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L’archeologia nel tempo

La ricerca di antichità sepolte avvenuta per mezzo di scavi -definibili archeologici- risale ad epoche lontane: attraverso
quelli scavi il mondo antico poteva entrare in contatto con i resti materiali delle civiltà precedenti.

Lo scavo si configurava come una strumento di estrazione e non come fonte di informazioni e metodo di indagine.

Il metodo di indagine utilizzato era quello dello sterro ossia lo sgombero della terra che nasconde le rovine antiche.

Si sviluppò un’archeologia romantica, ossia animata dal fascino della rovina del passato inteso con un atteggiamento
più sentimentale e meno scientifico.

Il XV secolo vede la nascita dell’antiquaria: nuova disciplina che ha come oggetto lo studio dell’antichità e dei suoi
manufatti.

L’interesse per i resti monumentali del passato - specialmente quelli dell’antica Roma- si affianca all’interesse per gli
scritti degli autori classici contenuti nelle biblioteche.

Gli scavi sono ancora finalizzati alla ricerca di materiali antichi da reimpiegare nelle costruzioni o alla ricerca di
materiale antiquario da mettere in vendita.

Solo idurante il XVII si sviluppò in Europa la consapevolezza della possibilità di ricavare dati dagli oggetti antichi e
dalle rovine ancora visibili nel paesaggio; in quelle regioni dove lo studio dei testi antichi poteva basarsi su pochi testi
scritti e resti monumentali, il metodo sperimentale di analisi poteva produrre i suoi frutti migliori e i manufatti potevano
assumere il valore di testimonianze storiche.

Si sviluppò un’archeologia dell’arte.

Nell’Europa del XIX secolo l’archeologia del mondo classico e orientale assume la dimensione di una vera e propria
scienza dell’antichità che si muove con finalità razionali e solide premesse filosofiche.

Gli istituti archeologici formatisi nei grandi Stati nazionali avviano le prime ricerche in Grecia, nel vicino Oriente e in
Egitto.
All’inizio dell’800 le osservazioni delle scienze naturali si concentravano sullapaddes stratificazione geologica e sui
fossili in essa contenuti favorirono l’estensione del concetto di stratigrafia anche alla disciplina archeologica.

I primi archeologici furono inglesi: a partire dagli anni ’30 del ‘900, l’applicazioni dei principi stratigrafici nei principi
archeologici maturò con scavi che seguivano metodologie più rigorose nell’ambito dell’analisi stratigrafica.

Negli anni ’70 anche l’Italia è inserita nel panorama dell’archeologia europea.

L’archeologia: il metodo stratigrafico

I resti delle civiltà del passato erano concepiti come tesori ricchi di valore storico ma anche venale: oggi non è più così
in quanto lo scavo è concepito come parte di un processo di conoscenza che inizia dall’analisi del modo in cui si sono
formati e conservati i resti archeologici e si conclude con l’interpretazione storica dei dati recuperati. Dal punto di vista
del metodo, esistono solo due modalità di scavo:

- scavo stratigrafico

- scavo arbitrario

Lo scavo arbitrario consiste invece in una rimozione indiscriminata del terreno al fine di mettere in luce un monumento o
un oggetto particolare.

I principi fondamentali della stratigrafia archeologica sono stati teorizzati intorno al 1970 dall’archeologo inglese Edward
Harris.

Il punto di partenza è il concetto di unità stratigrafica con cui si definisce ciascuna traccia lasciata da una singola azione
umana o naturale nella stratificazione archeologica di un sito.

Le unità stratigrafiche possono esser suddivise in due categorie: unità positive -tracce lasciate da azioni di costruzione
e di accumulo- e unità negative tracce lasciate da azioni di uso, di distruzione o di erosione.

Il diagramma stratigrafico è uno strumento semplice ed efficace per rappresentare graficamente lo sviluppo di una
stratificazione archeologica: nel diagramma compaiono numeri e linee.

I numeri indicano le singole unità stratigrafiche mentre le linee indicano i rapporti che le legano tra loro.

Nel condurre uno scavo stratigrafico, ogni unità individuata viene accuratamente documentata attraverso disegni,
schede e fotografie: solo la questo punto si procede al suo smontaggio per recuperare tutti i reperti in essa contenute e
per esporre l’unità stratigrafica sottostante.

L’operazione si ripete nella stessa modalità con le unità via via più antiche alternando scavo e documentazione e
procedendo a ritroso nel tempo, smontando la stratificazione nell’ordine inverso in cui essa si è formata. Il diagramma
terminale riporterà la sequenza in cui si sono formate le unità stratigrafiche.

