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VACUOLO (Biologia cellulare, esercitazione 2)

Sito di accumulo, capacità di compartimentare i cristalli di ossalato di calcio


(rafidi). Per osservare i rafidi bisogna posizionarsi lungo i margini fogliari,
situati all’interno dei vacuoli della cellula, costituiti da cristalli aghiformi
che decorrono paralleli gli uni rispetto agli altri, sono numerosissimi ed
occupano quasi interamente lo spazio disponibile, hanno un significato
deterrente nei confronti dei predatori, cristalli molto taglienti. Drusa di
ossalato di calcio (nella foglia di oleandro), numerose nelle cellule del
parenchima clorofiliano.
Stiloidi (sempre cristalli di ossalato di calcio, osservabili nei catafilli di
bulbo di cipolla esterno). Strutture cristalline, forma molto caratteristica,
colorazione dovuta agli antociani presenti nei vacuoli.
Antociani, pigmenti caratteristici hanno localizzazione vacuolare, li
troviamo in differenti tipologie cellulari, comportamento caratteristico, il
viraggio degli antociani, colorazione blu.
Compartimento vacuolare interessante per verificare la plasmolisi, riguarda
nello specifico il vacuolo, fenomeno che si può osservare al microscopio e
sta alla base del processo di appassimento degli organi di una pianta. La
pasmolisi avviene per gradi, non tutte le cellule vengono plasmolizzate.

PLASTIDI (Biologia cellulare, esercitazione 3)

Cloroplasti

Foglie molto piccole, costituite da due soli strati cellulari, appartenenti a due
diversi tipi di tessuto, per questo motivo essendo una foglia molto sottile
può essere esaminata al microscopio, senza prevedere sezione di foglia.
Insieme di cellule nel quale è evidente il riconoscimento di una parete
cellulare, ad essa addossati sono riconoscibili i cloroplasti di colorazione
verde.
Cloroplasti numerosi in ogni cellula, vanno ad occupare la maggior parte
dello spazio disponibile, lo spazio vuoto visibile in ogni cellula è il vacuolo.
Fenomeno della ciclosi nel quale osserviamo i cloroplasti che si muovono
all’interno delle cellule, trascinati dalle correnti citoplasmatiche. Differenze
basate sul fatto dello stato della cellula. Movimento della ciclosi tende ad
utilizzare anche il processo fotosintetico orienta i cloroplasti nella
captazione della luce. Nelle piante acquatiche i cloroplasti sono inseriti in
cellule definite clorocisti, ricche di cloroplasti. Importanti assicurano il
processo fotosintetico, leucocisti altre cellule implicate nel trasporto di
nutrienti e risultano prive di cloroplasti. Alga filamentosa, in cui è
riconoscibile un cloroplasto, forma a spirale.

Cromoplasti

Organelli deputati all’immagazzinamento di pigmenti (carotenoidi). Insieme


di cellule le quali hanno una parete cellulare molto sottile, hanno uno spazio
apparentemente vuoto, si tratta del vacuolo e notiamo strutture che non
hanno un a forma ben definita e rappresentano accumuli di licopene in
forma cristallina. Possiamo effettuare anche delle colorazioni le quali
andranno a mettere in evidenza quelli che sono gli amiloplasti, che
rappresentano un particolare tipo di plastidio nel quale viene messo in
riserva l’amido. I granuli di amido hanno forma e dimensione differente,
sono coloro che vanno ad assumere la colorazione, osserviamo delle linee
che sono le linee di stratificazione dell’amido. Il reattivo si lega all’amilosio
(componente principale dell’amido). Se applichiamo il colorante su di un
tessuto, osserviamo la colorazione dei granuli di amido, la loro dimensione,
l’ilo (punto o iniziale di stratificazione dell’amido).
I granuli di forma e dimensione diversa sono specie specifica, quindi
osservando determinati granuli possiamo distinguere la tipologia della
pianta.

PARETE (Biologia cellulare, esercitazione 3)

La parete primaria può essere osservata attraverso determinati tipologia di


colorazioni. Mette in evidenza la componente pectcellulosica della parete,
quindi pectine e cellulosa e caratteristiche chimiche possiedono gruppi
carbosilici. Mette in evidenza parete primaria e anche le pareti lignificate.
Possiamo osservare in qualsiasi cellula la parete primaria con colorazione
diversa rispetto alla lamella primaria. Possiamo mettere in evidenza anche i
polisaccaridi attraverso un'altra tipologia di colorazione (cellulosa,
emicellulosa, pectine ma anche amido) le cellule presentano una parete di
colore fucsia. Possiamo osservare la parete cellulare anche in assenza di uso
di coloranti. Possiamo osservare innumerevoli cloroplasti anche la parete
primaria, possiamo anche osservare la parete secondaria, in parete
secondaria possiamo osservare elementi di trasporto dello xilema ovvero le
tracheidi, tracheidi tubi piuttosto lunghi, forma allungata ed è possibile
osservare le spiralature della parete secondaria. Le trachee hanno forme
differenti.

