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BIOLOGIA

MICROSCOPI

-Microscopio ottico: potere risolutivo 0,002 mm, max batteri

-Microscopio elettronico a trasmissione (TEM): un fascio di elettroni attraversa il campione,


potere risolutivo 0,2 nm

-Microscopio elettronico a scansione (SEM): fascio di elettroni ri ettono la super cie del
campione, immagine tridimensionale, potere di risoluzione 10nm

BIOLOGIA CELLULARE

La teoria cellulare di Schleiden, Schwann e Virchow è la teoria uni cante sulla natura degli
organismi viventi. Essa può essere riassunta nei seguenti punti:

-Tutti gli organismi sono composti da cellule

-la cellula è l’unità morfologica e siologica fondamentale

-ogni cellula deriva da un’altra cellula preesistente

-l’informazione genetica risiede nel DNA

STRUTTURA CELLULARE GENERALE

Ogni cellula è composta da:

-Membrana cellulare o membrana plasmatica o plasmalemma

-Citoplasma, soluzione acquosa

-Organelli o organuli c he svolgono le funzioni cellulari

-Il DNA è separato dal citoplasma e racchiuso in un nucleo

In base alla presenza di un nucleo vero e proprio le cellule si distinguono in cellule eucariotiche o
procariotiche

LA CELLULA PROCARIOTICA

Cellula più semplice della grandezza di 0,5-5 nm.

Sono prive di organelli citoplasmatici aventi membrana e non possiedono un vero e proprio
nucleo, il DNA infatti composto da una singola molecola circolare è contenuto nella regione detta
nucleoide e sparsi per il citoplasma possono essere presenti plasmidi, lamenti di DNA sparsi.

Nel citoplasma si trovano anche ribosomi più piccoli di quelli delle cellule eucariotiche

Nella membrana plasmatica possono esserci invaginazioni dette mesosomi sede di processi
enzimatici, fotosintesi…

La membrana cellulare è circondata da una parete cellulare costituita da peptidoglicani (tranne


negli (archeobatteri), catene polissaccariche

Alcuni procarioti e ettuano fotosintesi, sono sempre unicellulari, al massimo si aggregano in


semplici lamenti cellulari

VIRUS

Non sono costituti da cellule. Il materiale genetico, composto da una molecola di acido nucleico è
contenuto nel capside, hanno forma e dimensioni varie 10-300 nm, sono incapaci di sintetizzare
da soli le proteine di cui sono formati.

Sono parassiti endocellulari obbligati, ovvero per riprodursi devono infettare cellule ospiti

LA CELLULA EUCARIOTICA
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Dimensioni fra 10 e 100 micrometri, son presenti organuli con diverse funzioni e il materiale
genetico è formato da cromosomi racchiusi in un nucleo ben de nito

MEMBRANA CELLULARE

La membrana cellulare è composta soprattutto da Fosfolipidi e proteine ma anche da colesterolo


e glicolipidi

Nella membrana sono presenti anche carboidrati: glicoproteine, proteoglicani e glicocalice


(rivestono la membrana)

Nella membrana cellulare sono anche presenti proteine di membrana che possono attraversare la
membrana fosfolipidica (proteine intrinseche o integrali) o essere attaccate ad un lato della
membrana (proteine estrinseche).

I fosfolipidi e le proteine sono libere di muoversi lateralmente (mosaico uido)

Le proteine di membrana sono numerose e hanno diversi compiti: enzimi, proteine di trasporto,
recettori cellulari, ormoni o neurotrasmettitori

La membrana ha tre funzioni principali:

-Strutturale e morfologico

-Funzionale: regola gli scambi tra esterno e interno

-Comunicazione e integrazione: sulla membrana si trovano recettori (glicoproteine) che


permettono la comunicazione tra altre cellule e di scambiarsi informazioni

NUCLEO

Composto dalla membrana nucleare, formata da due membrane fosfolipidiche in continuità con il
reticolo endoplasmatico rugoso. Nella membrana sono presenti dei pori nucleari dove avvengono
cambi con l’esterno

Il nucleo contiene il DNA raccolto in Istoni che formano la cromatina, prima della divisione
nucleare la cromatina non è addensata, ma durante la divisione essa si addensa a formare la
tipica struttura cromosomiale.

Nel nucleo sono presenti i nucleoli siti dove avviene la sintesi degli rRNA e dei ribosomi

RIBOSOMI

Siti di sintesi proteica assemblati nel nucleolo, sono formati da rRNA (RNA ribosomiale) e si
dividono in due unità (maggiore e minore), possono essere liberi o legati alla membrana del
reticolo endoplasmatico—> Ribosomi eucarioti> ribosimosi procarioti

RETICOLO ENDOPLASMATICO (RE)

Sistema di membrana composto da tubuli e sacculi; può essere liscio (REL) o rugoso (RER) a
seconda se sia privo o rivestito da ribosomi.

Il reticolo ha il compito di trasportare dei materiali attraverso la cellula:

-Quello liscio partecipa alla sintesi dei lipidi e alla detossi cazione dei veleni

-Quello rugoso sintetizza le proteine a destinazione non citoplasmatica che vengono trasferite
all’apparato di Golgi

APPARATO DI GOLGI

Formato da una pila di vescicole delimitate da una membrana, chiamate cisterne, simile al RE.

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Ha la funzione di raccogliere e smistare i prodotti del RE. Egli modi ca il contenuto, posiziona in
diverse vescicole e le indirizza o alla membrana o ad altri organuli. La regione verso l’interno è
detta cis e trans quella rivolta alla membrana cellulare

LISOSOMI

Vescicole delimitate da membrana, all’interno pH acido che contengono enzimi idrolitici o


digestivi, che hanno lo scopo di “digerire” o batteri o virus (sono molto presenti nei globuli
bianchi) o di idrolizzare proteine amminoacidi etc…

MICROSOMI

Vescicole simili ai lisosomi più piccole e contenti sostanze speci che. Le più importanti sono i
Perossisomi le quali sintetizzano il perossido d’Idrogeno (H2O2).

I microcosmi sono addetti alla distruzione di sostanze tossiche quali farmaci e alcol tramite
reazione che producono perossidi

MITOCONDRI

Hanno una membrana doppia quella esterna liscia e quella interna composta da creste e il
contenuto è detto matrice

Sono organelli semiautonomi e possiedono DNA proprio, hanno ribosomi simili a Quelli batterici e
si dividono per scissione binaria—> i mitocondri provengono solamente per via materna

Secondo la teoria endosimbiontica i mitocondri discenderebbero da cellule procariotiche primitive


inglobate all’interno della cellula eucariotica

Nei mitocondri avviene la respirazione cellulare, processo dove le sostanze organiche in presenza
di ossigeno vengono scomposte in anidride carbonica e acqua, liberando energia usata per
sintetizzare l’ATP

CITOSCHELETRO

Intreccio di lamenti proteici che conferiscono la forma alla cellula, la irrigidiscono condendo
resistenza meccanica, permettono i movimenti cellulari e consentono gli spostamenti intracellulari

Il citoscheletro si divide in:

-MICROTUBULI: ciascuno formato da 13 lamenti detti tubulina a formare un cilindro cavo.


Compongono i centrioli, dei agelli e ciglia e del fuso miotico

-FILAMENTI INTERMEDI: Garantiscono alla cellula resistenza meccanica

-MICROFILAMENTI: lamenti di actina che consentono il movimento intracellulare degli organuli,


importanti anche nella fagocitosi

CENTRIOLI

Organelli a forma cilindrica composti da 9 gruppi da tre microtubuli ciascuno. Le cellule vegetali
ne sono prive mentre quelle animali ne possiedono due disposti ad angolo retto.

Sono disposti al montaggio dei microtubuli e il centro di organizzazione di questo’ultimi è detto


centrosoma

FLAGELLI E CIGLIA

Appendici cellulari che si muovono e formate da fasci di microtubuli e rivestiti dalla membrana
cellulare. Vengono utilizzate dalle cellule libere per muoversi all’interno dei liquidi e da quelle sse
per spostare materiale extracellulare.

I agelli sono lunghi e poco numerosi mentre le ciglia sono corte e numerose

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LA CELLULA VEGETALE

Nella cellula vegetale esistono alcuni organuli non presenti in quella animale quali:

-PARETE CELLULARE: involucro esterno rigido che da forma alla cellula, la protegge e la
sostiene, formata da bre di cellulosa—> presenta piccoli fori che permette il passaggio di
sostanze tra cellule adiacenti dette plasmodesmi

-PLASTIDI: comprendono i:

• Cromoplasti: che comprendono i pigmenti, sostanze colorate

• Leucoplasti: sostanze di riserva incolori

• Cloroplasti: sede della fotosintesi cloro lliana e dove si trovano le cloro lle. Essi sono circondati
da una membrana doppia e contengono diverse vescicole appiattite dette tilacoidi, a cui sono
associati le cloro lle. I tilacoidi sono sovrapposti a formare delle pile dette grana. Come i
mitocondri contengono una molecola di DNA circolare e ribosomi, si dividono per scissione
binaria

- VACUOLI: vescicole contenenti acqua che si ingrandiscono col tempo no ad occupare tutto il
volume della cellula, esso conferisce sostegno alla cellula e fungono da deposito per sostanze
di riserva e di ri uto

SCAMBIO DI MATERIALI FRA INTERNO ED ESTERNO DELLA CELLULA

-TRASPORTO PASSIVO: avviene secondo gradiente di concentrazione, quando una sostanza is


sposta da una zona dove la concentrazione è maggiore a una in cui è minore e questo processo
non richiede energia:

• Di usione semplice: movimento netto delle particelle attraverso la membrana che è


semipermeabile, ovvero può essere attraversata esclusivamente da piccole molecole non polari
come ossigeno e anidride carbonica e molecole neutre come acqua e urea. Il passaggio è
determinato da due diverse forze:

I. Gradiente di concentrazione: forza che determina lo spostamento di una soluzione solamente


nei composti privi di carica

II. Gradiente elettrochimico: spostamento di un composto ionico, ed è il risultato della domma


del gradiente di concentrazione e del potenziale elettrico

• Osmosi: caso particolare di di usione, e consiste nel passaggio di acqua da una soluzione più
diluita (Ipotonica) a quella più concentrata (ipertonica). La pressione osmotica è la pressione da
applicare alla soluzione più concentrata a nché il processo non avvenga. Nelle cellule vegetali
l’acqua entra all’interno senza che la cellula scoppi spingono sulla parete cellulare attraverso la
pressione di turgore, essa ha fusione di sostegno

• Di usione facilitata: gli zuccheri che non entrano nella cellula attraverso di usione semplice
entrano tramite proteine di trasporto

-TRASPORTO ATTIVO: avviene contro gradiente di concentrazione, da minore a maggiore e


richiede energia:

• Proteine di membrana o pompe: spostano contro gradiente sostanze usando ATP esse possono
essere:

- Proteine vettrici: si legano alla sostanza e la rilasciano al lato opposto

- Proteine canale: formano dei buchi nella membrana accessibili a pochi ioni per poi richiudersi

TRASPORTO MEDIANTE VESCICOLE

Le macromolecole che non riescono a passare per di usione o tramite proteine di trasporto
vengono espulse o introdotte tramite vescicole:

-Endocitosi: attraverso invalidazioni della membrana racchiudono la sostanza che viaggia poi nel
citoplasma. Spesso l’endocitosi avviene tramite recettori, i quali vengono anche loro inglobati. Es.
globuli bianchi e lipoprotiene di tipo LDL. Si parla di:

• Fagocitosi quando si inglobano particelle solide

• Pinocitosi quando vengono inglobate goccioline di liquido

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- Esocitosi: le vescicole endocellualri si fondono con la membrana riversando il loro contenuto
all’esterno. Es tutte le sostanza impacchettate dall’apparato di Golgi quali neurotrasmettori
enzimi etc..

POTENZIALE DI MEMBRANA

In tutte le cellule vi è una diversa concentrazione di ioni che causa una di erenza di potenziale
elettrico pari a -70 mV. L’interno è negativo rispetto l’esterno. Questo è causato da diverse pompe
proteiche quali:

-POMPA Na+-K+ o sodio-potassio ATPasi: trasporta verso l’esterno contro gradiente 3 ioni Na+
ogni due K+ che entrano utilizzando ATP. Essi sono i principali responsabili del potenziale di
membrana, controllano il volume cellulare, conferiscono eccitabilità alle cellule nervose e
muscolari

-POMPA Ca2+: questo ione è più concentrato all’esterno rispetto all’interno grazie a queste
pompe. Es. contrazione muscolare

Il passaggio di ioni serve a bilanciare la pressione osmotica, altrimenti la cellula esploderebbe,


creano gradienti elettrochimici utilizzati per la trasmissione dell’impulso nervoso e per la sintesi
dell’ATP e per bilanciare le cariche elettriche, un alto potenziale infatti farebbe esplodere la cellula

COMUNICAZIONE TRA CELLULE

La comunicazione tra cellule distanti avviene attraverso messaggeri chimici trasportati nel sangue

Le cellule a stretto contatto possono comunicare attraverso varie giunzioni, nelle cellule vegetali la
comunicazione avviene attraverso plasmodesmi, canali che attraversano pareti cellulari di cellule
adiacenti

Nelle cellule animali non sono adiacenti ma collegate da giunzioni intercellulari e sono:

-Giunzioni ancoranti o desmosoma: ogni desmosoma è composto da una placca interna alla
cellula collegata ai lamenti intermedi e collegata a proteine per l’adesione cellulare esternamente
alla membrana. Questa giunzione è presente nel tessuto epiteliale e conferiscono resistenza

-Giunzioni occludenti: hanno la funzione di sigillare gli spazi tra le cellule attraverso proteine di
membrana. Si trovano nei rivestimenti degli organi cavi come l’intestino

-Giunzioni comunicanti: complessi proteici che hanno funzione di canale tra due cellule
adiacenti e consentono il passaggio di piccole molecole come ATP e amminoacidi presenti
soprattutto nei tessuti muscolari, cardiaci e nervosi

METABOLISMO CELLULARE

Il metabolismo cellulare è l’insieme delle reazioni di trasformazione della materia e dell’energia che
avviene all’interno ella cellula:

-Catabolismo: l’insieme delle reazioni di degradazione/demolizione delle molecole complesse in


sostanze più semplici. É una reazione esoergonica ovvero liberano energia nell’ambiente per
mantenere l’organizzazione della cellula

-Anabolismo: sintesi di macromolecole e di composti necessari alla cellula come enzimi


fosfolipidi….Per poter avvenire richiedono energia (reazioni endoergonica) fornita da reazione
cattoliche tramite l’ATP

ATP O ADENOSINTRIFOSFATO

ATP è formato da un nucleoside (composti aventi uno zucchero penoso (Ribosio) e una base
azotata (Adenina)) l’adenosina e tre gruppi fosfato. I legami col gruppo fosfato sono legami ad alta
energia che quando rotti liberano tanta energia

L’ATP è sintetizzato dall’adenosindifosfato (ADP) e un gruppo fosfato inorganico (Pi)

ADP + Pi + energia—> ATP + acqua (reazione endoergonica)

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OSSIDORIDUZIONI E TRASPORTATORI DI POTERE RIDUCENTE

In molti reazioni cellulari oltre allo scambio di energia vi è anche uno scambio di elettroni che
comporta un cambiamento nello stato di ossidazione delle molecole, si parla infatti di reazioni di
ossidoriduzioni in quanto l’elemento che perde elettroni si ossida mentre quello che si riduce
acquista elettroni. In biologia spesso quando una molecola si ossida entra l’ossigeno, quasi si
riduce entra uno ione H +.

Nelle reazioni cataboliche, molecole ridotte come il glucosio vengono ossidate in sostanze più
semplici, cedono elettroni e liberano energia (glicosi e respirazione)

Nelle reazioni anaboliche avviene la riduzione di molecole ossidate come nella fotosintesi

Come l’ATP funge da trasportatore di energia esistono dei trasportatori di potere riducente (cioè di
elettroni) che possono acquistare o cedere elettroni. Fra questi ricordiamo:

-NAD+: si riduce accettando un protone e due elettroni diventando NADH

-FAD: accetta due elettroni e due protoni riducendosi a FA DH2

Questi due trasportatori entrano in gioco nella glicosi e nel ciclo di Krebs, essi accettano elettroni
quindi si riducono e nella fase nale del processo cedono i loro elettroni all’ossigeno che viene
ridotto in acqua

-NADP+: accetta un protone e due elettroni, esso nella fase luminosa acquista elettroni da H2O
che diventa O2 e nella fase oscura cede elettroni per sintetizzare il glucosio a partire dall’anidride
carbonica

ENZIMI

Le reazioni metaboliche avvengono grazie agli enzimi, proteine che svolgono il ruolo di
catalizzatori biologici, aumentano la velocità della reazione senza essere consumati.

La sostanza che si nega ad un certo enzima è dato substrato e si lega all’enzima nel cosiddetto
sito attivo, formando il complesso enzima-substrato.

Alcuni enzimi necessitano di condizioni di temperatura e pH ben precisi ma anche di determinati


cofattori e coenzimi (alcuni coenzimi agiscono come accettori di elettroni

CATABOLISMO DEL GLUCOSIO

Le cellule ricavano l’energia dall’ossidazione di sostanze organiche, la più comune e quella che
libera più energia è il glucosio (C6 H12O6)

La prima fase dell’ossidazione è rappresentata dalla glicolisi—> il glucosio viene scomposto in


piruvato o acido piruvico. La glicosi avviene in tutte le cellule dai più semplici batteri alle cellule
più complesse. La molecola di glucosio viene trasformata in due molecole di piruvato (C3 H4O3)
liberando energia, energia che viene utilizzata per produrre due molecole di NADH e due molecole
di ATP (tramite fosforilazione a livello del substrato)

Successivamente alla glicolisi possiamo avere:

-Anaerobiosi: in assenza di ossigeno il piruvato viene ridotto tramite fermentazione in acido lattico
o etanolo

-Aerobiosi: in presenza di ossigeno viene ossidato a CO2 durante la respirazione cellulare

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RESPIRAZIONE CELLULARE

In presenza di ossigeno il piruvato viene demolito con produzione di CO2 e H2O .

