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LA CELLULA

È l’unità morfologica-funzionale degli organismi viventi nonché la più piccola


struttura ad essere classificabili come vivente.
LA CELLULA EUCARIOTICA: possiede organismi unicellulari e pluricellulari:
piante, animali, uomo e funghi. La cellula eucariotica è quella più elevata e presenta
un nucleo ben definito da una membrana organuli citoplasmatici: Mitocondri (sono a
forma di fagiolino e con doppia membrana), Ribosomi, Lisosomi, Apparato di Golgi
(è un fabbricatore di membrana), Reticolo endoplasmatico. Il centriolo è un sistema
tubulare. Il citoscheletro può essere descritto come una grande rete di filamenti e
tubuli connessi fra di loro che si estendono nel citoplasma, dal nucleo alla membrana
plasmatica. Microscopio ottico: senza coloranti vediamo le cose come il colore
originario con coloranti cambiano i colori delle cose. Microscopio elettronico a
scansione: vediamo solo le ombre e le luci, ad esempio la radiografia, il vantaggio è
che possiamo ingrandire l’immagine. Inferiore a micromito (microscopio elettrico a
scansione), superiore a 1 micromito (microscopio elettrico).
LE MEMBRANE CELLULARI: Hanno proprietà particolari che permettono gli
organuli da loro delimitati di svolgere contemporaneamente funzioni diverse. Le
membrane permettono di immagazzinare energia: la differente concentrazione di
alcune sostanze sui due lati della membrana costituisce una forma di energia
potenziale. Quando le particelle della sostanza passano attraverso la membrana dal
lato a alta concentrazione a quello a bassa concentrazione, la cellula può trasformare
parte dalla loro energia potenziale in molecole di ATP (pacchetti di energia chimica).
Numerose reazioni chimiche sono svolte da enzimi legati alle membrane (mitocondri,
cloroplasti). La membrana plasmatica racchiude la cellula, ne definisce i confini,
mantiene le differenze tra l’ambiente intercellulare e quello extracellulare. Sono
strutture complesse e dinamiche da liquidi e proteine.
LA MEMBRANA PLASNMATICA: è la sede di numerose attività della cellula:
- Risposta agli ormoni;
- Interazioni cellulari;
- Proprietà antigeniche;
- Eccitabilità;
- Espressione dei geni e della divisione cellulare.
Negli anni 70 è stato proposto un modello di struttura della membrana plasmatica,
“modello trilaminare a mosaico”, valido anche per le membrane interne alla cellula,
secondo il quale un bilayer fosfolipidico sono affondate proteine che attraverso tutta
la membrana da parte a parte. La membrana cellulare plasmatica delle cellule è
costituita da un doppio strato di molecole fosfolipidiche, in essa sono interposte
molecole di colesterolo e molecole proteiche con differenti funzioni: quella
strutturale, di regolazione del trasporto delle sostanze attraverso la membrana stessa.
Le glicoproteine hanno un ruolo nel riconoscimento tra cellule.
MEMBRANE BIOLOGICHE: ambiente cellulare esterno; ambiente cellulare
interno. La membrana plasmatica è una barriera semipermeabile, e permette il
passaggio selettivo per diffusione di sostanze, come O2, che si muovono seguendo un
gradiente di concentrazione. Al di sotto della membrana, nel citoplasma delle cellule
eucariote si trova una rete di tubuli proteici che formano il citoscheletro. Selettività
delle membrane biologiche: Ioni, piccole e grandi molecole possono attraversare la
membrana plasmatica mediante: Diffusione (semplice e facilitata): avviene secondo
gradiente di concentrazione o elettrochimico; Trasporto attivo: avviene contro
gradiente di concentrazione o elettrochimico; Endocitosi-Esocitosi: avviene mediante
formazione di vescicole. Soluzione isotonica: soluzione che ha la concentrazione di
sali identica alla concentrazione interna della cellula. Non si avrà movimento netto di
acqua. Soluzione ipotonica: soluzione che ha la concentrazione di Sali inferiori alla
concentrazione interna della cellula si avrà movimento netto dell’acqua dall’esterno
all’interno della cellula. Soluzione ipertonica: soluzione che ha la concentrazione di
Sali maggiori della concentrazione interna della cellula si avrà movimento netto di
acqua dall’interno all’esterno della cellula. I principali fosfolipidi di membrana sono
sostanzialmente quattro:
