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Capitolo 3

L’importanza dei legami chimici deboli e forti

Un legame chimico rappresenta una forza d’attrazione che tiene uniti gli atomi. Aggregati atomici
di dimensioni definite vengono chiamati molecole. Queste sono tenute insieme non solo da
legami covalenti ma anche le forze attrattive deboli svolgono un ruolo molto importante per la
formazione di complessi costituiti da macromolecole.

I legami forti non vengono quasi mai distrutti alle temperature fisiologiche. I legami deboli
vengono rotti facilmente e hanno una vita molto breve se il loro numero è esiguo. Questi legami
diventano stabili solo quando sono disposti in gruppi ordinati.

La forza di un legame è inversamente proporzionale alla sua lunghezza, così che due atomi uniti da
legami forti sono sempre più vicini degli stessi atomi tenuti insieme da legami deboli.

Numero massimo di legami covalenti che un atomo può formare  valenza

All’interno della cellula gran parte degli eventi chimici non prevede la formazione o la rottura di
legami covalenti. La localizzazione di molte molecole è in funzione della presenza di forze deboli :
attrattive o repulsive. I legami deboli sono importanti nel determinare la forma di molte molecole,
specialmente di quelle ad alto peso molecolare. I più importanti tra i legami deboli sono i legami
idrogeno, le interazioni di van der Waals, i legami idrofobici e quelli ionici. Anche se tali legami
sono deboli, essi sono sufficientemente forti da assicurare una corretta interazione fra le molecole
o i gruppi di atomi.

La formazione di tutti i legami chimici , sia quelli deboli che quelli covalenti, è regolata dalle leggi
della termodinamica. Un legame tende a formarsi quando il risultato di tale evento determina il
rilascio di energia libera ( ΔG negativo). Affinchè il legame possa essere rotto deve essere fornita la
stessa quantità di energia. Poiché la formazione di legami covalenti comporta un ΔG negativo
molto grande,essi non potranno quasi mai spezzarsi spontaneamente, al contrario, i valori di ΔG
che accompagnano la formazione di legami deboli sono di poco superiori all’energia termica alla
quale si trovano esposte le molecole a temperature fisiologiche. All’interno delle cellule i singoli
legami deboli si formano o si rompono molte volte.

Le molecole che possiedono gruppi polari (carichi) interagiscono in modo differente rispetto alle
molecole che possiedono gruppi non polari (in cui le cariche sono equamente distribuite). Le
molecole polari possono formare legami idrogeno, mentre le molecole non polari possono
formare soltanto legami di van der Waals. La molecola polare più importante è l’acqua. Ogni
molecola d’acqua può formare quattro legami idrogeno con altrettante molecole d’acqua. Mentre
le molecole polari sono solubili in acqua (anche se con differenti gradi di solubilità ), le molecole
non polari, non potendo formare legami idrogeno con l’acqua, sono insolubili in questo elemento.

Ciascuna molecola è dotata di una struttura unica e specifica; tale conformazione limita il numero
di molecole con le quali essa può interagire mediante legami secondari. La formazione di legami
secondari richiede sia una complementarietà strutturale (chiave-serratura) fra le superfici
interagenti, sia il coinvolgimento di molti atomi. Se le molecole dovessero essere legate soltanto
da uno o due legami deboli esse potrebbero separarsi frequentemente, mentre la formazione di
aggregati più stabili prevede la presenza di molti di questi legami. Il fatto che la doppia elica del
DNA non si degradi mai spontaneamente dimostra la grande stabilità di tali aggregazioni quando
sono presenti molti legami secondari.

A una prima osservazione superficiale la biosintesi di molte molecole sembra violare il principio
termodinamico secondo il quale una reazione spontanea è sempre caratterizzata da una
diminuzione dell’energia libera. Questo paradosso può essere spiegato dall’osservazione che le
reazioni biosintetiche non procedono nel modo teorico postulato ma al contrario i precursori
vengono enzimaticamente trasformati in molecole attivate, dotate di elevato contenuto
energetico, che in presenza di specifici enzimi, si uniscono spontaneamente dando origine al
prodotto biosintetico desiderato.

Molti processi biosintetici sono il risultato di reazioni accoppiate, la prima delle quali fornisce la
quantità sufficiente di energia che rende possibile che la seconda reazione avvenga in modo
spontaneo. La principale fonte di energia nelle cellule è l’ATP (fosfato inorganico + ADP). Contiene
diversi legami ad alta energia la cui idrolisi è caratterizzata da valori di ΔG molto negativi. I gruppi
formati da legami ad alta energia sono denominati gruppi ad alta energia. Questi possono essere
trasferiti ad altre molecole in reazioni note come reazioni di trasferimento di gruppo e in questo
modo permettono la formazione di nuovi composti ad alta energia. Questi ultimi sono molecole
che rappresentano gli immediati precursori di molti passaggi biosintetici.

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