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Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Torino. Via Valperga Caluso 35. 10125 Torino (Italy).
giulio.pavia@unito.it; marta.zunino@unito.it
RIASSUNTO - Nel presente lavoro viene descritto il progetto di geoconservazione ideato per il geosito paleon-
tologico di Capriglio. Localizzato nel Bacino pliocenico astigiano, l’affioramento di Sabbie di Capriglio mostra
una particolare associazione fossile a brachiopodi e bivalvi che merita di essere protetta e valorizzata. Gli inter-
venti proposti sono legati alla messa in sicurezza dell’affioramento, alla sua ripulitura e all’allestimento di adegua-
te strutture per la fruizione turistica. Data la vicinanza di un altro geosito, la Fontana Carabina, viene proposto un
percorso che unisca queste due peculiarità del territorio in questione.
ABSTRACT - The geoconservation project on Pliocene Sabbie a Brachiopodi of Capriglio is decribed here. The
outcrop of Capriglio, located in Pliocenic sediments of Asti Basin, is characterized by particolar brachiopod and
bivalve assemblages that needed protection and valorisation. What we propose is linked to the safe-keeping of the
site, to its cleaning and to making it useful to a tourist exploitation.
Fig. 1 - A. Schema strutturale dell’Italia nordoccidentale (modificato da Clari et al., 1994). B. Localizzazione della figura 1A.
- A. Structural sketch map of northwestern Italy (modified after Clari et al., 1994). BTP: Tertiary Piedmont Basin; CT: Turin Hill; MO: Monferrato
hills; ZDRF: Rio Freddo Deformation Zone; ZSV: Sestri Voltaggio Zone. B. Location of figure 1A.
cementate. La Formazione delle Sabbie di Asti è nota per stione. Il livello inferiore è costituito da una comunità a
le ricche associazioni a macrofossili, soprattutto mollu- brachiopodi riferibile alla specie Terebratula ampulla
schi. La parte medio-bassa della formazione è caratteriz- mentre il livello superiore è costituito da ostreidi appar-
zata da due distinti orizzonti fossiliferi. L’associazione tenenti alla specie Neopycnodonte cochlear.
fossile dell’orizzonte inferiore è dominata dal pelecipo-
de arcoide Glycymeris insubrica, i fossili sono per la
maggior parte autoctoni e rappresentano una paleocomu- LE SABBIE A BRACHIOPODI
nità sviluppata su fondali sabbioso-fangosi a bassa pro- L’affioramento di sabbie di Capriglio espone una suc-
fondità (20-25 m) (Ferrero & Pavia, 1996). L’orizzonte cessione spessa circa 12 metri di sabbie medio-fini,
superiore, esteso per buona parte del territorio astigiano, bruno-grigiastre, fossilifere. Le sabbie sono organizzate
è caratterizzato dall’elevata frequenza dello pterioide in strati mal distinti con giacitura suborizzontale; la stra-
Isognomon maxillatus che, assieme ai restanti taxa della tificazione è riconoscibile per la presenza di allineamen-
paleocomunità, permette di ricostruire un ambiente di ti di gallerie di bioturbazione con riempimento sabbioso
sedimentazione ad una profondità di una decina di metri cementato per diagenesi tardiva. Due strati, di spessore
in regime idrodinamico non elevato (Ferrero & Pavia, tra 60 e 80 cm, sono resi evidenti dalla concentrazione di
1996). Le Sabbie di Asti, nella porzione superiore, pur conchiglie di brachiopodi e molluschi; i loro limiti, inde-
essendo ancora francamente marine, presentano litofa- finiti per mancanza di variazioni litologiche o tessiturali
cies che anticipano l’emersione e il passaggio ai deposi- peculiari, sono segnati dall’aumento del contenuto fossi-
ti continentali villafranchiani, noti per i resti di mammi- lifero.
feri continentali. Lo strato inferiore è posto a 5 metri dalla base dell’af-
I tipici orizzonti fossiliferi astigiani non sono visibili fioramento. Esso contiene un’associazione fossile com-
nel sito di Capriglio in quanto questo affioramento occu- posta per la massima parte da un brachiopode Terebra-
pa una posizione inferiore rispetto al livello a G. insubri- tulidae di grandi dimensioni, con conchiglia di forma
ca, al passaggio tra le formazioni delle Argille Azzurre e pentagonale e commisura sulciplicata, che forma grandi
delle Sabbie di Asti. A Capriglio sono invece presenti ammassi di individui (Fig. 2). Tale forma è riferibile alla
due livelli contenenti peculiari associazioni fossili carat- specie Terebratula ampulla descritta da Taddei Ruggiero
terizzate da un’alta concentrazione di bivalvi e brachio- et al. (2008) per il Pliocene medio-superiore di Valle
podi rintracciabili in Piemonte solo nel settore di Botto (Asti) che sembra essere legata filogeneticamente
Capriglio-Montafia. Questi livelli sono molto utili nella alla specie Terebratula scillae conosciuta per il
ricostruzione degli ambienti marini del Pliocene sud-pie- Pleistocene dell’Italia meridionale (D’Alessandro &
montese e rappresentano la particolarità del sito in que- Palmentola, 1978; Taddei Ruggiero, 1994; García
PROGETTO DI GEOCONSERVAZIONE DEL SITO A... Geologica Romana 41 (2008), 19-24 21
Ramos, 2006). L’associazione fossile mescola compo- ossigenate. La densità di individui in una popolazione è
nenti tafonomiche autoctone e alloctone. È autoctona la direttamente legata alla velocità delle correnti sul fondo:
maggior parte dei gusci del brachiopode Terebratula all’aumentare della velocità della corrente aumenta il
ampulla: i frequentissimi esemplari con valve in connes- numero di individui al metro quadrato (Emig, 1989).
