I BATTERI sono costituiti da una singola cellula di dimensioni ridotte e relativamente semplici
tuttavia sono in grado di eseguire tutti i processi vitali essenziali come:
- Crescita
- Metabolismo
- Riproduzione
La cellula batterica non ha un vero nucleo in quanto presenta un solo cromosoma e risulta
sprovvista di membrana nucleare. I batteri sono microrganismi ampiamenti diffusi in natura sia in
forma libera che sottoforma di parassiti infatti di norma possono attuare parassitismo extracellulare.
Il cromosoma batterico è direttamente immerso nel citoplasma ed è il depositario
dell’informazione genetica e poiché è un costituente di un corredo cromosomico aploide a
qualsiasi mutazione corrisponde una modificazione fenotipica in oltre è costituito da un unico
cromosoma detto nucleoide, costituito da coppie di basi che vanno da 1 a 5 milioni, con una
struttura circolare ed è collegato alla membrana batterica in corrispondenza di zone carateristiche.
Oltre al cromosoma i batteri (sia i gram+, sia i gram-) possono possedere molecole di DNA
bicatenario extracromosomico detto plasmide, che replica in modo autonomo. Possono essere
costituiti da 1000 a 200000 paia di basi.
I Procarioti:
I procarioti sono i primi organismi cellulari comparsi sulla Terra e mostrano il minor numero di
complessità tra tutte le cellule dei viventi.
Sono organismi UNICELLULARI caratterizzati da un nucleo primitivo in quanto presentano un
DNA concentrato in una regione del citoplasma, senza essere delimitato da alcuna membrana
nucleare ed è priva dell’ apparato mitotico. Le cellule procariote, oltre ad essere normalmente
assai più piccole di quelle eucariote (con un diametro generalmente compreso fra 1 e 5 µm),
hanno una struttura interna molto più semplice rispetto alle eucariote infatti sono le forme di vita
più semplici e rappresentative per numero e varietà di organismi presenti sulla Terra.
I PROCARIOTI sono organismi unicellulari e sono distinti in:
- archea (sono i procarioti primitivi e comprendono i METANOGENI, ALOFILI. Nel loro
nucleo è assente l’acido muramico componente essenziale del peptidoglicano.
- batteri (sono quelli che più frequentemente possono danneggiare tessuti e apparati
dell’uomo poiché sono in grado di causare malattie da infezione molto comuni come le
sindromi respiratorie ”polmonite, bronchite” sindromi intestinali ”gastroenterite, enterite”
neurologie “encefalite, meningite”). Sono provvisti di un organizzazione e di una struttura
cellulare essenziali per che gli consentono di svilupparsi e autoreplicarsi e colonizzare in
qualsiasi ambiente. I batteri vengono classificati secondo la tassonomia batterica:
- in famiglie,
- genere
- specie in base all’aspetto macroscopico e microscopico, ai caratteri di crescita
Il metodo più preciso di distinguere i batteri è rappresentato dall’analisi del loro materiale genetico
in quanto è in grado di rilevare specifiche sequenze di DNA o RNA tra queste tecniche troviamo:
1. Ibridazione del DNA
2. Amplificazioni mediante reazioni a catena della DNA polimerasi (PCR)
3. Analisi dei frammenti di DNA cromosomico (RFLP)
4. Analisi della piccola subunità dell’ RNA ribosomiale batterico
5. Analisi dei plasmidi
RIPRODUZIONE BATTERICA:
La riproduzione batterica è una riproduzione per scissione binaria le tappe Essenziali della divisione
percezione di una cellula batterica nelle 2 cellule figlie sono:
1. La fase di inizio della replicazione coincide con la duplicazione dell'unica molecola circolare di DNA
posseduta dai batteri e detta cromosoma batterico
2. nella fase della duplicazione si verifica anche una duplicazione del sito di attacco della membrana in
questo modo i 2 nuovi cromosomi sono ancorati alla membrana.
