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Enrico Pelos

R NI DAIGURA I MIEI ARTICOLI LE MIE FOTOGRAFIE


Articoli e fotografie pubblicati in 10 anni (2000-2010) di collaborazione alla rivista

www.enricopelos.it

Prodotto ed edito dallautore Propriet letteraria ed artistica riservata

- Fotografia di copertina, testi (dove non diversamente indicato), foto, fotoelaborazioni - Grafica, impaginazione editing - Produzione, pubblicazione 2000..2012 Copyright by Enrico Pelos e Rivista R Ni DAigura e degli autori citati dei quali compaiono alcune pagine degli articoli pubblicati dalla rivista (gi con licenza di pubblicazione e citazione) e contenenti mie fotografie. Questa pubblicazione pu essere utilizzata nella sua interezza sotto la licenza CC e cio citando la fonte e gli autori e senza scopo di lucro. Per quanto concerne leventuale uso di singoli articoli o parti di essi di altri autori in pubblicazioni di diverso tipo dovr essere richiesto il loro permesso.

http://www.enricopelos.it email: enricopelos@alice.it


edizioni: 1a - Febbraio 2012 Edizione prodotta in proprio

ENRICO PELOS

R NI DAIGURA

I MIEI ARTICOLI

LE MIE FOTO

Premessa
La rivista R Ni dAigura stata per moltissimi anni portavoce della ricerca etno-antropologica e linguistica delle culture delle Alpi Liguri-Marittime e delle altre culture alpine e montane. Fondata dal Prof. Massajoli, stata da lui diretta fino al 2011.

La rivista, di taglio sobrio ma elegante, ha sempre mantenuto, volutamente, una grafica classica ed una stampa in Bianco e Nero per preciso volere del direttore che non si faceva influenzare dalle sirene della modernit, e della multimedialit anche se comunque tutte le copertine, i sommari ed alcuni articoli e foto le scansionate e inserite, con il suo consenso, sul sito web che avevo creato appositamente; e nel corso degli anni sono stati un riferimento per molti studiosi e pubblico di naviganti interessati ai vari argomenti e che ci hanno scrittto in molte occasioni La rivista si avvalsa nel corso degli anni della collaborazione di insigni studiosi a livello nazionale ed europeo. Lelenco sarebbe molto lungo per cui non cito nessun nome perch, in buona fede, ne dimenticherei qualcuno e non vorrei far torto a nessuno. Con molti di loro ho avuto incontri interessanti e proficui, anche per la pubblicazione di molti loro articoli in qualit di co-vicedirettore che il Professore aveva voluto nominarmi per la proficua collaborazione e interesse per gli argomenti della rivista. Io ho collaborato con piacere ed interesse con il Professore ed ho pubblicato, nel corso di dieci anni, dal 2000 al 2010, diversi articoli corredati da mie fotografie e pubblicato altre mie fotografie a corredo degli articoli di molti altri autori. Ho preparato inoltre, per molti numeri, la composizione e limpaginato (ecco perch le foto compaiono in molti casi a colori) per la pubblicazione in tipografia. Questo numero speciale quindi una raccolta dei miei articoli pubblicati e delle sole pagine contenenti le mie fotografie, a corredo di articoli di altri autori, pubblicati nel corso di questi anni.
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I MIEI ARTICOLI

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ringraziamenti
Un ringraziamento a tutti gli autori e alle persone conosciute negli anni di collaborazione alla rivista, e che mi hanno fornito indicazioni, informazioni, e un po della loro conoscenza riguardo i paesi, le strade, le diverse localit per i vari articoli e fotografie.

Un ringraziamento va ai molti lettori per i quali la rivista stata, nel corso degli anni, un riferimento per molti studi e ai visitatori della rete interessati ai vari argomenti e che ci hanno scrittto in molte occasioni. Anche in questi casi lelenco sarebbe lungo, per cui non cito nessun nome perch, in buona fede, ne dimenticherei qualcuno e non vorrei far torto a nessuno. Un ringraziamento va al Professor Massajoli per avermi dato loppurtunit di collaborare alla rivista e a sua moglie per la collaborazione. In ultimo, ma certamente non meno importante, il grazie va a mia moglie Rita, per avermi aiutato, in diverse fasi nei viaggi e nella stesura di articoli con consigli e suggerimenti.

-2SOMMARIO
Pag. 3 Orchidee delle Alpi Marittime Orchidee Marittime di Vanda Chiappero Pag. 5 Care e cargi da Briga C Briga di Pierleone M assajoli Pag. 9 Proverbi del Mentonasco Proverbi Mentonasco di Attilio Giuseppe Boano Pag. 14 Contributo al lessico di Boves Contributo Boves di Fausto Giuliano e Franco Del Piano Pag. 18 Cultura rurale e tutela ambientale Cultura ambientale nella Valle dell'Aveto Valle dell'Aveto di Sara Medica Pag. 32 I Cereghino e le loro canzoni itineranti I itineranti di Enrico Pelos Pag. 34 Racconti del lupo Racconti lupo di Giovanni Ferrero Pag. 37 Il Villaggio delle Bories di Gordes nel Il Villaggio Vaucluse di Luigi Felolo Pag. 39 I lupi in Val dAveto I Val dAveto di Sandro Sbarbaro Pag. 42 La Valle di Gavano La Valle Gavano di Gaia Bonomi Pag. 45 Il rito alimentare nel Finalese Il alimentare Finalese di Manuela Bavassano Pag. 49 Le antiche mulattiere Le mulattiere di Guido Ferretti Pag. 54 Fantasiosi nomi...Libellule Letture Segnalazioni Recensioni

CO NSIGLIO DI REDAZIONE Pierleone Massajoli Roberto Moriani Enrico Pelos Alberto Casella direttore responsabile vice-direttore vice-direttore (grafica informatica gis-sit) assistente

Maria A. Beringheli antropologa culturale, Genova Attilio G. Boano docente fonetica fonologia linguistica generale universit di Verona, Genova Guido Ferretti ricercatore storico, Genova Alfonso Sista autore di volumi storicogeografici, Imperia Annibale Salsa consulente area scientifica socio-antropologica R N D'IGRA
Il nido d'aquila - Le nid de l'aigle Rivista semestrale - n.42- Dicembre 2004 - ANNO XXI Autorizz. Tribun. Genova n.26/83

Pierleone Massajoli
Direttore responsabile / Editore
IL CENTRO STUDI IL NIDO D'AQUILA - Tel.010.3621.829
http://www.liguri.net/portappennini/rnidaigura.htm http://www.global.village.it/~pelos/rnidaigura.htm http://www.pelos.it mailto:massajoli@libero.it mailto:pelos@village.it

Spedizione in abbonam. postale / Art.2 Legge 662/96 Direz. Commerc. Genova, Tassa Pagata - Taxe perue Stampata dalla SCUOLA TIPOGRAFICA del SORRISO FRANCESCANO, Genova, Via Riboli 20

CONTRIB UTI
Copertina Ultima di copertina Cartine Elena Pongiglione
Bsura cun cuny-Strega con coniglio

Abbonamenti / Associazioni Abbonamento per l'Italia per persone fisiche : 10,00 Abbonamen. per l'Europa, per persone fisiche : 15,00 Abb. per Enti territo., economici, Ist. Universit. : 15,00 Abbonamento sostenitore: 20,00 Numero sciolto: 5,00 Numero speciale 39: 10,00 Numero in formato elettronico (file tipo pdf, alcuni contenuti a colori): 5,00 +cd + s.p.
CONTO CORRENTE POSTALE : IL NIDO D'AQUILA, GENOVA 15.462.161 Tariffa regime libero: Poste italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento postale - 70% - DCB Genova La rivista e' ammessa ai contributi di legge delle province di Cuneo, Imperia e Genova, che si ringraziano vivamente. L'editore d il consenso a riportare testi, fotografie o parti di esso purch si citi l'autore dellarticolo, della foto e la fonte.

Adalberto Giuffra Giuffra


Donna con gerla in Val dAveto

Comune di Briga IGN Francia Pierleone Massajoli Ist. Geo. De Agostini Str. Parchi Reg. Liguria tr. Enrico Pelos Sara Medica Disegni Vanda Chiappero Etta Lanza Giovanni Ferrero Luigi Felolo Carla Macci Sara Pettinari Fotografie Pierleone Massajoli Adalberto Giuffra Giuffra Sara Medica Enrico Pelos Elab. grafica informatica Enrico Pelos

Rivista chiusa in redazione il 15 Novembre 2004

R Ni dAigura Numero 42

Luglio Dicembre 2004

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art_Cereghino

I Cereghino, cantastorie valdesi della Val Fontanabuona


Testo e traduzione di Enrico Pelos
Sul far della sera tornando da qualche tappa sullAlta Via dei Monti Liguri, o da Barbagelata, o dal Passo della Scoglina, o dal Ramaceto o ancora da pi lontano come dallAveto, sono passato alcune volte in mezzo alla bella vallata di Malvaro, dove le lastre dardesia spuntano in mezzo agli alberi e dove ad un certo punto compare allimprovviso, seminascosto dalla vegetazione, anche un particolare cartello con scritto: Cimitero Valdese. Il sentiero porta ad un piccolo cimitero, immerso nel silenzio e dove come ferma nel tem care anche per il suo passato di cantastorie a cui il famoso gruppo genovese de La Rionda si interessato inserendo nel suo ultimo cd proprio una loro bella musica. E stato creato un sito dove possibile avere notizie e altre fotografie con ingrandimenti dove forse qualcuno si potrebbe ancora riconoscere o riconoscere parenti lontani.

Fam. Cereghino nella chiesa di Favale

Favale di Malvaro nel 1916

po la storia della famiglia Cereghino. Erano stati famosi cantastorie ed anche fondatori di un fenomeno religioso particolare nella cattolicissima Val Fontanabuona: la fondazione di una comunit valdese in Liguria. Delle sue origini, abbiamo letto, alcuni anni fa, il bell'articolo di Luigi Fenolo. Oggi ci sono alcuni elementi di interesse sullargomento per cui ad alcuni anni di distanza questa storia merita un aggiornamento. Samuele, il discendente che part per lAmerica ebbe famiglia e oggi alcuni dei suoi discendenti vivono nellOregon in Usa ma anche qui a Genova esiste una piccola discendenza di questa famiglia. Da alcuni dei discendenti che vivono negli Stati Uniti, i cugini Cereghino di Portland, sono arrivate alcune foto storiche che ritraggono le famiglie Cereghino e Garbarino in quei lontani anni ed una foto di Favale del 1916. Linteresse intorno a questa famiglia non venuto a man-

About the Cereghino family fine musicians, story tellers and founders of Waldensians movement in Liguria we have read years ago an interesting article by Luigi Felolo. Nowadays few facts have added interest about the family history as some of the descendants, the cousins Cereghino from Portland, have sent some vintage photography with members of the family and Favale in 1916. Some other descendants still live in Genoa. Nevertheless, the interest about this family has not diminished in interest if a famous genoise group called La Rionda has in their second cd just a song by the Cereghinos. A site has been put on-line where it is possible to have more news and to see more photos with enlargements.

Biblio I Valdesi della Fontanabuona, di Luigi Fenolo, n.ro 20 di R Ni DAigura, Luglio - Dicembre 1993 Storie dimenticate di Valdesi in Liguria, Giovanni Meriana, De Ferrari editore, Genova Foto Le foto sono pubblicate per gentile concessione dei cugini Cereghino di Portland in Oregon Usa e di Ginger Staral discendente dei Cereghino. Links http://www.liguri.net/portappennini/cereghino.htm http://www.global.village.it/~pelos/cereghino.htm

art_Cereghino

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stampa del 04/11/2005 9.53.00

by Enrico Pelos

ENRICO PELOS studio consulenza informatica fotografia

http://www.pelos.it http://www.liguri.net/portappennini/rnidaigura.htm pelos@village.it

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RNI37 IL PORTALE DEGLI APPENNINI

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Dal Settembre 2001 R N DIGRA consultabile via internet sul web. Il Portale Appennini e Monti di Liguria una realt informatica progettata e curata per conto dellURPL (Unione Regionale delle Province Liguri). Il portale parte del portale Liguri@, registrato regolarmente come rivista on-line presso il tribunale come quelle su carta. Quando il direttore della rivista, Michele Raso, mi ha proposto di creare questa sezione, ho accettato con piacere in quanto da anni viaggio e fotografo molte realt paesaggistiche della Liguria e ne sono
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andato apprendendo molti aspetti tipici o meno conosciuti. Innanzitutto va subito spiegata la differenza, per chi non la conoscesse, tra un ukvq e un rqtvcng internet. Il sito un insieme di pagine con effetti e servizi pi o meno complessi che rappresentano lattivit di una societ o gli interessi di una persona. Pu essere una semplice pagina con una foto come un insieme di pagine collegate tra loro con collegamenti che rimangono nellambito del sito. Il portale anchesso un insieme di pagine ma offre dei servizi di tipo pi
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generale, non strettamente legati ad un tipo di attivit, e con collegamenti diversificati nellambito di interesse specifico. Il portale presenta una sua struttura ma poi le notizie e le immagini vengono presentate in modo ridotto, in quanto lo scopo di dare una informazione utile e di rimandare il lettore/navigatore al sito di suo particolare interesse. E qui si nota unaltra differenza: alcune pagine sono complete di foto e notizie e altre sono pi ridotte. Alcune valli e monti possono essere importanti e molto interessanti, ma se ad esempio i comuni o altre attivit non sono presenti su internet questi non sono in genere, tranne alcune eccezioni, descritte sul portale. Per cui le pagine sono in continuo aggiornamento come altri siti si presentano sul web. Ho detto alcune eccezioni perch questo il caso di R N DIGRA che leggo con interesse da molti anni e che mi pareva dovesse essere una di quelle realt che non dovrebbe mancare in un portale di questo genere. Ho contattato quindi il prof. Massajoli che ha aderito subito con entusiasmo e mettendosi a disposizione per quanto mi poteva essere necessario. Ecco quindi che il Portale degli Appennini di Liguria si occupa appunto dei suoi monti e poich la Liguria conosciuta in tutto il mondo per il clima mite, il buon cibo e lo splendido paesaggio di mare, per molti invece pu essere una piacevole scoperta sapere che all'interno, lungo un arco di circa 500 Km, troviamo una parte della storia dei Liguri, immersa in un paesaggio di colline e di monti, che fanno di questa regione la prima in Italia per verde pro-capite. Lungo i versanti e le valli situata la "Liguria dei Monti" con la sua storia, la sua gente, con cime e antichi paesi talvolta di raro fascino e bellezza. Qui troviamo la storia delle antiche famiglie genovesi che costruirono castelli, abitazioni residenziali o case di campagna oggi trasformate in hotels, ristoranti o agriturismi. Fu in Liguria che alcuni gentlemen inglesi scoprirono il piacere di viaggiare, mangiare e come fare il turista. E' quindi il turista escursionista che scollina da un monte allaltro forse il vero conoscitore

del territorio, che cammina per conoscere, per vedere, per pensare. I monti Liguri confinano ad ovest con il confine francese della Val Roja e a nord gli Appennini (sono definite Alpi Liguri quelle che vanno dal Colle di Tenda fino al Colle di Cadibona, da qui fino alla Cisa vanno gli Appennini per circa 16 km) separano la regione dal Piemonte, dallEmilia Romagna e dalla Toscana. Per entrare un po di pi nel lato tecnico del portale ecco alcune spiegazioni su come strutturato e le modalit di ricerca. Dopo la pagina iniziale con una presentazione fotografica si entra nella home page che strutturata in cinque aree, ciascuna con un proprio cursore. Quella centrale corredata da una immagine, d il benvenuto (in italiano e in inglese) e spiega il senso dell'iniziativa. A destra, procedendo da ponente a levante, ci sono le valli (quarantuno, da Nervia a Vara), i parchi (otto, da Alpi liguri a Montemarcello Magra), i parchi culturali (sei, da via Julia Augusta al "Sentiero di Fischia il Vento"), le comunit montane (quattordici, dallIntemelia a quella della val di Vara). Un ulteriore men di "varie" spazia dalle associazioni sul territorio alla cartografia, a scuole, libri, cartoline e offre anche una utility per una visione migliore. Nella colonna (frame) sinistra d molte informazioni di servizio: dove alloggiare, dove mangiare, dove trovare sport, feste e fiere con fotografie e percorsi. C poi la possibilit di scaricare delle immagini, per uso personale, come sfondo (wallpaper) per il proprio pc, o come installazione di salvaschermo (screensavers) o altri servizi diversi quali ad es. linvio di messaggi sms con il pc. E in questa sezione, sul lato sinistro appunto, che si trova il collegamento alle pagine di R N DIGRA. Nella parte in alto si possono avere informazioni generali sulle singole province ed i relativi comuni come collegamenti a web-cam che in tempo reale possono far vedere immagini della zona di interesse o nellarea che la comprende. Info sulla temperatura sono presenti in contemporanea per le 4 province. Nella parte in basso possibile infine avere una serie di servizi
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quali informazioni di primo soccorso se si fa unescursione come una calcolatrice con anche un euroconvertitore etc.. Cos, ad esempio, cliccando su val Nervia si procede dalla parte generale descrittiva ai links degli enti ufficiali, in questo caso l'Apt, che propone, divisi in documenti successivi, itinerari dai Balzi Rossi a Bordighera, passando per la montagna. E poi ci sono gli indirizzi di aziende agrituristiche, ristoranti, impianti sportivi. Ma ci sono anche documenti per ciascuno dei quali, su iniziativa della Provincia di Genova, stata messa in rete una scheda con testo e immagini per ogni Comune del territorio. Tutti i percorsi, poi, meritano una deviazione: dall'Alta via dei Monti liguri, all'Itinerario Colombiano ("il Sentiero del Pane"), dalla Via dell'Ardesia, corredata da numerose foto, all'Anello di Balestrino, alle Strade dell'olio e del vino Tutte percorsi virtuali effettuati praticamente sul territorio anche in pi occasioni. Fino ai panorami liguri, sequenza di vedute suggestive, ciascuna dotata di piccoli effetti speciali tutti da scoprire per chi avesse tempo da dedicare a una full immersion sui monti, ma anche nel sito principale, che spazia sui temi pi svariati, di www.liguri-net. "
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La sezione che ho preparato per R N DIGRA era composta inizialmente da una pagina con alcuni estratti e fotografie da vari numeri della rivista. La pagina si rivelata ben presto insufficiente per cui R N DIGRA ora un piccolo sito dove dalla pagina principale, una volta lette alcune righe dellestratto che interessa, si passa ad una pagina dedicata allargomento specifico corredata da foto o immagini, se presenti, degli autori che sono indicati a corredo dei singoli articoli. Le pagine sono state preparate dallautore come web-design e corredate di foto ed effetti con molti testi anche in inglese anche su segnalazioni dei navigatori che inviano notizie o materiale; inoltre presente una finestra che d la possibilit di scegliere alcune piacevoli musiche tradizionali per rendere pi piacevole la lettura. Questo portale per far viaggiare con un click e con l'intento di contribuire alla conoscenza dello sviluppo sostenibile nel rispetto dell'ambiente, delle culture e delle tradizioni. Se poi vi venuta la voglia di alzarvi, partire e riscoprire, vuol dire che abbiamo raggiunto lo scopo migliore.

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" Per chi volesse avere ulteriori informazioni oppure inviare informazioni, notizie o foto, pu scrivere al mio indirizzo e-mail rgnquBxknncig0kv"/"jvvr<11yyy0rgnqu0kv"
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Gptkeq""Rgnqu Nato a Genova, non solo un genovese ma soprattutto un ligure che della sua terra ha voluto, camminando e fotografando, scoprire alcuni degli aspetti pi reconditi. Un ligure i cui interessi di ricerca fotografica vanno oltre i confini geografici e sempre con attenzione e rispetto della natura e del mondo circostante. La sua fotografia si successivamente ampliata con luso dellinformatica e della sua attivit nei sistemi Gis/Sit curandone quindi lattivit di ricerca territoriale, paesaggistica, storica e sociale. Sue fotografie sono state esposte in mostre fotografiche e a guidare le tappe della guida ufficiale dellAlta Via dei Monti Liguri. Consulente informatico ha progettato e realizzato siti internet, con realizzazioni ufficiali per il Comune e la Provincia di Genova, cd-rom fotomultimediali, tra i quali quello della presentazione multimediale dellAlta Via dei Monti Liguri, e ha vinto premi a livello nazionale e internazionale. Sue fotografie sono entrate a far parte dellArchivio permanente dellUfficio parchi della Regione Liguria"

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LUNGO L A VIA JULIA AUGUSTA IN LIGURIA

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LUNGO L A VIA JULIA AUGUSTA IN LIGURIA

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LUNGO L A VIA JULIA AUGUSTA IN LIGURIA

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I MIEI ARTICOLI

LE MIE FOTO

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JOHN BARCHI DA HOLLYWOOD ALLA VAL TREBBIA


Alla ricerca dei suoi antenati Testo e traduzione di Enrico Pelos
sommario

Figura 10 - Cartina della Val Trebbia (Genova) e Barchi (Piacenza)

Figura 11 - 1908 Barchi Family: Ida, Silvio (Baby), Virginia, Anna, Lena, Stefano, Pietro foto Horton Bros

Il 6 nov. 2002 mi arriv una Richiesta tramite la posta elettronica dagli Usa. Una mia foto della Val Trebbia, pubblicata su una pagina di internet, aveva risvegliato dei ricordi al di l delloceano. Mi si chiedeva se avevo e potevo inviare una foto di Barchi, Il piccolo paesino che si pu raggiungere da Gorreto, ai piedi del Monte Alfeo e che, un tempo appartenente alla Provincia di Genova, fa parte oggi di Ottone in quel di Piacenza. La mail era firmata: John Barchi, Hollywood. Risposi e appresi cos dellesistenza di unaltra citt in Florida con il nome di quella pi famosa che tutti conosciamo. La cittadina oggi molto grande e sviluppata ma nel 1921 era solo un palmeto nei pressi delle paludi delle Everglades e un certo Joseph Young, un costruttore che proveniva dalla California, da Hollywood appunto decise di costruire una citt. Negli anni successivi vi si stabilirono molte famiglie dagli Usa ma anche dai paesi dellEuropa ed anche dallItalia. John Barchi ha iniziato cos a scrivermi sempre pi spesso chiedendomi notizie sia storiche, sociali e geografiche, nonch immagini, cartine e fotografie. Pi gli mandavo del materiale e pi cresceva in lui la voglia di vedere da dove provenivano i suoi progenitori e da dove veniva il

suo nome. Inoltre, John decise cos di fare indagini in tutti gli Stati Uniti e altri paesi mandando richieste per notizie, informazioni e documenti, collezionando in questo modo una raccolta di dati sempre pi voluminosa e impressionante. Un bel giorno di Marzo 2003 mi scrive: ho deciso di venire in Italia con mia moglie Judy la prossima settimana. La Florida sar anche una terra sempre soleggiata come appare in molti films ma tutta piatta, una pianura. Il veder i monti, i paesini arroccati, le strade tortuose del nostro entroterra stato per lui un susseguirsi di emozioni e di ricordi legati alle letture fatte nei documenti dei mesi scorsi. Emozioni provenienti dal profondo, forse anche dal dna genetico dei suoi nonni e bisnonni. E andato in chiesa a sfogliare antichi documenti battesimali alla ricerca di nomi, date, parenti e famiglie. Ha voluto quindi incontrare molte persone di Barchi e dei paesi vicini, farsi raccontare le loro storie le loro impressioni, la loro vita. Gli americani hanno una storia recente e coloro che possono vantare una ascendenza europea e documentarla possono andare indietro nel tempo quasi a legittimare la loro storia la loro voglia di antichit.

R N digra - Numero 41 Gennaio-Giugno 2004

- 52 Everything began from a request of information due to the vision of a photo in my site pages. Day after day, I was asked to send news, maps and photos. John felt the desire to discover the origin of his name: "Barchi". The village is now part of Ottone in Piacenza province, but one time it was part of the Genoise part of the Trebbia Valley. So one day in March 2003, John decided to take a plane together with his wife Judy to come and see the original villages of the ancestors. He had done a remarkable work of research tracing back parents, and their activities, both in Trebbia valley and in USA since very ancient times. He has made a very detailed photographic and computer presentation complete with a full genealogic tree finding a connection also with the famous Cereghino of the Fontanabuona Valley and meeting some of the descendants here in Genoa. Going back home, he put on a site with pictures and news about his fascinating experience. John is still in search of some missing parents connections so every "Barchi" reading these notes and about the origins of this area can contact him to know more. Who knows, someone may discover something new, pleasant and unknown.

Figura 12 - Panoramica di Gorreto - foto Enrico Pelos

John cos stato a visitare tutti i posti delle origini, soggiornando anche sulla costa e visitando infine Genova, dove ha voluto incontrare una famiglia discendente dai Cereghino della Val Fontanabuona e imparentata con lui. E stato unincontro molto suggestivo e pieno di emozioni, domande, visioni di fotografie su pda (computer palmare) e con il piacere di ritrovarsi poi tutti a cena. Ha ricostruito cos un imponente albero genealogico

Figura 13 - Una sezione dell'albero genealogico con la relativa scheda personale di John Barchi

che sar materiale per un libro di oltre 100 pagine completo di 25 pagine di testo storico, 81 pagine di grafici e 140 fotografie. Barchi Family History il titolo. Al ritorno ha scritto quindi questo libro che desiderava da tanto, completo ora di molti dei pezzi mancanti. Le sue impressioni, i racconti degli abitanti, le fotografie e filmati sono stati poi elaborati sino a diventare un cd-rom completo di presentazioni. Ha realizzato infine su un sito le fotografie e il racconto di questa bella esperienza. Gli mancano ancora alcuni collegamenti con antiche parentele e cos ogni "Barchi" originario di queste parti che leggesse queste righe pu mettersi in contatto con lui. Potrebbe a sua volta avere delle gradite sorprese e riscoperte.

Enrico Pelos
Figura 14 - La copertina del CDRom con foto di Barchi Links
http://home.earthlink.net/~barjud/index.html http://www.liguri.net/portappennini/barchi.htm http://www.global.village.it/~pelos/barchi.htm

Figura 15 - "L'albero di Barchi", monumento nazionale foto John Barchi

R N digra - Numero 41 Gennaio-Giugno 2004

no 42
Luglio Dicembre 2004
Rivista etno-antropologica e linguistica delle culture delle Alpi Liguri-Marittime
In questo numero: - Orchidee delle Alpi - Pianta di Briga - Speciale sullAveto - Lessico di Boves - Proverbi Mentonaschi - Cereghino e le loro Canzoni - Antiche Mulattiere Via F.D. Guerrazzi 14/14 16146 - Genova Tel. 010 3621829 e-mail: massajoli@libero.it Autorizzazione Tribunale di Genova 12/9/83 n. 26 - Spedizione in abbonamento postale Tariffa regime libero:"Poste italiane S.p.A.- Spedizione in Abbonamento postale - 70% - DCB

- 38 Mentre le bories isolate servivano da ricoveri temporanei, come le caselle, da granai , da depositi di altre derrate o prodotti ed attrezzi agricoli, quelle riunite in gruppo costituivano fattorie o perfino villaggi. Questi insiemi di bories, disposti attorno ad un'aia o ad un recinto per il bestiame , qualche volta erano circondati per la difesa da mura provviste di feritoie , per proteggere gli abitanti, il loro bestiame ed i loro raccolti dai briganti, ma soprattutto dai lupi, che ancora nel XIX secolo erano numerosi sulle montagne del Vaucluse. Nella zona mediterranea simili tipi di strutture sono note dal neolitico e particolarmente nella zona di Apt, nel sud della Francia , ma nulla pu far ritenere che le bories di Gordes risalgano a quella epoca, anche perch di quelle strutture abitative datate ad epoca preistorica rimangono solo delle rovine. Si ritiene che queste costruzioni in pietre a secco di Gordes siano state erette dal XIV al XVIII secolo, forse anche nel XIX e ci si chiede come mai siano vicine ad un bel sito medievale, Gordes, con un grande castello restaurato in epoca rinascimentale e tante belle case di abitazione costruite con pietre squadrate e connesse con malta. Invece nelle bories le piatte pietre, le lose, sono sovrapposte a secco, inclinate verso l'esterno per favorire lo scorrimento dell'acqua piovana ed assicurare l'impermeabilit. La costruzione a falsa cupola, ovvero lo sporgere verso l'interno di ogni strato di pietre superiore, pu incominciare alla base del muro, ma pi spesso le pareti sono verticali fino ad una certa altezza. Dove incomincia la costruzione a falsa cupola, realizzata per mezzo di una serie di mensole sopra stanti, sempre pi aggettanti verso l'interno, vengono usate pietre pi lunghe, perch vi sia un contrappeso alla parte sporgente. Prima di arrivare al punto di rottura dell'equilibrio delle due opposte pareti , quando queste sono ad na distanza di 50 o 60 centimetri, viene posto un soffitto di lastre con sopra altre pietre piatte, il cui ultimo strato coperto da lastre. Le bories abitate avevano un camino e la parte interna era intonacata per impedire il passaggio di aria ed insetti. Avevano il solo piano terreno, ma erano spesso soppalcate con travi appena sbozzate che sostenevano un piano di lastre di pietra . L'impiantito era di lastre irregolari o di nuda roccia. Il montante della porta ruotava in un buco fatto nell'impiantito ed in un foro fatto nell' architrave. Il pozzo delle bories di Gordes, oggi intasato , a qualche centinaio di metri dal villaggio, ma all'epoca del popolamento la piovosit era abbondante e veniva raccolta in rudimentali cisterne . Nelle vicinanze del villaggio di bories non c' un cimiR Ni dAigura Numero 42

tero. Si pensa quindi che i defunti venissero portati in quello di Gordes. Le ceramiche rinvenute sono provenzali e particolarmente del XVIII e XIX secolo . Invece le monete sono dei Luigi XIII, XIV, XV, e XVI, pi altre dei papi di Avignone usate in Provenza dopo il regno di Luigi XI , quindi dalla fine del XV secolo. La moneta pi antica di epoca romana. Sono state anche rinvenute lame di selce, oltre ad un'ascia e a cinque anelli di bronzo, ritrovamenti che provano l'antichit della frequentazione del sito. Le bories di Gordes hanno particolarit costruttive simili a quelle dell'oratorio di Galarus del VI o VII secolo, nella Contea di Galarus in Irlanda , dei trulli della Puglia, delle navetas, tombe del II millennio a.C. delle Baleari dove prima delle navetas, ma con lo stile delle navetas e quindi delle bories, erano stati costruiti degli interi villaggi, dei nuraghi della Sardegna del III e II millennio a.C., delle tombe micenee del II millennio a.C. e, andando pi indietro nel tempo, delle tombe di Los Millares presso Almeria in Spagna, che risalgono al IV millennio a.C.. Quando inizi il restauro del villaggio di bories di Gordes il sito era invaso da un centinaio d'anni dalla vegetazione e danneggiato da terremoti nel 1886 e nel 1909. I lavori richiesero quindi otto anni. Per ridare al villaggio l'antico aspetto furono di nuovo coltivati gli uliveti circostanti. Altrove si possono trovare bories pi grandi o pi arcaiche di quelle del villaggio di Gordes. Ma questo villaggio costituisce un unicum ed per questo motivo che la locale amministrazione comunale lo conduce come un museo all'aperto, ponte fra l'antichit richiamata dal tipo di architettura ed il momento dell'abbandono delle zone agricole marginali, di cui una ricostruzione degli interni, con scarsi poveri arredi e semplici attrezzi, illustra la durissima vita. Luigi Felolo

Gordes e le sue valli foto Enrico Pelos

Luglio Dicembre 2004

- 57 Carla Macci unartista ligure, pittrice, scultrice e decoratrice particolarmente esperta nella tecnica trompe loeil. E lautrice delle tavole illustrative che accompagnano il Vocabolario del dialetto di Campo Ligure scritto da Massimo Calissano e Giovanni Ponte ed edito dai Fratelli Frilli di Genova. Allieva del grande maestro Garaventa, ha esposto in molte mostre sia collettive che personali e un dettaglio dei suoi lavori con molte fotografie visibile sul sito http://www.carlamaccio.it e.p.
Una tavola illustrativa del vocabolario di Campo Ligure disegno di Carla Macci

A PONTEBERNARDO di Pietraporzio (Valle Stura) sorto un piccolo museo dedicato alla transumanza verso la Francia. Pur nei suoi limiti - che, mi si assicua, verranno presto ampliati - rigorosamente serio con magnfiche fotografie in bianco e nero, di asciutto buon gusto. Direttore: Stefano Martini.