sione e la presenza di tutti gli stadi ontogenetici, dagli Tuttavia, considerando l’apparente monospecificità del-
individui giovanili di pochi millimetri di diametro agli l’associazione fossile di Capriglio, non avendo a dispo-
adulti centimetrici, indicano infatti che i resti sono rima- sizione dati certi sull’ambiente di vita di Terebratula
sti nello stesso areale di produzione tafogenica, dopo la ampulla (Taddei Ruggiero, comm. pers.) e considerata
morte dell’organismo e prima del seppellimento; la giu- l’ampia tolleranza alle variazioni di profondità delle spe-
stapposizione di alcuni gusci sostiene l’interpretazione cie di brachiopodi attuali (Logan et al., 2004), non è pos-
che si tratti di fossili demici, fossilizzati nello stesso sibile trarre conclusioni paleobatimetriche sicure.
luogo di vita dell’organismo. Altri fossili del brachiopo- Nell’associazione fossile sembrano mancare infatti altre
de terebratulide sono rappresentati da valve singole, componenti paleobiocenotiche quali brachiopodi e mol-
indizio di azioni di correnti agenti sul fondale di sedi- luschi conosciuti nelle associazioni attuali; tuttavia sem-
mentazione con sufficiente energia da spostare e disarti- bra possibile riferire la paleocomunità alla biocenosi del
colare i gusci originari. Ad azioni energetiche più inten- Detritico Costiero “DC” di Pérès & Picard (1964). Per
se è invece da ricondurre la componente alloctona del- altro questo livello fossilifero a brachiopodi del Pliocene
l’associazione fossile, costituita da valve isolate dei mol- astigiano non è mai stato oggetto di studio; a parte le
luschi pectinidi Aequipecten opercularis e A. seniensis; brevi descrizioni riportate da Selli (1967) e da Pavia
tali fossili rappresentano elementi tafonomici derivanti (1984), la località di Capriglio non trova infatti riscontro
da resti di organismi trasportati nell’ambiente di sedi- in letteratura, neppure nella classica monografia regiona-
mentazione da biotopi adiacenti. L’associazione fossile le di Sacco (1889-90) sul “Bacino Terziario del Pie-
documenta quindi una paleocomunità a Terebratula monte e della Liguria”.
ampulla, sviluppata in un biotopo marino influenzato da Lo strato superiore presenta caratteristiche analoghe al
sporadiche correnti di fondo che importavano resti bio- precedente. In questo caso però la componente tafonomi-
genici estranei allo stesso. ca dominante è rappresentata dall’ostreide Neopycno-
Dal punto di vista della densità di individui, le Sabbie donte cochlear, che forma insiemi coalescenti con esem-
a Brachiopodi di Capriglio presentano forti analogie con plari cementati gli uni sugli altri in chiara posizione di
i popolamenti dei fondali attuali a Gryphus vitreus. La vita. A tale frazione autoctona e demica si associano fos-
biocenosi a Gryphus vitreus forma nell’attuale Mediter- sili alloctoni dati dai pectinidi Aequipecten seniensis e
raneo una cintura più o meno ampia lungo il margine Manupecten pesfelis. Sebbene gli ostreidi non siano a
continentale su fondali detrici da grossolani a medio- priori dei buoni indicatori paleombientali, l’analisi di
fini; viene considerata una specie euribata che si svilup- comunità messiniane della Spagna sud orientale ha
pa da circa 100-200 metri di profondità, nell’ambito messo in evidenza come alcune specie siano dipendenti
delle biocenosi circalitorali, fino a 160-250 metri lungo da particolari condizioni ambientali (Videt & Néraudeau,
la scarpata continentale (biocenosi dei fanghi batiali), in 2002). La specie in esame viene riferita al piano circali-
funzione del gradiente della scarpata stessa (Pérès & torale dove troverebbe le condizioni ottimali di sviluppo.