Questo processo avviene nei mitocondri in tre tempi:

-Decarbossilazione ossidativa del piruvato: il piruvato entra nel mitocondrio e perde una
molecola di CO2 e viene quindi ossidato. Il piruvato (3C) si trasforma in un gruppo acetile che si
lega ad un coenzima diventando acetil-coenzima A (2C) , il quale entra nel ciclo di Krebs assieme
ad una molecola di NADH

-Ciclo di Krebs: l’acetilCoA si lega con l’acido ossalacetico (4C) formando acido citrico (6C).
Questo acido subisce una serie di ossidazione che portano alla formazione di due molecole di
CO2, una di ATP e alla riduzione di tre molecole NAD+ a NADH e una di FAD a FA DH2. L’ultima
reazione rigenera un acido ossalacetico

-Catena respiratoria o catena di trasporto degli elettroni: in questa fase l’energia contenuta
nel NADH e FA DH2 viene utilizzata per formare ATP. I due coenzimi ossidandosi rilasciano
elettroni alla catena respiratoria, composta da una serie di proteine trasportatrici inserite nella
membrana, le quali formano le creste mitocondriale che abbassano via via il livello energetico di
ciascun elettrone. L’energia che gli elettroni perdono viene usato per formare l’ATP (Ossidazione
del NADH produce tre molecole di ATO mentre FA DH2 ne produce 2). I componenti più
importanti sono i citocromi, molecole che fungono da trasportatori di elettroni in quanto possono
trovarsi sia in una forma ossidata che una ridotta—> l’ultimo accettare è l’ossigeno che si
trasforma dunque in acqua—> la produzione id ATP è detta fosforillazione ossidativa attraverso
un meccanismo di accoppiamento chemiosmotico: i protoni (H+) vengono pompati nello spazio
intermembrana generando un gradiente elettrochimico. Successivamente gli ioni rientrano
attraverso un canale (una proteina) detta ATP-sintetasi e il loro usso fornisce l’energia per
sintetizzare l’ATP

Dall’ossidazione di una molecola di glucosio si formano 38 molecole di ATP (2 dalla glicosi e 36


dalla respirazione), alcune di esse però vengono utilizzate per sintetizzare l’ATP stessa quindi il
rendimento gira intorno alle 30-32 molecole

C6 H12O6 + 6O2—> 6CO2 + 6H2O + energia (686 kcal/mol)


(40% utilizzato per sintetizzare ATP il restante in calore)

FONTI ALTERNATIVE DI ENERGIA

In ordine di priorità

Carboidrati: disaccaridi e polisaccaridi vengono idrolizzati in glucosio

Lipidi (trigliceridi): scomposti in glicerolo usato per la glicosi e in acidi grassi trasformati in Acetil-
CoA

Proteine: idrolizzate in amminoacidi che vengono convertiti in piruvato oa altri composti

FERMENTAZIONE

In assenza di ossigeno (anaerobico) le cellule ricorrono alla fermentazione che avviene nel
citoplasma. Il piruvato viene ridotto dal NADH (che si ossida NAD+) e convertito in:

-Acido lattico nel caso della fermentazione lattica operata da alcuni batteri (yogurt) o dai muscoli
in mancanza di aria

-Fermentazione alcolica: viene trasformato in etanolo (lieviti)

La fermentazione non comporta la produzione di ATP, ma solamente alla formazione di NAD+


utilizzabile nella glicosi

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TIPI DI ORGANISMI

-Organismi aerobi: vivono in presenza di ossigeno utilizzato per la respirazione

-Organismi anaerobi: vivono in assenza di ossigeno e fanno la fermentazione

-Organismi aerobi facoltativi. Possono e ettuare sia respirazione che fermentazione

ENZIMI ALLOSTERICI E REGOLAZIONE DEL METABOLISMO

La catena metabolica non degenera nel caos anche grazie a determinati enzimi detti enzimi
allosterici. Essi hanno un sito attivo speci co dove possono entrare esclusivamente attivatori o
inibitori

FOTOSINTESI CLOROFILLIANA

Le piante, le alghe e alcuni procarioti utilizzano la fotosintesi cloro lliana per convertire l’energia
solare in energia chimica sotto forma di glucosio attraverso l’organicazione del carbonio, cioè la
trasformazione di CO2 in glucosio

6CO2 + 6H2O + energia (686 kcal/mol)—>C6 H12O6 + 6O2


Reazione anabolica di riduzione richiedente energia (esatto contrario della demolizione
ossidativa del glucosio)

Negli eucarioti la fotosintesi avviene nei cloroplasti, dove si trovano i pigmenti (cloro lla e
carotenoidi) che catturano l’energia contenuti nella membrana dei tilacoidi

Due fasi:

-Fase luminosa: avviene nei tilacoidi, la luce catturata dalla cloro lla è trasformata in ATP E
NADPH

-Fase oscura: attraverso una serie di reazioni cicliche che formano il ciclo di calvin che avviene
nello stroma l’energia dell’ATP e il potere riducente di NADPH viene utilizzato per ridurre la CO2
e produrre glucosio (per ssare una molecola di CO2 sono necessari 3 molecole di ATP e 2 di
NADPH quindi per produrre il glucosio servono 18 ATP e 12 di NADPH

ORGANISMI AUTOTROFI E ETEROTROFI

AUTOTROFI—> producono sostanze organiche a partire da sostanza inorganiche semplice (CO2


e acqua) e si dividono in:

-Fotoautotro : usano come fonte di energia la luce solare e si dividono in base al composto
riducente: piante, alghe e cianobatteri utilizzano l’acqua come composto riducente, altri utilizzano
acido solforico e quindi non producono ossigeno

-Chemioautotro : sfruttano l’energia prodotta da reazioni di ossido-riduzione come quella


dell’azoto o del ferro da cui ricavano l’energia per l’ATP il processo è analogo alla fotosintesi

ETEROTROFI—> non sono in grado di sintetizzare autonomamente molecole organiche e devono


trovarle dall’ambiente (animali, parassiti e saprobi)

TUTTI GLI ORGANISMI OTTENGONO L’ENERGIA ATTRAVERSO REAZIONI CATABOLICHE

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DIVISIONE CELLULARE

DIVISIONE CELLULARE NEI PROCARIOTI

I procarioti si dividono attraverso una semplice scissione binaria o ssione binaria.

La molecola di DNA si trova in prossimità di una invaginazione (mesosoma). Ad un certo punto il


DNA si replica e il procariota aumenta di dimensione. Successivamente in corrispondenza del
mesosoma si spacca in due e si formano due cellule glie identiche

CICLO CELLULARE NEGLI EUCARIOTI

Il ciclo cellulare è diviso in 4 fasi, le cui prime tre fanno parte dell’interfase:

-Fase G1: fase di crescita ed accrescimento

-Fase S: inizia la replicazione del DNA

-Fase G2: la cellula continua a cresce e sintetizza nuoci organelli in vista delle divisione

-Fase M: mitosi

Le cellule che non si dividono e rimangono bloccate nella fase G1 sono dette G0 (neuroni)

Alcune cellule muoiono attraverso una morte programmata geneticamente o apoptosi, un


processo di autodistruzione cellulare che garantisce il giusto numero di cellule appartenenti ad un
tessuto

La necrosi è un altro tipo di morte cellulare determinato da una malattia, da un’infezione o perché
non riceve ossigeno

Per innescare i cambiamenti che portano dalla fase S e alla mitosi è fondamentale il ruolo delle
chinasi ciclina-dipendeti (Cdk), enzimi che catalizzano delle reazioni di fosforilazione che
innescano i vari processi—> la mitosi può essere anche innescata da piastrine o anche ormoni

CROMOSOMI

A di erenza dei procarioti il DNA degli eucarioti è associato a proteine di vario tipo, questo
complesso è detto cromatina.

Le proteine più abbondanti sono gli istoni (cariche positivamente e basiche) ai quali si attacca il
lamento di DNA. Otto istoni formano un nucleosoma, l’unità di misura della cromatina che a sua
volta forma il cromosoma.

Ogni cromosoma è formato da due lamenti di DNA identici chiamati cromatidi fratelli che si
uniscono nel centromero, mentre le estremità sono indicate come telomeri

MITOSI

Il nucleo di una cella eucariote si divide dando origine a due nuclei gli, spesso vi è anche la
divisione del citoplasma detta citodieresi.

La mitosi si divide in

-PROFASE: il DNA si spirilazza e si condensa. La membrana nucleare si dissolve e i due


centrosomi raggiungono i poli dando origine al fuso miotico, un insieme di microtubuli che
attraversa tutta la cellula e l’aster, corti microtubuli disposti a raggiera che partono dai centrioli

-METAFASE: i cromosomi raggiungono il massimo grado di condensazione, si allineano sul piano


equatoriale dando origine alla piastra metafasica dopo essersi uniti ai microtubuli attraverso i
cinetocori

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-ANAFASE: i centromeri si dividono in due e i cromatidi si separano migrando verso poli opposti
grazie all’accorciamento del fuso miotico

-TELOFASE: il fuso scompare, i cromatidi che sono diventati i nuovi cromosomi si despiralizzano
ed attorno ad essi si riforma la membrana nucleare

La citodieresi è di erente tra le cellule animali, in cui avviene un solco che divide la cellula madre,
e tra quelle vegetali in cui il citoplasma viene diviso da un agglomerato di vescicole detto piastra
cellulare

RIPRODUZIONE ASESSUATA

La mitosi è alla base della riproduzione asessuata, dove la prole ha origine da un unico individuo
ed essa può avvenire tramite:

-Sciossione binaria: divisione in due parti uguali

-Gemmazione: divisione non omogenea (Meduse e lieviti)

-Sporulazione: riproduzione attraverso spore (funghi)

RIPRODUZIONE SESSUATA

La riproduzione sessuata richiede cellule specializzate dette gameti e due individui. La prole
nasce dalla fecondazione ovvero l’unione del gamete maschile e quello femminile, i quali formano
la prima cellula detta zigote

CELLULE APLOIDI E DIPLOIDI

Le cellule somatiche sono diplomi, ovvero possiedono una doppia serie di cromosomi che quindi
sono in coppia e sono chiamati cromosomi omologhi (2n)

I gameti sono apolidi, possiedono un’unica serie di cromosomi (n)

Il meccanismo che permette la riduzione del numero di cromosomi è la meiosi che avviene in
speci che zone, dette gonadi. (Negli animali ovaie e testicoli, nelle piante ovari e stami)

Esistono anche delle divergenze dalla normale fecondazione come la partenogenesi, la quale
richiede la formazione di gameti ma non la loro fusione

MEIOSI

La meiosi avviene da una cellule diploidi chiamate gametocite, le quali producono 4 cellule apolidi

- PROFASE I : il DNA si spiralizza e si condensa in cromosomi. La membrana nucleare si dissolve


e i due centrosomi raggiungono i poli dando origine al fuso miotico. I cromosomi omologhi si
appaiono formando la cosiddetta tetrade o sinapsi formata da 4 cromatidi, qui avviene il crossing-
over

-METAFASE I: le tetradi si allineano sul piano equatoriale e ogni coppia di attacca ad una bra del
fuso

-ANAFASE I: i due cromosomi si staccano e vanno verso i due poli opposti

-TELOFASE I: la cellula madre si divide in due cellule gli ciascuna avente un numero apolide di
cromosomi

Tra la prima e la seconda divisione meiotica può esserci un breve periodo di riposo detto
interchienesi

-PROFASE II: i centrioli migrano ai poli per riformare il fuso miotico

-METAFASE II i cromosomi si allineano sul piano equatoriale

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-ANAFASE II: i cromatidi fratelli di ogni cromosoma si separano e si muovono verso i due poli
opposti diventando i nuovi cromosomi

-TELOFASE II: si formano due nuclei e si ha la citodieresi

La prima divisione meiotica è di tipo riduzionale (il numero dei cromosomi è dimezzato) la
seconda divisione invece è di tipo equazionale (non si ha alcuna variazione del numero
cromosomico

CROSSING-OVER

Durante la profase I può avvenire il crossing-over, lo scambio reciproco di determinati segmenti in


punti corrispondenti detti chiasma tra due cromatidi non fratelli, ovvero tra i cromatidi di due
cromosomi omologhi.

Quello che si ricombinano sono detti ricombinanti, quelli che non si ricombinano sono detti
parentali

MUTAZIONI CROMOSOMICHE E GENOMICHE

Le mutazioni sono alterazioni del patrimonio genetico che possono interessare un singolo gene, in
tal caso si parla di mutazioni geniche causate da un errore durante la replicazione del DNA

Oppure se l’errore avviene durante la meiosi si parla di:

-Mutazioni cromosomiche: alterazione della struttura di un cromosoma, che può essere:

• Delezione: perdita di un frammento

• Duplicazione: attaccamento ad un cromosoma omologo

• Traslocazione: attaccamento ad un cromosoma non omologo

• Inversione: rotazione di 180°

-Mutazioni genomiche:variazione del numero di cromosomi, questo avviene quando due


cromosomi omologhi o due cromatidi fratelli rimangono attaccati portando alla formazione di un
gameti anormali (sindrome di Down o trisomia 21 e sindrome di Edwards)

GAMETOGENESI

Il processo di formazione dei gameti è detto gametogenesi e avviene nelle gonadi

SPERMATOGENESI

Nei testicoli gli spermatogoni (2n) —> spermatocita primario (2n)—>1° divisione—> spermatociti
secondari (n)—>2° divisione meiotica—> spermatidi—> maturazione—>spermatozoi

OVOGENESI

Ovogoni (2n)—> ovociti primari (2n)—> nella prima divisione meiotica abbiamo la formazione di un
ovocita secondario e di un primo globulo polare che nella seconda divisione meiotica può formare
due globuli polari secondari che poi degenerano, mentre l’ovocita secondario forma un globulo
polare e una cellula uovo

EREDITARIETA’

L’informazione genetica è contenuta nei geni—> le diverse forme di uno stesso gene sono etti
alleili e la combinazione degli alleni è detto genotipo mentre il fenotipo rappresenta le
caratteristiche oggettiva ed esteriori di un individuo

PRIMA LEGGE DI MENDEL- LEGGE DELLA DOMINANZA—> attraverso un incrocio


monoibrido tra linee pure la prima generazione liale (F1) presenta solo il carattere dominante

SECONDA LEGGE - LEGGE DELLA SEGREGAZIONE: ogni individuo possiede due copie di uno
stesso gene che viene separato (segregato) durante la meiosi

Gli individui che possiedono due allibii uguali sono detti omozigoti, mentre quelli diversi sono detti
eterozigoti

TERZA LEGGE DI MENDEL - LEGGE DELL’ASSORTIMENTO INDIPENDENTE: attraverso un


incrocio diibrido i caratteri nella F2 si assortiscono indipendentemente seguendo le leggi del caso

Non sempre la natura segue le leggi di Mendel:

DOMINANZA INCOMPLETA: Nella F1 spesso nessun gene domina l’altro e si crea quindi un
individuo a fenotipo intermedio

CODOMINANZA: quando in un eterozigote due alleni si esprimono entrambi (sangue AB)

ALLELI MULTIPLI: per Mendel esistevano solo due alleli per un gene quando ce ne sono di più si
parla di alleli multipli (sangue)

PLEIOTROPIA: quando un singolo gene ha e etti fenotipi multipli (ormoni)

EPISTASI: quando un gene interferisce con l’espressione di altri geni (sordità congenita
dell’uomo) —-> mentre codominanza e dominanza completa sono dovuti all’interazione degli alleli
l’epistassi è dovuto all’interazione di geni, e si presenta quando uno dei due si presenta come
omozigote recessivo

GENI CONCATENATI: la legge dell’assortimento indipendente è valida a patto che geni si trovino
su due cromosomi di erenti, infatti se i geni si trovano sullo stesso cromosomi si chiamano geni
concatenati o associati—> due geni associati possono dividersi solamente attraverso il crossing
over

CARATTERI QUANTITATIVI: i caratteri studiati da Mendel erano caratteri netti, ma molti caratteri
fenotipici sono il frutto di diversi geni (statura e lunghezza del piede) detti anche caratteri
poligenici, cioè che agiscono in maniera cumulativa

TEORIA CROMOSOMICA DELL’EREDITà:Walter Sutton e Teodoro Boveri formularono la teoria


cromosomica dell’eredità che a erma che l’eredità è determinata dai geni localizzati sui
cromosomi. La posizione di un gene su un cromosoma è detto locus genico

CROMOSOMI UMANI

Le cellule somatiche (diploidi) contengono 46 cromosomi ovvero 23 coppie (22 coppie di


autosomi e 1 coppia di cromosomi sessuali—> i gameti invece essendo aploidi hanno solo 23
coppie di cui 22 autosomi e solo un cromosoma sessuale

Cariotipo: classi cazione dei cromosomi di un individuo in base alla lunghezza e alla posizione
del centromero, tecnica utilizzata anche nella villocentesi e amniocentesi per analizzare i
cromosomi del nascituro.

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ANOMALIE DEL NUMERO DI CROMOSOMI SESSUALI

Sindrome di turner: aventi un solo cromosoma X, sesso femminile ma sterili

Sindorme di Klinefelter: XXY, maschi sterili

Sindrome di Jacobs: Y non hanno caratteristiche particolari

EREDITà LEGATA AL SESSO

Alcuni caratteri possono essere determinati dai cromosomi sessuali. Questo venne scoperto da
Morgan che si accorse che il colore dell’occhio del moscerino da frutto si trasmetteva
di erentemente in base al sesso. Condusse molti esperimenti i quali andavano contro le regole
mendeliane.

Nell’uomo i caratteri legati al cromosoma Y possono essere ereditati solo per via paterna e si
manifestano sempre a livello fenotipo mentre per quelli legati al cromosoma X possono essere
ereditati da entrambi e nei maschi si manifestano solo a livello fenotipo

MALATTIE GENETICHE:

-MALATTIE LEGATE AL SESSO: malattie provocate da geni localizzati sui cromosomi sessuali:

-Emo lia: anomalia nel meccanismo di coagulazione del sangue. La malattia è dovuta a due alleli
recessivi situati nel cromosoma X

-Daltonismo: alterazioni delle strutture fotosensibili della retina ed è causato da un gene sul
cromosoma X

-MALATTIE AUTOSOMICHE: malattie causate dai geni sugli autosomi:

• Malattie autosomiche dominanti, le quali si manifestano sia nell’individuo omozigote che


eterozigote e le piu famose sono:

- Acondroplasia: precoce accrescimento delle cartilagini in accrescimento, struttura corporea


tipica del nanismo

- Corea di Huntington: degenerazione progressiva dei gangli di base coinvolti nella coordinazione
dei movimenti

- Brachidattilia: insieme di malformazione delle dita delle mani e dei piedi

• Malattie autosomiche recessive: si presentano solo negli omozigoti:

- Albinismo: incapacità di sintetizzare melanina

- Alcaptonuria

- Fenilchetonuria

- Galattosemia:

- Fibrosi cistica:

PEDIGREE. Albero genealogico per capire la natura della malattia

GRUPPI SANGUIGNI UMANI

I gruppi si distinguono in base alla presenza dei globuli rossi di antigeni: se nel globulo rosso
abbiamo antigeni A gli anticorpi nel plasma saranno ANTI-B, nel gruppo 0 non ci sarà nessun
antigene ma tutti gli anticorpi nel plasma e viceversa

Nei globuli rossi potrebbe essere anche presente l’antigene Rh, determinato dall’allele dominante,
quindi si parla di caratteri autosomiche dominanti

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GENETICA MOLECOLARE

La genetica molecolare studia i meccanismi chimici che permettono l’espressione delle


informazioni genetiche—> l’unità di base è il gene che è il tratto di DNA dove è codi cato un
determinato carattere

IL DNA

STORIA

Inizialmente si pensava che il materiale genetico fosse contenuto nelle proteine e non nel DNA,
ma successivamente questa convinzione venne dimostrata falsa dall’esperimento di Hersey e
Chase che dimostrarono che i batteriofagi per introdurre nel batterio ospite il loro materiale
usavano il DNA

NUCLEOTIDI

Il DNA è formato da nucleotidi formati da uno zucchero penoso (ribosio nell’RNA e desossiribosio
nel DNA), una base azotata (legata al carbonio C1) e una molecola di acido fosforico—>
idrolizzando un nucleotide si ha una molecola di acido fosforico e un nucleoside

Le basi azotate sono:

-Basi pirimidiniche o pirimidine derivate della pirimidina e sono citosina, timina e uracile
-Basi puriniche o purine, derivate della purina, e sono guanina e adenina

STRUTTURA DEL DNA

Il DNA è un polimero lineare composto da nucleotidi, aventi quattro basi azotate diverse, Guanina,
Adenina, citosina e timina

Il DNA, come scoperto da Watson e Crick, è una doppia elica, ovvero due lamenti avvolti ad elica
intorno ad un asse centrale.

