È l’unità morfologica-funzionale degli organismi viventi nonché la più piccola
struttura ad essere classificabili come vivente. LA CELLULA EUCARIOTICA: possiede organismi unicellulari e pluricellulari: piante, animali, uomo e funghi. La cellula eucariotica è quella più elevata e presenta un nucleo ben definito da una membrana organuli citoplasmatici: Mitocondri (sono a forma di fagiolino e con doppia membrana), Ribosomi, Lisosomi, Apparato di Golgi (è un fabbricatore di membrana), Reticolo endoplasmatico. Il centriolo è un sistema tubulare. Il citoscheletro può essere descritto come una grande rete di filamenti e tubuli connessi fra di loro che si estendono nel citoplasma, dal nucleo alla membrana plasmatica. Microscopio ottico: senza coloranti vediamo le cose come il colore originario con coloranti cambiano i colori delle cose. Microscopio elettronico a scansione: vediamo solo le ombre e le luci, ad esempio la radiografia, il vantaggio è che possiamo ingrandire l’immagine. Inferiore a micromito (microscopio elettrico a scansione), superiore a 1 micromito (microscopio elettrico). LE MEMBRANE CELLULARI: Hanno proprietà particolari che permettono gli organuli da loro delimitati di svolgere contemporaneamente funzioni diverse. Le membrane permettono di immagazzinare energia: la differente concentrazione di alcune sostanze sui due lati della membrana costituisce una forma di energia potenziale. Quando le particelle della sostanza passano attraverso la membrana dal lato a alta concentrazione a quello a bassa concentrazione, la cellula può trasformare parte dalla loro energia potenziale in molecole di ATP (pacchetti di energia chimica). Numerose reazioni chimiche sono svolte da enzimi legati alle membrane (mitocondri, cloroplasti). La membrana plasmatica racchiude la cellula, ne definisce i confini, mantiene le differenze tra l’ambiente intercellulare e quello extracellulare. Sono strutture complesse e dinamiche da liquidi e proteine. LA MEMBRANA PLASNMATICA: è la sede di numerose attività della cellula: - Risposta agli ormoni; - Interazioni cellulari; - Proprietà antigeniche; - Eccitabilità; - Espressione dei geni e della divisione cellulare. Negli anni 70 è stato proposto un modello di struttura della membrana plasmatica, “modello trilaminare a mosaico”, valido anche per le membrane interne alla cellula, secondo il quale un bilayer fosfolipidico sono affondate proteine che attraverso tutta la membrana da parte a parte. La membrana cellulare plasmatica delle cellule è costituita da un doppio strato di molecole fosfolipidiche, in essa sono interposte molecole di colesterolo e molecole proteiche con differenti funzioni: quella strutturale, di regolazione del trasporto delle sostanze attraverso la membrana stessa. Le glicoproteine hanno un ruolo nel riconoscimento tra cellule. MEMBRANE BIOLOGICHE: ambiente cellulare esterno; ambiente cellulare interno. La membrana plasmatica è una barriera semipermeabile, e permette il passaggio selettivo per diffusione di sostanze, come O2, che si muovono seguendo un gradiente di concentrazione. Al di sotto della membrana, nel citoplasma delle cellule eucariote si trova una rete di tubuli proteici che formano il citoscheletro. Selettività delle membrane biologiche: Ioni, piccole e grandi molecole possono attraversare la membrana plasmatica mediante: Diffusione (semplice e facilitata): avviene secondo gradiente di concentrazione o elettrochimico; Trasporto attivo: avviene contro gradiente di concentrazione o elettrochimico; Endocitosi-Esocitosi: avviene mediante formazione di vescicole. Soluzione isotonica: soluzione che ha la concentrazione di sali identica alla concentrazione interna della cellula. Non si avrà