TESSUTI TEGUMENTALI (Istologia esercitazione 4)

Parlando dell’epidermide, notiamo nelle monocotiledoni hanno forma


regolare, mentre nelle dicotiledoni le pareti sono circonvolute e la forma
delle singole cellule sono meno regolari, mah sono evidenti gli stomi in
entrambi i casi.
Nelle dicotiledoni osserviamo gli stomi, nelle monocotiledoni osserviamo
stomi e una regolarità nella formazione dell’epidermide, osserviamo anche
annessi epidermici come i peli. Negli stomi possiamo vedere le due cellule
di guardia e la rima stomatica. La rima stomatica può essere abbinata ad
altre indagini dal punto di vista fisiologico.
Importante è la cuticola, pluristratificata, molto spessa, la sua presenza e il
suo spessore ci indica le caratteristiche della pianta, cuticola molto ispessita
la pianta ha bisogno di regolare in maniera molto importante il fenomeno
della respirazione, avviene mediante gli stomi situati nelle foglie.
La cuticola è presente nella parete tangenziale esterna.
Caratteristica è la presenza di tricomi o peli, nel caso in cui sono peli
ghiandolari fanno parte del tessuto secretore, presenti nelle piante carnivore.
I peli hanno strutture ghiandolari particolari per la cattura e digestione della
preda. Strutture con aspetto simil ghiandola pluricellulare con significato
digestivo e assorbente, assorbono e digeriscono ciò che riguarda la preda.
Per quanto riguarda di tricomi morti, hanno un significato diverso ai peli
ghiandolari, hanno funzione di protezione da eccessiva insolazione o perdita
d’acqua. Hanno una forma caratteristica aghiforme, ma possono avere forme
differenti. Tessuto tegumentale di origine secondario il sughero, ha un
aspetto lamellare formato dalla sovrapposizione di più strati cellulari. Ci
sono piante che hanno porzioni abbondanti di sughero mentre altre hanno
porzioni minori, ha una funzione di protezione nei confronti dei tessuti che
stanno all’interno.

TESSUTI MECCANICI (sclerenchima e collenchima)

collenchima tessuto meccanico posto in posizione sub epidermica, si


riconosce dal fatto che forma delle coste più indurite a livello di fusto.
Parliamo di collenchima angolare, ispessite le pareti agli angoli delle cellule,
ma rimangono sempre pareti di natura pectocellulosica.
Sclerenchima, caratterizzato da elementi cellulari, nel corso del
differenziamento sono diventati elementi perché costituiti da parete
ispessita. Formano degli ammassi di strutture, con lume interno e da parete
secondaria ispessita e lignificata. Osservabili cellule del parenchima e
possiamo riscontare ammassi di sclereidi presi singolarmente. Le sclereidi
hanno un importante significato tassonomico. Le fibre hanno importante
rilevanza nello sclerenchima. Possiamo avere fibre che appartengono a
floema o xilema, oppure fibre extraxilari. Strutture piuttosto allungate con
parete ispessita.

TESSUTI SECRETORI

Tasche lisigene, nei frutti come il limone.


Dotti secretori presenti tessuti secretori, anche canali resiniferi sempre nella
stessa categoria.
Nelle ninfee possiamo notare gli idioblasti, cellula colorata, ma senza l’uso
di coloranti.

TESSUTI CONDUTTORI

Xilema, evidenziarlo attraverso i fasci di conduzione di trasporto,


ispessimenti della parete predisposti in maniera caratteristica. Possiamo
notare dello xilema e del floema. Possiamo individuare del collenchima.

TESSUTI PARENCHIMATICI

Parenchima aerifero, situato a livello di diversi organi di piante che vivono


in ambienti acquatici. Possiamo notarlo nelle zone del picciolo. Tessuto
dalla consistenza spugnosa, catenelle di cellule di natura parenchimatica,
dotate di una parte cellulare sottile che delimitano ampie cavità che
permettono la libera circolazione dei gas per il metabolismo della pianta.
Parenchima di riserva, possiamo osservare le riserve che vengono
immagazzinati, granuli, accumuli di proteine, depositi oleosi, contengono
anche proteine.
Parenchima acquifero, situato in piante succulente, caratterizzato da cellule
voluminose, le quali hanno una parete pectocellulosica, hanno un vacuolo in
posizione centrale e hanno delle mucillagini fortemente idrofiliche,
trattengono grandi quantità di acqua. Hanno adattamenti anche di tipo
fisiologico, processo fotosintetico differente rispetto alle altre piante.
Parenchima acquifero presenta cellule molto voluminose, circondate da
parete sottile. Le cellule sembrano collassate, caratteristica intrinseca del
tessuto, composizione cellulare molta acqua.
Parenchima clorofilliano, cellule che possono avere una forma allungata,
parenchima a palizzata. Cloroplasti caratterizzano il parenchima, essenziale
per processo fotosintetico.

