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Michele Morsilli
University of Ferrara
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Internal waves and carbonate systems: impact on biological communities and facies architecture View project
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zone interessate dalle escursioni di marea e relative centrale del Gargano ed è costituita principalmente
correnti. Sono ascrivibili a questi ambienti le seguenti di calcareniti oolitiche e oncolitiche, intercalate a
unità stratigrafiche o formazioni: calcari micritici bioturbati. Le strutture sedimentarie
– Calcari di Sannicandro (Calloviano p.p.-Valangi- sono date da laminazioni oblique da onda e corrente a
niano p.p.). Quest’unità affiora nella parte occiden- piccola (ripples) e grande scala (dune). Le associazioni
tale e centrale del Gargano ed è costituita da una di facies presenti suggeriscono un ambiente di alta
successione ben stratificata di calcari micritici con energia o margine sabbioso, con barre sommerse e
peoloidi, Alghe dasicladali, Ostracodi, Gasteropodi sporadiche aree emerse (isole e spiagge) (Morsilli,
(Nerinea sp.) e calcareniti oolitiche e a peloidi. Strati Bosellini 1997).
con lamine stromatolitiche sono frequenti al tetto dei – Calcari di Monte Sacro (Oxfordiano p.p. –Va-
cicli peritidali che caratterizzano questa formazione langiniano p.p.). Questa formazione affiora in
rocciosa (Morsilli, Bosellini 1997). un’arcuata e stretta fascia che va da Mattinata fino
– Calcare di San Giovanni Rotondo (Valanginiano a Monte d’Elio, con calcari micritici massivi ricchi
p.p.-Aptiano inferiore). È una spessa successione in Stromatoporoidi (Ellipsactinia, Sphaeractinia).
(500-600 m) affiorante nella parte meridionale del Le associazioni di facies presenti in questa forma-
Gargano. Le litologie e litofacies sono simili ai Calcari zione racchiudono un ampio spettro di ambienti e
di Sannicandro, con calcari micritici bioturbati e sottoambienti deposizionali, dall’area di “scogliera”
strati stromatolitici in strati spessi anche alcuni metri, fino al margine esterno. La transizione laterale con
spesso con al tetto livelli centimetrici di argille verdi. la Formazione di Monte Spigno è rappresentata da
Numerose impronte e piste di dinosauro sono state una zona di calcareniti bioclastiche e aree ristrette
scoperte in questa unità (Petti et al. 2008). Vengono ricche di Coralli coloniali.
inseriti in questa unità stratigrafica anche i Calcari – Calcare di Monte degli Angeli (Valanginiano p.p.-
di Masseria Quadrone. Aptiano p.p.). Questa unità rappresenta il margine
– Calcare di Altamura (Turoniano sup.-Santoniano biocostruito della piattaforma del Cretaceo Inferiore
inf.). Quest’unità, denominata precedentemente ed è formata da calcareniti bioclastiche, da calcari
Calcari di Casa Lauriola, è costituita da carbonati biocostruiti a Stromatoporoidi e da calciruditi a
peritidali e affiora in due zone distinte, una vicino S. Coralli. Affiora solo a Monte degli Angeli, poco ad
Giovanni Rotondo e l’altra vicino Apricena (Laviano, ovest di Monte S. Angelo.
Marino 1996). Essa ricopre in discordanza l’orizzonte – Calcari di Coppa di Pila (Aptiano inf.). Questa
bauxitico medio-cretaceo. Nell’area di S. Giovanni formazione è costituita alla base da calcari micritici
Rotondo questa formazione è data da calcari micritici biancastri in strati sottili (5-15 cm) a radiolari e
con intercalati marne verdi di età Turoniano superio- spicole di spugne con intercalati strati sottili di cal-
re?-Coniaciano p.p. (Luperto Sinni 1996), mentre careniti a orbitolinidi, foraminiferi, alghe dasicladali,
nell’area di Apricena la successione affiorante è data da incrostanti e frammenti di bivalvi e echinodermi. La
strati metrici di calcari micritici con bouquet o biostro- parte alta è ricoperta da calcareniti bioclastiche in
me a Rudiste intercalate a livelli stromatolitici. strati medi e spessi con frammenti di rudiste (radio-
litidi) o gusci interi.
