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CARATTERI GEOMORFOLOGICI E NATURALISTICI DELLE GRAVINE

DI GROTTAGLIE
GEOMORPHOLOGICAL AND NATURALISTIC CHARACTERS OF KARST VALLEYS (GRAVINE) AT GROTTAGLIE

Aurelio Marangella1, Mario Parise2


1
Speleo Club Cryptae Aliae, Grottaglie
2
CNR, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica, Bari
Abstract

In questo contributo si illustrano le principali caratteristiche geomorfologiche e naturalistiche delle gravine del territorio di Grottaglie. Oltre a costituire un elemento
di estrema ricchezza paesaggistica, in quanto conferiscono al territorio una forte
omogeneit sia dal punto di vista ambientale, sia storico-culturale, le gravine sono
anche una importante manifestazione della storia geologica di questo settore. Si
descriveranno in particolare le gravine principali del territorio di Grottaglie: Riggio,
Fantiano, Fullonese e Penziere; tutte hanno una profondit di circa 25 m, di cui la
parte superiore scavata nelle calcareniti, e quella inferiore nei calcari cretacei. Oltre
a illustrare gli elementi morfologici di tali forme del paesaggio, ci si soffermer inoltre su alcune delle numerose cavit, sia naturali che artificiali, che caratterizzano le
pareti delle gravine.
The main geomorphological and naturalistic characters of the gravine in the territory
of Grottaglie (Taranto province) are described in this article. Gravine are deep karst valleys typical of the area between Apulia and Basilicata, that have been formed through
a combination of tectonic and karst processes. Along the vertical to sub-vertical flanks
bounding the valleys, the calcarenite rock is visible, whilst at the bottom of some gravine
the Cretaceous limestone bedrock crops out. Besides their geological importance, they
represent valuable wildlife and botanic environments, and, at the same time, have great
historic importance, since they hosted during the Middle Age the so-called rupestrian
civilization. During that time, the many caves (both natural and man-made) were extensively used by man. The main gravine at Grottaglie are briefly described, with particular
reference to Riggio, Fantiano, Fullonese and Penziere.
Key words

Valli carsiche, gravine, geomorfologia, Grottaglie


Karst valley, gravine, geomorphology, Grottaglie

198

199

Introduzione
Listituzione del Parco Regionale delle Gravine con legge n 18 del 20 dicembre 2005
della Regione Puglia il giusto riconoscimento a questo straordinario fenomeno geologico che interessa lentroterra Tarantino, comprendendo tutto larco jonico sino
alla Basilicata, e formando un arco passante per i comuni di Grottaglie, Montemesola, Crispiano, Statte, Massafra, Martina Franca, Mottola, Palagiano, Palagianello,
Castellaneta, Laterza e Ginosa fino a raggiungere la valle del Bradano. Le gravine
sono profonde valli fluvio-carsiche che caratterizzano larco ionico tarantino, costituendone il principale elemento morfologico del paesaggio carsico. Differenziandosi dalle altre tipiche valli del carsismo pugliese, le lame (solchi a blanda evidenza
morfologica), le gravine hanno da sempre attratto lattenzione degli studiosi del
paesaggio carsico pugliese (Colamonico, 1953; Palagiano, 1967). La stessa etimologia
del termine (derivante dal pre-latino grava = fossa, buca; Parise et alii, 2003) fornisce
unindicazione delle caratteristiche di profondit di tali forme vallive. Le gravine
sono infatti fortemente incassate, a sviluppo subverticale; alte sino a parecchie decine di metri, esse presentano un fondo angusto e generalmente piatto, e sono impostate sulle spianate formate dai depositi pleistocenici regressivi, meno permeabili
e di gran lunga pi erodibili delle sottostanti rocce mesozoiche. Lapprofondimento
delle valli avvenuto per fenomeni di sovraimposizione in sede di sollevamento
neotettonico.
Le gravine corrispondono allalveo di antichi corsi dacqua che un tempo solcavano
le Murge, collegando idrograficamente le aree pi interne al Mar Jonio. Oltre a
costituire un elemento di estrema ricchezza paesaggistica, in quanto conferiscono al
territorio una forte omogeneit sia dal punto di vista ambientale, sia storico-culturale, esse sono anche una importante manifestazione della storia geologica di questo
settore. Inoltre, risultano essere un esteso sistema di biotipi rupicoli non montani.
La grande variet floristica ancor pi accentuata dal fatto che allinterno delle gravine sono presenti numerosi microambienti, ognuno dei quali caratterizzato da una
determinata associazione vegetale (Parenzan, 1988). Nelle gravine si verifica inoltre
la cosiddetta inversione termica, fenomeno climatico tipico di valli strette ed anguste, in base al quale per la minore insolazione del fondo rispetto agli spalti, si ha un
clima pi fresco ed umido in basso e pi caldo e secco in alto. Allinversione termica
ovviamente legata una inversione altimetrica della vegetazione che spiega la presenza di specie tipiche delle zone ombrose dellalta Murgia a quote molto inferiori.
Levoluzione morfologica dei versanti, che un tempo era condizionata essenzialmente dallerosione verticale fluviale, oggi si compie prevalentemente sotto lazione
modellatrice dellerosione idrometeorica ed attraverso una successione di eventi di
crollo e di scivolamento di blocchi di varie forme e dimensioni (Grassi, 1974; Parise, 2007). Tali fenomenologie ripetutamente coinvolgono anche i centri storici che
insistono in prossimit di queste forre, e le preziose testimonianze di civilt rupestre
200

