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Capitolo 2 I batteri

2.1 morfologia delle cellule batteriche


Che aspetto hanno i batteri?
I batteri hanno forme ,ovvero morfologie, diverse. Le forme più
comuni e i nomi con cui sono indicate sono:
- Sferica = cocco
- Bastoncello = bacillo
- Bacchetta ricurva = vibrione
- Spirale = spirillo
la forma delle cellule batteriche è determinata dalla parete
cellulare, la struttura semirigida che circonda la cellula. La
morfologia è una caratteristica abbastanza costante nella
maggior parte delle specie batteriche. Tuttavia, poiché le
condizioni ambientali e lo stressa volte possono causare
cambiamenti alla morfologia batterica, l’aspetto fisico è di rado
decisivo per l’identificazione delle specie batteriche. Alcuni
batteri non hanno una forma regolare e possono avere aspetto
molto variabile : questi batteri sono definiti pleomorfi. In alcuni
batteri poi si osservano modalità pluricellulari più complesse;
ad esempio , i batteri del suolo ( gruppo degli attinomiceti)
crescono sottoforma di filamenti ramificati in modo irregolare ,
chiamati ife e costituiti da catene di cellule. Le ife possono
formare reti tridimensionali chiamate miceli che si alzano al di
sopra del substrato, penetrano in basso nel suolo, o fanno
entrambe le cose. Molti funghi eucaristici formano ife e miceli
con un aspetto simile a quelli formati da queste specie
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batteriche. Una diversa modalità multicellulare si trova nei
cianobatteri con la formazione di catene di cellule chiamate
tricomi , che sono lisce , non ramificate, e possono avere un
rivestimento polisaccaridico che ne ricopre l’intero filamento.
Sia nei tricomi sia nelle ife i setti che separano le cellule
contengono canali per il passaggio intercellulare di materiali
come nutrienti e molecole segnale( non tutte , come le ife di
streptomyces che sono settate solo quando formano spore) .
anche le dimensioni delle cellule batteriche sono molto varie,
vanno da 0,5 μm a 5μm di lunghezza. I batteri sono di solito più
piccoli delle cellule eucaristiche; persino eucarioti di
dimensioni ridotte come il lievito di solito raggiungono almeno
i 5 μm di diametro. Anche se la maggior parte dei batteri ha un
diametro inferiore di 5μm , negli ultimi anni sono stati scoperti
batteri con diametri molto grandi, ad esempio le cellule
sferiche di Thiomargarita namibiensis che possono raggiungere
700 μm di diametro , o ancora Epulopiscium fishelsoni , un
batterio a forma di sigaro che può raggiungere i 600 μm .
All’estremo opposto alcuni micoplasmi misurano solo 0,2 μm di
diametro .
sebbene le cellule batteriche siano molto variabili per forma e
dimensione , esse condividono molte proprietà.

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2.2 il citoplasma
Cosa c’è nel citoplasma delle cellule batteriche ?

Il citoplasma di una cellula batterica, l’ambiente acquoso


all’interno della membrana plasmatica, contiene un’ampia
gamma di componenti. L’entità singola di maggiori dimensioni,
nel citoplasma, è il nucleoide , un agglomerato di DNA rivestito
da proteine e molecole di RNA in via di sintesi.

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Il nucleoide delle cellule batteriche non è circondato da una
membrana ( a differenza di quanto avviene nelle cellule
eucariotiche). Se un cromosoma batterico di medie dimensioni
fosse steso in forma lineare, sarebbe centinaia di volte più lungo
delle cellula batterica che lo contiene. Per impacchettare il DNA in
una forma più gestibile, i batteri utilizzano diverse strategie.
Cationi come Mg 2+ , K+ ,Na+ , mascherano la carica negativa
sullo scheletro di zucchero e fosfato di ciascun filamento
dell’elica, permettendo alla molecola di DNA di raggomitolarsi
maggiormente. Inoltre, piccole proteine cariche positivamente si
legano al cromosoma per facilitare il mantenimento della
struttura condensata del nucleoide. La topologia della molecola di
DNA viene aggiustata poi dalle topoisomerasi , enzimi che
avvolgono il cromosoma su se stesso, superavvolgimento,
comprimendolo in una massa più compatta.

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Intorno al nucleoide sono localizzate molte altre proteine, tra
cui enzimi coinvolti nella replicazione e trascrizione del DNA e
alcune proteine che regolano la trascrizione genica. Man mano
che le RNA polimerasi sintetizzano RNA messaggero, i
ribosomi vi si legano e ne iniziano la traduzione. In vivo,
quindi , i ribosomi sono associati indirettamente al nucleoide,
nonostante se ne stacchino in gran parte durante la procedura
di estrazione del genoma in laboratorio.
Senza considerare il nucleoide, il citoplasma , quindi, è un
complesso acquoso di macromolecole, con centinaia di migliaia
di proteine, t RNA, m RNA e ribosomi. La maggior parte delle
reazioni metaboliche catalizzate da enzimi avviene nel
citoplasma. Alcuni degli enzimi coinvolti nella sintesi dei lipidi
di membrana e dei precursori della parete cellulare si trovano
nel citoplasma, come anche diverse proteine, organizzate in
strutture filamentose, che sembrano avere un ruolo primario
nella sintesi della parete e nelle divisione cellulare. Troviamo
ancora una serie di molecole organiche ( aminoacidi, nucleotidi
e intermedi di reazione) e ioni inorganici.
A seconda delle condizioni ambientali e di crescita, le cellule
batteriche a volte immagazzinano carbonio, fosforo, azoto di
riserva in corpi d’inclusione non circondati da membrane e
abbastanza grandi perché siano distinguibili al microscopio
come granuli all’interno del citoplasma. Un’altra forma di
accumuli di riserva sono i globuli di zolfo , composti di zolfo
elementare (S0) .
CORPI DI INCLUSIONE
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granuli di sostanze organiche o inorganiche spesso visibili al
microscopio ottico e con funzione di riserva. i corpi di
inclusione non sono rivestiti da membrana e sono liberi nel
citoplasma; in alcuni casi sono rivestiti da una membrana
diversa da quella citoplasmatica, spesso di natura proteica o
lipidica avendo la funzione di riserva la natura dei corpi di
inclusione varia a secondo dei diversi microrganismi così come
il numero è in funzione dello stato nutrizionale della cellula che
li contiene

Granuli organici:
granuli di glicogeno ( o di amido)
•Polimero del glucosio
•Fonte di ENERGIA e CARBONIO
granuli di poli-b-idrossibutirrato
•Appartiene al gruppo dei poliidrossialcanoati (PHA) polimeri
poliesteri
•Unità ripetute di acido b-idrossibutirrico
•Rivestiti da un monostrato di fosfolipidi
•Mycobacterium, Baccillus, Azotobacte

Ogni specie batterica presenta uno solo di questi due polimeri,


solo nei b. fotosintetici porporini sono presenti entrambi
granuli di cianoficina:
•riserva di azoto costituita da polipeptidi ricchi di arginina ed
acido aspartico
•cianobatteri

Granuli inorganici:

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granuli di volutina o di polifosfati
polimeri lineari di ortofosfato;
• riserva di fosfato (sintesi degli acidi nucleici) e/o di energia
•cianobatteri
Globuli di zolfo :
•Solfuro di idrogeno o Zolfo elementare
•riserva metabolica- utilizzati solo in mancanza di altre fonti di
zolfo ridotto

