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I L T E R R ITO R IO ,
L A V I A BI LI T À E L E FO R TIFICAZ IO NI
A TTI DE L L A GI ORNA T A D I S T U D I O
testi di
elena acampa, alberta arena, barbara belelli marchesini,
vincenzo bellelli, manuela bonadies, maria raffaella ciuccarelli,
rita cosentino, michele di filippo, maria di nezza, antonio graziadei,
paola iannaccone, rocco mitro, sara napolitani, rosa maria nicolai,
laura petacco, walter b. pantano, ylenia salvadori,
paola santoro, isidoro tantillo, martina zinni
PISA · ROMA
FA B R I Z I O S E R R A E D I TO R E
mmxiv
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elettronica, ecc., senza la preventiva autorizzazione scritta della Fabrizio Serra editore®, Pisa · Roma.
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www.libraweb.net
issn 1827-0506
isbn 978-88-6227-704-4
e-isbn 978-88-6227-705-1
INDICE
Isidoro Tantillo Una statuetta votiva dallo scavo 2011: il sacro e le mura 123
della città
Barbara Belelli Marchesini, Pyrgi. Analisi delle fortificazioni della colonia romana 197
con appendici a cura di: e rapporti con l’abitato etrusco
Alberta Arena,
Barbara Belelli Marchesini,
Manuela Bonadies,
Rosa Maria Nicolai,
Sara Napolitani,
Walter B. Pantano,
Martina Zinni
Michele Di Filippo, La geologia dell’area di Pyrgi e l’ubicazione delle cave antiche 265
Maria Di Michele
Bibliografia 285
7
PREMESSA* in campo sono state molteplici, dal recente impiego
di istallazioni multimediali, all’interno di un gruppo
18
Fig. 4: Tomba “a incastro” sotto la Tomba delle Cinque Sedie
1939, dedicato all’evoluzione delle architetture delle dell’elenco Mengarelli) ed altri reperti identificati
tombe di Cerveteri. poi nel corso del nuovo allestimento del Museo di
Nel capitolo relativo ai “Corridoi di accesso o Villa Giulia, con un gruppo di materiali attualmente
dromoi e porte di accesso” l’Autore fornisce la descri- esposti con la dizione Necropoli della Banditaccia, Tomba
zione di “ una tomba ad ovest di quella delle Cinque presso la Tomba delle Cinque Sedie4.
Sedie “rinviando alla rappresentazione grafica della I restanti reperti, molti dei quali conservati presso
stessa, documentazione grazie alle quale è stato possi- i depositi della Necropoli della Banditaccia, ed ancora
bile riconoscere nella Tomba cd.“del Cunicolo” quella prima nelle cantine di palazzo Ruspoli a Cerveteri,
già esplorata dallo scavatore che così la descrive: Non sono in attesa di essere riscontrati con quelli elenca-
ha corridoio di accesso. Si apre nello spessore del muro ad opera ti da Raniero Mengarelli, ma le identificazioni sono
quadrata fiancheggiante la via, con porta rettangolare munita di difficili nel caso di suppellettili di ceramica comune
stipiti ed architrave di peperino con cordone rilevato sul cordone acroma e simili per la genericità della descrizione.
esterno. L’architrave sporge ai lati degli stipiti cui si raccorda con In considerazione della durata della convenzione
curva concava piegata all’estremità a becco di civetta (Fig. 5). stipulata con il GAR, ma soprattutto volendo resti-
Nello stesso articolo, Raniero Mengarelli, già tuire al godimento pubblico il complesso nella sua
caduto in disgrazia (gli era stato persino impedito di interezza, la Soprintendenza decideva di ampliare ul-
visionare la propria documentazione, consegnata al teriormente la superficie di intervento.
Ministero per la pubblicazione sugli Scavi di Caere), Ricavate nella lunga parete di tufo, che delimi-
illustra tutta l’attività svolta a Cerveteri, fornendo una ta la grande piazza, furono “riportate alla luce” tre
serie di dati molto interessanti, in modo particolare tombe a camera, che si presentarono ricolme di terra
in riferimento agli interventi di restauro effettuati nel e cumuli di rifiuti urbani. Erano prive di materiali di
corso della sua attività di scavatore. Così al riguardo corredo ad eccezione di qualche frammento cerami-
egli si esprime: «Alle opere di restauro si devono riferire co, recuperato a seguito di una puntuale setacciatura.
altresì le gallerie e le fognature che ho fatto per liberare le tombe La prima di queste, detta del Pilastro centrale (Fig. 6),
più importanti dall’acqua che vi si accumulava e che impediva il presentava una banchina che corre tutt’intorno alle
libero accesso ad esse. Di tali fogne e gallerie ne ho eseguite per pareti. Su una di queste era stato realizzato un grande
uno sviluppo complessivo di novecento metri». foro dai clandestini che immetteva nella successiva
La tomba del “Cunicolo” si presentava ovvia- nella quale si rinvennero soltanto resti ossei e di den-
mente priva di corredo, ma nel taccuino nr. 29 redatto tature.
dallo scavatore relativo alla Tomba a camera rinvenuta ca- La terza tomba, cosiddetta “della Cantante”5,
sualmente presso la Tomba delle Cinque Sedie, sono elencati aveva una pianta quadrata (Fig. 6), del tutto simile
ben 532 pezzi: tra questi la pelike firmata dal pittore alla precedente ed anche questa non restituì nessun
Hermonax (inv. VG 113394 corrispondente al nr. 224 oggetto di corredo.