3. Successivamente alla duplicazione, si verifica un accrescimento della membrana, con allungamento
della cellula nella sua parte centrale, distanziando i due nucleoidi (allontanamento dei due
cromosomi) Questo processo segui fino a distanziare a sufficienza i 2 cromosomi e a dislocarli in
una posizione che alla separazione delle 2 cellule figlie lì troverà nelle 2 zone corrispondenti di
citoplasma come nella cellula madre
4. In fine si forma un setto che separa le due cellule batteriche e completa il processo riproduttivo.
1. Duplicazione del sito di attacco del cromosoma e nello stesso momento l’autoduplicazione del
cromosoma batterico sulla membrana è presente il sistema enzimatico per la sintesi del DNA
batterico ancorato alla membrana citoplasmatica mediante un gene replicatore che viene attivato
da una proteina specifica che è prodotta da un altro gene cromosomico il gene iniziatore,
l’attivazione avviene solamente quando si è raggiunta una sufficiente concentrazione cellulare,
l’attivazione provoca lo srotolamento delle due eliche del DNA le quali costituiscono lo stampo per
le nuove eliche permettono la formazione di due cromosomi contenenti ciascuno un’elica
neoformata e una preesistente da parte dell’ enzima DNA polimerasi che comincia la
polimerizzazione delle spirali complementari del DNA
2. I due cromosomi si separano per il contemporaneo allungamento e accrescimento di membrana
3. Separazione delle cellule mediante setto.
METABOLISMO:
il termine metabolismo viene utilizzato in biologia per indicare tutte le trasformazioni fisiche e
chimiche che si svolgono nella cellula. Nel metabolismo si distinguono 4 tipi di reazioni:
1. Produzione di energia o catabolismo= sono reazioni di degradazione del substrato
2. Reazioni di biosintesi o anabolismo= la biosintesi di componenti cellulari impiegando
energia prodotta con il catabolismo
3. Reazione di polimerizzazione
4. Reazione di assemblaggio.
Il metabolismo è finalizzato dalla rapida crescita che passa per la biosintesi di tutte le componenti
cellulari così da rendere possibile la duplicazione cellulare. Per sopravvivere i batteri devono
soddisfare esigenze metaboliche primarie come costante apporto di energia rappresentata
sottoforma di adenosintrifosfato ATP utilizzata nella sintesi dei componenti cellulari, nella motilità
e nel trasporto dei nutrienti. Molto importante è il METABOLISMO dei CARBOIDRATI dove il
glucosio viene metabolizzato per produrre energia, la produzione di energia può avvenire in vari
modi mediante:
- Respirazione anaerobica (si verifica in assenza di ossigeno)
- Respirazione aerobica
Le esigenze principali sono due:
- Convertire e liberare energia con le reazioni cataboliche
- Utilizzare tale energia per la biosintesi dei costituenti batterici mediante reazioni
anaboliche.
I batteri si dividono in AEROBI OBBLIGATI= si sviluppano solamente in presenza di ossigeno
AEROBI FACOLTATIVI= si sviluppano in presenza o assenza di ossigeno
ANAEROBI OBBLIGATI= si sviluppano solamente in assenza di ossigeno
MICROAEROFILI= si sviluppano a bassa tensione di ossigeno
SPORE:
Costituiscono delle forme di resistenza per i batteri sporigeni. Sono batteri gram + e appartengono
al genere Clostridrium (tetani, botulinum)e al genere Bacillus. I Clostridrium sono anche batteri
anaerobi obbligati e il contagio avviene proprio attraverso le spore. I Bacillus invece sono batteri
aerobi.
Si formano attraverso un processo di endosporulazione per resistere a condizioni ambientali
avverse e vengono poi liberate dalla cellula batterica per rottura della parete della cellula madre,
che in questo caso prendo il nome di sporangio.
