Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Ital.J.Geosci. (Boll.Soc.Geol.It.), Vol. 128, No. 1 (2009), pp. 47-60, 2 figs., 1 pl. f.t.
Queste bozze, corrette e accompagnate dallallegato preventivo firmato e dal buono dordine,
debbono essere restituite immediatamente alla
Segreteria della Societ Geologica Italiana
c/o Dipartimento di Scienze della Terra
Piazzale Aldo Moro, 5 00185 ROMA
RIASSUNTO
LAppennino meridionale un segmento del sistema orogenico
circum-Mediterraneo collocato tra lAppennino centrale, a nord e
larco calabro-peloritano, a sud, e limitato rispettivamente dalle linee
tettoniche Ortona-Roccamonfina e Sangineto. Esso rappresenta un
tipico thrust and fold belt con vergenza orientale, collocato tra il bacino di retroarco tirrenico ad ovest e lavampaese apulo-adriatico ad est.
Lattuale assetto strutturale della catena sud-appenninica rappresenta il risultato di eventi compressivi e distensivi connessi con la
subduzione e il successivo arretramento flessurale della placca
adriatica e, a partire dal Tortoniano, con lapertura del bacino di
retroarco tirrenico.
In questa nota viene presentata una carta delle unit cinematiche dellAppennino meridionale che si propone di illustrare la progressiva migrazione spazio-temporale della deformazione.
Per unit cinematica intendiamo un corpo geologico costituito
da una o pi unit tettoniche che, unitamente ad eventuali depositi
di thrust-top si comportata come un unico assieme cinematico nei
confronti di aree pi esterne.
La carta stata elaborata tenendo conto di alcune assunzioni
generalmente accettate: i) linizio della sedimentazione silico-clastica
immatura ed il suo progressivo prevalere segna il depocentro del bacino di avanfossa; ii) i depositi di avanfossa poggiano in concordanza sui precedenti depositi di avampaese, in quanto la discordanza
angolare legata alla progressiva flessurazione della zolla non apprezzabile a scala locale; iii) la prima deformazione compressiva,
che segue la fase depocentrale dellavanfossa, interessa solo una parte dellavampaese flessurato, che viene in tal modo accreta allorogene.
In ciascuna unit tettonica levento deformativo viene vincolato
cronologicamente tra let dei suoi depositi di avanfossa concordanti
e let dei depositi thrust-top discordanti, se presenti.
Le relazioni originarie tra i suddetti depositi possono, comunque,
essere state occultate da successivi eventi tettonici compressivi, distensivi o trascorrenti. Leventuale presenza di successivi depositi discordanti al di sopra di quelli del substrato deformato e dei relativi bacini
thrust-top, consente la datazione di questi ultimi eventi tettonici.
Le unit cinematiche, indicate con lettere maiuscole (da A a G,
partendo dalle pi antiche fino a quelle pi recenti), comprendono
unit tettoniche, derivate da domini paleogeografici che sono stati
interessati dal primo evento tettogenetico nello stesso intervallo cronologico.
In ciascuna unit cinematica sono stati distinti con lettere minuscole: a) la successione preorogena; b) i depositi dello stadio di
avanfossa; c, d) i depositi dei bacini thrust-top.
Le unit tettoniche non sempre hanno conservato elementi utilizzabili per stabilire let della prima deformazione, quali i depositi
silicoclastici di avanfossa e i depositi discordanti immediatamente
successivi; in tal caso lattribuzione ad una determinata unit cinematica stata effettuata tenendo conto della posizione geometrica e
del contesto regionale.
Lanalisi della distribuzione areale delle unit cinematiche induce ad alcune considerazioni di carattere generale. Nel segmento di
TERMINI CHIAVE: Unit cinematiche, evoluzione tettonosedimentaria, geologia regionale, Appennino meridionale.
ABSTRACT
Main kinematic units map of the southern Apennines.
Explanatory notes.
The southern Apennine is the segment of the circum-Mediterranean orogenic system between the central Apennine to the North
and the Calabria-Peloritani arc to the South, bounded by the OrtonaRoccamonfina and the Sangineto tectonic lines respectively. It consists in a salient north-east verging thrust and fold belt, interposed
between the back-arc Tyrrhenian basin to the West and the undeformed Apulian-Adriatic foreland to the East. Its present structural
setting is the result both of mainly compressive tectonic events,
related to the subduction followed by the roll-back of the Adria
plate, and of the extensional tectonics related to the opening, since
the late Miocene, of the Tyrrhenian sea (MALINVERNO & RYAN, 1986;
PATACCA & SCANDONE, 1989; DOGLIONI, 1991). Aiming to point out
the space-time migration of the deformation, a geological map of the
area between the Ortona-Roccamonfina tectonic line to the North
and the Maratea-Val dAgri alignment to the South showing the possible kinematic units of the southern Apennine has been elaborated.
The above area includes the whole Campania and part, of Lucania,
Molise and Puglia regions. A kinematic unit can be defined as a
stack of tectonic units (or even only one), eventually covered with
thrust top deposits, that piled up during the same tectonic event and
afterwards behaved like an unique geological body in respect to
more external areas.
