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Capitolo 1. Storia
0. La genetica
Definizione: è la scienza che studia i geni, l’ereditarietà e la variabilità genetica (sulla base di
quali principi siamo tutti diversi) degli organismi. Permette di comprendere come le proprietà
biologiche vengono trasmesse dai genitori ai figli.
Genetica molecolare ➔ la natura del materiale genetico e le modalità in cui i geni controllano le funzioni di un
organismo (come quest’info genetica presente nel materiale genetico viene poi espressa x controllare le varie
funzioni di un organismo)
Genetica di popolazione ➔ studia come questi geni si distribuiscono e si comportano all’interno della popolazione.
Esistono poi:
Genetica applicata ➔ usa tutte le scoperte genetiche per applicare alla biologia e alla medicina (es. OGM; diagnosi
prenatale; test di paternità).
Genetica del comportamento ➔ capire come alcuni geni possono influenzare il comportamento umano.
“I caratteri fenotipici (ciò che si vede) sono trasmessi dai genitori alla progenie in maniera prevedibile e questi caratteri
sono controllati da unità discrete di eredità”
(Geni) ➔ sapendo che tipo di piante erano i genitori, si poteva anche prevedere quale sarebbe stato il fenotipo della
progenie. I caratteri sono determinati dai geni.
I geni che controllano un determinato carattere esistono in coppia (2 copie), e i membri di ciascuna coppia si separano
durante la formazione dei gameti.
Le sue teorie furono ignorate per 90 anni, riprese poi solo nel ‘900.
Le leggi di Mendel furono riconosciute come le basi per la trasmissione dei caratteri ereditari.
Scoprì che tale sostanza c’era anche negli spermatozoi e cominciò a pensare che l’acido nucleico sarebbe potuto essere
strettamente legato all’ereditarietà.
Trattato: “Sulla composizione chimica delle cellule pus”
Capitolo 1. Storia 1
Una delle prime prove che questa sostanza fosse il DNA, portatore di info genetica, risale agli anni ’20 con F. Griffith che
studiava, a causa della polmonite, lo Streptococcus pneumoniae e tramite a degli esperimenti sui topi riuscì a capire
quale delle componenti batteriche fosse quella che portava l’info genetica.
Ceppi virulenti (infettivi) ➔ secernano una capsula e le colonie appaiono lisce (S). Sono virulenti xk questa cell
protegge la cell batterica e impedisce che l’organismo dell’ospite uccida la cellula batterica. In sostanza la capsula,
impedisce al sistema immunitario di uccidere i batteri ➔ batteri vivi nel sangue
Ceppi non virulenti, non causavano la polmonite ➔ non secernono una capsula e le colonie appaiono rugose ® e le
infezioni non sono letali nei topi.
Provò ad infettare i topi prendendo ceppi S, ucciderle con il calore e infettare i topi con le cellule S morte: il topo
sopravvive e nel cuore non sono presenti cellule batteriche;
Prese poi le cellule S morte, uccise col calore, le mescolò con le cellule R e provò a infettare i topi con questa
miscela: i topi morivano e all’interno del loro cuore erano presenti dei batteri vivi ➔ è successo che c’è stato qualcosa
che si è trasferito dalle cellule S, anche se morte, alle cellule R e ha conferito loro la capacità di produrre e
sintetizzare la capsula liscia.
Le basi biochimiche di questo fenomeno di trasformazione rimasero sconosciute a Griffith. Questo principio trasformante
individuato da Griffith era il DNA ➔ esperimenti 1944 McCarty.
Determinazione della distanza tra i geni e la definizione del grado di associazione dei caratteri (likage). ➔ geni come
collana di perle.
Con C. Bridges e H. Muller, pubblicano “The machanism of Mendelian Heredity” che pone le basi x la mappatura dei
geni
Fin qui è stata genetica classica: prendendo 2 individui tra loro diversi, incrociandoli, si può
andare a studiare la progenie.
Le mutazioni interessano i cromosomi, a livello dei geni, rendendoli non operativi o alterandone le funzioni
1946: riceve il Nobel per la Fisiologia e Medicina
Capitolo 1. Storia 2
Questi 2 ricercatori lavorarono su Neurospora crassa (muffa del pane),la quale, se ha le vie metaboliche funzionanti,
richiede ben poco per essere coltivata in laboratorio.
Questa muffa è stata molto utile in alcuni esperimenti che hanno reso possibile mappare i geni sui cromosomi.
Beadle e Tatum indussero mutazioni gentiche attraverso raggi X ➔ mutanti nutrizionali, ossia delle mutazioni di
Neurospora che bloccavano alcune vie biosintetiche necessarie per assorbire nutrienti e produrre amminoacidi, basi
azotate ecc.
Andarono ad osservare le mutazioni per questi fenotipi. Supponiamo che una cellula abbia subito una mutazione in
una via biosintetica. In una popolazione abbiamo sia cell mutate che non mutate, se le faccio crescere in un terreno
ricco, potranno crescere tranquillamente se fornisco nutrienti.
Successivamente vengono coltivate in un terreno minimo/selettivo, non aggiungo nulla, solo le cell non mutate
crescono bene, le altre non saranno in grade di produrre qualche amminoacido o qualche base azotata ➔ non
crescono.
Poi però bisogna capire quale via biosintetica ho toccato, quindi fanno crescere i mutanti in un terreno minimo al
quale, man mano aggiungano dei composti.
+ Purine e pirimidine
+ Amminoacidi
➔le cell mutate crescono solo quando sono aggiunti gli amminoacidi perché le cell non possono sintetizzarle da sé.
Questi ceppi avevano perso la funzionalità di un particolare genere necessario per la biosintesi di quell’amminoacido.
Tuttavia, non so ancora quale amminoacido sia, quindi aggiungo selettivamente
Leucina
Alanina
Tirosina ➔ crescono ➔ nelle cell mutate ho una mutazione che riguarda la biosintesi della tirosina
I geni codificano per alcuni enzimi che controllano i vari processi metabolici.
Capitolo 1. Storia 3
Il DNA è il materiale genetico e lo scoprirono purificando dai batteri un “fattore trasformante” in grado di conferire
caratteristiche specifiche ed essere ereditato.
Questo fattore era formato da acido nucleico.
L’acido nucleico dev’essere considerato come una sostanza che possiede specificità biologica.
Le “regole di Chargaff”
Citosina = guanina;
I fagi sono costituiti da un involucro e dentro c’è il DNA ➔ usare il fago utile x discriminare facilmente proteine e DNA.
Ma cos’è del fago T2 che entra nelle cellule batteriche?
Tutti i fagi che venivano prodotti da fosfroro32 avevano il DNA marcato e tutti i fagi che venivano prodotti da zolfo35
avevano le proteine marcate.
Hanno ottenuto 2 tipi di batteri e li hanno usati x infettare delle altre culture batteriche, cresciute senza alcun isotopo
radioattivo ➔ batteri infetti producono particelle fagiche e selezionando selettivamente quello che entra nei batteri e ciò
che resta nel terreno, posso vedere dov’è la radioattività.
Hanno visto che quando usavano fagi marcati x zolfo, i batteri venivano infettati, seprati poi dalla particelle fagiche
rimaste sul terreno e videro che la radioattivià era per lo più sul rivestimento proteico.
Fagi maracti x fosforo ➔ la maggior parte della radioattività era dentro il nucleo ➔ DNA = trasporta l’info genetica
Capitolo 1. Storia 4
Misero insieme i risultati di vari studi e capirono che il DNA ha struttura a doppia elica e le basi azotate sono appaiate tra
loro.
Questa struttura spiega tutte le caratteristiche di una sostanza che codifica l’informazione genetica.
Premio Nobel nel 1962
Inizia la possibilità di conoscere l’intera sequenza di alcuni genomi, grazie al fatto che il genoma può essere frammentato
in piccole parti e può essere usato x creare librerie.
Capitolo 1. Storia 5
Nel 1955 è stata resa disponibile la sequenza completa del primo genoma
1995: Haemophilus influenzae, il primo organismo vivente
1996: Saccharomyces cerevisiae, il primo organismo eucariote
1998: Caenorhabditis elegans, il primo organismo pluricellulare
1999: Drosophila melanogaster
2001: Il progetto GENOMA UMANO (100% nel 2003)
Facilità di allevamento
Piccole dimensioni
Progenie abbondante
Cosa sappiamo sull’uomo dal sequenziamento dei genomi degli organismi modello?
In giallo: il pezzettino che voglio modificare, uso sto sistema che mi taglia il DNA in quel punto, mi permette di
aggiungere o sostituire quel pezzettino con qualcos’altro in quel punto preciso.
Questo funziona in tutti gli organismi modello + umani. Molto utile per cercare di correggere malattie ma il rovescio della
medaglia è il problema etico sugli embrioni.
Capitolo 1. Storia 6
🧬
Capitolo 2. Il materiale genico e la
replicazione
1. Il materiale genico
Prima caratteristica importante: Il materiale genetico deve contenere tutte le info
necessarie per la struttura, lo sviluppo e la riproduzione di un organismo, mantenute in
modo stabile, ossia: indipendentemente da ciò che le cellule diventeranno, le cellule
tengono nel loro nucleo tutta l’informazione genetica necessaria x essere trasmessa alla
generazione successiva
Seconda caratteristica: questa info dev’essere espressa in modo tale da codificare tutte le
caratteristiche dell’organismo ➔ garantire l’espressione dell’info immagazzinata
Terza caratteristica: l’info genetica dev’essere replicata in modo fedele, in modo tale che
tutte e 2 le cell che derivano dalla divisione della cell madre abbiano lo stesso contenuto
genetico tra di loro e uguale a quello della madre.