Ogni gruppo ossidrilico del carbonio 5 e del carbonio 3 del ribosio sono collegati formando uno
scheletro di zuccheri attraverso un legame fosfodiestereo

Le basi azotate sono appaiate in modo tale che la distanza sia costante quindi una base
pirimidinica è collegata con una puri ca in particolare—> adenina con timina con due legami a
idrogeno e guanina e citosina con tre legami ad idrogeno AT CG

I due lamenti sono detti antiparalleli, uno avrà estremità 5’-3’ l’altro 3’-5’

REPLICAZIONE DEL DNA

Per poter trasmettere ai discendenti il DNA la molecola ha bisogno di duplicarsi, questo


meccanismo è detto replicazione ed esso è un processo semiconservativo, ovvero ogni molecola
del DNA glio avrà un lamento parentale e uno sintetizzato ex novo

La DNA-elicasi srotola la doppia elica nel punto di origine della replicazione detta forcella di
replicazione, da qui viene sintetizzato il nuovo lamento attraverso la DNA polimerasi

La DNA polimerasi non può iniziare ad sintetizzare un nuovo lamento partendo direttamente dal
lamento parentale ma inizierà da un lamento sintetizzato appositamente di RNA detto primer

La replicazione avviene sempre in direzione 5’—>3’ perché la DNA polimerasi catalizza il legame
di un nuovo nucleotide a partire dal carbonio 3—> questo comporto che in un lamento la
duplicazione sarà continua ( lamento guida o leading stand) l’altro lamento sarà replicato
invece in direzione opposta sotto forma di piccoli frammenti detti frammenti di Okazaki uniti
successivamente

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Il processo di replicazione avviene sia nei procarioti che negli eucarioti solamente che nei primi
avviene nel citoplasma e vi è un unico punto di replicazione mentre negli eucarioti avviene nel
nucleo e vi sono diversi punti di origine

Nel caso di un errore nella replicazione esistono diversi enzimi in grado di risolvere il problema
come la nucleasi di restauro o anche la stessa DNA polimerasi che ha due funzioni, una funzione
polimerasica ed una esonucleasica, ovvero in caso di errore inverte il senso di marcia eliminando
tutti i nucleotidi no all’errore

IPOTESI UN GENE-UN ENZIMA

Nello scorso secolo grazie agli esperimenti sui mutanti, organismi che hanno delle mutazione
genetiche si pensava che ad un gene corrispondesse una proteina (esperimento sulla mu a del
pane di Tatum e Beadle) poi si passò ad un gene-una proteina e poi da un gene-una catena
polipeptidica

RNA

l’RNA è formato da uno zucchero (ribosio) è formato da un lamento unico invece che da una
doppia elica, al posto della timina vi è l’uracile ed è sintetizzato nel nucleo AU GC

Esistono diversi tipi di RNA:

-RNA messaggero mRNA: trasporta l’informazione genetica del DNA nel citoplasma

-RNA ribosomiale rRNA: elemento costitutivo dei ribosomi

-RNA di trasporto tRNA: trasporta gli amminoacidi liberi nel citoplasma ai ribosomi e serve per
tradurre l’informazione contenuta nell’mRNA in una sequenza di amminoacidi

TRASCRIZIONE

La trascrizione è il processo attraverso il quale l’informazione genetica contenuta nel DNA viene
copiata nel RNA messaggero.

L’enzima che deve sintetizzare l’mRNA è chiamato RNA polimerasi e come il DNA polimerasi
sintetizza in direzione 5’—>3’. L’RNA si lega ad un sito detto promotore e si ferma ad una
sequenza speci ca detta segnale di terminazione

Nei procarioti la trascrizioni avviene nel citoplasma e il l’mRNA è utilizzato immediatamente per la
sintesi proteica , mentre per gli eucarioti essa avviene nel nucleo e l’mRNA deve prima modi cato.

I geni degli eucarioti sono infatti discontinui sono formati da un’alternanza di sequenze
codi canti (esoni) e sequenze non codi canti (introni)

Prima della sintesi proteica gli introni vengono eliminati e gli esodi saldati tra di loro, si forma
quindi un mRNA maturo, questo processo è detto splicing

Prima della maturazione all’mRNA viene aggiunto un cappuccio detto cap (estremità 5’) e alla ne
una coda di nucleotidi di adenina (poliadenilazione) la cui utilità risulta ancora sconosciuta—> la
parte centrale dell’mRNA è detta open Reading frame (ORF)

CODICE GENETICO

Ogni terzina di nucleotidi è detta codone

Caratteristiche:

-Segnale di inizio rappresentato dal codone AUG che codi ca per l’amminoacido metionina

-Segnali di ne lettura rappresentanti da tre codoni di stop (UGA-UAA-UAG)

-Non è ambiguo quindi ogni codone rappresenta un singolo amminoacido

-Rindondante o degenerato un amminoacido è rappresentato da più codoni

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-Universale ovvero uguale per tutti gli organismi (eccetto alcuni batteri e il DNA mitocondriale)

SINTESI PROTEICA - TRADUZIONE

La sintesi proteica avviene nel citoplasma, ed ha sede nei ribosomi e vede coinvolti tutti e tre i tipi
di RNA:

-L’mRNA trasporta il messaggio

-L’rRNA costituisce i ribosomi

-L’tRNA fa da “interprete”, ovvero traduce il linguaggio degli acidi nucleici in quello delle proteine

tRNA

Il tRNA ha una struttura a trifoglio ed è composto da circa 80 nucleotidi.

In una estremità vi è un sito in grado di legare gli amminoacidi, mentre nella parte opposta vi è
l’anticodone, un sito in grado di riconoscere i speci ci codoni dell’mRNA

Ogni cellula ha uno speci co tRNA per tutti gli amminoacidi e il legame amminoacido-tRNA è
catalizzato dall’enzima amminoacil-tRNA-sintetasi

RIBOSOMI

I ribosomi sono composti dall’rRNA e contengono tre importanti siti di legame:

-Uno per l’mRNA nella subunità minore

-il sito P (peptidilico) per il tRNA

-il sito A (amminoacilico) anch’esso per il tRNA

SINTESI DI UNA PROTEINA

Tre fasi:

-FASE DI INIZIO: la subunità minore si lega con l’estremità 5’ dell’mRNA a cui sia giungono la
subunità maggiore e il tRNA con lo speci co Amminoacido (complesso detto amminoacil-tRNA)
che si posiziona nel sito P

-FASE DI ALLUNGAMENTO: nel sito A si inserisce un amminoacil-tRNA avente un anticodone


corrispondente al codone sull’mRNA e tra i due amminoacidi si forma un legame peptidico.

A questo punto il tRNA nel sito A (avente due amminoacidi) si sposta in direzione 3’—>5’
posizionandosi nel sito P ed espellendo il primo tRNA che si trovava nel sito P e cosi via

-FASE DI TERMINAZIONE: Quando il ribosoma arriva ad uno dei tre codoni di stop che non ha
nessun tRNA la traduzione si ferma, la proteina viene rilasciata staccandosi dal tRNA e le due
subunità si dissociano

Il processo di traduzione richiede notevole energia ricavata dall’idrolisi dell’ATP

Inoltre uno stesso mRNA può essere tradotto da più ribosomi contemporaneamente

MUTAZIONI GENICHE

Le mutazioni sono cambiamenti improvvisi del patrimonio ereditario e interessano in particolare


un singolo gene, alterazioni dovute a errori che si veri cano durante la replicazione e che
determinano un’alterazione nella sequenza dei nucleotidi

Le mutazioni più semplici riguardano un singolo nucleotide e sono dette mutazioni puntiformi e
possono essere:

-perdita o aggiunta di un nucleotide che causa uno spostamento della griglia di lettura (sono dette
frame-shift) e sono responsabili di e etti molto gravi dovuti alla produzione di una proteina priva
di attività biologica

-Sostituzione che può provocare diversi tipi di mutazioni:

• Mutazione silente: quando si produce un codone sinonimo

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• Mutazione non senso: che da origine a uno dei tre codoni di stop fermando la sintesi della
proteina e hanno conseguenze gravissime

• Mutazioni missenso: che da origine ad un codone che codi ca un amminoacido diverso da


quello originale (anemia falciforme)

Una mutazione può essere de nita:

-Vantaggiosa se aumenta le probabilità di sopravvivenza di un individuo

-svantaggiosa se la diminuisce

-neutra se non la modi ca

AGENTI MUTAGENI

Le mutazioni sono eventi spontanei, ma la loro frequenza può essere aumentata da mutageni
sici (raggi X, radiazioni ultraviolette…) o mutageni chimici (molti pesticidi o diserbanti)

REGOLAZIONE DELL’ESPRESSIONE GENICA

Nonostante nei diversi individui siano presenti moltissimi geni essi non vengono espressi tutti allo
stesso momento, ma vengono codi cati solo quando necessario, per fare ciò sono necessari
moltissimi enzimi

REGOLAZIONE DELL’ESPRESSIONE GENICA NEI PROCARIOTI

Nei procarioti la regolazione dell’espressione genica avviene durante la trascrizione, cioè vengono
tradotti in mRNA solo i tratti di DNA necessari in quello speci co momento.

Per questo motivo la trascrizione è controllata da delle proteine di regolazione codi cate da
geni regolatori.

Queste proteine di regolazione possono agire come repressori, si legano al DNA e bloccano la
trascrizione o attivatori quando facilita la trascrizione

Questo sistema molto semplice è allo stesso tempo molto e cace poiché non essendoci un
nucleo trascrizione e traduzione avvengono in pratica allo stesso tempo e spesso i geni che
codi cano per le proteine di regolazione sono molto vicini tra loro

IL MODELLO DELL’OPERONE

In biologia l’operone è un insieme di geni che vengono regolati in modo strettamente correlato.

Nei procarioti è un tratto del cromosoma batterico avente in la:

-un promotore a cui si attacca l’RNA polimerasi

-Un operatore: una breve sequenza a cui si attacca la proteina repressore (questa proteina è
codi cata da un gene regolatore che non è detto si trovi adiacente all’operatore)

-Geni strutturali che codi cano semplici proteine

Sono noti due tipi di operoni:

-Operoni inducibili: essi vengono trascritti in mRNA solamente quando il repressore, che
impedisce all’RNA polimerasi di attaccarsi al promotore, si lega al cosiddetto induttore, che
inattiva il repressore, creando un complesso repressore-induttore che si stacca dall’operatore
permettendo al trascrizione. Spesso gli enzimi sintetizzati da questa operazione successivamente
idrolizzano l’induttore stesso (esempio: l’operone-lac contiene i tre geni necessari per utilizzare il
lattosio nell’escherichia coli

-Operoni reprimibili: qui i repressori sono inattivi nché non si legano ad un corepressore
formando anche con esso un complesso repressore-corepressore—> il corepressore è spesso il
prodotto nale della via biosintetica che controlla, ad esempio l’operone-trp
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REGOLAZIONE DELL’ESPRESSIONE GENICA NEI EUCARIOTI

La regolazione genica negli eucarioti è molto più complessa in quanto il materiale genetico è
molto più complesso, quindi la regolazione non si ferma solamente alla trascrizione, ma interessa
tutto il processo—> inoltre non sono presenti operoni

Le cellule eucariotiche si distinguono per il di erenziamento, la capacità di esprimere solamente


quei geni adatti ad una determinata funzione, che è la funzione di quella determinata cellula visto
che stiamo parlando di organismi pluricellulari, nonostante abbiano l’intero programma genetico

Esistono quindi diversi processi per la regolazione dell’espressione genica:

-CONTROLLO CONFORMAZIONALE: la cromatina si presenta in due forme, l’eterocromatina


ricca di sequenze ripetute e talmente condensata da impedire la trascrizione e l’eucromatina più
accessibile

CONTROLLO DELLA TRASCRIZIONE: che avviene attraverso proteine regolatrici, che


aumentano o diminuiscono la velocità della trascrizione

CONTROLLO DELLA MATURAZIONE E DEL TRASPORTO DELL’RNA: può avvenire la


maturazione selettiva del mRNA precursore, e uno stesso mRNA può essere elaborato in maniera
diversa

CONTROLLO DELLA TRADUZIONE: esistono proteine inibitrici che si attaccano all’estremità


dell’ mRNA impedendo la sintesi proteica

CONTROLLO DELLE MODIFICAZIONE POST-TRADUZIONALI: una volte sintetizzate le catene


possono essere modi cate in uendo sulla loro attivazione e durata della vita

ASPETTI PARTICOLARI DEL GENOMA DEGLI EUCARIOTI

Solamente il 7% del DNA è codi cato in proteine, il resto si presenta sotto forma di introni o di
sequenze ripetute, inoltre tutte le cellule eucariotiche contengono trasposoni: tratti del DNA che
possono spostarsi da un punto all’altro del cromosoma modi cando le sequenze originarie,
movimento che avviene attraverso la trasposasi codi cato dai trasposoni stessi.

Alle estremità dei cromosomi vi sono inoltre i telomeri i quali hanno il ruolo di proteggere il
patrimonio genetico in quanto durante la replicazione tratti di DNA vanno persi. Ad ogni
replicazione quindi tratti di telomero vanno persi tranne se esiste l’enzima telomerasi che ha il
compito di allungare i telomeri. Enzima presente nelle cellule riproduttive e in quelle tumorali

GENETICA DEI VIRUS

I virus sono foranti da una molecola di DNA o RNA in un involucro proteico e per vivere hanno
bisogno di usufruire degli organuli della cellula.

I virus sono altamente speci ci quindi possono infettare solamente cellule che sulla super cie
hanno determinati recettori—> Il virus può entrare completamente nella cellula o iniettare
esclusivamente il suo genoma ed una volta entrati essi replicano il proprio genoma, producono i
loro componenti proteici e si autoassemblano

La strategia per la replicazione del DNA dipende dal tipo di acido nucleico:

-Virus a DNA: il DNA si replica e viene trascritto sotto forma di mRNA che dirigerà la sintesi delle
proteine

-Virus a RNA:

• L’acido nucleico è replicato dal RNA replicasi che sintetizza nuovi lamenti di RNA partendo da
quello virale

• Retrovirus: l’RNA virale viene usato come stampo dalla trascrittasi inversa, un enzima entrato
assieme all’RNA, per sintetizzare un lamento di DNA complementare (cDNA) che verrà
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utilizzato a sua volta come stampo per un altro lamento di cDNA cosi da formare una doppia
elica che si integra nel genoma della cellula ospite.

Successivamente questi virus autoassemblati o vengono liberati attraverso la lisi della cellula
infetta che viene cosi distrutta oppure per non uccidere la cellula vengono espulsi attraverso un
processo simile all’esocitosi

CICLO LITICO E CICLO LISOGENICO DEI BATTERIOFAGI

-Ciclo litico : classico ciclo riproduttivo virale che si conclude con la lisi della cellula

-Ciclo lisogenico: il batteriofago non uccide la cellula ospite, bensì il suo genoma si integra nel
cromosoma batterico e si replica insieme ad ogni divisione cellulare, creando una discendenza di
batteri infetti. Il tratto di virus integrato è detto profago mentre il batterio infettato è detto batterio
lisogeno. Il profago può puoi staccarsi riformando il ciclo litico spontaneamente o attraverso raggi
X o altri agenti mutageni—> quando questo avviene negli eucarioti essi sono provirus

GENETICA DEI BATTERI

Per aumentare la variabilità genetica della popolazione esistono diversi meccanismi grazie ai quai
i batteri si scambiano materiale genetico:

-TRASFORMAZIONE: quando un frammento di DNA presente nell’ambiente in seguito alla morte


di un altro batterio viene integrato nel genoma di un altro batterio, per farlo però i batteri in
questione devono avere dei speci ci recettori per gli acidi nucleici

-TRASDUZIONE: alcuni batteriofagi possono gire come vettori di geni, trasportando geni da una
cellula ad un altra:

• Trasduzione generalizzata: quando nel capisce viene incorporato un frammento del DNA del
batterio

• Trasduzione specializzata: quando viene trasferito un DNA adiacente al punto di inserimento del
profago

-PLASMIDI E CONIUGAZIONE: in molti batteri oltre al cromosoma batterico è possibile trovare


piccole molecole circolare di DNA chiamate plasmidi, contenente pochi geni ma utili per la
cellula, i quali si replicano autonomamente.

I plasmidi più frequenti sono il plasmide R, che porta i geni per la resistenza ai farmaci e il
plasmide F o plasmide della fertilità, esso infatti può promuovere la coniugazione, un processo
che permette ad un batterio donatore (F +) di scambiare il plasmide (precedentemente replicato)
ad un batterio ricevente (F −) attraverso un ponte citoplasmatico formato da pili coniugativi

Spesso il plasmide F può integrarsi nel cromosoma batterico, trasformando la cellula F + in una
cellula Hfr, anch’essa in grado di formare pili e indurre coniugazione, solamente che nel
trasferimento del plasmide può essere scambiato anche materiale genetico del cromosoma
batterico

TECNOLOGIE DEL DNA O INGEGNERIA GENETICA

Attraverso degli enzimi di restrizione o nucleasi di restrizione vengono tagliati sequenze di DNA
e spesso questi enzimi lasciano delle estremità adesive sulle quali attaccare altri tratti di DNA. Per
fare questo viene utilizzata l’elettroforesi su gel —> i tratti di DNA carichi negativamente
vengono attratti da un elettrodo e visto che si fa in un gel i tratti meno lunghi vengono separati. Si
creano quindi delle bande che attraverso degli isotopi radioattivi o colorati vengono evidenziate

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EMBRIOGENESI

L’embriologia è quella disciplina che studia i processi attraverso i quali dalla cellula uovo
fecondata (zigote) si arriva alla formazione di un nuovo individuo—> con embriogenesi si intende
la formazione dell’embrione

Lo sviluppo embrionale si divide in varie fasi

SEGMENTAZIONE

A partire dallo zigote si hanno diverse divisione mitotiche che determinano l’aumento del numero
delle cellule e un incremento delle dimensioni—> le cellule che si andranno a formare si chiamano
blastomeri che inizialmente formeranno una sfera piena detta morula e successivamente una
sfera cava detta blastula, avente una cavità centrale detta blastocele

GASTRULAZIONE

Processo che permette il di erenziamento dei foglietti embrionali o foglietti germinativi ( strati
cellulari dai quali si sviluppano tessuti, organi etc..) che avviene nella seconda settimana

La gastrulazione inizia con la formazione di una intro essione nella blastula che diventa cosi una
gastrula a due strati—> uno esterno detto ectoderma e uno interno detto endoderma—> la
cavità inoltre sarà chiamata archenteron e la sua apertura blastoporo—> successivamente nei
mammiferi si forma un terzo strato tra ectoderma ed endoderma detto mesoderma

Da questi tre foglietti seguirà l’organogenesi:


- Dall’ectoderma di formerà l’epidermide, la cavità della bocca e il sistema nervoso

- Dal mesoderma l’apparato circolatorio, scheletrico, muscoli e apparato riproduttore

- Dall’endoderma rivestimento dell’apparato digerente e respiratorio, fegato e pancreas

NEURULAZIONE

Una volta conclusa la gastrulazione si ha la neurulazione, ovvero la formazione di un semplice


sistema nervoso

Sotto la regione dorsale dell’ectoderma delle cellule provenienti dal mesoderma formeranno un
cordone detto notocorda, la quale stimola l’ectoderma sopra di essa che formerà una
intro essione, un vero e proprio solco detto solco neurale e i bordi di questo solco si
chiameranno pieghe neurali le quali si fonderanno formando il tubo neurale dal quale si
svilupperà l sistema nervoso centrale (3,5 settimane)

TESSUTI

Nonostante tutte le cellule provengono dallo stesso zigote e abbiano lo stesso DNA attraverso
delle cellule indi erenziate dette cellule staminali si formano diverse linee cellulari

I tessuti si di erenziano in base alle loro proprietà, alla struttura e dalla derivazione embrionale

TESSUTO EPITELIALE

Il tessuto epiteliale cambia nome in base alla funzione:

-Cute, riveste il corpo esterno (ectoderma)

-Mucosa, quando riveste la super cie interna degli organi cavi comunicanti con l’esterno
(stomaco, intestino e utero) (endoderma)

-Sierose, rivestono cavità non comunicanti con l’esterno (pericardio, peritoneo…)(mesoderma)

Questo tessuto è molto essibile e resistente grazie alla sua struttura, ovvero cellule contigue
unite da giunzioni extracellulari come giunzioni desmosomiche e giunzioni occludenti.

