Sei sulla pagina 1di 13

ATTIVITA’ D’INDAGINE IN AMBITO PRIVATO, VOLTA ALLA

RICERCA ED INDIVIDUAZIONE DI POSSIBILI INFORMAZIONI,

DATI ED EVENTI ATTINENTI I MERCATI FINANZIARI ED UTILI

AI PRIVATI INVESTITORI (COSI’ COME AI LORO QUALIFICATI

CONSULENTI) PER LA TUTELA E L’ACCRESCIMENTO COSTANTE

DEL PROPRIO PATRIMONIO ECONOMICO E… CULTURALE:

20 20 &

12 Aprile 2020
(prima parte)

NIKKAIA Strategie

1
Riprendo le ultime pagine di una settimana fa (quel che segue non è nostro, ma tratto da internet, N.d.R.):

ANNO 2020,
IL COLLASSO SCRITTO NELLE MAPPE ASTROLOGICHE DI
ANDRÉ BARBAULT
(IL PIÙ FAMOSO ANALISTA DEI CICLI PLANETARI).
I grandi eventi storici sono già scritti nelle mappe dell’Universo. I Pianeti infatti in chiave esoterica sono
“esseri viventi”, proprio come nel caso della Madre Terra (alcuni scienziati ecologisti, come James
Lovelock, hanno riscoperto questa antica verità e formulato l’Ipotesi Gaia) e, pertanto, i movimenti degli
astri influenzano anche l’evoluzione umana. La vera astrologia è una scienza iniziatica che scruta la
relazione tra anima ed incarnazione, e può leggere “le mappe di navigazione” del Destino Universale. In
questa sezione dell’articolo vedremo che il Grande Crollo economico non è solo un’ipotesi prevista dagli
analisti finanziari, ma è una “percorso evolutivo” che si sta delineando nel nostro sistema Solare. L’analisi
più interessante è quella effettuata dal famoso astrologo francese André Barbault, che prevede una
gravissima crisi europea (e mondiale) nel periodo compreso tra il 2019 e il 2020 (anno di picco). Barbault
è noto per aver ideato il concetto di “cicli planetari” che influenzano le civiltà, le nazioni, i periodi storici.

Ma vediamo chi è e cosa dice l’astrologo francese nel suo libro I Cicli planetari nella storia mondiale.
Andrè Barbault (in parte da Wikipedia) – André Barbault (Champignelles, 1 ottobre 1921 - Labaroche, 7
ottobre 2019) è stato un astrologo francese. Appassionato di astrologia già a 14 anni, grazie ai lavori di
Choisnard, si trasferisce a Parigi alla fine della seconda guerra mondiale. Qui ha l’occasione di conoscere
molti astrologi francesi e diventa vicepresidente del Centre Internationale d’Astrologie di Parigi e
redattore capo della rivista L’astrologue. Fautore dell’analisi astrologica su basi scientifiche è considerato
tra i più importanti e influenti astrologi contemporanei. In particolare, suggerisce a tutti gli astrologi di
concentrarsi sul reale astrologico, consiglia loro di non emettere mai previsioni secche, ma di avere un
approccio sempre filosofico perché, come premetteva in ogni suo oroscopo, “Tutto è relativo e nulla è
certo”. Nel suo libro De la psychanalyse à l’astrologie (1961, Dalla psicoanalisi all’astrologia) ha formulato
i contributi della psicanalisi presenti nell’astrologia. Soprattutto, ha rinnovato il concetto di “Astrologia
Mondiale”, introducendo un indice di concentrazione planetaria che misura l’allineamento dei pianeti tra
loro e nei confronti del Sole nonché il concetto di ciclo planetario. È stato l’ispiratore del programma di
analisi astrologia per computer Astroflash.

