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Prefazione
La valorizzazione del nostro territorio assume, attraverso lo sviluppo di peculiari progetti europei, un significato che va a completare il connubio che
c tra rispetto e tutela dellambiente.
Questo volume, grazie allimportante raccolta di notizie, rappresenta la fotografia della straordinarie diversit della Tolfa: tutta larea riveste unenorme
importanza naturalistica dovuta anche alla particolare posizione geografica.
Un patrimonio immenso che lo sviluppo del progetto Life plus Monti della
Tolfa si propone dunque di valorizzare e conservare.
Le nostre aree verdi costituiscono una ricchezza inestimabile sia naturale
che culturale la cui tutela va trattata diffusamente con mezzi di ricerca e rispetto della tradizione. importante infatti diffondere la conoscenza di questi luoghi e il patrimonio che racchiudono: la diversit della vegetazione, la
distribuzione del regno animale e la diversificazione dei paesaggi che si
evolvono e si modellano prendendo forme differenti a seconda delle posizioni geografiche.
E la Tolfa raccoglie unabbondanza di luoghi che si prestano a questo tipo
di osservazioni. Ma non solo. Le considerazioni che ne derivano riguardano
essenzialmente la salvaguardia della biodiversit di paesaggi cos straordinari.
Limpegno manifestato nel progetto riferito alle azioni da attuare nelle aree
forestali a favore della conservazione di alcune rare specie di uccelli rapaci
e per interventi rivolti alla gestione dei pascoli. Obiettivi possibili anche grazie alla creazione di due vivai forestali per il recupero degli habitat di siti di
importanza comunitaria: Manziana e Allumiere.
Agli autori del volume va riconosciuta la cura che hanno riposto nella stesura e nello studio effettuato: uno specifico rigore scientifico e metodologico
essenziali per delineare limportanza delle bellezze naturali che sono state
rappresentate dal progetto attraverso un serio e minuzioso monitoraggio
tecnico.
Si tratta di un aiuto importante per esaminare lo stato delle aree protette
del nostro territorio e quindi valorizzare la conservazione delle risorse naturali anche in un contesto di sviluppo socio-economico per lintera Regione.
Un aspetto, questo, che sar finalizzato a promuovere lo sviluppo del sistema forestale in armonia con i principi della gestione sostenibile delle risorse naturali e delle necessit della collettivit.

Dott. Marco Mattei


Assessore Regionale Ambiente e Sviluppo Sostenibile

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Premessa
Sono lieto di presentare questa pregevole pubblicazione che si inserisce
nel Progetto Life Monti della Tolfa, un progetto ambizioso finanziato dalla
Commissione Europea e dalla Regione, dai comuni di Tolfa, Manziana, Canale Monterano e Allumiere e dalle Universit Agrarie di Tolfa, Manziana e
Allumiere.
Come il lettore scoprir fin dalle prime pagine si tratta di una guida innovativa. La trattazione rigorosamente scientifica della geologia, larcheologia,
la storia e la descrizione dettagliata degli itinerari per visitare il nostro territorio, si arricchiscono di spunti originali per conoscere e riconoscere gli ambienti naturali, individuare le specie comunitarie da proteggere e gli uccelli
minacciati di estinzione. Il testo fornisce suggerimenti per stabilire una sana
relazione tra attivit umane e conservazione della natura e per rendere consapevoli dellimportanza del patrimonio ambientale dellarea tolfetana i residenti ed i visitatori esterni.
Il Progetto Life, infatti, si propone di sperimentare nuovi modelli di pianificazione e di regolazione delluso del territorio che rendano questa area, di
grande valore naturalistico e paesaggistico, il volano dello sviluppo locale
orientato verso la sostenibilit.
La sfida che ci siamo posti, come amministrazione locale, quella di creare
concrete e durature opportunit di occupazione e benessere per i nostri cittadini, attraverso la gestione saggia e virtuosa delle innumerevoli risorse naturali, il potenziamento delle specificit produttive agricole, artigianali e
gastronomiche, e la promozione di un moderno sistema turistico basato sul
binomio qualit ed ambiente.
Lo scopo della Guida quello di educare il lettore ad una osservazione attenta e rispettosa del patrimonio ambientale e delle attivit tradizionali presenti, nella consapevolezza che il mantenimento dellattuale biodiversit
una priorit irrinunciabile, per noi e le generazioni future.
E un testo dedicato a tutti, dal birdwatcher esperto al neofita, dallambientalista convinto al semplice amante della natura; una pubblicazione che sicuramente susciter linteresse dei lettori e sar un valido supporto per
passeggiate alla scoperta dei Monti della Tolfa, anche grazie alla presenza
di numerose fotografie.
Mi auguro che abbia vivo successo di pubblico cos da costituire anche un
invito a visitare e soggiornare nel nostro paese, per il quale il turismo, come
dicevamo, ha un ruolo primario nelle strategie di valorizzazione e sviluppo
socio-economico.

Dott. Luigi Landi


Sindaco di Tolfa

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GEOLOGIA

di Violetta Menichini
La storia geologica dei Monti della Tolfa inizia alla base del Giurassico quando, lungo
i margini della piccola placca di Adria, situata nellOceano della Tetide tra le placche
Africana ed Europea, si formano estese barriere coralline che, nel medio Giurassico,

Il duomo lavico sotto la Rocca del Frangipane


si frammentano e sprofondano lasciando il posto a grandi bacini.
Alla fine del Cretacico, con la lenta chiusura delloceano Tetide, la collisione della
placca di Adria con la Placca Europea origina le Alpi e, nel Cenozoico, il bacino Balearico Provenzale e la catena degli Appennini. Le rocce di fondo, costituite dalle barriere coralline fossili e dai sovrastanti depositi carbonatici, vengono sollevate a
formare le montagne mentre nei bacini profondi delloceano che si sta chiudendo, i
sedimenti provenienti dallerosione delle terre emerse, formano catastrofiche frane
sottomarine che origineranno le rocce dette del Complesso del Flysch Tolfetano.
Gli affioramenti, nel territorio comunale, di calcari di piattaforma e di sprofondamento
antecedenti la chiusura della Tetide sono molto limitati: solo presso la zona del Bagnarello, affiora la formazione della Scaglia
riferibile alla Successione Carbonatica Toscana.
Nella quasi totalit del
territorio affiorano i depositi terrigeni di bacino
profondo del Flysch, caratterizzato da alternanza di livelli o bancate
litoidi e argilloso marnose.
Nel Miocene e nel Plio
Il Sasso della Strega
Pleistocene, allinterno

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del bacino peritirrenico detto Bacino di Tolfa, si depositano spesse coltri di argille
e sabbie, talora gessifere e ricche di fossili marini, ben visibili in affioramento a
Nord Ovest del paese di Allumiere e ad Est del paese di Tolfa.
La formazione del Bacino di Tolfa stata guidata da una faglia profonda che, successivamente, ha permesso la risalita dei magmi che hanno originato, circa 2 milioni di anni fa, lattivit del Distretto vulcanico Tolfetano Cerite Manziate. I
terreni vulcanici, seppur limitati nellestensione costituiscono, in assoluto, il tratto
pi peculiare del paesaggio: monti dai fianchi molto ripidi e dallaspetto cupoliforme che, a poca distanza dal mare, si elevano fino ad oltre 600 metri sul livello
del mare. La forma di questi monti dovuta al fatto che si tratta di cupole di ristagno magmatico, cio strutture formatesi per laccumulo, sullo stesso punto di
emissione, di lava troppo viscosa per scorrere. Prima e durante la formazione dei
duomi, si sono succeduti eventi vulcanici esplosivi con la formazione di estese
coltri di ignimbriti, cio depositi costituiti da frammenti di lava, cristalli e rocce
del basamento, espulsi violentemente insieme ai gas delleruzione. Le ignimbriti
formano ampie aree pianeggianti come quelle del Comunale o de La Piscina.
Nelle fasi finali del vulcanismo, la circolazione di fluidi vulcanici veicolati dalle
acque profonde e calde, ha alterato sia le rocce sedimentarie sia quelle vulcaniche favorendo la formazione di vasti depositi minerali quali alunite, caolino, pirite
e galena che sono stati, in passato, oggetto di ampio sfruttamento e che oggi
rendono i Monti della Tolfa un importante sito dinteresse geologico e mineralogico.
La stratigrafia dellarea si chiude con piccoli lembi distali di ignimbriti Sabatine e
con le coltri di detrito.
Le ignimbriti Sabatine costituiscono isolate castelline dalla sommit pianeggiante
o vasti pianori vallivi come, ad esempio, le alture de La Conserva e Monte Orsara
o la valle tra Poggio Crocefisso e Poggio Arsiccio; le coltri di detrito e i sedimenti
accumulati per gravit e ruscellamento recente bordano le pendici dei monti e
drappeggiano i fondo valle.

Panorama dalla Rocca di Tolfa

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STORIA E ARCHEOLOGIA

di Fabrizio Vallelonga - Museo Civico Archeologico di Tolfa


Lodierno aspetto del territorio tolfetano, caratterizzato da unalternanza di ampie distese boschive e pascoli, fornisce limpressione di un territorio aspro e selvaggio,
scarsamente modificato dalluomo. In realt tale paesaggio il risultato di continue
trasformazioni dovute alla stretta relazione tra gli esseri umani e lambiente naturale.
Le ricerche archeologiche per le epoche pi antiche, limitate ai risultati di ricognizioni
di superficie e a pochi scavi, non sono ancora in grado di restituire un quadro esauriente sulle prime fasi di frequentazione del territorio. Le prime attestazioni della presenza umana nellarea risalgono gi al Paleolitico medio (100.000-35.000 anni fa).
Numerose localit del territorio tolfetano restituiscono, infatti, aree di affioramento di
industria litica (Monte Castagno, La Riserva del Ferrone, Monte Piantangeli, Pian Cisterna, Poggio della Capanna).
Nel periodo Neolitico (6000-3000 anni or sono), le presenze si fanno pi numerose,
anche se relative a siti di limitata estensione che restituiscono scarso materiale diagnostico. Tra i contesti pi rilevanti si annoverano Grotte Pinza, il Marano, Poggio del
Mulino, Lampregnana, Bufalareccia, San Pietrino, Pian Cisterna, La Parentina, Castellina del Cerasolo, Pian Conserva.
Testimonianze pi numerose e articolate si hanno solo nel Bronzo Medio, in particolare nella fase pi avanzata, nel XV-XIV secolo a.C., quando si manifesta la cosiddetta
Cultura appenninica. Particolarmente significativo per la rilevanza e labbondanza
di ritrovamenti in questo periodo il sito di
Pian Sultano.
La fase finale dellet
del bronzo ha restituito
delle
testimonianze
molto importanti. In
questo periodo si diffonde la pratica della
sepoltura ad incinerazione: le ceneri del defunto
venivano
deposte in urne assieme al corredo che
doveva servire nellaldil. La ricchezza e variet
dei
corredi,
costituiti da vasellame,
La necropoli etrusca di Pian Conserva
ornamenti e accessori
di vario genere, testimoniano un processo di differenziazione sociale e gerarchica allinterno del gruppo. Una menzione particolare merita il ripostiglio di bronzi di Coste
del Marano, recuperato nel XIX secolo durante le ricerche condotte da A. Klitsche de
La Grange, che conta oltre centoquaranta pezzi di pregiato vasellame, tazze in bronzo
laminato, fibule, spilloni, asce e pendagli. I ripostigli sono depositi di metallo dove
vengono nascosti manufatti e materia prima. La loro interpretazione non chiara: si
tratta forse di tesori della comunit, o di riserve ad uso di mercanti o di artigiani.
anche possibile che, in qualche caso, possano avere carattere votivo.
Nella prima et del ferro, durante i secoli IX-VIII a.C., si registra una contrazione dei
siti probabilmente dovuta alla crescita delle realt urbane di Tarquinia e Cerveteri,
che determina lattrazione delle popolzazioni dai territori circostanti.
Nel periodo etrusco, in particolare nel VII-VI secolo a.C., il popolamento nellarea
sembra molto intenso. Il comprensorio, nellorbita dinfluenza di Caere (Cerveteri),
costellato da abitati e necropoli, disposti sulla sommit di pianori tufacei circondati
dagli affluenti del Mignone, localmente denominati castelline(es. Pian Conserva,
Ferrone, Pian dei Santi, Pian Cisterna). In questo periodo larea montuosa segna la
frontiera tra i territori controllati da Cerveteri e Tarquinia.
Non ancora stata tentata una ricostruzione dellassetto ambientale dellarea in et
etrusca, anche se le ricerche di superficie hanno permesso di riconoscere un sistema

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di occupazione della campagna costruito sulla bipartizione tra abitati di pianoro


e
fattorie.
Probabilmente
lallevamento bovino era la principale risorsa economica, seguita dallimpiego
delle ricche risorse boschive.
Loccupazione romana del territorio
deve essere avvenuta progressivamente
a partire dal IV sec. a.C. Le scelte insediative in tale periodo ricalcano, per
molti aspetti, quelle della fase precedente, quando ai piccoli abitati etruschi
si sostituiscono le ville romane, una
sorta di fattorie dotate spesso di una
zona residenziale destinata al soggiorno
del proprietario (Pian Conserva, Pian dei
Santi, Ferrone). Le attivit svolte sembra
fossero indirizzate soprattutto alla vitivinicoltura e allolivicoltura. Tale assetto
suggerito dalla sopravvivenza di numerosi torchi, rinvenuti negli insediamenti di
tet romana e, come nel caso di Pian
Conserva, dallo scavo archeologico di
trincee per la viticoltura.
Per laltomedioevo le nostre conoscenze
sono molto scarne. Le evidenze archeoTempio etrusco romano alla Grasceta dei Cavallari
logiche e le fonti scritte testimoniano
una radicale trasformazione del quadro
insediativo. Le ville romane furono progressivamente abbandonate, le ultime testimonianze di una loro frequentazione risalgono generalmente alla fine del VI-inizio del
VII sec. d.C. Un ruolo di primo piano nella riorganizzazione del territorio fu svolto dalle
fondazioni monastiche. Nella zona nota almeno a partire dal X secolo lesistenza
dellabbazia di Piantangeli, sulla cima dellomonimo monte (localmente denominato
Piandangelo), i cui possedimenti si dovevano estendere lungo la valle del Mignone.
Nel periodo basso medievale, a partire dallXI-XII secolo, sono attestati numerosi castelli in varie localit del territorio (Monte Castagno, Ferrone, Monte Cocozzone, Rota)
i cui ruderi si ergono ancora allinterno di fitti boschi. Nel 1201 vi la prima attestazione documentaria del castello di Tolfa, anche se alcuni ritrovamenti casuali effettuati
nelle prossimit della Rocca farebbero pensare ad una sua origine gi nel periodo
altomedievale.
Tra la fine del medioevo e linizio dellet moderna, a partire dalla seconda met del
XV secolo, il centro di Tolfa subisce un notevole sviluppo dovuto allapertura delle
cave di alunite. La Rocca, ceduta al papa dai fratelli Ludovico e Pietro della Tolfa, diviene sede del legato pontificio. La cittadina si estende al di fuori della cerchia muraria
medievale, lungo la direttrice dellattuale via Annibal Caro, cio in direzione del bacino minerario. Il nuovo
assetto urbanistico contempla la costruzione di numerosi palazzetti di
pregio, appannaggio della ricca borghesia mercantile, e di nuove strutture
religiose. Tra queste, in particolare, il
santuario di S. Maria della Sughera,
voluto allinizio del 1500 dal banchiere
senese Agostino Chigi, allepoca appaltatore delle miniere, e il seicentesco convento dei Padri Cappuccini di
cui si conserva ancora inalterato il piccolo e pregevole chiostro.
Panorama del paese dalla Rocca

