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EREDITARIETA'
Ogni essere vivente possiede un PROGRAMMA GENETICO, cioè un insieme di istruzioni che specificano le
sue caratteristiche e dirigono le sue attività metaboliche. Questo insieme di istruzione costituisce
l'INFORMAZIONE BIOLOGICA, che è ereditaria ed è trasferita da una generazione all'altra attraverso la
riproduzione.
Le caratteristiche trasmesse attraverso l'informazione biologia con la riproduzione sono dette CARATTERI
EREDITARI.
Cerchiamo adesso di riuscire a definire alcuni dei termini più importanti ed utili nella genetica:
• GENE: è una sequenza di DNA che codifica per una determinato carattere ereditato dai genitori, e
codifica quindi per una determinata proteina.
• ALLELI: sono le diverse forme di uno stesso gene; ovvero sono forme lievemente differenti di una
determinata proteina
• GENOTIPO: è la combinazione genetica degli alleli per un determinato gene di un individuo. Esistono
due tipi principali di genotipi:
LA GENETICA MENDELIANA
GENETICA MENDELIANA+MUTAZIONI+MALATTIE AUT. E SESS.+PEDIGREE+ G.SANGUIGNI Pagina 1
LA GENETICA MENDELIANA
Mendel era un monaco cecoslovacco che, attraverso un lavoro molto rigoroso e basato su esperimenti controllati,
fece degli STUDI OSSERVAZIONALI su come potevano essere TRASMESSI I CARATTERI EREDITARI.
Gli studi sull'ereditarietà che si svolgevano in quel periodo avevano portato alla così detta "TEORIA DELLA
MESCOLANZA", che si basava su due presupposti fondamentali, di cui uno Mendel ha rivelato corretto, mentre
l'altro errato:
1. I due genitori danno un uguale contributo alle caratteristiche della prole (presupposto corretto)
2. Nella prole i fattori ereditari si mescolano (presupposto errato)
Per svolgere i suoi esperimenti e le sue osservazioni, Mendel utilizzò il seguente PROCEDIMENTO
SPERIMENTALE:
- Scelse come MATERIALE SPERIMENTALE le PIANTE DI PISELLO, che sono facili da coltivare e si
riproducono velocemente e più volte durante l'anno
- Focalizzò la sua attenzione su 7 COPPIE DI CARATTERI UNITARI, ovvero di caratteri che si presentavano
con 2 forme alternative facilmente distinguibili: il carattere forma del seme poteva presentarsi solo come liscio
o rugoso.
- SELEZIONO' DELLE LINEE PURE, cioè piante che per autofecondazione davano origine sempre a piante
con lo stesso carattere
- INCROCIO' PIANTE DI LINEA PURA PER INCROCIO MONOIBRIDO o DIIBRIDO , ovvero incrociò
piante di linea pura che differivano solo per un carattere (seme liscio o rugoso) o per due caratteri (seme liscio
giallo o verde rugoso)
Le piante di pisello studiate da Mendel producono organi sessuali e gameti di entrambi i sessi all'interno di uno
stesso fiore. In assenza di eventi esterni, queste piante tendono ad AUTOIMPOLLINARSI ovvero l'organo
femminile di ciascun fiore riceve il polline maschile dallo stesso fiore. E' un fenomeno naturale di cui però si
avvalse per i suoi esperimenti. Egli utilizzò anche una tecnica di fecondazione che si può controllare artificialmente
ovvero l'IMPOLLINAZIONE INCROCIATA che si ottiene trasportando manualmente il polline da una pianta
all'altra. L'impollinazione incrociata permetteva a Mendel di stabilire chi erano i genitori della progenie ottenuta nei
suoi esperimenti.
Mendel fece vari tipi di incroci da cui poi derivò le sue leggi:
Questo fu uno dei primi incroci fatti da Mendel. Per ciascun carattere scelse piantine appartenenti a 2 LINEE
PURE che DIFFERIVANO PER UN SINGOLO CARATTERE (seme giallo o verde) ed effettuò una
FECONDAZONE INCROCIATA: raccolse il polline da un ceppo parentale e lo mise sullo stigma (l'organo
femminile) dei fiori dell'altro ceppo, ai quali preventivamente aveva tolto le antere (gli organi maschili), in modo
che la pianta ricevente non potesse autofecondarsi.
Decise poi di chiamare GENERAZIONE PARENTALE (P) le piante che fornivano o ricevevano il polline,
ovvero le 2 linee pure; mentre decise di chiamare PRIMA GENERAZIONE FILIALE (F1), i semi e le nuove
piante da essi prodotte, che lui definì IBRIDI in quanto figli di organismi che differiscono per uno o più caratteri,
sono ETEROZIGOTI
TUTTI GLI INDIVIDUI DELLA F1 AVEVANO LO STESSO FENOTIPO, UGUALE A QUELLO DI UNO
SOLO DEI DUE GENITORI (per esempio seme giallo) MENTRE L'ALTRO FENOTIPO DELL'ALTRO
GENITORE SEMBRAVA ESSERE SCOMPARSO
Questa cosa adesso la capiamo bene perché naturalmente la pianta dominante pura darà solamente gameti Y, mentre
quella recessiva pura solo gameti y. Incrociando queste due linee pure ha ottenuto un IBRIDO (Yy) che è
geneticamente un ETEROZIGOTE, ma fenotipicamente presentava solo la caratteristica di Y.
