Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
263
264
MASSIMO OSANNA
gli itinerari che provengono dal Basento, e dunque da Vaglio di Basilicata, e quelli
dal Marmo-Platano, ossia da Baragiano (fig. 3). Il plateau era sicuramente accessibile, oggi come ieri, da sud-est, aggirando il cono franoso che incide fortemente
larea alle spalle del palazzo, come mostra bene la morfologia dei luoghi ( proprio sul crinale di tale avvallamento che un percorso naturale permette di raggiungere agevolmente e in maniera rettilinea la parte pianeggiante del terrazzo,
ove si innalza il palazzo), nonch lindividuazione di un breve tratto di strada,
sistemato con un battuto di piccole scaglie lapidee e delimitato a ovest da un
allineamento di pietre piatte che ne bordano la carreggiata, il quale si diparte
265
266
MASSIMO OSANNA
fondovalle, che si dirige verso lasse che si allineava, in direzione est-ovest, alla
fiumara di Tito-Picerno (fig. 4). Le indagini geomagnetiche segnalano inoltre
una significativa anomalia che interessa larea di concentrazione dei manufatti, e che potrebbe rivelare la presenza di una struttura produttiva, verosimilmente una fornace, a giudicare dal tipo di evidenza, che ricorda le reazioni
segnalate in altri siti, i quali una volta scavati hanno rivelato forti concentrazioni di argilla concotta o di pareti in pis/mattoni crudi sottoposti allazione
del fuoco7. I dati incrociati delle indagini non invasive fanno sperare, dunque,
di poter portare alla luce un rilevante complesso abitativo di et romana che si
viene a sovrapporre ad una parte del nucleo insediativo arcaico-classico.
Per quanto riguarda lo scavo stratigrafico si proceduto su due fronti: am-
267
pliamento dellesplorazione del saggio XI a sud e ad ovest (fig. 5), per verificare
lestensione della necropoli, e prosecuzione dello scavo nel saggio X, con
lobiettivo di completare lindagine allinterno degli ambienti 1 e 2 del palazzo,
e di indagare larea immediatamente a nord, alla ricerca di nuovi dati per la ricostruzione del tetto e delle sue terrecotte architettoniche. La scelta di operare
su unampia superficie stata funzionale alla comprensione dellorganizzazione dello spazio di questo eccezionale nucleo dellabitato arcaico e del paesaggio
circostante il palazzo, come pure alla verifica delleventuale presenza di sepolture.
Parallelamente, come gi in passato, sono state attivate analisi paleobotaniche,
archeozoologiche e archeometriche8.
I risultati delle indagini sono stati, come vedremo, anche questanno superiori alle aspettative, rivelando in tutte e due le aree dati di estremo interesse per la
comprensione delle dinamiche
insediative di et arcaica e della struttura del palazzo. Gli scavi non solo
confermano in maniera puntuale i dati
ipotizzati nelle precedenti campagne,
ma permettono di gettar luce sul rapporto tra spazio domestico/spazio
cerimoniale e luoghi per la deposizione e le celebrazioni della morte, ed
inoltre di cominciare a definire la complessa articolazione di unarea destinata alle attivit artigianali, senza dubbio funzionale alla realizzazione della copertura dellanaktoron.
268
MASSIMO OSANNA
269
270
MASSIMO OSANNA
Fig. 9. Ceramica matt painted dalla residenza ad abside: a. Scodellone e olla biconica della prima et del Ferro; b.
Forme della Ruvo-Satriano Class
e dalle tombe coeve. Il passaggio al VI sec. a.C. del resto registra in tutto il
mondo indigeno dellentroterra della costa ionica una forte spinta verso
lellenizzazione, nel senso dellacquisizione di una forte impronta greca nei
costumi delle lites, cui si affianca piuttosto che lenfasi sui contatti con le
lites limitrofe, la sottolineatura di contatti esotici con mondi pi lontani,
come quello etrusco. Le tombe della seconda met del VI sec. a.C., rinvenute
nella necropoli del palazzo, presentano da un lato oggetti fortemente caratte-
271
272
MASSIMO OSANNA
di contenimento del
pendio (fig. 13). In
una prima fase,
inquadrabile intorno
alla met del VI sec.
a.C. il canale, dal letto leggermente concavo, si presenta pi
ampio, mentre intorno alla fine del VI
sec. a.C. sembra essere stato oggetto di un
intervento che ne riduce lampiezza,
portando parallelamente ad una foderaFig. 11. Manufatti di importazione dalla necropoli dellanaktoron
tura del fondo tramite tegole laconiche
analoghe a quelle del palazzo; una serie di lastre di tegole corinzie segnate da
un tondino sul lato corto, vengono ad essere giustapposte di taglio sul bordo
nord, fungendo da spalletta (fig. 14). Il canale doveva permettere un rapido e
costante approvvigionamento di acqua, necessaria per tutte le fasi di produzione dei manufatti ceramici, sfruttando quella proveniente dallarea a monte,
dove sono ipotizzati affioramenti sorgivi. Una fossa rettangolare viene ricavata al di l del nuovo limite del canale, il cui riempimento risultava di argilla
pura, mentre poco pi a monte realizzato un apprestamento di incerta funzione, una buca subcircolare, delimitata in superficie da alcune pietre informi:
se il diametro della fossa troppo grande per pensare ad una buca di palo,
daltro canto la prima impressione di essere di fronte ad un pozzo contraddetta dalla scarsa profondit.
