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PROCARIOTI
I procarioti hanno di solito forma sferica, a bastoncello o elicoidale. Hanno
generalmente forme ridotte (un paio di micrometri di lunghezza), benché
esistano anche cellule più grandi.
Sono rivestiti da uno spesso involucro protettivo→ PARETE CELLULARE, posta intorno alla membrana
cellulare , che racchiude in un unico comparto citoplasma e DNA. Gli organuli cellulari presenti sono i
ribosomi e i mesosomi.
BATTERI CAPSULATI: alcuni batteri presentano uno strato esterno alla parete:
capsula (strato mucoso)
BATTERI SPORIGENI: alcuni batteri producono spore (forme di resistenza)
FORME BATTERICHE
-cocchi (cellule sferiche)
-bacilli (cellule cilindriche più o meno allungate)
-coccobacilli (forme intermedie rispetto alle precedenti)
-vibrioni, spirilli, spirochete (forme ricurve)
COLORAZIONE GRAM
Batteri
- Nel citoplasma sono presenti GRANULI DI RISERVA.
- Possibile presenza di PILI, necessari per la coniugazione batterica e di uno o
più FLAGELLI, atti al movimento.
- La parete cellulare può essere rivestita esternamente da una CAPSULA,
formata di regola da polisaccaridi.
- Manca una membrana nucleare, pertanto il materiale genetico, un unico
cromosoma ad anello (NUCLEOIDE), è a contatto col citoplasma
Gli unici organuli presenti nei batteri sono i ribosomi (specializzati nella sintesi di
proteine) e i mesosomi (attività enzimatica)
CROMOSOMA BATTERICO
PLASMIDI
I plasmidi sono piccoli frammenti di DNA a forma circolare, in grado di replicarsi
in modo autonomo rispetto al cromosoma della cellula ospite. Presentano geni
per resistenza agli antibiotici, sintesi di enzimi, produzione di tossine…
BATTERI: capsula
-composta da polisaccaridi e/o proteine
-caratteri antigenici utili per l’identificazione sierologica (antigeni K)
-difesa dalla fagocitosi
-facilitare adesività dei batteri al substrato
-responsabile virulenza batteri capsulati
BATTERI SPORIGENI
(bacillus/clostridium)
CONIUGAZIONE BATTERICA
Il materiale genetico della cellula batterica è costituito da un doppio filamento di
DNA circolare. In molti batteri sono, inoltre, presenti molecole di DNA accessorie
e più piccole, dette plasmidi, che generalmente portano geni non essenziali per
la riproduzione del batterio. Molti di questi plasmidi possono essere trasferiti da
un batterio a un altro mediante un sistema di scambio del materiale genetico,
detto coniugazione.
La coniugazione batterica è
quindi un processo con il quale una cellula batterica preferisce porzioni di DNA
ad un’altra tramite un contatto cellula-cellula (attraverso i pili).
Il fenomeno può così portare al verificarsi di ricombinazione genetica nei batteri.
I segmenti di materiale genico trasferibile, che si trovano liberi nel citoplasma del
batterio, sono detti plasmidi: sono di forma circolare e capaci di replicarsi in
modo indipendente dal cromosoma batterico.
Altri meccanismi che consentono di scambiare porzioni di materiale genetico
sono:
- la trasduzione, in cui il DNA viene trasferito dai virus batterici o batteriofagi.
- la trasformazione, in cui il DNA viene inglobato nella cellula batterica
direttamente dall’ambiente esterno (Solo alcune specie batteriche possono
acquisire DNA estraneo dall'ambiente)
MOLTIPLICAZIONE BATTERICA
Le cellule batteriche si moltiplicano per SCISSIONE binaria: il materiale genetico
si duplica e si distribuisce ai due poli della cellula batterica, la quale si allunga e
alla fine si divide in due cellule figlie identiche alla cellula madre.
Alcuni batteri si riproducono ogni 20-40 minuti. In condizioni favorevoli, con una
divisione ogni 30 minuti, da una sola cellula dopo 15 ore si possono ottenere
circa un miliardo di nuove cellule, che formano una colonia spesso visibile a
occhio nudo.
PROCARIOTI E DIVERSIFICAZIONE
Generalmente i procarioti conducono la propria esistenza come cellule singole,
anche se alcuni si uniscono a formare gruppi o strutture pluricellulari
organizzate. Da un punto di vista biochimico sono le cellule più diversificate e
versatili di tutte. Essi occupano una vasta gamma di habitat. Alcuni sono aerobi,
cioè usano l’ossigeno per ossidare le molecole degli alimenti;altri anaerobi
obbligati, cioè muoiono alla prima esposizione con l’ossigeno, alcuni sono
fotosintetici, usano la luce solare per produrre molecole organiche. Inoltre non
esiste materiale, cui non corrisponda un batterio capace di utilizzarlo come
alimento. Alcuni sono in grado di vivere interamente a spese di sostanze
inorganiche.