Entroterra ligure la famosa casa degli orologi quadro di Piero Rasero foto Enrico Pelos

Piero Rasero un pittore piemontese famoso a livello intern a z i o n a l e . Conosciuto un tempo per le sue atmosfere cupe e misteriose oggi predilige i colori della Liguria, che percorre e conosce a fondo esaltandone con maestria e sensibilit i paesaggi. E contattabile attraverso il suo sito www.pierorasero.it
Il pittore nel suo atelier ligure foto Enrico Pelos Serratura a Pontebernardo

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-2SOMMARIO
Pag. 3 Orchidee delle Alpi Marittime Orchidee Marittime di Vanda Chiappero Pag. 5 Care e cargi da Briga C Briga di Pierleone M assajoli Pag. 9 Proverbi del Mentonasco Proverbi Mentonasco di Attilio Giuseppe Boano Pag. 14 Contributo al lessico di Boves Contributo Boves di Fausto Giuliano e Franco Del Piano Pag. 18 Cultura rurale e tutela ambientale Cultura ambientale nella Valle dell'Aveto Valle dell'Aveto di Sara Medica Pag. 32 I Cereghino e le loro canzoni itineranti I itineranti di Enrico Pelos Pag. 34 Racconti del lupo Racconti lupo di Giovanni Ferrero Pag. 37 Il Villaggio delle Bories di Gordes nel Il Villaggio Vaucluse di Luigi Felolo Pag. 39 I lupi in Val dAveto I Val dAveto di Sandro Sbarbaro Pag. 42 La Valle di Gavano La Valle Gavano di Gaia Bonomi Pag. 45 Il rito alimentare nel Finalese Il alimentare Finalese di Manuela Bavassano Pag. 49 Le antiche mulattiere Le mulattiere di Guido Ferretti Pag. 54 Fantasiosi nomi...Libellule Letture Segnalazioni Recensioni

CO NSIGLIO DI REDAZIONE Pierleone Massajoli Roberto Moriani Enrico Pelos Alberto Casella direttore responsabile vice-direttore vice-direttore (grafica informatica gis-sit) assistente

Maria A. Beringheli antropologa culturale, Genova Attilio G. Boano docente fonetica fonologia linguistica generale universit di Verona, Genova Guido Ferretti ricercatore storico, Genova Alfonso Sista autore di volumi storicogeografici, Imperia Annibale Salsa consulente area scientifica socio-antropologica R N D'IGRA
Il nido d'aquila - Le nid de l'aigle Rivista semestrale - n.42- Dicembre 2004 - ANNO XXI Autorizz. Tribun. Genova n.26/83

Pierleone Massajoli
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IL CENTRO STUDI IL NIDO D'AQUILA - Tel.010.3621.829
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CONTO CORRENTE POSTALE : IL NIDO D'AQUILA, GENOVA 15.462.161 Tariffa regime libero: Poste italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento postale - 70% - DCB Genova La rivista e' ammessa ai contributi di legge delle province di Cuneo, Imperia e Genova, che si ringraziano vivamente. L'editore d il consenso a riportare testi, fotografie o parti di esso purch si citi l'autore dellarticolo, della foto e la fonte.

Adalberto Giuffra Giuffra


Donna con gerla in Val dAveto

Comune di Briga IGN Francia Pierleone Massajoli Ist. Geo. De Agostini Str. Parchi Reg. Liguria tr. Enrico Pelos Sara Medica Disegni Vanda Chiappero Etta Lanza Giovanni Ferrero Luigi Felolo Carla Macci Sara Pettinari Fotografie Pierleone Massajoli Adalberto Giuffra Giuffra Sara Medica Enrico Pelos Elab. grafica informatica Enrico Pelos

Rivista chiusa in redazione il 15 Novembre 2004

R Ni dAigura Numero 42

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I CEREGHINO E LE LORO CANZONI ITINERANTI


Testo e traduzione di Enrico Pelos
L'attivit dei musicanti girovaghi si inserisce nel filone della plurisecolare mendicit itinerante, tipica di quell'epoca; in Italia aveva sviluppato fiorenti "attivit" che l'avrebbero fatta conoscere negli altri paesi d'Europa. Queste erano riconducibili alla miseria in certa misura endemica nelle aree economicamente marginali, ed anche al mantenimento di una soglia demografica dovuta alle famiglie con molti figli, e i Cereghino erano tra questi, pi elevata di quella consentita dalle risorse locali. I Cereghino non erano per semplici musicisti ambulanti ma cantastorie girovaghi, autori delle loro canzoni e con iniziative di tipo "imprenditoriale" avanzato per quell'epoca, curavano la stampa, editavano e vendevano direttamente, durante i loro "tour" la stampa dei testi delle loro canzoni. Oggi qualcuno lo fa direttamente con la vendita del cd dopo il concerto. Il principio era lo stesso: rendere partecipi gli spettatori che avevano apprezzato la loro musica e le loro esecuzioni con qualcosa da portare a casa, nella mente o nel cuore, e da cantare per conto proprio, qualcosa da ballare o su cui riflettere. Un concetto ardito e rischioso nell'ambito storico-geografico nel quale si muovevano: le areee limitrofe alla Liguria. Scrivono anche in dialetto genovese con un lessico legato all'uso del territorio. I soggetti variano dall'amore alla vita militare ai fatti di cronaca, comprese la politica e il costume e ultima, ma si vedr in seguito certo non meno importante, la religione. La loro riscoperta musicale quando tutto sembrava ormai destinato all'oblio, dovuta ad un collettivo di musicisti chiamato "Il Gruppo" che, interessandosi alle musiche popolari, arriv alla scoperta del loro repertorio. In un periodo compreso tra il 1848 e il 1896, i Cereghino scriveranno oltre 50 canzoni e reinterpretando anche lavori di altri musicisti. Molti loro testi raccontavano storie, altri erano ironici, altri polemici, ma quasi tutti iniziavano con la tipica strofa di introduzione: Gente cae vegni in po' chi a fermeve a sta asent questa vegia cansunetta
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I Cereghino, originari di Favale di Malvaro, nella Val Fontanabuona, sono stati consegnati alla storia per aver creduto, professato e sofferto per la loro fede valdese. Sono per famosi, anche se meno conosciuti forse immeritatamente, anche per aver scritto molte ballate, musiche e canzoni, specchio delle situazioni sacre e profane, religiose o politiche di quel tempo. Siamo negli anni della seconda met del 1800. Al fine di svolgere lavori stagionali in alcune delle province e regioni limitrofe alla Liguria, dovevano viaggiare anche lontano dalla loro terra, la Fontanabuona di Genova, che non dava da vivere per tutti. Vennero cos a contatto con culture diverse. Poich sapevano suonare alcuni strumenti ed avevano una bella voce, misero in musica alcune delle storie che erano comuni ai molti paesi attraversati ma anche alcuni dei fatti particolari ai quali si ispiravano nel loro girovagare. La mobilit era quindi l'alternativa valida dei suonatori ambulanti che li portava a lasciare il paese natio sulle loro montagne per viaggiare - nel caso dei Cereghino sulla montagna ligure-emiliana - e poi estendere il loro vagabondare con dei percorsi su scala extraregionale accrescendo sempre pi la dilatazione dei tempi di separazione dalla comunit d'origine; onde perseguire una maggiore redditivit. Il girovagare divenne quindi non pi estremo espediente di sopravvivenza, ma mezzo di sostanziosa incentivazione delle entrate.
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- 33 che a veite a le proprio scetta Gente cara venite un po' qui fermatevi e state a sentire questa vecchia canzonetta che a dire la verit proprio schietta alla quale seguiva poi un testo pi o meno lungo a seconda della "piazza" e/o delle "circostanze". Dopo un po' di anni sentirono che il loro repertorio iniziava a farsi "abitudinario" e cercarono nuovi spunti. Poich Il desiderio di fare delle canzoni a tema religioso, in quanto essi erano apprezzati cantori nella loro chiesa, li port a cercare di procurarsi una Bibbia. La trovarono a Genova. Leggendola pensarono cos che si poteva vivere in un modo forse pi semplice e legato alle radici cristiane. Questo fu l'inizio della loro travagliata storia di "Valdesi" (vedi art. sul n.ro 39) e l'inizio delle loro vicissitudini. Furono osteggiati dalla chiesa locale che, per motivi forse di troppo zelo cercava di far applicare la "religione di stato" ed essi in cambio iniziarono a cantare testi che criticavano l'operato dei ministri del culto di allora. Per loro merito molti conserveranno la memoria di queste interpretazioni. Il loro canto rendeva la cronaca di quei tempi una vera e propria testimonianza, in un mondo scarso di mezzi di comunicazione; a dimostrazione del fatto che viaggiando si pu diventare dei protagonisti. Il mondo attorno a loro si muoveva con le idee di Mazzini e Garibaldi ma loro, persone semplici, continueranno a scrivere storie tradizionali e permeate da concetti sulla famiglia e sulle donne, che dopotutto oggi suonerebbero come "moraliste" ma che per altri aspetti sono tuttora attuali. Le loro canzoni sono state riprese ed eseguite da alcuni dei pi importanti gruppi musicali esecutori di musica popolare e tradizionale. Oltre agli stessi "riscopritori" de "Il Gruppo", che ne hanno eseguito diverse ballate nel corso dei loro concerti, ed edito un interessante cd espressamente dedicato alle loro canzoni si pu anche citare il gruppo "La Rionda" con Max Manfredi che ne ha interpretato alcune ballate tra le quali Vita e morte di Pierina in modo suggestivo. The Cereghinos were from Favale in the Fontanabuona Valley (Genoa) and they were known as the first Waldensians in Liguria and for their sufferings because of that. They are less known as itinerant musicians and story tellers. They had to travel, play and sing as the land of their valley was not sufficient to feed their children, around the year 1850. They were more then simple singers: they wrote their songs and they organized the printing and the selling were they used to go. In this
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respect they were also managers of themselves. They preferred subjects with love or military stories but when they started thinking of developing new songs, they came across the Bible and since then they started to act with Waldensians beliefs (they had a process see the art. in the nr 39). In their songs there were humour stories but also polemical ones and one of their merit was to make many people buy their prints to go home to sing but also think and act as communicators ahead of their times. Many of their songs have been executed by fine musicians of goups such as "Il Gruppo" to whom the merit goes to have "rediscovered" the Cereghino music history and "La Rionda where very suggestive is their interpretation of "Vita e morte di Pierina" (life and death of Pierina). Enrico Pelos
(nota: il sommario in inglese inserito onde permettere ai molti discendenti residenti allestero di capire, in parte, larticolo) Links http://www.liguri.net/portappennini/cereghino.htm http://www.global.village.it/~pelos/cereghino.htm

Bibliografia M. ANGELINI, "Suonatori ambulanti all'estero nel XIX secolo. Considerazioni sul caso della Val Graveglia". G. VIARENGO "Vagabondi, commedianti, cantastorie" in "Da Chiavari al mondo" catalogo della mostra omonima, edito a cura dell'Ass. It. Cultura Classica (AICC) di Chiavari.

Uno dei testi originali delle canzoni dei Cereghino ed editi da loro propriet privata

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- 59 memoria scenda il buio. Ha portato studiosi e appassionati, in fertile collaborazione con gli abitanti del luogo, nelle valli per anni, allo scopo di registrare (a mano o mediante mezzi meccanici) tutto il registrabile, vivendo con le genti del luogo, attuando l'osservazione partecipante. Sono scaturiti finora 46 numeri della rivista (44 normali + 2 speciali), per un totale di oltre 2500 pagine. I testi, tutti inediti, sono opera di specialisti, ma scritti in forma non accademica, in modo da essere accessibili alle persone medie, sono arricchiti da disegni fatti appositamente da valenti artisti, e corredati da fotografie, cartine geografiche e alberi genealogici. I testi sono per lo pi in Italiano, ma contengono spesso interventi in Brigasco, Occitano, Ligure nonch in Francese. Gli autori sono Italiani, Francesi, Tedeschi.

L'aspetto grafico quello di una rivista seria, L NIDO D'AQUILA ( R n d'igra) una rivista semestrale, che nata a Genova nel ma fatta con semplicit. Ad evitare gli eccessi 1983: ha quindi pi di 22 anni di vita operosa. tecnologici di oggi, ha fatto la scelta del bianco e nero, che esalta con linee semplici una Si era constatato che le pi antiche culture immagine pi vicina alla vita degli antenati, di della Liguria e delle Alpi Marittime, quelle alpi- cui interpreta la mentalit. ne e di montagna, erano state trascurate dagli Sono oggetto di studio, fra l'altro, le preghiere, studiosi e dai mezzi di informazione, tutti con- i canti, i proverbi, i 'racconti attorno al fuoco', centrati sulla pi accessibile e nota fascia cos come le tecniche pastorali, agricole e marittima. degli artigiani del legno, del ferro e della pietra. Fu cos deciso di dare voce alle popolazioni delle Valli, rimaste per lungo tempo senza che fossero note, nelle loro caratteristiche tradizionali, nei loro dialetti arcaici, nelle loro antiche tecniche agricole, pastorali e artigianali, nei loro sistemi sociali e spirituali. Un mondo affascinante e segreto, che rinserra i discendenti attuali degli antichi Ligures preromani. La rivista si occupata quindi di salvare il pi possibile di queste tradizioni, prima che sulla Vi invitiamo alla lettura della nostra rivista, a visitare i siti web dove ci sono tutte le copertine ed i sommari ed a rendervi partecipi dei suoi scopi - senza fini di lucro n politici - ad aiutarne lo sviluppo con il vostro abbonamento, (15,00) a ripercorrere con noi le vie dei vostri antenati. www.liguri.net/portappennini/rnidaigura.htm www.pelos.it > research > rnidaigura

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R NI DAIGURA NUMERO 44

LUGLIO DICEMBRE 2005

- 59 "RINNOVIAMO TRIORA " E' il nome della lista che ha vinto a Triora nelle elezioni amministrative del 12/13 giugno scorso. Ne stato a capo il dott.LORENZO LANTERI, ben noto, non solo localmente, per appartenere ad una delle famiglie pi antiche, ma nel settore amministrativo per essere stato dirigente dell'Ente Turismo a Savona e in molte altre localit. Il dott.Lorenzo Lanteri un appassionato studioso di storia e un ricercatore linguistico. Ha pubblicato un numero rilevante di studi sulle componenti orientali nei dialetti liguri e su altri argomenti, di cui citiamo solo: - La Lingua e la cultura araba in Italia, ed. R.Z.Katrib, Padova, 1990; - Voci orientali nei dialetti di Liguria, Savona, 1982; - I Laggioni, Precisazioni etimologico-storiche sul laggione ,la mattonella smaltata che copre pavimenti e pareti elle case patrizie di Genova e Savona -Rivista Liguria,1979; - Arabo e Brigasco (con PL.Massajoli) su questa rivista, n.15, 1991; - Etimologie arabe in termini ceramici, Arab News, Roma. - Germanismi in Liguria, Savona, 1986; - Gli statuti comunali di Triora, Triora, 1988; - Preistoria e storia dellAlta Valle Argentina, Monografia, Savona, 1986. E' conoscitore di molte lingue, tra cui appunto l'arabo e il neogreco; sta attualmente completando una STORIA DEL TURISMO, per New Magazine Imperia, un piacevole racconto, dalle forme primitive del turismo=pellegrinaggio alle attuali forme pi industrializzate dello stesso. In tal occasione, egli sfrutta la sua preziosa esperienza di operatore nel settore turistico, cos come fatto per il - Corso preparatorio di guida turistica, Savona. - Toponimi dell'Alta Valle Argentina nella cartografia settecentesca e negli antichi statuti comunali, Triora, 2002. In occasione appunto delle Elezioni del 13 giugno, il dott.Lanteri ha voluto con s persone sperimentate (come Aldo Alberti di Triora, Giovanna Ferraironi di Triora,) o uscenti dalle precedenti amministrazioni (come il rag. Fulvio Arnaldi, Luana Bertol, il dott. Michele Figaia, il rag. Silvano Oddo) oppure giovani (come la Dott. Lorena Barucchi, naturalista, di Realdo, il rag. Fulvio Arnaldi, la rag. Sonia Gramegna,) o rappresentanti delle frazioni (Angela Astini per Creppo, Antonio Lanteri per Cetta). Auguriamo al nuovo consiglio comunale - che deve gestire un amplissimo territorio di oltre 100 kmq. non privo di problemi - il pi proficuo lavoro e il migliore successo, che sar anche maggiore se riuscir a porre rimedio agli errori dell'amministrazione precedente.
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Il fotografo CARMELO MARINO ha presentato un piccolo esempio delle sue qualit, nel libretto Immagini di una citt: Genova, per i 'Servizi Editoriali'. Le sue foto migliori per sono quelle derivanti da un lungo studio su soggetti umani, specie quelli inquadrati nel loro ambiente di lavoro.

Uno scorcio panoramico di Triora dalla Cabotina e la Rosa dei pastori foto ed elaborazione Enrico Pelos

Il prossimo numero - che uscir nel 2005 - sar un numero speciale e conterr una interessan te raccolta di articoli concernenti Triora e il suo Comune. Arrivederci al numero 43
Luglio Dicembre 2004

ENRICO PELOS

R NI DAIGURA

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Rivista

N0 43 GENNAIO GIUGNO 2005

etno-antropologica e linguistica delle culture delle Alpi Liguri-Marittime

TRIORA
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SOMMARIO
Pag. 3 PREFAZIONE: TRIORA E BRIGA di LORENZO LANTERI PAG. 8 LA FIGURA DI PADRE FERRAIRONI di GIULIA PETRACCO SICARDI PAG. 9 SULLA STREGONERIA di ANNIBALE SALSA PAG. 13 PROFILO DEL TRIORASCO di WERNER FORNER PAG. 21 IN MARGINE ALLA CANZUN DE FRANZ di FIORENZO TOSO PAG. 26 TRADIZ. MUSICALE A TRIORA MOLINI E GLORI di MAURO BALMA PAG. 31 UN VIAGGIO NELLA TRIORA DEL 500 di GIORGIO CASANOVA PAG. 39 SOPRANNOMI DI TRIORA E A. VALLE ARGENTINA di AMABILE FERRAIRONI PAG. 45 I PITTORI GASTALDI DI TRIORA di SANDRO ODDO PAG. 51 IL LUPO NEI RACCONTI DI TRIORA E V. ARG. di NICOLA FARINA e ANDREA SCORCIA PAG. 58 TOPONOMASTICA DI TRIORA di PAOLO BRUNO OLINDO PAG. 62 PROVERBI E MODI DI DIRE DELLA.V. ARG. di ANTONIO CUGG PAG. 64 VACANZE A TRIORA di IPPOLITO EDMONDO FERRARIO PAG. 67 LUNGO LALTA VIA DEI M. LIG. DI TRIORA di ENRICO PELOS PAG. 70 MAGIA FENOMENO STORICO-CULTURALE di MARIA ANTONIETTA BERINGHELI PAG. 75 UNA CASELLA A GRATTINO DI MOLINI DI TR. di MARINA TRANCHINA PAG. 78 CORTE PRESSO TRIORA IN UNA PUB. DEL 1928 di PIERLEONE MASSAJOLI PAG. 79 PUNTUALIZZ. RECENSIONI SEGNALAZIONI

CONSIGLIO DI REDAZIONE
PIERLEONE MASSAJOLI direttore responsabile ROBERTO MORIANI ENRICO PELOS ALBERTO CASELLA MARIA A. BERINGHELI ATTILIO G. BOANO GUIDO FERRETTI MARINA TRANCHINA ANNIBALE SALSA
vice-direttore vice-direttore (grafica informatica) assistente antropologa culturale, Genova docente fonetica fonologia linguistica generale, universit di Verona ricercatore storico, Genova antropologa culturale, Imperia consulente area scientifica socio-antropologica

R N DIGRA
Il nido daquila - Le nid de laigle
Rivista etno-antropologica e linguistica delle culture delle Alpi Liguri-Marittime e delle altre Culture alpine e montane

Rivista semestrale - n.43 Gennaio-Giugno 2005 - ANNO XXII Numero Speciale Unico su Triora Autorizz. Tribun. Genova n.26/83 Pierleone Massajoli Direttore responsabile / Editore IL CENTRO STUDI IL NIDO DAQUILA - Tel.010.3621.829
http://www.liguri.net/portappennini/rnidaigura.htm http://www.pelos.it > research > r ni daigura e-mail: massajoli@libero.it pelos@village.it

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PAG. 83 POSTFAZIONE

di PIERLEONE MASSAJOLI
ELENA PONGIGLIONE
La streghetta col bastone

CONTRIBUTI
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Nuovi Soci/Abbonati per lItalia per persone fisiche: 15,00 Vecchi Soci/Abbonati per lItalia per persone fisiche: 10,00 Soci/Abbon. per lEuropa, per persone fisiche: 20,00 Enti territoriali, economici, Istituti Universitari: 20,00 Socio sostenitore: 30,00 Numero sciolto: 10,00 Numeri speciali 39e 43: 15,00 Numero in formato elettronico (file tipo pdf, alcuni contenuti a colori): 15,00 +cd + s.p. CONTO CORRENTE POSTALE : IL NIDO DAQUILA, GENOVA 15.462.161
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ENRICO PELOS

Lungo stradina di Triora vecchia

DISEGNI

FOTOGRAFIE IMPAGINAZIONE

WERNER FORNER PIERLEONE MASSAJOLI NICOLA FARINA ENRICO PELOS ELENA PONGIGLIONE ETTA LANZA GIORGIO CASANOVA CARLA MACCI GIUSEPPINA MANCUSO ROBERTO MORIANI ROSALBA NICCOLI PAOLA PASTURA IVY PELISH FLAVIA PILASTRO PAOLA TREBINI LAURA CASTELLI PIERLEONE MASSAJOLI ENRICO PELOS ENRICO PELOS

R NI DAIGURA N.RO 43 - SPECIALE TRIORA

GENNAIO - GIUGNO 2005

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PREFAZIONE

TRIORA E BRIGA
DI

LORENZO LANTERI

SINDACO DI TRIORA
di Triora, Brigue, allinizio IConsigli Comunalidueverso la alla fine del 2004, e ditraLadue comunit, chedel 2005, hanno deliberato il gemellaggio tra i comuni frontalieri. E un momento felice congiunzione ideale sono sempre state in stretti

rapporti; inizialmente comprese insieme sotto la sovranit dei Conti di Ventimiglia, poi col passaggio di Triora sotto il dominio della Repubblica di Genova, in un perenne stato di conflittualit per questioni di confini e di pascoli in particolare. Da una parte larea del dialetto ligure, dallaltra quella del brigasco, cos permeata della cultura della grande Occitania oggi giustamente rivalutata da studi antropologici, folcloristici e linguistici. Come ben noto, dopo il 1947, il territorio di Realdo, frazione di Briga, venne assegnato al Comune di Triora, trovandosi in Valle Argentina. Del resto, il comune ligure comprendeva gi entro i suoi antichi confini Verdeggia, di lingua e cultura brigasca, poich vi erano emigrate da Briga alcune famiglie Alberti e Lanteri. Rivediamo, dunque, questi antichi o recenti rapporti per grandi linee, ricordando che gli stessi problemi di decadenza nel settore agricolo-pastorale, che ebbero come conseguenza uno spopolamento estremo, oggi possono essere risanati unicamente col turismo negli aspetti culturali e naturalistici di una splendida zona montana. questo della Rivista Il dedicato a Prof. Pierleone InMassajolifascicolo monograficonostronuovi studi,Nido dAquila interessanteTriora, col qualedelilmio piccolo conha voluto onorare il antico Comune, mi pare aggiungervi un tributo di storico e ribadire, alla luce di una mia teoria inquadrata nella Storia diritto Italiano,

gi sostenuta nella mia tesi di laurea Gli statuti comunali (medievali) di Triora, analisi storico-giuridica. Si tratta dellanalisi che riguarda la formazione del Comune di Triora nella prima met del Duecento ed i secolari rapporti con Briga, La Brigue.

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Cartina di Nicola Farina

Chiesa di San Bernardino, Triora

Il canalone del torrente Argentina e la strada, proveniendo da Triora, che porta a Realdo e Verdeggia R NI DAIGURA N.RO 43 - SPECIALE TRIORA GENNAIO - GIUGNO 2005

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LA FIGURA DI PADRE FERRAIRONI


DI

GIULIA PETRACCO SICARDI

Non ho avuto loccasione di conoscere personalmente Padre Francesco Ferraironi, ma per me la sua figura si identifica con Triora, non solo perch lha illustrata con i suoi scritti, ma per lattaccamento che ha sempre avuto per la sua terra e che lha portato a tornarvi tutti gli anni, a costituirvi la sua biblioteca, a organizzarvi una mostra illustrativa di tutti i suoi aspetti ambientali e storici, naturalistici e umani. In questa feconda attivit ci ha lasciato in particolare la memoria linguistica della sua terra, attraverso descrizioni della vita dei campi, della casa rurale e delle attivit artigianali, e in particolare nel Glossario dialettale triorese. Volle chiamarlo glossario e non vocabolario, perch aveva proceduto alla raccolta dei termini dialettali su schede, in cui riportava, oltre al termine e al suo, o ai suoi, significati, i riscontri con dialetti liguri (e talora piemontesi, toscani), nonch le corrispon-

denze con testi storici liguri, in particolare con gli Statuti, e qualche cenno etimologico. Non volle pubblicare tutte le sue schede, ma scelse quelle che risultavano pi singolari e perspicue per lillustrazione del dialetto. Valorizz anche i testi storici pi importanti (Statuti e Convenzioni) e gli scritti di altri studiosi, sia trioresi (il cav. Capponi in particolare) sia non trioresi, ma che avevano dedicato loro scritti a Triora, a cominciare dalla Cronica di Giovanni Verrando (XVI secolo) e non trascurando gli articoli contemporanei apparsi sui quotidiani. Alla sua morte, lasci molti scritti inediti, e dobbiamo alla nipote Suor Amabile se questi scritti, almeno in parte, sono stati pubblicati e se sono state riedite alcune delle pi interessanti pubblicazioni che si erano nel frattempo esaurite.

foto Enrico Pelos R NI DAIGURA N.RO 43 - SPECIALE TRIORA GENNAIO - GIUGNO 2005

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SULLA STREGONERIA
DI

ANNIBALE SALSA

DOCENTE DI ANTROPOLOGIA CULTURALE DELLUNIVERSIT DI GENOVA PRESIDENTE GENERALE DEL C.A.I. (CLUB ALPINO ITALIANO) ESPONENTE DEL COMITATO DELLA MINORANZA WALSER a Molto si Undetto e scrittoche,proposito della stregoneria. fenomeno dal Medioevo allet moderna, si caratterizzato come un fatto di grande Mary Douglas ha definito effetto blaming (DOUGLAS: 1992), ovvero unattribuzione di colpa verso soggetti trasformati in capri espiatori di calamit sociali e naturali. Molte sono le interpretazioni sviluppate sulla stregoneria in Europa, fenomeno distinto dalla stregoneria studiata dagli etnologi in contesti africanistici, americanistici ed oceanistici: (cfr. EVANSPRITCHARD: 1937). C chi vi ha letto, nel suo propagarsi preoccupante tra XV e XVI secolo, una conseguenza dello scontro tra una cultura del Logos moderno destinata a diventare egemone (e che si sarebbe affermata a partire dallIlluminismo) ed una cultura morente dellAnti-logos popolare, legata alla superstizione ed allimmaginario rurale dei villaggi di campagna e di montagna, ultime roccaforti di ritualit naturalistiche pagane sulla via di penetrazione della cultura cristiana a matrice urbana. Mary Douglas (Ibidem, p. 110-111) propende invece nel ricondurre la diffusione della stregoneria europea della prima modernit allo scontro fra il nuovo centralismo degli Stati-nazione nascenti e le spinte premoderne in difesa di poteri locali (feudalesimo, Chiesa). Non vi dubbio, osservando la geografia del fenomeno, che le aree di montagna abbiano registrato un protrarsi pi duraturo di tali permanenze culturali rispetto a comprensori di pianura e di citt e che il territorio alpino, con le sue naturali appendici pedemontane, abbia fatto la parte del leone. Se pas-

rilevanza culturale in senso etnografico e che pu essere rubricato pertanto - in base alla nota definizione di Marcel Mauss - come <<fatto sociale totale>>. Le discipline demo-etno-antropologiche, dopo una primogenitura scientifica ad opera della teologia e della storiografia, si sono occupate a fondo del fenomeno i cui strascichi interessano ancora, paradossalmente, non pochi segmenti della societ contemporanea. La genesi di una siffatta pratica sociale deve tuttavia essere ricondotta ad epoche antiche nelle quali la divinazione (mantica) in tutte le sue articolazioni ed il demoniaco erano parti integranti di saperi esoterici, funzionali alla vita sociale. La regolazione delle forze del Bene e del Male stata, per luomo di ogni epoca, una preoccupazione prevalente atta a garantire lequilibrio omeostatico della societ alle prese con elementi destabilizzanti legati sia alle forze della natura che a processi di acculturazione esogena di tipo violento. Lesigenza di mantenere un saldo controllo sociale sulle comunit e di governare il negativo che si manifestava (non diversamente da quanto accade oggi seppure con altre modalit) attraverso la presenza di individui marginali (soprattutto donne e forestieri ecc.) metteva in moto quel meccanismo infernale che lantropologa

Il luogo delle Streghe, la Cabotina, Triora R NI DAIGURA N.RO 43 - SPECIALE TRIORA GENNAIO - GIUGNO 2005

SULLA STREGONERIA

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ANNIBALE SALSA

La pubblicazione del Malleus maleficarum (Il martello delle streghe) ad opera dei due frati domenicani Heinrich Institutor (Kraemer) e Jakob Sprenger, inquisitori di Germania, negli anni 1486-1487 a Strasburgo, mette a disposizione degli operatori un manuale ufficialmente approvato dallautorit ecclesiastica ed atto a legittimare scientificamente la caccia alle streghe. Per avere una conoscenza pi diretta degli argomenti trattati dal manuale ecco alcuni punti salienti della prima parte: Esiste la stregoneria? Il diavolo collabora con lo stregone? C procreazione umana tramite i diavoli incubi e succubi? Quali diavoli diventano incubi e succubi? Da dove deriva il moltiplicarsi delle opere di stregoneria? Le streghe che si sottomettono ai diavoli. Gli stregoni possono sottomettere le menti degli uomini spingendoli allamore o allodio? Gli stregoni possono impedire la potenza generativa o latto venereo? Questa stregoneria compresa nella Bolla. Le streghe possono operare tali prodigiose illusioni per cui sembri che il membro virile venga completamente staccato dal corpo? Le streghe possono agire sugli uomini in modo da trasformarli in forme bestiali con larte dei prodigi? Le streghe ostetriche in diversi modi uccidono nellutero i concepiti, provocano laborto e, se non fanno questo, offrono ai diavoli i bambini appena nati.

Come si pu notare, al centro dellinteresse repressivo della stregoneria vi il controllo della sessualit e della fertilit, aspetti fondamentali per tutte le societ pre-moderne di tipo agricolo. Ci spiega la forte concentrazione di vissuti legati alle streghe in un territorio a forte vocazione rurale come le Langhe ed il Roero. Si dipana cos tutta una geografia stregonesca centrata su masche e mascun e che ha quali luoghi elettivi i paesi di Paroldo (Langa cebana), di Mango, di Treiso e Trezzo Tinella (Langa albese), di Pocapaglia (Roero). Tali presenze hanno contribuito a fare di queste colline, languidamente baciate dalla luna e magistralmente consegnate alla letteratura da Pavese e Fenoglio, un mondo carico di fascinazione e dai contorni fiabeschi. E qui che troviamo la rappresentazione del demonio pi iperrealisticamente sessuata dellimmaginario stregonesco: il pene del diavolo. Siamo nel territorio di Mango presso la chiesa campestre di SantAmbrogio. Raccogliamo una testimonianza di Donato Bosca, noto studioso locale: <<Gli anziani hanno tramandato che in una data imprecisata di fine secolo scorso, forse il 1891, i Padri Passionisti scelsero questo centro abitato per celebrare una loro Missione che aveva come scopo quello di mettere allindice i libri del male, soprattutto quello satanico chiamato libro del comando che circolava in maniera clandestina e di cui si faceva allora un gran parlare. Stando alle testimonianze indirette di chi ha raccolto la cronaca di quellavvenimento i libri vennero bruciati su di un palco di legno allestito a bella posta e lintrepido sacerdote che seppe manipolarli, sfidando le creature diaboliche che si annidavano fra le pagine, di nome Geremia, venne tenuto in grande considerazione anche negli anni a venire, tanto da indurre non pochi genitori ad assegnare ai figli maschi nati in quegli anni proprio il suo nome. Naturalmente loperazione non fu indolore. Il prete esorcista con una candela appiccava fuoco al libro, scaraventandolo, poi, dentro ad un fal purificatore che era continuamente alimentato con legno di rovere e dal quale le fiamme si sprigionavano alte e copiose. Dai libri uscivano bestemmie, urla, crepitanti saette di fuoco colorato e la gente intorno assisteva al rituale di espiazione con sentimenti contradditori, di sollievo e di paura. Secondo alcuni, la vendetta del diavolo e delle masche sue complici non si fece attendere: negli anni a seguire, la grandine si abbatt violenta e distruttiva sui vigneti della zona, producendo carestie e lasciando improduttive per pi anni le vigne. Secondo altre interpretazioni, le avversit atmosferiche che si abbatterono su Mango, strapazzando le sue colline, erano da attribuirsi alla circostanza che, nonostante i ripetuti appelli dei Padri Passionisti, non tutti i libri con le riproduzioni del maligno finirono nel vortice di fiamme liberatorie. Pare anzi che il pi scandaloso di questi libri che idolatrava il diavolo Bafornet della Valle Belbo, dotato di un pene triforcuto che gli permetteva di avere contemporaneamente un rapporto vaginale, orale ed anale, sia rimasto ben nascosto in una cassapanca di un ambiente allepoca insospettabile, una casa canoGENNAIO - GIUGNO 2005

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Comunichiamo ai nostri lettori che in preparazione da tempo il

GLOSSARIO ETNOLINGUISTICO COMPARATO


DEI DIALETTI DELLE ALPI LIGURI-MARITTIME
che mette a raffronto, in forma nuova ed originale un numero imponente di termini dei tre versanti delle Alpi Liguri-Marittime : Terra Brigasca, Tenda, Saorgio, Breil, Olivetta San Michele ,Mentone, Buggio, Ventimiglia, Triora, Alta Valle Arroscia, Alta Val Pennavaire, Alta Val Tanaro, Oneglia, Laigueglia, Alassio, Albenga ed altri punti minori.

G.E.C.