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LA RETE NATURA 2000


La Rete Natura 2000 la pi importante iniziativa dellUnione Europea per la tutela
del patrimonio naturale. Ha lo scopo di arrestare il calo della biodiversit integrando
le esigenze della conservazione con lo sviluppo delle attivit umane. Questo ambizioso progetto coinvolge tutte le 27 nazioni dellUnione, che dovranno lavorare assieme per proteggere centinaia di specie e ambienti naturali caratteristici, distribuiti
in oltre 24.000 aree individuate come fondamentali
per la conservazione della
natura in Europa.
I siti che compongono questa
grande rete sono di 2 diversi
tipologie: le Zone di Protezione Speciale (ZPS), che
ospitano popolazioni importanti di una o pi specie di
uccelli presenti nellAllegato 1 della Direttiva
2009/147/CE (la cosiddetta
Direttiva Uccelli), e i Siti di
Importanza Comunitaria
(SIC), che ospitano una
Vacca maremmana in localit Troscione
serie di habitat e di specie
animali e vegetali, indicati negli allegati I e II della direttiva 92/43/CEE (conosciuta
anche come Direttiva Habitat) in quanto ritenute gravemente minacciate a livello
europeo.
Al momento in Italia sono state individuate quasi 600 ZPS e oltre 2.200 SIC. Questi
ultimi, quando il processo di individuazione e designazione da parte degli Stati membri sar completato, verranno poi indicati come Zone Speciali di Conservazione
(ZSC).
La Rete Natura 2000 introduce alcune importanti novit dal punto di vista della conservazione della natura: innanzitutto si propone di gestire in maniera uniforme e coordinata una serie di aree anche molto distanti tra loro, formando appunto una grande
rete. Uccelli, mammiferi e insetti, cos come piante e altri animali, non conoscono infatti confini regionali o nazionali e la loro conservazione non pu limitarsi ad aree limitate ed isolate.
Il grande progetto Natura 2000, inoltre ha dato piena rilevanza, oltre che al mantenimento degli ambienti
naturali
meglio conservati,
anche alla tutela
degli ambienti seminaturali, quelli
cio in qualche
modo modificati
dallessere umano
nel corso dei secoli, come ad
esempio le aree
ad agricoltura tradizionale, i pascoli, i boschi
sottoposti a determinate forme di
ceduazione.
In Seminativi in localit La Scaglia
questo modo
stato finalmente riconosciuto il valore per la conservazione della biodiversit di tutte
quelle aree che sono il frutto di una secolare interazione tra attivit umane tradizionali

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e natura, di cui i Monti della Tolfa sono uno dei pi straordinari esempi. Da questa
prospettiva, lo scopo del progetto quello di creare un sistema che armonizzi lo sviluppo delle attivit umane e la conservazione della natura.

LA ZPS COMPRENSORIO TOLFETANO-CERITE-MANZIATE


La ZPS Comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate si estende per quasi 70.000 ettari
occupando tutta quellarea compresa tra il Lago di Bracciano, il bacino del fiume Mignone e il Mar Tirreno.
La posizione geografica, protetta da un lato dal preappennino e mitigata dallaltro
dalla costa tirrenica, fanno di questo comprensorio un territorio pressoch unico dal
punto di vista naturalistico.
Una delle caratteristiche dellarea la ricchezza di ambienti vegetazionali frutto di influenze climatiche e microclimatiche, biogeografiche e umane. Luso tradizionale del
territorio stato particolarmente influente sulla composizione della vegetazione
dando vita ad ambienti tipici e preziosi dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.
Pascoli aperti, prati cespugliati, coltivazioni tradizionali si alternano cos a pareti rocciose appena colonizzate dalla vegetazione pioniera, a corsi dacqua dove la vegetazione ripariale forma vere e proprie foreste a galleria di salici e ontani. Tra gli
ambienti forestali spiccano le cerrete, le foreste di faggio e la macchia mediterranea.
Per quanto riguarda la fauna lintera area ospita numerose specie minacciate, rare e
addirittura endemiche, cio esclusiva dellItalia centrale. Tra i mammiferi da annoverare la presenza del lupo, della martora, del gatto selvatico e di numerosi chirotteri
(pipistrelli) di notevole interesse. Sono presenti inoltre numerose specie preziose e
minacciate tra gli insetti, in particolare tra i coleotteri carabidi, gli odonati (libellule), e
i lepidotteri (farfalle notturne e diurne), cos come tra i rettili e gli anfibi. Ma i Monti
della Tolfa sono famosi soprattutto per essere una delle zone pi importanti per la
conservazione degli uccelli. Anche a livello internazionale larea molto conosciuta
ed meta di ornitologi e birdwatchers europei e americani. NellItalia peninsulare,
infatti il luogo migliore per losservazione di gran parte delle specie mediterranee.
Larea si trova lungo una importante direttrice migratoria e si caratterizza per la nidificazione di 99 specie di uccelli. Tra le specie pi importanti ricordiamo la nidificazione
della monachella, dello zigolo capinero,
dellaverla piccola, dellaverla cinerina e
dellaverla capirossa. Rilevanza regionale
assumono la riproduzione dello sparviere,
del lodolaio e della sterpazzola di Sardegna. Sui Monti della Tolfa tra laltro si riproducono complessivamente ben 11 specie
di rapaci diurni. In particolare il comprensorio ospita lultimo insediamento riproduttivo stabile di nibbio reale del Lazio.

I SIC DI ALLUMIERE E MANZIANA


Allinterno della ZPS Comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate, nei Comuni di Manziana e di Allumiere sono stati individuati
due Siti di Interesse Comunitario: rispettivamente il SIC Macchia di Manziana e il
SIC Boschi Mesofili di Allumiere.
Il SIC "Boschi mesofili di Allumiere"
Il Sito di Importanza Comunitaria "Boschi
mesofili di Allumiere" si estende per 628 ettari con un altitudine media di 482 metri sul
livello del mare.
Lodolaio
Nel SIC presente l'habitat rioritario "Faggeti degli Appennini con Taxuse Ilex" incluso nella Direttiva Habitat della Comunit

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Europea. Vero gioiello di questo territorio infatti la "faggeta depressa" ovvero collocata al di sotto della quota normale della distribuzione delle faggete appenniniche (1200-1800 metri
sul livello del mare). Per la particolare condizione climatica di questa zona, troviamo a soli 13 km dal
mare un relitto di fredde epoche passate. In compagnia dei faggi troviamo l'acero di monte, il carpino
bianco e quello nero e isolate piante di castagno. Nel
sottobosco cresce l'agrifoglio, il pungitopo e, all'inizio della primavera, spiccano gli anemoni e i ciclamini. La fauna della faggeta annovera tra i mammiferi
la martora e il ghiro e tra gli uccelli lo sparviere, il picchio rosso maggiore e quello verde, il picchio muratore, e la cincia mora. Nel sottobosco sono comuni
il rospo e la rana dalmatina, mentre pi rara la salamandra pezzata. Tra gli insetti pi importanti tro- Picchio muratore
viamo la rara rosalia alpina, un coleottero dalla
colorazione blu-grigia con macchie nere e dalle antenne lunghe e caratteristiche,
il cui ciclo vitale legato alle foreste mature di faggio.
Il SIC "Macchia di Manziana"
Il SIC "Macchia di Manziana" si estende su un'area di 801 ettari e comprende
al suo interno il bosco Macchia Grande di Manziana, una delle pi estese fustaie
a Cerro dell'Alto
Lazio. Il bosco situato in comune di
Manziana
ed

esteso circa 545 ettari su terreni vulcanici con un'altitudine


media di circa 317 m
sul livello del mare.
La specie dominante
dello strato arboreo
il cerro, con esemplari che raggiungono anche i 30
metri di altezza, a cui
si associa il farnetto
che qui vegeta al limite settentrionale
del suo areale. Nello
Macchia Grande di Manziana
strato alto arbustivo
la specie dominante il nespolo selvatico, e, in numero minore, il carpino bianco,
l'acero minore, l'acero campestre, l'agrifoglio e, in misura ancora minore, l'orniello, il ciavardello, l'olmo e il melo selvatico. Il bosco ha avuto un forte utilizzo
negli anni passati, sia per la produzione di legna da ardere, sia per la realizzazione di traverse ferroviarie. Da parecchi anni sono mantenuti all'interno del
bosco svariati capi di bestiame, sia mucche sia asini, che hanno contribuito a
far regredire lo strato arbustivo e a compromettere il rinnovo naturale.Dal punto
di vista faunistico il bosco presenta numerosi elementi di interesse. Tra gli invertebrati sono presenti due coleotteri inseriti negli allegati della direttiva Habitat
della Comunit Europea: il cerambice delle querce e il cervo volante. Tra i mammiferi sono presenti l'istrice, la martora, il moscardino.
Notevole la presenza di uccelli. Ricordiamo tra gli altri la cinciallegra, la cinciarella, la cincia bigia, il codibugnolo, il regolo e il fiorancino, il frosone, la ghiandaia, il merlo, il picchio muratore, il rampichino, il picchio rosso minore, il picchio
rosso maggiore e il picchio verde.

GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO


Il progetto Life Monti della Tolfa intende assicurare la conservazione degli uccelli minacciati di estinzione e degli ambienti naturali. Il progetto si prefigge anche di favorire
una relazione armoniosa tra attivit umane e conservazione della natura e di migliorare la conoscenza di residenti e visitatori riguardo limportanza del patrimonio ambientale dellarea.
Coordinato dal Comune di Manziana, il progetto finanziato per quasi il 50% dalla
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Commissione Europea, e per la restante parte dalla Regione, dalle Universit Agrarie
di Tolfa, Manziana e Allumiere e dai comuni di Manziana, Tolfa, Canale Monterano e
Allumiere. Nello specifico il progetto prevede la realizzazione di una serie di interventi
urgenti per la tutela della ZPS Comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate, e per i due
SIC Macchia di Manziana e Boschi mesofili di Allumiere.
Il progetto si propone di attuare una strategia comune tra le Universit Agrarie, i Comuni interessati e la Regione Lazio per ottenere una serie di risultati concreti:
- Applicare le pi efficaci pratiche e azioni per proteggere le specie e gli ambienti di interesse comunitario;
- Diminuire ed eliminare ove possibile i fattori di minaccia alle specie e agli ambienti;
- Aumentare il livello di conoscenza della popolazione locale e dei turisti non
solo per il valore naturalistico e paesaggistico di tali ambienti, ma anche come
preziosa risorsa economica per lo sviluppo della comunit;
- Favorire le pratiche tradizionali necessarie al mantenimento dellecosistema
del comprensorio caratterizzato dalla presenza di ambienti seminaturali;
- Diffondere lidea di come le attivit tradizionali non siano in conflitto con la
conservazione, ma al contrario funzionali alla sua durata nel tempo.

LE AZIONI
Per realizzare gli obiettivi stabiliti dal Progetto Life Natura Monti della Tolfa sono previste una serie di azioni gestite dai Comuni interessati e dalle Universit Agrarie. In
particolare nel territorio del Comune di Tolfa le azioni previste dal progetto sono rivolte
alla gestione naturalistica dei boschi maturi e degli ambienti seminaturali prativi. Altre
azioni riguardano invece la comunicazione e la sensibilizzazione della popolazione
locale e dei turisti, leducazione ambientale nelle scuole, la fruizione dei siti e la realizzazione di pacchetti per il turismo naturalistico. Il responsabile di queste azioni sar
il Comune, ma i lavori saranno svolti insieme con l'Universit Agraria.
Gestione naturalistica dei boschi maturi
Gli interventi nelle aree forestali si rendono necessari a causa delle condizioni sanitarie
precarie e la notevole moria di piante sia tra le querce, in particolare il cerro, ma anche
aceri, orniello e carpino.
Le piante in cattivo stato di salute si presentano con diffusi ingiallimenti e decolorazione delle foglie, chiome rarefatte, rami secchi e macchie brunastre sul fusto con
tessuti morti sottostanti in maniera pi o meno estesa e profonda. Talvolta i sintomi
si accompagnano alla presenza di numerose gallerie scavate da insetti mangiatori
del legno e alla comparsa del fungo Biscogniauxia mediterranea, indicatore delle cattive condizioni delle querce,
incapace di infettare piante in
buone condizioni fitosanitarie.
Il fattore ambientale che ha
causato il deperimento del
bosco costituito principalmente dalle ripetute siccit
estive, verificatesi soprattutto
negli ultimi anni.
Gli interventi saranno realizzati nella Macchia del Quartaccio posta a Sud Ovest del
territorio comunale. Il querceto, che stato sfruttato per
la produzione di legname Monte Quartaccio e Para del Lupo
negli anni passati, ha una
estensione in lunghezza di circa 4.000 metri per una larghezza media di circa 1.000
metri. Il bosco esposto a Est ed interrotto da unarea coltivata (Para del Lupo).
Gli interventi di gestione forestale avverranno su due superfici adiacenti di 7 ettari
ciascuna, localizzati al centro del bosco, in corrispondenza del vertice Nord di Para
del Lupo.
Gli interventi programmati nelle aree boschive sono destinati a trasformare alcune
aree un tempo governate a ceduo, cio utilizzate fino a qualche anno fa per la pro-

