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LA CELLULA EUCARIOTE ANIMALE

Tutte le cellule hanno una membrana biologica costituita da lipidi, proteine e


carboidrati. I componenti principali sono i fosfolipidi che formano un doppio strato.
Questo accade perché i fosfolipidi sono formati da due parti distinte: una regione
idrofila, ovvero la testa del fosfolipide, che grazie alla presenza di un gruppo fosfato
con carica elettrica si associa con le molecole polari dell’acqua; una regione
idrofobica, ovvero le cose degli acidi grassi fosfolipidici che non si sciolgono e non si
associano a sostanze idrofile. I fosfolipidi quindi di organizzano spontaneamente a
formare un doppio strato: le teste sono a contatto con l’acqua e le code si orientano
verso l’interno.
In questa struttura troviamo le proteine. Le
proteine (polimeri formati da amminoacidi)
galleggiano in questo “lago” e per questo la
membrana viene detta “a mosaico fluido”. Le
proteine svolgono numerose funzioni:
spostano materiali attraverso la membrana;
ricevono segnali chimici dall’ambiente esterno;
interagiscono con l'ambiente esterno. Il
numero e il tipo di molecole proteiche
dipendono dalla funzione della membrana. Nelle membrane plasmatiche si trova una
proteina ogni 25 molecole di fosfolipidi; nelle membrane mitocondriali c’è una
proteina ogni 15 fosfolipidi. Le proteine sono di due tipi: integrali e periferiche.

Le proteine integrali sono immerse nello strato


fosfolipidico e sono formate da regioni idrofobiche e
idrofile: le porzioni idrofobiche (ad α elica) attraversano la
parte centrale del doppio strato e le estremità idrofile
sporgono negli ambienti acquosi. Proteine e fosfolipidi
sono però indipendenti tra loro, difatti instaurano solo
legami non covalenti. Le proteine integrali che sporgono
all’esterno e all’interno della cellula sono dette proteine
transmembrana.
Le proteine periferiche sono prive di regioni idrofobiche e non si trovano quindi
immerse nel doppio strato fosfolipidico. Presentano o porzioni polari oppure
provviste di carica che interagiscono con le estremità polari delle molecole di
fosfolipidi. Possono trovarsi solo su un lato della membrana. Per osservarle bisogna
ricorrere alla tecnica del criodecappaggio. Molte proteine sono inoltre libere di
muoversi altre invece possono farlo in un’area circoscritta.

In alcune membrane può esserci anche il colesterolo, il precursore degli ormoni


steroidei. Esso può costituire fino al 15% del contenuto lipidico. É presente
soprattutto nelle membrane delle cellule animali e offre una maggiore resistenza alla
membrana. Inoltre, insieme agli acidi grassi dei fosfolipidi, rende fluido l’interno della
membrana. La fluidità di quest’ultima dipende dalla sua composizione lipidica e dalla
temperatura. Minore è la presenza di colesterolo maggiore è la fluidità della
membrana. Alle basse temperatura la membrana è meno fluida. Mantenere una
giusta fluidità è necessario, infatti le membrane possono essere soggette a un calo
di efficienza. Per risolvere questo problema, alla basse temperature alcuni organismi
sostituiscono gli acidi grassi saturi con quelli insaturi.
Infine, molte membrane contengono i carboidrati. Si trovano sulla superficie esterna
e sono dei siti di riconoscimento per altre cellule. Compongono una specie di “codice
di riconoscimento” sulla superficie esterna delle membrane fondamentale per il
processo di riconoscimento e l’adesione cellulare: un oligosaccaride con una forma
specifica può legarsi a uno di forma complementare su una cellula adiacente.

Le cellule eucariote contengono citoplasma, ribosomi e DNA. Sono anche


caratterizzate da compartimenti interni delimitati da membrane, ovvero gli organuli
che contengono enzimi specifici. Gli enzimi sono catalizzatori biologici, sostanze che
accelerano una reazione senza essere modificate in modo permanente. Grazie alla
loro specificità, ogni organulo può svolgere particolari reazioni chimiche. Non tutti gli
organuli sono presenti in tutti i tipi di cellule eucariote. In tutte le cellule eucariote
troviamo: nucleo (che contiene il DNA), reticolo endoplasmatico, apparato di Golgi,
mitocondri. lisosomi, centrioli, flagelli e ciglia.
Tutti gli organuli sono avvolti da una membrana formata da proteine e da fosfolipidi.
Essa svolge due funzioni: tiene separate le biomolecole dell’organulo dalle molecole
presenti nella cellula e regola gli scambi lasciando entrare nell’organulo le materie
prime e liberando i prodotti direttamente nel citoplasma o all’interno di vescicole.
Gli organuli e in generale tutte le strutture delle cellule possono essere osservati al
microscopio elettronico oppure possono essere studiati dopo averli separati, isolati,
con un processo chiamato frazionamento cellulare.

