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BATTERIOLOGIA GENERALE

La BATTERIOLOGIA è la scienza che studia i batteri.

I BATTERI sono costituiti da una singola cellula di dimensioni ridotte e relativamente semplici
tuttavia sono in grado di eseguire tutti i processi vitali essenziali come:
- Crescita
- Metabolismo
- Riproduzione
La cellula batterica non ha un vero nucleo in quanto presenta un solo cromosoma e risulta
sprovvista di membrana nucleare. I batteri sono microrganismi ampiamenti diffusi in natura sia in
forma libera che sottoforma di parassiti infatti di norma possono attuare parassitismo extracellulare.
Il cromosoma batterico è direttamente immerso nel citoplasma ed è il depositario
dell’informazione genetica e poiché è un costituente di un corredo cromosomico aploide a
qualsiasi mutazione corrisponde una modificazione fenotipica in oltre è costituito da un unico
cromosoma detto nucleoide, costituito da coppie di basi che vanno da 1 a 5 milioni, con una
struttura circolare ed è collegato alla membrana batterica in corrispondenza di zone carateristiche.
Oltre al cromosoma i batteri (sia i gram+, sia i gram-) possono possedere molecole di DNA
bicatenario extracromosomico detto plasmide, che replica in modo autonomo. Possono essere
costituiti da 1000 a 200000 paia di basi.

I Procarioti:
I procarioti sono i primi organismi cellulari comparsi sulla Terra e mostrano il minor numero di
complessità tra tutte le cellule dei viventi.
Sono organismi UNICELLULARI caratterizzati da un nucleo primitivo in quanto presentano un
DNA concentrato in una regione del citoplasma, senza essere delimitato da alcuna membrana
nucleare ed è priva dell’ apparato mitotico. Le cellule procariote, oltre ad essere normalmente
assai più piccole di quelle eucariote (con un diametro generalmente compreso fra 1 e 5 µm),
hanno una struttura interna molto più semplice rispetto alle eucariote infatti sono le forme di vita
più semplici e rappresentative per numero e varietà di organismi presenti sulla Terra.
I PROCARIOTI sono organismi unicellulari e sono distinti in:
- archea (sono i procarioti primitivi e comprendono i METANOGENI, ALOFILI. Nel loro
nucleo è assente l’acido muramico componente essenziale del peptidoglicano.
- batteri (sono quelli che più frequentemente possono danneggiare tessuti e apparati
dell’uomo poiché sono in grado di causare malattie da infezione molto comuni come le
sindromi respiratorie ”polmonite, bronchite” sindromi intestinali ”gastroenterite, enterite”
neurologie “encefalite, meningite”). Sono provvisti di un organizzazione e di una struttura
cellulare essenziali per che gli consentono di svilupparsi e autoreplicarsi e colonizzare in
qualsiasi ambiente. I batteri vengono classificati secondo la tassonomia batterica:
- in famiglie,
- genere
- specie in base all’aspetto macroscopico e microscopico, ai caratteri di crescita

(dimensioni, colore, forma, odore, comprende i caratteri morfologici


(grandezza, forma,
configurazione)
sulla capacità di fermentare determinati
zuccheri, di lisare eritrociti, idrolizzare
lipidi e di resistere a particolari antibiotici)

Il metodo più preciso di distinguere i batteri è rappresentato dall’analisi del loro materiale genetico
in quanto è in grado di rilevare specifiche sequenze di DNA o RNA tra queste tecniche troviamo:
1. Ibridazione del DNA
2. Amplificazioni mediante reazioni a catena della DNA polimerasi (PCR)
3. Analisi dei frammenti di DNA cromosomico (RFLP)
4. Analisi della piccola subunità dell’ RNA ribosomiale batterico
5. Analisi dei plasmidi

CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA MORFOLOGIA DEI BATTERI(ovvero in base alla FORMA)


- Cocchi: cellule a forma ovoidale o sferica e possono
raggrupparsi a coppie (Diplococchi), grappolo
(Stafilococco gram +) o
in catenelle ( Streptococchi)
- Bacilli: forma allungata o a bastoncino se hanno la
lunghezza uguale alla larghezza sono detti coccobacilli,
se si aggregano in catene prendono il nome in
streptobacilli;
- Actinomiceti: sono sottili batteri ramificati,
filamentosi
- Spirochete: hanno una forma elicoidale “a spirale”;
- vibrioni: hanno una forma a virgola con diametro
0,15x20 micrometri.
- micoplasmi: sono batteri sprovvisti di parete cellulare
e quindi non possiedono una forma caratteristica stabile.
Sono corpi di forma tondeggiante o ovale intrecciati a
filamenti

ORGANIZZAZIONE DELLA CELLULA BATTERICA


I batteri sono costituiti da una struttura cromosomica semplice immersa direttamente senza essere
delimitato dalla membrana nucleare nel citoplasma delimitato all’esterno da una membrana
citoplasmatica da cui si diparte una serie complessa di invaginazioni che formano il sistema dei
mesosomi; l’insieme è racchiuso da una parete cellulare che funge da contenitore rigido sulla cui
superficie esterna può essere presente uno strato polisaccaridico detto CAPSULA. Il costituente
principale della cellula batterica è l’acqua ovvero è il solvente dove sono disperse le varie
componenti organiche (proteine, zuccheri, lipidi, acidi nucleici) e inorganiche (sodio, potassio,
magnesio, calcio, zinco, ferro, fosforo, zolfo). LA PARETE CELLULARE è una struttura rigida,
chimicamente la parete è formata da:
- Un polimero PEPTIDOGLICANO
- Altre componenti macromolecolari.
Inoltre la parete cellulare ci permette di classificare i batteri in due grandi famiglie: batteri gram+ e
batteri gram-. La struttura è composta da uno scheletro formato da filamenti di molecole alternate di
NAGA(N-acetilglucosamina) e NAMA(acido N-acetilmuramico) uniti tra loro da catene peptidiche.
Ogni molecola di acido muramico lega un tetrapeptide costituito nell’ordine da:
- L-alanina Acido D-glutamico Acido meso-diamino-pimelico o L-lisina D-alanina
La struttura polimerica del peptoglicano è responsabile della rigidità della parete
L’Nacetilglucosamina è legata all’acido N-acetilmuramico tramite legame glicolisico beta 1-6.
L’acido Nacetilmuramico di un dimero si lega all’N-acetilglucosamina di un dimero successivo
tramite legame glicolisico beta 1-4. Tale legame è molto importante in quanto è target del
lisozima, un enzima che si trova a livello dei fluidi corporei (saliva, lacrime,..) ad azione battericida.
Ogni molecola di acido N-acetilmuramico lega un tetrapeptide costituito
nell’ordine da:
- L-alanina in posizione 1:
- acido D-glutamico in posizione 2;
- in posizione 3, acido meso-diamino-pimelico nei batteri gram- e L-lisina nei
batteri gram+; - D-alanina in posizione 4 terminale.
Nei batteri gram- i legami crociati sono diretti; nei gram+ invece i legami tra i tetrapeptidi sono
permessi da ponti proteici laterali di pentaglicina, sintetizzati da un gruppo di enzimi della cellula
batterica definiti penicillin binding protein PBP, proteine che legano la penicillina, che ha azione
battericida (interferendo con la formazione dei ponti trasversali).
Nei gram+ la parete (200-800 Angstrom) è più spessa di quella dei gram-.
La parete batterica protegge il batterio dalla lisi osmotica. Dato che la pressione intracellulare è
elevata per la presenza di soluti osmoticamente attivi, se il batterio non avesse la parete cellulare
così strutturata, qualora si trovasse in un ambiente ipo-osmotico, richiamerebbe acqua
dall’esterno all’interno della cellula andando incontro a lisi osmotica.
Alcuni batteri, oltre al peptidoglicano presenta un’altra struttura, la capsula, di natura
polisaccaridica.
Tra la membrana citoplasmatica e la parete cellulare è presente lo spazio periplasmatico o
periplasma. Questo strato è molto importante in quanto contiene enzimi detossificanti per la
cellula batterica, enzimi che degradano le macromolecole in molecole più piccole, enzimi beta-
lattamasi, che rompono l’anello beta- lattamico delle penicciline creando resistenza antibiotica.
Nella parete dei batteri gram+, sono presenti gli acidi teicoici, che sono esteri del glicerolo e del
ribitolo e costituiscono importanti antigeni.
Le cariche degli aminozuccheri, degli aminoacidi e i radicali fosforici degli acidi teicoici, rendono la
parete batterica altamente polare, lasciando passare le molecole idrofile e respingendo quelle
idrofobe. Questo fa si che quando coloriamo i batteri con la metodica di gram, il primo colorante
che utilizziamo sia il cristalvioletto ed in seguito la soluzione di Lugol (iodio in soluzione iodiurata),
anche chiamate mordente, che serve per legare il primo colorante alla parete cellulare, il quale
diventa idrofobo, non più capace di riattraversare la parete batterica (infatti i batteri g+
trattengono il primo colorante).
I batteri gram-, hanno una parete meno spessa rispetto ai gram+ e in essa non troviamo gli acidi
teicoici, ma possiedono una membrana esterna ai peptidoglicani che costituisce il lipopolisaccaride
batterico (LPS), il quale costituisce a sua volta l’endotossina batterica (che viene rilasciata quando
il batterio muore e può causare sepsi o shock settico nell’uomo e negli animali). Tra parete e
membrana esterna è presente lo strato periplasmatico. Nello spessore della parete dei gram- sono
intercanalati dei canali proteici, detti porine (proteine trans membrana assemblate tra loro),
importanti per il passaggio di molecole idrofiliche.
Il lipolisaccaride batterico è costituito da:
- Lipide A, che costituisce la frazione tossica, responsabile della sepsi causata dai gram-. E’
formato da dimeri di glucosamina, uniti da ponti di pirofosfato, legati con acidi grassi a lunga
catena.
- core centrale, una corta catena di zuccheri uguale in tutti i batteri, formata da uno zucchero
eptoso e da un acido chetodeossioktanoico, responsabile dell’attività endotossina dell’LPS.
- Una lunga catena di polisaccaridi (da 50 a 100 unità), che costituisce l’antigene somatico O dei
batteri gram-, la quale da compattezza al batterio. Grazie alle proprietà della catena, i batteri
gram- possono essere suddivisi in sierotipi (batteri da un punto di vista antigenico diversi tra
loro).