Nel genere Bacillus, la spora si localizza nella parte centrale del corpo batterico e il diametro non
eccede quello della cellula batterica, a differenza del genere Clostridium, dove la spora ha un
diametro maggiore della cellula batterica e tende a localizzarsi ad un’estremità della cellula,
conferendole un caratteristico aspetto a bacchetta di tamburo. La spora è resistente al calore,
all’essiccamento, ai disinfettanti e alle radiazioni e può rimanere quiescente anche per centinaia di
anni.
METABOLISMO BIOSINTETICO:
i processi biosintetici, utilizza l’energia ATP e composti semplici come amminoacidi, ammoniaca,
anidride carbonica, acqua e zuccheri in grado di costruire i costituenti cellulari come proteine,
componenti delle proteine, acidi nucleici e materiali granulari di riserva tutto ciò serve per
mantenere l’integrità fisica e chimica della cellula per attivare il trasporto dei soluti attraverso la
membrana per consentire l’attività degli organi locomotori ovvero dei flagelli. Le vie cataboliche
portano alla generazione di ATP, NADH, NADPH e molteplici intermedi chimici utilizzati dai batteri
per sintetizzare i principali costituenti cellulari come i componenti della parete batterica”
peptidoglicani, lipopolisaccaridi”, le proteine e gli acidi nucleici.
SINTESI DEI POLISSACCARIDI: i polisaccaridi sono uno dei costituenti della parete batterica e in
molte specie della capsula. Nei batteri autotrofi sono sintetizzata a partire dall’ anidride carbonica
e dall’acqua. Nei batteri eterotrofi sono sintetizzate a partire dagli zuccheri semplici come il
monosaccaridi assorbiti dall’ambiente oppure dai metaboli organici. I GLUCIDI per la cellula
batterica costituiscono una delle più importanti fonti di energia e sono catabolizzate da enzimi
specifici come la cellulasi in grado di scindere la cellulosa, l’amilasi è in grado di scindere l’amido in
maltosio, la maltasi che scompone l’amido in glucosio e l’aldolasi che scompone il glucosio.
SINTESI DEL PEPTIDOGLICANO: inizia con la biosintesi dei precursori nel citoplasma e continua con
il loro completamento durante il trasporto nella membrana citoplasmatica e finisce con la loro
locazione nella parete cellulare. La fase finale del processo consiste nell’ estensione dell’unità
strutturali a formare corti polimeri nella formazione dei legami crociati di trans-peptidazione tra i
vari polimeri lineari e nella loro inserzione nella parete cellulare così da permettere l’allungamento
della parete o la formazione setti (reazioni catalizzate da un gruppo di enzimi che possono legare
covalentemente anche antibiotici.
SINTESI DEI LIPIDI: i lipidi soni i costituenti della membrana citoplasmatica e della parete batterica,
sono sintetizzati da enzimi specifici come il glicerolo, alcoli e acidi grassi.
SINTESI DEGLI AMMINOACIDI: gli amminoacidi sono dei costituenti dei peptidi e delle proteine,
possono essere sintetizzati da ammoniaca, azoto atmosferico nei batteri autotrofi dove gli ioni
ammonio assunti sono poi legati a carboniosi proveniente dal metabolismo dei carboidrati o lipidi
per formare gli amminoacidi, mentre nei batteri eterotrofi essere assunti direttamente
dall’ambiente
SINTESI DEGLI ACIDI NUCLEICI: i nucleotidi nella cellula batterica sono impiegati oltre come
componenti del DNA e del RNA ma anche come attivatori di precursori nella sintesi dei
lipopolisaccaridi, polisaccaridi, peptidoglicano. I nucleotidi pirimidinici passa per la sintesi della
pirimidina orotato, attaccata poi al ribosio fosfato con formazione di orotidina monofosfato che
può essere convertita in citidina o uridina monofosfato. Sintesi dei nucleotidi purinici ovvero di
adenosina monofosfato e guanosina monofosfato parte dal ribosio 5 fosfato con costruzione a
stadi dell’anello biciclico in presenza di zuccheri fosforilato e da ciò si forma il nucleotide inosina
monofosfato che può essere convertito a guanosina o adenosina monofosfato. I deossinucleotidi
impiegati nel DNA vengono sintetizzati attraverso la riduzione diretta della porzione zuccherina del
ribonucleotide, mentre per la produzione della timidina monofosfato è richiesta la via del
tetraidrofolato. L’informazione genetica passa attraverso processi che partono dal DNA e arrivano
alla sintesi di proteine.