che sorgono sui ripidi versanti di numerose gravine (Cotecchia & Grassi, 1997).
Le pareti di pressoch tutte le gravine dellarco ionico tarantino sono interessate da
una serie di grotte e cavit, naturali ed artificiali, riconducibili alle seguenti tipologie semplici o a loro combinazioni: a) ripari sotto roccia; b) cavit di interstrato; c)
emittenti fossili. Lelevata frequenza di cavit, e la vicinanza tra di esse, fa s che di
frequente la distruzione dei setti di separazione tra le grotte abbia portato a fenomeni di coalescenza, con allargamento dei volumi complessivi delle cavit. Oltre a
vere e proprie cavit di vari metri cubi, riscontrabili a varie altezze lungo le pareti,
le bancate tufacee sono localmente interessate anche da fenomeni paracarsici con
formazione di cunicoli del diametro variabile da pochi decimetri a 3-4 metri. Le
superfici delle pareti delle gravine presentano inoltre numerosi fori di svariate dimensioni e forme, nonch fenomeni di erosione e corrosione in parte riconducibili
alle caratteristiche dissoluzioni a nicchia (dovute allazione erosiva) ed alle sculture
alveolari (Boenzi, 1954).
Molte delle cavit carsiche presenti nelle gravine sono state in varie epoche usate
dalluomo, che le ha anche modellate in rapporto alle proprie esigenze abitative,
economiche, sociali, cultuali. Le abitazioni si presentano composte da uno o pi
ambienti a pianta rettangolare o ellittica arredate, lungo le pareti, con nicchie, alcove, finestre mensole, sedili, lucernari, anelli a clessidra, mangiatoie, camini e pozzi
luce. Sul pavimento si trovano le bocche delle cisterne per la conservazione dellacqua e delle derrate alimentari. In alcune zone si individuano articolati sistemi di
raccolta e distribuzione delle risorse idriche, dato che lacqua costituiva un elemento
raro e prezioso per la vita di queste comunit: si va dalle piccole pozze orizzontali,
di forma circolare, che raccolgono lacqua di scorrimento sui pianori pi elevati, alle
cisterne quadrate e rettangolari alla base di gocciolatoi naturali, fino alle cavit simili
a grandi camere intagliate nelle pareti verticali, entro cui confluiscono complessi reti
di canali e condutture.
La civilt rupestre legata al movimento urbano e religioso che fior durante il Medioevo. Cripte, cappelle votive per pratiche religiose, abitazioni, officine scavate nei
banchi tufacei o adattate in grotte naturali, che venivano appositamente modellate,
talvolta distribuite a varie altezza lungo le pareti delle gravine, furono realizzate in
un arco di almeno 500 anni, dal VII al XII secolo (Fonseca, 1970). Grande importanza ebbe a tal proposito la cultura dei monaci venuti dallOriente. In seguito, gli
agglomerati di grotte hanno avuto un vero e proprio sviluppo edilizio, fino a divenire parte dei centri urbani, come si riscontra in particolare nei centri storici degli
abitati di Massafra, Laterza, Mottola, ecc.
Le gravine di Grottaglie
Il territorio di Grottaglie, il cui toponimo riconducibile al fenomeno carsico delle grotte, interessato da un complesso sistema di gravine e lame, che si susseguono in di201

