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LABORATORIO FOSSILI (esemplari tipo)

Lezione 1: processi di fossilizzazione


I processi di fossilizzazione più usuali possono essere:
-incrostazione: a opera di minerali precipitati o di esseri viventi (bioimmurazione)
-sostituzione: può essere con calcite (a pH elevato, anche riprecipitato dagli organismi stessi),
pirite (che può essere alterata dando limonite, che perde la lucentezza metallica), dolomite (con
piccoli cristalli romboedrici visibili, con lucentezza serica (da seta) o riconoscibile con la prova
dell’HCl), silice (facile da riconoscere per il colore e la lucentezza tipica, la presenza di anelli di
silicizzazione, talvolta per la presenza di frattura concoide; comporta la distruzione di molte
parti interne) e in casi più rari con vivianite (fosfato di ferro). La sostituzione porta così alla
formazione di uno pseudomorfo.
-impregnazione: talvolta artificiale
-carbonificazione: mantiene la forma e la microstruttura dell’organismo
-carbonizzazione: risultato di un incendio, ne consegue la distruzione della struttura
-inglobamento in fluidi: bitume o resine (ambra)

Esemplare 1: bivalvi incrostati da organismi


(bioimmurazione), presentanti tre stadi di
incrostazione

Esemplare 2: ammonoidi silicizzati; processo


riconoscibile per presenza di anelli di
silicizzazione e colore e aspetto vitreo
Esemplare 3: legno carbonificato. Processo
rinoscibile per la buona conservazione delle
strutture interne e per la compressione subita
durante il processo che ne ha alterato la forma. E’
abbastanza leggero, anche se non sempre questo
può essere una caratteristica diagnostica

Esemplare 4: esemplare di Hippuritacea del


Cretaceo (Vaccinites vesciculosusu) silicizzato.
Presenza di anelli di silicizzazione sul guscio
sostituito; riempimento interno di silice amorfa.
All’interno i denti delle valve assomigliano
molto a spine settali, come quelle dei Tabulata

Esemplare 5: legno carbonizzato: poco visibili e


mal conservate le strutture interne, non è
compresso ma mantiene la sua forma originale
Esemplare 6: foglie sostituite da vivianite
(Toscana)

Esemplare 7: ammonoide con guscio originale.


Questo può essere riconosciuto per la presenza di
un guscio madreperlaceo, che non può che essere
quello originale. Il guscio originale può anche
essere riconosciuto per la presenza di
ornamentazioni di colore, che sono però una
delle prime cose che sparisce durante la
fossilizzazione e dunque molto rara

Esemplare 8: bivalvi dolomitizzati: i cristallini


sono luccicanti e distinguibili (sebbene di
piccolissime dimensioni)

Esemplare 9: ammoniode piritizzato


internamente. Esternamente è ben visibile la
sutura filloceratitica (modello interno)
Esemplare 10: ammonidi calcitizzati. Sul lato
destro si può notare un esemplare che ha subito
deformazione per carico litostatico

Lezione 2: tipologie tafonomiche di fossili

Esemplare 11: modello interno di bivalve


riconoscibile per la linea sinupalleale riconoscibile
a destra della foto. Piccole parti di guscio
originale e madreperlaceo sono rimaste attorno
alla linea di commessura e nella insenatura
palleale

Esemplare 12: calco artificiale di crinoide. La


conservazione quasi totale e la completa assenza
di disarticolazione sono indice di un rapido
seppellimento in un ambiente a bassa energia

Esemplare 13: ammonide con ombelico e prima


parte dell’ultimo giro come impronta esterna,
seconda parte dell’ultimo giro invece come
modello interno
Esemplare 14: gasteropode bioeroso con guscio
originale

Esemplare 15: modello interno di ammonoide

Esemplare 16: bivalve con guscio originale con


organisimi incrostanti all’interno della valva.
L’incrostazione interna può solo avvenire dopo la
morte dell’organismo