Le unità di margine
Le unità di scarpata
Il margine di una piattaforma carbonatica è
la parte che borda questi accumuli di mare basso e La zona di scarpata di una piattaforma carbonati-
che “protegge” i sedimenti della piattaforma inter- ca è un pendio sottomarino, con inclinazione varia-
na dall’azione di erosione del moto ondoso e delle bile da pochi gradi fino a 35-40°, che raccorda le
correnti. È quindi la zona di maggiore energia e può zone di mare basso con il fondo del bacino. In questa
essere costituita da sedimenti sabbiosi, sia bioclastici zona prevalgono i fenomeni di risedimentazione e
che oolitici, sia da vere e proprie biocostruzioni che di accumulo per decantazione pelagica. Frane sot-
creano una impalcatura rigida e resistente (scogliera), tomarine di differenti dimensioni, flussi granulari
come ad esempio le barriere coralline attuali. Il mar- e correnti di torbida sono i principali processi di
gine rappresenta il limite tra i depositi di mare basso risedimentazione gravitativa. Sono ascrivibili a questo
e quelli di mare profondo, costituiti dalla scarpata ambiente sedimentario le seguenti unità stratigrafiche
e dal bacino. Sono ascrivibili a questi ambienti le o formazioni:
seguenti unità stratigrafiche o formazioni: – Formazione di Ripe Rosse (Kimmeridgiano p.p.-
– Formazione di Monte Spigno (Oxfordiano p.p. Valanginiano p.p.). Questa unità è costituita da
–Valanginiano p.p.). Quest’unità affiora nella parte calcareniti bioclastiche e brecce a Stromatoporoidi
in strati spessi, intercalati con calcari micritici pe-
1. INTRODUZIONE ALLA GEOLOGIA DEL GARGANO 19
lagici con liste e noduli di selce. I clasti sono dati nate a calcari micritici, calcari marnosi e marne ricchi
principalmente da frammenti di Stromatoporoidi e di foraminiferi planctonici (Bosellini et al. 1993).
Coralli. Questa unità costituisce una successione di Nell’area tra Vieste e Peschici affiorano intervalli con
scarpata clinostratificata (da prossimale a distale), calcari micritici pelagici con livelli, liste e noduli di
connessa fisicamente ai Calcari di Monte Sacro che selce di varia dimensione. Nell’area di Monte Sarace-
rappresentavano il margine biocostruito. no vicino Mattinata, affiorano varie litofacies come
– Calcari di Mattinata (Valanginiano p.p. –Albiano brecciole e calcareniti grossolane ricche in grandi
superiore). È una successione ricca di depositi gravi- nummuliti e discocycline, alternate a calcareniti
tativi costituiti da calcitorbiditi, brecce, intercalati a bioclastiche giallastre con spessore di circa 20-25 m,
calcari micritici con noduli e liste di selce (Cobianchi passano verso il bacino a calcari micritici farinosi in
et al. 1997). Passa lateralmente ai depositi bacinali strati sottili affioranti a Punta Rossa. Al di sopra delle
della Maiolica e delle Marne a Fucoidi. La sezione calcareniti nummulitiche esistono dei corpi massivi
tipo è esposta vicino all’abitato di Monte S. Angelo, ricchi di coralli, interpretati come piccoli patch-reefs
lungo la strada della Val Carbonara-S. Giovanni (Bosellini et al. 1999).
Rotondo.
