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C A E RE E PY RG I:

I L T E R R ITO R IO ,
L A V I A BI LI T À E L E FO R TIFICAZ IO NI
A TTI DE L L A GI ORNA T A D I S T U D I O

r o m a , c o n s i g l i o n a z i onale d elle r ic er c he, 1 mar z o 20 1 2

a c u r a d i vinc enz o bellelli

testi di
elena acampa, alberta arena, barbara belelli marchesini,
vincenzo bellelli, manuela bonadies, maria raffaella ciuccarelli,
rita cosentino, michele di filippo, maria di nezza, antonio graziadei,
paola iannaccone, rocco mitro, sara napolitani, rosa maria nicolai,
laura petacco, walter b. pantano, ylenia salvadori,
paola santoro, isidoro tantillo, martina zinni

PISA · ROMA
FA B R I Z I O S E R R A E D I TO R E
mmxiv
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issn 1827-0506
isbn 978-88-6227-704-4
e-isbn 978-88-6227-705-1
INDICE

Alfonsina Russo Tagliente Presentazione 9

Paola Santoro Introduzione 11

Rita Cosentino Caere e il suo territorio: lavori in corso 13

Vincenzo Bellelli Le mura di Caere: una introduzione 35

Elena Acampa, Le campagne di scavo 2010-2011 alle mura di Cerveteri: 63


Vincenzo Bellelli, relazione preliminare
Maria Raffaella Ciuccarelli,
Paola Iannaccone,
Rocco Mitro,
Ylenia Salvadori,
Paola Santoro

Antonio Graziadei, La tecnica costruttiva delle fortificazioni ceriti 79


Paola Iannaccone,
Ylenia Salvadori

Elena Acampa I materiali dagli scavi 2010-2011 del CNR 97

Isidoro Tantillo Una statuetta votiva dallo scavo 2011: il sacro e le mura 123
della città

Antonio Graziadei, Le mura etrusche di Cerveteri: proposta di ricostruzione 131


Rocco Mitro

Maria Raffaella Ciuccarelli Porte della città e viabilità connessa 141

Laura Petacco La viabilità in uscita da Cerveteri: osservazioni sulla via 175


Caere-Pyrgi

Barbara Belelli Marchesini, Pyrgi. Analisi delle fortificazioni della colonia romana 197
con appendici a cura di: e rapporti con l’abitato etrusco
Alberta Arena,
Barbara Belelli Marchesini,
Manuela Bonadies,
Rosa Maria Nicolai,
Sara Napolitani,
Walter B. Pantano,
Martina Zinni

Michele Di Filippo, La geologia dell’area di Pyrgi e l’ubicazione delle cave antiche 265
Maria Di Michele

Bibliografia 285

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PREMESSA* in campo sono state molteplici, dal recente impiego
di istallazioni multimediali, all’interno di un gruppo