In base a studi molecolari possiamo suddividere i procarioti in due domini
distinti:
I virus con envelope fondono la membrana del pericapside con quella della
cellula o dopo endocitosi con una vescicola chiamata endosoma.
Il VIRIONE è la struttura attraverso cui il genoma virale è trasportato, dalla
cellula in cui il virione è stato prodotto ad un’altra cellula, in cui il genoma virale
può essere introdotto, dando così inizio allo stato intracellulare. I virioni possono
differire molto come forma e dimensioni e possono variare da 2 a 200 nanometri.
Le strutture dei virioni possono essere piuttosto diverse dal punto di vista delle
dimensioni, della forma e della composizione chimica. L’acido nucleico del
virione è sempre localizzato all’interno della particella, circondato dal CAPSIDE.
L’insieme del capside e del genoma è chiamato nucleocapside.
Solo nello stato intracellulare avviene la riproduzione dei virus: il genoma virale
viene prodotto e vengono sintetizzate le componenti del rivestimento virale. Il
processo attraverso cui un genoma virale si introduce e si replica in una cellula
viene definito infezione. I virus sfruttano l’apparato biosintetico della cellula per
riprodursi in quanto ne sono sprovvisti. Il virus riprogramma sia le componenti
biosintetiche che metaboliche presenti nell’ospite che sono necessarie per la sua
replicazione.
La classificazione si può basare su:
-l’organismo che infettano (animali,vegetali,batteri)
-tipo di genoma
-morfologia del virione; assenza\presenza membrana
-strategie di replicazione
CLASSIFICAZIONE VIRUS
BATTERIOFAGO
I batteriofagi sono virus che infettano i batteri, sono tutti virus a DNA e si possono riprodurre
mediante ciclo litico o lisogeno.
CICLO LITICO:
il fago prende contatto con la superficie batterica attraverso le fibre della coda e inizia
l’infezione iniettando il proprio acido nucleico. Una volta entrato nel batterio, il DNA del fago
viene replicato e poco dopo vengono trascritti e tradotti i geni del fago, e vengono prodotte le
proteine che servono per la costruzione dei capsidi. Quando all’interno del batterio si è
accumulato circa un centinaio di fagi, la cellula va incontro a lisi e la progenie fagica viene
liberata nell’ambiente.
CICLO LISOGENO:
il genoma virale si integra nel cromosoma ospite; quando la cellula si divide trasmette alle
cellule figlie anche il DNA virale (profago). Dopo migliaia di divisioni cellulari, il DNA virale può
attivarsi, staccandosi dal cromosoma e dando inizio a un ciclo litico.
VIRUS ANIMALI
• I virus animali possono avere genomi a RNA o a DNA, a singolo o a doppio
filamento.
• Alcuni virus animali sono circondati da membrane derivate dalla membrana
della cellula ospite.
• I retrovirus hanno genomi ad RNA che riproducono attraverso un intermedio a
DNA.
• Altri virus usano il loro genoma a RNA come un mRNA per sintetizzare gli enzimi e replicare i
loro genomi senza passare attraverso intermedi di DNA
RETROVIRUS
Benché i virus batterici e quelli degli eucarioti si somiglino molto, i RETROVIRUS
si trovano solo nelle cellule eucariote. La loro caratteristica interessante è
che ,come i retrotrasposoni, sono in grado di sintetizzare DNA utilizzando RNA
come stampo. Si ritiene che i retrovirus abbiano avuto origine da un
retrotrasposone che avrebbe acquisito ulteriori geni che codificavano la
proteina dell’involucro e le altre proteine necessarie per creare una particella
virale; la fase a RNA del suo ciclo replicativo sarebbe stata compattata in una
cellula virale in grado di lasciare la cellula.
Quando il genoma retrovirale (RNA a singolo filamento) entra nella cellula, la
trascrittasi inversa introdotta con esso ne produce una copia complementare a
DNA, formando una doppia elica. Il filamento di RNA viene quindi rimosso e la
trascrittasi inversa sintetizza una nuova copia complementare di DNA,
producendo una doppia elica di DNA. Questo DNA va ad inserirsi in un sito a
caso del genoma ospite tramite una integrasi(=enzima codificato dal virus
stesso). In questa forma il virus è latente: ogni volta che la cellula si divide
trasmette una copia del genoma virale integrato noto come PROVIRUS alle figlie.
Il passo successivo nel ciclo riproduttivo di un retrovirus consiste nella trascrizione del DNA virale per
opera di una RNA polimerasi dell’ospite che genera un gran numero di filamenti di RNA identici al
genoma infettante. Questi filamenti vengono tradotti dai ribosomi della cellula ospite per produrre le
proteine del guscio virale, le proteine dell’involucro e la trascrittasi inversa→verranno assemblati con il
genoma a RNA in nuove particelle virali.