1000 parole scelte tra le pi problematiche dellintera area


di cui vengono proposte la comparazione sul territorio, il significato, la storia e letimologia con disegni e cartine originali. Opera di PIERLEONE MASSAJOLI e di Roberto Moriani (Imperia), Ren Stefanelli (Mon), +Jacques Giusto (Tende), Vanda Chiappero, Uccio Caballo (Limone Piemonte), Fausto Giuliano (Boves), Charles Botton (Saorge), Didier Lanteri (Francia), Lorenzo Lanteri (Triora), Attilio G.Boano (Mentone), Sandro Oddo (Triora), Franco Garassino (Laigueglia), Barbara Ruaro (Caprana), Gianna Quaglia (Ceriana), Giorgio Marrapodi (Saarbrcken). - Consulenza e collaborazione informatica di Enrico Pelos. Il lavoro costituir anche il IV volume del DIZIONARIO DELLA CULTURA BRIGASCA. Lopera prevista per il 2006, tuttavia possibile prenotarsi fin dora senza esborso di denaro: IL NIDO DAQUILA : Via F.D.Guerrazzi 14/14, 16146 GENOVA email: massajoli@libero it tel. 010.3621.829 cell.333.45.30.255

I S O C I S O S T E N I TO R I - A B B O N AT I 1 O S E M E S T R E 2 0 0 5
Emi Olivari (Ge), Cesare Pozzo (Conscente), Enrica Lanteri (Torino), Maria A. Beringheli (Ge), Guido Ferretti (Ge), Francesco Orlando (Ge), Riccardo Pongiglione (Ge), Ennio Fantini (Albenga), Magda Massajoli Vimercati (Roma), Silvio Sasso (Imperia), Diego Oddo (Imperia), Gianni Basso (Albenga), Dario Monigatti (Svizzera), Giovanni Benza (Sanremo), Benedetto Pescetto Levaro (Ge), Prospero Allaria (Imperia), Giulia Petracco Sicardi (Ge), Igino Frisoni (Ge), Giovanni Cardone (Ge), Christiane Elure (Pigna), Jury Andor (Imperia).

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SOPRANNOMI A TRIORA

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AMABILE FERRAIRONI

anche un uccello (allocco), Mtu, muto, Noi, secondo [Apr.] noih arcaico ligure per nocchiero (vd. anche Toso noier in questa rivista) Panfrescu,de Drundu, Panfresco, di Drondo Petiti, dovrebbe essere una derivazione dal Francese petit, piccolo. Ma sia in Triorasco che in Brigasco petitta pi specificamente labambola cui il lemma potrebbe riferirsi. Pignti, pignoli Pinton, da pinta recipiente per il vino, Prevostu, Prevostetu, id Pruvista, provvista, Rebizzu, pettirosso, Rili, rientra nellambito del lemma riella, nei significati di rotella, carrucola. Scndicu, sindaco Scetu, schietto, Sciusciarisu, nome dialettale del santimpalo (ucc.) Segne, signore, anche se in questa forma, il lemma significa in genere Signore Iddio, Sgalndua, dovrebbe rientrare nelle varie versioni del lemma trottola,Per letimologia, il PEL ipotizza, per le numerose varianti liguri simili, la derivazione da gava, gozzo, per la forma tondeggiante. Speiti, potrebbe riferirsi allespressione a spitu, a credito, e cio indicare persone che prestano denaro, Spitu, spirito, spettro, Stralcia, Talota, forse corruz. di talocia, cio frettazzo dei muratori,che il PEL fa derivare dal FR.taloche, e che il REW 8544a riporta a un GERM.*tlon, strappare, attestato come talare nella Lex Alemannorum. Tumbalareixu, che guida o ha un tumbarlu ossia un carro a due ruote ribaltabile, che il PEL riferisce a una base espressiva tunb (FR. tomber, cadere) dal PROV.tombarel. Tumalun, deriv. da tuma,il tipo base di formaggio Valoia, forse dal toponimo Valloria Reghezin, colui che produce reghezze cio spighe di grano non completamente trebbiate [Apr.,II,2]. Cansc, da cansciusu stopposo,o da cansllu, legno ricurvo per i basti, Pattuche, Cegatu, da cega, piega, quindi piegato,curvo.
B I B L I O G R A F I A D I B A S E U S ATA P E R L A R NI DAIGURA N.RO 43 - SPECIALE TRIORA

R I C E R C A S U D D E T TA Giulia Petracco Sicardi et al.: Vocabolario delle parlate liguri(VPL) Consulta Ligure, 1985-95; G.Petracco S.: Prontuario Etimologico Ligure (PEL); DellOrso, Alessandria, 2001; Sergio Aprosio: Vocabolario Ligure Storico-Bibliografico(Apr.), Savona, Soc.Storia Patria, 2003; Massajoli-Moriani : Dizionario Cultura Brigasca, (DCB): vol. I-III, 1991-2000, DelOrso, Alessandria; G:Petracco Sicardi Amabile Ferraironi : Glossario Dialettale Triorese (GDT), su Rivista Ingauna e Intemelia, Bordighera, dal 1946 al 1983.

PIERLEONE MASSAIOLI

Una figura misteriosa appare nei vicoli del paese: strega, maliarda o donna normale? Foto Enrico Pelos

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I PITTORI G ASTALDI A TRIORA

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SANDRO ODDO

Genova, 1993, pagine 49 e 50. 16) Massimo Bartoletti, Due episodi figurativi del Seicento a Entracque: lattivit del pittore Lorenzo Gastaldi e le tele dellApostolado nella parrocchiale in Entracque: una comunit alpina tra Medioevo ed Et Moderna, a cura di R. Comba e M. Cordero, Cuneo, 1997. 17) L.H. Labande, Inventaires du Palais de Monaco (1604-1731), Monaco, 1918, p. CXLI. 18) Alessandro Giacobbe, La valle di Rezzo. Panoramica storica e presenze artistiche, Imperia, 1993, fig. 20. 19) Andrea De Pasquale e Alessandro Giacobbe, Edifici religiosi a Ceriana, Imperia, 1994, pag. 149. 20) Andrea De Pasquale e Alessandro Giocobbe, Edifici religiosi, ecc. 21) Massimo Bartoletti, Due episodi figurativi, ecc. 22) L.H. Labande, Inventaires, ecc. 23) Massimo Bartoletti, Due episodi figurativi, ecc. e Charles Astro e Luc F. Thevenon, La peinture au XVIIe sicle dans les Alpes Maritimes, Nice, 1985. 24) Giuliana Galante Garrone, Tutela e consapevolezza culturale in Valle Stura, in Pietraporzio. Momenti di storia in alta valle Stura, a cura di M. Corsero e S. Martini, Pietraporzio, 1991. 25) Massimo Bartoletti, Committenti del Ponente ligure e pittori genovesi durante il primo Seicento, Genova, 1994. 26) Massimo Bartoletti, Due episodi figurativi, ecc. 27) Frase tratta da La Provincia di Imperia, Imperia, 1935 inserita in Profili biografici di trioresi degni di memoria, di Francesco Ferraironi, Roma, 1954. 28) Gianni Bozzo. G.B. e Lorenzo Gastaldi, ecc. 29) Liber mortuorum Archivio Parrocchiale di Triora. 30) Charles Astro e Luc. F. Thevenon, La peinture au XVII sicle dans les Alpes Maritimes, Nice, 1985.

Verdeggia

Triora R NI DAIGURA N.RO 43 - SPECIALE TRIORA GENNAIO - GIUGNO 2005

PROVERBI E MODI DI DIRE

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ANTONIO CUGGE

1) U l ci stortu din canzlu: E pi storto dellarmatura di un basto. 2) U l lanima cume i fighi: Ha lanima (vuota) come i fichi. 3) U me de zevulle u rva pe tti : Il mese delle cipolle arriva per tuttt ; (Prima o poi arriva il momento del pianto per tutti). 4) Tte e scarpe i fen-iscen gruli: Le scarpe prima o poi finiscono ciabatte. 5) Gi cume n ghnda(r)u: Girare in tondo come larcolaio. 6) F u mnegu ae boce: Fare il manico alle bocce = fare cose inutili. 7) Av pocu fe in sa ruca : Avere poco filo sulla rocca = essere alla fine. 8) Ensciu cum in bbiu: Gonfio come un rospo. 9) U lengu u v zo cu v : Il ramarro vuole ci che vede. 10) Batte a cra : Battere la grida cio annunciare bandi da parte del messo con tamburo = divulgare notizie. 11) Coue che i brime : Cose che stuzzicano (appetitose). 12) Av be-zze / Av manaveglie : Avere della fantasia/ grilli per la testa/essere in vena di facile umorismo. 13) D a vouta . A lna a vuta: Fare un capitombolo. La luna cambia fase. 14) Oe(r)iu p i rati : Pianto dei bambini. 15) Ve in lampalxe : Intravvedere. 16) Pass de terza : Essere scartato dalla vita militare. 17) Mette a camin: Riporre, mettere a posto con cura. 18) Atac tren-a : Aiuto dato ad un carro in difficolt tramite lattacco di punta con uno o pi quadrupedi. 19) Ciantrghe sute u fgu : Mettere sul fuoco. 20) U se futte via : Si getta. 21) De-de-oi : Davanti. 22) Batte e bruchette : Battere i piedi dal freddo. 23) In ver a munte / In ver a valle : Salendo / Scendendo. 24) Attrezz u fgu : Accendere il fuoco. 25) Sia da sia: Ieri sera. 26) U l lu(r)a datacman : E lora di sarsi da fare. 27) Lautra sia / Lautra sia matin : Laltro ieri. Laltro ieri mattina. Raduniamo infine vari termini dialettali in via di sparizione, scelti tra i pi interessanti: 1) Aciatgliu = nascondiglio , 2) Acampa = risparmiatore.
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3) Acustumu = abituato per tradizione, 4) Agrmela/ agrmel = mettere insieme (fare risparmi). 5) Anegiu, anegiu = pianta danneggiata dalla nebbia, 6) Arecamprse = rincasare, tornare al paese. 7) Balasse = persona idiota , 8) Belgue = ornamenti di poco conto. 9) Brancia = zampa anteriore, 10) Babelun = papavero, 11) Bregal, bregal, bram, ber = il fare versi da parte di animali ovicaprini e bovini, 12) Ciouenda = staccionata , 13) Ctua = coperta imbottita: 14) Cumegi = usare con oculatezza,parsimonia, 15) Dosse = spicchi daglio , 16) Derangirse = disturbarsi, 17) Des-ciatrse = uscire dal nascondiglio, 18) Desgordu = pronto allapprendimento, sveglio, 19) Encie = imbuto. 20) Frusciu = dissenteria, 21) Sfuia = diarrea, 22) Oua = brezza, 23) Pa(r)escu = uguale 24) Resecund = riprendere a piovere, ripetere, 25) Recuve = satollare, 26) Rabel / Stiaz = trascinare, 27) Resciu = riposato, 28) Sbard, Sbardu, sbardu = sparpagliare, sparpagliato. 29) Scar / strpa = numero indefinito (gen.animali), 30) Scurlattu = mulinello del vento, 31) Saloppu/saloppa = scaltro, furbastro, 32) Semuu = offerta in vendita, 33) Spremee = torchio. 34) Stentaiazzu = caldo soffocante, afoso. 35) Suzzu : brutto, di cattivo aspetto. 36) Virando / virrse = girando, girarsi.
ANTONIO CUGG

Triora,Foto E P

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LUNGO LALTA VIA DEI MONTI LIGURI A TRIORA


DI

ENRICO PELOS

Due dei tratti tra i pi suggestivi dell AV, fotografati da Triora, e tra i pi belli di tutta la Liguria: a destra il tratto che passa dal rifugio Grai ed a sinistra il crinale dal monte Saccarello al Front. Foto Enrico Pelos

nei Bere C amminareacquaboschi.ricchi dialle sorgenti di fresca. Fermarsi nei paesi arroccati sui monti cultura

e tradizioni. Lasciare alle spalle le citt e le code per le strade del mare. Tutto questo pu avvenire in Liguria, in mezzo alle Alpi Marittime. Siamo nelle valli di Triora, visibili da molti punti panoramici e tra i pi belli della Liguria. Raggiungibili da sentieri antichi. Molti sono situati lungo il percorso dellAlta Via dei Monti Liguri. I punti di partenza da prendere in considerazione sono diversi a seconda che si disponga di un mezzo a motore: macchina o moto, oppure si vada in mountain bike, a cavallo, o a piedi. Si pu fare un percorso di trekking a piedi, ad anello con partenza da Triora, o andare in macchina fino al discutibile ma spettacolare ponte di Loreto, luogo di free-jumping in anni passati. Da qui, girando a sinistra, si prosegue per Cetta da dove parte un sentiero che attraversa piccole borgate in molti casi abbandonate da decenni, o proseguendo verso destra si affiancano imponenti palestre di roccia fino a raggiungere Verdeggia e Realdo. Si pu anche andare verso i pascoli sulle alture di Triora e da qui proseguire a piedi. Molti di questi itinerari sono stati percorsi da sempre dai pastori o da coloro che si spostavano su queste montagne; da tempi immemorabili e per loro senza confini. Diverse valli alpine sono abitate da popolazioni che parlano dialetti occitani o di lingua doc, la lingua degli antichi trovatori provenzali e in Liguria sono le localit di Realdo e Verdeggia anche se di fondo ligure risentono
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gli echi di quella civilt, proprio ai piedi del monte Saccarello, il monte pi alto dellAlta Via dei Monti Liguri e della Liguria, con un grandioso panorama che spazia su mare e monti. E qu che la vetta pi alta della Liguria (2.200 m) offre uno straordinario panorama circolare. La tappa piuttosto lunga, ma pu essere divisa in due parti, scendendo a pernottare al posto tappa di Realdo o a quello di Verdeggia. Dinverno questo percorso consigliabile solo ad alpinisti esperti, attrezzati con piccozza e ramponi. Destate possiamo camminare lungo il confine con molti tratti che sconfinano fino ad arrivare al Saccarello. Il monte Saccarello meta di itinerari e anche di pellegrinaggio in agosto per la festa del Redentore. La statua che rappresenta un Cristo (in ghisa alta circa 6 metri e posizionata su un piedistallo in pietra alto a sua volta 9 metri circa) rivolto verso il cielo stata eretta oltre cento anni fa: nel 1901. LAV corre lungo una cresta quasi orizzontale, lunga circa quattro chilometri, caratterizzata da due versanti nettamente asimmetrici: il versante sud offre il panorama verso la Valle Argentina, mentre quello a nord scende dolcemente nella Val Tanarello con le sue distese di pascoli. La lunga cresta offre panorami straordinari; nelle giornate pi limpide si vede anche la Corsica e lo sguardo spazia senza limti fino alla Val Roja. Dal lato a nord una sciovia giunge subito sotto la statua da Monesi, lunica stazione sciistica della provincia dImperia. I percorsi dellAV interessano le tappe 4, 5, 6, 7, come indicato nella guida ufficiale e passano dal C. Scarassan (1224 m) alla
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A LT A V I A M O N T I L I G U R I A T R I O R A

Sella dAgnaira (1869 m), alla Sella della Valletta fino ad arrivare al Colle San Bernardo di Mendatica con una media di 4 ore circa per tappa. Si cammina su vecchie mulattiere militari, che si snodano sui fianchi di montagne imponenti, in ambiente alpestre e suggestivo. Dal Saccarello, lungo il crinale dei monti, si arriva al monte Front dove proseguendo si arriva ai paesaggi delle vette calcaree dei Monti Toraggio e Pietravecchia e dove. scavato nella roccia, si pu percorrere il famoso Sentiero degli Alpini, quasi sospeso tra dirupi, rocce a strapiombo e burroni. E stato costruito per scopi militari intorno agli anni trenta, poich la linea di confine con la Francia si trova sul crinale. Per agevolare il passaggio degli escursionisti, i tratti pi esposti sono stati attrezzati con corde metalliche ad opera di volontari del Club Alpino Italiano. Si prosegue poi con un tratto suggestivo attraverso boschi di conifere, prati e pascoli con vette rocciose daspetto dolomitico che distano una ventina di chilometri dal mare e che, grazie alla loro posizione, al confine tra le Alpi e il Mediterraneo, convivono qui con piante tipicamente alpine, arrivate in tempi remoti, quando i ghiacciai coprivano gran parte delle Alpi. In tarda primavera si possono ammirare le splendide fioriture dei rodoR NI DAIGURA N.RO 43 - SPECIALE TRIORA

dendri. In autunno sono i boschi di larici ad assumere colorazioni spettacolari. Qui si possono trovare camosci, lepri, ermellini e marmotte. Un altro sentiero pi agevole, dalla Gola dellIncisa, aggira i calcari del Monte Pietravecchia con il panorama sul lago artificiale di Tenarda. Molti i punti per fare tappa e per rifocillarsi: tra questi il Ristoranterifugio Gola di Gouta in localit omonima, Il Rifugio Monte Grai dipendente dal comune di Pigna (tappa n. 5). Al Rifugio Nuovo Franco Allavena, localit Colla Melosa, trovate i gestori gentili e disponibili pronti a confortarvi con un buon pasto o un posto letto. Si trovano inoltre il Posto Tappa Realdo a Realdo, altra frazione del comune di Triora (tappa n. 5), il Posto Tappa Verdeggia a Verdeggia e il Rifugio Sanremo a Cima della Valletta, sempre nel comune di Triora (tappa n. 6). Il silenzio, il verde dei boschi, il sole che tramonta sullAlta Via e lo sguardo alle valli sottostanti vi far fermare a riflettere sui vostri pensieri, i progetti, le esperienze, i soggetti ritratti e le conoscenze che hanno accompagnato il viaggio. A quelli che sono passati di qui prima di voi. Se ci riuscite, partite quando ancora buio,
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A LT A V I A M O N T I L I G U R I A T R I O R A

cercando di essere sul posto prima dellalba per ritrovarsi nei sentieri e nelle valli senza case lontani dalla puzza delle citt per dirla con Giovanni Papini o per andare sempre, non importa dove come scriveva Jack Kerouac. La passione per la ricerca ci far sembrare naturale il chiacchierare con lanziana contadina, che si scopre parlare unantica lingua di origini lontane, o con un pastore per chiedere informazioni sul percorso e scoprire ci che non si ancora letto su nessun libro.
ENRICO PELOS
BIBLIOGRAFIA ALTA VIA DEI MONTI LIGURI, Testo di Renato Grattarola, Fotografie di Enrico Pelos e Rodolfo Predieri, ed. Union Camere Liguri/Ass. Alta Via Monti Liguri - Az. Litografica Genovese, Genova. CULTURA ALPINA IN LIGURIA REALDO E VERDEGGIA, Testo e foto di Pierleone Massajoli, ed. Sagep Genova. LESPERIENZA DELLA MINORANZA OCCITANA DELLA VALLE VARAITA, Quaderni di antropologia delle Alpi Marittime - Nr 1999, pag 40 Corte

I fratelli Pozzo - proprietari dellunico frantoio ad acqua funzionante in Liguria e situato a Conscente di Cisano sul Neva, nei pressi di Albenga - sono tra i discendenti diretti di Andrea e Gerolamo Dal Pozzo che tanta parte ebbero nella storia di Triora. Altre notizie saranno pubblicate sul prossimo numero.
EP

R NI DAIGURA N.RO 43 - SPECIALE TRIORA

GENNAIO - GIUGNO 2005

NO 44 LUGLIO DICEMBRE 2005


Rivista etno-antropologica e linguistica delle culture delle Alpi Liguri-Marittime
Via F.D. Guerrazzi 14/14 16146 - Genova Tel. 010 3621829 e-mail: massajoli@libero.it Autorizzazione Tribunale di Genova 12/9/83 n. 26 - Spedizione in abbonamento postale Tariffa regime libero:"Poste italiane S.p.A.- Spedizione in Abbonamento postale - 70% - DCB

-2-

PAG. 3 TRADIZIONI POPOLARI LIGURI NELLAREA DELLE ALPI MARITTIME

SOMMARIO

C O N S I G L I O DI R E D A Z I O N E
PIERLEONE MASSAJOLI direttore responsabile ROBERTO MORIANI ENRICO PELOS ALBERTO CASELLA
vice-direttore vice-direttore (grafica informatica) assistente

di ATTILIO G. BOANO
PAG. 7 IDENTIT LINGUISTICA ROIASCA

di PIERLEONE MASSAJOLI PAG. 15 CARE E CARGI DA BRIGA di PIERLEONE MASSAJOLI PAG. 17 NEORURALISMO COLLETTA BAJARDO TORRI di FABIO COSTA PAG. 28 ABSSUNA RA BRIGA - TRIIRA di PIERLEONE MASSAJOLI PAG. 30 PASCOLI DI PECORE BRIGASCHE - LAVML di ENRICO PELOS PAG. 33 ANTICHI MESTIERI IN VAL DAVETO di SARA MEDICA PAG. 35 VEGLIE INVERNALI IN VAL TREBBIA di GUIDO FERRETTI PAG. 38 TRADIZIONI RIGUARDANTI LE STREGHE A PIGNA E A BUGGIO di MARCO CASSIOLI PAG. 43 SCANDINAVI A CASTELVECCHIO DI R. B. di ENRICO PELOS PAG. 46 DISCORSO SUL G.E.C. di PIERLEONE MASSAJOLI PAG. 48 LANTICA MULATTIERA DELLANTOLA di LUIGI FELOLO PAG. 52 SI COMINCIA DA UNA FIGLIA-LIBRO DI P.G. a cura di PIERLEONE MASSAJOLI PAG. 53 TRIORA: DUE NUOVE PUBBLICAZIONI DI I.E.F. a cura di ENRICO PELOS PAG. 54 RECENSIONI LETTURE NOTE VARIE di AA VV

MARIA A. BERINGHELI antropologa culturale, Genova ATTILIO G. BOANO GUIDO FERRETTI MARINA TRANCHINA ANNIBALE SALSA
docente fonetica fonologia linguistica generale, universit di Verona ricercatore storico, Genova antropologia culturale, Imperia consulente area scientifica socio-antropologica

R N D'IGRA
Il nido d'aquila - Le nid de l'aigle
Rivista etno-antropologica e linguistica delle culture delle Alpi Liguri-Marittime e delle altre culture alpine e montane

Rivista semestrale - n.44- Dicembre 2005 - ANNO XXIII Autorizz. Tribun. Genova n.26/83

Pierleone Massajoli
Direttore responsabile / Editore
IL CENTRO STUDI IL NIDO D'AQUILA - Tel.010.3621.829
http://www.liguri.net/portappennini/rnidaigura.htm http://www.global.village.it/~pelos/rnidaigura.htm http://www.pelos.it > research > r ni daigura mailto:massajoli@libero.it mailto:pelos@village.it

Spedizione in abbonam. postale / Art.2 Legge 662/96 Direz. Commerc. Genova, Tassa Pagata - Taxe perue Stampata dalla SCUOLA TIPOGRAFICA del SORRISO FRANCESCANO, Genova, Via Riboli 20

CONTRIBUTI
COPERTINA ULTIMA DI COPERTINA CARTINE ETTA LANZA
Rupicapra rupicapra

ELENA PONGIGLIONE
Danza di streghe

COMUNE DI BRIGA PIERLEONE MASSAJOLI ENRICO PELOS ETTA LANZA ELENA PONGIGLIONE SARA MEDICA LAURA CASTELLI LUANA BERTOL LUIGI FELOLO PIERLEONE MASSAJOLI ENRICO PELOS PATRIZIA PETERLONGO GABRIELLA STANCHI ENRICO PELOS

DISEGNI FOTOGRAFIE

Abbonamenti / Associazioni Nuovi Soci/Abbonati per l'Italia per persone fisiche: 15,00 Vecchi Soci/Abbonati per l'Italia, per persone fisiche: 10,00 Soci/Abbon. per l'Europa, per persone fisiche: 20,00 Enti territoriali, economici, Isituti Universitari: 20,00 Socio sostenitore: 30,00 Numero sciolto: 10,00 Numeri speciali 39 e 43: 15,00 Numero in formato elettronico: file pdf, a colori): 15,00+cd+sp
CONTO CORRENTE POSTALE : IL NIDO D'AQUILA, GENOVA 15.462.161 Tariffa regime libero: Poste italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento postale - 70% - DCB Genova La rivista e' ammessa ai contributi di legge delle province di Cuneo, Imperia e Genova, che si ringraziano vivamente. L'editore d il consenso a riportare testi, fotografie o parti di esso purch si citi l'autore dellarticolo, della foto e la fonte

REALIZZAZIONE GRAFICA VIDEO IMPAGINAZIONE

Rivista chiusa in redazione il 15 Novembre 2004

R NI DAIGURA NUMERO 44

LUGLIO-DICEMBRE 2005

LANTICA MULATTIERA DELLANTOLA

- 51 stato attuale delle cose.

LUIGI FELOLO

di pietra. Nei castelli di ridotte dimensioni, o castellucci, come quello di Carrega, il castellano non dimorava abitualmente. Se ne ha documentazione per quello di Graines il Val dAyas, che aveva una casa in legno nella sottostante frazione di Arcesaz ed il castello di Graines molto pi grande di questo di Carrega, costituito, al momento della sua maggiore evoluzione, da una torre circondata da un recinto e da tre vani esterni voltati, il tutto allinterno di una cinta di terrapieni contenuti da mura. La torre, che deve essere lopera muraria pi antica, realizzata con tecnica a sacco ed collocabile fra il XIV e linizio del XV secolo. Come tutte le coeve opere di difesa, ed il campanili primitivi, non ha aperture nella sua parte bassa, che quella attualmente visibile. Nelle torri, nei campanili come quello di S. Orso ad Aosta e non solo, anche a volte in case di abitazione, come quella dei Moneglia di Bonifacio, di fronte alla Chiesa Maggiore della Cittadella, laccesso era al primo piano, tramite una scala di legno ritraibile. Le strutture di contorno alla torre del castello di Carrega sono pi tarde, per loro stata indicata una datazione quattrocentesca e per i vani voltati anche cinquecentesca. Luigi Felolo
Bibliografia

ep

- D. Calcagno, M. Cavana, V. Moratti I segni del tempo, tracce di storia ed arte nelle valli Borbera e Spinti Lions Club Borghetto valli Borbera e Spinti, Borghetto di Borbera, 2004. - Jerome Muniglia I Moneglia Comune di Moneglia, 2005 .

Uno dei luoghi pi sacri che io conosca: "Pe u cian" si raggiunge dalla Colla di San Bartolomeo (siamo nella zona di Caprauna, Cuneo) per mezzo di una salita sterrata che parte proprio dai ruderi dell'antica omonima chiesetta. Se si visitato non pu essere sfuggito. E' situato a circa 1600m slm: una meravigliosa ed estesa piana, non molti anni fa coltivata a patate e da essa trae origine la grotta della taramburla. Vi un piccolo nucleo di tre case, utilizzato sino ad un decennio fa per l'alpeggio e dinanzi ad esse sorge un frassino di gigantesche proporzioni , alle cui falde scaturisce una sorgente da sempre incanalata. In primavera ed in estate era tutto viola di genziane e lavanda, i lamponi si potevano raccogliere a piene mani ed ospitava diverse famiglie di marmotte che, insediate credo dalla Regione Piemonte, avevano trovato il loro habitat naturale riproducendosi copiosamente. Tra l'altro, si potevano quasi accarezzare abituate com'erano dalla visita dei numerosi viaggiatori dell'Alta Via. Ora tutto questo non c' pi, alcuni "ingauni" vi hanno piazzato lo scorso luglio apparecchiature per il tiro alla sagoma, apparecchiature, che hanno abbandonato in loco. Mi risulta a disposizione di chiunque voglia approfittarne. Le marmotte sono naturalmente fuggite e questo gi splendido luogo ridotto ad una sorta di discarica arida e tristissima. Anche se credo che lo scempio sia gi stato monitorato, quanti anni occoreranno affinch tutto torni come prima? rs

Le marmotte scappano da U Cian CAPRAUNA (CUNEO)

na coppia di amici lettori ci scrive preoccupata da una delle zone di confine tra Liguria e Piemonte parlandoci di uno dei paradisi delle marmotte che ivi dimorano a testimonianza della bellezza e della naturalit dellambiente. Ma ora le marmotte sono fuggite ed il paesaggio forse irrimediabilmente deturpato. Ma lascio la descrizione di quanto successo a R.S. che spiega molto bene lo

Marmotta nella zona del monte Dubasso, poco lontano da U Cian e Caprauna (Cuneo)

Foto Enrico Pelos

R NI DAIGURA NUMERO 44

LUGLIO DICEMBRE 2005

SCANDINAVI A CASTELVECCHIO

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ENRICO PELOS

canzoni Bjrn Afzelius, definito il "De Andr del Nord" (ma forse sarebbe pi appropriato definirlo il "Bob Dylan scandinavo" n.d.r.). Era questi una cantautore scandinavo assai famoso, nella sua terra, e scomparso alcuni anni or sono. Scrisse molte belle canzoni, anche contro le guerre e le discordie. In una evoca i ricordi di quando bambino leggeva di paesi lontani e che gli "evocavano immagini di bellezza, richiamavano profumi e sapori, e i nomi dei posti e delle persone erano cos belli." Forse pensava un p anche ad un posto come La Valle del Neva dal giardino del castello Castelvecchio. E' anche grazie a lui che, allorquando venne a mancare, le televisioni scanelenco dei "Borghi pi belli d'Italia". La valle, immersa nel verde, sar attraversata, dinave, parlando della sua vita e delle sue candalla nuova "bretella" Albenga-Garessio e che zoni, citarono Castelvecchio, diedero fama oggi oggetto di divisione tra gli abitanti locali ed nordeuropea a questo paese ligure. E citando i turisti. E' stata creata l'"Ass. Scandinavi di quindi la canzone che dedic a Castelvecchio Castelvecchio" per sensibilizzare i media e "Guarda che stelle lucenti! Senti, che venti quanti sono attenti alla tutela dell'ambiente. L carezzevoli! E notte in Liguria!...il vecchio Ass. ha inviato una lettera aperta alla stampa castello sul monte Barbena ha visto molto di precisando: "Si pensato a tutto? ... ai boschi ed pi di quanto possiamo immaginarci speriamo alla ricca fauna, che sono un patrimonio inesti- che il vecchio castello non debba vedere la mabile, che rischia di venire perso per sempre? valle deturpata irrimediabilmente. Enrico Pelos Per esempio ai nostri figli, ai quali sembra volersi dare sempre pi stress e cemento... E questo il prezzo che si vuol far pagare alle nuove generazioni? Vale la devastazione di una valle la costruzione di una nuova autostrada?" Scrive uno degli scandinavi preoccupati: "A quanto ne sappiamo la Valle del Neva fu minacciata una prima volta gi pi di 2.200 anni fa. Era il pi giovane dei fratelli di Annibale, Magone, che dopo avervi trasportato con navi 12.000 soldati, 2.000 cavalieri e gli elefanti, si mise in marcia lungo le valli del Neva per il passo del San Bernardo. ... Per molti che oggi vivono o visitano le localit Bjrn Afzelius, il pi famoso degli Scandinavi di Castelvecchio lungo la Valle la costruzione di unautostrada qui mentre suona alla chitarra durante la festa di compleanno lungo deve rappresentare una minaccia assai di un suo caro amico. Foto cortesia Francesco Ippolito maggiore di quanto unintera armata con elefanti in testa abbia potuto fare sugli abitanti preistoRingrazio Diego Alinei, l'italiano che oggi vive in rici della valle. Svezia, e Per-Ola Persson per alcune delle interessanti Essa contiene infatti una risorsa insostituibile, informazioni fornite. che divenut rarit unica in quasi tutto il mondo: il suo quasi totale silenzio". E la preoc- Bibliografia cupazione cresce con il passare dei giorni. - "IL CASTELLO DI ROCCA BARBENA", Romano Strizioli, Tuttavia il sindaco Balbo ha subito provveduto, in Savona, "La Stampa" del 1 luglio 2004 http://www.nordovest.it una sua intervista televisiva, a tranquillizare le - "CASTELVECCHIO DI ROCCA BARBENA" e BJRN AFZELIUS, Enrico Pelos, "Monti Appennini della Liguria" porpersone confermando la costruzione ma che tale rivista "Le Pietre e il Mare" di Liguri.net dell'URPL (Un. sar eseguita "in maniera corretta". Reg. Province Liguri) www.liguri.net/portappennini/index.htm. L'inquinamento acustico e ambientale dovreb- - "LA CROCIATA DEGLI SCANDINAVI", Daniele La Corte, bero essere cos evitati. Si spera che non si trat- Secolo XIX, 13 ottobre 2005. ti di una delle tante affermazioni poi smentite dai - "CASTELVECCHIO DI ROCCA BARBENA", Enzo Melillo, Raitre Liguria, servizio del 22 ottobre. fatti, come succede spesso nel nostro paese. - "DEN HIMMELSKA FRIDENS TORG", Bjrn Afzelius, versioIn una di queste case, che egli tra i primi volle acquistare, usava scrivere le sue belle
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ne italiana di Riccardo Venturi sul sito http://www.prato.linux.it/~lmasetti/ di Lorenzo Masetti. - "NATT I LIGURIEN", traduzione cortesia di Riccardo Venturi.

Foto Enrico Pelos

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ANTICHI MESTIERI IN VAL DAVETO

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SARA MEDICA

Elementi che compongono la bardatura dei muli per assicurarvi il carico: A: basto; B: sottocoda; C: imbraca; D: scheletro in legno; E: sottopancia; F: catena con anello terminale - Disegno Sara Medica

Uno sguardo al panorama nei pressi del Passo di Prale prima di incamminarsi verso Colla Caprauna (Cuneo) Foto Enrico Pelos

provare le pene dellinferno, faccia il fabbro in estate e il mulattiere in inverno! . La notte, durante i pernottamenti alladdiaccio, i muli venivano liberati dal carico e lasciati liberi a pascolare con una campana legata al collo per ritrovarli pi facilmente la mattina seguente. Sara Medica Note
1 Per commissioni di minore importanza, o per recapitare lettere e messaggi, si ricorreva a dei corrieri che portavano la merce a spalle. 2 Cfr.: G. FONTANA, Rezzoaglio e Val dAveto. Cenni storici

EW MAGAZINE un'agile rivista che esce a Imperia ogni bimestre. Si occupa di tutto in forma diffusiva. Abbiamo gi letto la Storia del Turismo di Lorenzo Lanteri (a puntate) e apprezzato il breve articolo di Domenico Quaglia 'Affermazioni a confronto' sul problema Creazionismo-Evoluzione'. Il num.5 dedica poi tre pagine e mezzo a questa rivista, con tre riproduzioni delle nostre streghe.