La parete ha numerose funzioni confluisce:


- Forma al batterio
- Fornisce rigidità all’organismo
- Fornisce protezione dai fattori ambientali
- È sede di antigeni che reagiscono con gli anticorpi
- Fornisce il sito di attacco per il complemento

STRUTTURA DELLA CELLULA:


MEMBRANA CITOPLASMATICA: è costituita da uno strato elastico semipermeabile situato al di
sotto della parete cellulare. La membrana citoplasmatica agisce come barriera OSMOTICA in
quanto controlla l’afflusso di metaboliti da e verso il protoplasma. E’costituita dal 40% di lipidi,
60% di proteine e carboidrati presenti in piccole quantità. Ha una struttura a mosaico fluido
formata da un doppio strato simmetrico di fosfolipidi in cui sono immerse divere proteine le quali
intervengono in molti processi biosintetici:
- Produzione di energia
- Trasporto di nutrienti e prodotti da eliminare
La membrana citoplasmatica è sede di biosintesi di enzimi e vettori della catena respiratoria
deputati alla fosforilazione ossidativa in quei batteri che producono ATP mediante respirazione.
CITOPLASMA: è la porzione più consistente della cellula procariotica, è una struttura colloide
costituita dall’80% di acqua è delimitato esternamente da una membrana citoplasmatica, la quale
possiede le stesse caratteristiche delle cellule eucariotiche, ossia un doppio strato fosfolipidico,
uno strato proteico più interno.
Presenta delle invaginazioni dette mesosomi, importanti:
- durante la replicazione del nucleoide,
- Per la divisione cellulare
- respirazione
- secrezione di enzimi deputati ai processi di fosforilazione ossidativa (a differenza degli
eucarioti dove sono localizzate nei mitocondri).
Nel citoplasma sono contenuti anche i ribosomi, costituiti da RNA per il 60% e 40% da proteine di
dimensioni minori rispetto a quelli contenuti nella cellula eucariotica. Sono formate da due
subunità asimmetriche con costante di sedimentazione di 70s (80s negli eucarioti) e sono costituiti
da due subunità: minore (30S) e maggiore (50S).
I batteri presentano un’ampia varietà di strutture sia interne che situate sulla superficie esterna
della parete cellulare:
- plasmidi: elementi genetici costituiti da molecole di DNA bicatenario in grado di replicarsi
indipendentemente dal cromosoma batterico costituiti da un numero di coppie di basi variebili
da 1000 a 200000. I plasmidi sono importanti perché hanno geni che codificano per fattori di
virulenza del batterio, quali tossine, esotossine, e che consentono al batterio stesso di
sopravvivere in particolari nicchie ecologiche e codificano per tutti i materiali necessari e
sufficienti per la duplicazione e ripartizione nelle due cellule figli. Alcuni plasmidi sono detti
coniugativi, poiché codificano una serie di prodotti necessari per trasferire un plasmide da una
cellula ad un’altra attraverso un “ponte coniugativo” che consente un trasferimento
orizzontale del plasmide. Altri tipi di plasmidi sono plasmidi R (o fattori R), resistenti agli
antibiotici e produttori di enzimi, capaci di conferire resistenza all’azione dei farmaci
antibatterici.
- capsula: involucro gelatinoso fortemente idratato polisaccaridico che rimane aderente alla
parete cellulare. È una struttura presente sia nei Gram-positivi che Gram-negativi è formata
per secrezione di materiali polisaccaridici ad alta viscosità. La capsula ha diverse funzioni: 1.
Protegge dalla fagocitosi, 2. Fattore di adesività agli epiteli dell’ospite. Abbiamo lo strato
mucoso e lo strato S, lo strato mucoso è una zona di materiale polisaccaridico meno denso e
scarsamente organizzato e facilmente rimovibile, strato S è uno strato mucoso protettivo
esterno composto da subunità proteiche disposte in simmetria cristallina, tetrameri,
pentameri o esameri a costituire un involucro che avvolge la parete cellulare dei batteri sia
Gram-positivi oppure la membrana esterna dei batteri Gram-negativi.
- i flagelli, che vanno a costituire l’apparato di locomozione (non presenti in tutti i batteri),
nel batterio possono essere presenti anche più di un flagello e ciò determina un vantaggio
sono appendici filiformi proteiche di una peculiare proteina detta flagellina che è un attività
antigenica denominata antigene H; che si proiettano all’esterno della membrana
citoplasmatica e della parete cellulare, hanno forma cilindrica con diametro di circa 20nm e
una lunghezza 15-20 micrometri, monotrichi( il batterio ha un flagello positivo), anfitrichi( il
batterio è fornito di più flagelli positivi), lofotrichi(il batterio presenta molti flagelli addensati a
ciuffo), atrichi( il batterio è sprovvisto di flagelli). I flagelli sono formati chimicamente da una
proteina chiamata flagellina la cui composizione in amminoacidi varia da specie a specie
caratterizzando così l’antigene H. le varie molecole di flagellina si aggregano e vanno a formare
lunghe e numerose catene elicoidali da cui intreccio origina il filamento che si inserisce sulla
parete cellulare con una struttura di dischi sovrapposti denominata corpo basale. Il movimento
dei flagelli si deve al fenomeno della chemiotassi ( movimento biologico orientato e indotto da
un composto chimico che induce la rotazione della struttura elicoidale rigida del flagello.
- i pili o fimbrie (hanno una struttura tubulare e la loro composizione chimica è data dalla
proteina detta pilina) possiedono una lunghezza compresa tra 0,2-2, costituiscono dei fattori di
virulenza in quanto facilitano l’adesione del batterio a livello delle mucose infatti il loro ruolo è
quello di ANCORARE IL SUBSTRATO si trovano in particolar modo nei Gram- negativi. Una
classe importante dei pili è quella dei pili F: sono responsabile della coniugazione batterica,
meccanismo attraverso il quale i batteri si scambiano materiale genetico. Tali pili formano un
ponte tra i batteri F+, e la cellula ricevente, F-. Sono anche detti pili sessuali e sono responsabili
del legame del batterio sulle superfici mucose (ancoraggio). Una volta effettuato lo scambio, la
cellula F- diventa F+, quindi in grado di legarsi ad altre F-.