1.1 Il nucleotide
L’unità di base è il nucleotide. Ci sono 3 componenti:
Gruppo fosfato
RNA
Ha 3 componenti:
Gruppo fosfato
Formazione di un polinucleotide
direzione 5’ verso 3’
5’- TACG- 3’
Le due eliche sono antiparallele (un filamento da 5’ a 3’; l’altro filamento da 3’ a 5’)
Le basi azotate sono rivolte all’interno della molecole e sono perpendicolari rispetto allo
scheletro zucchero-fosfato
Le 2 eliche si mantengono unite grazie ai legami di idrogeno che si possono formare con
le basi azotate: AT (2 legami di idrogeno), GC (con 3 legami idrogeno
Due filamenti formano una doppia elica. In cellule vive, il DNA è associato con una serie di
proteine differenti per formare cromosomi.
Un genoma è il materiale genetico di un individuo.
La struttura stessa del DNA suggerisce come avviene la sua trasmissione da una generazione
all’altra. La complementarità delle basi azotate dirige la sintesi di nuovo DNA indicando la
sequenza con cui aggiungere le basi della doppia elica neoformata.
Ogni filamento funge da stampo per la sintesi del suo complementare.
Oggi sappiamo che la replicazione del DNA è semiconservativa (Meselson e Stahl, 1958)
2. L’inizio della sintesi richiede un innesco a RNA ➔ viene inizialmente sintetizzato un breve
frammento a RNA complementare, ad opera della primasi.
Se io ho due filamenti antiparalleli, 1 di questi avrà la direzione giusta 5’-3’ xk letto in modo
continuo, il 2 filamento viene letto a piccoli pezzi, man mano che si srotola, sempre nella
direzione 5’-3’. Poi questi piccoli frammenti discontinui vengono messi insieme dalla Ligasi (e
si chiamano frammenti di Okazaki).
DnaB
DnaC
Hu
Gurasi
SSB
Questo sito oriC ha una sequenza specifica di DNA che inizialmente si lega un fattore che poi
ne richiama degli altri, con le rispettive funzioni, e che consentono la creazione di una struttura
tale che la DNA polimerasi batterica possa legarsi e copiare la molecola. Si è venuta a
formare così una forca replicativa da dove la sintesi di DNA potrà procedere
bidirezionalmente.
Ci sono molti fattori coinvolti nel processo della replicazione: proteine strutturali che devono
aprire i filamenti e mantenerli stabilmente aperti; proteine, come la DNA polimerasi, che
servono a unire; delle proteine che si devono legare, importanti affinché riconoscano queste
sequenze specifiche e, nei batteri, riconoscano la sequenza in cui devono terminare la
replicazione in corrispondenza di essa.
Dogma Centrale della Biologia: il DNA, come molecola in cui è presente l’info genetica,
codificata da una sequenza specifica di basi (nucleotidi).
Il DNA si può replicare e l’info viene trasferita dal DNA alle molecole di RNA; l'informazione
contenuta nelle molecole di RNA passa nelle proteine.
L'informazione contenuta nelle proteine non viene mai trasferita negli acidi nucleici
(recentemente è stato scoperto che l’info nel RNA può passare nel DNA).
Tuttavia, non tutti i geni del genoma codificano proteine perché esistono geni che codificano
per delle molecole di RNA non codificante (si chiama così non viene tradotto in proteine), es.
RNA ribosomiale e RNA transfert che trasporta i vari amminoacidi alla catena delle proteine
che si sta formando. Il RNA non codificante può giocare un ruolo fondamentale nella sintesi
delle proteine e nell'espressione genica.
Abbiamo alcune parti del genoma ed alcune regioni dei geni che non vengono trascritte ma
che hanno una funzione regolatrice, es. promotori, terminatori e gli introni (sequenze
all’interno della regione codificante ma che poi vengono rimossi).
A seconda del tipo di prodotto che abbiamo, del tipo di RNA a cui danno origine, i geni
vengono classificati in 3 categorie:
Geni della II classe ➔ mRNA (RNA messaggero, geni codificanti proteine); snRNA (piccoli
RNA nucleari); miRNA (micro RNA)
Geni della III classe➔ tRNA (RNA transfert); snoRNA (piccoli RNA nucleolari); scRNA
(piccoli RNA citoplasmatici); miRNA (micro RNA)
mRNA sono gli unici tipi di RNA codificante e sono i trascritti dei geni che codificano proteine.
Gli mRNA trasportano l'informazione genica dal nucleo al citoplasma, dove info viene
impiegata per la sintesi delle proteine. Costituiscono solo il 4% circa degli RNA totali della
cellula ed hanno vita breve, in quanto vengono degradati poco dopo la sintesi proteica
➔consente alla cell di poter regolare l’espressione di quel gene, in modo tale che la
traduzione avvenga su molecole nuove.
rRNA (RNA ribsomiali) sono i più abbondanti nelle cellule; sono parte integrante dei ribosomi,
le particelle dove ha luogo la sintesi proteica. Ruolo strutturale.
tRNA (RNA transfert) sono molecole piccole coinvolte nella sintesi proteica; trasportano gli
amminoacidi ai ribosomi in modo tale da permetterle loro unione nell'ordine specificato dalle
sequenze nucleotidica dell’mRNA. Ruolo meccanico.
snoRNA (piccoli RNA nucleolari) hanno un ruolo regolativo nella maturazione delle molecole
di rRNA.
scRNA (piccoli RNA citoplasmatici) sono un gruppo eterogeneo che comprende molecole con
una varietà di funzioni diverse, alcune ancora sconosciute.
miRNA (microRNA) sono delle molecole molto piccole (20-25 nucleotidi al max) che regolano
l’espressione genica a livello post-trascrizionale ➔ un gene non viene espresso solo perché
viene trascritto, quindi posso controllare quando e quanto quel gene possa essere espresso
controllando la sua trascrizione, ma posso agire anche dopo la sua trascrizione, a livello del
RNA (messaggero?)
1. La trascrizione
Man mano che si muove la DNA polimerasi (enzima che trascrive) lungo il gene, altre
molecole si attaccano e quindi il filamento si allunga.
Dei 2 filamenti di DNA, solamente uno ne viene trascritto xk funge da stampo per produrre
RNA.
La trascrizione avviene grazie al RNA polimerasi; inizia quando la RNA polimerasi si lega a
una particolare regione di DNA, chiamata promotore, che si trova all’inizio del gene. Alla
sequenza del promotore appartiene la prima coppia di basi trascritta in RNA, chiamata sito di
inizio o punto di inizio della trascrizione.
Unità di trascrizione= Sequenza di DNA che viene espressa mediante la sintesi di una
singola molecola di RNA.
La replicazione avviene in una bolla di replicazione: i due filamenti si aprono fino a un certo
punto, siti di origine, si forma la bolla che si amplia durante la replicazione. Un processo simile
avviene durante la trascrizione: la sintesi del RNA avviene all'interno di una bolla di
trascrizione, una regione in cui due filamenti DNA sono separati in maniera transiente.
Un solo filamento è usato come stampo per la sintesi della catena di RNA (chiamato filamento
stampo o non codificante); l'altro filamento di DNA alla sequenza identica a quella della
catena di RNA (filamento codificante).
La trascrizione nei procarioti consiste nel produrre la molecola di RNA e avviene in step:
1. Riconoscimento dello stampo ➔ L’RNA polimerasi si lega al DNA a doppio filamento, i due
filamenti vengono separati e si forma la bolla di trascrizione.
2. Inizio della trascrizione ➔ il promotore indica alla polimerasi: Dove iniziare la trascrizione,
Quale filamento leggere, La direzione da prendere
Il promotore, a monte dei geni, è necessario all’inizio della trascrizione. L’operone nella
sequenza regolatrice, regola l’espressione dei geni.
Contengono una parte realmente codificante, che specifica la sequenza degli aminoacidi
che costituiranno la proteina, ed una parte non codificante.
A monte della sequenza codificante che verrà trascritta in mRNA vi sono le sequenze
regolatrici.
La porzione degli esoni < porzione introni. In un gene eucariotico abbiamo alternanza di esoni
ed introni.
Sequenze regolatrici:
Altri elementi regolatori distali, cioè lontani dal sito di inizio della trascrizione, sono gli
enhancers e i silencers (i primi amplificano, i secondi reprimono la trascrizione).
Le RNA polimerasi eucariotiche trascrivono il DNA ma non sono in grado, da sole, di iniziare il
processo di trascrizione, né di scegliere l’esatto sito di inizio della trascrizione (TSS).
Se confrontiamo la RNA batterica (5 subunità, 1 sigma e 4 regolativa), con la RNA polimerasi
II, vediamo che quest’ultima ha:
Formata da 12 subunità
Controllo Trascrizionale:
Il metodo principale col quale avviene il controllo dell’espressione genica negli eucarioti è una
trascrizione selettiva, che si ottiene grazie a specifiche “DNA binding proteins” che si legano al
promotore e fungono da segnale x RNA polimerasi.
Fattori di trascrizione sono necessari affinché si possa legare la RNA polimerasi, ma, a diff del
fattore sigma nei procarioti, non fanno parte del complesso enzimantico del RNA polimerasi,
quindi devono legarsi al promotore prima. ➔ Un fattore di trascrizione è una proteina che è
necessaria per l’inizio della trascrizione, ma che non è parte della RNA polimerasi.
Quindi se la RNA polimerasi potrà iniziare la trascrizione dipenderà anche dal legame di
proteine regolatrici, attivatori e repressori
Anche se sono lontani dal gene, hanno una nota influenza perché:
Tata Box = complesso enzimatico che racchiude alcune proteine, è una sequenza
specifica del promotore.