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Fig. 7: Piazzale antistante la Tomba delle Cinque Sedie con foro di Fig. 8: Sepoltura a loculo
deflusso dell’acqua
I lavori di sistemazione della grande piazza che d’oro anch’essa molto arcaica…….oltre ciò si trovano i fram-
presentava un foro presumibilmente per il deflusso menti di alcune stoviglie rozze di argilla giallastra.
dell’acqua, quasi all’altezza della Tomba del Foro (Fig. Ormai da tempo è stata assodata l’ispirazione stili-
7), portarono alla scoperta, negli spazi antistanti le stica e iconografica nord-siriana delle tre statuette delle
tre tombe a camera, di due sepolture a fossa e sul cinque iniziali (due conservate a Londra e una ai Musei
lato opposto di una terza, segnalata da un bocca- Capitolini di Roma), raffigurate sedute sui troni.
letto biansato a vernice nera. I corredi, per lo più in Il volto dei tre personaggi, infatti, ricorda quello
frammenti, riferibili ad un orizzonte cronologico di di diversi esemplari di figurine in terracotta lavorate a
IV sec. a.C., sono in corso di studio. stampo rivenute in varie località della Siria settentrio-
Su questa stessa parete, le operazioni di ripulitura nale, databili alla fase finale del Periodo del Ferro e
dal reinterro di età moderna segnalarono la presenza all’inizio del Periodo Achemenide; la sopravveste che
di una sepoltura a loculo (Fig. 8), chiusa da una tegola, copre in parte il costume trova inoltre precisi confron-
che restituì un corredo costituito da undici reperti6. ti in ambiente siriano. Il più antico (IX secolo a.C.)
Ritornando alle operazioni iniziali, va detto che ci è il costume decorato a losanghe indossato dal Dio
furono altri rinvenimenti di estremo interesse nell’area della Tempesta su una stele a quattro facce rinvenuta
compresa tra la crepidine ed il margine superiore della nel sito di Terqa/Tell Ashara sul medio Eufrate9. Ana-
porta d’ingresso della Tomba del Cunicolo: un cippo loghi costumi sono documentati a partire dall’VIII
di dimensioni considerevoli, a forma di edificio di tipo secolo a.C. in Assiria: essi risultano indossati dai re Ti-
domestico, ed un grande portacippi7. Analogo discorso glathpileser III e Sargon II sui rilievi10, dove il motivo
per la tomba del Cunicolo: all’interno, infatti, oltre ad a losanga si trasforma in una quadrettatura decorata da
una moneta cinquecentesca e a due piccoli cippi di pe- rosette centrali, e sugli avori rinvenuti in gran numero
perino, fu rinvenuto la parte superiore del cd. “cesto” nel vano SW7 di Forte Salmanassar a Nimrud, dove
posto nell’ambiente “a” della camera della Tomba delle erano immagazzinati i bottini derivanti dai saccheggi
Cinque Sedie, documentato nella sua composizione assiri compiuti nelle ricche città della Siria del nord11.
unitaria soltanto nei disegni dell’Istituto Archeologico Un altro elemento interessante è la posizione
Germanico e del quale non si avevano più notizie. della mano delle statuette con il palmo aperto, appog-
giato sul ginocchio destro. In ambito vicino orientale
L’ARREDO SCULTOREO DELLA TOMBA le figure di alti dignitari e di divinità raffigurate se-
DELLE CINQUE SEDIE dutesono sempre rappresentate in tale posizione con
la mano sinistra appoggiata al corrispondente ginoc-
Il “cesto” appena menzionato risulta decorato chio o piegata al petto a sorreggere un’arma. Quella
da un motivo che ricorda un “sole” piuttosto che una destra, invece, porta invariabilmente una coppa, come
rosa dei venti, come ipotizzato da qualcuno; l’ogget- documentato nel II millennio a.C. da diverse statue
to era collocato sul lato lungo nella camera a sinistra rinvenute ad Ebla12, e nel I millennio a.C. nella famosa
dell’ingresso. Sul lato breve rimangono cinque troni; statua di Grande Dea proveniente da Tell Halaf nella
sul centrale, coperto da un reinterro di qualche centi- Siria Nord-Orientale, conservata a Berlino e andata
metro, è stato rinvenuto un frammento di piattino di distrutta durante la II Guerra Mondiale.
argilla rossa. Del momento della scoperta della tomba Il frammento rinvenuto porterebbe ad ipotizzare
sappiamo da W. Helbig8, che annota al riguardo: l’unico che almeno uno dei personaggi sostenesse in mano
oggetto rimarchevole insieme con esse (le statuette) è una fibula una coppetta.