rezione NNW-SSE, lungo le ultime propaggini della Murgia sud-orientale (Fig. 1).
Lintero territorio costituito prevalentemente da banchi di Calcareniti di Gravina
del Pleistocene con affioramenti di calcari del Cretaceo nel fondo di alcune gravine
come Penziere, Fullonese, Riggio e Fantiano. Il fenomeno geologico delle gravine
nel territorio grottagliese relativamente di modesta entit, se pur esteso come superficie, rapportato allintero fenomeno dellarco jonico. Infatti le dimensioni medie
delle gravine maggiori raggiungono approssimativamente il chilometro di lunghezza ed i venti metri di profondit media rispetto ai 10 km di lunghezza e gli 80 metri
di profondit delle gravine del versante occidentale della provincia. Questa tipologia
morfologica ridotta, se da una parte ha ridimensionato la spettacolarit dellazione
della natura e diminuito lo sviluppo vegetazionale e boschivo delle aree, dallaltra
ha favorito un alto grado di antropizzazione del territorio. Nelle gravine, infatti, si
scritta buona parte della storia grottagliese: questi ambienti e le loro grotte vennero
regolarmente abitate, in modo stanziale, dal neolitico fino al secolo XIII (Fornaro,
1976-77; Pierri, 1992; De Vitis et alii, 1999), come evidenziano i numerosi siti archeologici identificabili grazie ai frammenti ceramici sparsi sul terreno ed ai resti di
strutture murarie e abitative pi o meno complesse.
Tra le gravine e lame minori da citare la lama di Coluccio al cui interno ubicata la
grotta di Buccito (Fig. 2), cavit naturale che per dimensioni rappresenta lesempio
pi maestoso di grotta nel territorio in esame. Altre cavit naturali imponenti sono
site nella lama Li Grutti 2, anche essa interessata da ricche testimonianze archeologiche. La lama minore che sicuramente possiede il maggior valore storico archeologico
la lama di Lonoce, al cui interno sono custodite pregevoli testimonianze della civilt rupestre, come la grotta farmacia, una grotta a palombaia, di forma circolare.
Nelle vicinanze del villino detto tli muenici, ubicata la chiesa-cripta di San Pietro
che presenta gli affreschi meglio conservati di tutto il territorio grottagliese (Peluso
& Pierri, 1981), presumibilmente databili intorno ai sec. XII-XIII. Allinterno della
stessa lama di Lonoce ubicato anche lomonimo frantoio ipogeo, che pur non presentando resti di torchi o macine, da segnalare per la grandezza e varier tipologica
dei suoi ambienti interamente scavati nel sottosuolo. Come ultima incisione minore
da citare la gravina di Vicentino, interessata in passato dal passaggio dellantica via
Appia, sui fianchi della quale vi un importante sito archeologico det messapica,
oggetto da anni di scavi archeologici ed i cui resti ceramici sono custoditi presso il
Museo della Ceramica allinterno del Castello Episcopio di Grottaglie.
La gravina di Fantiano
Su questa gravina non sono stati sviluppati molti studi, forse perch gli aspetti ambientali (storico e naturalistico) sono stati deturpati nella sua parte iniziale da una
discarica incontrollata di rifiuti di ogni genere, mentre alla fine della gravina si riscontra lo sfruttamento della roccia tufacea con le tagghiate (Fig. 3), antiche cave
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che, ormai abbandonate ci hanno lasciato a testimonianza del duro lavoro degli zuccaturi dei giganteschi monoliti, i quali si ergono solitari (Sannicola, 1997). La natura
sta comunque pian piano riappropriandosi di ci che le era stato tolto, rinverdendo
le bancate tufacee spoglie con nuovi alberi di pino, cespugli di timo, rosmarino,
ed altro ancora; luomo, dal canto suo, ha recuperato tali ambienti costituendovi
allinterno di un anfiteatro di roccia un teatro allaperto per la eccellente sonorit
dei luoghi. Il fondo valle della gravina ricchissimo di vegetazione, in alcuni punti
persino impenetrabile, fronde di edera che scendono dallalto quasi a creare delle
cortine, cespugli di more, timo, rosmarino, ruta, stinge, ed ancora molte altre piante. Geologicamente, la gravina di Fantiano rappresenta la naturale prosecuzione
delle lame Belvedere ove insediata la pineta Frantella. Questo tratto oggi stato
stravolto dalle attivit agricole e dalla realizzazione della viabilit extraurbana. Anticamente la suddetta lama convogliava notevoli volumi di acqua nella gravina, tanto
da creare per leffetto erosivo dellacqua unalta colonna di tufo, o, un minuscolo
acrocoro che ha la forma della testa umana rozzamente sgrossata prima di essere scolpita
(Cafforio, 1961 a).
Solo la parte iniziale della gravina presenta grotte o cavit in cui luomo ha lasciato il
segno della sua frequentazione con case-grotta al cui interno troviamo nicchie, pozzi
per la conservazione di derrate, lucernari-sfiatatoi; allesterno si notano apiari scavati
nella roccia, cisterne, gradinate, tombe a fossa ed a grotticella. In particolare sul fianco sinistro della gravina si incontra un insieme ipogeo costituito da varie grotte sia
naturali che artificiali, collegate da gradinate, un sistema di cisterne, ed incassi nella
roccia utilizzati per gli apiari, il tutto a costituire (presumibilmente) un casale, sede
di unantica comunit agricola.
La gravina del Fullonese
La gravina del Fullonese, al pari delle altre gravine del circondario Jonico, si caratterizza per la contemporanea presenza di vari ecosistemi ognuno con proprie caratteristiche vegetazionali. Si riscontrano a distanze di pochi metri ambienti molto diversi,
come dirupi rocciosi ed assolati, rupi umide e gocciolanti, boschi, prati aridi o folte
siepi, pantani o torrenti, pietraie, aree a macchia, cavit aperte o grotte profonde, ed
altro ancora. Essa pu essere distinta in tre macrozone: la parte iniziale in avanzato
stato di desertificazione con presenza sporadica di cespugli di timo, more e piccoli
alberi di pino con tra laltro una notevole antropizzazione sul lato SE dove insiste il
centro abitato; la parte mediana, pi ricca di vegetazione, presenta varie specie erbacee quali il timo, lerba del vento (o parietaria), la salvia, la malva, la ruta, cardi di
vario tipo, ecc., e variet arboree come il fico, il corno (o carrubo), la quercia, lulivo;
infine la parte terminale della gravina sempreverde e lussureggiante, con maggiore
presenza delle specie suddette alle quali si aggiungono lentisco e vari alberi da frutto
(melograni, agrumi, nespoli, albicocchi, ecc.).
203