Vediamo l’azione delle proteine regolatrici che, seppur molto distanti dal gene che controllano,
nel momento in cui vengono legate da altri fattori, proteine regolatrici, la molecola assume una
conformazione tale per cui le proteine regolatrici risultino vicine al gene che devono regolare
➔ enhancer è un attivatore trascrizionale che aiuta l’inizio della trascrizione, la sua azione
viene mediata da un mediatore del TATA BOX e la comunicazione tra RNA pol II e GFT viene
agevolata; Promotore = a cui si lega RNA polII e inizia la trascrizione
La trascrizione procede finché non vede il segnale di fine di trascrizione, i quali sono diversi ➔
Le RNA polimerasi I e III utilizzano terminatori di trascrizione. terminatori della RNApol I sono
sequenze di DNA che legano una proteina, la quale promuove il distacco dell’enzima. I
terminatori della RNApol III son sequenze di poli-U nell’RNA.
Cosa avviene:
Aggiunta di una guanosina modificata all’estremità 5’ con un legame 5’-5’ (3’ è occupato)
che forma un gruppo terminale detto CAP, necessario al legame dell’mRNA ai ribosomi ed
all’inizio della traduzione. È UNA DELLE POCHE ECCEZIONI CON LEGAME 5’-5’
Aggiunta di una sequenza di adenosine (coda di poli-A) all’estremità 3’ del trascritto, con
funzione stabilizzante del messaggero. Quindi tutti gli mRNA iniziano con un CAP, con
una guanina aggiunta in 5’-5’, e finiscono con una cosa di poli-A.
Rimozione delle regioni introniche mediante splicing, processo che consiste nel taglio
delle regioni introniche e nella giunzione degli elementi esonici
Questa molecola ora è libera di andare dal nucleo al citoplasma, dove viene tradotta.
Il tempo necessario per avviare e terminare la trascrizione: man mano che la molecola viene
prodotta è già modificata al 5’ (<1min), viene aggiunta poli-A a 3’ (20 min), molecola rilasciata
e introni eliminati (6min). Nel giro di 25min la molecola è nel citoplasma, dove nell’arco di 4-5h
i ribosomi la traducono in proteina.
mRNA eucariotico:
Regolazione post-trascrizionale ➔ che avviene sul RNA una volta che è stato prodotto
(regolazione post-traduzionale: agisce sulle proteine)
La cellula umana ha 30000 geni, alcuni geni codificano per RNA, altri codificano per proteine.
Ogni cellula in un determinato momento esprime solo una piccola parte di questo potenziale,
esprime solo piccoli geni (˜ 5000 geni).
I geni che vengono sempre espressi e sempre allo stesso modo: Geni housekeeping,
ossia quei geni la cui funzione è fondamentale per la vita di una cellula (es. metabolismo,
biosintesi, membrana, geni che codificano per istoni, geni ribosomiali, RNA polimerasi…).
L’ espressione è costitutiva ed ereditaria.
Istoni = proteine che permettono al DNA di essere impacchettato e di entrare nel nucleo
I geni tessuto-specifici = geni che sono importanti perché una cellula che inizialmente è
totipotente (ha le potenzialità x trasformarsi in qualsiasi cosa), possa differenziarsi per un
tessuto specifico ➔ Differenziamento cellulare
A questa espressione selettiva non corrisponde una variazione del contenuto di DNA.
Hanno tutti lo stesso DNA, ma esprimono geni differenti. Il pattern di geni espressi per ogni
Geni che hanno espressione diversa in tessuti diversi, linee o tipo cellulare diversi
Stadio di sviluppo
Stadio di differenziamento
Dal DNA al Trascritto primario, il quale poi viene maturato e si forma mRNA ➔ il quale passa
dal nucleo al citoplasma, dove viene tradotto altrimenti viene degradato ➔ la proteina che ne
risulta può esistere in forma attiva o inattiva.
Controllo sulla cromatina (DNA) che rende tale DNA più o meno accessibile ai vari fattori
trascrizionali. Se un DNA è compattato, risulterà inaccessibile ai fattori necessari per la
trascrizione, quindi prima che intervengano, è importante che il DNA diventi accessibile.
Quindi modificazione epigenetica: rimodellamento della cromatina, rendere il DNA più o
meno accessibile.
Una volta che la molecola di RNA si è formata, possiamo avere un livello di controllo
post-trascrizionale su RNA
Riguarda i due processi di maturazione come lo splicing e il poli-A ➔ possiamo avere delle
differenze nei meccanismi di splicing e di poli-A che consentono di avere delle molecole
diverse che si possono formare sullo stesso gene, un controllo opposto dal tradizionale
Questo mRNA poi dal nucleo passa al citoplasma, dove possiamo avere un controllo del
trasporto di questo mRNA.
mRNA passa dal nucleo al citoplasma, dove viene tradotto sennò viene degradato ➔
possiamo quindi avere un controllo della stabilità; si può anche controllare quanto mRNA
dev’essere tradotto: controllo traduzionale.
Infine abbiamo un controllo sulle proteine che ci fa capire se la proteina sia attiva o meno:
controllo post-traduzionale
Espressione genica = meccanismo che a partire dal DNA arriva alla formazione di una
proteina attiva e in quantità sufficienti affinché possa esplicare la sua attività. Ogni step può
essere controllato. Grazie a tutti questi livelli di controllo, posso avere 2 cellule con gli stessi
geni che esprimono in modo diverso le proprie funzionalità.
Le tipologie di controllo
1. Contenimento nel ristretto spazio cellulare ➔ difficilmente accessibile ad altri enzimi. Più è
compattato e più ha un metabolismo basso perché non può essere attaccato ➔ più stabile
Il cromosoma eucariotico è formato per metà da DNA e per metà da proteine (la maggior
parte sono istoni).
Il compattamento avviene a diversi livelli che consentono di far passare un filamento di DNA
lungo circa 8cm, contenuto in un cromosoma umano medio, nel piccolo spazio del volume
nucleare.
Il compattamento
Il compattamento avviene a livelli diversi:
2° livello➔ il SOLENOIDE
I nucleosomi formano dei giri attorno all’asse centrale, formando una struttura solenoide:
asse centrale libero e i nucleosomi come una raggiera.
6 nucleosomi/giro, con un buco centrale di 11 nm. Il DNA linker (asse centrale libero) è
parte della superelica e non attraversa mai l’asse del solenoide.
Fibra diventa di 30 nm.
3° livello ➔ le ANSE
II) le proteine SMC (per il mantenimento strutturale del cromosoma), componenti chiave
del meccanismo di condensazione postreplicativa dei cromosomi
4° livello ➔ il CROMATIDIO
3. La cromatina
Cromatina = insieme di DNA e proteine; si differenziano diversi tipi:
Modificazione che riguarda il DNA: Metilazione del DNA ➔ Nelle cellule eucariotiche la
metilazione è a carico della C. Solo il 3% delle C sono metilate ed in genere è bersaglio
della metilazione la C della doppietta CpG … alla citosina viene aggiunto un gruppo CH3,
e avviene quando una citosina è appaiata con la guanina
Ha un ruolo negativo perché le regioni metilate sono quelle meno espresse ➔ porzione di
DNA molto metilata = inespressa.
Ci sono alcune modificazioni che avvengono a livello di specifici amminoacidi. Ma ci sono casi
come la lisina 9 di H3 può essere sia acetilata che metilata. La metilazione del DNA avviene
sempre a livello delle citosine, le modificazioni degli istoni H3 e H4 avvengono a livello della
parte N-terminale della proteina e riguardano fondamentalmente i residui di lisina.
L’acetilazione è associata alla cromatina trascrizionalmente attiva ➔ ruolo positivo, alti livelli di
espressione genica
Avvengono a livello della N-terminale della proteina e riguardano particolarmente la lisina!
Se l’effetto di queste due modificazioni si bilanciasse ➔ conflitto con quella del DNA ➔ se
abbiamo DNA metilato (regione non espressa), si vanno a legare alcune proteine che
richiamano, in alcune regioni della cromatina, le deacetilasi istoniche (enzimi che rimuovono
gruppi acetili degli istoni) e arrivano pure delle metil transferasi istoniche (che aggiungono il
gruppo metile agli istoni!).
Quindi il gruppo acetile viene sostituito da quello metile, le quali favoriscono la compattazione
del DNA ➔ le metil transferasi istoniche, legate alle CpG binding protein, metilano gli istoni. Il
risultato è la condensazione della cromatina.
Acetilazione degli istoni: acetilazione che è un segnale indice della cromatina aperta, quindi
trascrizione aperta ➔ espressione genica;
4. Controllo trascrizionale
L’intervento dei fattori di trascrizione che attivano l’espressione del gene. Esiste un livello di
CONTROLLO A LIVELLO DEL RNA PRIMA DELLA MATURAZIONE:
Dal trascritto primario a mRNA. Modificazioni: poly-A, splicing e capping ➔ mRNA stabile.
Abbiamo altri 2 tipi di meccanismi che regolano l’espressione genica non in quantità di mRNA
tradotto ma anche in specificità di molecole di mRNA:
Editing ➔ correzione delle basi azotate del RNA. A partire da un gene, posso ottenere
mRNA in cui c’è un cambiamento di una base azotata, normalmente deaminazione
(gruppi amninmici rimossi), che non vedo nelle sequenze del DNA.