Esemplare 17: modello interno di bivalve. Sul


margine delle valve, attorno alla linea di
commessura, sono visibili delle piccole lineete
dentellate. Questi sono i segni delle termnazioni
delle coste radiali, visibili anche sul modello
interno dato lo spessore minimo del guscio in
questa parte delle valve
Lezione 3: ordine Forraminiferida
I fossili di formminiferi possono presentare tre diversi tipi di sezione:
-sezione equatoriale: lungo il piano equatoriale, corrispone al piano di simmetria ed è
ortogonale all’asse, mostrando così la suddivisione delle camere
-sezione assiale: lungo l’asse di avvolgimento, taglia in due il proloculo, mostrando le camerette
-sezione tangenziale: sempre parallela all’asse ma senza tagliare il proloculo
-sezione obliqua: qualsiasi altra
Vi sono tre taxon di foramminiferi di fondamentale importanza in paleontologia per le applicazioni che
hanno in biostratigrafia:
-Fusulinaceae (Sottordine Fusulina): in queste la sezione equatoriale mostra la suddivisione in
camere e le pieghe settali dei setti. La sezione tangenziale invece ha un aspetto a cellette
abbastanza disordinate, data l’ondulazione dei setti. Ugualmente è anche in quella assiale, che
però ha un’aspetto più ordinato con il proloculo e spesso la presenza di chomata che circondano
un ben distinguibile tunnel equatoriale.
-Alveolinide (Sottordine Miliolina): in queste la sezione equatoriale ha un proloculo con una
cameretta annessa chiamata flexostile; i setti sono dritti e non ondulati. La sezione assiale
invece ha un aspetto molto ordinato, con la suddivisione precisa delle camere in tante camerette
per dei septula perpendicolari ai setti, da cui consegue una suddivsione perlinata delle camere.
La sezione tangenziale finisce coll’avere un effetto a barre, con i septula ben visibili ma senza il
proloculo.
-Nummilitidi (Sottordine Rotaliina): sono dei foramminiferi planctonici con dei caratteri
particolari, come l’avvolgimento del guscio attorno all’asse piò corto, che gli conferisce spesso
una forma a moneta (da cui il nome, dal latino). Si possono distonguere per le grosse
dimensioni, che spesso raggiungono l’ordine del millimetro. Nella sezione assiale si possono
vedere dei pilastri calcitici che dal proloculo vanno fino al guscio esterno, dove formano delle
protuberanze. Hanno vari setti e camere. Spesso un nummilitide è rionoscibile per l’assenza di
pieghe settali e di camerette, nelle sezioni trasversali.

Esemplare 18: roccia con esemplare di Fusulina.


Nell’ingrandimento è visibile una sezione
trasversale con la tipica figura a reticolo dovuta
all’ondulazione dei setti
Esemplare 19: roccia con sezioni equatoriali,
tangenziali e assiali di Alveolina.
Nell’ingrandimento è visibile una sezione assiale
con la tipica divisione perlinata in camerette

Esemplare 20: fossili sciolti di Nummulitidi di


grosse dimesioni. Da notare la somiglianza con
delle monete, da cui deriva appunto il nome del
gruppo
Esemplare 21: Nummulitide sciolto con pilastri
ben visibili (linee bianche dal proloculo verso il
guscio esterno). I rigonfiamenti esterni del guscio
dovuti ai pilastri non sono più riconoscibili per la
levigazione subita dal resto

Esemplare 22: arenaria a Nummilitidi isorientati.


Sono presenti sezioni euquatoriale, tangenziali,
assiali e oblique.

