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M. Pirro e C. Gasparini
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma
SEISMICITY AND MORPHOLOGY FRAMEWORK LATIUM- APENNINES Abstract. The formation of a sinkhole in place 'Pozzo Grande' municipality of Marcellina (Rome) happened the January 25, 2001, its form without a simultaneous seismic action, place to a few kilometers of distance from Guidonia plain where a few months after, in the May of 2001 it is verified him a seismic period that interested from neighbor the inhabited centers of Guidonia, Collefiorito, Villalba and Bagni of Tivoli it has stimulated this job whose principal objective has been that to analyze if there pits a relationship between the mentioned phenomenons and the seismic of the area. Examining other analogous events happened in the area in these last 200 years, we have compared that they almost all are correlated with the seismic regional activity and with a local seismicity to tall frequency (earth noises).
PREMESSA I collassi catastrofici che generano i sinkholes hanno trovato nellultimo decennio un crescente interesse sia per la loro pericolosit e per il rischio che ne deriva. sia perch costituiscono in s. s. un forte impatto ambientale. Recenti studi (Faccenna et al., 1993; Bono, 1995; Colombi et al., 1999; Caramanna, 2002) hanno messo in evidenza nel Lazio la presenza di numerosi sinkholes (Fig. 2) con caratteristiche geomorfologiche differenziate. Il 25 gennaio del 2001 si generato senza una simultanea azione sismica accertata un sinkhole in localit Pozzo Grande presso il comune di Marcellina (Roma). Il sito posto a pochi chilometri di distanza dalla piana di Guidonia, ove alcuni mesi dopo, nel maggio del 2001, si verificato un periodo sismico che ha interessato da vicino i centri abitati di Guidonia, Collefiorito, Villalba e Bagni di Tivoli (Gasparini et al., 2002), ha stimolato questo lavoro il cui obiettivo principale stato quello di analizzare quale tipo di relazione ci fosse tra i fenomeni accennati e la sismicit dellarea. I sinkholes esaminati nel presente lavoro sono quelli ricadenti nellarea tiburtino-cornicolana, che costituisce una parte del pre-appennino laziale, fino a raggiungere le pendici sud orientali del Monte Soratte, indicati (Fig. 1) con il rettangolo nero. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E TETTONICO DELLAREA Tra le caratteristiche geologiche dellarea possiamo dire che le formazioni pi antiche sono quelle di et mesozoica sono rappresentate da materiali calcarei e
calcareo marnosi di facies umbro-marchiagiana-sabina e ne costituiscono il settore orientale meridionale ad esclusione dei Monti Tiburtini ove gi sincontrano formazioni che rientrano nella zona di transizione. Gi dalla fine degli anni 70 le ricerche nel campo geologico-strutturale osservavano che l'orogeno appenninico si era formato in seguito a forti raccorciamenti crostali (AA.VV., 1993) avvenuti in tempi posteriori alla collisione dei blocchi litosferici continentali africano ed europeo (Eocene). Gli sforzi compressivi, variamente orientati nelle diverse fasi orogenetiche, hanno generato una catena caratterizzata da una struttura embriciata di diverse unit tettoniche accavallate verso est ed individuate da una serie di piani di sovrascorrimento. Il periodo di formazione di questo edificio strutturato a falde sovrascorse compreso tra il Miocene inferiore ed il Pliocene inferiore.