Q uest’ultimo decennio di “vacche magre” sul


fronte sia degli investimenti istituzionali che di
quelli privati ha costretto la Soprintendenza a ridurre,
di tombe particolarmente note e visitate dell’area re-
cintata della Necropoli, all’ampliamento dell’offerta di
visita al pubblico di altri complessi monumentali quali
se non eliminare del tutto, ogni attività che non fosse la Tomba delle Cinque Sedie.
strettamente finalizzata ad una decorosa conduzione
della Necropoli della Banditaccia, divenuta nel 2004 INSTALLAZIONI MULTIMEDIALI NELLA
con Tarquinia sito Unesco. Ciò fortunatamente non ZONA DEL RECINTO
ha impedito di promuovere, sul piano scientifico, il
prosieguo di collaborazioni, accordi e convenzio- Un progetto finanziato dalla Regione Lazio - Filas
ni con Istituti di ricerca quali l’ISCIMA (ora ISMA) nell’ambito di un accordo di programma stipulato con
del CNR, presente sul territorio dal 1982, e con l’I- il MIBAC ha consentito di realizzare istallazioni multi-
stituto di Etruscologia dell’Università di Roma “La mediali all’interno di un gruppo di tombe, le più signi-
Sapienza”, attivo a Pyrgi, come è noto, dal 1956. ficative e “sicure” della Necropoli della Banditaccia, ed
Di recente, inoltre, il “pacchetto” di ricerche e pro- un filmato introduttivo, predisposto nella sala didatti-
getti sviluppati con il CNR-ISMA a Cerveteri è stato ca Raniero Mengarelli, da cui parte il “tour” di visita.
implementato dal Progetto “Manganello” avviato nel Il filmato, che si avvale delle tecniche tridimensionali
2007, che ha coinvolto anche la cattedra di Etrusco- stereo, introduce il visitatore alla civiltà etrusca con
logia dell’Università di Tor Vergata e la Direzione del particolare riferimento al sito di Cerveteri. Vengono
Museo Gregoriano Etrusco. Il progetto propone “la rappresentati reperti di particolare importanza dal
rilettura” delle strutture scavate da Raniero Mengarelli punto di vista storico-scientifico che consentono di
negli anni ’30 dello scorso secolo e lo studio dei ma- avvicinare anche il visitatore meno attento ed infor-
teriali (circa 800 reperti, per lo più ex voto, parte dei mato al mondo degli Etruschi (arte, religione, culto,
quali esposti ai Musei Vaticani) provenienti dal sito e regole sociali, divertimenti, visione della vita e della
recuperati dall’arciprete Regolini. morte, ecc.)2.
Nel corso del 2012 è stata stipulata, inoltre, una All’interno delle Tombe prescelte, ovvero le
convenzione con la Queen’s University di Kingston Tombe dei Vasi Greci, dei Doli, dei Letti Funebri, del
(Ontario, Canada) per la ripresa delle indagini nell’an- Pilastro, dei Capitelli, della Casetta e della Cornice,
tica area urbana di Caere, in particolare nel settore sono state allestite per le ricostruzioni virtuali, luci
strettamente adiacente l’ipogeo di Clepsina, che fu e proiettori coordinati da una serie di computers che,
oggetto di campagne di scavo da parte dell’Università oltre a non aver arrecato alcun danneggiamento alla
degli Studi di Perugia già in anni passati1. struttura, non sono né visibili né ingombranti. Ana-
Ritornando ad ambiti di Soprintendenza, la totale logamente a quanto già realizzato a Roma nella sede
mancanza di finanziamenti, come è già stato detto, ha di Palazzo Valentini, queste particolari tecniche per-
impedito la programmazione di ogni attività di ricerca mettono di rivedere (ed immaginare) come potevano
e il costante calo di visitatori ha sollecitato l’Ammini- presentarsi questi ambienti duemila anni fa.
strazione a promuovere iniziative che contrastassero il Un adeguato commento, infatti, permette di “im-
preoccupante fenomeno. mergersi” in questa dimensione, non solo grazie a
Le attività di promozione e valorizzazione messe effetti e musiche, ma soprattutto attraverso una descri-
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zione puntuale degli argomenti affrontati, avvalendosi quali dedicati alla tomba Regolini Galassi di Cerveteri.
anche della documentazione coeva di altri siti, come Il progetto è stato finanziato nell’ambito dell’European
ad esempio di alcuni affreschi delle tombe di Tarqui- Culture Programme 2011 - 2013 ed ha visto la partecipa-
nia, particolarmente significativi per la comprensione zione dell’Italia, con l’Istituto di tecnologie applicate
del “viaggio” del defunto nell’aldilà. ai Beni Culturali del CNR (ITABC-CNR) di Roma,
Per ogni tomba sono stati affrontati temi diversi dell’Olanda e del Belgio in qualità di partners europei,
volti a fornire al visitatore un quadro storico-archeolo- e della Soprintendenza per i Beni archeologici dell’E-
gico esauriente e non ripetitivo. Non è stato trascurato truria Meridionale, del Museo Gregoriano Etrusco e
neppure l’aspetto architettonico di ogni complesso se- del Museo dell’Agro Veiantano in qualità di associati.
polcrale, che viene spiegato e reso “vivo” con proie-
zioni che sottolineano le caratteristiche e le differenze INTERVENTI DENTRO E FUORI IL RECINTO:
tra le varie epoche: soffitti a capanna, a cassettoni che VIA SEPOLCRALE PRINCIPALE, VIA DEGLI
riflettono l’architettura delle case (articolazioni plani- INFERI, CAMPO DELLA FIERA
metriche, colonne e soffitti), degli arredi (letti, cuscini e
sedie) ed anche delle attività della vita quotidiana (stru- Già a partire dagli anni novanta del Novecento
menti di lavoro e per il passatempo come quelli mira- la Soprintendenza si era avvalsa della collaborazione
bilmente riprodotti nella tomba dei Rilievi). di gruppi di volontari, quali il NAAC, come supporto
La visita alla Necropoli è arricchita da un’App ad attività di ripulitura dalle erbe infestanti e dai rifiuti
per smartphone che funge da guida interattiva sul posto. scaricati all’interno di tombe ricadenti nei settori non
L’attivazione del sistema di proiezione, a cura del per- recintati della Necropoli della Banditaccia. Nel corso
sonale di vigilanza, avviene premendo un pulsante in di tali attività si rinvennero all’interno di tombe, già
base alla nazionalità dei gruppi di visitatori. esplorate da Raniero Mengarelli, una serie di reperti
Entro la fine del primo semestre del 2013, nell’am- che non furono recuperati dallo scavatore, in quanto
bito del progetto Museo Vivo, la tecnologia Touch on non ritenuti significativi.
glass, interesserà il Museo Nazionale di Cerveteri. Tale Le attività svolte nel periodo 1998- 2002 interessa-
tecno-strumento all’avanguardia, voluto dalla Regione rono la Via Sepolcrale principale per un tratto di circa
Lazio, portato avanti dalla Filas e realizzato da Mizar ottanta metri, al di fuori della area recintata, partendo
prevede un mix di sistemi touch screen, spettacoli di luce, dal cancello che separa i due tronchi della Necropo-
effetti sonori, ricostruzioni 3D e proiezioni audiovisi- li, in direzione delle tombe del Comune. Si procedette
ve nelle teche museali. Basterà sfiorare le vetrine inte- alla ripulitura di tutte le sepolture a camera e a fossa
rattive per accedere a decine di informazioni, guardare che si affacciavano sulla via, riportando alla luce, su en-
il video che spiegherà usi e costumi, fino a poter am- trambi i lati, il banco tufaceo. Tra i rinvenimenti più si-
mirare virtualmente il contesto in cui è stato ritrovato gnificativi va menzionata la statuetta in terracotta d’in-
il reperto3. fante, databile al III-II sec. a.C., posta su una banchina
Un breve cenno merita anche il progetto Etruscan- della camera sinistra della Tomba delle Fasce Dipinte.
ning, che trae la propria denominazione dalla fusione All’interno della stessa tomba furono recuperati vari
delle parole Etruscan e Scanning. Esso propone attraver- frammenti pertinenti ad una fiaschetta egizia in faïence,
so l’applicazione di tecnologie innovative di visualiz- a corpo lenticolare, con geroglifici sul corpo.
zazione 3D la ricostruzione virtuale di due importan- Nelle strette adiacenze fu scoperta una tomba a
ti complessi sepolcrali di età orientalizzante, uno dei fossa, fortunatamente non identificata dai clandestini,
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seppure intercettata, che restituì un corredo di circa vasellame proto-corinzio e corinzio tra cui il muso di
40 pezzi tra cui ceramica d’impasto (oinochoai, kyathoi, un cervo di un balsamario plastico. Eccezionale il rin-
piatti) e geometrica. Di particolare interesse un vaso- venimento sulla banchina della tomba “F” di un leone
filtro su tre piedi. in tufo, accovacciato, privo della testa, affine al tipo rin-
Negli anni 2004 - 2006 fu finanziato dalla Cassa di venuto nel corso degli scavi di giugno del 2012 nell’a-
Risparmio di Civitavecchia e dal Comune di Cerveteri rea antistante la crepidine del tumulo III sull’altopiano
un progetto finalizzato alla bonifica e ripulitura della della Tegola Dipinta, e di tre piccole fibule in oro ad
“Via degli Inferi”. Nel corso delle attività, all’interno arco pieno con una lunga staffa decorata da un motivo
di una tomba a fossa, già saccheggiata e riempita da brevilineo e da tre borchiette sul punto di attacco con
immondizie, ricoperti da pochi centimetri di terra ed lo spillone dalla tomba “E”. Le operazione di rimozio-
adagiati sul piano di fondo della sepoltura, si rinven- ne dei cumuli di terra dalla crepidine e dalla fascia di
nero una oinochoe di bucchero e tre aryballoi etrusco-co- terreno adiacente portarono alla scoperta di una tomba
rinzi con il corpo decorato da motivi a fasce e puntini. a fossa, ricavata nel banco tufaceo, con un corredo da-
Nel corso del 2006, sempre grazie ad un finan- tabile al IV-III sec. a.C., composto da due piattelli Ge-
ziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Ci- nucilia, due boccaletti a vernice nera e quattro coppie di
vitavecchia, del Comune di Cerveteri e della Provincia ciotole di varie dimensioni anche queste a vernice nera.
di Roma fu possibile intervenire sull’imponente tumulo I lavori di sistemazione del tumulo di Campo della
di Campo della Fiera. I lavori di ripulitura hanno con- Fiera e delle sei tombe, due delle quali con gravi proble-
sentito di riportare alla luce la crepidine e l’ara con l’im- mi di staticità del soffitto, hanno interessato anche l’area
ponente scala di accesso; inoltre sulla parte sud-ovest circostante il complesso funerario che è risultato essere
dell’ara fu individuata la presenza di una tomba a loculo, collegato, tramite una lunga scalinata, ad un impianto
chiusa da due tegole, che restituì un corredo composto sottostante di età ellenistica che si affacciava su una
da una glaux e da due oinochoai miniaturistiche con la via sepolcrale. Si è constatato, inoltre, benché il nuovo
bocca a cartoccio, uno dei quali totalmente a vernice settore si trovasse a sette metri di profondità rispetto al
nera, il secondo con una decorazione vegetale sul collo tumulo di Campo della Fiera, che numerosi erano stati
sopradipinta in rosso (foglia di edera o vite molto sti- gli interventi clandestini e che anche in questo caso “la
lizzata) e da una figura maschile sempre sopradipinta in cavità” era stata impiegata come moderna discarica.
rosso. Tutti gli ambienti sepolcrali del grande tumulo I lavori sono stati interrotti per mancanza di fi-
erano stati saccheggiati e riempiti nel tempo da immon- nanziamenti; i dati sino ad ora acquisiti sono in corso
dizie di ogni genere; ciononostante si decise di passare di studio da parte della scrivente.
al vaglio la terra all’interno di ciascuna camera. Inaspet-
tati furono i risultati, vista la situazione di degrado in LA TOMBA DELLE CINQUE SEDIE:
cui versava il tumulo: furono infatti recuperati grandi TRA FRUZIONE ED ACQUISIZIONI
quantità di ferro (spiedi, parti di carri?), frammenti di SCIENTIFICHE
lamina in bronzo, di lamina in oro, in qualche caso con
una base in bronzo, dischi di ambra pertinente ad una Il complesso (Figg. 1-2) giaceva ormai da tempo
fibula. Numerosi i rocchetti di impasto, ed in eccellen- in una situazione d’imbarazzante abbandono. La
te stato di conservazione, rinvenuti per lo più lungo il totale mancanza di fondi ed una fattiva offerta di col-
dromos d’accesso alla tomba principale come alcuni laborazione, da parte delle Associazioni di volontaria-
frammenti di anfora SOS. Consistente la presenza di to locali, portò alla sottoscrizione di una convenzione
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Fig. 1: Tomba delle Cinque Sedie (Ril. Giammiti)

Fig. 2: Tomba delle Cinque Sedie (Ril. Giammiti)