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Generalmente i tessuti epiteliali sono a contatto con un tessuto connettivo attraverso la lamina
basale di natura proteica

I tessuti epiteliali sono classi cati in base al numero di strati:

-L’epitelio semplice: composto da un solo strato di cellule

-L’epitelio pluristrati cato o composto: più strati cellulari

-l’epitelio pseudostrati cato: costituito da un solo strato di cellule aventi altezze di erenti tanto
da sembrare pluristrati cato

I tessuti epiteliali si di erenziano anche in base alla forma delle cellule

-cubiche
-cilindriche
-pavimentose ovvero quasi appiattite

I tessuti epiteliali si di erenziano anche in base alla loro funzione

-Epitelio di rivestimento: protegge l’organismo dai danni provenienti dall’esterno e dalle infezioni

-Epitelio ghiandolare: specializzato nella produzione e liberazione di sostanze dette secreti. Le


ghiandole possono essere formate da una singola cellula o più cellule e formano forme diverse

-Epitelio sensoriale: formato da cellule specializzate per la ricezione di speci ci stimoli esterni
(esempio recettori del gusto e olfattivi)

TESSUTO CONNETTIVO

Il tessuto connettivo è un tessuto di riempimento e di sostegno che avvolge gli organi molli e fa da
collegamento tra muscoli e scheletro inoltre unisce tessuti diversi e si insinua tra le bre muscolari
e tra quelle nervose.

É formato da cellule che a di erenza degli epiteli non sono a stretto contatto tra loro ma disperse
in una sostanza fondamentale o matrice extracellulare che fornisce alimento alle cellule e
asporta le sostanze di ri uto—> essa è ricca di proteine, le più abbondanti sono elastina e
collagene, la più abbondante nell’uomo in grado di essere stirate e di ritornare al punto di
partenza—> la matrice è anche ricca di proteoglicani macromolecole enormi in grado di garantire
idratazione, plasticità e viscosità

I tessuti connettivi sono anche ricchi di brille proteiche ( bre di proteine) e in base
all’abbondanza o meno di queste si dividono i tessuti connettivi

-CONNETTIVO PROPRIAMENTE DETTO

Questo tessuto è un tessuto di protezione che riveste gli organi e le cellule che compongono
questo tessuto sono dette broplasti ed è suddiviso in:

-Lasso: caratterizzato da una sostanza fondamentale non molto compatta e da bre intrecciate.
Riempie spazi liberi tra organi e tessuti lasciandoli liberi nei movimenti

-Denso, caratterizzato da una sostanza fondamentale molto addensata con abbondati bre
intrecciate o parallele ( si trova nel derma e nei tendini)

Un connettivo propriamente detto è anche il tessuto adiposo formato da cellule dette adipociti
contenente trigliceridi—> il tessuto adiposo si divide in:

-Tessuto adiposo bianco: si trova principalmente sotto la cute e forma il pannicolo adiposo.
Costituisce un’importante riserva energetica e funzione produttiva per alcune zone

-Tessuto adiposo bruno: presente in piccolissima quantità ed è importante per la produzione di


calore corporeo—> le cellule contengono numerosi mitocondri che invece di produrre ATP
producono calore

-TESSUTO CARTILAGINEO

Tessuto connettivo consistente e essibile, formato da una matrice elastica e le cellule


specializzate sono i condrociti, i quali ricevono i nutrimenti per di usione dai tessuti circostanti
visto che la cartilagine è priva di vasi sanguini e nervi

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-TESSUTO OSSEO

Tessuto connettivo dotato di durezza e forza, ma anche leggero ed elastico, perfetto come
sostegno per il corpo.

Il tessuto osseo è un tessuto mineralizzato è formato infatti da una matrice organica densa,
formata per lo più da collagene, e sono presenti numerosi depositi inorganici costituiti da
carbonato di calcio e fosfato di calcio uniti nei cristalli di idrossiapatite

Il tessuto osseo è prodotto dalle osteoblasti che una volta maturate e circondate dalla attrice
diventano osteociti, nel tempo però le ossa vengono rimodellate e rimaneggiate da determinate
cellule gli osteoclasti—> il rimodernamento dell’osseo è regolato da diversi fattori, quali ormoni
che attivano gli osteoclasti e aumentano la concentrazione di calcio nel sangue, ormoni della
crescita e ormoni sessuali

Le ossa sono formate da due tessuti ossei circondati esternamente dal periostio:
-Tessuto osseo compatto: formato da un insieme di unità strutturali dette osteoni—> ogni
osteone è costituito da un insieme di “lamelle” (insieme di osteociti) posizionate intorno ad un
canale in cui scorrono bre nervose, vasi sanguini e vasi linfatici

-Tessuto osseo spugnoso: meno compatto e costituito da un insieme di lamelle dette trabecole
disposto in modo disordinati in modo da creare una rete tta

-TESSUTO FLUIDO: sangue e linfa

TESSUTO MUSCOLARE

Il tessuto muscolare è costituito da cellule di forma allungata dotate di due proprietà


fondamentali: eccitabilità e contrattilità
Il citoplasma di queste cellule è ricco di mio lamenti, lamenti contrattili di natura proteica e
formati principalmente dalle proteine miosina e actina e per sostenere l’elevato consumo di
energia sono dotate di molti mitocondri

Esistono tre tipi di tessuto muscolare e tutti e tre adoperano lo stesso tipo di contrazione
muscolare:

-Tessuto muscolare striato: costituisci i muscoli scheletrici, ovvero tutti quei muscoli che
servono al mantenimento della postura e il movimento dell’organismo, spostando le ossa alle
quali sono attaccate tramite i tendini. É costituito da cellule di forma cilindrica e polinucleate
dette bre muscolari dove i mio lamenti sono divisi in fasci detti mio brille, suddivise in
sarcomeri, dove i lamenti di actina e miosina sono disposti in modo ordinato e regolare creando
bande scure e chiare

-Tessuto muscolare liscio o involontario: costituito da cellule allungate con un solo nucleo dove
le mio lamenti non sono suddivisi in sarcomeri. La contrazione di questi muscoli è involontaria e
avviene sotto stimolo del cervello o degli ormoni. Questo tipo di tessuto riveste le pareti di grossi
vasi sanguigni, degli orari cavi dell’apparato digerente, urinario e genitale

-Tessuto muscolare miocardico: costituisce esclusivamente la muscolatura cardiaca e presenta


proprietà intermedie tra quelle del muscolo striato (mio lamenti organizzati in sarcomeri) e di
quello liscio (mononucleate e la loro contrazione è involontaria gestita da ormoni e dal cervello)

—> Le cellule adiacenti sono attaccate da particolari giunzioni dette dischi intercalari che
consentono la trasmissione degli impulsi elettrici da una cellula all’altra

TESSUTO NERVOSO

Le cellule del tessuto nervoso sono dette neuroni e costituiscono il 10% di tutte le cellule del
sistema nervoso e sono dotate di: eccitabilità, capacità di ricevere stimoli e trasformarli in impulsi
nervosi e conducibilità, capacità di trasportare impulsi nervosi da cellula a cellula

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Il neurone è formato da un corpo cellulare il pirenoforo, da cui partono un assone o neurite e più
dendriti, ovvero prolungamenti che trasmette gli stimoli dalla periferia del corpo cellulare mentre
l’assone conduce gli impulsi dal centro

I neuroni formano una tta rete di vie nervose e si dividono in gruppi chiamati nuclei nel sistema
nervoso centrale e gangli in quelli periferico

Gli assoni dei neuroni o bre nervose uniti in fasci e accompagnati da tessuto connettivo e vasi
sanguini costituiscono i nervi, strutture di collegamento tra il sistema nervoso centrale e tutto il
corpo—> Gli assoni inoltre sono rivestiti da una guaina detta guaina mielinica, periodicamente
interrotta dai nodi di Ranvier e tra questi due nodi troviamo una cellula di Schwann avvolta alla
bra

Le cellule di Schwann fanno parte delle cellule gliali, che assieme ai neuroni costituiscono i
tessuti nervosi ed hanno la funzione di nutrire e sostenere i neuroni stressi, altri tipi di cellule gliali
sono gli oligodendrociti che formano la guaina mielinica nel SNC

CAPACITà PROLIFERATIVA DEI TESSUTI

Una volta raggiunta l’età adulta le cellule in base alla loro proliferatività si dividono in:

-Tessuti a elementi labili: soggetti a continuo rinnovamento (gli epiteli di rivestimento della pelle
e le mucose)

-Tessuti a elementi stabili: sono costituite da cellule che una volta adulte non si moltiplicano più
ma possono riacquistare questa capacità se necessario (tessuti connettivi)

-Tessuti a elementi perenni: costituite da cellule che una volta adulte perdono de nitivamente la
capacità di riprodursi e non possono rimpiazzare eventuali perdite (tessuto nervoso e muscolare)

APPARATI

Quando diversi tessuti si aggregano si formano gli organi e più organi possono collaborare
formando cosi un apparato o un sistema

APPARATO TEGUMENTARIO

L’apparato tegumentario protegge il corpo dagli agenti esterni, contiene recettori sensoriali ed è
coinvolto nella termoregolazione.

Esso è costituito dalla pelle e dagli annessi cutanei:

-La pelle o cute è formata da tre strati:

• L’epidermide: costituita da un tessuto epiteliale pluristrati cato:

Lo stato basale o germinativo: lo stato più profondo formato da cellule vive i cheratinociti
che proliferano attivamente e spingono le cellule vecchi verso l’esterno—> qui si trovano anche
i melanociti, cellule responsabili all produzione di melanina

Strato corneo: è invece lo strato più esterno formato da cellule morte trasformate in scaglie di
cheratina, strettamente addossate in modo fa formare una barriera

• Il Derma: costituito da tessuto connettivo e contiene follicoli piliferi che producono i peli, le
ghiandole sebacee, associate ai peli, le ghiandole sudoripare, che producono il sudore,
capillari sanguigni e terminazioni nervose e sensoriali

• Sottocute o ipoderma: formato da tessuto connettivo in cui sono disperse molte cellule
adipose

-Annessi cutanei: organi di erenziati derivati dall’epidermide come peli, capelli, unghie,
ghiandole sebacee, sebacee e nella donna ghiandole mammarie

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APPARATO LOCOMOTORE

SISTEMA SCHELETRICO

Lo scheletro ha la funzione di dare supporto sico all’organismo, permette il movimento e


protegge alcuni organi.

Lo scheletro è formato dalla cartilagine e dall’osso. Durante lo sviluppo embrionale la cartilagine


è il principale componente dello scheletro ma durante lo sviluppo si indurisce e calci ca formando
l’osso per rimanere solo in alcuni punti dove è richiesta maggiore essibilità (naso, orecchie…)

LE OSSA

Il corpo umano comprende circa 206 ossa e in base alla forma sono distinte in:

-Ossa lunghe: con la lunghezza che prevale sia sulla larghezza che lo spessore (tibia e l’omero)

-Ossa corte: lunghezza, larghezza e spessore pressoché uguali (vertebre)

-Ossa piatte: con lo spessore molto inferiore rispetto alla lunghezza e alla larghezza (scapole)

Un osso lungo è formato da un corpo centrale detto dia si formato da tessuto osseo compatto e
contente al centro midollo giallo, ricco di grasso, molle e spugnoso, e da due estremità dette
epi si, formato da un tessuto osseo spugnoso ricoperto da uno compatto e contente midollo
rosso (anche le ossa corte e piatte lo hanno) in cui vengono prodotte le cellule del sangue

Le ossa sono ricoperte da periostio (tranne in corrispondenza delle super ci articolari) dove è
presente uno strato cellulare in grado di generare osteoblasti, responsabili della produzione del
tessuto osseo in caso di frattura—> in caso di frattura si crea un coagulo di cartilagine che va a
formare un callo temporaneo, sostituito dai osteoblasti

ARTICOLAZIONI E LEGAMENTI

Le articolazioni legano le ossa ai muscoli e si dividono in:

-Articolazioni mobili o diartrosi, permettono movimenti più ampi (gomito e ginocchio)

-Articolazioni semimobili o an artrosi, permettono solamente movimenti limitati (vertebre)

-Articolazioni sse o sinartrosi, non permettono alcun tipo di movimento (cranio)

Un’articolazione mobile è circondata da una guaina di tessuto connettivo detta capsula


articolare che mantiene in posizione le super cie articolari—> rivestite da cartilagine e immerse
nel liquido sinoviale che ha funzione di lubri cante

Nelle articolazioni sottoposte a notevoli sollecitazioni le epi si sono collegate anche tramite
legamenti, robusti cordoni di tessuto connettivo ricchi di collagene ed elastina

Le articolazioni, in base al tipo di tessuto che le unisce possono essere:

-Fibrose: quando le ossa poste a stretto contatto sono unite da connettivo broso (sinartrosi)

-Cartilaginee: unite da tessuto cartilagineo (sinartrosi o an artrosi)

-Sinoviali: quando è presente una cavità articolare contente liquido sinoviale (diartrosi)

LO SCHELETRO

Nello scheletro umano è possibile distinguere:

-Lo scheletro assile: forma l’asse del corpo ed è costituito dal cranio, la colonna vertebrale,
cassa toracica

-Lo scheletro appendicolare: formato dalle ossa degli arti il cinto scapolare e dal cinto pelvico

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CRANIO

Il cranio è formato da un complesso di ossa piatì unite tramite articolazioni sse dette suture

Il cranio può essere diviso da un piano passante per il sopracciglio e l’orecchio in:

-Neurocranio: la parte superiore formata da 6 ossa—> le due parietali, occipitale (dietro), frontale
(davanti) e le due temporali

-Splancnocranio: la parte inferiore e più complessa che comprende:

• la base del cranio dove poggia l’encefalo, di cui fa parte lo sfenoide (forma di farfalla)

• le ossa delle cavità nasali: due nasali, il vomere e tre coppie di cornetti nasali, l’etmoide e le
due ossa lacrimali

• massiccio facciale, formato dalle ossa zigomatiche, dalle due mascellari, le ossa palatine e la
mandibola

Tra alcune ossa del cranio sono presenti delle cavità dette seni paranasali rivestite da mucosa,
che se in ammata scoccia nella sinusite

Nella regione occipitale il cranio tramite ad un’articolazione si attacca alla prima vertebra,
ra orzata da molti legamenti che consentono ampi movimenti

Subito sotto la mandibola è posto l’osso ioide, un osso che non è articolato ad altre ossa, ma
mossa dai muscoli che serve a tenne aperta la faringe

COLONNA VERTEBRALE

La colonna vertebrale costituisce il sostengo principale e protegge il midollo osseo

È formata da 24 vertebre libere, 5 vertebre fuse a formare l’osso sacro e 3-6 fuse a formare il
coccige

Le vertebre hanno forma diversa in base alla regione in cui si trovano, ma tutte sono formate da
un corpo vertebrale e dall’arco vertebrale (tranne la prima vertebra cervicale. L’arco vertebrale
delimita il canale vertebrale dove risiede il midollo spinale—> in posizione mediana sporge
posteriormente un processo spinoso, mentre due processi trasversi sporgono lateralmente

Le vertebre sono articolate fra loro e sono separate da dischi di cartilagine, i dischi intervertebrali
che permettono una notevole mobilità

La colonna vertebrale è suddivisa in 5 regioni

-Cervicale, con 7 vertebre, di cui la prima atlante si articola con il cranio

-Dorsale, con 12 vertebre, su cui si articolano le costole

-Lombare con 5 vertebre

-Sacrale, 5 vertebre fuse in un unico blocco l’osso sacro

-Coccigea 3-6 vertebre fuse tra loro

La colonna vertebrale presenta inoltre delle curvature che conferiscono l’elasticità necessaria
durante la corsa quali due deviazioni in avanti la lordosi cervicale e lombare e una deviazione
all’indietro la cifosi dorsale. Inoltre la colonna è accompagnata da numerosi muscoli per
mantenere la posizione eretta

LA GABBIA TORACICA

Impalcatura scheletrica che delimita il torace e protegge il cuore e i polmoni e delimitata


inferiormente dal diaframma.

È formata da 12 paia di costole articolate con le 12 vertebre della zona dorsale.

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Le prime 7 sono dette costole vere e si uniscono direttamente allo sterno, le tre paia successive
dette coste spurie si collegano allo sterno mediante cartilagine e le ultime due paia non sono
unite allo sterno e sono dette coste uttuanti

CINTO SCAPOLARE

Struttura ossea su cui sono articolati gli arti superiori ed è composta anteriormente da due
clavicole articolate allo sterno e posteriormente troviamo due scapole articolate alla clavicola e
collegata alla colonna vertebrale tramite cartilagine e tessuto connettivo

Ogni scapola comprende una cavità glenoidea che permette l’articolazione con l’omero

CINTO PELVICO O BACINO

Struttura ossea su cui sono articolati gli arti inferiori ed è formato da due anche articolate
posteriormente all’osso sacro tramite l’articolazione sacro-iliaca

Ogni anca è formata da tre ossa ben saldate fra loro in quanto devono subire tutto il peso del
tronco:

-Ilio o ileo, le più grandi che formano le ali del bacino

-Ischio, disposta inferiormente

-pube, le più anteriori collegate da un’articolazione semimobile la sin si pubica

Ai due lati del bacini le tre ossa fusa formano l’acetabolo, la cavità dove si inserisce la testa del
femore tramite l’articolazione coxo-femorale

MANO

Lo scheletro della mano è formato da 27 ossa disposte in tre gruppi:

-Carpo: regione del polso, e comprende 8 ossa brevi disposte su due le: (dal radio verso l’ulna)
scafoide ,semilunare, piramidale e pisiforme nella prima la e trapezio, trapezoide, capitato e
uncinato nella seconda la

-Metacarpo (palmo), 5 ossa

-Falangi, 3 per ogni dito tranne il pollice

PIEDE

Lo scheletro del piede è formato da 26 ossa divise in:

-Tarso, sette ossa brevi, l’osso più grande è il calcagno (tallone) su cui poggia l’astragalo
(articolato con la tibia) ed a seguire lo scafoide, il cuboide e le tre ossa cuneiformi
-Metatarso, 5 ossa

-Falangi, tre segmenti per ogni dito tranne l’alluce

Il piede inoltre nella parte inferiore risulta convesso, permettendo la distribuzione del peso
corporeo sul calcagno e sul metatarso

SISTEMA MUSCOLARE

Il sistema muscolare è composto da 620 muscoli scheletrici che, contraendosi, permettono lo


spostamento dei segmenti ossi sui quali sono collegati

PRINCIPALI TIPI DI MOVIMENTO


-ABDUZIONE: allontanamento di un arto dall’asse mediano del corpo—> abduttore

-ADDUZIONE: avvicinamento di un arto all’asse mediano del corpo—> adduttore

-FLESSIONE: avvicinamento di due segmenti ossei tramite diminuzione dell’angolo tra loro—
> essore

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-ESTENSIONE: allontanamento di due segmenti ossei tramite aumento dell’angolo tra loro—>
estensore

-ROTAZIONE: movimento attorno al proprio asse

INTERAZIONE FRA MUSCOLI E OSSA

I muscoli scheletrici sono articolati alle ossa mediante i tendini, strutture molto elastiche e
resistenti fatte da tessuto connettivo contenente molto collagene.

