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2.2 il citoplasma
Cosa c’è nel citoplasma delle cellule batteriche ?
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Il nucleoide delle cellule batteriche non è circondato da una
membrana ( a differenza di quanto avviene nelle cellule
eucariotiche). Se un cromosoma batterico di medie dimensioni
fosse steso in forma lineare, sarebbe centinaia di volte più lungo
delle cellula batterica che lo contiene. Per impacchettare il DNA in
una forma più gestibile, i batteri utilizzano diverse strategie.
Cationi come Mg 2+ , K+ ,Na+ , mascherano la carica negativa
sullo scheletro di zucchero e fosfato di ciascun filamento
dell’elica, permettendo alla molecola di DNA di raggomitolarsi
maggiormente. Inoltre, piccole proteine cariche positivamente si
legano al cromosoma per facilitare il mantenimento della
struttura condensata del nucleoide. La topologia della molecola di
DNA viene aggiustata poi dalle topoisomerasi , enzimi che
avvolgono il cromosoma su se stesso, superavvolgimento,
comprimendolo in una massa più compatta.
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Intorno al nucleoide sono localizzate molte altre proteine, tra
cui enzimi coinvolti nella replicazione e trascrizione del DNA e
alcune proteine che regolano la trascrizione genica. Man mano
che le RNA polimerasi sintetizzano RNA messaggero, i
ribosomi vi si legano e ne iniziano la traduzione. In vivo,
quindi , i ribosomi sono associati indirettamente al nucleoide,
nonostante se ne stacchino in gran parte durante la procedura
di estrazione del genoma in laboratorio.
Senza considerare il nucleoide, il citoplasma , quindi, è un
complesso acquoso di macromolecole, con centinaia di migliaia
di proteine, t RNA, m RNA e ribosomi. La maggior parte delle
reazioni metaboliche catalizzate da enzimi avviene nel
citoplasma. Alcuni degli enzimi coinvolti nella sintesi dei lipidi
di membrana e dei precursori della parete cellulare si trovano
nel citoplasma, come anche diverse proteine, organizzate in
strutture filamentose, che sembrano avere un ruolo primario
nella sintesi della parete e nelle divisione cellulare. Troviamo
ancora una serie di molecole organiche ( aminoacidi, nucleotidi
e intermedi di reazione) e ioni inorganici.
A seconda delle condizioni ambientali e di crescita, le cellule
batteriche a volte immagazzinano carbonio, fosforo, azoto di
riserva in corpi d’inclusione non circondati da membrane e
abbastanza grandi perché siano distinguibili al microscopio
come granuli all’interno del citoplasma. Un’altra forma di
accumuli di riserva sono i globuli di zolfo , composti di zolfo
elementare (S0) .
CORPI DI INCLUSIONE
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granuli di sostanze organiche o inorganiche spesso visibili al
microscopio ottico e con funzione di riserva. i corpi di
inclusione non sono rivestiti da membrana e sono liberi nel
citoplasma; in alcuni casi sono rivestiti da una membrana
diversa da quella citoplasmatica, spesso di natura proteica o
lipidica avendo la funzione di riserva la natura dei corpi di
inclusione varia a secondo dei diversi microrganismi così come
il numero è in funzione dello stato nutrizionale della cellula che
li contiene
Granuli organici:
granuli di glicogeno ( o di amido)
•Polimero del glucosio
•Fonte di ENERGIA e CARBONIO
granuli di poli-b-idrossibutirrato
•Appartiene al gruppo dei poliidrossialcanoati (PHA) polimeri
poliesteri
•Unità ripetute di acido b-idrossibutirrico
•Rivestiti da un monostrato di fosfolipidi
•Mycobacterium, Baccillus, Azotobacte
Granuli inorganici:
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granuli di volutina o di polifosfati
polimeri lineari di ortofosfato;
• riserva di fosfato (sintesi degli acidi nucleici) e/o di energia
•cianobatteri
Globuli di zolfo :
•Solfuro di idrogeno o Zolfo elementare
•riserva metabolica- utilizzati solo in mancanza di altre fonti di
zolfo ridotto
Matrice Citoplasmatica
• Sostanza in cui sono sospesi il nucleoide, i ribosomi ed i corpi
d’inclusione
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• Composta prevalentemente d’acqua
• Sede di molte reazioni metaboliche sia anaboliche che
cataboliche (utilizzo sostanze nutritizie/ sintesi componenti
cellulari)
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Il citoscheletro è molto importante per l’organizzazione interna
delle cellule. Nei batteri sono state recentemente scoperte
alcune proteine chiave che formano strutture filamentose
indispensabili per la crescita e la divisione cellulare . le
principali proteine citoscheletriche finora scoperte si trovano
nel citoplasma, ma la loro funzione è di interagire con la
membrana plasmatica e la parete cellulare.