22
Fig. 9c: Coppa di Eufronio: frammento di parete con caduceo
all’interno e porzione di scudo all’esterno
Dal costone tufaceo provengono inoltre 4 iscri- fronto a Roma (AE 1988,166). La datazione, in base al
zioni funerarie, in origine poste a chiusura delle se- formulario e alla paleografia, può essere circoscritta tra
polture “a colombario” ricavate nel costone stesso, la seconda metà del I e gli inizi del II sec. d.C.
che per motivi di tutela si è ritenuto di recuperare ed La quarta iscrizione sepolcrale (inv. 146167, Fig.
esporre al Museo nazionale cerite22. 13) contiene il nome di una schiava Primigenia (nome
La prima di queste (inv. 146164, Fig. 10) è una molto comune) in scrittura che risente della capitale
dedica sepolcrale a Tiberio Claudio Amando, proba- rustica, vale a dire della scrittura tracciata non con lo
bile liberto di un discendente di liberti dell’imperatore scalpello ma con il pennello. Manca il nome del dedi-
Claudio o Nerone, dalla moglie Torania Ermione, di cante: in altri casi analoghi viene omesso il nome ma
probabile condizione libertina a giudicare dal cognome s’indica il legame affettivo. Trattandosi di schiavi, si
d’origine greca, la quale reca un gentilizio piuttosto può ritenere che la dedica sia stata fatta dal compagno
raro attestato soprattutto a Roma. Il formulario, l’o- di Primigenia, in quanto le unioni tra schiavi come è
nomastica con abbreviazione del gentilizio imperiale e noto erano frequenti ma illegittime. Il formulario e la
la paleografia orientano per una datazione all’avanzato paleografia orientano per la fine del II sec. d.C. se non
II sec. d.C.. già per il III sec. d.C.
La seconda (inv. 146165, Fig. 11) è una iscrizio- Nel corso dello stesso anno, s’intervenne anche
ne sepolcrale posta dalla stessa Torania Ermione al recupero di una serie di tombe a cappuccina di
dell’iscrizione precedente al figlio, Marco Aponio età romana poste in un settore defilato di Valle della
Amando. Questi doveva essere il figlio di Ti. Claudio Mola, area archeologica contigua a Greppe Sant’An-
Amando, come suggerisce il fatto che egli porta lo gelo, entrambe sottostanti il santuario di Sant’Anto-
stesso cognome, nato però quando ancora la madre nio, che restituì un edificio di culto trasformato in un
era schiava; come figlio illegittimo seguì la condizione complesso termale23.
materna. Schiavo anch’egli, era forse stato acquista- Da queste tombe provine una serie di otto balsa-
to e liberato da un M. Aponio. In alternativa si può mari in vetro in buono stato di conservazione. Grazie
pensare ad un figlio legittimo di Ti. Claudio Amando ad un progetto tra il CNRS francese e varie Soprin-
e di Torania Ermione, adottato poi da un M. Aponio. tendenze italiane, mirato allo studio dei contenuti di
Il gentilizio Aponius, insieme al prenome Marcus, gruppi di suppellettili selezionate, è stato possibile
torna nell’onomastica di senatori di II sec. d.C. Forse determinare che contenessero medicinali composti da
il patrono di M. Aponio Amando era un liberto di sostanze derivanti da materie grasse animali, deriva-
questa importante famiglia romana, che poteva avere ti del latte ed oli vegetali miscelati, in ugual misura,
proprietà nell’agro ceretano. L’iscrizione deve essere ad eccezione di un solo caso. Si tratta quindi di botti-
contemporanea più o meno alla precedente e quindi gliette mercuriali. Da queste stesse sepolture provie-
anch’essa riferibile ad un avanzato II sec. d.C. ne anche una serie di lucerne, tra le quali si segnala
La terza iscrizione sepolcrale (inv. 146166, Fig. 12), quella con il disco decorato dalla raffigurazione di un
con accurata impaginazione del testo e dei caratteri pa- barbaro su un cavallo al galoppo.
leografici, è dedicata da Publio Virasio Venusto al fra- I materiali archeologici presenti non solo docu-
tello Publio Virasio Ermogene. Quest’ultimo presenta mentano una lunghissima frequentazione del com-
un cognome grecanico, il secondo latino ma in ogni prensorio, che andrebbe “riesaminato” anche dal
caso entrambi piuttosto comuni. Il gentilizio invece è punto di vista topografico sulla scorta delle nuove ac-
rarissimo poiché al momento si conosce un solo con- quisizioni, ma offre interessanti e forse nuovi spunti
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Fig. 14: Altopiano delle Onde Marine:
terrecotte votive in corso di scavo
dell’ingresso si trovava una piccola banchina quadran- maniera approssimativa il banco per tutta la larghez-
golare mentre a destra della parete un letto funebre di za compresa tra il tamburo e la parete di fondo delle
tipo “tradizionale” seguito da un altro letto con un li- tombe della tagliata, per evitare la permanenza dell’ac-
stello rilevato. Sulle pareti erano presenti cinque loculi, qua nell’area antistante l’ingresso ed il conseguente
tre dei quali sul lato destro della parete d’ingresso, uno allagamento della camera ipogea.