Esemplare 23: esemplari di nummilitidi. Vi sono


due sezioni equatoriali e un esemplare sciolto

Esemplare 24: nummilitidi, sezioni equatoriali. I


pilastri, seppur presenti, non sono facilmente
visibili
Lezione 4: ordine Cnidaria, sottordine Antozoa

Tre sono i gruppi più importanti di Cnidari alla stato fossile:


-Rugosa: presentano sia forma solitarie che coloniali, sono riconoscibili per l’epiteca a rughe e
la presenza talvolta di strutture tipiche come il vortice
-Sceractinia: presentano sia forme solitarie che coloniali, sono riconoscibili per i setti a sestanti
ben visibili, alcuni tipi di colonia massiccia tipici come quelle plocoidi (coralliti con parete
separati da dissepimenti esotecali), meandroidi (setti disposti su rilievi allungati) e idnoforoidi
(centri calicinali rilevati) (presenza del “cenodeum”, tessuto scheletrico)
-Tabulata: presentano solo forme coloniali, sono riconoscibili per l’assenza di setti (hanno solo
delle piccole spine settali), il grandissimo numero di strutture trasversali (tabulae e
dissepimenti), e la presenza di pori murali (in colonie massicce) o tubi di connessione (in
colonie fascicolate)

Esemplare 25: due scheletri


originali. Colonie massicce
meandroidi (i setti sono disposti
lungo delle linee), quindi degli
Scleractinia. All’interno dei
mendri è visibile una columella
spugnosa (una sorta di lunga
lamina sfrangiata). Per quanto
riguarda invece le strutture
trasversali, si notano delle tabule e
dei dissepimenti (in generale
difficili da distinguere, bisogna
guardare in sezione trasversale se
si hanno strutture piatte oppure
laminari)

Esemplare 26: coralliti


calcitizzati (riempimento interno
calcitico visibile in sezione), in
colonia fascicolata faccelloide con
tubi di connessione ben visibili,
quindi dei Tabulata. Le strutture
interne non sono molto visibili per
il processo di sostituzione (la
matrice esterna è artificiale)
Esemplare 27: scheletro sostituito
(calcite), colonia massiccia
cerioide. In sezione si possono
notare fittissime le tabule, da cui si
può identificare l’esemplare come
un Tabulata. Si possono vedere
anche dei dissepimenti
Esemplare 28: esemplare di
Rugosa solitario con guscio
sostituito, riconoscibile per
l’epiteca rugosa. Sono poi ben
riconoscibili i setti.

Esemplare 29: esemplari di


Rugosa con epiteca con rughe e
depressione calicinali evidenti.

Esemplare 30: scheletro


originale, colonia massiccia
tamnasterioide (i setti sono in
continuità tra i centri calicinali),
dunque di Sceractinia. All’interno
dei centri calicinali si vede una
columella trabecolare (fatta di una
serie di uncini, che da sopra
possono essere confusi con dei
pali)
Esemplare 31:colonia fascicolata
di Tabulata con tabule
infundibuliformi riconoscibili
dall’alto come cerchi concentrici

Esemplare 32: colonia con


scheletri origininali. Colonia
massiccia plocoide, con coralliti
con la loro parete separati da
dissepimenti esotecali ben visibili.
Dunque esemplari di Scleractinia,
riconoscibili anche per i setti a
sestanti

Lezione 5: phylum Mollusca, classe Bivalvia

Esemplare 33: 2 valve disarticolate. Guscio


originale. Valve leggermente inequilaterali, con
forma orbicolare, ornamentazione a lamelle e
linee di crescita, orecchiette assenti. L’interno
presenta invece una impronta muscolare
dimiaria isomiaria, una linea sinupalleata con
seno palleale che segna il lato posteriore (per cui
l’umbone è prosogiro e le valve sono sinistre),
con cerniera eterodonte e legamento esterno
opistodeto (l’insenatura nel quale si inserisce il
legamento consiste in una fossa allungata tra il
dente e il guscio)
Esemplare 34: due valve originali disarticolate
con una colorazione scura per un principio di
carbonificazione, inequilaterali, orbicolare, con
ornamentazione a lamelle e linee di crescita e
orecchiette assenti. L’interno presenta una
impronta dimiaria (difficile per la rottura
riconoscerla come isomiaria o meno) e una linea
integripalleata. Indiviaduando il lato anteriore
come quello più piccolo, quindi con umbone
prosogiro, cerniera eterodonte e legamento
opistodeto