MOSTRA PITTURA SCULTURA IN AGenova siDI svolta il 25Esettembre la 23 PIAZZA organizzata dagli AMICI DI ALBARO. E' stata riservata quest'anno ai soci interni, tra cui citiamo M. R. Baggiani, R. Berr, M. Bocchieri, A. Bosco, M. Coda, I. Cuoghi, A.Desana, E. Malan, G. Mancuso, L.Morchio, I. Murzi, P. M. Pastura, L. Pecchioni, I. Rossi, B. Scalpellini. In precedenza l'Assemblea dei soci aveva eletto il nuovo consiglio direttivo, che include: Roberto Soriano come presidente, Ilario Cuoghi vice-presidente, P.L.Massajoli, Paolo Minetti e Luigi M.Gais come consulenti culturali, G.Evangelisti (tesoriere), A.Desana (pubblicit), Erika Malan (cerimoniale). Licio Oddino (logistica), Giannina Scorza (P.R.), M.P. Pastura (segreteria generale).

ed episodi, op. cit., p. 183. 3 A parte pochi asini e cavalli soprattutto nella zona di Rezzoaglio sul territorio avetano si trovavano soprattutto muli. 4 Spesso, durante i secoli, oltre ai disagi dovuti alla scomodit dei percorsi, si aggiunsero i problemi causati da gruppi di soldati ed eserciti che in varie epoche si accamparono in Val dAveto o nei suoi pressi. Questi, infatti, hanno spesso impedito il passaggio dei mulattieri bloccando, cos, il passaggio delle merci. A titolo di esempio propongo un breve stralcio tratto dall atto del notaio D. Fogacci risalente al 1765: il motivo di tale cessazione sono stati i soldati (del duca di Parma) che in Marzo dellanno scorso si aquartierarono s da questi confini, al monte chiamato il Bocco, poco distante da detto luogo, comandate dal Sig.r Cap.n Castagnola di nazzne corsa, quali soldati ocuparono tutte le strade, per le quali solevano i mulattieri passare con le loro granaglie in venire a questo luogo, ed ivi vi dimororno fino a tutto il mese di Giugno impedendo con ci luscita delle granaglie ed altro che soleva venire a questo luogo di S. Stefano, perloche in detti mesi stante la cessazione del commercio non si riconoscevano quasi pi quali fossero i giorni di mercato il commercio in detto luogo da un anno a questa parte quasi cessato del tutto, molte famiglie che vivevano su questo negozio, sono andate raminghe. (ASG, Notai di Chiavari, Notaio D. Fogacci, filza n. 2345).

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LANTICA MULATTIERA DELLANTOLA

- 51 stato attuale delle cose.

LUIGI FELOLO

di pietra. Nei castelli di ridotte dimensioni, o castellucci, come quello di Carrega, il castellano non dimorava abitualmente. Se ne ha documentazione per quello di Graines il Val dAyas, che aveva una casa in legno nella sottostante frazione di Arcesaz ed il castello di Graines molto pi grande di questo di Carrega, costituito, al momento della sua maggiore evoluzione, da una torre circondata da un recinto e da tre vani esterni voltati, il tutto allinterno di una cinta di terrapieni contenuti da mura. La torre, che deve essere lopera muraria pi antica, realizzata con tecnica a sacco ed collocabile fra il XIV e linizio del XV secolo. Come tutte le coeve opere di difesa, ed il campanili primitivi, non ha aperture nella sua parte bassa, che quella attualmente visibile. Nelle torri, nei campanili come quello di S. Orso ad Aosta e non solo, anche a volte in case di abitazione, come quella dei Moneglia di Bonifacio, di fronte alla Chiesa Maggiore della Cittadella, laccesso era al primo piano, tramite una scala di legno ritraibile. Le strutture di contorno alla torre del castello di Carrega sono pi tarde, per loro stata indicata una datazione quattrocentesca e per i vani voltati anche cinquecentesca. Luigi Felolo
Bibliografia

ep

- D. Calcagno, M. Cavana, V. Moratti I segni del tempo, tracce di storia ed arte nelle valli Borbera e Spinti Lions Club Borghetto valli Borbera e Spinti, Borghetto di Borbera, 2004. - Jerome Muniglia I Moneglia Comune di Moneglia, 2005 .

Uno dei luoghi pi sacri che io conosca: "Pe u cian" si raggiunge dalla Colla di San Bartolomeo (siamo nella zona di Caprauna, Cuneo) per mezzo di una salita sterrata che parte proprio dai ruderi dell'antica omonima chiesetta. Se si visitato non pu essere sfuggito. E' situato a circa 1600m slm: una meravigliosa ed estesa piana, non molti anni fa coltivata a patate e da essa trae origine la grotta della taramburla. Vi un piccolo nucleo di tre case, utilizzato sino ad un decennio fa per l'alpeggio e dinanzi ad esse sorge un frassino di gigantesche proporzioni , alle cui falde scaturisce una sorgente da sempre incanalata. In primavera ed in estate era tutto viola di genziane e lavanda, i lamponi si potevano raccogliere a piene mani ed ospitava diverse famiglie di marmotte che, insediate credo dalla Regione Piemonte, avevano trovato il loro habitat naturale riproducendosi copiosamente. Tra l'altro, si potevano quasi accarezzare abituate com'erano dalla visita dei numerosi viaggiatori dell'Alta Via. Ora tutto questo non c' pi, alcuni "ingauni" vi hanno piazzato lo scorso luglio apparecchiature per il tiro alla sagoma, apparecchiature, che hanno abbandonato in loco. Mi risulta a disposizione di chiunque voglia approfittarne. Le marmotte sono naturalmente fuggite e questo gi splendido luogo ridotto ad una sorta di discarica arida e tristissima. Anche se credo che lo scempio sia gi stato monitorato, quanti anni occoreranno affinch tutto torni come prima? rs

Le marmotte scappano da U Cian CAPRAUNA (CUNEO)

na coppia di amici lettori ci scrive preoccupata da una delle zone di confine tra Liguria e Piemonte parlandoci di uno dei paradisi delle marmotte che ivi dimorano a testimonianza della bellezza e della naturalit dellambiente. Ma ora le marmotte sono fuggite ed il paesaggio forse irrimediabilmente deturpato. Ma lascio la descrizione di quanto successo a R.S. che spiega molto bene lo
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Pascoli nella zona del Monte Dubasso, terra di marmotte e poco lontano da U Cian e Caprauna (Cuneo). Foto Enrico Pelos

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SCANDINAVI A CASTELVECCHIO di Rocca Barbena Lungo lAlta Via dei Monti Liguri
di Enrico Pelos
al cimitero si pu raggiungere il poggio con una bella vista sul borgo e sulle fasce coltivate vicino alle case. Case oggi restaurate. Antiche case di un tempo, in pietra, con i tetti a terrazza, i sottotetti, i forni sporgenti dai muri dove un tempo veniva cotto il pane e che sembravano essere consegnate ormai al degrado e ad all'oblio. Negli ultimi anni per, il paese stato "scoperto" dai turisti ed assieme agli ultimi abitanti del borgo iniziata una lenta ma fattiva opera di ricostruzione. Le finestre sono state ridipinte e sono state riprese le tipiche cornici bianche di lontana eco alpino-provenzale. Case di aspetto mediterraneo, costruite forse dai primi abitanti saliti fin qui dalla costa per sfuggire alle incursioni saracene. Molti degli impianti interni sono stati eseguiti ex-novo, le coperture a terrazza sono state restaurate ed ora il paese offre una bella visione di s. Molte di queste case sono tornate a vivere grazie anche ai molti turisti stranieri, provenienti anche da alcuni paesi del Nord Europa. I primi tra loro arrivarono qui nel 1976. La bellezza del luogo contagi presto altri "nordici" che decisero di comprare le prima case a Castelvecchio, sotto il castello, trasformandole da ruderi in belle abitazioni. Arrivarono per primi gli svedesi seguiti poi dai danesi. Qualcuno di loro si poi trasferito definitivamente, aprendo anche delle attivit professionali in Liguria, affascinati dal paesaggio dei monti liguri. C' anche chi, italiano, si trasferito in Svezia, ma ritorna appena pu a vivere tra queste mura impregnate di monte e di mare. Il borgo oggi inserito nel prestigioso
Costume indossato durante la famosa rievocazione mediovale estiva - Foto Enrico Pelos

Panoramica di Castelvecchio, sullo sfondo i monti dellAlta Via - Foto Enrico Pelos

il nome di singolare monte lungo il percorso dell'Alta Via dei Rocca Barbenamontagna non unparticolarMonti Liguri. La mente alta ma, con i fianchi ripidi e rocciosi di dolomia, assume un aspetto imponente e di un certo rilievo. Il percorso in alcuni punti impegnativo ma interessante e panoramico con la parete nord orientata verso i boschi di Bardineto. Il lato sud offre una panoramica visione di gran parte della Val Neva dove si trova il borgo di Castelvecchio con il nome omonimo derivato da questa Rocca. Castelvecchio distante pochi km dal mare di Albenga, verso Garessio, ed situato ad un'altezza di circa 400 m slm. Questo paese ha mantenuto molti degli aspetti originari di centro feudale, riuscendo a conservare gli aspetti di pregio ambientale che trovano nell'antico castello dei Clavesana il suo simbolo. Il borgo ha una formazione costruttiva distribuita attorno al castello che fu eretto nell'XI secolo, passando nel tempo sotto Zuccarello, i Del Carretto, dei quali faceva parte la bella Ilaria, i Savoia e la Repubblica di Genova. Esso conserva ancora gran parte dell'impianto originale, grazie anche ai restauri degli attuali proprietari tra i cui avi vi fu il pittore Pelizza Da Volpedo, autore del celebre dipinto "Il quarto stato". La chiesa principale quella dell'Assunta e in piazza della Torre, un tempo tristemente famosa per la sua forca, ha l'ingresso l'oratorio dei Disciplinanti. Sembra che il nome derivi dal termine antico Vallis Cohedani, toponimo della "via del sale", via di commercio per olio e vino, tra il Piemonte e la Liguria di ponente. Dalla strada che conduce
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NEORURALISMO
PERCEZIONE DEL RISCHIO ECOLOGICO di Fabio Costa
FABIO COSTA, genovese, si laureato in Antropologia Culturale nel settembre 2005. La sua tesi, da cui stralciamo alcune parti, un'interessante analisi dei problemi del NEO RURALISMO, cio di quel movimento socio-culturale ed economico, che cerca di proporre soluzioni per aiutare chi vive sulla terra a rimanere: La prima condi zione per la conoscenza e la valutazione dello spazio in cui vive, e il rapporto tra una comunit umana e il territorio. La prima parte, quindi, una discussione Colletta di Castelbianco, uno dei luoghi del neoruralismo. teorica su questo tema. La seconda parte, di cui pure Foto Enrico Pelos pubblicheremo stralci, il racconto di come si sono opo aver tratteggiato le coordinate fonda- svolti o si stanno svolgendo tre progetti: quello neomentali entro cui leggere il concetto di capitalista di Colletta di Castelbianco (SV), quello luogo antropologico, ed aver posto cos le fon- cooperativo di Torri Superiore (IM) e quello di ripridamenta su cui poter ancorare le mie interpre- stino del Comune di Bajardo (IM). I lettori giudichetazioni del fenomeno neorurale, affronto ora ranno se i tre progetti sono tutti 'compatibili' ovvero un momento di analisi pi squisitamente cen- si tratti di illusioni.

trato sugli aspetti di mutamento socio-culturale connessi al fenomeno in atto. evidente come il valore del luogo sia la chiave di volta del mio lavoro e, ritengo, di ogni indagine antropologica contemporanea. Loikos (spazio) uno dei capisaldi della cultura in senso antropologico ed in questo senso il territorio su cui si gioca la partita del mutamento socio-culturale attuale inevitabilmente lorizzonte ecologico (oikos-logicus). Si tratta allora di ascoltare il discorso dello spazio, olisticamente inteso, come luogo di inveramento delluomo. Si tratta di unecologia che nulla ha a che vedere con il grottesco di tanta ecologia ingenua dei nostri tempi1. Luomo su-lla Terra, proprio in quanto su, cio da qualche parte, fin da principio homo oecologicus. Lhomo oecologicus vive nella tradizione rurale di ogni civilt ma, nella societ tecnologica occidentale, compie un percorso complesso fatto di smarrimenti, nuove consaR NI DAIGURA NUMERO 44

pevolezze ed esagerazioni. Lecologia occidentale si radica nella sensibilit ambientale dellantico paganesimo contadino mediterraneo e nelle pieghe anti-razionalistiche della classicit greco-romana. La questione ambientale esplode nella seconda met del XIX secolo, in conseguenza dellultimo vertiginoso sviluppo tecnologico energetico industriale, come nascente coscienza dellimpatto irresponsabile di una espansione indiscriminata ed insostenibile delleconomia e delle tecnologie. Si apriva let atomico-nucleare segnando una svolta epocale verso la nuova civilt post-industriale e post-moderna (cfr. Lanternari, 2003, p. 21). Lecologia dagli originari interessi geografici ed agrari si trasmuta in una problematica polivalente insieme pragmatica, etico-culturale, socio-psicologico ed assiologica. Essa si fa responsabile dellidentificazione dei fattori di rischio collettivo ed esiLUGLIO DICEMBRE 2005

NEORURALISMO Colletta Torri Baiardo - 22 -

FABIO COSTA

Tuttavia, sulla scorta delle acute argomentazioni della Douglas, senza dubbio rischioso ed antropologicamente azzardato parlare di obbligo di salvaguardia, di imperativo ontologico categorico, di etica della responsabilit come assoluto universale. evidente come lantropologia, come sua prima sostanza, debba diffidare di ed ammonire chi usa simili termini e concetti. Rispetto alla questione ecologica come imperativo ontologico universale si evidenzia il problema della cultura in quanto forza e risultato agiti in dimensione concretamente particolare. Ogni aggregato culturale e civile legato a propri costumi e stili di vita di gruppo che difende energicamente in quanto specchio del primo e fondamentale bisogno umano di appartenenza socio-culturale fonte del riconoscimento attivo e passivo di s stessi, cio dellidentit collettiva ed individuale. alquanto audace immaginare che non sia violenza culturale globalizzare lecologia, come ogni altra cosa, per cui difficile pensare in prospettiva etnografica il nuovo impegno ecologico come valore etico civile aggiunto e non sostitutivo, non volto a soppiantare usi, tradizioni e valori peculiari locali trasmessi dal passato e legati a radici storiche (cfr. Lanternari, 2003, pp. 334-335). pur vero che le culture tradizionali rurali avevano ed hanno di per s stesse un equilibrio di integrazione delluomo nellambiente e nelle sue risorse. Il nocciolo del discorso potrebbe essere proprio questo: sarebbe la nostra cultura che, sforzatasi a lungo, credendo di guadagnarsi lemancipazione dal vincolo naturale ora ter-

rorizzata dallidea di rimanerne vittima per cui vorrebbe mondializzare il proprio bisogno di correre ai ripari dipingendolo come improrogabile necessit di sopravvivenza globale. Concetti come sviluppo sostenibile, contabilit ambientale, crescita/decrescita, impronta ecologica sono necessariamente ed evidentemente culturalmente connotati e relativi, sono chiaramente occidentocentrici. Con questo non intendo sminuire limportanza della nostra epocale svolta etico-culturale ecologica che comunque si distingue come indifferibile presa di coscienza e cambio di rotta nellagire dellhomo occidentalis. Il fatto che pi che una conquista ontologica, imperativa e categorica semmai una nuova direzione di effluvio che il magmatico flusso del mutamento socio-culturale moderno ha intrapreso a percorrere. bene relativizzare e problematizzare ogni creazione culturale e cos facendo approfondirne la sua validit di contesto e sperimentazione. Nella seconda parte della mia ricerca affronto lo studio di tre casi liguri che nei motivi della loro nascita e sperimentazione annoverano chiaramente la generica istanza della svolta etico-ecologica. Ognuno dei tre incarna una proposta alternativa di vita sostenibile. Se lEco-villaggio di Torri Superiore di Ventimiglia si inserisce in una rete internazionale di villaggi (GEN: Global Ecovillage Network) che si propongono uno stile di vita comunitario ispirato ai principi della cooperazione, delluso collettivo, della solidariet e del rispetto per le persone, per la natura, e per lambiente circostante, Colletta di Castelbianco vuole offrire ai

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FABIO COSTA

La casa dellultimo abitante di Colletta, oggi sede della Locanda delle Antiche Pietre - Foto Enrico Pelos

suoi abitanti e frequentatori la possibilit di vivere contemporaneamente il globale ed il locale (rischiando di smarrirli entrambi), Bajardo con il progetto Eco-Bajardo sembra rappresentare una prospettiva pi equilibrata di sviluppo sostenibile inteso come integrazione tra valori tradizionali e valori moderni in una sintesi post-moderna che crei davvero un prototipo di cambiamento migliorativo della nostra concezione della vita. ESEMPI DI NEORURALISMO Colletta di Castelbianco . Il villaggio, semiabbandonato da una trentina danni, oggetto di un intervento di recupero articolato in due livelli: da una parte si sta procedendo al recupero complessivo dellantico insediamento nel rispetto delle tecniche e dei materiali originali; dallaltra si sta dotando il villaggio di sofisticate infrastrutture tecnologiche che consentiranno ai futuri abitanti di usufruire della pi ampia gamma di risorse di telecomunicazione cos da poter godere della pace e dellisolamento, offerti dal villaggio e dal territorio circostante, pur mantenendo i contatti con lambiente di lavoro ed in generale con le risorse informative disponibili in tutto il mondo. Il borgo gestito dallAssociazione Culturale Colletta di Castelbianco che fa da tutor del progetto del borgo di Colletta e si occupa della tutela e valorizzazione del borgo, della riqualificazione di aree rurali, centri storici ed aree suburbane, di attivit socio-ricreative di proR NI DAIGURA NUMERO 44

mozione dei prodotti tipici, delleducazione all'utilizzo delle tecnologie di telecomunicazione ed informatiche, del miglioramento della qualit della vita, dellinnalzamento del senso di comunit ecosostenibile, dellorganizzazione di eventi culturali. Per gli eventi culturali nel periodo estivo si utilizzano come palcoscenico le vie, le piazzette, le terrazzette a ridosso dei locali ricettivi e lanfiteatro con palco; per gli altri mesi, i locali del borgo che si trasformano ora in sala mostre, ora in palco musicale o teatrale. Lo staff dellassociazione che anima Colletta composto da Vincenzo, Silvana, Mira, Massimo, Gabriella. Vincenzo art-director e project manager dellorganizzazione generale della vitalit di Colletta. un po lanima del borgo, ha progettato e avviato il ristorante e il wine-bar, ha iniziato lattivit turistica ricettiva, promuovendo lo stesso come icona dellentroterra del ponente ligure con campagne pubblicitarie di ogni tipo. Silvana responsabile dei servizi di ristorazione dove coniuga la sapienza delle ricette tradizionali con la selezione delle materie prime stagionali di qualit. Massimo il procaccia, figura di custodia e di fiducia. barman professionale e responsabile del chek-in e del chek-out per gli ospiti in soggiorno a Colletta, nonch del controllo pulizie e manutenzioni. I punti di riferimento sono la locanda delle antiche pietre e il telecaff. La Locanda delle Antiche Pietre offre i prodotti tipici del territorio, piatti della tradizione ligure del territorio e unampia selezione di vini. . Riprendendo Marc Aug un luogo definito dallidentit della comunit che vi risiede, dalle relazioni che intercorrono tra i suoi abitanti e dalla loro storia, mentre il nonluogo privo di queste dimensioni. La caratteristica di Colletta pare quella di essere storicamente un luogo/nonluogo con una decisa oscillazione periodica tra questi estremi. storicamente un posto di transito, di presidio, di controllo del territorio, ha assorbito con grande naturalezza per anni la vita quotidiana di centinaia di persone e momenti di abbandono. Dice Ricotta: direi che s, il nonluogo determinato probabilmente da quello che la conseguenza di un lungo abbandono di frequentazioni, quindi sicuramente ci sono le
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caratteristiche morfologiche della pietra, piuttosto che anche del terreno ecceterainteso cos s, probabilmente ancora sta subendo questo fatto di essere nonluogo per questo motivo. Il luogo si sta costruendo giorno dopo giorno da queste frequentazioni che sono in alcuni momenti pi continue, in alcuni proprio che si contano su una mano, addirittura su un dito soloma direi che mantiene, per quanto si sa, per chi andato a scoprire interrogando anche i vecchi abitanti, le caratteristiche come comunque sempre nato e stato. Ha una caratteristica molto personalizzata che non pu essere sconvolta da nessun tipo di progetto, sempre rimanendo nel rispetto dellambiente e della sua territorialit. Probabilmente questa la sua caratteristica reale di essere un luogo/non-luogo, di essere capace di essere un momentoha avuto momenti dove cerano novecento persone cos come stata capace ad assorbire quarantanni di niente I nuovi abitanti non discenderanno evidentemente da quelli originari e quindi non potranno conservare ricordi del passato del luogo. Ma vorrebbero sicuramente riappropriarsi di una dimensione di vita scandita da ritmi antichi, legata allalternarsi del giorno e della notte, al susseguirsi delle stagioni ed a modelli di socializzazione ormai difficilmente realizzabili nelle grandi citt.

Il tessuto sociale di Colletta un agglomerato di varia umanit. Le professioni degli abitanti attuali sono rappresentate infatti da un professore universitario, un architetto, un costruttore, un imprenditore operante nel campo dei gioielli, degli industriali, una scrittrice e una coppia di chirurghi. Ci che li accomuna, oltre al desiderio di fuga dalla citt e il legame pi o meno stretto con linformatica, lessere tutti di mezza et. La gente che vive a Colletta non la considera esclusivamente come una seconda casa dove trascorrere il fine settimana o le vacanze estive, bens come un luogo dove poter lavorare, concentrarsi ed anche vivere. Vorrebbe essere un luogo per persone che considerano le tecnologie pi moderne come un mezzo per raggiungere uno scopo e non come uno scopo fine a se stesso. . Dopo qualche anno dallinizio del restauro, Colletta mantiene il proprio carattere di luogo/nonluogo che si riafferma giorno dopo giorno con frequentazioni in alcuni momenti continue, in altri quasi assenti, con rumorose serate estive e interminabili mesi di solitudine e silenzio. Vincenzo: cos quasi una capacit di esprimere una presenza umana, animale, quello che cos, quindi con naturalit estrema subisce linvasione delle persone, cos come con la stessa naturalit subisce il

Una visione primaverile di Colletta di Castelbianco - Foto Enrico Pelos

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niente, la solitudineche poi in questo forse proprio la caratteristica di questo progetto qui. Che pu essere diversa da cose che appaiono simili ma che invece proprio anche architettonicamente, seppur dello stesso periodo storico di costruzione, hanno proprio una vita intrinseca proprio al nucleo che si era creato con la storia completamente differente. E quindi differente la caratteristica delle persone che in qualche maniera, alle quali fa piacere, che riescono a viverlo o non riescono a viverlo. Proprio perch morfologicamente, affettivamente, cos si inserito in questo territorio ed cos. Se le utile un portoghesedi un villaggio portoghese mi ha chiesto una consulenza o comunque sapere se ero disponibile, e mi diceva di voler copiare Colletta di Castelbianco ed io gli ho risposto molto semplicemente negativo su tutta la linea perch in quel posto, in quel momento stato costruito un villaggio in Portogallo, che non

Baiardo, lantica chiesa costruita su rovine di un edificio di culto dei druidi - Foto Enrico Pelos

pu essere Colletta di Castelbianco e che va ricostruito come tale nel contesto in cui stato fatto, perch le esigenze di chi lo ha messo pietra su pietra nata in quel territorio l, in quel momento storico, quella la sua identit. Mi sento abbastanza sicuro di dire che ognuna di queste borgate che sono nate in posti che apparentemente sono simili, ognuna ha la propria identit distinta e che non bisognerebbe neanche confondere, ogni borgata ha la sua matrice storica, la sua compatibilit che coltiva su questa che non muta molto se non si interviene in modo radicale, in una maniera da sconvolgerlo questo carattere hanno ogni borgata ha un carattere, secondo me come con gli uomini, come con le coppie nelle coppie quando uno vuol cambiare il
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carattere allaltro si sfascia tutto, quindi anche nella borgata possiamo mettere questa cosa. Se io vado a cambiare il carattere lo snaturo fare comunque delle cose compatibili con quello, perch quello che la forza, il patrimonio di ogni borgata di questo tipo il proprio carattere, la propria identit che ha vissuto decenni se non centinaia danni hanno avuto la sua valenza, che per, quella, gli ha dato una sua struttura, un carattere, quella quella rimarrerrore gravissimo volerla mutare da quelle che possono essere altre situazioni quindi il luogo/non-luogo forse proprio la caratteristica di questo posto, che probabilmente era praticamente un posto di transito, di presidio sia per i terreni che per il passaggio della valle, di controllo del territorio, quindi, diciamo, una specie di fortificazione che quella , quella rimane e quindi sempre nocome la differenza tra viaggiante e viaggiatore e quindi un po, nessuno potr mai cambiarla, qualunque sia la tecnologia o il recupero, larchitetto che ci mette mano o anche gli abitanti stessi, perch io ho visto che nel momento in cui noi abbiamo un ospite che comunque non si integra con questo concetto e quasi, non so come dire, si estranea da solo dal contesto, e quindi rimane che forse alla lunga non gli piace pi e quindi si autoesclude, escecon una naturalit incredibile. . A Colletta, certo, manca la memoria sociale umana, la continuit storica della comunit locale e la sua cultura tradizionale. In questo senso ci si avvicina al non-luogo. per interessante sottolineare come il non-luogo abbia la capacit di apprendere, sia spesso loccasione di quel perdersi che ci fa ritrovare un senso dello spazio, come se nellestrema negazione di significato dei non-luoghi ci fosse finalmente la liberazione dalla pretesa che i luoghi abbiano un senso definito e definitivo (La Cecla, 1998 p.146). Colletta un non-luogo virtuoso che si fa luogo giorno per giorno, che apprende ad essere un nuovo modo di vivere la vita, lo spazio rurale in bilico tra il globale ed il locale. Un prodotto avveniristico dellinstancabile facolt creativa ed innovatrice cultura umana. Il fascino del borgo innegabile: un villaggio del XIII secolo, spopolatosi in seguito allavvento della modernit, ritorna in vita grazie
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siamo occupati in 3 numeri, sul n. 20 con articolo di Luigi Dei Cereghino ciun articoli di EnricoFelolo e sui n. 40 e 42 con 2 Pelos. Ricordiamo che questa famiglia fu molto attiva alla met dell'800 nella diffusione delle ballate popolari, nella propagazione del credo evangelico-valdese e divenne famosa per il processo che subirono Giuseppe C. e Vittoria Costa i "Renzo e Lucia della Fontanabuona". La loro storia diventata uno spettacolo teatrale "Storia di un cantastorie: Cereghino detto Scialin" per la regia di Daniela Ardini della Teatro Lunaria. Lo spettacolo, che nasce da un'idea dal libro di Giovanni Meriana, realizzato con gli attori Arianna Comes e Fabrizio Matteini. Lo spettacolo stato rappresentato il 10 Agosto 2005, accompagnato da musiche del loro repertorio eseguite dal gruppo "Il Musicaio". Sono in programma rappresentazioni in provincia di Genova assieme ad altre iniziative collaterali per farli conoscere anche al di fuori della Liguria.

eirone Entrando in un vecchio mulino si sempre pervasi dalla malinconia. Di un tempo che fu. Affascina per il pensare alla vita che facevano gli abitanti dei boschi. Tutto fermo da lungo tempo. Parte irrimediabilmente distrutto. Eppure riesce lo stesso facile immaginare lacqua che scorre sulla ruota, gli ingranaggi che a fatica si avviano, le tramogge che macinano, gli uomini che portano a dorso di mulo i sacchi della farina, le donne che la impastano per fare da mangiare. Comincia cos una pubblicazione sul Mulino di Neirone che narra la storia di uno degli ultimi mulini (di propriet privata) rimasti in provincia di Genova a Neirone nellomonima valle, scritta da Enrico Pelos e corredata da sue fotografie che riporta anche notizie sui mulini e la loro storia in generale. La pubblicazione, edita dallautore in forma autoprodotta a mezzo computer, stata scritta e redatta allo scopo di ampliare la conoscenza di uno dei manufatti storici dellentroterra ligure e come contributo al suo recupero con lavori di manutenzione e di restauro che sono gi stati effettuati in parte. Eventuali ulteriori aiuti permetterebbero un recupero pi completo e fruibile. Un mezzo a contributo della tutela dei valori della cultura montana liligure. Ulteriori dettagli sono visibili sul sito www.pelos.it

treghe, con i relativi gatti, compaiono abbondantemente nella Mostra che Elena Pongiglione ha inaugurato il 27 ottobre 2005 alla galleria Arte e Figura di Genova. Lartista continua ad usare i suoi antropogatti per graffiare nel profondo i difetti di una umanit, che da questi simpatici animali potrebbe forse imparare molto.

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PASCOLI DI PECORE BRIGASCHE Lungo lAlta Via dei Monti Liguri


di Enrico Pelos
in passato il pi importante centro di pastor izia dellarea di confine tra Liguria, Piemonte e Provenza. Da qui deriva il nome "brigasca" per indicare la razza ovina opportunamente selezionata e tradizionalmente allevata fra queste montagne. La brigasca una pecora di taglia medio-grande a duplice attitudine: carne e latte. E' una razza specifica nella zona delle Alpi Occidentali e principalmente nella zona ove si congiungono la Val Roia, la Valle Argentina, la Valle Arroscia, la Val Tanaro ed in alcuni altri comuni litoranei per la provincia di Imperia e nel comune di Albenga per la provincia di Savona. In questi monti, dove passa la strada marenIl pastore Nevio Balbis di Collardente con alcune delle sue pecore brigasche - Foto Gabriella Stanchi

A colloquio con uno dei pastori da uno dei punti pi panoramici della Liguria. Da qui lorizzonte spazia fino al mare - Foto Enrico Pelos

'Alta Via dei Monti Liguri ha il suo punto pi alto sul Monte Saccarello a 2.200 ed raggiungibile da diverse direzioni. Alcuni dei sentieri secondari partono dal colle del Garezzo e dal Collardente o dal Monte Front, la terra di pascolo pi alta della Liguria. La sostenibilit ambientale e la difesa del territorio sono due emergenze importanti per la Liguria ed in quest'ambito hanno un loro ruolo ben preciso la zootecnia bovina e ovina con la produzione di carne e dei suoi derivati. In questo interesse la pecora occupa una ben precisa collocazione; qui si pu trovare una delle razze pi tipiche liguri, quella cosidetta "Brigasca". L'origine del nome della razza sembra derivare dal monte Briga, dall'omonimo passo sulle Alpi Marittimeo da La Brigue. Il paese della Val Roia, stato

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ca, essa era l'animale prediletto, poich resistente al freddo, dcon un peso che si aggira sui 50 kg per le femmine mentre nei maschi adulti di 3-4 anni il peso minimo arriva 80 kg. Alcuni soggetti arrivano anche oltre i 100 kg. E' un animale docile e fornisce una buona produzione di lana, latte e carne. E' caratterizzata da un profilo frontale pi pronunciato e dall'aspetto in generale pi ruspante. All'inizio del secolo XX si contavano circa 60.000 pecore Brigasche pascolanti in queste aree, per loro senza confini, della Liguria, del Piemonte e della vicina Francia. Oggi sono rimaste meno di due migliaia allevate da pastori che passano lunga parte del tempo lungo questi sentieri e che la transumanza porta poi da Mendatica ad altre direzioni, quali il Col di Nava o Sanremo. Le pecore durante linverno pascolano nei prati sulle alture di Sanremo o della valle Arroscia. Allinizio della primavera vengono portate al Colle di Nava, dove brucano la prima e tenera erba, ricca di nutrimento, che garantisce la produzione di un buon latte. Alla fine di giugno il gregge si trasferisce allalpeggio sul Monte Saccarello e ridiscende a Nava o ad Albenga solo ad autunno inoltrato. L'allevamento tradizionale prevede, infatti, un periodo di tre-quattro mesi in alpeggio, e di circa quattro mesi in bandia, la zona costiera ove il clima mite permette di mantenere il

Cuera di pecore brigasche verso Mendatica Foto Patrizia Peterlongo

Uno dei locali adibiti alla stagionatura del formaggio di pecora e di capra in una delle malghe

pascolo all'aperto anche nei mesi invernali. I piatti basati sui prodotti di questo animale hanno un sapore gradevole sia per il particolare ambiente dove crescono (il massiccio del Saccarello la zona europea con la pi grande variet di specie vegetali con la benevola influenza del Mediterraneo) sia per le tradizioni culinarie, frutto dell'incrocio tra la cucina mediterranea, quella alpina e quella delle Alpi Liguri, la cosiddetta "cucina bianca". Le piccole dimensioni aziendali, la dispersione delle aziende sul territorio, lorografia e la viabilit, con strade strette e tortuose, determinano costi di produzione e di trasporto molto alti, se rapportati ad altre zone italiane ed europee, ma la produzione del formaggio fresco si trova ancora presso alcune malghe distribuite sul territorio. Infatti su questi alpeggi viene prodotto da generazioni di pastori di Brigasche un latte di pregiata qualit e formaggi quali la "Sra" il "Bruss" e la gustosa "Tuma", indicata con del pane casereccio abbinato ad un gotto di vino rosso. Le pecore si nutrono unicamente di vegetali, senza aggiunta di mangimi. Limportante ruolo di presidio territoriale che questi allevatori svolgono sulle Alpi Marittime e le indiscusse qualit organolettiche del prodotto ottenuto, hanno portato la Slow Food a creare, nellestate 2003, il "Presidio sulle Tome di Pecora Brigasca" sulla produzione del pastore Nevio Balbis (uno tra
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Foto Enrico Pelos

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tradizione: per secoli Mendatica stata il crocevia della strada della transumanza, un punto di passaggio dei pastori che a fine estate scendevano dalle terre brigasche ai pascoli invernali della costa. Enrico Pelos

Si ringraziano l'amico Franco Gagliano, le sig.re Gabriella Stanchi e Patrizia Peterlongo del Col di Nava ed il pastore Nevio Balbis e i garin di Collardente e del Colle Garezzo per notizie e fotografie.
Bibliografia
- "LA PECORA BRIGASCA E SEMPRE VALIDA", di Pierleone Massajoli, R Ni d'Aigura n.ro 12, luglio-dicembre 1989 - ALTA VIA DEI MONTI LIGURI, Testo di Renato Grattarola, Fotografie di Enrico Pelos e Rodolfo Predieri, ed. Union Camere Liguri/Ass. Alta Via Monti Liguri - Az. Litografica Genovese, Genova. - "LA LIGURIA CERCA PIU VISIBILITA di Andrea Begnini, Il Sole 24 Ore, settembre 2005 - "PRODOTTI CASEARI", www.sv.camcom.it Camera di Commercio di Savona, pagina del 19.10.2005 - "FESTA DELLA TRANSUMANZA", www.ligurianotizie.it Liguria notizie, pagina del 19.10.2005 - "PECORA BRIGASCA" www.agriligurianet.it, pagina del 19.10.2005

Un agnellino brigasco nato da poco e che ancora stenta a stare in piadi sulle sue zampe - Foto Gabriella Stanchi

i due soli produttori a potersene fregiare, laltro Lo Manto di Albenga) per i suoi formaggi, per la qualit del gusto e della lavorazione artigianale di solo latte di pecora Brigasca. Egli lavora con tecniche e attrezzi legati alla tradizione millenaria della transumanza. La lavorazione del latte viene eseguita con cura e nel rispetto degli antichi metodi. Si eseguono due mungiture al giorno: una allalba e laltra al tramonto, mentre per tutta la giornata le pecore sono al pascolo e nutrono gli agnelli partoriti. La toma ottenuta mediante tradizionali fiscelle, e dopo un breve periodo di stagionatura (70-80 giorni), il formaggio acquista il suo sapore definitivo. Il peso di ogni singola toma varia da 6 a 12 kg. Tanta cura e maestria donano a questi formaggi un sapore squisito.