Il brano che segue è tratto dal libro di Andrè Barbault “I cicli planetari nella storia mondiale” (2010):
«Nel 2020 si potrà accusare la più grande caduta del secolo. Nulla di cui meravigliarsi: 7 cicli su 10 sono
discendenti e ciò spiega la maggiore accelerazione di caduta secolare di questo indice. La configurazione
astrale che vi prende parte è una triplice congiunzione Giove-Saturno-Plutone che forma un quadrato con
Urano e un semiquadrato con Nettuno, essi stessi in aspetto di semiquadrato. Quale crisi ci aspetta?
Quale pericolo da temere? Il triplo rinnovamento ciclico che è in gioco mira in particolare all’Europa
(Giove-Saturno) e ai Paesi asiatici, nello specifico la Cina che sembra trovarsi ad una tappa importante
del suo destino. Nello studio esplorativo sul secolo attuale, avevo arrischiato due previsioni: “La
congiunzione Saturno-Plutone (2019) si formerà sulla posizione di Giove (22°Capricorno) alla
proclamazione della Repubblica cinese, iniziata proprio da quel ciclo. Può darsi pertanto che a metà di
questo decennio, con il transito della congiunzione Urano-Nettuno su Giove quale espressione di uno
slancio del Paese, la Cina possa diventare una potenza mondiale di primo piano…»

2
Vi chiedete se io conoscevo Barbault ancor prima e a dispetto della mia “(in)competenza astrologica”?

Certo, e non è un caso che quant’avete letto più sopra sia stato proposto dal sottoscritto a partir dalla

morte non proprio inattesa del nostro: aveva 98 anni ed il libro di cui s’è riportato il brano è del 2010…

D’altra parte Andrè Barbault era tutt’altro che un “cialtrone”, a differenza di molti pseudo-scienziati, e

chi si propone di studiar seriamente il Siderografo di Bradley prima o poi finisce con l’imbattersi in lui.

3
Ad esempio, ecco quel che proprio io avevo scritto lo scorso 11 novembre:
So bene quel che in passato ho detto, e più volte, sul futuro di lungo periodo del mercato azionario (in
generale) e poiché non pretendo che i più ricordino quanto da me sostenuto allora, lo riporto qui sotto:
tra il 2016 ed il 2028 è probabile che possa esserci un solo periodo di autentica crisi del
mercato azionario: ovviamente, non possiamo sapere con precisione quando ci andremo a
sbatter contro, ma non crediamo d’allontanarci un granché dal vero, quando pensiamo che
detta crisi potrà trovare un proprio terreno di sbocco tra la fine del 2019 e l’inizio del 2021;
se riusciremo a superar tale periodo, senza romperci oltremodo le ossa, allora è davvero
molto probabile che il mercato azionario in generale ed il nostro in particolare possano far
grandissime cose per una decina d’anni o quasi;
quel che potrà accadere nel frattempo sul mercato americano, non lo so e non l’ho neppur
provato ad immaginare, almeno per ora, ma non escludo affatto, anzi, che lo stesso possa
perder sempre più il proprio ruolo di “faro del mondo”, abbandonando definitivamente tale
scettro in mani altrui a ridosso del 2030.

Ad ogni buon conto, se siete interessati al tema, non dovrete far altro che seguirci nel corso dei

prossimi giorni, mesi ed anni: anche perché le interpretazioni degli eventi non potranno esser mai date

granché prima del tempo in cui questi ultimi potrebbero manifestarsi. Anche se…

-O-O-O-

Anche se…

almeno alcune volte, è possibile (se non proprio necessario) assumere con largo anticipo quel “percorso”

che un giorno ci porterà alla (giusta?) interpretazione degli eventi, quando questi prenderanno a caderci

addosso. Ecco perché, tra oggi e domani, vi metteremo a disposizione due nostri pezzi che risalgono al

2013. Chi ci seguiva già allora, probabilmente, non faticherà un granché a capir dove noi si vuol parare

col pezzo che oggi vi proponiamo (più sotto), mentre per gli altri sarà una sorta di spaesamento rispetto

alle loro attese (“Ma come?… con tutto quel che ci sta capitando oggi… torniamo indietro di centanni?” ).

Giacché siamo abituati a non far le cose a vanvera, preghiamo tutti loro d’attendere il pezzo di domani e

soprattutto le sue conclusioni: alla fin fine, infatti, scopriranno che le cose sono molto più affascinanti

di quel che erano portati a pensare in un primo momento, anche perché il vero riferimento di quel che vi

proporremo oggi e domani, nonché nei prossimi fine settimane, non è affatto “quel che è accaduto”

(semplice strumento nelle nostre mani per cogliere lo scopo), ma “quel che potrà ancor accadere” non

solo nelle prossime settimane (cosa che al sottoscritto interessa ben poco…), ma anche nei prossimi

mesi, trimestri e anni (cosa che, invece, al sottoscritto interessa ed anche molto).