RIPRODUZIONE BATTERICA:
La riproduzione batterica è una riproduzione per scissione binaria le tappe Essenziali della divisione
percezione di una cellula batterica nelle 2 cellule figlie sono:

1. estensione della parete


2. replicazione del cromosoma
3. formazione Del setto
4. ancoraggio del DNA alla membrana che trascina ciascun cromosoma figlio in una nuova cellula.

La separazione si deve alla formazione di un setto trasverso di membrana citoplasmatica,


contemporaneamente all’ interno del setto di membrana citoplasmatica si forma un setto di parete
cellulare completa il processo di separazione. Il processo di divisione dei batteri in 2 cellule figlie inizia in
realtà molto prima della formazione del setto:

1. La fase di inizio della replicazione coincide con la duplicazione dell'unica molecola circolare di DNA
posseduta dai batteri e detta cromosoma batterico
2. nella fase della duplicazione si verifica anche una duplicazione del sito di attacco della membrana in
questo modo i 2 nuovi cromosomi sono ancorati alla membrana.
3. Successivamente alla duplicazione, si verifica un accrescimento della membrana, con allungamento
della cellula nella sua parte centrale, distanziando i due nucleoidi (allontanamento dei due
cromosomi) Questo processo segui fino a distanziare a sufficienza i 2 cromosomi e a dislocarli in
una posizione che alla separazione delle 2 cellule figlie lì troverà nelle 2 zone corrispondenti di
citoplasma come nella cellula madre
4. In fine si forma un setto che separa le due cellule batteriche e completa il processo riproduttivo.

La divisione dei batteri inizia con:

1. Duplicazione del sito di attacco del cromosoma e nello stesso momento l’autoduplicazione del
cromosoma batterico sulla membrana è presente il sistema enzimatico per la sintesi del DNA
batterico ancorato alla membrana citoplasmatica mediante un gene replicatore che viene attivato
da una proteina specifica che è prodotta da un altro gene cromosomico il gene iniziatore,
l’attivazione avviene solamente quando si è raggiunta una sufficiente concentrazione cellulare,
l’attivazione provoca lo srotolamento delle due eliche del DNA le quali costituiscono lo stampo per
le nuove eliche permettono la formazione di due cromosomi contenenti ciascuno un’elica
neoformata e una preesistente da parte dell’ enzima DNA polimerasi che comincia la
polimerizzazione delle spirali complementari del DNA
2. I due cromosomi si separano per il contemporaneo allungamento e accrescimento di membrana
3. Separazione delle cellule mediante setto.
METABOLISMO:
il termine metabolismo viene utilizzato in biologia per indicare tutte le trasformazioni fisiche e
chimiche che si svolgono nella cellula. Nel metabolismo si distinguono 4 tipi di reazioni:
1. Produzione di energia o catabolismo= sono reazioni di degradazione del substrato
2. Reazioni di biosintesi o anabolismo= la biosintesi di componenti cellulari impiegando
energia prodotta con il catabolismo
3. Reazione di polimerizzazione
4. Reazione di assemblaggio.
Il metabolismo è finalizzato dalla rapida crescita che passa per la biosintesi di tutte le componenti
cellulari così da rendere possibile la duplicazione cellulare. Per sopravvivere i batteri devono
soddisfare esigenze metaboliche primarie come costante apporto di energia rappresentata
sottoforma di adenosintrifosfato ATP utilizzata nella sintesi dei componenti cellulari, nella motilità
e nel trasporto dei nutrienti. Molto importante è il METABOLISMO dei CARBOIDRATI dove il
glucosio viene metabolizzato per produrre energia, la produzione di energia può avvenire in vari
modi mediante:
- Respirazione anaerobica (si verifica in assenza di ossigeno)
- Respirazione aerobica
Le esigenze principali sono due:
- Convertire e liberare energia con le reazioni cataboliche
- Utilizzare tale energia per la biosintesi dei costituenti batterici mediante reazioni
anaboliche.
I batteri si dividono in AEROBI OBBLIGATI= si sviluppano solamente in presenza di ossigeno
AEROBI FACOLTATIVI= si sviluppano in presenza o assenza di ossigeno
ANAEROBI OBBLIGATI= si sviluppano solamente in assenza di ossigeno
MICROAEROFILI= si sviluppano a bassa tensione di ossigeno
SPORE:
Costituiscono delle forme di resistenza per i batteri sporigeni. Sono batteri gram + e appartengono
al genere Clostridrium (tetani, botulinum)e al genere Bacillus. I Clostridrium sono anche batteri
anaerobi obbligati e il contagio avviene proprio attraverso le spore. I Bacillus invece sono batteri
aerobi.
Si formano attraverso un processo di endosporulazione per resistere a condizioni ambientali
avverse e vengono poi liberate dalla cellula batterica per rottura della parete della cellula madre,
che in questo caso prendo il nome di sporangio.
Nel genere Bacillus, la spora si localizza nella parte centrale del corpo batterico e il diametro non
eccede quello della cellula batterica, a differenza del genere Clostridium, dove la spora ha un
diametro maggiore della cellula batterica e tende a localizzarsi ad un’estremità della cellula,
conferendole un caratteristico aspetto a bacchetta di tamburo. La spora è resistente al calore,
all’essiccamento, ai disinfettanti e alle radiazioni e può rimanere quiescente anche per centinaia di
anni.

FORMAZIONE DELLA SPORA


Previa replicazione del nucleoide, il nucleo che si è replicato migra a un’estremità della cellula
batterica, la membrana citoplasmatica e la parete si invaginano fino a formare un setto che divide
il nucleo dalla parte restante della cellula. La cellula batterica inizia a produrre una serie di strati
(involucri) e poi la spora matura viene liberata per rottura della cellula batterica madre.
Dall’esterno verso l’interno abbiamo:
1)esosporio, di natura lipoproteica, non sempre è presente.
2)tunica/ rivestimento, fatta di due membrane, una più esterna e una più interna, costituita di
proteine (cisteine) unite da ponti disolfuro che conferiscono rigidità e resistenza;
3) residui di citoplasma della cellula madre
4)cortex (o corteccia), fatta di residui di peptidoglicano, ricca di acido dipicolinico legato al calcio,
che danno ulteriore resistenza al calore;
5)citoplasma
6)nucleo, al centro della spora, il quale contiene materiale citoplasmatico, ribosomi e nucleoide.
La spora si trova in uno stato disidratato ed ecco perché è resistente anche ad elevate
temperature. La temperatura a 100°C non uccide le spore. Per eliminarle dobbiamo utilizzare la
sterilizzazione, tra cui quella in autoclave, dove possiamo raggiungere temperature di 121°C alla
pressione di 1 atm.
Quando il batterio trova le condizioni ottimali per germinare, la spora si reidrata assorbendo acqua
dall’ambiente esterno, si libera di tutti i suoi involucri e quindi la spora si trasforma di nuovo in
cellula batterica.
La germinazione, a differenza della endosporulazione, avviene in poco tempo.
La spora non si colora con la metodica di gram poiché è impermeabile, resiste all’essiccamento,
alla radiazione ultravioletta, ai raggi gamma e sopravvive a temperature elevate.
METABOLISMO ENERGETICO: nei batteri chemiosintetici l’energia viene prodotta attraverso
l’ossidazione di composti chimici inorganici oppure organici. L’ossidazione dei composti organici
comporta la perdita di atomi di idrogeno e questo processo è detto deidrogenasi. Al contrario sarà
la riduzione ovvero acquisto di elettroni liberi ( atomi di idrogeno) tali reazioni prendono il nome di
ossido-riduzione biologiche sono catalizzate da enzimi in particolar modo la deidrogenasi. Gli
enzimi intervengono nelle ossido-riduzioni fermentative e respiratorie della cellula sono
deidrogenasi pirimidiniche che impiegano come coenzima FAD, NADP flavoproteine con coenzima
FAD, FMN citocromi( situati nella faccia interna della membrana citoplasmatica, sono i veri
trasportatori di elettroni da substrato che si ossida a uno che si riduce) e coenzima Q.
le reazioni di DEIDROGENAZIONE:
- si riscontrano nelle vie cataboliche in cui sono demolite le macromolecole dalle quali si
formano molecole più semplici che possono essere eliminate dal batterio o essere utilizzate
nelle sue reazioni anaboliche per la sintesi di altre sostanze ciò costituisce un importante
interconnessione tra anabolismo e catabolismo cellulare
- Produce energia necessaria alla cellula batterica per svolgere la biosintesi