Es: il gene dell’apolipoproteina B: un gene che produce questa proteina che può
funzionare sia per l’attività nel fegato che nell’intestino, con due funzioni diverse. È un
Nel fegato, il codone CAA non viene toccato e si forma un mRNA che qui contiene una
sequenza CAA che viene letta da tRNA. Si forma una proteina apoB-100 che contiene
tutta la lunghezza di mRNA (4536 amminoacidi)
Nell’intestino, avviene l’editing e la citosina CAA viene deaminata e diventa Uracile. Sul
mRNA abbiamo un codone UAA che è un codone di stop. Quindi la traduzione di questa
molecola si interrompe qui (non esistono amminoacidi per UAA,è di stop). Si forma una
proteina apoB-48 che contiene 2152 amminoacidi.
Lo stesso trascritto primario può originare diversi mRNA in diversi tessuti attraverso il
meccanismo di editing.
5. RNA
Ci sono molti RNA in una cellula e molti sono ribosomiali, mRNA 4%, tRNA e abbiamo anche
una serie di RNA non codificanti (ncRNA), piccoli ncRNA che hanno una funzione regolativa. I
ncRNA aumentano la loro porzione via via che aumenta la scala evolutiva.
snoRNA (Piccoli RNA nucleolari): sono implicati nel processamento e nella maturazione
degli RNA ribosomali e di altri tipi di RNA, aumentandone l’attività.
miRNA e siRNA: sono piccoli RNA in grado di regolare l’espressione genica a livello
post-trascrizionale, silenziando specifiche molecole di mRNA. Hanno funzione regolatrice
perché sono in grado di regolare negativamente l’espressione genica a livello post-
trascrizionale ➔ non avrò mRNA perché nonmviene tradotto
5.1 I microRNA
Le regioni di legame dei miRNA si trovano nella regione 3’ UTR degli mRNA bersaglio.
Funzioni:
Apoptosi
Sviluppo
Differenziamento cellulare
Aberrazioni nella loro espressione (mancanza, sotto o sovra espressione) sono correlate
a diversi tipi di patologie:
Cancro
Malattie neurodegenerative
Malattie cardiache
5.2 I siRNA
Diversi da miRNA (impediscono a mRNA di essere tradotto) xk i siRNA una volta che si
legano al target, si ha la degradazione del mRNA. Derivano da altre molecole di RNA più
grandi, spesso di origine esogena (es. virus). Si appaiano con complementarità totale a siti
specifici sui loro target (in CDS o UTR) provocandone la degradazione del mRNA.
mRNA
tRNA, molecole adattatori che legano ciascuno uno specifico amminoacido e riconosco
uno specifico codone
La sequenza è letta in triplette, ma per arrivare a questa scoperta, sono stati fatti degli
esperimenti che hanno utilizzato una mutagenesi che o inseriva un nucleotide o eliminava un
nucleotide dalla sequenza. Se eliminiamo un nucleotide, il resto della sequenza non ha senso;
se ne inseriamo un altro, la sequenza prima dell’inserimento ha senso, dove aggiungiamo
invece non ha senso, dopo la sequenza dove abbiamo aggiunto, ha senso.
L’uso dei soppressori intragenici per dimostrare che il codice è a triplette (F.Ckick, anni 60).
Cosa è stato fatto per capire che si legge a triplette? Una prima mutazione per delezione,
e si vedeva che la sequenza non aveva senso. SEMPRE IN QUEL GENE, hanno fatto una
seconda mutazione: inserzione. Si parla di soppressori intragenici perché è come se avessero
soppresso la tripletta precedente. Hanno osservato che la sequenza della proteina veniva
ripristinata (quel che doveva essere il prodotto di quel gene quando venivano combinate 3
inserzioni o delezioni ➔ fenotipo). Se io opto per delezione in un gene, cambia il fenotipo, ma
Il secondo problema era capire come queste triplette dovessero essere lette. Un modo per
leggerle è sovrapponendo: se io ho AUU, la 2 tripletta potrebbe essere sovrapposta alla prima
UUG e non GCU ➔ una lettera appartiene a più codoni diversi.
Se avessimo una lettura per sovrapposizione, toccando un nucleotide, andrei a modificare 3
amminoacidi; una singola sostituzione di base comporta la modificazione di tanti amminoacidi
quante sono le basi che fanno parte dell’unità codificante.
Quello che in realtà è stato osservato: andando a modificare il singolo nucleotide, si modifica
solo un aminoacido. Quindi il codice non è letto per sovrapposizione ma per giustapposizione
➔ La sostituzione di una base causa il cambio di un solo amminoacido.
Il terzo problema era quello della corrispondenza dei codoni con gli amminoacidi.
Sono stati usati dei piccoli mRNA sintetici e sono stati messi insieme a degli estratti batterici,
in modo tale che potessero essere tradotti da tutto il macchinario dei batteri.
Son partiti da omopolimeri (mRNA che erano tutti formai da poli-U, poli-A, poli-C) e hanno
visto che quando erano tutti U, si otteneva una catena di Phe, quando erano tutti A, si
otteneva una catena di lisina e quando erano tutti C, si otteneva una catena di proline.
Poi hanno sempre usato mRNA sintetici piccoli formati solo da AC ➔ sono riusciti a capire che
ACA = thordina, CAC = istimina
Abbiamo 61 codoni che codificano per 20 amminoacidi. AUG codifica per metionina codone di
inizio
UAG è stato il primo codone di stop a essere decifrato (detto amber); UGA è opal e UAA
è ochre. Perché non ci sono DNA che trasportano amminoacidi che sono codificati da
questi codoni
2. Il codice genetico
Caratteristiche:
Il codice genetico non è ambiguo: ogni codone codifica per un solo aminoacido. Mentre
alcuni amminoacidi possono essere codificati da più codoni, ogni codone è specificato da
un solo amminoacido
Il codice genetico è universale: quasi tutti i viventi condividono lo stesso codice genetico,
ci sono alcune eccezioni però: il codone UGA nel DNA mitocondriale codifica per Trp
(comune) ➔ teoria endosimbiotica: i mitocondri nelle cellule eucariotiche si sono originati
per simbiosi con le cellule batteriche, AGA che normalmente è un arginina ma qui è uno
stop.
I geni che codificano proteine contengono schemi di lettura aperti, ORF (Open Reading
Frames), costituiti da una serie di triplette di nucleotidi dette codoni.
L'informazione contenuta nel gene specifica la sequenza della proteina che dovrà essere
sintetizzata, ovvero la successione degli aminoacidi della proteina, mediante una
successione di codoni. Ogni codone specifica uno ed un solo aminoacido!
➔ Lettura di 3 in 3: frame.
Capitolo 7. Traduzione 1
Cominciano con un codone di inizio, ATG, e finiscono con un codone di stop, TAA, TAG, TGA.
Sappiamo che, Il DNA è formato da due filamenti complementari che sono avvolti a formare
una doppia elica, conformazione a bassa energia che conferisce stabilità alla molecola. Le
due estremità sono dette per convenzione 5ʼ e 3ʼ. Le sequenze vengono lette sempre
nell’ordine 5ʼ -> 3ʼ, su entrambi i filamenti. Gli appaiamenti canonici (di Watson/Crick) sono: A-
T, G-C
La sequenza di ORF deve sempre essere letta in direzione 5’-3’, indipendentemente dal
filamento in cui la sto leggendo.
In un cromosoma ho molti geni. I geni posti sullo stesso cromosoma possono avere come
“coding strand” filamenti diversi del DNA, ma la sequenza sarà sempre quella che mi permette
di leggere in direzione 5’-3’.
Gli esoni sono normalmente codificanti, a differenza degli introni, ad eccezione di quelli alle
estremità 5' e 3' del gene. Tali esoni prendono il nome di UTR (UnTranslated Region)
2.3 tRNA
Sono Piccoli RNA costituiti da 75-90 nucleotidi. Sono sintetizzati come molecole più grandi e
poi tagliate in molecole 4s mature.
Contengono NUCLEOTIDI SPECIFICI (INUSUALI) inseriti DOPO la trascrizione (modificazioni
post-trascrizionali), tra cui Inosina, I (il più impo)
Struttura:
Hanno una conformazione a trifoglio perché c’è un appaiamento tra le basi e quindi la
molecola non è lineare. 2 importanti caratteristiche: CCA è una sequenza che viene aggiunta
dopo la trascrizione ed è importante perché qui si lega l’amminoacido; l’anticodone è una
sequenza di 3 nucleotidi che è complementare al codone, grazie a questa sequenza il tRNA
riconosce il codone sul mRNA.
L’appaiamento tra codone e anticodone è complementare e antiparallelo, ma è vero anche
che avviene il vacillamento delle basi ➔ la sequenza di codone e anticodone non deve per
forza essere assolutamente complementare per tutti e 3 i nucleotidi.
Avviene per un numero limitato.
Il numero dei codoni (61) è più grande di quello degli anticodoni (e degli aminoacidi). (61
codoni mentre i tRNA sono circa 30-40 in procarioti e anche 50 in Eucarioti).
Capitolo 7. Traduzione 2
Questo implica che alcune molecole di tRNA con il loro anticodone sono capaci di accoppiarsi
a più di un codone.
➔ Es la G si può appaiare sia con C che con U (in modo vacillante), potendosi legare con più
codoni
Oltre all’appaiamento vacillante, esiste anche un’altra strategia che è quella di avere
nell’anticodone alcune basi che possono riconoscere più di una base su un codone.
Frequentemente al 5' dell'anticodone (corrispondente alla terza base del codone) esiste la
base modificata inosina capace di complementarsi sia con A, C, U.
Ragione per cui ci può essere vacillamento senza che ci siano mille tRNa
3. I Ribosomi
I ribosomi hanno una struttura molecolare complessa formata da rRNA e proteine ribosomiali.