La proteina FtsZ forma un anello, lo Z-ring, che è necessario per
la divisione cellulare batterica. FtsZ è legata alla tubulina, una
proteina che è l’elemento strutturale principale dei
microtubuli, uno dei principali componenti del citoscheletro
delle cellule eucariotiche. I monomeri di FtsZ polimerizzano in
filamenti che si riuniscono a formare lo Z-ring sulla faccia
interna della membrana plasmatica. La formazione dello Z-ring
è un passo fondamentale per la divisione cellulare , perché
l’anello interagisce con le proteine di membrana che dirigono
la sintesi della parete batterica. Durante la divisione lo Z-ring si
contrae attraverso il rilascio controllato di sub unità dai
polimeri di FtsZ , mediante un’idrolisi di GTP-dipendente. Man
mano che l’anello si stringe, il rivestimento cellulare viene
forzato all’interno, in corrispondenza del sito dove avverrà la
divisione, dalla sintesi riorientata della parete cellulare. Nel
momento in cui la divisione cellulare termina, lo Z-ring è
scomparso e sarà poi ricostruito dalla FtsZ citoplasmatica
durante il ciclo cellulare successivo.
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Altra importante componente citoscheletrica nei batteri è la
proteina MreB, evolutivamente correlata all’actina, una proteina
del citoscheletro eucariotico. MreB polimerizza in filamenti molto
simili a quelli di actina che negli eucarioti prendono il nome di
microfilamenti.
Nei batteri, MreB forma lunghe bande elicoidali accollate alla
membrana plasmatica. Questa proteina si trova in quasi tutti i
batteri non sferici , ma raramente si trova nei cocchi. MreB aiuta
a dirigere la sintesi della parete cellulare in modo da produrre un
cilindro allungato piuttosto che una forma sferica.
Le strutture del citoscheletro intervengono anche della
distribuzione di componenti citoplasmatiche durante la divisione
cellulare batterica; la distribuzione delle informazioni genetiche
durante la divisione cellulare è una funzione molto importante.
La proteina ParM forma filamenti simili a quelli di actina. I suoi
geni si trovano su alcuni plasmidi; e pare che i filamenti di
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ParM siano responsabili della distribuzione delle copie dei
plasmidi ai poli opposti della cellula, affinchè si trovino su
entrambi i lati del sito di divisione e siano trasmesse a ciascuna
delle nuove cellule.
• proteina MreB
• simile all’actina eucariotica
• è coinvolta nella determinazione della forma cellulare
(manca nei cocchi) e nel movimento dei cromosomi agli
opposti poli cellulari
• proteine Fts,
• FtsZ simile alla tubulina eucariotica
• coinvolta nella formazione dello Z ring, essenziale per la
DIVISIONE CELLULARE
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La membrana plasmatica
La membrana plasmatica ( membrana cellulare o membrana
citoplasmatica) è un doppio strato composto principalmente di
fosfolipidi a struttura antipatica,cioè con una porzione polare e
una porzione non polare. Par la maggior parte, le membrane
cellulari contengono miscele di fosfolipidi che possono variare
per la struttura chimica del gruppo di testa polare, per la
lunghezza della coda di idrocarburi,non polare, o per la
frequenza e posizione dei doppi legami all’interno della coda di
idrocarburi. La testa polare è idrofila e interagisce con l’acqua
all’intero e all’esterno della cellula, mentre le catene
idrocarburiche non polari si associano per formare l’interno
della membrana.
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Nelle membrane batteriche mancano gli steroli ( lipidi come il
colesterolo ) che sono i principali componenti delle membrane
eucariotiche.
Alcuni batteri producono molecole simili agli steroli, gli
opanoidi . sono molecole ampiamente planari che si pensa
stabilizzino la membrana plasmatica.( solo il 10 % dei batteri
produce opanoidi, e sono molto abbondanti nei suoli e nei
sedimenti).
Le membrane biologiche non sono strutture statiche; i lipidi si
muovono con relativa libertà all’interno dei due strati.
La fluidità della membrana dipende da :
- Natura dei lipidi;
- Fattori ambientali ( es. temperatura)
- Presenza di altre molecole associate alla membrana.
le membrane biologiche non sono strutture lipidiche pure,
infatti , la metà della massa della membrana plasmatica
batterica è costituita da proteine integrate nel doppio strato
della membrana o che lo attraversano. Queste proteine hanno
superfici idrofobiche all’interno della membrana e domini
idrofili esposti verso l’ambiente citoplasmatico o verso quello
esterno.
Le funzioni chiavi delle proteine della membrana plasmatica
includono :
- Controllare l’accesso di sostanze al citoplasma grazie a una
permeabilità differenziale;
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- Acquisire o immagazzinare energia attraverso i foto sistemi,
il trasporto ossidativo degli elettroni , e il mantenimento di
gradienti chimici ed elettrici;
- Percepire e trasdurre i segnali ambientali.