I seguenti dati costituiscono la materia prima per rispondere alle domande chiave “che cosa è accaduto in questo sito”
e “quando tutto ciò è avvenuto”:

- la documentazione grafica e stratigrafica permetterà di ricostruire la loro forma

- la documentazione scritta testimonierà la natura fisica e i componenti materiali

- I reperti conserveranno la memoria della frequentazione umana del sito

Il racconto storico verrà arricchito da altri aspetti come la vita sociale, il modo di pensare, la cultura materiale e l’aspetto
fisico degli uomini del passato.

Scavi di Pompei, Ercolano e Oplontis

Non solo archeologia alla ricerca del dettaglio ma archeologia sociale (ha permesso di analizzare i rapporti degli abitanti
con la città) - livello di conservazione ottimale

Sciuagura 24 agosto 79 d.C. eruzione del Vesuvio che seppellisce l’abitato di Pompei, di Ercolano e tutte le residenze
della zona (villa di Oplontis)

Area riscoperta in età moderna

Città sepolta dalle ceneri del Vesuvio nel 79 d.C., si stima la notte del 24 agosto o tra la fine di ottobre e novembre.

Le ceneri arrivarono fino a Roma.

A partire dalla metà del XVIII secolo le due città vengono progressivamente portate alla luce

Ercolano 1738

Pompei 1748

Scoperta casuale

La riscoperta è di tutto il territorio vesuviano: questa eruzione non aveva sepolto solo Pompei ed Ercolano ma tutta la
regione

Si da inizio ad una serie di scambi che porteranno alla riscoperta di un sito archeologico straordinario

Uno dei fattori più interessanti degli scavi dell’are vesuviana è costituito dallo stato ottimale di conservazione degli
ambienti di epoca romana

Hanno offerto di scoprire come erano fatte le case degli uomini di allora: si tratta sempre di case fastose e decorate,
affrescati da importanti opere pittoriche

La varietà e la qualità degli affreschi rinvenuti in queste zone ha permesso di fare una cronologia degli stili.

Le grandi megalografie appartengono al I secolo a.C. e rappresentano una scena di iniziazione (amore): si tratta di una
sposa che si prepara alle nozze ed il percorso della sposa alla conoscenza dell’amore e del dolore dell’amore avviene
mediante una serie di avvenimenti che ritmano questo eccezionale ciclo di affreschi, recentemente restaurato.

Il nucleo dell’antica Ercolano ha permesso di capire che la città era molto legata al commercio, più ricca e raffinata di
Pompei. Le terme lasciano ben comprendere l’eccezionalità del sito.

Il livello delle terme era il livello del mare.

Intarsi marmoreo e stucchi caratterizzano gli elementi decorativi tipici di tutto il sito.

La gloria delle fastose ville romane dell’epoca è rappresentata dalla villa di Oplontis attribuita a Poppæa Sabina,
seconda moglie dell’imperatore Nerone.

La villa di Oplontis è una villa appartenente ad un personaggio della famiglia imperiale: insieme architettonico di grandi
dimensioni, riccamente ornata che si apriva nel mare sul golfo di Napoli.

La stanza delle finte architetture è un insieme di pitture ben conservato e di grande forza architettonica.

Le bellezze architettoniche rappresentano un patrimonio artistico tanto apprezzato da poterci far comprendere la frase
provocatoria che Goethe pronunciò sulle conseguenze gioiose dell’eruzione del 79 d.C.: la riscoperta di questi siti ci ha
permesso di venire a conoscenza della quotidianità della vita degli antichi.

La preziosità di questo sito risiede anche nella verginità da attacchi di popolazione barbare.

Il sito nel 1997 è stato inserito nella lista dei patrimoni Unesco: i resti delle due città sono una vivida rappresentazione
senza eguali della società e della quotidianità in un momento specifico della storia.

I segreti di Ercolano

Pompei

Anfiteatro più vecchio del mondo antico

Un antico bordello

Calchic d delle vittime dell’eruzione: nel 1863 gli archeologi italiani inventarono una tecnica per produrre i calchi dei
corpi morti

La lava si era raffreddata intorno ai corpi prima che si decomponessero: iniettando il gesso liquido catturarono la forma
delle persone negli spasmi della morte; ciò fece si che non si potesse studiare lo scheletro di queste persone

La loro conservazione è stata possibile grazie agi strati di cenere e pomice di oltre 5 metri eruttati dal Vesuvio che
hanno sepolto ala città

Santuario della Madonna di Pompei

Ercolano (=città di Ercole) - 40.000 abitanti

Case costruite a due piani: alcuni piani sono sopravvissuti e si possono ammirare tutt’ora gli infissi in legno

Tavolette di legno su cui erano inscritte le dispute e controversie legali

Più ampio campionario di scheletri di abitanti dell’epoca (300 esemplari): primi ritrovamenti di resti umani del periodo
precedente l’eruzione

Qui la cenere era molto più calda rispetto a quella di Pompei: in seguito diventò una roccia che avvolse la città

È ricoperta da 25 metri roccia solida e solo grazie a questa profondità si è conservata in modo così intatto fino ad oggi.