1. Fosfatidilserina;
2. Fosfatidiletanolamina;
3. Fosfatidilcolina;
4. Sfingomielina.
I fosfolipidi tendono ad avere uno spessore uniforme: la loro forma cilindrica è
responsabile, assieme alla proprietà anfipatiche, della formazione del doppio strato.
MODELLO DI MEMBRANA A “ MOSAICO FLUIDO”: le proteine di
membrana cambiano continuamente posizione e si muovono lentamente come degli
iceberg che galleggiano in un fluido costituito dal doppio strato di molecole
fosfolipidiche. Sono molecole con una estremità idrofoba e una idrofila, quindi
anfipatiche, che quando si trovano in mezzo a due soluzioni acquose, come l’interno
e l’esterno della cellula, interagiscono tra loro disponendosi in doppio strato, strato
lipidico bimolecolare dello spessore di circa 7-8nm. Membrana plasmatica in
microscopia elettrica o trasmissione. Le aree punteggiate dello spessore di circa 2nm
sono dovute alla disposizione allineata delle teste dei fosfolipidi (T), nello spazio
chiaro tra le due superfici si giustappongono le code dei fosfolipidi (C).
Il colesterolo (steroide): mantiene la fluidità della membrana in un ampio intervallo
di temperatura. A basse T il colesterolo funge da spaziatore tra le catene
idrocarburiche impedendo la solidificazione. Ad alte T il colesterolo fa sì che la
membrana non si destabilizzi, riducendo il movimento dei fosfolipidi. Il gruppo---OH
del colesterolo si associa con le teste idrofile dei fosfolipidi, mentre la parte idrofoba
si incastra tra le catene idrocarburiche degli acidi grassi.
ASSIMETRIA DEL DOPPIO STRATO FOSFOLIPIDICO: le due facce di una
membrana sono asimmetriche, in quanto le proteine si inseriscono in modo altamente
specifico nel doppio stato fosfolipidico. Il colesterolo è distribuito in modo quasi
uguale nei due monostrati.
PROTEINE DI MEMBRANA: sono strettamente legale alla membrana. Sono
proteine anfipatiche. Le regioni idrofile si estendono fuori dalla cellula o nel
citoplasma, mentre le regioni idrofobe interagiscono con le code apolari dei
fosfolipidi. Le proteine transmembrana attraversano completamente la membrana (da
1 a più volte). Le proteine di membrana periferiche non sono incluse nel doppio strato
lipidico ma sono localizzate sul lato interno o esterno della membrana attraverso
interazioni non covalenti con proteine integrali.
CELLULE EUCARIOTE: eucariote significa “vero nucleo”  nucleo ben distinto
che contiene il DNA (molecola lineare). Oltre alla membrana plasmatiche che
circonda la cellula, un complicato sistema di membrane suddivide lo spazio
intercellulare in comportamenti distinti, detti Organelli, caratterizzati da funzioni
differenziate/e dimensioni di vita cellulare.
EUCARIOTA: circa 10 volte maggiori di quelle di una cellula procariotica.
Posseggono un’impalcatura di sostegno, il citoscheletro importante per il
mantenimento della forma della cellula e per il trasporto di materiali al suo interno.