Funzioni della membrana plasmatica
• Separazione della cellula dall’ambiente
• Barriera selettivamente penetrabile
Alcune molecole possono passare dentro e fuori la cellula I
sistemi di trasporto aiutano il movimento delle molecole
• Luogo di processi metabolici cruciali e conservazione di
energia FORZA PROTON MOTRICE
TRASDUZIONE DEL SEGNALE presenza di recettori specifici
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fosfoenolpiruvato, PEP; l’enzima I, EI; la proteina termostabile a
basso peso molecolare, HPr; e l’enzima Il, EIl. Il fosfato ad alta
energia viene trasferito da HPr a EIIA, una componente solubile
dell’enzima EII. EIIA è unito a EIIB nel sistema per il trasporto del
mannitolo, mentre è separato da EIIB nel sistema del glucosio.
Durante il trasporto attraverso la membrana, il fosfato viene
trasferito da EIIA a EIIB quindi allo zucchero, in entrambi i
sistemi. Sono possibili anche altre forme di relazione tra le
componenti di EII. Per esempio, IIA e IIB possono formare una
proteina solubile separata dal complesso della membrana; anche
in questo caso il fosfato passa da IIA a IIB e poi al dominio (o ai
domini) di membrana
Acquisizione di energia
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La membrana plasmatica batterica alloggia componenti essenziali
dell’apparato per la raccolta di energia. Queste componenti
includono i citocromi e altre proteine , solubili nella membrana,
che formano il sistema di trasporto di elettroni nella respirazione
o negli apparati fotosintetici che catturano luce. Il trasporto di
elettroni e i sistemi di captazione della luce hanno entrambi come
risultato l’espulsione dei protoni dal citoplasma nell’ambiente
esterno, attraverso la membrana. Accumulandosi al di fuori della
cellula, i protoni formano gradienti di concentrazione e di carica
che si combinano per creare una forza protomotrice. I protoni per
tornare all’interno della cellula passano attraverso un complesso
di proteine di membrana ( ATP sintasi) che ne accoppia il rientro
don la produzione di ATP.
Sistemi sensoriali
La membrana plasmatica percepisce l’ambiente intorno alle
cellule batteriche attraverso proteine sensore che trasmettono i
segnali a sistemi di risposta citoplasmatici. Questi segnali spesso
modificano l’espressione genica,assicurando la produzione di una
serie di proteine appropriate per la situazione contingente.( non
tutti i processi di segnalazione avvengono a livello della
membrana)
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TRASPORTO DI MOLECOLE DAL CITOPLASMA ALL’ESTERNO
Processo molto importante:
•Trasporto di molecole con funzione strutturale (es.: componenti
della parete, proteine di membrana)
•Trasporto di molecole con funzione strutturale (es.: componenti
della parete, proteine di membrana)
Trasporto di tossine o molecole dannose durante l’infezione nei
patogeni
Il processo di secrezione comporta il riconoscimento del
substrato ed il suo trasporto attraverso uno (Gram positivi) o due
(Gram negativi) sistemi di membrane.
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si trova ancora nel citoplasma e lo rilascia a secA . SecA si associa
con il canale di membrana formato dal complesso SecYEG
e ,usando l’energia ottenuta dall’idrolisi dell’ATP, facilita il
movimento del polipeptide attraverso il canale SecYEG. Quando il
polipeptide giunge nel periplasma , una peptidasi segnale
rimuove il peptide segnale e la proteina assume la sua
conformazione funzionale.
Sistema Sec-dipendente: Meccanismo generale di secrezione
Il principale e più conosciuto sistema di secrezione di proteine
attraverso una membrana è comune a Gram-positivi, Gram-
negativi, Archea ed Eucarioti ed è noto come sistema di
secrezione Sec (o sistema sec-dipendente).
Serve a veicolare proteine dal citoplasma alla membrana
citoplasmatica (proteine intrinseche ed estrinseche) o all'esterno
della membrana (proteine di secrezione)
Le proteine trasportate dal sistema Sec hanno una sequenza
segnale all'estremità N-terminale. Tale sequenza consiste in una
regione idrofobica (h di 6-15 aa) con ai lati due regioni idrofile (n
e c). L'intera regione segnale si estende per circa 24 aminoacidi
La sequenza segnale viene rimossa dopo il passaggio attraverso
la membrana
Le proteine coinvolte in questo meccanismo di secrezione sono
chiamate proteine SEC e sono:
Chaperone citoplasmatico (SecB) che riconosce le proteine da
guidare alla membrana
• il motore (SecA), proteina di membrana sul lato citoplasmatico,
che fornisce l’energia (ATPasi);
• il traslocone Sec proteine intrinseche di membran che formano
il canale per il passaggio attraverso la membrana;
Lo chaperone citoplasmatico (SecB) riconosce e lega la sequenza
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segnale Rallenta il ripiegamento della proteina e la guida verso i
componenti del canale di secrezione (verde) La proteina canale è
associata ad una ATPasi (arancio) che fornisce energia tramite
idrolisi dell’ATP La proteina viene trasportata attraverso la
membrana e la sequenza segnale viene tagliata
• SecA, legando SecB, trasloca la preproteina attraverso la
membrana plasmatica
• Sfruttando l’idrolisi di ATP
• la preproteina attraversa la membrana plasmatica attraverso il
complesso SecYEG, che formano un canale.
