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COSA È VITA?

Organismi viventi composti da molecole, acqua, proteine, zuccheri, lipidi e acidi nucleici.
ORGANISMO- corpo di un essere vivente in cui è possibile riconoscere diversi livelli di
organizzazione morfologica e funzionale delle singole parti.
CELLULA- più piccola unità vivente
Caratt.- membrana cellulare, protoplasma e archivio genetico.

Membrana cellulare- chiamata anche plasmatica o plasma Lemma è una sottile pellicola a
doppio strato di fosfolipidi in cui sono immerse proteine in una sorta di mosaico fluido che
funge da filtro selettivo e permette ad alcune sostanze di entrare ed ad altri di uscire.

Protoplasma-Massa costituita da un complesso di sostanze, acqua, ioni, aminoacidi,


monosaccaridi, macromolecole (acidi nucleici, proteine, lipidi e polisaccaridi)
E sistemi macromolecolari, ribosomi.
Funzioni- reazioni metaboliche, traduzione proteine, biosintesi di nucleotidi, aminoacidi e
processi degradativi.

Archivio genetico- costituito da super avvolgimenti DNA a doppia elica, in cui sono contenute
tutte le istruzioni per il corretto funzionamento della cellula e per la costruzione di altre
cellule identiche al momento della divisione cellulare.

CELLULE PROCARIOTICHE (batteri e archeobatteri)

STRUTTURA DELLA CULLA:


La struttura di base delle cellule procariotiche presenta: - membrana plasmatica che
racchiude la cellula. È il confine primario del citoplasma cellulare. Una parete cellulare che
circonda la membrana plasmatica - citoplasma, si trova all'interno della membrana
plasmatica. È una soluzione acquosa in cui sono immersi i costituenti cellulari e in cui si
svolge buona parte delle funzioni cellulari; - il nucleoide che contiene il materiale genetico
(DNA) della cellula. Le cellule procariote non possiedono un vero nucleo 1. PILI I pili sono
corti filamenti proteici originati dalla membrana citoplasmatica. Si ritrovano sulla superficie di
alcune cellule batteriche e sono un organo di adesione. Hanno funzione di ancoraggio, il loro
compito è di facilitare l'aderenza tra due batteri per il trasferimento del materiale genetico. 2.
PLASMIDI I plasmidi sono piccole porzioni di materiale genetico extracromosomiale,
circolare. Sono in grado di replicarsi autonomamente dal cromosoma. La maggior parte di
essi è costituita da DNA a doppia elica e a forma circolare.
Conferiscono alla cellula la caratteristica di resistere a particolari antibiotici e ai raggi
ultravioletti. Non sono essenziali e generalmente codificano geni che sono necessari per la
crescita soltanto in condizioni particolari. 3. RIBOSOMI I ribosomi sono organuli immersi nel
citoplasma e sono le particelle responsabili della sintesi proteica. La loro funzione è quindi
quella di sintetizzare le proteine leggendo le informazioni contenute in una catena di RNA
messaggero (m-RNA). Sono organuli privi di membrana e presenti in tutte le cellule
eucariote e procariote. Sono coinvolti nella sintesi delle proteine e perciò sono
particolarmente numerosi nelle cellule che hanno un'attività di sintesi molto intensa.

Il medico danese Gram scoprì una colorazione che permise di distinguere due tipologie di
batteri sulla base dell’affinità delle loro pareti al colorante violetto cristallo.divise i Gram
positivi come il Bacillus e lo staphylococcus, i quali hanno una parete particolarmente
spessa che si colora intensamente e i Gram negativi come Escherichia e vibrio che perdono
facilmente la colorazione poiché la parete è molto sottile e sormontata da una membrana
esterna. I batteri alcune volte presentano delle spore batteriche che vengono identificate
come forme di resistenza a condizioni ambientali estreme.

Archeobatteri: sono una suddivisione sistematica fondamentale, al più basso livello, della
vita cellulare. Sono gli abitanti degli ambienti più estremi ed inospitali della terra, attualmente
poco diffusi, ma di predominante importanza sulla terra primordiale.

Eubatteri: divisi in cianobatteri- sono organismi unicellulari procarioti, foto autotrofi e


costituiscono uno dei 23 phyla del dominio dei bacteria. Per la fotosintesi i cianobatteri non
utilizzano solo la parte dello spettro visibile chiudi Lizzano anche le piante verdi, oltre la
clorofilla possiedono altri pigmenti fotosintetici in particolare le ficobiline, ficoeritrina e la
alloficocianina.

CELLULE EUCARIOTICHE (protisti, funghi, piante e animali)


La cellule eucariote contiene un nucleo circondato da membrana all’interno del quale il
materiale genetico è rappresentato da DNA, Superavvolto intorno a proteine istoniche. Il
protoplasma si suddivide in due parti: quello esterno al nucleo prende il nome di citoplasma
mentre quello interno al nucleo prende il nome di nucleoplasma. Il citoplasma a sua volta
suddiviso in una parte fluido e omogeneo, il citosol, una soluzione acquosa in cui si trovano i
ribosomi e le strutture citoscheletriche, una parte strutturata in cui sono presenti gli organelli
cellulari.il cito scheletro ha una forma a tubuli e filamenti e rappresenta un’impalcatura
capace di generare movimenti della stessa cellula nell’ambiente oppure movimenti singoli
come i flussi di citosol.
Gli organelli cellulari presenti nella cellula sono strutture specializzate dentro le quali
possono avvenire molti processi chimici. La composizione delle membrane interne è simile a
quella della membrana plasmatica.
NUCLEO
È l'organello principale delle cellule cariotipi poiché contiene le basi dell’ereditarietà ed è la
sede della replicazione del DNA e della fase iniziale della sintesi proteica.ha una forma
sferica ed è costituito da un involucro nucleare, un nucleo plasma interno e fluido e una
matrice nucleare. L’involucro nucleare è formato da due membrane a doppio strato
fosfolipidi dico, la membrana nucleare esterna può portare attaccati dei ribosomi rivolti verso
il citoplasma e da un aspetto rugoso, la membrana nucleare interna è rivolta verso il nucleo
plasma ed è liscia e qui si aggancia la cromatina.nel nucleo plasma detto anche cariolinfa, si
trova nei cromosomi costituiti da DNA legato a proteine istoniche a formare la cosiddetta
cromatina.

MITOCONDRIO
A forma tondeggiante o allungata a bastoncino, circondato da una doppia membrana.la
membrana esterna è liscia regola il flusso di nucleotidi fosfati, necessari per la duplicazione
del DNA mitocondriale. La membrana interna è sede della respirazione cellulare e racchiude
una soluzione detta matrice mitocondriale. I mitocondri sono le centrali energetiche della
cellula e l’energia che viene liberata e convertita in ATP, quanto è maggiore il fabbisogno
energetico tanto più numerosi sono i mitocondri all’interno della cellula. Le membrane
interne formano contropressioni, c’è uno spazio tra le due membrane. DNA mitocondriale,
cioè quello materno, che produce proteine che servono al mitocondrio. DNA contiene dei
geni che vengono trascritti il cui mrna viene tradotto dai ribosio mitocondriale. Quindi
avviene sintesi proteica

PLASTIDI (vegetali)
È un involucro costituito da due membrane unitarie, la membrana esterna e la membrana
interna, quest’ultima con struttura a lamelle.in essi si svolgono le varie funzioni come la
fotosintesi e la biosintesi degli acidi grassi. I plastidi si distinguono in cloroplasti, cromoplasti
e leucoplasti i.Come mitocondri hanno un proprio DNA sotto forma di uno o più nucleoidi.
Chi fa parte dei plastidi:

Cloroplasti: nelle pompe F,,Organelli fondamentali di cui le piante si servono per compiere la
fotosintesi clorofilliana.i cloroplasti sono circondati da una membrana esterna, con doppio
strato di fosfolipidi e contengono un sistema di membrane interne, sistema che si ripiega a
formare le lamelle, immerse in uno stroma o matrice. le lamelle si allargano a formare dei
sacchi appiattiti, che hanno una cavità i tilacoidi. tutto lo spazio libero tra i tilacoidi serve per
trasportare protoni all’interno della cavità del tilacoide. Con la presenza della pompa F
significa che l’ATP verrà rilasciato nel cloroplasto, perciò troveremo anche i fotosistemi 1 e
2.
Il cloroplasto è un ex batterio quindi troveremo molecole di DNA, ribosomi ciò significa che è
capace di produrre delle proteine, che verranno trascritte in logo all’interno del cloroplasto.
Le maggiori proteine arrivano dai ribosomi del citoplasma, quindi i geni saranno nel nucleo.

Cromoplasti: danno colore ai fiori, non contengono la clorofilla ma contengono i


carotenoidi,si trovano nei fiori, frutti ecc.
Contengono vari pigmenti come il carotene, xantofille ecc.
Leucoplasti: si trovano nelle radici, quasi privi di tilacoidi e di pigmenti e appaiono incolori
poiché sono sotto terra. Funzione di accumulo nello stroma di sostanze di riserva, ricchi di
enzimi per la sintesi.

RETICOLO ENDOPLASMATICO
È un complesso di cisterne e tubuli le quali estremità sono chiuse, ha un ambiente esterno,
delimitati da una membrana semplice, in cui sono presenti due versioni: una ruvida, reticolo
endoplasmatico rugoso o RER e reticolo endoplasmatico liscio REL.
Il reticolo endoplasmatico dico è coinvolto in numerose funzioni cellulari:
1) differenziare l’ambiente chimico interno alla cellula creando dei compartimenti in cui si
accumulano e Immagazzinano certi ioni.
2) sintetizzare molecole organiche e, grazie agli enzimi vengono sintetizzati nuovi fosfolipidi
per la biosintesi delle membrane, grazie ribosomi aderenti alla superficie esterna vengono
sintetizzate le proteine, destinate ad essere inserite nelle membrane, riservate come prodotti
di secrezione il destino dell’apparato di Golgi

RER:Il reticolo endoplasmatico rugoso (o reticolo endoplasmatico ruvido, abbreviato in


R.E.R.) si distingue per l'aspetto granulare delle sue superfici, dovute alla presenza di
ribosomi.Il reticolo endoplasmatico rugoso ha una struttura formata da tubuli e sacchi
appiattiti ed interconnessi tra loro che prendono la forma di cisterne.

Il RER si trova strettamente associato con il nucleo cellulare e presenta delle zone di
continuità con la membrana nucleare esterna.
Funzioni:Le funzioni principali del reticolo endoplasmatico rugoso coinvolgono la biosintesi e
la maturazione delle proteine e dei suoi derivati, come glicoproteine e glicolipidi.

REL:Il reticolo endoplasmatico liscio (abbreviato in R.E.L.) differisce nell'aspetto da quello


rugoso per le superfici lisce, dovute alla mancanza dei ribosomi.
Inoltre, la struttura del REL non è composta da cisterne ma prevalentemente da una rete
tridimensionale di tubuli comunicanti, di cui alcuni sono in continuità con le cisterne del
reticolo endoplasmatico rugoso.
Funzioni: La funzione principale riguarda la biosintesi e la maturazione dei lipidi, come ad
esempio i lipidi che costituiscono le membrane cellulari, oppure la sintesi degli ormoni
steroidei. Che serviranno per formare vescicole per formare le varie membrane. Nel REL
possiamo trovare la scramblasi per l’asimmetria dei fosfolipidi, possiamo trovare i canali a
calcio o le pompe.

APPARATO DI GOLGI vicino al reticolo, c’è comunicazione tra lui e reticolo


È un sistema di minuscoli sacchi detti sacculi, cisterne o dittiosomi, appiattiti e rivestiti da
una membrana singola, spesso accatastati in pile. L’ apparato di Golgi coopera con il
reticolo a formare la membrana plasmatica e le membrane dei lisosomi, ma le sue funzioni
principali sono l’elaborazione delle proteine a glicoproteine.
La pila di cisterne è suddivisa in tre compartimenti, ognuno contiene un unico insieme di
enzimi:
1) Compartimento Cis= rivolta verso il reticolo.il materiale arriva da qua. insieme di
cisterne che riceve proteine rivolte verso il RER.
2) Compartimento mediano= insieme di cisterne intermedio in cui le glicoproteine
vengono modificate nella loro componente glucidica
3) Compartimento trans= insieme di cisterne in cui avviene l’assortimento delle proteine
di membrana, di secrezione e lisosomiali.
Il passaggio da un compartimento all’altro avviene sempre per gemmazione periferica.

Trasporto tra cis e trans, o tramite vescicole, tra sacco e sacco, oppure questi sacchi
maturano nel tempo,

PEROSSISOMI (animale) organello che ha membrana plasmatica,con doppio strato di


fosfolipidi, prodotta dal reticolo, che delimita ambiente ricco di enzimi che servono per
trasformare le sostanze metaboliche o cataboliche. perossisomi perché le sostanze vengono
trasformate in perossido di idrogeno. I perossisomi sono molto presenti nel fegato.
Mentre le membrane derivano dal reticolo endoplasmatico, le proteine arrivano dal
citoplasma.
Sono vescicole con funzione metabolica presenti in tutte le cellule eucariote.Sono organelli
di forma sferica delimitati da una membrana lipidica molto presenti nel fegato.

VESCICOLE E VACUOLI (piante)


Sono compartimenti cellulari a forma di sacco pieno d’acqua delimitati da
membrana(cloroplasto) . Il vacuolo mano a mano che si accresce, accresce anche la cellula,
in modo tale che la sua pressione verso l’esterno, viene controbilanciata da quella della
parete della cellula, così che la parete vegetale rimanga bella turgida.
La distinzione si basa sulle caratteristiche dimensionali: le vescicole sono numerose e di
piccole dimensioni e partecipano al trasporto delle sostanze sia all’interno della cellula sia
negli scambi con l’esterno, i vacuoli sono molto più grandi e possono occupare quasi
interamente il volume cellulare.
Questi organelli portano diversi nomi a seconda della loro funzione:
Vescicole di trasporto: minuscole vescicole delimitate da una membrana rivestita.queste
vescicole si formano per gemmazione tramite il reticolo endoplasmatico e l’apparato di goal
G, migrano nel citosol e scaricano il loro contenuto all’esterno (esocitosi), oppure all’interno
del lume di un altro organello
Vescicole di accumulo: contengono materiale di riserva come lipidi e proteine
Lisosomi: sono vescicole a membrana singola derivate dall’apparato di Golgi e contenenti
enzimi idrolitici, capaci di demolire molte macro molecole organiche. I lisosomi funzionano
nella digestione di sostanze nutritizia, corpi estranei portati all’interno della cellula attraverso
il processo di endocitosi, in seguito alla fusione della loro membrana con quella del
fagosoma, una vescicola che si forma quando una cellula ingloba materiale dall’esterno,
formando così un unico vacuolo eterofagico o fagolisosoma. I lisosomi servono anche per
digerire i compartimenti della cellula stessa, questo processo è indispensabile per il
rinnovamento e il mantenimento vitale della cellula e consiste nella formazione di un vacuolo
autofagico, alla fine i prodotti vengono liberati nel citosol.
Vacuolo vegetale (piante): le cellule vegetali immature hanno di solito molti vacuoli che si
originano da una zona particolare del citoplasma detta GERL, perché coinvolge tre organelli
diversi, l’apparato di Golgi, il RER e i lisosomi, con la maturazione quelli più piccoli si
riuniscono in un unico grosso vacuolo centrale pieno d’acqua e soluti e circondato da una
propria membrana sottile detta tonoplasto: principale elemento di sostegno della cellula. I
vacuoli vegetali sono molto più grandi e svolgono varie funzioni tra cui equilibrio ionico,
regolazione dell’osmosi, riserva e regolazione dell’acqua e di altre sostanze.
Vacuolo contrattile: È una cisterna tondeggiante che si forma dal RE specializzata
nell’osmoregolazione, regola il contenuto d’acqua all’interno di molti protozoi.