Ricordiamo che: in Eucarioti gli rRNA vengono prodotti nel nucleolo (tranne il 5S prodotto nel
nucleo) dove entrano anche le proteine ribosomiali prodotte nel citoplasma che si assemblano
con i
rispettivi rRNA per dare i ribosomi. In Procarioti tutto ciò avviene nel citoplasma.
I ribosomi sono formati da due subunità (piccola e grande) che si assemblano solo al
momento della traduzione.
I ribosomi procariotici sono più piccoli dei ribosomi eucariotici: le differenze tra ribosomi
procariotici ed eucariotici sono dovute al numero e alle grandezze diverse degli rRNA e al
numero e alle grandezze diverse delle proteine.
S= velocità a cui sono sottoposte per migrazione in un gradiente di saccarosio.
Capitolo 7. Traduzione 3
Siti in cui si lega l’anticodone con il codone. Ma che intervengono solo dopo che si lega quello
per la Met.
Il 2° tRNA con l‘AA corrispondente si lega all'mRNA e al sito A della subunità grande. Una
volta che è avvenuto il legame tra i 2 amminoacidi, tRNA risultano liberi, e scivolando, il 1° va
nel sito E e il sito A è libero x altri tRNA. Finché non si arriva a un punto in cui, in
corrispondenza del sito A non può aggiungersi più nessun tRNA e si legano i fattori di rilascio
che fanno rilasciare la proteina prodotta e impedire che si attacchino tRNA a caso.
Capitolo 7. Traduzione 4
🧬
Capitolo 8. Geni, genomi e
cromosomi
1. Definizioni
Genoma: la sequenza completa del materiale genetico di un organismo. Include il DNA
nucleare e quello degli organelli (mitocondri e mitocondri+cloroblasti nelle piante). La capacità
di regolare in modo fine a partire da livelli diversi è impo x differenziare funzionalmente le
cellule. Genoma aka tutte le cellule dell’organismo
Trascrittoma: il gruppo completo degli RNA di una cellula, tessuto od organismo. Include gli
mRNA, ma anche l’RNA non codificante. Ci si riferisce a quelle cellule specifiche x un tessuto.
Proteoma: il gruppo completo delle proteine espresse dal genoma, ci riferisce nello specifico
a determinate cell in un det momento. È più grande del numero di geni. Talvolta usato per
descrivere le proteine espresse da una cellula in un determinato momento.
Man mano che saliamo nella scala evolutiva, aumenta la complessità di tutti i meccanismi
genetici / “cellulari”.
I genomi minimi riflettono la complessità degli organismi. Un aumento della grandezza del
genoma è necessaria per la complessità dei procarioti ed eucarioti inferiori.
Il lievito (1° euca) situa simile ai procarioti perché nel lievito, pur essendo un eucariote, ha per
il 96% geni privi di introni e solo 4% è formato da 2 esoni e max 4.
Mano a mano che saliamo nella scala evolutiva, aumenta la presenza di introni ed esoni nei
geni. (es mammiferi geni con >60 esoni)
La lunghezza media degli esoni non varia, è quella degli introni che aumenta con la
complessità degli organismi
Es. nel lievito esoni lunghi 100-200 nucleotidi, nella drosophila circa 150 nucleotidi, nell’uomo
il 60% degli esoni è di circa 100 nucleotidi; lievito 0 introni, drosophila media di introni di 487
paia di basi, nell’ uomo il 20% degli introni ha una lunghezza di 1-5 kbasi.
Gli eucarioti superiori hanno più geni, ma il loro numero non correla con la dimensione del
genoma
≅
Il genoma umano ha 25.000 geni; >80% dei geni umani hanno splicing alternativi
(mediamente abbiamo 4 forme di splicing per ogni …) ➔ Il proteoma ha 50-60,000 membri
Il gene umano medio: In media un gene umano ha 9 esoni e 8 introni ed è lungo 27 kb. Gli
esoni terminali sono più lunghi. Solo 5% è codificante. Abbiamo esoni terminali più lunghi,
esoni interni con 154 paia di basi e introni interni con 3365 paia di basi.
RNA a doppio filamento che si copia un filamento di DNA, il quale viene copiato a sua
volta x formare DNA doppio filamento e da qui poi si forma mRNA.
Ciclo virale: Quando un virus, sia a DNA che a RNA (tranne retrovirus), infetta una cellula:
virus si attacca alla cellula attraverso la sua struttura, inietta il suo genoma, il quale viene
duplicato, trascritto e tradotto in proteine ➔ vanno a formare il rivestimento, nel quale viene
Una generica infezione virale: il funzionamento della cellula viene dirottato verso la
produzione di nuovi virus
Retrovirus:
Esempio HIV ➔ si lega alla cellula, la particella viene inglobata all’interno della cellula, il
capside viene disintegrato e abbiamo RNA virale.
Noi abbiamo sempre parlato di: replicazione – trascrizione – traduzione ➔ DNA – RNA –
proteine;
Nei retrovirus la molecola di RNA funge da stampo per produrre DNA. Abbiamo RNA
retrotrascrizione (inverso alla trascrizione) – DNA. Ciò è reso possibile da un enzima chiamato
trascrittasi inversa. (= DNA – RNA polimerasi - RNA – trascrittasi inversa che fa una
retrotrascrizione (processo inverso della trascrizione), è in grado di leggere l’info nel RNA e
produrre il DNA – DNA prima a singolo filamento, poi copiato a doppio filamento e poi
trascrizione) ➔ motivo x cui il dogma centrale della biologia andrebbe revisionato
Si chiamano retrovirus perché il loro genoma è composto da RNA (virus) e perché la loro
propagazione prevede il passaggio attraverso uno step indietro
Uno dei retrovirus è il Sars-Cov-2 che quando infetta le cell umane, le RNA virali vengono
integrate nella cellula e poi subisce una retro-trascrizione creando un DNA complementare il
quale è integrato nel DNA ospite, formando un provirus. Di questo poi ne viene trascritto un
solo filamento, formando un mRNA, il quale va nel citoplasma, crea proteine e il virus si
estende in tutto il corpo VEDERE FILMATO!!!!
I virus Batterici:
Quando i batteri vengono infettati da questi fagi, tutto il macchinario dei batteri viene deputato
alla nuova produzione di nuovi fagi (fagi virulenti) attraverso un ciclo litico: DNA iniettato nei
batteri fino alla lisi
Questi fagi possono scegliere se lisare altre cellule o inserirsi all’interno del DNA del batterio
sottoforma di profago ➔ DNA batterico replicato, ma il DNA del virus resta senza provocare
lisi finché non decide di provare lisi, in cui vengono indotte nuove copie di DNA x formare
nuove particelle fagiche.
Esempio fago λ:
Mitocondri
Sono organelli nel citoplasma (extranucleari) e quindi i loro geni vengono chiamati geni
extranucleari, extracromosomici, citoplasmatici.
TEORIA ENDOSIMBIONTICA:
Mitocondri e cloroplasti derivano da batteri endosimbionti che hanno invaso le cellule
eucariote ancestrali. Si è creata una relazione di rapporto reciproco. La relazione di reciproco
vantaggio si è evoluta in un rapporto di completa interdipendenza. Nel corso di questa
endosimbiosi è avvenuto scambio di geni tra i DNA nucleare, mitocondriale e plastidiale.
Esistono numerose copie di mitocondri x cell, ma all’interno dei mitocondri abbiamo numerose
copie della stessa molecola di DNA per organello ➔ Il numero di molecole di mtDNA è
elevato: numerose copie per organello, e numerosi organelli per cellula.
Perché Mitocondri=funzione di dare energia ➔ ecco perché c’è molta variabilità di contenuto
di organelli e DNA mitocondriale
Le dimensioni del mtDNA sono molto variabili:
Vertebrati ➔ 16 kb
Lievito ➔ 80 kb
Piante ➔ ~100 kb – 2 Mb
tRNA
rRNA
Alcune proteine mitocondriali, incluse quelle della catena respiratoria, sono codificate dal
nucleo:
Ciò a testimonianza del fatto che alcune parti del DNA dei procarioti che hanno colonizzato le
cellule, è stata inserita dagli organelli al nucleo
2. Avviene durante tutto il ciclo cellulare a differenza del DNA nucleare che avviene solo
quando la cell si divide per formare le cell figlie
Piante e lievito:
Ha un diverso contenuto in GC
tRNA
rRNA
CROMOSOMA EUCARIOTICO: metà DNA e metà proteine, la > parte ISTONI. Le proteine
NON-ISTONICHE hanno funzioni regolative (replicazione, trascrizione, riparazione,
ricombinazione).
Compattamento => minore accessibilità per le proteine => minor metabolismo del DNA.
La competizione spazio-temporale fra compattamento e accesso di proteine a diverse regioni
del cromosoma è alla base della regolazione dell’espressione genica.
Attraverso livelli successivi di avvolgimento della cromatina i circa 2 metri di DNA a doppia
elica formano i cromosomi che si osservano durante la divisione cellulare.
Struttura dei cromosomi:
È una struttura importante per la divisione cellulare ➔ essenziali per la segregazione dei
cromosomi durante la divisione cellulare (i frammenti acentrici vengono persi).
Nel DNA abbiamo tanto DNA ripetitivo, il quale è presente nei centromeri, in cui abbiamo la
eterocromatina che è molto compattata e non contiene geni.
Esistono proteine che sono in grado di associarsi in maniera specifica alle sequenze del DNA
centromerico.