• una peptidasi specifica rimuove il peptide segnale
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- resistere al danno da pressione osmotica
- sollecitazioni meccaniche
-tensione.
L’organizzazione del peptidoglicano conferisce alle cellule
batteriche anche le loro forme caratteristiche. I peptidoglicani
formano una struttura a rete costituita da uno scheletro di
glicano in cui le molecole di N-acetilglucosamina e di acido N-
acetilmuramico si alternano connessi da legami β-1,4 glucosidici.
All’acido N-acetilmuramico è legata una corta catena peptidica
che forma i legami trasversali tra i filamenti di peptidoglicano,
creando la rete di protezione che circonda la cellula
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La sequenza di aminoacidi nella catena peptidica può variare
leggermente tra le specie. I legami traversali sono molto
importanti per rafforzare la rete di peptidoglicano ma le diverse
specie batteriche possono organizzarli in modo differente. Alcuni
degli aminoacidi che si trovano nei peptidoglicani sono rari nelle
proteine : tra questi , l’acido mesodiaminopimelico e diversi D-
stereoisomeri. Gli aminoacidi utilizzati dai ribosomi per la sintesi
dei polipeptidi sono quasi sempre L-stereoisomeri.
La produzione di peptidoglicano inizia nel citoplasma, dove gli
enzimi legano l’acido N-acetilmuramico all’uridina difosfato e poi
ad un penta peptide. Il complesso UDP-NAM-peptide è
accoppiato ad un trasportatore lipidico, il bactoprenolo, che lo
trattiene sul versante citoplasmatico della membrana cellulare.
Viene poi aggiunto un secondo zucchero, l’ N-acetilglucosamina,
per formare l’unità di base disaccaride-peptide. Con un
meccanismo ancora non ben noto, il bactoprenolo capovolge il
complesso disaccaride- peptide verso l’altro lato della membrana.
Solo lì la nuova sub unità può essere attaccata allo zucchero
terminale di una catena crescente di peptidoglicano che si sta
allungando. Altri enzimi e in particolare la trans peptidasi, legano
il precursore penta peptide a un latro filamento con una reazione
di transpeptidazione in cui viene scartato il residuo terminale di
D-alanina del precursore penta peptide, lasciando un
tetrapeptide.
Molti potenziali nemici dei batteri , tra cui batteriofagi e animali,
producono l’enzima lisozima che degrada il peptidoglicano. Il
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lisozima idrolizza il legame β 1,4- glucosidico tra NAG e NAM ,
indebolendo profondamente la parete cellulare.
Se un batterio incontra un lisozima in condizioni isotoniche allora
può sopravvivere come protoplasto , che indica la forma fragile
della cellula la cui parete cellulare protettiva è stata rimossa. Se
un batterio incontra un lisozima in condizioni ipotoniche, l’acqua
può entrare nei protoplasti gonfiandoli fino a farli scoppiare.
La lisostafina è un enzima scoperto in staphylococcus ,che taglia il
ponte di peptaglicina in staphylococcus e di alcune specie affini. A
differenza del lisozima che degrada il peptidoglicano in moti
batteri, la lisostafina è attiva solo contro S. aureus.
Alcune famiglie di antibiotici inattivano le trans peptidasi , gli
enzimi che formano i legami crociati nel peptidoglicano. Un
esempio è quello degli antibiotici β-lattamici . la loro struttura
tridimensionale imita l’anello terminale della D-alanina nei
precursori del peptidoglicano, tanto da ingannare la trans
peptidasi. Gli enzimi si legano agli antibiotici β-lattamici e cercano
di catalizzare la reazione di reticolazione, ma legano l’antibiotico
in modo covalente bloccando in modo permanente il loro sito
attivo e quindi l’attività di transpeptidazione. Il blocco della trans
peptidasi provoca grandi danni alle cellule batteriche in crescita,
che devono integrare nuovi filamenti di peptidoglicano nella
parete cellulare. La parete cellulare diventa sempre più debole e
alla fine la pressione osmotica può far scoppiare la cellula come
accade per azione del lisozima. La differenza è che ai farmaci β-
lattamici sono sensibili solo le cellule in crescita mentre il lisozima
danneggia anche le cellule che non stanno crescendo.
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Uno dei modi in cui i batteri possono diventare resistenti ad un
antibiotico è produrre enzimi che lo modifichino o lo distruggano.
Le β-lattamasi idrolizzano i legami N-C negli anelli degli antibiotici
β-lattamici. Dal momento che l’anello è la parte della molecola
che si lega alle trans peptidasi , la sua apertura inattiva gli
antibiotici.
