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Lingotti, ancore e altri reperti di età romana nelle acque di Piscinas-Arbus (CA)

Author(s): Donatella SALVI


Source: Pallas , 1999, No. 50, MÉLANGES C. DOMERGUE 2 (1999), pp. 75-88
Published by: Presses Universitaires du Midi

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/43605401

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M¿1. C. Domergue, PALLAS, 50, 1999, pp. 75-88.

Lingotti, ancore e altri reperti di età romana


nelle acque di Piscinas-Arbus (CA)

Donatella SALVI
(Archeologo direttore presso Soprintendenza Archeologica
per le province di Cagliari e Oristano)

Il sito di Piscinas costituisce, lungo la costa orientale della Sardegna, una delle località
più suggestive del comune di Arbus. La sabbia bianca delle dune, solo in parte trattenute
da bassi cespugli, si apre verso il mare aperto, dove le mareggiate coprono e scoprono
periodicamente le tracce dei naufragi che nel tempo vi ebbero luogo. Ceppi d'ancora in
piombo di età romana ed ancore in ferro di età più recente sono state in diverse occasioni
recuperate in queste acque, dove giacciono, e spesso sono nascosti dalla sabbia, alcuni
cannoni ed una grande ancora in ferro 1 .
I reperti recuperati hanno attualmente collocazioni diverse: una delle ancore,
recuperata nel 1980 2, è provvisoriamente depositata presso gli Uffici della SAMIM di
Montevecchio:
1) Ceppo d'ancora in piombo, apertura cm. 168,5, scatola centrale cm. 23 X 16,8 X
30,5 con perno per il bloccaggio del fusto. Sulle marre, a distanza più o meno regolare,
ma non allineati rispetto ai bracci, compaiono quattro astragali di cui, in qualche caso, si
legge ancora bene la posizione. I segni della fusione sono percepibili nella faccia superiore
leggermente incavata, mentre il perno denuncia, nella sagomatura, l'irregolarità del foro

1 II fondale subisce profonde modificazioni a causa dell'alta energia che ha il mare in questa
zona: i cannoni, presumibilmente settecenteschi, messi in luce da una mareggiata
particolarmente violenta nel 1988, sono stati in seguito coperti da uno spesso strato di sabbia
che ne ha fin qui impedito la documentazione. Probabilmente parte dello stesso relitto era
anche un carico di lingotti di piombo di grandi dimensioni, affiorati dalla sabbia, nel 1995, a
breve distanza dalla riva: Salvi, 1997, p.248.
2 II recupero è stato effettuato dall'ing.Sini, della SAMIM, e dal dr. Caroli, proprietario
dell'Hotel Le Dune, nel 1980. Presso la direzione della SAMIM è custodita anche un'ancora in
piombo recuperata anch'essa nel 1980 poco più a nord, lungo la costa arburense, loc. Maga,
Costa Verde che presenta quattro astragali ed una lucerna sulle marre ed è confrontabile con
un esemplare di Filicudi edito da Kapitaen, 1985, p.94, fìg.102.

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76 Donatella SALVI

praticato nel fusto ligneo prima della


i laboratori della SAMIM, subito dopo
al 99%, con modeste tracce di altri m
Fe 0,0062, As 0,0081, Ca 0,00232, M
Una seconda ancora, recuperata nel
scuola Carabinieri di Iglesias:
2) Ceppo d'ancora in piombo, lungh
scassa cm. 29 X 24, h. bracci alle estre
lo stato di conservazione; non si p
superficiali. Sono presenti due fori su
E' inoltre depositato a Guspini, n
altro ceppo4:
3) Ceppo d'ancora in piombo: lungh
scassa cm. Sui bracci, che presentano
compaiono tre conchiglie a rilievo.
Altro ceppo si trova presso il Comun
4) Ceppo d'ancora in piombo: lungh
scassa cm. 25 X 35, h. dei bracci alle es
questo esemplare presenta superiormen
Un quinto esemplare, già custodito
presso il Museo Archeologico Nazional
5)
Ceppo d'ancora in piombo: apertu
cm.35 X 26,5, h. cm. 22; h. dei bracci
Leggera torsione verso l'alto di uno d
arco. Bollosità pronunciate sulla faccia d
La maggior parte dei ceppi d'ancora
ampio specchio di mare, sono però os
dalla trasformazione dei magazzini a m
6) Ceppo d'ancora in piombo: lungh.
scassa cm. 28 X 25 X 17,5; h. bracci a
superficie è coperta da incrostazioni;
fusione.
7) Ceppo d'ancora in piombo: lungh. tot. cm. 159, lungh. bracci cm. 69 e 67, h.
all'estremità cm.l 1 e 9,5; scassa cm. 23,5 X 22 X 18; perno cm. 15 X 4 X 3. Sulla faccia
superiore dei bracci sono visibili, in posizione simmetrica rispetto alla scassa, due piccoli
fori circolari .
8) Ceppo d'ancora in piombo: lungh. tot. cm. 195, lungh. bracci cm. 87 e 82, h. dei
bracci all'estremità cm. 10 e 10,5; scassa cm. 32 X 25 X 20; perno cm. 14 X 5,5 X 4,5.
Priva di incrostazioni; buono lo stato di conservazione .