sul lato sinistro soprastante la banchina quadrangolare L’ampliamento dell’area di scavo eseguito per
ed il quinto sulla parete di fondo. motivi di sicurezza ha intercettato un piccolo tumulo
Il corredo recuperato, tenendo conto delle nu- già parzialmente alla luce, al quale si accedeva da un
merose incursioni degli scavatori clandestini, è stato dromos orientato Ovest-Nord-Ovest dotato di nove
piuttosto modesto e rimescolato all’interno della gradini irregolari e di “una piazzetta” antistante la
tomba stessa. Sono stati recuperati un cippo a casetta porta (Figg. 18-19). Sul lato sinistro, quasi al centro
in tufo molto deteriorato, quattro frammenti di cippi “della piazzetta”, era documentato il tentativo di
in calcare bianco, e frammenti di ceramica acroma, a aprire una seconda porta ad arco per l’accesso ad una
vernice rossa di presumibile atelier falisco, a vernice camera mai costruita.
nera, una sporadica testimonianza di un piattello Ge- Una breve scala composta, oltre che dalla soglia,
nucilia. Si recuperano anche un lacerto di lamina di da due gradini di diversa dimensione immette nella
bronzo concava, parte di uno strigile, e pochi fram- camera funeraria. Si tratta di una camera unica a
menti ossei. Anche i loculi appaiono completamente pianta sub-trapezoidale con due letti simili configu-
violati e hanno restituito qualche lacerto di ossa com- rati a kline con gambe a colonnetta tornite. Presen-
buste che dovevano essere contenute in cinerari, pre- tavano il piano di deposizione decorato a rilievo con
sumibilmente ollette d’impasto acromo, come testi- un cuscino semicircolare, sopra il quale è il motivo
moniato da un frammento rinvenuto nel loculo nr.1. nastriforme “ad omega”, alle estremità inferiori sono
La fine dello scavo evidenziò, infine, alcuni in- due dischi piani uno dei quali presenta tracce di pig-
terventi nell’area esterna antistante la tomba ovvero menti di colore rosso scuro. Una banchina liscia con
l’esecuzione di una serie di canali, ricavati scavando in un gradino corre lungo la parete di fondo e collega i
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Fig. 19: Altopiano delle Onde Marine:
pianta e sezioni della Tomba scoperta nel 2008
Fig. 20: Altopiano delle Onde Marine: ingresso della Tomba scoperta nel 2008
due letti. Al fondo dei due letti, tra questi e la porta, un’olla biansata d’impasto rosso, ceramica red on white,
sono due piccole banchine ad U che si congiungono una serie di aryballoi, uno dei quali proto-corinzio, i re-
ai gradini di accesso della camera. stanti di atelier etrusco-corinzio, tra i quali si distingue
Il sepolcro (Fig. 20; Tav. Ia), sebbene violato un esemplare a corpo ovoide con rappresentazioni di
dagli scavatori clandestini, ha restituito un corredo di felini e pesci. Erano attestati anche un’olpe a squame
grande interesse, che proviene per la maggior parte e frammenti pertinenti ad altre esemplari simili. Non
dallo spazio compreso tra le due Klinai. mancava la serie di buccheri: particolarmente interes-
Sono stati recuperati un pithos, un braciere e santi i due esemplari di oinochoai fenicio-cipriote ed
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Fig. 21: Area delle Tombe del Comune
il calice a cariatidi. Gruppo dei Vasi Tirrenici, talora confusa col Pittore
Di particolare importanza ed interesse una hydria Castellani. La neck-amphora sul lato mostra un’amazzo-
attica a figure nere a metopa. La scena rappresentata nomachia (o la rappresentazione di una amazzonoma-
è quella della lotta tra Eracle contro il centauro Nesso chia) alla quale assistono 6 spettatori, tre per ogni lato,
raffigurato in ginocchio e retrospiciente. Cinque per- posti ai lati di una scena centrale: quattro delle figure
sonaggi – tre a sinistra e due a destra – assistono alla femminili sono identiche a quelle della nostra idria. Al
scena o alla rappresentazione: le tre figure femminili, centro un guerriero nudo con elmo corinzio, scudo
dall’aspetto molto austero ma prive di qualsiasi attri- e armato di lancia; davanti un’amazzone caduta sulle
buto che possa identificarle, sono avvolte nel mantello ginocchia in armi retrospiciente. Sul lato B l’esemplare
nella caratteristica foggia delle Penguin women mentre le da Omaha presenta un banchetto.