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Fig. 4: Tomba “a incastro” sotto la Tomba delle Cinque Sedie

subito evidente che i meno profondi, dall’andamento


sinuoso, fossero conseguenti alle lavorazioni agricole.
Per quanto concerne invece i rimanenti, in partico-
lar modo quello contiguo al limite del dromos e l’altro
prossimo alla recinzione interposta tra il tumulo e la
strada provinciale, la destinazione era quella di far de-
fluire l’acqua per impedire l’allagamento della tomba,
Fig. 3: Tomba delle Cinque Sedie, con posizionamento dei fori moderni tecnica peraltro riscontrata nell’impianto della tomba
delle Teste Votive del quale si dirà oltre.
Altri “accorgimenti” dal sapore decisamente
moderno, per quanto sussistono notevoli dubbi re-
con il GAR, sezione di Cerveteri, nell’ambito di una lativamente all’antichità dei precedenti, furono adot-
“convenzione madre” finalizzata alla sistemazione di tati per lo stesso scopo all’interno della Tomba delle
molti altri siti archeologici dell’Etruria Meridionale Cinque Sedie e riportati alla luce: si trattava di tre
con problemi simili. fori passanti (come si dirà in seguito, collegati ad un
Le operazioni di ripulitura dagli arbusti e dalla canale di scolo verticale che andò ad intercettare la
vegetazione infestante, ma soprattutto dall’accumulo tomba a camera sottostante) che furono realizzati
di materiali edili, provenienti dai lavori di sistemazio- sulla pavimentazione della scala che conduce al dromos
ne della limitrofa strada e dai cantieri in località Ca- e sulla pavimentazione dell’ambiente C (Fig. 3).
saccia e Via Gramsci, attivi nel corso degli anni ’50 Escludendo che potessero essere stati gli Etruschi
dello scorso secolo, si dimostrarono molto comples- gli artefici di questo sistema per il deflusso per le acque,
se. Analoghe difficoltà si incontrarono all’interno del sembrò, sin dall’inizio, che “l’autore” dell’ingegnosa
monumento che, nel corso di quegli stessi anni, era canalizzazione fosse stato invece Raniero Mengarelli.
stato utilizzato come ricovero per i macchinari agri- La prosecuzione degli interventi di ripulitura fu
coli e come area di lavoro per attività di manutenzione ampliata ai settori sottostanti la Tomba delle Cinque
degli stessi, come per le operazioni di cambio d’olio, Sedie e fu in tal modo intercettata una tomba a camera,
con drammatici risultati in alcuni punti della tomba. che presentava un impianto esterno scenografico, in
Si decideva, pertanto, di rimuovere, oltre ai cumuli una composizione architettonica “ad incastro”, schema
di terra, anche i moderni muretti a secco, collocati ai che presenta più di un’attestazione anche in complessi
lati della tomba, operazione che consentì di “ritrova- monumentali di recentissima scoperta (Fig. 4).
re” la crepidine del tumulo della tomba delle Cinque La tomba, una volta liberata dalle enormi quantità
Sedie e recuperare un gruppo di materiali sporadici di materiali di risulta, presentava due ambienti coas-
ascrivibili a contesti cronologici posti a cavaliere tra il siali, uno dei quali attraversato da un lungo cunico-
VII sec. a.C. e la tarda età ellenistica. lo, che era stato già indiziato dai fori passanti della
Tali operazioni furono estese anche alla superfi- soprastante Tomba delle Cinque Sedie, che sboccava,
cie piana di quanto rimaneva del tumulo, spianato nel dopo un percorso di decine di metri, a valle, in aperta
corso degli anni cinquanta/sessanta del Novecento, campagna.
e alla crepidine, procedendo dal limite orientale del Ritornando a Raniero Mengarelli, risolutivo è
dromos verso Est, ed evidenziando la presenza di una stato l’articolo pubblicato negli Atti del III Convegno
rete di canali paralleli di diversa profondità. Sembrò Nazionale di Storia dell’Architettura, tenutosi a Roma nel
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Fig. 5a: Tomba del Cunicolo

1939, dedicato all’evoluzione delle architetture delle dell’elenco Mengarelli) ed altri reperti identificati
tombe di Cerveteri. poi nel corso del nuovo allestimento del Museo di
Nel capitolo relativo ai “Corridoi di accesso o Villa Giulia, con un gruppo di materiali attualmente
dromoi e porte di accesso” l’Autore fornisce la descri- esposti con la dizione Necropoli della Banditaccia, Tomba
zione di “ una tomba ad ovest di quella delle Cinque presso la Tomba delle Cinque Sedie4.
Sedie “rinviando alla rappresentazione grafica della I restanti reperti, molti dei quali conservati presso
stessa, documentazione grazie alle quale è stato possi- i depositi della Necropoli della Banditaccia, ed ancora
bile riconoscere nella Tomba cd.“del Cunicolo” quella prima nelle cantine di palazzo Ruspoli a Cerveteri,
già esplorata dallo scavatore che così la descrive: Non sono in attesa di essere riscontrati con quelli elenca-
ha corridoio di accesso. Si apre nello spessore del muro ad opera ti da Raniero Mengarelli, ma le identificazioni sono
quadrata fiancheggiante la via, con porta rettangolare munita di difficili nel caso di suppellettili di ceramica comune
stipiti ed architrave di peperino con cordone rilevato sul cordone acroma e simili per la genericità della descrizione.
esterno. L’architrave sporge ai lati degli stipiti cui si raccorda con In considerazione della durata della convenzione
curva concava piegata all’estremità a becco di civetta (Fig. 5). stipulata con il GAR, ma soprattutto volendo resti-
Nello stesso articolo, Raniero Mengarelli, già tuire al godimento pubblico il complesso nella sua
caduto in disgrazia (gli era stato persino impedito di interezza, la Soprintendenza decideva di ampliare ul-
visionare la propria documentazione, consegnata al teriormente la superficie di intervento.
Ministero per la pubblicazione sugli Scavi di Caere), Ricavate nella lunga parete di tufo, che delimi-
illustra tutta l’attività svolta a Cerveteri, fornendo una ta la grande piazza, furono “riportate alla luce” tre
serie di dati molto interessanti, in modo particolare tombe a camera, che si presentarono ricolme di terra
in riferimento agli interventi di restauro effettuati nel e cumuli di rifiuti urbani. Erano prive di materiali di
corso della sua attività di scavatore. Così al riguardo corredo ad eccezione di qualche frammento cerami-
egli si esprime: «Alle opere di restauro si devono riferire co, recuperato a seguito di una puntuale setacciatura.
altresì le gallerie e le fognature che ho fatto per liberare le tombe La prima di queste, detta del Pilastro centrale (Fig. 6),
più importanti dall’acqua che vi si accumulava e che impediva il presentava una banchina che corre tutt’intorno alle
libero accesso ad esse. Di tali fogne e gallerie ne ho eseguite per pareti. Su una di queste era stato realizzato un grande
uno sviluppo complessivo di novecento metri». foro dai clandestini che immetteva nella successiva
La tomba del “Cunicolo” si presentava ovvia- nella quale si rinvennero soltanto resti ossei e di den-
mente priva di corredo, ma nel taccuino nr. 29 redatto tature.
dallo scavatore relativo alla Tomba a camera rinvenuta ca- La terza tomba, cosiddetta “della Cantante”5,
sualmente presso la Tomba delle Cinque Sedie, sono elencati aveva una pianta quadrata (Fig. 6), del tutto simile
ben 532 pezzi: tra questi la pelike firmata dal pittore alla precedente ed anche questa non restituì nessun
Hermonax (inv. VG 113394 corrispondente al nr. 224 oggetto di corredo.
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Fig. 7: Piazzale antistante la Tomba delle Cinque Sedie con foro di Fig. 8: Sepoltura a loculo
deflusso dell’acqua

