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Donatella SALVI
(Archeologo direttore presso Soprintendenza Archeologica
per le province di Cagliari e Oristano)
Il sito di Piscinas costituisce, lungo la costa orientale della Sardegna, una delle località
più suggestive del comune di Arbus. La sabbia bianca delle dune, solo in parte trattenute
da bassi cespugli, si apre verso il mare aperto, dove le mareggiate coprono e scoprono
periodicamente le tracce dei naufragi che nel tempo vi ebbero luogo. Ceppi d'ancora in
piombo di età romana ed ancore in ferro di età più recente sono state in diverse occasioni
recuperate in queste acque, dove giacciono, e spesso sono nascosti dalla sabbia, alcuni
cannoni ed una grande ancora in ferro 1 .
I reperti recuperati hanno attualmente collocazioni diverse: una delle ancore,
recuperata nel 1980 2, è provvisoriamente depositata presso gli Uffici della SAMIM di
Montevecchio:
1) Ceppo d'ancora in piombo, apertura cm. 168,5, scatola centrale cm. 23 X 16,8 X
30,5 con perno per il bloccaggio del fusto. Sulle marre, a distanza più o meno regolare,
ma non allineati rispetto ai bracci, compaiono quattro astragali di cui, in qualche caso, si
legge ancora bene la posizione. I segni della fusione sono percepibili nella faccia superiore
leggermente incavata, mentre il perno denuncia, nella sagomatura, l'irregolarità del foro
1 II fondale subisce profonde modificazioni a causa dell'alta energia che ha il mare in questa
zona: i cannoni, presumibilmente settecenteschi, messi in luce da una mareggiata
particolarmente violenta nel 1988, sono stati in seguito coperti da uno spesso strato di sabbia
che ne ha fin qui impedito la documentazione. Probabilmente parte dello stesso relitto era
anche un carico di lingotti di piombo di grandi dimensioni, affiorati dalla sabbia, nel 1995, a
breve distanza dalla riva: Salvi, 1997, p.248.
2 II recupero è stato effettuato dall'ing.Sini, della SAMIM, e dal dr. Caroli, proprietario
dell'Hotel Le Dune, nel 1980. Presso la direzione della SAMIM è custodita anche un'ancora in
piombo recuperata anch'essa nel 1980 poco più a nord, lungo la costa arburense, loc. Maga,
Costa Verde che presenta quattro astragali ed una lucerna sulle marre ed è confrontabile con
un esemplare di Filicudi edito da Kapitaen, 1985, p.94, fìg.102.
3 II recupero è stato effettuato dal dr. Caroli insieme con il Nucleo dei Carabinieri subacquei di
Cagliari, alla presenza dell'archeologa Emina Usai.
4 II recupero è stato effettuato dal dr. Caroli insieme al Gruppo archeologico Neapolis di
Guspini: cfr. relazione di R.Zucca, Archivio Soprintendenza Archeologica, del 4 luglio 1987.
5 Le informazioni sul recupero sono state fornite dal dr. Caroli: macine e lingotti costituivano
un primo gruppo presso i primi scogli, mentre gli altri reperti giacevano a una certa distanza in
direzione del pontile.
Le poche lettere visibili sul cartiglio del lingotto n.25 non sono p
a tentarne il completamento, né d'altra parte trovano corrisponde
altri marchi noti impressi al momento della fusione.
Nell'insieme, però, le caratteristiche dei quattro lingotti e finan
lettura dei marchi aggiunti a freddo, sono riportabili a produzioni
forma corrispondono agli standard della produzione spagnola sia in
nella prima età imperiale; più vicina a questa, però, è una certa rig
minore rastremazione dei fianchi. La lunghezza del cartiglio con il
dei nn. 25 e 28 appare maggiore rispetto a quella delle produzioni
tuttavia non è insolito un marchio che si aggira intorno ai 22
consueti, invece, in età repubblicana, i marchi aggiunti, a me
costituiti da bolli impressi a punzone, come nel caso della scritta
rilievo in cartiglio rettangolare, che caratterizza un certo numero dei
recuperati a Mal di Ventre8: in essi l'impressione è sempre intenzi
sulla faccia superiore del lingotto, seppure senza regolarità di posizi
e mai sui fianchi. Ciò significa che il colpo netto sul punzone veni
che il lingotto si trovava in quel momento su un piano o in cima a
stabile.