Da questa osservazione lui enunciò la sua prima legge, detta anche LEGGE DELLA DOMINANZA:
1°LEGGE DI MENDEL O LEGGE DELLA
DOMINANZA
Osservazioni e deduzioni
Da questo incrocio in cui un ibrido si comportava da linea femminile e l'altro da linea maschile, osservò 2 cose
importanti:
Quindi il tratto che non si era espresso (cioè non si era manifestato) nella generazione F1 ricompariva nella
generazione F2. Per esempio il tratto seme verde, che era presente nella generazione parentale, era scomparso nella
F1 ed è riapparso nella F2. Da queste osservazioni lui riuscì a rendere ancora più forte il concetto di dominante e
recessivo. L'altra osservazione fu che:
In altre parole tre quarti della generazione F2 aveva il seme giallo e un quarto quello verde. I dati ottenuti da Mendel
smentivano radicalmente la teoria della mescolanza: i tratti della generazione parentale infatti non si fondevano
nella F1 e nella generazione F2 ricompariva il tratto recessivo.
Per rispondere a questi interrogativi Mendel propose una teoria che possiamo riassumere così, poi rivelatesi corrette:
- Ogni carattere è determinato da una particella materiale, il GENE (da Mendel chiamato "FATTORE"),
trasmesso dai genitori ai discendenti attraverso i gameti con la riproduzione
- Un organismo possiede 2 COPIE DI OGNI FATTORE (ovvero 2 alleli per ogni gene) per ogni carattere
ereditato, e ciascun fattore (ogni allele) deriva da uno dei due genitori
- Le due copie di un fattore (i due alleli di un gene) si SEPARANO DURANTE LA MEIOSI, così che i
gameti possiedono un'unica copia (un solo allele) per ogni carattere
Da questo Mendel portò a distinguere, in base ai geni e agli alleli presenti, diversi tipi di individui:
- OMOZIGOTE: sono gli individui che possiedono due alleli uguali per un dato carattere. Si possono avere
individui del tipo OMOZIGOTE DOMINANTE (YY) o OMOZIGOTE RECESSIVO (yy), nel primo caso si ha
FENOTIPO DOMINANTE, nel secondo caso FENOTIPO RECESSIVO
- ETEROZIGOTE: sono gli individui che possiedono due alleli diversi per quel carattere. L'eterozigote ha
GENOTIPO Yy e FENOTIPO DOMINANTE
OGNI INDIVIDUO POSSIEDE 2 COPIE DI OGNI FATTORE (ovvero 2 copie per ogni genere, ovvero gli
alleli) CHE SI SEPARANO (segregano) DURANTE LA FORMAZIONE DEI GAMETI
- 3 CLASSI GENOTIPOCHE : 1/4 omozigoti dominanti, 1/2 eterozigoti, 1/4 omozigoti recessivi, con un
rapporto numerico di 1:2:1
3 CLASSI FENOTIPICHE: 3/4 fenotipo dominante, 1/4 fenotipo recessivo, con un rapporto numerico di 3:1
1) INCROCIO TRA 2 LINEE PURE A 2 FATTORI (seme giallo e giallo o seme verde
e rugoso) (INCROCIO DIIBRIDO)
A questo punto della propria ricerca Mendel proseguì affrontando un nuovo interrogativo: come si comportano negli
incroci due coppie diverse di geni se le consideriamo congiuntamente?
Mendel prese in considerazione dei ceppi di pisello che differivano per due caratteristiche del seme: la FORMA e Il
COLORE. I due ceppi PARENTALI PURI erano:
Mendel fece incrociare le due linee pure LLGG e llgg della generazione parentale e dall'incrocio di questi due ceppi
si otteneva:
DALL'INCROCIO TRA LLGG e llgg NELLA F1 SI OTTENEVANO TUTTE PIANTE DAL SEME
LISCIO E GIALLO, AVEVANO GENOTIPO LlGl OVVERO IL FENOTIPO DEGLI ALLELI
DOMINANTI MA GENOTIPO ETEROZIGOTE, QUINDI UN IBRIDO, SIA PER LA FORMA CHE PER
IL COLORE DEL SEME; MENTRE LE ALTRE CARATTERISTICHE SEMBRAVANO ESSERE
SCOMPARSE
Quindi , come Mendel si aspettava, si è seguita la legge della dominanza che ha portato ad avere piante di pisello
con genotipo eterozigote e quindi fenotipo degli alleli dominanti. La vera differenza si vede nel secondo incrocio.