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duzione di legno, in boschi di alto fusto e boschi a ceduo composto, cio con piante
di diversa et e dimensione, in grado di sostenere una rinnovazione naturale, che
presentino comunque grandi piante in salute, dalla chioma ampia, adatte alla nidificazione degli uccelli rapaci.
Lazione rivolta infatti alla conservazione del bosco e alla protezione di rare specie
di uccelli rapaci (come il nibbio reale, il nibbio bruno, il falco pecchiaiolo e il biancone)
che nidificano in ambiente boschivo.
Il fine dei due interventi sar anche quello di comprendere, negli anni successivi al
taglio, quale sia la gestione forestale maggiormente adatta a garantire le potenzialit
naturalistiche della foresta, cio capace di accogliere una pi ricca biodiversit.
Gestione e la conservazione degli ambienti prativi
I prati adibiti a pascolo presenti nei Monti della Tolfa rappresentano un ambiente seminaturale di grande importanza sia dal punto di vista paesaggistico, sia da quello
naturalistico. La gestione naturalistica di questi ambienti, prevista allinterno del Progetto Life Natura Monti della Tolfa, ha lo scopo di risolvere due importanti problemi.
Innanzitutto intende evitare un sovraccarico di bestiame brado nelle aree dove sono
presenti fenomeni di degrado. Laltro obiettivo dellintervento quello di fermare la
progressiva copertura degli ambienti aperti ad opera dei cespugli e la conseguente
diminuzione delle specie di uccelli che nei prati-pascolo trovano il loro ambiente
ideale per lalimentazione e la riproduzione. La tendenza attuale, nellintera area dei
Monti della Tolfa, il costante avanzamento delle aree cespugliate a scapito delle
aree pascolive aperte. Questo fenomeno, che prelude il riaffermarsi del bosco, dovuto soprattutto alla diminuzione del bestiame al
pascolo determinata dallabbandono delle attivit
pastorali tradizionali. Contemporaneamente, alcune
aree, quelle servite da migliore viabilit, risultano invece
interessate
da
uneccessiva pressione di
capi al pascolo che danno
luogo a gravi fenomeni di
degrado.
L intervento si concentra
nella porzione meridionale
del territorio dellUniversit
Agraria di Tolfa, in 5 aree
specifiche: il Termine, il
Troscione, la Sconfitta,
Localit il Termine
Valle Ascetta e Torara.
Gli interventi previsti consistono principalmente nella regolarizzazione dei pascoli, la
realizzazione e il ripristino di muretti a secco, recinzioni e staccionate di tipologia tradizionale (alla Tolfetana), la realizzazione e la manutenzione dei fontanili, il ripristino
della viabilit rurale, il decespugliamento e la semina di specie gi presenti nellarea.
Questa attenta gestione e conservazione recher benefici alla conservazione di diverse specie di uccelli particolarmente protetti dalla Comunit Europea: occhione,
succiacapre, calandra, calandrella, tottavilla, calandro, averla piccola, averla cinerina,
ortolano e ai loro predatori naturali, i rapaci.
Gli interventi previsti garantiranno un perfetto funzionamento di questo delicato ecosistema che copre unarea complessiva di circa 1.000 ettari. Il risultato sar quello di
valorizzare le attivit tradizionali del territorio e favorire la conservazione degli ambienti
e delle specie per i quali la Zona di Protezione Speciale stata designata.
Fruizione dei Siti
Questo intervento prevede la realizzazione di alcuni sentieri e ha lo scopo di facilitare
la visita e il godimento di alcune interessanti aree del comprensorio tolfetano che ri-

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cadono nella Zona di Protezione Speciale.


Attraverso la visita e la conoscenza diretta di questi luoghi, la popolazione locale e i
visitatori potranno comprendere limportanza naturalistica e ambientale dellarea.
Questa consapevolezza potr costituire la base per un uso responsabile del territorio.
Vista lelevata importanza dal punto di vista ambientale delle aree interessate, la realizzazione dei sentieri verr programmata in periodi che non disturbino le fasi biologiche pi delicate della fauna locale. Saranno inoltre utilizzati materiali, macchinari e
attrezzature a basso impatto ambientale, adatte
alle esigenze ambientali e
paesaggistiche di queste
aree. Saranno naturalmente applicati gli accorgimenti
del
caso
nellesecuzione dei lavori
per limitare al minimo ogni
possibile disturbo alle specie animali e vegetali presenti. Saranno inoltre scelti
percorsi e tracciati gi esistenti, il cui utilizzo non risulti
dannoso
alla
conservazione della natura.
Il progetto prevede la rea- Itinerario Cerro Bello in localit Comunali Macchiosi
lizzazione di sette percorsi
naturalistici. Il sentiero principale (sentiero di Monte Palarese), proveniente dal Comune di Allumiere (sentiero Colle di Mezzo), attraversa la localit Stazzalone e prosegue nel territorio di Tolfa fino a raggiungere il Casale delle Pietrische dellUniversit
Agraria di Manziana.
Nei pressi della Casermetta Forestale, una diramazione raggiunge la localit Troscione al limite sud del territorio del Comune di Tolfa. Sempre dalla Casermetta Forestale, procedendo verso nord, un sentiero di collegamento (sentiero di Monte
Castagno) conduce alla localit Comunali Macchiosi dove presente una rete di sentieri che partono dalla Baita di propriet dellUniversit Agraria di Tolfa. Lungo il sentiero di Monte Castagno, una ulteriore diramazione raggiunge le tombe etrusche dei
Grottini nel Comune di Canale Monterano.
Questi tracciati si inseriscono nel quadro di una rete di sentieri pi ampia, e andranno
a raccordarsi con quelli realizzati dallUniversit Agraria di Allumiere, di Manziana e
dalla Riserva di Monterano.
(La descrizione degli itinerari a pag. 27).
Monitoraggio degli ambienti e della fauna di interesse comunitario
Le azioni di controllo costante e metodico saranno rivolte allo studio delle specie di
interesse comunitario nei luoghi interessati dagli interventi di protezione e conservazione previsti dal progetto Life. Il controllo servir a verificare gli eventuali cambiamenti nello stato delle popolazioni e pi in generale degli ambienti (boschi, pascoli e
seminativi) individuati allinterno della ZPS e dei SIC. Il lavoro avr la durata di tre
anni e si articola, a seconda delle specie, attraverso punti di ascolto, richiami sonori,
percorsi lineari oltre naturalmente la ricerca diretta dei siti di nidificazione. Per gli insetti, gli anfibi e i rettili verranno posizionate trappole a caduta per lidentificazione e
le analisi degli animali, che verranno poi liberati nellambiente di origine. Il lavoro, gi
in fase di attuazione, viene condotto da un gruppo di naturalisti e biologi, di grande
esperienza e competenza, che produrranno relazioni specifiche sulle singole specie.
Comunicazione e sensibilizzazione
Particolarmente ricco il programma di azioni rivolte alla popolazione sul piano della
comunicazione e della sensibilizzazione. Sono in fase di realizzazione pubblicazioni

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e materiale divulgativo (depliant, brochure, guide, carta escursionistica, cartoline,


ecc.), eventi pubblici, la realizzazione di un documentario e di un sito web sul progetto.
Per quanto riguarda la conoscenza e la visita del territorio, verranno realizzati percorsi
naturalistici e saranno posizionati pannelli informativi e didattico-educativi. inoltre
prevista la realizzazione di itinerari e pacchetti per il turismo naturalistico. A tal proposito gi funzionante dal 2011 un punto informativo stagionale per la promozione
del territorio ai turisti che approdano al porto di Civitavecchia.
Educazione Ambientale
Tra gli obiettivi del Progetto Life, primaria importanza assumono le attivit di educazione ambientale rivolte alle scuole di Tolfa, di ogni ordine e grado.
Tale programma risponde allesigenza di formare nei giovani, ed in particolare in quelli
di et scolare, una conoscenza approfondita dellambiente in cui vivono.
Il Progetto di Educazione Ambientale, attraverso una serie di interventi educativi specifici nelle scuole, si pone lobiettivo primario di contribuire alla conoscenza della
Rete Natura 2000, la ZPS e i SIC, gli ambienti e gli uccelli da proteggere, a stimolare
il gusto e la passione per lapprofondimento delle tematiche legate allambiente in
cui vivono. Lo scopo quello di far conoscere i problemi legati alluso delle risorse
ambientali e le iniziative che, a livello regionale ma anche nazionale e comunitario,
vengono promosse per la tutela ed il corretto uso dellambiente.
Itinerari e pacchetti per il turismo naturalistico
Lazione prevede la creazione di alcuni itinerari da proporre agli operatori turistici che
organizzano viaggi e gite per i visitatori che transitano dal Porto di Civitavecchia. Attraverso lofferta di pacchetti turistici diversificati, con vocazione naturalistica, storica
artistica, enogastronomica, sar possibile incrementare il pubblico che conosce e visita larea garantendo di conseguenza lo sviluppo economico del territorio.

GLI AMBIENTI NATURALI


Nella ZPS Comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate sono presenti numerosi ambienti estremamente preziosi dal punto di vista naturalistico. Tra i boschi mesofili maturi troviamo estesi querceti e secolari faggete. Il querceto pi rappresentativo del
comprensorio la cerreta, che
sebbene sia stata intensamente
sfruttata, caratterizza fortemente il
paesaggio offrendo rifugio a una ricchissima fauna. Insieme al cerro
presente il farnetto e la roverella: il
primo testimonia lorigine orientale
delle cerrete tolfetane, la roverella,
che costituiva una vera e propria fascia vegetazionale, ora ridotta a
individui isolati allinterno del bosco,
o a piccoli lembi che raccordano la
cerreta alla macchia mediterranea.
Varie specie di carpini e di aceri accompagnano il cerro. Nelle zone pi
umide, pi esposte allinsolazione,
Sentiero tra Monte Acetino e Localit Le Cesarelle
o dove il bosco pi aperto, compaiono altre essenze come il biancospino, lorniello e il prugnolo. Tra i mammiferi frequenti nel bosco troviamo la volpe, il cinghiale, il tasso, molti piccoli mustelidi e
roditori. Tra gli uccelli pi significativi troviamo il nibbio bruno e il nibbio reale, la poiana, il picchio verde, la ghiandaia, le cince. Numerosi sono gli insetti, tra cui spiccano

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le farfalle come le variopinte vanesse, i satiridi e le


piccole e colorate licene.
Le faggete presenti nel comprensorio costituiscono
invece un relitto di fredde epoche passate. Le faggete appenniniche infatti vegetano normalmente
sopra i 1200 metri sul livello del mare, ma le particolari condizioni climatiche del comprensorio hanno favorito la conservazione di ampi lembi di questa
formazione. In compagnia dei faggi troviamo lacero
di monte, il carpino bianco e quello nero e isolate
piante di castagno. Nel sottobosco cresce lagrifoglio, il pungitopo, e numerose piante dai fiori colorati
come gli anemoni e i ciclamini. La fauna della faggeta annovera tra i mammiferi la martora e il ghiro e
tra gli uccelli lo sparviere, il picchio rosso maggiore
e quello verde, il picchio muratore, e la cincia mora.
Nelle zone pi calde e assolate dellareale diffusa
la macchia mediterranea. Non si tratta della vera e
propria foresta che un tempo occupava queste colFaggeta di Allumiere
line, ma piuttosto della macchia bassa di arbusti
delle tipiche essenze mediterranee come il lentisco, la fillirea e il corbezzolo, interrotta a tratti da isolati alberi di leccio o, pi vicino alla costa, di sughera. Secoli di
tagli, di incendi e di pascolo hanno infatti trasformato lantico bosco mediterraneo
in un altro ambiente altrettanto prezioso e caratteristico. Nelle macchie fitte e
spesso impenetrabili trovano rifugio moltissime specie animali come ad esempio il
cinghiale, la volpe, la martora e listrice. Numerosi i silvidi nidificano in questo ambiente: la sterpazzola, la magnanina, locchiocotto e la capinera. La Cleopatra e la
Ninfa del Corbezzolo sono le farfalle pi colorate e caratteristiche legate alla macchia mediterranea.
Una complessa rete idrografica ha consentito il notevole sviluppo della vegetazione ripariale che si snoda talvolta nelle aree aperte e talvolta sinsinua allinterno
dei boschi seguendo il
tracciato dei corsi dacqua. Nelle zone pi calde
come specie arboree
sono presenti frassini e
tamerici, mentre nelle
aree pi fredde prevalgono salici, ontani, pioppi
e olmi che spesso formano suggestive e selvagge
formazioni
a
galleria. Sulle sponde dei
corsi dacqua troviamo
lequiseto, il farfaraccio, il
giunco e la salcerella. Tra
i pesci pi frequenti incontriamo
cavedani,
barbi, rovelle, anguille
che si nutrono soprat- Fiume Mignone presso Luni
tutto di insetti e molluschi
acquatici. Tra gli anfibi sono presenti il rospo comune, le rane rosse e verdi, la raganella italiana e il raro ululone dal ventre giallo. Tra i rettili troviamo la biscia dal
collare e la biscia tessellata. Ancora piuttosto diffusa la testuggine palustre europea. Tra gli uccelli possibile incontrare la gallinella dacqua, il martin pescatore e
varie specie di aironi, mentre tra i mammiferi presente la nutria. Nelle acque pi
pulite e ossigenate vive ancora il raro gambero di fiume.

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Le rupi costituiscono un altro dei preziosi ambienti presenti nel comprensorio dei
Monti della Tolfa. Nelle pareti scaldate dal sole si arroccano lecci, eriche e filliree. Nei
versanti pi freddi crescono invece castagni, carpinelle, ornielli e i faggi.
Troviamo pareti rocciose naturali lungo la valle del Mignone, sul Vesca, a Ripa Maiale,
al Sasso e pareti generate artificialmente nelle vecchie cave abbandonate dove un
tempo si estraeva il tufo, lallume o il gesso. Oggi
questi ambienti sono lentamente ricolonizzati dalla
vegetazione spontanea. Queste aree, naturali o rinaturalizzate, ospitano la nidificazione del falco pellegrino del falco lanario, della civetta e del passero
solitario. Numerosi anche i chirotteri che trovano
nelle grotte e nelle fessure rifugi preziosi per la loro
sopravvivenza.
I pascoli, un tempo considerati aree degradate dal
punto di vista naturalistico, rivestono invece unimportanza fondamentale per molte specie di uccelli,
oltre a costituire un ambiente dallo straordinario fascino paesaggistico. Qui lambiente dominato da
cespugli di rovo e di biancospino e da rari alberi di
peri selvatici, alberi di Giuda e marruche. Sconfinate
distese di asfodeli si ornano in primavera di lunghe
spighe fiorite. Spettacolari fioriture di orchidee rendono famoso il comprensorio tra gli amanti di queste
splendide specie. Qui pascolano durante tutto lanno
vacche e cavalli maremmani che non conoscono
stalle o rifugi. E il regno degli ortotteri e delle farfalle
che si lasciano ammirare intente a succhiare il nettare
nei grandi fiori del carciofo selvatico. Numerosi sono
gli uccelli tipici di questo ambiente naturale.
Pascoli e siepi sotto la Rocca
Ricordiamo tra i pi rari locchione, le averle, lo zigolo
capinero, la tottavilla, la calandra, il calandro, la calandrella e il cuculo dal ciuffo. Molti
rapaci frequentano questi ampi spazi aperti che ben si prestano per la loro caccia di
piccoli mammiferi e rettili: il gheppio, il nibbio reale, il biancone.
Tra gli ambienti tipici della ZPS Comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate vanno infine citati i coltivi tradizionali. Si tratta infatti di ambienti antropizzati che costituiscono lhabitat delezione di alcune specie di interesse comunitario tra cui ricordiamo
la rara albanella minore. Nel comprensorio sono presenti appezzamenti di terreno
coltivati soprattutto a grano duro, separati da siepi naturali e lembi di vegetazione
spontanea. La riduzione dellagricoltura tradizionale e la conseguente frammentazione dei coltivi, unita alluso massiccio di pesticidi e altri prodotti chimici, rendono
questo ambiente seminaturale fortemente a rischio. A questo proposito va ricordato
lencomiabile sforzo dellUniversit Agraria di Tolfa per la promozione e la realizzazione dellazienda biologica nel territorio.