– Calcari di Monte S. Angelo (Albiano superiore-Tu-
Le unità di bacino
roniano inferiore). Nell’area tipo di Monte S. Angelo – Maiolica (Titoniano-Aptiano inferiore). Questa
è costituita da corpi di megabrecce con blocchi e clasti formazione è una delle unità bacinali del Giurassi-
plurimetrici. Nell’area di Ischitella-Vico, brecce e co superiore-Cretaceo inferiore meglio conosciute
calcitorbiditi gradate in strati da medi a spessi sono dell’intero Mediterraneo. Essa consiste di calcari
intercalate a calcari pelagici. Lo spessore, variabile micritici bianchi, in strati sottili, ricchi in Calpio-
tra le due aree, può raggiungere i 300 m. Questa nellidi e Nannoconus e con intercalati liste e noduli
formazione rappresenta l’accumulo sedimentario al di selce (Figg. 5-6). Piegamenti intraformazionali
piede della scarpata derivante da estesi collassi del (slumpings) (Fig. 7), superfici di troncatura e dicchi
margine della piattaforma per frane sottomarine e sedimentari sono le caratteristiche più comuni di
per accumuli di calcitorbiditi (Bosellini et al. 1999). questa formazione, il cui modellamento dà luogo alle
In alcune parti di questa unità, nell’area tra Ischitella splendide morfologie costiere del Gargano tra Vieste
e Vico del Gargano, sono presenti arnioni o noduli e Mattinata (Morsilli, Moretti 2011).
di selce. – Marne a Fucoidi (Aptiano inf.–Albiano superio-
– Calcari di Monte Acuto (Turoniano medio-Dania- re). Quest’unità litostratigrafica è costituita da strati
no p.p.). Le litofacies sono date da calcari micritici sottili di calcari micritici, marne e argille verdastre
bianchi in strati sottili con selce alternati a calcitor- con livelli silicizzati (porcellaniti) e in alcuni inter-
biditi bioclastiche grossolane, brecce e megabrecce valli anche livelli e liste di selce. Frequenti intervalli
con clasti sia di piattaforma che di scarpata-bacino anossici sono marcati da black shales (Cobianchi
(Neri 1993). Questa unità affiora nelle stesse aree dei et al. 1997). Affiora prevalentemente nel Gargano
Calcari di Monte S. Angelo e in un piccolo lembo settentrionale in una fascia compresa tra Vieste e
che ricopre in discordanza i Calcari di Altamura nei Ischitella (Fig. 1).
pressi di Apricena (Morsilli et al. 2003, 2004). – Scaglia (Cenomaniano-Paleocene p.p.). Quest’uni-
– megabreccia del Grottone (Eocene inferiore?). tà è molto simile alla Maiolica ed è costituita da strati
Questa unità affiora esclusivamente nell’area di sottili di calcari micritici, leggermente farinosi, con
Monte Saraceno. I vari corpi canalizzati di mega- liste e noduli di selce rossastra. Il faraglione di Piz-
breccia hanno clasti con dimensioni max di circa zomunno (Fig. 8) e parte della falesia della vecchia
1-2 m con litologie molto varie e ricchi in numerose Vieste sono costituiti da questa unità.
specie fossili quali echinodermi, nummuliti, alveo- – calcari della Punta Rossa (Luteziano p.p. – Barto-
line, bivalvi, gasteropodi ecc.; rari invece i clasti con niano p.p.). Questa unità è costituita da calcari mi-
coralli e rudiste. Lo spessore di questa unità varia da critici farinosi sottilmente stratificati, con intercalate
50 a circa 100 m. L’età di questa formazione non calcitorbiditi in strati da pochi fino a 20-30 cm.
è ancora ben definita, in ogni caso nella parte alta Altre unità stratigrafiche paleogeniche-neogeniche
sono presenti delle faune bentoniche del Luteziano
(Bosellini, Neri 1995). Dopo la fase di deposizione eocenica le rocce
– Formazione di Peschici (Luteziano-Bartoniano del Gargano non registrano fasi deposizionali fino al-
p.p.). Questa unità affiora nella parte nord-orientale l’Oligocene superiore (Fig. 3). È probabile che buona
del Gargano ed è costituita da una spessa successione parte del promontorio sia rimasto in condizioni di
(circa 350 m) di calcitorbiditi e brecce gradate alter- emersione come testimoniato dalla presenza di terre
20 PARTE I – IL QUADRO GEOLOGICO E LA SELCE DEL GARGANO
Fig. 9 – Immagine satellitare del Gargano con le principali lineazioni tettoniche e i centri abitati. La Faglia di Mattinata,
disposta in senso E-O, è una delle strutture maggiormente visibili e divide in due il promontorio. L’area depressa al
centro di questa struttura è il Pantano di San Egidio.
