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Strutture di abitato e aree produttive dell'Età del Rame nella Puglia


settentrionale, in 'Studi di Preistoria e Protostoria 4 - Preistoria e Protostoria
della Puglia', pp. 397-402

Article · January 2020

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Nicola Gasperi
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Studi di Preistoria e Protostoria - 4 - Preistoria e Protostoria della Puglia - 2017

ANNA MARIA TUNZI* - MARIANGELA LO ZUPONE** - DANIELA BUBBA*** - NICOLA GASPERI****

Strutture di abitato e aree produttive


dell’età del Rame nella Puglia settentrionale

RIASSUNTO - STRUTTURE DI ABITATO E AREE PRODUTTIVE DELL’ETÀ DEL RAME NELLA PUGLIA SETTENTRIONALE - A seguito
di interventi di archeologia preventiva o d’urgenza, i dati raccolti negli ultimi anni nella Puglia settentrionale per quel che
concerne l’età del Rame sono andati esponenzialmente aumentando, soprattutto in merito alle aree produttive e agli abitati.
Pur trattandosi di superfici dal perimetro talora limitato o di difficile lettura per via della continuità di vita, i siti di Vieste,
di Sterparo (Bovino-Castelluccio dei Sauri) e di Tegole (Bovino) propongono nuovi spunti di riflessione sull’organizzazione
degli abitati soprattutto nelle fasi di passaggio tra gli esiti finali del Neolitico e ambiti cronologici più compiutamente
eneolitici.

SUMMARY - DWELLING PLACE AND PRODUCTION AREAS IN THE COPPER AGE IN THE NORTHERN APULIA - In recent years in
northern Apulia the data collected for what concerns the Copper Age have gradually increasing exponentially, especially
with regard to the production areas and the settlements. Although often they are very limited areas from the scope and dif-
ficult to read, the sites of Vieste, Sterparo (Bovino-Castelluccio dei Sauri) and Tegole (Bovino) offer new insights to both
the organization and on organizational continuity and life of the settlements and industrial areas, especially in the early
stages of transition between the final outcomes of the Neolithic and Copper Age more fully historical areas.

Il comparto occidentale della Puglia settentrionale è nel territorio di Bovino), o in contesti spesso contrad-
stato a lungo un territorio poco conosciuto per quel distinti dal perdurare dell’occupazione umana proprio
che riguarda le fasi meno remote del popolamento an- nelle fasi a cavallo tra i due aspetti. Come si vedrà ne
tropico preistorico. Più in generale, le informazioni scaturisce una mole di nuovi dati di grande interesse,
in nostro possesso anche sul resto dell’areale, che in- capaci di delineare processi di trasformazione carat-
clude il Gargano ed il Tavoliere, lasciavano ampie terizzanti l’Eneolitico e di superare la consolidata ca-
zone d’ombra sul processo evolutivo che conduce renza di conoscenze sugli aspetti insediativi di questa
dagli esiti finali del Neolitico all’età del Rame e alle fase (Tunzi et alii 2012a).
fasi iniziali dell’età del Bronzo, sì da non consentire In precedenza, da un intervento di archeologia d’ur-
di tracciare un quadro esaustivo dei rispettivi sviluppi genza nel cuore dell’abitato di Vieste, pesantemente
culturali e, soprattutto, degli apporti delle culture condizionato dall’estrema limitatezza della superficie
dalle limitrofe aree interne appenniniche della Cam- indagabile su cui incombevano le moderne abitazioni
pania (fig. 1.1). e i relativi tracciati di servizio e a più di 4 m di pro-
I nuovi ritrovamenti, alcuni in corso di svolgimento, fondità dal piano stradale, erano affiorati lembi di
consentono di inquadrare evidenze che gravitano tal- un’ininterrotta e impressionante sequenza stratigra-
volta un po’ più in ambiti cronologici ancora neolitici fica senza apparente soluzione di continuità. Si tratta
(come nel caso di Valle Cancelli, presso Volturino) o di un complesso palinsesto di fasi culturali che a par-
più compiutamente già eneolitici (è il caso di Tegole, tire dal Neolitico medio a ceramiche dipinte tipo Ca-
tignano-Scaloria Bassa si spingeva alle tricromiche
di Capri-Scaloria Alta, dal Serra d’Alto dipinto e inor-
nato alle ceramiche di tipo Diana, seguite da una pro-
* Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, Palazzo Simi,
Strada Lamberti 1, 70123 Bari; annamaria.tunzi@beniculturali.it
duzione soverchiante degli aspetti di Macchia a Mare
** Collaboratrice Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia,
(figg. 1.2-3), ormai transizionali all’Eneolitico (Tunzi
via Eroi di Dogali 6/B, 70123 Bari; mariangelalozupone@tiscali.it Sisto 1999). All’impossibilità di ricostruire la fisio-
*** Società Cooperativa Archeologica A.R.A., via Montarioso 10, nomia delle strutture di abitato comprese nella con-
53023 Monteriggioni (SI); bubba@cooperativaara.it, info.puglia@coo- tenutissima superficie disponibile per lo scavo si
perativaara.it
contrappone una notevole abbondanza dei resti ma-
**** Società Cooperativa Archeologica A.R.A., via Montarioso 10,
53023 Monteriggioni (SI); gasperi@cooperativaara.it, info.puglia@coo- teriali, con reperti vascolari e cospicua industria litica
perativaara.it in selce, ossidiana, pietra levigata e in materia dura
398 A.M. TUNZI, M. LO ZUPONE, D. BUBBA, N. GASPERI