FUSTO IN STRUTTURA PRIMARIA (Anatomia esercitazione 6)

Struttura eustelica - troviamo i fasci cribro vascolari posti lungo una


circonferenza, questi fasci sono collaterali e possono essere aperti o chiusi,
aperti significa che c’è procambio tra la porzione xilematica e la porzione
floematica, chiusi significa che xilema e floema sono a stretto contatto tra di
loro. Angiosperme dicotiledoni ma anche nelle gimnosperme.

Sezione trasversale di fusto di girasole

Struttura primaria – possiamo osservare la tipica struttura eustelica, i fasci


cribrovascolari sono disposti lungo una circonferenza e in particolare sono
fasci collaterali con la porzione xilematica rivolta verso l’interno,
posizionata endarca. E la porzione floematica rivolta verso l’esterno, in
posizione esarca. Possiamo individuare la porzione centrale relativa al
parenchima midollare e riconosciamo anche uno strato corticale a stretto
contatto con i fasci che comprende essenzialmente del parenchima corticale,
la zona tegumentale che rappresenta la parte più esterna del fusto ed è
costituita da epidermide.
Partendo dall’esterno verso l’interno possiamo osservare l’epidermide,
costituita da cellule rettangolari disposte in un unico strato e prive di spazi
intercellulari. Successivamente riconosciamo una zona che comprende
tessuto meccanico, ma anche parenchima corticale costituito da cellule che
hanno una forma rotondeggiante, riconoscibili degli spazi intercellulari e
inoltre sono presenti delle strutture, dotti secretori riconoscibili, perché
costituiti da una serie di cellule che tappezzano un lume interno. Andando
verso l’interno, riconosciamo i fasci cribrovascolari, in particolare partendo
dall’interno riconosciamo subito di ciascun fascio la porzione xilematica,
costituito da trachee, tracheidi che si differenziano per il lume di dimensioni
differenti, abbiamo anche cellule parenchimatiche che fanno parte del
tessuto floematico. Verso l’esterno riconosciamo una porzione di floema, in
cui sono presenti dei tubi cribrosi. Sono molto evidenti dei cappucci di
elementi cellulari che presentano una parete colorata in rosa, rappresentano
le fibre, elementi del tessuto meccanico, si tratta di fibre floematiche,
associate al floema. La ritroviamo in ciascun fascio di trasporto. I fasci sono
separati da tessuto parenchimatico che si approfonda verso l’interno, nella
zona costituita dal parenchima midollare.
Sezione trasversale di fusto di sambuco

Struttura primaria – possiamo osservare tutta la struttura e le diverse zone,


riconosciamo una struttura eustelica. In particolare, si evince dai fasci di
conduzione che sono tutti disposti lungo una circonferenza e che occupano
una posizione abbastanza interna e che insieme al parenchima midollare
vanno a costituire la stele. La porzione più esterna viene rappresentata dal
parenchima corticale, poi la zona tegumentale, costituita dall’epidermide.
Parenchima corticale presenta tutte quelle evidenze citologiche
caratteristiche, cellule voluminose, parete sottile e sono evidenti le spazi
intercellulari. Spostandosi verso l’interno riconosciamo i fasci disposti
lungo una circonferenza ma in particolare possiamo apprezzare tutti i diversi
tessuti, di conduzione, esterno in posizione esarca floema e a livello di
floema vediamo alcune cellule che presentano nucleo, oppure forme diverse.
L’insieme di cellule sono costituite da tubi cribrosi e da cellule compagne,
di natura parenchimatica che supportano i tubi cribrosi dal punto di vista
fisiologico. Verso l‘interno riconosciamo in posizione endarca la porzione
xilematica, costituita dagli elementi di condizione dei vasi, che presentano
una parete notevolmente ispessita. Possiamo osservare anche pareti
lignificate. La natura della parete è pectocellulosica, condivisione cellule del
parenchima e cellule floematiche. Continuando verso l’interno vediamo
sempre parenchima midollare, costituito da cellule di dimensione maggiore
rispetto al parenchima corticale, anche se hanno le medesime caratteristiche.

Struttura atactostelica - la troviamo in monocotiledoni. Caratterizzata dalla


presenza di numerosi fasci cribrovascolari, che sono un po' disseminati a
livello del cilindro centrale, non c’è una divisione tra parenchima midollare
e parenchima corticale e inoltre i fasci sono sempre fasci collaterali di tipo
chiuso, tra xilema e floema non c’è procambio.