I settori del dominio sabino e del dominio laziale-abruzzese furono investiti contemporaneamente dal fronte deformativo nel Tortoniano-Messiniano (12 Ma circa) nel corso dell'evoluzione del sistema orogenico appenninico. In tempi successivi al Pliocene inferiore, la catena appenninica fu sottoposta ad una intensa tettonica a
carattere distensivo connessa con l'apertura del bacino tirrenico. Questa fase tettonica post-orogenetica determin lo sprofondamento di interi settori di catena lungo il margine tirrenico. Ci ha comportato la formazione di sistemi di faglie dirette caratterizzate da migliaia di metri di rigetto ed il progressivo assottigliamento crostale del settore peri-tirrenico. Fu durante tale periodo che venne a determinarsi nellarea (Fig. 1) il graben del Tevere posto tra gli horts rispettivamente del Monte Soratte sito ad ovest e i Monti Cornicolani ad est. Il fronte estensivo di questa fase tettonica, che si sviluppata durante il Plio-Pleistocene, mostra una migrazione nel tempo da W verso E. Ci spiega l'attuale attivit tettonica di carattere distensivo in atto negli ultimi 700 mila anni che interessa l'area di catena. Infatti tutto il settore topograficamente pi elevato dell'Appennino caratterizzato da un sistema di faglie di et quaternaria che si sovrappongono ed in alcuni casi invertono il senso di movimento delle strutture tettoniche pi antiche di tipo compressivo.
12 13
Leprignano
42
Marcellina
42
ROMA
Mar Tirreno
Doganella
40 km
12
13
Fig. 2 - In figura sono riportati tutti gli epicentri dallanno 0 al 2002, le dimensioni dei simboli usati, cerchi vuoti, sono dipendenti dalle magnitudo dellevento. Le localit interessate dai fenomeni di collasso (sinkhole) sono riportate con cerchietti pieni quelli studiati nel presente lavoro, con il triangolo quelli noti in letteratura.
SISMICIT DELLAREA Per quanto riguarda le conoscenze sismologiche dellarea possiamo far riferimento ai cataloghi e bollettini sismici che descrivono la sismicit storica e recente del territorio nazionale (Fig. 2), (CNR-PFG, 1985; Boschi et al., 1997, INGBollettini Sismici). Esaminando il carattere sismico di tale territorio, possibile individuare alcune aree sismogenetiche quali: la Valle dellAniene impostata prevalentemente lungo faglie a direzione appenninica (NW-SE) con brevi tratti ad andamento antiappenninica (NE-SW) caratterizzata da una media sismicit. In direzione NW troviamo il centro sismico compreso tra Palombara Sabina e Monterotondo il quale si trova posizionato allinterno del graben del Tevere la cui sismicit medio bassa. Lo stesso dicasi per i monti Prenestini e Lepini a sud. Troviamo poi il centro sismico del Vulcano Laziale caratterizzato prevalentemente da sciami sismici di bassa intensit e con rari eventi parossistici che storicamente non hanno superato allepicentro il VII-VIII MCS. Questo per elencare le aree sismiche pi direttamente coinvolte. Alcuni eventi sono per certamente connessi con la sismicit presente in catena appenninica. Nel giugno del 2000 nella settore medio-alto della Valle dellAniene si verificato un periodo sismico il cui evento maggiore ha raggiunto una magnitudo Md = 4.3 pari al VI-VII MCS danneggiando in tale occasione i centri storici di Rocca Canterano, Gerano, Canterano e Cerreto Laziale.
Fig. 3 - Andamento della sismicit che ha interessato la zona di Capena (Rm); i triangoli rappresentano i terremoti mentre la stella lanno in cui si formato lo sprofondamento.
SPROFONDAMENTI ED ATTIVIT SISMICA Montelibretti Il principale periodo sismico della zona palombarese di cui si a conoscenza (Cancani, 1901), fu caratterizzato dallevento principale il 24 aprile del 1901, che danneggi gli abitati di Stazzano e Cretone. Nellarea epicentrale si sentirono spesso dei rombi sotterranei non accompagnati da alcun tremito del suolo Cavasino (1935).
Qualche mese prima del terremoto, nellarea epicentrale in localit Tre ponti (Lat. 42,1182 N, Lon. 12,7044 E), presso Montelibretti, si ebbero forti avvallamenti del terreno in prossimit di alcune sorgenti sulfuree. Con la scossa principale, lavvallamento aument fino a delimitare una superficie ellittica di 20 x 12 metri, le sorgenti sulfureo-ferruginose del bordo raggiunsero la temperatura di 22o.
Fig. 4 - Distribuzione temporale della microsismicit nellarea il Laghetto nel periodo compreso fra il 1985 e 2002.