Quando un muscolo è attaccato a due segmenti ossei, uno di questi segmenti dovrà rimanere
fermo, e le estremità legate al muscolo stazionario saranno chiamate origini mentre quelle
dell’osso che si muove saranno inserzioni

I muscoli non lavorano in modo isolato, ma in gruppo—> il principale muscolo viene detto
agonista mentre i muscoli che collaborano con esso sono detti sinergisti—> il muscolo che
compie l’azione contraria all’agonista è detto antagonista

STRUTTURA DEL MUSCOLO SCHELETRICO E DELLA FIBRA MUSCOLARE

Un muscolo scheletrico è costituito da un fascio di lunghe bre muscolari unite da un tessuto


connettivo, attraverso il quale passano vasi sanguini e nervi

La bra muscolare è caratterizzata da un grande numero di mio brille, divise in unità contrattili
dette sarcomeri e circondate dal reticolo sarcoplasmatico, un reticolo endoplasmatico
modi cato dove troviamo molti ioni Ca 2+

Il citoplasma della bra muscolare è chiamato sarcoplasma e la membrana cellulare è chiamata


sarcolemma, ed essa è in grado di propagare l’impulso nervoso nella bra muscolare—> il
sarcolemma è collegato ad un sistema di tubuli traversi o tubuli T (perpendicolari alle mio brille)
e sono dei canali per gli ioni che consente il passaggio dell’impulso nervoso

Ogni mio brilla contiene:

-Filamenti spessi formati da miosina

-Filamenti sottili formati da actina

Inoltre la di erenziazione di questi lamenti causa la presenza di bande:

-Banda I regione costituita solo da lamenti sottili

-Banda A formata da lamenti spessi e da una parte dei lamenti sottili a essi sovrapposti

Si riconoscono inoltre:

-Zona H: corrispondente alla regione centrale del sarcomero costituita solamente da lamenti
spessi

-la Linea M una linea scura che corre al centro del sarcomero

-La Linea Z a cui sono ancorati i lamenti sottili che separa un sarcomero ad un altro

MECCANISMO DELLA CONTRAZIONE MUSCOLARE

I lamenti sottili sono costituiti da due catene di molecole di actina avvolte ad elica ed associate
ad altre due proteine: la troponina e la tropomiosina

I lamenti spessi sono formati da 200 molecole di miosina, paralleli all’asse della bra muscolare e
formati da una coda e da una testa globulare che sporge all’esterno

La contrazione muscolare è dovuta allo slittamento dei lamenti sottili sopra quelli spessi—> la
testa della miosina si lega all’actina formando ponti actina-miosina; successivamente la miosina
ruota su se stessa facendo scivolare i lamenti sottili verso il centro del sarcomero

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Con la contrazione il sarcomero si accorcia, portando all’avvicinamento delle linea Z, alla
riduzione della Banda I e alla scomparsa della Banda A

Durante il riposo la formazione del ponte actina-miosina è impedita dalle proteine regolatrici
(troponina e tropomiosina)—> L’arrivo di un impulso nervoso provoca la liberazione da parte del
reticolo sarcoplasmatico di ioni Ca 2+, che si legano alle proteine regolatrici, modi candone la
conformazione e permettendo la congiunzione tra actina e miosina—> quando lo stimolo cessa
delle pompe di calcio pompano lo ione all’interno della bra

Esistono due tipi di contrazione:

-Contrazione isometrica: aumenta il tono muscolare ma il muscolo non si accorcia

-Contrazione isogonica: si accorcia il muscolo ma non aumenta il tono muscolare

La contrazione muscolare richieda molta energia ricavata dall’idrolisi dell’ATP—> l’ATP è utilizzata
per attaccare miosina e actina e per staccarle

Nelle bre muscolari sono presenti molti mitocondri, ma quando l’apporto di ossigeno è
insu ciente e lo sforzo muscolare è intenso il corpo decide di utilizzare una via anaerobica e di
prendere l’ATP tramite la glicolisi, con produzione di acido lattico che si accumula nel muscolo e
provoca a aticamento—> L'acido lattico viene poi trasportato nel fegato dove viene utilizzato per
la produzione di glucosio

Nei muscoli è presente anche la proteine mioglobina che ha funzione di trasporto e


immagazzinamento dell’ossigeno—> esso è simile all’emoglobina, ma con una sola catena
polipeptidica, un gruppo eme ed ha a nità maggiore per l’ossigeno

FIBRE BIANCHE E ROSSE

-FIBRE ROSSE o FIBRE A CONTRAZIONE LENTA, formano i muscoli che devono sostenere
sforzi prolungati (muscoli per la postura)—> velocità di contrazione bassa, ma possiedono
abbondante vascolarizzazione, molti mitocondri e mioglobina

-FIBRE BIANCHE o FIBRE A CONTRAZIONE VELOCE: muscoli soggetti a contrazioni rapide—


> meno vascolarizzate, povere di mioglobina e mitocondri, ma contengono alte quantità di
glicogeno per cui possono produrre ATP per un breve periodo

CONTROLLO NERVOSO DELLA CONTRAZIONE MUSCOLARE

La contrazione è dovuta al rilascio di calcio a causa di un impulso nervoso che parte da un


neurone motore del sistema nervoso somatico e arriva al sarcolemma attraverso una
particolare sinapsi detta: giunzione neuromuscolare o placca motrice

L’arrivo di un impulso nervoso causa il rilascio del neurotrasmettitore acetilcolina che si lega a
vari ricettori sul sarcolemma che modi candosi genera un potenziale d’azione che determina il
rilascio di ioni calcio dal reticolo sarcoplasmatico—> dopo un impulso le pompe iniziano a
pompare gli ioni calcio quindi per uno sforzo prolungato sono richiesti più impulsi

Ogni neurone motore si collega con più bre muscolari coendo cosi l’unità motoria—> più il
movimento è potente più il neurone motore innesca bre muscolari

RELAZIONE TRA STIMOLO E RISPOSTA DEL MUSCOLO

Le bre muscolari si contraggono solamente se l’impulso supera un valore minimo detto valore
soglia e peer questo hanno una riposta allo stimolo chiamata “tutto o nulla”

Quando il valore è uguale o superiore alla soglia si hanno tre fasi:

-Periodo latente in cui non si ha contrazione, lo stimolo nervoso si propaga nel sarcolemma e gli
ioni calcio vengono rilasciati

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-Periodo di contrazione
-Periodo di rilassamento in cui il muscolo torna a riposo—> questo periodo inizia con un
periodo refrattario assoluto in cui la bra non può rispondere a nessuno stimolo seguito da un
periodo refrattario relativo in cui è necessario uno stimolo superiore al normale

Il muscolo intere invece non mostra una riposta di tipo “tutto o nulla” poiché in un muscolo ci
possono essere più unità motorie

In ogni muscolo vi sono sempre delle bre in contrazione il muscolo perciò è in uno stato di
leggera contrazione detto tono muscolare

APPARATO CIRCOLATORIO CARDIOVASCOLARE

Il sistema circolatorio cardiovascolare garantisce ossigeno e sostanze nutritive a tutte le cellule


del corpo, inoltre allontana le sostanze di ri uto e trasporta messaggeri chimici

IL CUORE

Il cuore è un organo a forma conica, che alloggia in uno spazio compreso tra i polmoni detto
mediastino—> ha una membrana interna detta endocardio ed una membrana esterna protettiva
detta pericardio

Il cuore è diviso in una parte destra e una sinistra che non comunicano tra loro ed è costituito da 4
camere: 2 superiori dette atri (ricettori del sangue), separate dal setto interatriale e 2 inferiori
dette ventricoli (settori di propulsione) separate dal setto interventricolare

Su entrambi i lati del cuore, tra gli atri e i ventricoli sono presenti delle valvole che permettono il
usso del sangue dagli atri ai ventricoli, ma non viceversa—> sul lato destro è presente la valvola
tricuspide e sul sinistro quella bicuspide o mitralica

Nell’aorta e nell’arteria polmonare sono respinti delle valvole semilunari che hanno il compito di
prevenire il ri usso del sangue nel cuore

Il cuore è dotato di contrazione involontaria e autoritmica, ovvero lo stimolo non proviene dal
cervello ma è generato dal cuore stesso—> l’impulso parte da un ammasso di bre dell’atrio
destro chiamato nodo seno-atriale che rappresenta il pacemaker primario del cuore—> lo
stimola si propaga poi nei due atri, stimolandoli a contrarsi simultaneamente e poi al nodo atrio-
ventricolare, una zona del tessuto muscolare che divide gli atri dai ventricoli—> da questo nodo
l’impulso passa poi, attraverso il fascio di His, ai ventricoli

Il battito cardiaco o ciclo cardiaco consiste in due fasi:

-Diastole: tutto il cuore è rilassato e le quattro cavità si riempiono di sangue

-Sistole: prima gli atri (sistole atriale) e poi i ventricoli (sistole ventricolare) si contraggono
spingendo il sangue all’interno delle arterie polmonari e dell’aorta—> nella sistole ventricolare
possiamo distinguere due fasi:

• Fase di contrazione: tutte le valvole sono chiuse e i ventricoli si contraggono

• Fase di gittata sistolica: le valvole semilunari si aprono e le valvole che separano atri e
ventricoli rimangono chiuse

La gittata cardiaca è il volume totale di sangue espulso dal ventricolo sinistro in un minuto ed è
pari al prodotto dei numeri di battiti al minuto (in media 72-75) moltiplicato per la gittata
sistolica, il volume di sangue espulso dal ventricolo sinistro ogni minuto

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VASI SANGUINGI

Esistono tre tipi di vasi sanguigni:

-ARTERIE: vasi che portano il sangue dal cuore alla periferia. Hanno pareti spesse ed elastiche e
suddivise in tre strati

• Tonaca intima: strato più interno il quale è un epitelio detto endotelio


• Tonaca media: strato intermedio formato da tessuto muscolare liscio

• Tonaca avventizia: strato esterno formato da un tessuto connettivo ricco di bre elastiche

Grazie a questa struttura le arterie sono in grado di contrarsi per aiutare l’avanzamento del
sangue verso i tessuti—> il usso è pulsante e la pressione sanguigna media si mantiene costante

-VENE: sono i vasi che raccolgono il sangue dalla periferia e lo riportano al cuore—> sono forante
da tre strati come le arterie., ma hanno aperti relativamente sottili ed estensibili con poco tessuto
muscolare e poche bre muscolari in modo da permettere il transito di grandi quantità di sangue
—> il usso venoso è promosso dalla contrazione dei muscoli adiacenti e vicino alle vene sono
respinti delle valvole che impediscono il ri usso del sangue

-CAPILLARI: vasi dalle pareti sottilissime, costituti da un unico strato di cellule: l’endotelio
attraverso il quale sostanze respiratorie, enzimi, ormoni e sostanze di ri uto possono passare
facilmente per di uso o altri metodi di trasporto—> ilm usso è molto lento in modo da facilitare
gli scambi tra il sangue e i tessuti circostanti

CIRCOLAZIONE SANGUIGNA

La circolazione del sangue comprende:

-La circolazione sistemica o grande circolazione: attraverso il quale il sangue ossigenato viene
distribuito ai tessuti e agli organi per fare ritorno al cuore impoverito in ossigeno—> il sangue
partendo dal VS viene immesso nella aorta, la quale si rami ca in varie arterie dirette verso parti
del corpo e poi in arteriole che si rami cano a loro volta per formare una tta rete di capillari—> Il
sangue cede ossigeno e nutrienti per caricarsi di sostanze di scarto e con uisce quindi nelle
venule che si immettono nelle vene e giunge nell’AD attraverso la vena cava superiore o
precava e la vena cava inferiore o postcava

Nel grande circolo ci son tre percorsi circolatori detti sistemi portali, nei quali il sangue, prima di
ritornare al cuore attraversa due reti capillari:

• Sistema portale-epatico formato da vasi che dai capillari dell’intestino si collegano ai capillari
del fegato (vena porta epatica) portando sangue povero di ossigeno e ricco di nutrienti derivati
dalla digestione

• sistema portale dei reni


• sistema portale del cervello

-La circolazione polmonare o piccola circolazione, circuito cuore-polmoni-cuore che permette


l’ossigenazione del sangue deossigenato—> il sangue deossigenato dal VD entra nelle arterie
polmonari e raggiunge i polmoni dove rilascia anidride carbonica e si arricchisce di ossigeno per
poi ritornare, grazie alle vene polmonari nell’AS

Anche il cuore come gli altri organi è irrorato da vasi che prevedono ai suoi fabbisogni: le arterie
coronarie che partono direttamente dall’aorta e le vene coronarie

PRESSIONE SANGUIGNA

La pressione sanguigna è la forza esercitata dal sangue sulle pareti dei vasi sanguigni e si misura
in millilitri di mercurio (mmHg)—> comprende un valore massimo corrispondente alla contrazione
del cuore (sistole) e uno minimo corrispondete alla diastole (120 max - 80 min)

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Nella circolazione sistemica la pressione è massima nel VS e va via diminuendo no all’AD

Nella piccola circolazione la pressione è massima nel VD ed è minima nell’AS

Quando la pressione arteriosa supera i valori medi si parla di ipertensione, mentre quando i valori
sono inferiori alla media si parla di ipotensione

La pressione sanguigna dipende da:

-Flusso sanguigno, che dipende dal volume del sangue circolante e dalla gittata cardiaca

-La resistenza opposta dai vasi, che dipende dalla viscosità del sangue e dal grado di
vasocostrizione

Per regolare la pressione l’organismo agisce su tre diversi meccanismi:

-Attività cardiaca, ovvero frequenza delle contrazioni

-resistenza del sistema vascolare—> vasocostrizione o vasodilatazione

-Volume sanguigno

Nell’AD sono presenti recettori del volume sanguigno e nella carotide e sulla parete dell’arco
aortico sono presenti sensori di pressione che inviano informazioni a centri regolatori del midollo
allungato che ha il compito di gestire la pressione siologica:

In caso di aumento della pressione arteriosa si ha una riduzione dell’attività del sistema
ortosimpatico e un’attivazione di quello parasimpatico, determinando la diminuzione della
frequenza cardiaca e della gittata oltre all dilatazione dei vasi periferici, favorendo dunque la
fuoriuscita di liquidi e la diminuzione del volume plasmatico—> Invece per la regolazione a lungo
termine il sistema nervoso rilascia diversi ormoni fra cui il peptide natriuretico atriale (ANP) il
quale causa l’inibizione della secrezione della renina, favorisce quindi l’eliminazione di liquidi e la
diminuzione della pressione sanguigna

In caso di diluizione della pressione arteriosa il sistema ortosimpatico viene stimolato, quello
parasimpatico viene inibito, aumenta quindi la frequenza e la gittata cardiaca e si ha la
vasocostrizione—> inoltre vengono stimolati gli ormoni con la produzione di urine più concentrate
grazie alla secrezione della renina, che favorisce la ritenzione idrica e stimola la secrezione di
aldosterone, un ormone favorisce la formazione di urine concentrate

IL SANGUE

Nel corpo umano ci sono circa 4-6 litri di sangue, ha molteplici funzioni

Il sangue è composto per il 55% da Plasma sanguigno: ed è composto dal 90% da acqua, nella
quale sono disciolte proteine 7%, sali, molecole assorbite dall’intestino come glucosio e
amminoacidi e materiali di ri uto come urea o acido urico—> Le proteine del plasma hanno
numerose funzioni:

-Coagulazione del sangue

- Trasporto

- Regolazione del volume plasmatico

- Riserva proteica

- Funzione ormonale

- Funzione difensiva

- Regolazione del pH attraverso diversi tamponi( il pH deve stare attorno a 7,4):

• Acido carbonico H2CO3: cede uno ione H + che neutralizza ioni OH − e viceversa (Bicarbonato
HCO3−

• Idrogenofosfato HPO42− prende uno ione H + mentre il diidrogenofosfato H2 PO4− neutralizza


ioni OH −

Anche la pressione osmotica è molto importante, infatti senza di esse non ci sarebbero scambi di
acqua tra sangue e liquidi interstiziali perciò la pressione osmotica del sangue corrisponde a
quella di una soluzione NaCl allo 0,9% chiamata soluzione siologica.

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I tre principali tipi di cellule del sangue o elementi gurati sono

-ERITROCITI o GLOBULI ROSSI: responsabili del trasporto dell’ossigeno hanno forma di disco
biconcavo con diametro pari a 7µm, sono privi di nucleo e di organuli cellulari e l’emoglobina è il
principale costituente—> sulla membrana dei globuli rossi si trovano particolari proteine
antigieniche che permettono di distinguere i vari gruppi sanguigni—> 5 milioni per m m 3 di sangue

-LEUCOCITI o GLOBULI BIANCHI: responsabili della risposta immunitaria, esistono di diversi tipi
e si di erenziano per la forma del nucleo e per l’a nità ai coloranti: granulociti (neutro li,
eosino li e baso li), monociti e linfociti T e B—> possono spostarsi negli spazi interstiziali e nei
vasi del sistema linfatico—> granulociti e monoliti sono coinvolti nei meccanismi di difesa
aspeci (in ammazione) mentre i linfociti sono responsabili della risposta immunitaria speci ca
—> 4000-9000 cellule per m m 3 di sangue

-PIASTRINE: frammenti cellulari di forma irregolare che rivestono un ruolo fondamentale nella
coagulazione del sangue—> 150.000-400.000 per m m 3

EMOPOIESI

Le cellule del sangue sono prodotte da organi speci ci detti emopoietici mediante l’emopoiesi.

Gli organi emopoietici sono:

-Il midollo osseo rosso: produce eritrociti, granulociti, monociti, linfociti e piastrine

- Organi linfoidi come timo e la milza che producono solo linfociti

Tutte le cellule del sangue derivano da delle cellule capostipite o cellule staminali che danno
origine a due linee distinte:

- Linea linfoide da cui derivano i precursori dei linfociti

- Linea mieloide che origina i precursori dei globuli rossi, delle piastrine, dei granulociti e dei
monociti

Grazie stimoli ormonali e enzimatici i vari precursori si trasformano in cellule mature che sono poi
immesse nel sangue ad esempio l’eritropoiesi, ovvero la produzione di globuli rossi è stimolata
dall’ormone eritropoietina messo in circolo dai reni quando l’apporto di ossigeno è insu ciente

L’EMOGLOBINA

L’ossigeno nel sangue è trasportato principalmente dall’emoglobina, una proteina a struttura


globulare formata da quattro subunità a due a due uguali costituita fa una catena polipeptidica (α
o β) e da un gruppo eme, una molecola non proteica contenente ferro a cui si può legare una
molecola di O2

Quando la concentrazione di O2 è maggiore, ovvero quando la pressione parziale di O2 è elevata


(pO2) allora l’a nità è maggiore; Mentre l’a nità è minore quando la pO2 è più bassa—> questa
caratteristica permette all’emoglobina di rilasciare ossigeno dove c’è ne è bisogno (capillari
periferici) e di raccogliere ossigeno dove è più presente (capillari alveolari)

L’a nità dell’emoglobina per l’ossigeno varia anche in funzione del pH: una diminuzione del pH fa
diminuire l’a nità—> nei tessuti dove è presenta molta CO2 il pH si abbassa e quindi c’è un
maggiore rilascio di ossigeno, viceversa negli alveoli polmonari dove è presente poca anidride
carbonica, il pH si alza e c’è maggiore a nità

Il gruppo eme oltre all’ossigeno può legare altre sostanze che hanno a nità maggiore, come
monossido di carbonio o cianuro che agiscono come veleni

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TRASPORTO DELL’ANIDRIDE CARBONICA

L’anidride carbonica viene trasportata nel sangue:

-disciolta nel plasma

- dall’emoglobina in siti diversi da quelli in cui si lega l’ossigrno

- Nel plasma sotto forma di ione bicarbonato HCO3−, dissociato nei polmoni ansime allo ione
idrogeno tramite l’enzima anidrasi carbonica

SCAMBI DI SOSTANZE TRA SANGUE E TESSUTI

Lo scambio di sostanze tra il sangue e i tessuti prevede il passaggio tra sangue e liquido
interstiziale, cioè il liquido che occupa lo spazio tra le cellule.