In the frame of the regional geological setting, some well established sedimentologic and stratigraphic characteristics have been
assumed as reference criteria for grouping together some tectonic
units in a kinematic unit: (i) the beginning and the gradual increase
up to prevail of the immature siliciclastic sedimentation marks the
depocentral phase in the evolution of a foredeep basin; (ii) the foredeep deposits rest conformably on the older successions, as the
angular unconformity due to the progressive flexuration of the foreland is not appreciable at a local scale; (iii) the compressive tectonic
event, immediately following the foredeep stage, involves a wide portion of the flexured foreland, that is accreted to the nappe stack of
48
G. BONARDI ET ALII
49
LAppennino meridionale una catena a falde, con vergenza orientale, originatasi a partire dal Miocene inferiore
per subduzione verso ovest (sensu DOGLIONI, 1991) e dal
Tortoniano superiore per arretramento flessurale della litosfera adriatico-apula (MALINVERNO & RYAN, 1986; PATACCA
& SCANDONE, 1989; DOGLIONI, 1991; DOGLIONI et alii, 1991).
Nellambito del contesto geodinamico cos delineato,
appare opportuno ribadire alcuni concetti generalmente accettati dalla comunit scientifica, cui stato fatto riferimento nellelaborazione della carta delle unit cinematiche:
Linizio della sedimentazione silico-clastica immatura ed il suo progressivo prevalere, caratterizza il depocentro dei bacini di avanfossa.
I depositi di avanfossa poggiano in concordanza sui
precedenti depositi di avampaese, in quanto la discordanza angolare legata alla progressiva flessurazione della zolla non apprezzabile a scala locale.
La prima deformazione compressiva, che segue la
fase depocentrale dellavanfossa, interessa solo una parte
dellavampaese flessurato, che viene in tal modo accreta
allorogene. Questa deformazione si sposta in momenti
successivi verso lesterno, interessando ulteriori porzioni
dellavanfossa e del suo substrato e determinando una
progressiva migrazione allincirca da sud-ovest verso
nord-est (coordinate attuali) del sistema catena-avanfossa-avampaese.
La deformazione il risultato relativamente discontinuo e localizzato (fasi o meglio eventi tettonici) di
un processo continuo di subduzione, seguito da arretramento flessurale, che condiziona la crescita dellorogene.
La struttura attuale dellAppenino meridionale viene interpretato (CASERO et alii, 1988; PATACCA & SCANDONE,
1989, 2007; LENTINI et alii, 1990), almeno in profondit,
come un complesso sistema di tipo duplex, in cui unit di
provenienza paleogeografica interna sovrastanti il roof
thrust sono state trasportate verso il margine occidentale
dellavampaese, ricoprendo horses attualmente solo in parte
affioranti, corrispondenti a unit tettoniche derivate da
domini paleogeografici pi esterni, a loro volta sovrastanti a
un floor thrust che li porta ad accavallarsi sui domini ancora pi esterni in flessurazione. La tettonica a thrust stata
accompagnata e/o seguita da faglie trascorrenti (legata sia ai
movimenti lungo rampe laterali che alle rotazioni di blocchi)
e faglie dirette ad alto e basso angolo (MAZZOLI et alii, 2001).
Le unit di provenienza paleogeografica pi interna
(Liguridi e Sicilidi), originatesi da unarea oceanica e/o a
crosta assottigliata, hanno iniziato a impilarsi non prima
del Miocene inferiore (DI STASO & GIARDINO, 2002), for-
mando un prisma di accrezione sigillato da una successione thrust-top. Successivamente (non prima del Tortoniano medio-superiore, secondo SGROSSO, 1988; AMORE
et alii, 2003) questo assieme sovrascorso su domini di
piattaforma carbonatica impostati su crosta continentale
(piattaforma sud-appenninica, MOSTARDINI & MERLINI,
1986; PESCATORE, 1988; piattaforma campano-lucana,
SCANDONE, 1972; DARGENIO et alii, 1973, 1975; piattaforme laziale-campano-lucana e campano-lucano-calabrese
separate dal bacino del M. Foraporta, SGROSSO, 1986,
1998; piattaforme appenniniche separate dal bacino del
M. Foraporta, VAN DIJK et alii, 2000). Nel Miocene superiore il prisma tettonico si ulteriormente spostato verso
lesterno, coinvolgendo nella deformazione prima lampio
bacino di Lagonegro e quindi tutti i domini paleogeografici pi esterni (piattaforma abruzzese-campana e bacino
molisano, DARGENIO et alii, 1973, piattaforme abruzzeselaziale-campana, abruzzese-molisana e abruzzese, intercalate dai bacini molisani, SGROSSO, 1986, 1988, 1998;
piattaforme apule interna ed esterna separate dal bacino
apulo, MOSTARDINI & MERLINI, 1986; piattaforme apule
separate da un bacino, VAN DIJK et alii, 2000; unarticolazione di piattaforme e bacini tra una piattaforma appenninica e una piattaforma apula, PATACCA & SCANDONE,
2007) sino alla piattaforma apula interna.
Ulteriori eventi compressivi hanno provocato sensibili
raccorciamenti nella catena fino al Pleistocene inferiore
(CINQUE et alii, 1993; MOSTARDINI & MERLINI, 1986).