Mendel continuò l'esperimento fino alla generazione della F2 compiendo un incrocio diibrido, ovvero un incrocio
tra individui che sono tutti doppiamente eterozigoti, tra le piante della F1. Gli ibridi della F1 si sono autoimpollinati,
e secondo Mendel (che non aveva mai sentito parlare di cromosomi o meiosi) esistevano 2 diversi modi in cui tali
piante doppiamente eterozigoti potevano produrre gameti:
1. Gli alleli L e l potevano conservare la relazione che avevano nella generazione parentale, ovvero essere
ASSOCIATI. In tal caso le piante F1 avrebbero prodotto 2 soli tipi di gameti LG e lg, e la progenie F2 risultante
dall'autoimpollinazione avrebbe essere composta da piante con semi lisci e gialli e da piante con semi rugosi e
verdi, con un rapporto 3:1. Se questo fosse stato il risultato, non ci sarebbe stata ragione di pensare che la forma e
il colore del seme fossero regolati da 2 geni diversi, dato che i semi lisci sarebbero stati sempre gialli e quelli
rugosi sempre verdi
2. Gli alleli L e l si potevano distribuire in modo indipendente da come si distribuivano G e g, ovvero i 2 geni
potevano essere INDIPENDENTI. In questo caso la F1 avrebbe prodotto in egual misura 4 tipi di gameti: LG,
Lg, lG e lg. Dalla combinazione casuale di questi gameti si sarebbe generata una F2 con 9 genotipi differenti. La
progenie F2 avrebbe uno fra 3 genotipi possibili per la forma (LL,Ll e ll) e uno fra 3 genotipi possibili per il
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progenie F2 avrebbe uno fra 3 genotipi possibili per la forma (LL,Ll e ll) e uno fra 3 genotipi possibili per il
colore (GG,Gg e gg) che, combinati tra loro, danno 9 genotipi. I fenotipi corrispondenti sarebbero stati 4: seme
liscio giallo, liscio verde, rugoso giallo e rugoso verde, in rapporto 9:3:3:1
Osservazioni e deduzioni
Gli incroci diibridi di Mendel confermarono la SECONDA PREVISIONE, infatti:
Questo si spiega supponendo che, al momento della formazione dei gameti, i fattori ereditari si distribuiscano ai
diversi gameti in modo indipendente gli uni dagli altri; si possono così ottenere 4 possibili combinazioni alleliche, e
quindi 4 tipi di gameti, in uguale quantità.
Questi risultati indussero Mendel alla formulazione della sua terza legge:
INCROCIANDO INDIVIDUI DI LINE PURE DIFFERENTI PER DUE CARATTERI , NELLA F2 TALI
CARATTERI SI ASSORTISCONO INDIPENDENTEMENTE GLI UNI DAGLI ALTRI DURANTE LA
FORMAZIONE DEI GAMETI, COMBINANDOSI SEOCONDO LE LEGGI DEL CASO E FACENDO
COMPARAIRE NUOVE COMBINAZIONI
Per esempio incrociando piante di Bocca di leone a fiore ROSSO e piante a fiore BIANCO, gli individui della F1
hanno fiori ROSA.
Un esempio di codominanza è osservabile nei GRUPPI SANGUIGNI (SISTEMA AB0), dove la compatibilità
dipende dagli ANTIGENI che distinguono i gruppi sanguigni del sistema AB0, infatti il FENOTIPO AB si
riscontra negli individui di genotipo Ia Ib, è un esempio di codominanza, questi individui infatti producono
antigeni della superficie cellulare sia di tipo A che di tipo B.
L' allelia multipla è un fenomeno per cui UN DETERMINATO GENE POSSIEDE PIU' DI 2 FORME
ALLELICHE
Un tipico esempio di allelia multipla è quello del GENE RESPONSABILE DEI GRUPPI SANGUIGNI UMANI
del sistema AB0, che E' PRESENTE CON 3 ALLELI DIVERSI Ia, Ib e I0, LA CUI COMBINAZIONE
DETERMINA I GRUPPI SANGUIGNI A, B, AB e 0
Un individuo diploide può avere al massimo 2 forme alleliche diverse, ma il palco di scelta degli alleli può essere
più di 2; come nel caso dei gruppi sanguigni, dove gli alleli sono 3 a, b, e 0. E' normale che un individuo avrà
sempre 2 alleli ma possiamo avere varie combinazioni come A0, B0 o AB.
La pleiotropia è il fenomeno in base al quale 1 SINGOLO GENE PUO' INFLUENZARE PIU' ASPETTI
FENOTIPICI.
Un esempio di pleiotropia riguarda i GENI CHE PRODUCONO GLI ORMONI, infatti un singolo gene agisce
sull'ormone ma poi questo può prendere vie diverse e generare effetti molteplici e diversi sull'organismo.
L'epistasi è il FENOMENO DI INTERAZIONE FRA GENI DIVERSI PER CUI L'AZIONE DI 1 GENE
INTERFERISCE CON L'ESPRESSIONE FENOTIPICA DI ALTRI GENI
Un esempio di epistasi è la SORDITA' CONGENITA dell'uomo, condizione controllata dagli alleli recessivi di
due geni A e B. In questo caso basta che 1 dei 2 alleli sia in forma recessiva per "mascherare" l'effetto
dell'altro gene sano e quindi per far essere sordi. Quindi se il gene A è omozigote sano e il gene B è omozigote
sano allora è sano; ma basta che il gene A sia eterozigote e il gene B omozigote sano per essere sordo. Mentre se sia
il gene A che il B sono eterozigoti allora è sano e non sordo, perché si annullano a vicenda. Quindi basta la presenza
di uno dei due geni in forma recessiva che mi porta ad essere sordo.
LA 3°LEGGE DI MENDEL E' VALIDA A PATTO CHE I DUE GENI SIANO SITUATI SU CROMOSOMI
DIVERSI
I due geni che si trovano invece sullo stesso cromosoma sono detti GENI CONCATENATI (o geni associati) e
sono particolari perché VENGONO DI SOLITO EREDITATI INSIEME.