E se non volete rimaner del tutto spiazzati, cercate di non trarre alcuna conclusione prima di aver letto

anche il pezzo di domani: Pasqua, in fondo, è nota per le sue sorprese e se guardate il primo grafico di

pagina 3 scoprirete da voi che quel che si concluderà all’apice del 2021, in realtà, ha preso avvio proprio

nel 2013 (ed i pezzi che vi proporremo tra oggi e domani sono stati scritti proprio all’inizio del 2013)…

4
Camera con vista
di Edoardo E. Macallè

5 gennaio 2013

NIKKAIA Strategie

1
Noi si “gioca” con le Carte dei Tarocchi solo il primo giorno dell’anno.
Ed è giusto parlar di “gioco” perché, davvero, noi si fa solo per puro divertimento: un
gioco di società, insomma, che s’usa per tirar avanti nel tempo, senza alcuna noia, tra
amici e parenti. Che, poi, anche il sottoscritto possa dir “non ci credo, ma…” è tutto un
altro discorso: di sicuro non ci lasciamo granché influenzare dall’esito finale del gioco.
Potete star tranquilli. Certo che quest’anno, almeno per noi, il gioco assumeva una
valenza ben diversa dal solito e proprio perché quel gioco, in fondo, s’era voluto
mettere al centro del nostro lavoro. E così… quando, una volta mescolate con solerzia
le ventidue carte degli Arcani Maggiori e disposte sul tavolo “coperte” ed in ordine
rigorosamente orario, ci siamo ritrovati di fronte alla necessità di estrarre la prima
carta dell’anno, beh, sapevamo già che tale scelta ci avrebbe “coinvolto” ben più di
quant’accaduto in passato. La prima cosa cui noi s’è pensato è stata proprio il lavoro e
(ironia della sorte?…) la prima carta estratta è stata proprio quella de “Il Matto”!
Liberi di non crederci, ovviamente, tanto a noi poco importa. Ci basta saper, infatti,
che noi s’era lì, ben presenti al momento, e che quant’avvenuto è esattamente quel
che noi s’è prima raccontato: le carte erano coperte e ben mescolate, perciò noi s’è
“indovinata” proprio quella carta che, in fondo, noi si sarebbe voluto pescare (inutile
nasconderselo: era proprio “quella” perché, in precedenza, la stessa era stata da noi
“volutamente scelta” e non “pescata” tra tutte). “Il Matto” doveva essere, insomma,
ed “Il Matto” è stato. Il che, di sicuro, ci rincuora, ma soprattutto ci sollecita a
proseguir sul percorso intrapreso: perché la carta de “Il Matto” (lo capirete col tempo)
è, sì, una carta molto “positiva”, soprattutto se pescata per prima, ma anche molto
“impegnativa”: il Matto, infatti, impegna chi lo pesca a comportarsi di conseguenza!
Anzitutto ad “uscir dagli schemi del consueto”. Il che, in fondo, è sempre molto
piacevole per gli anarchici come il sottoscritto, ma anche alquanto pericoloso, come
ben insegna Giordano Bruno. Forse voi neppur lo immaginate, ma nel mare in cui noi
analisti ci si muove, l’andar contro corrente è spesso oggetto di vera Inquisizione. Ad
esempio: quanti hanno il coraggio di pensar delle Onde di Elliott quel che pensava
Fantozzi della “Corazzata Potionkin”?…

Se non conoscete la risposta, potrete trovarla attraverso il seguente collegamento. Cliccateci sopra, su,
non abbiate paura: non nasconde alcun virus, tranquilli…
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=corazzata%20potionkin&source=web&cd=2&cad=rja&sqi=2&ved=0CEYQtwIwAQ&url=http%3A%2F%2Fwww.youtub
e.com%2Fwatch%3Fv%3DGZIAs5NWzFk&ei=crrmULCDGMXCswazoIC4Dw&usg=AFQjCNEsCYa8Wbsy3rmhvgqP6Zn_J2LqQw&bvm=bv.1355534169,d.Yms