movimento netto di acqua. Soluzione ipotonica: soluzione che ha la concentrazione di Sali inferiori alla concentrazione interna della cellula si avrà movimento netto dell’acqua dall’esterno all’interno della cellula. Soluzione ipertonica: soluzione che ha la concentrazione di Sali maggiori della concentrazione interna della cellula si avrà movimento netto di acqua dall’interno all’esterno della cellula. I principali fosfolipidi di membrana sono sostanzialmente quattro: 1. Fosfatidilserina; 2. Fosfatidiletanolamina; 3. Fosfatidilcolina; 4. Sfingomielina. I fosfolipidi tendono ad avere uno spessore uniforme: la loro forma cilindrica è responsabile, assieme alla proprietà anfipatiche, della formazione del doppio strato. MODELLO DI MEMBRANA A “ MOSAICO FLUIDO”: le proteine di membrana cambiano continuamente posizione e si muovono lentamente come degli iceberg che galleggiano in un fluido costituito dal doppio strato di molecole fosfolipidiche. Sono molecole con una estremità idrofoba e una idrofila, quindi anfipatiche, che quando si trovano in mezzo a due soluzioni acquose, come l’interno e l’esterno della cellula, interagiscono tra loro disponendosi in doppio strato, strato lipidico bimolecolare dello spessore di circa 7-8nm. Membrana plasmatica in microscopia elettrica o trasmissione. Le aree punteggiate dello spessore di circa 2nm sono dovute alla disposizione allineata delle teste dei fosfolipidi (T), nello spazio chiaro tra le due superfici si giustappongono le code dei fosfolipidi (C). Il colesterolo (steroide): mantiene la fluidità della membrana in un ampio intervallo di temperatura. A basse T il colesterolo funge da spaziatore tra le catene idrocarburiche impedendo la solidificazione. Ad alte T il colesterolo fa sì che la membrana non si destabilizzi, riducendo il movimento dei fosfolipidi. Il gruppo---OH del colesterolo si associa con le teste idrofile dei fosfolipidi, mentre la parte idrofoba si incastra tra le catene idrocarburiche degli acidi grassi. ASSIMETRIA DEL DOPPIO STRATO FOSFOLIPIDICO: le due facce di una membrana sono asimmetriche, in quanto le proteine si inseriscono in modo altamente specifico nel doppio stato fosfolipidico. Il colesterolo è distribuito in modo quasi uguale nei due monostrati. PROTEINE DI MEMBRANA: sono strettamente legale alla membrana. Sono proteine anfipatiche. Le regioni idrofile si estendono fuori dalla cellula o nel citoplasma, mentre le regioni idrofobe interagiscono con le code apolari dei fosfolipidi. Le proteine transmembrana attraversano completamente la membrana (da 1 a più volte). Le proteine di membrana periferiche non sono incluse nel doppio strato lipidico ma sono localizzate sul lato interno o esterno della membrana attraverso interazioni non covalenti con proteine integrali. CELLULE EUCARIOTE: eucariote significa “vero nucleo” nucleo ben distinto che contiene il DNA (molecola lineare). Oltre alla membrana plasmatiche che circonda la cellula, un complicato sistema di membrane suddivide lo spazio intercellulare in comportamenti distinti, detti Organelli, caratterizzati da funzioni differenziate/e dimensioni di vita cellulare. EUCARIOTA: circa 10 volte maggiori di quelle di una cellula procariotica. Posseggono un’impalcatura di sostegno, il citoscheletro importante per il mantenimento della forma della cellula e per il trasporto di materiali al suo interno. Le cellule eucariote costituiscono gli organismi de regni: protisti, funghi, piante, animali. IL CITOSCHELETRO è un sistema di filamenti formati da subunità proteiche alteramente polimerizzate che legate le une con le altre danno forma ed elasticità alle cellule. È formato da actina e tubulina. ACTINA componente anche dei filamenti sottili