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Cosa hanno in comune le cellule procariote ed eucariote?

Sebbene differenti, i due tipi di cellule hanno molto in comune e contengono molti degli
stessi componenti:
• Membrana citoplasmatica (o cellulare): tutte le cellule possiedono una barriera di
permeabilità che separa l’interno della cellula, costituito dal citoplasma,
dall’ambiente esterno;
• Citoplasma: miscela acquosa di macromolecole come proteine, lipidi, acidi nucleici
e polisaccaridi;
• Ribosomi: organelli coinvolti nella sintesi delle proteine. Sebbene i ribosomi delle
cellule eucariote siano più grandi, più complessi e legati da una membrana, in
entrambi i tipi di cellule sono composti da due subunità: una più grande e una più
piccola (chiamate 60S e 40S negli eucarioti e 50S e 30S nei procarioti);
• Parete cellulare: posizionata all’esterno della membrana cellulare, costituisce uno
strato molto più forte di quest’ultima conferendo resistenza strutturale alla cellula. La
parete si trova in tutte le cellule delle piante e in molti microrganismi, mentre è raro
trovarla nelle cellule animali.

Figura 2 –
Differenze e caratteristiche comuni tra cellule eucariote e cellule procariote
In che cosa differiscono le cellule procariote ed eucariote?
Nucleo/DNA
Le differenze tra procarioti ed eucarioti sono molteplici, ma la più importante riguarda il
nucleo. Gli eucarioti possiedono un nucleo delimitato da una doppia membrana interrotta
da pori che permettono sia il passaggio di ioni e macromolecole, sia l’interazione fra il
nucleo e il citoplasma. La parte più attiva del nucleo, nella quale si trovano grandi quantità
di proteine enzimatiche e acidi nucleici, necessari a “leggere” il codice genetico, è chiamata
nucleolo.
Le cellule procariote, invece, non hanno un nucleo ma una regione chiamata nucleoide.
Nel nucleo e nel nucleoide si trova tutta la storia biologica dell’organismo a cui essa
appartiene. Ogni informazione è codificata nel DNA: come nell’alfabeto Morse la
successione di punti e linee trasmette un messaggio completo e articolato, così la
successione degli elementi chimici che formano il DNA determina ogni caratteristica
cellulare e, di conseguenza, dell’intero organismo.
Negli eucarioti, il DNA è suddiviso in coppie di cromosomi, mentre il DNA che forma il
nucleoide nei procarioti è, la maggior parte delle volte, presente in singola copia e
circolare. Inoltre, molti procarioti contengono oltre al cromosoma, altri pezzi di DNA
circolari, chiamati plasmidi. 
Infine, il genoma dell’organismo procariote per eccellenza, Escherichia coli, contiene 4288
geni; un numero 7 volte inferiore al numero di geni contenuti in una cellula eucariota
umana.
Organizzazione cellulare
Organelli 
Una delle caratteristiche delle cellule eucariote è la presenza di organelli legati alla
membrana:
• Mitocondri: ovvero le “centrali energetiche” della cellula. Forse derivati da batteri
che hanno iniziato a “convivere” con le prime cellule nucleate della storia, i
mitocondri sono delimitati da una doppia membrana che si flette all’interno
formando creste e tubuli. Sulla membrana interna si trovano tutti gli enzimi
respiratori, mentre nella matrice che riempie lo spazio interno si trovano le sostanze
necessarie alla produzione di energia: zuccheri e grassi;
• Lisosomi: vescicole sferoidali delimitate da una membrana singola, che contengono
un’alta concentrazione di enzimi digestivi. Servono a distruggere organelli in eccesso
o danneggiati, o molecole inutilizzabili provenienti dall’interno o dall’esterno della
cellula;
• Apparato di Golgi: organello di natura lipidica scoperto nel 1898 dall’italiano
Camillo Golgi. L’apparato del Golgi immagazzina e rielabora proteine fino al
momento del loro uso o fino alla loro espulsione dalla cellula. Le vescicole, infatti,
possono confluire nella membrana di altri organelli e arricchirli del proprio
contenuto, oppure possono fondersi con la membrana plasmatica ed espellere ciò che
contengono;
• Reticolo endoplasmatico: fitta rete di membrane doppie, ripiegate in varie forme
che attraversa tutta la cellula. Alloggiati su queste membrane si trovano i complessi
di enzimi che permettono specifiche reazioni biochimiche. Inoltre sulle superfici si
assemblano i ribosomi. La loro presenza massiccia dà al reticolo endoplasmatico un
aspetto “ruvido”: per contrasto, il reticolo endoplasmatico dove si trovano pochi o
nessun ribosoma, e la produzione di proteine è bassa o assente, è detto “liscio”;
• Idrogenosomi: alcuni organismi eucarioti sono anaerobi, non tollerano la presenza di
O2, per questo motivo sono sprovvisti di mitocondri, ma contengono gli
idrogenosomi. A questi organelli, per quanto simili ai mitocondri, mancano le creste
e il ciclo dell’acido citrico. Gli organismi provvisti di idrogenosomi si basano su un
metabolismo basato sulla fermentazione (come in Trichomonas ed altri protisti). La
reazione biochimica principale riguarda l’ossidazione del piruvato in idrogeno (H2),
anidride carbonica (CO2) e acetato;
• Cloroplasti: organelli contenenti clorofilla presenti in organismi fototrofi eucarioti,
grazie a cui avviene la fotosintesi. Come i mitocondri, i cloroplasti possiedono una
membrana esterna permeabile ed una membrana interna che circonda la matrice
interna, chiamata stroma, contenente gli enzimi chiave del ciclo di Calvin.
Inclusioni cellulari
Sebbene i procarioti siano sprovvisti di organelli, le loro cellule presentano spesso inclusioni
visibili al microscopio che servono come riserve di energia, di carbonio o hanno funzioni
speciali:
• Poli-b-idrossibutirrato (PHB): sintetizzato dalle cellule (come Ralstonia eutro-
phus o Bacillus megaterium) in seguito ad un’elevata quantità di carbonio nella
cellula. Si tratta di un lipide formato da unità di acido b-idrossibutirrato che, in
seguito a polimerizzazione, si aggregano a formare granuli;
• Glicogeno: polimero costituito da unità di glucosio, riserva di carbonio e energia
simile al PHB;
• Minerali di polifosfato, zolfo e carbonato: granuli di riserva costituiti da ioni
fosfato possono essere direttamente utilizzati per la produzione di ATP. Molti
procarioti Gram-negativi, invece, come i batteri solforosi possono ridurre composti
solforosi. Questi batteri possono accumulare zolfo che può essere ossidato in solfato
in caso di bisogno. Similarmente, alcuni cianobatteri formano minerali di carbonato
sia sulla loro superficie esterna che interna (come Gleomargarita). Questo processo è
noto come biomineralizzazione;
• Magnetosomi: particelle intracellulari che formano catene costituite da magnetite.
Esse impartiscono alla cellula un dipolo magnetico che è in grado di orientare
passivamente la cellula e orientarla all’interno di un campo magnetico. I batteri che
possiedono i magnetosomi possiedono la magnetotassi, processo secondo cui
riescono a disporsi lungo le linee del campo magnetico terrestre.  