REGNO DEI FUNGHI


I funghi o miceti sono organismi eucarioti unicellulari o pluricellulari ed eterotrofi.sono aerobi
obbligati o facoltativi si riproducono in maniera simile alle piante, attraverso la produzione di
spore.
La cellula dei funghi presenta quindi organelli e sistemi di membrane ridicoli, ribosomi,
nucleo aploide o diploide contenente i cromosomi, DNA più proteine. È presente una parete
cellulare la cui composizione chimica è diversa sia da quella dei batteri che da quella delle
piante, infatti il composto chimico principale è la chitina che è un polisaccaride.
Si riproducono per mezzo di spore o conidi, riproduzione sessuata o asessuata. Di solito
sono immobili.
Nel regno dei funghi possiamo trovare i microscopici cioè i lieviti e i macroscopici cioè muffe
e funghi a cappello.
Tra i macroscopici ritroviamo quelli che noi indichiamo comunemente come funghi, i lieviti
sono organismi unicellulari della forma sferica che si riproducono soprattutto in maniera
sessuata attraverso diversi processi possibili, gemmazione, scissione binaria e sporulazione.
I funghi microscopici ad ombrello a cappello hanno il micelio costituito da due parti, l’una del
terreno e l'altra al di fuori di esso. I funghi si riproducono con la produzione delle spore che
sono delle cellule non visibili ad occhio nudo, quando le spore sono maturi fuoriescono dalle
lamelle e cadono nel terreno generando nuove Ife.
VIRUS
Non sono considerati organismi e nemmeno esseri viventi, ma particelle infettive di
dimensioni submicroscopiche in quanto non possono riprodursi se non all’interno di una
cellula vivente che infettano.
Contengono un genoma virale, contenuto nel capside e ci sono anche le proteine, a sua
volta costituite da DNA o RNA, che trasporta l’informazione ereditaria. Infettano in modo
specie-specifico.
Il capside è composto da subunità proteiche ripetute dette capsomeri. Ciascun capside è
formato da un ristretto numero di proteine diverse. L’insieme del capside e del genoma virale
prende il nome di nucleocapside. Alcuni virus sono rivestiti anche da una membrana lipidica
che circonda il capside, denominata pericapside o involucro virale. Questa membrana deriva
da quella della cellula ospite: viene acquisita durante l’uscita del nucleocapside dalla cellula.
V.RNA- detti anche retrovirus contengono l’enzima trascrittasi grazie a cui una volta entrati
nel citoplasma della cellula infetta, convertono il genoma a RNA in DNA.
Al di fuori della cellula, il virus esiste come virone incapace di riprodursi e svolgere attività
legate alla vita. Questi possiedono un involucro virale, cioè una copertura proteica (capside)
che conferisce forma e stabilità alla particella virale, ne protegge il genoma e consente il
legame con proteine specifiche della cellula da infettare.
Esempio- batteriofagi- possiedono strutture proteiche e formano un colletto, un manicotto
caudale e una piastra basale con spine. La struttura complessa di questo involucro, che non
viene mai introdotto all’interno della cellula, inietta il genoma virale nel citoplasma della
cellula ospite dopo che è un enzima virale aperto un varco nella parete batterica.
HIV- presenta un esternamente il capside un ulteriore rivestimento, detto pericapside , Che
deriva dalla membrana plasmatica della cellula ospite, della quale il virus si ricopre durante il
processo di gemmazione. È costituito principalmente da fosfolipidi, lipoproteine e
glicoproteine.essi vengono anche chiamati virus rivestiti. Nelle cellule infette i virus perdono
la loro individualità strutturale: consistono nel solo DNA virale che va ad integrarsi con il
genoma dell’ospite e produce mRNA per costruire proteine virali E lo stesso genoma virale
che assume il controllo di varie attività della cellula ospite al fine di produrre nuovi Pirone e
propagare l’infezione con la morte per lisi della cellula infettata.altri virus possono inserire
fisicamente il loro genoma in quello dell’ospite in modo che sia replicato insieme adesso
senza produrre nuovi virioni e danneggiare la cellula, ciò si chiama infezione lisogena.

VIROIDI
Sono agenti infettanti costituiti da RNA circolare senza capside, responsabili di malattie di
piante coltivate.sono i più piccoli agenti patogeni conosciuti, rappresentati da molecole nude
di RNA circolare Che possono essere trasmesse da semi e polline. Una volta entrati nella
cellula ospite l’RNA non si trasforma in DNA e non codifica per alcune proteine ma agisce
silenziando l'mRNA della cellula ospite e provocando l’inibizione della sintesi proteica. Si
replicano utilizzando l’enzima RNA polimerasi II dell’ospite.

PRIONI
Sono agenti infettivi sono i fatti rappresentati da proteine, la proteina PRP SC È la forma
mutante della proteina PR PC proteina per ionica cellulare presente nel cervello. La proteina
patologica prione è in grado di trasformare le proteine normali nella forma patologica.
Come risultato si ha l'accumulo progressivo di prioni all’interno dei neuroni che provoca una
grave degenerazione del tessuto nervoso.

LA MATERIA VIVENTE
La materia vivente è costituita per il 97% soltanto da quattro elementi: ossigeno, idrogeno,
carbonio e azoto.a questi si aggiungono una serie di atomi come, sodio, potassio, cloro,
calcio, magnesio, fosforo, zolfo, ferro, rame e iodio.
Negli organismi troviamo piccole molecole frutto dal legame di pochi atomi a formare ad
esempio componenti come l’acqua, sia grandi molecole frutto del legame di centinaia di
atomi a formare quattro categorie di composti, glucidi, lipidi, proteine e acidi nucleici, che
sono i componenti fondamentali e funzionali degli organismi viventi.
Due principali tipi di legami tra atomi permettono di formare i componenti della materia
vivente: il legame covalente e il legame ionico. Il legame covalente è un legame forte in cui
gli atomi sono legati grazie alla condivisione degli elettroni per completare l’orbitale esterno,
il legame ionico è un legame meno forte in cui gli atomi si attraggono avendo acquistato una
carica in seguito alla cessione o all'acquisizione di elettroni.

L’ACQUA
L’acqua è formata dal legame covalente tra un atomo di ossigeno e due di idrogeno ed è il
costituente in organico più abbondante della materia vivente.inoltre è veicolo per il trasporto
di gas, sostanze nutritive e molecole.una caratteristica importante che la rende il solvente
per la materia vivente è la distribuzione asimmetrica delle sue cariche.tale asimmetria
conferisce all’acqua le caratteristiche di un dipolo permettendo così di formare legami deboli,
legami idrogeno, tra le molecole di acqua, o tra l’acqua e altre molecole. Questa
caratteristica fa sì che si creano sostanze polari o cariche che sono solubili in acqua e sono
definite idrofiliche e sostanze apolari, Che non sono solubili in acqua e vengono definite
idrofobiche. Le molecole d’acqua possono dissociarsi in cationi e anioni, essendo le forme
cariche in uguale concentrazione la soluzione viene definita neutra e viene indicata con un
valore di PH=7.
La condizione neutra dell’acqua può essere modificata dall’aggiunta di sostanze acide e
sostanze basiche.

SALI INORGANICI
Sono presenti sottoforma di ioni liberi, oppure come insolubili o poco solubili. Intervengono in
diversi processi come ad esempio la regolazione dell’equilibrio Idrosalino e numerosi cicli
metabolici.

LE MACROMOLECOLE
L’atomo fondamentale per la formazione delle macromolecole è il carbonio.le macro
molecole presentano uno scheletro di atomi di carbonio a cui si legano altri tipi di elementi
per questo motivo i composti a base di carbonio vengono definiti molecole organiche. La
scelta del carbonio è dettata dal fatto che la capacità di formare una grande varietà di
composti.il carbonio è un atomo molto piccolo e alla possibilità di formare quattro legami
covalenti con altri atomi, altra caratteristica è l’ossidabilità. I più semplici composti organici,
gli idrocarburi, sono costituiti solo da catene di carbonio di idrogeno inoltre, il carbonio si
combina spesso con altri elementi quali l'ossigeno e l’azoto e anche con zolfo e e fosforo a
formare specifici gruppi funzionali.solo quattro diversi tipi di macro molecole rappresentano i
principali componenti della materia vivente, carboidrati, lipidi, proteine e acidi nucleici. I
carboidrati sono frutto della polimerizzazione di zuccheri, i lipidi dell’unione di acidi grassi ed
altre molecole idrocarburiche , le proteine sono formate dall’unione di aminoacidi, mentre gli
acidi nucleici sono costituiti da una sequenza di nucleotidi.
Le macromolecole possono essere scisse nei loro elementi base tramite reazioni di idrolisi la
reazione richiede specifiche classi di enzimi.

CARBOIDRATI
I carboidrati sono formati da carbonio, idrogeno e ossigeno secondo la formula Cn(H20)n.
L’unità base dei carboidrati sono i monosaccaridi, detti anche zuccheri semplici i più comuni
sono a cinque atomi di carbonio, pentosi e a sei atomi di carbonio, esosi. Fra i pentosi
ricordiamo il ribosio e il desossiribonucleico coinvolti nella formazione degli acidi nucleici, fra
gli esosi ricordiamo il glucosio, il galattosio, il mannosio e il fruttosio.molti monosaccaridi
hanno la stessa formula che differiscono nella distribuzione spaziale degli atomi sono definiti
isomeri .ci sono isomeri strutturali quando gli stessi gruppi chimici sono legati a diversi atomi
di carbonio, oppure stereoisomeri quando un gruppo chimico è legato allo stesso atomo di
carbonio ma con diverso orientamento spaziale.gli zuccheri semplici si possono unire a
formare gli oligosaccaridi. Tra i disaccaridi, formati da due molecole di monosaccaridi ci
sono il saccarosio, glucosio più fruttosio, il maltosio glucosio più glucosio ed il lattosio
galattosio più glucosio. Gli oligosaccaridi si possono legare ad altre molecole organiche
formando glicoconiugati come per esempio le glicoproteine e glicolipidi.
L’unione di numerosi zuccheri semplici dà vita ai polisaccaridi, che si distinguono in
omopolisaccaridi formati da monomeri uguali ed eteropolisaccaridi costituiti da monomeri
diversi. gli omopolisaccaridi sono depositi di energia chimica per il metabolismo cellulare,
come amido e glicogeno.
Monosaccaridi: zuccheri costituiti da cinque atomi di carbonio ( pentosi: ribosio e
desossiribosio) E sei atomi di carbonio ( esosi: glucosio, galattosio, mannosio e fruttosio)
Glicoproteine e Proteoglicani: sono importanti i componenti della matrice extracellulare, una
complessa struttura ricca in proteine carboidrati che viene prodotta e rilasciata dalla cellula
per fornire ancoraggio, protezione, filtro e deposito di sostanze.
Le glicoproteine sono macromolecole costituite da un asse proteico sul quale si inseriscono
catene oligosaccaridiche. Possono essere acide o neutre.
I proteoglicani sono complessi proteico etero polisaccaridi e a differenza delle glicoproteine,
la componente è carboidratica e prevalente su quella proteica.

LIPIDI
Questa tipologia di molecole organiche comprende composti caratterizzati dalla in solubilità
in acqua ciò dipende dal fatto che sono formate in gran parte da strutture apolari formata da
esempio dal legame del carbonio con l’idrogeno, solo in minima parte da strutture
polari.hanno funzioni sia metaboliche che strutturali.gli acidi grassi sono alla base della
formazione delle molecole Dei lipidi, presentano una lunga catena idrocarburi Ca’ inoltre è
un gruppo carbossilici che gli permette di reagire con gruppi grossi lisci o amminici.quando
tre acidi grassi reagiscono con una molecola di glicerolo formano i trigliceridi, quando invece
il glicerolo lega due molecole di acido grasso ( code idrofobiche) E una testa detta polare
idrofila si forma nei fosfolipidi.la testa idrofila è formata da un gruppo fosfato legato a sua
volta piccoli composti.i fosfolipidi sono i componenti principali della membrana biologica
dove si organizzano a formare un doppio strato con i gruppi polari esposti all’ambiente
acquoso esterno mentre le code apolari sono nascoste all’interno del doppio strato.grazie
alla loro idrofobicità le membrane biologiche svolgono un’importante funzione di separare la
cellula dall’ambiente esterno.una forma non lineare di lipidi è rappresentato dal colesterolo,
che presenta atomi di carbonio organizzati a formare strutture idrofobiche è un gruppo
idrossidi e che conferisce una piccola regione idrofilica.
Il colesterolo è un componente strutturale delle membrane biologiche mentre gli steroidi
sono molecole derivate da modificazioni del colesterolo.

Fosfolipidi: Struttura generale di un lipidi di membrana: la molecola costituita da una testa


polare che interagisce con l’ambiente acquoso e da una coda apolare.struttura di due più
comuni fosfoglicerato: fosfatidilcolina e fosfatidiletanolammina.

La sintesi richiede il reticolo endoplasmatico liscio, l’apparato di Golgi, mitocondri, i


perossisomi e lisosomi.

PROTEINE
Sono costituite da una sequenza di 20 aminoacidi, piccole molecole organiche costituite da
un carbonio centrale, carbonio Alfa legato ad un gruppo carbossile Go ed un gruppo
amminico inoltre anche un idrogeno è una catena laterale R. Alle diverse regioni della
proteina sono conferite caratteristiche polari o apolari sulla base del tipo di catena R
presente. il legame tra gli aminoacidi avviene con il legame peptidico che si forma tra il
gruppo carbossilico di un amminoacido e quello amminico dell’amminoacido adiacente con
eliminazione di una molecola d’acqua.
Le proteine acquisiscono una conformazione tridimensionale necessaria per svolgere la loro
funzione che può avere caratteristiche fibrose. la conformazione finale della proteina
dipende dalla sequenza aminoacidica definita
struttura primaria: sequenza di aminoacidi che forma una catena polipeptidica che porta alla
struttura secondaria: catena polipeptidica Che si ripiega a formare una struttura ad alfa elica
o una struttura foglietti beta.
L’intera proteina acquisisce quindi una conformazione finale
struttura terziaria: catena polipeptidica dica che può essere lineare o a volgersi su se stessa
assumendo una forma quasi sferica
struttura quaternaria: associazione di più catene polipeptidiche esempio emoblobina .