delle fibre muscolari, si presenta in sottili filamenti che formano strutture a fasci con morfologia variabile che scompaiono durante la mitosi rendendo la cellula rotondeggiante. Lungo il SOLCO DI DIVISIONE le molecole di actina formano un ANELLO che, provoca la separazione delle cellule figlie. LA TUBULINA è una proteina molto simile all’actina da origine ai MICROTUBOLI, elementi base di costruzione di CIGLIA E FLAGELLI. Formano una delicata trama di fibre che si rende evidente solo in particolari processi quali la formazione del FLUSSO MITOTICO. Durante l’embriogenesi il citoscheletro è importante in quanto determina il DIFFERENZIONAMENTO delle cellule MUSCOLARI E NERVOSE e include la formazione dei gradienti morfogenetici. Il Citoplasma è costituito da due diverse entità: - MORFOPLASMA: comprende gli elementi figurati del citoplasma. - IALOPLASMA (o citosol): detto anche plasma amorfo, è una soluzione acquosa, dotata di Ph 7, omogenea, senza strutture, che costituisce generalmente il 55% dell’intero volume cellulare. È quella parte del citoplasma che non sedimenta dagli omogenati cellulari, neppure con l’ultracentrifugazione alle velocità più elevate. Il morfo plasma comprende degli organuli: a. Mitocondri elementi di piccole dimensioni con diametro medio di 1mm. Sono limitati da due membrane: una membrana esterna liscia; una membrana interna provvista di creste. b. Reticolo endoplasmatico granulale REG: l’insieme delle cisterne appiattite le cui membrane, sulla faccia esterna, sono dotate di granuli detti ribosomi. c. Reticolo endoplasmatico liscio REL: è un insieme di tuboli le cui membrane sono privi di ribosomi. d. APPARATO DI GOLGI: l’insieme dei dittiosomi della cellula. Ciascun dittiosoma comprende cisterne impilate, vescicole di piccole dimensioni, e, quando esso è attivo, va fuori su una delle sue facce. e. Lisosomi: organuli delimitati da una membrana semplice, contenenti una sostanza omogenea, moderatamente densa, i cui enzimi possono scindere elementi estranei alla cellula. f. PEROSSISOMI: hanno diametro simile a quello dei lisosomi e racchiudono nella loro membrana un nucleoide (formazione para cristallina) immerso in una sostanza omogenea. g. CENTROSOMA: si trova in genere vicino al nucleo. È formato da uno o due centrioli. Ciascun centriolo ha l’aspetto di un cilindro la cui parete leggermente opaca contiene nove triplette di tuboli, disposte parallelamente. h. MICROTUBOLI E MICROFRIBRILLE: (il citoscheletro). RIBOSOMI i ribosomi che si trovano nelle cellule eucariotiche 80s sono più grandi di quelli delle procariote 70s anche in questo caso sono coinvolti nella sintesi proteica. RETICOLO ENDOPLASMATICO (R.E.) si differenzia in reticolo liscio e rugoso. RETICOLO ENDOPLASMATICO RUGOSO ospita molti ribosomi ed è specializzato nella sintesi proteica. RETICOLO ENDOPLASMATICO LISCIO svolge funzioni diverse a seconda della cellula in cui si trova, avvolte è specializzato nella produzione di lipidi. COMPLESSO DI GOLGI è formato da una serie centrale di grosse vescicole, con cui ai lati delle vescicole più piccole tondeggianti. Sembra che svolga la funzione di modificare la struttura delle molecole proteiche che riceve dal reticolo endoplasmatico. Per alcune di esse questa modificazione ha lo scopo di attivarle. LISOSOMI sono vescicole che contengono enzimi digestivi. Sono prodotti dal complesso di Golgi, differiscono le macromolecole, che entrano nella cellula. VACUOLI sono delle cavità avvolte da una membrana, nelle cellule vegetali sono di grandi dimensioni e contribuiscono al sostegno della cellula stessa. Costituiscono aree di deposito, ma possono anche essere specializzati in alcune funzioni. I vacuoli delle cellule