Sezione trasversale di fusto di mais

Struttura primaria – monocotiledoni, tranne alcune eccezioni non hanno


accrescimento secondario. Notiamo numerosissimi fasci sparsi, nello
spessore della sezione immersi in tessuto parenchimatico. I fasci e il tessuto
parenchimatico il quale presenta le stesse caratteristiche, osserviamo in
dettaglio fasci cribrovascolari caratterizzati da una componente xilematica,
la quale è rappresentata dalla presenza di trachee (elementi di conduzione).
Xilema e floema sono in comunicazione, è presente una cavità in ciascun
fascio, lacuna protoxilematica, che deriva dalla confluenza di elementi di
tracheidi che confluiscono insieme a formare la cavità, deriva dalla fusione
di tracheidi che nel corso di differenziamento sono state prodotte per prime
nell’organo stesso. Osservando un fascio possiamo osservare la presenza
della lacuna protoxilematica, possiamo vedere una componente di tessuto
meccanico, presenti elementi che hanno una parete ispessita e lignificata,
caratteristiche tipiche dello sclerenchima. Possiamo osservare trachee e
porzione floematica, formata da tubi cribrosi e cellule compagne. Le fibre
tendono a fare un anello circa continuo intorno al fascio, funzione
meccanica di sostegno dell’unità di trasporto.
Sezione trasversale di fusto di frumento

Fusti delle monodicotiledoni diventano cavi (non sempre), vero anche per
alcune dicotiledoni, processo di cavitazione vengono persi molti fasci
cribrovascolari, che nella porzione atactostelica occupavano la porzione
centrale del parenchima, sono mantenute due circonferenze di fasci, quelle
più esterni, i fasci hanno dimensioni differenti. Possiamo osservare la
presenza di fasci di trasporto che in apparenza simulano un’eustele, in realtà
la presenza di una cavità ci porta in direzione differente. In dettaglio
notiamo il cilindro centrale, porzione relativa ai fasci di conduzione che si
sono mantenuti nel processo di cavitazione. Possiamo riconoscere anche
altri fasci cribrovascolari che sono in posizione subepidermica, immersi in
una guaina di tessuto sclerenchimatico, individuabile per la presenza di
elementi meccanici caratterizzati da una parete molto ispessita. I diversi tipi
di tessuto vengono riconosciuti sempre grazie alla posizione e la presenza di
una parete pectocellulosica oppure lignificata. Possiamo avere zone prive di
tessuto ma che in realtà comprendono zone di tessuto meccanico
collenchimatico. Troviamo sia sclerenchima che collenchima.

Sezione trasversale di potamogeton

Parliamo di piante acquatiche, quindi hanno una struttura differente rispetto


alle altre. Il parenchima corticale più esterno e il cilindro centrale (stele),
hanno caratteristiche differenti. Osserviamo epidermide, procedendo verso
l’interno possiamo osservare la presenza di un parenchima aerifero,
costituito da catenelle di cellule che delimitano grandi spazi intracellulari. Il
fusto riesce ad immagazzinare i gas necessari per il metabolismo della
pianta stessa. Nei livelli di confluenza delle catenelle, insieme alle lacune
parenchimatiche troviamo piccoli fasci di conduzione.
Procedendo verso l’interno troviamo una porzione costituita da fasci di
trasporto, sparsi in tessuto parenchimatico. Ha struttura atactostelica.
Troviamo anche qui xilema e floema, vediamo anche un tessuto
dell’endoderma, tessuto tegumentale interno, facilmente individuabile
perché le pareti tangenziali interne ma anche quelle radiali delle cellule che
lo costituiscono, sono pareti modificate, sono evidenti le bande del caspary
sono degli ispessimenti di suberina e lignina che vanno a rafforzare la parete
che hanno un ruolo particolare. Questo tessuto peculiare della radice che
troviamo anche in alcuni fusti di piante acquatiche ma anche in alcune foglie
di piante acquatiche. Abbiamo anche idioblasti e cellule secretrici. Possiamo
individuare anche tessuto parenchimatico midollare.

FUSTO IN STRUTTURA SECONDARIA (Anatomia esercitazione 7)

Angiosperma dicotiledone – possiamo riconoscere una zona tegumentale


esterna che corrisponde alla presenza di tessuti tegumentali di origine
secondaria, verso l’interno una zona corticale residua e la presenza di
floema secondario o libro secondario
Che risulta frammentato, da zone che rappresentano il parenchima di
dilatazione o coni di dilatazione che in pratica rappresentano un
prolungamento dei raggi parenchimatici midollari che attraversano lo
xilema. I raggi parenchimatici in prossimità del floema si allargano e vanno
a formare i coni di dilatazione e che hanno una funzione importante,
impediscono che lo xilema avanzando nel corso dell’accrescimento
secondario, vada a schiacciare il floema secondario verso l’esterno. Tessuto
parenchimatico che forma i coni ha una funzione di riempimento e
ammortizzatore riguardo alla crescita dello xilema secondario. La zona del
cambio cribro vascolare, situata tra il floema secondario e lo xilema. La
maggior parte della sezione di un fusto si presenta costituita essenzialmente
da xilema secondario, risulta attraversato dai raggi parenchimatici che
originano dal midollo e che proseguono fino a formare i parenchimi di
dilatazione, a livello di xilema secondario sono evidenti le cerchie annuali
che permettono di risalire all’età di una pianta e al centro troviamo del
midollo residuo, parenchima midollare. Quando parliamo di un fusto di
angiosperma parliamo di legno eteroxilo, un legno che è costituito da
trachee e tracheidi, cellule parenchimatiche e fibre.