ACIDI NUCLEICI
sono macromolecole deputate all’archiviazione, alla trasmissione e all’utilizzo
dell’informazione genetica.comprendono due composti, acido desossiribonucleico ho anche
chiamato DNA in cui sia dell’informazione genetica e gli acidi ribonucleico il cosiddetto RNA
deputati per la sintesi delle proteine.
Gli acidi nucleici sono formati dal legame sequenziale dei nucleotidi, piccole molecole
composte da uno zucchero che si lega ad un fosfato e anche ad una base azotata. Le basi
azotate appartengono a due categorie, purine e pirimidine.
Purine: sono l’adenina (A secondo anello) e la guanina (G) secondo anello
Pirimidine: sono la citosina C primo anello
La quarta base azotata è differente tra DNA e RNA
timina-primo anello, specifica per il DNA uracile-specifica per l’RNA.
Il DNA e l’RNA sono composti da quattro tipi di nucleotidi identificati sulla base delle diverse
basi azotate, che si susseguono tramite un legame covalente tra il gruppo fosfato di un
nucleotide e il carbonio dello zucchero in posizione tre.
Una caratteristica importante del DNA e che forma una struttura a doppia elica in cui due
filamenti di nucleotidi disposti in maniera antiparallelo si appaiano grazie dei legami idrogeno
che si possono formare delle basi azotate secondo una combinazione: l’adenina lega la
timina e citosina lega la guanina.

Informazione genetica: sequenza nucleotidica che permette la sequenza amminoacidica


così che la proteina avrà una determinata struttura e infine svolge determinate funzioni.
Funzione DNA: levigare e trascrivere
DNA ha forme di struttura (4)

Le molecole di RNA sono filamenti singoli, le differenze con il DNA sono la presenza del
ribosio come zucchero e dell’uracile al posto della timina.
Ci sono tre principali tipi di RNA:
RNA/mRna messaggeri- contengono l’informazione per la formazione delle proteine
RNA/tRna di trasporto- Che trasportano gli aminoacidi per la sintesi proteica leggendo
l’informazione presente su gli mRNA per stabilire come devono essere legati tra loro gli
aminoacidi
RNA/rRNA ribosomali- che formano il ribosoma insieme a delle proteine, macchinario che
permette l’interazione tra mRNA e tRNA e la formazione del legame peptidico.
Le basi azotate tra di loro si possono legare.
RNA- zucchero e ribosio. Trascritto come singolo filamento, ha forme di struttura, primaria e
terziaria, tratti a doppia elica stabilizzati da legami a idrogeno.

DNA
Svolge le funzioni di levigare e trascrivere e ha una forma ad alfa elica. Ha una struttura
primaria secondaria e terziaria. La primaria corrisponde a una sequenza aminoacidica, la
seconda è organizzata in due filamenti appaiati e complementari e che si avvolgono a
spirale intorno a un asse comuni e che procedono in direzioni opposte, questi filamenti sono
accoppiati grazie a ponti a idrogeno tra le coppie di basi complementari. Era terziaria il DNA
si avvolge intorno ad istoni formando nucleosomi e cromatina, questa poi andrà a costituire il
genoma perché prima si organizza i cromosomi.

RNA
Serve a produrre proteine ed è per questo che nel nostro organismo ci sono molte molecole,
a differenza del DNA usa come zucchero il ribosio e non il desossiribosio, usa come base
azotata l’uracile al posto della timina e viene prodotto come singolo filamento mentre il DNA
ne conta due.
Il singolo filamento ha una base secondaria grazie alle basi azotate che indipendentemente
da DNA o RNA si appaiano. Ne ha anche una terziaria.
Un esempio, struttura secondaria del TRNA detta a trifoglio, il TRNA È uno dei vari tipi
esistenti di RNA: abbiamo poi l’mRNA, l’RNA ribosomiale e l’RNA che regola l’espressione
del gene.
L’RNA trascrive il DNA grazie ad un enzima detto RNA polimerasi, questo enzima
costituisce lo stesso RNA.
L’enzima avrà il doppio filamento del DNA e inserisce nei singoli filamenti i ribonucleotidi e
va in una sola direzione 5————3.

TRASCRIZIONE
È il processo mediante il quale viene prodotto l’RNA a partire da una molecola di DNA.
Nei procarioti- L’RNA polimerasi si lega a delle sequenze che si trovano a monte rispetto
all’inizio del ciclo di trascrizione prima però si lega al fattore sigma.
Dovendo trascrivere un solo filamento questo ha un inizio e una fine.
Per trascrivere solo una regione questo meccanismo fa uso a monte di un promotore. Qui si
lega il fattore sigma e successivamente anche l’RNA polimerasi, questo, quando inizia la
trascrizione, si stacca e la polimerasi fa il suo lavoro, appaia i nucleotidi sul filamento
opposto.
L’RNA polimerasi non è in grado di scegliere quale filamento prendere: a lui interessa che la
direzione sia 5————3. Diciamo che la scelta dipende solo dalla direzione del promotore:
in questa zona, tutti i nucleotidi sono numerati con un numero negativo, il fattore sigma
legge nucleotidi mi sa che dopo 10/35 di questi deve staccarsi perché la polimerasi deve
trascrivere.

Nei eucarioti- ci sono tre tipi di RNA polimerasi oltre a tre tipi di RNA.
1 differenza->
•L’RNA polimerasi trascrive una parte degli mRNA.
● Trascrivere gli mRNA, la parte che server fare le proteine
● Trascrivi la parte mancante degli mRNA e dei TRNA.
2 differenza->
L’RNA polimerasi degli eucarioti ha bisogno di fattori di trascrizione per legarsi al DNA questi
fattori sono le proteine, consentono alla polimerasi di iniziare e trascrivere.
3 differenza->
Negli eucarioti Sia un gene, e l’altro può essere posizionato migliaia di migliaia di nucleotidi
dopo; non si avrà mai un set di Jenny uno di seguito all’altro.ci sono oltre sequenze simili A
quelle promotrici, che però sono molto distanti da quest’ultime e si chiamano ENHANCER,
sequenze stimolatrici, si trovano a valle.

TF-> fattore di trascrizione, nella cellula eucariotica è possibile trovarne molti.


TF2 D -> possiede un dominio, regione della proteina. Questa so chiama TBB perché nella
sequenza promotrice c’è una sequenza specifica che si chiama TATA BOX.

MRNA degli eucarioti- quando viene trascritto dall’RNA polimerasi, non è pronto per essere
tradotto, deve subire un processo di maturazione, questo processo coinvolge anche tutti gli
altri tipi di RNA.
Per quanto riguarda l’MRNA, quando l’RNA viene trascritto non è da solo, altrimenti viene
degradato, quindi si attaccano diverse proteine che servono per far sì che mRNA maturi. Le
proteine svolgono diversi passaggi. All’mRNA viene attaccato un cappuccio DGTB , che si
attacca al 5’ dell’mRNA. Mentre nella coda 3’ viene attaccata una cosa di poli A ( una serie
di adenine che si attaccano alla fine del filamento), nella parte del gene che verrà trascritta,
solo una parte verrà tradotta perché ci sono delle regioni che non vengono tradotte -> UTR
Le regioni si trovano al 5’ e 3’ dell’mRNA ai 2 estremi qui si attaccano il cappuccio e la cosa
poli A.
La regione dell’mRNA che verrà tradotta È una regione che è divisa in introni ( non diventa
proteina) ed esoni ( diventa proteina).
Gli introni devono essere eliminati tramite lo SPLICING, perché la proteina che poi si forma
deve essere matura, una volta eliminati gli esoni si ricongiungono con legami forti.
Il complesso enzimatico dove sono presenti gli introni e gli esoni, è formato da proteine e da
piccoli RNA , che si chiamano SNU RNA hanno un ruolo catalitico.
Questi SNU RNA si appaiano in modo complementare a delle sequenze che si trovano sugli
introni , Quest’ultime si eliminano nel momento in cui si forma una coppia, che si può
formare se l’adenina è in posizione 3’ dell’estremità dell’introne che viene eliminata, così da
legarsi all’altra subunità 5’ e formare il cappio.
I due complessi che si legano alle due subunità degli introni che contengono gli SNU RNA si
avvicinano tra di loro perché arriva un altro complesso dello SNU RNA Che lega
contemporaneamente il complesso posizionato sull’estremità dell’introne E l’altro, e si forma
il cappio che poi viene rimosso e si legano gli esoni, si forma un legame fosfodiesterico.

SPLICING ALTERNATIVO
Non è detto però che vengono rimossi gli introni e avvenga perfettamente la combinazione
degli esoni, perché magari durante lo splicing oltre ad essere il minato un introne va via
anche esone.
Quindi l’mRNA maturo potrebbe avere una sequenza esone 2—3 oppure 1,2 oppure 1,3.

A questo punto l’mRNA esce dal nucleo ed è tradotto ma non è detto che venga tradotto
immediatamente.

TRADUZIONE DALL’RNA ALLE PROTEINE


Questo processo prevede la decodifica della sequenza dell’mRNA in un ribosoma per
produrre una catena di aminoacidi specifica, da cui poi nascerà una proteina.per poter
codificare i 20 amminoacidi, il sistema di codifica deve basarsi suo triplette di nucleotidi, cioè
con 64 possibili condizioni di triplette.
Durante la sintesi proteica, diverse molecole di RNA svolgono ruoli importanti:
- L’mRNA porta l’informazione sulla sequenza con la presenza di codoni
- Il ti RNA porta gli aminoacidi corrispondenti ai codoni appartenenti
- Gli mRNA formano i ribosomi, Sia eucarioti sia procarioti contengono due tipi di
ribosomi, una subunità grande e una subunità piccola. I ribosomi sono formati da
mRNA e proteine che si associano a quest’ultimo, sono dette proteine ribosomiali, gli
mRNA ribosomiali vengono trascritti nel nucleolo inizialmente come un lungo
trascritto precursore di mRNA: successivamente viene rimodellato per dare origine al
mRNA 28 S, 5, 8s e 15 s . 5s mRNA proviene dal nucleo insieme a 5,8 S e 28S fa
parte della subunità maggiore, mentre il 18 S è incorporata in quella minore.
La sintesi proteica avviene nei ribosomi che traducono la sequenza nucleotidica dell’mRNA
nella sequenza aminoacidica delle proteine.in questo processo i ti RNA svolgono la funzione
di riconoscere i codoni dell'mRNA inserendo gli aminoacidi appartenenti nei polipeptidi in
corso di sintesi, ciò avviene in tre fasi inizio, allungamento e terminazione.
Inizio- la subunità minore del ribosoma viene condotta in prossimità del filamento di mRNA,
sia la formazione di un complesso di pre inizio 43 S: è formato dall’unione di un complesso
terziario, costituito da un particolare ti RNA e il fattore F2 che si associa alla subunità 40s.
Allungamento- qui sia l’allungamento della catena polipeptidico che avviene grazie la
presenza di tre siti presenti nel ribosoma P, A ed E.
la sintesi può iniziare quando il ribosoma è assemblato con il the RNA iniziatore carico nel
sito P; nel sito A si sistema il successivo amminocil tRNA per l’appaiamento con il secondo
codone che viene letto sull’mRNA. L’amminocil viene accompagnato nel sito A da un fattore
di allungamento che è legato al GTP. Questo in seguito si stacca e lascia attaccato
l’amminocil tRNA. Tra questo, nel sito A e il metiamil tRNA nel sito P si forma un legame
peptidico

MICROSCOPIO
Permette di fornire un'immagine diretta dell'oggetto da studiare, microscopi sono sia ottici
che elettronici.
Ciò che differenzia la microscopia ottica da quella elettronica e cioè il limite o potere di
risoluzione, tale limite è di 0,2mm per l’ottico e 0,2 nm per l’elettronico.
Questa differenza è strettamente legata alla lunghezza d’onda della sorgente luminosa, la
luce visibile per il microscopio ottico E un fascio di elettroni per il microscopio elettrico. Il
microscopio ottico si applica per osservare strutture la cui grandezza Va da pochi millimetri a
pochi decimi, mentre per il microscopio elettronico il campo d’uso è per strutturare da 100
µm ad alcuni decimi di nanometri.

OTTICO
È un sistema di lenti che permette di ingrandire l’immagine in modo che l’occhio riesca ad
avere una visione distinta di due oggetti posta alla distanza minima di 0,2 mm. I microscopi
odierni sono detti composti e sono costituiti da un sistema accoppiato di due lenti obiettivo
ed oculare.
Componenti- tubo portaottica: struttura che sorregge le lenti oculari dalla parte
dell’osservatore e quelle obiettivo dalla parte del campione montate su una torretta girevole.
Su ogni obiettivo sono riportati dei numeri che indicano di quante volte l’oggetto da
osservare può essere ingrandito, altro valore è L’apertura numerica, cioè la massima
quantità di luce che la lente obiettivo è in grado di ricevere per la formazione delle immagini.
Gli obiettivi possono essere a secco o ad immersione, a seconda se hai bisogno interporre
tra la lente e il campione da osservare un mezzo liquidò generalmente olio. La goccia d’olio
è molto importante poiché permette un percorso omogeneo della luce. Gli obiettivi più
moderni sono denominati all’infinito e proiettano l’immagine ad una distanza infinita, perciò i
raggi luminosi corrono paralleli lungo il tubo porta ottica, garantendo una visione migliore del
campione perché sono lenti più luminose.
Stativo: struttura composta da un braccio ricurvo e da un basamento, il braccio è collegato
con il tubo porta ottica, il basamento sostiene un tavolino dove viene posto il vetrino con il
campione da osservare.
Dispositivi di messa a fuoco: meccanismo di spostamento comprendente una vite
macrometrica per i grandi spostamenti è una vite micrometrica per la messa fuoco.
Sorgente di illuminazione: posta sotto il tavolino ed è una lampada ad incandescenza,
alogena o UV ed è la caratteristica che differenzia i diversi tipi di microscopi ottici.
Condensatore di Abbe: lente che concentra la luce emessa dalla sorgente di illuminazione
sul campione da osservare, il condensatore può essere avvicinato o allontanato dal
campione e inoltre, un diaframma ad iride situato nel condensatore regola ulteriormente la
luminosità. Un particolare tipo di microscopio composto nel quale il preparato è illuminato
dall’alto osservato dal basso è il microscopio invertito o rovesciato. È un microscopio con la
sorgente di luce del condensatore posti in alto, al di sopra del tavolino porta oggetti, mentre
gli obiettivi e la Turetta si trovano al di sotto del tavolino porta oggetti. Questo viene utilizzato
per osservare le cellule mantenute in vita nelle colture in vitro.