Saggio X: lanaktoron
Dati straordinari ha restituito lo scavo dellanaktoron. Tenendo ben presente che
anche tali acquisizioni non possono che essere provvisorie trattandosi di indagini in corso che richiederanno anni prima di poter essere completate e pubblicate
definitivamente, possibile procedere alla presentazione preliminare dei risultati, sviluppando al contempo alcune riflessioni gi intraprese in altra sede13.
La scoperta del complesso palaziale restituisce uno spaccato straordinario
273
274
MASSIMO OSANNA
Fig. 14. Settore artigianale: lastre di tegole corinzie reimpiegate come spalletta del canale
della vicenda insediativa di et arcaica, grazie al notevole stato di conservazione delledificio, il quale stato distrutto in maniera repentina, verosimilmente
da un terremoto, senza essere spogliato dei suoi arredi dopo levento o depredato
in epoca post-antica14. Inoltre lareale non stato pi interessato dalla
sovrapposizione di nuove forme di frequentazione, n subito dopo gli eventi
catastrofici, n nelle fasi lucana (quando tutti i nuclei arcaici vengono abbandonati e si passa ad una forma insediativa accentrata sulla sommit del rilievo),
romana (quando si torna ad occupare il plateau, ma pi in basso a occidente),
o medievale (quando il centro demico si concentra ancora una volta sulla sommit del rilievo).
Tale circostanza in relazione anche al fatto che il terremoto stato accompagnato o seguito da uno smottamento del plateau su cui insisteva il palazzo, ubicato presso il ciglio del terrazzo (unarea ancora oggi soggetta a frane e
smottamenti): tale instabile situazione morfologica deve aver sconsigliato di
tornare a ricostruire sopra i crolli, anche se non pu escludersi una forma di
rispetto delle rovine, in considerazione della natura del complesso forse circondato da unaura di sacralit e dunque oggetto di qualche forma di tab. Gi
in antico dunque il terrazzo si deve essere trasformato in paesaggio agrario: gli
stessi lavori agricoli di et contemporanea non sono stati particolarmente invasivi, nonostante le creste dei muri in pi punti affiorassero subito sotto
lhumus. Dunque, solo una parte relativamente ridotta della struttura risulta
275
compromessa (in particolare il settore nord-ovest dei vani I e Ia), mentre gli
ingenti strati di crollo hanno preservato gli spazi interni, rinvenuti praticamente sigillati.
Se dunque larredo interno rimasto in situ, schiacciato sotto il crollo potente di coperture e alzato, altrettanto intatto risulta il crollo stesso (fig. 15).
Lanalisi spaziale degli elementi delle coperture e dei manufatti interni e lo
studio delle varie classi di materiali consentono in tal modo la ricostruzione
attendibile di cronologie, funzioni, attivit e pratiche ospitate allinterno della
struttura.
Una prima considerazione va fatta sulle dimensioni delledificio e del suo
tetto: gi nella seconda fase, che, come abbiamo visto, doveva presentare pianta pressoch rettangolare, con unarticolazione interna tripartita, e un vano
pasts addossato al lato lungo ovest, ledificio viene a superare i mq 240, risultando cos di gran lunga la struttura domestica a copertura pesante pi grande
in tutta larea nord-lucana (e non solo)15 (fig. 16). La vera rivoluzione sta qui
non tanto nel passaggio dalla pianta absidata (documentata a Torre di Satriano
nella pi antica residenza e in un altro edificio scoperto sul versante meridionale dellaltura) a quella rettangolare, ove lenfasi posta sul lato lungo con
laccesso monumentale (e non pi sul lato breve, come nel tipo del megaron)
(fig. 17), quanto nella straordinaria copertura, talmente pesante, da richiedere
per la prima volta in queste zone della mesogaia, la messa in opera di un sapere
ingegneristico impensabile per la generazione precedente, la quale aveva proseguito nellutilizzo di tetti straminei di antichissima tradizione. Proprio la messa in opera di cotanto tetto che ricorda la descrizione virgiliana della latina
regia di Picus ha richiesto il ricorso a specialisti provenienti da lontano e
imbevuti di un sapere di tradizione greco-laconica16: le affinit metrologiche e
276
MASSIMO OSANNA
277
1-31
= lastre
fr. a*
=
=
=
=
=
=
=
=
+2'2$
[+(']([0]A ?
,
non decifrata
$capovolto
%( ?)
%
%
(?) (
= + '
= +2'264
= +('(0[26]
= [7(7]$57264
= '([87(526/.$726]
= 35$726
= ['(]87([526]
= (+)[(]'(0[26]
= 75,7[26]
= [+2]'26
= (726
= non decifrata 4
= non decifrata
= non decifrata
= +('(0264
= ('[(026]
= 7(7$5726,
= (['(] 026
= non decifrata
= '(87(526,
= 35[$726] ,
= non decifrata
= non decifrata
= [35(1'(.]$726
= ['(8]7(526 ,
= '(8[7(526] ?