Ogni anno a settembre viene celebrato a Mendatica il rito della transumanza, una manifestazione ricca di iniziative che coinvolge tutto il paese ed i comprensori della valle Arroscia e della val Tanaro. E questa un incontro di festa che non deve essere solo un momento celebrativo ma anche occasione per far conoscere le linee di sviluppo del territorio della montagna coinvolgendo Pecore brigasche pascolano intorno ai ruderi dell'oratorio di S. Raffaele, un insieme giovani e anziani. tempo Jure Patronato de' Cavalieri di Malta. Riedificato nel 1711 esisteva gi Una lunga ed antichissima nel 1300 - Foto Gabriella Stanchi
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- 59 memoria scenda il buio. Ha portato studiosi e appassionati, in fertile collaborazione con gli abitanti del luogo, nelle valli per anni, allo scopo di registrare (a mano o mediante mezzi meccanici) tutto il registrabile, vivendo con le genti del luogo, attuando l'osservazione partecipante. Sono scaturiti finora 46 numeri della rivista (44 normali + 2 speciali), per un totale di oltre 2500 pagine. I testi, tutti inediti, sono opera di specialisti, ma scritti in forma non accademica, in modo da essere accessibili alle persone medie, sono arricchiti da disegni fatti appositamente da valenti artisti, e corredati da fotografie, cartine geografiche e alberi genealogici. I testi sono per lo pi in Italiano, ma contengono spesso interventi in Brigasco, Occitano, Ligure nonch in Francese. Gli autori sono Italiani, Francesi, Tedeschi.

L'aspetto grafico quello di una rivista L NIDO D'AQUILA (R n d'igra) una rivista semestrale, che nata a Genova nel seria, ma fatta con semplicit. Ad evitare gli 1983: ha quindi pi di 22 anni di vita operosa. eccessi tecnologici di oggi, ha fatto la scelta del bianco e nero, che esalta con linee sempliSi era constatato che le pi antiche culture ci una immagine pi vicina alla vita degli antedella Liguria e delle Alpi Marittime, quelle alpi- nati, di cui interpreta la mentalit. ne e di montagna, erano state trascurate dagli Sono oggetto di studio, fra l'altro, le preghiere, studiosi e dai mezzi di informazione, tutti con- i canti, i proverbi, i 'racconti attorno al fuoco', centrati sulla pi accessibile e nota fascia cos come le tecniche pastorali, agricole e marittima. degli artigiani del legno, del ferro e della pietra. Fu cos deciso di dare voce alle popolazioni delle Valli, rimaste per lungo tempo senza che fossero note, nelle loro caratteristiche tradizionali, nei loro dialetti arcaici, nelle loro antiche tecniche agricole, pastorali e artigianali, nei loro sistemi sociali e spirituali. Un mondo affascinante e segreto, che rinserra i discendenti attuali degli antichi Ligures preromani. La rivista si occupata quindi di salvare il pi possibile di queste tradizioni, prima che sulla Vi invitiamo alla lettura della nostra rivista, a visitare i siti web dove ci sono tutte le copertine ed i sommari ed a rendervi partecipi dei suoi scopi - senza fini di lucro n politici - ad aiutarne lo sviluppo con il vostro abbonamento, ( 15,00) a ripercorrere con noi le vie dei vostri antenati. www.liguri.net/portappennini/rnidaigura.htm www.pelos.it > research > rnidaigura

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Rivista etno-antropologica e linguistica delle culture delle Alpi Liguri-Marittime Via F.D. Guerrazzi / Genova Tel. . e-mail: massajoli@alice.it pelos@village.it Autorizzazione Tribunale di Genova 12/9/83 n. 26 Spedizione in abbonamento postale - Tariffa regime libero:Poste italiane S.p.A.- Spedizione in Abbonamento postale - 70% - DCB Genova

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R N DIGRA
C O N S I G L I O D I R E D A Z I ON E
P M R M E P A C M A. B P B G F M T
direttore responsabile vice-direttore vice-direttore (grafica informatica) assistente di redazione antropologa culturale, Genova antropologa culturale, Genova ricercatore storico, Genova antropologa culturale, Imperia

Il nido daquila - Le nid de laigle


Rivista etno-antropologica e linguistica delle culture delle Alpi Liguri-Marittime e delle altre Culture alpine e montane

SOMMARIO
P A G . 3 STRADE MILITARI NELLE ALPI PIEMONTESI di W B P A G . 7 L E T T E R E D I N I Z Z A R D I A G A R I B A L D I di M M P A G . 9 B R I G A S CH I N E L L A S T O R I A di M M P A G . 11 VA S I A L A TR A G E D I A E I L M I R A C O L O di E P P A G . 23 I PELLEGRINAG GI DEVOZIONALI NEI TERRITORI DELLA L IGURIA ECCLESIASTICA di C S P A G . 35 D A B R I G A A I F R A N C O P R OVE N Z A L I di P M P A G . 38 F R A N C O P R O VE N Z A L I O A R P I T A N I di P M P A G . 39 TOIRANO LUOMO CHE DIPINGE LE CAVE di E P P A G . 44 E R M I N I O di P M PAG. 47 LA CARBONAIA DI CALIZZANO testimonianza di B. B raccolta da GS P A G . 49 A B S S U N A A A B R I G A di P M P A G . 51 IL TRAMONTO DELLE IDENTIT TRADIZIONALI il libro di A. Salsa di P M

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Rivista semestrale - n. Lug-Dic. - ANNO XXV Autorizzazione Tribunale di Genova n./ Direttore responsabile: Pierleone Massajoli Editore: Centro Studi IL NIDO DAQUILA Tel.: Aderente alla Consulta Ligure http://www.liguri.net/portappennini/rnidaigura.htm http://www.enricopelos.it/rnidaigura.htm e-mail: massajoli@alice.it pelos@village.it Spedizione in abbon. postale / Art. Legge / Dir. Com. Genova, Tassa Pagata-Taxe perue Stampata dalla SCUOLA TIPOGRAFICA del SORRISO FRANCESCANO, Genova,Via Riboli

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VASIA LA TRAGEDIA E IL MIRACOLO


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senza sbocco al mare. A quellepoca non esisteva la strada litoranea ed i centri della costa erano fortemente dipendenti dai paesi dellentroterra; Vasia era un importante tappa lungo la Via Marenca delle Alpi Marittime che da Oneglia portava a Limone. La residenza dei signori venne fissata nella localit di Prel dove fu costruito, sopra unimponente formaziofoto di Enrico Pelos ne rocciosa, il castello. La grande roccia di pietra era molto larga e per questo fatto venne dato il nome alla contea di Pietralata che divenne cos la sede difensiva e governativa, fulcro politico e militare della valle. Il titolo di Contea di Pietralata rimarr fino al passaggio del territorio in mano sabauda, a seguito dellespansionismo piemontese del 1575-1576, arrivando fino allo scalo marittimo di Oneglia e della valle Impero, costi-

VASIA

Prino, V asia un paese della Val 400 m appena sopra Imperia a slm. Appena lasciata alle spalle la citt, si risale la Val Caramagna. Lasciata Porto Maurizio, ci si inoltra attraverso molteplici curve , nella Valle appunto del Prino. Il paesaggio si intravede a squarci attraverso le chiome degli alberi: una casa colonica, unantica chiesa, una villetta, unantica pietra di macina da frantoio. Dopo alcuni chilometri, dietro una curva, un cartello di benvenuto ci segnala che stiamo entrando nellantica contea di Pietralata. La parte alta della Valle ebbe, nel XIII sec., vicende storiche diverse dalle localit della zona pi a mare. In queste terre, oggetto di contese territoriali, scambi e vendite, avvenne lespansione dei signori provenzali di Aix, dei Conti di Tenda e di Briga, dei Conti di Ventimiglia. Molte famiglie importanti di queste terre stringevano alleanze pi o meno forzate onde poter conservare i propri possedimenti, e prevalsero i nobili della discendenza che divenne in seguito dei Ventimiglia-Lascaris. Tra Carpasio in Valle Argentina e tutta la Valle del Maro venne a formarsi cos un piccolo stato regionale
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VA S I A L A T R A G E D I A E I L M I R A C O L O

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naturale di alberi e colline, alle falde del Monte Acquarone e in posizione soleggiata, il borgo di Vasia che della Contea faceva parte insieme alle altre sue frazioni di Pantasina, Prel Castello, Pianavia, e Torretta. Vasia oggi il capoluogo comunale e, appena arrivati in paese, la strada ci porta verso la piazza che ci accoglie con la chiesa e loratorio dove occorre posteggiare. Il paese da percorrere a piedi (piccoli veicoli possono percorrerlo solo se autorizzati) , scendendo lampia scalinata, e se ne coglie immediatamente lo sviluppo ad arco, lungo la strada principale che passa davanti al comune, ripartito poi in piccole borgate. La chiesa parrocchiale intitolata a SantAntonio Abate ed un edificio della met del XVII secolo. Si hanno per documentazioni di una prima costruzione gi Vasia: la tragedia del Venerd Santo (1995) foto Pierleone Massajoli allinizio del 1457. Il suo campanile alto 49 m. Opera tuendo cos un importante territorio di della perizia costruttiva del ticinese disturbo per Genova. I Conti si conIgnazio Monti fra il 1804 e 1806, centrarono sui commerci e sullo svimotivo di vanto in quanto il pi luppo della produzione olivicola, togrande campanile della Val del Prino. gliendo a poco a poco lo spazio ai La chiesa parrocchiale stata costruiboschi di castagni e roverelle. Nel ta ancora a 3 navate anche se altrove fondovalle sorsero molti mulini che si gi si cominciava a preferire la navaandarono ad aggiungere a quelli cota unica. Contiene importanti polittici struiti gi allepoca dei feudatari provenienti dalle chiese di San Doria. Alcuni trasformati o rifatti sono Martino e di SantAnna. Di fronte c tuttora esistenti. la bella facciata delloratorio dellImmacolata Concezione. Se ne hanno Ancora qualche curva e si intravede delle prime notizie gi dal 1587. in lontananza, adagiato su un arco Venne ricostruito nel 1637 e restaura-

Vasia: sopraporta antichi fotografie di Enrico Pelos R NI DAIGURA N.RO 48 LUGLIO - DICEMBRE 2007

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ni. Subito si intuisce, dalle rimanenze architettoniche esterne, che loriginario edificio doveva essere a tre navate, anche se ora ridotto ad un solo ambiente. Allorigine della riduzione forse una frana, un crollo, e poi labbandono. I sopraporta scolpiti sembrerebbero datati: uno al 1493, laltro al 1513 e firmato da un lapicida di nome Giovanni Leone. Sono opere di artigiani locali che erano forse coadiuvati da maestranze provenienti da altre localit, forse lombarde, abili nel taglio della pietra. Questo edificio sacro stato a lungo oggetto di disputa fra le comunit di Vasia: una visione del panorama fino alla costa foto di Enrico Pelos Vasia e Moltedo, che furoto ancora, da un progetto di Antonio no riunite in unica parrocchia fino alla Firpo Marvaldi di Candeasco, che lo prima met del Seicento. Oggetto del realizz tra il 1757 e 1766. Anche contendere fu un famoso dipinto: La loratorio il pi grande della valle. Sacra Famiglia. Il quadro venne attriQueste costruzioni narrano, oltre alla buito un tempo al grande Antonio Van storia religiosa, anche di antiche vi- Dyck, che da queste parti ebbe a pascende di rivalit familiari locali poich sare, e che intrecci una storia romanvolendo ognuna primeggiare sullaltra, tica con una ragazza appartenente al si sono tradotte negli anni in una cre- patriziato genovese che tante opere gli scita edilizia con alcuni palazzi impor- aveva commisssionato. Sembra ormai tanti anche allinterno dellabitato. accertato storicamente che lautore Loratorio custodisce al suo interno invece un altro pittore, anchegli nordila statua del Cristo Risorto, una parti- co ed importante: Jan Roos. Il quadro colare effige, diversa dalle tipiche ora custodito a Moltedo, e gli abitancasse processionali di tipo genove- ti di Vasia, che lo volevano fortemente se. Di provenienza fossanese, viene nella loro chiesa, gi alla fine del XVII portata in processione per la benedizione dei 4 venti nel giorno di Pasqua, giorno che diventa cos doppiamente festivo per Vasia. Antichi echi di Medioevo si ritrovano percorrendo questo territorio e in mezzo alla pace degli ulivi si incontrano: presso il cimitero, San Martino linsediamento di monaci Benedettini lerinesi; la Chiesa di S. Anna, importante santuario allincrocio di strade un tempo importanti, con un bel portico di accesso e riparo per gli antichi pellegriR NI DAIGURA N.RO 48

S. Anna: lantica chiesetta con il regista Richard Blank foto Enrico Pelos LUGLIO - DICEMBRE 2007

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Vasia: loratorio dellImmacolata Concezione foto E. Pelos

Il manifesto pubblicato in occasione della Tragedia

Secolo, non rassegnati alla perdita ne vollero prontamente riprodurre una copia che rimase nel santuario fino al recente trasferimento nella chiesa parrocchiale. Visitata Vasia si pu proseguire ritornando in piazza, e poi in macchina, o camminando attraverso alcuni dei suoi sentieri. Si arriva cos ad altre frazioni: al piccolo borgo di Torretta, alla frazione di Pianavia o, scendendo verso valle, a Prel Castello ed alla Pieve dei Santi Giacomo e Nicola. Il Castello oggi poco pi di un rudere, memore di antiche battaglie e frutto di una probabile ricostruzione tardo medievale. Furono i genovesi, assieme ai loro alleati spagnoli, a renderlo definitivamente inservibile durante la guerra contro i Savoia ed i loro alleati Francesi, nel lontano 1625. Il nome di Vsia - riferisce Andrea Gandolfo nella sua ampia monografia (cit.) - documentato agli inizi del XV secolo con riferimento a un valico (via colle Vasie,
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citato in un atto del 1405. Da notare che colla nella dizione locale significa avvallamento di una cresta ). Si potrebbe tuttavia trattare di un prediale romano senza suffisso derivante dal gentilizio Vasius, ma laggettivo etnico vasiencu potrebbe essere ricollegabile pure ad un primitivo insediamento di et altomediovale,il cui toponimo deriva forse dal nome individuale germanico Waso, impiegato al diminutivo e passato al femminile per concordanza con villa. In un atto del 6 febbraio 1547 il paese denominato universitas Varie e, dal momento che nella Tavola Ipotecaria di Veleia citata una plebs de Varia, anche Vasia potrebbe essere stata fondata da una trasmigrazione di

Lantico manoscritto trovato dallArch. Roberto Saluzzo durante le sue ricerche di documenti relativi alla storia dei suoi antenati fotografia tratta dal video di R. Blank LUGLIO - DICEMBRE 2007

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Il Sindaco di Vasia Dott. Nello Giannini fotografia tratta dal video di Richard Blank

giovani provenienti appunto dalla plebs de Varia, cio da Varese Ligure, un paese dello Spezzino, i cui emigrati avrebbero trovato proprio a Vasia le stesse caratteristiche del loro originario villaggio, che poggia su di uno spartiacque. Il nome del paese, chiamato in un primo tempo Varia, si sarebbe poi trasformato nel corso dei secoli in Vasia, sebbene lalternanza r-s non sia attestata in glottologia. La trasmigrazione sarebbe tuttavia potuta avvenire anche in un secondo tempo in occasione dellinvasione longobarda della zona di Veleia, che era posseduta da Agilulfo verso la met del VII secolo, o ancora successivamente, sotto limpulso dei rapporti particolarmente stretti con la Marca di Toscana, da dove, infatti, molte famiglie si sarebbero trasferite nel territorio delle Alpi Marittime attorno al X secolo. E potremmo aggiungere, una volta approfondita limportanza dellattivit pastorale nella valle, che larea pi vicina propriamente ovicaprina la

Vasia: il campanile della chiesa di S. Antonio Abate foto Enrico Pelos

Valle Argentina, con lesistenza del termine vai, che ivi significa gregge di bestie giovani e non ancora produttive. Il toponimo Vsia potrebbe anche collegarsi a questo vai. E una semplice possibilit che segnaliamo. (vedi G.E.C., Glossario Etnolinguistico Comparato di P.L.Massajoli, in preparazione). Lungo la strada si arriva poi a Pantasina dove ha sede uno dei palazzi dellantica casata dei Lascaris di Tenda. Pi in alto unaltro Santuario con un bel panorama dal quale si pu avere un ampia vista sul paesaggio, le case i campi delle valli fiorite dove lolivo si confonde con la vite. 2 LA TRAGEDIA diventata per famosa V asia tradizione:unantichissima perch vanta e unica la celebrazio-

Fotografia di una delle rappresentazioni di molti anni fa fotografia tratta dal video di Richard Blank R NI DAIGURA N.RO 48

ne a ricordo della Passione di Ges Cristo. In un modo tutto particolare ne viene fatta una rappresentazione teatrale denominata Tragedia. La Tragedia, seppure rappreLUGLIO - DICEMBRE 2007

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Il Sig. Battista mentre ricorda una delle rappresentazioni di molti anni fa fotografia tratta dal video di R. Blank

co Nello Giannini in unintervista al regista. Prima si rappresentava ogni 10 anni, poi ogni 5. Questa rappresentazione si svolgeva nei giorni pasquali ma dalla fine della II guerra mondiale non era pi stata rappresentata fino al 1995. Nellanno del Giubileo si ripresa la tradizione interrotta ma con la rappresentazione del 2005 che, grazie a Richard Blank, la tradizione viene ripresa con una sapiente regia e messa in opera. La sua conoscenza varcher non solo i confini regionali ma anche quelli nazionali.

sentata nei secoli, e quindi con una fortissima tradizione, sarebbe forse caduta nel dimenticatoio travolta dalle mille meraviglie multimediali e visive della nostra epoca. Queste mal si concilierebbero con le rappresentazioni storiche e lo scandire antico della sacralit delle cose religiose che hanno bisogno dei loro ritmi lenti e liturgici, se non si fosse stabilito a Vasia un appassionato, tra le molte altre cose, di avvenimenti religiosi di un certo spessore. La mia visita a Vasia comincia con il percorrere la strada principale del paese dove ho avuto la fortuna di incontrare quella che sarebbe diventata la mia guida deccezione: il regista tedesco Richard Blank. Richard non , come verrebbe da pensare, il solito turista in vacanza che apprezza il bel Ponente Ligure ma un foresto che qu ha preso casa con sua moglie e la sua famiglia, trascorrendo lunghi periodi di soggiorno al punto che sono quasi italiani e sopratutto Liguri. Egli vive ormai qui da tanti anni ed lui il regista, inteso anche come artefice, della rinata rappresentazione della Tragedia e del Miracolo della sua messa in scena. La Tragedia stata rappresentata per circa 350 anni e pi precisamente dal 1660 come specificato dal sindaR NI DAIGURA N.RO 48

La storia narrata ci fa apprendere che il regista, interpellato sulleventuale sua disponibilit ad impegnarsi nella rappresentazione, fosse un poco scettico e titubante in quanto non gli si poteva presentare nessuna documentazione scritta o perlomeno una traccia da seguire. Molte persone in paese ricordavano i monologhi a memoria, ma ognuno per la sua parte e mancava il filo conduttore che legasse gli avvenimenti. La storia, si sa, conosciuta da tutti, ma quello che si voleva rappresentare non era una storia come le altre ma quella realmente presentata a Vasia nei tanti anni passati. 3 IL MIRACOLO che avviene un E dadecco allora Accadde, graziefatto impensabile. anche un ritrovamento tanto fortuito

quanto significativo che ben si inserisce in questa storia e che fa proprio pensare che spesso certe cose non avvengono per caso ma forse per un preciso disegno del destino. Il regista non avrebbe potuto svolgere la sua opera senza un canovaccio o un testo di base per poter seguire in modo fedele la tradizione, ma ecco che appare sulla scena Roberto, un architetto nativo di Vasia: siamo nel 1991 ed alla ricerca di documenti che riguardano la sua famiglia e la storia dei suoi antenati. Egli cerca nei documenti della
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Alcune scene della Tragedia tratte dalle riprese del film di Richard Blank

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Alcuni dei protagonisti abitanti e attori di Vasia: Roberto Saluzzo, La Sig.re Silvana e Alessia, Giovanni, Enzo e Sergio durante le interviste e le riprese della Tragedia e del film Il Miracolo di Vasia di Richard Blank

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chiesa prima e in uno degli armadi delloratorio poi. Si imbatte cos in un libro impolverito e sgualcito dal tempo. un documento antico, a stampa, in alcune parti un po sbiadito ma il titolo, quello si era ben leggibile e riportava: La dolorosa Passione e Morte di N.S.G.C. Erano i testi della tragedia con testi raccolti da un antico abitante: Vincenzo Moraglia. Alcune parti erano riportate anche scritte a mano. Dopo alcuni attimi di meraviglia mista a stupore e incredulit, la ragione fece subito capire limportanza di tale ritrovamento. Era questo un segno tangibile, una documentazione storica inoppugnabile: quello che occorreva per convincere il regista. E cos avvenne e con questo ritrovamento cominciato tutto. Il regista si appassion subito allidea della rappresentazione. Il testo era per molto lungo, anticamente arrivava a durare anche 4 o 5 ore in diverse rappresentazioni e doveva quindi essere ridotto. A noi sembr subito troppo lungo, afferma il regi- Vasia: la strada principale con il palazzo del Comune Pelos foto Enrico sta, ma siccome gli anziani avevano i testi principalmente nella loro testa ne del personaggio che ognuno aveva era difficile accorciarli. in affidamento, con un attaccamento Fu quindi tradotto per una completa non comune, consci di una responsabicomprensione degli avvenimenti da lit gravosa ma anche importante per parte del regista e cominciarono quindi la memoria degli abitanti e dei luoghi. i primi contatti e preparativi che coinvolsero non solo gli abitanti ma anche Tutta la rappresentazione stata persone ed esperti dello spettacolo quindi ripresa e corredata di un docupersino da fuori paese e capoluogo. mentario che ne illustra in dettaglio lo Nel 1993 avvenne una prima rappre- svolgersi delle varie fasi con intervisentazione che durava circa la met ste. Alcune persone di Vasia rammendel tempo usato negli anni passati. Nel tano bene di quando erano bambini o 1995 unaltra rappresentazione venne giovani e recitavano a memoria le anfatta durare poco pi della met del tiche partiture. Altri ricordano di quantempo originale. Nel 2000, lanno del do i loro padri o nonni raccontavano Giubileo, la rappresentazione avviene loro delle recite. Molti erano contadini, nella forma definitiva. La stessa che esperti in cose della terra, ma non molsar poi ripetuta nel 2005. to avvezzi alle lettere e qualcuno recita ancora il testo completo. Ad esemEd ecco come avvenne il miraco- pio Battista che ha ricordato a memoria lo. Lavvenimento della tragedia ave- quasi tutte le parti e che interpretato va trasformato delle persone comuni, un angelo e ricorda bene, tra laltro, con le attivit lavorative e personali di come anticamente lintera rappresentatutti i giorni, come molti di noi, in atto- zione si recitasse su un palco solo e ri e star del palcoscenico e delle ri- come fosse lunga. A quei tempi reciprese filmate. Senza nessuna prepara- tavano in 40 e cominciavano da zione o studio precedente. Molti degli Adamo. Si ricorda di molti particolari: abitanti del paese si sono impegnati del consiglio dei sacerdoti di Caifa, del molto a fondo nelle prove con sacrifi- Centurione, di Giuseppe di Darimatea, cio e dedizione in un crescendo di con- di Nicodemo. E cita un passo ormai vinzione del ruolo ed immedesimazio- diventato famoso: Sono di Cirene,
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Alessandro Ruffo il mio nome, sono contadino. Eh s! Perch la figura biblica di Simone ha qui un nome italiano ed un contadino del pubblico paesano che recita e dice il suo testo in dialetto ligure. Oggi lopera viene rappresentata su diversi palchi rendendo cos tutto lo spettacolo molto pi variegato e interessante. diventato ormai un avvenimento parte del tessuto culturale e religioso, della memoria e della tradizione di questi abitanti e dei suoi avi. E Queste immagini della vita quotidiana non fanno da scenario. La rappresentazione della Passione parte del quotidiano dice il regista. poi molto significativo quanto affermato da alcuni di loro durante le interviste e le riprese. Dice, ad esempio, Alessia che gi i suoi antenati interpretavano la Madonna ed ella ha sentito quasi un impegno morale il continuare la tradizione: ho dovuto in un certo modo. Non se la sentiva di mancare allappuntamento con la storia, e doveva continuare. Ges stato interpretato da Sergio che afferma: Il mio interesse si risvegliato quando ho visto il testo. Era una cosa che riguardava i miei antenati di Vasia, per istinto volevo fare qualcosa che era stato fatto prima per lungo tempo Roberto sottolinea. Tutta limpresa stata una grossa sfida ma anche diR NI DAIGURA N.RO 48

vertente e per il paese la manifestazione pi importante. Colui che ha trovato il testo interpreta un ruolo impegnativo e da sempre poco simpatico: Giuda. Linterpretazione per eseguita con una tale bravura e personalizzazione da renderlo cos forse accettabile. In fondo se non ci fosse stato lui le cose non sarebbero andate cos e parte dellumanit non avrebbe forse potuto essere salvata. Giovanni interpreta il centurione che tesse la tela di contatti fra Pilato ed i sommi sacerdoti e per lui la tragedia stata: Unesperienza indimenticabile, un lavoro che con la nostra vita normale non ha niente a che vedere. Ed aggiunge con sorpresa Era incredibile vedere tutto il paese coinvolto e non solo gli attori. Alle prove ho visto persone che normalmente non mettono piede fuori della porta. Enzo sin dallinizio ha voluto interpretare Erode, un personaggio che sentiva suo e ne spiega il perch: Ogni attore parla a suo modo, alla sua maniera, cos ognuno pu cavarsela nel suo ruolo con la sua persona. Non sono mancati fatti particolari se non addirittura esilaranti. Uno in particolare ebbe per protagonista una bambina che oggi la proprietaria del frantoio del paese: la Signora Silvana, la quale ricorda bene chi, molti anni fa, aveva il ruolo di Giuda. Era suo padre ed il testo prevedeva che maledicesse langelo e lei, spaventata, cominci a piangere. Finita la scena

Prel: i ruderi del castello fotografia di Enrico Pelos LUGLIO - DICEMBRE 2007

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il Priore. La domenica c la processione Pasquale: la vecchia preziosa statua di Cristo viene innalzata e girata nei quattro punti cardinali per il rito propiziatorio della fertilit della terra. La passione appartiene quindi al paese da alcuni secoli ormai. Tutti quelli che recitano sono del posto, quasi ogni famiglia coinvolta: cosi il paese ha fatto sempre pi sua questa recita che sembra fosse probabilmente rappresentata in origine da un testo portato da Torino. La tragedia diventata poi anche internazionale, in quanto il documentario del miracolo stato presentato anche dalla televisione tedesca con il titolo Das Wunder von Vasia. Certo che dopo la rappresentazione Richard si certamente guadagnato la stima imperitura dei Vasiesi, anche per la notevole pubblicit ai suoi luoghi, il che non guasta, e meriterebbe la Cittadinanza Onoraria di Liguria. Qualcosa si sta gi pensando per la prossima rappresentazione e il miglior augurio di poterla vedere, insieme a tutti i vasiesi ed ai loro ospiti, nel 2010. Terra particolarmente religiosa e gente dedicata al prossimo la Val Prino, in quanto era proprio di queste parti uno degli ultimi eremiti erranti della Liguria. Egli era soprannominato Pre Presin ma il suo vero nome era Cosimo di Pantasina. Era un laico che girava vestito come un prete e veniva ormai considerato quasi un santo per la vita di povert che conduceva. Era un uomo mite che girava per i paesi e si accontaentava di un giaciglio di paglia: aiutava nei piccoli lavori chi ne aveva bisogno in casa come nei campi ed il tempo si fermava quando ai ragazzini raccontava una delle sue storie che ascoltavaLUGLIO - DICEMBRE 2007

Vasia: una particolare strada interna foto Enrico Pelos

qualcuno cerc di consolarla, dicendole: Non devi piangere per quello stupido Giuda e la piccola Silvana rispose candidamente. Ma Giuda il mio pap. La scena doveva essere di silenziosa commozione, data la rappresentazione appena avvenuta, ma tutto il pubblico non pot fare a meno di trattenersi dalle risate. La Tragedia, ricorda ancora Alessia, veniva rappresentata anche fuori dal paese. Ci sono state richieste per farlo anche con lofferta di pagare i biglietti ma afferma: Noi cos lo facciamo per il nostro paese e gli altri sono invitati ad intervenire. E Sergio, altro interprete, aggiunge La tragedia una cosa nostra, non dovremmo con essa andare in giro per fare i soldi. I soldi ed i denari dominano la scena oggigiorno. La tragedia unaltra cosa, riguarda la nostra tradizione, il nostro profondo dellanimo. Una dichiarazione che gli fa onore. E per concludere con Richard: Questo il miracolo di Vasia. La recita della Passione fa parte della vita normale del paese ed parte della preparazione della Pasqua. Una sera prima della festa il paese viene invitato ad una cena collettiva, il Padrone, organizzatore della festa della Pasqua,
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Nota. La tragedia di Vasia dice sempre Andrea Gastaldo analoga a quella di Vallebona. II successo della manifestazione indusse poi la Compagnia della Tragedia ad accettare di mettere in scena la Sacra Rappresentazione in un teatro di Bordighera, dove per lo spettacolo perse il suo fascino per cadere nel grottesco suscitando risa e lazzi a non finire, tanto che gli interpreti si offesero e protestarono vivamente con gli organizzatori, che da allora decisero di non mettere pi in scena la tradizionale recita.

Ringrazio in modo particolare il regista Richard Blank, sua moglie e lArch. Roberto Saluzzo per la disponibilit, cortesia, le utili informazioni e la documentazione messa a mia disposizione. Un grazie anche al Comune di Vasia per la documentazione ed alle persone incontrate, cortesi e disponibili per una miglior conoscenza del paese e delle sue frazioni.
Bibliografia no incantati.
Vasia fotografia di Enrico Pelos - AA.VV. LIGURIA Guida dItalia, Touring Club Italiano Mondadori Panorama, 2007 - AA.VV. LIGURIA, Attraverso lItalia, Touring Club Italiano, 1949, Milano - AA. VV. TERRE E PAESI DEI VENTIMIGLIA LASCARIS, a cura di Giampiero Laiolo, edita dallAss. Comuni dei V.L., 2005 - AA.VV. I TESORI DI VASIA edito dal Comune di Vasia, realizzazione Grafiche Amadeo, Imperia - Ippolito Edmondo Ferrario, Anime allimbrunire, De Ferrari ed. Genova, 2003 - Andrea Gastaldo, LA PROVINCIA DI IMPERIA, Blu ed.Torino 2005, due volumi, pagg.II 10591070.