Il CITOPLASMA è un materiale semifluido dentro il quale avvengono tutte le reazioni


cellulari. É composto da due parti: il citosol, la parte più fluida, e le particelle
insolubili sospese in esso come i ribosomi. Il citosol è una soluzione acquosa
contenente ioni, micromolecole e macromolecole solubili, come alcune proteine.

Un organulo molto importante in questa


cellula è il NUCLEO. Esso ha un diametro di
circa 5µm. É avvolto da una doppia
membrana che costituisce l’involucro
nucleare attraverso il quale si verifica un
traffico di macromolecole, sia in entrata sia
in uscita. Le due membrane sono separate
da uno spazio spesso 10-20µm e sono
perforate da circa 3500 pori nucleari dal
diametro di 9 nm circa. Essi mettono in
comunicazione l’interno del nucleo con il citoplasma. Difatti ioni e piccole molecole
transitano proprio attraverso questi pori. Sono in grado di passare dal citoplasma al
nucleo anche alcune proteine che presentano brevi “sequenze segnale” fatte di
amminoacidi che funzionano come un’etichetta di riconoscimento per il poro
nucleare, che si dilata e le lascia passare. In alcuni punti la membrana esterna forma
delle anse che si protendono nel citoplasma ed è in continuità con la membrana di
un altro organulo, il reticolo endoplasmatico.
Nel nucleo sono presenti molecole di DNA. Il DNA (o acido
desossiribonucleico) contiene le informazioni genetiche della cellula. Le
molecole di DNA hanno forma lineare e sono associate a proteine con
cui formano un complesso fibroso composto da fili lunghi e sottili,
chiamato cromatina, che si addensa poco prima della divisione cellulare
in strutture compatte e visibili al microscopio dette cromosomi.

I RIBOSOMI sono aggregati di RNA e proteine del


diametri di 25 nm. Sono le strutture dove ha luogo la
sintesi proteica: qui le informazioni provenienti dal
DNA sono usate per assemblare gli amminoacidi e
formare catene di polipeptidi. Nelle cellule eucariote
possono trovarsi liberi nel citoplasma, fissati alla
superficie del reticolo endoplasmatico o all’interno dei
mitocondri e dei cloroplasti. Sono composti da due
subunità di dimensioni diverse. I ribosomi degli eucarioti sono composti da RNA
ribosomiale (rRNA) al quale sono legate oltre 50 diverse proteine. Essi vengono
assemblati nel nucleo e passano nel citoplasma attraverso i pori nucleari, I ribosomi,
come detto in precedenza, sintetizzano le proteine in base alle informazioni
codificate nel DNA, Questo processo (chiamato traduzione) è possibile grazie a un
messaggio che trasporta l’informazione dal nucleo al citoplasma. Le informazioni
contenute nel DNA vengono trasferite dall RNA messaggero (mRNA). Durante
questo processo i ribosomi si legano infatti all’mRNA e costruiscono le catene
polipeptidiche leggendo le istruzioni da esso contenute.