vegetali contengono pigmenti, sostanze tossiche, acqua, sali e zuccheri. CLOROPLASTI fanno parte di un gruppo di organuli delle piante che si chiamano plastidi, consentono lo svolgimento della fotosintesi clorofilliana. MITOCONDRI - Rappresentano le centrali delle cellule dove avviene la produzione di energia. I mitocondri sono organuli citoplasmatici presenti in tutte le cellule eucariote animali e vegetali a metabolismo a EROBIO; MANCANO solo nelle cellule procariote, dove le funzioni respiratorie vengono espletate da proteine enzimatiche contenute nella membrana cellulare e nelle sue invaginazioni, dette mesosomi. – Reagiscono immediatamente alle variazioni della pressione osmotica, rigonfiandosi in ambiente ipotonico e raggrinzendosi in quello ipertonico. – Passano rapidamente dalla forma granulare a quella filamentosa non che a quella bastoncellare. – Con la divisione mitotica i mitocondri vengono ridistribuiti tra le cellule figlie. – Possono scomparire e ricomparire nel contesto del citoplasma. – I mitocondri rappresentano la centrale energetica della cellula: immagazzinano sottoforma di ATP l’energia liberata nel corso delle reazioni metaboliche, successivamente resa disponibile per le attività cellulari. – Negli ultimi anni è stato dimostrato che il mitocondrio possiede un proprio patrimonio genetico, distinto da quello del resto della cellula. – Il numero di mitocondri per cellula è variabile, essendo in relazione al fabbisogno energetico. – La ripartizione dei mitocondri nel citoplasma è generalmente uniforme ma la loro localizzazione dipende dalla funzione che la cellula sta svolgendo essendo prevalenti in quelle aree in cui la cellula necessita di energia. La parte mitocondriale consta di due membrane, interne ed esterne, separate tra loro da uno spazio, delimitano la camera interna, fungendo così da guscio. Procedendo dall’esterno, troviamo: - MEMBRANA ESTERNA, struttura trilaminare, formata da proteine intrinseche globulari e numerosi enzimi: transferasi, chinasi, ATP acetil-CoA sintetasi, citocromo b, NADH, citocromo b Reduttasi. - MEMBRANA INTERNA, la cui organizzazione molecolare è diversa da quella esterna, contiene gli enzimi delle reazioni di ossidazione che liberano l’energia necessaria alla fosforilazione ossidativa, cioè alla formazione di ATP a partire da ADP. - CAMERA INTERNA, la motrice mitocondriale, occupa lo spazio compreso fra le ceste mitocondriali; è finemente granulare e la sua densità varia in relazione dello stato funzionale; contiene tutti gli enzimi coinvolti nel CICLO DI KREBS e quelli del BIOSINTESI DEGLI ACIDI GRASSI. Vi si trovano costantemente: - Molecole di DNA. - Mitoribosomi, o mtRNA. - Granulazioni divisi, irregolari con diametro di 50 mm. - CRESTE MITOCONDRIALI, si tratta di invaginazioni della membrana interna a forma di tubuli o di sacculi che penetrano in profondità nella motrice mitocondriale. Nei mitocondri si svolgono reazioni biochimiche e processi ciclici: - CICLO DI KREBS: sequenza organizzata di reazioni enzimatiche che ha come substrato iniziale e come prodotto finale l’acido ossalacetico con liberazione di 8 atomi di idrogeno e 8 elettroni. - CATENA RESPIRATORIA: in cui gli 8 elettroni liberati sono trasferiti sulla nicotinammide-adenina-dinucleotide (NAD) e sulla flavina-adenina- dinucleotide (FAD) e quindi trasportati all’accettatore finale rappresentato dall’O2. - FOSFORILAZIONE OSSIDATIVA (chiamata anche i ß-ossidazione degli acidi grassi), che ha luogo nella motrice attraverso stadi successivi. L’ipotesi più vero simile sull’origine dei mitocondri è che essa avvenga per divisione dei mitocondri preesistenti in quanto il mitocondrio contiene nella motrice tutto il necessario che