A volte spariva nella nebbia dellalba e per giorni nessuno sapeva pi nulla di lui fino a che lo si vedeva ricomparire lontano sulla linea dellorizzonte. La sua vita era avvolta nel mistero ed era famoso per quel suo pellegrinaggio a piedi fino a Roma per chiedere che portassero nella sua terra le salme dei Santi Cosma e Damiano. Dicono che, in unalba pi grigia delle altre, fu trovato da un carrettiere seduto sulla strada ed appoggiato al parapetto, quasi dormisse. Era invece morto nella notte, riposando allaperto come altre volte tra i paesaggi del Faudo e dellAcquarone. In realt sembra ce ne sia ancora qualcuno in giro, ad esempio nelle terre di Nava. Ma questo un altro posto. Unaltra storia.
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Links
www.liguri.net/portappennini/vasia.htm www.liguri.net/portappennini/val_prino.htm www.liguri.net/portappennini/pf richard blank.htm www.liguri.net/portappennini/rnidaigura.htm www.enricopelos.it/rnidaigura.htm

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I PELLEGRINAGGI DEVOZIONALI NEI TERRITORI DELLA LIGURIA ECCLESIASTICA


C S
Introduzione pellegrinaggio devozionale nel territorio della o scelto di esploraChiesa Cattolica italiare il complesso na, in particolare nelfenomeno religioso la regione ecclesiadel pellegrinaggio destica ligure. vozionale in et conHo scelto di circotemporanea, di fronte scrivere lanalisi di alla dilagante espanquesto fenomeno resione dei pellegrinagligioso al territorio gi mariani nella nostra della Liguria eccleepoca. Bench questa siastica e non ammioffra alluomo vaste nistrativa poich tale possibilit di mobilit e analisi di fondamendi organizzazione del tale rilevanza per comtempo libero, gli uomini prendere, ad esempio, la continuano a mettersi in diffusione di una devoziocammino verso i luoghi ne locale oltre i confini Alassio: rosone con il Pellegrino amministrativi della regiosanti. Spinta da unintensa cu- ed i suoi elementi: il bordone e la ne. A tal proposito emriosit mi sono recata nei borraccia di zucca foto Enrico Pelos blematico lesempio di aldue luoghi sacri, meta di cuni luoghi sacri, dedicati continui pellegrinaggi, tra i pi famosi a Nostra Signora della Guardia di dellepoca contemporanea: Medjugorie Genova, sorti nel tortonese e a Gavi, e Lourdes. in provincia di Alessandria. Personalmente stato impossibile La ricostruzione dei maggiori eventi non interrogarmi, al di l della veridicit o meno dei presunti eventi miracolosi, di fronte alla moltitudine di pellegrini che ogni giorno affronta limpervio sentiero che conduce sulla vetta del monte Krizevac, o di fronte alla folla di persone che si forma sullEsplanade in occasione della spettacolare ed emozionante fiaccolata notturna. Sorpresa, e in parte affascinata, da questa massa assai diversificata di persone, provenienti da paesi e culture diverse, che si sposta da La cartina mostra i confini amministrativi della Liguria e i confini ecclesiastici. Le zone un santuario allaltro colorate rappresentano le sette diocesi che compongono la Liguria ecclesiastica, da dellEuropa, ho volu- sinistra: diocesi di VentimigliaSan Remo, diocesi di AlbengaImperia, diocesi di to esplorare il feno- SavonaNoli, arcidiocesi di Genova, diocesi di Tortona, diocesi di Chiavari e diocesi meno religioso del della SpeziaSarzanaBrugnato.

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lunghezza dipendeva dalla gravit del misfatto compiuto. La rilevanza dello spazio dimostrata anche dalla pratica diffusa di far compiere ad altri, per proprio conto, un pellegrinaggio in paesi lontani. Le tariffe pagate da questi uomini particolarmente angosciati per il loro destino ultraterreno dipendevano dalla lunghezza del cammino. Un pellegrinaggio, ad esempio, dallUmbria a Santiago de Compostela costava dai dodici ai quattordici fiorini doro. Bench il pellegrinaggio rappresenti una marcia verso laltrove, un altrove che va preso nella sua bruta fisicit, se si vuole dare allatto del pellegrinaggio la sua fondamentale virt, i pellegrinaggi in pullman, ampiamente diffusi nelle societ occidentali, non incidono sul suo aspetto fon- Armo (8 settembre 2006): la processione fotografia di Enrico Pelos damentale: il mutamento spaziale. Non pu esistere un piede davanti allaltro. La vittoria un pellegrinaggio sul posto, emerge fisica sullo spazio che si realizza con dunque la necessit di un altrove spa- il raggiungimento attraverso la marcia ziale da raggiungere. Nel recarsi verso della meta fissata, il luogo sacro, ha il luogo sacro il pellegrino dovr lotta- inoltre una funzione terapeutica. Il solre anche contro se stesso poich levamento e abbassamento ritmico dei Limpresa del pellegrinaggio un atto piedi, che toccano e si alzano dal suofisico di dominio sullo spazio. lo, permette al corpo di eliminare le Di regola il pellegrinaggio va com- tensioni che si sono accumulate e piuto a piedi: Lo spazio vissuto chilo- lagitazione. Il movimento regolare dei metro dietro chilometro lavora il pelle- piedi permette inoltre di uscire dal ligrino nel suo intimo e inconsciamente vello puramente cerebrale dei pensieri lo fa divenire un altro. Durante il e delle fissazioni nel quale luomo Medioevo molti pellegrini percorrevano fatica a percepirsi e a valutarsi in la strada che li divideva dal luogo sa - modo corretto, poich egli si osserva cro utilizzando tutto il corpo: stesi a da una distanza che non gli permette terra procedevano mettendo ogni volta di riconoscersi: Camminando torno a i piedi dove si trovava la testa.56 essere una cosa sola con il mio corpo. Unaltra modalit di pellegrinare preve- Sento il mio corpo, sudo, sento la vita deva lutilizzo delle ginocchia. Coloro e la forza dentro di me. che non potevano recarsi a piedi, presNei grandi pellegrinaggi dellet so i luoghi meta di pellegrinaggio, si contemporanea, come nel caso di limitavano a viaggi simbolici: Colui Lourdes e Medjugorie raggiungibili in che compiva in ginocchio il tracciato poche ore grazie a comodi viaggi in del labirinto sul pavimento della catte- pullman, la parte sacrale del cammino drale ne ricavava gli stessi benefici e a piedi permane nei programmi giornaprestigi che se si fosse recato a lieri di questi brevi (solitamente la duGerusalemme. In generale il pellegri- rata massima di cinque giorni) ma no luomo che cammina, nel pieno intensi pellegrinaggi dellera tecnologivigore del corpo trasportato dai piedi. ca. Nel pellegrinaggio a Medjugorie il Non c verit pi sicura per affrontare cammino a piedi messo in risalto con lo spazio: spazio nudo, corpo eretto, la faticosa salita sul monte Krizevac.
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PELLEGRINAGGI DEVOZIONALI IN LIGURIA

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ma un altro la cui alterit sia per il pellegrino forza di trasformazione. In quanto atto metafisico il pellegrinaggio, nel suo percorso verso laltrove, esigenza dellAltro, di quellAltro che si pone al di l del fatto fisico.

1.2 Il luogo sacro

della grazia e del miracolo. Da questo punto di vista, il pellegrinaggio ha la capacit di riconoscere la straordinariet di alcuni luoghi contraddistinti da un inGenova: il Santuario della Madonna della Guardia la principale sieme di segni che li differenziameta di pellegrinaggio dei genovesi e dei liguri foto di Enrico Pelos no dallambiente circostante. Il Dopo circa due ore e mezzo di cammiluogo sacro raccoglie inoltre le no, attraverso un sentiero totalmente attese e le speranze maturate durante composto da pietre di diverse dimen- il cammino; per i pellegrini esso rapsioni che in alcuni momenti rendono la presenta un luogo separato, pervaso salita difficoltosa, i pellegrini giungono da un <<qualcosa>> perch la loro ad una croce di cemento alta otto me- speranza di aver accesso alla tratri. Si tratta di un luogo che stato scendenza attraverso i segni straorditeatro di eventi soprannaturali in con- nari, soprannaturali o divini di cui esso comitanza con le apparizioni della stato teatro, e di cui conserva, infuVergine sulla vicina collina Podbrdo sa, la virt gloriosa. del monte Crnica. Lungo il percorso Dupront ha suddiviso i luoghi sacri grossi blocchi di cemento, raffiguranti in quattro categorie. I luoghi cosmici le stazioni della via crucis, invitano i sono luoghi resi sacri da un fenomeno pellegrini a sostare per raccogliersi in della natura fisica e riconosciuti da preghiera. unelezione cultuale che rimarr semNel caso di Lourdes i programmi pre misteriosa. Solitamente si tratta di giornalieri iniziano al mattino presto e luoghi elevati nei quali la forza delper tutto il giorno un susseguirsi di lelemento cosmico sembra schiacciaprocessioni, messe, vie crucis fino ad re luomo. Tra i luoghi cosmici meta arrivare alla sera quando la suggestiva di pellegrinaggi ricordiamo, ad esemfiaccolata notturna chiude la faticosa pio, il santuario di Montserrat in giornata. Il pellegrino che oggi si reca Catalogna, Oropa in Piemonte e il a Lourdes ha bisogno di questa fatica, Gargano in Puglia. Nella catena alpina di questo eccesso, di questa sana si trovano invece due luoghi meta di esuberanza del sacro per soddisfare pellegrinaggio tra i pi alti dEuropa: il il suo bisogno della presenza poich, Ziteil dei Grigioni, un santuario mariacome nelle antichissime pratiche ini- no a 2434 metri e, a 3537 metri, litalo ziatiche, leccesso di fatica permette francese Rocciamelone. In Liguria il alluomo di uscire da se stesso per monte Saccarello, sulla cui vetta l8 aprirsi a qualcosa di diverso. settembre 1902 stata innalzata la Laspetto fondamentale del pellegri- statua del Redentore, meta di un naggio lesistenza di una meta, un pellegrinaggio annuale la prima domeluogo che luomo intende raggiungere. nica dagosto. Situato nellestremo poAndare a unaffermazione di forza nente ligure, con i suoi 2200 metri, e di dominio sullo spazio, perch si sa la vetta pi alta della regione. dove si va e perch. E chiaro che I luoghi storici sono invece luoghi raggiungere la meta non vuol dire resi sacri, in un dato momento storico, semplicemente raggiungere il luogo da un evento soprannaturale. In et prestabilito del cammino dal momento moderna i racconti delle apparizioni che il pellegrinaggio cammino verso della Vergine, con la loro storia, hanno lincontro, verso lincontro con laltro; consacrato in modo preciso molti luoma qui laltro non il prossimo, [] ghi. Si parla di precisione poich, anR NI DAIGURA N.RO 48 LUGLIO - DICEMBRE 2007

luogo sacro non solo il I lpunto dove spazio privilegiato termina il cammino, ma uno

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CRISTINA SALA

santuario, una tomba o unimmagine miracolosa. Il senso rotatorio della circumambulazione da sinistra verso destra in modo tale da tenere loggetto o il luogo sacro sempre alla destra. Il ritmo, invece, cadenzato da tre numeri dispari: il tre, il sette e il nove, dipende dallintensit del fervore messo nellimplorazione per arrivare a catturare la presenza sacrale, quasi a conquistare dei diritti su essa e a rendere pi sicuro lincontro. Questa gestualit accompagnata dalla preghiera, che pu derivare dalla liturgia tradizio nale o esprimersi mediante invocazioni spontanee. Latto del pellegrinaggio si impone infatti come preghiera: preghiera recitata camminando e preghiera del camminare, consacrazione della vittoria sullo spazio. Nel pellegrinaggio luomo si sforza di vincere lo spazio e di segnarlo, nella millenaria pulsione del suo bisogno di uscirne, di luoghi dove lo spazio stesso si tramuti in fuga verso laldil: i luoghi sacri.
Genova: anche per le famiglie reali le mete del pellegrinaggio erano importanti, ecco una targa di un santuario a ricordo del loro passaggio foto Enrico Pelos

1.3 Lincontro

ne di un cammino difficoltoso, il riposo eterno. Gerusalemme in particolare il luogo di compimento escatologico per eccellenza dal momento che, essendo considerato il paese del secondo avvento, esservi sepolti significherebbe essere presenti il giorno in cui Cristo torner per il giudizio finale. Infine vi sono i luoghi del regno anchessi contraddistinti in parte dalla speranza escatologica. Essi si collocano miticamente, sovranamente, al centro del mondo perch al centro il trono di Dio, il luogo del regno. In generale, si tratta di citt sante come ad esempio Gerusalemme. Secondo la tradizione, il ritorno di Cristo avverr quando tutti i paesi del mondo si raggrupperanno intorno alla citt santa perch qui, nellombelico del mondo, che deve compiersi la fine dei tempi. Per quanto riguarda la gestualit legata allo spazio fisico possibile osservare, nel luogo sacro, la complessit gestuale dellapproccio al santuario. Giunti alla meta, i pellegrini prolungano il cammino con la circumambulazione, un elemento costante del pellegrinaggio. Con essa si pu cingere il
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dellincontro, visN ellesperienzaraggiunto osservansuto, e forse do un rituale, il pellegrinaggio realizza

il suo compimento. Allinterno dei luoghi sacri, soprattutto quelli la cui storia non sia legata alla presenza di tombe o reliquie ma derivi da eventi soprannaturali o leggende, necessaria la presenza di una rappresentazione delloggetto o della figura sacrale sulla quale il pellegrino possa concentrare le proprie preghiere. Nella grotta delle apparizioni a Lourdes, ad esempio, la statua della Beata Vergine stata posta dopo poco tempo dagli eventi miracolosi poich la preghiera, di fronte alla grotta vuota, sarebbe divenuta presto difficoltosa o soltanto privilegio di nature superiori, capaci di cogliere limmaginario dellinvisibile. Emerge, dunque, linscindibilit, nellesperienza dellincontro, tra luogo sacro e immagine: e se da un lato il locus crea le condizioni ad esso opportune, limago dallaltro ne fissa la potenza. Tuttavia, affinch le immagini acquisiscano importanza e significato, necessitano dell involucro del leggendario, che non deve essere considerato con superficialit poich esso esiste e svolge unimportante funzione. Lincontro necessita infatti di uno scenario denso di significato e di
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llimpregnazione fisica. Lesempio pi immediato sono le piscine di Lourdes dove, ogni giorno, centinaia di persone si immergono nellacqua gelida resa sacra dallapparizione della Vergine. Nel territorio della Liguria ecclesiastica rinomato invece il santuario di Nostra Signora delle Tre Fontane a Montoggio dove, in occasione dellannuale festivit, i pellegrini si bagnano gli occhi e le parti dolenti del corpo con lacqua taumaturgica delle Tre Fontane. Alla base invece del comportamento legato allofferta c il rendimento di grazie e lomaggio. Quando un pelleSavona, santuario: un particolare ex-voto rappresentante grino, baciando le reliquie di un santo, da un modellino di nave fotografia di Enrico Pelos fa unofferta egli, con il suo gesto, restituisce simbolicamente ci che ha unambientazione tramandata di boc- ricevuto e dona una parte di se stesca in bocca che permetta al pellegrino so. di entrare in un mondo chiuso e perIl legame che il pellegrino stabilisce meato dal miracolo. Le strutture delle con il luogo sacro lo induce a cercare leggende si differenziano in base alle di mantenere la propria presenza fisidiverse epoche tuttavia, ci che confe- ca anche dopo la partenza. Alcuni, risce loro importanza, non lorigine prima di partire, scrivono il proprio ma il fatto che sulla loro base si co- nome in qualche posto allinterno del stituisca lo psichismo dellincontro. santuario. Tornando a casa il pellegriLa leggenda ha inoltre il potere di no sa e sente che il suo nome lagconferire allincontro senso e pienez- gi, con una firma che impegna. Tra za. Il senso deriva dalla rappresenta- le modalit utilizzate oggi dai pellegrizione della storia prodotta dalla leg- ni, per lasciare la propria presenza nel genda; la pienezza, invece, dal fatto luogo sacro, la fotografia occupa una che si tratta di un universo in cui tutto posizione importante: niente pi del definito ed esposto con chiarezza, limmagine anche schematica di una coerenza e dove ogni domanda ha una parte di s focalizza la presenza. Le risposta: il pellegrino sa dunque dove fotografie sono presenti oggi in gran sta andando e perch. quantit, raccolte negli spazi o nelle Nel momento in cui i pellegrini en- stanze dedicate agli ex voto, soprattuttrano nel santuario i loro comporta- to nei santuari risanatori, ma non solo. menti e atteggiamenti mirano a susci- A Medjugorie, ad esempio, i pellegrini tare la manifestazione della presenza. lasciano le fotografie, senza alcuna I primi gesti dellincontro prevedono un protezione, direttamente nei luoghi contatto fisico che pu manifestarsi delle apparizioni: sulla collina Podbrdo con il toccare loggetto sacrale, con del monte Crnica, le foto spuntano qua la mano o con un rosario, o con il ba- e l tra le rocce. ciare la roccia dellapparizione. Si Il pellegrino pu lasciare la propria tratta di gesti mediante i quali il pelle- presenza allinterno del santuario angrino riceve la propria carica sacrale, che attraverso lex voto: un segno promessa e potenza della trasforma- durevole di rendimento di grazie nel zione. Sia che si tratti di un tocco quale, la preghiera si fa immagine e veloce, di un bacio ripetuto o una pre- diviene autentica e plastica espressiosa di possesso dellimmagine per mez- ne del linguaggio orante che, nato da zo di uno sguardo insistente, il pelle- una pagine di dolore, reca limpronta grino sottrae alloggetto sacro un po di un atto di fede, sia pure interessato, della misteriosa potenza, quella po- ma sempre sincero e umano. Si tratta tenza che, nellatto del pellegrinaggio, di una modalit utilizzata soprattutto in rinnova e trasforma. In questo senso, seguito allottenimento di una grazia. questo primo gesto dellincontro pu In questo caso lex voto ha un duplice essere considerato un po un furto. valore poich una dimostrazione delVi sono poi tutti i comportamenti le- la sacralit del luogo sia per colui che gati alllmmersione e al- ha ottenuto la grazia, sia per tutti coR NI DAIGURA N.RO 48 LUGLIO - DICEMBRE 2007

DA BRIGA AI FRANCOPROVENZALI

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parlata. Questo detto per riaffermare la liguricit del roiasco, confermata ufficialmente da J.Ph.Dalbera nel 2003, e per spiegare la logicit e lonest prudente del nostro percorso. Se certi liguristi accaniti avessero una qualche sensibilit etno-antropologica, capirebbero meglio la dinamica delle cose, senza rinchiudersi in una totalizzante definizione di ci che ligure. Per loro, Genova comincia alla Boca di Buenos Aires e finisce in Crimea. Manca ad essi, pur nella loro rispettabilissima dottrina, lelasticit che fa s che nelle scienze umane si debba parlare senza schemi teorici precostituiti, ma attenti al dato di fatto. Manca anche il rispetto per le persone quando si osa dire la scoperta delloccitanit di questo dialetto, legata a poco nobili motivazioni di ordine geopolitico. Senza dar troppo peso a queste espressioni diffamatorie, che hanno gi valicato, oltre che il limite della decenza, anche quello della legge, accettiamo pertanto la liguricit dei dialetti roiaschi come una liguricit condizionata dalla penetrazione della cultura occitano-provenzale. Cosa questa detta anche dalla Prof.Petracco Sicardi, da Forner ed Azaretti. Ma ritorniamo al lavoro di Ivo Alberti, che ha corredato con molta attenzione le sue schede con una carta toponomastica assai ricca e da un indice alfabetico ruotato dei toponimi.

3) Anche allo scopo di contribuire a vedere pi nel fondo il problema della contribuzione allarea ligure-alpina, stiamo lavorando da sei anni al GLOSSARIO ETNOLINGUISTICO COMPARATO (G.E.C.), che potr anche dare delle risposte sia pur parziali ma anche quantitative, sulla consistenza e sulla formazione dei linguaggi dellarea. Il lavoro un campione (1300 termini per i paesi roiaschi: Olivetta, Piena Alta, Breil, Saorge, Fontan, Tenda, Briga e sue morghe, pi Limone Piemonte): anche noi abbiamo commesso un arbitrio come lATPM: abbiamo scritto tutti questi dialetti secondo un unico sistema (il DCB) per poterli raffrontare. Ma ci era necessario perch ogni dialetto dellarea stato scritto finora in maniera diversa: si tratta di sistemi abbastanza razionali ed accettabili di per s, per comunque privati e diversi uno dallaltro, alcuni pi francesizzanti, altri pi italianizzanti. Ora, sul nostro GEC si potranno leggere i sette dialetti dopo un minimo sforzo di apprendimento e quindi sar pi facile metterne i lemmi a confronto. Oltre ai citati 7 dialetti, gli altri se in Liguria sono scritti tutti e unicamente secondo il sistema VPL; se non liguri secondo il testo principale gi pubblicato ove esiste.

3) Tutto quanto precede,che riguarda la controversia tra occitanit e liguricit dei dialetti roiaschi, ha poco Come ovvio il sistema grafico scel- a che vedere con la pi o meno legitto dallATPM per Briga Alta non ci pia- tima estensione del movimento di rinace. il sistema grafico occitano che scita occitano. complica eccessivamente la rappreQuestultimo nacque alla fine degli sentazione dei fonemi brigaschi. E anni 60 nelle Valli dell Alpi Occidentali. bens vero che esso stato applicato Ebbe subito fortuna perch unesigencon precisione ed seguito dalla tra- za di non perdere del tutto il patrimoscrizione internazionale. Ma quella nio culturale tradizionale cera ed era grafia difficile, e comunque non se- perfettamente legittima. Perci appoggue le indicazioni per esempio di giammo moralmente e culturalmente Dalbera, che pure fa parte del Comitato questo movimento, cos come gli altri Tecnico-Scientifico. Va detto anche movimenti alpini, semprech rimanesper che crediamo di comprendere le sero entro lambito culturale e tradizioragioni di tale scelta: nale, senza decadere in un macchiettinel complesso del lavoro diventava stico indipendentismo. Delle divisioni unanomalia avere un solo comune su interne degli Occitani, e della guerra un numero rilevante con metodo diver- delle grafie ci siamo volutamente inteso, e per uniformit si applicato un ressati unicamente deplorandole. Cos solo sistema. come non accettammo mai le idee Tuttavia il volume porta il sottotitolo del resto obsolete di Franois Fontan. di Area Occitana che quindi svalute- Analogamente rifiutammo coinvolgirebbe la nostra interpretazione. menti politici od amministrativi, respinR NI DAIGURA N.RO 48 LUGLIO - DICEMBRE 2007

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TOIRANO LUOMO CHE DIPINGE LE CAVE


ovvero
OPERE RUPESTRI MODERNE DI UN PITTORE ACROBATA

E P

dal paese di Toirano, A ppena uscitisguardoformazioni rocalzando lo verso nord, si notano delle imponenti

Toirano (2007): la cava dismessa foto Enrico Pelos

ciose che fanno da contorno. Questi monti sono a formazione di tipo prevalentemente dolomitico e il paese e famoso per le belle ed affascinanti grotte, che contengono allinterno. Queste grotte sono meta di visite ogni anno per migliaia di visitatori e fin dallantichit questa valle fu frequentata da animali ed uomini preistorici. La Festa dei Gumbi, dei suoi frantoi, unaltra ricorrenza particolare di queste parti. Questi monti hanno per anche unaltra caratteristica: le loro rocce particolari sono utilizzate da decenni per lindustria edilizia. La strada che sale verso nord, e che porta su fino a Bardineto e Calizzano attraverso il Giogo di Toirano, sfiora una montagna che colpisce lattenzione pi di altre perch come monca di una sua parte. tutta come smembrata. E infatti una cava. Lenorme composizione a strati, quasi surreale, con pianori stria R NI DAIGURA N.RO 48

Toirano (2007): due dipinti di Nebiolo foto Enrico Pelos LUGLIO - DICEMBRE 2007

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quasi tutti ritratti di uomini e c un volto di donna con la sua folta chioma. Di fronte c il verde dei monti delle grotte di Toirano con i suoi uffici, e lingresso alle grotte. pi in alto a destra, la bella chiesetta di Santa Lucia con i suoi cipressi. La pittura di Mario Nebiolo unica - ci tiene a precisarlo - e consiste nellaffrontare pareti di roccia in situazioni di abbandono o di degrado e dove gi passato luomo, ma senza intervenire, se non in minima parte per utilizzare il Toirano (2007): il grande dipinto, di 30 m, delluomo che sale le balze della colore, sullambiente natucava foto Enrico Pelos rale. Egli cerca di utilizzati e tracce erbose, lunga circa 500 re al minimo il colore preem ed ha unestensione in altezza di sistente e la venatura della roccia circa 100 m. Qui si estraeva e lavora- nella quale pu intravedere un segno va la pietra ed i suoi derivati per i un tratto. molti lavori edili: la societ che la geCamminando con lui, tra le balze stiva svolgeva attivit di produzione e erbose, che delimitano i vari strati di vendita di materiale lapidei, nonch intervento delle lavorazioni, ed ascollescavazione di prodotti inerti desti- tando le sue segnalazioni sulle divernati allindustria del settore. se forme e segni della roccia, appaioOggi il rumore dei camion e delle no quasi dincanto figure e dettagli ruspe si fatto molto pi raro; qual- che non si noterebbero prima. Ecco cuno opera ancora, ma fino a non molti anni fa la polvere della lavorazione della pietra si sollevava in nuvole indistinte verso il cielo. Oggi quel che resta quindi una gigantesca ferita nella montagna. E tale rimarrebbe, come altre in giro per la nostra regione, se non fosse che da qualche anno diventata uno studio a cielo aperto. infatti latelier di un singolare pittore probabilmente unico al mondo: Mario Nebiolo. Non solo, Mario anche un esperto arrampicatore, un climber, e quindi anche un acrobata. nato a Rivoli in Piemonte nel 1956, ma ormai Ligure di adozione, dipinge dallet di quindici anni ed ha esposto in numerose gallerie italiane e straniere. Passato il borgo di Toirano dopo poche curve ecco apparire la Parete dei dipinti. A prima vista non si scorgono quasi, ma dopo unattenta ricognizione visiva ecco che si fanno vedere, quasi facendo capolino dalle striature della roccia, le figure. Sono
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Toirano (2007): altro dipinto, del vecchio con bastone di circa 15 m foto Enrico Pelos LUGLIO - DICEMBRE 2007

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Alcune fotografie di Mario Nebiolo mentre dipinge una delle sue opere. Accanto a lui il famoso Manolo Maurizio Zanolla. Foto tratte dal film dellevento-performance del luglio 2007 La notte del Mago - con la partecipazione di Elio Berti, del gruppo Climbers di Toirano, e della Band del Mago - di Marina Lagorio dellI.So. Theatre di Toirano.

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storia moderna, alla cultura, allantropologia ligurepiemontese. Egli descrive cos, in un modo tanto inusuale quanto di grande impatto visivo, la realt del suo territorio. Al pittore non serve il paesaggio fine a se stesso ma come oggetto di ricerca, come pretesto affettivo aprendolo sul proprio animo che si mostra con la lingua universale delle sfumatore dei colori che tutti possono comprendere. Ad oggi sono gi molte le figure delle pareti, pi una proprio sopra le grotte e sono alte dai 15 ai 30m. I colori sono scuri come quelli della terra, del tipo ad acqua. Questa passione per le pietre nata a Mario nel 2000 circa osservando, mentre arrampicava come climber, che alcune avevano gi nelle curvatuire dei segni particolari che gi tratteggiavano volti o persone. Tale il fascino che si creato attorno a queste opere che il Comune di Toirano ha sponsorizzato il 7 agosto 2007, una vera e propria performance artistico-culturale con un ospite deccezione: uno mito per gli appassionati e non: Maurizio Zanolla, meglio conosciuto come Manolo che molti credono spagnolo ma che cos non : ita-

Toirano (2007): altro dipinto, del vecchio con bastone di circa 15 m foto Enrico Pelos

una pietra che sembra un volto, unaltra una gamba o ancora un cappello. Proprio cos: lartista sa intravedere e leggere nelle pietre figure che sono l ma che non tutti hanno hanno la capacit di notare. Un po come per le sculture: ogni blocco di marmo contiene un capolavoro, il difficile intravederelo e tirarlo fuori. Mario mi mostra come lavora e lasciando il fuoristrada, che guida con maestria in mezzo ai sentieri, ci dirigiamo sullorlo dei terrazzamenti. Egli sale sulla roccia, a mani nude ma con tecniche alpinistiche. Si porta, mi dice, quando dipinge, legati allimbragatura, un contorno di bidoni di pittura con pennelli e chiodi. E cos nascono le sue figure, genti di queste terre: contadini, operai delle valli, o forse personaggi che popolano i suoi sogni o i suoi passati, le sue altre vite. Il tutto in mezzo ai terrazzamenti: terra di pascolo dei daini che qui lasciano le loro tracce e che da lontano richiamano gli echi del Salto del Lupo poco lontano. Queste rocce testimoniano decenni di fatica e sudore di uomini che hanno trascorso molti anni della loro vita lavorativa e che sarebbero cadute nel dimenticatoio della storia industriale del passato. Ma qui, grazie a lui, risorgono e riportano alla mente i volti come segno perenne. Mario dona loro una nuova dignit che li consegna alla
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Toirano (2007): dipinto, ritratto di donna con chioma al vento di circa 15 m foto Enrico Pelos LUGLIO - DICEMBRE 2007

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medico che presta il suo aiuto. Tutto insomma fuorch il climber che mostrano certe tv come sregolato, temerario e imprudentemente amante del rischio. Si pu ben dire ormai che Mario non dipinge il paesaggio ma, quando appeso alle pareti e dondola con i suoi pennelli disegnando un volto o un occhio, ma che sia lui stesso parte del paesaggio.
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Ringrazio in modo particolare il pittore Mario Nebiolo, per la disponibilit, cortesia, le utili informazioni e la documentazione messa a mia disposizione. Un grazie anche al personale delle Grotte di Toirano ed al Sig. Glauco per la disponibilit e le informazioni fornite.
BIBLIOGRAFIA - DANIELA MANGINI Larte Nella Roccia, Secolo XIX, 3 Agosto 2007 - Gruppo Speleologico Cycnus e Orlando Boccone Santa Lucia La grotta, leremo, le tradizioni edito dal Parroco Don Angelo Toirano (2007): Mario Nebiolo mentre si arrampica la sua pittura Zampoleri di 30m per dare unidea delle proporzioni del dipinto foto E. Pelos LINKS lianissimo di Belluno ed un cultore http://www.liguri.net/portappennini/index.htm della montagna vera. Un evento, La http://www.enricopelos.it/rnidaigura.htm notte del Mago, con spettacolo di pit- http://www.liguri.net/portappennini/pf mario nebiolo.htm tura acrobatica e arrampicata con let- http://www.bludiprussiarte.it tura di testi, di Mario, da parte dellat- http://www.genovapress.com tore Elio Berti, la partecipazione di http://www.planetmountain.com

Glauco, uno dei maggiori scopritori e conoscitori dei percorsi delle grotte di Toirano e la collaborazione del gruppo climbers di Toirano con contorno musicale da parte della Band del Mago. Il tutto stato ripreso in video da parte di Marina Lagorio dellI.So. Theatre di Toirano. Mario non si limita in realt a dipingere solo nelle cave. intervenuto anche per far ricordare storie tristi come quella che accadde a via Digione, a Genova, dove anni fa croll una parete facendo diverse vittime. Le grandi pareti usurate e decadenti alla vista dei genovesi tornano cos a testimoniare questi fatti con alcune delle sue figure. Scrive anche di teatro, con la compagnia di Elio Berti, e di drammaturgia ma , professionalmente, anche un
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ERMINIO

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ch spare cg. I fantiti trmu d cursa e cve n la tramra, prch le n s bagnu. I sarpiglie d gran Vegnu purti dr n c, n li banchi. R vrn n fa ci tanta pau. Dopo tanto lavoro e tanta pena/il grano mietuto./Le biche sono accostate / e vanno a fila nelle fasce./Il grano salvo dagli uccelli e dalla grandine./Si portano i covoni a casa, e sullaia le biche diventano grosse/ e prendono forma./ E arrivato il giorno di trebbiare./ Un covone di paglia in mezzo allaia / il segnale che occupata. / Di buonora,al mattino/ su teli di sacco stesi/ luno contro laltro con i lacci sciolti/ i covoni attendono il bastone/. I manfenili ruotano in aria/ e battono il tempo come suono di musica./Le ariste che li riparavano / dal vento e dagli uccelli/ si staccano dalla spiga./ Sullaia le donne / con il vaglio sulla testa / aspettano un soffio di vento/ che separi il grano dalla pula ./ I bambini di corsa mettono al riparo / i mannelli nel fienile / che non si bagnino./ I sacchi di grano / vengono presto portati in casa nelle madie./ Linverno non fa pi tanta paura.
PIERLEONE MASSAJOLI

pau ch ti can li fan bona guardia e pi, nturn a sorta r li a curdaglia Srca d durmi, o me fantt, e asunat d quand ti ru ta ta sci larp, ch r matin bunura ti sntin sgia i camni , e pi quand ti taissavu, ti vin curu e marmote da na tana a lautra; e ti mangiavu da bona bca e de bone tume e ti ru arpar n r te casunt. Asunat qui bli prai e quei bli arpi sciuri e serca d durmi. R autun r ci brt, nco chiche giurne e pi s carm a C da Roca, pr nda pi n banda. Lagi a marina r fa mnu frid e pd r vn Dnea Ti veira com l be turna: fia e fi le sentu e le caminu e i can n du manc cuciarl. Tti voru turna a morga, n mg ae roche e tra i arbu sciuri.
DNEA 1983, R N N.1, ERMINIU