due maschili hanno la lancia. I materiali brevemente descritti, che non rap-
L’impianto scenico rimanda ad una neck-amphora presentano la totalità del corredo recuperato, sono in
attribuita da Bothmer al Pittore di Omaha (575-550 corso di studio; in via preliminare si può affermare
a.C.) conservata ad Omaha, decima personalità del che le due deposizioni, una delle quali presumibil-
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priva di parte dell’imboccatura e dell’ansa, frammenti
di orli e pareti di coppette ad orlo rientrante in cera-
mica a vernice nera, il frammenti di un orlo di skyphos
a vernice nera suddipinta, pareti e fondi di ceramica
acroma, grezza e qualche spezzone di laterizio. Dallo
scavo del dromos è stato recuperata una statuetta di
Eracle stante, acefala e priva di piedi ed alcuni fram-
menti pertinenti ad una testina femminile velata e con
gioielli (Figg. 22-23).
Lo strato era evidentemente rimaneggiato come
prova la presenza di materiale ellenistico (ceramica
Fig. 22: Statuetta acefala di Eracle
tipo Gnathia, orlo di coppa a vernice nera, frammenti
di coppa delle Petites Estampilles, di ceramica acroma
e grezza) mescolato al frammento di un piatto italo-
mente femminile, se lo spillone rivenuto sullo scalino geometrico red on white con decorazione a denti di
della banchina di fondo le è pertinente, possano essere lupo e alla parete di un’olla in impasto rosso di VII
collocate tra la il terzo quarto-fine VII a.C. e la fine secolo a.C.
primo- secondo quarto del VI sec. a.C.
Un altro intervento d’urgenza interessò via degli PROGETTI FUTURI
Inferi nel punto prospiciente l’area delle Tombe del
Comune, approssimativamente in asse con la tomba I finanziamenti regionali derivanti dai proget-
del Triclinio (Fig. 20). S’individuò una cavità aperta nel ti POR FERS 2007-2015 e gli stanziamenti di Arcus
terreno attraverso la quale si intravedeva la presenza di consentiranno d’intervenite in alcuni settori della
una camera funeraria ipogea. Necropoli per ripristinare la fruibilità in sicurezza di
Si trattava di una tomba ipogea costruita “ad in- alcuni complessi monumentali posti per lo più al di
castro”, posta tra due strutture funerarie adiacenti e fuori dell’area recintata.
più antiche, ma ad una quota inferiore. La tomba pre- Gli obiettivi principali possono essere sintetizzati
sentava una pianta rettangolare con quattro letti sud- in sei punti: 1) controllo della vegetazione; 2) Opere di
divisi da un listello centrale a sezione rettangolare. Un consolidamento ed adeguamenti per la valorizzazione
cuscino piatto presso lo stipite caratterizzava il primo delle tombe e fruibilità e percorsi di visita; 3) illumi-
letto a destra vicino alla porta, un secondo cuscino del nazione dei percorsi; 4) Rifacimento strada di accesso
tutto simile era stato “collocato” sul letto inserito nella (c.d. “autostrada”); 5) Ristrutturazione area bigliette-
nicchia di fondo27. ria; 6) Rifacimento pannelli didattici Grandi Tumuli e
Il soffitto era a doppio spiovente moderatamente Tombe del Comune.
displuviato con un largo e piatto columen longitudinale Per quanto concerne la sistemazione della strada
al centro. Il sepolcro, dalle pareti lisce e ben rifinite, di accesso e d’ ingresso alla Necropoli, in quanto l’at-
rientra in un tipo largamente noto nella necropoli in- tuale (la cosiddetta “autostrada”, realizzata negli anni
quadrabile tra la fine del IV e il III secolo a.C. trenta) si presenta attualmente in condizioni pessime a
I materiali in frammenti recuperati per lo più all’e- causa principalmente dell’azione degli apparati radicali
sterno del sepolcro erano costituiti un’olpetta acroma degli alberi di alto fusto che la costeggia, si prevede la
30
realizzazione della nuova pavimentazione in terra sta-
bilizzata metodo “Glorit”, per un migliore inserimen-
to nell’ambiente naturale, e un sistema di illuminazio-
ne stradale in prosecuzione dei lampioni già installati Fig. 23: Testa femminile ingioiellata
dalla città fino a Campo della Fiera.
Per lo storico manufatto attualmente adibito a
biglietteria e punto vendita – attività destinate a tra- l’installazione di cavidotti e filature. Per quanto con-
sferirsi nel Centro di accoglienza che sorgerà sull’an- cerne le tombe si prevedono le opere per consenti-
tistante piazzale – si prevedono una ristrutturazione re l’accesso in sicurezza, quali il consolidamento dei
in funzione di un futuro utilizzo come “ingresso” alla dromoi e l’installazione di scale e corrimani.