Alcuni batteri hanno nel citoplasma dei comparti circondati da


proteine, che svolgono funzioni specializzate. Alcuni batteri
fotosintetici acquatici producono vescicole di gas piene
d’acqua che provvedono alla galleggiabilità della cellula,
regolandone la posizione in una colonna d’acqua in riposta ai
livelli di luce o di nutrienti. I cianobatteri fotosintetici possono
anche produrre carbossisomi che contengono gli enzimi chiave
del carbonio inorganico in materia organica durante la
fotosintesi.
Microcompartimenti cellulari
carbossisomi:
•sono poliedrici di 100 nm di diametro
•sono costituiti dall'enzima ribulosio-1,5-difosfato carbossilasi
in forma cristallina (ciclo di Calvin)
•fissazione l’anidride carbonica o, semplicemente, come sito
di deposito per l’enzima carbossilasi
•nei cianobatteri, tiobacilli e batteri nitrificanti;
•ENTEROSOMI
• Batteri enterici
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• Enzimi per il metabolismo del propandiolo o etano lamina
• Tipici della mucosa intestinale umana

I magnetosomi ( particelle contenenti magnetite) sono un raro


esempio di organello citoplasmatico racchiuso da una
membrana in una cellula batterica ance se in realtà quella che
racchiude i magnetosomi è un’invaginazione della membrana
plasmatica.
Comparti circondati da proteine:
Magnetosoma
cristalli di magnetite (Fe3O4) di 40-100 nm circondati da una
membrana contenente proteine, glicoproteine e fosfolipidi
•creano un dipolo magnetico permanente
• presenti in batteri acquatici magnetotattici (orientamento nei
campi magnetici)
vacuolo gassoso
•organo di galleggiamento -diminuiscono la densità della
cellula
• batteri fotosintetici ed altri batteri acquatici - cianobatteri
• spesso aggregati a formare le vescicole gassose
•rivestiti da membrana proteica (è costituita da due proteine:
GvpA e GvpC) permeabile a GAS ma no ad acqua e soluti

Matrice Citoplasmatica
• Sostanza in cui sono sospesi il nucleoide, i ribosomi ed i corpi
d’inclusione

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• Composta prevalentemente d’acqua
• Sede di molte reazioni metaboliche sia anaboliche che
cataboliche (utilizzo sostanze nutritizie/ sintesi componenti
cellulari)

2.3 il citoscheletro della cellula batterica


Quali tipi di strutture interne contribuiscono a organizzare le
cellule batteriche?

CITOSCHELETRO nelle cellule eucariotiche


Funzioni:
Forma e sostegno alla cellula
• Posizione degli organuli
• Polarità cellulare
• Movimento organuli, fagocitosi, citochinesi
• Movimento della cellula
• Adesione cellulare
• Trasmissione segnali
CITOSCHELETRO nelle cellule procarioti che
tra le differenze tra eucarioti e procarioti è da sempre stata
elencata la presenza di un citoscheletro negli eucarioti e di un
esoscheletro nei batteri
l’esoscheletro dei batteri è l’involucro (membrana + parete
cellulare)
Omologhi di tutti e tre gli elementi citoscheletrici eucariotici
sono stati recentemente identificati nei Bacteria mentre uno è
stato trovato negli Archaea

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Il citoscheletro è molto importante per l’organizzazione interna
delle cellule. Nei batteri sono state recentemente scoperte
alcune proteine chiave che formano strutture filamentose
indispensabili per la crescita e la divisione cellulare . le
principali proteine citoscheletriche finora scoperte si trovano
nel citoplasma, ma la loro funzione è di interagire con la
membrana plasmatica e la parete cellulare.
La proteina FtsZ forma un anello, lo Z-ring, che è necessario per
la divisione cellulare batterica. FtsZ è legata alla tubulina, una
proteina che è l’elemento strutturale principale dei
microtubuli, uno dei principali componenti del citoscheletro
delle cellule eucariotiche. I monomeri di FtsZ polimerizzano in
filamenti che si riuniscono a formare lo Z-ring sulla faccia
interna della membrana plasmatica. La formazione dello Z-ring
è un passo fondamentale per la divisione cellulare , perché
l’anello interagisce con le proteine di membrana che dirigono
la sintesi della parete batterica. Durante la divisione lo Z-ring si
contrae attraverso il rilascio controllato di sub unità dai
polimeri di FtsZ , mediante un’idrolisi di GTP-dipendente. Man
mano che l’anello si stringe, il rivestimento cellulare viene
forzato all’interno, in corrispondenza del sito dove avverrà la
divisione, dalla sintesi riorientata della parete cellulare. Nel
momento in cui la divisione cellulare termina, lo Z-ring è
scomparso e sarà poi ricostruito dalla FtsZ citoplasmatica
durante il ciclo cellulare successivo.

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Altra importante componente citoscheletrica nei batteri è la
proteina MreB, evolutivamente correlata all’actina, una proteina
del citoscheletro eucariotico. MreB polimerizza in filamenti molto
simili a quelli di actina che negli eucarioti prendono il nome di
microfilamenti.
Nei batteri, MreB forma lunghe bande elicoidali accollate alla
membrana plasmatica. Questa proteina si trova in quasi tutti i
batteri non sferici , ma raramente si trova nei cocchi. MreB aiuta
a dirigere la sintesi della parete cellulare in modo da produrre un
cilindro allungato piuttosto che una forma sferica.
Le strutture del citoscheletro intervengono anche della
distribuzione di componenti citoplasmatiche durante la divisione
cellulare batterica; la distribuzione delle informazioni genetiche
durante la divisione cellulare è una funzione molto importante.
La proteina ParM forma filamenti simili a quelli di actina. I suoi
geni si trovano su alcuni plasmidi; e pare che i filamenti di

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ParM siano responsabili della distribuzione delle copie dei
plasmidi ai poli opposti della cellula, affinchè si trovino su
entrambi i lati del sito di divisione e siano trasmesse a ciascuna
delle nuove cellule.
• proteina MreB
• simile all’actina eucariotica
• è coinvolta nella determinazione della forma cellulare
(manca nei cocchi) e nel movimento dei cromosomi agli
opposti poli cellulari
• proteine Fts,
• FtsZ simile alla tubulina eucariotica
• coinvolta nella formazione dello Z ring, essenziale per la
DIVISIONE CELLULARE

2.4 l’involucro nucleare


Quali sono le proprietà strutturali e funzionali critiche negli
involucri cellulari dei batteri?
Tutte le cellule sono delimitate nello spazio da almeno una
membrana, la membrana plasmatica. La maggior parte delle
cellule batteriche contiene anche una parete cellulare
semirigida formata da peptidoglicano e alcuni batteri hanno
anche una seconda membrana , la membrana esterna.
All’insieme di questi strati ci si riferisce con il termine involucri
nucleari.

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La membrana plasmatica
La membrana plasmatica ( membrana cellulare o membrana
citoplasmatica) è un doppio strato composto principalmente di
fosfolipidi a struttura antipatica,cioè con una porzione polare e
una porzione non polare. Par la maggior parte, le membrane
cellulari contengono miscele di fosfolipidi che possono variare
per la struttura chimica del gruppo di testa polare, per la
lunghezza della coda di idrocarburi,non polare, o per la
frequenza e posizione dei doppi legami all’interno della coda di
idrocarburi. La testa polare è idrofila e interagisce con l’acqua
all’intero e all’esterno della cellula, mentre le catene
idrocarburiche non polari si associano per formare l’interno
della membrana.