Ninna Nanna a n fantt (cont n prosa) Acurc n la bunda, n l mg d t pai e ta mai,nruel n la ta peiturina, ch tarpara dar freid e dar aigua ch cara, , n ta a ave pau s ti sntu bauna r louv, n ta a ave
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Realdo: Erminio fotografie di Pierleone Massajoli LUGLIO - DICEMBRE 2007

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LA CARBONAIA DI CALIZZANO
TESTIMONIANZE DI BRUNO BRIOZZO RACCOLTE DA GS
grande a sufficienza per contenere tutta la legna. Lo spiazzo doveva essere ben livellato per permettere una buona, futura cottura del carbone. In genere da una carbonaia si ottenevano 600q di carbone, vale a dire circa un sesto della legna preparata. Le carbonaie preparate potevano essere anche due o tre: una aveva gi il fuoco, si preparava la seconda ed alla terza si avvicinava la legna. Mentre il carbonaio estraeva il carbone gi cotto dalla prima, nellaltra si accendeva il fuoco nel camino e per la terza si preparava la legna. Il carbonaio organizzava un lavoro a ciclo continuo... Terminati i preparativi della legna, il boscaiolo diventava un carbonaio, iniziava pertanto a radunare, sul piazzale, tutta la legna preparata, riponendola in cerchio orizzontale e accumulandola dallesterno verso linterno, intorno alla futura carbonaia per averla a portata di mano al momento opportuno. Lasciava libero, al centro uno spazio circolare di circa due metri di diametro. Il carbonaio iniziava quindi, nel punto centrale, una strana catasta, sempre in legna, chiamata camino o casella posando a terra due tronchetti di circa 70 cm di lunghezza e paralleli, quindi ne sovrapponeva altri due ma in senso contrario e cos via fino ad ottenere laltezza necessaria. Terminato questo procedimento, si otteneva una specie di gabbia che pi tardi sarebbe diventato il camino della carbonaia. Intorno al camino si erigeva la legna, disponendola in verticale ed in cerchi concentrici. Lo stesso procedimento si seguiva per il secondo e il terzo piano. Per sistemare il primo e il secondo piano, a volte eretti quasi contemporaneamente, era sufficiente il lavoro di un uomo, per il terzo occorrevano due persone, una a terra che passava i tronchetti e una che operava in piedi sul secondo giro, che li sistemava, fino ad ottenere una carbonaia dalla forma di cupola. Si preparavano quindi dei pezzi di legna, i bocconi tagliati lunghi 20 cm circa, che sarebbero serviti, in seguito, per alimentare il fuoco nel camino. Terminata la cupola, il carbonaio provvedeva a ricoprirla ben bene e accuratamente, con foglie, rametti, terriccio e zolle. Da questa operazione dipendeva il buon esito del lavoro, cio la qualit e la cottura del carbone poich il legno della carbonaia non doveva bruciare ma
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Una delle fasi preparatorie fotografia di Italo Oddone

rima di preparare una carbonaia il boscaiolo invitava gli Agenti della Forestale a recarsi sul posto prescelto per stabilire se gli alberi del bosco erano maturi e quindi effettuarne il taglio che avviene in genere quando gli alberi dormono, quindi in autunno, inverno e primavera. Tutti gli alberi andavano bene per produrre carbone. Questo lavoro si effettuava per necessit economiche, ma anche per dovere verso il bosco. Quando il bosco vecchio bisogna tagliarlo, cos si rinnova. Ottenuta lautorizzazione il boscaiolo dapprima costruiva una piccola capanna per ripararsi dalle intemperie e riposare durante la notte, poich il lavoro sarebbe stato lungo, faticoso e impegnativo. Il bosco era spesso lontano da casa e non si poteva partire presto di mattino e ritornare la sera, soprattutto non si poteva abbandonare la carbonaia accesa. Si procedeva quindi al taglio, avendo cura di lasciare intatte le riserve, cio le piante piccole che sarebbero cresciute e maturate a loro volta. Dopo il taglio e con la ripulitura dai rami e dalle eventuali foglie, il boscaiolo preparava i tronchi della lunghezza di un metro circa, e preparava nel bosco uno spiazzo rotondo,
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-48cuocere lentamente. Se cos non fosse avvenuto, invece di carbone si sarebbe ricavata cenere! A poca distanza si accendeva quindi un focherello per ottenere brace che si introduceva dallalto nel camino, alimentandola alloccorrenza, con i pezzi di legna, ibocconi, gi preparati. Il fuoco generato dalla brace iniziava a bruciare dal basso verso lalto i bocconi introdotti, e solo questi, per un giorno circa, quindi il fuoco scendeva nel camino e dava inizio alla cottura della carbonaia, operazione che durava circa sei-otto giorni. Per portare a buon fine la preparazione e la cottura di una carbonaia, si doveva essere molto pratici, conoscere la qualit del legno usato, pronti a dare pi o meno tiraggio al camino tramite una zolla posta in cima al camino stesso, aprire o chiudere buchi fatti con un bastone a seconda se laria era umida o secca, o per il passaggio di un temporale poteva succedere che la carbonaia bruciasse completamente se non fossero stati presi provvedimenti tempestivi. Terminata la cottura il carbonaio, usando gli attrezzi necessari, cominciava ad estrarre il carbone ancora caldissimo e a volte bastavano braci nascoste per causare un incendio al carbone gi estratto. Si tenevano a portata di mano alcuni recipienti con acqua presa dai ruscelli per spegnerlo subito. Il pericolo era elevato anche dopo un giorno dallestrazione per il profumo della carbonaia era inconfondibile e unico, si sentiva a Km di distanza. Terminata lestrazione, il carbonaio con occhio esperto, gi valutava lesito del suo lavoro: il carbone ben cotto doveva essere a pezzi ben grandi e interi. Tale valutazione era fatta anche dallacquirente. Il carbone era quindi messo in sacchi chiusi in senso orizzontale e cuciti con spago speciale, i sacchi trasportati vicino alla strada, caricati su slitte, carri trainati da animali o a dorso di mulo poi con il camion fino al deposito in magazzino. Il carbone cos ottenuto serviva per far funzionare i treni, le navi, ed occorreva in tutte le case, cerano le stufe, i fornellii fabbri, per la forgia del ferro usavano il carbone vegetale, non il carbone fossile. Molti uomini erano esonerati dal partire per la guerra e preparavano il carbone per lo Stato, per i mezzi di trasporto delle truppe, per tutte le esigenze belliche. Terminata la guerra, era un lavoro importante per le nostre vallate: cera chi lo faceva per mestiere o chi lo faceva per accudire al suo bosco e rinnovarlo ed ottenere il carbone per uso personale. Quando eravamo piccoli noi, non cera il
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riscaldamento moderno: in cucina cera la stufa o il camino, grande, accogliente, nei letti si metteva il prete oppure un mattone caldo avvolto in un indumento vecchio ma di lana. In casa eravamo otto figli e con pap e mamma abitavamo in Mereta, andavamo a scuola a Mereta, poich con famiglie cos numerose gli alunni erano tanti. Noi eravamo 37 in una pluriclasse con un maestro che era diventato tale in Africa, per quello che so me lha insegnato lui, forse non tanto a leggere a scrivere, ma a ragionare e soprattutto il comportamento. Quando si tornava da scuola, fatti i compiti, si giocava, ma i pi grandicelli, sette, otto anni, aiutavano a fare qualcosa, andavano con mio pap nella stalla ad accudire gli animali: quattro, cinque mucche per il latte e i vitelli. Allora il latte era lalimento base. Poi cerano altri animali da cortile, galline e conigli. Le bambine pi grandi badavano ai pi piccoli, imparavano a lavorare a maglia o facevano i piccoli servizi di casa. A sera si lavorava o si leggeva al chiaro del lume a petrolio e con questo si andava dappertutto quando era buio, era allora lunica fonte di illuminazione. Durante le feste di paese ricordo il gioco delle bocce, il tiro alla fune, lalbero della cuccagna, la corsa nel sacco, la corsa con luovo nel cucchiaino . La festa patronale era il 19 giugno. Si ricordavano San Gervasio e San Protasio (patroni di Mereta), cera poi la festa di Calizzano , il 2 luglio, La Madonna delle Grazie. I giochi erano pi o meno gli stessi gi citati, ma anche pallone elastico e corse in bicicletta. GS
Testimonianza raccolta da uno degli ultimi boscaioli. I fatti si svolgevano in una delle frazioni di Calizzano

Una delle scale tipiche usate un tempo in un vicoletto di una delle frazioni di Calizzano foto/grafica di Enrico Pelos LUGLIO - DICEMBRE 2007

-50l 14 novembre la IGenova, Pierleone2007, presso teBiblioteca Lercari di Villa Imperiale a Massajoli ha delle Alpi Marittime, con la pubblicazione di Lincroyable odysse dHenri (Enrico) Sappia, cospiratore nizzardo e agente segreto sotto il II Impero, editore Wallada, 31 boul. Collomp, 8330 Draguignan, Var, Francia. La figura complessa del Sappia ha incuriosito Mauviel che ha fatto un lungo soggiorno di ricerca nel Mezzogiorno, per scoprirne le tracce.
...

nuto una conversazione dal titolo Liguri a contatto della lingua doc cui seguito lintervento di Guido Zavanone con una lettura di poesie provenzali . Il tutto nellambito delle manifestazioni indette dalla rivista letteraria Nuovo Contrappunti di Genova.

a P asseggiate di Ponente un bel libro

escursioni ed itinerari, - molti concernenti i monti liguri scritto e fotografato da Gian Carlo Ascoli e F e r d i n a n d a Fantini, di Ceriale per la Blu ed. di Torino
Peagna: Set. 2007. La foto di gruppo dei premiati con il prof. Gallea (sec. da sin.) ed il Sindaco di Ceriale e Pres. della Com. Montana Dott. Piero Revetria (ult. a destra) fotografia di Gian Carlo Ascoli

e.p. il 21/11/2007, nella sala AGenova,Biblioteca deldott.Ronzitti, della Consiglio Regionale della Liguria, il

(Sv) si chiusa APeagna di Ceriale26 varieespresil 2 settembre la edizione del LIBRO DI PEAGNA, con

sioni culturali: proiezioni di films a tema ligure, a cura di Beppe Rizzo, personaggi e famiglie di Liguria, enogastronomia ligure, ambiente e geografia, musica e cantautori di Liguria, Liguri nel mondo, arte di Liguria. Nel corso dellultima serata sono stati consegnati premi Anthia. AURICE MAUVIEL, nostro collaboratore della Normandia, ci annuncia la prossima uscita del suo volume GARIBALDI ET NICE (editore Giuseppe Monsegrati). Ricordiamo che di Mauviel abbiamo gi pubblicato alcuni saggi: sul n.37 e sul n.38 (2002) La letteratura di lingua italiana nellantica Contea di Nizza, dallannessione alla I Guerra Mondiale; sul n.39 (2003) Il brigasco Giuseppe Beghelli ; sul n.40 (2003). La letteratura ecc ..(come sopra) La parte delle donne; sul n.45 (2006) Briga contro Triora, Mondov e Cuneo. Mauviel poi autore di un numero imponente di saggi di etnologia, storia e sociologia. Da alcuni anni si appassionato alla storia
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presidente del Consiglio stesso, ha consegnato a CLAUDIO G.FAVA il premio della Dante Alighieri e della Regione, per la lunga carriera come critico cinematografico, giornalista e organizzatore della RAI. Il dott.Fava ha fatto seguire una conversazione brillante come il suo stile, anche in difesa della buona lingua italiana. S AT O N L FAR S O CIDEII SLA AN A E DES AMIS CRCHE (Presepi) presenta il 16 dicembre 2007 a Saorge la giornata inaugurale di una serie di manifestazioni che coinvolgono tutti i paesi della Val Roya. Dal 16 dicembre al 6 gennaio i cinque paesi (Breil-sur-Roya, Saorge, Fontan, Tenda, Briga) rivivono il Natale con pi di 300 Presepi.
LUGLIO - DICEMBRE 2007

Carnino Superiore foto di Enrico Pelos

Tenda - Uno dei Forti disegno di Etta Lanza

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GENNAIO - GIUGNO 2008

Rivista etno-antropologica e linguistica delle culture delle Alpi Liguri-Marittime Via F.D. Guerrazzi 14/14 16146 Genova Tel. 010 362.1829 e-mail: massajoli@alice.it pelos@village.it Autorizzazione Tribunale di Genova 12/9/83 n. 26 Spedizione in abbonamento postale - Tariffa regime libero: Poste italiane S.p.A.-Spedizione in Abbonamento postale - 70% - DCB Genova

R N DIGRA
Il Nido dAquila

Rivista etno-antropologica e linguistica delle culture delle Alpi Liguri-Marittime e delle altre Culture alpine e montane

CONSIGLIO DI REDAZION E
Pierleone Massajoli Roberto Moriani E n r i c o Pe l o s Alberto Casella Maria A. Beringheli Paola Boschieri Guido Ferretti M a r i n a Tr a n c h i n a Giorgio Casanova
direttore responsabile vice-direttore vice-direttore (grafica informatica) assistente di redazione antropologa culturale, Genova antropologa culturale, Genova ricercatore storico, Genova antropologa culturale, Imperia storico, Genova

SOMMARIO
Pag. 3 Tra streghe, fate, eremiti e saraceni grotte storiche e leggendar ie nelle montagne liguri di Giorgio Casanova Pag. 18 Parco Naturale delle Alpi Liguri di Patrizia Gavagnin Pag. 24 Gec. Gloss. Etimologico Comparato di Pierleone Massajoli Pag. 25 Oltre mille anni di caccia alle streghe di Luigi Felolo Pag. 28 Etnografia del Pellegrinagggio Ligure di Cristina Sala Pag. 41 Limonte un progetto del nordovest di di Pierleone Massajoli Pag. 43 Viaggio nelle parole: la coma di Didier Lanteri Pag. 44 La neve in Val dAveto, espressioni dialettali e vecchi ricordi di Sandro Sbarbaro Pag. 46 Transumanza in Val dAveto fotografie di F. Massajoli e A. Perini Pag. 48 Il fiume Aveto di Massimo Brizzolara Pag. 52 una pittrice di Liguria Aurora Bafico Ferrari di Enrico Pelos Pag. 54 Letture Recensioni Note Eventi G e n s
L i G u s t i c a - a s s . L i G u r i n e L m o n d o , a L e p o , G. u G o , G. o z e n d a , a. G u a s o n i , G. c a s a n ova , B r i G a , r e c c o , c e n t ro tra d i z i o n i r e G ., c o n s u L t a e d.B.L., .L. L a n t e r i : F ra n c e s i s m i . - d i pLm

CONSULENTI SCIENTIFICI
Giulia Petracco Sicardi Annibale Salsa
consulente area linguistica-dialettale consulente area scientifica socio-antropologica

Rivista semestrale - n.49 Gen-Lug. 2008 - ANNO XXVI Autorizzazione Tribunale di Genova n.26/83 Direttore responsabile: Pierleone Massajoli Editore: Centro Studi IL NIDO DAQUILA Tel.:0103621829 Aderente alla Consulta Ligure

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Etta Lanza
Saug

Aurora Bafico Ferrari


Villanova dAlbenga

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Pierleone Massajoli Cristina Sala Matteo Vinzoni/ elab. Sandro Sbarbaro Aurora Bafico Ferrari Etta Lanza Giorgio Casanova Francesca Massajoli Pierleone Massajoli Enrico Pelos Alessandro Perini Sandro Sbarbaro

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Fotografie

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La rivista ammessa ai contributi di legge delle province di Cuneo, Imperia e Genova, che si ringraziano vivamente.
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Leditore d il consenso a riportare - su pubblicazioni, siti web o altri media non di tipo commerciale - testi, fotografie o parti di esso purch si citi lautore dellarticolo, del disegno o della foto e la fonte. Rivista chiusa in redazione il 20 Giugno 2008
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PARCO NATURALE DELLE ALPI LIGURI


di Patrizia Gavagnin

Alpi Liguri, panorama della maestosa balconata del Monte Saccarello vista da Triora - Fotografia Enrico Pelos

Parco Naturale Alpi I lmese di ottobredelle nello Liguri divenuto una realt scorso 2007 dopo un percorso di proposte e progetti durato pi di trenta anni. Vorrei provare a sintetizzare quali sono le peculiarit naturalistiche di questarea sulla base di quanto emerso dai numerosi studi effettuati sullargomento, ne citer alcuni a titolo desempio senza voler mancare di rispetto a molti altri autorevoli studiosi. La ricchezza e la diversit delle specie faunistiche e floristiche, il fenomeno della compenetrazione degli orizzonti ecologici per cui si passa in un breve spazio da un ambiente mediterraneo ad uno alpino e la presenza in uno stesso ambiente di specie appartenenti alluno e allaltro orizzonte viene descritta e messa in risalto da numerosi lavori effettuati in particolare dallUniversit di Genova. Gi nellanno 1975 si suggeriva di destinare a Riserva larea alpina ligure, con il nome di Riserva Naturale Generale delle Alpi Liguri, attribuendole una priorit per il valoR Ni dAiguRA N.Ro 49

re naturalistico intrinseco nellambito di un insieme di Riserve proposte per la Regione Liguria. (1) La distribuzione della vegetazione nei diversi piani altitudinali ha costituito un campo di indagine particolarmente approfondito dai botanici dellUniversit di Montpellier (2). Un altro significativo lavoro lindagine attuata da Augusto VignaTaglianti dellUniversit di Roma La Sapienza, nel corso dello studio naturalistico svolto nellambito del Disegno di legge regionale n.40/77 volto a descrivere le caratteristiche delle aree liguri da destinare ad area protetta (3). Grazie a questa ricerca stato individuato un notevole numero di specie endemiche di invertebrati proprie dellareale delle Alpi Liguri. Non vanno poi dimenticati i contributi forniti dallanalisi della storia geologica del territorio e dei substrati litologici che costituiscono il fondamento delle comunit animali e vegetali, che vi sono insediate. (4) Il nuovo Parco interessa il versante ligure della catena alpina, ma le Alpi Liguri fanno parte di un settore molto pi vasto della catena
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Parco naturale Delle alPi liguri

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Pat r i Z i a g ava g n i n

del territorio che vede la presenza di cime elevate in prossimit della fascia costiera, ci crea microambienti a condizioni climatiche diverse in aree limitrofe. Durante le glaciazioni del Quaternario queste aree c o s ti tu i r o n o un rifugio per molte specie, in Alpi Liguri, Montegrosso Pian Latte dal tratto dellAlta Via dei Monti Liguri che porta al s p e c i a l Monte Front e al Monte Saccarello - Fotografia Enrico Pelos modo per gli insetti, consentendo la loro sopravvivenza. la Sardegna da un lato e il litorale Linnalzamento delle temperature ligure-provenzale dallaltro giustifica dei periodi interglaciali permise l la presenza di altre specie come il intensa ricolonizzazione di molte tarantolino. nicchie ecologiche , favorendo la frammentazione e lisolamento genetico con la conseguente evoluzioLE ALPI LIGURI: UN AMBIENTE ne di nuove forme endemiche. DAVVERO SPECIALE. La significativit degli endemismi, che sono presenti nelle Alpi Liguri e La flora ligure presenta una notediffusi in egual misura tra la flora e vole variet di aspetti e una grande gli invertebrati, legata anche al ricchezza di specie. Tra i fattori che gran numero di questi se considerahanno concorso a determinare queti in rapporto allunit di superficie. ste caratteristiche sono da ricordare La presenza di un alto numero di la posizione geografica, il clima, la entit di interesse biogeografico, tra conformazione geologica e litologigli invertebrati, i vertebrati, in partica, lorografia e lidrografia dei vercolare rettili e anfibi, e la flora trova santi e lesposizione a sud delle coinvece spiegazione nella storia ste. Contrapposta alla fascia costiedellevoluzione geologica della rera dove la vegetazione e la flora (o gione e nei collegamenti continentaalmeno ci che rimasto) hanno li con le altre terre emerse. La difcaratteristiche mediterranee, quella fusione geografica di alcune specie montana ospita specie floristiche di rettili e anfibi, cos come di insetspesso nettamente diverse, ecologiti e molluschi, tutte specie dotate di camente di tipo medio-europeo e louna limitata vagilit e capacit di calmente alpino e subalpino. spostamento, rivela infatti lesistenSui versanti montani, a seconda za di antichi collegamenti continendellorientazione, le temperature tali tra il nord-Africa, la Penisola sono pi basse e le precipitazioni Iberica, la Francia meridionale e, maggiori di quelle costiere, le quote appunto, la Liguria occidentale. poi raggiungono e a volte superano Sempre tra i rettili lesistenza di i 2000 m di altitudine. Questo crea diversi collegamenti tra la Corsica e una moltitudine di microambienti diR Ni dAiguRA N.Ro 49 gENNAio - giugNo 2008

Parco naturale Delle alPi liguri

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Pat r i Z i a g ava g n i n

livello europeo. Da ricordare il Barbastello, Barbastella barbastellus, un pipistrello forestale descritto in Val Tanarello. Unaltra citazione speciale merita il Topo selvatico alpino, Apodemus alpicola, di cui in Italia si conoscono solo tre stazioni: a Collardente, in Valle dAosta e in Trentino Alto Adige. Lavifauna rappresentata da una grande variet di specie, di ambiente forestale e di prate- Negozio di vendita del pregiato vino Rossese tipico di queste zone delle Alpi ria aperta, nidifican- Liguri Fotografia Enrico Pelos te e svernante. Tra queste molte sono descritte nellAllegato I della Direttiva NOTE Uccelli 79/409/CE, come laquila, il (1) Arillo A., Balletto E., Cagnolaro L., Orsino gufo reale, la civetta capogrosso, il F., 1975 - Proposte di riserve naturali in gracchio corallino, la coturnice le Liguria. Individuazione delle aree di maggior Alpi Liguri sono infatti sede di una interesse faunistico, floristico e vegetazionadelle due Zone di Conservazione le. Atti V Simposio Naz. Conservazione della Speciale, Z.P.S., che lUnione Natura. Bari. Europea ha previsto per la conser(2) Barbero M., Bono G., Ozenda P., 1970 vazione dellavifauna. (7) Sur les groupements vgtaux en limite daiSe gli endemismi sono diffusi tra re dans les Alpes Maritimes et Ligures. Bull. gli Insetti e i vegetali, le specie di Soc.Bot. France, 117 (9) : 593-608 . interesse biogeografico sono ben Ozenda P., 1950 Elments gographiques et rappresentate anche nella fauna endmisme dans la flore des Alpes Maritimes omeoterma, con entit a limite di et Ligures. Bull. Soc.Bot. Fr., 97, 141-156. areale alpino come il camoscio, il (3) Augusto Vigna-Taglianti & Marco gallo forcello o la lepre alpina e A.Bologna Studi o naturalistico in: Comitato mediterraneo, come locchiocotto e di Proposta per il Parco delle Alpi Liguri la magnanina, due piccoli Silvidi. Sommario studi ed elaborazioni. Particolare interesse biogeografi(4) per una sintesi dei lavori: Comitato di proco riveste anche il gatto selvatico, posta per il Parco delle Alpi Liguri Sommario Felis s. silvestris, dato che lareale studi ed elaborazioni. descritto nella Liguria occidentale (5) Mdail F., Quzel P., 1999 Biodiversity fortemente disgiunto da quello apHotspots in the Mediterranean Basin: setting penninico e quello delle Alpi global conservation priorities. Conservation Orientali. Biology, Volume 13, 6 December 1999 Pages Quanto ho cercato di esporre fin qua solo una sintesi, limitata ed incompleta, della ricchezza di orizzonti che le Alpi liguri presentano e che, se ben conservato, valorizzato e gestito, pu essere una fonte di salvaguardia della montagna e di sviluppo economico per quanti la abitano.
Patrizia Gavagnin
1510-1513. (6) Direttiva del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. (Direttiva Habitat 92/43/CEE recepita in Italia dal D.P.R. n. 357/1997 del 8 settembre 1997. (7) Direttiva del Consiglio del 2 aprile 1979 n. 409 concernente la conservazione degli Uccelli selvatici. (Recepita in Italia dal D.P.R. 357/1997 e in-

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etnograFia Pellegrinaggio ligure

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criStina Sal a

Genova, il Santuario della Madonna della Guardia, il genovesi - Fotografia Enrico Pelos

impressi i segni della Passione. Il corteo, procedendo a ritmo del tamburo, oltrepassa il borgo e raggiunge una radura. Su unaltura appare allimprovviso, illuminato da una luce intensa, il Cristo crocifisso tra gli ulivi. Alcuni membri della confraternita raggiungono il luogo della crocifissione e, aiutandosi con una scala, schiodano il Cristo (una statua con braccia snodabili), lo sistemano nel lenzuolo e dopo aver percorso un breve sentiero lo depongono nella lettiga. La processione riprende la strada verso la parrocchia. Tornati in chiesa, dopo aver recitato alcuni brani della Passione, i fedeli si dispongono in fila per baciare il Cristo Morto posto sullaltare. Con due bastoni incrociati le guardie addette alla vigilanza del catafalco invitano i fedeli ad attendere il proprio turno. Alluscita, nellatrio della chiesa, vengono poste due grosse ceste di pane. Al termine della funzione un membro della Confraternita consegna ad ogni fedele una pagnotta sulla quale impresso il segno della croce. Nelle storie di fondazione di molti centri devozionali della diocesi di SavonaNoli, emerge un legame stretto tra le vicende storiche e sociali e la piet mariana. Il santuario di Nostra Signora della Misericordia a Savona, eretto tra il 1536 e il 1540 in seguito allapparizione della Beata Vergine al contadino Antonio Botta, un luogo di culto la cui storia religiosa si intrecciata agli eventi
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storici della citt di Savona. Nel 1528 Genova aveva aggredito la citt e ne aveva interrato il porto, privandola della principale risorsa economica. Le parole attribuite alla Vergine, Misericordia, non giustizia, aiutarono la citt di Savona a ritrovare la dignit e la forza per rinascere allinsegna della misericordia. Ancor oggi in occasione dellanniversario annuale dellapparizione, il 18 marzo, i savonesi si recano in pellegrinaggio al santuaSantuario dei rio. Il culto della Madonna della Misericordia di Savona ha oltrepassato non solo i confini della diocesi di SavonaNoli, ma anche i confini della regione ecclesiastica ligure: a Valmala, in provincia di Cuneo, nella diocesi di Saluzzo appartenente alla regione ecclesiastica piemontese, stato eretto un santuario dedicato a Nostra Signora della Misericordia di Savona. La citt di Savona inoltre teatro di un manifestazione religiosa alla quale i savonesi sono particolarmente legati. Ogni due anni, lungo le vie cittadine, si svolge la spettacolare processione del Venerd Santo, un evento che riunisce tutti gli abitanti della citt e che mette in luce la complessa vita religiosa e sociale delle confraternite di Savona. Le casse in legno, di notevole pregio artistico, che vengono portate in processione lungo le vie cittadine rappresentano i Misteri della Passione di Cristo. La processione, che ancor oggi regolata dalle disposizioni dellOttocento, parte dalla cattedrale alle nove di sera. La Croce della Passione, preceduta dal rullio dei tamburi listati a lutto, apre il corteo che viene invece chiuso dallArca della Santa Croce, un frammento del legno, chiuso in una teca dargento, sul quale Ges fu crocifisso. Il trasporto delle casse oggi affidato a chi ne fa richiesta, per conto proprio o di una categoria di lavoratori (ferrovieri, portuali). Negli anni Cinquanta del secolo
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IL FIUME AVETO
di Massimo Brizzolara

Il fiume Aveto incontra il fiume Trebbia - Fotografia Enrico Pelos

Questo il primo articolo che M.B. pubblica sulla nostra rivista. Grande conoscitore ed amante della terra Avetana ama raccontarne gi avvenimenti storici, geografici e sociali con un acume pervaso talvolta da una benevole ironia che li rende meno seriosi e pi interessanti. I suoi scritti sono pubblicati anche su alcune testate on-line.

L ineluttabile destino di qualsiasi fiume, grande o piccolo che sia, quello di portare le proprie acque,

direttamente o indirettamente in mare. Ma c modo e modo. E non avrei tentato di usurpare la meritata fama del capitano francese Jacques de Chabannes, signore di La Palice, se il corso dellAveto, non mi avesse suggerito questo banale spunto introduttivo. Daltronde come interpretare un rigagnolo che nasce in localit Acquapendente, sul monte Caucaso, e invece di raggiungere facilmente il Mar Ligure percorrendo i pochi chilometri che li separano, decide di
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svoltare a sinistra e percorrere una sessantina di chilometri per gettarsi infine nel Trebbia e attraverso il Po, finire nellAdriatico? Forse voleva semplicemente insegnarci che le decisioni facili e scontate, non sempre si rivelano le pi giuste. Infatti la scelta apparentemente illogica, gli consente di attraversare una delle pi belle valli dellAppennino Ligure, che convenzionalmente prende il nome, proprio dal suo idronimo. Dico convenzionalmente, perch ritengo che la sua influenza nellantropologia e nelletnografia avetana, non essendo particolarmente significativa, non giustificherebbe la scelta. Mi spiego meglio. Se osserviamo il corso del torrente, appare subito evidente che eccezion fatta per la tratta iniziale Villa Sbarbari - Molini, lAveto attraversa pochissimi centri abitati. E se lambisce Rezzoaglio, scorre ben lontano da S. Stefano e dalla maggior parte delle frazioni della valle. Questo ha inevitabilmente comgENNAio - giugNo 2008

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UNA PITTRICE DI LIGURIA Aurora Bafico Ferrari

Dolceacqua

Conscente

na tenuUSalainteressante mostra si Berio. ta, dal 25 marzo al 1 aprile 2008, alla Mostre della Biblioteca La pittrice Aurora Bafico Ferrari ha esposto i quadri de lAntico Acquedotto di Genova, presentando anche il bel catalogo a colori con fotografie ed a cura di Stefano Calandriello, stampato per loccasione dai tipi del Sorriso Francescano. Lautrice ha voluto portare, con i suoi paesaggi dinsieme e particolari, pieni di luce e colore, giochi di luce e per-

corsi visivi, lattenzione - e sopratutto lo stimolo a percorrerlo - su questo itinerario che in gran parte sconosciuto, curiosamente, anche agli stessi genovesi. I quadri illustrano, con molte vedute belle e suggestive, il tracciato dalla localit denominata La Presa, dove scende il fiume Bisagno, fino alla Fontana dei Cannoni nel centro di Genova. Linsieme di canali e ponti, alcuni alti anche 100m ma in molti tratti percorribili agevolmente ed immersi nella natura boschiva alle spalle della citt,

La pittrice Aurora Bafico con alcuni dei suoi quadri della mostra sullAcquedotto Storico Genovese fotografia Enrico Pelos

Genova, uno dei tratti pi suggestivi lungo il percorso dellAcquedotto S. G., sullo sfondo il monte con il Forte Diamante foto Enrico Pelos

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gENNAio - giugNo 2008

53 sono unimportante opera di ingegneria idraulica iniziata nel 1600 con lo scopo di portare lacqua alla citta ed al porto di Genova. Lautrice, genovese, ha al suo attivo anche mostre importanti che hanno riguardato lintera regione ed in una: Liguria... la mia terra ha esposto molti panorami e scorci dei borghi, montani e marini, tra i pi interessanti della Liguria, molti dei quali sono oggi considerati tra i pi belli dItalia.
Enrico Pelos

Rocchetta Nervina

Cisano sul Neva

Dolceacqua R Ni dAiguRA N.Ro 49

Castelvecchio di Rocca Barbena gENNAio - giugNo 2008

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LuGLio - Dicembre 2008

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Pierleone massajoli roberto moriani e n r i c o Pe l o s maria A. beringheli Paola boschieri Giorgio casanova Guido Ferretti m a r i n a Tr a n c h i n a
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SOMMARIO N.ro 50
Pag. 5 IntervIsta con rIno allarIa sul Parco alPI lIgurI
di Pierleone Massajoli Pag. 10 Nomi delle piante nelle A.L.M. di Werner Forner Pag. 16 Il Brigasco Giuseppe Beghelli di Annita Garibaldi Jallet (Maurice Mauviel) Pag. 19 Il Cian da Madona a Viozene di Roberto Moriani Pag. 27 Transumanza dei Pastori di Limone di Caterina Bottero Marro Pag. 33 La vita negli alpeggi di Caterina Bottero Marro Pag. 36 Fotografie della vita alpestre a Limone P. di Jacques Bellone e Vanda Chiappero Pag. 39 Le espressioni dialettali avetane di Sandro Sbarbaro Pag. 41 I Popoli della lingua doc di (recensione) Luigi Felolo Pag. 44 Il Sito della rivista R Ni dAigura al 50o di Enrico Pelos Pag. 46 Letture Recensioni Note Eventi A l l A r i A PArco AlPi liguri, Diz. AmericA lAtinA, SAPPiA, lim o n t e , F A l A b r i n o , c A l A n D r i , D i z . it-oc, l A n t e r i , P e z zo n i , m A S S o n , Q u o t A z e r o , 35 o c o n S u l t A l i g u re , P e A g n A , S P A z i o trA n S F ro n t A l i e ro - D i Plm e eP

Pag. 3 E uscito il G.E.C. Glos. Etn. Comp. di Pierleone Massajoli

CONSULENTI SCIENTIFICI
Giulia Petracco Sicardi Annibale Salsa
consulente area linguistica-dialettale consulente area scientifica socio-antropologica

rivista semestrale - n.49 Gen-Lug. 2008 - ANNo XXVi Autorizzazione Tribunale di Genova n.26/83 Direttore responsabile: Pierleone massajoli editore: centro Studi iL NiDo DAQuiLA Tel.:0103621829 Aderente alla consulta Ligure

sito http://www.rnidaigura.it e-mail info@rnidaigura.it massajoli@alice.it pelos@village.it