= [35(1'(.]$726*
= [HE]1$726$
= '(85(726*
= 7(7$[572]6*
= [3]5$726 '
= H(1$726*
= H(1$7[26]
Fig. 18. Distribuzione delle terrecotte architettoniche iscritte rinvenute nelle campagne 2008-2010
278
MASSIMO OSANNA
279
Se laspetto delle due dimore radicalmente diverso, altrettanto diversi risultano arredo e coreografia dei cerimoniali ospitati allinterno. Se infatti limmagine del principe che emerge dai manufatti del palazzo non sembra discostarsi di molto da quella restituita dalla residenza ad abside, quello che cambia
sono gli oggetti e i simboli utilizzati. La biografia dei personaggi denotata da
entrambe le residenze quella di ospiti munifici che organizzano e sponsorizzano i momenti della socialit comunitaria, mettendo in scena sontuosi banchetti e memorabili bevute di vino, destinati alla partecipazione selettiva di
aristoi locali e in alcune occasioni delle comunit vicine, nonch, in determinati momenti della vita sociale e religiosa della comunit, di un elevato
numero di persone23. Tale dato mi sembra ricavabile dal conteggio approssimativo dei manufatti e in particolare dei vasi potori, e dalla loro distribuzione
allinterno del palazzo.
Se in entrambi i contesti il cerimoniale prevede il consumo di carni, cereali
e leguminose innaffiati da abbondante vino, la differenza sta nella sovrastruttura, ossia nei parafernalia utilizzati e dunque nella scenografia del
rito. Nella residenza ad abside, infatti, quasi tutto lo strumentario del banchetto costituito da utensili e ceramiche di origine locale, laddove nellanaktoron soprattutto da manufatti di importazione. Nella prima anche i
vasi potori, come il vaso cantaroide ad anse sopraelevate, documentati da decine e decine di individui, sono realizzati localmente, con decorazione di tipo
geometrico matt-painted24. La destinazione specifica, quale vaso potorio, di
questo contenitore dal doppio manico, una delle forme pi ricorrenti nella
produzione artigianale dellarea nord-lucana, era stata gi supposta25, ma viene
ora provata dalle analisi di cromatografia liquida effettuate sulle nostre ceramiche, le quali non solo hanno confermato la presenza di vino allinterno del
complesso, ma hanno anche rivelato come il set da banchetto per luso del
vino fosse costituito proprio dalla coppia vaso cantaroide/piccola brocca a
280
MASSIMO OSANNA
bocca tonda e labbro estroflesso (fig. 20)26. Se nella fase pi antica dovevano
svolgere il ruolo di vaso contenitore le grandi olle, tanto quelle databili ancora
entro il terzo quarto dellVIII sec. a.C., del tipo biconico con decorazione a
tenda, quanto quelle di VII sec. a.C., globulari con labbro estroflesso, nel corso del VI sec. a.C. si affermer luso della nestoris, destinata a diventare la
forma maggiormente caratterizzante lidentit locale27. Come le ceramiche da
mensa, anche le forme per la preparazione dei cibi e per la conservazione sono
tutte di produzione locale, realizzate in impasto o in argilla figulina28 (fig. 21).
Anche i vasi per la conservazione del vino, come provato dalle analisi di
cromatografia liquida, sono daltronde di produzione locale, come nel caso del
pithos cordonato, rinvenuto nellabside29.
Fig. 20. Set da banchetto dalla residenza ad abside: vaso cantaroide e brocca
Interessa notare come le varie forme da banchetto, dalle brocche alle olle
al vaso cantaroide, siano realizzate quasi tutte nella medesima sintassi
decorativa, ossia utilizzando il decoro tipico della c.d. Ruvo-Satriano Class,
enfatizzando cos una coloritura tutta epicoria nella messa in scena del rito,
funzionale ad una accentuazione dellidentit locale, comunitaria e di gruppo etnico, assai spinta. Come stato sottolineato per altri contesti, e gi
altrove proposto per il nostro caso sulla base di confronti etnografici30, la
sintassi decorativa e la forma dei manufatti non costituiscono un aspetto
casuale della produzione31: le decorazioni che accomunano un gruppo, differenziandolo allo stesso tempo da comunit limitrofe, possono essere cariche
di senso per la affermazione dellidentit di chi usa o possiede il manufatto.
Tali elementi distintivi possono individuarsi tanto nelluso di colori diversi
281
allinterno dello stesso spettro di forme quanto nelle articolazioni delle sintassi decorative. Del resto anche il ritornare di sistemi decorativi analoghi su
forme diverse potrebbe alludere allesistenza di set da usare in determinate
circostanze e per un determinato contenuto32.
Accanto a questa pervasiva presenza di forme e decori tipici delle officine
locali, trovano spazio anche importazioni, ma, come gi sottolineato, si tratta
di una percentuale molto bassa e dato significativo si rivelano non solo
provenienti dallambito coloniale (coppe a filetti e di tipo ionico)33, ma anche dai gruppi culturali limitrofi (ad es. kantharoi di tipo enotrio)34.
Nei rituali svolti allinterno della residenza ad abside, gli strumenti utilizzati sono dunque in gran parte locali, laddove alcuni segmenti della cerimonia
(o piuttosto alcuni individui privilegiati) si contraddistinguono per la possibilit di accompagnare al vaso cantaroide locale, un vaso potorio importato, in
modo da fruire verosimilmente anche di altri liquidi. Se per le coppe coloniali,
non stento a credere che si tratti della fruizione di vino greco (dove limportazione del manufatto ha senso se accompagnato dallacquisizione di un prodotto che richiede quello specifico vaso), per quanto riguarda le importazioni
da aree italiche pi o meno limitrofe, dalla enotria alla daunia, potrebbe
trattarsi ancora una volta di bevande psicoattive35, giunte in dono insieme allo
strumento duso, il quale viene acquisito ed esibito, una volta consumatone il
prodotto, come segno e simbolo di legami e contatti, che giovano al manteni-
282
MASSIMO OSANNA
283
Fig. 22. Distribuzione dei bronzi negli ambienti 1 e 2 dellanaktoron (maiuscolo: pi esemplari; minuscolo: unico esemplare)
284
MASSIMO OSANNA
diatamente a sinistra di chi entrava, sono invece le altre ceramiche, raggruppate per funzione (ma forse anche in base alla
loro cronologia di acquisizione,
trattandosi dei vasi attici pi
antichi), ossia le kylikes, sia le numerose dei Piccoli Maestri (12),
sia le coppe di Siana (2), ed infine una coppa tipo Droop (tavole a colori)41. Interessa notare in tale distribuzione larticolazione dei manufatti attici in
due gruppi, e in secondo luogo, la coesistenza in uso al momento della distruzione del palazzo, di manufatti di importazione che coprono un ampio
lasso cronologico. Ma interessante soprattutto il fatto che
nel corso della prima generazio- Fig. 23. Elementi dellarmamento oplitico: a. Elmo corinzio; b.