Gheppio
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Cavallo tolfetano e vacca maremmana


Protagonisti indiscussi degli sconnati e selvaggi pascoli di questo territorio sono
il bue maremmano e il cavallo tolfetano.
La presenza dei cavalli nei Monti della Tolfa antichissima ed testimoniata da
reperti archeologici in epoca etrusca.
Il cavallo tolfetano stato riconosciuto come razza distinta dalla maremmana
solo agli inizi del 1900. Lisolamento geograco e ladattamento al difcile territorio hanno differenziato il cavallo tolfetano dalla razza maremmana (anchessa
presente nei Monti della Tolfa). Vivace, molto rustico e resistente, viene allevato
allo stato brado e utilizzato come cavallo da soma, da sella e per la produzione
di carne.
La vacca maremmana deriva dallUro (Bos primigenius), un bovino
selvatico originario dellAsia centrale,
presente in Europa e nellAfrica settentrionale a partire da circa 160.000
anni. L Uro ha rivestito un ruolo di
primo piano nella sopravvivenza dei
popoli cacciatori-raccoglitori del Paleolitico e dellalto Neolitico. Gli Etruschi lasciarono varie testimonianze
artistiche di bovini dalle lunghe
Vacche maremmane
corna come ad esempio nella tomba
dei Tori di Tarquinia (530-520 a.C.). Plinio il Vecchio (I secolo d.C.) descrisse un
bovino rustico, dalle grandi corna, diffuso nei boschi e nelle macchie dellItalia
centrale e da lui denito Bos silvestris. Probabilmente questo antico progenitore
della vacca maremmana stato presente in Italia no al Medioevo per poi ritirarsi
in Polonia dove si estinse nel 1627, incalzato dalla trasformazioni ambientali, dal
disboscamento e dalla caccia.
La vacca maremmana, discendente da questi antichi bovini selvatici, viene oggi
allevata utilizzando tecniche di allevamento biologiche nei terreni gestiti dallUniversit Agraria. Gli animali vengono nutriti con prodotti biologici come avena,
orzo, favino e foraggio coltivati nei terreni dallUniversit Agraria.
Il cavallo tolfetano e la vacca maremmana sono animali appartenenti
a un gruppo di razze a limitata diffusione, con una notevole capacit
di adattamento a condizioni ambientali difcili. La natura impervia,
gli inverni rigidi, i pascoli poveri e le
estati aride hanno selezionato e
reso particolarmente forti e resistenti questi animali che non conoscono stalle o ripari. Vivono tutto
lanno liberi di vagare nelle macchie Cavallo tolfetano al Torneo dei Butteri
e negli sconnati pascoli. Rappresentano un patrimonio genetico di insostituibile valore, minacciato di estinzione
a medio-lungo termine. La salvaguardia di questi animali garantisce la sopravvivenza di quel complesso di tradizioni legate allallevamento del bestiame allo
stato brado. Il territorio dei Monti della Tolfa inoltre, modellato proprio dal pascolo
del bestiame allo stato brado, oggi un ambiente eccezionale con una ora e
una fauna uniche, che merita unattenta salvaguardia e valorizzazione.

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LE SPECIE DI IMPORTANZA COMUNITARIA PRESENTI NELLA ZPS


Gli uccelli
Cicogna nera (Ciconia nigra)
Grande trampoliere, migratore regolare, raro e vulnerabile con uno sfavorevole stato di conservazione. Nei Monti della Tolfa stato segnalato pi
volte il tentativo di nidificazione sia su parete che
su alberi del bosco.
Biancone (Circaetus gallicus)
Rapace di dimensioni medio grandi simile ad un
aquila, specie migratrice e nidificante estiva.
un predatore specializzato in serpenti tanto che
stato ribattezzato laquila dei serpenti. Il biacco
in particolare rappresenta la sua principale risorsa
alimentare. Nel comprensorio dei Monti della
Tolfa, nel 1977 il Biancone era presente con 5-9
coppie nidificanti. Secondo i dati raccolti di recente la popolazione di Biancone nella ZPS Monti
della Tolfa si aggirerebbe ora sulle 20 coppie nidificanti.
Nibbio bruno (Milvus migrans)
Rapace di medie dimensioni, migratore e nidificante nel periodo estivo nellarea. La specie distribuita in modo uniforme in tutti i principali
boschi del comprensorio e tende a competere per
i siti di nidificazione con il Nibbio reale. Nel 1977
sui Monti della Tolfa nidificavano 15-20 coppie di
Nibbio bruno. Secondo le ricerche del 2011 nella
ZPS Monti della Tolfa il numero di coppie nidificanti aumentato sensibilmente, si stimano circa
50 coppie, grazie soprattutto alla grande disponibilit di cibo facilmente reperibile nelle discariche
di Bracciano e Civitavecchia.
Nibbio reale (Milvus milvus)
Rapace di medie dimensioni, migratore regolare,
svernante e sedentario, nidificante nei boschi
dellarea. La specie in pericolo di estinzione. Sui
Monti della Tolfa, presente una popolazione
svernante di 100-120 individui. Nel 1970 vennero
censite 3 coppie nidificanti; successivamente la
specie ha manifestato una tendenza allaumento
fino alla decina di coppie accertate del 2011.
Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus)
Rapace di medie dimensioni, migratore, nidificante estivo in tutte le principali aree boschive del
comprensorio. Predatore specializzato in imenotteri caccia nelle aree di pascolo naturale. Nel 1977
era segnalata la presenza di 10-20 coppie nidificanti. Nel 2011 sono state censite oltre 60 coppie
regolarmente nidificanti.

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Albanella minore (Circus pygargus)


Rapace di medie dimensioni, nel Lazio migratrice e nidificante estivo nei campi coltivati a cereali e foraggio. Nel territorio di Tolfa si osserva
durante la migrazione. La popolazione nidificante
scomparsa nellarco degli ultimi 15 anni. Attualmente la specie presente con non pi di 7 coppie nidificanti distribuite nella parte nord del
comprensorio, fuori dalla ZPS Monti della Tolfa.
Falco pellegrino (Falco peregrinus)
Rapace di medie dimensioni, sedentario, nidificante su pareti rocciose. Si nutre quasi esclusivamente di uccelli catturati in volo. Nel 1977
nidificavano solo 2 coppie nel comprensorio dei
Monti della Tolfa. Attualmente la specie in forte
espansione sia a livello nazionale che regionale e
nella ZPS nidificano 6 coppie.
Lanario (Falco biarmicus)
Rapace di medie dimensioni con silhouette tipica
di Falco. Specie sedentaria e nidificante su parete
tufacea. Nel 1977 la specie nidificava in almeno
due siti del comprensorio. Successivamente la
specie non ha pi nidificato fino al 2007 quando
una coppia si riprodotta con successo portando
allinvolo 3 giovani. Nel comprensorio dei Monti
della Tolfa lunica coppia presente fortemente
minacciata.
Grillaio (Falco naumanni)
Rapace di piccole dimensioni, sedentario e nidificante in colonie su pareti tufacee, nei casali o nei
nidi di corvidi. La specie stata trovata nidificante
per la prima volta nel Lazio nel 2011, allinterno
della ZPS Monti della Tolfa. Le osservazioni in luglio 2011 di gruppi fino a quindici individui fanno
ipotizzare la sua nidificazione anche in altre localit
allinterno dellarea.
Occhione (Burhinus oedicneumus)
Limicolo piuttosto grande con testa grossa e lunghe zampe, migratore e nidificante regolare, con
popolazioni parzialmente sedentarie nel Lazio. Nidifica nei Monti della Tolfa nei prato-pascoli, nelle
zone aride e lungo il corso dei fiumi. La popolazione in incremento e attualmente conta tra le
20 e le 30 coppie nidificanti.
Succiacapre (Caprimulgus europaeus)
Uccello di forma allungata con testa grande di abitudini crepuscolari e notturne. Migratore regolare,
nidifica per terra nei boschi e nei pascoli cespugliati. Ha uno sfavorevole stato di conservazione
e nellarea dei Monti della Tolfa si contano dalle 15
alle 40 coppie nidificanti.

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Martin pescatore (Alcedo atthis)


Uccello con colori sgargianti di piccole dimensioni, ma di corporatura compatta, una specie
nidificante e sedentaria. un indicatore di un
buono stato di conservazione dei corsi dacqua.
La popolazione nella ZPS di 10 coppie nidificanti.
Ghiandaia marina (Coracias garrulus)
Uccello dalla corporatura robusta, simile ad un
piccolo corvo ma con un piumaggio estremamente brillante. un migratore regolare e nidificante nellarea in cavit sia naturali che di origine
antropica. La ghiandaia marina ha uno sfavorevole
stato di conservazione. Nella ZPS stata stimata
una popolazione di oltre 60 coppie nidificanti.
Calandra (Melanocorypha calandra)
Di dimensioni relativamente piccole, ma pi
grande della comune allodola. una specie sedentaria e nidificante nei pascoli dellarea. Negli
ultimi anni si assistito ad una progressiva rarefazione di questa specie a causa della trasformazione dei pascoli e dei terreni destinati alle colture.
Il suo stato di conservazione non attualmente
considerato favorevole.
Calandrella (Calandrella brachydactila)
Uccello di piccole dimensioni che assomiglia ad
una piccola allodola. un migratore transhariano,
nidificante nellarea dei Monti della Tolfa. La popolazione nel comprensorio tuttavia in costante
declino. Nei prati e nei pascoli dellarea risultano
5-10 coppie nidificanti nel periodo estivo.
Tottavilla (Lullula arborea)
Passeriforme di piccole dimensioni di forma tondeggiante simile allallodola. La popolazione dei
Monti della Tolfa sedentaria, ma larea interessata anche dal passaggio e dallo svernamento di
individui europei. La popolazione in declino. Nidifica sui versanti arbustivi del territorio con ampie
radure prative. Attualmente le coppie nidificanti
sono dalle 30 alle 50.
Calandro (Anthus campestris)
Piccolo uccello migratore, nidificante negli ambienti aperti, aridi e assolati della fascia prospiciente il mare, soprattutto nezi comuni di S.
Marinella, Tolfa e Allumiere. Si stima che la popolazione sia presente in 30-50 coppie nidificanti.
Magnanina (Sylvia undata)
Uccello di piccole dimensioni che frequenta la
macchia mediterranea. una specie stazionaria,
migratrice regolare, svernante parziale e nidificante con una piccola popolazione in unarea di
circa 100 ettari lungo la fascia costiera del comprensorio.

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Averla piccola (Lanius collurio)


Uccello di piccole dimensioni, migratore regolare,
nidificante. Sui Monti della Tolfa nidifica al margine
dei boschi su essenze isolate e talvolta sulle siepi.
La popolazione nidificante nei Monti della Tolfa
di 300-400 coppie.
Averla cenerina (Lanius minor)
Uccello di piccole dimensioni, migratore regolare
e nidificante sugli alberi o cespugli in aree destinate al pascolo con scarsa vegetazione arborea e
arbustiva. Considerata una specie in pericolo, si
riproduce nellarea con una popolazione di 15-30
coppie nidificanti.
Ortolano (Emberiza hortulana)
Piccolo passeriforme, migratore nidificante nel periodo estivo nellarea. Sui Monti della Tolfa la specie localizzata e rara. Nidifica nei campi coltivati,
nelle siepi, sugli alberi e sugli arbusti isolati. La popolazione nidificante in netto declino e sono
poche le coppie nidificanti.

Altre specie di interesse comunitario presenti nella ZPS durante linverno o di passo
sono lAlbanella reale, lo Smeriglio, il Falco
cuculo, il Falco della regina, lAquila minore
e il Falco di palude. Larea stata inoltre fino
a non molto tempo fa una delle ultime in Italia centrale ad essere frequentate dal capovaccaio.
Tra le specie nidificanti considerate vulnerabili o rare ricordiamo il Lodolaio, lAssiolo, il
Gufo comune, il Barbagianni, il Cuculo dal
ciuffo, la Monachella, il Piro piro piccolo e la
Rondine rossiccia.
Assioli

ALTRE SPECIE DI INTERESSE COMUNITARIO


Gli insetti
Cervo volante (Lucanus cervus)
il pi grosso coleottero europeo, il maschio infatti raggiunge gli 8 centimetri di lunghezza. La femmina pi piccola, con capo e mandibole di piccole dimensioni. Le
larve si nutrono del legno e giungono a maturazione dopo 5 anni a volte 8, mentre gli
adulti si cibano della linfa delle piante. Vola
attivamente nelle ore crepuscolari. La specie
presente con una buona popolazione nella
Macchia di Manziana e nei boschi di querce,
di castagno e nelle faggete del comprensorio, ma in diminuzione in tutta Europa. Il
cervo volante minacciato dalla distruzione
del suo ambiente a causa degli incendi, abbattimenti di vecchi alberi e rimozione dal
bosco di ceppaie e alberi morti.