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attraverso una coda lipidica legata covalentemente all’acido
teicoico sono connesse alla membrana plasmatica e prendono il
nome di acidi lipoteicoici (LTA) . alcuni batteri gram positivi
( Bacillus/ Clostridium) possono produrre endospore , strutture
quasi completamente inerti a livello metabolico con un’elevata
resistenza a difficili condizioni ambientali. L’avvio della
sporulazione ha inizio in condizioni di stress come l’imminente
mancanza di nutrienti ed è un’efficiente meccanismo di
sopravvivenza.
ACIDI TEICOICI
•polisaccaridi acidi
•fino al 10-15% del peso secco di parete;
•sono polimeri anionici contenenti anche fino a 30 molecole di
GLICEROLO o RIBITOLO legati da gp P-
• agli ossidrili del ribitolo o glicerolo possono essere legati
zuccheri (glucosio, galattosio) o aminoacidi (D - alanina) che
rappresentano determinanti antigenici (determinano il
sierotipo);
• uniti covalentemente con il gruppo 6ossidrile del NAM del
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peptidoglicano.
ACIDI LIPO-TEICOICI
•Acidi teicoici costituiti di solito da catene di glicerolfosfato,
contenenti un acido grasso con il quale sono strettamente
ancorati alla membrana citoplasmatica
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enzimi che sintetizzano il peptidoglicano , il periplasma contiene
una serie di proteine tra cui quelle che intervengono
nell’assunzione dei nutrienti e le componenti dei sistemi di
secrezione delle proteine, può contenere anche oligosaccaridi
che servono ai batteri per adattarsi ai cambiamenti di osmolarità
del mezzo.
La membrana esterna dei gram negativi è a doppio strato ma nel
foglietto interno contiene solo fosfolipidi. Il foglietto esterno è
composto da una molecola chiamata lipopolisaccaride (LPS) in
cui si distinguono tre parti :
- Il lipide A
- Una regione polisaccaridica centrale detta core
- Catena laterale O.
La porzione idrofoba del lipopolisaccaride costituisce lo strato
esterno della membrana a doppio strato, mentre la porzione
polisaccaridica è esposta sulla superficie cellulare.
La composizione del lipide A , molto simile in tutti i batteri gram
negativi, comprende acidi grassi saturi legati a un disaccaride.
Anche l’organizzazione del core polisaccaridico è conservata,
anche se il tipo e la disposizione dei blocchi di carboidrati che la
costituiscono possono variare leggermente tra le specie. Gli
zuccheri della catena laterale O possono variare notevolmente,
anche tra diversi sierotipi della stessa specie.
La membrana esterna dei batteri gram negativi protegge le cellule
da un certo numero di minacce ambientali. Questa membrana
trattiene le proteine periplasmatiche ( le grandi molecole polari
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non la possono attraversare) e può mantenere le proteine del
mondo esterno fuori del periplasma e lontano dalla membrana
plasmatica. La membrana esterna protegge anche i batteri gram
negativi dall’attacco del lisozima ( una delle difese dell’organismo
umano). La membrana esterna è attaccata alla parete cellulare da
numerose proteine, tra cui la più abbondante è la mureina, una
lipoproteina legata in modo covalente al peptidoglicano con
l’estremità carbossiterminale , ovvero lisina, e a catene lipidiche
incorporate nella membrana esterna con l’estremità amino
terminale, ovvero cisteina.
I batteri Gram negativi hanno una membrana esterna
• Più complessa di quella dei gram +
• Consiste di uno strato sottile di peptidoglicano (~2-5% del suo
peso) circondato da una membrana esterna
• La membrana esterna è composta da lipidi,proteine,
lipoproteine, e lipopolisaccaride
• Lo spazio periplasmatico è diverso da quello dei gram +
• Può costituire il 20-40% del volume cellulare
• Contiene molti enzimi
• Le lipoproteine di Braun connettono la membrana esterna con
il peptidoglicano
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Importanza dell’LPS
• protegge dalle difese dell’ospite
• contribuisce alla carica negative sulla superficie cellulare (core
polisaccaridico)
• Aiuta a stabilizzare la struttura della membrana esterna (lipide
A)
• può funzionare da ENDOtossina (lipide A)
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Trasporto di nutrienti attraverso la membrana esterna
La membrana esterna dei batteri gram negativi non può essere
del tutto impermeabile. I vari nutrienti devono poter attraversare
questa barriera e poi la membrana plasmatica per essere utilizzati
dalla cellula. Per consentire l’ingresso di queste molecole
essenziali, la membrana esterna contiene numerosi canali, tra cui
le porine sono i più comuni. Le porine sono proteine trim eriche
( a tre subunità) che formano pori attraverso la membrana
esterna. Consentono la diffusione di molecole polari piccole
attraverso la membrana esterna verso il periplasma, dove
possono essere trasportate dai sistemi della membrana
plasmatica.