ne di vita del palazzo (560-520 Punte di lancia dallambiente 2 dellanaktoron (foto N. Figliuolo)
a.C.) si proceduto, verosimilmente in maniera simultanea (almeno per il grosso dei materiali, a giudicare
dalla omogeneit delle kylikes, pertinenti principalmente al tipo dei Piccoli
Maestri) ad acquisire un set di vasi potori attici figurati, da destinare alle
performances cerimoniali che avvenivano nel palazzo. La scansione cronologica
potrebbe essere anche maggiormente articolata e aver previsto pi tempi di
acquisizione, ad esempio inizialmente le due coppe di Siana (560-540 a.C.),
forse da porre al centro di un cerimoniale (appannaggio dei Gastgeber?) che
annoverava un set essenzialmente locale; in un secondo momento il gruppo di
coppe dei Piccoli Maestri, in modo da formare un set di vasi potori (da destinare a tutti i partecipanti di rango del banchetto) composto di prodotti importati
e figurati. Il numero di coppe di questo set potrebbe rimandare a rituali che
coinvolgevano gli esponenti al vertice dei vari nuclei in cui era distribuita la
comunit satrianese, la quale potrebbe richiamare mutatis mutandis la societ omerica dove, ad esempio, i vari basileis di Itaca si riuniscono a banchettare nella casa del basileus per eccellenza, Odisseo; o ancora larticolazione
sociale della ideale comunit dei Feaci, dove sono dodici i basileis che si
riuniscono intorno ad Alcinoo: dodici re gloriosissimi fra il popolo nostro
285
governan sovrani, e io il tredicesimo42. Non sarebbe dunque troppo azzardato mettere in relazione il quadro che emerge dallarredo vascolare del palazzo
con larticolazione insediativa che restituisce il survey, laddove nuclei isolati e allinterno omogeneamente articolati, si dispongono tuttintorno allaltura. Tale forma insediativa, come gi altrove avanzato, potrebbe costituire lo specchio di
unarticolazione sociale dove i gruppi umani, composti su base parentelare, si
dispongono ciascuno in uno dei nuclei individuati43. Ovviamente si tratta di
semplici speculazioni, che devono rimanere a livello di suggestioni.
A tale gruppo di manufatti che doveva essere accompagnato da vasi contenitori e da mescita di tipo locale o coloniale (si pensi alle brocche a fasce, alle
olle-cratere matt-painted o alle nestorides, anche presenti nel palazzo), si aggiunge in un secondo momento, verosimilmente nellultimo venticinquennio
del VI sec. a.C., il vero e proprio, prestigiosissimo servizio da simposio, che
annoverava il cratere a figure nere del pittore di Lisippides (significativamente
decorato su uno dei pannelli, con il prediletto tema bellico, che esibiva cavalli
e opliti), unanfora, le due coppe da parata riccamente decorate, di cui una ad
occhioni (tavole a colori). Tale set viene a comporre cos finalmente un vero e
proprio servizio da simposio, integrando allo stesso tempo il vecchio servizio
con unaltra omogenea per dimensioni e dunque quantit di vino da fruire
kylix a figure nere44. Se tale integrazione faccia riferimento ad un allargamento
286
MASSIMO OSANNA
del gruppo privilegiato che poteva partecipare al banchetto del principe, oppure se costituisca semplicemente una sostituzione atta a integrare il gruppo
numericamente fisso dei vasi potori, deve rimanere questione aperta. Interessante che in questo gruppo siano collocati anche altri materiali preziosi, a
giudicare dalla loro rarit, ossia la kotyle figurata corinzia e la coppa a rilievi
con astragali, o ancora forme diverse come gli skyphoi ermogeniani, manufatti
il cui uso potrebbe essere stato non omogeneo a quello delle altre coppe (rituali libatori?).
Un dato, che potrebbe confortare sulla liceit di questa linea interpretativa,
viene dal confronto con un altro contesto chiuso, diverso dal nostro, ma singolarmente affine, ossia la grande tomba principesca di Baragiano (fig. 29).