serve alla biogenesi. Il mitocondrio possiede un suo patrimonio genetico distinto da quello del resto della cellula. L’ipotesi di una endosimbiosi si affaccia considerando le caratteristiche morfologiche, fisiologiche e gnomiche dei mitocondri e dei plastidi. È possibile ipotizzare questi organuli siano il prodotto evoluto, adatto e specializzato alla vita endocitica, derivato da organismi da prima simbionti endocellulari di eucariote. Effettuano una tradizione a livello di ribosomi 70 Svedberg sensibili allo cloramfenicolo e non alla cicloeximide. Il primo aminoacido di ogni catena neosintetizzata è la formil-metinina (negli eucarioti il primo amminoacido è la Metionina). La struttura lipidica della membrana mitocondriale contiene abbondante cardiolipina e non steroidi (tipici delle membrane degli eucarioti). Si ipotizza che alcuni procarioti liberi sono fagocitati come endobionti. In particolare i mitoconditi deriverebbero da batteri dotati di facoltà respiratoria mentre: plastidi deriverebbero da cianobatteri. Anche se normalmente una cellula inglobata viene digerita dai lisosomi; in alcuni casi la cellula inglobata sopravvive (endocitobionte) e si comporta come si ambiente e come parassita. MODALITÀ NUTRIZIONALI il meccanismo nutrizionale consiste nel riservare nell’ambiente esterno alla cellula fungina enzimi digestivi che decompongono: nutrienti in molecole meno complesse, i quali una volta demoliti vengono assorbiti con varie modalità: 1. Diffusione libera. 2. Trasporto attivo. 3. Endocitosi e pinocitosi (si attua con la formazione di vescicole da parte della membrana cellulare che circonda la sostanza da indurre nella cellula e la ingloba. Se la sostanza da inglobare è liquida si parla di pinocitosi. Anche questo processo avviene con dispendio energetico). MECCANISMO DI ASSORBIMENTO E TRASPOERTO CELLULARE: Diffusione libera ipotizzano un solvente e un soluto da una membrana semipermeabile e ioni e molecole. È il processo mediante il quale le molecole e gli ioni di un soluto si spostano nel solvente fino a raggiungere un equilibrio. Questo processo (osmosi) avviene senza dispendio di energia. Trasporto attivo pori della membrana cellulare non sono sufficientemente grandi da consentire il passaggio di tutte le sostanze necessarie alla cellula, inoltre alcune sostanze non sono solubili nei liquidi della membrana cellulare. In questo caso si attiva il trasporto attivo. Esistono particolari proteine (carrier) che sono in grado di trasportare queste sostanze all’interno della cellula dopo essersi legate a loro. Questo trasporto avviene con dispendio di energia. I meccanismi di trasporto attraverso le membrane biologiche fanno sì che le sostanze giungono nelle zone delle cellule e dell’organismo in cui esse devono essere utilizzate o accumulate. Lo spostamento può avvenire con o senza dispendio di energia e a seconda delle dimensioni molecolari e della natura chimica dei composti che devono essere veicolati, può verificarsi in due modi: attraverso il doppio strato fosfolipidico che compone le membrane; oppure, richiedere la presenza di proteine di trasporto e di struttura proteiche più complesse (come le pompe ioniche). Il significato dei fenomeni di traporto biologico sta nel fatto che essi permettono il mantenimento della diversità tra l’ambiente interno della cellula, o dell’organismo, e l’ambiente esterno e, dunque, l’identificazione delle caratteristiche proprie di ciascuna entità vivente. FASI DELLA GLICOLISI: 1. Fosforilazione del glucosio: dispendio di due molecole di ATP; 2. Trasformazione in fruttosio 1,6- fosfato; 3. Formazione di acido piruvico: formazione di due molecole di ATP e due molecole di NADH. Nel corso di queste