Fig. 10 – Sezione geologica del Gargano orientata in senso SO-NE (modificata da Bertotti et al. 1999).
rosse visibili alla base dei calcari con briozoi e coralli taforma poco profonda e probabilmente legati alla
dei Calcari di Grotta S. Michele (Morsilli et al. c.s.). paleofisiografia del substrato mesozoico.
Un’altra fase di estesa continentalizzazione si osserva – calcari di Grotta S. Michele (Chattiano p.p.-Aquita-
durante il Messiniano, probabilmente in relazione niano p.p.): è costituita da calcari micritici con abbon-
alla famosa crisi di disseccamento del Mediterraneo, danti coralli coloniali e alghe rosse, spesso bioerose.
con la messa in posto di estesi depositi continentali – formazione di Torre Rossa (Burdigaliano p.p.-Lan-
di conoide alluvionale e di delta-conoide. In generale ghiano p.p.): è costituita da calcari bioclastici con
le formazioni marine del Cenozoico (Oligocene p.p. all’interno grossi gusci di bivalvi, spesso con cementi
– Pliocene p.p.) si sono deposte in contesti di piat- arrossati (Casolari et al. 2000).
22 PARTE I – IL QUADRO GEOLOGICO E LA SELCE DEL GARGANO
– pietra leccese (Langhiano sup. – Tortoniano sup.): agito nel tempo in diversi modi rispetto agli sforzi
questa unita è costituita da calcareniti bioclastiche applicati (vedi riferimenti in Argnani et al. 2009 e
alternate a calcari ricchi di foraminiferi planctonici Morsilli et al. c.s.).
di piattaforma aperta. Negli anni ’60, il Promontorio del Gargano ve-
– Tripoli (Messiniano inferiore): è costituita da cal- niva interpretato come un esteso horst (una struttura
cari marnosi, diatomiti e marne porcellanacee con rialzata) debolmente piegato e interessato da nume-
ostracodi. rose faglie normali. All’interno di questo “horst” le
– calcari di Trombetta (Messiniano p.p.): è costituita varie faglie avrebbero prodotto delle piccole dorsali
da packstone-grainstone bioclastici e a peloidi con fre- associate a zone depresse, interpretate come piccoli
quenti laminazioni incrociate (ripples-hummocky). horst e graben (es. horst di M. Iacotenente, Graben di
– brecce e conglomerati di San Giacomo (Messiniano Umbricchio, horst di M. Spigno). Successivamente,
p.p.): questa unità è costituita da conglomerati e il riconoscimento di lineamenti tettonici a carattere
brecce in matrice sabbiosa rossastra. I clasti e ciottoli trascorrente, evidenziati sia da dati sismici che da
derivano sia dalle varie unità del substrato mesozoico rilevamenti di superficie, hanno stimolato diverse
che dalle precedenti unità mioceniche accumulati in interpretazioni sull’origine ed evoluzione dell’at-
depositi di conoide e delta-conoide. tuale assetto strutturale del promontorio garganico
– calcari di Fiumicello (Messiniano superiore): è co- (Bertotti et al. 1999). Alcuni autori ritengono che
stituita da calcareniti bioclastiche spesso laminate, il Gargano sia probabilmente una struttura di tipo
calcari marnosi giallastri e marne argillose. Questa diapirica, con faglie di taglio e trascorrenti associate
unità è ritenuta il termine finale della crisi messinia- a livelli evaporitici triassici (Anidriti di Burano),
na, corrispondente alla nota unità “Lago-Mare”. affioranti in superficie alla Punta delle Pietre Nere.