I lavori di sistemazione della grande piazza che d’oro anch’essa molto arcaica…….oltre ciò si trovano i fram-
presentava un foro presumibilmente per il deflusso menti di alcune stoviglie rozze di argilla giallastra.
dell’acqua, quasi all’altezza della Tomba del Foro (Fig. Ormai da tempo è stata assodata l’ispirazione stili-
7), portarono alla scoperta, negli spazi antistanti le stica e iconografica nord-siriana delle tre statuette delle
tre tombe a camera, di due sepolture a fossa e sul cinque iniziali (due conservate a Londra e una ai Musei
lato opposto di una terza, segnalata da un bocca- Capitolini di Roma), raffigurate sedute sui troni.
letto biansato a vernice nera. I corredi, per lo più in Il volto dei tre personaggi, infatti, ricorda quello
frammenti, riferibili ad un orizzonte cronologico di di diversi esemplari di figurine in terracotta lavorate a
IV sec. a.C., sono in corso di studio. stampo rivenute in varie località della Siria settentrio-
Su questa stessa parete, le operazioni di ripulitura nale, databili alla fase finale del Periodo del Ferro e
dal reinterro di età moderna segnalarono la presenza all’inizio del Periodo Achemenide; la sopravveste che
di una sepoltura a loculo (Fig. 8), chiusa da una tegola, copre in parte il costume trova inoltre precisi confron-
che restituì un corredo costituito da undici reperti6. ti in ambiente siriano. Il più antico (IX secolo a.C.)
Ritornando alle operazioni iniziali, va detto che ci è il costume decorato a losanghe indossato dal Dio
furono altri rinvenimenti di estremo interesse nell’area della Tempesta su una stele a quattro facce rinvenuta
compresa tra la crepidine ed il margine superiore della nel sito di Terqa/Tell Ashara sul medio Eufrate9. Ana-
porta d’ingresso della Tomba del Cunicolo: un cippo loghi costumi sono documentati a partire dall’VIII
di dimensioni considerevoli, a forma di edificio di tipo secolo a.C. in Assiria: essi risultano indossati dai re Ti-
domestico, ed un grande portacippi7. Analogo discorso glathpileser III e Sargon II sui rilievi10, dove il motivo
per la tomba del Cunicolo: all’interno, infatti, oltre ad a losanga si trasforma in una quadrettatura decorata da
una moneta cinquecentesca e a due piccoli cippi di pe- rosette centrali, e sugli avori rinvenuti in gran numero
perino, fu rinvenuto la parte superiore del cd. “cesto” nel vano SW7 di Forte Salmanassar a Nimrud, dove
posto nell’ambiente “a” della camera della Tomba delle erano immagazzinati i bottini derivanti dai saccheggi
Cinque Sedie, documentato nella sua composizione assiri compiuti nelle ricche città della Siria del nord11.
unitaria soltanto nei disegni dell’Istituto Archeologico Un altro elemento interessante è la posizione
Germanico e del quale non si avevano più notizie. della mano delle statuette con il palmo aperto, appog-
giato sul ginocchio destro. In ambito vicino orientale
L’ARREDO SCULTOREO DELLA TOMBA le figure di alti dignitari e di divinità raffigurate se-
DELLE CINQUE SEDIE dutesono sempre rappresentate in tale posizione con
la mano sinistra appoggiata al corrispondente ginoc-
Il “cesto” appena menzionato risulta decorato chio o piegata al petto a sorreggere un’arma. Quella
da un motivo che ricorda un “sole” piuttosto che una destra, invece, porta invariabilmente una coppa, come
rosa dei venti, come ipotizzato da qualcuno; l’ogget- documentato nel II millennio a.C. da diverse statue
to era collocato sul lato lungo nella camera a sinistra rinvenute ad Ebla12, e nel I millennio a.C. nella famosa
dell’ingresso. Sul lato breve rimangono cinque troni; statua di Grande Dea proveniente da Tell Halaf nella
sul centrale, coperto da un reinterro di qualche centi- Siria Nord-Orientale, conservata a Berlino e andata
metro, è stato rinvenuto un frammento di piattino di distrutta durante la II Guerra Mondiale.
argilla rossa. Del momento della scoperta della tomba Il frammento rinvenuto porterebbe ad ipotizzare
sappiamo da W. Helbig8, che annota al riguardo: l’unico che almeno uno dei personaggi sostenesse in mano
oggetto rimarchevole insieme con esse (le statuette) è una fibula una coppetta.
22
Fig. 9c: Coppa di Eufronio: frammento di parete con caduceo
all’interno e porzione di scudo all’esterno

Fig. 9a-b: Coppa di Eufronio

sistemazione del complesso archeologico ai piedi del


costone tufaceo di Sant’Antonio. Analogamente al
complesso monumentale delle Cinque Sedie, il sito,
ricadente in proprietà privata, si presentava ingombro
di rifiuti e sottoposto a ripetute manomissioni.
Le operazioni di bonifica, tenuto anche conto
della specifica ubicazione del complesso archeologi-
co e dei ripetuti crolli di spezzoni tufacei e materiali
precipitati dal sovrastante pianoro urbano, richiesero
una prima verifica delle terre di risulta in loco ed ul-
teriori controlli successivi che furono effettuati, ac-
catastando gli enormi cumuli di terra, su un settore
circoscritto in area privata, posto ad di sotto della rupe
di Sant’Antonio e parzialmente aggettante sulla valle
della Mola. Il fine fu quello di recuperare tutti i mate-
riali archeologici contenuti nella terra proveniente dal
santuario di Sant’Antonio ed in particolare al recupero
di altri frammenti pertinenti alla coppa di Eufronio;
infatti proprio all’inizio delle complesse operazioni
di setacciatura veniva segnalato, ai piedi dell’edico-
la di Sant’Antonio, il rinvenimento di un frammento
di ceramica attica13. Su un lato era rappresentato un
caduceo e parte di un’iscrizione, sull’altro parte di un
“oggetto”di forma circolare con due lettere. Fu evi-
dente che il frammento era pertinente alla coppa ed
Fu inoltre rinvenuto un frammento di braciere andava ad integrare, sulla parete interna, il personag-
ceretano a stretto ridosso sul letto della camera sepol- gio alle spalle di Tetis, che poteva essere così identi-
crale C. ficato con Taltibio e non con Euribate, sulla parete
esterna parte dello scudo di Sthelelos (Fig. 9 a-c)14.
SANT’ANTONIO. UN NUOVO FRAMMENTO Tali operazioni avviate a partire dal 2007 e sospese
DELLA COPPA DI EUFRONIO E ALTRI per la cronica mancanza di fondi, proseguirono nel
RINVENIMENTI DA GREPPE S. ANGELO biennio a seguire, grazie a finanziamenti ministeriali
pari a 200,00 mila euro.
Parallelamente ai lavori di sistemazione del com- Si procedette all’esecuzione di una puntuale setac-
plesso monumentale della Tomba delle Cinque Sedie, ciatura di 1500 metri cubi di terra, utilizzando un par-
del quale soltanto un piccolo settore rimane in pro- ticolare vaglio, dotato di una serie di cestelli a maglia
prietà privata e per il quale la Soprintendenza sta pro- diversa ed un lungo nastro trasportatore15.
cedendo alla predisposizione di tutti gli atti per l’acqui- La scelta perseguita dette esiti positivi per diversi
sto a trattativa privata, si procedeva con mezzi propri aspetti: un percorso viario, in parte noto, ai lati del
e con la collaborazione di un gruppo di volontari alla quale si trovano due “mausolei” che presentano
23
Fig. 11: Iscrizione funeraria con dedica a Marco Aponio Amando

Fig. 10: Iscrizione funeraria con dedica a Tiberio Claudio Amando


Di grande interesse sono i numerosi frammenti di
terrecotte architettoniche a stampo con decorazioni
fitomorfe che in molti casi hanno conservato la vi-
strette analogie con l’impianto della Via Amerina, per- vacissima policromia originale e trovano riscontri nei
corso che dava l’accesso all’area urbana ed era in uso numerosi rinvenimenti da Vigna Parrocchiale18.
sino ad età tardo antica; ed il recupero di un consi- Fra i materiali recuperati si segnalano lastre di
stente numero di materiali che, oltre a testimoniare le rivestimento con la rappresentazione a rilievo di un
profonde alterazioni subite, documentano, per questo mostro marino, che conserva ancora tracce di colore
lembo del territorio, una lunghissima frequentazione nero e della Potnia Theron che sostiene due arieti con
in antico. tracce di colorazione rossa.
L’enorme quantità di reperti frammentari caduti Numerosi frammenti di tegole terminali deco-
dall’alto sono rappresentati dalle seguenti classi di rate a fasce dipinte in colore bruno e nero trovano
materiali: ceramica attica; terrecotte architettoniche: riscontro sempre tra i materiali provenienti dagli scavi
coppi con antefisse, antefisse, frammenti di statue di di Vigna Parrocchiale.
decorazione frontonale, rivestimenti decorativi, tegole Sono presenti anche frammenti di probabili statue
terminali, tegole di gronda et alia; piattelli Genucilia; frontonali attestate da uno zoccolo di cavallo ed un
ceramica a vernice nera; pesi da telaio; ornamenti mu- polpaccio umano.
liebri. In eccellente stato di conservazione il gruppo di
Nella prima classe si inseriscono significativi piattelli Genucilia sovradipinti con il classico motivo
frammenti di ceramica attica a figure nere e rosse tra i a “croce” o a “stella” in vernice rossa e nera ascrivibile
quali si colloca il frammento della coppa di Eufronio, alla classe del “Genucilia Group” della classificazione
di cui si è già detto. del Chiaro19.
Nella seconda classe va segnalata per l’ecceziona- Ben rappresentata è anche la ceramica a vernice
le stato di conservazione rispetto a tutti gli esemplari nera rappresentata soprattutto da ciotole di tipo Morel
noti il coppo con antefissa, ora esposto al Museo na- 2784 A e C, con estampilles; sono attestate inoltre brevi
zionale etrusco di Villa Giulia (inv. 146170). Appartie- iscrizioni, talora limitate soltanto a qualche lettera.
ne al tipo a testa a tutto tondo emergente dal coppo, Tra i materiali iscritti di particolare rilevanza è il
con occhi allungati, naso, bocca, zigomi e mento pre- frammento di louterion di marmo con una iscrizione
minente, la pettinatura è sempre a larghe trecce che etrusca sinistrorsa20.
scendono dietro le orecchie lungo il collo e gli orec- Per quanto concerne gli ornamenti muliebri, oltre
chini a petali distinti. ad un ago crinale in avorio frammentario, è stato recu-
Per quanto il tipo16 sia noto e conosciuto in esem- perato un anello in oro (inv.146169), presumibilmen-
plari conservati al Museo di Cerveteri, proveniente te da mignolo, se non addirittura destinato all’ultima
dagli scavi Mengarelli, al British Museum, al Museo falange del dito, del tipo con castone a sigillo, ispirato
Gregoriano, al Museo di Civitavecchia17, il nostro a prototipi greci di età arcaica21.
esemplare, databile al 500 a.C., come già è stato detto, La tecnica di lavorazione fa ritenere che possa
presenta un’eccezionale stato di conservazione anche trattarsi di un anello di età romana. Il castone è lacu-
dal punto di vista della cromia, ragion per cui è stato noso in quanto la pietra (?) contenuta o un eventuale
compreso nel nuovo allestimento del Museo Etrusco sigillo in materiale prezioso è andato perduto. Visibili
di Villa Giulia. rimangono tracce di saldatura antica.
24
Fig. 12: Iscrizione funeraria con dedica a Publio Virasio Ermogene Fig. 13: Iscrizione funeraria contenente il nome Primigenea