Gimnosperma - ha un legno omoxilo, dunque possiamo osservare canali


resiniferi, sia a livello di xilema secondario ma anche del floema e del
parenchima corticale, caratteristica principale è quella dello xilema, omoxilo
costituito da fibro tracheidi, un unico vaso che in pratica assolve funzioni di
trasporto che di sostegno. Possiamo individuare anche canali o dotti
resiniferi.

Sezione trasversale di un fusto di tiglio

Possiamo osservare la presenza al centro di parenchima midollare, possiamo


individuare anche cellule piene, che metabolizzano e sintetizzano metaboliti.
Osserviamo lo xilema secondario in particolare la presenza di diverse cerche
annuali, ogni cerchia annuale è chiusa da un legno do chiusura, costituito da
cellule parenchimatiche ma anche da tracheidi che vanno a definire le
singole cerchie annuali. Possiamo trovare cambio cribro vascolare che
separa lo xilema secondario dal floema secondario. La sezione di fusto in
struttura secondaria si evidenzia da una quantità di xilema secondario
cospicua e in particolare possiamo osservare a livello di xilema la presenza
di trachee identificabili perché hanno un lume decisamente cospicuo ma
anche elementi di conduzione più piccoli che sono le tracheidi. Si tratta di
un legno eteroxilo peculiare di una angiosperma dicotiledone in struttura
secondaria. Laddove si possono osservare cellule appiattite di forma
rettangolare e che stanno al confine tra xilema e floema, siamo sicuri di
trovarci nella regione del cambio cribro cribro vascolare. Nel floema
possiamo osservare fibre floematiche molto evidenti perché presentano un
lume molto ridotto, con parete molto ispessita. Nella zona del floema
vediamo anche tubi cribrosi e cellule compagne, hanno una forma un po'
poligonale e accanto ad ogni tubo si individuano cellule più piccole (cellule
compagne). Il floema secondario ha la stessa composizione del floema
primario, troviamo ben evidenti le fibre floematiche. I tubi cribrosi e le
cellule compagne non sono ben chiari, gli elementi di conduzione sono
presenti. Osserviamo dei raggi parenchimatici, costituiti da raggi
rettangolari che poi sfociano in strutture a forma triangolare, si tratta di un
parenchima di dilatazione. Notiamo il sughero, di natura tegumentale di
origine secondaria, le cellule più esterne presentano una modficazione molto
netta.

Sezione trasversale di fusto di quercia

Osserviamo xilema secondario, vasi, possiamo vedere il tessuto tegumentale


esterno, costituito da sughero, vediamo la zona sottostante di tessuto che
rappresenta un parenchima corticale, più internamente al parenchima
troviamo il floema secondario, effettivamente la struttura è un po'
particolare, perché le varie zone appaiono sezionate non chiaramente a
formare anelli di crescita. Si tratta di un legno eteroxilo e chiaramente può
essere identificato in maniera evidente.

Sezione trasversale di fusto di pino

Parliamo di una gimnosperma, partendo dall’interno troviamo parenchima


midollare e di una fascia che rappresenta lo xilema secondario. Risulta
difficile contare le cerchie annuali, dipende dal piano di sezione, in alcuni
casi possiamo vedere le cerchie annuali. Verso l’esterno abbiamo la
presenza del floema secondario, possiamo individuare i dotti resiniferi, nella
zona di corteccia risultano di lume ampio, i dotti sono presenti anche a
livello di xilema secondario, dove appare lume un po' più ridotto. Nelle
gimnosperme parliamo di legno omoxilo, possiamo notare canali resiniferi e
legno costituito da fribro tracheidi, elementi di conduzione tutti uguali.
All’interno di una cerchia annuale possiamo vedere l’organizzazione dello
xilema, il legno primaverile e il legno autunnale. Possiamo osservare come
nel legno primaverile sia caratterizzato dalla presenza di fibrotracheidi con
lume più ampio e parete ispessita rispetto alle fibrotracheidi presenti nel
legno autunnale le quali hanno un lume ridotto. Nel legno primaverile
funzione di trasporto, legno autunnale funzione di sostegno. Il legno di
chiusura segna il passaggio da una cerchia annuale alla successiva. In
sezione longitudinale osserviamo i raggi parenchimatici, possiamo osservare
le fibro tracheidi, risultano vuote ed alcune piene, possiamo vedere il lume e
in altre no. Possiamo vedere le punteggiature areolate lungo le
fibrotracheidi. In sezione longitudinale vediamo anche i dotti resiniferi.
Verso l’esterno in struttura secondaria trasversale, osserviamo l’epidermide,
vediamo il sughero, le pareti delle cellule del sughero sono modificate
impregnate di suberina. Tra xilema e floema possiamo vedere il cambio
cribro vascolare, nel quale vediamo le cellule rettangolari che naturalmente
formano un anello continuo.