Le cellule eucariote costituiscono gli organismi de regni: protisti, funghi, piante,
animali. IL CITOSCHELETRO è un sistema di filamenti formati da subunità
proteiche alteramente polimerizzate che legate le une con le altre danno forma ed
elasticità alle cellule. È formato da actina e tubulina. ACTINA componente anche
dei filamenti sottili delle fibre muscolari, si presenta in sottili filamenti che formano
strutture a fasci con morfologia variabile che scompaiono durante la mitosi rendendo
la cellula rotondeggiante. Lungo il SOLCO DI DIVISIONE le molecole di actina
formano un ANELLO che, provoca la separazione delle cellule figlie. LA
TUBULINA è una proteina molto simile all’actina da origine ai MICROTUBOLI,
elementi base di costruzione di CIGLIA E FLAGELLI. Formano una delicata trama
di fibre che si rende evidente solo in particolari processi quali la formazione del
FLUSSO MITOTICO. Durante l’embriogenesi il citoscheletro è importante in
quanto determina il DIFFERENZIONAMENTO delle cellule MUSCOLARI E
NERVOSE e include la formazione dei gradienti morfogenetici. Il Citoplasma è
costituito da due diverse entità:
- MORFOPLASMA: comprende gli elementi figurati del citoplasma.
- IALOPLASMA (o citosol): detto anche plasma amorfo, è una soluzione
acquosa, dotata di Ph 7, omogenea, senza strutture, che costituisce
generalmente il 55% dell’intero volume cellulare. È quella parte del citoplasma
che non sedimenta dagli omogenati cellulari, neppure con
l’ultracentrifugazione alle velocità più elevate.
Il morfo plasma comprende degli organuli:
a. Mitocondri elementi di piccole dimensioni con diametro medio di 1mm. Sono
limitati da due membrane: una membrana esterna liscia; una membrana interna
provvista di creste.
b. Reticolo endoplasmatico granulale REG: l’insieme delle cisterne appiattite le
cui membrane, sulla faccia esterna, sono dotate di granuli detti ribosomi.
c. Reticolo endoplasmatico liscio REL: è un insieme di tuboli le cui membrane
sono privi di ribosomi.
d. APPARATO DI GOLGI: l’insieme dei dittiosomi della cellula. Ciascun
dittiosoma comprende cisterne impilate, vescicole di piccole dimensioni, e,
quando esso è attivo, va fuori su una delle sue facce.
e. Lisosomi: organuli delimitati da una membrana semplice, contenenti una
sostanza omogenea, moderatamente densa, i cui enzimi possono scindere
elementi estranei alla cellula.
f. PEROSSISOMI: hanno diametro simile a quello dei lisosomi e racchiudono
nella loro membrana un nucleoide (formazione para cristallina) immerso in una
sostanza omogenea.
g. CENTROSOMA: si trova in genere vicino al nucleo. È formato da uno o due
centrioli. Ciascun centriolo ha l’aspetto di un cilindro la cui parete leggermente
opaca contiene nove triplette di tuboli, disposte parallelamente.
h. MICROTUBOLI E MICROFRIBRILLE: (il citoscheletro).
RIBOSOMI  i ribosomi che si trovano nelle cellule eucariotiche 80s sono più
grandi di quelli delle procariote 70s anche in questo caso sono coinvolti nella sintesi
proteica. RETICOLO ENDOPLASMATICO (R.E.)  si differenzia in reticolo
liscio e rugoso. RETICOLO ENDOPLASMATICO RUGOSO  ospita molti
ribosomi ed è specializzato nella sintesi proteica. RETICOLO
ENDOPLASMATICO LISCIO  svolge funzioni diverse a seconda della cellula
in cui si trova, avvolte è specializzato nella produzione di lipidi. COMPLESSO DI
GOLGI  è formato da una serie centrale di grosse vescicole, con cui ai lati delle
vescicole più piccole tondeggianti. Sembra che svolga la funzione di modificare la
struttura delle molecole proteiche che riceve dal reticolo endoplasmatico. Per alcune
di esse questa modificazione ha lo scopo di attivarle. LISOSOMI  sono vescicole
che contengono enzimi digestivi. Sono prodotti dal complesso di Golgi, differiscono
le macromolecole, che entrano nella cellula. VACUOLI  sono delle cavità avvolte