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Nelle membrane batteriche mancano gli steroli ( lipidi come il
colesterolo ) che sono i principali componenti delle membrane
eucariotiche.
Alcuni batteri producono molecole simili agli steroli, gli
opanoidi . sono molecole ampiamente planari che si pensa
stabilizzino la membrana plasmatica.( solo il 10 % dei batteri
produce opanoidi, e sono molto abbondanti nei suoli e nei
sedimenti).
Le membrane biologiche non sono strutture statiche; i lipidi si
muovono con relativa libertà all’interno dei due strati.
La fluidità della membrana dipende da :
- Natura dei lipidi;
- Fattori ambientali ( es. temperatura)
- Presenza di altre molecole associate alla membrana.
le membrane biologiche non sono strutture lipidiche pure,
infatti , la metà della massa della membrana plasmatica
batterica è costituita da proteine integrate nel doppio strato
della membrana o che lo attraversano. Queste proteine hanno
superfici idrofobiche all’interno della membrana e domini
idrofili esposti verso l’ambiente citoplasmatico o verso quello
esterno.
Le funzioni chiavi delle proteine della membrana plasmatica
includono :
- Controllare l’accesso di sostanze al citoplasma grazie a una
permeabilità differenziale;

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- Acquisire o immagazzinare energia attraverso i foto sistemi,
il trasporto ossidativo degli elettroni , e il mantenimento di
gradienti chimici ed elettrici;
- Percepire e trasdurre i segnali ambientali.
Funzioni della membrana plasmatica
• Separazione della cellula dall’ambiente
• Barriera selettivamente penetrabile
Alcune molecole possono passare dentro e fuori la cellula I
sistemi di trasporto aiutano il movimento delle molecole
• Luogo di processi metabolici cruciali e conservazione di
energia FORZA PROTON MOTRICE
TRASDUZIONE DEL SEGNALE presenza di recettori specifici

 Permeabilità della membrana plasmatica all’acqua


Proprietà fondamentale della membrana plasmatica è la
permeabilità differenziale o selettiva. Molecole piccole e non
cariche , come O2 e CO2 , possono diffondere abbastanza
liberamente attraverso il doppio strato di fosfolipidi; composti più
grandi , o molecole più polari o cariche, passano meno
facilmente. Anche se sono polari, le molecole di acqua sono
abbastanza piccole da attraversare il doppio strato, e il loro
transito può essere facilitato da canali di transito chiamati
acquaporine. La differenza di concentrazione di acqua tra
l’interno e l’esterno della cellula crea un gradiente osmotico.
Se il citoplasma ha una concentrazione di soluto superiore a
quella dell’ambiente esterno , la cellula è in una soluzione
ipotonica e richiama acqua verso il proprio interno. Poiché i doppi
strati di fosfolipidi sono abbastanza flessibili, le cellule si
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espandono e senza una strutture rigida come la parete cellulare
che ne garantisce la stabilità, rischierebbero di esplodere
distruggendosi. Viceversa, se la concentrazione di ioni disciolti
nel citoplasma è più bassa rispetto all’ambiente esterno, la cellula
si trova in una soluzione ipertonica e subisce una perdita netta di
acqua. Cosi’ la cellula potrebbe andare incontro al collasso
strutturale, un evento che la protezione della parete cellulare
aiuta ad evitare.
 Trasporto di nutrienti
Il metabolismo cellulare dipende dalla capacità della cellula di
ottenere nutrienti dall’ambiente circostante e in misura minore
di eliminare i prodotti di scarto. Il movimento delle molecole
cariche o polari è fortemente limitato dalla ridotta permeabilità
del doppio strato fosfolipidico; sono quindi necessarie proteine di
trasporto perché questi composti possano entrare nella cellula.
Spesso i sistemi di trasporto incorporati nella membrana sono
molto specifici per le molecole che ammettono , di modo che la
cellula possa assumere i composti utili , ignorando quelli che non
utilizza o che sono dannosi. A causa di questa specificità , le
cellule microbiche possiedono molti trasportatori diversi per
procurarsi tutte le sostanza nutritive di cui hanno bisogno.
alcune proteine di trasporto si limitano a facilitare la diffusione
consentendo a molecole specifiche di passare attraverso la
membrana secondo gradiente, dalla concentrazione maggiore a
quella minore. Queste proteine non richiedono dispendio di
energia ma il loro ruolo è limitato all’assunzione dei nutrienti che
sono abbondanti nell’ambiente .
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Se non c’è un gradiente di concentrazione tale da convogliare una
determinata sostanza nutritiva nella cellula nella percentuale in
cui l’organismo ha bisogno, deve essere utilizzato un altro
meccanismo.
I sistemi di trasporto attivo nella membrana plasmatica
richiedono la spesa di energia per digerire il movimento di soluti
contro un gradiente di concentrazione. Questo trasporto può
essere attuato trasportando nella cellula la molecola desiderata
insieme ad un’altra che viaggia lungo un gradiente di
concentrazione favorevole. L’ingresso della molecola che si
sposta secondo gradiente determina un rilascio di energia che
può essere utilizzata per spostare la molecola principale; questa
strategia è chiamata simporto . il tipo più comune di simporto
nei batteri accoppia l’importazione di un substrato come lo
zucchero,con l’assunzione di uno o più protoni, sfruttando il
gradiente trasmembrana favorevole dei protoni, generato dal
trasporto respiratorio degli elettroni.
Con i trasportatori antiporto l’assunzione di una molecola,
sfavorevole dal punto di vista energetico, è guidata
dall’espulsione di un’altra che è invece favorevole. Entrambi i
meccanismi sono esempi di co-trasporto , in quanto vengono
spostate contemporaneamente due molecole diverse.
Uno dei più comuni sistemi di trasporto attivo si basa sui
trasportatori ABC. L’acronimo ABC sta per ATP- binding cassette e
si riferisce al fatto che queste proteine hanno un dominio che
lega i nucleotidi e che idrolizza ATP per fornire l’energia per il
trasporto. Ogni trasportatore ABC è specifico per un determinato
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composto o gruppi di composti, ed è costituito da quattro sub
unità. Il canale di membrana è costituito da due sub unità
idrofobiche, e due sub unità idrofile sono situate sulla superficie
della membrana citoplasmatica e contengono il dominio ATP-
binding. Una proteina che ha un’alta affinità di legame con il
soluto lo lega all’esterno della membrana plasmatica e poi lo
rilascia alle componenti legate di membrana , aumentando così
l’affinità del sistema di trasporto.
TRASPORTO ATTIVO NEI PROCARIOTI
- TRASPORTO SEMPLICE; controllato dall’energia associata
alla forza proto motrice
- TRASLOCAZIONE DI GRUPPO; modificazione chimica della
sostanza trasportata,controllata dal fosfoenolpiruvato
- SISTEMA ABC;coinvolge proteine di legame periplasmatiche
e l’energia viene fornita dall’ATP

Traslocazione di Gruppo: sistema della fosfotransferasi (PTS) per


il trasporto degli zuccheri

proteine citoplasmatiche e di membrana: proteine non


specifiche che trasportano il P proteine specifiche che
riconoscono lo zucchero da trasportare
Il fosfoenolpiruvato funziona come donatore di P e di energia!!!
la sostanza trasportata viene contemporaneamente
MODIFICATA (fosforilazione)