Sui lingotti più tardi, quali quelli del Sud-Perduto 2, inizi del I sec. d.C. 9, e di Sud-
Lavezzi 2, primo quarto del I sec. d.C. 10, le scritte sui fianchi e sui lati corti, invece, sono
pressoché costanti e sono di frequente accompagnate da indicazioni numerali n. Tali
caratteristiche trovano riscontro anche in un lingotto, proveniente da un recupero
occasionale presso l'isola di Mal di Ventre, che porta sul cartiglio superiore il nome di
Valerius Rectus 12.Esso è confrontabile con i lingotti corsi anche per il peso di oltre 50 kg.,
pari a circa 1 50 libbre romane, che parrebbe costituire il nuovo standard ponderale. Nel
relitto Cabrera 5 indagato presso le Baleari, che ha restituito 53 esemplari anch'essi datati
alla primo quarto del I se c. d.C., invece, solo una parte dei lingotti mantiene il peso
prossimo alle 100 libbre, mentre molti superano i 36 kg., oscillando per lo più intorno ai
40 13. Simili, però, ancora una volta, le caratteristiche dei marchi aggiunti che si ripetono,
in associazioni non costanti, con il bollo principale.
7 Fra i lingotti del relitto di Mal di Ventre il cartiglio epigrafico più lungo è quello di Marco
Carulio Hispalo, che misura cm. 24: Salvi, 1992, pp. 665-666.
8 Salvi, 1992, pp. 670-671, tav.XI.
9 Bernard e Domergue 1991, e Liou e Domergue, 1990, pp. 41-95: la misura dei cartigli
raggiunge in diversi lingotti i 28/30 cm..
io Liou, 1990, pp. 144-149.
H L'osservazione è ribadita in Domergue, 1994, p. 63.
12 Zucca, 1985, p. 150 e Zucca, 1992, tav. 11,1.
13 Colls, Domergue e Guerrero Ayuso, 1986, pp. 73-74.
scassa rettangolare che a scassa ovale, datandoli a partire dal III/II secc.
75-76 ne cita inoltre tre esemplari provenienti da Civitavecchia.
19 Le ancore ritrovate lungo le coste della Sardegna centro-settentrionale
1987, pp. 55-62. Quelle della Sardegna meridionale sono attualmente i
parte di chi scrive.
20 L'ipotesi per esemplare analogo è avanzata da Arcemi e Albore Livadie
21 La decorazione ad astragali, sulla cui interpretazione, quale simbol
rimanda a Queyrel, 1987, è presente su alcuni ceppi custoditi nel Mu
all'esemplare già citato di loc. Maga, Arbus e da due esemplari, un
provenienza sconosciuta per la Sardegna settentrionale (Boninu, 1987, p
conchiglie invece sono presenti in un esemplare di Capo Testa insieme a
una protome leonina (Boninu, 1987, p. 59). A Mal di Ventre quattro astr
bracci, contrapposti a un delfino: Salvi, 1995, p. 244 e 246.
22 Cfr ad esempio Albore Livadie, 1985, p.35, figg.l 1-12.
23 Cfr. Benoit, 1955, fig. 8, p.l25.
24 Gli esemplari di Cala Piombo sono stati recuperati dal Nucleo subacq
segnalazione del dr.Mario Galasso, nel 1989, insieme a frammenti d'anfo
20, in un contesto attribuito alla prima metà del I. sec.d.C.: Galasso, 199
pesca del corallo35. E' certo comunque che l'oggetto facesse parte d
complesso, visto che in almeno due casi ( Piscinas e Gonnesa) sono
percepibili nei fori, svasati verso l'esterno, resti di metallo, mentre n
il metallo manca, resti di usura, ma anzi, come nel caso dell'esem
percepiscono all'interno i segni dello scalpello utilizzato per modell
mentre una delle facce appare liscia - per la lavorazione o per l'usur
ruvidi tà del taglio.
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