Fig. 1 - 1. Localizzazione dei contesti abitativi dell’età del Rame nella Puglia settentrionale; Vieste via G. B. Vico: 2-3. Area in corso
di scavo; 4-5. Pesi in impasto per la pesca; 6. Industria litica in selce, pietra levigata e manufatti in materia dura animale.

animale (fig. 1.6). Singolare la presenza – nei livelli studio le ceramiche e i reperti litici, i resti osteologici
di transizione all’Eneolitico – di un grosso accumulo e la malacofauna. Si descrivono di seguito le fasi di
di pesi discoidali in impasto mal cotto e con foro di occupazione già delineate dall’intervento di scavo.
sospensione. Segnalati come pesi da telaio in nume-
rosi contesti italiani, tanto in ambito cronologico neo- 1° fase: canaletta di fondazione e buche di palo (figg.
litico che eneolitico, nel caso di Vieste potrebbero 3.1, 3). Le strutture più antiche, risalenti a fasi finali
aver assolto ad una funzione di pesi da rete, a giudi- del Neolitico, sono rappresentate da una canaletta di
care dalle particolari condizioni di rinvenimento in fondazione coeva a due serie di buche di palo, che po-
cui risultavano associati a valve e gusci di molluschi trebbero in parte contribuire a comporre piante di am-
e a una possibile àncora in pietra (figg. 1.4-5). bienti di forma subcircolare. In particolare, la
Un vasto intervento di archeologia preventiva nella canaletta potrebbe appartenere alla fondazione di una
località Tegole (Tunzi et alii 2012b) in corso di svol- capanna di 11 m circa di diametro, il cui impianto è
gimento, ha consentito di portare in luce parte di un disturbato da interferenze successive relative alla co-
imponente insediamento pluristratificato che si struzione di nuove strutture (fig. 3.1). Due, pertanto,
estende – per difetto – per non meno di 35 ettari, di gli ambienti definiti dalle buche di palo: il primo è
cui sono già stati oggetto di scavo stratigrafico oltre delimitato da una serie di buche che tracciano una
1550 mq (fig. 3.1). Il sito è stato variamente frequen- pianta quasi completa irregolarmente subellittica e del
tato dal tardo Neolitico all’età del Rame. L’area inse- diametro max di 15 m, interrotta dal sovrapporsi di
diativa, che occupa una bassa collina prospiciente il successivi sviluppi (fig. 3.2); dell’altro ambiente cir-
torrente Cervaro, era strategicamente dislocata in una colare è stata messa in luce solo una limitata porzione,
zona di passaggio tra la pianura del Tavoliere e la dor- mentre il resto non nella disponibilità dello scavo, si
sale appenninica, al confine con la Campania. Dallo perde sotto la sezione occidentale.
scavo emergono le prime definizioni di gruppi di
strutture di cui si cerca di interpretare la funzione 2° fase: la prima palizzata (fig. 3.4). Una serie di fosse
d’uso e la cronologia, quest’ultima complicata dalla e controfosse (84 in tutto), che intercettano la capanna
diffusa assenza di stratigrafia verticale (fig. 3.3) per subellittica, mostrano nell’organizzazione il doppio
via dei danni arrecati dalle moderne arature. Sono in allineamento ad andamento semicircolare (nella gran
Fig. 2 - Sterparo (Bovino-Castelluccio dei Sauri): 1. Settore B, piccola cella a pianta quadrata pertinente ad un edificio; 2. Materiali ce-
ramici dallo scavo; 3. Settore A, basamento litico.