Era un porto sul golfo di Napoli: l’effetto dell’eruzione ha spostato la costa di 400m verso il mare

Vasto campionario di scheletri: da ciò si sono ricavate molte informazioni sull’aspetto sociale

3 scheletri perfettamente conservati in una nicchia di una volta (nella cassa toracica di uno semi d’uva e orecchini su
una donna).

Trovati concentrati nei pressi dell’antica costa: probabilmente hanno affrontato il disastro insieme

Vivevano in ville lussuose, case normali e monolocali

Al centro delle case vi era l’impluvium dove l’acqua piovana entrava da un foro sul tetto.

Il tablinum era sala più importante della casa (sala di accoglienza).

Separè di legno allungabile ritrovato nella sua posizione originaria (organizzazione degli spazi)

Oggettistica e mobili per l’arredamento interno

Porte come quelle di un tempio: all’interno riprodotti dei della famiglia (Ercole, Venere, Mercurio, Giove)

Sono conservate le assi dei tetti di legno delle casi romane: tutt’ora si intravedono tracce di colorazioni delle travi
rinvenute.

Casa di Nettuno e Afitrite: mosaico quasi intatto

Antico spaccio di alcolici: rifiniture in legno, rastrelliere per il vino e elementi lignei

Materiale organico fogne di Ercolano: resti di ciò che mangiavano (anche grazie a escrementi)

46 specie diverse di pesce, fichi di Ercolano

Distribuzione uniforme di tutte le tipologie di alimenti (analisi delle diete e dell’assunzione di cibo)

Bagni pubblici: vasche per lavarsi (per 10/12 persone dotate di scarico per l’acqua), fontane pubbliche, acqua corrente

Sistema fognario primario e secondario

Tenevano alla pulizia e chi sporcava veniva punito con pene corporali: le regole venivano inscritte sulle rocce/pareti che
circondano la città

Ercolano offre la testimonianza della presenza della schiavitù: presenza di schiavi e padroni

Attirava molti immigrati dalla Siria come schiavi

Tavole di marmo con elenco di liberti e schiavi: da ciò si dedusse che nella società romana vi era un alto tasso di
mobilità sociale (condizione aperta di uscita)

Gli schiavi, dopo aver consumato il periodo di servitù, si battevano a conseguire il premio della piena cittadinanza:
questo era motivo e stimolo per spingerli a lavorare duramente

Se parti come sschiavo devi conseguire i 30 anni di età per diventare pienamente cittadino romano: per farlo stava
anche solo dichiarare ai magistrati la nascita di un figlio

Successivamente compare nella lista pubblica dei cittadini iscritta nel marmo

Tavole di legno su cui la gente registrava i propri affari. In origine venivano trascritte le dispute legali tra i cittadini

Per evitare la contraffazione, facevano tre copie

Quando arrivò la catastrofe gli abitanti di Ercolano dovettero scegliere alcuni oggetti da portare con sé: monete, ori,
gioielli e utensili da lavoro.

Attività sismica e calamità naturali frequenti prima dell’eruzione: alzamento del livello del mare

La popolazione, al momento dell’eruzione, si organizzò cercando di salvarsi: alcuni si rifugiarono nell’antica costa, altri
in spiaggia e altri ancora sotto archi.

La maggioranza dei corpi ritrovati sotto gli archi sono donne e bambini.

Calabria antica: Sibari

Nel 1932 nella Piana del Crati, una fertile pianura della Calabria, dopo anni di ricerche, una colonna fiorente dal terreno
diede allo studioso Zanotti Bianco la certezza di aver scoperto il luogo dove sorgeva una delle città più famose
dell’antichità: Sibari.

Disponendo di un porto fluviale, il commercio con Mileto era molto attivo.

I coloni giungevano dall’Acaia -una regione montuosa del Peloponneso- guidati da Is.

Sibari si sviluppò grazie alla fertilità del territorio che consentì fiorenti esportazioni.

Le vie terrestri consentirono di mettere in collegamento il Mar Ionio e il mar Tirreno.

Con Mileto si instaurarono floridi legami commerciali.

Lusso, superbia e pigrizia caratterizzavano la popolazione di Sibari.