- Replicazione del DNA: l’acido desossiribonucleico è il costituente del cromosoma batterico
ed è depositario del codice genetico ovvero di tutte le informazioni che regolano i metabolismi,
la composizione e la struttura cellulare. Il DNA cromosomico costituisce anche la matrice per la
formazione degli RNA cellulari. La replicazione del DNA è attuata attraverso l’ autoduplicazione
del cromosoma batterico: che srotola la sua spirale e divarica le due catene elicoidali
polinucleotidiche consentendo ad ogni elica di essere uno stampo sul quale sono apposte
molecole costitutive che poi saranno legate al DNA polimerasi e formare una nuova catena
complementare.
- Sintesi dell’RNA: l’acido ribonucleico RNA è costituito da tre tipi di RNA, RNA
ribosomiale(rRNA), RNA transfer(tRNA), RNA messaggero(mRNA) che è in grado di trasferire
a livello dei ribosomi il messaggio genetico del DNA cromosomico. La sintesi dell’RNA utilizza
una specifica RNA-polimerasi DNA-dipendente in grado di legare i nucleotidi della sequenza, la
sintesi parte dall’elica del DNA cromosomico dopo che le due catene elicoidali si sono
divaricate in modo complementare.
- Sintesi proteica: le proteine che costituiscono la membrana citoplasmatica vengono
sintetizzati con una sequenza di meccanismi a partire dagli amminoacidi presenti nel
citoplasma. Gli amminoacidi una proteina vengono uniti secondo una sequenza la cui
informazione è sul cromosoma batterico i cui geni codificano sequenza amminoacidiche. La
sintesi proteica si svolge sui ribosomi (rRNA) ai quali si unisce l’mRNA a formare il
poliribosoma dopo che l’mRNA ha trascritto dal DNA cromosomico batterico l’informazione
della sequenza aminoacidica processo noto come trascrizione a essa segue la traduzione
processo nel quale il codice genetico è convertito in una forma aminoacidica ovvero in una
proteina. L’unione degli aminoacidi posti lungo la sequenza dell’mRNA a opera di enzimi
determina la formazione della catena polipeptidica e quindi della proteina batterica.
NUTRIZIONE BATTERICA:
è l’assunzione per la crescita di materiale nutriente dall’ambiente. Le esigenze primarie sono:
- Sorgente di azoto e di carbonio
- Sorgente di energia
- Acqua a vari ioni
I batteri devono avere disponibili o sintetizzati i carboidrati, amminoacidi e lipidi indispensabili
oltre per la crescita ma anche per la motilità e la riproduzione batterica. Dall’esterno i batteri
internalizzano sostanze indispensabili attraverso trasporto passivo o passivo grazie alla membrana
cellulare come ( monosaccaridi, peptidi, acidi grassi, cloruro di sodio, acqua, Sali minerali). In base
alle richieste nutrizionali i batteri di dividono in:
1. Autotrofi: se utilizzano come fonte di carbonio la CO2 e come fonte di energia la luce o le
sostanze inorganiche
2. Eterotrofi: se utilizzano per la loro crescita dei componenti organici come carboidrati,
grassi, proteine e come fonte di energia le sostanze organiche batteri chemioeterotrofi o la
luce
COLORAZIONI
Per la cellula batterica si usano solo coloranti basici, poiché il batterio è uniformemente basico, si
usano i coloranti basici per evidenziare il nucleo che è basofilo e coloranti acidi per evidenziare il
citoplasma che è acidofilo. Le colorazioni possono essere:
- colorazioni semplici, come il cristalvioletto, la fuxina, blu di metilene, grazie alle quali è
possibile osservare la morfologia del batterio;
- colorazioni differenziali, come la colorazione gram o la colorazione di ziehl-neelsen per i
micobatteri.