Dal costone tufaceo provengono inoltre 4 iscri- fronto a Roma (AE 1988,166). La datazione, in base al
zioni funerarie, in origine poste a chiusura delle se- formulario e alla paleografia, può essere circoscritta tra
polture “a colombario” ricavate nel costone stesso, la seconda metà del I e gli inizi del II sec. d.C.
che per motivi di tutela si è ritenuto di recuperare ed La quarta iscrizione sepolcrale (inv. 146167, Fig.
esporre al Museo nazionale cerite22. 13) contiene il nome di una schiava Primigenia (nome
La prima di queste (inv. 146164, Fig. 10) è una molto comune) in scrittura che risente della capitale
dedica sepolcrale a Tiberio Claudio Amando, proba- rustica, vale a dire della scrittura tracciata non con lo
bile liberto di un discendente di liberti dell’imperatore scalpello ma con il pennello. Manca il nome del dedi-
Claudio o Nerone, dalla moglie Torania Ermione, di cante: in altri casi analoghi viene omesso il nome ma
probabile condizione libertina a giudicare dal cognome s’indica il legame affettivo. Trattandosi di schiavi, si
d’origine greca, la quale reca un gentilizio piuttosto può ritenere che la dedica sia stata fatta dal compagno
raro attestato soprattutto a Roma. Il formulario, l’o- di Primigenia, in quanto le unioni tra schiavi come è
nomastica con abbreviazione del gentilizio imperiale e noto erano frequenti ma illegittime. Il formulario e la
la paleografia orientano per una datazione all’avanzato paleografia orientano per la fine del II sec. d.C. se non
II sec. d.C.. già per il III sec. d.C.
La seconda (inv. 146165, Fig. 11) è una iscrizio- Nel corso dello stesso anno, s’intervenne anche
ne sepolcrale posta dalla stessa Torania Ermione al recupero di una serie di tombe a cappuccina di
dell’iscrizione precedente al figlio, Marco Aponio età romana poste in un settore defilato di Valle della
Amando. Questi doveva essere il figlio di Ti. Claudio Mola, area archeologica contigua a Greppe Sant’An-
Amando, come suggerisce il fatto che egli porta lo gelo, entrambe sottostanti il santuario di Sant’Anto-
stesso cognome, nato però quando ancora la madre nio, che restituì un edificio di culto trasformato in un
era schiava; come figlio illegittimo seguì la condizione complesso termale23.
materna. Schiavo anch’egli, era forse stato acquista- Da queste tombe provine una serie di otto balsa-
to e liberato da un M. Aponio. In alternativa si può mari in vetro in buono stato di conservazione. Grazie
pensare ad un figlio legittimo di Ti. Claudio Amando ad un progetto tra il CNRS francese e varie Soprin-
e di Torania Ermione, adottato poi da un M. Aponio. tendenze italiane, mirato allo studio dei contenuti di
Il gentilizio Aponius, insieme al prenome Marcus, gruppi di suppellettili selezionate, è stato possibile
torna nell’onomastica di senatori di II sec. d.C. Forse determinare che contenessero medicinali composti da
il patrono di M. Aponio Amando era un liberto di sostanze derivanti da materie grasse animali, deriva-
questa importante famiglia romana, che poteva avere ti del latte ed oli vegetali miscelati, in ugual misura,
proprietà nell’agro ceretano. L’iscrizione deve essere ad eccezione di un solo caso. Si tratta quindi di botti-
contemporanea più o meno alla precedente e quindi gliette mercuriali. Da queste stesse sepolture provie-
anch’essa riferibile ad un avanzato II sec. d.C. ne anche una serie di lucerne, tra le quali si segnala
La terza iscrizione sepolcrale (inv. 146166, Fig. 12), quella con il disco decorato dalla raffigurazione di un
con accurata impaginazione del testo e dei caratteri pa- barbaro su un cavallo al galoppo.
leografici, è dedicata da Publio Virasio Venusto al fra- I materiali archeologici presenti non solo docu-
tello Publio Virasio Ermogene. Quest’ultimo presenta mentano una lunghissima frequentazione del com-
un cognome grecanico, il secondo latino ma in ogni prensorio, che andrebbe “riesaminato” anche dal
caso entrambi piuttosto comuni. Il gentilizio invece è punto di vista topografico sulla scorta delle nuove ac-
rarissimo poiché al momento si conosce un solo con- quisizioni, ma offre interessanti e forse nuovi spunti
25
Fig. 14: Altopiano delle Onde Marine:
terrecotte votive in corso di scavo

La struttura ipogea era stata violata dai clande-


stini, i quali, attraverso un foro nella parete di tufo di
fondo, avevano intercettato anche le camere di sepol-
ture contigue che si aprono sulla via funeraria Nord-
Ovest/Sud-Est.
Nonostante il devastante movimento di terra
dovuto a scavi clandestini, un settore a ridosso della
facciata della tomba era sfuggito ed è stato recuperato
un gruppo di votivi con puntuali riferimenti al culto
demetriaco (Fig. 14). Il nucleo si componeva di una
testa femminile, due busti con diademi e gioielli, un
gruppo composto con due figure femminili sedute in
trono con una figura accovacciata sul suppedaneo, una
statuetta femminile panneggiata, una coppetta minia-
turistica ad orlo rientrante su sostegno a vernice nera.
In via preliminare, in quanto tutto il complesso è
in corso di studio, sulla base dei confronti con analo-
ghi materiali provenienti dal deposito ceretano in loc.
Vignaccia, i fittili possono essere inseriti in una arco
cronologico compreso tra il IV ed il III sec. a.C.25.
Le pareti di accesso alla sepoltura dovevano ospitare
numerosi cinerari di tufo come hanno testimoniato
Fig. 15: Altopiano delle Onde Marine: i rinvenimenti di almeno due di questi. Risparmiato
sarcofago di pietra (in basso a sinistra) presso l’accesso della tomba dalle “ricerche” clandestine, lungo il lato occidentale
dell’accesso alla tomba si trovava un piccolo sarcofago
di pietra (peperino?) (Fig. 15). Presentava una cassa
su fasce cronologiche prossime alla romanizzazione parallelepipeda chiusa da un coperchio piano. All’in-
del territorio ancora da approfondire. terno forse una deposizione infantile con un modesto
corredo rappresentato da una piccola olpe a vernice
LA NECROPOLI DELLA BANDITACCIA: nera con ansa a doppio bastoncello (Morel serie 5200)
ALTOPIANO DELLE ONDE MARINE, TOMBE ed un unguentario globulare a fasce, interi, che fissano
DEL COMUNE: INTERVENTI DI URGENZA la datazione ad una tarda età ellenistica.
Il sepolcro (Figg. 16-17), a pianta rettangolare,
Contemporaneamente alle operazioni di setacciatu- si presentava a camera unica e con strette analogie
ra, su segnalazione di privati, s’intraprendevano scavi ar- con altre sepolture attestate sull’Altopiano delle Onde
cheologici “d’urgenza”, nell’autunno del 2008, sull’alto- Marine, nell’area della Tegola Dipinta26 e all’interno
piano delle Onde Marine, in un settore già parzialmente dell’area recintata della Banditaccia. Una lunga ban-
esplorato dalla Soprintendenza alla fine degli anni 90 del china correva lungo le pareti per la deposizione dei
secolo scorso24. Fu portata alla luce una tomba “ad in- defunti ed è suddivisa in cinque letti funebri da una
castro”, di età ellenistica, con una “piazza” antistante. serie di listelli rilevati a sezione trapezoidale. A sinistra
26
Figg. 16 -17: Altopiano delle Onde Marine:
pianta e sezioni della Tomba “a incastro”