3 II recupero è stato effettuato dal dr. Caroli insieme con il Nucleo dei Carabinieri subacquei di
Cagliari, alla presenza dell'archeologa Emina Usai.
4 II recupero è stato effettuato dal dr. Caroli insieme al Gruppo archeologico Neapolis di
Guspini: cfr. relazione di R.Zucca, Archivio Soprintendenza Archeologica, del 4 luglio 1987.

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LINGOTTI, ANCORE E ALTRI REPERTI 77

9) Ceppo d'ancora in piombo; lungh. tot. cm. 168, lungh. dei b


bracci all'estremità cm. 17 e 13; scassa cm. 25,5 X 21 X 19; perno
di fusione sulla faccia superiore dei bracci; incrostazioni superficiali.
10) Ceppo d'ancora in piombo; lungh. tot. cm. 168,5, lungh. b
bracci all'estremità cm. 9 e 9,5; scassa cm. 26 X 21,5 X 17; perno c
la leggera incrostazione superficiale sono percepibili su uno dei b
astragali poco rilevati (fig.l).
11) Ceppo d'ancora in piombo con bracci ricurvi; apertura cm
cm. 61 e 62; h.bracci all'estremità cm.8 e 8,5; scassa arrotondata con
cm. 14; perno cm. 9 X 5. La flessione dei bracci, provocando il ced
messo in luce al suo interno la presenza di un'anima in legno con s
cm. 7X4 (fig.2).
12) Ceppo d'ancora in piombo, lungh. totale cm. 187, lungh. b
bracci all'estremità cm. 14 e 13, perno cm. 18,5 X 10 X 1 1, scassa a
e h. cm. 20. L'anima in legno si percepisce sia nei fori visibili ne
nella scassa in corrispondenza del perno centrale che in questo es
parte dell'altezza totale della scassa stessa, con sezione rettangolare:
e quindi realizzato sul prolungamento dell'anima lignea.
Più vicino alla riva, in un'area relativamente ristretta in prossi
una profondità mai superiore ai 20 metri , sono stati recuperati, in
diverse, un certo numero di reperti, che presentano tra loro
cronologica 5 (fig.3):
13) Ceppo di ancorotto in piombo, lungh. tot. cm. 78, lungh.
bracci all'estremità cm. 8, 5 e 7,5, scassa cm. 10 X 8 X 7. La faccia
corrosa, mostra l'esistenza all'interno di un'anima in legno con un
di cm.3,5 di lato.
14) Contromarra o pezzo a tre buchi in piombo, frammen
cm. 67, 3, h. cm. 7; foro residuo cm. 10,5 X 7.
1 5) Due frammenti di lamina di rivestimento in piombo; dim.
38 X 22; percepibili ai margini due fori per il fissaggio nel primo,
16) Barra in piombo: lungh. cm. 64,5, sezione all'estremità cm
piatto, gli altri arrotondati.
17) Barra in piombo: lungh. cm. 63, 5, sezione all'estremità 2,5
3,7. Appiattita e deformata.
18) Barra in piombo a sezione trapezoidale; lungh. cm.45,5, sezi
cm.4,5.
19) Scandaglio in piombo con fondo a ventosa; h. tot. cm. 19, diam. base cm. 14/ 13,
profondità della ventosa cm. 1,5; due piccoli fori compaiono lungo il margine inferiore. Il
foro di sospensione è ricavato in un'appendice appiattita di cm.6,5 X 4,5 X 2; diam. del
foro cm. 1,2.

5 Le informazioni sul recupero sono state fornite dal dr. Caroli: macine e lingotti costituivano
un primo gruppo presso i primi scogli, mentre gli altri reperti giacevano a una certa distanza in
direzione del pontile.