Innanzitutto spicca lomogenea presenza di vasellame bronzeo identico da ogni
punto di vista: anche qui, come nel nostro contesto, sono documentati bacili
etruschi con labbro a tesa decorato a treccia, destinati a contenere le carni
cotte da servire, e che accompagnano un calderone laconico, dalle anse a maniglia configurata, per la bollitura delle carni45. Altrettanto omogenea la distribuzione delle ceramiche attiche, che annoverano essenzialmente forme potorie
del tutto analoghe a quelle del palazzo: due skyphoi del gruppo K (da accostare
per forma e funzione ai due skyphoi ermogeniani del nostro palazzo) e dieci tra
287
kylikes e cup-skyphoi, di cui sei dei Piccoli Maestri e quattro del tipo ad occhioni. Il numero si avvicina molto a
quello per il momento calcolabile a
Torre di Satriano: spicca anche qui
lassociazione tra coppe dei Piccoli
Maestri e del tipo ad occhioni. A
Baragiano risulta inoltre evidente lassociazione di manufatti per coppie
(due skyphoi, due cup-skyphoi) o multipli di due (quattro kylikes dei Piccoli Maestri, due kylikes ad occhioni),
scansione binaria del resto confermata dalla presenza di due oinochoai46.
Tale articolazione del servizio pi
che rimandare ad un simbolico banFig. 26. Ansa configurata di hydria bronzea
chetto ultraterreno, cui doveva prendallambiente 2 dellanaktoron (foto N. Fider parte non solo il defunto ma una
gliuolo)
coppia di persone, secondo linterpretazione proposta da Alfonsina Russo per il contesto di Baragiano, mi pare
costituire un complesso funzionale ad un ultimo banchetto terreno, celebrato in onore del defunto, il quale deve aver accompagnato le celebrazioni della
morte che hanno presieduto alla deposizione del defunto nella sontuosa sepoltura, cui hanno partecipato gli aristoi locali, secondo un modello che
rispecchiato dai manufatti del nostro palazzo: un banchetto forse ospitato nel
palazzo del principe, i cui manufatti sono stati poi deposti nella tomba accanto al defunto celebrato. Se tale modello ricostruttivo coglie nel segno, nel
caso del palazzo di Torre di Satriano solo un caso fortuito ossia il terremoto
che ha distrutto il complesso ha consentito il rinvenimento del prestigioso
servizio in situ, nel luogo dove era usato periodicamente nelle celebrazioni che
scandivano la sociabilit del gruppo, in quanto non portato con s dal principe alla conclusione del ciclo esistenziale. Certo lomogeneit del contesto
satrianese con la tomba della vicina Baragiano, non pu essere frutto di un
casuale accumulo di beni di prestigio, rispecchianti aret e potere del principe,
ma va piuttosto letta come spia di cerimoniali analoghi (perpetrati da e in
relazione a personaggi che condividevano rango e funzione), che devono aver
accomunato momenti ed eventi particolari della socialit comunitaria degli
aristoi, fino ad essere ripetuti in occasione della morte del Gastgeber per eccellenza. Non certo un caso che a Baragiano, come a Vaglio, i nuclei di tombe
caratterizzati da sepolture principesche si ritrovano costantemente nei pres-
288
MASSIMO OSANNA
289
Fig. 28. Distribuzione della ceramica attica negli ambienti 1 e 2 dellanaktoron (maiuscolo: pi esemplari; minuscolo: unico esemplare)
si di strutture palatine dal tetto pesante e dalle analoghe caratteristiche tecnico-decorative del complesso satrianese (raggiungendo a Vaglio laspetto di strutture quasi gemelle, dagli analoghi fregi figurati e da statue acroteriali del tutto
simili)47.
Tornando allarredo del palazzo, unaltra scoperta straordinaria riguarda il
rinvenimento dei resti carbonizzati della porta lignea a due ante e delle sue
decorazioni (fig. 30), la quale chiudeva il varco tra il vano 2 e la sala cerimonia-
290
MASSIMO OSANNA
le (amb. 1). Il manufatto rappresenta un unicum nel panorama dellarcheologia del mondo italico (e non solo), che per la prima volta consente di conoscere arredi di solito scomparsi. Rinvenuta collassata sul piano pavimentale, leggermente scivolata verso linterno dellambiente 1, presentava lanta destra
ancora in connessione e lacerti sconnessi della sinistra.
Lanta A (lungh. max. m 2,12; largh. max. m 0,85) composta da due
traverse orizzontali (m 0,20 x 0,85 ca.), rivestite da una lamina metallica
(lega di rame) sul lato non visibile, e da una pannellatura verticale (quella
inferiore m 0,70 x 0,85; quella superiore, posta tra le due assi orizzontali, m
0,90 x 0,80 ca.). Le due traverse, disposte alla sommit dellanta e grosso modo
al centro, distano luna dallaltra ca. m 0,95, presupponendo la presenza di
291
una terza traversa nella parte inferiore non conservatasi. Dellanta B si conservano quattro elementi orizzontali ed un elemento verticale (dimensioni
medie di m 0,50 x 0,30).
Le varie parti di cui costituita la porta sono state sottoposte ad analisi, che
hanno rilevato come tutti gli elementi, sia quelli verticali che orizzontali, sono
stati realizzati in legno di abete, il quale ha subito un processo di carbonizzazione
che ha prodotto profonde modificazioni delle originarie caratteristiche estetiche
e fisiche del materiale48. Le due ante hanno inoltre subito notevoli deformazioni
a causa delle trasformazioni geologiche del terreno di giacitura.
La porta lignea, che consentiva laccesso alla grande sala cerimoniale, doveva essere di grande impatto visivo, imponente come era e soprattutto grazie
alle sontuose applicazioni in bronzo: non solo era in parte rivestita, su un lato
(quello interno verso la sala) da lamine in bronzo49, ma era corredata da una
grande maniglia in bronzo fuso, conservatasi ancora in corrispondenza della
traversa, posta grosso modo al centro (fig. 31): il manufatto, realizzato a fusione, presenta la barra orizzontale sagomata ed decorato, a ciascuna delle estremit, da una palmetta verticale.