I DUE ALLELI DI 2 GENI CONCATENATI POSSONO ESSERE SEPARATI SOLO SE TRA DI ESSI SI
VERIFICA UN CROSSING-OVER
Nel caso in cui si verifichi il crossing-over, l'eterozigote può produrre 4 tipi di gameti. Il grado di concatenazione
dipende dalla DISTANZA FISICA TRA I DUE GENI:
Geni strettamente concatenati ricombinano con una frequenza prossima allo 0.1 %; geni distanti raggiungono una
frequenza di ricombinazione del 50%.
Sono definiti caratteri quantitativi I CARATTERI CHE PRESENTANO UNA VARIABILITA' CONTINUA
OVVERO CON UNA GRANDE VARIETA' DI FENOTIPI
Nell'uomo, per esempio, sono caratteri quantitativi la STATURA e la LUNGHEZZA DEL PIEDE.
La variabilità continua di questi caratteri è dovuta al fatto che si tratta di CARATTERI POLIGENICI, cioè
caratteri controllati da molti geni, che agiscono in maniera comunicativa ed il fenotipo è il risultato della
somma degli effetti dei singoli geni.
Nell'uomo il colore della pelle è determinato da 3 geni (A,B e C) che controllano la produzione di melanina, e
quindi il grado di pigmentazione della pelle. Ognuno di questi geni può esistere in forma dominante e una recessiva
e il colore della pelle di un individuo è tanto più scuro quanto più numerosi sono gli alleli presenti in forma
dominante. Al genotipo AABBCC corrisponde un colore molto scuro; ai genotipi AaBBCC, AABbCC e AABBCc
corrisponde una gradazione un po' più chiara ma sempre scusa; un colore chiaro può essere dato dalle combinazioni
aAbbcC, aaBbCc e aAbBcc.
Nei primi anni del 1900, dopo che i progressi delle tecniche di microscopia avevano permesso di osservare il
comportamento dei cromosomi durante la mitosi e la meiosi, Walter Sutton e Teodoro Boveri misero in evidenza
l'analogia di comportamento tra i fattori ipotizzati da Mendel e i cromosomi omologhi, osservati durante la meiosi.
L'ipotesi che le due copie di ogni fattore (cioè i 2 alleli di un gene) si separassero durante la formazione dei gameti,
trovava riscontro nel fatto che i due cromosomi di una coppia di omologhi si separano durante l'anafase I della
meiosi I. Sulla base di questa analogia, i due studiosi formularono la TEORIA CROMOSOMICA
DELL'EREDITA':
I cromosomi sono la sede dei geni ma non sono geni essi stessi; OGNI CROMOSOMA CONTIENE INFATTI
MOLTI GENI. I principi della genetica mendeliana riflettono la disposizione lineare dei geni sui cromosomi.
Nelle CELLULE DIPLOIDI, i cromosomi sono assortiti in coppie; di queste, una coppia differisce nel maschio e
nella femmina. Questa coppia di cromosomi sono detti CROMOSOMI SESSUALI (o ETEROCROMOSOMI) ed
è formata da cromosomi che sono in genere uguali nella femmina e diversi nel maschio.
- CELLULE SOMATICHE (DIPLOIDI) sono le cellule umane che si trovano in tutto l'organismo e contengono 46
CROMOSOMI ovvero 22 COPPIE DI AUTOSOMI + 1 COPPIA DI CROMOSOMI SESSUALI (XX nella
femmina e XY nel maschio)
- GAMETI (APLOIDI) sono le cellule indicate alla riproduzione ed essendo aploidi contengono invece
23 CROMOSOMI ovvero 22 AUTOSOMI + 1 CROMOSOMA SESSUALE (le cellule uovo contengono un
cromosoma X mentre gli spermatozoi o un cromosoma X o uno Y)
Il Cariotipo
Il cariotipo è l'immagine della totalità dei cromosomi di una specie, o di un individuo, ordinati in base alla
lunghezza e alla posizione del centromero.
NEL CARIOTIPO delle CELLULE DIPLOIDI I CROMOSOMI SONO DISPOSTI IN COPPIE DI OMOLOGHI.
Partendo dalla considerazione che i geni del cromosoma X, assenti sul cromosoma Y, dovrebbero trasmettersi in
modo diversi negli individui dei due sessi, Morgan individuò nel moscerino della frutta un carattere, il COLORE
DELL'OCCHIO, che in effetti si trasmetteva diversamente a seconda del sesso. Morgan scelse il moscerino della
frutta come modello sperimentale perché presentava una serie di caratteristiche vantaggiose: le dimensioni ridotte, la
facilità di allevamento, la brevità dell'intervallo fra una generazione e la successiva, la facilità nell'identificare
caratteri chiaramente riconoscibili, la possibilità di indurre con una certa facilità mutazioni creando nuovi alleli
accanto a quelli selvatici.
Normalmente l'occhio della Drosofila è di colore ROSSO SCURO (dominante), ma a causa di una mutazione può
essere anche di colore BIANCO (recessivo).
Successivamente incrociò MASCHIO A OCCHI ROSSI con FEMMINA A OCCHI ROSSI e vide che solo in
apparenza i RISULTATI ERANO IN ACCORDO CON LE LEGGI DI MENDEL
Nella F2 quindi ha ottenuto: 3/4 OCCHI ROSSI + 1/4 OCCHI BIANCHI, ma di questi TUTTE LE
FEMMINE ERANO A OCCHI ROSSI mentre TRA I MASCHI 1/2 OCCHI ROSSI + 1/2 OCCHI BIANCHI.