Capena Una situazione analoga la troviamo nel territorio del comune di Capena, (40 km a Nord di Roma) lantica Leprignano, con la formazione del lago puzzo (Lat.42.14 N, log. 12.54 E), dovuto allo sprofondamento del terreno su di un preesistente avvallamento, probabilmente residuo di un pi antico e vasto lago colmatosi nel tempo, ma costellato da altri sprofondamenti noti dai toponimi del luogo: laghetto e costa del lago. Il fenomeno ebbe inizio con una serie di boati sotterranei e tremiti l8 aprile 1895, poi circa 80 m2 di suolo si abbassarono coinvolgendo il letto del torrente Gramiccia (Fosso di S.Martino) e di un suo affluente. Questi con le loro acque andarono a colmare la depressione formando il lago. I boati proseguirono e il 13 aprile si sent un acre odore di zolfo, (Mercalli, 1895). Contemporaneamente a questa manifestazione, come fa notare anche il Mercalli,si registrarono sequenze sismiche a Spoleto, nellaquilano e a Roma (Fig. 3). La zona non era nuova a tali fenomeni, nel 1856 tra sordi muggiti sotterranei (rombi), si era avuta unesplosione di acqua e gas. Larea si era fatta acquitrinosa ed erano comparse nuove sorgenti tra le quali una solforosa (Ponzi, 1857). La sorgente solforosa doveva essere attiva gi in epoca romana, per la presenza in sito di ruderi termali. Il Ponzi visit la zona alcune settimane dopo e rinvenne una voragine pressoch circolare del diametro di circa 100 m con pareti a picco e lacqua a 5 m sotto il piano del suolo. Un altro significativo evento locale ebbe a manifestarsi il 15 febbraio 1915 con spavento generale e fuga allaperto degli abitanti di Capena, provoc la caduta di fumaioli, tegole e leggere lesioni alle case.
Guidonia Anche se con la recente attivit sismica non si sono avuti sprofondamenti superficiali, da citare il distretto sismico che caratterizza la piana di Guidonia, (Meloni e Pirro, 1989; Gasparini et al., 2002) i cui ultimi eventi hanno raggiunto il V-VI MCS, (Fig. 4). In occasione del periodo sismico del 2001-02 sono stati localizzati circa 60 ipocentri, la cui distribuzione, in accordo con i dati macrosismici, si ha lungo i principali lineamenti di stress tettonico e cio quelli con andamento meridiano (N-S) e N25-30E. Questa sequenza che interess labitato di Guidonia, Collefiorito, Bagni di Tivoli e Villalba. Non si ebbero evidenti fenomeni di sprofondamento ma la lunga serie di rombi. Un caso particolare costituito dalla depressione denominata il laghetto (Lat. 41.963 N, Long. 12.663 E). Esso si trova nella Campagna Romana tra la strada provinciale 48 e la strada provinciale Palombarese. Collegamenti diretti tra attivit sismica e fenomeni di sprofondamento non ne abbiamo trovati, per sono numerose le osservazioni sulla variazione delle acque albule in relazione ad eventi sismici. Nel 1877, il 24 agosto, a seguito di un terremoto nei monti Ernici, si osserv una sensibile emissione di vapori dal bacino (CFT3, 2000).
Fig. 5 - Distribuzione della sismicit nei dintorni della localit Pozzo grande nel comune di Marcellina nel periodo compreso fra il 1985 e il 2002, in cui i singoli eventi sono rappresentati da triangoli mentre il sinkhole indicato con una stella.
Marcellina Per quanto riguarda il sinkhole di Marcellina esso si venuto a collocare in un pianoro ubicato nella zona pedemontana sud occidentale dei Monti Lucretili. Nel caso specifico troviamo gli aspetti geologici accennati quali la presenza di un bedrock di natura calcarea al di sopra del quale vi sono delle vulcaniti un cospicuo deposito di detrito di falda e materiali lacustri. La zona, inoltre, stata interessata da unintensa attivit tettonica polifasata in cui sono distinguibili sia direttrici appenniniche (NW-SE), sia direttrici antiappenniniche (NE-SW), sia lineamenti con direzione E-W.