LE UNIT DELLA CATENA SUD-APPENNINICA
50
G. BONARDI ET ALII
Fig. 2 - Schema dei rapporti crono-stratigrafici delle successioni pre-orogeniche delle unit cinematiche con i depositi di avanfossa e di thrust-top.
Per le sigle delle unit vedi testo.
Sketch of chrono-stratigraphic relationships among pre-orogenic successions, foredeep and thrust-top deposits of kinematic units. See text for
unit codes.
51
raceno (SELLI, 1962). Questultima costituita da calcareniti e calcareniti arenacee, spesso silicizzate o con liste di
selce, arenarie a matrice calcarea e subordinate brecciole
a clasti di rocce cristalline. Lorigine torbiditica sempre
ben evidente, essendo ben riconoscibili uno o pi intervalli della sequenza di Bouma; da sottolineare che lintervallo pelitico, ridotto o assente nella parte bassa della
successione, aumenta di spessore nella parte alta, nella
quale aumentano anche di frequenza, fino a prevalere sulle calcareniti, le areniti immature. Let di questa successione Eocene superiore-Aquitaniano (DI STASO & GIARDINO, 2002). Attraverso unalternanza di calcareniti e
arenarie feldspatico-litiche con intercalazioni di marne
rosse e verdi e con una brusca riduzione dello spessore
degli strati, si passa al membro del Sovereto, distinto solo
nei Fogli CARG 1:50.000 520 Sapri e 521 Lauria. Questultimo, da noi interpretato come la parte di avanfossa della
successione, interamente costituito da arenarie immature, fittamente stratificate, con sottili intercalazioni pelitiche e rari livelli di quarzareniti. Let presumibile per la
posizione stratigrafica Miocene inferiore (Aquitaniano-?
Burdigaliano).
LUnit informale, con caratteri di broken formation,
dei terreni ad affinit sicilide (BONARDI et alii, 1988b;
CIARCIA et alii, 2009b), stata cos denominata per la presenza in associazione di litologie simili a quelle dellUnit
nord-calabrese (in particolare Formazione delle Crete
Nere) e a quelle delle Unit sicilidi (argille varicolori,
membro di Monte SantArcangelo). Un possibile equivalente della Formazione del Saraceno sembra essere ridotto a qualche metro di calcareniti gradate con intercalazione di marne rosse e verdi. Le litologie pi frequenti e pi
estesamente affioranti nellarea della carta sono marne,
spesso silicizzate, con patine e impregnazioni di manganese; argilliti grigio-scure e nere simili a quelle della
Formazione delle Crete Nere; calcari e calcari marnosi
grigi con caratteristico clivaggio tipo pietra paesina; un
assieme caotico di argilliti grigio-scure contenente frammenti (presumibilmente il risultato di fenomeni di boudinage) di arenarie micacee nerastre e calcari marnoso-siliciferi; calcareniti gradate con intercalazioni di marne
rosse e verdi e, a luoghi, brecciole gradate a nummuliti ed
altri macroforaminiferi. I foraminiferi planctonici e le
nannoflore, rinvenuti in litologie differenti, indicano
unet compresa tra il Cretacico superiore, in accordo con
la presenza di rare impronte di inocerami, e lOligocene
superiore. In poche localit affiora una successione relativamente regolare, anchessa di et compresa tra un probabile Cretacico superiore e lOligocene superiore, data
da: marne silicizzate e selci, calcari marnosi a frattura
scheggiosa tipo fogliarina auct., argilliti grige con intercalati banchi di quarzareniti bianche.
Unit derivate dal margine continentale apulo
Unit Monte Bulgheria
LUnit Monte Bulgheria (SCANDONE et alii, 1964;
TORRE, 1969; SGROSSO, 1995) formata alla base da dolomie grigio-scure, talora stromatolitiche, con Worthenia
solitaria e Gervilleia exilis del Trias superiore; calcari e
calcari dolomitici, a luoghi massicci, con Triasine e Megalodontidi del Retico-Lias inferiore, in cui si riconoscono facies di piattaforma, di bordo di piattaforma e scarpata. A partire dal Lias medio la successione data da
52
G. BONARDI ET ALII
Unit Lagonegro I
LUnit Lagonegro I (SCANDONE, 1967, 1972) formata da una successione bacinale distale, formata da calcari
con liste e noduli di selce ad Halobia con intercalazioni di
argilliti nere del Trias superiore-Retico (Calcari con selce);
radiolariti, diaspri e argilliti silicifere policrome con rarissimi livelli calcareo-marnosi con calcareniti e brecciole
gradate (Scisti silicei) del Retico-Cretacico inferiore. Verso lalto si passa ad argilliti ed argilliti silicee di colore grigio e nero, con intercalazioni di calcari marnosi e marne
silicifere (Flysch Galestrino) del Cretacico. Lunit si chiude con una successione di calcareniti a grana fine e calcilutiti, con intercalazioni di marne e argilliti silicifere rosse del Cretacico superiore-Paleocene (Scisti di Pecorone).