La porina di dimensioni maggiori permette il passaggio di
molecole fino a un peso molecolare di circa 600 dalton. Ciò spiega
la resistenza dei gram negativi a grandi antibiotici che agiscono
sul peptidoglicano e a proteine come il lisozima.
Quando nell’ambiente sono presenti basse concentrazioni di
nutrienti, i sistemi passivi di assunzione di nutrienti come le
porine, che dipendono da gradienti di concentrazione favorevoli,
diventano insufficienti a sopperire alle esigenze della cellula e
intervengono i trasportatori ad alta affinità. La membrana
esterna contiene altre proteine chiamate recettori TonB-
dipendenti,che hanno un’affinità elevata per nutrienti
scarsamente disponibili che legano e trasportano attivamente nel
periplasma. Oltre al recettore TonB-dipendente nella membrana
esterna, questo sistema di trasporto attivo è composto da altre
tre proteine: TonB, proteine ExbB ed EXBD , incorporate nella
34
membrana plasmatica che sembrano formare un complesso con
TonB . il trasporto attivo attraverso la membrana esterna richiede
energia , il sistema TonB la ottiene dalla forza proto motrice
attraverso la membrana plasmatica. L’energia del gradiente
protonico permette a TonB di interagire con il suo recettore che
subisce un cambiamento di conformazione e rilascia il suo
substrato nel periplasma. Da qui il substrato può essere rilasciato
nel citoplasma attraverso un altro sistema di trasporto della
membrana plasmatica , come il trasportatore ABC.
FUNZIONI DELLE PORINE
canali che permettono il passaggio di sostanze idrofiliche
attraversol a membrana esterna
RUOLO NELLA RESISTENZA AI FARMACI
in presenza di antibiotici viene diminuita od eliminata
l’espressione delle porine implicate nella diffusione
di quell’antibiotico
FUNZIONE DI RECETTORI
per virus, batteriocine, componenti del complemento
o anticorpi
FATTORI DI PATOGENICITA’ BATTERICA
possono promuovere l’invasione delle cellule dell’ospite.
l’aderenz
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nella secrezione: spesso per trasportare la proteina nel
periplasma è utilizzata la via secretoria generale. Alcune
proteine , chiamate autotrasportatori , catalizzano poi il proprio
transito attraverso la membrana esterna ma la maggior parte
delle altre proteine sembra aver bisogno dell’assistenza di sistemi
di esportazione. Alcune proteine esportate non entrano nella via
secretoria generale perché mancano di un peptide segnale
idrofobico all’estremità amino terminale. Queste proteine
attraversano la membrana plasmatica e la membrana esterna in
un unico passo, senza passaggi intermedi nel periplasma.
Uno dei sistemi di secrezione con un passaggio singolo è il
sistema di secrezione di tipo III.
L’apparato secretorio assomiglia a una siringa ipodermica che
sporge dalla superficie del batterio e inietta proteine nelle cellule
ospite. Molti dei componenti di questo sistema di secrezione
sono evolutivamente correlati alle proteine coinvolte nella sintesi
dei flagelli. Le proteine flagellari e quelle esportate dal sistema di
secrezione di tipo III sono secrete con un meccanismo simile,
inserendosi nel poro alla base del flagello o dell’ago molecolare
del tipo III e passando attraverso un canale al centro del
filamento flagellare o della siringa secretoria, per poi emergere
all’altra estremità. Le flagelline si assemblano sulla punta del
filamento crescente, mentre i substrati del tipo III vengono
rilasciati all’esterno della cellula o direttamente in una cellula
ospite penetrata dall’ago secretorio.
(Solo i batteri gram negativi possiedono il sistema di secrezione di
tipo III)
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Il sistema di secrezione di tipo V (autotrasporto)
• Dipende dal sistema Sec per trasportare le proteine attraverso
la membrana plasmatica (peptide segnale N- terminale)
• Dominio C-terminale (struttura a botte) che funge da canale e
media la secrezione
• Quando le proteine sono nel periplasma, formano un canale
nella membrana esterna attraverso cui passano. Per questo il
sistema è definito di autotrasporto
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Gli involucri cellulari dei batteri
Gram negativi VS Gram positivi
I gram positivi hanno una parete cellulare molto più spessa di
quella dei gram negativi.
I gram negativi hanno un ulteriore strato di membrana esterna
che non si trova nei gram positivi.
Le superfici che queste cellule espongono al mondo esterno sono
caratteristiche:
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- Peptidoglicano
- Acidi teicoici gram positivi
- Proteine
- Lipopolisaccaridi
- Proteine gram negativi
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Per il movimento attivo i batteri utilizzano comunemente i flagelli,
filamenti a spirale che sporgono dalla superficie e ruotano per
spingere la cellula. Alcuni batteri hanno flagelli che in questo caso
sono definiti polari solo alle estremità della cellula.