Tutti i campioni devono essere fissati (calore, fissativi chimici) prima di essere colorati i vari
passaggi sono:
1. strisciare la coltura su un vetrino formando uno strato sottile
2. asciugare all’aria
3. passare il vetro su una fiamma per fissare il campione
4. ricoprire il vetrino con il colorante risciacquare e asciugare il vetrino
5. porre sul vetrino una goccia d’olio da immersione e osservare con l’obiettivo 100x
TOSSINE BATTERICHE
Le tossine vengono classificate in endotossine batteriche (es. LPS lipopolisaccaridi – parte
integrante della membrana dei batteri gram -) ed esotossine (di natura proteica).
Le endotossine vengono rilasciate solo in seguito a lisi della cellula batterica causando tossicità
liberando nell’ambiente veleni contenuti nella cellula batterica. Sono di natura lipopolisaccaridica
e liberate in seguito a disgregazione del batterio per autolisi, sono termostabili, scarsamente
immunogene e non neutralizzabili da anticorpi. sono meno potenti delle esotossine. Hanno profili
d’azione poco differenziati, sono inattive per ingestione e sono resistenti ai succhi gastrici. Le
endotossine, sono peculiari dei batteri gram- e ne costituiscono il lipopolisaccaride. Sono appunto
di natura lipopolisaccaridica, sono termostabili, scarsamente immunogene e non neutralizzabili da
anticorpi. Hanno profili d’azione poco differenziati, sono inattive per ingestione e sono resistenti ai
succhi gastrici. Sono relativamente resistenti al calore, sono meno potenti delle esotossine ed il
loro potere tossico è dato dalla frazione tossica, il lipide A il quale danneggia i lisosomi dell’ospite;
i lisosomi danneggiati a loro volta liberano sostanze capaci di provocare la febbre e questa
caratteristica è detta effetto pirogeno. Le endotossine attivano il complemento che porta
all’infiammazione, interleuchina e trombosi, coagulazione, emorragia, ipotensione; se legate in
forti concentrazioni oltre all’effetto pirogeno, morte, possono causare shock generalizzato,
ipersensibilità, alterazioni ematiche, necrosi renale e cutanee. Essa si lega a un recettore (facente
parte della famiglia di recettori espressi sulle cellule presentanti l'antigene), detto tall like
receptor, che riconosce i così detti pumps, pattern molecolari associati a patogeni (acidi
lipotecoidi, DNA batterico, RNA virale) e le endotossine vengono riconosciuto dal tlr4.
Oggi si conoscono 11 tipi di tall like receptor, mentre il cd14 è il corecettore.
Una volta che l'endotossina si lega a questo recettore determina la produzione da parte delle
cellule dendritiche o dei macrofagi delle citochine pro-infiammatorie su citate.
A basse concentrazioni, queste endotossine stimolano la risposta infiammatoria, determinano il
rilascio di ammine vaso attive, come l'istamina, che provoca vasodilatazione a livello periferico.
Quindi hanno azione protettiva, causando febbre (che è un meccanismo aspecifico della risposta
immunitaria innata).
Il problema sorge quando le endotossine vengono prodotte a elevate concentrazioni e rilasciate
nel torrente ematico: in questi casi possono causare shock settico o sepsi, rilascio di interlochina 1
quindi febbre alta, petecchie dovute alla dilatazione dei capillari e/o ipotensione, shock per
vasodilatazione ed aumentata permeabilità capillare, le lps causano coagulazione intravasale
disseminata, fino a morte in quanto l'ipotensione causa ipoperfusione degli organi vitali, quindi
subentra una condizione di acidosi metabolica, con danno a carico dei reni, cuore, cervello. Se non
si interviene rapidamente si arriva alla mosf, sindrome da insufficienza multipla degli organi, e
quindi morte.