Unit Monte Croce
Nella finestra tettonica di Campagna, nei Monti Picentini, oltre alle unit lagonegresi, affiora anche lUnit di Monte Croce (SCANDONE & SGROSSO, 1974; TURCO, 1976) di et
mesozoica e terziaria, costituita da brecce calcaree grossolane di scarpata e dolomie con selce mesozoiche, passanti a
calcareniti e calciruditi a macroforaminiferi del Miocene inferiore. Verso lalto si passa a marne grigie con intercalazioni di calciruditi e argille, che gradualmente si arricchiscono
di frazione silicoclastica, del Langhiano superiore. Si rinvengono quindi arenarie torbiditiche con intercalazioni di
calcilutiti e marne e con olistoliti di calcari a litotamni e di
quarzareniti numidiche, che costituiscono la formazione
dei Calcari ed arenarie della Vallimala (SCANDONE & SGROSSO, 1974) di et Serravalliano-Tortoniano inferiore (SGROSSO, 1998). Affioramenti correlabili con tale formazione si
rinvengono anche al Monte Massico (SGROSSO, 1974).
Unit Matese-M. Maggiore-M. Camposauro
LUnit Matese-M. Maggiore-M. Camposauro costituita
alla base da dolomie e calcari dolomitici spesso stromatolitici, talora con megalodontidi (Trias-Lias inferiore), passanti a calcilutiti e calcareniti con facies di retroscogliera, ricche di lamellibranchi, foraminiferi, gasteropodi ed alghe
(Lias inferiore-Cretacico superiore); tra Cretacico inferiore
e superiore presente un orizzonte lenticolare di bauxite.
Lateralmente si rinvengono calcareniti e calciruditi risedimentate, talora con importante componente bioclastica, e
calcari marnosi (tipo scaglia) del Lias inferiore-Paleogene.
Su tale successione carbonatica in disconformit poggiano calcareniti e calciruditi fossilifere con pettinidi,
briozoi, alghe corallinacee e foraminiferi del Langhiano
(Formazione di Cusano) e quindi calcilutiti marnose e
marne ricche di foraminiferi planctonici (Formazione di
Longano) del Serravalliano-Tortoniano, che passa a sua
volta alla Formazione di Pietraroja (SELLI, 1957), che comprende alternanze torbiditiche di arenarie fini ed argille
del Tortoniano medio-superiore.
Unit Matese nord-occidentale
LUnit Matese nord-occidentale (SGROSSO, 1996; 1998)
formata da una successione in facies di scarpata di et
compresa tra il Trias superiore? e il Messiniano inferiore,
costituita da dolomie anche stromatolitiche e da risedimenti carbonatici pi o meno grossolani con intercalazioni di marne, calcari con selce e, talvolta, diaspri.
53
54
G. BONARDI ET ALII
Il Flysch di Castelvetere (Tortoniano superiore-Messiniano inferiore) formato da areniti a grana variabile con
intercalazioni argilloso-marnose, localmente conglomeratiche, con olistostromi di argille varicolori ed olistoliti
carbonatici (PESCATORE et alii, 1970; PATACCA & SCANDONE, 1989; CRITELLI & LE PERA, 1995; SGROSSO, 1998;
AMORE et alii, 2003).
Il Flysch di San Bartolomeo (CROSTELLA & VEZZANI,
1964) e lequivalente Successione di Villanova del Battista
(BASSO et alii, 2002) di et Tortoniano superiore-Messiniano inferiore (PATACCA & SCANDONE, 1989; PESCATORE
et alii, 2000) sono formati da areniti arcosiche di natura
torbiditica, argille e paraconglomerati poligenici.
Le Arenarie di Caiazzo (Messiniano inferiore), localmente indicate come Flysch di Torrecuso, comprendono
arenarie talora con olistoliti carbonatici e con rare intercalazioni di brecciole e brecce calcaree (OGNIBEN, 1956;
SELLI, 1962; DI NOCERA et alii, 1993; SGROSSO, 1998).
Le Brecce di S. Massimo (Messiniano superiore) sono
costituite da brecce calcaree a matrice arenacea che poggiano discordanti sui carbonati mesozoici del versante settentrionale del Matese e che si inseriscono nella porzione
superiore delle Arenarie di Frosolone (SGROSSO, 1996).
LUnit di Altavilla (IPPOLITO et alii, 1973), del Messiniano superiore-Pliocene inferiore p.p., composta da
conglomerati, sabbie, argille siltose e argille, con lenti di
argille varicolori risedimentate, con livelli di risedimenti
gessosi ed intervalli con ostracofaune ad affinit pannonica (Lago-Mare); localmente alla base include la Formazione gessoso-solfifera Auct. (Messiniano superiore p.p.) comprendente diatomiti e argille, calcare evaporitico, gesso
selenitico e gessoclastiti con lenti di zolfo (IPPOLITO et
alii, 1973; 1974; DI NOCERA et alii, 1981). Nella successione del T. Braneta (Messiniano superiore-Pliocene inferiore, parte bassa) sono presenti alla base sedimenti evaporitici passanti ad arenarie e conglomerati canalizzati in
facies di Lago-Mare, sovrastati da argille varicolori risedimentate ed, infine, da argille con microfaune di mare
aperto e relativamente profondo della parte bassa del
Pliocene inferiore (CIAMPO et alii, 1986).