Citoscheletro
La grande taglia delle cellule eucariote è supportata da un’intelaiatura formata da una
complessa rete di proteine fibrose che, sotto forma di filamenti, attraversa tutta la cellula
dandole la forma caratteristica. Tipico delle cellule eucariote, svolge anche una funzione di
guida dei movimenti degli organelli, e diventa fondamentale al momento della divisione
cellulare. La rete del citoscheletro consiste di microtubuli, microfilamenti e filamenti
intermedi.
Divisione cellulare
La divisione delle cellule eucariote avviene tramite due processi: mitosi e meiosi.
La mitosi (tipica del lievito che costituisce il lievito di birra, Saccharomyces cerevisiae)
prevede la condensazione, divisione e la separazione dei cromosomi in due gruppi, ognuno
separato nelle due cellule figlie.
La meiosi è il processo di conversione dello stato diploide (due sets di cromosomi) in uno
stato aploide (un set di cromosomi). Essa consiste di due divisioni cellulari. Nella prima
divisione meiotica i cromosomi omologhi segregano in due cellule figlie, cambiando lo
stato genetico da diploide a aploide. La seconda divisione meiotica è sostanzialmente
simile alla mitosi, in cui le due cellule aploidi si dividono formando un totale di quattro
cellule aploidi. I procarioti si dividono, invece, per fissione binaria (binaria per esprimere il
fatto che da una cellula se ne formano due). Il cromosoma procariotico si replica e viene
legato in due parti diverse della membrana cellulare. In seguito alla formazione di un
septum, che costringe la cellula a dividersi in due cellule figlie, i cromosomi sono separati.
In seguito alla divisione cellulare (citocinesi) si formano quindi due cellule figlie identiche

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