Ma il dato pi straordinario offerto dal rinvenimento, nei pressi dellanta
A, di due manufatti in bronzo, dei quali stata per ora restaurata una protome
di grifone alato con becco spalancato e lingua estroflessa, in bronzo fuso. Il
mostro era corredato da un disco in lamina riccamente decorato a sbalzo, molto
danneggiato, il quale permetteva, insieme ad un lungo perno in ferro (lungh.
cm 10 ca.) inserito nella protome, di fissare lapplique al supporto ligneo (fig.
292
MASSIMO OSANNA
Fig. 32. Protome di grifone pertinente alla decorazione della porta (foto N. Figliuolo)
293
32): lanalisi dei resti di legno, rinvenuti tanto in corrispondenza del perno
quanto nella parte posteriore del disco, ha rivelato trattarsi di abete, rendendo
pi che probabile lassociazione del manufatto alla porta.
La Greifen-protome, utilizzata solitamente come decorazione dei calderoni
bronzei orientalizzanti, appare in questo caso realizzata espressamente come
elemento decorativo della porta, e collocata verosimilmente nella parte superiore della superficie lignea50. Il fatto che il perno in ferro sia stato inserito
nella protome al momento della fusione, esclude infatti unoriginaria pertinenza ad un calderone, mentre conferma che il pezzo era stato pensato sin
dallorigine per la sua destinazione quale decoro di un manufatto ligneo, e
vista la vicinanza di rinvenimento allanta A della porta, diventa assai verosimile la collocazione qui proposta.
Fig. 33. Protomi di grifone in piombo dal tempio arcaico di Atena a Chios (da Boardman
1967)
Che manufatti analoghi siano stati realizzati al di fuori dellusuale funzione di elemento decorativo propria dei calderoni dimostrato del resto anche
dal rinvenimento a Chios, nella cella del tempio di Atena, di una serie di simili
protomi, realizzate in piombo, recanti un perno allestremit desinente in gancio, interpretate come decorazione dellelmo della statua lignea di Atena e
datate alla met del VI sec. a.C. (fig. 33)51. Anche la nostra protome senza
dubbio pi tarda della maggior parte delle protomi sia samie che di Olimpia,
294
MASSIMO OSANNA
le quali generalmente sono inquadrabili tra VII e inizio del VI sec. a.C., bench non manchino pezzi fusi che scendono nel corso del VI sec. a.C.52
La diversit stilistica evidente in pi aspetti tra il nostro pezzo e gli esemplari della madrepatria rende probabile una produzione magnogreca: la lectio facilior
vorrebbe che questa sia arrivata da Taranto insieme a chi ha progettato e confezionato palazzo e arredo. Al riguardo un documento assai interessante costituito da un frammento a figure nere rinvenuto a Taranto, inquadrabile intorno
alla met del VI sec. a.C. e attribuito da Neeft a produzione locale53. Della
scena mitica rapprensentata, lacunosa e di difficile interpretazione54, lelemento per noi interessante ledificio preceduto da un portico presso il quale si
svolge levento, del quale ben enfatizzata la porta a due battenti. Sulle
pannellature superiori sono visibili due elementi verticali, interpretabili, vista
la collocazione in alto e la disposizione verticale, non tanto come maniglie, ma
forse proprio come decorazioni applicate alla porta, che in questo caso doveva
apparire assai simile alla nostra. Un altro elemento di convergenza tra questa e
altre raffigurazioni antiche e la nostra porta la presenza di borchie circolari
poste a decorare le traverse lignee: anche dal palazzo le recenti ricerche restituiscono una serie di borchie bronzee (in gran parte ancora da restaurare) corredate di lungo perno in ferro, funzionale al fissaggio sulla porta (tavole a colori).
Lenfasi destinata alla porta della sala cerimoniale non sorprende, e non
solo perch siamo di fronte allingresso verso lo spazio principale del palazzo,
ove erano ospitate le performances cerimoniali e le attivit pi importanti della
socialit comunitaria, ma soprattutto perch nello stesso epos lenfasi nella
descrizione dei palazzi conferita costantemente al tetto (e non meraviglia se
si pensa al nostro tetto!) e alle porte, di cui si segnalano immancabilmente
monumentalit e decorazioni preziose. La porta acquista cos, al di l delle sue
caratteristiche funzionali, un valore altamente simbolico, rappresentativo di
tutto il complesso palatino dove, evidentemente, carico di suggestioni e significati doveva essere il varcare la soglia che immetteva nello spazio privilegiato della casa55.
La considerazione delle dimensioni e della sua ubicazione, il rinvenimento
in situ dellingente quantit di manufatti pertinenti a diverse classi, non lascia
dubbi dunque sul fatto di essere di fronte ad una residenza eccezionale,
appannaggio del personaggio di rango pi elevato che estendeva il suo potere
sulla comunit locale. Ognuno degli insediamenti vicini a Torre di Satriano
come Baragiano e Vaglio, dove una serie di dati spingono a ricostruire analoghe strutture politico-sociali , ma verosimilmente tutti i centri dellarea nordlucana che presentano cultura e costumi simili, devono essere stati caratterizzati da unarticolazione sociale omogenea a quella ricostruibile nel nostro contesto grazie allo scavo dei luoghi del potere e ai dati della ricognizione. Do-
295
Osservazioni conclusive
Lanaktoron dunque la residenza del capo della comunit, e, in quanto tale,
un edificio che poteva assommare in s funzioni poliedriche, affiancando alla
destinazione abitativa attivit politico-religiose di tipo comunitario. I vari gruppi di manufatti rinvenuti rimandano, come abbiamo visto, in maniera tangibile, allesplicazione di pratiche collettive legate al banchetto. Lo svolgimento di
tali attivit sociali doveva coinvolgere senza dubbio personaggi di rango, la cui
identit veniva ad essere sottolineata proprio dalluso rituale di determinate
ceramiche, dalla peculiare distintiva decorazione.