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Cerambice delle querce (Cerambyx cerdo)


uno dei pi grossi coleotteri europei raggiungendo i 6 centimetri di lunghezza. I maschi inoltre
hanno delle antenne lunghe anche 10 centimetri.
Le larve si nutrono del legno e giungono a maturazione al 3 o 4 anno. Gli adulti si nutrono di foglie, fiori, frutti e linfa. Vola attivamente nelle ore
crepuscolari. Specie comune nella Macchia di
Manziana e nei querceti del comprensorio, ma in
declino od estinta in diversi paesi dellEuropa centrale. specie minacciata dalla ceduazione dei
querceti e dalleliminazione delle vecchie piante
deperienti.
Scarabeo eremita (Osmoderma eremita)
Coleottero della famiglia delle Cetonie di colore
bruno lucido delle dimensioni di 24-30 millimetri.
La larva mangia il legno di piante secolari come
querce, faggi, castagni, salici, frassini e giunge allo
sviluppo completo dopo 2 o 3 anni. Vola da luglio
a settembre, soprattutto nelle ore pomeridiane. Lo
Scarabeo eremita minacciato dalla distruzione
degli alberi centenari che ospitano nelle loro cavit
le sue larve.
Rosalia alpina (Rosalia alpina)
Coleottero inconfondibile dal vistoso colore blu
grigio a macchie nere che raggiunge circa i 4 centimetri di lunghezza. La femmina ha antenne pi
corte del maschio. Le larve si nutrono del legno
del faggio morto o deperiente e giungono a maturit dopo 3 anni. La specie presente nei boschi
di faggio intorno ad Allumiere ma rara e vulnerabile. La specie minacciata dalla distruzione dei
vecchi faggi, dalla rimozione del legno morto e
dalla chiusura delle radure della faggeta.

Anfibi e rettili
Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina
perspicillata)
un anfibio urodelo lungo in media 10 centimetri.
La salamandrina presente solo in Italia. Ha abitudini prevalentemente notturne e crepuscolari,
ma talvolta possibile incontrarla anche di giorno
dopo una prolungata pioggia o allinizio della primavera durante il periodo degli amori. Vive vicino
alle sorgenti, nei fontanili e nelle zone umide nascondendosi tra i sassi, sotto le foglie e nelle ceppaie. In caso di pericolo pu fingersi morta, o
talvolta si gira mostrando il ventre e la coda molto
colorate. La specie minacciata per linquinamento dei fiumi e per labbandono o la gestione
non naturale dei fontanili.

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Tritone crestato italiano (Triturus carnifex)


il pi grande tritone italiano, raggiungendo la
lunghezza di 14-18 centimetri compresa la coda.
I maschi di questo anfibio urodelo, nel periodo riproduttivo presentano una cresta vertebrale con
margine dentellato alta anche un centimetro. Nel
comprensorio vive nei corsi dacqua, negli stagni,
nelle pozze e nei fontanili dove presente una
ricca vegetazione acquatica. La specie minacciata per la distruzione o alterazione dei luoghi di
riproduzione o per limmissione nei corsi dacqua
di pesci predatori.
Ululone dal ventre giallo (Bombina pachypus)
un piccolo anfibio anuro di 5 centimetri, molto
raro, esclusivo dellItalia. Presenta una colorazione
dorsale scura, mentre la parte ventrale gialloarancio con macchie blu. Vive in zone umide di
piccole dimensioni, come pozze, stagni e fontanili.
La specie in declino a causa della distruzione di
questi piccoli ambienti e alla raccolta per fini collezionistici.
Testuggine palustre europea (Emys orbicularis)
Rettile di 20 centimetri, raro e localizzato, che predilige acque ferme o lente come stagni, o anse dei
fiumi con ricca vegetazione. Ha abitudini per lo pi
acquatiche, ma frequenta anche lambiente terrestre. Prevalentemente carnivoro si ciba dinvertebrati e piccoli mammiferi. Nella ZPS in declino
con popolazioni sempre pi esigue e isolate. In
particolare lungo il fiume Mignone la specie minacciata anche dallimmissione illegale della Testuggine di palude dalle orecchie rosse di origine
americana.
Cervone (Elaphe quatuorlineata)
un rettile che pu raggiungere anche la lunghezza di 2 metri e per questo si pu considerare
come il serpente pi grande dItalia. Predilige i boschi aperti e le boscaglie della macchia mediterranea con praterie e cespugli, prati pascolo,
muretti a secco e zone umide. Nella ZPS la specie
minacciata dagli incendi, dallalterazione dei pascoli (spietramento dei campi) e dalla distruzione
dei muretti a secco.

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Chirotteri o Pipistrelli
I pipistrelli sono animali utilissimi perch si nutrono di una grande quantit di insetti tra cui le
zanzare e organismi nocivi per lagricoltura. Sono
gli unici mammiferi in grado di volare ricoprendo
anche notevoli distanze, allattano i piccoli e hanno
il corpo ricoperto di peli. Le loro ali sono formate
da pelle sottile tesa tra le ossa delle mani e delle
lunghe dita. I pipistrelli hanno uno straordinario sistema di sonar biologico: emettono suoni ad alta
frequenza
che, rimbalzando sul- Ferro di cavallo maggiore
lambiente
circostante, tornano alle grandi orecchie dellanimale che cos in grado di
orientarsi e individuare le prede. Trascorrono linverno in letargo, in grotte,
in cantine, in miniere, negli edifici e
allinterno dei cavi degli alberi. In
estate vivono in colonie, partoriscono
un solo piccolo e lo allattano per circa
un mese. Oggi assistiamo a una drammatica riduzione dei pipistrelli. Questi
preziosi mammiferi sono minacciati dal
degrado degli ambienti naturali, dal taglio dei boschi non controllato, dalVespertilio maggiore
lasportazione
eccessiva
e
non
pianificata degli alberi morti o deperienti e dal disturbo dei siti di svernamento e riproduzione.
Tutte le specie italiane sono protette. I Monti della Tolfa ospitano diverse
specie di pipistrelli, tra cui ricordiamo il Ferro di cavallo minore, il Ferro di
cavallo maggiore, il Ferro di cavallo euriale, il Vespertilio minore, il Miniottero,
il Vespertilio di Capaccini e il Vespertilio maggiore.

Ferro di cavallo euriale

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Miniottero

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ITINERARI
Nellambito del Progetto Life, sono stati individuati sette percorsi naturalistici nel territorio del Comune di Tolfa. I sentieri sono stati studiati in modo da offrire al visitatore
un quadro d'insieme dei pi caratteristici ambienti naturali presenti sul territorio e
degli interventi di protezione e riqualificazione previsti dal "Progetto Life Natura Monti
della Tolfa". Il sentiero principale, proveniente dal Comune di Allumiere (sentiero Colle
di Mezzo), attraversa la localit Stazzalone e prosegue nel territorio di Tolfa fino a

Visita guidata presso il Casale delle Pietrische


raggiungere il Casale delle Pietrische dellUniversit Agraria di Manziana.
Nei pressi della Casermetta Forestale, una diramazione raggiunge la localit Troscione al limite sud del territorio del Comune di Tolfa. Sempre dalla Casermetta Forestale, procedendo verso nord, un sentiero di collegamento (sentiero di Monte
Castagno) conduce alla localit Comunali Macchiosi dove presente una rete di sentieri che partono dalla Baita di propriet dellUniversit Agraria di Tolfa. Lungo il sentiero di Monte Castagno, una ulteriore diramazione raggiunge il Comune di Canale
Monterano.
Lo scopo dei sentieri anche quello di unire tutti i Comuni e le Universit Agrarie
coinvolti nel Progetto Life Natura. I sentieri descritti sono percorsi attrezzati la cui
percorrenza facilitata da un apposita segnaletica: pannelli illustrativi, frecce direzionali e paletti segnavia.
I sentieri sono stati disegnati su tracciati gi esistenti e non sono previste sistemazioni
del fondo con mezzi meccanici per non interferire con le specie oggetto di conservazione. Tutti i sentieri possono essere percorsi a piedi, a cavallo e in mountain bike
(MTB). Al momento della realizzazione della presente guida i lavori per la loro realizzazione sono in fase di avvio.
Attrezzatura consigliata
Pur non essendo sentieri particolarmente difficili, opportuno indossare un abbigliamento comodo e delle scarpe adatte a un terreno sconnesso. Nel periodo autunnale
e invernale, o in seguito a piogge, consigliabile indossare calzature impermeabili.
E inoltre consigliato un abbigliamento mimetico, soprattutto se si vuole cercare di
osservare la fauna selvatica. In questo caso bisogner munirsi anche di un buon bi-

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nocolo. Rammentiamo infine, soprattutto in estate, di munirsi di una borraccia con


l'acqua.
Norme di Comportamento
La ZPS Monti della Tolfa conserva un ambiente straordinario, dove la bassa densit
di popolazione e il mantenimento di attivit agro-silvo-pastorali tradizionali hanno
reso questo comprensorio un vero hot-spot per gli uccelli. nostro compito mantenere tale ambiente integro, evitando di lasciare i segni del nostro passaggio o asportare souvenir in memoria della nostra passeggiata. Pertanto non raccogliamo fiori,
non danneggiamo le piante, non accendiamo fuochi, non lasciamo rifiuti, chiudiamo
i cancelli per il contenimento del bestiame e cerchiamo di non disturbare gli animali
con grida e rumori molesti.
Sentiero Monte Palarese
Coordinate geografiche Sistema di coordinate UTM-Fuso 33 Nord-ED50 (ItalySardinia).
Pannello Informativo lungo la S.S. S. Severa Tolfa Nord 4663393 Est 249105
Quota 120 metri
Casermetta Forestale Nord 4663204 Est
251915 Quota: 450 metri
Pian Curiano Nord 4664450 Est 255583
Quota 250 metri.
Tipologia del sentiero: impegnativo.
Lunghezza del percorso: 9.407 metri.
Resti della capanna con la base in pietra
Descrizione: Il sentiero, proveniente dal
Comune di Allumiere (sentiero Colle di Mezzo), parte dalla Strada Provinciale S. Severa Tolfa SP3b in corrispondenza del ponte sul fosso di Monteianni.
Una prima deviazione dal percorso di 320 metri, percorribile seguendo il corso del
Rio Fiume verso il mare, ci congiunge al Sentiero del Biancone che fa parte della rete
dei Sentieri del Rio Fiume descritti a pag. 34.
Per percorrere invece il Sentiero di Monte Palarese occorre volgere le spalle al mare,
superato il cancello a destra, seguiamo il corso del Rio Fiume verso monte per circa
460 metri fino alla confluenza tra il Fosso del Lascone e il Fosso del Vallone. Superata
la confluenza tra i due fossi giriamo a destra per un sentiero che costeggia la destra
orografica del Fosso del Vallone. Dopo circa 2 chilometri in leggera salita in mezzo a
boschi e pascoli cespugliati raggiungiamo il Prato della Montagna, tra Monte S. Ansino e Monte Acqua Tosta. Proseguendo il sentiero costeggiamo il bosco e il muretto
a secco, passiamo sotto il fontanile e arriviamo alla Casermetta Forestale. Lasciata
la Casermetta Forestale, attraversiamo la strada asfaltata Comunale Nocchia Femmina Morta Casermetta Forestale e imbocchiamo la strada sterrata di fronte, in direzione Monte Palarese.
Dopo il cancello si gira sulla
destra e si prende la strada
inizialmente in salita. La
strada sterrata segue il
tracciato dellalta tensione.
In seguito, allontanandoci
dai fili elettrici, il percorso
fiancheggia il lato sinistro di
Monte Palarese. Attraversiamo un boschetto di
querce fino ad arrivare ad
un quadrivio con un rimessino sulla sinistra nella sella
tra Monte Palarese e Monte
Perazzeto. Poco prima del
Fontanile delle Cannucce

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quadrivio sulla sinistra si notano i resti di unantichissima capanna con la base in pietra. Superata unampia radura, la strada scende e dopo un tornante a destra si giunge
ad un cancello in corrispondenza di un rimessino. Superato il cancello sulla sinistra
troviamo il Fontanile delle Cannucce. Prendiamo la strada sterrata in discesa verso
il Fosso di Valle Ascetta, lo guadiamo, giriamo subito a destra entriamo nel cancello,
riattraversiamo il fosso e seguiamo la strada sterrata verso valle. Superato il Fosso
delle Ciovitte, con acqua corrente tutto lanno, costeggiamo il Fosso Magnaferro sulla
sua destra orografica, attraversando piccole radure in un pascolo cespugliato. La
strada sterrata infine sale per entrare in un bosco misto. Superato il cancello si raggiunge lampio pianoro di Pian Curiano. Qui il sentiero continua lungo la strada sterrata alla destra del piccolo fontanile fino al Casale delle Pietrische, allacciandosi alla
rete sentieristica realizzata dallUniversit Agraria di Manziana.
Sentiero di collegamento Monte Castagno
Coordinate geografiche Sistema di coordinate UTM-Fuso 33 Nord-ED50 (Italy-Sardinia).
Incrocio tra Strada Comunale Nocchia Femmina Morta Casermetta Forestale e
strada sterrata per Monte Palarese Nord 4663298 Est 251997. Quota 450 metri.
Pannello informativo ingresso strada sterrata Cesarelle Monte Acetino Nord
4664830 Est 251909. Quota 384 metri.
Pannello informativo Fontanile di Baldone lungo la strada del Marano Nord 4673828
Est 249084. Quota 323 metri.
Tipologia del sentiero: impegnativo.
Lunghezza del percorso: 16.832 metri
Descrizione: Il percorso principale parte dal bivio per il sentiero Monte Palarese sulla
Strada Comunale Nocchia Femmina Morta Casermetta Forestale in direzione di
Tolfa.
Una diramazione lungo la strada asfaltata in discesa in direzione S. Severa ci
permette di vedere le aree a prato pascolo della Torara, Troscione e Favaro, oggetto
dinterventi delle Azioni Life.
Il Casale S. Ansino, di colore
giallo, che si trova scendendo sulla sinistra, di propriet dellUniversit Agraria
di Tolfa. Qui vengono allevate
in purezza le vacche maremmane e il cavallo tolfetano. Il
percorso termina 100 metri
dopo la strada sterrata a destra (chiusa dal cancello) per
la localit Troscione (2.966
metri dalla partenza), al confine comunale di Tolfa dopo
aver percorso 3.064 metri.
Prato pascolo in localit Troscione
Il percorso di Monte Castagno, superato il valico, prosegue lungo la strada verso
Tolfa e scende fino alla frana. Sulla sinistra il bosco ricopre Monte Acqua Tosta,
sulla destra possiamo osservare un tipico pascolo cespugliato di grandi dimensioni:
la Valle Ascetta delimitata sulla destra da Monte Perazzeto e sulla sinistra, in
fondo, da Monte Acetino. Al termine del bosco di Monte Acqua Tosta, sulla destra
si apre un bel panorama verso Tolfa. A 1.584 metri dallinizio del percorso prendiamo a destra la strada sterrata in leggera salita chiamata Cesarelle - Monte Acetino.
Successivamente prendiamo la prima strada sterrata in discesa sulla sinistra che
ci porta al Pianoro del Termine, oggetto dintervento Life. Superato leggermente il
pianoro, giriamo a sinistra e scendiamo lungo il sentiero fino al Fosso del Ferrone.