Picard, 1964; Benigni & Robba, 1988; Emig, 1989; Anche se non è specificata la profondità di vita, viene
Logan et al., 2004). La sua distribuzione è anche influen- segnalato come gli esemplari attuali di Neopycnodonte
zata dalla presenza di cibo in sospensione in acque ben cochlear vivano tra gli 80 e i 400 m di profondità (Videt
& Néraudeau, 2002). Tuttavia, dal punto di vista paleo-
ambientale lo strato a Neopycnodonte cochlear di
Capriglio risulta pertinente con le biocenosi che Pérès &
Picard (1964) hanno definito in Mediterraneo come
Fanghi Detritici Costieri (VTC) e Detritico Costiero
(DC), sui fondali della parte alta del Piano Circalitorale al
passaggio con l’Infralitorale. Infatti, le paleocomunità a
Neopycnodonte cochlear del Pliocene piemontese sono
state studiate in altre località dell’Astigiano come ad
esempio Montemarzo, Rocca d’Arazzo e Valle Botto; in
questi livelli la specie Neopycnodonte cochlear viene
considerata come indicativa del piano Circalitorale e più
in particolare riconducibile alla facies di transizione che
segna il passaggio graduale dalla facies piacenziana più
argillosa a quella astiana con sedimenti sabbiosi di
ambiente Infralitorale (Caretto, 1963; Damarco, 1983). In
Fig. 2 - Blocco di Sabbie a Brachiopodi (Terebratula ampulla) prove- particolare a Valle Botto la facies di transizione segna il
niente dal sito pliocenico di Capriglio.
- Block of Brachiopods (Terebratula ampulla) bearing sandstone from passaggio tra le paleocomunità della biocenosi delle
Capriglio (Pliocene). Sabbie Fini ben Calibrate “SFBC” con il Detritico
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Fig. 4 - Localizzazione dei geositi del territorio di Capriglio e principali interventi previsti nel progetto di geoconservazione. 1. Geosito di Capriglio;
2. Geosito della Fontana Carabina.
- Ubication of geosites in Capriglio area indicating main forgeted interventions in geoconservation project. 1. Capriglio; 2. Fontana Carabina.
per limitare il degrado dei livelli fossiliferi e della rareccia che si snoda per poche centinaia di metri attra-
parete causata dalle precipitazioni atmosferiche. Le verso un tratto boschivo, un’area umida e infine un viale
tettoie saranno poste nel sito dove verrà aperta la costeggiato da grandi querce. La fontana è costituita da
finestra di osservazione e nel settore a valle dell’af- una semplice opera in presa immersa nel verde; la fami-
fioramento. La parte adiacente la piazzola di sosta glia idrochimica a cui appartiene la fontana è quella delle
non necessita di tale protezione. acque bicarbonato-calciche e magnesiache (Pavia et al.,
- Posizionamento di tre cartelloni esplicativi in cui, con 2005). Anche nel caso della Fontana Carabina sarebbero
un linguaggio semplice e diretto e attraverso l’utiliz- auspicabili alcuni interventi di ripristino e valorizzazio-
zo di schemi e disegni, verranno spiegate le valenze ne come la messa in posto di una tettoia in legno, di un
geo-paleontologiche del sito. I testi saranno infatti cartellone esplicativo ed eventualmente di un panchina
rivolti a tutte le tipologie di pubblico con differenti in legno. È dunque possibile, vista la vicinanza dei due
gradi di approfondimento. Il primi due cartelloni ver- geositi realizzare un percorso didattico-naturalistico mul-
ranno posizionati nell’area attrezzata, e comprende- tidisciplinare attraverso l’utilizzo di adeguata cartelloni-
ranno sia una descrizione generale dell’area e delle stica prevedendo anche il posizionamento lungo la strada
tematiche geologiche, sia una più dettagliata descri- principale di indicazioni. Inoltre, il comune di Capriglio
zione dell’affioramento e di ciò che il visitatore potrà ha già progettato alcuni percorsi didattico-culturali alla
osservare nell’apposita finestra adiacente alla piazzo- scoperta sia del patrimonio naturale che di quello sacro,
la. Il terzo, più di dettaglio sui livelli visibili in pare- molto radicato sul territorio (Peira, 2002; Milanesio &
te, verrà posizionato nel settore a valle del sito. Peira, 2003; Candelo & Occhiena, 2006) e sarebbe quin-
Il sito fossilifero di Capriglio può essere collegato ad di auspicabile avvalersi di questa esperienza per la stesu-
un altro punto di interesse nell’area: la Fontana Carabina ra di un nuovo percorso in cui inserire questi due punti di
che si trova a ovest della strada che da Montafia porta a interesse, con la produzione di un pieghevole descrittivo.
Gallareto a poca distanza dal sito precedente. La sorgen-
te si trova nel fondovalle di Rio Vernetto ad una quota di
circa 200 m s.l.m.; per raggiungerla si percorre una car-
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