Esistono reazioni: esoergoniche(cataboliche) le quali liberano energia senza disperdere in calore


ma accumulandola in legami chimici altamente energetici; endoergoniche(anaboliche) consumano
energia. queste due reazioni portano alla formazione di ADENOSINTRIFOSFATO (ATP) le reazioni
che portano alla formazione di una molecola di ATP sono denominate fosforilazione ossidativa
(una molecola di ADP “ADENOSINDRIFOSFATO” reagisce grazie all’energia liberata con reazioni
ossidative con una molecola di acido fosforico e acquista un residuo fosfato e si unisce con un
legame altamente energetico trasformando ADP in ATP la quale viene poi riutilizzata per compiere
reazioni di biosintesi.
FERMENTAZIONE: è un processo biologico in assenza di ossigeno finalizzato per produrre energia
sia il composti iniziale che il prodotto finale sono rappresentati da materia organica. Sono
complesse reazioni biologiche di ossido-riduzione a basso rendimento energetico; le molecole
organiche essenzialmente zuccheri, acidi o amminoacidi giungono nel citoplasma dopo aver
superato la membrana citoplasmatica per diffusione passiva, facilitata o per trasporto attivo
funzionano da substrato per specifici enzimi ossidativi che per il processo ossido-riduttivo
degradano gli zuccheri producendo energia.
La fermentazione dei carboidrati è il più importante e diffuso tipo di fermentazione nel mondo
batterico
nel batterio troviamo almeno sette distinte fermentazioni del glucosio ciascuna di essa
caratteristica di un particolare gruppo di batteri queste fermentazioni avvengono in due stadi:
1. Il glucosio è convertito in acido piruvico con via fermentativa anaerobica detta glicolisi
2. Il glucosio è convertito con l’acido piruvico con la via fermentativa aerobica detta via di
Entner-Doudoroff dove l’idrogeno è utilizzato per ridurre il piruvato in cataboliti che porta
a cataboliti alcolici
RESPIRAZIONE BATTERICA negli ETEROTROFI: le reazioni di respirazione sono ossido-riduzione in
grado di produrre energia ATP partendo da composti organici macromolecolari che vengono
ossidati ad anidride carbonica e acqua da parte di accettori finali di idrogeno costituiti da composti
inorganici,
- quando l’ossidante inorganico è l'ossigeno libero si verifica una respirazione aerobia
- quando sono altri tipi di ossidanti inorganici come lo zolfo il nitrato il carbonato si verifica
una respirazione anaerobia ( caratteristica dei batteri saprofiti, metanobatteri, batteri
denitrificanti).
La respirazione batterica il composto organico da ossidare più comune e lo zucchero di norma il
glucosio viene degradato con la glicolisi e l'acido piruvico, quest'ultimo a sua volta è ossidato ad
anidride carbonica e acqua con un efficiente produzione di ATP tramite una serie di reazioni
chiamate ciclo di Krebs. L'ossidazione marziale dell'acido piruvico e le successive del ciclo di Krebs
determinano la liberazione di elettroni che saranno trasferiti i attraverso la catena da accettori
detta catena respiratoria ad un accettore finale.
È costituita: da coenzimi situati a livello della membrana cellulare o delle sue invaginazioni. I
coenzimi costituiscono una catena sequenziale di reazioni di ossido-riduzione con cui gli elettroni
dell’ossidazione sono trasferiti all’accettore finale. il complesso coenzimatico è costituito da
NADFADCITOCROMI. La liberazione di energia viene utilizzata per la sintesi di 3 moli di ATP
per mole di NADH e 2 moli di ATP per mole di FADH; al termine della catena respiratoria se
l'accettore finale di idrogeno è L'ossigeno libero primo produzione di acqua (respirazione aerobia, )
batteri eterotrofi saprofiti, parassiti, patogeni,
se l'accettore è solfato primo la produzione di acido solfidrico se è nitrato avremo la produzione di
nitrito o azoto (respirazioni anaerobia) caratteristica dei batteri saprofiti, metanobatteri, batteri
denitrificanti. reazione di respirazione determina una maggior liberazione di energia rispetto alla
fermentazione soprattutto quella aerobia in quanto è in grado di utilizzare tutta l'energia presente
nei legami chimici delle sostanze nutritive, per questo motivo gli organismi aerobi risultano più
efficienti degli organismi anaerobi poiché la produzione di energia nella respirazione aerobia passa
per la completa ossidazione del glucosio prima mediante:
1. glicolisi
2. ciclo di Krebs
3. reazione C6H12O6+6CO26H2O
Energia dai lipidi e proteine: Come sorgenti alternative di energia alcuni batteri possono sostituire
il glucosi in lipidi e proteine. Nel caso dei lipidi i trigliceridi solo scissi in glicerina e acidi grassi
mediamente aggiunta di acqua e per mezzo degli enzimi lipasi gli acidi grassi sono poi ossidati ad
acetil-coenzima il quale può entrare nel ciclo di Krebs; l'energia così prodotta è maggiore di quella
ottenuta dai carboidrati.