Esemplare 35: due valve disarticolate originali


di forma trapezoidale, con ornamentazione di
colore e a coste radiali, lamelle e linee di
crescita, senza orecchiette. L’interno è con
impronta dimiaria isomiaria, cerniera toxodonte
(tanti piccoli dentini), legamento esterno
anfideto e linea integripalleata

Esemplare 36: vari esemplari di Hippuritaceae


con gusci originali. Possono essere distinti dagli
Cnidari per l’assenza di setti, l’epiteca
profondamente diversa e la presenza sommitale
di due fosse laterali molto grosse nel quale
vanno a inserirsi i lunghi denti della valva
superiore (cerniera pachiodonte). I gusci hanno
una ornamentazione con coste ridiali e rughe
concentriche
Esemplare 37: legamento multivincolare su
esemplare di Ostrea. Da notare che gli esemplari
di Ostrea presentano sempre impronta
monomiaria

Esemplare 38: valva originale con simmetria


leggermente inequilaterale, contorno orbicolare,
umbone prosogiro, cerniera eterodonte,
legamente opistodeto, impronta muscolare
dimiaria isomiaria, linea leggermente
sinupalleata, ornamentazione a lamelle e linee di
crescita
Esemplare 39: valva con evidente cerniera
desmodonte

Esemplare 40: valva originale, con simmetria


inequilaterale, con contorno trapezoidale, e
umbone leggermente prosogiro (lato anteriore
più piccolo). Internamente cerniera eterodonte,
legamento opistodeto, con impronta dimiaria
anisomiaria e linea sinupalleata, che indica il
lato posteriore. Ornamentazione a coste oblique
e linee e lamelle di crescita
Esemplare 41: grosso pecten con orecchiette
erose ai lati, orecchiette simmetriche, dunque
bivalve nectobentonico. Si noti l’incrostazione
da parte di vari organismi incrostanti

Lezione 6: Phylum Mollusca, Classe Gasteropoda

Esemplare 42: conchiglie originali con


avvolgimento destro (l’avvolgimento sinistro è
molto più raro), fusiforme, con angolo spirale
e apicale quasi corrispondenti, con profilo del
giro convesso, con incremento del giro medio-
basso, ricoprimento del giro scarso, base con
collo, peristoma sifononostomo, contorno
ovale, labbro esterno assente, ornamentazione
a strie, linee di cresita e nodi (non varici, che
assomigliano invece a nodi allungati)
Esemplare 43: gusci originali riempiti di fine
sedimento con avvolgimento destro, forma
biconica, angolo apicale leggermente più
stretto di quello spirale, profilo del giro piatto,
incremento del giro basso, ricoprimento
medio-scarso, base con collo, peristoma
sifonostoma, contorno rettangolare allungato,
labbro esterno allungato, ornamentazione a
nodi e linee di crescita collabrali poco visibili,
e ornamentazione di colore

Esemplare 44: guscio originale con


orientazione destra, forma turbinata, angolo
apicale più stretto di quello spirale, incremento
medio alto, sovrapposizione medio medio
scarsa, base convessa con ombelico, peristoma
olostoma, contorno semicircolare,
ornamentazione di colore e linee di crescita
visibili sullo strato madreperlaceo sottostante
Esemplare 45: esemplare di Cyprea con
guscio originale, incremento della spira alto,
ricoprimento del giro molto grande, base piatta
con labbro esterno inflesso

Esemplare 46: esemplare di Patella con


guscio originale, orientazione assente,
avvolgimento assente, forma patelliforme,
contorno ovale, labbro assente, angolo apicale
uguale a quello spirale, con ornamentazione di
colore e con coste e linee di crescita