296
MASSIMO OSANNA
Fig. 34. Stralcio cartografico del territorio di Torre di Satriano con ubicazione dei siti di et arcaica (Saggio VII:
residenza ad abside; Saggio X: anaktoron)
Il rinvenimento in situ di questi manufatti, che solitamente sono stati finora recuperati essenzialmente in tombe e, dunque, in una giacitura necessariamente diversa da quella primaria permette di avanzare riflessioni meno ipotetiche sul loro uso effettivo (e sul loro valore sociale). Pur in attesa di un
puntuale studio analitico e statistico dei reperti, che potr gettare luce sulla
definizione e sulla composizione dei servizi da mensa, sembra evidente, gi ad
una analisi preliminare, solo considerando la eccezionale qualit e il numero
elevato dei reperti rinvenuti, che siamo di fronte ad un uso altamente specializzato dei manufatti, la cui funzione allinterno della struttura va individuata
ben al di l delle esigenze della vita domestica quotidiana.
297
298
MASSIMO OSANNA
NOTE
1
Prima di passare ad illustrare le nuove indagini, vorrei ringraziare quanti hanno preso
parte alle ultime due campagne, tanto i collaboratori che hanno coordinato le attivit sul
campo quanto gli allievi della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera,
che hanno svolto qui le settimane di attivit pratica. In particolare la mia riconoscenza va a
Barbara Serio, la quale ha assolto in maniera ineccepibile, con la consueta professionalit e
disponibilit, sia limpegnativo compito di coordinamento scientifico che quello
organizzativo. Per lattivit svolta in laboratorio ringrazio M. Scalici e G. Ferreri.
2
M. Di Lieto, D. Della Mora in questo volume.
3
Di Lieto et alii 2005; Carollo, Osanna 2008, pp. 390-394; Osanna, Serio 2009, pp. 91-98.
4
Osanna 2008a; Osanna 2009b.
5
B. Serio in questo volume, p. 22.
6
M. Di Lieto, E. Rizzo, G. De Martino in questo volume, pp. 163-164.
7
Su queste indagini ved. il contributo di M. Di Lieto, E. Rizzo, G. De Martino in questo
volume.
8
Sulle indagini paleobotaniche ved. il saggio di D. Novellis in questo volume.
9
Colangelo 2009; M. Scalici in questo volume.
10
T. Giammatteo et alii in questo volume.
11
Resta assai dubbio se il manufatto alluda o meno alla recezione da parte del principe
che nella residenza ad abside si manifesta soprattutto come Gastgeber e organizzatore di
memorabili banchetti, laddove nelle tombe si esalta soprattutto laret guerriera di pratiche elleniche quali latletismo, e se dunque la presenza di un aryballos possa testimoniare,
almeno a livello simbolico, una perfetta adesione alla contemporanea mentalit greca,
come stato ipotizzato per altri contesti italici vicini al nostro; lunicit del pezzo, e soprattutto la rarit di elementi mutuati dal mondo greco nel nostro contesto, farebbe piuttosto
propendere nellinterpretare loggetto come manufatto di prestigio, legato allacquisizione
di profumi, non necessariamente utilizzabili nellambito di pratiche atletiche: al riguardo
Bottini 2007.
12
Cfr. ad es. la tomba 30, maschile, con spada e coppia rituale composta da olla mattpainted daunia e piccolo kantharos: Greco 1991, pp. 24-27, fig. 71.
13
Si daltronde anche in attesa del completamento del restauro e dello studio dei manufatti rinvenuti, peraltro gi abbastanza avanzati, almeno per quanto riguarda la suppellettile ceramica: ved. G. Ferreri (che ringrazio per le puntuali e sempre cogenti indicazioni
fornitemi in parallelo con lo studio in laboratorio), in questo volume.
299
14
La portata del crollo del tetto pesante deve aver reso pressoch impossibile recuperare
alcunch, nemmeno i bronzi da rifondere sono stati, infatti, asportati. A meno che, come si
accenna anche pi avanti, non sia intervenuta una forma di rispetto delle rovine, dipendente
dalla sacralit delledificio.
15
Russo Tagliente 1992. Pi di recente, ma dedicato solo alla Puglia e alla Basilicata sudorientale: Liseno 2007.
16
Torelli 1997.
17
V. Capozzoli in questo volume.
18
Ved. ad es. Yntema 2000. Pi attento ai risultati del lungo dibattito sul problema, in
particolare sul caso sibarita: Attema 2008.
19
Osanna 2011.
20
Lo Porto, Ranaldi 1990; Capozzoli, Osanna 2009; Setari 2009; Greco 2011.
21
Tale ricostruzione si basa sulla considerazione di vari fattori e in primis sulla coincidenza cronologica tra la fine della residenza ad abside (distrutta repentinamente da un incendio) e la nascita dellanaktoron: ved. al riguardo le considerazioni gi formulate da chi
scrive in Lo spazio del potere, pp. 111-112.
22
Bottini 2007.
23
Interessanti osservazioni al riguardo su un gruppo sociale, per alcuni aspetti affine,
sono in Kistler 1998. Ved. anche Kistler, Ulf 2005.