Lo scambio di sostanze avviene sia per di usione secondo il gradiente di concentrazione e anche
in base alla di erenza tra pressione sanguigna (pressione idrostatica), che spinge i uidi fuori dai
capillari e la pressione osmotica del sangue che tende a richiamare i uidi nei capillari

Per cui all’estremità arteriosa del capillare la pressione idrostatica sarà maggiore e man mano che
il sangue scorre nel capillare la pressione idrostatica diminuirà e si arriverà all’estremità venosa
del capillare dove la pressione osmotica è maggiore

Quando il usso di liquidi in entrata è maggiore si parla di capillari arteriosi quando il usso in
uscita è maggiore si parla di capillari venosi

Non tutti i liquidi interstiziali vengono assorbiti dai capillari venosi e torna al circolo attraverso i
capillari del sistema linfatico

COAGULAZIONE DEL SANGUE

La coagulazione del sangue presenta un insieme di reazione che portano alla formazione del
coagulo sanguigno—> La coagulazione è fondamentale nel processo di emostasi, ovvero il
processo che permette di arrestare un’emorragia

Per rallentare la fuoriuscita come prima cosa il vaso si contrae—> poi le piastrine aderiscono alle
bre di collagene rimasto scoperto dell’endotelio e liberano sostanze che attirano altre piastrine le
quali formano una sorta di tappo, detto coagulo temporaneo—> nel giro di pochi minuti esso
viene distrutto e inizia la vera coagulazione, costituita da una serie di reazioni a catena

Le sostanze fuoriuscite dal vaso e le piastrine innescano una serie di reazioni che coinvolgono i
cosiddetti fattori coagulanti, proteine presenti nel plasma che innescano, in presenza di ioni Ca2+
, il fattore X che attiva la trombina dalla protrombina, che a sua volta catalizza il brinogeno in
brina
La proteina brina forma un reticolo sul quale si depositano i globuli rossi, che formano una
specie di tessuto che fermano l’emorragia e formano un coagulo permanente

SISTEMA LINFATICO

Il liquido fuoriuscito dai capillari arteriosi e non riassorbito va a formare la linfa e torna in circolo
attraverso un secondo sistema circolatorio, il sistema linfatico—> Esso è formato da piccoli
capillari a fondo cieco che raccolgono la linfa e la conducono in vasi linfatici più grandi—> essi
con uiscono nel dotto toracico e nella grande vena linfatica che riversa il loro contenuto nelle
vene succlavie, alla base del collo

Il sistema linfatico non è dotato di un organo propulsore, per questo il usso è determinato dalla
contrazione dei muscoli scheletrici, assieme ad un sistema di valvole che impedisce il re usso

Oltre a drenare il liquido in eccesso il sistema linfatico ha la funzione di portare al sangue i grassi
assorbiti dall’intestino e di di ondere i linfociti

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Lungo il percorso dei vasi linfatici, in alcune zone quali ascelle, inguine e collo sono disseminati i
linfonodi, piccoli organi spugnosi che hanno la funzione di ltrare la linfa, distruggendo le
particelle estranee e arricchirla di linfociti

Oltre ai linfonodi esistono degli organi detti organi linfoidi che svolgono lo stesso processo quali
timo, le tonsille, le placche di Payer nell’intestino e la milza—> La milza agisce da serbatoio e
ltro del sangue, partecipa all’emopoiesi dei linfociti e distrugge globuli rossi e piastrine
invecchiate attraverso un sistema di macrofagi, gli scarti vengono poi mandati al fegato

APPARATO RESPIRATORIO

L’apparato respiratorio ha la funzione di permettere gli scambi gassosi tra l’apparato circolatorio e
l’esterno

L’apparato respiratorio è formato dai polmoni, in cui avvengono gli scambi gassosi e della vie
respiratorie che conducono l’aria all’esterno e viceversa

I polmoni sono due organi spugnosi rivestiti da due membrane dette pleure separate da uno
spazio infrapleurico contenente un liquido lubri cante

L’aria entra nel corpo attraverso le narici e uisce nelle cavità nasali dove siete ltrata e
riscaldata—> passa poi nella faringe, poi nella laringe e in ne nella trachea, le cui pareti sono
rinforzate da anelli cartilaginei—> in ne la trachea divide in due bronchi; Le pareti dei bronchi e
della trachea sono composte da cellule ciliate e cellule secernenti muco, il quale intrappola le
particelle estranee e viene poi eliminato dalle cellule ciliate—> i bronchi si suddividono in
bronchioli, molto più piccoli che terminano nei bronchioli terminali, che si dilatano no a
formare numerose camere chiamate alveoli polmonari circondate da capillari sanguigni—> Gli
alveoli sono formati da un unico strato di cellule epiteliali appiattite che può essere attraversato
facilmente per di usione dai gas respiratori, infatti è proprio negli alveoli che avviene lo scambio
dei gas

Nella laringe si trovano le corde vocali, responsabili della fonazione, e una volta fatte vibrare dalla
pressione dell’aria durante l’espirazione producono suoni

Lo scambio dei gas tra sangue e polmoni avviene per di usione secondo gradiente nei capillari
che circondano gli alveoli—> i gas si muovono da regioni ad alta pressione parziale a regione a
più basse pressioni parziali

VENTILAZIONE POLMONARE

La ventilazione polmonare, cioè la respirazione è il processo attraverso il quale l’aria viene


esalata ed espirata—> lo scopo della ventilazione è quella di introdurre più aria possibile ed
espeller anidride carbonica

I polmoni non collassano su se stessi grazie alla di erenza di pressione tra lo spazio infrapleurico
e quello all’interno dei polmoni

Durante l’inspirazione il diaframma si abbassa e i muscoli intercostali si contraggono,


provocando un allargamento della cassa toracica—> si crea cosi una depressione che causa
l’espansione dei polmoni richiamando in essi aria

Durante l’espirazione il diaframma si alza e i muscoli intercostali riportano alle condizioni iniziali al
gabbia toracica e l’aria viene espulsa passivamente dai polmoni

La frequenza respiratoria media è di 13-16 atti al minuto con un volume corrente ad ogni atto di
aria di circa 500 ml

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CONTROLLO DELLA VENTILAZIONE

La ventilazione è regolata dai neuroni dei centri respiratori, localizzati nel midollo allungato, le cui
scariche ritmiche stimolano il diaframma e i muscoli intercostali—> l’attività di questi neuroni è
modulata da dei chemiorecettori presenti sull’arco della aorta, nella carotide e sul midollo
allungato stesso che riconoscono variazioni della concentrazione di ossigeno, anidride carbonica
e variazioni del pH—> in caso di aumento di anidride carbonica e diminuzione del pH e di
ossigeno viene inviato un impulso

La tosse è una inspirazione seguita da un’espirazione forzata che inizia a glottide chiusa

Lo sbadiglio è un’inspirazione profonda che si veri ca in seguito a stimoli nervosi

APPARATO DIGERENTE

L’apparato digerente è l’insieme degli organi addetti alla masticazione del cibo, degradazione
delle grosse molecole e al loro assorbimento

L’apparato è costituito da un lungo tubo digerente o canale gastrointestinale di cui fanno parte

BOCCA

La bocca o cavità orale è il primo tratto dell’apparato digerente, dove avviene la digestione
meccanica, ovvero la masticazione del cibo senza alterare la composizione chimica, e la
digestione chimica, la demolizione delle macromolecole in molecole più piccola tradotte enzimi
digestivi, in bocca vi è la saliva prodotta dalle ghiandole salivari e contenente l’enzima ptialina o
amilasi salivare che idrolizza l’amido in maltosio

DENTI

I denti si trovano in delle cavita chiamate alveoli dentari.


Ogni dente è formato da tre parti:

-La corona: parte visibile del dente, è formato da uno strato esterno duro e rigido chiamato
smalto, un riempimento di dentina più morbida e una polpa centrale di tessuto connettivo ricco
div sai sanguigni e nervi

-Colletto zona di raccordo tra la corona e la radice,

-Radice dove la dentina è protetta da un tessuto osseo detto cemento

Nell’uomo i denti da latte sono 20 e poi vengono cambiati in 32 denti permanenti

I denti sono 8 incisivi, 4 canini, 8 premolari e 12 molari e seguono la seguente “formula”


2 1 2 3
corrispondente ad una sola emiarcata I : , ; C : ; Pm : ; M :

2 1 2 3
STRUTTURA DEL TUBO DIGERENTE

Le pareti del tubo digerente presentano una struttura caratteristica (dal più interno al più esterno):

-Tonaca mucosa: strato di tessuto epiteliale, uno strato connettivo e uno strato muscolare

-Tonaca sottomucosa è uno strato di connettivo in cui decorrono vai sanguigni e nervi

-Tonaca muscolare: formata da due strati di muscolatura liscia: nel primo le bre hanno
disposizione circolare, nel secondo longitudinale—> le contrazioni di queste bre permettono
l’avanzamento nel tubo digerente (peristalsi)—> esternamente a questa tonaca si trova una
sottile membrana detta peritoneo viscerale

La mucosa è la tonaca che presente maggiori modi cazioni nei vari tratti

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PERITONEO E MESENTERI

Il peritoneo è un sottile strato di tessuto formato da due foglietti, il parietale e il viscerale che
rivestono rispettivamente la parete dell’addome e quasi tutti gli organi addominali

In alcuni punti i due foglietti entrano in contatto formando delle pieghe che collegano gli organi tra
loro oppure alla cavità addominale, ed al loro interno scorrono nervi, vasi sanguigni e vasi linfatici
(mesentere, grande e piccolo omento)

FARINGE ED ESOFAGO

Il cibo masticato e impastato con la saliva diventa bolo e viene spinto nella faringe, il quale fa
parte anche dell’apparato respiratorio—> durante la deglutizione la respirazione viene inibita e
l’entrata della laringe viene coperta da un lembo di cartilagine detto epiglottide

Il bolo entra poi nell’esofago, un tubo muscolare lungo circa 25 cm che collega la faringe allo
stomaco, attraversando il diaframma in corrispondenza di foro detto iato —> attraverso la
peristalsi, ovvero onde ritmiche di contrazione muscolare il bolo scende nell’esofago

STOMACO

Lo stomaco è un ampio sacco muscolare che accumula il cibo e ne inizia la digestione. É


posizionato nella cavità addominale superiore

Il passaggio esofago-stomaco è regolato da una valvola chiamata cardias

Il passaggio stomaco-duodeno dal piloro

L’interno dello stomaco è rivestito da una mucosa molto spessa contenente:

-Ghiandole gastriche: contengono tre tipi di cellule (le secrezioni delle prime due formano il
succo gastrico):

• Cellule principali: secernono pepsinogeno, forma inattiva dell’enzima pepsina che demolisce
le proteine

• Cellule parietali: secernono acido cloridrico, che uccide i batteri, e dissolve la “colla” che
tiene unite le molecole di cibo e facilita la conversione del pepsinogeno in pepsina

• Cellule mucose: producono molto muco che ha come funzione quella di proteggere lo
stomaco dall’autodigestione

- Ghiandole piloriche: producono l’ormone gastrina, la quale favorisce la contrazione


muscolare dello stomaco e stimola la produzione di HCl

Quando il cibo arriva nello stomaco segnali nervosi di tipo parasimpatico e segnali ormonali
(gastrina) che avviano la motilità dello stomaco e la secrezione dei succhi gastrici—> il bolo
adesso diventa chimo, un liquido brodoso molto acido composto da succhi gastrici e da cibo
ancora non digerito

Lo stomaco non ha funzione di assorbimento ma l’alcol e certi farmaci vengono assorbiti dai
capillari dello stomaco

INTESTINO

L’intestino è suddiviso in due porzioni; intestino tenue e crasso.

INTESTINO TENUE

Porzione del tubo digerente dove si completa la digestione e inizia l’assorbimento del materiale
digerito—> per aumentare l’area per l’assorbimento esso è caratterizzato dalla presenza di
numerose estro essioni dette villi intestinali
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L’intestino tenue è diviso in tre sezioni:

-Duodeno: porzione dell’intestino e dell’intero apparato che sostiene la maggior parte della
digestione. In esso si riversano tutte le secrezioni delle ghiandole intestinali che formano il succo
enterico (enzimi digestivi, muco e sali), quelle del pancreas (succo pancreatico)(contiene enzimi
per digerire proteine, lipidi e carboidrati inoltre abbassa il pH del chimo tramite lo ione
bicarbonato) e del fegato (bile) che si uniscono al chimo trasformandolo in chilo

-Digiuno

-Ileo

Polisaccaridi e proteine vengono digeriti da speci ci enzimi contenuti nel succo enterico come la
maltasi, la lattasi, la saccarasi che digeriscono disaccaridi ed proteasi e peptidasi che
digeriscono le proteine—> mentre nel succo pancreatico, secreto dall’ormone secretino rilasciato
dal duodeno quando arriva il chimo, troviamo l’amilasi pancreatica e altre peptidasi

Nel duodeno avviene anche la digestione dei grassi a glicerolo e acidi grassi operata da enzimi
detti lipasi, prodotti dal pancreas e dall’intestino tenue e resa possibile dalla bile

La bile prodotta tra un pasto e l’altro dal fegato è un uido basico che viene accumulato nella
cistifellea o colecisti e da qui riversato nel duodeno—> essa è composta principalmente da sali
biliari che hanno il compito di circondare le goccioline di grasso e dividerle in complessi detti
micelle solubili nell’ambiente acquoso dell’intestino—> i grassi vengono cosi emulsionati e
questo processo favorisce la lipasi

Nel digiuno e nell’ileo avviene l’assorbimento attraverso di usione facilita e trasporto attivo per i
monosaccaridi e solamente trasporto attivo per gli amminoacidi—> dalle cellule della mucosa le
sostanze passano nei capillari intestinali che con uiscono nella vena porta epatica che entra nel
fegato

All’interno di ogni villo si trova anche un piccolo vaso linfatico, detto vaso chilifero nel quale
passano acidi grassi e il glicerolo per essere riversati nel circolo sanguigno

INTESTINO CRASSO

Porzione del tubo digerente dove si accumulano i prodotti non digeriti e dove ha luogo
l’assorbimento dell’acqua e dei sali non ancora prelevati—> l’intestino caso è suddiviso in cieco,
colon e retto

L’assorbimento dell’acqua e dei sali viene principalmente nel colon che circonda l’intestino tenue
ed è suddiviso in tre tratti: ascendente, traverso e discendente

Tutto ciò che non viene digerito e materiali di scarto, quindi le feci si accumulano nel retto e
vengono espulse dall’ano attraverso il rilassamento di un anello detto s ntere anale

RIEPILOGO DIGESTIONE

-Carboidrati: inizia in bocca con la ptialina—> si interrompe nello stomaco dove il pH è troppo
acido—> riprende e conclude nel duodeno grazie agli enzimi contenuti nel succo enterico e
pancreatico

-Proteine: inizia nello stomaco per opera della pepsina e termina nel duodeno grazie agli enzimi
pancreatici e intestinali

-Grassi: inizia in minima parte nello stomaco grazie alla lipasi gastrica, mentre si conclude nel
duodeno per azione della bile e delle lipasi pancreatiche e intestinali—> i prodotti dei lipidi sono
monogliceridi e acidi grassi; gli acidi grassi a catena grossa però diventano lipoproteine,
costituta da una porzione lipidica e una proteica e sono:

• Chilomicroni

• VLDL

• LDL si formano dalle LDL e sono ricche di colesterolo—> colesterolo cattivo

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• HDL sintetizzate dal fegato e sottraggono il colesterolo in eccesso dai tessuti—> colesterolo
buono

FEGATO

Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano e produce la bile

Il sangue arriva al fegato da due vie diverse: il 20% dalla vena epatica ricca di ossigeno e
dall’80% dalla vena porta che proviene dall’intestino povera di ossigeno e ricca di sostanze
nutritive—> il sangue esce pii dalla vena epatica e con uisce nella vena cava superiore

Il fegato è formato da due lobi, ciascuno diviso in lobuli epatici, circondati da capillari detti
sinusoidi

Oltre alla funzione digestiva il fegato svolge molte altre funzioni:

-Regola la glicemia ovvero la concentrazione del glucosio nel sangue

-Produce l’urea

-Partecipa alla demolizione degli eritrociti invecchiati

-produce le lipoproteine presenti nel sangue

-Sintetizza proteine plasmatiche

-Detossi cazione di alcol e farmaci

APPARATO UROGENITALE

APPARATO ESCRETORE

L’apparato escretore svolge due funzioni fondamentali:

-Collabora all’ omeostasi, cioè regola la concertazione dei soluti nei liquidi corporei
(osmoregolazione)

- Provvede all’escrezione, cioè la rimozione dei prodotti di ri uto del metabolismo

RENI E VIE URINARIE

I reni sono organi dove avvengono i processi di osmoregolazione e di eliminazione dei prodotti di
ri uto, tramite produzione di urina

Un rene è a forma di fagiolo, ed è formato da circa un milione di unità escretrici dette nefroni
disposte in modo tale che nel rene si riconosce una parte periferica, detta sostanza corticale o
corteccia e una parte centrale detta sostanza midollare o midollo, essa inoltre appare formata
da diversi lobi di forma piramidale detti papille renali, con il vertice rivolto verso una cavità
centrale chiamata pelvi o bacinetto renale, da qui si origina l’uretere un condotto che trasporta
l’urina fuori dal rene

I due ureteri sboccano nella vescica in cui si raccoglie l’urina, e da cui vien espulsa tramite
l’uretra

CIRCOLAZIONE SANGUIGNA DEL RENE

Il sangue entra nel rene attraverso l’arteria renale che si rami ca in arterie più piccole formando
delle arteriole a erenti, ognuna delle qualità origine ad un groviglio di capillari detto glomerulo
renale—> questi capillari convergono poi nell’arteriosa e erente la quale da origine ad altri
capillari detti vasi retti che circondano il nefrone, per poi con uire nella vena renale che si riversa
nella vena cava inferiore

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STRUTTURA DEL NEFRONE

Il nefrone inizia con una struttura a forma di coppa chiamata capsula di Bowman, che avvolge il
glomerulo renale—> da cui parte il tubulo renale, circondato dia vasi retti—> il tubulo renale è
diviso in tre parti:

- tubulo contorto/convoluto prossimale


- Ansa di Henle, formata da due tratti rettilinea uno ascendente e l’altro discendente

- Tubulo contorto distale che termina in un dotto collettore


Tutti i dotti collettori con uiscono nella pelvi renali che comunica con l’uretere

Tutti i nefroni sono disposti in modo tale che i glomeruli e i tubuli contorti corrispondano alla zona
corticale, mentre le anse di Henle e i dotti collettori decorrono nella zona midollare

FUNZIONAMENTO DEL RENE

La formazione dell’urina è dovuta a processi di ltrazione, riassorbimento e secrezione che


avvengono lungo il nefrone

Già nel glomerulo a causa dell’alta pressione sanguigna il sangue viene ltrato delle
macromolecole e delle cellule del sangue creando un liquido isotonico con il plasma detto
ultra ltrato o preurina, che si incanala poi nel tubulo renale—> qui avviene il riassorbimento di
circa il 99% di acqua, sali e sostanze nutritive attraverso l’utilizzo di ioni Na + che richiamano
l’acqua—> nei tratti nali del tubulo si vanno quindi a raccogliere le sostanze di scarto,
principalmente urea