La mattina del 25 gennaio 2001, senza nessun precursore apparente, nella piana di Pozzo Grande, si formata una depressione sub-circolare di circa 40 m di diametro e una profondit di circa 15 m in parte colmata dacqua. Morfologicamente la zona aveva gi dato manifestazioni di carsismo ipogeo. Non abbiamo notizie dirette di fenomeni acustici connessi con il manifestarsi del fenomeno, anche perch lontano dal centro abitato. Ma fino a marzo 2003 si hanno segnalazioni di boati uditi nel comune di Marcellina. da tener presente che per tutto il 2000-2003 si ha una sostenuta attivit sismica nella valle dellAniene (Fig. 5).
Fig. 6 - Sismicit registrata nellarea delle Acque Albule (Bagni di Tivoli). Non conosciamo lepoca in cui si sono formate le depressioni, comunque la zona sismicamente attiva.
Passerano Il Mercalli (1883) e il Cancani (1902) riportano la notizia che il 10 agosto 1824 durante la notte, si ebbe uno sprofondamento del terreno presso Passerano a SE di Tivoli, con la formazione di un piccolo lago di 50 m di diametro e 8 m di profondit. Il fondo in cui si form lo sprofondamento denominato Quarto del Laghetto, secondo i locali gi altri se ne formarono in passato. Esistono nella zona i toponimi di Sprofondo Piccolo (Lat. 41,8932 N, Lon. 12,6162 E) e Sprofondo Grande (Lat. 41,8860 N, Lon. 12,7857 E) evidentemente residui di fenomeni pi antichi. In coincidenza di questo evento non abbiamo notizie di attivit sismica locale ne di fenomeni acustici, fatto giustificabile dalla scarsa antropizzazione della zona in quellepoca. In generale la sismicit pi diretta quella ricollegabile al complesso prenestino-tiburtino come per tutta la zona tiburtina. Una sorgente sulfurea e presente poco a sud della zona in questione (Lat. 41,8617 N Lon. 12,8070 E) in localit Fienile.
Bacino delle Acque Albule Recenti studi (Faccenna et al., 1994) hanno riconosciuto nella parte occidentale del suddetto bacino travertinoso due lineamenti principali di stress. Al primo lineamento tettonico riconducibile una zona di fratturazione attraversata da una faglia trascorrente destra con direzione N5W che parte allincirca dal versante
settentrionale dei Colli Albani prosegue verso nord con andamento circa meridiano tagliando ortogonalmente la bassa valle dellAniene e successivamente i Monti Cornicolani. Troviamo poi una seconda zona di fratturazione con direzione N2540E. Dalle conoscenze neotettoniche dellarea possibile imputare la genesi e lo sviluppo del Bacino delle Acque Albule legate ad uno stato di stress (Kearey et al., 1990) riconducibile al ben noto modello denominato pull apart nel quale la faglia trascorrente destra crea una zona di subsidenza caratterizzata al suo interno da una serie di faglie dirette. La storia sismica pi recente, di questa zona, 1985-1996 manifesta una scarsa attivit microsismica di cui levento pi significativo quello del 19 giugno del 90 quanto si ebbe un sisma di magnitudo 3.4 pari ad una intensit del IV MCS. Nel novembre dellanno 1997 si verifica in zona un breve periodo sismico in cui levento pi energetico si ebbe alle ore 2:20 (GMT) del giorno 6 in cui si ha un sisma di magnitudo 3.5 pari al IV-V MCS, (Fig. 6). In questo settore della Campagna Romana sono stati individuati tre sinkhole cio i laghi di San Giovanni, (Lat. 41.9721 N, Lon. 12.7181 E), della Regina (Lat. 41.96664 N, Lon. 12.7044 E) e delle Colonnelle (Lat. 41.9668 N, Lon. 12.7025 E) i quali raggiungono rispettivamente la profondit dal piano campagna di 16,5 m., 35 m. e di 55 m. Essi sono delle cavit imbutiformi permanentemente allagate dalla falda idrica regionale che si trova a quota 68.5 m. s.l.m.. Tali