Le tracce lasciateci dagli antichi popoli che si sono succeduti in questo territorio ci
parlano di civilt appartenenti allet del Ferro o del Bronzo (con i fori di palificazione delle capanne, le tombe a grotticella ed un muro di fortificazione), arcaicoclassica, classico-ellenistica (con le tombe a fossa rettangolari), medioevale sino al
periodo tardo antico. Nella gravina del Fullonese si venne ad insediare una colonia
di ebrei provenienti da Oria dopo la sua distruzione nel 977 d.C. I Giudei avevano
come attivit predominante la concia e tintura della pelli che necessitava di quantit
dacqua notevoli (il corso di acqua, una volta perenne, scorrente allinterno della
gravina). Questi si ritiene diedero il nome alla gravina, in quanto Fullonese deriva
dalla parola latina fullon che vuol dire appunto tintore-conciapelli. La gravina del
Fullonese rinasce a nuova vita con la visita di Monsignor Brancaccio alla chiesa antica dei SS. Pietro e Paolo ubicata nei pressi dellantico convento dei frati Cappuccini
(Galletto & Galletto, 1994), i quali portavano avanti un Hospitium peregrinatium
per il ricovero dei poveri. Larcivescovo, notandola in condizioni disastrose ma soprattutto per far rinascere tale opera caritativa, decise di costruire una nuova chiesa
pi grande con annesso Ospizio dei Pellegrini e nel contempo di migliorare le
condizioni di fruizione dei nuovi luoghi di culto costruendo ponti, camminamenti
e muri di recinzione allinterno della gravina. La nuova chiesa (la maggiore di tutte
le chiese rupestri di Grottaglie), presentava una mirabile rappresentazione del Monte Calvario completamente ricavata nella roccia, con i personaggi scolpiti nel legno.
Tale grandiosa opera darte fu dichiarata monumento nazionale, purtroppo oggi
rimane solo la roccia nuda devastata con la parte anteriore della chiesa crollata nel
1933 in seguito ad abbondanti piogge.
La gravina di Penzieri
La gravina di Pensieri lunga circa 1200 m, con larghezza media di 60 m, e altezza di
circa 20 m. Essa si differenzia litologicamente dalle altre maggiori gravine di Grottaglie, dato che la roccia calcarea affiora qui da met gravina sino al suo sbocco a valle
per circa met altezza lungo le due fiancate (Parenzan, 1989). A primo acchitto si
presenta desertificata, con pareti di roccia nuda che predominano, interrotte solo da
selve di more, cespugli di timo e capperi, cardi di vario tipo, scille marittime, alberi
di fico selvatico e qualche carrubo. Nonostante ci, studi botanici (Masi, 1988) hanno permesso di catalogare oltre cento variet floristiche, alcune anche di notevole
interesse. Lacqua si riscontra solo in occasione di piogge che, se abbondanti riescono a creare un piccolo stagno di breve durata presso la grotta del Sentinaro, usata
sino a qualche decennio fa per depositare i residui della lavorazione dei numerosi
frantoi presenti in Grottaglie, utilizzati dai saponari per ottenerne appunto sapone.
Purtroppo ci che ha deturpato maggiomente lambiente stata una calcara, consistente in una fornace di pietra (i cui resti sono ancora presenti), per la produzione di
calce viva, ottenuta cuocendo a determinata temperatura la roccia di calcare, estratta
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in parte anche allinterno della gravina stessa.