REGOLAZIONE DELLA FUNZIONE RENALE

La formazione dell’urina è soggetta a controllo renale, i principali responsabili sono aldosterone e


vasopressina (ADH) che promuovono il riassorbimento dell’acqua e la formazione di urina
concentrata

La secrezione di questi ormoni è regolata dalla concentrazione osmotica del plasma sanguigno:

- perdita di liquidi—> aumento di osmolarità (concentrazione osmotica)—> secrezione ADH—>


viene trattenuta più acqua e si forma urina concentrata

- Diminuzione Na + quindi produzione di urina diluita—> secrezione aldosterone—> produzione


urina concentrata secondo il sistema renina-angiotensina-aldosterone: quando ci sono pochi
sali nell’urina la renina catalizza la trasformazione dell’angiotensinogeno in angiotensina I e
poi grazie ad un enzima ACE in angiotensina II che a sua volta stimola secrezione di
aldosterone

Anche il peptide natriuretico atriale è coinvolto nella regolazione dei liquidi corporei—>
sintetizzato da cellule miocardiche in corrispondenza di un aumento di pressione inibisce il
riassorbimento dello ione Na + e inibisce la secrezione di aldosterone

APPARATO RIPRODUTTORE MASCHILE

Le gonadi maschili sono i testicoli e sono composti da:

- Tubuli seminiferi dove vengono prodotti gli spermatozoi e dove sono presenti anche le cellule
di Sertoli responsabili della nutrizione dei gameti

- Cellule interstiziali, situate tra i tubuli seminiferi che secernono testosterone ed altri ormoni
sessuali maschili (androgeni)

I testicoli sono alloggiati nello scroto, dove la temperatura è inferiore di 2-4 gradi rispetto al resto
del corpo

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Gli spermatozoi una volt prodotti vengono immessi nell’epididimo in cui maturano, acquistano
motilità e vengono immagazzinati no all’eiaculazione

Man mano che gli spermatozoi percorrono l’apparato riproduttore vengono mescolati con un
secreto viscoso formando cosi il liquido seminale

Questo secreto viscoso è prodotto da:

-vescicole seminali: secreto ricco di fruttosio necessario per il movimento


-la prostata: uido basico che ha la funzione di proteggere gli spermatozoi contro l’ambiente
acido del tratto genitale femminile
-ghiandole bulbouretrali: liquido viscoso lubri cante prima della eiaculazione

REGOLAZIONE ORMONALE DELL’ATTIVITà RIPRODUTTIVA MASCHILE

All’inizio della pubertà l’ipotalamo inizia a produrre ormoni che attivano la spermatogenesi e la
produzione di ormoni androgeni, come il testosterone, il quale è responsabile della rapide
crescita in età puberale e stimola la comparsa di caratteri sessuali secondari maschili

APPARATO RIPRODUTTORE FEMMINILE

I gameti femminili sono le cellule uovo o ovociti prodotte ciclicamente dalle ovaie—> ogni ovaia
è costituita da migliaia di follicoli oofori, che contengono, proteggono e nutrono le cellule uovo
immature, oltre a produrre gli ormoni femminini, estrogeni

Ogni ovaia comunica tramite la tuba di Falloppio o ovidotto, nella quale è rilasciata ogni mese
una cellula uovo rilasciata dall’ovaia, che si muove grazie a numerose ciglia

L’utero è un organo cavo costituito da uno spesso strato muscolare detto miometrio e da una
mucosa interna detta endometrio—> la porzione che dell’utero che si unisce alla vagina è detta
cervice o collo—> i genitali esterni femminili sono indicati col nome di vulva

CICLO OVARICO

Il ciclo ovarico è il processo ciclico di maturazione delle cellule uovo

Sin dalla nascita la donna contiene cellule uovo immature nello stadio di ovocita primario, alcune
degenereranno e solo 400 da 1-2 milioni matureranno

Con l’inizio della pubertà attraverso degli ormoni ipo sari, follicolostimolante (FSH) e
luteinizzante (LH) alcuni follicoli iniziano a crescere secondo un processo divisibile in 4 fasi:

-Fase follicolare (5°-14° giorno del ciclo) il follicolo ooforo cresce e si sposta lungo la super cie
dell’ovaia producendo estrogeni—> intanto l’ovocita primario va incontro alla meiosi I e si
trasforma in ovocita secondario fermandosi però in metafase

-Ovulazione (14° giorno) un follicolo maturo scoppia e rilascia una cellula uovo che entra
nell’ovidotto—> picco di estrogeni e di LH

-Fase luteinica (15°-28° giorno) LH provoca la trasformazione di ciò che resta del follicolo in copro
luteo, un ammasso ricco di grassi che rilascia estrogeni e l’ormone progesterone—> il
progesterone stimola l’endometrio a ispessirsi e a produrre le sostanze necessarie per l’eventuale
fecondazione—> se la fecondazione non avviene il corpo luteo si atro zza

-Mestruazione (1°-4° giorno) sfaldamento della mucosa uterina con crollo dei livelli di estrogeni e
progesterone

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FECONDAZIONE

La fecondazione può avvenire solo 12-24 ore successive all’ovulazione

Lo spermatozoo deve attraversare due strati protettivi, la corona radiata e più internamente la
zona pellucida—> nella testa dello spermatozoo esiste una vescicola, l’acrosoma, che rilascia
degli enzimi che causano una reazione acrosomiale che successivamente riesce ad entrare nella
membrana della cellula uovo e crea una membrana di fertilizzazione, impedendo l’entrata di un
altro spermatozoo—> l’entrata dello spermatozoo permette la conclusione della meiosi II

PLACENTA E ALTRI ANNESSI EMBRIONALI


Durante lo sviluppo embrionale si formano delle membrane extraembrionali con funzione di


protezione e nutrizione per l’embrione: amnios, corion, allantoide e sacco vitellino

L’amnios è una membrana sottile, ma robusta che circoscrive il feto al cui interno è contenuto il
liquido amniotico

Nell’uomo l’interazione tra corion e una zona della muscosa ricca di vasi sanguigni si forma la
placenta—> tutte le necessità vitali del feto sono soddisfatte dalla madre attraverso la placenta e
il cordone ombelicale, esso infatti collega l’apparato circolatorio del feto con le alcune sanguigne
materne scambiando ossigeno e sostanze nutritive, rimuovendo contemporaneamente anidride
carbonica e sostanze di ri uto

La placenta ha poi funzioni respiratorie, digestive, escretrici e anche ormonali, infatti secerne molti
ormoni che consentono all’utero di prepararsi al parto e secerne anche HPL che stimola la
lattazione

SISTEMA NERVOSO

Il sistema nervoso comprende il complesso di strutture che permettono l’organismo di ricevere


informazioni sia dall’interno che dall’esterno, di elaborarle di trasmettere risposte appropriate

L’unità di base del sistema nervoso è il neurone e sono suddivisi in tre classi:

-Neuroni sensoriali, in grado di rilevare i diversi stimoli ambientali e di trasmetterle al sistema


nervoso centrale (SNC)

- Interneuroni: ricevono segnali dai vari neuroni sensoriali e li integrano tra di loro

- Neuroni motori: ricevono le risposte agli stimoli dal SNC e le trasmettono agli organi e ettori,
cioè muscoli e ghiandole

IMPULSO NERVOSO

Il segnale nervoso è di natura elettrica e la trasmissione è dovuto alla modi cazione transitoria
della permeabilità della membrana cellulare agli ioni che ne modi ca il potenziale di membrana

In un neurone a riposo la pompa Na + − K + mantiene una di erenza di concentrazione per


ciascuno di questi ai lati della membrana cellulare costante creando quindi anche una di erenza
di potenziale detta potenziale di riposo o potenziale di membrana pari a circa -70mV

Quando uno stimolo raggiunge un assone si veri ca una variazione del potenziale di membrana,
che diventa meno negativo, processo che si chiama depolarizzazione—> questo stimolo
depolarizza la membrana no a -50 mV valore detto valore soglia o livello di soglia e si genera un
potenziale d’azione: si aprono i canali del Na + e questo ione entra nell’assone per di usione no
a raggiungere i +30-35 mV—> subito dopo i canali Na + si chiudono e si aprono quelli del K + che
tende ad annullare il potenziale di azione, mentre la pompa Na + − K + ripristina nel neurone le
condizioni a riposo—> la fase in cui il potenziale di membrana scende verso valori negativi si
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chiama ripolarizzazione processo seguito poi dall’iperpolarizzazione, una condizione in cui il
potenziale di membrana risulta più negativo rispetto al normale potenziale di riposo

La depolarizzazione non si scatena se il potenziale d’azione non supera una certa soglia e questo
è chiamato fenomena della risposta “tutto o nulla”

PROPAGAZIONE DELL’IMPULSO

Quando la depolarizzazione inizia in un piccolo tratto dell’assone le cariche positive (Na +) entrano
nell’assone e si spostano nel tratto adiacente, di conseguenza la permeabilità cambia e vengono
richiamati altri ioni positivi

Anche se i potenziali di azione possono viaggiare in tutte le direzioni esso si sposta generalmente
dai dendriti verso il corpo cellulare

La velocità di propagazione dell’impulso dipende dal diametro dell’assone: maggiore è il diametro


maggiore sarà la velocità propagazione

SINAPSI

I neuroni trasmettono il segnale ad altre cellule, sia nervose o e ettrici attraverso strutture
specializzate chiamate sinapsi chimiche, perché trasformano il segnale da elettrico a chimico
tramite il rilascio da parte del neurone presinaptico di molecole-segnale dette
neurotrasmettitori

Quando il potenziale d’azione arriva ad un bottone sinaptico (rigon amento terminale della
sinapsi) le vescicole sinaptiche che esso contiene, piene di neurotrasmettitori si fondono con la
membrana cellulare scaricando il proprio contenuto nello spazio intersinaptico

Il neurotrasmettitore si lega quindi a recettori presenti sulla membrana del neurone postsinaptico
e se ha e etto eccitatori induce l’apertura dei canali ionici e quindi la depolarizzazione, mentre se
hanno azione inibitoria inducono l’apertura dei canali che permettono l’entrata di Cl − che causa
iperpolarizzazione

Passato il segnale il neurotrasmettitore sarà poi degradato da speciali enzimi o sarà riassorbito
dal neurone presinaptico

I PRINCIPALI NEUROTRASMETTITORI

-Acetilcolina, sia eccitante che inibitore

-GABA e glicina, di natura proteica, inibitori

-glutammato e aspartato di natura proteina eccitatori

- Classe dei catecolammine: ne fanno parte la noradrenalina, neurotrasmettitore principale del


sistema ortosimpatico e dopamina molto frequente nei circuiti del movimento

- Serotonina: controllo temperatura, ciclo sonno-veglia, tono dell’umore e presente nell’LSD

ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA NERVOSO

Il sistema nervoso centrale è organizzato in due parti: sistema nervoso centrale e sistema nervoso
periferico

SISTEMA NERVOSO CENTRALE

Il SNC raccoglie le informazioni sensoriali, le integra ed elabora le risposte. È formato


dall’encefalo e dal midollo spinale
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Il SNC è protetto da tre membrane dette meningi (dall’esterno all’interno): dura madre, aracnoide
e pia madre.

Tra aracnoide e pia madre, all’interno dei ventricolo cerebrali (cavità presenti all’interno
dell’encefalo) e lungo il canale che percorre il midollo spinale è presente un liquido detto liquido
encefalo-rachidiano con funzione sia da ammortizzatore sia di regolatore degli scambi di
nutrienti e di prodotti di ri uto

Midollo spinale ed encefalo sono formati da due tipi dio sostanza:

-La sostanze grigia, comprendi i corpi cellulari organizzati in nuclei e i dendriti dei neuroni

-La sostanza bianca formata dalle bre nervose, ovvero gli assoni

SISTEMA NERVOSO PERIFERICO

Collega il SNC al resto del corpo ed è formato da numerosi nervi e gangli:

-le vie a erenti (sensitive) trasportano informazioni sensoriali dai recettori verso il SNC

-vie e erenti (motorie) trasportano informazioni motoria dal SNC verso muscoli e ghiandole
(e ettori)

Il SNP comprende una componente somatica, che innerva la muscolatura volontaria e una
componente vegetativa che innerva i muscoli involontari, le ghiandole e i vasi sanguigni,
componendo il sistema nervoso autonomo o sistema neurovegetativo che la funzione di
mantenere l’omeostasi attraverso meccanismi indipendenti dalla volontà

ENCEFALO

Rappresenta il principale centro di integrazione del SNC, è contenuto nella scatola cranica e
avvolto dalle meningi

Comprende cinque parti principali ed internamente sono presenti i ventricoli cerebrali, sappi cavi
collegati fra loro e il canale centrale del midollo spinale

-TRONCO CEREBRALE: tratto più antico, si trova in continuità con il midollo spinale ed è formato
dal midollo allungato o bulbo, dal ponte e dal mesencefalo—> esso ltra l’informazione
proveniente dal SNP, controlla i cicli sonno-veglia (midollo allungato), responsabile del battito
cardiaco, la respirazione e la pressione sanguigna

Dal tronco cerebrale emergono i nervi cranici, 12 paia di nervi che innervano la testa e il collo

-CERVELLETTO: localizzato nella parte posteriore dell’encefalo, responsabile della coordinazione


involontaria dei movimenti, del mantenimento della postura e dell’equilibrio oltre che alla
coordinazione dei movimenti abituali

-TALAMO: posto tra cervello e tronco cerebrale; è formato da due masse di sostanza grigia e
rappresenta un importante centro di smistamento e controllo delle informazioni scambiate tra
midollo spinale e cervello

-IPOTALAMO: sotto al talamo e al cervello—> responsabile del controllo della temperatura,


bilancio idrico, funzioni sessuali, meccanismi della fame e della sete, reazioni che accompagnano
gli stati emotivi—> agisce tramite il sistema neurovegetativo e il controllo della secrezione
ormonale

L’ipotalamo ha rapporti con le regioni superiori dell’encefalo e con il sistema libico un complessa
rete di tessuti nervosi situata sotto gli emisferi cerebrali che controlla le riposte involontarie legate
alle emozioni

-CERVELLO: parte superiore dell’encefalo—> qui giungono le informazioni sensitive e sono


elaborate le risposte motorie di tipi volontario; sede di tutte le attività intellettuali—> cervello è
suddiviso in un emisfero destro ed uno sinistro collegati da un fascio molto compatto di bre
nervose detto corpo calloso —> alcuni solchi suddividono ogni emisfero in quattro lobi: frontale,
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parietale, temporale e occipitale —> La super cie del cervello, la corteccia cerebrale è la
regione più recente dal punto di vista evolutivo e si tratta di un sottile strato di sostanza grigia
dove si realizzano i processi associativi più complessi—> la super cie della corteccia forma dei
solchi sinuosi detti circonvoluzioni che permettono un grande sviluppo super ciale in uno spazio
molto piccolo come la scatola cranica

Nella corteccia sono presenti aree sensoriali, motorie e associative

-fra le aree sensoriali ricordiamo:

• Centri della vista nei lobi occipitali

• Centri dell’udito nei lobi temporali

• Area sensoriale primaria situata davanti ogni lobo parietale e ogni porzione della corteccia è
associata a una parte del corpo

-In ogni emisfero nella parte posteriore del lobo frontale si trova l’area motoria primaria,
strutturata come l’area sensoriale primaria

-Aree associative responsabili delle attività cognitive superiori come l’apprendimento, il


linguaggio, la memoria e il giudizio—> area di Wernicke controlla la comprensione del linguaggio
mentre l’area di Broca controlla la formazione delle frasi

Ogni emisfero riceve le informazioni sensoriali e invia impulsi al lato opposto del corpo

MIDOLLO SPINALE

Il midollo spinale è un cilindro attraversato da un canale centrale, racchiuso nella colonna


vertebrale—> fa parte del SNC e connette il SNP all’encefalo

In corrispondenza di ogni spazio intervertebrale emerge un paio di nervi spinali formato da una
componente motoria (radice motoria) e una componente sensitiva (radice sensitiva)

Facendo un taglio trasversale del midollo spinale vedremmo che al centro abbiamo un’area a
forma di H fatta di sostanza grigia, formata da neuroni motori, interneuroni e da cellule gliali—>
questa è zona è circondata da della sostanza bianca costituita da bre nervose rivestite dalle
guaine mieliniche

Le bre mielinizzate che formano la zona bianca costituiscono le vie ascendenti o tratti
ascendenti, che portano le informazioni di tipo sensoriale all’encefalo e le vie discendenti che
portano gli stimoli agli e ettori

Nel midollo spinale vi sono sede anche le attività ri esse—> i ri essi sono semplici movimenti
stereotipati che non richiedono l’intervento del SNC

SISTEMA NERVOSO PERIFERICO

Il sistema nervoso periferico è formato dai nervi che collegano i recettori e gli e ettori al SNC

I corpi cellulari dei neuroni le cui bre formano i nervi sono raggruppati in nuclei quando si
trovano nel SNC e in gangli quando si trovano fuori

I nervi sono fasci di assoni uniti da tessuto connettivo e da vasi sanguigni—> sono responsabili
della trasmissione degli impulsi nervosi e possono essere nervi sensitivi, nervi motori e nervi
misti formati sia da neuroni sensitivi che neuroni motori

Dal punto di vista anatomico distinguiamo i:

-nervi cranici che hanno origine nel tronco encefalitico e sono 12 paia di nervi che innervano
testa e collo

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-Nervi spinali sono 31 paia e si originano nel midollo spinale—> ognuno si forma dalla con uenza
di una radice anteriore formata da bre motorie dirette dal midollo alla periferia e una radice
posteriore, sensitiva, fatta da bre dirette dalla periferia al midollo

Ogni nervo spinale si divide in diversi rami e in alcune regioni sono presenti reti complesse dette
plessi
Esistono:

-8 nervi cervicali diretti alla regione del collo e delle spalle (plesso cervicale), al diaframma
(nervo frenico) e gli arti superiori (plesso brachiale)

-12 nervi toracici che terminano nei muscoli intercostali

-5 nervi lombari diretti agli arti inferiori (plesso lombare)

-5 nervi sacrali da cui si origina il nervo ischiatico che innerva la gamba


-un nervo coccigeo

SISTEMA NERVOSO AUTONOMO

Il SNA è la componente del sistema nervoso che controlla le ghiandole e la muscolatura


involontaria

Il SNA è formato da due tipi di neuroni: neurone pregangliare con origine nel SNC e il neurone
postgangliare che si ordina da un ganglio

Il SNA comprende due componenti:

-Sistema ortosimpatico o simpatico che è responsabile dello stato di allerta, infatti mobilità le
risorse dell’organismo in caso di forti sollecitazioni ambientali—> noradrenalina (Fibre
adrenergiche)

-Sistema parasimpatico adegua in genere l’organismo alle condizioni di riposo promuovendo


funzioni vegetative: stimola attività gastrica, pancreatica e intestinale, rallenta battito cardiaco…—
> acetilcolina ( bre colinergiche)

-Ricerche recenti hanno dimostrato l’esistenza di una terza parte detta sistema nervoso
metasimpatico o cervello addominale, una rete nervoso situata all’interno delle pareti dell’intestino

RECETTORI SENSORIALI E ORGANI DI SENSO

I recettori sensoriali sono strutture anatomiche specializzate nella percezione dei cambiamenti che
si veri cano nell’ambiente. A seconda della loro posizione si distinguono in:

-Esterocettori: localizzati sulla pelle sensibili a stimoli provenienti dall’ambiente esterno

-Propriocettori: raccolgono gli stimoli provenienti dai muscoli e dai tendini

-Enterocettori: disposti sulla super cie delle cavità interne del corpo come i chemiorecettori

In base alla natura dello stimolo si distinguono in:

-Fotorecettori: sensibili a stimoli luminosi (esempio coni e bastoncelli)

-Meccanorecettori o meccanocettori sensibili a stimoli di tipo meccanico come la variazione di


pressione

-Chemiorecettori o chemocettori sensibili alla variazione di concentrazione di speci che


sostanze chimiche

-termorecettori: sensibili a stimoli di natura termica

-Nocicettori o recettori dolori ci sensibili alle lesioni di un tessuto

OCCHIO

L’occhio ha la funzione di captare segnali luminosi e trasformarli in segnali nervosi.