da una membrana, nelle cellule vegetali sono di grandi dimensioni e contribuiscono al
sostegno della cellula stessa. Costituiscono aree di deposito, ma possono anche essere
specializzati in alcune funzioni. I vacuoli delle cellule vegetali contengono pigmenti,
sostanze tossiche, acqua, sali e zuccheri. CLOROPLASTI  fanno parte di un
gruppo di organuli delle piante che si chiamano plastidi, consentono lo svolgimento
della fotosintesi clorofilliana. MITOCONDRI  - Rappresentano le centrali delle
cellule dove avviene la produzione di energia. I mitocondri sono organuli
citoplasmatici presenti in tutte le cellule eucariote animali e vegetali a metabolismo a
EROBIO; MANCANO solo nelle cellule procariote, dove le funzioni respiratorie
vengono espletate da proteine enzimatiche contenute nella membrana cellulare e nelle
sue invaginazioni, dette mesosomi. – Reagiscono immediatamente alle variazioni
della pressione osmotica, rigonfiandosi in ambiente ipotonico e raggrinzendosi in
quello ipertonico. – Passano rapidamente dalla forma granulare a quella filamentosa
non che a quella bastoncellare. – Con la divisione mitotica i mitocondri vengono
ridistribuiti tra le cellule figlie. – Possono scomparire e ricomparire nel contesto del
citoplasma. – I mitocondri rappresentano la centrale energetica della cellula:
immagazzinano sottoforma di ATP l’energia liberata nel corso delle reazioni
metaboliche, successivamente resa disponibile per le attività cellulari. – Negli ultimi
anni è stato dimostrato che il mitocondrio possiede un proprio patrimonio genetico,
distinto da quello del resto della cellula. – Il numero di mitocondri per cellula è
variabile, essendo in relazione al fabbisogno energetico. – La ripartizione dei
mitocondri nel citoplasma è generalmente uniforme ma la loro localizzazione dipende
dalla funzione che la cellula sta svolgendo essendo prevalenti in quelle aree in cui la
cellula necessita di energia. La parte mitocondriale consta di due membrane, interne
ed esterne, separate tra loro da uno spazio, delimitano la camera interna, fungendo
così da guscio. Procedendo dall’esterno, troviamo:
- MEMBRANA ESTERNA, struttura trilaminare, formata da proteine
intrinseche globulari e numerosi enzimi: transferasi, chinasi, ATP acetil-CoA
sintetasi, citocromo b, NADH, citocromo b Reduttasi.
- MEMBRANA INTERNA, la cui organizzazione molecolare è diversa da
quella esterna, contiene gli enzimi delle reazioni di ossidazione che liberano
l’energia necessaria alla fosforilazione ossidativa, cioè alla formazione di ATP
a partire da ADP.
- CAMERA INTERNA, la motrice mitocondriale, occupa lo spazio compreso
fra le ceste mitocondriali; è finemente granulare e la sua densità varia in
relazione dello stato funzionale; contiene tutti gli enzimi coinvolti nel CICLO
DI KREBS e quelli del BIOSINTESI DEGLI ACIDI GRASSI.
Vi si trovano costantemente:
- Molecole di DNA.
- Mitoribosomi, o mtRNA.
- Granulazioni divisi, irregolari con diametro di 50 mm.
- CRESTE MITOCONDRIALI, si tratta di invaginazioni della membrana
interna a forma di tubuli o di sacculi che penetrano in profondità nella motrice
mitocondriale.
Nei mitocondri si svolgono reazioni biochimiche e processi ciclici:
- CICLO DI KREBS: sequenza organizzata di reazioni enzimatiche che ha
come substrato iniziale e come prodotto finale l’acido ossalacetico con
liberazione di 8 atomi di idrogeno e 8 elettroni.
- CATENA RESPIRATORIA: in cui gli 8 elettroni liberati sono trasferiti sulla
nicotinammide-adenina-dinucleotide (NAD) e sulla flavina-adenina-
dinucleotide (FAD) e quindi trasportati all’accettatore finale rappresentato
dall’O2.
- FOSFORILAZIONE OSSIDATIVA (chiamata anche i ß-ossidazione degli
acidi grassi), che ha luogo nella motrice attraverso stadi successivi.