I DIVERSI MICROSCOPI
A contrasto di fase: permette di osservare cellule vitali non colorate apprezzabili dall’occhio
umano.
A fluorescenza: la fluorescenza è una forma di luminescenza comunemente sfruttata nella
microscopia biologica per la sua elevata sensibilità e specificità. questa tipologia di
microscopio consente la distribuzione di una molecola, la sua quantità e la sua
localizzazione all’interno di una cellula, inoltre si possono osservare processi intra ed
intercellulari quali endocitosi ed esocitosi. Solitamente è usato per studiare i campioni
organici o inorganici sfruttando appunto i fenomeni della fluorescenza e della fosforescenza
indotti nel campione. Gran parte dei microscopi fluorescenza fluorescenza sono microscopi
ad epifluorescenza, nei quali l’eccitazione e l’osservazione della fluorescenza avvengono da
sopra il campione.
Componenti- lampada ad arco allo xeno, o ai vapori di mercurio oppure LED di elevata
potenza: Sorgente luminosa che genera luce ultravioletta;
Filtro di eccitazione: serve a selezionare una determinata lunghezza d’onda in base alla
quale il campione e metterà nel verde, nel blu o nel rosso
Condensatore a campo oscuro: Che devia tutte le radiazioni che non provengono dal
campione quindi aumento il contrasto delle strutture che vediamo legate dalle molecole
fluorescenti e fai in modo che lo sfondo sia nero
Filtro di sbarramento: Per evitare che qualche residuo di luce ultravioletta proveniente dalla
lampada il microscopio raggiunga gli occhi dell’osservatore

Esistono due tipi di fluorescenza naturale (autofluorescenza) prodotta da sostanze


naturalmente presenti nel campione e secondaria, prodotta da coloranti fluorescenti
(fluorocromo o fluorofori) che si legano alla molecola rendendola fluorescente.
Nella fluorescenza secondaria, il campione viene illuminato con un fascio di luce di una
specifica lunghezza d’onda in base al fluorocromo scelto.

Microscopio Confocale: accresce sensibilmente la risoluzione spaziale del campione, il più


diffuso viene chiamato CLSM Che permette di focalizzare con estrema precisione un laser
Sul preparato, aumentando notevolmente la risoluzione e la profondità di campo, la sua
sorgente luminosa è costituita da uno o più laser per ogni diversa frequenza di eccitazione
richiesta. la direzione del fascio luminoso è gestita da sistemi computerizzati, e le immagini
sono particolarmente definite e possono evidenziare con differenti colori e le diverse
molecole presenti nel preparato. La luce proveniente dalla sorgente illumina l’oggetto in un
solo punto per volta è necessaria una scansione per formare l’immagine finale. un’immagine
così ottenuta viene chiamata sezione ottica. Lo spot di luce è prodotto da un pinhole, la luce
poi viene focalizzata dal collettore e dal condensatore sul campione per poi essere raccolta
dell’obiettivo e dall’oculare e focalizzata su un secondo pinhole. È presente anche il
rivelatore di immagine che produce un segnale proporzionale all’intensità della luce che lo
colpisce, il pinhole l’illuminazione e quello di rivelazione appartengono a piani focali
coniugati si dicono dunque confocali.
Questo microscopio consente di studiare la mobilità e le interazioni delle molecole mediante
le tecniche FRAP e FRET.
FRAP- osservazione della diffusione di proteine di membrana con un fluoroforo all’interno di
una membrana cellulare al fine di determinare il tipo di movimento e il coefficiente di motilità.
Viene anche utilizzato per effettuare studi di dinamica tra recettore e ligando tramite la
misura del coefficiente di diffusione di quest’ultimo. Inoltre consente anche lo studio delle
dinamiche molecolari e non solo all’interno delle membrane ma anche nel citoplasma, nel
nucleo e in altre strutture cellulari.
FRET- consiste nell’effetto combinato di due molecole in grado di emettere fluorescenza in
seguito ad un’eccitazione. Verso uno di questi due fluorofori detto donatore, viene diretta
un’onda luminosa ad una specifica lunghezza d’onda. il donatore eccitato, puoi mettere
fluorescenza, se lo spettro di emissione del donatore si sovrappone in maniera consistente a
quello di assorbimento dell’accettore, il donatore eccitato non emette luce ma passa
l’eccitazione maniera risonante all’accettore, che metterà quindi la luce.

MICROSCOPIO ELETTRONICO

Questa tipologia di microscopio sfrutta un fascio di elettroni come sorgente e permette una
risoluzione parecchi ordini di grandezza superiore a quella di un microscopio ottico, in
quanto gli elettroni hanno una lunghezza d’onda minore rispetto a quella della luce.
Elettronico a trasmissione TEM: permette l’osservazione bidimensionale dell’ultra struttura
della cellula in termini di citoplasma ed organelli, si compone di diverse parti:
Sorgente radiante è un filamento di tungsteno a V, portato all’incandescenza con un sistema
ad alta tensione, contenuta in un cilindro di focalizzazione carico negativamente che
concentra il fascio di elettroni. gli elettroni vengono accelerati lungo la colonna del
microscopio dalla differenza di potenziale esistente tra il filamento e l'anodo positivo posto in
basso. Sistema d’illuminazione consiste di due condensatori che concentrano il fascio di
elettroni sul preparato, le lenti sono di tipo magnetico e sono costituite da un solenoide che
crea un campo le cui linee di forza fanno convergere gli elettroni in un punto detto fuoco. Per
la messa fuoco sono presenti due lenti obiettivo poste intorno alla camera e lenti intermedie
e lenti proiettive che costituiscono il sistema di formazione delle immagini. È presente anche
un triplice sistema di pompe che mantiene sotto vuoto spinto tutte le componenti del
microscopio elettronico, poiché la propagazione degli elettroni avviene nel vuoto.

Elettronico a scansione SEM


La sorgente radiante è uguale a quella di microscopio elettronico a trasmissione e le lenti
condensa Thrice del fascio di elettroni sono elettromagnetiche, il preparato è posizionato alla
base del fascio di elettroni e grazie alla lente obiettivo, viene esplorato da un fascio molto
sottile di elettroni primarie, che viene focalizzato su una piccola area e allontanato lungo
traiettorie che formano un tracciato per righe che esplora Tutta la superficie. Dalla superficie
del campione emergono elettroni secondari che vengono raccolti da un rivelatore ho anche
chiamato fotomoltiplicatore, Che mette segnali che a loro volta sono tradotti in immagine
digitale. Anche questa tipologia di microscopio lavora in condizioni di alto vuoto quindi il
campione osservare sottoposto ad una preparazione che ne permette la stabilità sotto il
fascio di elettroni.

LE MEMBRANE CELLULARI
Membrana cellulare: Sottile pellicola a doppio strato fosfolipidico in cui sono
immerse proteine in una sorta di mosaico fluido + proteine. Ha un filtro selettivo:
permette ad alcune sostanze di penetrare nella cellula o di uscirne. Ciò comporta un
ambiente chimico interno diverso da quello esterno.
Funzione: separare due ambienti acquosi che però devono comunicare, deve fare scambi,
funge anche da difesa, nel senso che i due ambienti mantengono le loro caratteristiche
fisiche e chimiche.
Batteri, funghi e piante hanno una membrana plasmatica + parete cellulare (interna e
esterna)
Parete cellulare
Involucro spesso e rigido che ne determina la forma. Ha un’importanza contro l’attacco di
eventuali patogeni e controlla l’accrescimento cellulare.
Per gli organismi pluricellulari è un importante sostegno.
Parete dei funghi
Formata da B-glicani non cellulasici + chitina
Parete dei vegetali è la cellulosa. Immersa in una sostanza amorfa di emicellulose, pectine e
proteine.
Nella membrana plasmatica delle piante sono presenti plasmodesmi
2. Protoplasma: massa circondata dalla membrana plasmatica costituita da
Acqua 85%
Ioni
Amminoacidi e monosaccaridi
Ribosomi e RNA ribosomiale
Funzioni del protoplasma:
Avvengono reazioni chimiche

Avviene la traduzione delle proteine


Avviene biosintesi di nucleotidi e amminoacidi
Alcuni processi degradativi
Tutto ciò rifornisce la cellula di energia e sintetizza i materiali di cui essa ha bisogno per
riprodursi e accrescere.
3. Archivio genetico
Sopravvolgimenti di DNA a doppia elica
Contiene tutte le informazioni per il corretto funzionamento della cellula e per la
costruzione di cellule identiche al momento della divisione cellulare
Nella cellula eucariote è diverso da quella procariote: il cromosoma è racchiuso nel
nucleo (a doppia membrana). Nella cellula procariote il cromosoma è detto batterico
o nucleoide, e si trova a diretto contatto col citoplasma
Gli organismi pluricellulari: insiemi organizzati da cellule eucariotiche differenziate ma
interdipendenti, accumunate dallo stesso genoma a formare un individuo

(altro pezzo) membrana cellulare: perchè definita unitaria, qualsiasi organello prendiamo le
membrane che li rivestono sono tutte uguali, per questo unitaria.
perchè a mosaico, perchè i fosfolipidi quando si appaiano non si impacchettano e quindi le
membrane possono muoversi.
la membrana non può essere eccessivamente fluida, deve avere un pò di rigidità che deriva
dal colesterolo che si mette tra un fosfolipide e l’altro.

ASIMMETRIA DELLA MEMBRANA


mantenuta da tre proteine: flippasi, floppasi e scramblasi.
posso spostare fosfolipidi da uno strato all’altro
Flippasi: trasporta rapidamente fosfatidiletanolamina
Floppasi: trasporta E lentamente fosfolipidi dal monostrato interno a quello esterno. È un
gruppo di proteine specializzate nel trasporto ATP dipendente di molecole anfipatiche.
Scramblasi: consente ai fosfolipidi di muoversi casualmente tra i due monostrati
Oltre ai fosfolipidi anche le proteine possono muoversi lateralmente all’interno della
membrana e subire rotazione intorno a un asse, non possono però subire movimenti a Flip
flop.
MANCA

COMPONENTI MEMBRANA

I LIPIDI
I lipidi non si legano all’acqua e sono quindi idrofobici (Non fanno legami idrogeno), ma
allo stesso tempo sono considerati anfipatici in quanto alcuni presentano sia un gruppo
idrofobico che idrofilo.
Vi sono lipidi semplici, complessi, polari, apolari.
ACIDI GRASSI
Perché acidi grassi? Lipidi con un gruppo acidico (COOH).
ACIDI GRASSI SATURI
Code apolari: Lunghe catene di atomi di carbonio con hai vertici carboni che compiono
legami covalenti con idrogeni (2 idrogeni per ogni carbonio).
Testa polare: è COOH (gruppo alcolico).
Due molecole di acidi grassi saturi messe vicine possono formare dei legami lungo tutta la
coda (le molecole sono molto vicine attraverso le forze di Van der waals).
ACIDI GRASSI INSATURI
Strutturalmente identici a quelli saturi. Solo che lungo la catena presentano dei doppi
legami tra carbonio.
I doppi legami sono legami covalenti doppi e quindi sono molto forti (Due atomi sono
molto più vicini del normale); il doppio legame è limitato nel movimento o orientamento
nello spazio. La molecola fa gomito dove c’è il doppio legame.
Legami idrogeno e forze di Van der waals: legami deboli.
Negli acidi grassi insaturi due molecole messe vicine non possono interagire lungo tutta la
coda in quanto ci sono legami doppi e quindi si formano gomiti. In qualche modo le due
molecole saranno distanti dal punto in poi dei gomiti e solo la porzione precedente ai gomiti
sarà ben legata all’altra molecola.

TRIGLICERIDI
Passano emulsionati dai Sali biliari.
Formati da 3 catene di acidi grassi più o meno identiche di cui una insatura che si legano al
glicerolo.
Testa apolare: di polare ha solo la testa polare degli acidi grassi che si lega, quindi è
maggiormente satura, e rende il trigliceride poco reattivo
FOSFOLIPIDI
2 catene acidi grassi uniti ad 1 glicerolo. (è praticamente un trigliceride senza un acido
grasso) La parte di OH rimasta più reattiva si lega ad un fosfato e ad una colina. (Si può
legare a OH anche solo un alcol).
Le molecole fosfolipidiche sono molecole anfipatiche, presentano una testa idrofila e polare
e due code idrocarburiche idrofobe e apolari. in ambiente acquoso a causa della loro natura
anfipatica, i gruppi polari si orientano verso la superficie acquosa mentre i gruppi apolari
verso il lato opposto mettendosi in contatto con i residui apolari di altri lipidi. I fosfolipidi
sono immersi totalmente dentro l'acqua, le molecole escludono le code idrofobiche dal
contatto con l'acqua per una condizione favorevole. le strutture che si formano sono micelle
unico strato di fosfolipidi o liposomi doppio strato di fosfolipidi. I fosfolipidi formano così un
doppio strato lipidico che rappresentano la base di tutte le membrane biologiche.
perciò i lipidi sono allineati con le teste polari dirette all'esterno, verso l'ambiente acquoso e
con le code idrofobiche rivolte verso l'interno del doppio strato.
La testa polare dei fosfolipidi ceridi è costituita da glicerolo, un fosfato e da un gruppo idrofilo
variabile mentre le code idrofobiche sono costituite da due acidi grassi che si legano a due
atomi di carbonio.
La colina è un amminoacido con una desinenza alcolica.
Alla testa della molecola si lega il glicerolo che forma la colla per legarsi alla parte polare, il
fosfato fa da ponte e infine c’è la parte polare (alcool, amminoacido ecc). Componenti delle
membrane plasmatiche e le membrane intracellulari.
Sfingolipide: al gruppo fosfato è legato la sfingosina
COLESTEROLO
Ha cominciato ad essere importante nella cellula perché si può inserire nella parte polare
della cellula, in quanto ha gruppo OH (può relazionarsi con la testa del fosfolipide, mentre il
resto della molecola di colesterolo interagisce con le code idrofobiche dei fosfolipidi). Il
colesterolo è presente nella membrana plasmatica delle cellule eucariotiche. E’ il precursore
degli ormoni steroidei.
Se non ci fosse il colesterolo le membrane plasmatiche sarebbero facilmente permeabili e
distruttibili.
Tutti gli ormoni steroidi entrano tranquillamente nella cellula passando la membrana.
Il testosterone (androgeno) e un estrogeno (ormone femminile) sono molecole identiche
complementari, con le parti polari agli estremi invertite. Entrambe entrano tranquillamente
nel citoplasma proprio per la presenza di 2 parti polari (C=O e OH).
Quindi gli ormoni femminili e maschili sono molto simili tra loro. Anche l’estradiolo e il
testosterone sono simili.

L’estradiolo è un ormone femminile che viene prodotto maggiormente durante il periodo


d’ovulazione. (Le gonadi producono gli ormoni, anche i surreni producono ormoni, ma il
surrene di una donna produce sia ormoni femminili che maschili.) [Nella donna quindi c’è
una percentuale di testosterone.]

Disposizione fosfolipidi in acqua: all’interno della cellula, nella quale è presente acqua, le
teste polari sono rivolte verso l’acqua (legami idrogeno). Mentre le code sono rivolte verso
l’interno e formano micelle date dalla loro unione.

PROTEINE
Preponderanti all’interno della cellula, assieme agli acidi nucleici. I più importanti in quanto
guidano la vita della cellula, gli acidi nucleici la comandano. L’espressione dei geni sul
DNA all’interno del nucleo, la trascrizione di Rna su un altro acido nucleico è
dovuto/organizzato da proteine e acidi nucleici (zuccheri e lipidi sono di servizio). L’RNA è
prodotto, maturato e trasportato dalle proteine.