Telomeri: regioni terminali dei cromosomi, composte di DNA altamente ripetuto, non
codificante. Strutture specializzate costituite da DNA e proteine che “incappucciano” le
estremità dei cromosomi eucariotici. (telomeri=cappuccio di DNA e proteine)
Hanno diverse funzioni:
1. Tutte le cellule somatiche che derivano da membri della stessa specie hanno lo stesso
numero di cromosomi. Nella maggior parte dei casi questo numero è DIPLOIDE (2n). ➔
corredo cromosomico doppio
3. Il numero APLOIDE (n) costituisce il genoma della specie, è la metà del numero diploide.
4. Coppie omologhe di cromosomi hanno siti identici per i geni nella loro lunghezza (loci,
sing. locus).
5. Negli organismi a riproduzione sessuata un membro di ogni coppia deriva dalla madre e
l’altro dal padre ➔ EREDITÀ BIPARENTALE.
1.1 La mitosi
Definizione: è la divisione di 2 cellule figlie che saranno identiche tra di loro e alla cellula
madre.
Ciascun cromosoma si duplica producendo due copie identiche: i cromatidi fratelli, uniti
insieme dal centromero. Poi questi si separano e ciascuna copia migra nelle 2 cell che si
stanno originando.
La mitosi (= l’intervalllo in cui la cell si divide) rappresenta solo una piccola parte del ciclo
cellulare, la maggior parte del periodo la cell la passa nell’interfase (tempo tra una divisione e
l’altra).
S ➔ cell replica il suo DNA. Fase molto importante xk il DNA viene duplicato, la cellula
raddoppia il n di cromosomi
Metafase ➔ I cromatidi (copie di cromosomi) si ancorano alle fibre del fuso mitotico al
centro di questo fuso. I cromosomi si raggruppano al centro della cellula e formano la
piastra equatoriale/piastra metafasica. Questa è la fase in cui possiamo individuare i
cariotipi.
Anafase ➔ i cromatidi fratelli si separano e ciascuno dei due viene trascinato dalle fibre
del fuso mitotico e migrano verso le 2 estremità della cellula
1.2 La meiosi
Gli organismi superiori si riproducono mediante l’unione di due cellule sessuali specializzate
→ i gameti (aploidi) che si uniscono a formare un’unica cellula chiamata zigote (diploide).
I gameti sono prodotti nelle gonadi (testicolo e ovaio) a partire dalle cellule germinali.
Se i gameti (cellule uovo e spermatozoi) avessero lo stesso numero di cromosomi delle cellule
del genitore che lo produce, lo zigote avrebbe un n° doppio di cromosomi e questo
La meiosi: è quel tipo di divisione cellulare che da cell diploide porta alla formazione di cellule
aploidi e questo avviene perchè il DNA si replica una volta sola e la cellula si divide due volte.
Durante la meiosi una cellula diploide va incontro a 2 divisioni cellulari, producendo
potenzialmente 4 cellule aploidi. È un processo fondamentale per garantire la conservazione
dello stesso numero di cromosomi all’interno di ogni specie.
Meiosi l: due membri di ogni coppia di cromosomi omologhi prima si uniscono, poi si
separano e vengono distribuiti in nuclei distinti, rimanendo sempre aploidi formati da una
coppia di cromatidi fratelli
Anche la meiosi è formata da più fasi; ciò che avviene nella meiosi 1 è importate, soprattutto
nella profase 1 perché garantisce il n di cromosomi nella specie (gameti diploidi) ed è anche
importante per il crossing over = durante la meiosi può avvenire scambio di info tra le regioni
di cromosomi omologhi.
4. Separazione tra coppie di cromatidi fratelli. CHIASMI: Aree di contatto tra cromatidi non
fratelli che hanno effettuato uno scambio di materiale genetico (CROSSING-OVER:i
cromosomi si appaiono e avviene lo scambio di info geni di due cromosomi omologhi. Due
cromatidi restano originali, parentali, e due cromatidi sono oggetto di questo scambio e
per questo sono chiamati
“ricombinanti”).
Nella telofase l: 2 cellule figlie con metà dei cromosomi formati ciascuno da due cromatidi
fratelli.
Nella meiosi 2:
Anafase II: Separazione e migrazione dei cromatidi fratelli verso i poli del fuso
Telofase II - Citocinesi: 4 cellule con metà numero dei cromosomi formati ciascuno da un
cromatide.
2. Crossing over: nella profase I durante l’appaiamento tra i cromosomi omologhi (tetradi)
può avvenire uno scambio reciproco di parti tra cromosomi omologhi
3. Assortimento casuale dei cromosomi omologhi (I divisione) e dei cromatidi fratelli (II
divisione) con formazione di nuove combinazioni. All’anafase I gli omologhi si disgiungono
e migrano ai due poli della cellula in modo indipendente per ogni paio, allo stesso modo si
comportano i cromatidi fratelli all’anafase II.
Durante la 1 divisione meiotica, c’è già un primo rimescolamento dei cromosomi perché le
prime due cell che si originano dalla diploide, riceveranno es 1 madre, 2 padre o
viceversa. Poi avviene il crossing over e ciò influenza l’assortimento casuale(= alla prima
divisione meiotica si avranno 2 cell che avranno una combinazione variabile di quelli che
erano i cromosomi materna e quelli di origine paterna della cell iniziale.). Inoltre, poi vi è la
2 divisione meiotica, anch’esso in modo casuale ➔ ciò porta al rimescolamento del
patrimonio genetico.
Schema riassunto:
2. Nonostante le due divisioni il DNA subisce una sola duplicazione durante l’interfase che
precede la prima divisione meiotica
Riassunto:
I gameti sono prodotti nelle gonadi a partire dalle cellule germinali (fondamentali x dare
origine allo zigote) tramite una divisione cellulare riduzionale: meiosi
Tutte le altre cellule dell’organismo sono dette cellule somatiche, sono diploidi e si
dividono tramite una divisione cellulare: mitosi
La relazione tra genotipo e fenotipo non è lineare ma è molto complessa perché il fenotipo
non è dato solo dal genotipo (in alcuni casi sì) ma anche da fattori ambientali; ecco perché un
genotipo da origine a fenotipi diversi.
Norma di Reazione: interazione tra fenotipo e ambiente, a partire dallo stesso genotipo. Il
genotipo fissa il potenziale per lo sviluppo, ma la manifestazione del fenotipo entro i limiti
imposti dal genotipo può dipendere dagli effetti ambientali (INTERAZIONE
GENOTIPOAMBIENTE).
Es drosophila vestigia: variabili ➔ temperatura ambientale e sesso inteso come ambiente
interno
1. Analisi mendeliana
Già precedentemente i contadini facevano selezioni tramite incroci di piante che davano i
fenotipi desiderati. Mendel ha fatto una serie di esperimenti importanti perché li ha condotti
con un rigore estremo, facendo incroci programmati e studiando un numero molto elevato di
piante; ciò ha permesso di concludere gli studi ed affermare i principi basilari dell’ereditarietà.
MENDEL:
Non sapeva che i caratteri fossero dovuti ai geni sui cromosomi; c’è un assortimento
indipendente dei geni a causa della meiosi durante la formazione dei gameti.
Studiò 7 coppie di caratteri (contrastanti e ben definiti ➔ fenotipo ben definito ed era possibile
stabilire senza dubbio quale fosse il fenotipo della progenie) di Pisum sativum:
Sapeva che i semi derivavano da linee pure ➔ LINEE PURE: popolazione che si comporta in
modo costante per il carattere in esame.
Es: semi con colore viola, fiori sempre viola anche nella sua progenie.
Questo fu un aspetto importante per gli esperimenti di Mendel perché era certo che se non
avesse incrociato questi semi, tutte le generazioni avrebbero avuto sempre lo stesso fenotipo
I primi esperimenti avevano piante che differivano per un solo carattere; avevano semi gialli e
semi verdi.
(P) Piante con semi gialli X Piante con semi verdi = (F1) ➔ seme giallo
Partendo da ciò, inizia a pensare che, x es., l’altezza fosse dominante sulla bassezza.
Comincia a definire come dominante il carattere che persiste in F1 e quello che scompare in
F1 come remissivo. Ciò vale per tutti i caratteri.
Ciò porta ad affermare: Il tratto scomparso nella generazione F1 ricompare nella F2, in ¼
degli individui.
Successivamente ha cercato di capire se il fenotipo della progenie poteva essere influenzato
da quale pianta dava i gameti maschili e femminili.
Mendel parte da fiori bianchi (gameti maschili) e impollina i fiori viola a cui aveva tolto le
arter(?)(gamete femminile) ➔ fiori viola; ha fatto lo stesso al contrario ➔ lo stesso fiori viola.
Arriva alla conclusione che il carattere dominante non era influenzato dal sesso delle piante.
Incrocio reciproco: Il fenotipo della progenie rimane lo stesso indipendentemente dalle
piante di partenza.
Osservazioni:
1. Uno dei due tratti contrastanti scompare nella generazione F1, per poi ricomparire nella
F2.
2. Nella F2, ¾ delle piante apparivano come le piante della F1, mentre ¼ mostrava il tratto
contrastante che era scomparso nella F1.
2. Quando due fattori diversi, responsabili di un unico carattere sono presenti in un dato
individuo, un fattore è dominante sull'altro, che viene detto recessivo.
I due membri di una coppia genica (alleli) segregano (si separano) l'uno
dall'altro durante la formazione dei gameti. Ciascun gamete porta solo
un singolo allele di ogni gene; la progenie deriva dalla combinazione
casuale dei gameti prodotti dai due genitori.
L’individuo che deriva da un incrocio, prodotto dalla combinazione di 2 gameti, verrà prodotto
dalla segregazione casuale degli alleli dei genitori.
F2 sarà formata da individui che avranno GG, altri gg, e altri Gg ➔ ¾ seme giallo e ¼
seme verde per il fenotipo; il genotipo invece sarà ¼ omozigote GG, ½ eterozigote, ¼
omozigote per carattere recessivo
Eterozigote è più facile da ottenere perché si può ottenere sia con G maschili e g femminile,
che con G femminile e g maschile. Abbiamo quindi una doppia possibilità.