Fig. 18: Altopiano delle Onde Marine:


planimetria generale dell’area indagata nel 2008

dell’ingresso si trovava una piccola banchina quadran- maniera approssimativa il banco per tutta la larghez-
golare mentre a destra della parete un letto funebre di za compresa tra il tamburo e la parete di fondo delle
tipo “tradizionale” seguito da un altro letto con un li- tombe della tagliata, per evitare la permanenza dell’ac-
stello rilevato. Sulle pareti erano presenti cinque loculi, qua nell’area antistante l’ingresso ed il conseguente
tre dei quali sul lato destro della parete d’ingresso, uno allagamento della camera ipogea.
sul lato sinistro soprastante la banchina quadrangolare L’ampliamento dell’area di scavo eseguito per
ed il quinto sulla parete di fondo. motivi di sicurezza ha intercettato un piccolo tumulo
Il corredo recuperato, tenendo conto delle nu- già parzialmente alla luce, al quale si accedeva da un
merose incursioni degli scavatori clandestini, è stato dromos orientato Ovest-Nord-Ovest dotato di nove
piuttosto modesto e rimescolato all’interno della gradini irregolari e di “una piazzetta” antistante la
tomba stessa. Sono stati recuperati un cippo a casetta porta (Figg. 18-19). Sul lato sinistro, quasi al centro
in tufo molto deteriorato, quattro frammenti di cippi “della piazzetta”, era documentato il tentativo di
in calcare bianco, e frammenti di ceramica acroma, a aprire una seconda porta ad arco per l’accesso ad una
vernice rossa di presumibile atelier falisco, a vernice camera mai costruita.
nera, una sporadica testimonianza di un piattello Ge- Una breve scala composta, oltre che dalla soglia,
nucilia. Si recuperano anche un lacerto di lamina di da due gradini di diversa dimensione immette nella
bronzo concava, parte di uno strigile, e pochi fram- camera funeraria. Si tratta di una camera unica a
menti ossei. Anche i loculi appaiono completamente pianta sub-trapezoidale con due letti simili configu-
violati e hanno restituito qualche lacerto di ossa com- rati a kline con gambe a colonnetta tornite. Presen-
buste che dovevano essere contenute in cinerari, pre- tavano il piano di deposizione decorato a rilievo con
sumibilmente ollette d’impasto acromo, come testi- un cuscino semicircolare, sopra il quale è il motivo
moniato da un frammento rinvenuto nel loculo nr.1. nastriforme “ad omega”, alle estremità inferiori sono
La fine dello scavo evidenziò, infine, alcuni in- due dischi piani uno dei quali presenta tracce di pig-
terventi nell’area esterna antistante la tomba ovvero menti di colore rosso scuro. Una banchina liscia con
l’esecuzione di una serie di canali, ricavati scavando in un gradino corre lungo la parete di fondo e collega i
27
Fig. 19: Altopiano delle Onde Marine:
pianta e sezioni della Tomba scoperta nel 2008

Fig. 20: Altopiano delle Onde Marine: ingresso della Tomba scoperta nel 2008

due letti. Al fondo dei due letti, tra questi e la porta, un’olla biansata d’impasto rosso, ceramica red on white,
sono due piccole banchine ad U che si congiungono una serie di aryballoi, uno dei quali proto-corinzio, i re-
ai gradini di accesso della camera. stanti di atelier etrusco-corinzio, tra i quali si distingue
Il sepolcro (Fig. 20; Tav. Ia), sebbene violato un esemplare a corpo ovoide con rappresentazioni di
dagli scavatori clandestini, ha restituito un corredo di felini e pesci. Erano attestati anche un’olpe a squame
grande interesse, che proviene per la maggior parte e frammenti pertinenti ad altre esemplari simili. Non
dallo spazio compreso tra le due Klinai. mancava la serie di buccheri: particolarmente interes-
Sono stati recuperati un pithos, un braciere e santi i due esemplari di oinochoai fenicio-cipriote ed
28
Fig. 21: Area delle Tombe del Comune