ENZIMI
Catalizzano (uniscono, staccano o modificano) una reazione chimica (può avvenire anche
senza enzima e ci mette il suo tempo (), ma l’enzima accorcia questo tempo in modo
significativo), quindi accelerano i processi chimici all’interno delle cellule. I processi
chimici all’interno della cellula sono dovuti alla concentrazione dell’agente che agisce con
substrato, concentrazione substrato e enzima. (legge di Michaelis Menten)

PROTEINE DI TRASPORTO
La membrana plasmatica è a bassa permeabilità per l’acqua ed altre piccole molecole di
natura volare e idrofobica, compresi ioni di Na, K , Ca e Cl.
DIFFUSIONE SEMPLICE: I composti apolari ed i gas possono attraversare la membrana
liberamente questo è un fenomeno spontaneo perché il passaggio comporta l’aumento
dell’entropia risultando termodinamicamente favorita.
DIFFUSIONE FACILITATA: altre molecole non possono attraversare liberamente la
membrana ma hanno bisogno di proteine che ne favoriscono il passaggio quindi attraverso
trasportatori o proteine canali.
OSMOSI: È il passaggio dedicato all’acqua che passa da una soluzione più diluita, ipotonica
ad una più concentrata, ipertonica, questo fenomeno genera una pressione osmotica che
rappresenta la pressione che occorre applicare alla soluzione affinché il passaggio del
solvente non avvenga.
L’acqua può attraversare la membrana plasmatica mediante diffusione semplice e facilitata,
quest’ultima avviene mediante specifiche proteine canale denominate acquaporine , ma
l’acqua non attraverso la membrana cellulare se non mediante delle regolazioni fisiologiche.
TRASPORTO PASSIVO
Esistono tre tipi:
1 uniporto, ne passa una
2 simporto molecole vanno nella stessa direzione questo perché la seconda sfrutta il
movimento secondo gradiente di concentrazione dell’altra molecola, mentre l’antiporto le
molecole vanno in direzioni opposte
3 pompa chiamata così perché consumano energia per trasferire una molecola in un
compartimento più concentrato in un compartimento meno concentrato.
Esistono tre classi: trasportatori, canali e pompe ioniche

TRASPORTO ATTIVO
la molecola va contro gradiente consumando energia, per consentire il passaggio delle
molecole ci sono una serie di proteine trasportatrici e per consentire il passaggio le proteine
devono comunque cambiare la loro conformazione.

PROTEINE FILAMENTOSE
Si trovano nel citoplasma dei procarioti, che poi diventeranno proteine fondamentali,
evolute come le proteine all’esterno della membrana plasmatica (ambiente extracellulare)
ma attaccate ad essa. Sono dette selectine. Ci sono anche proteine attaccate alla
membrana
ma sono verso l’interno (spettrine).

PROTEINE CONTRATTILI
Microfilamenti, filamenti di miosina, protofilamenti contrattili

PROTEINE MOTRICI
Trasportano e consumano energia.
Possono essere ricettori situati sulla membrana plasmatica o su quelle intracellulari, per
captare segnali. Segnalando una cellula, può conformarsi e innescare un processo
all’interno
della cellula (es. stacca una molecola ecc). Innescare un processo=trasduzione del
segnale.
Si possono organizzare in più proteine a formare dei canali, per far passare molecole
specifiche che fanno legami chimici corretti (es. canali proteici ecc)

ALTRE PROTEINE
Ormoni proteici (che produce l’ipofisi, ghiandola endocrina)
Anticorpi

PROTEINE ESTRINSECHE
legate sulla superficie esterna o su quella citosolica della membrana mediante interazioni
non covalenti.
PROTEINE INTRINSECHE
penetrano in profondità nel doppio strato lipidico della membrana a cui sono saldamente
ancorate con legami idrofobici. Le proteine integrali possono attraversare completamente il
doppio strato fosfolipidico, proteine transmembrana, oppure uno solo dei due foglietti.
Queste proteine attraversano il doppio strato mediante un dominio ad alfa elica.

Le proteine intrinseche di membrana, alcune di esse sono associate la superficie citosolica


con un Alfa elica anfipatica che si ripartisce nel monostrato DP dico tramite la faccia
idrofobica dell'elica. la maggior parte delle proteine intrinseche invece è transmembrana e
può estendersi attraverso il doppio strato fosfolipidico sotto forma di singola elica oppure
eliche multiple, Oppure ancora come un foglietto Beta arrotolato che forma un barile. alcune
delle proteine transmembrana singola elica o ad elica e multiple possono essere attaccate
ad una catena di acido grasso inserita nel monostrato lipidico citosolico.
proteine ancorate- Sono proteine ancorate alla membrana tramite una catena di acido
Grasso o un gruppo prenilico oppure tramite un versante non citosolico.

CARBOIDRATI
Formula generale
Ruoli nella cellula
-Importante funzione metabolica
-Componenti degli acidi nucleici
-Sistemi per l’attrazione dell’acqua (gruppi OH richiamano molecole di )
-Ramificazioni di zuccheri+proteine ripiegate: formano una superficie per riconoscere
enzimi (per formare ricettori di membrana; fare enzimi; usare zuccheri come codice
identificativo)

Gli zuccheri complessi fanno maggiormente parte delle cellule vegetali in quanto esse
compiono la glicosintesi.

Gli zuccheri possono essere:


-Monosaccaridi: formati da un solo zucchero, possono essere triosi, pentosi, esosi ecc
-Polisaccaridi: formati da più zuccheri
-Disaccaridi: formati da 2 zuccheri

I carboidrati sono formati da un gruppo carbonilico + vari gruppi alcolici.


Se il gruppo carbonilico è un chetone chetosi
Se il gruppo carbonilico è un aldeide aldosi
Il è chirale: lega 4 gruppi diversi e forma due isomeri ottici (destrogiro e levogiro, essi
hanno ruoli biologici distinti)

Pentosi ed esosi
In soluzione si possono presentare con 2 strutture diverse:
Forma ciclica;
Forma aperta

Pentosi: Ribosio e Desossiribosio

RIBOSIO
4 gruppi con C e 1 gruppo con O + 1 gruppo con C esterno (carbonio 5).
Presenta un gruppo OH attaccato al carbonio 2. È più reattivo
DESOSSIRIBOSIO
Gruppo H al posto del gruppo OH

Il gruppo C che sta fuori () fa legami chimici più importanti


Che differenza c’è tra ribosio e desossiribosio?
Il ribosio è lo zucchero presente nell’RNA, si lega alle basi azotate comuni col DNA
(adenina, guanina, citosina) ma anche all’uracile (non presente nel DNA).
Il desossiribosio è lo zucchero presente nel DNA e si lega alla timina, che non ha l’RNA.

Esosi: glucosio L’energia circola all’interno degli anelli

Zuccheri cellulari

Amido (cellule vegetali): catena lineare di monomeri in configurazione alfa. Simile


al glicogeno e differenziati solamente dalla parte finale della loro struttura. Principale
riserva energetica delle piante, si accumula nelle foglie e nel fusto.
Glicogeno (cellule animali): catena lineare di monomeri in configurazione alfa.
Simile all’amido e differenziati solamente dalla parte finale della loro struttura. Fonte
di deposito e riserva di glucosio negli animali, si accumula nel fegato.
Cellulosa (cellule vegetali): E’ un altro polimero dato dal glucosio in configurazione
beta con gli ossidrili che giacciono su parti opposte del piano; la catena è sempre
lineare e questo polimero non ha funzione energetica, ma solo strutturale (parete
cellulare di rivestimento).

Cotone
Cellulosa più resistenti in quanto derivati da zuccheri
Viscosa

Seta proteina + zucchero. Si ottiene dal bozzolo prodotto da bachi da seta. Si


denatura in quanto fibra proteica
Lana cheratina: proteina senza zuccheri. Si denatura ad alte temperature.
Il nostro sistema enzimatico è in grado di riconoscere legami e molecole del glucosio, al
contrario della cellulosa, per noi inscindibile.

Glucosio e funzioni:
-Estrazione di energia
-Riserva energetica
-Costruzione di molecole
Disaccaridi
Lattosio: galattosio + glucosio
Saccarosio: fruttosio + glucosio
Maltosio: glucosio + glucosio
Cellulosa: tutto glucosio (polisaccaride)
Zuccheri particolari:
Con gruppo metilico : es. fucosio
Con gruppo carbossilico COOH: formazione di un acido (es. acido glucoranico)
Con gruppo ossidrilico CH2OH: desinenza alcolica (lo zucchero prende il suffisso
–OLO) es. sorbitolo
Con gruppo amminico + acetilico: N-acetil- glucosammina (miscuglio tra
amminoacido e zucchero, ha una buona capacità di legarsi con le proteine nonostante
sia classificata nei glucidi/zuccheri; ha connotati amminici e acidi desinenza con
gruppo acido)
Chitina: zucchero amminico che costituisce l’involucro elastico e resistente degli insetti (o
tutti gli artropodi). È un disaccaride legato ad altri disaccaridi.
ATP adenosina trifosfato

1 pentoso: ribosio
Base nucleotidica: adenina (purina). È detta base azotata in quanto è legata all’azoto
(a differenza dello zucchero che ha carbonio, essa ha tanti azoto)
3 gruppi fosfato
La cellula è in grado di utilizzare una stessa molecola modificandone i componenti per
trasformarla in molecola energetica o base nucleotidica.
Esempio
ATP ADP (2 gruppi fosfato) o AMP (1 gruppo fosfato)

Guanina (purina): GTP (guanosina trifosfato)


GDP (guanosina difosfato)
In condizioni acquose si stacca il legame fosfato. Vi è una rottura di legame attraverso
l’acqua che libera energia.

MECCANISMI DI TRASPORTO ATTRAVERSO LE MEMBRANE


La membrana è facilmente permeata da gas come l’ossigeno e l'anidride carbonica il cui
passaggio avviene secondo gradiente di concentrazione, i gas si spostano da un comparto a
maggiore concentrazione verso quello a più bassa concentrazione questo passaggio
avviene senza dispendio di energia.
I composti apolari e di gas seguono la legge di diffusione semplice con cui si raggiunge la
stessa concentrazione tra l’ambiente esterno e quello interno.
Il processo che avviene con queste modalità è chiamato diffusione semplice.
Altre molecole sono totalmente impedita nell’attraversare la membrana con questa modalità
e per questo sono necessarie delle proteine che ne favoriscano il passaggio perciò si parla
di diffusione facilitata.

DIFFUSIONE SEMPLICE:
Non ha bisogno di proteine canale o carrier.
Le molecole passano liberamente nel doppio strato, si tratta di gas apolari come ossigeno e
anidride carbonica e composti con azoto.
Passaggio avviene secondo gradiente di concentrazione e non avviene velocemente a
seconda del tipo di molecola.
Maggiore è la differenza di concertazione maggiore è il trasporto.
Una molecola più grande ha più fatica ad attraversare lo strato a differenza di una più
piccola.

OSMOSI
Passaggio particolare rappresentato dall’acqua che passa da una soluzione più diluita,
ipotonica, ad una più concentrata, ipertonica. Questo fenomeno genera una pressione
osmotica che rappresenta la pressione che occorre applicare alla soluzione affinché il
passaggio del solvente non avvenga.
La pressione osmotica è proporzionale alla concentrazione delle particelle del soluto, l’acqua
come abbiamo visto Può attraversare la membrana plasmatica mediante una diffusione
semplice, ma anche attraverso una diffusione facilitata. Quest’ultima viene mediante
specifiche proteine canale denominate acquaporine.

DIFFUSIONE FACILITATA
vi è l’intervento di alcune proteine di membrana, carrier e canali.
Carrier- lega selettivamente una molecola, che può essere esempio glucosio, a causa di
questo legame avviene un cambiamento conformazionale e il glucosio viene liberato
all’interno o esterno della cellula.

Trasportatori: sono proteine integrali di membrana che permettono il passaggio di una


specifica molecola o ione, per i quali sono provvisti di un sito di legame specifico.
I passaggi delle molecole si dividono in:
-UNIPORTO, quando il passaggio avviene secondo gradiente di concentrazione
-SIMPORTO, quando un trasportatore accoppia uno ione che procede secondo gradiente di
concentrazione con il passaggio di un’altra molecola o di uno ione contro gradiente, abbiamo
quindi un co trasporto.
Solitamente il co trasporto è lo ione sodio che ha un forte gradiente elettrochimico
dall’esterno all’interno e questo permette il trasporto di molecole come il glucosio o gli
aminoacidi
-ANTIPORTO, il passaggio si ha in senso contrario.

Quando viene utilizzato lo stesso trasportatori per far passare le molecole questi
trasportatori vengono chiamati anche misti o accoppiati, quindi pur essendo distinti canali
l’apertura di uno genera una modificazione molecolare e conseguente apertura dell’altro.
Un trasportatore misto o alternare due conformazioni diverse:
-in una il sito legame è all’esterno della cellula
-L’altra è esposto nel versante intracellulare
La probabilità con cui il trasportatore lega la molecola è dipendente dalla sua concentrazione
sui due versanti.

CANALI IN GENERALE
sono formati da proteine integrali di membrana che permettono il passaggio di acqua e ioni,
da amminoacidi idrofiliche e permette l’ingresso di ioni in fila indiana.
Il meccanismo di apertura e chiusura può essere mediato da specifici segnali:
-LIGANDO DIPENDENTI, quando il ligando si lega un sito nel versante extracellulare o
intracellulare
-TEMPERATURA DIPENDENTI, normalmente sono aperti
-VOLTAGGIO DIPENDENTI, per differenza di segnale trans-membranale
-MECCANICO DIPENDENTI, attivati da uno stimolo meccanico per deformazione della
proteina canale
-LUCE

Esistono più tipi di canali


-porine
-canali ionici
-ATP ASI di trasporto ( di tipo, P,F e V)
-Permeasi
-Cotrasportatori

PROTEINE CANALE O CANALI ACQUOSI


le proteine canale sono proteine integrali di membrana che permettono il passaggio di acqua
e di ioni in condizioni termodinamicamente favorite sia di gradiente di concentrazione che di
gradiente elettrochimico.
CANALI DI TRASPORTO PER L’ACQUA O ACQUAPORINE (sono nei mitocondri,
cloroplasti e membrane)
Le acquaporine vengono classificate in acquaporine dei procarioti e degli eucarioti.
La permeabilità dell’acqua è altamente selettiva ed avviene grazie a tre regioni che
costituiscono il canale che a forma di clessidra, vestibolo extra cellulare che accoglie le
molecole di acqua, una regione del poro contenente il filtro di selettività, il quale fa entrare
solo acqua poiché la grandezza del canale permette il passaggio di sole molecole di acqua e
il vestibolo intracellulare che consente il rilascio delle molecole di acqua nel citoplasma.
Nelle cellule eucariote il poro è costituito da 4 subunità identiche.
Nei procarioti, le porine sono caratterizzate dalla presenza di segmenti transmembrana e
lasciano passare molte molecole di acqua, il canale di membrana acquoso è costituito da un
tetrametro costituito da quattro subunità. Ogni subunità è costituita da una coppia di proteine
che attraversano la membrana due volte e dei segmenti che parzialmente attraversano la
membrana e continuano con anse proteiche che rappresentano la sequenza di aminoacidi
chiave per fare legami idrogeno con le molecole di acqua.