L’ipotesi più vero simile sull’origine dei mitocondri è che essa avvenga per divisione
dei mitocondri preesistenti in quanto il mitocondrio contiene nella motrice tutto il
necessario che serve alla biogenesi. Il mitocondrio possiede un suo patrimonio
genetico distinto da quello del resto della cellula. L’ipotesi di una endosimbiosi si
affaccia considerando le caratteristiche morfologiche, fisiologiche e gnomiche dei
mitocondri e dei plastidi. È possibile ipotizzare questi organuli siano il prodotto
evoluto, adatto e specializzato alla vita endocitica, derivato da organismi da prima
simbionti endocellulari di eucariote. Effettuano una tradizione a livello di ribosomi
70 Svedberg sensibili allo cloramfenicolo e non alla cicloeximide. Il primo
aminoacido di ogni catena neosintetizzata è la formil-metinina (negli eucarioti il
primo amminoacido è la Metionina). La struttura lipidica della membrana
mitocondriale contiene abbondante cardiolipina e non steroidi (tipici delle membrane
degli eucarioti). Si ipotizza che alcuni procarioti liberi sono fagocitati come
endobionti. In particolare i mitoconditi deriverebbero da batteri dotati di facoltà
respiratoria mentre: plastidi deriverebbero da cianobatteri. Anche se normalmente
una cellula inglobata viene digerita dai lisosomi; in alcuni casi la cellula inglobata
sopravvive (endocitobionte) e si comporta come si ambiente e come parassita.
MODALITÀ NUTRIZIONALI  il meccanismo nutrizionale consiste nel
riservare nell’ambiente esterno alla cellula fungina enzimi digestivi che
decompongono: nutrienti in molecole meno complesse, i quali una volta demoliti
vengono assorbiti con varie modalità:
1. Diffusione libera.
2. Trasporto attivo.
3. Endocitosi e pinocitosi (si attua con la formazione di vescicole da parte della
membrana cellulare che circonda la sostanza da indurre nella cellula e la
ingloba. Se la sostanza da inglobare è liquida si parla di pinocitosi. Anche
questo processo avviene con dispendio energetico).
MECCANISMO DI ASSORBIMENTO E TRASPOERTO CELLULARE:
Diffusione libera  ipotizzano un solvente e un soluto da una membrana
semipermeabile e ioni e molecole. È il processo mediante il quale le molecole e gli
ioni di un soluto si spostano nel solvente fino a raggiungere un equilibrio. Questo
processo (osmosi) avviene senza dispendio di energia. Trasporto attivo  pori della
membrana cellulare non sono sufficientemente grandi da consentire il passaggio di
tutte le sostanze necessarie alla cellula, inoltre alcune sostanze non sono solubili nei
liquidi della membrana cellulare. In questo caso si attiva il trasporto attivo. Esistono
particolari proteine (carrier) che sono in grado di trasportare queste sostanze
all’interno della cellula dopo essersi legate a loro. Questo trasporto avviene con
dispendio di energia. I meccanismi di trasporto attraverso le membrane biologiche
fanno sì che le sostanze giungono nelle zone delle cellule e dell’organismo in cui esse
devono essere utilizzate o accumulate. Lo spostamento può avvenire con o senza
dispendio di energia e a seconda delle dimensioni molecolari e della natura chimica
dei composti che devono essere veicolati, può verificarsi in due modi: attraverso il
doppio strato fosfolipidico che compone le membrane; oppure, richiedere la presenza
di proteine di trasporto e di struttura proteiche più complesse (come le pompe
ioniche). Il significato dei fenomeni di traporto biologico sta nel fatto che essi
permettono il mantenimento della diversità tra l’ambiente interno della cellula, o
dell’organismo, e l’ambiente esterno e, dunque, l’identificazione delle caratteristiche
proprie di ciascuna entità vivente. FASI DELLA GLICOLISI:
1. Fosforilazione del glucosio: dispendio di due molecole di ATP;
2. Trasformazione in fruttosio 1,6- fosfato;
3. Formazione di acido piruvico: formazione di due molecole di ATP e due
molecole di NADH. Nel corso di queste radiazioni vengono sintetizzate quattro
molecole di ATP e due di NADH.