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Da qui, proseguendo a destra lungo il Fosso del Ferrone, possiamo raggiungere la


Riserva di Monterano.
Diramazione per la Localit Grottini nella Riserva Naturale Monterano
Coordinate geografiche Sistema di coordinate UTM-Fuso 33 Nord-ED50 (Italy-Sardinia).
Pannello Informativo Fosso del Ferrone Nord 4666347 Est 253190. Quota 225 metri.
Lunghezza del percorso: 3.448 metri
Descrizione: Il sentiero segue il corso del Fosso del Ferrone fino alla confluenza con
il Fosso Lenta. Lungo il percorso (dopo circa 1.500 metri dalla partenza) possibile
visitare la necropoli etrusca di Ferrone posta sul pianoro tufaceo, sulla sinistra oro-

Paesaggio in localit La Scontta


grafica del fosso. Arrivati alla confluenza con il Fosso Lenta, superiamo il fosso e risaliamo la collina di fronte seguendo la strada sterrata che giunge alla S.S.
Braccianese Claudia. Giunti allincrocio giriamo a sinistra e percorriamo la discesa
asfaltata fino alla localit Grottini, dove presente la necropoli etrusca. Da qui possibile collegarsi alla rete dei sentieri della Riserva Naturale di Monterano.
Il percorso di Monte Castagno prosegue a sinistra nel fondovalle fino a raggiunge la
strada sterrata che risale fino alla Strada Comunale Nocchia Femmina Morta Casermetta Forestale. Si accede alla strada asfaltata uscendo dal cancello di fronte ai
Casali di Femmina Morta. Da qui proseguiamo a destra in direzione Tolfa lungo la
strada asfaltata per circa 700 metri, per poi prendere la strada sterrata a destra in
salita che entra nel bosco sotto Monte Castagno. Al primo bivio andiamo dritti. Al
successivo quadrivio giriamo a sinistra e scendiamo verso il Fosso Cupo. Lo costeggiamo seguendo il sentiero e successivamente lo attraversiamo, prendendo la
Strada dei Campi di S. Lucia che porta nel fondovalle. Attraversiamo sul ponte il
Fosso S. Lucia e giriamo a destra percorrendo la strada fino alla Fornace del Gesso,
lungo il Fosso Verginese. Arrivati allincrocio con la SP3a - Strada Provinciale Braccianese Claudia, girando a destra possiamo raggiungere la Riserva di Monterano.
Diramazione per il territorio comunale di Canale Monterano
Coordinate geografiche Sistema di coordinate UTM-Fuso 33 Nord-ED50 (Italy-Sardinia).
Bivio Fornace del Gesso Nord 4670583 Est 250446. Quota 140 metri.

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Descrizione: Dalla Fornace del Gesso, girando a destra e seguendo la S.S. Braccianese Claudia per 7.000 metri possibile raggiungere la localit Grottini ed allacciarsi
alla rete dei sentieri realizzati dalla Riserva Naturale di Monterano.
Attraversata la SP3a Strada Provinciale Braccianese Claudia, il sentiero di fronte percorre in salita la collina fino a raggiungere lampio pianoro tufaceo di Pian Conserva,
ricco di tombe etrusche. Proseguiamo verso Nord e attraversiamo la strada sterrata
dei Casali Conserva e scendiamo al Fosso dellAcqua Bianca. Superato il fosso si
prosegue lungo il sentiero fino ad immetterci sulla Strada Comunale Vecchia Dogana.
Al successivo bivio giriamo a sinistra e seguiamo la Strada Vicinale delle Mole Vecchie del Mignone fino al successivo quadrivio. A questo punto prendiamo la strada
sterrata in salita verso Monte Piantangeli fino al Fontanile del Baldone. Da questo
punto ci si collega al sentiero di Monte Piantangeli e a tutti gli itinerari dei Comunali
Macchiosi.

Itinerari Comunali Macchiosi

Per raggiungere i 5 sentieri dei Comunali Macchiosi, dal paese di Tolfa prendiamo la
Strada Provinciale Braccianese Claudia verso Canale Monterano, Manziana e Bracciano. Percorso circa 1 chilometro, in prossimit di un ampia curva a destra, giriamo
a sinistra per la Strada Vicinale del Marano, con indicazioni stradali per i siti archeologici Tempio etrusco romano Ruderi Abbazia di Piantangeli Ruderi del Castello
di Monte Cocozzone. Percorso un altro chilometro, subito dopo un piccolo ponticello
a sinistra parte il Sentiero dei Ginepri che porta alla Baita dellUniversit Agraria di
Tolfa. Dopo circa 410 metri in salita, prendiamo sulla sinistra una strada sterrata che
ci porta alla Baita dellUniversit Agraria, luogo di partenza o di arrivo di tutti gli itinerari.
Sentiero dei Ginepri
Coordinate geografiche Sistema di coordinate UTM-Fuso 33 Nord-ED50 (Italy-Sardinia).
Pannello Informativo in localit Due Fossa Nord 467352 Est 247496 Quota 300 metri.
Pannello Informativo Baita Universit Agraria Nord 4673973 Est 247532 Quota 405 metri.
Tipologia del sentiero: facile.
Lunghezza del percorso: 670 metri.
Descrizione: Il sentiero parte dalla Strada del Marano nei pressi del piccolo ponte in
localit Due Fossa. Spalle al paese si sale a sinistra nella macchia mediterranea,
lungo un antico lastricato di pietra locale. Di tanto in tanto la strada segnata da canaletti trasversali che servono per disperdere lacqua piovana in modo da non distruggere il basolato. Il sentiero porta ad una zona aperta dove presente una
protuberanza lavica: un piccolo cono vulcanico originatosi con la formazione dei
Monti della Tolfa alla fine del Pliocene, che prende il nome di Sasso della Strega. Proseguendo il sentiero si giunge in
breve alla Baita dellUniversit
Agraria di Tolfa, dove termina il
percorso.
Sentiero Monte Piantangeli
Coordinate geografiche Sistema di
coordinate UTM-Fuso 33 NordED50 (Italy-Sardinia).
Pannello Informativo Baita Universit Agraria Nord 4673973 Est
247532 Quota 405 metri.
Pannello informativo Fontanile di
Baldone lungo la strada del Marano Nord 4673828 Est 249084.
Monte Piantangeli
Quota 323 metri.
Pannello Informativo Sentiero Monte Bertone Nord 4674804 Est 247949. Quota 456 metri.
Pannello informativo Grasceta dei Cavallari Nord 4674612 Est 247499. Quota 437 metri.

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Tipologia del sentiero: facile.


Lunghezza del percorso: 7.460 metri
Descrizione: Il sentiero parte dalla Baita dellUniversit Agraria: prendiamo la Strada
Vicinale Tiglia Aravecchia verso est per circa 50 metri, successivamente giriamo a
sinistra per la strada sterrata. La strada sale tra il bosco e il pascolo cespugliato poi
gira verso Nord scendendo verso il piccolo fosso. Poco dopo, superata la salita, il
percorso prosegue in piano fino ad arrivare al sentiero che si tramuta poi in strada
che scende dolcemente a destra raggiungendo dopo 700 metri il Fontanile di Baldone
sulla Strada del Marano. Giunti al fontanile, lo superiamo e prendiamo il sentiero alla
sua destra. Il sentiero, localmente chiamato Sentiero dei Monaci, sembra fosse utilizzato dai frati benedettini dellAbbazia di Piantangeli per il rifornimento dacqua. Il
sentiero allinizio sale ripidamente su un terreno roccioso con scarsa vegetazione e
con un dislivello di circa 200 metri. Successivamente il tracciato, costituito da un antico basolato, si fa meno ripido e costeggia il fosso fino ad affacciarsi in un prato cespugliato. Da qui se con una breve deviazione saliamo a destra raggiungiamo la vetta
di Monte Piantangeli, da dove possibile ammirare un panorama stupendo su Tolfa
e il suo territorio. Il sentiero invece prosegue verso Nord e conduce in poco tempo ai
resti dellAbbazia di Piantangeli. Da qui si gode di un ampio panorama sul Fiume Mignone e sulla campagna viterbese. Lasciata lAbbazia, il sentiero attraversa il prato
cespugliato e segue la strada sterrata fino al cancello. Dopo il cancello, superiamo il
bivio sulla destra per il sentiero della Grasceta di Tittarella e proseguiamo dritti nel
bosco per 1.220 metri seguendo la Strada Vicinale Monte Piantangeli. Al quadrivio
successivo prendiamo la strada al centro e percorsi 545 metri arriviamo alla Grasceta
dei Cavallari. Qui, allombra degli alti cipressi, presente un tempio etrusco-romano.
Il percorso continua a sinistra lungo la Strada Vicinale Tiglia Aravecchia e dopo circa
918 metri ci troviamo alla Baita dellUniversit Agraria di Tolfa, nostro punto di partenza.
Sentiero Monte Bertone
Coordinate geografiche Sistema di coordinate UTM-Fuso 33 Nord-ED50 (Italy-Sardinia).
Pannello Informativo Baita Universit Agraria Nord 4673973 Est 247532 Quota 405 metri.
Pannello Informativo Sentiero Monte Bertone Nord 4674804 Est 247949. Quota 456 metri.
Pannello informativo Grasceta dei Cavallari Nord 4674612 Est 247499. Quota 437 metri.
Tipologia del sentiero:facile.
Lunghezza del percorso: 3.390 metri
Descrizione: Il sentiero parte dalla Baita
dellUniversit Agraria e prosegue sulla
Strada Vicinale Tiglia Aravecchia verso
est per circa 50 metri. Successivamente
giriamo a sinistra per la strada sterrata in
salita, tra il bosco e il pascolo cespugliato. La strada quindi gira verso Nord
scendendo verso il piccolo fosso. Poco
dopo si risale per riprendere il piano fino
ad arrivare ad un bivio. Giriamo a sinistra
e prendiamo il sentiero che poi diventa
una strada in salita che arriva sulla
Bivio per il Casale del Tecchio
Strada Vicinale Monte Piantangeli, in corrispondenza con il cancello per il Casale del Tecchio. Giriamo a sinistra e dopo 545
metri arriviamo alla Grasceta dei Cavallari. Da qui girando a sinistra e percorrendo la
Strada Vicinale Tiglia Aravecchia in discesa per 918 metri, si giunge al punto di partenza.
Sentiero Grasceta di Tittarella
Coordinate geografiche Sistema di coordinate UTM-Fuso 33 Nord-ED50 (Italy-Sardinia).
Pannello Informativo Baita Universit Agraria Nord 4673973 Est 247532 Quota 405

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metri.
Pannello informativo Grasceta dei Cavallari Nord 4674612 Est 247499. Quota
437 metri.
Pannello Informativo Sentiero Monte
Bertone Nord 4674804 Est 247949.
Quota 456 metri.
Pannello informativo Grasceta di Tittarella Nord 4675176 Est 248329. Quota
371 metri.
Tipologia del sentiero: medio facile.
Lunghezza del percorso: 5. 930 metri
Grasceta di Tittarella
Descrizione: Il sentiero ha inizio dalla
Baita dellUniversit Agraria. Prendiamo la Strada Vicinale Tiglia Aravecchia verso
Nord e dopo circa 918 metri arriviamo alla Grasceta dei Cavallari, dove presente
un tempio etrusco-romano. Giriamo a destra per la Strada Vicinale Monte Piantangeli
e la percorriamo per circa 1.765 metri fino ad un incrocio. Imbocchiamo la strada
sterrata sulla sinistra che scende sotto i fili dellalta tensione fino ad unampia radura
chiamata localmente Grasceta di Tittarella. Proseguiamo lungo la strada sterrata
verso nord, delimitata sulla sinistra dalle altane per la caccia ai cinghiali, passando
sulle pendici Est di Poggio Fico. Guadiamo il fosso del Ghiacciarello e, girando a sinistra, seguiamo la strada sterrata in leggera salita lungo la Strada Vicinale Tiglia Aravecchia che gira intorno a Poggio Fico fino ad un fontanile che troviamo sulla sinistra.
Continuando a salire, troviamo sulla sinistra un altro fontanile dismesso confinante
con una strada sterrata che porta al Casale Il Tecchio. Proseguendo dritto lungo lampia strada sterrata, saliamo nel bosco di querce e castagni, arriviamo dopo circa 500
metri alla Grasceta dei Cavallari. Da qui, prendendo la Strada Vicinale Tiglia Aravecchia verso Sud, dopo circa 918 metri si torna alla Baita dellUniversit Agraria di Tolfa.
Sentiero Cerro Bello
Coordinate geografiche Sistema di coordinate UTM-Fuso 33 Nord-ED50 (Italy-Sardinia).
Pannello Informativo Baita Universit Agraria
Nord 4673973 Est 247532 Quota 405 metri.
Pannello informativo Grasceta dei Cavallari
Nord 4674612 Est 247499. Quota 437 metri.
Pannello informativo Cerro Bello Nord
4675611 Est 247078. Quota 350 metri.
Tipologia del sentiero: medio facile.
Lunghezza del percorso: 5.186 metri
Descrizione: Il sentiero parte dalla Baita
dellUniversit Agraria. Prendiamo la
Strada Vicinale Tiglia Aravecchia verso
Nord e dopo circa 918 metri arriviamo alla
Grasceta dei Cavallari, dove presente un
tempio etrusco-romano. Al trivio prendiamo la Strada Vicinale Monte Cozzone in
discesa a sinistra e la percorriamo per
1538 metri fino al fosso di Capocaccia. Qui
giriamo a destra e prendiamo la strada
sterrata in discesa, parallela al fosso, percorsi circa 300 metri possibile ammirare
sulla destra a circa 30 metri dal sentiero un
cerro secolare, conosciuto localmente con
il nome di Cerro Bello. La sua chioma veramente maestosa e raggiunge un diametro di 20 metri; anche il tronco ha un
diametro ragguardevole di 4,80 metri e si
Il maestoso tronco di Cerro Bello