Probabilmente più di quel che non si creda (certo… non l’intera platea come accade nel
video qui postato), ma quanti (soprattutto!) hanno il coraggio di gridarlo ad alta voce
proprio com’ebbe a fare il “tragico” Fantozzi ?…

2
Qualche anno fa mi permisi di scrivere, pubblicamente, che l’Analisi Tecnica rischiava
ormai l’implosione e raccolsi solo strali nonché insulti da chi diceva di far il mio stesso
lavoro (analisi), dimentico probabilmente che deve esser proprio di chi vuol far analisi
in modo serio una totale indipendenza di giudizio, scevra da fondamentalismi d’ogni
genere (altrimenti, più che analisi, si finisce per far solo propaganda alla propria
parrocchia). Per non dir poi di chi ospita le opinioni di tutti, ma solo quando le stesse
fanno comodo a quei “tutti” che, da bravi paranoici, confondono con se stessi. Ma che
volete: con le loro idee, si sa, gli anarchici sono dei gran “rompipalle”!
Anche “Il Matto” dei Tarocchi, in fondo, è un “anarchico rompipalle”: è la sola carta,
infatti, che nel gioco (quello “vero”, non quello dei cosiddetti “cartomanti”…) fa storia
a sé. “Il Matto” non prende e non può esser preso ed è la sola carta che garantisce
comunque punti a chi ne dispone. Rompe, in fondo, con le stesse regole del gioco cui
partecipa. Ebbene: è proprio quel che noi s’è deciso di far quest’anno…
Incautamente, forse, ma non è che il destino di Giordano Bruno possa ormai più
spaventarci: quel che noi si doveva far nella vita è, con buona probabilità, del tutto
compiuto o quasi. Ci resta solo di perorar la nostra causa, convinti ovviamente della
valenza della stessa. Che poi, chi non vuol neppure ascoltarla… pianga se stesso
(ovviamente per gioco: non siamo così presuntuosi, perché, lo fossimo, diremmo
piuttosto “peste lo colga”). D’altra parte, gli anarchici sanno bene d’esser sempre
“vinti” dalla storia e sanno pure che a raccontar quest’ultima, invece, sono sempre i
vincitori... Il nostro destino è segnato, insomma, ma ci resta il divertimento, come
quel citar Fantozzi a proposito delle Onde di Elliott. Che volete farci: il riso abbonda
sulla bocca degli stolti, anche se il nostro “Matto”, in realtà, non parrebbe per nulla
ridere. Piuttosto, sorridere… ancorché guardando negli occhi un corvo. Il che fa forse
specie, pensando soprattutto alla valenza simbolica che i più son portati ad assegnare
proprio a tal uccello: cattivo presagio.

3
E’ questo un tema che vogliamo porre fin dall’inizio di questo nostro lavoro, proprio
perché nessuno abbia troppo ad illudersi su quel che potrà accadere, a dispetto di
quant’avvenuto nella prima seduta del nuovo anno:
il nostro ottimismo sul mercato azionario non è per nulla di facciata, ma
riguarda soltanto la prima parte dell’anno in corso, perché sulla sua
seconda, invece (e almeno al momento), noi s’ha un’opinione ben diversa.

Sotto quest’aspetto, allora, la figura del “corvo nero” sulla spalla de “il Matto” assume
la sua giusta valenza simbolica che non è, come quasi tutti pensano, quella del cattivo
presagio, bensì quella che s’era soliti assegnarle all’epoca dei Tarocchi Sola-Busca:
l’Inizio della Grande Opera.
Secondo la cultura “alchemica” prevalente dell’epoca, infatti, il Corvo rappresentava la
prima fase attraverso la quale prendeva avvio la “trasmutazione” della materia, quel
processo verso il quale era particolarmente critico Leonardo da Vinci (si veda quanto
da noi scritto a proposito dell’uomo vitruviano nell’ultimo pezzo dello scorso anno):
“La materia prima veniva scaldata vigorosamente nell’uovo alchemico, posto sull’athanor,
finché la materia, mediante il processo di “putrefatio”, si calcinava carbonizzandosi:
“nigredo”. Quando la nigredo avveniva seguendo un processo di riscaldamento forte e
veloce, l’operazione si diceva eseguita secondo la via secca e il simbolo impiegato negli
scritti era il Corvo…”
da Macrocosmo e Microcosmo di Marcello Fumagalli