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78 Donatella SALVI

20) Scandaglio in piombo di forma e


diam. cm. 13, ventosa profonda cm. 4,
margine; foro circolare di sospensione
diam. foro cm.2,4.
21) Elemento quadrangolare in pie
ricavati quattro fori angolari passanti
uno di diametro maggiore al centro: la
cm. 7/7,5, diam. foro centrale cm. 17 (f
22) Elemento di macina in pietra are
al bordo cm. 6; foro superiore per il f
cm. 3, prof. cm. 1,3.
23) Elemento di macina in basalto (m
bordo cm. 10, diam.foro cm.4,5, prof.
Qualche tempo fa sono stati inoltre
fuori da un più preciso contesto, rap
metallurgiche svoltesi in età romana n
24) Pane di rame discoidale, con la b
arrotondata. Il diametro è di cm. 29, l
25) Lingotto di piombo di forma
sommitale piana ma con i margini ar
epigrafico con il nome del produttore,
base misura cm.47 X 9, l'altezza è di c
X 2, non è impresso in profondità e le
con sicurezza: - NTI- II(?) - T(?)LR(
Su uno dei lati lunghi compare una
sottile ma con solco netto; nonostant
lettere non è certa: IM (vel A A?) O (
(fig.5). Altrettanto incerta la lettura de
CIC ; una terza iscrizione sul fianco o
per quanto se ne percepisca la presenza
26) Lingotto in piombo a sezione tr
base cm. 46 X 9, lungh. superiore cm
illeggibile, superficie incrostata.
27) Lingotto in piombo a sezione tr
base cm. 46 X 9,5, h. cm. 9,5, lunghez
dorso.
28) Lingotto in piombo a sezione tr
base cm. 46, 5 X 10, h.cm.8,5, lunghe
cm. 9 X 1,5, non leggibile per l'incros

6 Uno dei lingotti in piombo (n.25) ed il


i magazzini del Museo Archeologico Naz
pesatura, cosa che non è stata invece poss

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LINGOTTI, ANCORE E ALTRI REPERTI 79

segni incisi sui fianchi: IN e H sui lati lunghi e ON(?)CICI e CI su


delle lettere è cm.2, 1 .

Le poche lettere visibili sul cartiglio del lingotto n.25 non sono p
a tentarne il completamento, né d'altra parte trovano corrisponde
altri marchi noti impressi al momento della fusione.
Nell'insieme, però, le caratteristiche dei quattro lingotti e finan
lettura dei marchi aggiunti a freddo, sono riportabili a produzioni
forma corrispondono agli standard della produzione spagnola sia in
nella prima età imperiale; più vicina a questa, però, è una certa rig
minore rastremazione dei fianchi. La lunghezza del cartiglio con il
dei nn. 25 e 28 appare maggiore rispetto a quella delle produzioni
tuttavia non è insolito un marchio che si aggira intorno ai 22
consueti, invece, in età repubblicana, i marchi aggiunti, a me
costituiti da bolli impressi a punzone, come nel caso della scritta
rilievo in cartiglio rettangolare, che caratterizza un certo numero dei
recuperati a Mal di Ventre8: in essi l'impressione è sempre intenzi
sulla faccia superiore del lingotto, seppure senza regolarità di posizi
e mai sui fianchi. Ciò significa che il colpo netto sul punzone veni
che il lingotto si trovava in quel momento su un piano o in cima a
stabile.
Sui lingotti più tardi, quali quelli del Sud-Perduto 2, inizi del I sec. d.C. 9, e di Sud-
Lavezzi 2, primo quarto del I sec. d.C. 10, le scritte sui fianchi e sui lati corti, invece, sono
pressoché costanti e sono di frequente accompagnate da indicazioni numerali n. Tali
caratteristiche trovano riscontro anche in un lingotto, proveniente da un recupero
occasionale presso l'isola di Mal di Ventre, che porta sul cartiglio superiore il nome di
Valerius Rectus 12.Esso è confrontabile con i lingotti corsi anche per il peso di oltre 50 kg.,
pari a circa 1 50 libbre romane, che parrebbe costituire il nuovo standard ponderale. Nel
relitto Cabrera 5 indagato presso le Baleari, che ha restituito 53 esemplari anch'essi datati
alla primo quarto del I se c. d.C., invece, solo una parte dei lingotti mantiene il peso
prossimo alle 100 libbre, mentre molti superano i 36 kg., oscillando per lo più intorno ai
40 13. Simili, però, ancora una volta, le caratteristiche dei marchi aggiunti che si ripetono,
in associazioni non costanti, con il bollo principale.

