle interrogazioni parlamentari,
salvo poi rendere la protagonista Anika Ekberg, una delle maggiorate del cinema
italiano, uno dei sex symbol di quel decennio.
Come mise causticamente in luce Pietro Germi in Divorzio allitaliana, lItalia era un
paese dove questo istituto veniva negato per la tenace opposizione della Chiesa
cattolica ma dove nel contempo loffesa recata all'onor suo o della famiglia (come
recitava larticolo 587 del codice penale ancora risalente al periodo fascista) prevedeva
uno sconto di pena se il delitto donore era compito nei confronti della moglie
adultera. Un paese nel quale i vizi e le debolezze private soprattutto di certi settori
della societ restavano gelosamente celati sotto un velo di perbenismo e di fedelt a
valori familiari che paradossalmente anche questo un elemento significativo
accomunavano entrambe le due grandi chiese: quella cattolica e quella comunista. I
segnali di un parziale cedimento di questa rigida morale comune giunsero a partire
1
The Economist cit. in V. Castronovo, LItalia del miracolo economico, Laterza, Roma-Bari 2010, p. 27.
dalla met degli anni 60: il caso di Franca Viola, la giovane di Alcamo che nel 1965
sfid le convenzioni rifiutando il matrimonio riparatore (anchesso espressamente
previsto dal codice penale) con colui che laveva rapita e violentata fu il primo a
suscitare scalpore. Altro spartiacque, meno drammatico ma egualmente importante, fu
poi lo scandalo sollevato nel 1966 dalla rivista del Liceo Parini di Milano, La Zanzara
i cui giovani redattori furono accusati di oltraggio alla morale e messi sotto processo
per aver pubblicato un articolo-inchiesta sullatteggiamento di alcune ragazze
dellistituto di fronte alleducazione, alla cultura, alla morale, alla religione, al
matrimonio ed al lavoro.2 Il confronto, a tratti durissimo, invest in prima istanza il
mondo cattolico e la Chiesa (che proprio con lenciclica Humanae vitae avrebbe di l a
poco ribadito la condanna della pillola e in generale della contraccezione) pervasa da
movimenti dissenzienti e da esperienze pastorali fortemente innovatrici, e perci
controverse, come quella di don Mazzi nel quartiere fiorentino dellIsolotto. Alla fine
gli studenti peccatori, come titol provocatoriamente lEspresso, furono assolti ma lo
scandalo conferm quanto rilavante fosse lattenzione dellopinione pubblica nei
riguardi del mutamento del costume e delleducazione sessuale. Non a caso, il film che
incass maggiormente ai botteghini nella stagione 1967-68 fu Helga, una sorta di
documentario tedesco che trattava in modo esplicito la questione (la scena conclusiva
del parto durante la proiezione era la prima volta che avveniva in Italia - provoc
malori nel pubblico) e che fu visto da oltre otto milioni di spettatori.3
Mentre nella cultura popolare e nel cinema si andava compiendo questa sorta di
scalata al sesso a vegliare sulla moralit del pubblico cera la Rai di Ettore Bernabei
con i suoi programmi radiofonici e soprattutto televisivi: sono reduce da un mondo di
scandalizzati aveva sentenziato qualche tempo prima Pasolini ad un certo punto della
sua conversazione filmata con Alberto Moravia e Cesare Musatti contenuta nel filmdocumentario Comizi damore.4
La censura televisiva aveva daltro canto colpito ripetutamente nel passato pi o
meno recente tanto sul piano del costume (da Casa Cugat, chiuso nel 1956 dopo
quattro puntate per limmagine giudicata lasciva della soubrette americana Abbe
Lane che sarebbe tornata in televisione proprio nel 1968 - ai celebri mutandoni
imposti al Da Da Umpa delle gemelle Kessler in Studio Uno, nel 1961) quanto su quello
politico (dalla battuta su Gronchi di Vianello e Tognazzi in Un due tre nel 1959, al carro
allegorico Il Padrone raffigurante Aldo Moro al Carnevale di Viareggio del 1968 mai
inquadrato durante la diretta, passando attraverso il clamoroso ritiro di Dario Fo e
Franca Rame da Canzonissima 1962).5
Lo stesso avveniva per il teatro e per il cinema nonostante da pi parti, a cominciare
dallAnac, lassociazione degli sceneggiatori e cineasti fondata nel 1950 per iniziativa di
personaggi come Age e Scarpelli, Alessandro Blasetti, Mario Camerini, Ettore G.
Margadonna e Cesare Zavattini, si chiedesse una nuova normativa e labolizione
proprio della censura. A fronte di alcune notizie che sembravano andare in questa
direzione (luscita senza liniziale divieto ai minori de I sette fratelli Cervi di Puccini, il
dissequestro e lassoluzione da parte del Tribunale di Lecce per Io amo, tu ami,
documentario di Alessandro Blasetti del 1961 che seguiva il filone di Europa di Notte, il
s alla rappresentazione Les Bonnes di Genet, fino ad allora vietato, con Piera Degli
Marco Sassano, Claudia Beltramo Ceppi, Marco De Paoli, Che cosa pensano le ragazze di oggi?, in La Zanzara.
Organo Ufficiale dellAssociazione Studentesca Pariniana, Anno XX, n. 3, febbraio 1966. Il testo dellarticolo
riportato in rete nel sito del liceo milanese allindirizzo
<http://www.liceoparini.org/parini/giornalini/zanzara/checosa.htm > 3 Helga Dalla sfera intimissima di una giovane donna (titolo originale Helga Vom Werden des Menschlichen Lebens) regia
Erich F. Bender, 1967. Lanno successivo usc il seguito, Helga e Michael che per non ottenne lo stesso successo di
pubblico.
4 Cfr. Callisto Cosulich, La scalata al sesso, Genova, Immordino 1969. Comizi dAmore, scritto e diretto da Pier Paolo
Pasolini, usc nel maggio del 1965.
5 Cfr. Menico Caroli, Proibitissimo! Censori e censurati della radiotelevisione italiana, Milano, Garzanti 2003.
2
Andrea Pini, Omocidi. Gli omosessuali uccisi in Italia, Stampa Alternativa Nuovi Equilibri, Viterbo 2002, p. 28.
Pier Paolo Pasolini, Diario del caso Lavorini, in Saggi sulla politica e sulla societ, a cura di Walter Siti e Silvia De
Laude, con un saggio di Piergiorgio Bellocchio. Cronologia a cura di Nico Naldini, Milano, Mondadori 2009, p. 190
e pp. 195-196.
8 Frenesia dellestate era il titolo della commedia a episodi scritta da Age e Scarpelli, De Bernardi e Mario Monicelli,
diretta da Luigi Zampa uscita nelle sale nel 1963. Ambientata a Viareggio e nella Versilia del boom economico, la
pellicola aveva come protagonisti, tra gli altri, Amedeo Nazzari, Vittorio Gassman, Philippe Leroy, Sandra Milo.
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