Come scrive Fumagalli,


“nelle opere alchemiche è molto facile imbattersi nell’uso degli animali come simboli. Un
gruppo importante di questi sono gli uccelli. Essi dominano l’elemento aria, anello tra la realtà
terrena e il regno dei cieli. Osservando il loro volo, gli alchimisti credettero di riconoscervi un
legame tra il volo e l’animo dell’uomo, la cui vocazione è quella di tendere alla spiritualità. Il
simbolismo degli uccelli acquisì pertanto la funzione della mediazione tra il mondo fisico e
quello spirituale, riflettendo ciò che l’animo umano tende a fare per raggiungere la propria
perfezione. Da qui il parallelo con i processi del lavoro alchemico, trasposizione mistica delle
fasi attraverso cui l’uomo avrebbe raggiunto la perfezione, ovvero, la riuscita dell’esperimento
di trasmutazione in oro dei metalli vili. Nelle riproduzioni iconografiche come nei testi, la
sequenza dell’uso degli uccelli corrispondeva alla sequenza delle operazioni svolte, nelle storte
del laboratorio, dagli alchimisti, e iniziava con il Corvo seguito dal Cigno, dal Pavone, dal
Pellicano per finir con la Fenice. Nell’incisione che vedrete più sotto, il Pavone è sostituito dal
Dragone, inizio della fase centrale che si risolve con la purificazione dell’animo, dominando gli
aspetti negativi dello stesso, concludendo nella completa bellezza e splendore, rappresentata
dalla molteplicità dei colori della coda del Pavone.

4
I processi fisici degli alchimisti risultavano essere un ciclo che prendeva vita da uno stato di
disfacimento della materia in putrefazione, o “nigredo”, per passare ad uno stato di “albedo”
o calcinazione, proseguendo attraverso una rapida iridescenza, una distillazione a ricadere o
“circolazione” ed una finale “sublimazione”. Attorno alla struttura armillare della conoscenza
alchemica, un anello diviso in cinque parti riporta le rappresentazioni di diversi animali.
Partendo da sinistra guardando l’incisione ritroviamo il Corvo, il Cigno, il Dragone
Mercuriale o Basilisco, il Pellicano e la Fenice.”

Tranquilli: noi non s’ha alcuna passione per l’Alchimia. Piuttosto, un’umana simpatia
per tutti coloro che, a cavallo tra Medioevo e Rinascimento, s’ingegnavano coi propri
alambicchi nel tentativo di trasformar il piombo in oro. D’altra parte non l’abbiamo mai
taciuta e fin dalla prima ora: quando nacque NIKKAIA Strategie, ad esempio, quale
logo della stessa fu scelta l’immagine di un’Ouroboros tratta da un libro alchemico in
greco (non di certo casualmente, in ragione della locuzione greca “NIKKAIA”) del 1478…

Ed a proposito dell’Ouroboros ecco quel che scrive sempre Fumagalli:


Un’altra allegoria per la rappresentazione dell’Inizio della Grande Opera fu il Dragone
Ouroboros, un consueto abitante dell’ampolla degli alchimisti. Il significato del
dragone fu quello dello spirito che esala dalla terra, quando la sostanza primigenia
inizia a rilasciare le parti essenziali che poi si sublimeranno nell’alto dell’ampolla. La
putrefazione culminava nella calcinazione, la cui corrispondenza era il Bianco Cigno.