parte non hanno restituito materiali, ma solo livelli dità). A S della canaletta 3 insistono sei strutture cir-
terrosi e malacofauna), che indicherebbero l’impianto colari di grandi dimensioni (larghezza media 1,50 m),
di una robusta palizzata con pali di rincalzo. che hanno restituito pochissimi frammenti ceramici
riferibili al Neolitico finale e di cui non si hanno al
3° fase: le canalette 1, 2 e 4 (fig. 3.5). Si tratta di tre momento indicazioni di funzione, né di eventuali re-
strette opere canalari che percorrono l’intera superfi- lazioni sincroniche con la canaletta 3, se non per la
cie dello scavo, le prime contigue e parallele tra loro, posizione di contiguità (fig. 4.1).
la terza – seppur ad esse parallela – distante 7 m circa.
Le canalette 1 e 2 furono in seguito parzialmente in- 5° fase: i grandi canali e i pozzi (fig. 4.3, 8). Come si
tercettate da due canali maggiori A e B, mentre la ca- è detto, successivi alle canalette sono i grandi canali
naletta 4 (allo stato solo in parte indagata) fu A, B e C, che le tagliano variamente. La loro profon-
riutilizzata in una fase più avanzata. In considerazione dità si aggira intorno ai 2 m. Tutti hanno restituito no-
della loro limitata profondità (intorno ai 15 cm) non tevoli quantità di materiale ceramico (anse a nastro e
si esclude una loro funzione di delimitazione di su- subcutanee, prese, orli, pareti decorate a incisione con
perfici capannicole, per quanto assai labili risultino motivi a rombi o linee a ventaglio) (figg. 4.4, 21), in-
tracce di pochi, possibili fori di palo ad esse riferibili dustria litica in selce (lame, punte e schegge) e mol-
(figg. 3.6-8). tissimi reperti ossei, da cui proviene una datazione
radiometrica calibrata che colloca il deposito (se non
4° fase: la canaletta 3 (figg. 4.1-2). In un momento la struttura canalare) tra il 3520 e il 3310 BC, ossia
intermedio tra le canalette descritte e la realizzazione intorno alla metà del IV millennio a.C. Non è chiara
dei successivi grandi canali A e B, si colloca in base la funzione dei canali, tenuto conto che per convo-
ai riscontri stratigrafici la canaletta 3 a sviluppo se- gliare le acque meteoriche sarebbe stato necessario
micircolare, che si perde sotto la sezione di scavo e, un indizio di pendenza del fondo, in tutti e tre i casi
dalla parte opposta, viene intercettata dai canali A e inferiore all’1%. Lo sviluppo parallelo dei grandi ca-
B. In corso di scavo mentre si scrive, potrebbe deli- nali A e B potrebbe indiziare un’azione difensiva più
mitare un’area con ambienti abitativi a N e zona pre- complessa.
valentemente artigianale a S (si esclude una funzione Probabilmente coevi a queste opere sono tre pozzi:
di deflusso idrico in assenza di riscontri significativi dai reperti ossei rinvenuti nel pozzo 1 si ricava una
al riguardo, come il grado di pendenza e la profon- datazione calibrata tra il 3540 e il 3300 BC. Nessuno
400 A.M. TUNZI, M. LO ZUPONE, D. BUBBA, N. GASPERI

Fig. 3 - Tegole (Bovino): 1-2. Canaletta di fondazione e buche di palo pertinenti a capanne; 3. Ortofoto dell’area indagata ; 4. La palizzata
vista da N e, nel riquadro, posizionamento nell’area di scavo; 5. Restituzione grafica dell’Area I e posizionamento delle canalette 1, 2
e 4; 6-7. Particolari delle canalette 1 e 2 viste da W; 8. Vista generale delle canalette da N.