il calice a cariatidi. Gruppo dei Vasi Tirrenici, talora confusa col Pittore
Di particolare importanza ed interesse una hydria Castellani. La neck-amphora sul lato mostra un’amazzo-
attica a figure nere a metopa. La scena rappresentata nomachia (o la rappresentazione di una amazzonoma-
è quella della lotta tra Eracle contro il centauro Nesso chia) alla quale assistono 6 spettatori, tre per ogni lato,
raffigurato in ginocchio e retrospiciente. Cinque per- posti ai lati di una scena centrale: quattro delle figure
sonaggi – tre a sinistra e due a destra – assistono alla femminili sono identiche a quelle della nostra idria. Al
scena o alla rappresentazione: le tre figure femminili, centro un guerriero nudo con elmo corinzio, scudo
dall’aspetto molto austero ma prive di qualsiasi attri- e armato di lancia; davanti un’amazzone caduta sulle
buto che possa identificarle, sono avvolte nel mantello ginocchia in armi retrospiciente. Sul lato B l’esemplare
nella caratteristica foggia delle Penguin women mentre le da Omaha presenta un banchetto.
due maschili hanno la lancia. I materiali brevemente descritti, che non rap-
L’impianto scenico rimanda ad una neck-amphora presentano la totalità del corredo recuperato, sono in
attribuita da Bothmer al Pittore di Omaha (575-550 corso di studio; in via preliminare si può affermare
a.C.) conservata ad Omaha, decima personalità del che le due deposizioni, una delle quali presumibil-
29
priva di parte dell’imboccatura e dell’ansa, frammenti
di orli e pareti di coppette ad orlo rientrante in cera-
mica a vernice nera, il frammenti di un orlo di skyphos
a vernice nera suddipinta, pareti e fondi di ceramica
acroma, grezza e qualche spezzone di laterizio. Dallo
scavo del dromos è stato recuperata una statuetta di
Eracle stante, acefala e priva di piedi ed alcuni fram-
menti pertinenti ad una testina femminile velata e con
gioielli (Figg. 22-23).
Lo strato era evidentemente rimaneggiato come
prova la presenza di materiale ellenistico (ceramica
Fig. 22: Statuetta acefala di Eracle
tipo Gnathia, orlo di coppa a vernice nera, frammenti
di coppa delle Petites Estampilles, di ceramica acroma
e grezza) mescolato al frammento di un piatto italo-
mente femminile, se lo spillone rivenuto sullo scalino geometrico red on white con decorazione a denti di
della banchina di fondo le è pertinente, possano essere lupo e alla parete di un’olla in impasto rosso di VII
collocate tra la il terzo quarto-fine VII a.C. e la fine secolo a.C.
primo- secondo quarto del VI sec. a.C.
Un altro intervento d’urgenza interessò via degli PROGETTI FUTURI
Inferi nel punto prospiciente l’area delle Tombe del
Comune, approssimativamente in asse con la tomba I finanziamenti regionali derivanti dai proget-
del Triclinio (Fig. 20). S’individuò una cavità aperta nel ti POR FERS 2007-2015 e gli stanziamenti di Arcus
terreno attraverso la quale si intravedeva la presenza di consentiranno d’intervenite in alcuni settori della
una camera funeraria ipogea. Necropoli per ripristinare la fruibilità in sicurezza di
Si trattava di una tomba ipogea costruita “ad in- alcuni complessi monumentali posti per lo più al di
castro”, posta tra due strutture funerarie adiacenti e fuori dell’area recintata.
più antiche, ma ad una quota inferiore. La tomba pre- Gli obiettivi principali possono essere sintetizzati
sentava una pianta rettangolare con quattro letti sud- in sei punti: 1) controllo della vegetazione; 2) Opere di
divisi da un listello centrale a sezione rettangolare. Un consolidamento ed adeguamenti per la valorizzazione
cuscino piatto presso lo stipite caratterizzava il primo delle tombe e fruibilità e percorsi di visita; 3) illumi-
letto a destra vicino alla porta, un secondo cuscino del nazione dei percorsi; 4) Rifacimento strada di accesso
tutto simile era stato “collocato” sul letto inserito nella (c.d. “autostrada”); 5) Ristrutturazione area bigliette-
nicchia di fondo27. ria; 6) Rifacimento pannelli didattici Grandi Tumuli e
Il soffitto era a doppio spiovente moderatamente Tombe del Comune.
displuviato con un largo e piatto columen longitudinale Per quanto concerne la sistemazione della strada
al centro. Il sepolcro, dalle pareti lisce e ben rifinite, di accesso e d’ ingresso alla Necropoli, in quanto l’at-
rientra in un tipo largamente noto nella necropoli in- tuale (la cosiddetta “autostrada”, realizzata negli anni
quadrabile tra la fine del IV e il III secolo a.C. trenta) si presenta attualmente in condizioni pessime a
I materiali in frammenti recuperati per lo più all’e- causa principalmente dell’azione degli apparati radicali
sterno del sepolcro erano costituiti un’olpetta acroma degli alberi di alto fusto che la costeggia, si prevede la
30
realizzazione della nuova pavimentazione in terra sta-
bilizzata metodo “Glorit”, per un migliore inserimen-
to nell’ambiente naturale, e un sistema di illuminazio-
ne stradale in prosecuzione dei lampioni già installati Fig. 23: Testa femminile ingioiellata
dalla città fino a Campo della Fiera.
Per lo storico manufatto attualmente adibito a
biglietteria e punto vendita – attività destinate a tra- l’installazione di cavidotti e filature. Per quanto con-
sferirsi nel Centro di accoglienza che sorgerà sull’an- cerne le tombe si prevedono le opere per consenti-
tistante piazzale – si prevedono una ristrutturazione re l’accesso in sicurezza, quali il consolidamento dei
in funzione di un futuro utilizzo come “ingresso” alla dromoi e l’installazione di scale e corrimani.
Necropoli, in cui saranno resi disponibili supporti Per il recupero e valorizzazione dell’area delle
multimediali propedeutici alla visita. Tombe del Comune si prevedono lavori analoghi a
Per il recupero e valorizzazione dell’area dei quelli progettati per l’area dei Grandi Tumuli. Un via-
Grandi Tumuli il progetto si propone di valorizzar- letto pedonale, con pavimentazione in conglomerato
ne la fruizione tramite la creazione di un percorso di tufaceo, consentirà anche ai disabili una più comoda
visita attrezzato con pannelli didattici, illuminazione e visita, lungo il tracciato della via sepolcrale, dall’ingres-
video-sorveglianza Tv etc. so (attuale biglietteria) fino alle tombe in questione,
Si prevede innanzitutto la revisione e ripristino del proseguendo poi fino al parcheggio di Campo della
circuito, percorso a suo tempo dal trenino, dal piazza- Fiera. Sarà predisposto l’impianto per l’illuminazio-
le M. Moretti fino al Tumulo della Nave, necessario ne e la video-sorveglianza lungo il percorso e in cor-
per facilitare la manutenzione dell’area; parallelamente rispondenza degli accessi alle tombe del Comune, al
a questo sarà creato un vialetto pedonale con pavi- consolidamento delle parti pericolanti ed all’installa-
mentazione in conglomerato tufaceo per un ottimale zione di scale e corrimani. È prevista già in questa fase
inserimento nell’ambiente. Lungo i percorsi di colle- l’installazione di alcune telecamere e proiettori per il
gamento tra i grandi Tumuli, protetti con staccionate e controllo dell’area, nell’ambito di un sistema suscet-
fruibili anche dai disabili, sarà installata l’illuminazione tibile a future implementazioni finalizzato ad un con-
con proiettori, parallelamente si provvederà a predi- trollo più puntuale di settori troppo defilati dall’attuale
sporre l’impianto per la video-sorveglianza tramite corpo di guardia.

* Ringrazio Paola Santoro per il gradito invito a partecipare alla Rosalia e forse Culti Misterici sarebbe stato riconosciuto da Mario
Giornata di Studio, e a condividere con Paola Baglione e tutti i Torelli come mundus della città di Caere (cfr. Colivicchi 2003).
colleghi che hanno preso parte ai lavori, i comuni interessi verso un 2. Il narratore è il noto giornalista televisivo e divulgatore scientifico
territorio tanto affascinante quanto complesso. Piero Angela.
1. Le indagini dirette da Fabio Colivicchi della Queen’s University di 3. Ad aprire il percorso c’è il filmato introduttivo di Piero Angela, a
Kingston, hanno interessato un settore limitrofo l’ipogeo di Clepsina. grandezza naturale, che accoglierà ed accompagnerà il visitatore
Nel biennio 2001-2002 si puntualizzarono alcuni aspetti di una durante la visita, facendo conoscere le modalità di utilizzo delle
articolata situazione monumentale che aveva come base di partenza vetrine interattive, la storia dei reperti e i criteri espositivi.
l’ipogeo di Clepsina, identificato, come è noto, dall’iscrizione di Caius 4. I reperti che si riconoscono nell’elenco del taccuino nr. 29 redatto
Genucius Clepsina, console nel 276 a.C. e nel 270 a.C. Il complesso il 25 luglio 1934 sono quelli contraddistinti dai numeri d’inventario
monumentale identificato inizialmente come cisterna, poi bagno 113388 che corrisponde al nr. 115; inv. 113389 al nr. 148 (Pittore di
e/o ninfeo sotterraneo, in seguito utilizzato per la celebrazione dei Terpaolos); nr. inv. 113390 al nr. 157; nr. inv.113391 al nr. 216; nr.