5
E’ del tutto evidente che la nostra umana simpatia volge a Paracelso, a Marsilio Ficino,
a Giordano Bruno e non già a Fulcanelli (un alchimista del XX secolo). Una “simpatia”
(intesa proprio nel “senso” greco del termine: “patire insieme”) dovuta, in fondo, alla loro,
nonché nostra, necessità di trasformare il nulla in oro: secondo alcuni, infatti, tra i
nostri compiti dovrebbe esserci il trasformar un semplice pezzo di carta in danaro,
quasi com’accadeva agli Alchimisti invitati a Praga alla corte dell’eccentrico Rodolfo II.
“Matti”, sì, ma non di certo a tal punto! Non abbiamo alcuna voglia di correre il rischio
di cader nell’ondelliottismo, alla ricerca di una presunta legge di natura che giustifichi
in un qualche modo il nostro affanno. Poniamo un punto fermo:
non c’è e non ci sarà mai alcuna legge di natura che, una volta scoperta,
potrà spingerci a credere d’esser finalmente entrati in possesso della
pietra filosofale!
D’altronde, però, condividiamo quel che sosteneva lo stesso Leonardo: qualcosa
sfugge sempre alle nostre misure e non è certo con la scienza “quantitativa” che noi si
potrà sperar di coglierla.

Pochi l’hanno sottolineato, ma quel che si nascondeva nel Calendario dei Maya non era
per nulla “la fine del mondo”, bensì “la fine del tempo” (perché a questo solo servono i
calendari: a misurar i giorni, i mesi e gli anni… il tempo nel suo scorrere, insomma).
Ancor meglio: non già la fine “del tempo”, ma la fine “di un tempo” e, di conseguenza,
l’inizio di “un tempo nuovo”. D’altronde, i Maya erano i soli all’epoca a conoscere lo
“zero” quale numero. Certo: lo zero inteso come “nulla” era noto anche alla cultura
ellenistico-ebraica, ma lo zero in quanto numero, con un suo posto ed una sua
particolare dignità tra gli altri numeri, si doveva, nel mondo allora noto, agli Indiani
dell’India e non prima del VII secolo. Ci volle il solito Fibonacci, infatti, perché anche
qui, in quel che allora era il solo Occidente conosciuto, si sapesse dell’esistenza del
numero “zero”. E s’era già nel tredicesimo secolo! Fibonacci lo “rubò” agli arabi, quasi
come Prometeo fece col fuoco degli dei, e lo consegnò agli italiani: il sifr arabo
divenne dapprima un latino zephirum, quindi un veneziano zevero ed infine il nostro
zero. All’epoca si rivelò qualcosa di dirompente, quasi come la nostra possibilità di
creder, finalmente, che tutto, in fondo, è anche relativo (e non più solo oggettivo).
E non è affatto un caso che, nei Tarocchi, alla figura de “Il Matto” s’associ proprio il
numero “zero”: l’ultima carta, ma anche la prima del mazzo; inafferrabile da tutte, ma
incapace d’afferrar le altre. In una sola parola: il diverso, l’altro, quel che ci spaventa,
ma in fondo ci attira, il viandante, il senza luogo, il fuori luogo. In particolare da quelli
più comuni. Un compagno di viaggio, insomma. Divertente, forse, ma non solo…