di essi è stato indagato fino al raggiungimento del a irregolarmente convesso o inclinato. I vani a N sono
fondo, la cui profondità va ben oltre i 3 m (diametro più ricchi di materiale archeologico (industria litica
medio m 0,70). In particolare, dal pozzo 2 proven- su selce, prevalentemente lame e punte di freccia). In
gono, tra l’altro, frammenti di dolii d’impasto di no- alcuni casi (strutture 17 e 36) la quantità di fittili rin-
tevoli dimensioni e molte ossa di animali. Cospicue venuta è talmente elevata (si annoverano ceramiche
quantità di materiali anche dal pozzo 1, che rivela una decorate con pigmento rosso o incise, a scanalature
notevole cura nel trattamento delle pareti (figg. 4.5- sottili, con bugne subcutanee, cordoni plastici) (figg.
7, 12). È evidente che i pozzi abbiano assolto ad al- 4.13-15) da caratterizzarli come veri butti, funzione
meno due destinazioni d’uso: a quella originaria di naturalmente subentrata alla disattivazione dell’intero
captazione delle acque di falda e/o di riserva di quelle impianto. In particolare, dalla n. 37 provengono fram-
meteoriche si sarebbe aggiunto, in seguito agli inter- menti ceramici che trovano confronti in contesti cam-
ramenti e al disuso, quello di ributto di stoviglie rotte, pani della metà del IV millennio a.C., coerentemente
strumenti e resti di pasto. con le datazioni radiometriche calibrate del canale A
e del pozzo 1.
6° fase: la palizzata frangivento (fig. 4.11). Stratigra-
ficamente successive ai grandi canali sono almeno Le caratteristiche strutturali, l’organizzazione spaziale
sessantasei strutture bilobate (non tutte al momento e l’estensione di questi impianti (che si allungano ben
indagate) organizzate in filare rettilineo. Pur nella ge- oltre la superficie disponibile per lo scavo) fanno ipo-
nerica uniformità della resa, si distingue un tipo com- tizzare l’alloggiamento al loro interno di robusti pali
posto da due vani separati da un cordolo mediano e con funzione di palizzata lignea frangivento, a difesa
un tipo in cui i vani costituiscono unità distinte che si di un abitato e di aree produttive. L’intero complesso
fronteggiano (figg. 4.9-10). In molte di quelle poste delle fosse bilobate sembrerebbe afferente a un’unica
lungo il filare a N, si apre sul fondo una controfossa fase. Sono in corso di scavo altri tre filari simili: uno
circolare. Tutti i vani hanno una profondità variabile parallelo a quello descritto, a circa 8 m di distanza;
da 60 a 100 cm, pareti ben lavorate e il fondo da piatto altri due, paralleli tra loro, tagliano i precedenti, a di-
Strutture di abitato e aree produttive dell’età del Rame nella Puglia settentrionale 401

Fig. 4 - Tegole (Bovino): 1. Canaletta 3 e strutture circolari; 2. Canaletta 3 vista da W; 3. I canali A e B (nella foto a sinistra) visti da W;
4. Canale C, US 687, frammento con decorazione impressa a triangoli punteggiati ; 5. Pozzo 1, US 603, frammento in ceramica gros-
solana con riporto di argilla sull’orlo; 6-7. Pozzo 1, punte di freccia con peduncolo; 8. Restituzione grafica con le tre grandi canalizzazione
e i tre pozzi ; 9-10. Particolari della palizzata frangivento; 11. Ortofoto con evidenza delle strutture frangivento; 12. Pozzo 1, US 422,
frammento con motivo leggermente graffito ; 13, 15. Struttura 36, US 946, frammento semidepurato; 14. Struttura 37, US 775, frammento
in ceramica semidepurata ; 16. Canale A, US 29, frammento in ceramica semidepurata.