METABOLISMO BIOSINTETICO:
i processi biosintetici, utilizza l’energia ATP e composti semplici come amminoacidi, ammoniaca,
anidride carbonica, acqua e zuccheri in grado di costruire i costituenti cellulari come proteine,
componenti delle proteine, acidi nucleici e materiali granulari di riserva tutto ciò serve per
mantenere l’integrità fisica e chimica della cellula per attivare il trasporto dei soluti attraverso la
membrana per consentire l’attività degli organi locomotori ovvero dei flagelli. Le vie cataboliche
portano alla generazione di ATP, NADH, NADPH e molteplici intermedi chimici utilizzati dai batteri
per sintetizzare i principali costituenti cellulari come i componenti della parete batterica”
peptidoglicani, lipopolisaccaridi”, le proteine e gli acidi nucleici.
SINTESI DEI POLISSACCARIDI: i polisaccaridi sono uno dei costituenti della parete batterica e in
molte specie della capsula. Nei batteri autotrofi sono sintetizzata a partire dall’ anidride carbonica
e dall’acqua. Nei batteri eterotrofi sono sintetizzate a partire dagli zuccheri semplici come il
monosaccaridi assorbiti dall’ambiente oppure dai metaboli organici. I GLUCIDI per la cellula
batterica costituiscono una delle più importanti fonti di energia e sono catabolizzate da enzimi
specifici come la cellulasi in grado di scindere la cellulosa, l’amilasi è in grado di scindere l’amido in
maltosio, la maltasi che scompone l’amido in glucosio e l’aldolasi che scompone il glucosio.
SINTESI DEL PEPTIDOGLICANO: inizia con la biosintesi dei precursori nel citoplasma e continua con
il loro completamento durante il trasporto nella membrana citoplasmatica e finisce con la loro
locazione nella parete cellulare. La fase finale del processo consiste nell’ estensione dell’unità
strutturali a formare corti polimeri nella formazione dei legami crociati di trans-peptidazione tra i
vari polimeri lineari e nella loro inserzione nella parete cellulare così da permettere l’allungamento
della parete o la formazione setti (reazioni catalizzate da un gruppo di enzimi che possono legare
covalentemente anche antibiotici.
SINTESI DEI LIPIDI: i lipidi soni i costituenti della membrana citoplasmatica e della parete batterica,
sono sintetizzati da enzimi specifici come il glicerolo, alcoli e acidi grassi.
SINTESI DEGLI AMMINOACIDI: gli amminoacidi sono dei costituenti dei peptidi e delle proteine,
possono essere sintetizzati da ammoniaca, azoto atmosferico nei batteri autotrofi dove gli ioni
ammonio assunti sono poi legati a carboniosi proveniente dal metabolismo dei carboidrati o lipidi
per formare gli amminoacidi, mentre nei batteri eterotrofi essere assunti direttamente
dall’ambiente
SINTESI DEGLI ACIDI NUCLEICI: i nucleotidi nella cellula batterica sono impiegati oltre come
componenti del DNA e del RNA ma anche come attivatori di precursori nella sintesi dei
lipopolisaccaridi, polisaccaridi, peptidoglicano. I nucleotidi pirimidinici passa per la sintesi della
pirimidina orotato, attaccata poi al ribosio fosfato con formazione di orotidina monofosfato che
può essere convertita in citidina o uridina monofosfato. Sintesi dei nucleotidi purinici ovvero di
adenosina monofosfato e guanosina monofosfato parte dal ribosio 5 fosfato con costruzione a
stadi dell’anello biciclico in presenza di zuccheri fosforilato e da ciò si forma il nucleotide inosina
monofosfato che può essere convertito a guanosina o adenosina monofosfato. I deossinucleotidi
impiegati nel DNA vengono sintetizzati attraverso la riduzione diretta della porzione zuccherina del
ribonucleotide, mentre per la produzione della timidina monofosfato è richiesta la via del
tetraidrofolato. L’informazione genetica passa attraverso processi che partono dal DNA e arrivano
alla sintesi di proteine.
- Replicazione del DNA: l’acido desossiribonucleico è il costituente del cromosoma batterico
ed è depositario del codice genetico ovvero di tutte le informazioni che regolano i metabolismi,
la composizione e la struttura cellulare. Il DNA cromosomico costituisce anche la matrice per la
formazione degli RNA cellulari. La replicazione del DNA è attuata attraverso l’ autoduplicazione
del cromosoma batterico: che srotola la sua spirale e divarica le due catene elicoidali
polinucleotidiche consentendo ad ogni elica di essere uno stampo sul quale sono apposte
molecole costitutive che poi saranno legate al DNA polimerasi e formare una nuova catena
complementare.
- Sintesi dell’RNA: l’acido ribonucleico RNA è costituito da tre tipi di RNA, RNA
ribosomiale(rRNA), RNA transfer(tRNA), RNA messaggero(mRNA) che è in grado di trasferire
a livello dei ribosomi il messaggio genetico del DNA cromosomico. La sintesi dell’RNA utilizza
una specifica RNA-polimerasi DNA-dipendente in grado di legare i nucleotidi della sequenza, la
sintesi parte dall’elica del DNA cromosomico dopo che le due catene elicoidali si sono
divaricate in modo complementare.
- Sintesi proteica: le proteine che costituiscono la membrana citoplasmatica vengono
sintetizzati con una sequenza di meccanismi a partire dagli amminoacidi presenti nel
citoplasma. Gli amminoacidi una proteina vengono uniti secondo una sequenza la cui
informazione è sul cromosoma batterico i cui geni codificano sequenza amminoacidiche. La
sintesi proteica si svolge sui ribosomi (rRNA) ai quali si unisce l’mRNA a formare il
poliribosoma dopo che l’mRNA ha trascritto dal DNA cromosomico batterico l’informazione
della sequenza aminoacidica processo noto come trascrizione a essa segue la traduzione
processo nel quale il codice genetico è convertito in una forma aminoacidica ovvero in una
proteina. L’unione degli aminoacidi posti lungo la sequenza dell’mRNA a opera di enzimi
determina la formazione della catena polipeptidica e quindi della proteina batterica.

NUTRIZIONE BATTERICA:
è l’assunzione per la crescita di materiale nutriente dall’ambiente. Le esigenze primarie sono:
- Sorgente di azoto e di carbonio
- Sorgente di energia
- Acqua a vari ioni
I batteri devono avere disponibili o sintetizzati i carboidrati, amminoacidi e lipidi indispensabili
oltre per la crescita ma anche per la motilità e la riproduzione batterica. Dall’esterno i batteri
internalizzano sostanze indispensabili attraverso trasporto passivo o passivo grazie alla membrana
cellulare come ( monosaccaridi, peptidi, acidi grassi, cloruro di sodio, acqua, Sali minerali). In base
alle richieste nutrizionali i batteri di dividono in:
1. Autotrofi: se utilizzano come fonte di carbonio la CO2 e come fonte di energia la luce o le
sostanze inorganiche
2. Eterotrofi: se utilizzano per la loro crescita dei componenti organici come carboidrati,
grassi, proteine e come fonte di energia le sostanze organiche batteri chemioeterotrofi o la
luce

COLORAZIONI
Per la cellula batterica si usano solo coloranti basici, poiché il batterio è uniformemente basico, si
usano i coloranti basici per evidenziare il nucleo che è basofilo e coloranti acidi per evidenziare il
citoplasma che è acidofilo. Le colorazioni possono essere:
- colorazioni semplici, come il cristalvioletto, la fuxina, blu di metilene, grazie alle quali è
possibile osservare la morfologia del batterio;
- colorazioni differenziali, come la colorazione gram o la colorazione di ziehl-neelsen per i
micobatteri.
Tutti i campioni devono essere fissati (calore, fissativi chimici) prima di essere colorati i vari
passaggi sono:
1. strisciare la coltura su un vetrino formando uno strato sottile
2. asciugare all’aria
3. passare il vetro su una fiamma per fissare il campione
4. ricoprire il vetrino con il colorante risciacquare e asciugare il vetrino
5. porre sul vetrino una goccia d’olio da immersione e osservare con l’obiettivo 100x

Come effettuare la colorazione di gram:


- Coprire il preparato con cristalvioletto (2-3 min) che è idrofilo, quindi entra nei batteri;
- Mordenzare con soluzione di Lugol lasciandola agire per 1 min (fissa il colorante rendendolo
idrofobo); è una soluzione di iodio e ioduro di potassio in acqua
- Decolorare con alcool etilico o acetone (1-2 min);
- Coprire il preparato con fucsina (rosa) o safranina (rosso) che sono coloranti di contrasto;
- Lavare con acqua.
I gram+ risultano colorati in violetto; nei gram– risultano colorati in rosso.
La colorazione di Ziehl-neelsen è specifica per i micobatteri. Essi possiedono una parete spessa che
contiene, oltre al peptidoglicano, una gran quantità di cere, che non si decolorano con alcol etilico
o acetone, ecco perché sono definiti alcool resistenti.
Una volta fatto penetrare il colorante, la fucsina, con l’aiuto di una breve esposizione al calore,
non possono essere decolorati dal trattamento con alcooli o acidi minerali (da qui la definizione di
batteri alcool-acido resistenti). Il 2° colorante è il blu di metilene. I micobatteri risulteranno
colorati in rosso.
STRUTTURA ESTERNA DEI GRAM +
Nei batteri Gram+ la membrana citoplasmatica è ricoperta da uno spesso strato di peptidoglicano
che costituisce la parete cellulare ed eventualmente dalla capsula
PARETE DEI BATTERI GRAM +
Ha uno spessore di 200-800 A° ed oltre al peptidoglicano ha intercalati altri polimeri quali gli acidi
teicoici che possiedono elevata attività antigenica
Nella colorazione di Gram i batteri Gram+ rimangono colorati con il primo colorante
(Cristalvioletto)
STRUTTURA ESTERNA DEI GRAM -
Nei batteri Gram- la membrana cellulare è ricoperta da un sottile strato di peptidoglicano che
costituisce la parete e da una membrana esterna, separata dal peptidoglicano dallo spazio
periplasmatico
PARETE DEI BATTERI GRAM -
Ha uno spessore da 10 a 25 volte più sottile di quella dei Gram+ e non ha intercalati gli acidi
teicoici.
Presente una seconda membrana esterna alla parete caratterizzata dalla presenza del
lipopolisaccaride batterico (LPS) estremamente tossico per l’uomo e per gli animali, causa dello
shock tossico in caso di batteriemia da batteri Gram-. LPS viene detto anche ENDOTOSSINA
In oltre la PARETE DEI BATTERI GRAM
Il lipopolisaccaride batterico (LPS) è formato da:
• una porzione lipidica denominata lipide A
• una corta catena di zuccheri che forma il “core”
• una lunga catena polisaccaridica con attività antigenica (antigene O)
Spazio periplasmatico = spazio compreso tra parete e membrana esterna
I micobatteri possiedono una parete spessa che contiene oltre al peptidoglicano e acidi teicoici
anche una grande quantità di cere (lunghe catene di carboidrati dette acidi micolici)
Per evidenziarli viene usata la colorazione di Ziehl-Neelsen
Una volta fatto penetrare il colorante con l’aiuto di una breve esposizione al calore, non possono
essere decolorato dal trattamento con alcooli o acidi minerali
Da qui la definizione di batteri alcool-acido resistenti (es. Mycobatterio tubercolosis)