In funzione dei reperti raccolti da vari studiosi, sia nella gravina che nelle zone
adiacenti, e delle testimonianze rupestri ancora in sito, si pu affermare che i primi
insediamenti risalgono allet del Bronzo, seguiti poi in et romana, sino al medioevo, quando si definisce labbandono di tutte la borgate intorno a Grottaglie e la
costituzione dellunico borgo di Casal Grande, attuale centro storico di Grottaglie.
Allingresso della gravina presso il ponte ferroviario, sul fianco destro in alto subito evidente un insieme di cavit, di queste una con apertura murata rappresenta la
Chiesa cripta delle Nicchie; allinterno una volta gli affreschi (datati dal XII al XIV
secolo) campeggiavano in tutta la loro bellezza con rappresentazioni di Santi, angeli,
e scene di vita di Ges. Oggi purtroppo asportazioni vandaliche hanno decretato
il loro decadimento lasciandoci solo piccole tracce di colore. Tutte le altre cavit
rimaneggiate in tempi diversi e per vari usi (case grotta, ovili, tombe a grotticella o
a colombaia, magazzini, ecc.), si presentano aperte e ricche di manufatti Una tra le
cavit maggiori rappresentata dalla Grotta dellElefante o della Colonna, cosiddetta
per la presenza allinterno di una colonna tufacea a forma di zampa delefante.
La gravina di Riggio
Da molti considerata la pi affascinante ed importante delle gravine grottagliesi
(Fig. 4), descritta dallo storico locale Cafforio (1961b) come luogo selvatico, pittoresco e profumato dalle spontanee piante aromatiche Riggio sicuramente la gravina
a cui tutti i grottagliesi sono pi affezionati. Situata nella parte nord-occidentale
del territorio, ha estensione di circa 1300 metri con profondit media di circa 30
metri ed considerata uno scrigno di inestimabile valore sia per limportanza del
suo ecosistema, che annovera una notevole presenza di piante ed erbe officinali di
estrema rarit, sia perch capace di custodire e conservare una ricca moltitudine di
testimonianze storiche ed archeologiche rappresentative della storia del territorio.
La descrizione della gravina pu essere effettuata suddividendo la stessa in tre aree
principali (Parenzan, 1995). La prima, coincidente con la parte iniziale, costituita
da un salto iniziale di circa 15 metri, interessato in passato da una cascata dacqua che
ne rappresentava lattrazione principale. Oggi la cascata si riforma solo nei periodi
di forti piogge (Fig. 5). Il getto dacqua si arrestava in prossimit di un ampio fossato denominato caggione che in passato ha svolto funzione di riserva di acqua per
le genti della gravina. Sul fronte orografico sinistro, subito dopo il salto iniziale si
staglia maestoso un complesso abitativo pluripiano denominato casa fortezza, costituito da un insieme di cavit naturali rimaneggiate nel tempo dalluomo, collegate
tra loro da un sistema di botole e scale a pi livelli ricavate nel banco roccioso, che
hanno avuto nel corso dei secoli un uso prettamente abitativo. Sulle pareti di destra
della gravina sono invece visibili le feritoie di una cavit adibita ad uso difensivo e di
controllo del territorio dette sentinella o vedetta. Dopo un percorso di circa 300
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Fig. 1 - Carta di ubicazione delle gravine e delle lame di Grottaglie.