7 Fra i lingotti del relitto di Mal di Ventre il cartiglio epigrafico più lungo è quello di Marco
Carulio Hispalo, che misura cm. 24: Salvi, 1992, pp. 665-666.
8 Salvi, 1992, pp. 670-671, tav.XI.
9 Bernard e Domergue 1991, e Liou e Domergue, 1990, pp. 41-95: la misura dei cartigli
raggiunge in diversi lingotti i 28/30 cm..
io Liou, 1990, pp. 144-149.
H L'osservazione è ribadita in Domergue, 1994, p. 63.
12 Zucca, 1985, p. 150 e Zucca, 1992, tav. 11,1.
13 Colls, Domergue e Guerrero Ayuso, 1986, pp. 73-74.

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80 Donatella SALVI

Diversamente dai lingotti dei Pon


deriva dal rapporto fra il servus ed i
ora nomi, sigle, indicazioni numera
produttori, ma possono comparire i
di vedere in questo una forma di co
della produzione, quanto al moment
stesso prima del carico sull'imbarca
secondo i modi ed i percorsi del prod
Anche nel caso dei lingotti di Pisc
impresse sui fianchi dei nn. 25 e
ascrivibili a produttori diversi, potr
uno stesso mercator ed è interessan
contesti , esso assomigli, nella resa e
firma una parte dei lingotti del relit
della X del n. 25, che non sembra da
riferirsi a una terza figura profess
apparentemente legate sul fianco de
appaiono piccoli e staccati fra di loro
Qualche osservazione infine in me
le iscrizioni, i marchi o le singole l
tracciate o impresse a freddo e che
tantomeno capovolto o inclinato, a c
è legittimo chiedersi come mai le s
possibile è che i pani venissero mar
posizione costringesse l'incaricato a
mano che procedeva verso i lingotti
Contrariamente agli esemplari no
apprezzabile l'unico pane di rame
Benché non esistano standard ponder
media degli esemplari provenienti da
kg. 17.
Quanto alle ancore, diverse, come si è visto, per le loro caratteristiche, rivestono
particolare interesse l'esemplare di piccole dimensioni (n.12) e quelli, maggiori,- di cui
uno con i bracci arcuati( n.ll)-, realizzati su anima di legno. Tale particolare tecnica di
realizzazione, già attestata altrove 18, non era infatti conosciuta fra le ancore recuperate in

14 Salvi, 1995, pp. 241-243.


15 Liou e Domergue, 1990, pp. 93-94 ; Domergue, 1994, pp. 73-82.
16 Bernard e Domergue 1991, p. 50-51, 65-75, fìgg.4,9,10.
17 Liou, 1990, pp. 150-151 da kg. 19,5 a 34 sul relitto Lavezzi 1; Liou, Domergue, 1990, pp. 95-
104, da kg. 10 a 28,5 per Lavezzi 2.
18 Benoit, 1952, pp. 267-269 e Benoit, 1955, p. 1 17. Tre ancore con anima in legno provengono
inoltre dal contesto del relitto La chrétienne -che è datato alla metà del II sec. a.C.- e sarebbero
perciò gli esemplari più antichi realizzati con tale tecnica: così Perrone Mercanti, 1979, pp. 28-
31 e 65. Cfr. da ultimo Cester, 1997 che prende in esame esemplari "a sezione vuota" sia a

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LINGOTTI, ANCORE E ALTRI REPERTI 8 1

Sardegna, numerose ma solo in parte edite19. In realtà, d'altro can


esame del peso, ciò non sarebbe emerso nell'esemplare maggiore se
non avessero subito un trauma tale da piegare le marre: questo ha
strappo del piombo in prossimità della scassa che ha messo in evid
spessore contenuto del rivestimento esterno, la natura e la consisten
E' chiaramente evidente, invece, nell'esemplare n. 12, dove la c
centrale, mostrandone la sezione cava, ha messo in luce l'utilizzo d
legno, a sezione rettangolare, che serviva sia per entrambi i bracci
scassa; tale anima lignea doveva attraversare lo spessore del fusto la
spazio sufficiente a far penetrare in maniera più o meno omogene
plausibile che tale tecnica sia stata adottata anche per la realizzazio
quale il cedimento del rivestimento in piombo permette di apprezza
dal legno di cui residuano frammenti fortemente induriti dal calor
aderenti alle pareti del guscio metallico. Due fori sui bracci dell'ese
ipotizzare che anche in questo caso sia presente un'anima in legno2
recuperati a Piscinas è contrassegnato da testi epigrafici, mentre due
la decorazione ad astragali (nn.l e 10) ed uno tre conchiglie affianc
risultano già ben documentati anche in Sardegna21.
Resta invece dubbia la funzione dei tre elementi in piomb
interpretarsi come barre di appesantimento22. I numerosi esemplar
contesti certi o in occasione di recuperi casuali, hanno in passato sus
di interpretazione, anche perché, accomunati dalle ridotte dimension
e allungata, si differenziano poi per le particolari sagomature o per
di fori 23 . Le tre barre di Piscinas appaiono più irregolari di altr
piuttosto ridotte nelle dimensioni: in Sardegna trovano corrisp
esemplari da Cala Piombo 24, mentre nel caso di altri rinveniment