L'unica spiegazione plausibile di questi risultati è che IL CARATTERE "COLORE DELL'OCCHIO" E'
LOCALIZZATO SUL CROMOSOMA X.
Come si è visto, l'ereditarietà di questi caratteri segue regole particolari in quanto dipende dal sesso della progenie
che si sta considerando. Distinguiamo quindi i caratteri legati al cromosoma X e a quello Y e vediamo come si
trasmettono:
➢ Sono SEMPRE E SOLO PRESENTI IN INDIVIDUI MASCHI e NON VENGONO MAI TRASMESSI
ALLA PROGENIE FEMMINILE
Questi risultati ce li aspettavamo in parte perché non avendo la femmina il cromosoma Y, non può ereditare le
mutazioni presenti su tale cromosoma; mentre il maschio, avendo sempre il cromosoma Y, li eredita sempre.
➢ Possono essere EREDITATI SIA DAL PADRE CHE DALLA MADRE (via paterna e materna):
• LA MADRE (da madre ETEROZIGOTE) può TRASMETTERE AL 50% DEI FIGLI A PRESCINDERE DAL
SESSO (quindi 50% dei figli maschi e al 50% delle figlie femmine)
➢ Accade poi che NEI MASCHI SI MANIFESTANO SEMPRE A LIVELLO FENOTIPICO, poiché un maschio
possiede un solo allele di un gene situato sul cromosoma X.
➢ Invece NELLE FEMMINE LA MANIFESTAZIONE DEL FENOTIPO DIPENDE DAL TIPO DI ALLELE,
ovvero SE L'ALLELE PORTATO DAL CROMOSOMA X DELLA MADRE E' DOMINANTE O
RECESSIVO RISPETTO ALL'ALLELE X PORTATO DAL PADRE
LE MUTAZIONI
Le mutazioni sono dei cambiamenti ereditari del materiale genetico e sono e sono eventi rari, casuali ed
improvvisi. Le mutazioni possono essere di 2 tipi:
Inoltre possono interessare vari tipi di cellule e creare effetti diversi, le 2 principali sono le cellule:
- SOMATICHE: nel caso in cui la mutazione interessasse cellule somatiche, allora LE MUTAZIONI SI
MANIFESTERANNO SOLO SE DOMIANTI. Possono verificarsi in un certo stadio dello sviluppo oppure
insorgere in alcune parti dell'organismo (se sono coinvolti geni della crescita cellulare si può avere la trasformazione
tumorale della cellula), e per questo NON SONO TRASMISSIBILI ALLA PROGENIE
- GERMINALI (nei GAMETI): nel caso in cui la mutazione avvenisse nelle cellule germinali, ovvero NEI
GAMETI, ALLORA LA MUTAZIONE E' EREDITABILE DALLA PROGENIE.
Fatta questa distinzione in base a chi può ereditare queste mutazioni, possiamo fare un ultima distinzione.
Le mutazioni in base all'ampiezza del cambiamento possono essere distinte in 3 classi:
1. MUTAZIONI GENICHE: dovute a errori nella replicazione del DNA, e possono essere dovute a uno o più
nucleotidi
2. MUTAZIONI GENOMICHE: ovvero dovute ad una variazione nel numero di cromosomi quindi all'intero
genoma
3. MUTAZIONI CROMOSOMICHE: ovvero dovute all'alterazione della struttura di uno o più cromosomi
1. LE MUTAZIONI GENICHE
Le mutazioni geniche sono cambiamenti della sequenza nucleotidica del DNA, possono interessare un singolo
gene o più geni e sono DOVUTE A ERRORI DURANTE LA REPLICAZIONE DEL DNA e che, se non
vengono corrette (nonostante l'intervento della DNA polimerasi e degli enzimi di restauro del DNA),
determinano un'alterazione della sequenza dei nucleotidi nel DNA.
Le mutazioni geniche possono essere divise in 2 categorie in base a quanti nucleotidi interessano:
- MUTAZIONI PUNTIFORMI
- MUTAZIONI PER SEQUENZE RIPETUTE
- MUTAZIONI SILENTI: sono mutazioni che comportano la sostituzione di un nucleotide che però può portare
semplicemente alla produzione di un CODONE SINONIMO (grazie alla degenerazione del codice genetico) e
quindi sintetizzare sempre la stessa proteina senza avere nessun tipo di problema.
- MUTAZIONI MISSENSO: sono mutazioni che derivano per sostituzione e quindi inserimento di un
amminoacido che dà origine a un CODONE CHE CODIFICA PER UN AMMINOACIDO DIVERSO da quello
originario.
- MUTAZIONI NON SENSO: sono mutazioni che derivano per sostituzione di un amminoacido che dà origine a
UNO DEI 3 CODONI DI STOP che portano all'ARRESTO DELLA SINTESI DELLA PROTEINA e quindi alla
PRODUZIONE DI UNA PROTEINA TRONCA.