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stima che abbia un et di circa 300 anni. Ritornati sul sentiero procediamo in discesa,
attraversiamo un piccola radura in mezzo al bosco, chiamata localmente Grasceta
di Copponi, fino ad arrivare al fosso, lo guadiamo e proseguiamo verso Monte Cozzone, lungo la mulattiera. Vicino a un muro a secco, si prende il sentiero a sinistra
che attraversa la macchia mediterranea congiungendosi alla Strada Vicinale Monte
Cozzone e dopo aver percorso circa 1 chilometro si ritorna al fosso di Capocaccia.
Da qui il percorso segue il tracciato fatto allandata fino alla Grasceta dei Cavallari e
successivamente fino alla Baita dellUniversit Agraria di Tolfa.
Itinerario urbano Bassano-Strada del Bagnarello
Coordinate geografiche Sistema di coordinate UTM-Fuso 33 Nord-ED50 (Italy-Sardinia).
Pannello Informativo Nord 4671073 Est 247072. Quota 475 metri
Tipologia del sentiero: facile.
Lunghezza del
percorso:
1.270 metri
Descrizione: Il
paese di Tolfa
offre un percorso ad anello
che permette
ai visitatori di
conoscere le
valenze naturalistiche
di
tutta l'area. Il
sentiero inizia
dalla
piazza
principale del
paese, Piazza
Vittorio Veneto
(Piazza Nuova)
scende per via
Biodiversit degli antichi muretti a secco
Ugo
Fondi,
gira a sinistra per la Strada del Bagnarello, raggiunge via del Bagno, Piazza Giacomo
Matteotti (Piazza Vecchia), percorre tutta via Roma fino a ritornare alla piazza di partenza. Lungo il percorso troverete alcune tabelle informative per scoprire le bellezze
naturalistiche del territorio, un binocolo panoramico per osservare il paesaggio circostante, alcune panchine per riposarvi e ammirare il paesaggio e numerose frecce
direzionali per facilitare il percorso.
I sentieri della Valle del Rio Fiume
Realizzati dalla Cooperativa TUR Monti della Tolfa
Nel territorio comunale esistono altri tre sentieri naturalistici, realizzati dalla Cooperativa Tur Monti della Tolfa, finanziati nel 2011 dal Consiglio Regionale del Lazio in
collaborazione e con il patrocinio dellUniversit Agraria e del Comune di Tolfa.
Sentiero del Biancone
Coordinate geografiche Sistema di coordinate UTM-Fuso 33 Nord-ED50 (Italy-Sardinia).
Ingresso: Centro Natura e Cavallo Nord 4661145 Est 247150
Quota di partenza: 66 metri
Tipologia del sentiero: difficolt media
Lunghezza del percorso: 7.168 metri
Descrizione: un anello che partendo dal centro Natura e Cavallo sale sui crinali di
Poggio Finocchiara, di Monte Chiavaccio e Monte del Cavone (da quota 60 a quota
386 metri s.l.m.) per poi ridiscendere fino al corso del Rio Fiume, in localit Stazzalone, seguendone il corso fino al punto di partenza.

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Sentiero didattico di Rio Fiume


Coordinate geografiche Sistema di coordinate UTM-Fuso 33 Nord-ED50 (Italy-Sardinia).
Ingresso: cancello lungo la strada S. Severa Tolfa Nord 4661093 Est 247226
Quota di partenza: metri 60
Tipologia del sentiero: facile
Lunghezza del percorso: 691 metri
Descrizione: il sentiero situato tra la strada provinciale e il corso del torrente Rio
Fiume, in unarea ricoperta di boschi dalto fusto e specie arbustive tipiche della macchia mediterranea. Lungo il percorso, strutturato come una piacevole passeggiata
tra il bosco e il corso dacqua, il visitatore trover punti di informazione sugli aspetti
naturalistici del territorio e sulle attivit agro-silvo-pastorali tradizionali dei Monti della
Tolfa (lallevamento del bestiame, la tradizione del cavallo maremmano tolfetano,
lUniversit Agraria, ecc.).
Ippovia della Cicugnola
Coordinate geografiche Sistema di coordinate UTM-Fuso 33 Nord-ED50 (Italy-Sardinia).
Ingresso: cancello adiacente al Rio Fiume lungo la strada S. Severa Tolfa Nord
4661004 EST 246998
Quota di partenza: metri 60
Tipologia del sentiero: impegnativo
Lunghezza del percorso: 8.684 metri
Descrizione: Il percorso inizia dal cancello adiacente al ponte sul Rio Fiume, a pochi
passi dal Centro Natura e Cavallo, sale su una vecchia strada per lasporto della legna
dal bosco e va poi a ricongiungersi con il tratto pi alto del sentiero del Biancone. In
prossimit di Monte del Cavone lippovia devia verso sinistra per dirigersi verso il
bosco ed il Casaletto della Cicugnola (punto di sosta del percorso con il vicino fontanile) per poi ridiscendere verso il Fosso del Chiavaccio e giungere quindi al punto
di partenza.

Upupa
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VISITARE TOLFA
Come arrivare

Tolfa dista da Roma circa 70 Km e si pu raggiungere da Roma in diversi modi. Innanzi tutto si pu prendere la S.S. 1 Aurelia fino a S. Severa e si percorre la Strada
Provinciale S. Severa Tolfa SP3b fino a Tolfa. In alternativa si prende lautostrada A
12 per Civitavecchia, si esce a S. Severa e si percorre la Strada Provinciale S. Severa

Chiesa di S. Egidio
Tolfa SP3b. Dalla Cassia bisogna prendere la S.S. 493 Braccianese Claudia e seguire le indicazioni per Bracciano Manziana. Da Manziana la SP3a Strada Provinciale Braccianese Claudia vi condurr a Tolfa. Venendo da Viterbo si prende la S.S.
Cassia fino a Vetralla, poi si prosegue per Civitavecchia; giunti sulla S.S. Aurelia si
imbocca lautostrada A 12 per Roma uscendo a Civitavecchia Nord e successivamente si percorre la strada statale SP 7b per Allumiere e quindi si arriva a Tolfa. In alternativa si prende la S.S. Cassia e dopo Cura di Vetralla si prende la S.S. 493 per
Vejano, Oriolo e Canale Monterano. A Canale Monterano prendete la SP3a Strada
Provinciale Braccianese Claudia che vi condurr a Tolfa.
I servizi di pullman pubblici prevedono collegamenti Cotral con partenze da Cornelia
(Metro A) e Saxa Rubra (Ferrovie Roma Nord, raggiungibile con bus Atac o con treno
Roma Nord dalla fermata Metro A Flaminio).
In treno possibile utilizzare la linea di Trenitalia Roma - Civitavecchia con coincidenza con il pullman Cotral per Allumiere e quindi Tolfa. Dalla stazione di S. Severa
un servizio di minibus urbano collega la stazione con il centro di Tolfa con tre corse
giornaliere. (Orari: Stazione S. Severa - Tolfa 9.00 12.10 16.30. Tolfa - Stazione
S. Severa 08.20 11.40 15.15).
Sia per i bus Cotral che per i treni bisogna acquistare i biglietti prima di salire a bordo.
Gli orari dei treni potete trovarli su www.trenitalia.it e quelli dei bus Cotral su www.cotralspa.it e per quelli relativi a Civitavecchia www.civitavecchia.com

Dove alloggiare
A Tolfa possibile pernottare presso le seguenti strutture ricettive:
Hotel
Tolfa Hotel Via Lizzera, 44. Tel. 0766.93286
e-mail: info@tolfahotel.it sito web: www.tolfahotel.it

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Agriturismi
Agriturismo e B&B Fontana del Papa, Strada Provinciale Santa Severa - Tolfa SP
3/b km 18.300. Tel. 0766.93455 - Cell. 392.5178425
e-mail: info@fontanadelpapa.it - sito web: www.fontanadelpapa.it
Agriturismo Le Ferriere, Loc. Edificio del Ferro Tel. 0766.93521 - Cell. 388.1611585
e-mail: leferriere@tiscali.it
sito web: http://www.leferriere.eu/Le_Ferriere/Benvenuto.html
Casale dellAcqua Bianca S.P. 3/A ex Braccianese Claudia, Km. 15,600
Cell. 347.4428450 - 348.7429027
e-mail: info@casaledellacquabianca.com - sito web:www.casaledellacquabianca.com

Centro Natura e Cavallo Strada Provinciale Santa Severa - Tolfa, km. 3.


Tel. 0766.570204 - Cell. 348.5428235
e-mail: info@naturaecavallo.com - sito web: www.naturaecavallo.com
Bed & Breakfast e Affittacamere
Affittacamere Tolfa Chef Via U. Fondi, snc
Tel. 0766 92744 - 0766.92443 - Cell. 338.8031013
Bed & Breakfast La Pineta di Tolfa, Via Brodolini 7 Localit Cibona
Tel. 0766.92329 - 0766.950048 - Cell. 328.9198828
Bed & Breakfast Atena, Via Brodolini, 1
Tel. 0766.92185 - Cell. 328.8733698
e-mail: info@bbatena.com - sito web: www.bbatena.com
Bed & Breakfast Bellavista Via G. Belli, 5 Tel. 0766.92280
Bed & Breakfast La Rosa dei Venti Via Annibal Caro, 137
Tel. 0766.92764 - Cell. 329.8190936
Bed & Breakfast La Quercia Via della Pacifica, 25 Tel. 0766.92165

Chiostro del Convento dei Cappuccini

Dove mangiare
A Tolfa possibile mangiare nei seguenti ristoranti e trattorie:
Da Buzzico, zuppe e cucina tipica di Tolfa. Via Roma, 162. Tel . 0766.92811.
Dar Coccone, cucina casareccia e pasta per celiaci. Via Frangipane, 4
Tel. 0766.940227 - Cell. 338.8755509.

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Da Maria, cucina casareccia dei Monti della Tolfa: pasta fatta in casa, cinghiale, funghi
e tartufi. Via del Forno, 18 Tel. 0766.93724 - Cell. 349.8783391.
La Caballera, cucina casareccia e sala per banchetti. Viale dItalia, 188
Tel. 0766.92134.
L'Edera, prodotti locali, cacciagione, lumache e tartufo. Piazza G. Marconi, 20
Tel. 0766.93562 - Cell. 320.1814936.
La Loggetta, cucina tipica casareccia. Via del Bagno, 9
Tel. 0766.92744.
La Loggetta Pi, cucina laziale e tradizionale. Via Ulderigo Fondi snc
Tel. 0766.93443.
La Rocca del Frangipane del Tolfa Hotel, cucina tradizionale e creativa. Prodotti a
chilometro zero e cucina certificata senza glutine. Via Lizzera, 44
Tel. 0766.93286 - 0766.921141
Casale dellAcqua Bianca, cucina tipica, grande spazio verde esterno, men per celiaci. S.P. 3/A ex Braccianese Claudia, Km. 15,600
Cell. 347.4428450 - 348.7429027
e-mail: info@casaledellacquabianca.com - sito web: www.casaledellacquabianca.com

Centro Natura e Cavallo, cucina tipica tolfetana. Strada Provinciale Santa Severa Tolfa, km. 3.
Tel. 0766.570204 - Cell. 348.5428235
e-mail: info@naturaecavallo.com - sito web: www.naturaecavallo.com
Pizzerie
Da Adriana, Via Roma, 154. Cell. 347.7691377 349.6963800
LOra della Pizza, Viale dItalia, 22. Cell. 333.2056059
Pizzeria Italia, Via Roma, 110. Tel. 0766.93107

Cucina locale e piatti tipici


La tradizione di impiegare piante spontanee a scopo alimentare molto antica. Furono le prime civilt mediterranee a studiare in maniera approfondita le caratteristiche
di molti vegetali cercando di individuarne le propriet terapeutiche o alimentari. Il sapiente utilizzo delle piante selvatiche, tramandato dalle persone anziane ancora
vivo nei Monti della Tolfa. La cucina locale utilizza ancora i prodotti del territorio come
il grano duro, le erbe spontanee, i funghi, i tartufi che crescono nellarea, le lumache

I carcio selvatici vengono consumati sotto olio

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Lacquacotta e i suoi ingredienti


e le carni bovine, equine e suine che vivono allo stato brado. Anche i dolci sono realizzati utilizzando prodotti locali come castagne, miele e uva passa.
Acquacotta: zuppa di verdure stagionale con pane raffermo di grano duro e condimento a base di lardo di maiale, salsiccia, uova, cipolla, aglio, peperoncino e persa
(maggiorana).
Ovo sperso o Uovo sperduto: zuppa di cipolle con pomodoro, olio, persa (maggiorana) e uova.
Mentucciata: zuppa di mentuccia con pane tolfetano raffermo di grano duro, sale,
olio, pomodoro, patate, cipolla, aglio (con la buccia) e peperoncino.
Pizza con le grigliele: allimpasto della pizza (acqua, farina e lievito) si aggiungono
cannella, zucchero e grigliele che sono dei pezzi molto piccoli, come delle briciole,
di carne che rimangono dopo la lavorazione del maiale soprattutto quando si scioglie
il grasso per fare lo strutto....quindi sono tutti quei pezzetti di carne magra che si trovano all'interno del grasso del maiale.
Pizza alla moda: allimpasto classico della pizza vengono aggiunte ricotta, zucchero,
cannella, strutto e limone grattugiato.
Ghighe alle erbe selvatiche: le ghighe (beghe, strozzapreti) sono una pasta fatta di
acqua e farina, lasciata cuocere in padella con un sugo composto da pomodoretti,
aglio, olio, peperoncino ed erbette selvatiche varie.
Trista: pane tolfetano raffermo di grano duro abbruscato con aglio, patate, cipolla,
mentuccia, peperoncino e aringa.
Baccal in agro e dolce: tipico
delle feste natalizie composto da
baccal, cipolla, uva passa, quarti
di mela essiccati, prugne secche,
visciole secche e peperoncino.
Frittata dabboiele (tamari): si
sciacquano gli abboglioli e si sbollentano per diminuirne il sapore
amaro, poi si mettono in padella
con olio, sale e si lasciano cuocere
per alcuni minuti, si sbattono le
uova in un piatto fondo, si mescolano con gli abboglioli, poi si lascia
cuocere e si versa il tutto in piatto Lumache rigatelle romane
piano.

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Panonto: piatto tipico dellinverno, da consumare davanti ad un camino con il fuoco


acceso. Pane di grano duro, salsicce bianche e nere, guanciale, pancetta, braciole e
costarelle di maiale condite con sale e finocchietto selvatico. A mano a mano che la
carne cuoce inserirla e schiacciarla tra le fette di pane, in modo che vi lasci parte del
condimento e il grasso (pane unto, o panonto).
Biscotti di S. Egidio: biscotti tipici che vanno fatti lievitare a lungo. Prima della cottura va spennellata la superficie con luovo. Gli ingredienti sono uova, farina, zucchero, anice,lievito di birra e vermouth.