Esemplare 47: guscio originale, forma


patelliforme piatta, angolo apicale molto più
stretto, profilo del giro convesso, incremento
molto alto, ricoprimento molto grande, base
piatta, peristoma olostomo, contorno ovale,
labbro esterno assente. Ornamentazione a
coste (Strie), linee di crescita e colore. I buchi
sulla valva servono per il filtraggio continuo
dell’acqua, e al crescere della valva si
chiudono quelli vecchi e se ne formano di
nuovi
Esemplare 48: guscio originale di
gasteropode con angolo apicale nettamente più
stretto di quello spirale. E’ evidente inoltre
l’appariscente ornamentazione a nodi

Esemplare 49: esemplari sezionati di


gasteropodi con ricoprimento del giro scarso
in cui è visibile la columella centrale, asse di
avvolgimento del guscio
Lezione 7: phylum Brachiopoda

-Ai fini della descrizione di questo phylum è fondamentale l’orientazione, ponendo la valva ventrale in
basso e quella dorsale in alto; la valva ventrale può essere riconosciuta per la presenza del deltirio,
apertura per il pigidio, per un umbone di maggiori dimensioni, per una interarea più sviluppata o per
strutture interne caratteristiche come il brachidio o i denti
-Nel caso della descrizione del contorno delle valve e del margine cardinale, chiaramente queste
devono essere coerenti tra loro: con un controno ovale non si avrà certamente un margine dritto, con un
contorno subrettangolare non si avrà un margine curvo
-L’interarea può essere riconosciuta, nei casi dubbi, per la sua concavità, opposta alla convessità della
valva verso l’esterno. Infatti tra la superfizie concava dell’interarea e la convessa della valva c’è una
linea, uno spigolo, ben netto e definito, che può essere spesso facilmente riconosciuto. Se questo è
assente, l’interarea non c’è

Esemplare 50: brachiopode con guscio sostituito.


Valve biconvesse verso l’esterno, accrescimento
mixoperiferico molto sviluppato verso i lati.
Contorno delle valve semicircolare, con margine
cardinale dritto. Commessura anteriore uniplicata,
con solco ventrale e piega dorsale (per
riconoscere questo e altri caratteri è fondamentale
una corretta orientazione dell’esemplare),
interarea abbastanza sviluppato sulla valva
ventrale, deltirio aperto ben visibile in mezzo a
questo (triangolare). Ornamentazione a coste
radiali. Caratteri interni poco visibili perché le
valve sono chiuse
Esemplare 51: guscio originale di brachiopode
con sostituizione interna. Valva convessa con
accrescimento mixoperiferico molto pronunciato
ai lati, contorno delle valve semicircolare,
margine cardiale dritto. Piega solcata ben
evidente, interarea non riconoscibile, deltirio
assente, ornamentazione a coste radiali e linee e
lamelle di crescita.
Tra i caratteri interni spicca un brachidio spiralato
e una piccola sporgenza sotto l’umbone che è il
processo cardinale.
L’assenza di deltirio e la presenza di brachidio e
processo cardinale ci rivelano che la valva è una
valva dorsale
Esemplare 52: guscio originale, valva singola
convessa con accrescimento emiperiferico,
contorno sebrettangolare con margine cardinale
dritto, commessura anteriore con leggero solco,
internarea quasi assente, deltirio non visibile,
ornamentazione a coste e spine (certe volte le
spine non ci sono più, ma possono comunque
vedersi i piccoli buchi nei quali queste si
inserivano)

