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RUOTA DELL'ANNO
AGRI_CULTURA
VIVERE NATURALE
LE ERBE DI STRIE
AGRICOLTURA NATURALE
" ... i contadini non producono il cibo della vita. Soltanto la natura ha la capacit di creare qualcosa dal nulla e gli
agricoltori possono esclusivamente farle da assistenti..."
Masanobu Fukuoka
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Negli anni 40 del secolo scorso un microbiologo giapponese, non convinto delleffettiva utilit
delle tradizionali e moderne pratiche agricole, sviluppa un metodo di coltura chiamato
agricoltura naturale, o meglio: agricoltura del non-fare data la sua radice filosofica nella
tradizione della pratica del Mu.
"Il mio sogno come una bolla di sapone. Potrebbe diventare sempre pi piccolo oppure
via via pi grande.
Se lo potessi dire in breve, direi la parola nulla. In una maniera pi ampia, potrebbe
avvolgere lintero pianeta."
La pratica del Mu deriva dal taoismo ed stata sviluppata nello zazen; una filosofia del "non fare", del "lasciar fare":
Sedendo quietamente, senza far nulla, viene la primavera, e lerba cresce da s.
Lasciando fare lessere che il nulla si scopre che tutto come deve essere.
poesia dello Zenrin
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preziosa microflora che si trova nei primi centrimetri di spessore e che quella adibita a fertillizzare e lavorare - da s - la
Terra.
Il terreno lavora da solo: il terreno che vive secondo la sua natura si ara da solo, l'erba e le piante da sovescio smuovono la
terra, alberi e arbusti la lavorano in profondit, microrganismi di varia natura completano l'opera.
NON FERTILIZZARE: il raccolto dipende dal terreno.
Le piante sono sempre nate - e continueranno a nascere - indipendentemente dall'intervento umano. A seconda delle qualit di
un terreno si genera un complesso ecosistema in grado di ospitare vegetali e animali. Quello che l'uomo pu fare assecondare
questa complessit, che genera da s fecondit e fertilit. Per questo assurdo decidere a priori che quell'apezzamento andr
a mais senza tenere conto di tutto il sistema ambientale in cui quella terra inserita. In questa ottica degenerata la terra v
prima uccisa e poi fertilizzata perch accolga - con la forza - un elemento a lei innaturale.
NON SARCHIARE: esistono davvero le erbacce?
La consuetudine di scindere tutto ci che ci circonda in buono e cattivo tipicamente occidentale e non mi dilungo qui sulle
radici culturali di questa predisposizione cognitiva, ma in natura non esiste buono e/o cattivo. Tutto ha una sua utilit in un
complesso sistema Vita - Morte - Vita.
Ogni pianta appartiene a quell'ecosistema che le consente di insediarsi ed in qualche modo ricambia donando qualche
beneficio. Molte erbacce sono commestibili e sin da tempi remoti hanno fatto parte della dieta dei contadini. Altre sono
officinali o utili nella preparazione di preparati naturali che aiutano nel controllo di malattie dei vegetali. Molte sono anche ottimi
impollinatori e averle in un orto torna sempre utile (e poi si parla di mora delle api!).
Cespugli e arbusti sono frangivento e proteggono dalle gelate (oltre che ospitare uccelli che a loro volta mantengono il controllo
sui parassiti naturali come i bruchi ...).
Le erbe inoltre arricchiscono il terreno, fertilizzandolo naturalmente. Mantengono inoltre l'umidit costante e trattengono l'acqua
evitando che la terra si asciughi e secchi.
Il problema non eliminarle, ma generare stati di buona convivenza reciproca e giuste sinergie dove anche i frutti utili all'uomo
possano vivere: in pace.
NON USARE PESTICIDI: gli insetti nocivi non esistono.
Un discorso simile a quello sulle erbe possibile farlo per gli insetti: la complessit naturale consente di avere un equilibrio
dinamico fra insetti "ai nostri scopi nocivi" e loro antagonisti.
Usare un pesticida altera in modo disastroso questo delicato equilibrio e trascina in una sterilit infinita tutto il ciclo vitale,
impoverendo il sistema e risultando, alla fine, poco produttivo - anche dal punto di vista economico.
Evitando le lavorazioni e seminando una grande variet di piante la fertilit del terreno aumenta stagione dopo stagione. Quindi
se vogliamo coltivare un orto-frutteto, semineremo assieme cereali, ortaggi, leguminose, fiori, arbusti, alberi da frutto e forestali.
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LE PALLINE D'ARGILLA
La tecnica dei semi di argilla un'altra intuizione di Fukuoka, usata principalmente nei
progetti di rinverdimento del deserto.
Fukuoka combatte laridit e la desertificazione spargendo semi di piante di vario genere
(alberi e piante da sovescio, cereali, ortaggi) che potrebbero adattarsi a quella
determinata zona, protetti da una capsula di argilla per difenderli da insetti, roditori e
uccelli.
Poi lascia fare alla natura.
Quello che germoglier sar il meglio per quellarea geografica.
In questo modo egli sta ricostruendo la vegetazione in aree desertiche in India, nel nord della Grecia, su 10 mila ettari attorno
al lago Vegoritis, e anche in una zona sperimentale a Cisternino, in provincia di Brindisi.
Lo sfruttamento agricolo della moderna industria ha generato e generer aree desertiche in modo sempre pi veloce.
E' fondamentale controbilanciare questa tendenza restituendo alla terra la sua fertilit, la sua libert.
Il metodo delle palline d'argilla consiste nel non sotterrare i semi ma nell'avvolgerli prima da uno strato di terra, poi da uno
strato di argilla, creando cos delle palline che li contengano e contengano anche microbi.
L'argilla protegge il seme da roditori insetti uccelli formiche, fino al momento della germinazione.
Il lavoro principale consiste nel seminare e falciare l'erba subito dopo. Le prime piogge genereranno l'umidit necessaria alla
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germogliazione e sar la natura stessa a selezionare - in base al suo habitat - quali semi siano ideali.
Quelli che germoglieranno saranno pi resistenti e sani. L'importante, in questa tecnica, seminarne una grande variet, sia
come numero ma sopratutto come specie per garantire l'instaurarsi di un sistema biodiverso.
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Incipit tratto da: M ASANOBU FUKUOKA, La fattoria biologica, M editerranee, Roma, 2001, pag. 19
M ASANOBU FUKUOKA, La rivoluzione del filo di paglia, Libreria Editrice Fiorentina.
M ASANOBU FUKUOKA, La fattoria biologica, M editerranee, Roma, 2001.
ROBERT e DIANE GILM AN, Rinverdire il deserto Lapplicazione delle tecniche di agricoltura naturale in Africa. Unintervista con Masanobu Fukuoka,
articolo tratto da Sustainable Habitat Autunno 1986, pag. 37
STARHAWK, Il sentiero della Terra, M acro Edizioni, 2005
http://www.aamterranuova.it/article1658.htm
Associazione Venti di Terra
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