Le Molasse di Anzano (Messiniano superiore) sono
formate da areniti quarzoso-feldspatiche e conglomerati
granulari e a piccoli ciottoli con subordinate argille e siltiti (CROSTELLA & VEZZANI, 1964; MATANO, 2002).
I depositi pliocenici dei bacini intra-appenninici
dellAppennino campano-lucano sono tradizionalmente
riferiti in letteratura alla Unit di Ariano (IPPOLITO et alii,
1973; PESCATORE & ORTOLANI, 1973; IPPOLITO et alii,
1974; DARGENIO et alii, 1975), in cui sono state recentemente distinte due unit plioceniche con et differente
(AMORE et alii, 1998; CIARCIA et alii, 2003):
la Formazione della Baronia (Sintema di Andretta)
(Pliocene inferiore, parte alta) comprende conglomerati
poligenici massivi e stratoidi di ambiente alluvionale-deltizio; sabbie giallastre massive o con strutture sedimentarie di ambiente costiero; siltiti e argille grigie di piattaforma neritica, con intervalli torbiditici arenacei;
la Formazione di Sferracavallo (Sintema di Ruvo del
Monte) (Pliocene medio- superiore) include conglomerati
poligenici stratoidi di ambiente alluvionale-deltizio, arenarie ricche di gusci di molluschi, calcareniti e calciruditi
bioclastiche e silt grigio-azzurri di ambiente da circalittorale a infralittorale, siltiti ed argille grigie di piattaforma
neritica.
55
LE UNIT CINEMATICHE
DELLA CATENA SUD-APPENNINICA
56
G. BONARDI ET ALII
Sulla unit cinematica A poggiano inoltre altri successivi depositi thrust-top, quali il Flysch di Gorgoglione, il
Flysch di Castelvetere, lUnit di Altavilla Auct. e la Formazione della Baronia (Sintema di Andretta).
UNIT CINEMATICA B (Serravalliano-Tortoniano inferiore p.p.)
LUnit cinematica B raggruppa le unit tettoniche
coinvolte dal trasporto orogenico durante il SerravallianoTortoniano inferiore p.p.; in essa si distinguono:
a) le successioni pre-orogeniche del Trias superioreMiocene inferiore della piattaforma Campano-Lucana-Calabrese e suoi margini (piattaforma interna o Campano-Lucana Auct. p.p.), comprese nellUnit Alburno-Cervati, inclusa
la Formazione di Cerchiara, e nellUnit Monte Bulgheria;
b) i depositi di avanfossa del Langhiano della Formazione del Bifurto, ben conservati nelle successioni del
M. Pollino (Arenarie di Civita in PATACCA et alii, 1992);
c) i depositi di bacino thrust-top del Tortoniano medio-superiore delle Brecce ed Arenarie di Piaggine e delle
Brecce degli Alburni, poggianti in discordanza sullUnit
Alburno-Cervati.
Sulla unit cinematica B poggiano inoltre altri successivi depositi thrust-top, quali il Flysch di Castelvetere e
la Formazione della Baronia (Sintema di Andretta).
UNIT CINEMATICA C (Tortoniano inferiore p.p.-medio p.p.)
LUnit cinematica C raggruppa le unit stratigraficostrutturali coinvolte dal trasporto orogenico durante il
Tortoniano inferiore p.p.-medio p.p.; in particolare si distinguono:
a) le successioni pre-orogeniche del Trias superioreLanghiano, riferite sia alla Piattaforma Laziale-CampanoLucana ed ai suoi margini (Piattaforma interna o Campano-Lucana Auct. p.p.), sia al Bacino del M. Foraporta,
rappresentate nelle Unit Capri-M. Monna-M. Foraporta,
Picentini-Penisola Sorrentina, Taburno-M. Marzano-Monti
della Maddalena;
b) i depositi di avanfossa delle Calcareniti di Laviano
e delle Calcareniti ed arenarie di Nerano entrambi del Serravalliano;
c) i depositi di bacino thrust-top del Tortoniano medio (?)-superiore delle Brecce ed Arenarie di Punta Lagno e
della Formazione di Monte Sierio.
Sulla unit cinematica C poggiano inoltre altri successivi depositi di bacino di thrust-top, quali il Flysch di Castelvetere, lUnit di Altavilla, la Formazione della Baronia
(Sintema di Andretta) e la Formazione di Sferracavallo
(Sintema di Ruvo del Monte).
UNIT
CINEMATICA
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Nella definizione delle unit cinematiche stato necessario superare alcune incertezze, legate essenzialmente alla disponibilit ed allattendibilit delle datazioni dei
depositi neogenici o alla mancanza di successioni di
avanfossa o di thrust-top. Alcune unit tettoniche, infatti
(ad esempio le unit Picentini, Taburno-M. Marzano-Monti della Maddalena, Unit Lagonegro I, Unit del Vallone del
Toro), non sempre hanno conservato elementi utilizzabili
per stabilire let di prima deformazione, quindi non sono
univocamente attribuibili ad una data unit cinematica.