radiazioni vengono sintetizzate quattro molecole di ATP e due di NADH. BILANCIO DEL CICLO DI KRWEBS: due molecole di acido piruvico si origina: FERMENTAZIONE: nel processo di produzione di energia negli organismi che vivono in combinazione anaerobia, la fermentazione contribuisce il secondo passaggio e avviene dopo una prima fase costituita dalla glicolisi. Il processo di fermentazione mediante il quale l’accettare di elettroni è un prodotto definitivamente dalla demolizione del composto iniziale. CICLO CELLULARE MEIOTICO la meiosi che significa metà permette la formazione delle cellule germinali dotate di corredo cromosomico dimezzato. È più complessa della motosi, ma ne ricalca le fasi. Il dimezzamento del corredo cromosomico non è il primo aspetto della meiosi. Il secondo aspetto è che nei primissimi stadi può verificarsi il crossing-over (interscambio di materiale genetico), frequente nella meiosi e raro nella mitosi. LA PRIMA DIVISIONE MEIOTICA le cellule germinali maschili (gli spermatozoi) e femminili (ovogoni) si sono riprodotte in certo numero di volte per mitosi, restando quindi diploidi. Alcune di esse si preparano alla meiosi e in tal caso entrano in una fase s più lunga del solito, che si prolunga fino all’inizio della profase. Queste cellule prendono il nome di spermatociti e ovociti. La meiosi si articola in più fasi: INTERFASE: il DNA viene duplicato. PROFASE I° i cromosomi si accorciano, si ispessiscono e si appaiono formando tetradi, si verifica il crossing- over; si forma l’apparato del fuso; membrana nucleare e nucleo (o nucleoli) si dissolvono. METAFASE I° la membrana nucleare si è completamente dissolta e le tetradi si allineano sul piano equatoriale della cellula. L’apparato del fuso è formato da dei microtubuli che sono attaccati ai centromeri degli analoghi. I cromatidi fratelli rimangono uniti per il tramite dei chiasmi derivanti dal crossing- over. ANAFASE I° i cromosomi di ciascuna tetrade si separano in coppie di omologhi, materni e paterni che migrano in modo casuale (ad eccezione delle porzioni scambiante durante il crossing-over) ai poli opposto, formando i nuovi nuclei diploidi. TELEFASE I° i bivalenti completano la migrazione ai poli, si formano nuove membrane nucleari attorno a ciascun raggruppamento diploide e nella maggior parte delle specie si ha la citodieresi con produzione due cellule diploidi. La meiosi I° comincia con una cellula diploide (Tetraploide dopo la duplicazione del DNA) che contiene una serie cromosomica derivata dalla madre e una dal padre, e termina con due nuclei diploidi. Ciascun nucleo ha una serie di cromosomi replicati che possono essere sia di origine paterna sia materna, ancora uniti al centromero. PROFASE II° i cromosomi della telofase precedente non si sono interamente despiralizzati, sono già pronti a passare sul fuso. Non si ha duplicazione del DNA. Dopo la telofase i cromosomi si allungano nuovamente e diventano invisibili al microscopio ottico. Questi cromosomi non sono le copie esatte dei cromosomi originali, perché c’è stato il crossing-over durante la meiosi I°. DIFFERENZIAMENTO: ciascun organismo è costituito da numerose parti distinte e disposte secondo un preciso ordinamento anatomico. Ogni parte è formata da diversi tipi di cellule, tessuti e organi. Quando la prima cellula di un organismo pluricellulare comincia a dividersi per mitosi, essa origina una masserella di cellule (morula) tutte geneticamente identiche, ovvero dotate dello stesso patrimonio di geni. Queste cellule sono dette staminali o tetipotenti, perché sono teoricamente in grado di trasformarsi in un qualsiasi tipo cellulare dell’organismo adulto. In seguito, nelle diverse parti della morula, le cellule