Necropoli, in cui saranno resi disponibili supporti Per il recupero e valorizzazione dell’area delle
multimediali propedeutici alla visita. Tombe del Comune si prevedono lavori analoghi a
Per il recupero e valorizzazione dell’area dei quelli progettati per l’area dei Grandi Tumuli. Un via-
Grandi Tumuli il progetto si propone di valorizzar- letto pedonale, con pavimentazione in conglomerato
ne la fruizione tramite la creazione di un percorso di tufaceo, consentirà anche ai disabili una più comoda
visita attrezzato con pannelli didattici, illuminazione e visita, lungo il tracciato della via sepolcrale, dall’ingres-
video-sorveglianza Tv etc. so (attuale biglietteria) fino alle tombe in questione,
Si prevede innanzitutto la revisione e ripristino del proseguendo poi fino al parcheggio di Campo della
circuito, percorso a suo tempo dal trenino, dal piazza- Fiera. Sarà predisposto l’impianto per l’illuminazio-
le M. Moretti fino al Tumulo della Nave, necessario ne e la video-sorveglianza lungo il percorso e in cor-
per facilitare la manutenzione dell’area; parallelamente rispondenza degli accessi alle tombe del Comune, al
a questo sarà creato un vialetto pedonale con pavi- consolidamento delle parti pericolanti ed all’installa-
mentazione in conglomerato tufaceo per un ottimale zione di scale e corrimani. È prevista già in questa fase
inserimento nell’ambiente. Lungo i percorsi di colle- l’installazione di alcune telecamere e proiettori per il
gamento tra i grandi Tumuli, protetti con staccionate e controllo dell’area, nell’ambito di un sistema suscet-
fruibili anche dai disabili, sarà installata l’illuminazione tibile a future implementazioni finalizzato ad un con-
con proiettori, parallelamente si provvederà a predi- trollo più puntuale di settori troppo defilati dall’attuale
sporre l’impianto per la video-sorveglianza tramite corpo di guardia.
* Ringrazio Paola Santoro per il gradito invito a partecipare alla Rosalia e forse Culti Misterici sarebbe stato riconosciuto da Mario
Giornata di Studio, e a condividere con Paola Baglione e tutti i Torelli come mundus della città di Caere (cfr. Colivicchi 2003).
colleghi che hanno preso parte ai lavori, i comuni interessi verso un 2. Il narratore è il noto giornalista televisivo e divulgatore scientifico
territorio tanto affascinante quanto complesso. Piero Angela.
1. Le indagini dirette da Fabio Colivicchi della Queen’s University di 3. Ad aprire il percorso c’è il filmato introduttivo di Piero Angela, a
Kingston, hanno interessato un settore limitrofo l’ipogeo di Clepsina. grandezza naturale, che accoglierà ed accompagnerà il visitatore
Nel biennio 2001-2002 si puntualizzarono alcuni aspetti di una durante la visita, facendo conoscere le modalità di utilizzo delle
articolata situazione monumentale che aveva come base di partenza vetrine interattive, la storia dei reperti e i criteri espositivi.
l’ipogeo di Clepsina, identificato, come è noto, dall’iscrizione di Caius 4. I reperti che si riconoscono nell’elenco del taccuino nr. 29 redatto
Genucius Clepsina, console nel 276 a.C. e nel 270 a.C. Il complesso il 25 luglio 1934 sono quelli contraddistinti dai numeri d’inventario
monumentale identificato inizialmente come cisterna, poi bagno 113388 che corrisponde al nr. 115; inv. 113389 al nr. 148 (Pittore di
e/o ninfeo sotterraneo, in seguito utilizzato per la celebrazione dei Terpaolos); nr. inv. 113390 al nr. 157; nr. inv.113391 al nr. 216; nr.
31
inv. 113392 al nr. 220; nr. inv. 113393 al nr. 223; nr. inv. 113394 al rivolse a Taltibio e ad Euribate, che erano i suoi due araldi e fedeli scudieri: “voi
nr. 224; nr. inv. 113395 al nr. 225; nr. inv. 113395 al nr. 236: inv. Nr. due andate alla tenda d’Achille Pelide, prendete per mano, a condurla, Briseide
113397 al nr. 485; nr. inv. 113398 al nr. 502. In una seconda copia guancia graziosa, se poi non ve la desse, la prenderà io in persona, venendo con
del taccuino è presente sulla prima pagina un appunto manoscritto a molta gente, e gli sarà più amaro”; Libro I vv. 336 ss. “Ecco il figlio di Atreo,
matita e firmato da Raniero Mengarelli che recita “Banditaccia stima strapotente, Agammenone, m’offende, m’ha preso e si tiene il mio dono me l’ha
del 3 agosto 1937/XV 2”. A fianco di ogni reperto è indicato il strappato” Diceva così versando lacrime: l’udì la dea madre…. e si mise a sedere
valore economico dell’oggetto, procedura a tutt’oggi impiegata per vicino a lui che piangeva, lo carezzò e disse parole.