È coperto da uno stato epidermico, la sclera che costituisce la parte bianca dell’occhio—> in
continuità con la sclera nella parte anteriore si trova la cornea, trasparente, attraverso la quale i
raggi luminosi entrano nell’occhio—> i raggi attraversano l’umor acqueo, costituito da liquido
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salino ed entrano all’interno dell’occhio attraverso la pupilla il cui diametro è controllato dall’iride
—> l’iride è un muscolo pigmentato che agisce come lo zoom di una macchina fotogra ca e la cui
apertura è regolata dall’intensità della luce —> più internamente troviamo una lente biconvessa
trasparente, il cristallino che costituisce la messa a fuoco dell’occhio—> appositi muscoli infatti
ne variano lo spessore permettendo la formazione dell’immagine sulla retina—> lo spazio tra
retina e il cristallino è l’umor vitreo

La retina è una membrana costituta da tre strati di cellule e rappresenta la super cie fotosensibile
dell’occhio—> sullo stato più profondo sono poste le cellule fotorecettrici: i coni e i bastoncelli
—> seguono le cellule bipolari, connesse da un alto alle cellule fotorecettrici e all’altro alle
cellule gangliari, i cui assoni formano un fascio che esce dal globulo oculare formando il nervo
ottico

I coni e i bastoncelli contengono pigmenti fotosensibili (rispettivamente iodopsina e rodopsina)


che esposti alla luce vanno incontro a cambiamenti conformazioni che creano un potenziale
d’azione che dopo aver percorso tutta la cellula si trasmette alle cellule bipolari

I coni sono responsabili della visione in condizione di luce brillante e sono importanti per visione
diurna e sono sensibile ai colori

I bastoncelli sono attivi in condizioni di luce tenue e sono insensibili ai colori

ORECCHIO

L’orecchio ha il compito di captare le onde sonore trasformandone la natura meccanica in un


impulso nervoso ed è anche responsabile del mantenimento dell’equilibrio del corpo

L’orecchio umano è costituito dall’orecchio esterno, formato dal padiglione auricolare e dal
condotto o meato, dall’orecchio medio e dall’orecchio interno

L’orecchio esterno ha la funzione di convogliare le onde acustiche verso il timpano—> il timpano


è una membrana che vibra con la stessa frequenza delle onde che la colpiscono e trasmette le
vibrazioni all’orecchio medio formato da un sistema di leve costituito dagli ossicini dell’udito—>
martello, incudine e sta a—> la sta a poggia direttamente sulla nestra ovale, una membrana
che divide l’orecchio medio e l’orecchio interno

L’orecchio medio è collegato direttamente alla faringe tramite un condotto, la tromba di


Eustachio che consente il passaggio dell’aria, indispensabile per eguagliare la pressione sulle
due facce

Dalla nestra ovale le vibrazioni giungono all’orecchio interno, una struttura ripiena di liquido
gelatinoso (l’endolinfa) in cui si distinguono la chiocciola o coclea e il vestibolo, organo
dell’equilibrio

Nella chiocciola è posto l’organo del Corti comprendente i recettori acustici: in pratica un lembo
della chiocciola detto membrana tettoria è formato da cellule ciliate, sensibili alle vibrazione che
vengono trasformate in potenziali d’azione che giungono ai talami tramite il nervo acustico

L’apparato vestibolare è costituito dall’utricolo, dal sacculo e dai tre canali semicircolari—>
l’utricolo e il sacculo sono vescicole contenenti gli otoliti, particelle calcaree, gli spostamenti
dell’endolinfa e degli otoliti vengono trasmessi dalle cellule ciliate al cervello che sa quindi la
posizione del corpo—> alla base dei canali semicircolari sono presenti piccole dilatazioni dette
ampolle che funzionano in modo analogo a quelle dell’utricolo e del sacculo ma senza otoliti

RECETTORI TATTILI

La nostra pelle è ricca di recettori capaci di fornire sensazioni tattili—> questi recettori sono
costituiti da terminazioni neuroni di nervi cranici o spinali rivestite da involucri connettivali di varia
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forma in base allo stimolo—> per esempio i corpuscoli di Pacini sono specializzati nel sensazioni
di forte e rapida pressione

RECETTORI DEL GUSTO E DELL’OLFATTO

La percezione del sapore e degli odori dipende da chemiorecettori

Sulla lingua sono presenti le papille gustative su cui sono situati i bottoni gustativi, i
chemiorecettori veri e propri—> sono gruppi di 40 cellule epiteliali che hanno all’esterno delle
ciglia e all’interno sono collegati a delle terminazioni nervose

Sulla punta è più sensibile il dolce, la parte posteriore l’amaro i lati l’acido e per il salato la
sensibilità è omogenea

Nell’epitelio olfattivo delle fossa nasali sono invece presenti le cellule nervose olfattive, ovvero
neuroni specializzati forniti di ciglia sensitive dette bastoncelli olfattivi—> quando le molecole
odorose entrano ella cavità nasale si disciolgono nel muco presente in tutto l’epitelio e si legano ai
recettori sui bastoncelli—> il segnale è poi trasmesso tramite il nervo olfattivo

RECETTORI DEL DOLORE

Sono distribuiti su tutto il corpo e alcune cellule nervose possono rilasciare antidolori ci quali
endor ne o le encefaline

RECETTORI DELLA TEMPERATURA

I recettori del freddo sono localizzati sulla super cie mentre quelli del caldo in profondità

SISTEMA ENDOCRINO

Il corretto esplicarsi di tutte le funzioni di un organismo è assicurato dalla continua interazione tra
sistema nervoso e sistema endocrino, essi controllano processi quali metabolismo,
accrescimento, composizione dei liquidi e maturazione sessuale

Il sistema endocrino è formato dall’insieme delle ghiandole endocrine e dalle sostanze che queste
ghiandole producono: gli ormoni

Gli ormoni sono sostanze prodotte dalle ghiandole che una volta immessa nel sangue raggiunge
le cellule o organi e ne esercita una funzione

Le principali ghiandole endocrine sono l’ipo si, la tiroide, le paratiroidi, le ghiandole surrenali, le
isole di Langerhans del pancreas, le gonadi e l’epi si

A di erenza del sistema nervoso che invai segnali rapidi e precisi, il sistema endocrino giace in
modo lento, ma più di uso e duraturo

Numerose ghiandole sono controllate dal sistemo nervoso in corrispondenza dell’ipotalamo


formando il sistema neuroendocrino

Esistono diversi tipi di ormoni—> ormoni classici, gli ormoni paracrini che agisce su cellule vicine
dalla ghiandola che lo ha prodotto e gli ormoni autoctoni che agisce sulla stessa cellula che l’ha
prodotto

MECCANISMI DI TRASMISSIONE DEL SEGNALE ORMONALE

La capacità di rispondere a un ormone è legata alla presenza di recettori speci ci sulla super cie
o all’interno delle cellule bersaglio.

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Gli ormoni possono essere suddiviso in vari gruppi ma due sono quelli principali ed ad ognuno
corrispondo due diverse modalità di azione:

-Ormoni steroidei: sintetizzati a partire dal colesterolo sono insolubili in acqua ma solubili nei
lipidi, per questo motivo attraversano la membrana cellulare andando a legarsi a recettori nel
citoplasma creando un complesso ormone-recettore che entra nel nucleo dove attiva o didattica
geni regolatori—> esempio aldosterone ed estrogeni

-Ormoni non steroidei: di natura peptidica solubili in acqua ma non nei lipidi per questo i loro
recettori sono situati sulla membrana cellulare—> il legame al recettore stimola la produzione nel
citoplasma di un secondo recettore che scatena varie reazioni a cascata il più comune è l’AMP
ciclico—> insulina

IPOTALAMO

L’ipotalamo assieme all’ipo si collegata alla base dell’ipotalamo costituisce il centro di controllo
dell’intero sistema neuroendocrino—> l’ipotalamo è costituito da neuroni secernenti che
producono sia ormoni attivi, sia ormoni di rilascio e di inibizione che agiscono sull’ipo si.

La maggior parte degli ormoni sono regolati tramite feedback negativo

Gli ormoni in questione sono:

-Ormone antidiuretico o vasopressina (ADH): peptide regolatore dell’equilibrio idrico-salino


secreto in riposa a un aumento della pressione osmotica del sangue ed agisce sulle cellule del
rene aumentandone la permeabilità all’acqua—> è secreto dall’ipotalamo e si accumula, prima del
rilasci, nella parte posteriore dell’ipo si, detta neuroipo si

-Ossitocina peptide che stimola la contrazione dei muscoli dell’utero durante il parto e la
secrezione del latte mammario—> Secreta dall’ipotalamo è controllato dalle stesse contrazioni
uterine tramite feedback positivo

-Ormoni di rilascio e di inibizione: maggior parte natura peptidica, vengono secreti dall’ipotalamo
nell’ipo si precisamente nell’adenoipo si per poi essere rilasciati—> gli ormoni di rilascio sono
siglati -RH (liberina) e gli ormoni di inibizione -IH (-statina)

IPOFISI

L’ipo si o ghiandola pituitaria è divisa in due parti: la neuroipo si che funge da riserva di ADH e
ossitona, mentre l’adenoipo si produce e rilascia, su stimolo dell’ipotalamo i seguenti ormoni:

-ACTH: favorisce secrezione di glucocorticoidi in riposta a livelli bassi di cortisone e livelli alti di
stress

-TSH: stimola proliferazione cellule tiroidee e il rilascio degli ormoni tiroidei, dovuti ad un brusco
calo della temperatura

-FSH nella donna controlla la maturazione dei follicoli mentre nell’uomo controlla la
spermatogenesi

-LH: nella donna stimola l’ovulazione, nell’uomo promuove la secrezione di testosterone

-Prolattina (PRL): provoca e mantiene la produzione di altre

-Ormone della crescita (GH): in uisce sulla crescita complessiva dell’organismo, sulla crescita
ossea e in uisce sul fegato che incrementa il consumo di proteine e carboidrati

TIROIDE

La tiroide è una ghiandola situata sulla base del collo—> gli ormoni caratteristici sono tiroxina e
triiodotironina—> sono amminoacidi contenenti iodio e regolano il metabolismo lipidico, glucidico
e proteico e dei meccanismi di crescita corporea

In caso di produzione insu ciente di ormoni di ha ipotiroidismo in caso di produzione eccessiva si


ha ipertiroidismo

La tiroide secerne anche calcitonina che stimola la deposizione di calcio nelle ossa

PARATIROIDI

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Piccole ghiandole poste sulla super cie posteriore della tiroide responsabili della produzione di
paratormone o PTH che regola la concentrazione di ioni calcio nel sangue

GHIANDOLE SURRENALI

Situate sulla sommità dei reni sono divise in:

-Corticale surrenale: produce ormoni steroidei detti corticosteroidi suddivisi in:

• Glucocorticoidi: tra cui cortisone e cortisolo prodotti in riposa alla secrezione di ACTH e
regolano il metabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei lipidi—> innalzano la glicemia e utili
contro lo stress contro le in ammazioni

• Mineralcorticoidi tra cui l’aldosterone agiscono al livello renale controllando l’equilibrio dei uidi

-Midollo surrenale: costituito da neuroni simpatici secernano adrenalina e noradrenalina, essi


sono considerati ormoni dello stress in quanto vengono liberate in condizioni di cili—> esse
fanno parte delle catecolammine e hanno funzione sia di ormone che di neurotrasmettitore

PANCREAS

Nel pancreas si trovano le isole di Langerhans formate da due tipi di cellule:

-Cellule alfa: secernono glucagone che fa aumentare il livello di glucosio nel sangue

-Cellule beta secernono insulina che ha e etti opposti al glucagone

Tutti gli ormoni che innalzano la glicemia sono detti ormoni dello stress

EPIFISI

Detta anche ghiandola pineale produce l’ormone melatonina che è massima di notte e minima di
giorno

TERMOREGOLAZIONE

In caso di abbassamento della temperatura l’ipo si produce TSH che in uisce sulla tiroide che
rilascia ormoni per aumentare il metabolismo e quindi produrre calore

In caso di aumento di temperatura il centro regolatore della temperatura invia segnali alle
ghiandole sudoripare e in tal modo si disperde calore, inoltre si ha una vasodilatazione

SISTEMA IMMUNITARIO

Il sistema immunitario comprende le cellule e gli organi responsabili dei diversi meccanismi per
difendere l’organismo—> Le reazioni di difesa nei confronti di qualsiasi estraneo sono dette
aspeci che, quelle mirate contro un determinato invasore sono dette speci che

Nel caso delle reazioni aspeci che si può parlare anche di immunità innata, mentre nelle reazioni
speci che essa si attiva solo dopo l’esposizione di uno speci co antigene si parla quindi di
immunità acquisita

IMMUNITà INNATA

Le prime barriere che l’organismo sono di tipo sico

-LISOZIMA: è un enzima prodotto da ghiandole esocrine della pelle e della bocca in grado di
demolire la parete cellulare di molti batteri

Superata questa barriera enzimatica ci sono altre barriere di tipo sico come le tonsille e se
superate anche queste entrano in gioco altri sistemi di difesa:

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-FAGOCITI: globuli bianchi capaci di inglobare per fagocitosi e quindi distruggere batteri,
frammenti cellulari e detriti vari—> appartengono a questa gruppo i macrofagi e i granulociti
prodotti dal midollo rosso

-LINFOCITI NK: distruggono sia cellule infette da virus sia le cellule tumorali

-COMPLEMENTO: insieme di proteine plasmatiche che si attivano in seguito a batteri


segnalandoli ai fagociti o distruggendole loro stesse

-INTERFERONI: in caso di infezione virale stimola le cellule a produrre nel loro citoplasma enzimi
in grado di bloccare la traduzione dell’mRNA virale

-RISPOSTA INFIAMMATORIA: caratterizzata da 4 segni: calore, arrossamento, gon ore e dolore


della parte in ammata—> la parte lesa del tessuto rilascia sostanze, la più importante è l’istamina
che hanno azione vasodilatatrice—> quindi si ha un aumento di globuli bianchi e se la risposta
in ammatoria è particolarmente intensa si ha formazione di pus, ammasso di globuli bianchi morti

IMMUNITà ACQUISITA

L’immunità acquisita è caratterizzata dagli antigeni: so dice antigene qualsiasi macromolecola


estranea all’organismo la cui con gurazione innesca una risposta immunitaria

Le cellule principali nei meccanismi dell’immunità acquisita sono:

-Macrofagi: sono cellule fagocitarie che avvisano i linfociti T della presenza di un antigene

-Linfociti B: Una volta attivati si trasformano in plasmacellule responsabili della produzione di


anticorpi, molecole che si legano ad uno speci co antigene

-Linfociti T: interagiscono con altre cellule eucariotiche quando esse contengono l’antigene, ad
esempio quando vengono infettate da un virus—> esistono diversi tipi di linfociti:

• Linfociti T helper: sono coloro che stimolano l’attivazione e la proliferazione dei linfociti B e dei
linfociti T killer

• Linfociti T killer: distruggono le cellule infettate del virus o parassiti

• Linfociti T soppressori hanno funzione di regolazione, infatti rallentano la risposta immunitaria


quando questa non è più necessaria

-Linfociti della memoria: sono una frazione di linfociti B e T che permane nell’organismo dopo la
scomparsa dell’antigene

Tutte queste cellule derivano dalla divisione di cellule staminali presenti nel midollo osseo rosso

I linfociti sono caratterizzati dal fatto che sulla membrana hanno particolari recettori che
permettono di riconoscere speci che macromolecole—> questi recettori vengono acquisti
durante un periodo di maturazione che per i linfociti B avviene nel midollo osseo rosso mentre per
i linfociti T nel timo

I linfociti maturi in parte circolano nel sangue e in parte si localizzano negli organi linfatici come
milza, linfonodi e tonsille—> la milza è coinvolta nella risposta immunitaria perché ltra e ripulisce
il sangue—> linfonodi e tonsille invece rinnovano i linfociti circolanti e agiscono da ltro

L’immunità acquisita è dotata di due importanti caratteristiche:

-Speci cità che è la capacità di discriminare in modo altamente speci co tra componenti proprie
(self) e sostanze estranee all’organismo (non-self)

-Memoria: capacità di difendersi in modo più rapido nel caso un antigene si ripresenti

RICONOSCIMENTO DAL SELF AL NON-SELF

Il riconoscimento delle cellule dipende da un gruppo di molecole glicoproteiche premesti sulla


super cie di tutte le cellule nucleate—> proteine codi cate da un gruppo di geni detti complesso
maggiore di istocompatibilità o MHC
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Esistono molecole MHC di classe I presenti sulle cellule dell’organismo e grazie a queste
molecole vengono riconosciute come self e di classe II presenti sulle molecole del sistema
immunitario

RISPOSTA IMMUNITARIA

Quando il sistema immunitario riconosce un antigene per la prima volta reagisce attivando una
riposta immunitaria primaria—> di solito un macrofago entra in contatto con l’antigene, lo ingloba
e lo espone sulla propria super cie assieme alle proteine MHC II in questo modo viene
riconosciuto dai linfociti T helper (presentazione dell’antigene)

I linfociti T iniziano a proliferare formando diversi ceppi (killer…9 e producono interleuchine,


sostanze che attivano i linfociti T e B

LINFOCITI B E RISPOSTA UMORALE

La riposta umorale fatta dai linfociti B consiste nella liberazione nel sangue di anticorpi—>
l’anticorpo o immunoglobina è una proteina a forma di Y dotata di siti di legame speci ci per un
particolare antigene

Ogni linfocita B non stimolato ha un modello del proprio anticorpo, quando esso incontra un
antigene che si lega, e quando viene “avvertito” da un linfocita P crea sia plasmacellule che
secernono l’anticorpi che linfociti B della memoria

VARIETà DEGLI ANTICORPI E SELEZIONE CLONALE

Ogni anticorpo lega un antigene con una reazione altamente speci ca e lo disattiva in modi
diversi: può alterare la struttura di una tossina, interferire con le attività vitali di un microrganismo,
innescare reazioni del complemento…

La molecola di un anticorpo è costituita da 4 catene polipeptidiche, 2 corte e 2 lunghe dette


leggere e pesanti unite in una struttura a Y—> ogni struttura è formata da una parte costante, e
da una variabile—> le porzioni variabili interagiscono fra di loro delimitando uno spazio dove si
lega l’antigene

Quando si forma un anticorpo ogni linfocita rimescola i propri geni creando l’anticorpo
necessario, questa teoria è detta selezione clonale perché è proprio il linfocita a scegliere l’ordine
dei geni

RISPOSTA CELLULO-MEDIATA

Se l’agente estraneo è presentato in una cellula entra in gioco il linfocita T killer che si attivano
quando riconoscono sulla membrana cellulare gli antigeni dell’invasore mescolati agli MHC—> i
linfociti eliminano la cellula tramite alcune proteine dette perforine che aprono fori nella membrana
cellulare provoncadone la lisi

I linfociti T killer e NK sono responsabili del rigetto di organi trapiantati perché non riconoscono le
proteine MHC

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