scassa rettangolare che a scassa ovale, datandoli a partire dal III/II secc.
75-76 ne cita inoltre tre esemplari provenienti da Civitavecchia.
19 Le ancore ritrovate lungo le coste della Sardegna centro-settentrionale
1987, pp. 55-62. Quelle della Sardegna meridionale sono attualmente i
parte di chi scrive.
20 L'ipotesi per esemplare analogo è avanzata da Arcemi e Albore Livadie
21 La decorazione ad astragali, sulla cui interpretazione, quale simbol
rimanda a Queyrel, 1987, è presente su alcuni ceppi custoditi nel Mu
all'esemplare già citato di loc. Maga, Arbus e da due esemplari, un
provenienza sconosciuta per la Sardegna settentrionale (Boninu, 1987, p
conchiglie invece sono presenti in un esemplare di Capo Testa insieme a
una protome leonina (Boninu, 1987, p. 59). A Mal di Ventre quattro astr
bracci, contrapposti a un delfino: Salvi, 1995, p. 244 e 246.
22 Cfr ad esempio Albore Livadie, 1985, p.35, figg.l 1-12.
23 Cfr. Benoit, 1955, fig. 8, p.l25.
24 Gli esemplari di Cala Piombo sono stati recuperati dal Nucleo subacq
segnalazione del dr.Mario Galasso, nel 1989, insieme a frammenti d'anfo
20, in un contesto attribuito alla prima metà del I. sec.d.C.: Galasso, 199

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82 Donatella SALVI

S. Margherita di Pula 25,- il profilo


un assottigliamento netto e intenzio
ceppi mobili dell'Italia meridionale re
Rientrano invece in tipologie consu
macina in pietra, oggetti che salvo leg
altezza,devono aver costituito per lu
contesti noti sono infatti possibili
all'esemplare di Mal di Ventre 27, sia
esiste per le parti di macina, frequ
Mediterraneo 29.
E' infine incerta la funzione dell'
quattro fori angolari (n. 19). In Sard
sembra provenire da un insediam
dimensioni che per il tipo di pietra
della Sardegna sud- occidentale
settentrionale, a Porto Ferro 32 . U
Cagliari, reimpiegato nelle strutt
condotto nella chiesa di S.Eulalia33 e
prospezioni regolari nelle acque di G
riferimento primario che ne chiaris
serie di ipotesi che tuttavia, al m
considerazione della natura tenera d
dall'ancora da sabbia, allo strument

23 L'esemplare di Santa Margherita pro


26 Cester, 1997, pp. 182-184 ; cfr. anc
1997, p. 157, fìgg. 3 e 18.
27 Per gli scandagli ritrovati sul relitto
28 Uno scandaglio con fondo a vento
Sardegna settentrionale: Boninu, 198
nelle acque di Gonnesa dal tecnico d
Sanna. Sia quest'ultimo che lo scandagli
cui è praticato il foro di sospensione, t
2: Liou e Domergue, 1990, pp. 46-47.
29 Cfr l'approfondita analisi delle mac
su relitti o fuori contesto, condotta da
subacquei o terrestri della Sardegna
Lilliu.

30 Ledda, 1989, p. 354, che non avanza


3* Galasso, 1997, pp. 122-124.
32 Rovina, 1995, pp. 42-43.
33 Lo scavo nella chiesa cagliaritana di
Mureddu, che ringrazio per aver autor
34 Le prospezioni sono state effettu
recuperati, appartenenti a contesti di pe
a Gonnesa nei prossimi mesi.