Le endotossine sono inoltre induttori non specifici dell'infiammazione e i loro effetti sono dose
dipendenti. Possono contaminare prodotti iniettabili: per questo motivo per tutti i prodotti
iniettaili deve essere eseguito un saggio di pirogenicità per essere sicuri che il prodotto non sia
contaminato dall'endotossina. Tra questi vi è il limulus test, che consiste nella gelificazione di
amebociti di limulus per attivazione da parte dell'lps di enzimi di questi amebociti, i quali
gelificano in presenza dell'endotossina.
Bisogna ricordare che anche i batteri gram+ possono causare shock settico, in quanto in seguito
alla morte dei batteri gli stessi, i frammenti di peptidoglicano possono innescare tutta la sequenza
di eventi scatenati dalla lps. L’unica differenza sta nel fatto che invece del tlr4 viene attivato il tlr2,
che riconosce frammenti di peptidoglicano e acidi lipotecoici con stessi effetti finali. Gli effetti
biologici delle ENDOTOSSINE a basse concentrazioni stimolano l’insorgenza di risposte protettive
come: la febbre, la vasodilatazione, risposta immunitaria, risposta infiammatoria ad alte
concentrazioni determinano l’insorgenza di: Febbre alta, Petecchie (dovute alla dilatazione dei
capillari), Ipotensione, Shock (per vasodilatazione ed aumentata permeabilità capillare),
Coagulazione del sangue, Morte.
ENTEROTOSSINE STAFILOCOCCICHE
Sono prodotte da alcuni ceppi dello staphylococcus aureus. Sono tossiche per ingestione e
causano intossicazione alimentare. Si ha intossicazione alimentare quando la tossina è preformata
nell’alimento, mentre si ha tossinfezione alimentare quando il batterio penetra nell’organismo
attraverso l’alimento e all’interno dell’organismo produce la tossina.
Sono resistenti al pH acido dello stomaco in quanto non vengono inattivate dall’acidità gastrica e
sono resistenti al trattamento con calore per 30min a 100°C.
Da un punto di vista antigenico, esistono diversi tipi di queste tossine:
- tossine a, c, d, le quali causano prevalentemente intossicazione alimentare con sintomatologia
gastrica (nausea, vomito);
- tossina b, la quale causa colite pseudo membranosa (diarrea).
Nel caso di enterotossine prodotte dal ceppo aureus (considerato il ceppo più virulento), se
vengono prodotte a elevate concentrazioni e raggiungono il torrente ematico, possono causare
sindrome da shock tossico staffilococcica (tss) in quanto si comportano da superantigeni. Questo
porta a ipotensione, quindi diminuisce la quantità di sangue che torna al cuore causando un
collasso cardiocircolatorio.
Differenza tra antigene e superantigene:
- antigeni non superantigeni, vengono internalizzati da cellule con attività fagocitica (macrofagi
e cellule dendritiche) e vengono riespressi sulla membrana della stessa cellula. Tali cellule APC
(cellule che presentano l’antigene – antigen presenting cell) si associano alle molecole mhc di
classe 2 in modo tale che l'antigene viene presentato al linfocita t helper, il quale riconosce
l'antigene sia perché ha il recettore specifico per quell'antigene sia perché ha il recettore di
molecole mhc di classe 2. Infatti si parla di risposta mhc 2 ristretta. Se questi linfociti t
vengono in contatto per la prima volta con quell'antigene, il linfocita t “naive” riconosce
quell'antigene e inizia a produrre interlochina 2, che determina un’espansione clonale di
linfociti t cd4 tutti identici tra loro. A questo punto i linfociti t produrranno interferon gamma
che andrà ad attivare il macrofago e la cellula dendritica per la fagocitosi e il killing
intracellulare.