LE MUTAZIONI PIU' GRAVI SONO QUELLE DI PERDITA O AGGIUNTA DI 1/2 NUCLEOTIDI , perché
portano a leggere la proteina per triplette sfasate; LA PERDITA O L'AGGIUNTA DI 3 NUCLEOTIDI O
MULTIPLI DI 3, NON CAMBIA IL MODO DI LETTURA ma porta sempre ad avere problemi gravi
Possiamo fare un'ulteriore distinzione per quanto riguarda da cosa e come sono indotte le mutazioni, distinguiamo 2
tipi:
➢ INDOTTE: sono le mutazioni causate da AGENTI MUTAGENI, ovvero dei fattori chimici o fisici che
portano all'aumento della frequenza delle mutazioni. Sono dei MUTAGENI FISICI i raggi UV, i raggi X e le
radiazioni emesse dai materiali radioattivi ( raggi gamma, alfa e beta). Sono invece MUTAGENI FISICI molti
pesticidi e diserbanti, oppure alcune sostanze chimiche come l'acido nitroso HNO2 che provoca la trasformazione
della citosina in uracile.
Il TASSO DI MUTAZIONE SPONTANEA varia da specie a specie e, all'interno della stessa specie, da gene a
gene, nei mammiferi è di circa 1 GENE PER 500'000 GAMETI.
➢ MUTAZIONI NEUTRE: le mutazioni neutre sono quelle che NON HANNO EFFETTO SUL FENOTIPO e
passano inosservate. Si verificano generalmente quando:
- La tripletta mutata codifica per un amminoacido diverso che però non altera la funzione della proteina
- La mutazione coinvolge un gene che codifica per una proteina non indispensabile
- Il gene mutato non si esprime, ovvero si trova sugli INTRONI
- La mutazione è soppressa da un'altra mutazione
2. MUTAZIONI GENOMICHE
Le mutazioni genomiche sono dovute alla PERDITA O ALL'ACQUISTO DI UNO O PIU' CROMOSOMI,
OPPURE UNA VARIAZIONE DELL'INTERO CORREDO CROMOSOMICO, e sono dovute a ERRORI
NEL CORSO DELLA MEIOSI.
Le mutazioni genomiche possono essere classificate in 2 gruppi principali in base al tipo di cromosoma che vanno
ad influenzare:
Per quanto riguarda le malattie che possono portare possiamo affermare che:
Queste mutazioni portano generalmente a aborti precoci, morti prenatale o a una vita molto breve. Gli unici esempi
di mutazioni genomiche che sono COMPATIBILI CON LA VITA, anche se in condizioni non normali, sono:
- TRISOMIA 21 (SINDROME DI DOWN): è un caso di ANEUPLOIDIA, per cui gli individui malati possiedono 3
GENETICA MENDELIANA+MUTAZIONI+MALATTIE AUT. E SESS.+PEDIGREE+ G.SANGUIGNI Pagina 16
- TRISOMIA 21 (SINDROME DI DOWN): è un caso di ANEUPLOIDIA, per cui gli individui malati possiedono 3
copie (anziché 2) del cromosoma 21 e manifestano ritardo nello sviluppo sia fisico che mentale. Questa sindrome
può essere provocata da una traslocazione di un frammento del cromosoma 21 oppure da una non disgiunzione
meiotica
- TRISOMIA 18 (SINDROME DI EDWARDS): è dovuta a una trisomia del cromosoma 18, è caratterizzata da
orecchie deformi, difetti cardiaci, spasticità e altri danni e porta di solito alla morte entro il primo anno di vita.
- TRISOMIA 13 (SINDROME DI PATAU): porta ad una morte introno ai primi mesi di vita
Nel caso delle mutazioni genomiche dei cromosomi sessuali, si parla generalmente di ANEUPLOIDIE, ovvero
di perdita o di acquisto di un cromosoma, in questo caso di un cromosoma X o un cromosoma Y
Queste variazioni nel numero dei cromosomi sessuali possono portare a diverse sindromi che pero sono
COMPATIBILI CON LA VITA:
- SINDROME DI TURNER (X0= monosomia X): è una mutazione genomica dei cromosomi sessuali che colpisce
gli individui che, in questo caso, hanno SOLO IL CROMOSOMA X (cariotipo 45, X0); questi hanno SESSO
FEMMINILE ma sono sterili. Queste donne inoltre sono caratterizzate da bassa statura e presentano in alcuni casi
ritardo mentale.
- SINDROME DI KLINEFELTER (XXY): è una mutazione genomica dei cromosomi sessuali che colpisce gli
individui , che in questo caso, hanno GENOTIPO XXY, ovvero 2 cromosomi X + 1 cromosoma Y. Questi
individui hanno SESSO MASCHILE ma sono sterili, ed inoltre presentano testicoli particolarmente piccoli e
talora deficit mentale.
- SINDROME DI JACOBS (XYY): è una mutazione genomica dei cromosomi sessuali che colpisce gli individui,
che in questo caso, hanno GENOTIPO XYY, ed è DOVUTA A UN CROMOSOMA Y SOPRANNUMERARIO
(cariotipo 47, XYY). Gli individui colpiti non hanno caratteristiche particolarmente evidenti, salvo, statisticamente,
altezza superiore alla media, lieve ritardo mentale, e in alcuni casi problemi vascolari.
Si può quindi osservare che il corretto bilanciamento dei cromosomi del sesso è necessario per un normale sviluppo
sessuale: un cromosoma X in più o in meno può far ridurre drasticamente la fertilità. Si noti inoltre che tali sindromi
non interessano solamente la sfera sessuale ma hanno anche importanti ripercussioni sullo sviluppo del sistema
nervoso
3. MUTAZIONI CROMOSOMICHE
Le mutazioni cromosomiche sono delle mutazione che portano ad avere dei CAMBIAMENTI NELLA
STRUTTURA DEL CROMOSOMA, e sono dovute sostanzialmente alla ROTTURE DI UN CROMOSOMA.