– Trubi (Pliocene inferiore): Questa unità è costituita L’area centro-occidentale, che a parità di litologie
da calcareniti giallastre in strati sottili ricchi in fo- affioranti presenta uno spiccato carsismo, sarebbe il
raminiferi planctonici, datata al Pliocene inferiore risultato di un’azione tettonica più intensa, derivante
(Pavia et al. 2011). dallo “strizzamento” di questo blocco, circondato
– calcarenite di Gravina (Pliocene medio-superiore): da settori meno deformati. La divisione in blocchi
è costituita da calcareniti bioclastiche giallastre con sarebbe esplicata da tre faglie trascorrenti principali
grossi frammenti o gusci di bivalvi, spesso intensa- e dalla faglia del Torrente Candelaro, che delimita
mente bioturbate. il Gargano dal Tavoliere delle Puglie con direzione
all’incirca NO-SE. Alcuni piccoli bacini o aree pia-
3. Tettonica ed assetto strutturale neggianti (es. Pantano di S. Egidio) all’interno delle
zone montuose possono essere interpretati come
Le rocce garganiche dopo loro deposizione sono bacini di pull-apart (Guerricchio 1986) (Fig. 9). Altri
state deformate e sollevate attraverso varie fasi tetto- autori considerano la parte centrale del Gargano
niche, in parte comuni alla formazione della catena come un “cuneo di espulsione”, legato alle spinte
appenninica. Infatti, dal punto di vista strutturale, compressive dinariche (Eocene-Oligocene), che
il Gargano rappresenta insieme al resto della Puglia avrebbero prodotto delle faglie inverse con rigetti di
l’area di avampaese del sistema orogenico dell’Appen- alcune centinaia di metri e strutture plicative con assi
nino meridionale. Come area di avampaese, che per in direzione E-O (Ortolani, Pagliuca 1989). Altri
definizione dovrebbe essere un’area poco deformata, ancora, asseriscono che l’assetto strutturale del Gar-
presenta alcune anomalie come ad esempio l’elevata gano sia il risultato di una tettonica essenzialmente
sismicità. I numerosi terremoti che lo hanno inte- fragile, impostata su vecchie superfici di debolezza
ressato sono testimoniati dalla presenza di numerose riattivate in più fasi, con movimenti trascorrenti
faglie, di cui la più importante è la Faglia di Mat- intervallati ad una tettonica distensiva. In questo
tinata (Fig. 9), allungata in senso E-O, che divide contesto, l’inarcamento subito dal promontorio
letteralmente in due parti il promontorio e prosegue garganico può essere spiegato facendo riferimento
nell’Adriatico per diverse decine di chilometri. No- a una struttura di avampaese localizzata in prossi-
nostante sia una delle faglie italiane maggiormente mità di un sistema catena-avanfossa e sottoposta a
studiate, numerose controversie esistono tra i geologi compressione tangenziale (Funiciello et al. 1992).
strutturali sul senso di movimento di questa struttura. Recentemente, Bertotti et al. (1999), attraverso uno
Per alcuni si tratterebbe di una trascorrente destra, studio comparato tra geologia strutturale e stratigra-
per altri di una trascorrente sinistra, per altri ancora fia delle unità neogeniche, ipotizzano la presenza
sarebbe una faglia inversa. In ogni caso si tratta di di importanti raccorciamenti (> di 10 km) che si
una struttura complessa e che probabilmente ha esplicano attraverso pieghe e sovrascorrimenti a ver-
1. INTRODUZIONE ALLA GEOLOGIA DEL GARGANO 23
centrazione di morfologie carsiche (fino a 80 doline compresa tra S. Maria di Pulsano fino a Monte Sara-
per kmq). Di notevole interesse è la Dolina Pozzati- ceno, dove si ha un maggiore sviluppo dell’idrografia
na, una delle maggiori depressioni carsiche italiane. superficiale. In questa ampia fascia affiorano nella
Morfologie simili si riscontrano in parte nell’area di parte occidentale i calcari micritici della Formazione
Bosco Umbra e ad ovest di Monte Sacro, nella parte di Sannicandro, ricoperti dai Calcari di San Giovanni
centro-orientale del Gargano. In quest’area affiorano Rotondo (area di Borgo Celano-S. Giovanni). Verso
prevalentemente i calcari micritici e le dolomie dei est, da Valle Trimitosi fino a Posta Capuano, affiora
Calcari di Sannicandro. Spostandosi verso est e nord la Formazione di Monte Spigno. Proseguendo verso
(Bosco di Manfredonia, Bosco Quarto, Monte Spi- Est la situazione stratigrafica tende a complicarsi con
gno, Bosco di Gioffo, Coppa Ferrata), la morfologia l’affioramento di tutti i terreni del Cretaceo superiore
risulta più accidentata per la presenza di dorsali di fino a quelli eocenici, i quali sono responsabili del
origine tettonica orientate in senso NO-SE, separate cambio morfologico visibile da S. Maria di Pulsano
da ampie valli a debole pendenza (es. Valle Ragusa, fino a Monte Saraceno. A nord di questa dorsale, si
Piano Canale, Piano di S. Martino) o con valli chiuse hanno due estesi pianori che formano il Pantano di S.