BILANCIO DEL CICLO DI KRWEBS: due molecole di acido piruvico si origina:
FERMENTAZIONE: nel processo di produzione di energia negli organismi che
vivono in combinazione anaerobia, la fermentazione contribuisce il secondo
passaggio e avviene dopo una prima fase costituita dalla glicolisi. Il processo di
fermentazione mediante il quale l’accettare di elettroni è un prodotto definitivamente
dalla demolizione del composto iniziale. CICLO CELLULARE MEIOTICO  la
meiosi che significa metà permette la formazione delle cellule germinali dotate di
corredo cromosomico dimezzato. È più complessa della motosi, ma ne ricalca le fasi.
Il dimezzamento del corredo cromosomico non è il primo aspetto della meiosi. Il
secondo aspetto è che nei primissimi stadi può verificarsi il crossing-over
(interscambio di materiale genetico), frequente nella meiosi e raro nella mitosi.
LA PRIMA DIVISIONE MEIOTICA  le cellule germinali maschili (gli
spermatozoi) e femminili (ovogoni) si sono riprodotte in certo numero di volte per
mitosi, restando quindi diploidi. Alcune di esse si preparano alla meiosi e in tal caso
entrano in una fase s più lunga del solito, che si prolunga fino all’inizio della profase.
Queste cellule prendono il nome di spermatociti e ovociti. La meiosi si articola in più
fasi: INTERFASE: il DNA viene duplicato. PROFASE I° i cromosomi si
accorciano, si ispessiscono e si appaiono formando tetradi, si verifica il crossing-
over; si forma l’apparato del fuso; membrana nucleare e nucleo (o nucleoli) si
dissolvono. METAFASE I° la membrana nucleare si è completamente dissolta e
le tetradi si allineano sul piano equatoriale della cellula. L’apparato del fuso è
formato da dei microtubuli che sono attaccati ai centromeri degli analoghi. I
cromatidi fratelli rimangono uniti per il tramite dei chiasmi derivanti dal crossing-
over. ANAFASE I°  i cromosomi di ciascuna tetrade si separano in coppie di
omologhi, materni e paterni che migrano in modo casuale (ad eccezione delle
porzioni scambiante durante il crossing-over) ai poli opposto, formando i nuovi
nuclei diploidi. TELEFASE I°  i bivalenti completano la migrazione ai poli, si
formano nuove membrane nucleari attorno a ciascun raggruppamento diploide e nella
maggior parte delle specie si ha la citodieresi con produzione due cellule diploidi. La
meiosi I° comincia con una cellula diploide (Tetraploide dopo la duplicazione del
DNA) che contiene una serie cromosomica derivata dalla madre e una dal padre, e
termina con due nuclei diploidi. Ciascun nucleo ha una serie di cromosomi replicati
che possono essere sia di origine paterna sia materna, ancora uniti al centromero.
PROFASE II° i cromosomi della telofase precedente non si sono interamente
despiralizzati, sono già pronti a passare sul fuso. Non si ha duplicazione del DNA.
Dopo la telofase i cromosomi si allungano nuovamente e diventano invisibili al
microscopio ottico. Questi cromosomi non sono le copie esatte dei cromosomi
originali, perché c’è stato il crossing-over durante la meiosi I°.
DIFFERENZIAMENTO: ciascun organismo è costituito da numerose parti distinte
e disposte secondo un preciso ordinamento anatomico. Ogni parte è formata da
diversi tipi di cellule, tessuti e organi. Quando la prima cellula di un organismo
pluricellulare comincia a dividersi per mitosi, essa origina una masserella di cellule
(morula) tutte geneticamente identiche, ovvero dotate dello stesso patrimonio di geni.