- superantigeni, non vengono internalizzati dalle cellule APC ma si legano a ponta tra le
molecole mhc di classe 2 dell'APC e il recettore di tutti i linfociti t helper in maniera aspecifica.
Questo comporta un'attivazione massiccia dei linfociti t helper e una massiccia produzione di
interferon gamma che andranno ad attivare i macrofagi e le dendritiche, che a quel punto
produrranno elevate quantità di citochina proinfiammatoria (interlochina 1, la quale causa
febbre; tnf alfa, la quale causa danno a carico degli endoteli e quindi aumentata permeabilità
vascolare; intercolina 6; interlochina 12).
Le esotossine sono prodotte e rilasciate dai batteri metabolicamente attivi, sia da batteri gram +
che gram-. Essendo di natura proteica (polipeptidi) e prodotte in forma solubile da batteri che
diffondono nei liquidi e nei tessuti dell’ospite. Le esotossine sono solubili e una volta eliminate
dai batteri si diffondono nel mezzo circostante da essi contaminato o nel sistema circolatorio e
nei tessuti dell’ospite dove possono causare tossicità in distretti anche lontani dal punto d’inizio
della moltiplicazione batterica, inoltre esse sono termolabili, ossia sensibili al calore ovvero
perdono la loro tossicità se riscaldate a 60°C vengono inattivate o se vengono trattate con
sostanze chimiche come gli acidi. La tossicità dell’esotossine è determinata dalla configurazione
spaziale degli amminoacidi che la compongono. La maggior parte delle esotossine svolgono la
loro funzione solamente dopo aver penetrato la cellula bersaglio sono in genere dei DIMERI
formati da due diversi peptidi legati tra loro da ponti disolfurici A-B.
- il peptide B interagisce con i recettori esposti sulla superficie della cellula bersaglio
provocando alterazioni della membrana cellulare che facilita la traslocazione intracellulare
del peptide A
- il peptide A è dotato dell’azione tossica e può essere traslocato a livello intracellulare
solo dopo che il peptide B ha provocato alterazioni della membrana cellulare.
Quando la configurazione delle esotossine viene alterata la tossicità viene meno e tali sostanze
vengono denominate anatossine.
Gli effetti biologici principali sono: il Dermonecrotico, l’ Edemigeno(qualche cosa che produce
edema), l’Emolitico
Sono importanti immunogeni stimolando i linfociti T helper. Sono molto tossiche, come quelle
del clostridium botulinus che è una siero tossina. Sono secrete da cellule viventi e prodotte sia
dai batteri gram+ che dai batteri gram-. Possono essere inattivate con il calore o con la
formaldeide per essere trasformate in tossoidi o anatossine. Sono delle esotossine che hanno
perso il potere tossico, ma che conservano il loro potere antigenico (o immunogeno) in quanto
attivano la risposta immunitaria, e proprio per questo motivo sono i costituenti di vaccini
antibatterici.
La sintesi delle esotossine, a differenza delle endotossine è regolata da geni extracromosomici
(geni plasmidici).
Le esotossine, nel caso del tetano, della difterite, del botulismo e del colera, sono responsabili di
tutta la sintomatologia e perciò sono dette neurotossine. Alcuni batteri (tetano e difterite) non
causano mai batteremia poiché essi penetrano e rimangono localizzati nel sito in cui sono
penetrati.
CLASSIFICAZIONE DELLE ESOTOSSINE
In base alla loro attività, le esotossine possono essere classificate in:
- tossine che agiscono a livello extracellulare, come la tossina epidermolitica dello
staphilococcus aureus;
- tossine che agiscono a livello delle membrane cellulari, tra cui le tossine citolitiche e le
emolisine che portano alla lisi cellulare attraverso diversi meccanismi.