24
Yntema 1990, pp. 187-190.
25
Colivicchi 2004.
26
Riguardo le analisi cromatografiche che documentano la presenza di vino tanto in una
olla con decorazione a tenda quanto nelle olle della Ruvo-Satriano Class di VII sec./prima
met VI sec. a.C., si tratta di acquisizioni recentissime, che saranno presentate a breve: si
ringrazia per le preziose informazioni la dott.ssa Giuliana Bianco (Dipartimento di Chimica, Universit degli Studi della Basilicata).
27
Sulla nestoris in area nord-lucana stanno preparando uno studio Mara Romaniello e
Angelo Bottini, che ringrazio per le sempre proficue discussioni.
28
Garaffa, Vullo 2009; Barretta 2009; Lanza 2009a.
29
Pepe et alii 2009.
30
Osanna, Cossalter 2008.
31
David et alii 1988.
32
Interessanti osservazioni pur se pertinenti ad un ambiente culturale assai diverso dal
nostro, sia cronologicamente che geograficamente, in Wilson, Day 1999.
33
Vullo 2009.
34
Bertesago, Bruscella 2009.
35
Per ora risulta impossibile verificare se accanto al vino trovassero uso anche altre
bevande; interessa notare che in culture diverse, nella stessa epoca e utilizzando utensili
analoghi a quelli scoperti a Torre di Satriano, si beveva lidromele, come insegna il caso della
tomba principesca di Hochdorf, dove in un calderone bronzeo greco era conservato questo
liquido: Caruso 1994.
36
Interessante al riguardo la descrizione omerica di un banchetto nel palazzo di Menelao
a Sparta (Omero, Od. IV, 620-624): [...] e intanto entravano banchettanti in casa del divino
re. Alcuni spingevano pecore e vino gagliardo portavano o pane avevano dato loro le mogli
bei veli: e per il pranzo si affaccendavano in casa.
37
Su questi bacili ved. Adam 2003; Bottini, Setari 2003, pp. 92-93, tav. XVI.
38
Luso di semplici chiodi atti a sospendere oggetti allinterno delle abitazioni ampiamente attestato in Omero, come ad esempio nel caso della formix dellaedo Demodoco, nel
palazzo di Alcinoo, appesa ad un chiodo infisso nella colonna cui era stato addossato il
trono per il cantore, al centro dei convitati: Od. VIII, 65-70. Ved. anche il contributo di A.
Comini in questo volume, pp. 105, 108.
39
Russo 2008b.
40
Tarditi 1996, pp. 58-59, n. 109.
300
MASSIMO OSANNA
Ferreri 2011.
Omero, Od. VIII, 390-392 (trad. R. Calzecchi Onesti).
43
Osanna, Cossalter 2008.
44
Sul simposio nel mondo greco da ultimo: Catoni 2010.
45
Russo 2008a. Si noti che, come nella tomba di Baragiano, anche nel palazzo sono
attestati spiedi per arrostire le carni: uno spiedo stato rinvenuto nel vano 4, immediatamente a nord del corpo di fabbrica principale.
46
Russo 2009a, p. 248.
47
Baragiano: Russo 2008c, p. 85, fig. 7; Vaglio (loc. Braida): Osanna 2009b, p. 317 sgg.;
Setari 2009; Capozzoli, Osanna 2009, p. 169 sgg.; Greco 2011.
48
Ringrazio D. Novellis per la tempestiva comunicazione dei dati delle analisi.
49
La porta sottoposta a strappo stata trasportata al Museo di Metaponto in attesa di
intraprenderne il restauro: impossibile dunque procedere alla descrizione dettagliata del
manufatto, e in particolare della faccia interna, che non stata ancora esaminata. proprio
in relazione a questo lato che si intravedono lamine in bronzo, forse poste a decorare i punti
di raccordo tra pannellature e traverse orizzontali.
50
Jantzen 1955; Herrmann 1979.
51
Boardman 1967, pp. 203-204, tav. 84.
52
Gehrig 2004.
53
Neeft 1996.
54
Sul frammento e la scena mitica ved. Pontrandolfo 1996.
55
Ved. ad es. la descrizione della porta del palazzo di Odisseo, dove si parla in un caso di
porte diklivde (Od. XVII, 267), ovvero a doppio battente, e in un altro di porte faeinaiv
(VI, 19), un attributo probabilmente adeguato a descrivere anche le porte dellanaktoron di
Torre di Satriano.
56
Di Lieto et alii 2005.
57
Roubis 2009.
58
Guidi 2000.
59
Carlier 1984, pp. 204-210.
60
Sul consumo del vino, finora analizzato solo in riferimento al rito funebre, rimanendo nellarea di cultura nord-lucana ved. ad esempio il caso di Ruvo del Monte: Bottini 1981.
Considerazioni generali sul fenomeno in Bottini 1986. Per il mondo greco il riferimento
dobbligo a Mazarakis Ainian 1997: il luogo destinato ad ospitare tali pratiche non pu
non essere la casa del capo; nella Grecia dei secoli bui gli insediamenti sono retti da capi cui
era consentito monopolizzare i rituali sacrificali allinterno della propria casa, dividendo
cos una minoranza privilegiata da una maggioranza di esclusi.
61
Sul fenomeno il dibattito soprattutto nellultimo decennio si fatto molto intenso
specialmente in ambito egeo. Si rimanda ad esempio a Morris 1997.
62
Bottini 2007, p. 144.
41
42
301