In questi casi la scelta degli accorpamenti delle unit tettoniche effettuata nella legenda, fra i diversi proponibili,
stata effettuata tenendo conto della posizione geometrica
e del contesto regionale.
A ci da aggiungere lincerto significato tettono-stratigrafico di alcune successioni prevalentemente silicoclastiche che porta ad una differente definizione dei tempi in
cui si realizzata la strutturazione. Ad esempio, alcune
successioni che nel presente lavoro sono state considerate
di thrust-top basin, quali le Arenarie di Piaggine, il Flysch
di Gorgoglione, il Flysch di Castelvetere sono state invece
interpretate come depositi di avanfossa in alcuni lavori
(PATACCA et alii, 1992a; 1992b; CRITELLI & LE PERA, 1995).
Nel caso della Formazione di San Giorgio (SELLI,
1962) di cui non sono ancora note nel dettaglio le caratteristiche del contatto con le successioni pre-orogeniche
non possibile allo stato delle conoscenze stabilire con
certezza se si tratti di una successione di avanfossa, come
ipotizzato da alcuni recenti Autori (QUARANTIELLO, 2003;
DI NOCERA et alii, 2005) o di depositi thrust top.
Ad oriente dei principali affioramenti di unit interne
affiorano terreni in facies di piattaforma carbonatica, che
sono stati attribuiti, per la loro posizione strutturale e per
la loro differente evoluzione tettono-sedimentaria miocenica, a due differenti unit cinematiche (unit B e C); alcuni autori (SGROSSO, 1986, 1988; 1998; SANTO & SGROSSO, 1987; VAN DIJK et alii, 2000), tenendo conto anche
della disposizione delle facies mesozoiche, le hanno attribuite a due distinte zone paleogeografiche.
Nel caso delle successioni carbonatiche che costituiscono lunit C, tenendo conto della presenza e dellandamento delle facies di transizione a bacino nel Mesozoico e
delle strutture tettoniche regionali, riteniamo che esse dovessero originariamente far parte della stessa unit stratigrafico-strutturale e che quindi abbiano subito sostanzialmente una stessa storia cinematica. Al fine di ricostruire
57
58
G. BONARDI ET ALII
OPERE CITATE
ALVAREZ W., COCOZZA T. & WEZEL F.C. (1974) - Fragmentation of the
Alpine orogenic belt by microplate dispersal. Nature, 248, 309-314.
AMORE O. (1992) - Studi biostratigrafici dei sedimenti miocenici del
Bacino Molisano: nannoplancton calcareo. Tesi di Dottorato in
Geologia del Sedimentario, Consorzio Univ. di Napoli e Palermo, 71 pp.
AMORE O., BASSO C., CIAMPO G., CIARCIA S., DI DONATO V., DI NOCERA S., ESPOSITO P., MATANO F., STAITI D. & TORRE M. (1998) Nuovi dati stratigrafici sul Pliocene affiorante tra il fiume Ufita ed
il torrente Cervaro (Irpinia, Appennino meridionale). Boll. Soc.
Geol. It., 117, 455-466.
AMORE O., BONARDI G., CIAMPO G., DE CAPOA P., PERRONE V. &
SGROSSO I. (1988) - Relazioni tra flysch interni e domini appenninici: reinterpretazione delle formazioni di Pollica, San Mauro e
Albidona e il problema dellevoluzione inframiocenica delle zone
esterne appenniniche. Mem. Soc. Geol. It., 41, 285-299.
AMORE O., BONARDI G., DI STASO A., CIAMPO G., DE CAPOA P., MORABITO S., RUGGIERO E. & SGROSSO I. (2005a) - The progress of
knowledge about the Miocene successions of the Southern Apennines following Sellis papers of 1957 and 1962. Boll. Soc. Geol.
It., v.s. 4, 37-44.
AMORE O., CASTELLANO M.C., CIVILE D., MORABITO S., PESCATORE
E., SANTINI U. & SGROSSO I. (2005b) - Three Miocene sedimentary cicles near Laviano (Salerno). Vol. Abstract Geoitalia 2005,
Epitome, 1, 293.
AMORE O., CIAMPO G., MORABITO S., RUGGIERO E., SANTINI U. &
SGROSSO I. (2003) - Datazione biostratigrafica e inquadramento
regionale di alcuni depositi miocenici discordanti dellAppennino
campano-lucano. FIST GEOITALIA 2003, Riassunti, 286-288.
BASSO C., CIAMPO G., CIARCIA S., DI NOCERA S., MATANO F. & TORRE M. (2002) - Geologia del settore irpino-dauno dellAppennino
meridionale: unit meso-cenozoiche e vincoli stratigrafici nellevoluzione tettonica mio-pliocenica. St. Geol. Camerti. Nuova serie,
1 (2), 7-27.
BASSO C., DI NOCERA S., ESPOSITO P., MATANO F., RUSSO B. & TORRE M. (2001) - Stratigrafia delle successioni sedimentarie evaporitiche e post-evaporitiche del Messiniano superiore in Irpinia settentrionale (Appennino meridionale). Boll. Soc. Geol. It., 120
(2-3), 211-231.