FATTORI DI VIRULENZA BATTERICA


I batteri possono invadere e replicare attraverso:
- fattori antifagociari, la capsula è il più importante fattore antifagocitario e i ceppi
batterici dotati di capsula sono i più virulenti e i più resistenti alla fagocitosi e alla lisi
intracellulare dei ceppi non capsulati. La leucocidina(prodotta dalla staphylococco
aureus) è una tossina che distrugge i globuli bianchi, i macrofagi, i neutrofili, causando dei
pori o canali nel doppio strato lipidico della cellula, aumentando la permeabilità ai cationi
portandola a lisi. Enzima coagulasi è prodotto sempre da STAPHYLOCOCCUS AUREUS
contribuisce all’attività antifagocitaria formando uno strato di fibrina intorno alla cellula
batterica che non può venire fagocitata
- competitori per il ferro, i batteri necessitano del ferro per replicare, per la sintesi delle
macromolecole, e alcuni di essi producono siderofori, che servono a sottrarre il ferro
all’ospite per il loro metabolismo;
- produzione di metaboliti;
- enzimi degradativi, sono capaci di dissolvere i tessuti e distruggere le barriere fisiche che
potrebbero limitare la diffusione come: Collagenasi: degrada il collagene, la fosfolipasi:
depolimerizza le membrane cellulari, la proteasi: degrada le IgApresenti sulle mucose,
ialuronidasi: liquefà l’acido ialuronico del connettivo, la fibrinolisina: elimina i coaguli di
fibrina che si formano nel processo infettivo per limitare la diffusione batterica, la lipasi:
degrada lo strato lipidico dell’epidermide, l’ Emolisina: lisa le emazie
- produzione di tossine.

TOSSINE BATTERICHE
Le tossine vengono classificate in endotossine batteriche (es. LPS lipopolisaccaridi – parte
integrante della membrana dei batteri gram -) ed esotossine (di natura proteica).
Le endotossine vengono rilasciate solo in seguito a lisi della cellula batterica causando tossicità
liberando nell’ambiente veleni contenuti nella cellula batterica. Sono di natura lipopolisaccaridica
e liberate in seguito a disgregazione del batterio per autolisi, sono termostabili, scarsamente
immunogene e non neutralizzabili da anticorpi. sono meno potenti delle esotossine. Hanno profili
d’azione poco differenziati, sono inattive per ingestione e sono resistenti ai succhi gastrici. Le
endotossine, sono peculiari dei batteri gram- e ne costituiscono il lipopolisaccaride. Sono appunto
di natura lipopolisaccaridica, sono termostabili, scarsamente immunogene e non neutralizzabili da
anticorpi. Hanno profili d’azione poco differenziati, sono inattive per ingestione e sono resistenti ai
succhi gastrici. Sono relativamente resistenti al calore, sono meno potenti delle esotossine ed il
loro potere tossico è dato dalla frazione tossica, il lipide A il quale danneggia i lisosomi dell’ospite;
i lisosomi danneggiati a loro volta liberano sostanze capaci di provocare la febbre e questa
caratteristica è detta effetto pirogeno. Le endotossine attivano il complemento che porta
all’infiammazione, interleuchina e trombosi, coagulazione, emorragia, ipotensione; se legate in
forti concentrazioni oltre all’effetto pirogeno, morte, possono causare shock generalizzato,
ipersensibilità, alterazioni ematiche, necrosi renale e cutanee. Essa si lega a un recettore (facente
parte della famiglia di recettori espressi sulle cellule presentanti l'antigene), detto tall like
receptor, che riconosce i così detti pumps, pattern molecolari associati a patogeni (acidi
lipotecoidi, DNA batterico, RNA virale) e le endotossine vengono riconosciuto dal tlr4.
Oggi si conoscono 11 tipi di tall like receptor, mentre il cd14 è il corecettore.
Una volta che l'endotossina si lega a questo recettore determina la produzione da parte delle
cellule dendritiche o dei macrofagi delle citochine pro-infiammatorie su citate.
A basse concentrazioni, queste endotossine stimolano la risposta infiammatoria, determinano il
rilascio di ammine vaso attive, come l'istamina, che provoca vasodilatazione a livello periferico.
Quindi hanno azione protettiva, causando febbre (che è un meccanismo aspecifico della risposta
immunitaria innata).
Il problema sorge quando le endotossine vengono prodotte a elevate concentrazioni e rilasciate
nel torrente ematico: in questi casi possono causare shock settico o sepsi, rilascio di interlochina 1
quindi febbre alta, petecchie dovute alla dilatazione dei capillari e/o ipotensione, shock per
vasodilatazione ed aumentata permeabilità capillare, le lps causano coagulazione intravasale
disseminata, fino a morte in quanto l'ipotensione causa ipoperfusione degli organi vitali, quindi
subentra una condizione di acidosi metabolica, con danno a carico dei reni, cuore, cervello. Se non
si interviene rapidamente si arriva alla mosf, sindrome da insufficienza multipla degli organi, e
quindi morte.
Le endotossine sono inoltre induttori non specifici dell'infiammazione e i loro effetti sono dose
dipendenti. Possono contaminare prodotti iniettabili: per questo motivo per tutti i prodotti
iniettaili deve essere eseguito un saggio di pirogenicità per essere sicuri che il prodotto non sia
contaminato dall'endotossina. Tra questi vi è il limulus test, che consiste nella gelificazione di
amebociti di limulus per attivazione da parte dell'lps di enzimi di questi amebociti, i quali
gelificano in presenza dell'endotossina.
Bisogna ricordare che anche i batteri gram+ possono causare shock settico, in quanto in seguito
alla morte dei batteri gli stessi, i frammenti di peptidoglicano possono innescare tutta la sequenza
di eventi scatenati dalla lps. L’unica differenza sta nel fatto che invece del tlr4 viene attivato il tlr2,
che riconosce frammenti di peptidoglicano e acidi lipotecoici con stessi effetti finali. Gli effetti
biologici delle ENDOTOSSINE a basse concentrazioni stimolano l’insorgenza di risposte protettive
come: la febbre, la vasodilatazione, risposta immunitaria, risposta infiammatoria ad alte
concentrazioni determinano l’insorgenza di: Febbre alta, Petecchie (dovute alla dilatazione dei
capillari), Ipotensione, Shock (per vasodilatazione ed aumentata permeabilità capillare),
Coagulazione del sangue, Morte.
ENTEROTOSSINE STAFILOCOCCICHE
Sono prodotte da alcuni ceppi dello staphylococcus aureus. Sono tossiche per ingestione e
causano intossicazione alimentare. Si ha intossicazione alimentare quando la tossina è preformata
nell’alimento, mentre si ha tossinfezione alimentare quando il batterio penetra nell’organismo
attraverso l’alimento e all’interno dell’organismo produce la tossina.
Sono resistenti al pH acido dello stomaco in quanto non vengono inattivate dall’acidità gastrica e
sono resistenti al trattamento con calore per 30min a 100°C.
Da un punto di vista antigenico, esistono diversi tipi di queste tossine:
- tossine a, c, d, le quali causano prevalentemente intossicazione alimentare con sintomatologia
gastrica (nausea, vomito);
- tossina b, la quale causa colite pseudo membranosa (diarrea).
Nel caso di enterotossine prodotte dal ceppo aureus (considerato il ceppo più virulento), se
vengono prodotte a elevate concentrazioni e raggiungono il torrente ematico, possono causare
sindrome da shock tossico staffilococcica (tss) in quanto si comportano da superantigeni. Questo
porta a ipotensione, quindi diminuisce la quantità di sangue che torna al cuore causando un
collasso cardiocircolatorio.
Differenza tra antigene e superantigene:
- antigeni non superantigeni, vengono internalizzati da cellule con attività fagocitica (macrofagi
e cellule dendritiche) e vengono riespressi sulla membrana della stessa cellula. Tali cellule APC
(cellule che presentano l’antigene – antigen presenting cell) si associano alle molecole mhc di
classe 2 in modo tale che l'antigene viene presentato al linfocita t helper, il quale riconosce
l'antigene sia perché ha il recettore specifico per quell'antigene sia perché ha il recettore di
molecole mhc di classe 2. Infatti si parla di risposta mhc 2 ristretta. Se questi linfociti t
vengono in contatto per la prima volta con quell'antigene, il linfocita t “naive” riconosce
quell'antigene e inizia a produrre interlochina 2, che determina un’espansione clonale di
linfociti t cd4 tutti identici tra loro. A questo punto i linfociti t produrranno interferon gamma
che andrà ad attivare il macrofago e la cellula dendritica per la fagocitosi e il killing
intracellulare.
- superantigeni, non vengono internalizzati dalle cellule APC ma si legano a ponta tra le
molecole mhc di classe 2 dell'APC e il recettore di tutti i linfociti t helper in maniera aspecifica.
Questo comporta un'attivazione massiccia dei linfociti t helper e una massiccia produzione di
interferon gamma che andranno ad attivare i macrofagi e le dendritiche, che a quel punto
produrranno elevate quantità di citochina proinfiammatoria (interlochina 1, la quale causa
febbre; tnf alfa, la quale causa danno a carico degli endoteli e quindi aumentata permeabilità
vascolare; intercolina 6; interlochina 12).