l’inventariazione, sebbene in questo caso è verisimile che si tratti 15. I lavori sono stati seguiti con grande perizia dalla dr. Gilda Benedettini
di determinazione di quote parti. La Necropoli della Banditaccia, che ha dovuto procedere con estrema cautela alle operazioni di
ad eccezione di qualche minuscolo settore, era di proprietà della setacciatura vista la mole della terra che formava una montagna. Per
famiglia Ruspoli alla quale più volte è stata destinata una parte degli evitare frane e smottamenti, alla creazione di tre grandi terrazzamenti.
oggetti recuperati nel corso delle indagini di scavo. Nell’ultima L’asportazione della terra per la setacciatura è iniziata dal livello
pagina del taccuino, infatti, segnata a margine dell’elenco, rimane superiore sino a quello a quota più bassa che si trovava all’incirca
un appunto manoscritto (a penna) da parte del prof. Pericle Periali, alla stessa quota del vaglio. Si è proceduto, ad operazioni ultimate,
perito della famiglia Ruspoli che recita “importo totale di questa alla suddivisione di due nuclei distinti nell’ambito delle classi dei
colonna L. 5.746 cinquemilasettecentoquarantasei 12 marzo 1938”, materiali: frammenti di materiali archeologici diagnostici, frammenti
segue la firma di Pericle Periali e quella di Raniero Mengarelli. archeologici non diagnostici. Per i materiali non diagnostici raccolti
5. L’inconsueta ed originale denominazione deriva dal fatto che a lavori in 120 grandi cassette delle 227 iniziali, si decise di predisporre una
ultimati fu organizzato un concerto di musica operistica all’interno fossa prossima al vecchio Recinto della Necropoli della Banditaccia
della grande piazza del complesso monumentale, presente anche di m. 6,50 x 5,50 foderata nel fondo e sulle pareti da “tessuto non
l’allora Prefetto SE Mosca e molti rappresentanti istituzionali. Il tessuto” e con due cartellini in alluminio punzonati a secco con la
soprano utilizzò, in quella occasione, per i cambi d’abito tra una dicitura “Cerveteri – S. Antonio – Greppe S. Angelo – Setacciatura
esecuzione e l’altra, questa tomba. 2009/2010 – SBAEM”.
6. Il restauro dei materiali è ancora in corso. Il corredo proveniente 16. Si tratta del tipo II distinto da Mauro Cristofani: cfr. Caere 3.1, pp.
dalla sepoltura a loculo è stato oggetto di una mostra negli Stati 43-44 e rif. bibliografici.
Uniti, a Miami. Di particolare interesse un piattello Genucilia con la 17. Cfr. M. A.Rizzo, in Roma 2001, p. 149, nr. II B C.3 e rif. bibliografici.
rappresentazione di una “divinità” maschile barbata, con la chioma 18. A. Guarino, in Roma 2001, p. 90 con rif. bibliografici ed ancora
cinta da una corona a nastro che scende ai due lati del viso con Rizzo, in Roma 2001, p. 136.
due pendenti, ed uno specchio sul quale è rappresentato il mito di 19. Cfr. Del Chiaro 1974, p. 64 con mappe di distribuzione.
Giacinto e il Cigno (tesi di laurea S. Le Fosse). 20. L’iscrizione del frammento è in corso di studio da parte di Alessandro
7. Il complesso monumentale ha restituito 35 cippi seppure Morandi, che ringrazio per le informazioni fornite. Sul frammento
decontestualizzati. appare una iscrizione frammentaria nella quale s’individuano due
8. Helbig 1866, p.178. Cfr. Roma 2008, p. 224 nr.72, con bibliografia elementi onomastici già noti: vi si legge, infatti, Venel Laiv. La prima
precedente. sequenza ci restituisce il prenome Venel, maschile, di attestazione
9. Roualt-Massetti Roualt 1993, n. 303. prevalentemente arcaica: a Cerveteri è noto un Venel di IV sec. a.C.,
10. Albenda 1986, tav. 93. attestato su un sarcofago dalla tomba dei Tamsnies, dove appare
11. Mallowan-Herrmann 1974, tavv. IV, VIII, IX.XII. appunto l’iscrizione Venel Tamsnies. Complessa e di particolare
12. Matthiae 2010, figg.142 e 151. interesse è la questione del gentilizio, per quanto lacunoso e non
13. La segnalazione da parte dei volontari e la modalità del completabile. Piuttosto raro e con varianti, è di attestazione anche
“rinvenimento” sembrarono subito piuttosto singolari e si procedette alto-arcaica: se ne ha un esempio, completo, di VII secolo, a
immediatamente alla segnalazione al Nucleo Patrimonio Artistico. Marsiliana d’Albegna, nella forma Laives, declinata al genitivo. Viene
Contemporaneamente furono avviate indagini archeologiche a rimandato al latino Laevus “sinistro, mancauno”, quindi a livello di
ridosso della cappella rupestre di Sant’Antonio, sottostante il imprestito molto antico.
costone tufaceo, ma dalla setacciatura della terra furono recuperati 21. Cfr. Boardman-Vollenweider 1978, tav. XVIII e Tesori Antichi, pp.