Per non soffrire il caldo, oltre ai viali ombrosi, amavano stendere tende sopra le strade per passeggiare al fresco.

Alla fine del VI secolo eventi politici scosse ls serenità della città greca: un colpo di Stato nel 510 a.C. pose il capo delle
forze democratiche Telis al potere e 500 aristocratici si rifugiarono a Crotone.

Alla richiesta di Telis di consegnare gli esuli Sibariti, Crotone rifiutò; il comandante considerò il rifiuto come un atto ostile
e fidando nell’enorme superiorità dell’esercito sibarita, dichiarò guerra a Crotone. L’esito dello scontro fu devastante per
Sibari.

Nell’esercito di Crotone si distinse Milone.

Il desiderio di far rinascere la città fu il sogno di ogni esule sibarite.

Nel 444 a.C. -grazie all’aiuto di Atene- questo sogno si avverò.

Sul luogo sorse l’erede dell’antica Colonia achea: Thurii.

Per dare vitalità alla città soggiunsero uomini di cultura quali Erodoto, Protagora, Ippodamo di Mileto (al quale venne
affidata la progettazione dell’impianto urbanistico della colonia)

Thurii chiese e ottenne l’aiuto dell’esercito romano: la città ricambiò questo gesto rimanendo fedele a Roma nel corso
del III secolo a.C. durante i conflitti contro Pirro e Annibale

Nella metà del I secolo a.C. la città modificò l’assetto umanistico: venne impiantato un anfiteatro, primo monumento
scavato a SIbari (1932).

Nel VI secolo d.C. la città, per il sopraggiungere della malaria, venne abbandonata

Fondata la colonia di Copia: controllava il passaggio dallo Ionio al Tirreno ed il passaggio verso il territorio Brezio.

Si dotò delle terme e di un teatro

Si assiste al latifondismo

La conquista romana del Bruzio

Bruzio = Italia meridionale corrispondente all’odierna Calabria

Centinaia di chilometri di costa

Nome a seguito dell’insediamento della popolazione di origine lucana dei Brezi e rimase in uso fino al VII secolo d.C.,
quando il territorio prese il nome di Calabria (appartenjuto precedente all’antica Puglia meridionale)

Popolo di combattenti dedito alla pastorizia e alla caccia

Brezi cercarono di estendere il loro dominio assediando le città greche poste lungo i versanti ionico e tirrenico

Nel 285 a.C. l’aggressione Brezi alla città greca di Thurii costrinse quest’ultima a richiedere l’intervento dell’esercito
romano.

Coinvolta nelle vicende di altri centri greci, Roma stipula trattati con Locri, Crotone e Reggio Calabria.

Alla fine del III secolo, in occasione della terza guerra punica, le popolazioni alleate di Roma tradirono i patti alleandosi
con Annibale: pagarono il tradimento a duro prezzo.

Il territorio appartenenti ai Bruzi venne espropriato e vennero fondate delle colonie.

La pece era utilizzato come impermeabilizzante nella costruzione della navi e nei processi di conduttura del vino.

Colonia Scolacium 123 a.C. controllava il passaggio dallo Ionio al Tirreno ed il passaggio verso il sud (ruolo strategico e
commerciale).

Area del foro e teatro

Al declino dell’impero romano corrispose uno spopolamento delle campagne e delle città. Le continue invasioni
barbariche diedero fine a centri come Locri e Sibari.

Andrea Carandini - Scavo stratigrafico

Lamboglia primi rudimenti dello scavo

Scavo stratigrafico: gioco di Shanghai

Smuovere un reperto senza smuoverne altri; è necessario iniziare dai reperti in superficie (non coperte).

Togliere tutti gli strati che coprono altri starti ma che non sono coperti (esono più tardi cronologicamente).

Smuovendo il terreno nell’ordine inverso in cui si è formato, si riesce a dipanare questa complessità che ha un ordine
ben preciso.

La terra fa parte dell’architettura .

Strato positivo se si apporta del materiale che si può delimitare e asportare

Strato negativo (come una buca) assenza di stato che ha una forma particolare significativa (le capanne erano fatte da
pali e di essi rimangono soltanto i buchi nel terreno: questi sono assenze di materiali ma sono fondamentali per
decretare la presenza di una struttura capannicola in un determinato punto)

Scavo non è solo una pratica ma una filologia: l’obiettivo è rinvenire la versione più fedele e attendibile del terreno

La stratigrafia è la filologia applicata al terreno e agli oggetti

Gli strati contengono al loro interno della ceramica: lo strato si data attraverso i suoi reperti a patto che siano sufficienti
e non residui

I residui sono falsi reperti

Andrea Carandini - Dante e l’archeologo

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