Queste cellule sono dette staminali o tetipotenti, perché sono teoricamente in grado di
trasformarsi in un qualsiasi tipo cellulare dell’organismo adulto. In seguito, nelle
diverse parti della morula, le cellule iniziano a specializzarsi, avviando il
differenziamento. I processi alla base dello sviluppo di origine animale pluricellulare
comprendono l’organizzazione spaziale dell’embrione, le prime divisioni cellulari
che seguono la fecondazione e la riorganizzazione dei territori embrionali, dovuta alla
migrazione delle cellule stesse. Lo sviluppo animale inizia con la segmentazione,
durante la quale lo zigote si divide molte volte, per formare una masserella di cellule
detta morula, questa diviene cava e prende il nome di blastula, la cavità è detta
blastocele; segue una fase di migrazioni cellulari, chiamata gastrulazione, al termine
della quale l’organismo prende il nome di gastrula e le cellule di organizzano in tre
strati (o foglietti embrionali). Distinguiamo:
a. Ectoderma (esterno) prodotta l’epidermide, il tessuto nervoso e le ghiandole
esocrine, i capelli, il cristallino dell’occhio e le strutture dell’occhio interno;
b. Mesoderma (intermedio) produrrà il derma, i muscoli, il sistema circolatorio,
le ovaie e i testicoli, gli epiteli che rivestono la cavità corporea (peritoneo,
pleure, pericardio); origina anche il mesenchima, o tessuto connettivo
embrionale, precursor di tessuti connettivi;
c. Endoderma (interno) originerà il fegato, il pancreas, l’apparato digerente.
I celenterati o cnidari (meduse e anemoni di mare) possiedono due strati di tessuto,
endoderma ed ectoderma, che circondano una cavità digerente. Tra endoderma
ectoderma nei platelminti (planaria) si sviluppa un terzo strato, il mesoderma; questi
animali sono detti acelomati perché privi di una cavità corporea, come lo
pseudoceloma o il celoma. Lo pseudoceloma compare nei nematodi, in cui essi vi è
una cavità corporea ripiena di liquido, non delimitata da pareti proprie. Negli animali
più complessi, come gli anellidi e i cordati, si fora il celoma, cavità delimitata da
membrana propria, che assume varie funzioni: mediazione di scambio di sostanze tra
pareti dell’organismo, sostegno idrostatico del corpo, protezione degli organi interni.
TESSUTO  il tessuto è l’insieme, specializzato a svolgere una o più funzioni
specifiche, di cellule caratterizzate da analoga struttura e fisiologia, tipo degli
organismi eucarioti pluricellulari. Diversi tessuti possono cooperare costruendo una
struttura più complessa; l’organo. I vari organi interagiscono in strutture più
complesse, gli apparati, che attuano una delle funzioni dell’organismo (respirazione,
riproduzione). Nei casi in cui i diversi organi interagiscono, costituiti da uno stesso
tipo di tessuto, si preferisce parlare di sistema (sistema nervoso). In organismi meno
evoluti non esistono tessuti propriamente detti ma gruppi cellulari con funzioni
paragonabili a quelle tessutali. Il differenziamento dei tessuti avviene nella fase di
organogenesi. CRESCITA  uno dei più notevoli che nei vertebrati avviene delle
prime fasi di crescita post-natale è l’avvenimento di dimensioni del tronco e degli arti
rispetto al cervello che si è invece, già in gran parte accresciuto nella vita fetale. Fino
a un’età compresa tra i 15 e i 25 anni, nell’uomo lo scheletro e la massa corporea
continuano ad aiutare di dimensioni, attraverso una serie di processi posto sotto il
controllo di ormoni quali l’ormane della crescita, la calcitonina e il paratormone. Tra
gli organi che continuano a maturare anche dopo la nascita vi sono il cervello, il
fegato, il cuore e i polmoni, il sistema immunitario e gli apparati riproduttivi.
MITOCONDRI E PLASTIDI:
- Posseggono DNA circolare concentrato nei nucleoidi, con punti di attacco alla
membrana.
- La replicazione indipendente dalla fase S del circolo cellulare.
- Hanno una sola RNA polimerasi, sensibile alla rifamicina.

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