Fig. 2 - Ingresso della Grotta di Buccito (PU 1188), ubicata nella lama di Coluccio, che rappresenta la
cavit naturale pi ampia del territorio grottagliese.
Fig. 3 - Monoliti calcarenitici denominati tagghiate, residui della lavorazione di antiche cave, caratteristica
principale della parte terminale della gravina di Fantiano.
Fig. 4 - Panoramica della gravina di Riggio (per gentile concessione dellUfficio Urbanistica del Comune
di Grottaglie e della Marina Militare).
Fig. 5 - Complesso abitativo ipogeo multi-piano denominato casa fortezza, ubicato nella parte iniziale
della gravina di Riggio. Da notare la cascata in corrispondenza del salto morfologico iniziale della gravina.
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metri si incontra sul fronte sinistro laltro grande complesso rupestre denominato
Cenobio, interamente scavato dalluomo nella parete verticale a cui si attribuisce
un uso monastico ricollegabile alla presenza di una comunit di monaci Basiliani.
La seconda area, identificabile con la grande ansa con la quale la gravina svolta decisamente in direzione sud, caratterizzata dalla presenza della nota grotta farmacia,
a cui si accede tramite una imponente scalinata ricavata nel banco roccioso. Tale
cavit interessata dalla presenza sulle pareti di innumerevoli loculi in cui presumibilmente erano esposte e conservate le varie essenze, medicamenti ed erbe officinali
coltivate e prodotte dai monaci. La stessa farmacia ha potuto svolgere nel tempo anche la funzione di piccionaia, vista la pratica diffusa dellallevamento di colombi. Da
questo punto in poi la gravina comincia ad ampliarsi, i fianchi iniziano ad abbassarsi
ed il fondovalle diventa di facile percorrenza, testimoniata anche dalla presenza di
un uliveto. Sul lato sinistro si notano i caratteristici gradoni geologici calcarenitici,
con la presenza dellomonima masseria sugli spalti. Il fronte orografico destro invece
caratterizzato dalla presenza dellantico abitato medioevale, di cui rimangono solo
alcune tracce a causa dellattivit estrattiva perpetrata nei secoli passati. Caratteristica di questa zona la cosiddetta grotta della terma, cavit di notevole fattura architettonica le cui pareti circolari sono impreziosite da svariate incisioni, con simboli
a carattere religioso. Nella parte terminale di questa seconda area centrale ubicata
sul fianco sinistro la Chiesa - Cripta Maggiore (Chiesa rupestre del Salvatore) in cui
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sono presenti a tuttoggi due stratificazioni di affreschi bizantini dei secoli X e XI.
La terza area della gravina coincide con il tratto finale della stessa, con un fondovalle
che si allarga significativamente, mentre i fianchi vallivi degradano altimetricamente. Subito, nel tratto iniziale di questa ultima area ubicata sul fianco destro la Chiesa - Cripta Minore dei SS. Biagio e Simeone di dimensioni pi modeste rispetto alla
cripta del Salvatore e con le pareti completamente spoglie degli originari affreschi,
asportati negli anni 80. Da menzionare in questultimo tratto anche la grotta di
Quinto Ennio, cavit naturale che con il suo sviluppo di circa 35 m rappresenta la
grotta naturale pi estesa della gravina.
Da un punto di vista geologico e morfologico il bacino idrografico della gravina
di Riggio un continuum con la gravina di Buccito; interessato dallaffioramento di terreni appartenenti a diversi cicli sedimentari prodottisi dal Mesozoico ad
oggi. Le acque che hanno generato nei millenni la gravina dopo aver attraversato il
lungo tratto di Argille Subappenine hanno incontrato le calcareniti bioclastichedel
Plio-Pleistocene, dando origine al fenomeno erosivo e giungendo in alcuni tratti
ad incidere anche il basamento sottostante costituito dal Calcare di Altamura del
Cretaceo, visibile sul fondo della gravina sia nel tratto iniziale, in prossimit della
Casa Fortezza, che nel tratto centrale. Nel suo percorso la gravina intercetta quattro
incisioni secondarie che svolgono funzione di confluenza delle acque raccordandosi
con lasta idrografica principale.
Le raccolte floristiche effettuate nella gravina hanno permesso di catalogare ben 321
differenti entit. Tra di esse da segnalare lEuphorbia prostrata, pianta di origine nord
americana, specie nuova per il territorio pugliese.

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