Esemplare 53: esemplare in cui è ben visibile la


commessura a zig zag, dovuta allo sfalsamento
delle coste

Esemplare 54: guscio originale di brachiopodi


endobionti di substrato mobile (che hanno un
guscio molto leggero per non sprofondare nel
sedimento, il che, data l’assenza di sifone,
significherebbe per loro il soffocamento). Forma
decisamente convessa, con accrescimento
mixoperiferico, controno delle valve ovale,
margine curvo, commessura rectimarginata,
interarea assente, foramen. Sotto l’umbone si
vedono due denti, l’impronta della crura e una
impronta diffusa che indica l’area muscolare
Esemplare 55: grosso calco interno di
brachiopode con resti di guscio originali presso
gli umboni, con un grandissimo interarea con un
grosso deltirio. Presenta una commessura
anteriore uniplicata e una serie di coste radiali

Esemplare 56: forma aberrante di brachiopode


con forma molto simile a quella di un cnidario
solitario, con accrescimento decisamente
oloperiferico. Presenti in molti gruppi, le forme
aberranti sono molto difficili da classificare e
riconoscere; in questo caso queste vivono
addirittura negli stessi habitat di Rugosa e
Scleractinia

Esemplare 57: valva originale di brachiopode,


dalla forma convessa molto stretta e allungata in
fondo, con accrescimento mixoperiferico molto
sviluppato inizialmente ai lati, poi meno. Il
contorno delle valve è semicircolare nel
complesso, con un margine cardinale dritto. La
valva presenta un grosso solco e una altrettanto
grossa interarea con un vistoso deltirio chiuso. Il
guscio risulta piuttosto liscio. La valva è dunque
chiaramente una valva ventrale, da cui consegue
che probabilmente l’esemplare aveva
commessura anteriore paraplicata
Esemplare 58: piccolo brachiopode dal guscio
probabilmente sostituito con forma delle valve
concavo – convessa (dunque molto probabilmente
si tratta di un esemplare di semiendobionte).
Accrescimento mixoperiferico, contorno ovale
con margine cardinale curvo, commessura
anteriore rectimarginata, interarea assente,
ornamentazione a coste radiali poco evidente
all’interno
Esemplare 59: grosso esemplare di Lingula con
accrescimento emiperiferico
Lezione 8: phylum Mollusca, classe Cephalopoda, subclassi Nautiloidea e Ammonoidea

-Ai fini della descrizione dei Cefalopodi, è di fondamentale importanza riconoscere il tipo di fossili con
cui si ha a che fare dal punto di vista tafonomico. Un modello interno può essere riconosciubile perché
visibili suture dei setti o il sifuncolo ventrale o dorsale degli ammonoidi, ma non possono essere
considerate diagnostiche ornamentazioni del guscio che invece sono visibili sia sul modello interno che
sul guscio esterno originale o sostituito
-Per distinguere nautiloidi da ammonoidi, bisogna osservare:
-l’ornamentazione, che è praticamente assente nei nautiloidi, e invece molto ricca, spesso, negli
ammonoidi (presenza di spine, serie di nodi, tubercoli, coste)
-le linee di crescita nei nautiloidi presentano un seno iponomiale ventrale, una inflessione
convessa verso l’esterno. Negli ammonoidi invece formano una sorta di rostro
-i setti nei nautiloidi sono molto caratteritici: con sutura anulare e poco ondulata, con superficie
regolare e sempre concava verso l’apertura. Negli ammonoidi invece sono ondulati o convessi
verso l’apertura, con suture molto più fratagliate e supertifici più irregolari. Le suture dei
nautiloidi presentano invece sempre una sella sul ventre, mentre quelle degli ammonoidi hanno
un lobo
-il sifuncolo nei nautiloidi è centrale, e avendo i setti si possono notare i foramen attraverso cui
questo passa per tutti i setti. Gli ammonoidi invece lo hanno ventrale, e talvolta dorsale: è allora
visibile bene sul modello interno