- tossine che penetrano nelle cellule alterandone la regolazione;
- tossine che penetrano nelle cellule e non modificano la funzione ma ne causano la morte.
Es: tossina epidermolitica o esfoliativa dello staphylococcus aureus, responsabile della sindrome
della cute scottata e agisce a livello extracellulare. I neonati vengono a contatto con i ceppi dello
stafilococco aureo che producono tali tossine (a livello della cute, della rinofaringe). Tali ceppi
producono l’esotossina termostabile che è codificata dai geni plasmidici. Tale esotossina
termostabile agisce a livello dei desmosomi dello strato granulare della pelle causando uno
scollamento di tale strato dai restanti.
Determina la formazione di bolle, vescicole e in seguito a traumi, l’epidermide si stacca lasciando il
derma sottostante scoperto.
LEUCOCITINE
Sono prodotte dallo staphylococcus aureus, dallo pseudomonas ruginosus. Tali tossine hanno
un’azione citotossica sulle cellule fagocitiche in quanto vanno ad attivare un enzima, la fosfolipasi
C, che provoca mobilitazione del calcio e fosforilazione di una proteina sulla membrana dei
lisosomi, i quali rilasciano enzimi litici che provocano danno e morte cellulare.
TOSSINE NEUROTROPE
Sono attive a livello del sistema nervoso centrale, come le neurotossine del tetano, e a livello del
sistema nervoso periferico, come il clostridium botulinum.
ENTEROTOSSINE
Tossine che agiscono a livello delle cellule epiteliali dell’intestino.
TOSSINE PANTROPE
Tossine che agiscono su diversi target.
PATOGENI MULTIRESISTENTI:
Una vera e propria emergenza clinica è rappresentata dalle infezioni veicolate dai cosiddetti
batteri multiresistenti ossia da quel gruppo di patogeni che evidenziano una particolare resistenza
nei confronti degli antibiotici. Si parla di emergenza clinica in quanto questi patogeni sono
responsabili di focus infettivi spesso associati con delle infezioni secondarie che delineano il
quadro clinico di severe complicanze, inoltre le infezioni sostenute da tali germi possono talvolta
dimostrarsi letali. I batteri multiresistenti hanno avuto modo di incrementare la loro virulenza dal
momento che la cura antibiotica viene impostata in modo inappropriato e le cause dell’aumento
delle resistenze sono da ricondurre all’uso improprio dei vecchi antibiotici; sono esempi di cura
sbagliata anche le somministrazioni di antibiotici in corso di infezione virale e non batterica, come
anche la prescrizione di antibiotici ad ampio spettro, come anche la prescrizione di dosi troppo
basse ed una posologia in tempi troppo limitati. I batteri multiresistenti attivano nella maggior
parte dei casi infezioni contratte in ambito ospedaliero e nelle strutture residenziali per anziani o
per malattie croniche, non sono rari casi infettivi in ambito comunitario. Tra i batteri ultraresistenti
che rappresentano i principali responsabili delle infezioni nosocomiali bisogna segnalare gli
enterobatteri, in particolare Klebsiella pneumoniae e Pseudomonas aeruginosa. Per contrastare
gli effetti della multiresistenza degli antibiotici oltre alla prescrizione di adeguate terapie è
necessario osservare anche delle misure di prevenzione e delle norme igieniche quotidiane,
vengono inoltre richieste delle migliori misure di infection control attraverso il coordinamento fra
tutte le figure professionali coinvolte nel trattamento delle infezioni, in questo orizzonte
terapeutico assume un ruolo centrale la figura dell’infettivologo, a cui spetta un ruolo centrale
nell’ospedale; è necessaria anche una riorganizzazione della rete dei laboratori di microbiologia
per rispondere in modo più adeguato alle esigenze di assistenza dei malati per ottenere così dei
risultati tempestivi ed un’assistenza soddisfacente.