Le esotossine sono prodotte e rilasciate dai batteri metabolicamente attivi, sia da batteri gram +
che gram-. Essendo di natura proteica (polipeptidi) e prodotte in forma solubile da batteri che
diffondono nei liquidi e nei tessuti dell’ospite. Le esotossine sono solubili e una volta eliminate
dai batteri si diffondono nel mezzo circostante da essi contaminato o nel sistema circolatorio e
nei tessuti dell’ospite dove possono causare tossicità in distretti anche lontani dal punto d’inizio
della moltiplicazione batterica, inoltre esse sono termolabili, ossia sensibili al calore ovvero
perdono la loro tossicità se riscaldate a 60°C vengono inattivate o se vengono trattate con
sostanze chimiche come gli acidi. La tossicità dell’esotossine è determinata dalla configurazione
spaziale degli amminoacidi che la compongono. La maggior parte delle esotossine svolgono la
loro funzione solamente dopo aver penetrato la cellula bersaglio sono in genere dei DIMERI
formati da due diversi peptidi legati tra loro da ponti disolfurici A-B.
- il peptide B interagisce con i recettori esposti sulla superficie della cellula bersaglio
provocando alterazioni della membrana cellulare che facilita la traslocazione intracellulare
del peptide A
- il peptide A è dotato dell’azione tossica e può essere traslocato a livello intracellulare
solo dopo che il peptide B ha provocato alterazioni della membrana cellulare.
Quando la configurazione delle esotossine viene alterata la tossicità viene meno e tali sostanze
vengono denominate anatossine.
Gli effetti biologici principali sono: il Dermonecrotico, l’ Edemigeno(qualche cosa che produce
edema), l’Emolitico
Sono importanti immunogeni stimolando i linfociti T helper. Sono molto tossiche, come quelle
del clostridium botulinus che è una siero tossina. Sono secrete da cellule viventi e prodotte sia
dai batteri gram+ che dai batteri gram-. Possono essere inattivate con il calore o con la
formaldeide per essere trasformate in tossoidi o anatossine. Sono delle esotossine che hanno
perso il potere tossico, ma che conservano il loro potere antigenico (o immunogeno) in quanto
attivano la risposta immunitaria, e proprio per questo motivo sono i costituenti di vaccini
antibatterici.
La sintesi delle esotossine, a differenza delle endotossine è regolata da geni extracromosomici
(geni plasmidici).
Le esotossine, nel caso del tetano, della difterite, del botulismo e del colera, sono responsabili di
tutta la sintomatologia e perciò sono dette neurotossine. Alcuni batteri (tetano e difterite) non
causano mai batteremia poiché essi penetrano e rimangono localizzati nel sito in cui sono
penetrati.
CLASSIFICAZIONE DELLE ESOTOSSINE
In base alla loro attività, le esotossine possono essere classificate in:
- tossine che agiscono a livello extracellulare, come la tossina epidermolitica dello
staphilococcus aureus;
- tossine che agiscono a livello delle membrane cellulari, tra cui le tossine citolitiche e le
emolisine che portano alla lisi cellulare attraverso diversi meccanismi.
- tossine che penetrano nelle cellule alterandone la regolazione;
- tossine che penetrano nelle cellule e non modificano la funzione ma ne causano la morte.
Es: tossina epidermolitica o esfoliativa dello staphylococcus aureus, responsabile della sindrome
della cute scottata e agisce a livello extracellulare. I neonati vengono a contatto con i ceppi dello
stafilococco aureo che producono tali tossine (a livello della cute, della rinofaringe). Tali ceppi
producono l’esotossina termostabile che è codificata dai geni plasmidici. Tale esotossina
termostabile agisce a livello dei desmosomi dello strato granulare della pelle causando uno
scollamento di tale strato dai restanti.
Determina la formazione di bolle, vescicole e in seguito a traumi, l’epidermide si stacca lasciando il
derma sottostante scoperto.

STRUTTURA MOLECOLARE DELLE ESOTOSSINE Le esotossine possono essere:


- monomeriche, costituite da una subunità proteica;
- dimeriche, costituite da due subunità proteiche. La subunità B (binding) funge da subunità di
legame che riconosce il recettore della cellula bersaglio e favorisce l’ingresso all’interno della
cellula della subunità A (catalitica), la quale esplica il potere tossico con meccanismi diversi a
seconda della natura dell’esotossina; sono anche dette tossine binarie e le due subunità sono
legate tra loro da un ponte disolfuro (tipica struttura del clostridrium tetani e botulino);
multimeriche, costituite da più subunità, più subunità B e una subunità

CLASSIFICAZIONE DELLE ESOTOSSINE IN BASE AL LIVELLO D’AZIONE:


Agiscono a livello extracellulare
• Agiscono a livello della membrana cellulare
• Penetrano nelle cellule modificandone la regolazione
• Penetrano nelle cellule uccidendole
In base al bersaglio d’azione, le esotossine possono essere classificate in:
- tossine citolitiche (o emolisine), le quali causano lisi della cellula e in vitro lisano anche le
emazie; se in grado di danneggiare le membrane delle cellule bersaglio e determinare morte
- leucocitine, che distruggono le cellule bianche;
- tossine neurotrope, che agiscono a livello del sistema nervoso sia centrale che periferico
(tetano a livello del centrale, il botulino a livello del periferico);
- enterotossine, che hanno come target le cellule epiteliali intestinali; se attive sulla cellula della
mucosa intestinale causano diarrea
- tossine pantrope, se in grado di danneggiare le cellule provviste di specifici recettori che
fissano la tossina che agiscono sudiversi tipi cellulari.
TOSSINE CITOLITICHE/EMOLISINE
Si localizzano nella membrana citoplasmatica della cellula ospite a livello del doppio strato
lipidico causando dei pori o canali, dai quali si ha la perdita del materiale citoplasmatico, ingresso
di acqua e lisi osmotica, alterando così la funzionalità della cellula, portandola alla morte.
Tali tossine, in vitro, causano emolisi delle emazie, come l’emolisina A dello staphilococcus aureus
e la streptolisina dello stafilococco.