(a Sud di Monte Spigno) riempite da depositi collu- Egidio e l’area di Campolato, completamente chiusi
viali. In quest’area affiorano sia i calcari oolitici della dai rilievi circostanti e di origine tettono-carsica. Il
Formazione di Monte Spigno che i calcari micritici drenaggio di queste aree avviene attraverso condotti
della Formazione di Sannicandro. Nell’area centro- carsici, di cui il più famoso per gli speleologi è la
settentrionale del promontorio che si affaccia sul Grava di Campolato.
Lago di Varano, si ha una morfologia a gradinata con – Area costiera marina e lagunare. All’interno di
fianchi acclivi e ampi pianori (Coppa Ferrata, Monte quest’area si possono distinguere varie zone con
Lo Sfrizzo, Bosco di Gioffo). Anche in questa zona caratteristiche differenti. Le aree costiere settentrio-
l’idrografia superficiale è quasi del tutto assente, con nali comprese tra Punta delle Pietre Nere fino a S.
morfologie carsiche impostate su lineamenti tettonici Menaio sono prevalentemente sabbiose, con ampie
(Polje) e con numerosi campi solcati. spiagge e dune eoliche. Lo sviluppo di questi cordo-
– Area meridionale. Un primo ampio terrazzo di for- ni sabbiosi sono responsabili della formazione dei
ma triangolare, che raggiunge la quota di circa 200 m laghi costieri di Lesina e Varano. Ad est del Lago di
slm, è delimitato a sud-ovest dal Torrente Candelaro Varano la morfologia è dominata dalla presenza di
mentre verso nord termina in prossimità dei primi conoidi alluvionali plurichilometriche. La costa bassa
rilievi garganici orientati in senso E-O. I limiti di è interrotta nel tratto compreso tra Torre Mileto e
quest’area corrisponderebbero secondo vari autori Foce di Capoiale, dove sono presenti alcune falesie
a superfici di origine tettonica (Cotecchia, Magri di modesta elevazione intervallate a piccole spiagge,
1966). L’idrografia superficiale risulta quasi del tutto e in prossimità dell’abitato di Rodi Garganico. Le
assente, con valli cieche, qualche rara dolina e campi coste alte sono sviluppate prevalentemente tra S.
solcati sulle aree rocciose affioranti. In quest’area Menaio e Mattinata, anche in questo caso interval-
affiorano ad Ovest la Formazione di Sannicandro late a piccole baie con spiagge sabbiose e ghiaiose.
e ad Est la Formazione di Monte Spigno. Nella In particolare lungo il tratto di costa compreso tra
parte centrale (Casa Lauriola) sono presenti limitati Testa del Gargano e Mattinata, si osservano delle
affioramenti dei Calcari di Altamura. Di notevole imponenti falesie di diverse decine di metri di altezza
estensione risultano anche i depositi alluvionali e soggette a frequenti crolli.