Il sistema è formato dalle seguenti componenti: il

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fosfoenolpiruvato, PEP; l’enzima I, EI; la proteina termostabile a
basso peso molecolare, HPr; e l’enzima Il, EIl. Il fosfato ad alta
energia viene trasferito da HPr a EIIA, una componente solubile
dell’enzima EII. EIIA è unito a EIIB nel sistema per il trasporto del
mannitolo, mentre è separato da EIIB nel sistema del glucosio.
Durante il trasporto attraverso la membrana, il fosfato viene
trasferito da EIIA a EIIB quindi allo zucchero, in entrambi i
sistemi. Sono possibili anche altre forme di relazione tra le
componenti di EII. Per esempio, IIA e IIB possono formare una
proteina solubile separata dal complesso della membrana; anche
in questo caso il fosfato passa da IIA a IIB e poi al dominio (o ai
domini) di membrana

 Acquisizione di energia
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La membrana plasmatica batterica alloggia componenti essenziali
dell’apparato per la raccolta di energia. Queste componenti
includono i citocromi e altre proteine , solubili nella membrana,
che formano il sistema di trasporto di elettroni nella respirazione
o negli apparati fotosintetici che catturano luce. Il trasporto di
elettroni e i sistemi di captazione della luce hanno entrambi come
risultato l’espulsione dei protoni dal citoplasma nell’ambiente
esterno, attraverso la membrana. Accumulandosi al di fuori della
cellula, i protoni formano gradienti di concentrazione e di carica
che si combinano per creare una forza protomotrice. I protoni per
tornare all’interno della cellula passano attraverso un complesso
di proteine di membrana ( ATP sintasi) che ne accoppia il rientro
don la produzione di ATP.

 Sistemi sensoriali
La membrana plasmatica percepisce l’ambiente intorno alle
cellule batteriche attraverso proteine sensore che trasmettono i
segnali a sistemi di risposta citoplasmatici. Questi segnali spesso
modificano l’espressione genica,assicurando la produzione di una
serie di proteine appropriate per la situazione contingente.( non
tutti i processi di segnalazione avvengono a livello della
membrana)

 Secrezione delle proteine

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TRASPORTO DI MOLECOLE DAL CITOPLASMA ALL’ESTERNO
Processo molto importante:
•Trasporto di molecole con funzione strutturale (es.: componenti
della parete, proteine di membrana)
•Trasporto di molecole con funzione strutturale (es.: componenti
della parete, proteine di membrana)
Trasporto di tossine o molecole dannose durante l’infezione nei
patogeni
Il processo di secrezione comporta il riconoscimento del
substrato ed il suo trasporto attraverso uno (Gram positivi) o due
(Gram negativi) sistemi di membrane.

Sistemi di secrezione di proteine nei batteri


sistema Sec-dipendenti
•sistema di secrezione di tipo II
•sistema di secrezione di tipo V
•Il sistema di secrezione chaperon/usher
sistema Sec-Indipendenti
• sistema di secrezione di tipo I (ABC)
• sistema di secrezione di tipo III e IV

La membrana plasmatica contiene anche proteine che fanno


parte della via generale di secrezione , permettendo di esportare
attraverso la membrana le proteine destinate ai comparti esterni
al citoplasma. Le proteine destinate a questa via secretoria sono
identificate da un peptide segnale , una breve sequenza di
aminoacidi fortemente idrofobici, all’estremità aminoterminale
della proteina. La proteina secB si lega al polipeptide nascente
quando questo lascia il ribosoma, imoedendogli di piegarsi finchè

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si trova ancora nel citoplasma e lo rilascia a secA . SecA si associa
con il canale di membrana formato dal complesso SecYEG
e ,usando l’energia ottenuta dall’idrolisi dell’ATP, facilita il
movimento del polipeptide attraverso il canale SecYEG. Quando il
polipeptide giunge nel periplasma , una peptidasi segnale
rimuove il peptide segnale e la proteina assume la sua
conformazione funzionale.
Sistema Sec-dipendente: Meccanismo generale di secrezione
Il principale e più conosciuto sistema di secrezione di proteine
attraverso una membrana è comune a Gram-positivi, Gram-
negativi, Archea ed Eucarioti ed è noto come sistema di
secrezione Sec (o sistema sec-dipendente).
Serve a veicolare proteine dal citoplasma alla membrana
citoplasmatica (proteine intrinseche ed estrinseche) o all'esterno
della membrana (proteine di secrezione)
Le proteine trasportate dal sistema Sec hanno una sequenza
segnale all'estremità N-terminale. Tale sequenza consiste in una
regione idrofobica (h di 6-15 aa) con ai lati due regioni idrofile (n
e c). L'intera regione segnale si estende per circa 24 aminoacidi
La sequenza segnale viene rimossa dopo il passaggio attraverso
la membrana
Le proteine coinvolte in questo meccanismo di secrezione sono
chiamate proteine SEC e sono:
Chaperone citoplasmatico (SecB) che riconosce le proteine da
guidare alla membrana
• il motore (SecA), proteina di membrana sul lato citoplasmatico,
che fornisce l’energia (ATPasi);
• il traslocone Sec proteine intrinseche di membran che formano
il canale per il passaggio attraverso la membrana;
Lo chaperone citoplasmatico (SecB) riconosce e lega la sequenza

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segnale Rallenta il ripiegamento della proteina e la guida verso i
componenti del canale di secrezione (verde) La proteina canale è
associata ad una ATPasi (arancio) che fornisce energia tramite
idrolisi dell’ATP La proteina viene trasportata attraverso la
membrana e la sequenza segnale viene tagliata
• SecA, legando SecB, trasloca la preproteina attraverso la
membrana plasmatica
• Sfruttando l’idrolisi di ATP
• la preproteina attraversa la membrana plasmatica attraverso il
complesso SecYEG, che formano un canale.
• una peptidasi specifica rimuove il peptide segnale

La parete cellulare batterica


la Parete batterica è una struttura tipica dei procarioti, esterna
alla membrana plasmatica.
• protegge dalla pressione osmotica , sollecitazioni meccaniche e
tensioni
• Essendo una struttura rigida, la parete conferisce alla cellula
batterica la forma particolare e particolari
°Caratteristiche tintoriali
• Essenziale per divisione cellulare
• Virulenza e patogenicità
• Sede di antigeni

La parete cellulare batterica è costituita da una matrice reticolare


formata da polisaccaridi e peptidi, chiamata peptidoglicano. La
parete cellulare è necessaria ai batteri per:

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- resistere al danno da pressione osmotica
- sollecitazioni meccaniche
-tensione.
L’organizzazione del peptidoglicano conferisce alle cellule
batteriche anche le loro forme caratteristiche. I peptidoglicani
formano una struttura a rete costituita da uno scheletro di
glicano in cui le molecole di N-acetilglucosamina e di acido N-
acetilmuramico si alternano connessi da legami β-1,4 glucosidici.
All’acido N-acetilmuramico è legata una corta catena peptidica
che forma i legami trasversali tra i filamenti di peptidoglicano,
creando la rete di protezione che circonda la cellula