RADICE (Anatomia esercitazione 8)

Zona dell’apice radicale, circondata dalla cuffia in pratica corrisponde alla


zona di massima divisione cellulare, in questa zona è facile riuscire a
riconoscere figure mitotiche, fasi diverse della mitosi. Al di sopra della zona
dell’apice meristematico troviamo la zona di differenziamento e
successivamente la zona di distensione e poi la zona di struttura primaria.

Sezione longitudinale di radice di cipolla


Vediamo la presenza della cuffia, zona molto particolare che ha la funzione
di proteggere l’apice radicale. L’apice radicale si individua in quanto è
costituito da una moltitudine di cellule in cui sicuramente riconoscibile il
nucleo. In alcuni casi nelle cellule dell’apice radicale possiamo osservare
figure mitotiche. Le altre cellule presentano il nucleo, cellule in attiva
divisione. Spostandosi verso la zona di differenziamento e poi la zona di
distensione cellulare possiamo osservare, la presenza di cellule che hanno
nella zona di differenziamento ancora caratteristiche meristematiche,
visibile il nucleo ma anche la presenza di figure mitotiche. Possiamo
determinare anche lo stato delle cellule. procedendo verso la zona di
differenziamento ma soprattutto verso la zona di distensione osserviamo
come le cellule perdano le loro caratteristiche meristematiche, assumono
forme differenti e soprattutto appaiono decisamente di volume maggiore.

Sezione trasversale di radice di dicotiledone e monodicotiledone

Osserviamo il confronto tra due sezioni trasversali di radice, in particolare


tra una dicotiledone e una monodicotiledone. Dal confronto si possono
osservare, le differenze tra queste due radici. In particolare, possiamo
osservare come nella radice dicotiledone sia presente una regione corticale,
rappresentata da parenchima corticale, rispetto alla zona della zona di
parenchima corticale presente nella radice di monodictiledone. La differenza
principale riguarda la parte del cilindro centrale, nel senso che nel cilindro
centrale di una dicotiledone è presente un attino stele formata da arche
xilematiche e arche floematiche alternate in numero basso, mentre nella
radice di una monodicotiledone sono presenti un notevole numero di archi
alternati. Al centro è presente midollo, troviamo sia parenchima midollare
ma anche parenchima corticale. Molto evidente nella monodicotiledone
troviamo l’endoderma, con funzione assorbente e di selezione di tutto ciò
che entra nella radice.

Radice dicotiledone
Partendo dall’esterno abbiamo la presenza di un esoderma, tessuto
tegumentale che va a sostituire l’epidermide nella radice, osserviamo la
presenza di un parenchima corticale che presenta essenzialmente molti
amiloplasti, avvicinandosi al cilindro centrale osserviamo l’endoderma,
troviamo le bande del caspary. Notiamo anche le arche xilematiche alternate
alle arche floematiche, nelle arche floematiche è possibile riconoscere gli
elementi del metaxilema in posizione endarca e gli elementi del protoxilema
in posizione esarca.

Radice monodicotiledone
Riconosciamo le stesse caratteristiche riguardo a quella che è la stele, quini
un attino stele formata da arche xilematiche e arche floematiche.
Riconosciamo la medesima disposizione del metaxilema dalla presenza di
trachee ha lume ampio e dal protoxilema caratterizzato da vasi a lume
inferiore. Individuabile il parenchima midollare e riconosciamo l’endoderma
che forma una linea continua che risulta interrotta dalla presenza dei punti di
permeazione che in pratica consistono in cellule che non presentano la
deposizione delle bande del caspary a livello di parete, in posizione più
esterna vediamo il parenchima corticale con amiloplasti.
Caratteristica molto evidente in sezione di radice monodicotiledone, è la
presente di un tessuto tegumentale esterno in riferimento al rizoderma, per la
presenza di peli radicali. Possiamo trovare anche un esoderma posto più
internamente rispetto al rizoderma riconoscibile dalla presenza di pareti
ispessite, parzialmente lignificate, costituisce tessuto tegumentale subito più
esterno, il rizoderma è soggetto a continuo rinnovamento e può essere
sostituito dall’esoderma. possiamo notare idioblasti quini quindi cellule
secretrici.

Sezione trasversale di radice di orchidea

Radice modificata, osserviamo caratteristiche che consistono nella presenza


di un tessuto che occupa una posizione esterna e un tessuto multistrato, più
strati di cellule che hanno una forma caratteristica, la parete delle cellule
sono più ispessite, l’insieme degli strati cellulari costituisce il velamen,
tessuto molto particolare che troviamo nelle radici aeree ha funzione di
protezione e serbatoio di acqua. Andando verso l’interno troviamo
l’esoderma, tessuto di natura tegumentale, più internamente troviamo il
parenchima corticale e naturalmente riconosciamo la stele. La stele presenta
numerose arche xilematiche alternate ad arche floematiche, orchidea
monodicotiledone, quindi si tratta di una attinostele. Al centro troviamo
parenchima midollare. Possiamo osservare anche l’endoderma, tessuto
molto importante, in particolare possiamo osservare i punti di permeazione
cellule che non hanno le bande del caspary.