LEUCOCITINE
Sono prodotte dallo staphylococcus aureus, dallo pseudomonas ruginosus. Tali tossine hanno
un’azione citotossica sulle cellule fagocitiche in quanto vanno ad attivare un enzima, la fosfolipasi
C, che provoca mobilitazione del calcio e fosforilazione di una proteina sulla membrana dei
lisosomi, i quali rilasciano enzimi litici che provocano danno e morte cellulare.

TOSSINE NEUROTROPE
Sono attive a livello del sistema nervoso centrale, come le neurotossine del tetano, e a livello del
sistema nervoso periferico, come il clostridium botulinum.

ENTEROTOSSINE
Tossine che agiscono a livello delle cellule epiteliali dell’intestino.

TOSSINE PANTROPE
Tossine che agiscono su diversi target.

ADP RIBOSILAZIONE/ATTIVITA’ PROTEOLITICA


Le tossine intracellulari, come già detto, possono alterare la funzionalità della cellula target con un
meccanismo definito ADP ribosilante (tossina colerica, pertossica o difterica) o con attività
proteolitica (tossina tetanica e botulinica).
In presenza di NAD (nicotinammide adenin dinucleotide) queste tossine, che hanno attività
enzimatica, staccano un ribosio dal NAD e lo trasferiscono su una proteina target della cellula
alterandone la funzionalità.
TOSSINE NEUROTROPE
Sono tossine che interferiscono con il rilascio di neurotrasmettitori:
- tossina tetanica, agisce a livello del sistema nervoso centrale, attraverso il blocco delle sinapsi
inibitorie della contrazione muscolare riflessa;
- tossina botulinica, agisce a livello del sistema nervoso periferico. Consiste nel blocco della
trasmissione dell’impulso a livello della giunzione neuromuscolare.

INFEZIONI OSPEDALIERE E PATOGENI MULTIRESISTENTI


Le infezioni ospedaliere sono malattie infettive acquisite in ospedale o in ambienti sanitari. Per
essere definite infezioni il paziente deve essere stato ricoverato per una causa diversa
dell’infezione e non deve aver segni di malattia infettiva in corso di incubazione al momento der
ricovero. Queste infezioni possono presentarsi:
- 48 ore dopo il ricovero ospedaliero
- Fino a 3 giorni dopo la dimissione
- Fino a 30 giorni dopo un operazione
L’infezione più frequente riguarda il tratto urinario, poi quella della ferita chirurgica, polmonite. Le
infezioni ospedaliere sono causate da patogeni facilmente trasmissibili dall’operatore sanitario al
paziente, spesso i pazienti ospedalizzati ha una scarsa efficienza del sistema immunitario per
questo risultano più suscettibili a infezioni.
I fattori di rischio di un’infezione ospedaliera sono:
- La durata del ricovero
- L’uso di antibiotici in modo inappropriato
- L’uso di strumentazioni invasive.

POTERE PATOGENO DEI BATTERI:


Un batterio è patogeno quando:
• Invade i tessuti
• Vi si moltiplica
• Danneggia il normale funzionamento dell’organismo ospite
• Produce sostanze tossiche
Malattia: è la conseguenza della moltiplicazione dei microrganismi nell’ospite in grado di causare
danno.
• La capacità di indurre la malattia, o PATOGENICITA’, è la risultante di vari fattori e meccanismi
che permettono al microrganismo patogeno di invadere i tessuti di un organismo e di
moltiplicarvisi, alterando il funzionamento dell’organismo ospite attraverso la produzione di una o
più sostanze tossiche specifiche.
La patogenicità è caratterizzata da:
– fattori e meccanismi di virulenza
– carica batterica (numero iniziale di batteri infettanti)
– stato di salute, in particolare immunitario, dell’ospite

Le caratteristiche di ADESIONE di un batterio possono determinare il grado di patogenicità.


I batteri che sono dotati di adesine si legano a specifici recettori di natura glicoproteica o
glicolipidica presenti sulla superficie dei tessuti e non vengono allontanati per esempio dal
lavaggio dell’urina o dalla peristalsi intestinale. Le adesine sono molecole proteiche presenti
all’apice di fimbrie o pili che si legano a particolari zuccheri presenti sulla superficie dei tessuti
bersaglio.
INVASIONE
l’invasione è il passaggio successivo all’adesione e consiste nell’internalizzazione del batterio nelle
cellule epiteliali dove i batteri possono essere liberi nel citoplasma o contenuti all’interno di un
vacuolo in cui sopravvivono e si moltiplicano.
PRINCIPALI FASI DEL PROCESSO PATOGENETICO DA MICRORGANISMO
ESPANSIONE (ad agenti patogeni)

ADESIONE(alle cellule ospiti” alla parete o alla mucosa)

INVASIONE(dell’ospite attraverso l’epitelio)

COLONIZZAZION E CRESCITA(produzione di fattori di virulenza)

TOSSICITà INVASIVITà (ulteriore crescita sia nel


(effetti delle tossine sono locali o sistematici) sito originale d’infezione che in siti distanti)

DANNO AI TESSUTI MALATTIA

PATOGENI MULTIRESISTENTI:
Una vera e propria emergenza clinica è rappresentata dalle infezioni veicolate dai cosiddetti
batteri multiresistenti ossia da quel gruppo di patogeni che evidenziano una particolare resistenza
nei confronti degli antibiotici. Si parla di emergenza clinica in quanto questi patogeni sono
responsabili di focus infettivi spesso associati con delle infezioni secondarie che delineano il
quadro clinico di severe complicanze, inoltre le infezioni sostenute da tali germi possono talvolta
dimostrarsi letali. I batteri multiresistenti hanno avuto modo di incrementare la loro virulenza dal
momento che la cura antibiotica viene impostata in modo inappropriato e le cause dell’aumento
delle resistenze sono da ricondurre all’uso improprio dei vecchi antibiotici; sono esempi di cura
sbagliata anche le somministrazioni di antibiotici in corso di infezione virale e non batterica, come
anche la prescrizione di antibiotici ad ampio spettro, come anche la prescrizione di dosi troppo
basse ed una posologia in tempi troppo limitati. I batteri multiresistenti attivano nella maggior
parte dei casi infezioni contratte in ambito ospedaliero e nelle strutture residenziali per anziani o
per malattie croniche, non sono rari casi infettivi in ambito comunitario. Tra i batteri ultraresistenti
che rappresentano i principali responsabili delle infezioni nosocomiali bisogna segnalare gli
enterobatteri, in particolare Klebsiella pneumoniae e Pseudomonas aeruginosa. Per contrastare
gli effetti della multiresistenza degli antibiotici oltre alla prescrizione di adeguate terapie è
necessario osservare anche delle misure di prevenzione e delle norme igieniche quotidiane,
vengono inoltre richieste delle migliori misure di infection control attraverso il coordinamento fra
tutte le figure professionali coinvolte nel trattamento delle infezioni, in questo orizzonte
terapeutico assume un ruolo centrale la  figura dell’infettivologo, a cui spetta un ruolo centrale
nell’ospedale; è necessaria anche una riorganizzazione della rete dei laboratori di microbiologia
per rispondere in modo più adeguato alle esigenze di assistenza dei malati per ottenere così dei
risultati tempestivi ed un’assistenza soddisfacente.

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