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La sequenza di aminoacidi nella catena peptidica può variare
leggermente tra le specie. I legami traversali sono molto
importanti per rafforzare la rete di peptidoglicano ma le diverse
specie batteriche possono organizzarli in modo differente. Alcuni
degli aminoacidi che si trovano nei peptidoglicani sono rari nelle
proteine : tra questi , l’acido mesodiaminopimelico e diversi D-
stereoisomeri. Gli aminoacidi utilizzati dai ribosomi per la sintesi
dei polipeptidi sono quasi sempre L-stereoisomeri.
La produzione di peptidoglicano inizia nel citoplasma, dove gli
enzimi legano l’acido N-acetilmuramico all’uridina difosfato e poi
ad un penta peptide. Il complesso UDP-NAM-peptide è
accoppiato ad un trasportatore lipidico, il bactoprenolo, che lo
trattiene sul versante citoplasmatico della membrana cellulare.
Viene poi aggiunto un secondo zucchero, l’ N-acetilglucosamina,
per formare l’unità di base disaccaride-peptide. Con un
meccanismo ancora non ben noto, il bactoprenolo capovolge il
complesso disaccaride- peptide verso l’altro lato della membrana.
Solo lì la nuova sub unità può essere attaccata allo zucchero
terminale di una catena crescente di peptidoglicano che si sta
allungando. Altri enzimi e in particolare la trans peptidasi, legano
il precursore penta peptide a un latro filamento con una reazione
di transpeptidazione in cui viene scartato il residuo terminale di
D-alanina del precursore penta peptide, lasciando un
tetrapeptide.
Molti potenziali nemici dei batteri , tra cui batteriofagi e animali,
producono l’enzima lisozima che degrada il peptidoglicano. Il
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lisozima idrolizza il legame β 1,4- glucosidico tra NAG e NAM ,
indebolendo profondamente la parete cellulare.
Se un batterio incontra un lisozima in condizioni isotoniche allora
può sopravvivere come protoplasto , che indica la forma fragile
della cellula la cui parete cellulare protettiva è stata rimossa. Se
un batterio incontra un lisozima in condizioni ipotoniche, l’acqua
può entrare nei protoplasti gonfiandoli fino a farli scoppiare.
La lisostafina è un enzima scoperto in staphylococcus ,che taglia il
ponte di peptaglicina in staphylococcus e di alcune specie affini. A
differenza del lisozima che degrada il peptidoglicano in moti
batteri, la lisostafina è attiva solo contro S. aureus.
Alcune famiglie di antibiotici inattivano le trans peptidasi , gli
enzimi che formano i legami crociati nel peptidoglicano. Un
esempio è quello degli antibiotici β-lattamici . la loro struttura
tridimensionale imita l’anello terminale della D-alanina nei
precursori del peptidoglicano, tanto da ingannare la trans
peptidasi. Gli enzimi si legano agli antibiotici β-lattamici e cercano
di catalizzare la reazione di reticolazione, ma legano l’antibiotico
in modo covalente bloccando in modo permanente il loro sito
attivo e quindi l’attività di transpeptidazione. Il blocco della trans
peptidasi provoca grandi danni alle cellule batteriche in crescita,
che devono integrare nuovi filamenti di peptidoglicano nella
parete cellulare. La parete cellulare diventa sempre più debole e
alla fine la pressione osmotica può far scoppiare la cellula come
accade per azione del lisozima. La differenza è che ai farmaci β-
lattamici sono sensibili solo le cellule in crescita mentre il lisozima
danneggia anche le cellule che non stanno crescendo.
27
Uno dei modi in cui i batteri possono diventare resistenti ad un
antibiotico è produrre enzimi che lo modifichino o lo distruggano.
Le β-lattamasi idrolizzano i legami N-C negli anelli degli antibiotici
β-lattamici. Dal momento che l’anello è la parte della molecola
che si lega alle trans peptidasi , la sua apertura inattiva gli
antibiotici.

Diversità negli involucri cellulari dei batteri

La colorazione di Gram ci permette di distinguere due tipi di


batteri: GRAM POSITIVI e GRAM NEGATIVI. Le due cellule
differiscono nell’organizzazione della parete cellulare e per la
presenza o l’assenza di una membrana esterna supplementare.
 Cellule Gram positive
I batteri Gram positiva hanno una parete cellulare spessa con
molti filamenti di peptidoglicano sovrapposti. La parete cellulare
dei gram positivi è esposta all’ambiente , svolge un’importante
funzione di protezione ma non è indispensabile. Il peptidoglicano
è il polimero più abbondante nella parete cellulare dei gram
positivi ma fino al 50% del peso secco della cellula è dovuto a una
miscela di altri polimeri. Un polimero carico chiamato acido
teicoico è interconnesso con i peptidoglicani. Gli acidi teicoici
sono polimeri di ribitolfosfato o glicerofosfato. Molte delle
molecole di acido teicoico sono ancorate alla parete cellulare
attraverso legami covalenti con le catene di peptidoglicano, altre

28
attraverso una coda lipidica legata covalentemente all’acido
teicoico sono connesse alla membrana plasmatica e prendono il
nome di acidi lipoteicoici (LTA) . alcuni batteri gram positivi
( Bacillus/ Clostridium) possono produrre endospore , strutture
quasi completamente inerti a livello metabolico con un’elevata
resistenza a difficili condizioni ambientali. L’avvio della
sporulazione ha inizio in condizioni di stress come l’imminente
mancanza di nutrienti ed è un’efficiente meccanismo di
sopravvivenza.

Pareti cellulari dei batteri Gram positivi


• Composta essenzialmente di peptidoglicano
• anche 40 strati concentrici, 40-80% del peso secco
• Struttura a CAV
• Il periplasma contiene relativamente poco proteine
• Alcuni batteri gram-positivi possiedono uno strato di proteine
sulla superficie del peptidoglicano
• Può contenere anche grandi quantità di acidi teicoici

ACIDI TEICOICI
•polisaccaridi acidi
•fino al 10-15% del peso secco di parete;
•sono polimeri anionici contenenti anche fino a 30 molecole di
GLICEROLO o RIBITOLO legati da gp P-
• agli ossidrili del ribitolo o glicerolo possono essere legati
zuccheri (glucosio, galattosio) o aminoacidi (D - alanina) che
rappresentano determinanti antigenici (determinano il
sierotipo);
• uniti covalentemente con il gruppo 6ossidrile del NAM del

29
peptidoglicano.
ACIDI LIPO-TEICOICI
•Acidi teicoici costituiti di solito da catene di glicerolfosfato,
contenenti un acido grasso con il quale sono strettamente
ancorati alla membrana citoplasmatica

 Cellule Gram negative


I batteri Gram negativi sono circondati da uno strato
relativamente sottile di peptidoglicano, che potrebbe sembrare
una protezione insufficiente ma è completato da una membrana
esterna. Per questo motivo , la membrana plasmatica dei batteri
gram negativi viene indicata come membrana interna. Lo spazio
tra le due membrane viene chiamato periplasma , la sua
larghezza non è ben stabilita e probabilmente fluttua. Oltre agli

30
enzimi che sintetizzano il peptidoglicano , il periplasma contiene
una serie di proteine tra cui quelle che intervengono
nell’assunzione dei nutrienti e le componenti dei sistemi di
secrezione delle proteine, può contenere anche oligosaccaridi
che servono ai batteri per adattarsi ai cambiamenti di osmolarità
del mezzo.
La membrana esterna dei gram negativi è a doppio strato ma nel
foglietto interno contiene solo fosfolipidi. Il foglietto esterno è
composto da una molecola chiamata lipopolisaccaride (LPS) in
cui si distinguono tre parti :
- Il lipide A
- Una regione polisaccaridica centrale detta core
- Catena laterale O.
La porzione idrofoba del lipopolisaccaride costituisce lo strato
esterno della membrana a doppio strato, mentre la porzione
polisaccaridica è esposta sulla superficie cellulare.
La composizione del lipide A , molto simile in tutti i batteri gram
negativi, comprende acidi grassi saturi legati a un disaccaride.
Anche l’organizzazione del core polisaccaridico è conservata,
anche se il tipo e la disposizione dei blocchi di carboidrati che la
costituiscono possono variare leggermente tra le specie. Gli
zuccheri della catena laterale O possono variare notevolmente,
anche tra diversi sierotipi della stessa specie.
La membrana esterna dei batteri gram negativi protegge le cellule
da un certo numero di minacce ambientali. Questa membrana
trattiene le proteine periplasmatiche ( le grandi molecole polari