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LINGOTTI, ANCORE E ALTRI REPERTI 83

pesca del corallo35. E' certo comunque che l'oggetto facesse parte d
complesso, visto che in almeno due casi ( Piscinas e Gonnesa) sono
percepibili nei fori, svasati verso l'esterno, resti di metallo, mentre n
il metallo manca, resti di usura, ma anzi, come nel caso dell'esem
percepiscono all'interno i segni dello scalpello utilizzato per modell
mentre una delle facce appare liscia - per la lavorazione o per l'usur
ruvidi tà del taglio.

Una prima analisi della distribuzione dei reperti rinvenuti sui


mostra come essi fossero sparsi e distanti fra loro e non ci sono elem
diretto collegamento: si è già detto dell'associazione dei reperti d
quanto alle ancore più grandi, la distanza del punto di ritrovament
200 metri a un miglio e la profondità dai 20 ai 40 metri. In
somiglianza, per gruppi, delle ancore maggiori - nn. 3 e 7 a scassa q
9 a scassa arrotondata e anima lignea, -e significativa l'omogeneità
dimensioni,- scandagli, ancorotto, lamine, elementi di macina,- che
ad un relitto. Difficilmente, d'altra parte, in caso di naufragio a bre
l'energia del mare e la morfologia del fondale, sagomato a irregola
evitato la dispersione dei materiali. Non a caso, inoltre, le notizie d
di reperti ceramici sono estremamente rare, benché siano in possesso
entrambe prive di un'ansa e di parte del collo, che per il profilo sono
Haltern 70 e quindi databili anch'esse, come i lingotti ed in gener
dimensioni, tra l'età augustea e la prima metà del I sec. d.C.36.
Altre considerazioni sono tuttavia d'obbligo: la costa di Piscinas
di riparo in caso di tempesta e non si presta perciò ad ormeggi di f
potevano invece aver interesse ad accostarsi a riva, in condiz
favorevoli, sia per approvvigionarsi d'acqua utilizzando o le sorgent
S'Aqua durci, poco più a sud dell'hotel Le Dune, sia per raggiunge
del rio Piscinas, le zone minerarie di Montevecchio ed Ingurtosu o
prodotti semilavorati. Non è certo però se tali miniere siano state c
già in età repubblicana o se, invece, il loro sfruttamento sia
imperiale: dalla zona mineraria della Sardegna occidentale proven

35 L'ipotesi di una filiera è avanzata da Rovina, 1995, pp. 42-43, quella d


1997, pp. 123-124, quella dell'ancora da sabbia da Bartolom 1995, p. 2
3<S Oltre ai materiali presi in esame è segnalato inoltre il ritrovament
lontano dal punto in cui si trovavano i lingotti, ed a sud rispetto a que
integro (segnalazione prof. Ruggero Ruggeri). L'esame delle anfore è
effettuato sulla base di una mediocre documentazione fotografica. Si ig
ritrovamento, avvenuto comunque su basso fondale. La modesta qua
marine presente sulle anfore lascia supporre che esse siano state a lung
Soprintendenza archeologica di Cagliari nn.242 e 407. Anfore Haltern
relitto Lavezzi 1 (Liou, 1990, pp. 127-131) che sul relitto Lavezzi 2 (L
p. 29 e figg.29 e 30).

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84 Donatella SALVI

con marchio dell'imperatore Adria


secolo scorso per il ritrovamento di
Se quindi si può presumere che
provengano dalla dispersione dei m
almeno una parte di esse, potrebber
tragedie del mare, quanto piuttosto
tempo38 se non anche la traccia del
la Spagna con particolare intensità fi

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37 Sulla coltivazione delle miniere


Agus,1990, pp.447-455 e Zucca, 1991
dei lingotti in località Grugua; le
Geochimica isotopica di Pisa hanno co
sono state realizzate con piombo dell'
dalle miniere di San Giovanni o dalle
Pinarelli, Salvi e Ferrara, 1995, p.85.
delle miniere pensa anche, sulla base
38 L'abbondanza di ancore fuori contes
sui motivi che ne possono aver de
Cester, 1997, p. 178 che suppone, al
con attività militari
39 Sulle rotte come traspaiono dai rit
pp. 216-218 e 252 e Salvi 1993.

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Didascalie delle illustrazion

fig. 1 :Piscinas, hotel Le Dune. Cep


fig.2: Piscinas, hotel Le Dune. Ceppo
hg.3: riscinas, hotel Le Dune. Ceppo
nn. 13-20 .
hg.4: Piscinas, hotel Le Dune. Pietra
fig. 5: Cagliari, Museo Archeologico

Le fotografie, realizzate da L.Corpi


sono della Soprintendenza Archeolog

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