morfologie impostatesi sul materiale travertinoso, che cominci a depositarsi circa 1,6 x 105 anni fa (Faccenna et al., 1994), presentano una forma circolare di limitata superficie. Sono altres riconoscibili, nellarea, altre cavit ascrivibili a sinkhole alcune delle quali individuate in letteratura (Messa, 1998) in quanto esse sono state completamente stravolte a seguito dellurbanizzazione del territorio tiburtino-cornicolano. Tra questultime ricordiamo il Bollente (Lat. 41,9531 N, Lon. 12,7313 E) che era ubicato allinterno dellabitato di Villalba e le Callarelle (Lat.41,9828 N, Lon. 12,7311 E) collocate sul confine occidentale dellattuale aeroporto di Guidonia. Non abbiamo notizie di sismicit storica per questi sinkhole in quanto la debole sismicit e la scarsa antropizzazione non hanno permesso di acquisire notizie macrosismiche dirette e contemporanee ma certamente presenti sotto forma di boati in quanto pi volte segnalati.
Fig. 7 - Distribuzione temporale degli eventi storici che a partire dal 1800 potrebbero aver interessato larea della Buciaccia di Poggio Cesi.
SANTANGELO ROMANO Il sinkhole che possiamo ascrivere ad una fenomenologia cosismica, in questa zona, quello della Buciaccia (Crema, 1915); posto sul versante nord-orientale di Poggio Cesi (monti Cornicolani). Si gener nel marzo del 1915 cio pochi mesi dopo il grande terremoto di Avezzano, (Fig. 7). Tra le fenomenologie osservate durante la formazione dello depressione, si udirono boati e emissioni gassose-solforose. Presenta fin dallinizio una forma ellittica il cui asse maggiore misura circa 80 m.
POSSIBILI CAUSE Passando ad analizzare i motivi che danno origine al fenomeno dei sinkholes, ove nel linguaggio internazionale sintende uno sprofondamento rapido del suolo, possono essere molteplici i fattori che agiscono sullevoluzione nel tempo di questi fenomeni. In letteratura , la stabilit e quindi lequilibrio statico di tali cavit ipogee risulta essere influenzata da vari fattori naturali ed artificiali rispettivamente lassetto geologico strutturale, le condizioni idrogeologiche, tra i primi, mentre nei secondi possibile considerare lemungimento di fluidi dal sottosuolo e lattivit umana. Si potuto constatare che essi possono presentarsi in ambienti geologici differenti ove comunque possibile riscontare le seguenti condizioni: a) la presenza di bedrock di natura calcareo, il quale generalmente si presenta fratturato e carsificato (posto anche a profondit > di 150 m.); b) la presenza di un grosso flusso di acque sotterranee in cui le zone di pianura ospitano i punti di deflusso; c) la presenza di terreni alluvionali o di detrito di falda; d) presenza di terreni alluvionali a cui si sono alternati livelli di sabbie, argille, limi, tufi, tufiti, livelli travertinosi; e) presenza di risalite di forti flussi liquidi e gassosi; f) presenza di lineamenti tettonici; g) intensa attivit antropica.
CONCLUSIONI I dati esaminati pur non essendo sufficienti per generalizzare la correlazione tra sinkhole e attivit sismica, possono essere considerati elementi significativi per riconoscere che lattivit sismica, se pur ad alta frequenza, associabile a tali fenomeni. In queste aree a sinkhole si rinvengono sistematicamente manifestazioni idrotermali di tipo sulfureo e formazioni travertinose. Sembrerebbe che a seguito di eventi sismici, che abitualmente comportano cambiamenti alla circolazione idrica, si verifica una variazione degli equilibri statici tali da divenire causa degli sprofondamenti per alterazione o perdita degli equilibri delle formazioni sature dacqua.
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