BONARDI G., DARGENIO B. & PERRONE V. (1988a) - Carta geologica
dellAppennino meridionale. Mem. Soc. Geol. It., 41, Tav. all. in
scala 1: 250.000.
BONARDI G., AMORE F.O., CIAMPO G., DE CAPOA P., MICONNET P. &
PERRONE V. (1988b) - Il complesso Liguride Auct.: stato delle
conoscenze e problemi aperti sulla sua evoluzione pre-appenninica ed i suoi rapporti con lArco Calabro. Mem. Soc. Geol. It., 41,
17-35.
BONARDI G., CIAMPO G. & PERRONE V. (1985) - La Formazione di Albidona nellAppennino calabro-lucano: ulteriori dati stratigrafici e
relazioni con le unit esterne appenniniche. Boll. Soc. Geol. It.,
104, 539-549.
BONARDI G., CAVAZZA W., PERRONE V. & ROSSI S. (2001) - CalabriaPeloritani Terrane and Northern Ionian Sea. In: Vai G.B. & Martini I.P. (eds.) - Anatomy of an Orogen: The Apennines and Adjacent Mediterranean Basins, 287-306, Academic Publishers,
Dordrecht., Kluwer.
BONARDI G., DE CAPOA P., FIORETTI B. & PERRONE V. (1993) - Lage
des mtacalcaires de lUnit du Frido (rgion calabro-lucanienne,
Italie) et ses implications godynamiques. C.R. Acad. Sci. Paris,
ser. II, 317, 955-962.
CASERO P., ROURE F., ENDIGNOUX L., MORETTI I., MULLER C., SAGE
L. & VIALLY R. (1988) - Neogene geodinamic evolution of the
Southern Apennines. Mem. Soc. Geol. It., 41, 109-120.
CASTELLANO M. & SGROSSO I. (2002) - Complesso Sicilide, Unit
Sannitiche e Argille Varicolori molisane nellAppennino meridionale. In: CIPOLLARI P. & COSENTINO D. (eds.), Riassunti e Guida
allescursione, Convegno - escursione COFIN 1999 Evoluzione
cinematica del sistema orogenico dellAppennino centro-meridionale: caratterizzazione stratigrafico-strutturale dei bacini
sintettonici, Roma 17-20 aprile 2002, 7-8.
CASTELLANO M.C. & SGROSSO I. (1996) - Et e significato dei depositi
miocenici della formazione di M. Sierio e possibile evoluzione ci-
nematica dellunit Monti della Maddalena nellAppennino campano-lucano. Mem. Soc. Geol. It., 51, 239-249.
CASTELLANO M.C., PUTIGNANO M.L. & SGROSSO I. (1997) - Sedimentology and stratigraphy of Piaggine Sandstones (Cilento,
Southern Apennines, Italy). Giorn. Geol., ser. 3, 59, 273-287.
CIAMPO G., SGROSSO I., TADDEI & RUGGIERO E. (1986) - Il limite
Miocene-Pliocene nella sezione di T. Braneta (Irpinia). Boll. Soc.
Geol. It., 105, 35-40.
CIARANFI N., DAZZARO L., PIERI P., RAPISARDI L. & SARDELLA A.
(1973) - Geologia della zona compresa fra Bisaccia (Av) ed il
T. Olivento, presso Lavello (PZ). Mem. Soc. Geol. It., 12, 279-315.
CIARCIA S., DI NOCERA S., MATANO F. & TORRE M. (2003) - Evoluzione tettono-sedimentaria e paleogeografica dei depocentri wedgetop nellambito del foreland basin system pliocenico dellAppennino meridionale (settore irpino-dauno). Boll. Soc. Geol. It.,
122, 117-137.
CIARCIA S., MITRANO T. & TORRE M. (2009a) - Stratigrafia della Formazione del Ponticello (Miocene superiore, Appennino campano).
Rend. Soc. Geol. It., in stampa.
CIARCIA S., VITALE S., DI STASO A., IANNACE A., MAZZOLI S. & TORRE M. (2009b) - Stratigraphy and tectonics of an Internal Unit of
the southern Apennines: implications for the geodynamic evolution of the peri-Tyrrhenian mountain belt. Terra Nova, in stampa.
CINQUE A., PATACCA E., SCANDONE P. & TOZZI M. (1993) - Quaternary kinematic evolution of the Southern Apennines. Relationships between surface geological features and deep lithospheric structures. Annali di Geofisica, 36 (2), 249-260.
CRITELLI S. & LE PERA E. (1995) - La Formazione di Castelvetere
nellevoluzione petrostratigrafica dellavanfossa del TortonianoMessiniano dellAppennino meridionale. Boll. Soc. Geol. It., 114,
615-634.
CRITELLI S., DE CAPOA P., LE PERA E. & PERRONE V. (1994) - Stratigrafia e petrografia delle Arenarie di Albanella (valle del Calore,
Appennino campano). Boll. Soc. Geol. It., 113, 451-463.
CRITELLI S., LE PERA E., PERRONE V. & SONNINO M. (1995) - Le successioni silico-clastiche nellevoluzione tettonica cenozoica
dellAppennino meridionale. St. Geol. Camerti, vol. sp. 1995, 2,
155-165.