PROTEINE DI TRASPORTO
La membrana plasmatica è a bassa permeabilità per l’acqua ed altre piccole molecole di
natura volare e idrofobica, compresi ioni di Na, K , Ca e Cl.
DIFFUSIONE SEMPLICE: I composti apolari ed i gas possono attraversare la membrana
liberamente questo è un fenomeno spontaneo perché il passaggio comporta l’aumento
dell’entropia risultando termodinamicamente favorita.
DIFFUSIONE FACILITATA: altre molecole non possono attraversare liberamente la
membrana ma hanno bisogno di proteine che ne favoriscono il passaggio quindi attraverso
trasportatori o proteine canali.
OSMOSI: È il passaggio dedicato all’acqua che passa da una soluzione più diluita, ipotonica
ad una più concentrata, ipertonica, questo fenomeno genera una pressione osmotica che
rappresenta la pressione che occorre applicare alla soluzione affinché il passaggio del
solvente non avvenga.
L’acqua può attraversare la membrana plasmatica mediante diffusione semplice e facilitata,
quest’ultima avviene mediante specifiche proteine canale denominate acquaporine , ma
l’acqua non attraverso la membrana cellulare se non mediante delle regolazioni fisiologiche.
TRASPORTO PASSIVO
Esistono tre tipi:
1 uniporto, ne passa una
2 simporto molecole vanno nella stessa direzione questo perché la seconda sfrutta il
movimento secondo gradiente di concentrazione dell’altra molecola, mentre l’antiporto le
molecole vanno in direzioni opposte
3 pompa chiamata così perché consumano energia per trasferire una molecola in un
compartimento più concentrato in un compartimento meno concentrato.
Esistono tre classi: trasportatori, canali e pompe ioniche

TRASPORTO ATTIVO
la molecola va contro gradiente consumando energia, per consentire il passaggio delle
molecole ci sono una serie di proteine trasportatrici e per consentire il passaggio le proteine
devono comunque cambiare la loro conformazione.
CANALI IONICI
Sono proteine integrali che permettono il passaggio selettivo per un determinato ione o
coppie di ioni.gli ioni percorrono questi canali senza consumo di energia e sempre a favore
di gradiente elettrochimico.
Bisogna notare che lo ione sodio siano più concentrati all’esterno della cellula, al contrario lo
ione potassio è più concentrato all’interno della cellula.poiché lo ione potassio a una carica
positiva inferiore a quella del sodio, rende l’interno della membrana plasmatica negativo e di
conseguenza positivo l’esterno.questa differenza di cariche determina una differenza di
potenziale membrana. Il Canale ionico si apre e si chiude velocemente, quando gli ioni
attraverso la membrana non si spostano tutti, ne passano solo una piccola percentuale.

canale ionico- proteina trans membrana, si apre e si chiude rapidamente e mediante la sua
apertura secondo gradiente, permette il passaggio degli ioni. quando questi passano ne
passano una sola parte. Ai lati della membrana plasmatica gli ioni si dispongono con
concentrazione diversa, alcuni più abbondanti nella cellula e altri meno al di fuori. per
consentire questo passaggio è necessario che questi ioni debbano tornare indietro per
ricreare la concentrazione iniziale. es 145 molecole attraverso il canale ne passano 45,
queste si andranno a sommare alle 12 già presenti nell’ambiente cellulare, per consentire
nuovamente questo passaggio di ioni dall’ambiente extracellulare a quello intracellulare,
quelle 45 molecole di ionio sodio devono essere riportate nell’ambiente extracellulare.
portando di fuori queste molecole si sta facendo un lavoro secondo contro gradiente,quindi
si consuma energia.
Ruolo del sodio- che entra secondo gradiente mentre il calcio esce contro.
Sodio attraversa membrana plasmatica attraverso due canali
- canale voltaggio dipendente,una catena sola, che si apre quando c’è un cambiamento del
voltaggio di membrana ovvero quando c’è stato già un passaggio di ioni da una membrana
all’altra.
-enac, presenti nel tessuto epiteliale

canale Calcio- ione estremamente abbondante all’interno di un reticolo endoplasmatico


specializzato, cioè il reticolo sarcoplasmatico. Quando il calcio entra nella cellula deriva
dall’esterno o dal reticolo sarcoplasmatico. I canali che consentono questo passaggio
secondo gradiente li troveremo nella membrana plasmatica e anche nel reticolo.
il calcio dovrà essere nuovamente trasportato nella membrana extracellulare.
serie di modalità con la quali i canali possono essere aperti:
-ligando dipendente: questo ligando può arrivare dall’ambiente extracellulare e che si va a
legare al canale , quindi significa che questo canale ha un sito specifico per questo ligando,
che quando si lega la proteina il canale si apre e il calcio passa.
-Questo canale può avere anche un ligando che può essere aperto mediante un ligando
intracellulare, quindi esistono ligandi all’interno della cellula che si legano al canale ionico e
consentono l’apertura.
nel caso dell’intracellulare potrebbe essere il calcio stesso, che può essere usato come
ligando per aprire il canale perché il calcio ha un’alta affinità per una proteina che si chiama
calmodulina, il calcio si lega a questa e insieme diventa il ligando che apre il canale stesso.
-questo canale nella membrana può legarsi ad un altro canale a calcio già presente oppure
può essere che quel calcio con la calmodulina può aprire dei canali ionici situati sul reticolo
sarcoplasmatico.
il canale a calcio è fatto di cinque subunità, la subunità più importante è alfa 1, dove
abbiamo abbiamo alfa eliche, anse p. abbiamo quattro domini e quando la catena si chiude
su se stessa le anse p creano il filtro di selettività, il poro. le altre subunità servono per
controllare l’affinità del canale a calcio.
il calcio ha carica positiva quando attraversa il canale ionico ha il guscio quando esce è
nudo. la carica positiva serve per legarsi a qualche ossigeno che è nel filtro di selettività e
porta parziale carica negativa. in questo caso l’ossigeno è esposto dal glutammato
(amminoacido) carico negativamente, in questo caso l’ossigeno carico negativamente viene
fornito dal gruppo carbonilico del glutammato, che è specifico per il calcio che passa più
lentamente. ciascuna ansa p porta un glutammato. il punto dove passa il calcio si chiama
“locus eeee” perché il glutammato può essere scritto come, quattro glutammati.
il calcio è essenziale per il rilascio dei neurotrasmettitori quindi essenziale per l’attività
sinaptica, neurone iper eccitato rilascia neurotrasmettitori. quello che succede è fornire
benzadenzimine, spengono l’attività del calcio.

canale cloro- due subunità,ione carico negativamente, non è specifico per il cloro ma è
specifico per gli anioni cioè ioni carichi negativamente. ci sono 18 alfa eliche. qui sembra
che una subunità sia simile all’altra. ci sono quattro alfa eliche, hanno un positivo e un
negativo ciascuna, queste alfa eliche all’interno del canale si orientano in modo tale da
avere verso l’interno la parte positiva in questo modo si formano dei legami favorevoli tra il
cloro e gli amminoacidi che sono carichi positivamente in quelle eliche. il canale, come in
tutti i filtri di selettività, assume una forma a clessidra. questo canale quando è chiuso, è
chiuso da un glutammato(carica negativa), questo amminoacido funziona da porta. significa
che fino a che non arriva uno stimolo questo glutammato chiude l’ingresso perchè essendo
carico negativamente formerà dei legami elettrostatici con quegli amminoacidi carichi
positivamente con i quali formerà dei legami. anche il glutammato formerà dei legami e in
questo momento il canale viene chiuso. Ciò che può aprire il canale è il voltaggio dipendente
o ligando che si lega al canale del cloro. si può aprire anche attraverso il cloro stesso, se
arrivano tante molecole di cloro sono loro stesse che forzano la porta che si aprirà.
i canali a cloro si dividono in tre categorie
clc, poi cfcr quelli che consentono il passaggio al cloro e che se hanno qualche
complicazione causano la fibrosi cistica, infine i recettori gamma.
il canale al cloro ha alfa eliche che si comportano come quelle del canale al potassio,
abbiamo due alfa eliche che consentono al cloro di fermarsi all’interno della cavità centrale,
poi arriva altro cloro che andrà diretto verso il filtro di selettività.

Canale potassio
È formato da quattro subunità identiche, ognuna delle quali è costituita da proteine integrali
di membrana e un tratto proteico, ovvero l’ansa P, Che rappresenta il filtro di selettività
formato da risibili ossidrilici che stabilizzano lo ione K+. Questo forma legami ad idrogeno
con i residui del filtro di selettività, liberandosi dell’acqua legata per disidratarsi e reidratarsi
all’uscita dal canale.i canali voltaggio dipendenti hanno il gating, che è un meccanismo di
chiusura e apertura che si basa sullo spostamento di un segmento proteico, dovuto al
cambiamento di polarità della membrana.
Il segmento è costituito da amminoacidi che più vengono respinti verso l’alto quando la
membrana del dominio citoplasmatica o diventa da meno a più concentrata.
canale sodio
Non tende ad entrare nella cellula per diffusione facilitata, questo canale è attribuito al
passaggio di Na E inoltre avviene anche il passaggio di altre molecole.
Il canale di Na uniporto possono essere di tre tipi:
1) uniporto ligando-dipendenti
2) canali voltaggio-dipendenti
3) canali epiteliali enac
Il secondo è simile a quello di K: È costituito da una sola proteina che passa per intera nella
membrana per 24 volte e a quattro anse P che sono rivolte verso la porzione extracellulare
della cellula e creano il filtro di selettività. Questi canali sono presenti nelle cellule nervose,
muscolari lisce ecc.
nel secondo vengono mediati il flusso degli ioni sodio nelle cellule dell’epitelio e
dell’intestino. Il loro funzionamento fa sì che si apre un canale UNI porto vicino per lo ione K
poiché si crea una locale inversione di potenziale di membrana; quando si apre il canale
sulla superficie cellulare, il meccanismo di chiusura preserva la cellula da una vasta entrata
di ioni Na.

PARETE CELLULARE
una struttura Diffusa sia nei Procarioti sia negli eucarioti, batteri, piante e i funghi. La parete
rappresenta un rivestimento esterno alla membrana plasmatica che conferisce alla cellula
una protezione chimica, fisica e meccanica.la produzione della cellula ha come funzione
quella di proteggerla dagli insulti ambientali, all’impedire la perdita o l’acquisizione eccessiva
di liquidi.la parete cellulare può essere coinvolta nell’azione patogeno di alcuni batteri funghi.

La parete cellulare dei batteri conferisce la forma caratteristica diversi batteri e protezione
degli agenti esterni, in base a differenze di struttura della parete distinguiamo attraverso la
colorazione di Gram, batteri Gram positivi e Gram negativi. I Gram negativi presentano
anche una seconda membrana cellulare ricca di lipopolisaccaridi che sono implicati nei
processi patogenetici. I lipopolisaccaridi hanno 1 catena di saccaridi divisa in 2: parte
esterna composta da olisaccaridi. Parte centrale composta da polisaccaridi che si deve
legare ad un fosfolipide nonché quello che conferisce patogenicità al batterio. Parete Gram
positivi- sopra la membrana plasmatica c’è una parete cellulare formata da peptidoglicano,
acido tecloio e proteine
Parete Gram negativi- dopo la membrana plasmatica c’è sempre uno strato di parete
cellulare ma poi sopra la parete c’è un’altra membrana esterna.

La parete cellulare dei funghi è composta da polimeri fibrosi a base di carboidrati che
formano una struttura sulla quale diverse proteine si inseriscono per produrre una struttura
robusta e flessibile. La parete cellulare dei funghi a uno strato interno formato da una base
di chitina e uno strato esterno formato da polisaccaridi.

La parete della cellula vegetale è fatta di tre strati, la lamella mediana, la parete primaria e la
parete secondaria.la lamella mediana è composta da pectina ed è a consistenza gelatinosa,
la parete primaria è composta da cellulosa che permette l’accrescimento della cellula e
infine la parete secondaria(struttura finale) struttura rigida, con le fibre di cellulosa disposte
in modo ordinato.
POMPE IONICHE
le pompe ioniche sfruttano l’idrolisi di ATP per trasportare ioni e cationi contro gradiente.e
esse si dividono in quattro classi:
- ATP asi P
- ATP asi F
- ATP asi V
- ABC

ATP ASI P
Le ATPasi P sono utilizzate per il trasporto di ioni, queste pompe sono composte da una
catena polipeptidica. Essi si trovano sia nella membrana che nella membrana del reticolo
endoplasmatico dico.
Le pompe ioniche più comuni sono la Na+/K, essi sono un trasportatore antiporto che serve
per mantenere il gradiente elettrochimico tra citoplasma e parete cellulare.
Meccanismo di trasporto Na+/K+ trasportatore antiporto
1) nel momento che il dominio citoplasmatica aperto consente legame di BNa+. Al
dominio citoplasmatico allegato la ATP.
2) Nel momento che gli ioni entrano nel canale avviene la fosforilazione, la parte delle
pompe rivolte verso il cielo plasma si chiude e si apre la parte extracellulare
3) Rilascio dei B ioni Na+
4) Il rilascio dei tre ioni lascia libero il sito di attacco per i 2K+, il quale opera contro
gradiente
5) In seguito avviene la defosforilazione, si apre così il dominio verso il citoplasma
6) Gli ioni K+ si rilasciano solo quando vi è l’attacco dell’ATP

APT ASI F
Le pompe F sono costituite da più subunità proteiche e si trovano nelle membrane dei
mitocondri, dei cloroplasti e dei batteri.
La pompa F si produce ATP e permette ai protoni di passare secondo gradiente.

Nei cloroplasti viene utilizzata l’energia luminosa.


I cloroplasti hanno doppia membrana, in quella interna troviamo della struttura chiamata
tilacoidi che possiedono una cavità chiamata stroma.
Le proteine F si trovano nelle membrane interne dove vi sono anche i fotosistemi che
essendo immersi nella membrana tilacoidale, assorbono la luce.
Questi fotosistemi sono costituiti da tante molecole di clorofilla, con al centro 2 clorofille
speciali che formano il centro di reazioni.
L’energia luminose colpisce le clorofille, fa sì che si muovono da una clorofilla all’altra
raggiungendo il centro di reazione.
Il centro di reazione è in contatto con una serie di proteine che formano la catena di
trasporto degli e- che serve per passare da un livello di energia + altre a una + bassa, in
modo che l’energia rilasciata venga sfruttata per rendere i protoni fuori dai tilacoidi per
essere trasportati all’interno.
L’interno dei tilacoidi è così ricco di protoni, mentre l’esterno è povero. Per ritornare alla
condizione iniziale, i protoni non possono attraversare la doppia membrana, usano la pompa
F che per far passare i protoni produce ATP.
Gli e- persi dalle clorofille speciali vengono calmati dalla scissione dallH2O, altrimenti il ciclo
non potrebbe ricominciare.

Nei mitocondri
Hanno una doppia membrana, quella interna racchiude la matrice mitocondriale, ovvero uno
spazio tra la membrana interna ed esterna. La pompa F si trova nella membrana interna.
In questi organuli: 2 ambienti diversamente ricchi di protoni si formano: per produrre ATP si
parte dalla glicolisi, il quale avviene nel citoplasma, questo processo porta alla formazione di
ATP che però non è quello sfruttato.
Dalla glicolisi viene prodotto piruvato che entra nella matrice del mitocondrio, entrando
inoltre a far parte del ciclo di krebs, producendo 2 molecole di NADH e FADH.
Esse sono importanti perché possono passare da NADH->NAD+ e FADH->FAD+
rilasciando protoni ed elettroni che andranno a finire nella catena di trasporto degli elettroni.
Questo e- passando da una carica + alta ad una +bassa liberano energia che viene sfruttata
da pompe protoniche che servono per portare protoni nello spazio mitocondriale,
producendo ATP

Nei batteri, troviamo una particolare pompa F, pompa batteriorodopsina.