i depositi marini terrazzati. Un’altra superficie di Dal punto di vista idrogeologico i caratteri di
origine tettonica delimita un secondo altopiano permeabilità mista per fratturazione e carsismo delle
immergente verso sud, largo mediamente circa 5 rocce garganiche hanno permesso l’instaurarsi di una
km e lungo fino a 40 km (Cotecchia, Magri 1966). falda acquifera “principale” occupante l’intero pro-
Questo terrazzo nelle sue propaggini meridionali è montorio garganico (Cotecchia, Magri 1966). Esclu-
inciso da numerosi solchi vallivi a carattere torrenti- sivamente nell’area tra Vico del Gargano e Ischitella,
zio, alcuni profondamente incisi (Valle dell’Inferno, l’instaurarsi di condizioni stratigrafiche particolari,
Valle Masselli, Valle Trimitosi, Valle Mattina, Valle e cioè la sovrapposizione di terreni permeabili (Cal-
Campanile ecc.), con andamento prevalente N-S e cari di Monte S. Angelo e Calcari di M. Acuto) al
NO-SE probabilmente controllato dalla tettonica. di sopra di un terreno praticamente impermeabile
Allo sbocco dei principali solchi vallivi sono presenti (Marne a Fucoidi), ha permesso lo sviluppo di una
numerose conoidi alluvionali a debole pendenza che falda “secondaria”, completamente isolata da quella
tendono a mascherare il contatto brusco tra le due principale. La falda principale risulta isolata dagli
zone. La morfologia varia notevolmente nell’area adiacenti acquiferi del Tavoliere delle Puglie, tramite
1. INTRODUZIONE ALLA GEOLOGIA DEL GARGANO 25
la Faglia del T. Candelaro, che divide il Promontorio principalmente agli eventi tettogenetici dinarici
dalla pianura, sia dal punto di vista idrogeologico che ed appenninici, hanno smembrato questa parte di
da quello morfologico. Questa falda principale risulta Piattaforma Apula in vari blocchi dando luogo ad
sostenuta dall’acqua marina, a causa della differente una carsogenesi policiclica (Grassi et al. 1982). Nella
densità esistente tra le due acque. Il livello piezome- zona di S. Giovanni Rotondo, i depositi bauxitici
trico della falda principale si trova poco al di sopra del testimonierebbero un ciclo carsico sinsedimenta-
livello medio del mare in prossimità della costa e del rio, che Grassi et al. (1982) indicano come Ciclo
perimetro del Lago di Varano, mentre sale a diverse Protocarsico Turoniano. Sempre gli stessi Autori
decine di metri nella parte interna del promontorio. ascrivono al Terziario (Ciclo Paleocarsico Terziario)
La falda secondaria, di ridotte dimensioni rispetto a le evidenti manifestazioni carsiche epigee ed ipogee
quella principale, ha un livello di base, formato dalle presenti nella zona di San Marco in Lamis-Cagnano
Marne a Fucoidi, posto sempre a quote maggiori Varano-S. Giovanni Rotondo, costituite da altopiani
di 100 m. Il deflusso complessivo di questa piccola a doline multiple e seriate, insieme a forme più
falda risulta di circa 150 litri al secondo (Cotecchia, “mature” quali uvala e polje, che in genere seguono
Magri 1966). Naturalmente, il drenaggio delle due un andamento E-O e N-S. Inoltre, anche gli enormi
falde viene esplicato da numerose sorgenti (Polemio volumi di terre rosse, in alcuni casi “fossilizzate” da
et al. 2000). Molte sorgenti alimentate dalla falda depositi miocenici (Arzarello et al. 2011), si sarebbe-
principale affiorano lungo il bordo del Lago di Lesina ro sviluppate durante questo ciclo. Le manifestazioni
e di Varano, ed in alcuni casi all’interno di esso, sotto ipogee sono rappresentate da grotte e condotti carsici
forma di sorgenti subacquee ascendenti chiamate sub-orizzontali, con direzioni preferenziali in senso
“polle”. Altre sorgenti sono presenti lungo tutto il E-O e N-S. Infine, si è formato un nuovo ciclo
bordo orientale del Gargano, tra Vieste e Mattinata. quaternario, pilotato dalla neotettonica, in cui le
La falda secondaria viene drenata da numerose sor- faglie agiscono da svincolo meccanico provocando
genti di versamento con una portata modesta che un’ulteriore frammentazione delle sequenze carbo-
non eccede i pochi litri al secondo. natiche, che in questo modo risentono in maniera
Infine, per quanto riguarda il carsismo (riferi- differenziale gli sviluppi dell’attività carsica (Grassi
menti in Fusilli 2003) le varie fasi tettoniche, legate et al. 1982).
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