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A. LANGELLA, D.L. BISH, D. CALCATERRA, P. CAPPELLETTI, G. CERRI, A. COLELLA, S.F. GRAZIANO, L. PAPA, A. PERROTTA, C. SCARPATI, M. DE GENNARO
Figura 1 - Mappa della distribuzione prossimale dell’Ignimbrite Campana (area ombreggiata) e delle
isopache (spessore espresso in cm) dei depositi da caduta relativi all’eruzione dell’Ignimbrite Campana
(da Cappelletti et al., 2003 - modif.).
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Tabella 1 - Composizione mineralogica media (%) dell’Ignimbrite Campana in facies grigia e gialla.
Tabella 2 - Composizione chimica media (%) dell’Ignimbrite Campana in facies grigia e gialla.
Campione SiO2 TiO2 Al2O3 Fe2O3 MnO MgO CaO Na2O K2O P2O5 LOI Tot
Facies grigia* 60,44 0,46 18,47 3,91 0,18 0,68 2,32 4,54 7,20 0,11 1,75 100,06
Facies gialla* 54,80 0,47 16,12 4,10 0,16 0,82 3,95 1,09 6,65 0,09 11,83 100,08
*[da Langella et al. (in pubblicazione)].
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a b
c d
Figura 3 - a) Faicchio (BN), porzione inferiore dell’affioramento con esposizione della facies WGI; b)
Balzarama (CE), transizione grigio-giallo (WGI ➝ LYT) su fronte di cava; c) La Schiava (NA), fronte di
cava nella facies LYT; d) Faicchio (BN), fessurazione colonnare nella facies WGI.
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Figura 4 - Micrografie al SEM. a) Balzarama (CE), shards vetrose affette da diffusa zeolitizzazione; b) Castel
San Giorgio (SA), cristalli di cabasite romboedrica in crescita su una superficie vetrosa affetta da una pati-
na di alterazione di smectite; c) Sant’Agata dei Goti (BN), livello particolarmente ricco di feldspato di tipo
adularia; d) Dugenta (BN), cristalli romboedrici di cabasite inglobanti cristalli aciculari di phillipsite.
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Figura 7 - Variazione stratigrafica di phillipsite e cabasite in sezioni selezionate di LYT [da Langella et al.
(in pubblicazione), modif.].
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Tabella 3 - Formule cristallochimiche medie delle zeoliti di alcuni affioramenti di IC [da Langella et al.
(in pubblicazione), modif.].
ALTAVILLA IRPINA
Phillipsite (Na0,52K2,20)(Ca0,80Mg0,13)[Al4,39Si11,50O32] 11,53H2O
Cabasite (Na0,14K1,03)(Ca0,91Mg0,18)[Al3,26Si8,66O24] 11,15H2O
BALZARAMA
Phillipsite (Na0,67K2,09)(Ca0,74Mg0,05)[Al4,51Si11,49O32] 11,50H2O
Cabasite (Na0,18K0,92)(Ca0,99Mg0,17)[Al3,37Si8,59O24] 11,13H2O
Analcime (Na7,56K2,98)(Ca0,88Mg0,07) [Al13,37Si34,68O96] 21,13 H2O
LA SCHIAVA
Phillipsite (Na0,52K1,95)(Ca0,89Mg0,03)[Al4,46Si11,54O32] 11,46H2O
Cabasite (Na0,13K0,84)(Ca1,15Mg0,06)[Al3,27Si8,68O24] 11,11H2O
MADONNA DELLE GRAZIE
Cabasite (Na0,13K1,14)(Ca0,90Mg0,18)[Al3,19Si8,70O24] 11,18H2O
DUGENTA
Cabasite (Na0,21K0,71)(Ca1,05Mg0,12)[Al3,26Si8,71O24] 11,04H2O
sono pertinenti alle unità di flusso. teri fisici di queste porzioni sono
Come evidenziato in figura 9, la alquanto diversi da quelli registrati
temperatura gioca un ruolo premi- nella porzione saldata, quali per
nente nello sviluppo dell’intero pro- esempio, la presenza di scorie non
cesso. Gli alti valori della tempera- collassate. La facies WGI degrada
tura di messa in posto, in particola- dolcemente verso l’alto nella facies
re nella porzione inferiore del depo- LYT definendo una zona di transi-
sito (circa 600° C; Incoronato & Di zione nella quale l’azione dei volati-
Girolamo, dati non pubblicati), li, particolarmente intensa, favorisce
hanno favorito l’immediata saldatu- sia la trasformazione vetro-zeolite,
ra della porzione centrale della sia la cristallizzazione di marialite.