31
non la possono attraversare) e può mantenere le proteine del
mondo esterno fuori del periplasma e lontano dalla membrana
plasmatica. La membrana esterna protegge anche i batteri gram
negativi dall’attacco del lisozima ( una delle difese dell’organismo
umano). La membrana esterna è attaccata alla parete cellulare da
numerose proteine, tra cui la più abbondante è la mureina, una
lipoproteina legata in modo covalente al peptidoglicano con
l’estremità carbossiterminale , ovvero lisina, e a catene lipidiche
incorporate nella membrana esterna con l’estremità amino
terminale, ovvero cisteina.
I batteri Gram negativi hanno una membrana esterna
• Più complessa di quella dei gram +
• Consiste di uno strato sottile di peptidoglicano (~2-5% del suo
peso) circondato da una membrana esterna
• La membrana esterna è composta da lipidi,proteine,
lipoproteine, e lipopolisaccaride
• Lo spazio periplasmatico è diverso da quello dei gram +
• Può costituire il 20-40% del volume cellulare
• Contiene molti enzimi
• Le lipoproteine di Braun connettono la membrana esterna con
il peptidoglicano

32
Importanza dell’LPS
• protegge dalle difese dell’ospite
• contribuisce alla carica negative sulla superficie cellulare (core
polisaccaridico)
• Aiuta a stabilizzare la struttura della membrana esterna (lipide
A)
• può funzionare da ENDOtossina (lipide A)

33
Trasporto di nutrienti attraverso la membrana esterna
La membrana esterna dei batteri gram negativi non può essere
del tutto impermeabile. I vari nutrienti devono poter attraversare
questa barriera e poi la membrana plasmatica per essere utilizzati
dalla cellula. Per consentire l’ingresso di queste molecole
essenziali, la membrana esterna contiene numerosi canali, tra cui
le porine sono i più comuni. Le porine sono proteine trim eriche
( a tre subunità) che formano pori attraverso la membrana
esterna. Consentono la diffusione di molecole polari piccole
attraverso la membrana esterna verso il periplasma, dove
possono essere trasportate dai sistemi della membrana
plasmatica.
La porina di dimensioni maggiori permette il passaggio di
molecole fino a un peso molecolare di circa 600 dalton. Ciò spiega
la resistenza dei gram negativi a grandi antibiotici che agiscono
sul peptidoglicano e a proteine come il lisozima.
Quando nell’ambiente sono presenti basse concentrazioni di
nutrienti, i sistemi passivi di assunzione di nutrienti come le
porine, che dipendono da gradienti di concentrazione favorevoli,
diventano insufficienti a sopperire alle esigenze della cellula e
intervengono i trasportatori ad alta affinità. La membrana
esterna contiene altre proteine chiamate recettori TonB-
dipendenti,che hanno un’affinità elevata per nutrienti
scarsamente disponibili che legano e trasportano attivamente nel
periplasma. Oltre al recettore TonB-dipendente nella membrana
esterna, questo sistema di trasporto attivo è composto da altre
tre proteine: TonB, proteine ExbB ed EXBD , incorporate nella
34
membrana plasmatica che sembrano formare un complesso con
TonB . il trasporto attivo attraverso la membrana esterna richiede
energia , il sistema TonB la ottiene dalla forza proto motrice
attraverso la membrana plasmatica. L’energia del gradiente
protonico permette a TonB di interagire con il suo recettore che
subisce un cambiamento di conformazione e rilascia il suo
substrato nel periplasma. Da qui il substrato può essere rilasciato
nel citoplasma attraverso un altro sistema di trasporto della
membrana plasmatica , come il trasportatore ABC.
FUNZIONI DELLE PORINE
canali che permettono il passaggio di sostanze idrofiliche
attraversol a membrana esterna
RUOLO NELLA RESISTENZA AI FARMACI
in presenza di antibiotici viene diminuita od eliminata
l’espressione delle porine implicate nella diffusione
di quell’antibiotico
FUNZIONE DI RECETTORI
per virus, batteriocine, componenti del complemento
o anticorpi
FATTORI DI PATOGENICITA’ BATTERICA
possono promuovere l’invasione delle cellule dell’ospite.
l’aderenz

Secrezione delle proteine e membrana esterna


Nei batteri gram negativi le proteine devono essere esportate,
attraverso sistemi specializzati per attraversare la membrana
esterna. Diversi meccanismi distinti sembrano essere coinvolti

35
nella secrezione: spesso per trasportare la proteina nel
periplasma è utilizzata la via secretoria generale. Alcune
proteine , chiamate autotrasportatori , catalizzano poi il proprio
transito attraverso la membrana esterna ma la maggior parte
delle altre proteine sembra aver bisogno dell’assistenza di sistemi
di esportazione. Alcune proteine esportate non entrano nella via
secretoria generale perché mancano di un peptide segnale
idrofobico all’estremità amino terminale. Queste proteine
attraversano la membrana plasmatica e la membrana esterna in
un unico passo, senza passaggi intermedi nel periplasma.
Uno dei sistemi di secrezione con un passaggio singolo è il
sistema di secrezione di tipo III.
L’apparato secretorio assomiglia a una siringa ipodermica che
sporge dalla superficie del batterio e inietta proteine nelle cellule
ospite. Molti dei componenti di questo sistema di secrezione
sono evolutivamente correlati alle proteine coinvolte nella sintesi
dei flagelli. Le proteine flagellari e quelle esportate dal sistema di
secrezione di tipo III sono secrete con un meccanismo simile,
inserendosi nel poro alla base del flagello o dell’ago molecolare
del tipo III e passando attraverso un canale al centro del
filamento flagellare o della siringa secretoria, per poi emergere
all’altra estremità. Le flagelline si assemblano sulla punta del
filamento crescente, mentre i substrati del tipo III vengono
rilasciati all’esterno della cellula o direttamente in una cellula
ospite penetrata dall’ago secretorio.
(Solo i batteri gram negativi possiedono il sistema di secrezione di
tipo III)
36
Il sistema di secrezione di tipo V (autotrasporto)
• Dipende dal sistema Sec per trasportare le proteine attraverso
la membrana plasmatica (peptide segnale N- terminale)
• Dominio C-terminale (struttura a botte) che funge da canale e
media la secrezione
• Quando le proteine sono nel periplasma, formano un canale
nella membrana esterna attraverso cui passano. Per questo il
sistema è definito di autotrasporto

sistema di secrezione di tipo I (ABC: ATP Binding Cassette)


•caratterizzato dalla presenza di una proteina con dominio ABC
(legame ATP e riconoscimento substrato;
• Sistema molto diffuso in Batteri Archea ed Eucarioti;
• Utilizzato sia per la secrezione che per il trasporto di molecole
dall’esterno 3 componenti: - citoplasmatico è della famiglia ABC (
attività ATPasica) - 2Trasloconi (MFP) formati da : domini
idrofobici domini idrofilici che legano ATPasi
• OMP proteina associata alla membrana esterna

Sistemi di secrezione di Tipo III e IV


Tipici dei batteri patogeni. Permettono di traslocare proteine
sintetizzate nel citoplasma batterico direttamente nel citoplasma
di cellule eucariotiche.