Descrivendo il nucleo e i ribosomi abbiamo


nominato il reticolo endoplasmatico.
Analizziamolo. Il RETICOLO
ENDOPLASMATICO (o RE) è una rete di
membrane interconnesse che si trovano nel
citoplasma a forma di tubuli e sacchetti
appiattiti. Lo spazio interno del reticolo,
separato dal citoplasma, si chiama lume. Il RE
può occupare fino al 10% dello spazio interno
alla cellula e i suoi ripiegamenti producono una
superficie superiore a quella della membrana plasmatica. Alcune regioni del RE
sono ricche di ribosomi, altre invece ne sono prive. In base alla presenza o
all’assenza di ribosomi, il reticolo endoplasmatico prende due nomi diversi: la parte
che contiene ribosomi, vista al microscopio, risulta essere granulosa e per questo
prende il nome di reticolo endoplasmatico ruvido (o RER); la parte priva di ribosomi
prende il nome di reticolo endoplasmatico liscio (o REL).
Il RER sintetizza le membrane e le proteine, tiene
separate dal citoplasma le proteine sintetizzate e le
modifica dal punto di vista chimico. Questo perché i
ribosomi sono la sede della sintesi delle proteine di
secrezione che devono essere portate fuori dalla cellula
perché destinate a svolgere la loro funzione nel citosol.
Ma il RER produce anche proteine destinate ad altri
organuli, come ad esempio l’apparato di Golgi (che
analizzeremo successivamente). Le proteine sintetizzate entrano nel lume del RER
dove subiscono delle modifiche. Le modifiche possono riguardare il ripiegamento
della proteina oppure cambiamenti chimici, e quindi cambiamenti che modificano la
funzione e la destinazione finale della proteina.
Il REL, come già detto, è privo di ribosomi ed ha una struttura più tubolare del RER,
con il quale comunica. Svolge quattro funzioni: è la sede della sintesi dei lipidi; è
responsabile della trasformazione chimica di sostanze tossiche, farmaci e pesticidi; è
la sede in cui avviene l’idrolisi del glicogeno per produrre glucosio; immagazzina ioni
calcio.
L’ APPARATO DI GOLGI varia da specie a specie.
É, in generale, un insieme di sacche impilate le une
sulle altre e di piccole vescicole circondate da una
membrana. I sacchetti però non sono comunicanti
tra loro. L’Apparato di Golgi svolge tre funzioni:
riceve le proteine dal RER e le elabora
ulteriormente; concentra, confeziona e smista le
proteine prima che siano inviate alle loro
destinazioni finali, dentro o fuori la cellula; sintetizza
i polisaccaridi per la parete delle cellule vegetali. Le
cisterne di questo apparato hanno tre diverse zone: una “di ingresso” che è più
vicina al nucleo e al RER; una intermedia; una “di uscita” che si trova vicino alla
membrana plasmatica.
Il lato di ingresso è quello a cui giungono le vescicole di trasporto e provenienti dal
RER, Le molecole passano poi da un sacchetto all’altro della zona intermedia dentro
a vescicole di trasporto. Il lato di uscita serve da deposito: da qui i prodotti finiti si
spostano verso la membrana plasmatica per essere espulsi. I prodotti finiti però
possono anche diventare parte della membrana stessa o delle membrane di altri
organuli, per esempio i lisosomi.

I LISOSOMI sono vescicole dal diametro di circa 1µm, circondate da una singola
membrana e contenenti enzimi digestivi. I lisosomi si formano nel RE e nell’apparato
di Golgi. Questi organuli si riuniscono nella membrana lisosomiale che racchiude
uno specifico compartimento in cui gli enzimi digestivi sono tenuti isolati dal resto del
citoplasma: se la cellula fosse priva di lisosomi (e quindi della membrana
lisosomiale) non potrebbe contenere enzimi attivi senza correre il rischio di digerire
sé stessa.
Nei lisosomi, le macromolecole vengono idrolizzate e scisse nei rispettivi monomeri.
Questo processo prende il nome di fagocitosi: nella membrana citoplasmatica si
forma un introflessione che diventa sempre più profonda fino a circondare le
sostanze nutritive che si trovano all'esterno. La tasca diventa più piccola e prende il
nome di vacuolo alimentare. Esso si stacca dalla membrana e si sposta nel
citoplasma fino a raggiungere un lisosoma. Quando lo raggiunge la vescicola e il
lisosoma si fondono formando un lisosoma secondario all'interno del quale avviene
la digestione. I prodotti della digestione forniscono le materie prime per altri processi
cellulari. Il lisosoma secondario usato si sposta verso la membrana plasmatica, si
fonde con essa e libera all'esterno il contenuto non digerito. I lisosomi inoltre
distruggono i batteri nocivi. Ad esempio i nostri globuli bianchi inglobano i batteri
dentro i vacuoli dove gli enzimi lisosomiali distruggono le pareti delle cellule
batteriche. Inoltre nei lisosomi avviene anche la digestione dei materiali della cellula
e questo processo prende il nome di autofagia. Essa ha luogo durante il processo di
riciclaggio degli organuli vecchi o danneggiati.