Ogni pianta è provvista di due unità responsabili per ogni carattere, ognuna proveniente
da ciascun genitore. Le linee pure contengono una coppia di fattori identici (genotipo
omozigote).
Esempio:
Omozigote: diploide con entrambe le copie dello stesso gene rappresentate dallo stesso
allele (AA, aa).
Eterozigote: diploide con le due copie dello stesso gene rappresentate da due alleli
diversi (Aa).
Recessivo: quando il carattere risulta evidenziabile solo nell’omozigosi (es. semi verdi <=
gg)
Es. come per ciascuno dei loci dei cromosomi possiamo avere delle combinazioni:
Incroci tra individui che differiscono tra loro in quanto omozigoti per due alleli diversi (AA e
aa) dello stesso gene danno origine ad una progenie (F1) costituita da individui identici tra
loro tutti eterozigoti (Aa)
Incroci tra eterozigoti F1 (Aa x Aa) danno origine ad una progenie (F2) in cui compaiono
genotipi diversi in rapporti definiti e costanti: ¼ omozigote per un allele (AA), ¼ omozigote
per l’altro allele (aa), ½ eterozigote (Aa)
Quadrato di Punnet
Rappresentazione semplificata delle possibili combinazioni gametiche per calcolare le
frequenze attese dei possibili genotipi; permette di calcolare le frequenze attese dei possibili
genotipi.
Se l’individuo che si vuole testare è omozigote, dopo il testcross la progenie presenta tutta
il fenotipo dominante
Se l’individuo è eterozigote, metà della progenie avrà fenotipo dominante e l’altra metà
recessivo
Esempio 2:
Un allele mutato recessivo, nero, se presente in omozigosi, causa un corpo molto scuro in
Drosophila melanogaster.
Il colore selvatico normale è il bruno. Quale rapporto fenotipico è atteso nella progenie di un
incrocio tra una femmina nera e un maschio wild-type, il cui padre era nero? Femmina nera=
bb.
So per certezza che il maschio è Bb perché DERIVA DA UN RECESSIVO
Quindi: bb x Bb= ½ bruni ½ neri
Mendel dopo aver fatto esperimenti monoibridi, ha fatto incroci per piante che differivano per 2
paia di alleli contemporaneamente (diversi per 2 caratteri) ➔ incroci diibridi
Sia per il quadro di Punnet che per lo schema ramificato usiamo 2 leggi della probabilità che ci
permettono di vedere la probabilità che si verifichino i vari genotipi:
Legge della somma: “se io lancio 2 volte la moneta, che probabilità ho di ottenere 1 volta
T e una volta C?” Se esiste più di un modo per avere un risultato (eventi escludentisi), la
probabilità totale si ottiene sommando le singole probabilità. Da due genitori Bb, si può
avere un figlio Bb con uovo B e spermio b (¼) o con uovo b e spermio B ( ¼ ) e la
probabilità totale è ½.
Da qui viene la Legge della probabilità composta: Quando due eventi indipendenti
avvengono contemporaneamente, la probabilità combinata dei due eventi è data dal
prodotto delle
probabilità individuali di ciascuno di essi.
Regola del prodotto ➔ usata per prevedere la probabilità di eventi indipendenti. Es:
lancio un dado e la probabilità di ottenere un determinato numero è di 1/6 a ogni lancio; la
probabilità che anche al 2 lancio venga fuori lo stesso numero è 1/6 x 1/6 = 1/ 36.
Es: se noi incrociamo piante con semi gialli e semi verdi, F1 sarà formata da semi gialli
eterozigoti e F2 sarà formata da ¾ semi gialli e ¼ semi verdi ➔ “qual è la probabilità in F2
di osservare 3 piante con semi verdi?”: ( ¼ ) ^ 3 = 1/64 = 0.016
Es: abbiamo un incrocio tra piante eterozigoti GgLl x GgLl =9:3:3:1 genotipi; abbiamo 4
classi fenotipiche ciascuna rappresentata in x/16 “qual è la probabilità di ottenere da
questo incrocio una progenie con semi gialli e lisci, (o) semi gialli e rugosi, (o) semi verdi e
lisci?”: 9/16 +3/16+3/16=15/16= 0.94= 94%
Esempio: Albinismo (carattere autosomico si manifesta solo se allele omozigote
recessivo). Due individui eterozigoti si uniscono e abbiamo un P che abbia normale
pigmentazione (3/14), P albino (1/4) ➔ che probabilità hanno i genitori di procreare 3 figli
tutti albini? Dato che l’evento non esclude che ciò si verifichi anche al secondo figlio;
quindi, sono eventi indipendenti ➔ ¼ x ¼ x ¼ = 1/64
27/64 perché ciascuno degli scenari ha una sua probabilità e la probabilità della coppia è
data dalla somma degli eventi
Esempio 1: Qual è la probabilità di generare 5 figli, dei quali 2 affetti da albinismo e 3 con
pigmentazione normale?
Ci conviene applicare la distribuzione binomiale (a+b)^n;
Binomiale = (a+b)^5 =
= a^5 + 5(a)^4 b + 10 (a) ^3 (b)^2 +10 (a)^2(b)^3+5a(b)^4+b^5
Esempio 3: La pipì di alcune persone ha un caratteristico odore dopo che queste hanno
mangiato asparagi. Questo carattere sembra essere recessivo. Se due persone
eterozigoti per questo carattere si sposano, quale saranno i rapporti genotipici e fenotipici
attesi nei figli della coppia? Utilizzate i simboli P e p per rappresentare gli alleli.
Qual è la probabilità che almeno uno di essi faccia la pipì odorosa dopo aver mangiato
asparagi? ➔ può anche essere letta come: che almeno uno di essi faccia la pipì odorosa
dopo aver mangiato asparagi?
Per rispondere alla vera domanda, tolgo 1: 1 – 0.42 = 0.58 ➔ probabilità che almeno 1
faccia pipì odorosa
Quale è la probabilità che dei 3 figli, 2 facciano la pipì odorosa dopo aver mangiato gli
asparagi e 1 no?
4. La fecondazione è casuale
Ipotesi nulla H0: non c'è differenza tra i valori misurati (o il loro rapporto) e i valori attesi (o il
loro rapporto)
Test del chi-quadrato: Prende in considerazione le deviazioni osservate in ciascuna delle
componenti e l'ampiezza del campione e le riduce ad un valore numerico, Χ2.
Permette di stimare la frequenza con cui ci si può aspettare che la deviazione osservata sia
dovuta al caso.
Χ2 / ∑ = (o – e)2 / (e);
o = valore osservato per una data classe; e= valore atteso per quella classe
Il risultato dobbiamo considerarlo con i gradi di libertà (gl)= n-1, dove n= numero delle classi
fenotipiche
Da ricordare: Il valore p è la probabilità che, se l’ipotesi è corretta, si verifichi, per effetto del
caso, uno scostamento dai risultati attesi uguale o più grande di quello osservato. Il fatto che i
risultati abbiano “superato” il test non significa che l’ipotesi è vera, ma solo che i risultati
ottenuti sono compatibili con quell’ipotesi.
Il risultato del test del Chi2 è fortemente dipendente dalle dimensioni del campione (più è
grande, più il risultato è affidabile!).
Esempio: Nei piselli, quando piante ALTE omozigoti vengono incrociate con piante NANE
omozigoti, la F1 è costituita esclusivamente da piante alte. Piante della F1 incrociate tra loro
hanno dato la seguente discendenza:
2. Usare chi-quadro
Esempio2: Da un incrocio tra mosche con ali normali e mosche con ali mozze
(mutazione recessiva) si ottengono solo mosche con ali normali. Nella generazione F2 si
ottengono:
3. Cosa suggeriscono i risultati in merito alla mutazione ali mozze? potrebbero esserci
diversi fattori che influisce sul rapporto fenotipico (complicanze su altre parti durante lo
sviluppo e non solo le ali; complicanze ambientali)
Il fatto che il testo non mi dicesse che tipo di mosche avevo nella P, il fatto che F1 fossero con
ali normali mi dice che i P con ali normali erano omozigoti dominanti ➔ quindi F1 eterozigoti
dominanti.
Mendel, infatti, ha scelto caratteri che avevano una corrispondenza lineare tra genotipo e
fenotipo. Ampliamento del concetto: non solo
2. Dobbiamo considerare anche le interazioni geniche perché più geni concorrono allo
stesso fenotipo
1. Interazioni alleliche
Abbiamo delle situazioni in cui:
4 fenotipi:
A ➔ esprimono antigene A
B ➔ esprimono antigene B
Allelismo multiplo ➔ Gli alleli multipli: In una popolazione possono esistere molte forme
alleliche di un gene. Tuttavia, dobbiamo ricordare che ogni diploide può possedere solo
due alleli diversi di uno stesso gene.
Alleli letali ➔ alleli che si sono originati per delle mutazioni (cambiamenti nel gene), le
quali hanno portato alla produzione di proteine non funzionanti (loss of function) o che
producono molto di più (gain of function). Possono essere tollerate in eterozigosi ma non
vitali in omozigosi ➔ allele letale recessivo
1. Fenotipo riconoscibile
2. Fenotipo normale
2. Interazioni geniche
Quando un unico carattere è controllato da 2 geni che assortiscono indipendentemente e i
rapporti mendeliani sono modificati, ≠ 9:3:3:1.