6
Tra le carte dei Tarocchi, infatti, “Il Matto” appartiene al gruppo dei cosiddetti Arcani
Maggiori, meglio conosciuti, però, un tempo, con il nome di “Trionfi”. E proprio questo
loro nome ci rimanda a Petrarca ed a quel suo poemetto, Triumphi, in cui Amore, a
differenza di quel che si crede, non trionfa ma soccombe a tutti gli altri (Pudicizia,
Morte, Fama, Tempo ed Eternità). Le carte dei Tarocchi, in origine, avevano la stessa
valenza morale: erano, insomma, una forma di iniziazione, seppur solo culturale.
Tuttavia, “Il Matto” esce da queste stesse regole: nel gioco, infatti, non trionfa mai su
alcuna carta, ma neppure soccombe loro. Pure a noi basterebbe il “non soccombere”
agli altri, tuttavia, questa volta, vorremmo anche divertirci, sebbene non di certo alle
spalle altrui: matti, ovvio, ma non perfidi! E vorremmo farlo proprio come suggerito
nell’ultimo nostro incontro pubblico: spaesando i luoghi comuni.
Era lo scorso 23 novembre e, per la prima volta nella vita, noi s’era in quel di Ancona.
Forse un segno del destino: il miniaturista che ha disegnato i Tarocchi Sola-Busca ed
in particolare “Il Matto” (cui noi più volte s’è fatto riferimento in questo nostro pezzo),
infatti, è stato di recente identificato col pittore Nicola di Maestro Antonio da Ancona,
uno degli incisori più enigmatici e stravaganti del quattrocento italiano.
E che per divertirsi sui mercati, ma divertirsi davvero, si dovrà esser a propria volta
stravaganti è, in fondo, quel che tutti dovrebbero cominciare a credere: si pensi che
alla fine del 2012 la borsa europea che, tra tutte, ha fornito il rendimento più alto è
stata quella… greca, 35% circa, con un guadagno del 75% negli ultimi sette mesi
dell’anno! Correndo dietro al buon senso, oggi, non si soccombe di certo, ma quando
mai ci si diverte?… Intendiamoci: non vi stiamo affatto chiedendo d’esser del tutto
indisciplinati, ci mancherebbe, ma d’esserlo almeno un po’: uscire ogni tanto dagli
schemi non è detto, infatti, che sia necessariamente un male…
Di certo non sono usciti da alcuno schema i mercati nella prima settimana dell’anno:
prima seduta dell’anno in forte rialzo;
prima settimana dell’anno che consolida il forte rialzo della prima seduta.
Tutto secondo quel che era richiesto dalla scaramanzia: altro che cravatta gialla di
Galliani! Nulla d’alchemico, tuttavia: solo buone intenzioni… accompagnate dai fatti.
Dalle prossime settimane, però, le cose si faranno un po’ diverse perché mancheranno
gli scopi che hanno accompagnato questi primi giorni del 2013: non ci sarà più nulla
da dimostrare, né nulla cui far credere, mentre sul Siderografo di Bradley prenderanno
a tirarsi addosso, l’un l’altra, le date di buon rilievo. Ben tre sino al prossimo 30
gennaio: difficile creder ad una tendenza lineare (al rialzo o al ribasso) nel primo mese
dell’anno. È possibile, dunque, che il mese possa chiudersi sugli attuali livelli. O quasi.

7
Il 30 gennaio, tra l’altro, sarà Data di Gran Rilievo perché rappresenterà il minimo
dell’intero 2013: non già in quanto Minimo di Siderografo (fate attenzione!), ma in
quanto Data di Siderografo. In dicembre, infatti, s’andrà ben sotto tali livelli, tuttavia
in quel periodo non è segnalata alcuna data: come dir che, all’inizio del 2014, il
Siderografo scivolerà ancor più in basso di quel che noi si vede qui sopra.
Dopo il 30 gennaio ne sapremo comunque di più, in particolare facendo riferimento a
quel che potrà accadere, entro tale data, al MACD settimanale dello S&P500. Senza
dimenticar, poi, la svolta che dovremmo avere a cavallo del 21 gennaio…

35 35

30 30

25 25

20 20

15 15

10 10

5 5
May June July August September November December 2013

Al momento, non s’è né carne né pesce: il MACD (barre rosse) cozza contro la propria
media più lenta (linea continua bianca), mentre la media più rapida (tratteggiata azzurra),
per la prima volta dallo scorso ottobre, tenta d’invertire al rialzo la propria direzione.

8
La situazione è molto simile a quella avutasi alla fine di luglio (minimo dell’anno su
molti mercati, tra cui il nostro), ma su simili analogie sarà meglio non fare gran conto:
statistica, MACD e Siderografo, infatti, non sempre vanno a braccetto.
Avremo comunque modo di riprendere il tema nei prossimi giorni.

Domenica, nelle vostre Aree Riservate, troverete i nostri Modelli di Analisi e Previsioni
(nonché di Ricerca e Simulazioni) su base giornaliera e settimanale oltre, ovviamente,
al Sintetizzatore di Percorsi: qualcosa di concreto su cui poter lavorare e da cui farsi
aiutare, finalmente. Tranquilli, però: ne riparleremo solo lunedì prossimo. Quando si
gioca a carte, infatti, la calma rappresenta una gran virtù.

“IL CICLO DEI GIOCHI: I TAROCCHI”


Michelino da Besozzo, 1445-1450
Milano - Palazzo Borromeo

Potrebbero piacerti anche