Formazione di radice laterale – si formano dal periciclo, tessuto di natura


parenchima molto importante è a stretto contatto con il cilindro centrale,
parte della radice che contiene i fasci, arche xilematiche e floematiche e
naturalmente a contatto verso l’esterno con endoderma. Periciclo manifesta
la capacità di differenziarsi, le cellule del periciclo possono ritornare
meristematiche, si dividono attivamente, si formano le radici laterali, hanno
origine endogena. Vediamo numerosi abbozzi che hanno tutti un’origine
interna che si formano le radici laterali. Nei tessuti di trasporto possiamo
vedere la continuità dei tessuti della radice principale con i tessuti di
trasporto della singola radice laterale, si forma una rete di trasporto molto
efficiente, visibile sin dai primi momenti di formazione dell’apparato
radicale. Anche in questo caso vediamo la formazione di cuffia radicale la
quale protegge la parte di apice radicale.

Radice in struttura secondaria di radice di angiosperma dicotiledone o


gimnosperma

Dall’esterno osserviamo la zona tegumentale, segue la zona relativa alla


presenza di corteccia che contiene parenchima corticale ma anche la massa
di tessuti secondari relativi al floema, nella parte centrale riconosciamo la
zona relativa alla presenza di xilema in struttura secondaria, xilema legno
prodotto durante l’accrescimento secondario. Osservando il centro della
sezione, possiamo riconoscere quella che era l’attinostele originaria presente
in struttura primaria della radice, attinostele primitiva.
Al centro riconosciamo l’attinostele originaria nella quale vediamo una delle
arche xilematiche, possiamo vedere in ciascuna delle arche, la stessa
disposizione dello xilema che era presente nella radice in struttura primaria,
quindi metaxilema endarco e protoxilema in posizione esarca. Altre
caratteristiche sono la presenza di numerose trachee a lume molto ampio.
Inoltre, è la presenza di cerchi annuali poco evidenti. (attinostele, trachee e
cerchie annuali). Abbiamo cambio cribro vascolare con alla presenza di
molti strati cellulari appiattiti. Nella zona del floema secondario possiamo
osservare come ciascuno dei raggi si allarghi in corrispondenza della zona
del floema a formare i parenchimi di dilatazione o coni dilatazione che
riempiono le zone di parti di floema. A livello di floema secondario
troviamo cellule ed elementi che appartengo al tessuto. La zona più esterna
relativa al sughero. Zona del tessuto tegumentale rappresentata dal sughero
meno ampia rispetto al fusto, riconosciamo anche il cambio sughero
fellodermico, interno cellule del felloderma e all’esterno le cellule del
sughero. Nelle felci osserviamo la protostele, il floema avvolge totalmente
lo xilema in posizione centrale interna.

FOGLIA (Anatomia esercitazione 9)

Sezione trasversale di foglia di conifera

Riconosciamo tutte le zone istologiche tipiche della foglia, all’esterno


riconosciamo un’epidermide, le cellule dell’epidermide presentano delle
modificazioni della parete, le modificazioni sono da correlare al fatto che le
piante vivono in ambienti particolari. Verso l’interno troviamo parti di
tessuto parenchimatico, le cellule presentano degli inclusi che sono tannini,
vengono definite cellule tannini, quindi procedendo verso l’interno
riconosciamo uno strato di cellule che in pratica racchiude quella che è la
nervatura centrale che accoglie i fasci cribro vascolari, lo strato di cellule è
riconducibile ad un endoderma. Nella zona relativa al parenchima
osserviamo un canale resinifero, vediamo canali resiniferi anche disposti in
altre zone. Nella zona di nervatura centrale riconosciamo due fasci di
trasporto, un'altra caratteristica che riconosciamo a livello di epidermide è la
presenza di stomi. Possiamo osservare il fascio cribro vascolare alloggiato
nella nervatura. A livello del fascio possiamo notare la zona del floema,
riconducibile all’area cellulare, le cellule sono dotate di una parte
particolare, mentre lo xilema sono riconoscibili cellule che hanno una parete
più ispessita. Le cellule dell’endoderma circondano la nervatura,
contengono tannini e che hanno una forma plicata, abbastanza caratteristica.