- DELEZIONE: il frammento va perduto ed il cromosoma rimane senza un pezzo, è una mutazione non reversibile e
le sue conseguenze dipendono da geni o dalle parti di geni che vengono rimossi
Se ad esempio è avvenuta una delezione si vede perché avrà un pezzo in meno; stessa cosa per la traslocazione
perché vedremo una parte più lunga ed una più corta. Mentre nell'inversione ci sembra che non sia cambiato niente
ma è cambiato l'ordine della sequenza dei geni quindi nel crossing-over ci saranno gravi problemi.
MALATTIE GENETICHE
In medicina una malattia genetica è sottotipo di malattia rara causata da una o più anomalie del genotipo,
quali mutazioni dei geni o alterazioni dei cromosomi le quali sono in grado di dare origine ad una o più
patologie.
- EMOFILIA:l'emofilia è un'anomalia nel meccanismo di coagulazione del sangue che provoca sanguinamento
prolungato delle ferite. Si conoscono due forme principali di emofilia (A e B) dovute agli alleli recessivi di due geni
localizzati sul CROMOSOMA X che controllano due diverse tappe del meccanismo di coagulazione del sangue. In
questo caso l'allele che provoca la malattia è un ALLELE RECESSIVO, QUINDI NELLE FEMMINE
L'EMOFILIA SI MANIFESTA SOLO NELLA CONDIZIONE OMOZIGOTE RECESSIVA, che si verifica
molto raramente, mentre NEI MASCHI SI MANIFESTA SEMPRE, perché il maschio prende l'allele della
mamma sempre.
- DALTONISMO: il daltonismo è dovuto a un'alterazione delle strutture fotosensibili della retina. La forma
principale della malattia prevede l'incapacità di distinguere il rosso dal verde. Alche il daltonismo, come l'emofilia, è
legato a un gene localizzato sul CROMOSOMA X. Anche in questo caso la MALATTIA SI MANIFESTA
SOPRATTUTTO NEI MASCHI.
Queste sono 2 malattie entrambe legate al sesso perché il gene che le codifica si trova sul cromosoma sessuale.
Possiamo quindi dedurre che:
Come vediamo sono entrambe malattie legate al cromosoma X, ma perché non al cromosoma Y? Ecco perché:
- AUTOSOMICHE DOMINANTI
- AUTOSOMICHE RECESSIVE
- ACONDROPLASIA: è una malattia genetica dominante che interessa l'apparato osteoarticolare e determina la
precoce ossificazione delle cartilagini di accrescimento: le ossa rimangono corte e la struttura corporea è quella
tipica del nanismo. Non è noto il meccanismo responsabile di questa disfunzione e non si conoscono cure.
- COREA DI HUNTINGTON: è una malattia ereditaria dominante che si manifesta tra i 35 e i 50 anni di età.
Consiste nella degenerazione progressiva dei gangli della base, centri encefalici coinvolti nella coordinazione
die movimenti. Sintomi caratteristici sono movimenti a scatto degli arti e del volto; la malattia progredisce fino alla
perdita della capacità di deambulare.
- BRACHIDATTILIA: insieme di malformazioni delle dita delle mani e dei piedi che sono trasmesse da un allele
dominante
Le malattie autosomiche recessive sono le malattie dovute a un GENE RECESSIVO si MANIFESTANO SOLO
NELL'OMOZIGOTE RECESSIVO E L'ETEROZIGOTE E' PORTATORE SANO
- ALCAPTONURIA: malattia genetica recessiva che interessa il metabolismo dell'amminoacido tirosina; fra i
sintomi si riscontra l'artrite della spina dorsale o delle grandi articolazioni e la produzione di urine scure.
- FIBROSI CISTICA: malattia genetica autosomica recessiva, causata da una mutazione di un gene che codifica
per una proteina coinvolta nel trasporto del cloro e del sodio - e conseguentemente di acqua - attraverso le
membrane cellulari. Questa anomalia ha come conseguenza, nelle ghiandole esocrine, la secrezione di muco denso
e vischioso, causando ostruzione dei dotti ghiandolari. Fra le manifestazioni cliniche tipiche della malattia, causate
da questa alterazione delle ghiandole esocrine, si ricordano infezioni polmonari ricorrenti, insufficienza pancreatica
e cirrosi epatica
GENETICA MENDELIANA+MUTAZIONI+MALATTIE AUT. E SESS.+PEDIGREE+ G.SANGUIGNI Pagina 19
e cirrosi epatica
IMPRINTING GENOMICO
L'imprinting genomico è un fenomeno per il quale un gene si esprime in modo diverso a seconda che sia
ereditato dal padre o dalla madre.
La sindrome di Prader-Willi (PWS) , sindrome per cui gli individui mangiano in modo compulsivo, hanno bassa
statura e ritardo mentale, e la sindrome di Angelman (AS), per cui gli individui affetti sono iperattivi, mentalmente
ritardati e incapaci a parlare, sono causate entrambe da una DELEZIONE che interessa alcuni loci del cromosoma
15.