Essa si trova nei batteri di colore violaceo dovuto alla presenza della retina ali e tra le alfa
eliche, ovvero una proteina che ogni volta che viene colpita da energia luminosa diventa
viola.
I protoni che si trovano nell’ambiente citoplasmatica si legano alla retinale modificando la
struttura.
nel momento che il retinale viene colpito da energia luminosa rilascia i protoni i quali
andranno, con un corso contro gradiente, nell’ambiente extracellulare

In generale le pompe effe sono formate da due strutture F0 e F1


La F1 È immersa nella matrice, ed essa è legata all’altra formando subunità.
La F0 È immersa nella membrana transmembrana, essa è costituita da tante subunità C
legate alle subunità A.
Il protone entra nella subunità a “emicanale”, si va a levare alla subunità c che scatta e gira.
Perciò ogni volta che entra un protone la struttura ruota. dopo aver compiuto tutto il giro il
protone si ritroverà vicino alla subunità a dove c’è un canale d’uscita.
La parte F0 è legata alle F1 grazie alle subunità “epsilon” e “Delta”, le quali funzionano da
cardine perciò anche la parte F1 gira producendo ATP.
Movimento meccanico viene trasformato un prodotto chimico. I protoni avendo carica
positiva si lega alla subunità C tramite l’amminoacido aspartico presente in essa.(nella
pompa V troviamo l’amminoacido glutammato) amminoacido carico negativamente che
permette il legame con il protone.
Nel momento che il protone esce, l’aspartico rimane privo di protoni quindi carico, per evitare
che si leghi,
L’0 si va a legare con un altro amminoacido carico positivamente “arginina”- legame
elettrostatico tra arginina+glutammato/aspartico.
I protoni liberi nella pompa F si a vanno a legare con gli e- liberi e con “l’o” per formare H2O.
Nelle pompe V invece vengono usate per aiutare la concentrazione di protoni e diminuire il
Ph.
Nella subunità F1, oltre alla rotazione, è importante sapere che il movimento parte ad un
cambio conformazionale delle alfa e beta, ogni subunità subisce un cambio con formazione:
1- prima subunità- rotazione esterna ATP e entra ADP+P
2-seconda subunità- altro scatto- maggiore affinità per ADP+P
3- terza subunità- altro scatto maggiore affinità per ATP

Ogni scatto cambiano la conformazione, rimane perciò la stessa subunità, ma cambia


affinità di legame o per ADP fosfato inorganico e ATP
Ha infatti 3 fasi:
-L- legame debole
-T- legame forte
-O

MANCA ATP ASI V


la pompa V è importante perché nel suo interno c’è il glutammato che concede la carica
negativa di cui ha bisogno il protone. Quando il protone esce, la sua carica negativa
dell’amminoacido, per evitare che faccia danni, crea un legame elettrostatico con la carica
positiva di un altro amminoacido, ovvero l’arginina ( presente nelle acquaporine) ( o con il
glutammato o con l’aspartico, in base alla pompa). Quando poi il protone viene rilasciato Per
la pompa F non c’è alcun influenza, perché è come se fossero due proteine di scarto anche
se poi, legandosi con i due rilasciati dal trasporto formano H2O

RECETTORI
Percepiscono segnali dall’esterno e li comunicano all’interno della cellula dando il via ad una
segnalazione all’interno di quest’ultima, i recettori saranno proteine integrali di membrana
condominio extra, intra e trans membrana che interagiscono con i ligandi.
I recettori e sono in grado di legare le molecole segnale e nel citoplasma oppure sul
versante esterno della membrana cellulare, attribuiscono alla cellula la capacità di reagire ad
un ligando, in assenza di recettori che sono in grado di interagire con un determinato
ligando, questo non avrà effetto sulle cellule.
I recettori possono essere classificati in vari modi troviamo gli intracellulari, che sono in
grado di interagire con il ligando e i recettori di membrana che sono in grado di legare i
ligandi sul versante extracellulare della membrana. I leganti polari non riescono ad
attraversare la membrana plasmatica e determinano un effetto solo dopo aver legato il loro
specifico recettore di membrana. I ligandi apolari invece possono attraversare passivamente
la membrana plasmatica e di conseguenza si ritrovano anche nel citoplasma.

I recettori di membrana sono tre e sono i recettori associati a canali ionici, i recettori
associati ad enzimi ed i recettori associati a proteina G.
Nel primo caso, i recettori sono associati ad un canale ionico e dopo legame con il ligando,
cambiano conformazione determinando l’apertura di un canale ionico che consentirà il
rapido ingresso o all’uscita di uno ione. Il legame del recettore con il ligando determina un
cambiamento conformazionale tale per cui gli ioni possono attraversare il canale che sia
aperto ed entrare nel citoplasma della cellula bersaglio (Na+ o il Ca2+)
Esempio di recettore associato al canale ionico:
Attivazione della muscolatura volontaria da parte dell'acetilcolina rilasciata dai neuroni. In
caso di potenziale di azione, il neurotrasmettitore in questo caso l’acetilcolina è rilasciata
nello spazio sinaptico, tra la terminazione nervosa e la fibrocellula muscolare.quest’ultima
presenta sulla propria superficie dei recettori per l’acetilcolina associati ad un canale
ionico.l’acetilcolina si lega al recettore e ne promuove il cambiamento conformazionale allo
stato aperto.l’apertura del canale ionico consente l’influsso di sodio e l'efflusso di potassio. Il
cambiamento negli equilibri ionici che interviene nella fibrocellula muscolare avvierà poi degli
eventi e si concluderà con la contrazione del muscolo.

Recettori associati ad enzimi- la formazione di ligando-recettore sul versante extracellulare


arriva la funzione catalitica del recettore sul versante intra-citoplasmatico. Quest’azione
enzimatica è associata all’attività di fosforilazione di proteine citoplasmatiche. Possiamo
osservare come i recettori associati ad enzimi possono ulteriormente essere distinti in
recettori dotati di una propria attività enzimatica, oppure nel recettori che dopo aver legato il
ligando assumono una conformazione tale da poter legare enzimi citoplasmatici, che a
questo punto si attivano ed attribuiscono al complesso ligando-recettore le funzioni
enzimatiche.
Un esempio di recettori è dotato di attività enzimatica e è rappresentato dal recettore per
l’ormone insulina.
L’insulina lega sul versante extracellulare il proprio recettore, che acquisisce sul versante
citoplasmatica la capacità di fosforilare numerose Protein kinasi, avviando così la
trasduzione del segnale.questa è sostenuta dal glucosio che entrerà grazie al trasportatore
per il glucosio rappresentato da GLUT-4.
Questo trasportatore normalmente è collocato a livello citoplasmatica, ma la via di
trasduzione avviata dall’insulina fa traslocare ciò in membrana dove sarà consentito
l’ingresso di glucosio nella cellula per diffusione facilitata.il calo del glucosio a livello
extracellulare determina un abbassamento della glicemia dell’organismo ossia la
concentrazione di glucosio nel sangue. L’azione dell’insulina consente di mantenere il livello
glicemico dentro valori ben definiti.

Recettori di membrana associati a proteina G


Questi recettori sono appunto associati ad una proteina, detta G per la sua capacità di
legare il nucleotide trifosfato GTP.
Le proteine G sono annesse al versante citoplasmatica della membrana plasmatica e
presentano tre subunità identificate dalle lettere alfa, beta e gamma. La subunità alfa è
normalmente legata al nucleotide di fosfato GDP ed alle altre due subunità.quando il ligando
lega il recettore associato alla proteina G, questo modifica la sua forma rilasciando GDP
dalla subunità alfa che sostituirà il GDP con il GTP.
questa sostituzione promuove la dissociazione fra la subunità alfa -GTP e le altre due
subunità beta e gamma.
In seguito allo sganciamento del ligando e defosforilazione della subunità alfa GT P si
creano le condizioni perché il recettore di membrana associato a proteina G si riconduca alla
conformazione nativa iniziale.
La subunità attivata alfa GT P è in grado di attivare l’azione catalitica di un enzima che
trasforma l’ATP nel nucleotide ciclico Camp.
Il campo è un secondo messaggero perché rappresenta un Alter Ego del ligando.

FAGOCITOSI
AUTOFAGIA
il mitocondrio viene circondato da una membrana per formare l’autofagosoma.
con l’autofagia la cellula inizia a degradare e a mangiarsi pezzi propri. Questo sistema forma
gli autofagosomi per mangiare i propri pezzi appunto e poi porterà alla morte cellulare,
quindi serve in condizioni fisiologiche o patologiche. La cellula potrebbe trovarsi in situazioni
sfavorevoli e pensa sia meglio automangiarsi, per mantenere l'autostasi.
Il prodotto finale è sempre il lisosoma, perchè è quella struttura finale dove avviene la
degradazione dei materiali presi dall’esterno. Lisosoma Ph acido, troveremo infatti pompe V,
che pompano protoni all’interno dell’endosoma che poi diventa lisosoma.
Lisosoma prodotto di maturazione degli endosomi. Il Ph si abbassa per far lavorare gli
enzimi in un ambiente acido, perciò le pompe portano i protoni per creare quest’ambiente.
Componente i lisosomi svolgono molte funzioni nella cellula, essi si formano da vescicole di
Golgi che prendono autonomia selezionando determinati enzimi che poi vengono attivati da
un Ph acido. I lisosomi sono importantissimi per il fenomeno di autofagia, fenomeno che
avviene per rimuovere eventuali organuli cellulari che si sono danneggiati. tale fenomeno
solitamente viene mediato da prima della formazione di un doppio rivestimento dell’organo
bersaglio da parte del reticolo endoplasmatico e poi dalla fusione tra questa vescicola e il
lisosoma. Gli enzimi lisosomiali distruggono lo strato interno della membrana portando la
distruzione dell’organulo il residuo sarà un granulo pigmentato conosciuto come lipofuscine.

TRASLOCAZIONE
mitocondri, perossisomi, reticolo e cloroplasti. tutte le altre strutture di membrana ricevono
proteine non direttamente ma attraverso trasporto vescicolare dal golgi.
2 modalità di trasporto o smistamento delle proteine a seconda dell’organello.
1) consente alle proteine di dirigersi direttamente agli organelli (m,p,r e c)
escludiamo, golgi, membrana plasmatica e materiale esterno.

La traslocazione affinché avvenga negli organelli è necessario che:


1 la proteina debba essere indirizzata agli organelli, la cellula infatti mette una sequenza
segnale alle proteine, quindi queste sono dotate di questa sequenza che viene tradotta
quando viene tradotta la proteina. la sequenza è nucleotidica.
questo vale anche per le proteine che vanno nel nucleo. senza la sequenza le proteine
restano nel citoplasma.

2 serve una struttura che consente alle proteine di inserirsi nell’organello, cioè il traslocone.
questo complesso proteico assimilabile ad un canale acquoso che non significa che fa
passare acqua. Questo traslocone finchè non passa la proteina è chiuso, quando arriva la
proteina con la sequenza segnale, il traslocone la riconosce (la sequenza) e ci si lega e si
apre per il passaggio della proteina e poi si richiude. le proteine attraversano i trasloconi
come filamento, come catena lineare non come struttura.

I trasloconi si possono trovare nella membrana plasmatica dei batteri.

Ci sono 2 tipi di traslocazione- co-traduzionale e -post-traduzionale


entrambe fanno riferimento alla traduzione- alla sintesi proteica delle proteine
CO-TRADUZIONE
avviene solo nel reticolo endoplasmatico, avviene in contemporanea alla sintesi proteica: il
ribosoma inizia a tradurre una parte della catena polipeptidica. Questa contiene anche la
sequenza segnale, che viene riconosciuta dalla particella SRP e si legano, questo ha un
recettore che è inserito nella membrana del R.E, vicino al traslocone.
Quando l’RSP con tutto il complesso si lega al recettore, si ritrova vicino al traslocone, la
sintesi proteica è bloccata. Il recettore inoltre è bloccato da 2 parti, alfa che lega l’RSP e
beta che è inserita nella membrana. In seguito il ribosoma si appoggia sul traslocone, l’RSP
si stacca dalla sequenza, la quale viene riconosciuta dal traslocone, al quale si lega.
Avviene l’apertura del traslocone e riparte la sintesi proteica più il passaggio del filamento
proteico.
Questo filamento per passare può essere o spinto dall’alto o tirato dal basso.
Dal basso- le chaperonine si trovano lungo il R.E quando vedono la catena ci si attaccano e
la tirano verso il basso.
dall’alto- a TRASCINAMENTO- attacco dell’ATP che spinge, idrolisi dell’ATP- la proteina si
stacca, il rilascio di ADP- la proteina si riattacca al filamento, quando arriva l’ATP- c’è
ulteriore spinta verso il basso della proteina del filamento.

Una volta che ha passato il traslocone, il filamento ha dei residui di amminoacidi idrofili, che
non possono stare in un ambiente acquoso come quello del lume del R.E.
arriva una categoria di brep che si attaccano sulle regioni idrofile, ed iniziano a piegare il
filamento così da fargli assumere la forma tridimensionale corretta, così che gli amminoacidi
sono inglobati nella proteina e non sono a contatto con l’ambiente acquoso. proteina è
attaccata alla membrana.
Si stacca la proteina della sequenza ed è libera di crescere nel lume, grazie all’enzima
peptidasi che taglia la sequenza segnale.
Le proteine integrali di membrana hanno una sequenza segnale e una di ancoraggio.
Queste vengono ancorate alla membrana plasmatica, questa a differenza dell’altra non
viene tagliata. Durante la traslocazione, il traslocone la riconosce e la sintesi si blocca. Il
traslocone si apre, come se si dividesse in due parti, la sequenza è nel doppio strato
fosfolipidico e permette ancoraggio dei protoni.
in base al numero di sequenze di ancoraggio, ci saranno altrettanti domini.

Proteina con struttura(terziaria) non corretta-> la proteina viene eliminata, è pericolosa se


rimane all’interno. ritorna al filamento singolo e attraversa il traslocone al contrario per uscire
nel citoplasma. La proteina viene ubiquitinata, come se la proteina venisse marcata gli
vengono attaccate queste ubiquitine, quando si attaccano la proteina viene riconosciuta dal
proteasoma, insieme di proteine, che sono in grado di degradare la proteina stessa.