CROSTELLA A. & VEZZANI L. (1964) - La geologia dellAppennino foggiano. Boll. Soc. Geol. It., 83, 121-142.
DARGENIO B., PESCATORE T. & SCANDONE P. (1973) - Schema geologico dellAppennino meridionale (Campania e Lucania). Atti del
Conv. Moderne vedute sulla geologia dellAppennino. Acc. Nazion. Lincei, 182, 49-72.
DARGENIO B., PESCATORE T. & SCANDONE P. (1975) - Structural
pattern of the Campania-Lucania Apennines. In: OGNIBEN L.,
PAROTTO M. & PRATURLON A. (Ed.), Structural model of Italy,
Quaderni de La ricerca scientifica, 90, 313-327, C.N.R. Roma.
DARGENIO B. (1966) - Zone isopiche e faglie trascorrenti nellAppennino meridionale. Mem. Soc. Geol. It., 4, 279-299.
DAZZARO L., DI NOCERA S., PESCATORE T., RAPISARDI L., ROMEO M.,
RUSSO B., SENATORE M. & TORRE M. (1988) - Geologia del margine della catena appenninica tra il F. Fortore ed il T. Calaggio (Monti
della Daunia - App. Merid.). Mem. Soc. Geol. It., 41, 411-422.
DE BLASIO I., LIMA A., PERRONE V. & RUSSO M. (1981) - Nuove vedute sui depositi miocenici della Penisola Sorrentina. Boll. Soc.
Geol. It., 100, 57-70
DI NOCERA S., MATANO F. & TORRE M. (2002) - Le unit sannnitiche Auct. (Appennino centro-meridionale): rassegna delle correnti interpretazioni stratigrafiche e paleogeografiche e nuove ipotesi
con lintroduzione dellUnit di Frigento. Studi Geologici Camerti. Nuova serie, 1 (1), 87-102.
DI NOCERA S., MATANO F., PESCATORE T. S., PINTO F., BOIANO U.,
CIVILE D., MARTINO C. & QUARANTIELLO R. (2005) - Prime considerazioni sulla geologia del settore centrale dei monti del Sannio.
Giornata di studio in memoria di A. Jacobacci Evoluzione delle
conoscenze geologiche dellAppennino apulo-campano e toscoumbro-marchigiano, APAT, 7 novembre 2005, Roma, Volume
Riassunti, 20-22.
DI NOCERA S., MATANO F., PESCATORE T., PINTO F., SENATORE M.R.,
QUARANTIELLO R. & TORRE M. (2006) - Schema geologico del
transetto Monti Picentini orientali-Monti della Daunia meridionali: evoluzione tettonica e stratigrafica del settore esterno dellAp-
59
60
G. BONARDI ET ALII
SCANDONE P. & BONARDI G. (1968) - Synsedimentary tectonics controlling deposition of mesozoic and tertiary carbonatic sequences
of areas surrounding Vallo di Diano (southern Appennines).
Mem. Soc. Geol. It., 7 (1), 1-10.
SCANDONE P. & SGROSSO I. (1964) - Il Mesozoico nel gruppo montuoso dellAccellica (M. Picentini-Salerno). Mem. Soc. Geol. It.,
4, 1-8.
SCANDONE P. & SGROSSO I. (1965) - Sulla paleogeografia della Penisola Sorrentina dal Cretacico superiore al Miocene. Boll. Soc. Natur. Napoli, 74, 159-177.
SCANDONE P. & SGROSSO I. (1974) - La successione miocenica dellalta Vallimala nella finestra tettonica di Campagna (Monti Picentini). Boll. Soc. Geol. It., 93, 1043-1047.
SCANDONE P., SGROSSO I. & BRUNO F. (1964) - Appunti di Geologia
sul M. Bulgheria. Boll. Soc. Natur. Napoli, 72, 19-27.
SELLI R. (1957) - Sulla trasgressione del Miocene nellItalia meridionale. Giornale Geologia, ser. II, 26, 1-54, Bologna.
SELLI R. (1962) - Il Paleogene nel quadro della geologia dellItalia meridionale. Mem. Soc. Geol. It., 3, 737-790.
SGROSSO I. (1974) - I rapporti tra la piattaforma carbonatica campano-lucana e la piattaforma abruzzese-campana al Monte Massico
(Caserta). Boll. Soc. Geol. It., 93, 1197-1209.
SGROSSO I. (1981) - Il significato delle calciruditi di Piaggine nellambito degli eventi del Miocene inferiore nellAppennino CampanoLucano. Boll. Soc. Geol. It., 100, 129-137.
SGROSSO I. (1986) - Criteri ed elementi per una ricostruzione paleogeografica delle zone esterne dellAppennino centro-meridionale.
Mem. Soc. Geol. It., 35, 203-219.
SGROSSO I. (1988) - Nuovi elementi per un pi articolato modello
paleogeografico nellAppennino centro-meridionale. Mem. Soc.
Geol. It., 41, 225-252.
SGROSSO I. (1995) - Facies marginali di piattaforma carbonatica nel
Mesozoico dellAppennino campano-Lucano. In: Cinquanta anni