Nelle cellule eucariote organuli molto


importanti sono i MITOCONDRI. Essi
hanno un diametro inferiore a 1,5µ e
una lunghezza compresa tra 2 e 8µ.
Sono rivestiti da due membrane: una
esterna e l'altra interna. La membrana
esterna è liscia e svolge una funzione
protettiva. Sotto la membrana esterna
si trova una membrana interna che si
ripiega più volte su se stessa e quindi
ha una superficie maggiore della
membrana esterna. Questi
ripiegamenti danno origine a strutture
denominate creste.
La membrana interna esercita un controllo molto maggiore di quella esterna su ciò
che entra ed esce dallo spazio da essa delimitato. Difatti nella membrana
mitocondriale interna si trovano molti complessi proteici che partecipano alla
respirazione cellulare. Lo spazio delimitato dalla membrana interna si chiama
matrice mitocondriale. In essa troviamo gli enzimi, il DNA, e i ribosomi. Il DNA
mitocondriale contiene le informazioni per produrre proteine necessarie alla
respirazione cellulare e anche diversi tipi di RNA. Il DNA del mitocondrio è circolare
ed è simile a quello batterico. I mitocondri non si possono formare da zero ma
derivano dai mitocondri presenti nell'embrione che a loro volta lo derivano dalla
cellula uovo.
L’ATP (o adenosintrifosfato) è una sorta di pila di energia. Una molecola di ATP è
formata dalla base azotata adenina legata a una molecola di ribosio a cui è attaccata
una sequenza di tre gruppi fosfato. L'idrolisi di ATP produce una molecola di ADP,
uno ione fosfato inorganico ed energia. L’energia rilasciata dall'idrolisi dell'ATP deve
essere discreta perché: l'energia deve essere sufficiente da attivare gran parte delle
reazioni cellulari, ma non così elevata da danneggiare le cellule; la cellula può
sintetizzare con facilità nuove molecole di ATP usando l’energia prodotta da altre
reazioni. La produzione di ATP avviene nei mitocondri e richiede il consumo di
ossigeno molecolare e questo processo si chiama respirazione cellulare.

Le strutture che ci rimangono da analizzare sono il citoscheletro, le ciglia e i flagelli.


Queste strutture sono formate da tre tipi di fibre: i microfilamenti, i filamenti intermedi
e i microtubuli.

I microfilamenti sono polimeri costituiti da molecole di


una proteina globulare chiamata actina: hanno un
diametro di circa 7µm e possono essere lunghi molti
micrometri. I microfilamenti possono rimanere filamenti
singoli, radunarsi in fasci oppure organizzarsi in reti e
possono anche scomparire del tutto scomponendosi in
monomeri liberi di actina. I microfilamenti di actina
svolgono principalmente due funzioni: contribuiscono al
movimento in tutta la cellula o di alcune sue parti e
determinano e mantengono la forma della cellula
formando un reticolo al di sotto della membrana
plasmatica.
I filamenti intermedi sono composti da proteine fibrose
che si uniscono in strutture robuste a forma di corda del diametro di 8/12 µm. Sono
più stabili dei microfilamenti e dei microtubuli perché non vengono disgregati e
riformati di continuo. Svolgono due funzioni importanti: ancorano al loro porto le
strutture cellulari; aiutano la cellula a resistere alla tensione e contribuiscono
all’adesione tra cellule vicine
I microtubuli sono invece cilindri non ramificati, ovvero cavi dal diametro di 25µm e
lunghi fino a svariati micron. Svolgono tre ruoli: formano uno scheletro interno rigido;
servono da binari per le proteine motrici; sono strettamente associati ad appendici
cellulari mobili e sono fondamentali per assicurare la distribuzione di cromosomi
durante la divisione cellulare. Essi sono il risultato del montaggio di molecole di una
proteina chiamata tubulina.

Il CITOSCHELETRO è quindi un nome generico per definire vari tipi di filamenti.

CIGLIA e FLAGELLI però sono costituiti soltanto da microtubuli e


presentano la stessa struttura interna anche se sono diversi per
lunghezza e per tipo di battito. Queste strutture possono spingere o
trascinare la cellula in ambiente acquoso oppure possono far
scorrere il liquido circostante lungo la superficie della cellula. Le
ciglia sono lunghe 0,25 µm, sono più corte dei flagelli e di solito
sono presenti in gran numero. I flagelli sono lunghi da 100µm a
200µm e di solito si trovano da soli oppure in coppia.

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