mostrazione della prolungata necessità di attrezzarsi grandi canali che indicherebbero una progressiva
di strutture similari. estensione dell’abitato, che si avvaleva anche della
Sulla scorta dei primi dati planimetrici disponibili, si presenza di tre profondissimi pozzi, poi trasformati
ritiene che il sito sia stato ripetutamente e continuati- in butti. Infine, l’erezione della massiccia palizzata
vamente occupato lungo un arco temporale sufficien- frangivento.
temente ampio. Nel corso di almeno sette fasi Ad una prima disamina del materiale ceramico rinve-
costruttive, si riconoscono tracce più antiche appar- nuto, le forme chiuse più rappresentate della classe
tenenti a due strutture circolari e alla canaletta di fon- grossolana sono le olle e i dolii di notevoli dimen-
dazione di una terza, relative ad ambienti capannicoli, sioni, con varietà di elementi applicati (bugne, prese
a recinti per il bestiame o ad aree destinate allo svol- a perforazione verticale, cordoni). Le forme delle ce-
gimento di attività non individuate. Successivamente, ramiche semidepurate sono tendenzialmente aperte,
sarebbe stata realizzata una palizzata con doppia fila con prevalenza di scodelle e ciotole troncoconiche,
di pali lignei inseriti in un sistema di fosse e contro- ma anche a calotta e a vasca emisferica; presenti
fosse (probabilmente con pali minori posti a rincalzo anche forme chiuse come i vasi a collo troncoconico
della prima fila), a delimitazione di un’area piuttosto e le olle a corpo ovoidale, con abbondanza del reper-
vasta, e sarebbero state realizzate canalette drenanti torio di applicazioni plastiche (bugne singole o dop-
o di delimitazione, pertinenti a fondazioni di abita- pie, bugne forate, anse canaliculate o tubolari). La
zioni o ambienti funzionali alla vita del villaggio. La decorazione della ceramica grossolana include file di
successiva canaletta 3 separava probabilmente l’area impressioni strumentali subito sotto l’orlo (punzoni,
propriamente abitativa da quella dove si svolgevano coppelle, trattini) e digitali (polpastrelli e unghiate),
attività di villaggio, forse legate allo stoccaggio ce- presenti già in contesti dell’Eneolitico antico della Pu-
realicolo. glia settentrionale come a Le Coste (Candela) (Tunzi,
Ad una fase ancora più recente apparterrebbero i tre Sanseverino 2010) e nella vicina Sterparo (Tunzi
402 A.M. TUNZI, M. LO ZUPONE, D. BUBBA, N. GASPERI

1999), ma di ampia diffusione nell’Eneolitico antico RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI


in siti dell’Avellinese (Carpino, Sant’Angelo di Tau-
rasi, Felette). Comuni gli orli decorati a tacche incise COCCHI GENICK D. 1996, Manuale di Preistoria. III. L’età
del rame, Firenze.
e quelli dentellati (presenti già nel tardo Neolitico), o
TALAMO P. 2004, Taurasi. Un nuovo aspetto dell’Eneolitico
con riporto di argilla, comuni nei contesti campani e in Campania. Guida alla Mostra, Salerno.
anche a Sterparo, a pasticche a rilievo (anche a San TUNZI SISTO A. M. 1999, Ipogei della Daunia. Preistoria
Martino di Taurasi). La decorazione della classe se- di un territorio, Foggia.
midepurata è caratterizzata da una linea orizzontale TUNZI A. M., SANSEVERINO R. 2009 (2010), Nuovi dati
incisa sotto l’orlo soprattutto su scodelle, o con sol- sulla neolitizzazione e sul popolamento dell’età del
cature sottili anche su vasi a collo troncoconico che, Bronzo nel Subappennino Dauno, AttiDaunia 30,
come a Sterparo, sembrano vicine a quelle del coevo pp.113-126.
sito di San Martino di Taurasi (Talamo 2004), inqua- TUNZI A. M., DE LEO A., D’ANTONIO D., DI STEFANO S.,
drabile nella metà del IV millennio a.C. (Tunzi et alii MEZZAZAPPA S., TECCHIATI U. 2011 (2012)a, L’insedia-
mento neolitico tardo di Valle Cancelli (Volturino), At-
in questo volume). Interessante la presenza di alcune tiDaunia 32, pp. 15-44.
gocce di rame su un frammento di ceramica, prove- TUNZI A. M. LO ZUPONE M., BUBBA D., MARTINO F. M.,
niente da una delle strutture di alloggio della proba- DIOMEDE G., MALORGIO M. 2011 (2012)b, L’insedia-
bile palizzata frangivento. mento neo-eneolitico di Tegole Bovino (Fg), AttiDaunia
32, pp. 75-99.

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