facies WGI ed una devetrificazione La temperatura della facies più
quasi simultanea delle shard vetro- alta (LYT), benché ancora elevata,
se che ha portato alla formazione di non è sufficiente a permettere i pro-
feldspato autigeno. La feldspatizza- cessi di feldspatizzazione sopra
zione ha interessato in maniera descritti; inoltre, la quantità d’acqua
massiva anche le porzioni più di origine vulcanica non è presente
basse e più alte della facies WGI in quantità sufficienti ad incentivare
caratterizzate da temperature non nuovi processi minerogenetici. Sulla
sufficientemente elevate da definire base della paragenesi riconosciuta
processi di saldatura. Infatti, i carat- nella porzione inferiore della facies
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Anche i valori del peso specifico la facies gialla (8,91 vs. 1,57) è sicu-
reale differiscono in modo abbastan- ramente da mettere in relazione alla
za marcato, risultando più alti nella presenza di zeoliti.
facies grigia come risposta all’elevato Per entrambe le facies si registra-
contenuto di feldspato a cui si con- no valori di resistenza a compressio-
trappone la presenza di zeoliti a più ne molto bassi, tipici di una roccia
basso peso specifico nella facies tenera, e l’estrema variabilità di que-
gialla. I bassi valori del peso di volu- sto parametro è da imputare alla ete-
me secco, gli alti valori dell’assorbi- rogeneità tessiturale della roccia. Infi-
mento per capillarità e della capacità ne si evidenzia la riduzione della
di imbibizione sono da mettere in velocità ultrasonica in provini saturi
diretta relazione con l’elevata porosi- rispetto a quella misurata in provini
tà aperta di entrambi i materiali. I allo stato secco, fenomeno tipico di
risultati dei test di porosimetria a campioni macroporosi quali quelli in
mercurio evidenziano infatti che le oggetto.
dimensioni dei pori ricadono total- Sulla base di quanto riportato
mente nella classe dei macropori con risulta evidente la complessità di
conseguente distribuzione di tipo questa pietra le cui caratteristiche
unimodale (Fig. 12) ma con raggio petrofisiche e fisico-meccaniche
medio dei pori maggiore di circa un risentono in modo marcato non solo
ordine di grandezza per la facies gri- della eterogeneità tessiturale delle
gia (7,62 μm) rispetto alla facies gial- due facies ma anche delle loro speci-
la (0,66 μm). Il valore decisamente fiche composizioni mineralogiche.
più alto della superficie specifica per
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Figura 12 - Distribuzione della dimensione dei pori per la facies gialla (Sn- LYT) e grigia (Dx - WGI).
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Figura 13 - a) Mastio del Castello di Casertavecchia in Ignimbrite in facies gialla; b) Matres Matutae, scul-
tura votiva in Ignimbrite Campana in facies grigia (Museo Provinciale Campano di Capua - CE); c) e d)
Cattedrale di Casertavecchia (CE) - (Ignimbrite Campana in facies grigia).
grigia è stata al contrario, usata con gono al settimo secolo a.C. con le
maggiore frequenza, specialmente Matres Matutae (Fig. 13b), sculture
per la realizzazione di particolari ele- votive che simboleggiavano la fertilità
menti architettonici. Esempi impor- e l’abbondanza, attualmente custodi-
tanti di uso facciavista di questo te presso il museo Archeologico di
materiale sono diffusi in tutta la regio- Capua (CE).
ne anche se si concentrano partico- L’Ignimbrite Campana, usata sin-
larmente nella provincia di Caserta golarmente o con altri materiali locali,
(Figure 14 e 15). ha rappresentato dunque uno dei
Le testimonianze più antiche risal- primi materiali da costruzione, a par-
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Figura 14 - Distribuzione dei materiali lapidei nel Borgo medievale di Casertavecchia. sn. Facciate; dx.
Elementi architettonici (da Calcaterra et al., 2003- modif.).
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Figura 16 - a) Basilica di S. Angelo in Formis (CE) - (Ignimbrite Campana in facies grigia); b) Dettaglio
del quadriportico della Cattedrale di Salerno in tufo grigio con travertino e laterizio.
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