I batteri monotrichi hanno un solo flagello, i batteri lofotrici
hanno più di un flagello in corrispondenza di una o entrambe le
estremità della cellula, i batteri peritrichi hanno più flagelli
distribuiti su tutta la superficie della cellula.
Il filamento flagellare è costruito da molte copie della proteina
flagellina ed è lungo in media circa 5-10 μm . il flagello è ancorato
alla membrana cellulare attraverso il corpo basale, una struttura
discoidale che serve da fondamenta strutturale del flagello e si
interfaccia con il motore che provvede alla rotazione del
filamento flagellare . l’asta centrale che emerge dal corpo basale
si curva a formare l’uncino , cui è collegato il filamento. Il
filamento agisce come un’elica, guidando o trainando il batterio
nel fluido che lo circonda. Il motore flagellare è situato nella
membrana plasmatica,dove converte l’energia della forza proto
motrice per guidare la rotazione del filamento. I flagelli batterici
sono strutture complesse che coinvolgono anche più di 40
proteine distinte assemblate in maniera modulare dalla
membrana plasmatica verso l’esterno.
La maggior parte delle sub unità proteiche che contribuiscono
alla struttura del flagello esce dal citoplasma attraverso un poro
al centro del corpo basale, prima di agganciarsi alla punta.
40
L’espressione, la secrezione e l’assemblaggio di sub unità
flagellari nei batteri sono momenti di un processo ordinato che è
servito come sistema modello per comprendere la regolazione
dello sviluppo nei microbi.
I batteri con un singolo flagello polare sono spinti o tirati da
questo secondo la direzione in cui il flagello ruota. Il movimento
dei flagelli peritrichi è più complesso: la rotazione del motore
flagellare in un senso fa sì che i flagelli si raggruppino insieme e
spingano la cellula in avanti; questo tipo di movimento è
chiamato corsa. La rotazione nella direzione opposta determina
lo sparpagliamento dei flagelli intorno alla cellula, che inizia a
capovolgersi su se stessa ( capriola) restando sul posto. Durante
la fase di capriole la cellula si riorienta e quando la rotazione
flagellare si inverte nuovamente, essa si muove in una direzione
diversa. Il nuoto casuale può essere influenzato da fattori chimici
ambientali percepiti grazie a recettori situati nella membrana
plasmatica. Il legame tra segnali e recettori mediante proteine
che mediano la trasduzione del segnale nel citoplasma, modifica
il senso di rotazione dei motori flagellari. Questo processo è
chiamato chemiotassi.
Il sistema di controllo citoplasmatico garantisce che tutti i motori
delle cellule con flagelli multipli tendano a ruotare nella stessa
direzione. Se i chemiocettori rivelano un aumento della
concentrazione di un attraente mentre la cellula batterica si
sposta, i motori flagellari continuano a ruotare nella direzione che
determina la fase di corsa; quindi il batterio si muove verso il
gradiente del nutriente desiderato. Se la concentrazione di una
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sostanza attraente non sta aumentando o se sta aumentando la
concentrazione di un repellente, il motore flagellare cambia più
spesso direzione e la cellula entra più spesso in fase di capriola.
Gli attraenti chemio tattici sono molecole che possono essere
usate in modo produttivo, mentre i composti che potrebbero
danneggiare la cellula hanno più probabilità di essere percepiti
come repellenti. Le specie batteriche hanno molti chemiocettori
diversi che rilevano attraenti e repellenti, captano vari segnali
chimici e avviano le relative risposte.
MOVIMENTO FLAGELLARE
Movimento ROTATORIO
•si origina dal corpo basale che funziona come un motore
(proteine Mot)
•altre proteine (Fli) fungono da invertitori, ribaltando la
rotazione del flagello in risposta a segnali intracellulari.
Avanzamento in linea retta + capovolgimento
La velocità di rotazione varia a seconda della specie e
dell’energia proton-motrice ed è compresa tra 200 e 1000 giri al
sec
Velocità di avanzamento: 0,00017 Km/h; 60 lunghezze
cellulari/sec. (ghepardo: 110 Km/h; 25 lunghezze/sec. !!)
Forza proton motrice
1000 H+ per un singolo movimento rotatorio
MECCANISMO: ?
Hp: il flusso di protoni attraverso la proteina Mot esercita una
forza elettrostatica sulle cariche disposte elicoidalmente sulle
proteine del corpo basale L’attrazione tra cariche + e – causa la
rotazione del corpo basale
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MISURARE LA CHEMIOTASSI NEI BATTERI
A- Immersione di un capillare nella sospensione batterica
B- Accumulo di batteri in un capillare contenente una
sostanza attraente
C- Capillare di controllo contenente una soluzione salina, priva
di potere attraente o repellente D- Repulsione dei batteri da
parte di un repellente
In soluzione omogenea la cellula si muove casualmente
In presenza di un gradiente di concentrazione di una sostanza
chimica attraente il moto diventa direzionale
in entrambi i casi cʼè alternanza di tragitti e capriole
PERCHEʼIN PRESENZA DI GRADIENTE IL MOVIMENTO DIVENTA
DIREZIONALE?