NEL LUME
Nel lume del R.E alcune modifiche possono avvenire, modifiche post-traduzionali.
una catena polipeptidica inserita nel doppio strato con un dominio che è immerso nel lume
del R.E ha un sito particolare, questo serve per tagliare la catena e per inserirla ad un
gruppo, che è attaccato ad un lipide. Nello substrato GPI che è formato da un lipide al quale
vengono attaccati una serie di zuccheri, quest’enzima da un lato, il dominio, tiene il GPI,
dall’altra parte, altro dominio, riconosce il sito sulla catena polipeptidica lo taglia e trasferisce
la parte della catena tagliata al gruppo. Quindi otteniamo una proteina periferica che è legata
alla membrana del R.E mediante un lipide e mediante gli zuccheri.

altra modifica- quella che porta alla formazione di una glicoproteina, doppio strato di
fosfolipide, presenza di un Dolicolo fosfato, può legare un oligosaccaride che è costituito da
mannosio e da glucosammina. Glicolo fosfato, viene aggiunto un altro fosfato, su questo si
crea la catena di glucosammina, successivamente arriva altro mannosio e ci troviamo nel
citoplasma, succede che dal citoplasma si passa nel R.E (scramblasi o flippasi),questo fa sì
che tutta la parte degli zuccheri è stata trasferita nel lume del R.E. La catena si sta
costruendo sempre più arricchita, poi arriva un enzima che è la oligosaccaride trasferasi che
è vicina al traslocone, prende con un dominio la catena polipeptidica , con un altro dominio
stacca tutta la parte dell’oligosaccaride che era attaccato al glicolofosfato e la va attaccare
alla catena. L’enzima riconosce la parte oligosaccaridica con dominio e con l’altra riconosce
anche la catena polipeptidica che sta nascendo e che sta attraversando il traslocone. è stata
formata una oligoproteina.

POST-TRADUZIONALE
tutta la catena polipeptidica è stata sintetizzata, questa post sarà delle proteine che sono
state sintetizzate nei ribosomi del citoplasma.
per dirigersi a mitocondri cloroplasti e ai perossisomi le proteine vengono sintetizzate dai
ribosomi che sono nel citoplasma. Non restano nel citoplasma perchè hanno una sequenza
segnale , che è diversa rispetto a quella del R.E, perchè deve attraversare uno spazio che è
carico. le proteine che attraversano il traslocone devono essere filamentose, per mantenerle
filamentose arrivano delle chaperonine queste si legano e le mantengono filamentose.

traslocazione nel mitocondrio- nel caso del mitocondrio, la proteina deve attraversare due
membrane, perciò ci sono due trasloconi che formano il traslocone della membrana interna
e il traslocone della membrana estrena, questi due sono attaccati tra di loro sennò la
proteina quando ha attraversato il primo traslocone dovrebbe girare per andare a trovare
l’altro traslocone.
I due trasloconi si chiamano TOM e TIM:
tom-> complesso di proteine che sta nella membrana esterna,
tim->complesso di proteine che sta nella membrana interna
visto che tra di loro devono essere vicini la sequenza segnale della catena polipeptidica
della proteina che deve arrivare alla matrice deve attraversare uno spazio ricco di protoni,
quindi è giusto pensare che la sequenza sia carica con residui idrofilici, infatti ha una
sequenza di cariche positive, perchè nel primo complesso, tom gli permette di fare un
riconoscimento tra carica positiva e carica negativa presente sullo stesso tom.
La carica positiva mano a mano che attraversa il traslocone verrà attratta da una parziale
carica negativa che si trova nella faccia della membrana interna che è rivolta nella matrice.

traslocazione nei cloroplasti-sono presenti anche TIC e TOC, nonché i traslochi che sono
presenti nei cloroplasti, anche qui avremo TOC , traslocone posizionato nella membrana
esterna e TIC presente nella membrana interna, anche questi devono essere vicini tra di
loro.

traslocazione nei perossisomi- si trovano proteine traslocate già strutturate, con struttura
terziaria formata che attraversa il traslocone.
La struttura attraversa il traslocone, che riconosce 2 sequenze diverse di segnale,
la PTS 1 e la PTS 2 che vengono riconosciute dalle proteine PEX, PEX 5 riconosce PTS 1 e
PEX 7 riconosce PT 2 che le dirigono ai perossisomi.
PTS 1 e PTS 2 dopo che accompagnano le proteine perossisomiali negli organelli, poi
vengono traslocate nel citoplasma per poi ricominciare un nuovo ciclo.

TRASPORTO VESCICOLARE
riguarda gli organelli che non erano inseriti nella traslocazione cioè: apparato di golgi,
endosomi, membrana plasmatica, proteine secrete all’esterno e materiale che deve essere
importato all’interno.

le proteine sono trasportate mediante vescicole verso l’apparato di golgi, queste quindi sono
contenute all’interno della vescicola e hanno una membrana.

TIPOLOGIE DI VESCICOLE E TIPO DI TRASPORTO


movimento-> dal golgi a fuori la membrana, chiamato anterogrado, è definito come una
secretoria, qui è inclusa l’esocitosi, perchè rilascia materiale all’esterno.
-> da fuori all’interno, retrogrado

meccanismi vescicolari:
è presente un dominio, R.E e un accettore, Golgi.
Quando il meccanismo è retrogrado-> donatore, Golgi e e accettore, R.E
Anche la membrana può essere donatore, di base i meccanismi sono identici a prescindere
dal donatore e l’accettore.

PASSAGGI TRASPORTO V.
compartimento donatore-> ha il compito di caricare le vescicole con il materiale
selezione del carico-> carico del soluto
gemmazione-> momento in in cui si forma la vescicola
scissione-> la vescicola si stacca e durante il suo viaggio perde il rivestimento necessario
per la sua formazione.
cattura della vescicola-> la vescicola in questo momento presenta molecole/proteine
necessarie per la cattura e per il suo ancoraggio alla membrana nel compartimento
dell’accettore tramita la fusione-> se non ci fosse, il materiale non potrebbe essere rilasciato

1° STEP
selezione carico:
2 modalità con cui le proteine (solubili) possono essere caricate nelle vescicole.

1- la proteina possiede una sequenza segnale, che ha 1 recettore il quale è posto sulla
membrana del compartimento del donatore. (nel punto in cui si fonde la vescicola).

2- flusso di massa-> tutte le proteine si avvicinano tutte insieme in un punto preciso dove si
forma la vescicola.
2° STEP
le proteine di rivestimento sono di 3 tipi in base alla vescicola stessa:
1- COP 1 -> rivestono vescicole retrograde che dal Golgi tornano al R.E
2-COP2-> rivestono le vescicole che originano dal R.E al Golgi
3-CLATRINE-> rivestono proteine che vanno dalla membrana verso l’interno, dal Golgi
verso endosomi

COP1
si muovono nelle cisterne del Golgi ad entrare ed uscire
In queste COP1 è presente la proteina ARF-> che lega il GDP e poi si scambia in GTP, si
lega alla membrana, richiama tutte le altre proteine di COP 1, si forma il rigonfiamento e
infine si forma la vescicola che si stacca.
Il movimento dal Golgi al R.E avviene perchè così le proteine sono mantenute nel R.E,
queste proteine vanno al Golgi e poi appunto tornano indietro-> inoltre contengono una
sequenza segnale particolare chiamata KDEL (sequenza amminoacidica), serve per la
scelta del carico e verrà riconosciuta dal recettore.
d-> aspartato
e-> glutammato
l-> leucina

osservazione: i recettori vengono riciclati


COP 2
tutto parte dalla proteina SAR1 (si attacca al lato citoplasmatico), quando si trova nel
citoplasma si lega ad una molecola di GDP, dopo scambia il GDP in GTP, effettuato lo
scambio la proteina si lega al R.E dopo richiama le altre proteine della COP2.
La membrana inizia a piegarsi, nonché gemmazione e la vescicola ormai completa si
stacca.

CATTURA, ANCORAGGIO E FUSIONE


qui troviamo due classi di due proteine
1) RAB, regolano la cattura e l’ancoraggio
2) SNARE, usate per la fusione delle membrane della vescicola con quella del
compartimento
RAB-> 1 RAB è sulla membrana della vescicola, l'altra sul compartimento dell’accettore.
L’interazione tra le due RAB non è diretta, c’è mediazione con le proteine di cattura che
hanno forma fibrosa.
ancoraggio-> RAB lega proteine di cattura e altre che sono sulla membrana accettore, RAB
modula l’ancoraggio tra vescicola e membrana. RAB ha un GDP che fa passare in GTP e
gira nel citoplasma.
fusione-> regolata dalle SNARE, le membrane si fondono, cioè si toccano, si spingono l’una
contro l’altra. Qui sono presenti una V-SNARE, sulla vescicola e una T-SNARE,
dell'accettore, queste due si legano, si intrecciano e si fondono le membrane.
Le RAB e le SNARE indirizzano le vescicole nel giusto compartimento, ci sono RAB
specifiche per ogni compartimento.

ESOCITOSI
RE->Golgi-> verso l’esterno
è incluso nella vita secretoria-> dirige vescicole verso l’esterno
Processo con cui la cellula rilascia materiale nell’ambiente, mediante sempre le vesciciole.

Granuli di zimogeno-> vescicole dirette verso la membrana plasmatica, si fondono con essa
e rilasciano il loro contenuto nell’ambiente esterno.
Non tutto il materiale viene rilasciato ma solo una certa tipologia o quantità richiesta.
L’esocitosi è divisa in 2 processi:
1) regolativo-> “a richiesta” es. insulina
2) costitutivo-> es matrice cellulare
1- il neurotrasmettitore viene rilasciato a richiesta e questo avviene:
il neuro si trova all’interno di una vescicola prodotta dal RE, poi va nel Golgi fino a
raggiungere la membrana dove viene rilasciata quando entra il calcio. Il calcio entra
all’interno dell’assone attraverso i canali a calcio voltaggio dipendenti, la vescicola si deve
fondere con la membrana plasmatica successivamente avviene la cattura, poi ancoraggio e
fusione. Sono presenti due proteine la V-snare e la T-snare che sono legate ma la fusione
ancora non avviene perchè è presente una proteina chiamata sinaptotagmina che blocca la
V e la T , impedendo che si intrecciano tra di loro, così che la membrana non si fonde.
Il calcio quando entra leva queste sinap. e così facendo permette a V e T di intrecciarsi, la
fusione avviene e il neurotrasmettitore viene rilasciato.

VIA DEGLI ENDOSOMI


Le vescicole sono ricoperte di clatrina e hanno la caratteristica di maturare gli endosomi
primari in endosomi tardivi che poi matureranno in lisosomi, i quali hanno bisogno di un
ambiente acido. Le proteine che devono raggiungere l’endosoma sono prodotte dal RE,
passano per il Golgi che le modifica e le smista in endosomi attraverso la sequenza segnale
mannosio 6 fosfato (M6P). Quando il recettore entra nell’endosoma primario, l’endosoma
diventa tardivo, poi si forma una vescicola che trasporta i recettori direttamente al Golgi,
dando come risultato l’endosoma tardivo. Si forma il lisosoma che si stacca dal recettore, si
forma poi una seconda vescicola con recettore che va al Golgi.
Il recettore si trova in membrana nella regione delle clatrine e riconosce il mannosio 6
fosfato.

VIA ALTERNATIVA
Dal Golgi si formano delle vescicole contenenti le proteine mannosio 6 fosfato, vanno
membrana plasmatica ma l’enzima ribosomiale non viene rilasciato perché la proteina non
stacca dal recettore perché un processo di endocitosi ritorna all interno tramite vescicole.
Con la maturazione dell’endosoma primario, a quello tardivo i recettori si staccano e
diventano lisosomi.

ENDOCITOSI
processo con il quale la cellula ingloba materiale esterno, che non per forza deve essere
degradato tutto.
come ingloba-> dipende dalle dimensioni di ciò che deve inglobare
attraverso-> fagocitosi, ingloba materiale molto grande
-> pinocitosi o endocitosi modulata con legami con recettori, le molecole da inglobare sono
quindi legate ad un recettore. ingloba materiale più piccolo

PINOCITOSI
no legame recettore
divisa in due:
- micropinocitosi
- macropinocitosi
1) vengono inglobate piccole molecole che si avvicinano alla membrana, che inizia a fare
delle piccole invaginazioni, che racchiudono il materiale che deve entrare, non ci sono
recettori, possono entrare mediante flusso di massa.
2) le dimensioni delle molecole sono più grandi, la membrana crea delle protrusioni che
sono più estese rispetto alle invaginazioni e che racchiudono e portano dentro il materiale,
maniera molto simile alla fagocitosi.

ENDOCITOSI MEDIATA DA RECETTORI


Il materiale da inglobare si deve legare ad un recettore.
Mediato da un recettore perché, il recettore stesso lega un ligando e viene portato
all’interno, questo significa che magari quando il recettore era legato al ligando aveva
scaricato un segnale. Una volta che il fattore di crescita ha legato il recettore, il complesso
viene incluso in una vescicola e trasportato all’interno.
Il ligando per legarsi al recettore si lega in maniera specifica quindi ha punti specifici a cui
legarsi. (KDEL o magnesio 6 fosfato)
Il processo di endocitosi può dipendere anche dal rivestimento della vescicola, come la
clatrina proteina, oppure a base di caveolina che è una proteina, si forma un caveosoma che
poi porta alla formazione di un endosoma e infine un meccanismo che prevede un recettore
ligando ma coiujn vescicole che non hanno un rivestimento.
CLATRINA
proteina di rivestimento
La membrana plasmatica si sta invaginando.
formata da 2 subunità
->una catena leggera
->una catena pesante
le due catene si legano con altre molecole e assumono forma a triskelion,le molecole si
combinano tra loro fino a formare una struttura a forma di canestro . Dentro al canestro
troviamo la vescicola.
Carico, cominciano ad arrivare le molecole di travestimento come la catrina e incomincia a
piegarla, si forma la vescicola e poi avviene la fase di scissione che si stacca.
La clatrina non si lega direttamente alla membrana per poterla rigonfiare e creare la gemma
dalla quale poi si genera la vescicola, a differenza delle arf e delle sar, ci si lega in maniera
indiretta quindi c’è qualcuno che media, infatti c’è una molecola che si chiama adattina.
L’adattina lega la membrana, che può legare anche il recettore con la molecola da dover
portare dentro. Nella membrana plasmatica quindi ligando-recettore, sulla membrana del
Golgi recettore con mannosio 6 fosfato.
Il triskelion inizia ad assemblarsi fino a che non crea la struttura a canestro che contiene la
vescicola. Qui abbiamo due compartimenti donatori diversi, in un caso potrebbe essere la
membrana plasmatica e nell’altro il trans del Golgi.
Chi decide che la vescicola si debba dirigere al compartimento corretto sono appunto le
adattine, AP1(nel golgi, va nell’endosoma tardivo dove c’è anche AP3), AP2( sulla
membrana plasmatica, dirigerà l’endosoma), AP3(nel golgi).. sono loro che indirizzano
quindi la vescicola nel compartimento corretto.
Abbiamo anche due donatori diversi.
Il sistema che abbiamo visto adesso viene usato anche per l’incorporazione del colesterolo,
quando il colesterolo viaggia nel flusso sanguigno, viaggia legato a delle proteine chiamate
LDL (a bassa densità) in realtà sono lipoproteine dato che devono legare il colesterolo che è
lipidico.
Le LDL si legano con il recettore che sta sulla membrana plasmatica, il recettore inizia a
legarsi all’adattina e a sua volta arriva la clatrina, poi si forma la vescicola, ad un certo punto
la clatrina si stacca in quanto proteina di rivestimento, si stacca una vescicola che contiene il
recettore per LDL, la vescicola che si è staccata poi torna in membrana plasmatica per
ricominciare il ciclo. Tutto il resto LDL e il colesterolo si dirigono verso il golgi e poi nel RE.

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