Spedizione in abbon. postale / Art.2 Legge 662/96 Dir. com. Genova, Tassa Pagata - Taxe perue Stampata dalla ScuoLA TiPoGrAFicA del: SorriSo FrANceScANo, Genova, Via riboli 20
Soci/Abbonati Italia per persone fisiche: Soci/Abbon. Europa, per persone fisiche: Biblioteche, Regioni, Comuni, Ist. Universitari: Socio sostenitore: Numero sciolto: Numeri speciali 39 e 43:

CONTRIBUTI
copertina ultima di copertina cartine Disegni Fotografie

Etta Lanza
Breil

Etta Lanza Pierleone Massajoli Roberto Moriani Aurora Bafico Ferrari Etta Lanza Giancarlo Ascoli Jacques Bellone Vanda Chiappero Francesca Massajoli Pierleone Massajoli Roberto Moriani Enrico Pelos

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La rivista ammessa ai contributi di legge delle province di Cuneo, Imperia e Genova, che si ringraziano vivamente.
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Leditore d il consenso a riportare - su pubblicazioni, siti web o altri media non di tipo commerciale testi, fotografie o parti di esso purch si citi lautore dellarticolo, del disegno o della foto e la fonte. rivista chiusa in redazione il 20 Novembre 2008
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iNTerViSTA coN riNo ALLAriA A ProPoSiTo DeL PArco reGioNALe DeLLe ALPi LiGuri
di Pierleone massajoli

Alpi Liguri - Fotografia Enrico Pelos

Caro c giunta M assajoli: della Allaria,nomina a notizia tua Consigliere anziano del Parco

Regionale delle Alpi Liguri. Questa nomina premia la tua pluridecennale attivit a favore, diciamo cos, delle Alpi nel suo duplice aspetto di frequentazione alpinistica e di conoscenza scientifica (e cio naturalistica, storica e antropologica). Daltra parte da molti anni tu svolgi unattivit specifica nellambito del CLUB ALPINO ITALIANO, di cui sei adesso Consigliere Regionale per la Liguria ed in molti altri incarichi. A noi del NIDO DAQUILA fa particolarmente piacere perch fin dal 1984 abbiamo sostenuto che la conoscenza e la tutela del settore alpino non avrebbero dovuto essere solamente una percorrenza sportiva ma doveva estendersi allambito di tutta la cultura alpina, ivi compresa assolutamente la conoscenza del patrimonio agro-silvo-pastorale e delle sue manifestazioni sul terreno e la sua tutela. Allaria: la Regione Liguria mi ha inserito nellattuale Consiglio del Parco accogliendo la proposta avanzata dalla Presidenza Regionale del CAI, in utilizzo della quota assegnata dalla Legge Regionale istitutiva dellEnte Parco alle associazioni ambientaliste, categoria nella quale il CAI
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primeggia per scienza ed attivit dalla sua fondazione, sin dal lontano 1863. Tu fai accenno alla mia esperienza maturata da lungo tempo che posso quantificarti in oltre nove lustri in questo sodalizio, che nel primo articolo del suo Statuto Sociale proclama: Il Club Alpino Italiano ha per iscopo lalpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane e la difesa del loro ambiente naturale. Come vedi, dopo 145 anni lassunto mantiene appieno la sua attualit e si colloca in perfetta sintonia con i principi che hanno ispirato la creazione della nuova struttura. Circa lattivit da me svolta e la conseguente esperienza maturata in questi anni, posso risponderti che dal momento della chiusura del mio impegno professionale nel 1988, quindi in questi ultimi ventanni, ho prestato la mia opera nel CAI principalmente nel settore dellescursionismo, tra cui sei anni nella specifica commissione delle tre regioni Liguria, Piemonte e Valle dAosta e sei in quella Nazionale, sempre col delicato incarico di Segretario-Tesoriere. Molto interessante stata anche lattivit internazionale col Club Alpin Franais di Nizza ed il Club Alpin
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9 veramente indilazionabile e cosa invece dovr svolgersi con piani a pi lunga programmazione, il tutto sempre sotto la spada di Damocle della limitatezza delle risorse. Dammi il tempo di guardarmi in giro, sentire i colleghi della squadra perch in tale contesto mi sento inserito e, se vuoi, possiamo risentirci tra qualche tempo, per parlare con cognizione di causa di tutto il problema. Per ora siamo ancora presi in questioni procedurali, pensa che dobbiamo darci uno statuto che sar il binario entro il quale operare, non esiste ancora un organico, quindi, dammi tempo... Massajoli: Chiudo qui questa breve intervista, assicurandovi la nostra osservazione costante su quanto farete. Sar unosservazione benevola; ma se fosse necessario, non vi mancher una nostra critica costruttiva, per difendere il parco dagli sparpagliatori di sacchetti di carta e anche dai parcolatri eccessivi. Allaria: Quando andavo a scuola avevo due comportamenti diversi di fronte alle interrogazioni dei professori: speravo di essere interrogato quando la materia mi piaceva, e mi facevo piccolo piccolo quando mi era ostica; questa materia mi piace, quindi... Consentimi un post scriptum: complimenti per il neologismo sugli idolatri del Parco; un politico molto in auge nei primi decenni del secolo scorso diceva che lestremismo era la malattia infantile della sua ideologia; il tutto accadeva una novantina danni or sono; oggi abbiamo i talebani di tutte le cause, irrimediabili integralisti in ogni questione che confronti il sentimento con la ragione. Credo che il buon senso ci fornir i mezzi per tenerli bene a bada.
Pierleone Massajoli

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40 A volte le famiglie della Fontanabuona davano in cambio dellaffido, o a corredo, quel poco di vino agro che riuscivano a produrre faticando duramente fra i filari. Ma A FRICCIO, che negli Statuti di Santo Stefano (dAveto) resa con lespressione: Anchora che li bestiami chi fusseno menati ad pasculare o sia ad frighio supra lo teritorio de la vale de Aveto, potrebbe pi correttamente voler dire A PASTURA. Indi FRICCIO derivar da FREGARE dal latino FRICARE* a. (frego,-ghi). Stropicciare, strofinare leggermente, indi la voce FREGATURA, f. *FRICATRA. Effetto e operazione dello stropicciare/ Segno lasciato dal fregare. (Cfr. Vocabolario della lingua Italiana compilato da Nicola Zingarelli, Milano 1965, pag. 583). O meglio ancora dal verbo friccicare (Cfr. Vocabolario della lingua Italiana compilato da Nicola Zingarelli, Milano 1965, pag. 586), che significa nt. (friccico,-chi). Sfriccicare, Fregare, Strofinare./ n.t. (dlt.). Muoversi leggermente. Da questultima analisi si evince che FRICCIO vuol dire lazione del pasturare che fanno le bestie al pascolo, ovvero a Friccio potrebbe voler dire semplicemente a pastura, o al pascolo. Ricordiamo che le terre dAveto furono ambite nei secoli da Signori di stati limitrofi. Vedi Alberto Fieschi di Lavagna che gi nel 1250 chiede diritto di pascolo in Val dAveto e Val Trebbia. Note: Ringrazio lamico libraio e scrittore Claudio Ceotto che alcuni anni fa mi ha fatto omaggio della copia anastatica del Vocabolario GenoveseItaliano del Casaccia, una vera miniera di informazioni per chi voglia addentrarsi sul cammino della conoscenza della lingua dei padri.
sandro sbarbaro

Lungo uno degli itinerari del Parco dellAveto alla ricerca delle sue peculiarit. Foto Enrico Pelos

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iL SiTo DeLLA riViSTA r Ni DAiGurA AL 50o


h t t p : / / w w w. r n i d a i g u r a . i t

di enrico Pelos

vostra, rivista arriL a nostra, laraggiuntoUn traguardo vata al numero 50. notevole, non da molte riviste pi famose e blasonate. Il numero 50 indica, essendo semestrale, che abbiamo raggiunto e superato i 25 anni. Il merito va innanzitutto a Pierleone Massajoli che ha sempre creduto in essa, che ha svolto ricerche importanti, che ha viaggiato e visitato, insieme con sua moglie, paesi e contrade. Infatti egli ha studiato tante culture e linguaggi, ha saputo stimolare la ricerca e la passione in tanti autori e collaboratori del passato, del presente e speriamo, del futuro. Ma non si sarebbe potuto raggiungere questo traguardo senza il contributo di voi lettori, il patrimonio pi importante di questa rivista, che ne avete permesso, con i vostri abbonaR Ni dAiguRA N.Ro 50 LugLio - dicembRe 2008

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menti e con il vostro sostegno, la pubblicazione. E anche per questa ragione, che in occasione delluscita di questo numero, abbiamo deciso, adeguandoci anche ai tempi informatici dei giorni nostri, di registrare il dominio www.rnidaigura.it e permettervi cos una consultazione anche attraverso il computer che ormai in ogni casa. NonCi in effetti era gi possibile finora ma il sito era ospitato principalmente nel portale della rivista www.liguri.net/portappenini o nel mio sito www.enricopelos.it. Da oggi invece possibile la consultazione digitando semplicemente il nome della rivista (tutto attaccato) e rendendo cos pi facile il richiamo mnemonico e la consultazione via computer sul web.

Sul sito sar possibile trovare tutte le belle copertine illustrate dai tanti bravissimi disegnatori ed artisti che hanno collaborato con noi, come Elena Pongiglione, Etta Lanza ed Aurora Bafico Ferrari ed i sommari di tutti gli articoli interessanti, molto spesso scritti da autori prestigiosi non solo in ambito ligure ma anche nazionale ed internazionale. Non citiamo nessun nome per non far torto a nessuno e perch occorrerebbero alcune pagine della rivista. Con loccasione ho aggiornato la grafica e migliorato diversi aspetti tecnici per rendere pi semplice la consultazione. Chiunque vorr inviare suggerimenti, proposte ed articoli avr sempre una risposta attenta e dedicata. Buona consultazione a tutti.
enrico Pelos

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49 DEL TURISMO , raggiunge le 430 pagine (Edizione dellAutore,Centro Editoriale Imperiese) che costituiscono uno testi non frequenti sulla storia del turismo, e che pur nella sua seriet data dallesperienza dellAutore, anche una piacevole lettura, condita com da sapidi episodi vissuti sulle spiagge, sui monti, negli alberghi. R n S ERGIO PEzzONI, socio derecendAigura da un venticinquennio, residente a Piacenza, stato temente nominato membro della Commissiona cultura del Comune di Tenda. Ci congratuliamo vivamente con lui, certi che la sua presenza vi sar ampiamente utile.

zione della della Consulta Ligure. La cerimonia si svolta nellAuditorium del Teatro della Giovent di Genova. Il Presidente della Consulta Ligure, Dr. Elmo Bazzani, ed il Prof. Gallea, - Presidente, dellAss. Amici di Peagna, una delle ass. fondatrici

23 I lstato Novembre 2008 celebrato il 35o anniversario della fonda-

ed ex presidente della Consulta hanno letto interessanti relazioni sullattivit svolta nei 35 anni. La Consulta Ligure lAssociazione che riunisce le Associazioni Liguri, che ne hanno fatto richiesta e con i requisiti necessari, che si propone la diffusione della Cultura Ligure in Liguria, per la cultura, le arti, le tradizioni e la difesa dell ambiente in Italia e nel Mondo. Un organismo nato anche per rafforzare lunit dei liguri attraverso il reciproco rispetto, lamicizia e il dialogo. La nostra rivista associata alla Consulta ed ha partecipato, con il Presidente ed alcuni soci.

Libri di Liguria 2008, la Serata Culturale a tema LIGURIA: storia e ter ritorio. Lincontro, coordinato dal Presidente dellAss. Amici di Peagna il Prof. Gallea ha visto la partecipazione del Prof. Giovanni Assereto (Universit di Genova), del Dr. Ferdinando Molteni, scrittore e Assessore alla Cultura del Comune di Savona, del Prof. Massimo Quaini, docente dellUniversit di Genova e autore di molti testi a tema geografico e del Prof. Annibale Salsa docente dellUniversit di Genova e Presidente del Club Alpino Italiano. Altre fotogra fie e notizie sul sito www.amicidipeagna.it. La fotografia di Giancarlo Ascoli.
eP
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P eagna di Ceriale ha organizzato, nellambito della Rassegna

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dEmilia travers les les absses du P rgrinations un film su Masson francese) sullecimes etdelle incisioni ruMont Bego dvd (in origini pestri del Monte Bego nella Valle delle Meraviglie. Lautrice effettua diverse escursioni ed accompagna le belle riprese con una bella fotografia completa di notizie, storia e molti dati di tipo naturalisti co, dimostrando come sia possibile fare un documentario che sia anche un piacevole film - di 55 minuti - da seguire. Sono stati suoi compagni in questa impresa: Bruno Ancel, Paul Verdier, Claude Raucker, Gilbert Bianchi, Mario Varaschini e Frank Panza. Il film dedicato alla memoria di Andr Cagnot e Loc Le Ribault. tenuto sul Caucaso Sdii(Fontanabuona) ilMonte degli apraduno annuale Quotazero, il forum passionati di montagna di ogni tipologia, et e cultura. I partecipanti provenienti, da Liguria e Piemonte, si sono incontrati proveniendo da diversi percorsi per scambiarsi esperienze e saluti nellambito della comune passione dellavventura e scoperta della montagna.

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Viozene - eP

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Rivista etno-antropologica e linguistica delle culture delle Alpi Liguri-Marittime Via F.D. Guerrazzi 14/14 16146 Genova Tel. 010 362.1829 e-mail: massajoli@alice.it enricopelos@alice.it Autorizzazione Tribunale di Genova 12/9/83 n. 26 Spedizione in abbonamento postale - Tariffa regime libero: Poste italiane S.p.A.-Spedizione in Abbonamento postale - 70% - DCB Genova

N0 51

GENNAIO - GIUGNO 2009

R N DIGRA
Il Nido dAquila

Rivista etno-antropologica e linguistica delle culture delle Alpi Liguri-Marittime e delle altre Culture alpine e montane

CONSIGLIO DI REDAZION E
Pierleone Massajoli Roberto Moriani E n r i c o Pe l o s Maria A. Beringheli Paola Boschieri Giorgio Casanova Guido Ferretti M a r i n a Tr a n c h i n a
direttore responsabile vice-direttore vice-direttore (grafica informatica) antropologa culturale, Genova antropologa culturale, Genova ricercatore storico, Genova ricercatore storico, Genova antropologa culturale, Imperia

SOMMARIO N.ro 51
Pag. 3 Il Colloquio Transfontaliero a Briga di Pierleone Massajoli Pag. 5 A Sucet da Binda di Pierleone Massajoli e Paola Boschieri con la collaborazione di Adolfo Lanteri Pag. 17 EtnomatEmatica a molini di triora di Marina Tranchina Pag. 21 Vino ad Olivetta di Paola Boschieri Pag. 26 Le Cartoline di Rainer Kriester a Giovanni Meriana a cura di Enrico Pelos Pag. 32 Italiano popolare e mondo contadino di Marco Cassioli Pag. 39 GEC Contributo Lessicale Celtico di Pierleone Massajoli Pag. 42 A Proposito del GEC Osservazioni di Jean-Luc Domenge di Draguignan Pag. 44 Residui Linguistici celtici e preindoeuropei di Luigi Felolo Pag. 46 Lo spopolamento dellAppennino Ligure di Levante. Leggende sul lupo di Sandro Sbarbaro Pag. 48 Estratti dalle opere di G. Beghelli di Maurice Mauviel Pag. 50 rtim V ia da ma caragnuna di Pierleone Massajoli Pag. 51 Letture Recensioni Note Eventi U n a s t e l e
sUl

CONSULENTI SCIENTIFICI
Giulia Petracco Sicardi Annibale Salsa
consulente area linguistica-dialettale consulente area scientifica socio-antropologica

Rivista semestrale - n.51 Gen.-Giu. 2009 - ANNO XXVII Autorizzazione Tribunale di Genova n.26/83 Direttore responsabile: Pierleone Massajoli Editore:Centro Studi IL NIDO DAQUILA Tel.:0103621829 Aderente alla Consulta Ligure

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s a c c a re l l o , a m i c i

di

P e a g n a , F. to s o , .....

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Pigna Pigna

Etta Lanza Pierleone Massajoli Aurora Bafico Ferrari Etta Lanza Rainer Kriester Roberto Moriani Paola Boschieri Pierleone Massajoli Robero Moriani Enrico Pelos Marina Tranchina

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4 Tinelli (Chambry), Mauviel (Parigi V), Thvenon, Elure (Cons.Patrimonio). Apertura del Sindaco Dr.Gastaud e di JeanBernard Lacroix, direttore degli archivi delle Alpi Marittime), chiusura di Liliane Pastorelli (di Briga, gi docente di Geografia Economica a Nizza). Otto gli italiani, uno svizzero, il resto francesi. Da notare che IL NIDO DAQUILA stata la sola associazione brigasca invitata, ed era rappresentata da Paola Boschieri (in assenza di Massajoli) che ha letto il nostro contributo, da Marina Tranchina e Alfonso Sista, da Prospero Allaria e Didier Lanteri. Inoltre Mauviel e Cassioli sono anche nostri collaboratori. La buona riuscita della manifestazione lascia sperare che essa si ripeter o a Briga o in qualche altro paese delle Meridialpi: Anche le materie di trattazione potrebbero essere ampliate. Noi auspichiamo una apertura anche al settore dialettale-linguistico.

Prof. Liliane Pastorelli

Vedute panoramiche del Monte Saccarello da Triora in due diverse interpretazioni

Fotografia di Enrico Pelos R Ni dAiguRA N.Ro 51

Disegno di Aurora Bafico geNNAio - giugNo 2009

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Adattamento grafico dal carteggio originale e fotografie a cura di Enrico Pelos I Parte

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LO SPOPOLAMENTO DELLAPPENNINO LIGURE DI LEVANTE INTORNO ALLA MET DELLOTTOCENTO E LA NASCITA DELLE LEGGENDE SUL LUPO
di Sandro Sbarbaro

Monti e boschi della Val dAveto - Foto Enrico Pelos

Ille malu virus serpentibus addidit atris praedarique lupos iussit pontumque moveri mellaque decussit foliis ignemque removit Virgilio, Georgiche-Liber Primus, 37 a.C. Quello [Giove], malefico veleno inocul ai mortali serpenti, al lupo impose di predare, ai mari di agitarsi, scosse dalle foglie il miele ed il fuoco rimosse In questa breve analisi, cercheremo di capire perch alla fine dellOttocento si stratificano nellAppennino Ligure di Levante, ed in specie nella tratta posta fra il crinale che separa la Val dAveto dalla Val Trebbia, le leggende sul lupo. Una delle cause pare sia da ricercarsi nella crisi agricola che aveva investito le campagne italiane proprio in quel periodo, col conseguente spopolamento del territorio montano e non solo. Orde di contadini validi si riversano verso le citt in cerca di unoccupazione e sempre pi spesso valicano i confini per tentare la fortuna in America. ovvio che il territorio montano, senza pi la presenza-presidio di uomini validi, viene man mano colonizzato dal lupo, che grazie agli ampi spazi creati da crescenti flussi migratori, sia stagionali che definitivi, trova lambiente ideale per insediarsi. assodato che il lupo un animale schivo, che non ama vivere in concorrenza con altri animali, in specie non ama la presenza degli umani che preR Ni dAiguRA N.Ro 51

datori al suo pari (cacciatori), o coltivatori si appropriano di grandi estensioni territoriali per svolgervi le loro funzioni, spesso in antitesi col lupo. Intorno alla prima met dellOttocento circa, si crearono le condizioni ideali per il suo stanziamento lungo i crinali dellAveto, anche se in effetti data la caccia spietata a cui fu sottoposto il suo regno non dur molto. In quel tempo, la crisi che invest le campagne le spopol degli uomini validi, che emigrarono, prima stagionalmente poi definitivamente, altrove. Una vasta estensione territoriale lungo i crinali dellAppennino ligure di Levante divenne il suo dominio. Lipotesi su riportata si basa su alcuni dati certi. Gi dalla seconda met del Settecento, e poi fino a met dellOttocento, si assiste alla migrazione stagionale dei contadini del paese di Cardenosa che si dirigono a svernare in Toscana in cerca di un lavoro, ove spesso si impiegano come segantini, o taglialegna. Quelli di Codorso, invece, si recano emigranti verso il porto di Genova. I due paesi appartengono alla Parrocchia di Priosa dAveto e sono posti presso il crinale fra Aveto e Trebbia. Pista probabilmente frequentata dal lupo in varie epoche. Si potrebbe presumere che lassenza di una folta rappresentanza di umani proprio lungo i crinali, abbia favorito in quellepoca, specie nella stagione invernale lo stanziamento del lupo, tant
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43 finition locale), 262 smntri : cimetire 263 sndriro: charrier (m) pour recueillir la cendre de la lessive 263 sso chanvre 265 srta Prov.Grasse : assouort, souort 266 pud: Prov.Oriental : la peloto 268 puvrina: Prov.Orient.,Verdon : pebroulia 269 tamgna: Isola, St.Etienne Tine: estamegno 272 trunc: branche coupe, rameau, 274 sgli Haute Valle du Var : crouis 277 gura Prov.: gourro, gourrin (Salix capraea) 282 tmpur: n prmaturment 284 trs cabane pastorale couverte dherbe ou terre 284 trmgna Tine: la teremenau; Prov.un terme, 285 trtir Tine: lou toutouire 285 tian plat gratin de terre cuite 287 traya: tige arienne souple dune plante 288 trna: cavit souterraine 288 tumbare: tombereau 295 bgh: ubac, versant de montagne orient au N. 297 vai Tine: vahil, parc mobile, enclos pour les moutons 298 vrliga Prov.: verego; Vence: verenglo 301 vnsya: Clmatite 302 vrin Prov: verin

alta Val di Vara: il Monte Castellaro visto dal Monte Dragnone. in queste localit sono state trovate molte testimonianze di popolazioni primitive forse anche di origine celtica. Scavi e datazioni sono ancora in corso di accertamenti da parte dello ISCUM (Ist. Storia Cultura Materiale) di Genova. In alto il percorso dellAlta Via dei Monti Liguri che porta al Passo del rastrello e al Passo dei Casoni Foto Enrico Pelos R Ni dAiguRA N.Ro 51 geNNAio - giugNo 2009

45 ma forse ancora nella memoria di un anziano informatore locale. Lidronimo BORBAIRA simile a quello BORBERA, affluente di destra dello Scrivia allaltezza di Serravalle e a quello DORBERA, localmente, in dialetto DURBERA, piccolo affluente di sinistra del Trebbia allaltezza di Gorreto. Nel 1999 ricevetti in regalo, dalla cinquantina di soci del Club Alpino Italiano che avevo accompagnato in Bretagna per fare delle escursioni di interesse culturale, il vocabolario bretone francese Dictionaire bretonfrancais, francaisbreton Mouladourion Hor Yez, Lesneven, 1998. In esso ho individuato dei termini utili per capire il significato di alcuni idronimi del nostro territorio e, in primis, dellidronimo BORBAIRA, usato dallAccinelli invece di Roia. Questi termini sono: bord (bort) bordo, riva; beran (be:ra) scorrere (in piccola quantit ); dour ( du:r ) acqua; pourchas (purSas) procurare , approvvigionare . ster (ste:r ) fiume affluente Il bretone una delle residue cinque lingue celtiche parlate nellEuropa occidentale, le altre sono il cornico, parlato in Cornovaglia, il gaelico, parlato in Irlanda, il gallese, parlato nel Galles, lo scozzese, parlato in Scozia ed il manx, parlato nellisola di Man. Secondo lenciclopedia Grand Larousse queste cinque lingue fanno parte del gruppo di lingue indoeuropee italo celtiche . Alla luce dei suesposti termini il significato dei seguenti idronimi sarebbe: BORBAIRA (dizione locale di Borbera ) = riva che scorre ( in piccola quantit ) ; RODOIRA (da cui per contrazione Roia ) = acqua ; DORBERA = acqua che scorre ( ) ; BORBERA = ( ) ; PROCOBERA (dizione latina di Polcevera nella Tavola di Polcevera ) = ? ( ); PURSEIVIA (dizione dialettale di ) = procura acqua (preindoeuropeo eva, eiva = acqua ) . Vedere: C. Beretta I nomi dei fiumi , dei monti, dei siti Centro Camuno di Studi Preistorici, Hoepli, Milano, 2003. In territorio piemontese e valdostano: STURA = fiume affluente; DORA = acqua. N.B. Attualmente laffluente di destra del Nervia - che bagna Rocchetta Nervina - nominato Barbaira e nel punto di confluenza del Nervia vi Ponte Barbaira. lUigi Felolo

Rocchetta Nervina- Panoramica con il ponte sul rio Barbaira Foto Enrico Pelos R Ni dAiguRA N.Ro 51 geNNAio - giugNo 2009

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Il DIrettore
a rivista, arrivata al numero 50, conteneva un mio articolo che illustrava alcune tappe trascorse insieme ai lettori. Un traguardo notevole, non raggiunto da molte riviste pi famose e blasonate. Il numero 50 indicava, essendo semestrale, che avevamo raggiunto e superato i 25 anni. E scrivevo: il merito va innanzitutto a Pierleone Massajoli che ha sempre creduto in essa, che ha svolto ricerche importanti, che ha viaggiato e visitato, insieme con sua moglie, paesi e contrade. Infatti egli ha studiato tante culture e linguaggi, ha saputo stimolare la ricerca e la passione in tanti autori e collaboratori del passato, del presente e speriamo, del futuro.

DI

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PASSEGGIATE A LEVANTE Libro fotografico-escursionistico Fotografie di Enrico Pelos Testi di Enrico Pelos Una scelta di 45 itinerari tra i molti che ho percorso nella Liguria di Levante e che vanno dalle semplici passeggiate a escursioni pi impegnative, per tutte le stagioni. Molti sono percorsi conosciuti e famosi ma sempre belli da (ri)scoprire: Golfo Paradiso, Portofino, Antola, Val dAveto, Baia delle Favole, Cinque Terre, Golfo dei Poeti etc. nomi evocativi che meritano di essere conosciuti ed esplorati ma senza fretta, tra il verde dei boschi e lazzurro del mare e dei laghi e il libro conduce in un viaggio a passo duomo alla scoperta del territorio, della natura e del paesaggio. Altri possono essere una scoperta come la cava della Valle Lagorara, lintero complesso delle fortificazioni di Genova o litinerario particolare attraverso la storia con le statue del Cimitero Monumentale di Staglieno di Genova. 192 pagine 14 x 22 cm illustrato con 283 fotografie a colori 46 cartine pubblicato nel 2011, BLU editore, Torino Vai al Sito > Vai allo Slideshow > Vai alla Galleria fotografica > Vai allArchivio fotografico > Filmato di presentazione su YouTube > FanPage su FaceBook >

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LUNGO LA VIA JULIA AUGUSTA in Liguria Libro di Ricerca di Viaggio Storico Fotografica Ambientale Fotografie di Enrico Pelos Testi di Enrico Pelos Era lungo questo sentiero che i romani camminarono per andare verso le Gallie e verso la Spagna. Aspre lotte segnarono il loro passaggio. I Liguri lottavano per la loro storia. Questo testo, le immagini e le foto raccontano di quel passaggio e delle tracce lasciate. Di ci che stato tramandato ad oggi. Il libro completo di molte fotografie e descrizioni del percorso che in alcuni tratti, come quello tra Albenga ed Alassio e a Finale nella Val Ponci rimasto molto simile allantico percorso ed una bella passeggiata tra mare e monti, paesaggio e storia. 96 pagine 15 x 23 cm illustrato con 34 fotografie a colori 10 cartine pubblicato nel 2007, LULU publishing Vai alla versione su carta > Vai alla versione e-book > FanPage su FaceBook >
Pubblicazione In Progress. Controllate al sito dellautore www.enricopelos.it al link BOOKS per aggiornamenti su eventuali ri-edizioni

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IL MULINO DI NEIRONE Libro di Ricerca di Viaggio Storico Fotografico Escursionistico Ambientale Fotografie di Enrico Pelos Testi di Enrico Pelos La storia dei mulini prende a spunto il Mulino di Neirone, ma si parla anche di quello di Roccatagliata, di Corsiglia, di Costamaglio, etc. per parlare della storia dei mulini, ad acqua, a vento o eolici... La pubblicazione - completa di fotografie anche di documenti dellepoca - concerne la storia di uno degli ultimi mulini rimasti nella Val Fontanabuona di Genova, in Liguria ed ancora con grande ruota. E situato in un bel posto in mezzo ai monti liguri con interessanti escursioni e passeggiate e trekkings quali lItinerario dei Feudi Fliscani, lAlta Via dei Monti Liguri, i 7 Passi, etc. Pubblicato dallautore a sostegno delliniziativa di restauro del Mulino. 74 pagine 15 x 23 cm illustrato con 36 fotografie a colori 6 documenti storici 1 cartina pubblicato nel 2005, LULU publishing Vai alla versione su carta > Vai alla versione e-book > FanPage su FaceBook >
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PAESAGGIO FOTOGRAFICO DI LIGURIA Libro Fotografico con didascalie descrittive Fotografie di Enrico Pelos Testi di Enrico Pelos La Liguria famosa per la sua riviera ed i paesaggi di mare, alcuni dei quali conosciuti in tutto il mondo. I monti sono meno conosciuti ma anche allinterno possibile scoprire paesaggi naturali molto belli che vanno dalle Alpi Liguri ed in alcuni dei parchi della Liguria. Questo libro contiene molte foto, con la descrizione dei luoghi, della Liguria di mare, di monte e dinterno. Alcuni paesaggi sono lungo le Vie del Sale o Le dei Pellegrini altre riguardano itinerari come lAlta Via dei Monti Liguri. 110 pagine 15 x 23 cm illustrato con 105 fotografie a colori 1 cartina pubblicato nel 2005, LULU publishing Vai alla versione su carta > Vai alla versione e-book > Pubblicazione In Progress. Controllate al sito dellautore www.enricopelos.it al link BOOKS per aggiornamenti su eventuali ri-edizioni ---------LIGURIA LANDSCAPE PHOTOGRAPHY Photography book with photo descriptions Photo by Enrico Pelos Texts by Enrico Pelos Liguria is famous for its coast and landscapes of the sea, some of which are known throughout the world. The mountains are less known but also in the inland you can find very beautiful natural landscapes. This book contains many photos, with descriptions of places, of sea, mountains and inland. Some are along ancient Salt roads or Pilgrims Ways or trail like the High Way of the Ligurian Mounts. 110 pages 15 x 23 cm illustrated with 105 color photograph 1 map published in 2005, LULU publishing Go to the paper version > Go to the e-book version > In Progress publication. Please control the author site (BOOKS link on top) for updated editions www.enricopelos.it

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ALTA VIA DEI MONTI LIGURI Libro fotografico-escursionistico Testi di Renato Grattarola Fotografie di Enrico Pelos e Rodolfo Predieri Il trekking pi bello della Liguria. Da Ventimiglia a Ceparana in 44 tappe (oggi 43) su 440 km circa. E stato anche pubblicato, per lUnionCamere, un cd multimediale con foto, web e software design e produzione di Enrico Pelos Il libro stato pubblicato, nel 2003, anche in Lingua tedesca Hohenweg der ligurischen Berge a cura delle traduttrici Nicoletta Renna e Candida Delorenzi. E stata stampata anche una serie di 10 cartoline 160 pagine 15 x 21 cm illustrato con 82 fotografie a colori 46 cartine pubblicato nel 1999, UnionCamere e ALG editori, Genova Slideshow con foto del libro e nuove > Foto del libro e nuove >

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nrico Pelos nato a Genova. Si occupa di informatica nellambito delluso di parte di essa in ambito territoriale e porta avanti un suo discorso fotografico e di ricerca. Sue fotografie sono state esposte in mostre fotografiche e ad illustrare le tappe della guida ufficiale dellAlta Via dei Monti Liguri. Ha progettato e realizzato siti internet, con realizzazioni, tra le altre, per il Comune e la Provincia di Genova, (cd-rom multimediali, della presentazione multimediale dellAlta Via dei Monti Liguri, della Costa della Provincia di Genova etc.). Sue fotografie sono state pubblicate su riviste specializzate ed entrate a far parte dellArchivio permanente dellUfficio Parchi della Regione Liguria. Nel 2003 ha partecipato alla XII Rassegna del Libro di Liguria che si svolge a Peagna di Ceriale (Sv) con una mostra fotografica ed una proiezione multimediale. Cura il design e ledizione web, in italiano (e parte in inglese), della sezione Monti e Appennini di Liguria del portale Liguri.net della rivista on-line Le Pietre e il Mare per lU.R.P.L. (Unione Regionale delle Province Liguri).

E autore del libro Passeggiate a Levante con 45 itinerari lungo la Riviera Ligure di Levante (Prov. di Genova e La Spezia), 283 fotografie, 43 cartine, note tecniche, storiche, gastronomiche etc. al link http://www.passeggiatealevante.it Fotografo, Giornalista pubblicista, stato collaboratore e covicedirettore della rivista R Ni DAigura (Il Nido dAquila), dal 2000 al 2009, con suoi articoli e fotografie (o foto a corredo di articoli di altri autori dove indicato) curandone anche ledizione web ed il coordinamento, limpaginazione e lediting delledizione cartacea.
Per info, collaborazioni editoriali etc. possibile contattarmi alla mia mail: enricopelos@alice.it

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Prodotto ed edito dallautore Propriet letteraria ed artistica riservata Copyright 2000..2012 by Enrico Pelos Rivista R Ni DAigura e rispettivi autori citati Pubblicato sotto licenza CC

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