Esemplare 60: esemplare


riconoscibile come
ammonoide per
l’ornamentazione a spine
chiaramente visibile. Forma
eteromorfa criocona (i giri
non sono direttamente a
contatto), avvolgimento
involuto, ornamentazione a
spine, linee di crescita poco
visibili
Esemplare 61: esemplare
riconoscibile come
ammonoide per via della
evidente ornamentazione a
coste. Forma planispirale con
avvolgimento evoluto,
ornamentazione a coste
rursiradiate primarie e
secondarie dritte. La
conchiglia non può essere
considerata serpenticona
perché il ventre dei giri
precendenti viene ricoperto
dal dorso dei giri dopo
Esemplare 62: esemplare
riconoscibile come
ammonoide per via della
ornamentazione a coste.
Modello interno con parti
rimanenti di guscio sostituito,
avvolgimento planispirale
con avvolgimento evoluto,
ornamentazione a coste
rectiradiate primarie e
biforcate. Da notare le
costrizioni, inspessimenti del
guscio verso l’interno

Esemplare 63: esemplare


riconoscibile come
ammonoide per le suture
filloceratitiche. Forma
planispirale involuta, con
ornamentazione non visibile.
Chiaramente modello interno
per la vivacità delle suture
Esemplare 64: esemplare
riconoscibile come
ammonoide per le suture
ammonitiche, la doppia serie
di nodi e il sifuncolo ventrale.
Forma planispirale involuta,
da notare l’ornamentazione a
coste rectiradiate primarie
dritte e con doppia serie di
nodini in posizione
sommitale (al contrario dei
nodi, protuberanze semplici, i
tubercoli sono più sporgenti e
le spine a punta)
Esemplare 65: esemplare
riconoscibile come nautiloide
per via delle setti concavi
verso l’apertura e della sutura
ondulata leggermente. Forma
nautilocona (l’esemplare è un
Nautilus), apertura aperta

Esemplare 66: esemplare


riconoscibile come nautiloide
per via delle suture semplici
con sella ventrale. Forma
debolmente nautilocona,
apertura aperta
Esemplare 67: esemplare
riconoscibile come
ammonoide per il grande
numero di coste e nodini
(circa 17 serie). Forma
planispirale involuta

Esemplare 68: esemplare


riconoscibile come
ammonoide per la presenza
del sifuncolo ventrale.
Sebbene non visibile in foto,
è interessante notare come il
frammento di fragmocono
abbia una area depressa nel
dorso, dove si trovava
inizialmente il ventre del giro
precendente. Si può allora
dedurre che si trattava di una
specie planispirale: nel caso
di forma eteromorfa senza
giri a contatto o di
serpenticona (per cui i giri
non si sovrappongono), il
frammento sarebbe stato a
sezione perfettamente
ovoidale
Esemplare 69: esemplare
riconoscibile come
ammonoide per la presenza di
setti convessi verso
l’apertura. Forma planispirale
evoluta. Guscio sostituito:
nella camera di abitazione e
nelle prime camere del
fragmocono è entrato
riempimento geopetale; nelle
altre camere invece è solo
penetrato attraverso i foramen
del sifuncolo del liquido
saturo in calcite che
precipitando ha riempito le
camere di cristallini calcitici

Esemplare 70: esemplare


riconoscibile com
ammonoide per le suture
molto ondulate con lobo
ventrale. Forma planispirale
involuta, senza
ornamentazione (guscio
liscio), potrebbe essere
serprenticona o tendente a
questa
Lezione 9: Classe Trilobita

Di abbastanza facile riconoscimento, questo gruppo presenta alcune parti di particolare interesse quali:
-anello occipitale: un rigonfiamento spesso esteso lungo tutti e tre i lobi dietro la glabella, che
può essere confuso con il primo segmento del torace. Invece questo appartiene al cephaplon,
come è possibile notare osservando attentamente, e non si deve contare nel conteggio dei
segmenti
-linea di sutura: è una linea che può essere distinta dalle altre perché passa sempre dietro
l’occio; a seconda poi di come termina sul lato delle guance può essere proparia, gonatoparia e
opistoparia
-pigidio: può essere talvolta difficile distinguerlo dal torace, ma può essere riconosciuto il
passaggio tra le due parti per un certo veloce cambiamento nella disposizione e angolazione
delle pleure