Prodotti locali
Allevamenti biologici di carne maremmana: la vacca maremmana e il cavallo tolfetano sono allevati allo stato brado in perfetta sintonia con lambiente. LUniversit
Agraria di Tolfa, ente di diritto pubblico per la gestione degli usi civici, sta allevando
in purezza la vacca maremmana e il cavallo tolfetano utilizzando tecniche biologiche
a favore della biodiversit e della tutela dellambiente. La carne viene venduta tramite
aste pubbliche.
Lumache: sono allevate a ciclo biologico nei terreni dei Monti della Tolfa. Le lumache
della zona, rigatella
romana, vengono
consumate
rispettando le vecchie ricette della tradizione
tolfetana.
Pane di grano duro:
pane tipico dal caratteristico colore giallo,
realizzato con farina
di grano duro e cotto
in forni a legna. Il
grano duro viene coltivato in zona gi dai
primi dell1800.
Castagne: chiamate
un tempo pane dalCastagne locali
bero costituivano un
bene prezioso per la popolazione residente. La castagna era infatti una preziosa alleata nei mesi invernali, in grado di
saziare famiglie dalle
limitate disponibilit
economiche. Unita
alla farina di mais, al
latte o alle patate costituiva il piatto unico
della cucina povera.
Per le famiglie pi indigenti sostituiva addirittura i cereali, pi
costosi e rari, tanto
che la farina di castagna veniva utilizzata
nella preparazione del
pane. Vengono anFunghi porcini
cora
consumate
come caldarroste, per fare il castagnaccio e per preparare una crema che si consuma
come primo piatto.
Funghi porcini e tartufi: I funghi e i tartufi nascono spontanei nel territorio e vengono

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raccolti per il loro valore alimentare tra maggio e ottobre. Il tartufo, localmente chiamato
scorzone, viene raccolto nei boschi del territorio tra maggio e settembre. Funghie tartufi
si consumano appena colti, cotti come condimento, secchi o sottolio.
Artigianato
Nelle botteghe artigiane, si
produce da tempi storici la
famosa borsa di Tolfa,
detta "catana". Intorno al
1970 la catana arriva addirittura in America e in Italia
la "borsa di Tolfa" era diffusissima tra gli studenti
della capitale.
Accanto alla catana, con il
cuoio vengono prodotti i
cosciali, le selle, le cinte e
gli stivali, gli scarponcini, i
cappelli, i cinturoni, le briBorse di Tolfa
glie, le staffe, i sottosella e
vari modelli di borse, da quelle per il lavoro, a quelle da viaggio, ai pi moderni zainetti.
Dove andare a cavallo
Associazione Sportiva Dilettantistica La Concia Performance Horse 2012 Affiliato Regione Lazio, Loc. Concia, snc Tel. 347.1546047 - Fax. 0766.949056
e-mail: agriturismolaconcia@libero.it
Circolo Ippico il Paddock, Via del Marano, snc Tel. 0766.92083
e-mail: info@ilpaddock.it sito web: http://www.ilpaddock.it
Centro Natura e Cavallo,
Strada Provinciale Santa
Severa - Tolfa, km. 3
Tel. 0766.570204
Cell. 348.5428235
e-mail: info@naturaecavallo.com
sito web: www.naturaecavallo.com

Feste, sagre e
tradizioni locali

Gennaio
6 gennaio Festa della Be- Selle realizzate in cuoio
fana. Sfilata a cavallo e
fiaccolata.
17 gennaio Festa di S. Antonio Abate. Processione del Santo, benedizione degli animali.
Febbraio
Carnevale di Tolfa sfilata con carri allegorici e maschere.
Pasqua
Tradizionale processione del Venerd Santo con costumi depoca, con penitenti con catene.
Estate a Tolfa
A partire dal mese di giugno ogni weekend a Tolfa si tiene una serie di manifestazioni,
feste e sagre organizzate dal Comune, dallUniversit Agraria, dalle Associazioni cittadine,
dai Rioni e dalla Pro Loco. Di seguito elenchiamo le principali:
Giugno
Rassegna del Cavallo Tolfetano. Motorfest. Festa delle ghighe. Sagra del prosciutto
e dei prodotti tipici locali. Wild nature festival, rassegna musicale.

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Giugno/Luglio Festa del tartufo.


Luglio
Tolfa Jazz Festival. Sagra della bistecca tolfetana. Ultimo weekend di Luglio, Torneo dei Butteri rionale. Manifestazioni di abilit con il cavallo: marchiatura e cattura
dei vitelli.

Torneo dei Butteri

Agosto
Primo weekend di Agosto TolfArte, festival internazionale dellarte di strada e dellartigianato artistico. Sito web: www.tolfarte.it
Settimana di Ferragosto Festa della musica. 15 agosto Finali regionali del torneo dei
butteri. Festa della ciambella.
Fine Agosto - Settembre
Festeggiamenti in onore del Patrono S. Egidio Abate. Celebrazioni religiose, tradizionale
corsa dei cavalli purosangue al fantino (Drappo dei Comuni), giochi e spettacoli musicali, tombolata, spettacolo pirotecnico.
Ultimo weekend di agosto, 1 settembre Sagra della salsiccia.
Ultimo weekend di settembre Festeggiamenti in onore di S. Michele Arcangelo.
Dicembre
8 dicembre Festa della Madonna Immacolata con fuoco inPiazza Matteotti.

Chiostro del convento dei Padri Agostiniani

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Museo Civico Archeologico


di Fabrizio Vallelonga
La costituzione di una raccolta civica a Tolfa ha origine
negli anni 50 del secolo scorso quando il Circolo di Cultura di Tolfa si fece promotore della fondazione di un piccolo antiquarium civico. Nel corso degli anni la collezione
si ampli con i materiali provenienti da scavi condotti nel
territorio, per lo pi frutto della collaborazione tra Soprintendenza Archeologica dellEtruria Meridionale e associazioni di volontariato (in particolare il Gruppo Archeologico
Romano), contemporaneamente ad unincessante lotta
contro gli scavatori clandestini.
Il museo civico ha sede nel convento dei Padri Agostiniani
annesso alla chiesa di S. Maria della Sughera. Tale ubicazione ha avuto il vantaggio di consentire il recupero e
Vaso per versare il vino
la fruibilit di una struttura storica di particolare pregio: la
chiesa e lannesso convento
furono edificati a partire dagli inizi del 1500, per volere di Agostino Chigi, in seguito
allapparizione miracolosa di unimmagine della Madonna presso un albero di sughero, da cui lintitolazione del complesso.
Il museo ospita i corredi sepolcrali provenienti dalle principali necropoli etrusche del
territorio, con approfondimenti rivolti alla topografia dei luoghi, a particolari fasi cronologiche, ad aspetti connessi con gli usi funerari e ad alcune tipologie ceramiche.
Particolarmente suggestiva la ricostruzione di una camera sepolcrale in scala che
ospita i reperti della tomba n. 19 della necropoli del Ferrone (met VI-met V sec.
a.C.), scoperta nel 1995.
Lapparato espositivo prosegue nella sezione dedicata allet romana con lillustrazione dellassetto territoriale e il tema delle pratiche religiose. Si segnala la presenza
di alcune iscrizioni sepolcrali (I sec. a.C. - IV sec. d.C.).
I materiali di et medievale provengono dallabbazia romanica di Monte Piantangeli,
dalla Rocca di Tolfa e da alcuni insediamenti incastellati, che sorgono su siti precedentemente occupati in et etrusca.
Infine nella sezione dedicata allet moderna viene esaminato limpatto avuto dalle
attivit economiche legate allo sfruttamento delle miniere di allume. Una illusione
di ricchezza che determin la costruzione di santuari e conventi, come quello della
Sughera.
Nel museo trovano spazioanche laboratori per
attivit di restauro e di
archeologia imitativosperimentale.

Mosaico realizzato dai bambini

cell.
389.7824847
e-mail:
http://chirone.altervista.org/joomla/

L'Associazione Culturale
Chirone opera allinterno
del polo culturale (Museo
Civico, Biblioteca comunale, Archivio storico, Laboratorio di restauro e Aula
convegni) proponendo laboratori didattici per le
scuole, visite guidate con
itinerari storici - archeologici
- naturalistici ed organizza
eventi culturali.
Associazione
Culturale
Chirone Via del Giardino,
84/c. Tel. 0766.92127
associazionechirone@hotmail.it
sito
web:

life_tolfa_Layout 1 03/07/12 11.40 Pagina 4

Servizi di pubblica utilit

Comune, Piazza Vittorio Veneto, 12


Tel. 0766.93901 - Fax. 0766.9390243
e-mail: comuneditolfa@libero.it - sito web: www.comune.tolfa.rm.it
Universit Agraria, Piazza Vittorio Veneto, 12 (Palazzo Comunale)
Tel. 0766.92007
e-mail: unagraria@libero.it - sito web: www.uniagrariatolfa.it
Museo Civico Archeologico, Palazzo Ex Convento Padri Agostiniani" Largo 15
Marzo 1799 - Tel. 0766.92127
e-mail: museotolfa@tiscali.it - associazionechirone@hotmail.it
Biblioteca Comunale, Palazzo Ex Convento Padri Agostiniani" Largo 15 Marzo
1799 - Tel. 0766.9390232
e-mail: biblioteca.tolfa@libero.it
Associazione Pro Loco, Piazza Vittorio Veneto, 12 (Palazzo Comunale)
Tel. 0766.93624
e-mail: prolocotolfa@virgilio.it - info@prolocotolfa.it
Carabinieri, Viale DItalia, 146
Tel. 0766.92004
e-mail: strm214229@carabinieri.it
Corpo Forestale dello Stato, Viale Italia, 148
Tel. 0766.949000 Fax 940004
e-mail: cs.tolfa@corpoforestale.it
Vigili Urbani, Piazza Vittorio Veneto, 12 (Palazzo Comunale)
Tel. 0766.93901
Protezione Civile, Piazza Vittorio Veneto, 12 (Palazzo Comunale)
Tel. 0766.9390250
e-mail: prociviletolfa@libero.it sito web: www.protezioneciviletolfa.it
Ufficio Postale, Piazza Vittorio Veneto, 12 (Palazzo Comunale)
Tel. 0766.940112 0766.93726
Farmacia Comunale, Via Roma, 69
Tel. 0766.92001
Parafarmacia, Via Roma, 114-118
Tel. 0766.92973
Croce Rossa Italiana, Via Roma, 85
Tel. 0766.92184
Banca Popolare di Milano, Viale DItalia, 2a
Tel. 0766.92005
Cassa di Risparmio di Civitavecchia, Agenzia di Tolfa Via Roma, 182
Tel. 0766.940024
CO.TRA.L. Via Braccianese Claudia, 1
Tel. 0766.96477
Progetto Life Natura Monti della Tolfa: www.lifemontidellatolfa.it. Coordinamento
Comune di manziana, Largo Fara - 00066 Manziana (Roma) - Tel. 06.99674024 Fax 06.99674021, e-mail progettolife@comune.manziana.rm.it

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Il Codirosso frequenta il paese durante la migrazione primaverile

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Indice
3 Prefazione
Marco Mattei
Assessore Regionale Ambiente e Sviluppo Sostenibile

5 Presentazione
Luigi Landi
Sindaco di Tolfa

6 Geologia
Violetta Menichini

8 Storia e Archeologia
Fabrizio Vallelonga

10 La Rete Natura 2000


11 La ZPS Comprensorio Tolfetano Cerite Manziate
11 I SIC di Allumiere e Manziana
12 Gli obiettivi del Progetto
13 Le Azioni
Gestione naturalistica dei boschi maturi
Gestione e conservazione degli ambienti prativi
Fruizione dei siti
Monitoraggio degli ambienti e della fauna di interesse comunitario
Comunicazione e sensibilizzazione
Educazione ambientale
Itinerari e pacchetti per il turismo naturalistico

16 Gli ambienti naturali


19 Cavallo tolfetano e vacca maremmana
20 Le specie di importanza comunitaria
Gli uccelli

23 Altre specie di interesse comunitario


Gli insetti
Anbi e rettili
Chirotteri o pipistrelli

27 Itinerari
Sentiero Monte Palarese
Sentiero di collegamento Monte Castagno

31 Itinerari Comunali Macchiosi


Sentiero dei Ginepri
Sentiero Monte Piantangeli
Sentiero Monte Bertone
Sentiero Grasceta Tittarella
Sentiero Cerro Bello

34 Itinerario urbano
34 I sentieri della Valle del Rio Fiume
Sentiero del Biancone
Sentiero didattico Rio Fiume
Ippovia della Cicugnola

36 Visitare Tolfa
Come arrivare
Dove alloggiare
Dove mangiare
Cucina locale e piatti tipici
Prodotti locali
Feste, sagre e tradizioni locali
Museo Civico Archeologico
Servizi di pubblica utilit

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In copertina
Nibbio reale
Testi
Guido e Lodovico Prola, Violetta Menichini e Fabrizio Vallelonga.
Referenze fotografiche
Tutte le fotografie sono di Guido Prola ad eccezione delle seguenti immagini:
Andena L. : Ortolano pag. 23 e Succiacapre pag. 21
Archivio Museo Civico Archeologico: Vaso per versare il vino pag. 43
Associazione Culturale Chirone: Lacquacotta e i suoi ingredienti pag. 39 e Mosaico
realizzato dai bambini pag. 43
Cistrone L. : Ferro di cavallo maggiore, Vespertilio maggiore, Ferro di cavallo euriale
e Miniottero pag.26
Mendi M. : Averla cenerina pag. 23
Prola L. : Falco pellegrino e Occhione pag. 21
Radi G. : Magnanina pag. 22 , Tottavilla pag. 22 e Tritone crestato pag. 25
Salomone F. : Rosalia alpina pag. 24
Uliana M. : Scarabeo eremita pag. 24
Disegno di A. M. Prola: Biodiversit degli antichi muretti a secco pag. 34
Grafica, impaginazione e stampa: Garagnani Pubblicit Bracciano
Finito di Stampare Giugno 2012
Ringraziamenti
Gli autori desiderano ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione
dellopera, in particolare il Responsabile del Procedimento, arch. Ugo Gentili, il dott.
Cristiano Dionisi, Assessore alla Cultura del Comune di Tolfa, lAssociazione Culturale
Chirone, Beatrice Morra e la Cooperativa Tur Monti della Tolfa per aver contribuito
con informazioni, dati e conoscenze personali allarricchimento della guida.
Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione e l'utilizzo, anche parziale, di testi e immagini, sotto qualsiasi forma, per qualsiasi uso e con qualsiasi mezzo, compresa la
fotocopiatura, sono rigorosamente vietati. Ogni inadempienza e trasgressione saranno perseguite ai sensi di legge.
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