iniziano a specializzarsi, avviando il differenziamento. I processi alla base dello sviluppo di origine animale pluricellulare comprendono l’organizzazione spaziale dell’embrione, le prime divisioni cellulari che seguono la fecondazione e la riorganizzazione dei territori embrionali, dovuta alla migrazione delle cellule stesse. Lo sviluppo animale inizia con la segmentazione, durante la quale lo zigote si divide molte volte, per formare una masserella di cellule detta morula, questa diviene cava e prende il nome di blastula, la cavità è detta blastocele; segue una fase di migrazioni cellulari, chiamata gastrulazione, al termine della quale l’organismo prende il nome di gastrula e le cellule di organizzano in tre strati (o foglietti embrionali). Distinguiamo: a. Ectoderma (esterno) prodotta l’epidermide, il tessuto nervoso e le ghiandole esocrine, i capelli, il cristallino dell’occhio e le strutture dell’occhio interno; b. Mesoderma (intermedio) produrrà il derma, i muscoli, il sistema circolatorio, le ovaie e i testicoli, gli epiteli che rivestono la cavità corporea (peritoneo, pleure, pericardio); origina anche il mesenchima, o tessuto connettivo embrionale, precursor di tessuti connettivi; c. Endoderma (interno) originerà il fegato, il pancreas, l’apparato digerente. I celenterati o cnidari (meduse e anemoni di mare) possiedono due strati di tessuto, endoderma ed ectoderma, che circondano una cavità digerente. Tra endoderma ectoderma nei platelminti (planaria) si sviluppa un terzo strato, il mesoderma; questi animali sono detti acelomati perché privi di una cavità corporea, come lo pseudoceloma o il celoma. Lo pseudoceloma compare nei nematodi, in cui essi vi è una cavità corporea ripiena di liquido, non delimitata da pareti proprie. Negli animali più complessi, come gli anellidi e i cordati, si fora il celoma, cavità delimitata da membrana propria, che assume varie funzioni: mediazione di scambio di sostanze tra pareti dell’organismo, sostegno idrostatico del corpo, protezione degli organi interni. TESSUTO il tessuto è l’insieme, specializzato a svolgere una o più funzioni specifiche, di cellule caratterizzate da analoga struttura e fisiologia, tipo degli organismi eucarioti pluricellulari. Diversi tessuti possono cooperare costruendo una struttura più complessa; l’organo. I vari organi interagiscono in strutture più complesse, gli apparati, che attuano una delle funzioni dell’organismo (respirazione, riproduzione). Nei casi in cui i diversi organi interagiscono, costituiti da uno stesso tipo di tessuto, si preferisce parlare di sistema (sistema nervoso). In organismi meno evoluti non esistono tessuti propriamente detti ma gruppi cellulari con funzioni paragonabili a quelle tessutali. Il differenziamento dei tessuti avviene nella fase di organogenesi. CRESCITA uno dei più notevoli che nei vertebrati avviene delle prime fasi di crescita post-natale è l’avvenimento di dimensioni del tronco e degli arti rispetto al cervello che si è invece, già in gran parte accresciuto nella vita fetale. Fino a un’età compresa tra i 15 e i 25 anni, nell’uomo lo scheletro e la massa corporea continuano ad aiutare di dimensioni, attraverso una serie di processi posto sotto il controllo di ormoni quali l’ormane della crescita, la calcitonina e il paratormone. Tra gli organi che continuano a maturare anche dopo la nascita vi sono il cervello, il fegato, il cuore e i polmoni, il sistema immunitario e gli apparati riproduttivi. MITOCONDRI E PLASTIDI: - Posseggono DNA circolare concentrato nei nucleoidi, con punti di attacco alla membrana. - La replicazione indipendente dalla fase S del circolo cellulare. - Hanno una sola RNA polimerasi, sensibile alla rifamicina.