37
Gli involucri cellulari dei batteri
Gram negativi VS Gram positivi
I gram positivi hanno una parete cellulare molto più spessa di
quella dei gram negativi.
I gram negativi hanno un ulteriore strato di membrana esterna
che non si trova nei gram positivi.
Le superfici che queste cellule espongono al mondo esterno sono
caratteristiche:

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- Peptidoglicano
- Acidi teicoici gram positivi
- Proteine
- Lipopolisaccaridi
- Proteine gram negativi

2.5 la superficie della cellula batterica


In che modo le strutture delle cellule batteriche permettono
interazioni complesse con l’ambiente?
Le cellule interagiscono direttamente con il mondo esterno in
corrispondenza della superficie cellulare,ì. Le molecole presenti
sulla superficie delle cellule svolgono diversi tipi di lavoro:
- Consentono il movimento
- Consentono l’adesione alle superfici
- Consentono la percezione dell’ambiente
- Consentono l’acquisizione dei nutrienti

 Mobilità mediata da flagelli


FLAGELLI
Conferiscono motilità, non assolutamente necessaria per la
sopravvivenza, ma conferiscono il vantaggio dei movimenti
chemiotattici
Sono importanti antigeni (H) alla base della classificazione
sierologica di molti microrganismi

39
Per il movimento attivo i batteri utilizzano comunemente i flagelli,
filamenti a spirale che sporgono dalla superficie e ruotano per
spingere la cellula. Alcuni batteri hanno flagelli che in questo caso
sono definiti polari solo alle estremità della cellula.
I batteri monotrichi hanno un solo flagello, i batteri lofotrici
hanno più di un flagello in corrispondenza di una o entrambe le
estremità della cellula, i batteri peritrichi hanno più flagelli
distribuiti su tutta la superficie della cellula.
Il filamento flagellare è costruito da molte copie della proteina
flagellina ed è lungo in media circa 5-10 μm . il flagello è ancorato
alla membrana cellulare attraverso il corpo basale, una struttura
discoidale che serve da fondamenta strutturale del flagello e si
interfaccia con il motore che provvede alla rotazione del
filamento flagellare . l’asta centrale che emerge dal corpo basale
si curva a formare l’uncino , cui è collegato il filamento. Il
filamento agisce come un’elica, guidando o trainando il batterio
nel fluido che lo circonda. Il motore flagellare è situato nella
membrana plasmatica,dove converte l’energia della forza proto
motrice per guidare la rotazione del filamento. I flagelli batterici
sono strutture complesse che coinvolgono anche più di 40
proteine distinte assemblate in maniera modulare dalla
membrana plasmatica verso l’esterno.
La maggior parte delle sub unità proteiche che contribuiscono
alla struttura del flagello esce dal citoplasma attraverso un poro
al centro del corpo basale, prima di agganciarsi alla punta.

40
L’espressione, la secrezione e l’assemblaggio di sub unità
flagellari nei batteri sono momenti di un processo ordinato che è
servito come sistema modello per comprendere la regolazione
dello sviluppo nei microbi.
I batteri con un singolo flagello polare sono spinti o tirati da
questo secondo la direzione in cui il flagello ruota. Il movimento
dei flagelli peritrichi è più complesso: la rotazione del motore
flagellare in un senso fa sì che i flagelli si raggruppino insieme e
spingano la cellula in avanti; questo tipo di movimento è
chiamato corsa. La rotazione nella direzione opposta determina
lo sparpagliamento dei flagelli intorno alla cellula, che inizia a
capovolgersi su se stessa ( capriola) restando sul posto. Durante
la fase di capriole la cellula si riorienta e quando la rotazione
flagellare si inverte nuovamente, essa si muove in una direzione
diversa. Il nuoto casuale può essere influenzato da fattori chimici
ambientali percepiti grazie a recettori situati nella membrana
plasmatica. Il legame tra segnali e recettori mediante proteine
che mediano la trasduzione del segnale nel citoplasma, modifica
il senso di rotazione dei motori flagellari. Questo processo è
chiamato chemiotassi.
Il sistema di controllo citoplasmatico garantisce che tutti i motori
delle cellule con flagelli multipli tendano a ruotare nella stessa
direzione. Se i chemiocettori rivelano un aumento della
concentrazione di un attraente mentre la cellula batterica si
sposta, i motori flagellari continuano a ruotare nella direzione che
determina la fase di corsa; quindi il batterio si muove verso il
gradiente del nutriente desiderato. Se la concentrazione di una

41
sostanza attraente non sta aumentando o se sta aumentando la
concentrazione di un repellente, il motore flagellare cambia più
spesso direzione e la cellula entra più spesso in fase di capriola.
Gli attraenti chemio tattici sono molecole che possono essere
usate in modo produttivo, mentre i composti che potrebbero
danneggiare la cellula hanno più probabilità di essere percepiti
come repellenti. Le specie batteriche hanno molti chemiocettori
diversi che rilevano attraenti e repellenti, captano vari segnali
chimici e avviano le relative risposte.
MOVIMENTO FLAGELLARE
Movimento ROTATORIO
•si origina dal corpo basale che funziona come un motore
(proteine Mot)
•altre proteine (Fli) fungono da invertitori, ribaltando la
rotazione del flagello in risposta a segnali intracellulari.
Avanzamento in linea retta + capovolgimento
La velocità di rotazione varia a seconda della specie e
dell’energia proton-motrice ed è compresa tra 200 e 1000 giri al
sec
Velocità di avanzamento: 0,00017 Km/h; 60 lunghezze
cellulari/sec. (ghepardo: 110 Km/h; 25 lunghezze/sec. !!)
Forza proton motrice
1000 H+ per un singolo movimento rotatorio
MECCANISMO: ?
Hp: il flusso di protoni attraverso la proteina Mot esercita una
forza elettrostatica sulle cariche disposte elicoidalmente sulle
proteine del corpo basale L’attrazione tra cariche + e – causa la
rotazione del corpo basale

42
MISURARE LA CHEMIOTASSI NEI BATTERI
A- Immersione di un capillare nella sospensione batterica
B- Accumulo di batteri in un capillare contenente una
sostanza attraente
C- Capillare di controllo contenente una soluzione salina, priva
di potere attraente o repellente D- Repulsione dei batteri da
parte di un repellente
In soluzione omogenea la cellula si muove casualmente
In presenza di un gradiente di concentrazione di una sostanza
chimica attraente il moto diventa direzionale
in entrambi i casi cʼè alternanza di tragitti e capriole
PERCHEʼIN PRESENZA DI GRADIENTE IL MOVIMENTO DIVENTA
DIREZIONALE?
Quando il batterio si sposta verso lʼattraente diminuisce la
frequenza delle capriole e il tragitto diventa più lungo
all’aumentare della concentrazione di attraente diminuisce la
frequenza delle capriole e il “tragitto” è più lungo. Maggiore è la
variazione di concentrazione di attraente più lungo sarà il
tragitto.--> Movimento direzionale.
come fanno i batteri a “decidere” in che direzione andare?
1) sistema sensoriale che consente di percepire la presenza di
una specifica sostanza
2) sistema di trasmissione del segnale allʼinterno della cellula per
attivare una risposta

IL FLAGELLO NEGLI ARCHEA


I flagelli negli archea sono costituiti da una struttura di
ancoraggio localizzata nella membrana citoplasmatica da un

43
uncino e da un filamento, costituito da diverse proteine non
omologhe alla flagellina.
Le subunità proteiche si assemblano a partire dalla base del
flagello , in quanto il flagello non ha come nei batteri un canale
interno. Le proteine degli archea hanno una sequenza segnale
che viene rimossa da una specifica peptidasi FlaK. Inoltre le
flagellino vengono modificate per l’aggiunta di glicani
all’estremità Nterminale.