frammenti di ceramica comune anche di età arcaica, tappi di anfore, 42-43, con godronatura attorno al castone.
frammenti di piattelli Genucilia, di glaukes, di ceramica a vernice nera, 22. Nel 1971 erano già stati segnalati scavi clandestini che avevano
veicolata dai dilavamenti del soprastante impianto di Sant’Antonio. riportato alla luce sul ciglione “tombe cristiane e piccole cappelle
In questa stessa area, nel corso degli anni settanta del novecento, la con resti di affreschi”: Nardi 1976, p.72. La lettura e la scheda delle
Soprintendenza era intervenuta a seguito di scavi clandestini. epigrafi è stata curata da Luca Gregori che ringrazio per la cortese
14. Il frammento consente di ricostruire con maggiore puntualità disponibilità.
la scena che allude alla richiesta perentoria di Briseide da parte di 23. G. Nardi, in Roma 2001 pp.157-161, con bibl. precedente.
Agamennone, preda di guerra di Achille, raccontata nell’Odissea, 24. La Soprintendenza aveva avviato proprio in questa area, all’incirca un
libro I, ai vv. 320 ss. (ed. Einaudi, traduzione R. Calzecchi Onesti): decennio fa l’esecuzione di scavi di urgenza. I risultati delle indagini
Intanto Agamennone non lasciò la minaccia lanciata prima ad Achille: ma si sono in corso di studio da parte di Maria Antonietta Rizzo che ha
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diretto le campagne di scavo. Di particolare interesse la T.2391 a I A 16 d (cfr. Nagy 1988, pp. 16, figg. 24-28; p. 26 nota 4). Il tipo
cassa in tufo a corpo quasi parallelepipedo, con incavo all’interno è ispirato da modelli tarantini e siciliani datati tra la fine del IV e il
per l’alloggiamento dei materiali di corredo che era composto da un’ III secolo a.C. (ibidem, p. 16 s.), mentre la statuetta femminile è del
anfora etrusca a figure nere (inv. nr.118878; alt. cm 44; diam. 15,6 ) tipo IIA 39 Nagy (ibidem, p. 170, fig. 130) e la coppia femminile in
con doppio motivo metopale con tre cavalli che fungeva da cinerario trono trova identità nel tipo IIG 2 Nagy (ibidem, p. 233, fig. 238).
e mostrava deformazioni dovute ad una cattiva cottura. All’interno La coppetta miniaturistica può essere ricondotta, sempre in via
furono rinvenuti frammenti di ossa combuste, frammenti di bronzo preliminare, alla serie Morel 2780 genericamente datata alla prima
pertinenti ad una fascetta forata, a chiodini etc nonché due appliques metà del III secolo a.C.
rappresentate da protome di ariete con fori passanti. L’anfora fornita 26. Nel corso del mese di giugno 2012 è stata esplorata una grande
di coperchio che è stato rinvenuto tra i materiali di corredo era chiusa superficie antistante il tumulo III sull’Altopiano della Tegola
da uno specchio a superficie liscia (inv. 118882; diam. 14,7) che Dipinta che ha restituito un complesso funerario di età ellenistica
presentava un attacco per l’impugnatura (?) al manico, ovviamente con lo stesso assetto architettonico e planimetrico. Lo studio del
mancante, forato e con un chiodino ancora inserito. Tra materiali di complesso è in corso da parte della scrivente ed Alfonsina Russo. Per
corredo, inoltre, una oinochoe attica a figure nere (inv. 118880; alt cm precedenti rinvenimenti sull’altopiano della Tegola Dipinta a cura
24,5) con scena dionisiaca entro metopa ed una seconda inv. 118881 della Fondazione Lerici cfr.: Cavagnaro Vanoni 1968 e 1969.
oinochoe attica a figure nere (inv. 118881; alt. cm. 24,5) con figura di 27. La Soprintendenza già a partire dal 1990 era intervenuta con scavi
armato a cavallo entro metopa. di emergenza nel settore cd. dell’autostrada non troppo distante
25. In via preliminare si può già dire che i votivi messi in luce trovano dall’area dello scavo del 2008. Erano state individuate un gruppo di
confronti strettissimi con le terrecotte votive rinvenute nel deposito tombe a camera, due delle quali ancora intatte, tra queste la nr. 2108,
ceretano della Vignaccia (Nagy 1988; Nagy 2008). Entrambi i busti di tipologia ben nota, in corso di studio da parte di Maria Antonetta
si possono attribuire, infatti, al tipo IA 16 a (cfr. Nagy 1988, p. 16, Rizzo, sepoltura che ha restituito un corredo di circa 80 pezzi prodotti
figg. 24-28) per la collana decorata da figure distese come per il tipo sia da atelier locali che d’importazione soprattutto da Corinto.
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stampato e rilegato nella
tipografia di agnano, agnano pisano (pisa).
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Aprile 2014
(cz 2 · fg 21)
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