Foglia in sezione trasversale di mais (angiosperma monodicotiledone)

Sono molto evidenti le nervature che decorrono parallele le une alle altre,
vinee definita come foglia parallelinervia, le nervature hanno tutte le stesse
dimensioni, la nervatura principale ha dimensioni maggiori rispetto alle
altre, a livello della nervatura principale osserviamo due elementi tracheali
facilmente distinguibili, i fasci cribro vascolari sono immersi nello strato del
parenchima, si tratta di parenchima non differenziato, parenchima a
palizzata e parenchima lacunoso, ma rimane un parenchima clorofilliano. Il
mesofillo fogliare è definito dalle due epidermidi, in particolare quella
superiore e quella inferiore. Le cellule epidermiche presentano una
modificazione a carico della parete, hanno una cuticola. Possiamo osservare
stomi, con cavità, camera sotto stomatica, immersi nel mesofillo i fasci
cribro vascolari, caratteristicamente formati da una porzione xilematica
rivolta verso l’epidermide superiore e una porzione floematica verso
l’interno. Il fascio è circondato da cellule di forma ovoidale e che
presentano all’interno delle cellule della guaina del fascio che contengono
amiloplasti, molto importanti nella conduzione della fotosintesi. Sono
evidenti i tubi cribrosi con la cellula compagna, possiamo anche osservare a
livello della nervatura principale, la presenza di numerose fibre,, hanno il
compito di rinforzare il fascio, presentano una parete ispessita e lignificata.

Foglia in sezione trasversale di angiosperma dicotiledone (oleandro)

Caratteristiche di adattamento ad ambiente xerotifico. Mesofillo fogliare


suddiviso, in un parenchima a palizzata verso l’epidermide superiore e
parenchima lacunoso verso l’epidermide inferiore, il parenchima a palizzata
è formata da almeno due strati di cellule allungate ricche di cloroplasti, il
lacunoso è formato da cellule di forma ovoidale rotondeggiante che delimita
ampi spazi intracellulari. Il mesofillo è compreso tra epidermide superiore e
inferiore, che appaiono entrambe formate da più strati cellulari. Evidente
una cuticola a livello sia dell’epidermide superiore ma anche a quello
dell’epidermide inferiore. A livello di epidermide inferiore osserviamo le
cripte stomatiche, sono presenti molti peli morti con compito di proteggere
gli stomi. Nella zona di tessuto conduttore osserviamo la nervatura
principale, foglia di tipo nettinervio, osserviamo nervature principali nei
quali vediamo xilema, floema e tessuto meccanico con funzione di rinforzo.
Osserviamo anche una nervatura laterale. Le nervature centrali possono
contenere delle druse di ossalato di calcio.

Foglia in sezione trasversale di rosmarino

Caratteristiche xerotifiche, riconosciamo la nervatura principale, vediamo il


parenchima a palizzata e lacunoso, osserviamo anche la presenza di cripte
stomatiche che rendono la foglia non distesa, a volte porta ad una
circorilazzizazione e della foglia a protezione degli stomi.

Foglia in sezione trasversale di tabacco

Ambienti clima temperato. Osserviamo la presenza di due epidermidi che


comprendono la parte del mesofillo fogliare, presente un unico strato
cellulare di epidermide superiore e inferiore, il mesofillo fogliare
organizzato in un unico strato a palizzata e uno strato di lacunoso che risulta
abbastanza compatto. Inoltre, sono presenti numerosi peli ghiandolari.
Osservabili sempre i fasci cribro vascolari, xilema nella parte superiore e
floema parte inferiore. Vediamo che l’epidermide non presenta una cuticola,
parete non sembra modificata. Osserviamo cloroplasti, le tracheidi hanno
tipici ispessimenti parietali, hanno una zona nel vacuolo di cristalli di
ossalato di calcio. La parete tangenziale esterna appare leggermente
ispessita, con presenza di una cuticola molto limitata.

Sezione trasversale di foglia di ninfea


Ninfea pianta acquatica, vediamo il tessuto aerifero, distinguibile dal
parenchima clorofilliano a palizzata, parenchima aerifero catenelle di cellule
che delimitano ampie cavità, osserviamo fasci cribro vascolari con fasci
floematici e fasci cribrosi.

Sezione trasversale di sempervivum

Presenza parenchima acquifero, caratterizzato dalla presenza di cellule con


forma irregolare dovuta alla parete molto sottile, cellule ricche di acqua e
mucillagine. Troviamo fasci cribro vascolari sparsi, evidenti elementi
xilematici e floematici, significato di accumulo di acqua.
Euphorium – morfologia ripetitiva con grandi lacune che si alternano settori
in cui troviamo cellule con fasci posti parallelamente. Presenza fasci cribro
vascolari, riconosciamo anche la presenza di cellule bulliformi, permettono
alla foglia di richiudersi proteggere gli stomi da perdita di acqua.

Foglia di drosera

Piante carnivore, riconosciamo caratteristiche peculiari, peli ghiandolari –


tricomi, vediamo la presenza di ampio strato di parenchima, ritroviamo nella
porzione più interna di numerose ghiandole di forma differente, ghiandole di
digestione ma anche ghiandole di assorbimento. Tessuti di trasporto
importanti per veicolare tutti i componenti della preda.

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