Uno dei loci deleti causa la PWS, mentre un altro è responsabile della AS; gli individui che ereditano la delezione
dalla madre sviluppano la AS, mentre chi eredita la delezione dal padre sviluppa la PWS. Questo suggerisce che il
gene PWS corretto si esprima solo nel padre (nella madre è sempre espresso, quindi non può compensare la
mancanza del gene omologo sul cromosoma paterno) mentre il gene per l'AS si esprime solo nella madre.
Gli ANTICORPI sono proteine circolanti prodotte da alcuni globuli bianchi (linfociti), in grado di legare in modo
specifico molecole estranee all'organismo (antigeni), neutralizzandole. Gli ANTIGENI sono molecole (in genere
proteine) in grado di indurre la produzione di anticorpi di un sistema immunitario estraneo.
I più importanti gruppi sanguigni umani sono quelli del SISTEMA AB0 e del SISTEMA Rh.
SISTEMA AB0
Il sistema AB0 considera la PRESENZA/ASSENZA SULLA MEMBRANA DEI GLOBULI ROSSI degli
ANTIGENI A e B; e anche la corrispondente PRESENZA/ASSENZA NEL PLASMA DI ANTICORPI
CONTRO GLI ANTIGENI A e B (anticorpi anti A e anti B)
Su questa base si distinguono i gruppi sanguigni 0, A, B e AB, analizziamoli ciascuno nel dettaglio:
- GRUPPO A: presenta ANTIGENI A (perché sui suoi globuli rossi ha solo l'antigene A) sui globuli rossi e
ANTICORPI ANTI-B nel plasma
- GRUPPO B: presenta ANTIGENI B (perché sui suoi globuli rossi ha solo l'antigene B) sui globuli rossi e
ANTICORPI ANTI-A nel plasma
- GRUPPO AB: presenta ANTIGENI A e B (perché sui suoi globuli rossi ha sia l'antigene A che l'antigene B) sui
globuli rossi e NESSUN TIPO DI ANTICORPO, questo perché gli anticorpi possono essere solo anti-A o anti-B e
non può avere anticorpi contro i suoi stessi antigeni
- GRUPPO 0: questo gruppo NON HA ANTIGENI (perché non ha né la componente A né la componente B) sui
globuli rossi e ha ANTICORPI ANTI-A e ANTICORPI ANTI-B, questo perché non avendo antigeni respinge
tutto ciò che non è uguale a se stesso
- GRUPPO AB: avendo sui globuli rossi sia l'antigene A che l'antigene B e non possedendo alcun anticorpo contro
questi antigeni è l'ACCETTORE UNIVERSALE
- GRUPPO 0: non possedendo alcun antigene sui globuli rossi è un DONATORE UNIVERSALE; dato però che
possiede gli anticorpi contro antigeni A e B, può RICEVERE SOLO DAL GRUPPO 0
GLI ALLELI iA e iB sono DOMINANTI, rispetto a i0 che è RECESSIVO, ma sono anche CODOMINANTI
TRA LORO
Dato che iA e iB presentano CODOMINANZA, negli ETEROZIGOTI iAiB (AB) I DUE ALLELI SI
MANIFESTANO ENTRAMBI, codificando appunto per il rispettivo antigene. In questo modo, quindi, il gruppo
sanguigno AB è determinato dal genotipo iAiB
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sanguigno AB è determinato dal genotipo iAiB
- GRUPPO A: sono possibili 2 genotipi IAIA o IAI0, quindi può essere ETEROZIGOTE o OMOZIGOTE
DOMINANTE
- GRUPPO B: sono possibili 2 genotipi IBIB o IBI0, quindi può essere ETEROZIGOTE o OMOZIGOTE
DOMINANTE
- GRUPPO AB: l'unico genotipo possibile è IAIB, quindi può essere solo ETEROZIGOTE
SISTEMA Rh
In questo sistema vengono distinti due gruppi: Rh+ e Rh-, in base alla PRESENZA O MENO SUI GLOBULI
ROSSI DELL'ANTIGENE Rh, chiamato così perché individuato inizialmente nella scimmia Macacus rhesus.
Il gruppo Rh è determinato dalla combinazione di 2 alleli dello stesso gene: D (dominante) e d (recessivo).
La conoscenza del proprio gruppo Rh e di quello del partner è importante in caso di gravidanza per prevenire
eventuali complicazioni dovute a INCOMPATIBILITA' TRA MADRE E FETO.
I casi a rischio sono le MADRI Rh-, in cui la presenza di un eventuale FETO Rh+ provoca la produzione di
anticorpi ANTI-Rh che, entrando in contatto con i globuli rossi fetali attraverso la placenta, possono determinare
emolisi (ovvero distruzione dei globuli rossi), questo fenomeno è detto ERITROBLASTOSI FETALE.
Questo fenomeno è in genere poco importante alla prima gravidanza, perché la produzione di anticorpi è contenuta;
può invece causare gravissimi danni al feto in una eventuale seconda gravidanza, perché la produzione di anticorpi
in questo caso è molto più massiccia.
L'INDIVIDUO Rh+ PUO' DONARE SOLO A INDIVIDUO Rh+, MENTRE L'INDIVIDUO Rh- PUO'
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L'INDIVIDUO Rh+ PUO' DONARE SOLO A INDIVIDUO Rh+, MENTRE L'INDIVIDUO Rh- PUO'
DONARE SIA A Rh+ CHE A Rh-