 Mobilità non flagellare


Alcune forma di mobilità batterica non dipendono dai flagelli. Con
la mobilità scivolante alcuni batteri non flaggelati
(mixobatteri/ciano batteri) si spostano dolcemente su superfici
solide. Il meccanismo di mobilità per scivolamento non è del tutto
chiaro e può essere dovuto a meccanismi diversi; uno di questi
detto ‘fucile a slime’ è mediato dall’emissione di granuli di muco
molto deidratati che si reidratano violentemente una volta
emessi e spingono la cellula batterica facendo leva sulla superficie
solida.
Altri batteri che si muovono in modo associato alla superficie
utilizzano pili che si attaccano a una superficie e si ritraggono
rapidamente trascinando la cellula con un movimento lento e
sussultante chiamato mobilità a scatti .
Un particolare tipo di spostamento è quello attuato da alcune
specie batteriche che invadono le cellule eucariotiche e ne
polimerizzano l’actina del citoscheletro in modo da farsi spingere

44
attraverso il citoplasma passando da una cellula ospite a quella
adiacente. Questo meccanismo è meglio interpretato come una
strategia di virulenza e rientra nella categoria di modificazioni del
citoscheletro da parte dei batteri patogeni

 Adesione
FIMBRIE: più corte dei flagelli e più numerose. Non sono
coinvolte nel movimento, ma nell’adesione ai tessuti animali o
formazione del Biofilm
PILI: simili alle fimbrie, ma generalmente più lunghi e meno
numerosi. Costituiti da subunità proteiche di PILINA Implicati nel
processo di Coniugazione batterica ( scambio di materiale
genico)

Molti batteri possiedono pili o fimbrie, fibre costituite da subunità


proteiche di pilina che protrudono dalla superficie cellulare.
Alcuni batteri hanno pili solo ai poli della cellula,altri ne sono
ricoperti su tutta la superficie. la funzione più frequente dei pili è
l’adesione alle superfici comprese quelle delle altre cellule. Alla
punta delle fimbrie di solito si trovano le adesine, proteine che
legano recettori specifici sul bersaglio( l’adesione alle cellule
bersaglio è spesso il primo passo del processo di infezione).
Anche nei batteri non patogeni i pili mediano l’attacco a una
superficie, importante per la persistenza in qualsiasi ambiente in
cui vi sia un flusso di fluidi.
Il pilo sessuale o pilo coniugativo ha una struttura diversa da
quella delle fimbrie: è più lungo,più spesso, internamente cavo ed

45
è utilizzato per connettere le cellule batteriche e trasferire DNA
plasmidico. I geni per la sintesi dei pili coniugativi si trovano su
alcuni grandi plasmidi che guidano il proprio spostamento tra i
batteri. Pili di adesione e pili coniugativi possono coesistere nella
stessa cellula ( E. coli)
Alcuni batteri Gram negativi aderiscono alle superfici utilizzando
una prosteca ; non è solo un insieme di proteine ma
un’estensione tubulare dell’intera membrana cellulare. Sulla
punta della prosteca molto spesso è presente un organo di
attacco adesivo formato da polisaccaridi secreti. La prosteca
aumenta il rapporto superficie-volume della cellula e la capacità
di assorbimento dei nutrienti poiché si estende dalla membrana
cellulare e contiene sistemi di trasporto di nutrienti.
Una fondamentale proprieta dei batteri è quella di aderire alle
superfici delle varie cellule selettivamente e specificamente.
associate all'estremo terminale dei pili o delle fimbrie • adesine
interazione stereospecifica con la porzione glicidica di
glicoproteine e glicolipidi presenti sulla superficie delle cellule
ALTRE STRUTTURE ADIBITE ALL'ADESIONE:
fibrille nei gram + Sono formate da una proteina di membrana la
PROTEINA M, che complessata ad alcuni acidi teicoici, si proietta
all'esterno della parete cellulare
polisaccaridi capsulari Possono stabilire connessioni dirette o
indirette con alcune superfici (ad esempio i glucani dello
STREPTOCOCCUS MUTANS aderiscono alla superficie dello
smalto dentale)

 Capsula

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LA CAPSULA BATTERICA
•Strato mucoso superficiale presente in alcuni batteri
•Materiale escreto dalla cellula che per la sua viscosità non si
allontana dalla cellula stessa, costituendo un rivestimento
protettivo.
•Spessore variabile
•E’ costituita da monomeri polipeptidici o polisaccaridici o a
composizione mista polipeptidica e polisaccaridica

La sintesi della capsula è regolata da diversi fattori


• GENETICI: diversi geni determinano e regolano la sintesi della
capsula
• Può essere persa per mutazione S-R;
• Un ceppo acapsulato può diventare capsulato dopo assunzione
di DNA da un ceppo capsulato (esperimento di Griffith)
• TRASFORMAZIONE BATTERICA
•FENOTIPICI : Fattori ambientali possono influenzare la sintesi di
capsula
•Composizione del terreno
•Fase di crescita

FUNZIONE
·Può essere utilizzata come materiale di riserva in condizioni
estreme
·Protegge il batterio dalla disidratazione
·È UN IMPORTANTE FATTORE DI VIRULENZA
-protezione dall’infezione virale o dalla predazione di altri batteri -
Adesione ai tessuti dell’ospite protezione da composti chimici
dell’ambiente (e.s., detergenti)

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- facilitazione della motilità per scivolamento dei batteri
-protezione contro lo stress osmotico
-Biofilm

Le colonie di alcuni batteri patogeni (streptococcus pneumoniae)


hanno un aspetto liscio e lucido dovuto allo spesso strato di
polisaccaridi , la capsula, che circonda le cellule che ne fanno
parte. Molti agenti patogeni utilizzano la capsula per proteggersi
dai sistemi di difesa dell’ospite,in particolare dai fagociti ovvero
delle cellule capaci di inglobare i batteri e distruggerli. I fagociti
molto spesso non riescono a riconoscere i microrganismi
incapsulati come invasori da distruggere. Le capsule possono
anche servire ad altri scopi, come sopravvivere all’essiccamento
dato che nella quasi totalità sono formate da materiale idrofilo
che trattiene l’acqua.
I rivestimenti polisaccaridici dei microbi possono favorirne
l’adesione alle superfici. In ambienti umidi i microbi possono
formare comunità adese chiamate biofilm; questi iniziano con un
batterio che si attacca a una superficie utilizzando pili o altri
meccanismi di adesione. Il numero di cellule adese cresce come
risultato della divisione e man mano che i polisaccaridi
extracellulari prodotti si accumulano si forma una matrice che
tiene insieme biofilm e favorisce il reclutamento di altre cellule
dall’ambiente circostante.

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 Strati superficiali cristallini ( strati S)
In molte cellule batteriche è stato osservato uno strato
superficiale di proteine,lo strato S, sottoforma di reticolo
cristallino. Sintetizzare un simile rivestimento proteico comporta
un enorme investimento di risorse da parte della cellula. Si pensa
generalmente che gli stati S agiscano come una corazza con
funzioni di protezione come:
- Prevenire le infezioni da batteriofagi
- Bloccare la penetrazione di batteri predatori
- Schermare la cellula dagli attacchi del sistema immunitario
dell’ospite

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