31
inv. 113392 al nr. 220; nr. inv. 113393 al nr. 223; nr. inv. 113394 al rivolse a Taltibio e ad Euribate, che erano i suoi due araldi e fedeli scudieri: “voi
nr. 224; nr. inv. 113395 al nr. 225; nr. inv. 113395 al nr. 236: inv. Nr. due andate alla tenda d’Achille Pelide, prendete per mano, a condurla, Briseide
113397 al nr. 485; nr. inv. 113398 al nr. 502. In una seconda copia guancia graziosa, se poi non ve la desse, la prenderà io in persona, venendo con
del taccuino è presente sulla prima pagina un appunto manoscritto a molta gente, e gli sarà più amaro”; Libro I vv. 336 ss. “Ecco il figlio di Atreo,
matita e firmato da Raniero Mengarelli che recita “Banditaccia stima strapotente, Agammenone, m’offende, m’ha preso e si tiene il mio dono me l’ha
del 3 agosto 1937/XV 2”. A fianco di ogni reperto è indicato il strappato” Diceva così versando lacrime: l’udì la dea madre…. e si mise a sedere
valore economico dell’oggetto, procedura a tutt’oggi impiegata per vicino a lui che piangeva, lo carezzò e disse parole.
l’inventariazione, sebbene in questo caso è verisimile che si tratti 15. I lavori sono stati seguiti con grande perizia dalla dr. Gilda Benedettini
di determinazione di quote parti. La Necropoli della Banditaccia, che ha dovuto procedere con estrema cautela alle operazioni di
ad eccezione di qualche minuscolo settore, era di proprietà della setacciatura vista la mole della terra che formava una montagna. Per
famiglia Ruspoli alla quale più volte è stata destinata una parte degli evitare frane e smottamenti, alla creazione di tre grandi terrazzamenti.
oggetti recuperati nel corso delle indagini di scavo. Nell’ultima L’asportazione della terra per la setacciatura è iniziata dal livello
pagina del taccuino, infatti, segnata a margine dell’elenco, rimane superiore sino a quello a quota più bassa che si trovava all’incirca
un appunto manoscritto (a penna) da parte del prof. Pericle Periali, alla stessa quota del vaglio. Si è proceduto, ad operazioni ultimate,
perito della famiglia Ruspoli che recita “importo totale di questa alla suddivisione di due nuclei distinti nell’ambito delle classi dei
colonna L. 5.746 cinquemilasettecentoquarantasei 12 marzo 1938”, materiali: frammenti di materiali archeologici diagnostici, frammenti
segue la firma di Pericle Periali e quella di Raniero Mengarelli. archeologici non diagnostici. Per i materiali non diagnostici raccolti
5. L’inconsueta ed originale denominazione deriva dal fatto che a lavori in 120 grandi cassette delle 227 iniziali, si decise di predisporre una
ultimati fu organizzato un concerto di musica operistica all’interno fossa prossima al vecchio Recinto della Necropoli della Banditaccia
della grande piazza del complesso monumentale, presente anche di m. 6,50 x 5,50 foderata nel fondo e sulle pareti da “tessuto non
l’allora Prefetto SE Mosca e molti rappresentanti istituzionali. Il tessuto” e con due cartellini in alluminio punzonati a secco con la
soprano utilizzò, in quella occasione, per i cambi d’abito tra una dicitura “Cerveteri – S. Antonio – Greppe S. Angelo – Setacciatura
esecuzione e l’altra, questa tomba. 2009/2010 – SBAEM”.
6. Il restauro dei materiali è ancora in corso. Il corredo proveniente 16. Si tratta del tipo II distinto da Mauro Cristofani: cfr. Caere 3.1, pp.
dalla sepoltura a loculo è stato oggetto di una mostra negli Stati 43-44 e rif. bibliografici.
Uniti, a Miami. Di particolare interesse un piattello Genucilia con la 17. Cfr. M. A.Rizzo, in Roma 2001, p. 149, nr. II B C.3 e rif. bibliografici.
rappresentazione di una “divinità” maschile barbata, con la chioma 18. A. Guarino, in Roma 2001, p. 90 con rif. bibliografici ed ancora
cinta da una corona a nastro che scende ai due lati del viso con Rizzo, in Roma 2001, p. 136.
due pendenti, ed uno specchio sul quale è rappresentato il mito di 19. Cfr. Del Chiaro 1974, p. 64 con mappe di distribuzione.
Giacinto e il Cigno (tesi di laurea S. Le Fosse). 20. L’iscrizione del frammento è in corso di studio da parte di Alessandro
7. Il complesso monumentale ha restituito 35 cippi seppure Morandi, che ringrazio per le informazioni fornite. Sul frammento
decontestualizzati. appare una iscrizione frammentaria nella quale s’individuano due
8. Helbig 1866, p.178. Cfr. Roma 2008, p. 224 nr.72, con bibliografia elementi onomastici già noti: vi si legge, infatti, Venel Laiv. La prima
precedente. sequenza ci restituisce il prenome Venel, maschile, di attestazione
9. Roualt-Massetti Roualt 1993, n. 303. prevalentemente arcaica: a Cerveteri è noto un Venel di IV sec. a.C.,
10. Albenda 1986, tav. 93. attestato su un sarcofago dalla tomba dei Tamsnies, dove appare
11. Mallowan-Herrmann 1974, tavv. IV, VIII, IX.XII. appunto l’iscrizione Venel Tamsnies. Complessa e di particolare
12. Matthiae 2010, figg.142 e 151. interesse è la questione del gentilizio, per quanto lacunoso e non
13. La segnalazione da parte dei volontari e la modalità del completabile. Piuttosto raro e con varianti, è di attestazione anche
“rinvenimento” sembrarono subito piuttosto singolari e si procedette alto-arcaica: se ne ha un esempio, completo, di VII secolo, a
immediatamente alla segnalazione al Nucleo Patrimonio Artistico. Marsiliana d’Albegna, nella forma Laives, declinata al genitivo. Viene
Contemporaneamente furono avviate indagini archeologiche a rimandato al latino Laevus “sinistro, mancauno”, quindi a livello di
ridosso della cappella rupestre di Sant’Antonio, sottostante il imprestito molto antico.
costone tufaceo, ma dalla setacciatura della terra furono recuperati 21. Cfr. Boardman-Vollenweider 1978, tav. XVIII e Tesori Antichi, pp.
frammenti di ceramica comune anche di età arcaica, tappi di anfore, 42-43, con godronatura attorno al castone.
frammenti di piattelli Genucilia, di glaukes, di ceramica a vernice nera, 22. Nel 1971 erano già stati segnalati scavi clandestini che avevano
veicolata dai dilavamenti del soprastante impianto di Sant’Antonio. riportato alla luce sul ciglione “tombe cristiane e piccole cappelle
In questa stessa area, nel corso degli anni settanta del novecento, la con resti di affreschi”: Nardi 1976, p.72. La lettura e la scheda delle
Soprintendenza era intervenuta a seguito di scavi clandestini. epigrafi è stata curata da Luca Gregori che ringrazio per la cortese
14. Il frammento consente di ricostruire con maggiore puntualità disponibilità.
la scena che allude alla richiesta perentoria di Briseide da parte di 23. G. Nardi, in Roma 2001 pp.157-161, con bibl. precedente.
Agamennone, preda di guerra di Achille, raccontata nell’Odissea, 24. La Soprintendenza aveva avviato proprio in questa area, all’incirca un
libro I, ai vv. 320 ss. (ed. Einaudi, traduzione R. Calzecchi Onesti): decennio fa l’esecuzione di scavi di urgenza. I risultati delle indagini
Intanto Agamennone non lasciò la minaccia lanciata prima ad Achille: ma si sono in corso di studio da parte di Maria Antonietta Rizzo che ha

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diretto le campagne di scavo. Di particolare interesse la T.2391 a I A 16 d (cfr. Nagy 1988, pp. 16, figg. 24-28; p. 26 nota 4). Il tipo
cassa in tufo a corpo quasi parallelepipedo, con incavo all’interno è ispirato da modelli tarantini e siciliani datati tra la fine del IV e il
per l’alloggiamento dei materiali di corredo che era composto da un’ III secolo a.C. (ibidem, p. 16 s.), mentre la statuetta femminile è del
anfora etrusca a figure nere (inv. nr.118878; alt. cm 44; diam. 15,6 ) tipo IIA 39 Nagy (ibidem, p. 170, fig. 130) e la coppia femminile in
con doppio motivo metopale con tre cavalli che fungeva da cinerario trono trova identità nel tipo IIG 2 Nagy (ibidem, p. 233, fig. 238).
e mostrava deformazioni dovute ad una cattiva cottura. All’interno La coppetta miniaturistica può essere ricondotta, sempre in via
furono rinvenuti frammenti di ossa combuste, frammenti di bronzo preliminare, alla serie Morel 2780 genericamente datata alla prima
pertinenti ad una fascetta forata, a chiodini etc nonché due appliques metà del III secolo a.C.
rappresentate da protome di ariete con fori passanti. L’anfora fornita 26. Nel corso del mese di giugno 2012 è stata esplorata una grande
di coperchio che è stato rinvenuto tra i materiali di corredo era chiusa superficie antistante il tumulo III sull’Altopiano della Tegola
da uno specchio a superficie liscia (inv. 118882; diam. 14,7) che Dipinta che ha restituito un complesso funerario di età ellenistica
presentava un attacco per l’impugnatura (?) al manico, ovviamente con lo stesso assetto architettonico e planimetrico. Lo studio del
mancante, forato e con un chiodino ancora inserito. Tra materiali di complesso è in corso da parte della scrivente ed Alfonsina Russo. Per
corredo, inoltre, una oinochoe attica a figure nere (inv. 118880; alt cm precedenti rinvenimenti sull’altopiano della Tegola Dipinta a cura
24,5) con scena dionisiaca entro metopa ed una seconda inv. 118881 della Fondazione Lerici cfr.: Cavagnaro Vanoni 1968 e 1969.
oinochoe attica a figure nere (inv. 118881; alt. cm. 24,5) con figura di 27. La Soprintendenza già a partire dal 1990 era intervenuta con scavi
armato a cavallo entro metopa. di emergenza nel settore cd. dell’autostrada non troppo distante
25. In via preliminare si può già dire che i votivi messi in luce trovano dall’area dello scavo del 2008. Erano state individuate un gruppo di
confronti strettissimi con le terrecotte votive rinvenute nel deposito tombe a camera, due delle quali ancora intatte, tra queste la nr. 2108,
ceretano della Vignaccia (Nagy 1988; Nagy 2008). Entrambi i busti di tipologia ben nota, in corso di studio da parte di Maria Antonetta
si possono attribuire, infatti, al tipo IA 16 a (cfr. Nagy 1988, p. 16, Rizzo, sepoltura che ha restituito un corredo di circa 80 pezzi prodotti
figg. 24-28) per la collana decorata da figure distese come per il tipo sia da atelier locali che d’importazione soprattutto da Corinto.

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stampato e rilegato nella
tipografia di agnano, agnano pisano (pisa).

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Aprile 2014
(cz 2 · fg 21)

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