Quando il batterio si sposta verso lʼattraente diminuisce la
frequenza delle capriole e il tragitto diventa più lungo
all’aumentare della concentrazione di attraente diminuisce la
frequenza delle capriole e il “tragitto” è più lungo. Maggiore è la
variazione di concentrazione di attraente più lungo sarà il
tragitto.--> Movimento direzionale.
come fanno i batteri a “decidere” in che direzione andare?
1) sistema sensoriale che consente di percepire la presenza di
una specifica sostanza
2) sistema di trasmissione del segnale allʼinterno della cellula per
attivare una risposta
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uncino e da un filamento, costituito da diverse proteine non
omologhe alla flagellina.
Le subunità proteiche si assemblano a partire dalla base del
flagello , in quanto il flagello non ha come nei batteri un canale
interno. Le proteine degli archea hanno una sequenza segnale
che viene rimossa da una specifica peptidasi FlaK. Inoltre le
flagellino vengono modificate per l’aggiunta di glicani
all’estremità Nterminale.
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attraverso il citoplasma passando da una cellula ospite a quella
adiacente. Questo meccanismo è meglio interpretato come una
strategia di virulenza e rientra nella categoria di modificazioni del
citoscheletro da parte dei batteri patogeni
Adesione
FIMBRIE: più corte dei flagelli e più numerose. Non sono
coinvolte nel movimento, ma nell’adesione ai tessuti animali o
formazione del Biofilm
PILI: simili alle fimbrie, ma generalmente più lunghi e meno
numerosi. Costituiti da subunità proteiche di PILINA Implicati nel
processo di Coniugazione batterica ( scambio di materiale
genico)
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è utilizzato per connettere le cellule batteriche e trasferire DNA
plasmidico. I geni per la sintesi dei pili coniugativi si trovano su
alcuni grandi plasmidi che guidano il proprio spostamento tra i
batteri. Pili di adesione e pili coniugativi possono coesistere nella
stessa cellula ( E. coli)
Alcuni batteri Gram negativi aderiscono alle superfici utilizzando
una prosteca ; non è solo un insieme di proteine ma
un’estensione tubulare dell’intera membrana cellulare. Sulla
punta della prosteca molto spesso è presente un organo di
attacco adesivo formato da polisaccaridi secreti. La prosteca
aumenta il rapporto superficie-volume della cellula e la capacità
di assorbimento dei nutrienti poiché si estende dalla membrana
cellulare e contiene sistemi di trasporto di nutrienti.
Una fondamentale proprieta dei batteri è quella di aderire alle
superfici delle varie cellule selettivamente e specificamente.
associate all'estremo terminale dei pili o delle fimbrie • adesine
interazione stereospecifica con la porzione glicidica di
glicoproteine e glicolipidi presenti sulla superficie delle cellule
ALTRE STRUTTURE ADIBITE ALL'ADESIONE:
fibrille nei gram + Sono formate da una proteina di membrana la
PROTEINA M, che complessata ad alcuni acidi teicoici, si proietta
all'esterno della parete cellulare
polisaccaridi capsulari Possono stabilire connessioni dirette o
indirette con alcune superfici (ad esempio i glucani dello
STREPTOCOCCUS MUTANS aderiscono alla superficie dello
smalto dentale)
Capsula
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LA CAPSULA BATTERICA
•Strato mucoso superficiale presente in alcuni batteri
•Materiale escreto dalla cellula che per la sua viscosità non si
allontana dalla cellula stessa, costituendo un rivestimento
protettivo.
•Spessore variabile
•E’ costituita da monomeri polipeptidici o polisaccaridici o a
composizione mista polipeptidica e polisaccaridica
FUNZIONE
·Può essere utilizzata come materiale di riserva in condizioni
estreme
·Protegge il batterio dalla disidratazione
·È UN IMPORTANTE FATTORE DI VIRULENZA
-protezione dall’infezione virale o dalla predazione di altri batteri -
Adesione ai tessuti dell’ospite protezione da composti chimici
dell’ambiente (e.s., detergenti)
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- facilitazione della motilità per scivolamento dei batteri
-protezione contro lo stress osmotico
-Biofilm
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Strati superficiali cristallini ( strati S)
In molte cellule batteriche è stato osservato uno strato
superficiale di proteine,lo strato S, sottoforma di reticolo
cristallino. Sintetizzare un simile rivestimento proteico comporta
un enorme investimento di risorse da parte della cellula. Si pensa
generalmente che gli stati S agiscano come una corazza con
funzioni di protezione come:
- Prevenire le infezioni da batteriofagi
- Bloccare la penetrazione di batteri predatori
- Schermare la cellula dagli attacchi del sistema immunitario
dell’ospite
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