Esemplare 71: calco aritificilale. Forma


isopigia. cephalon semicircolare, occhi
distanziati dalla glabella e sporgenti, angoli
genali con spine molto corte, glabella a lobi
grandi e espansa anteriormente, sutura
facciale opistoparia e anello occipitale. Torax
a 11 segmenti solcati con lobi pleurali e spine
che aumentano di dimensioni verso il
pigidio; lobo assiale più stretto di lobi
pleurali. Pigidium con spine pleurali solcate.
Ornamentazione a tubercoli diffusa su tutto
l’esemplare

Esemplare 72: calco artificiale. Forma


micropigia. Cephalon semiovale, angoli
genali con spine sviluppate lungo tutto il
corpo, glabella ovale, sutura facciale non
riconoscibile, occhi poco distanti dalla
glabella circolari e poco sporgenti; presenza
di largo scudo preglabellare. Torax con una
quindicina di segmenti, estremità pleurali
dritte non solcate; lobo assiale molto più
stretto di lobi pleurali. Pigidio molto piccolo
con caratteri non distinguibili
Esemplare 73: calco artificiale. Forma
isopigia. Contorno semiovale, angoli genali
arrotondati, glabella espansa e rigonfia
anteriormente con piccoli lobi posteriori,
sutura poco visibile, occhi molto grossi e
rigonfi ai lati della glabella, anello occipitale,
ornamentazione a tubercoli. Torax con 11
segmenti con pleure solcate con piccole spine
terminali; lobo assiale di spessore quasi pari
a lobi pleurali. Pigidio con lobi pleurali più
grossi dell’assiale e senza spine.

Esemplare 74: esemplare raggomitolato


isopigio. Cephalon semiovale con angoli
genali con lunghe spine, glabella espansa
anteriormente con rigonfiamenti dietro, due
grandi occhi sporgenti ai suoi lati, sutura
proparia; anello occipitale. Torax con una
decina di segmenti con esetremità delle
pleure non spinate; lobi pleurali leggermente
più grossi di quelli assiali

Esemplare 75: calco artificiale di trilobite


micropigio. Cephalon dal contorno
semiovale con angoli genali con spine
lunghe, glabella espansa anteiormente con
rigonfiamenti posteriori, sutura proparia,
occhi ovali vicini alla glabella. Torace con
segmenti con plaure solcate e spinate con
lobo assiale più stretto dei lobi pleurali.
Pigidio con lobi pleurali molto grandi con
spine piccole spine pleurali
Esemplare 76: calco artificiale di trilobite
isopigio. Cephalon con glabella non
differenziata dalle genae. Torace con lobi di
dimensioni quasi uguali con pleure poco
spinate (l’orientazione si può capire proprio
dalla direzione delle spine). Pigidio con lobi
non differenziali e privo di spine

Esemplare 77: calco artificiale di trilobile


macropigio. Cephalon semicircolare, con
angoli genali leggermente spinati, glabellla
espansa anteriormente con grossi lobi
laterali, sutura poco visibile, anello
occipitale, occhi semicircolari e abbastanza
spirgenti non a contatto con la glabella.
Torace con 15 segmenti con pleure solcate e
spinate; lobi pleurali più grossi. Pigidio con
lobi pleurali molto grossi con grosse spine,
grande spina terminale assiale

Esemplare 78: calco artificiale di trilobite


macropigio. Cephalon semicircolare con
glabella espansa anteriormenti, anello
occipirale, sutura non riconoscibile, occhi
circolari posteriori alla glabella. Torace con
una decina di segmenti con piccole soine
pleurali e lobi quasi delle stesse dimensioni.
Grosso pigidio con lobi non differenziati e
privo si spine pleurali e assiale

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