Con le interazioni geniche possiamo vedere:
a. Interazioni tra geni che controllano la stessa caratteristica fenotipica (anche con comparsa
di nuovi fenotipi)
b. Interazioni tra geni per cui alleli di un gene mascherano l’espressione degli alleli dell’altro
gene: Epistasi
Come esempio a abbiamo il colore diverso delle lenticchie. ➔ due geni interagiscono per
produrre nuovi colori nelle lenticchie.
Piante aa B- grigio
Come esempio b abbiamo l’epistasi ➔ Interazione genica per cui alleli di un gene mascherano
l’espressione degli alleli dell’altro gene. La presenza del gene A maschera la presenza del
gene B, qualunque siano i suoi alleli.
Il gene che opera la copertura è detto EPISTATICO (A), mentre il gene il cui effetto viene
mascherato è detto IPOSTATICO (B). I geni EPISTATICI possono essere recessivi o
dominanti per quel che riguarda il loro effetto => EPISTASI RECESSIVA (è l’allele recessivo
che opera la copertura e quindi opera in omozigosi) o EPISTASI DOMINANTE.
Esempio: colore del mantello del labrador, il quale è determinato da 2 geni: B ed E, per cui ci
sono per entrambi 2 alleli.
B ➔ pigmento nero;
b ➔ pigmento bruno
E ➔ produzione di pigmento;
e ➔ assenza di pigmento
B- E- ➔mantello nero
Bb E- ➔ marrone
Bbee ➔ biondo
B- ee ➔ biondo
Perché ee ha come fenotipo assenza di pigmento, qualsiasi sia il genotipo dell’altro gene, il
fenotipo sarà sempre assenza di pigmento. Siccome il gene E è il gene epistatico, ma si
manifesta solo in omozigosi recessiva “ee”(allele) ➔ epistasi recessiva perché il
mascheramento è determinato dall’allele recessivo.
Ciò suggerisce che: L’allele dominante B è epistatico rispetto ad A; A produce colore solo in
assenza di B.
Un unico gene che controlla più caratteri che molte volte non hanno nessun nesso.➔
PLEIOTROPIA: Un singolo gene determina un certo numero di caratteri apparentemente non
correlati.
Es1. Mutazione singed che influenza la formazione delle setole e la produzione di uova fertili.
Es2: Il gene che determina il colore del mantello dei gatti ha effetto anche su occhi e orecchie
➔ Gatti con mantello bianco e occhi blu sono sordi; Gatti bianchi con un occhio blu e uno
giallo-arancio sono sordi dalla parte dell’occhio blu.
3. Norma di relazione
Lo sviluppo dell’individuo = interazione tra genotipo x ambiente x fenotipo➔ motivo x cui lo
stesso genotipo può dare diversi fenotipi.
Concetti necessari:
Penetranza: Il numero di individui, in una popolazione con un certo genotipo, che mostra
il fenotipo atteso ➔ è la percentuale in cui nella popolazione si manifesta il fenotipo atteso
Es. Prognatismo mandibolare: presente nella famiglia degli Asburgo, in alcuni è molto
pronunciato ma la penetranza è incompleta perché l’imperatore Massimiliano I di Austria è col
mento okay.
La mandibola degli Asburgo = carattere dominante a penetranza incompleta ed espressività
variabile
Un altro es di espressività variabile: La mutazione eyeless in Drosophila melanogaster ➔ può
manifestarsi o con senza occhio o con un occhio che è alterato nella struttura
Interno
Esterno
Background genetico:
Abbiamo 2 possibilità:
Età ➔ Non tutti i tratti genetici vengono espressi nello stesso momento nel corso della vita
di un organismo.
Influenza dell’età sull’espressione genica
L’espressione dei geni varia nel corso del ciclo vitale degli organismi, inclusi gli esseri
umani. Il genotipo di questi geni si manifesti in modo fenotipico in maniera variabile
durante la vita degli organismi. Questo spiega perché alcune malattie ereditarie si
manifestino dopo la nascita: diverse fasi dello sviluppo = diverse espressioni genica
Circa 25° tutto bianco con muso, orecchie e zampe, nere + se mettiamo su una parte
del corpo random un getto di aria fredda/facciamo raffreddare quella zona, vedremo
che quella determinata zona sarà scura
Il suo fenotipo è dovuto al fatto che gli enzimi che producono il mantello sono sensibili alla
temperatura, pur avendo lo stesso genotipo, e a temperature più alte il pigmento non
viene prodotto (ecco perché è tutto bianco)
Background genetico:
Se una regione di un cromosoma viene ri-localizzata per effetto di riarrangiamenti (mutazioni
cromosomiche), diversa dall’originaria, la normale espressione dei geni contenuti può essere
alterata. Le regioni eterocromatiche inibiscono l’espressione di geni adiacenti ➔ effetto di
posizione: l’espressione di un gene è influenzata dalla sua localizzazione fisica.
Es. Femmine drosophila melanogaster eterozigote per il gene white+ (cambia colore degli
occhi, è un allele recessivo); ma effetto di posizione Perché lo stesso genotipo da fenotipo
diverso a seconda di quale livello di cromatina si trova quel gene ➔ quando il gene white+ si
trova in una regione eterocromatica, non verrà espresso correttamente, e avremo un fenotipo
diverso.
Quindi, i caratteri genetici nell’uomo vengono studiati mediante l’impiego degli alberi
genealogici ➔ pedigree: si studiano le varie famiglie in cui è presente quel carattere e si va a
vedere come questo è trasmesso nelle varie generazioni.
Struttura di un pedigree:
→ portatore sano
Dominante: è necessario un solo allele per essere manifestato ➔ tutti gli individui che portano
il carattere (=hanno almeno un allele) hanno sicuramente 1 dei 2 P che ha il carattere. Gli
individui che non hanno il carattere (non hanno manco una copia di quell’allele), non avranno
mai figli affetti.
Quindi 3 caratteristiche importanti:
Più i pedigree sono grandi, più possiamo formulare ipotesi per quel carattere
Caratteristiche di trasmissione:
Se abbiamo incrocio tra Aa x aa = la prob che i F ereditino il carattere è del 50% perché la P.F.
darà solo alleli piccoli ➔ F1 al massimo etero- dom
Se abbiamo incrocio tra AaxAa= ¼ omo-dom; ½ etero-; ¼ omo- dom ➔ fenotipo: ¾ dom e ¼
recessivo.
Acondroplasia ➔ “nanismo”. Tutti gli individui affetti sono eterozigoti. L’allele omo- porta ad
una grave forma di acondroplasia letale alla nascita (chiamata acondroplasia omozigote)
Il numero di dita varia e varia tra le generazioni e arti inferiori/superiori. Questo è un esempio
di espressività variabile.
Un unione tra consanguinei fa sì che il rischio ammonti al 6% per qualsiasi mutazione che sia
poi causa di malattia genetica. Quindi due cugini primi rischiano il 6% di avere un figlio
OMOZIGOTE AFFETTO da qualsiasi tipo di patologia autosomica recessiva, che
normalmente non si sarebbe verificata perché fuori dalla famiglia è difficile trovare un partener
in etero- per quella mutazione.
FIBROSI CISTICA
Chiamata anche MUCOVISCIDOSI perché si manifesta con una sovra-produzione di muco
nelle vie respiratorie. È dovuta a un difetto ella produzione di una proteina, Cystic Fibrosis
Transmembrane Conductance Regulator (CFTR). Ciò provoca anomalia di secrezione delle
ghiandole esocrine = maggiori secrezioni mucose molto più dense e vischiose ➔ spesso
causa ostruzione delle vie respiratorie, pancreatiche e biliari, con progressivo danno degli
organi coinvolti.
È la più frequente malattia genetica ereditaria nella popolazione caucasica xk ci sono tanti
etero- nella popolazione, quindi tanti portatori sani.
Quando un individuo affetto nasce da genitori normali, si deve ritenere che entrambi i
genitori siano eterozigoti e che, con media statistica ¼ della prole risulterà affetta, ½
portatrice e ¼ normale➔unione di 2 portatori sani
In seguito all’unione tra un individuo affetto e uno genotipicamente normale, la prole sarà
genotipicamente eterozigote (portatore) e fenotipicamente normale
In seguito all’unione tra due individui affetti, tutta la prole risulterà affetta xk omo- recessivi
Il rischio di ricorrenza nelle generazioni successive è basso, a meno che non si verifichino
particolari circostanze che favoriscono l’unione tra due eterozigoti (consanguineità, alta
frequenza del gene➔es fibrosi cistica)
Genica (GSD)
1. I cariotipi
I primi cariotipi umani furono accertati negli anni 50.
Cariotipo: braccio corto=p; braccio lungo=q; Le bande vengono numerate con numeri
progressivi dal centromero verso i telomeri
Ginecomastia
Nel corso di alcuni incroci nel 900, ottenevamo dei moscerini XXY o X0. Questi si ottenevano
perché se nella meiosi normalmente i cromosomi omologhi si separano, qui abbiamo che non
si disgiungono e quindi otteniamo che alcuni individui possono avere 2 cromosomi X e un Y
fenotipicamente erano F normali) e alcuni individui X0 che fenotipicamente erano M ma sterili.
Ciò ha fatto capire che il sesso è il rapporto tra il numero di cromosomi X e il numero di
autosomi aploidi.
Altri incroci invece ottennero progenie di F con 3 copie di ciascun cromosoma (triploidi, 3n -
3X:3A).
La presenza del cromosoma Y non determina il sesso maschile, né la sua assenza determina
il sesso femminile! Ma il cromosoma Y è necessario per la fertilità!
X/A = 1 => female ; X/A = 0,5 => male ; X/A > 1 => Metafemmina ; X/A < 0,5 => Metamaschio;
0,5 < X/A < 1 => Intersesso
2. Il gene che determina il sesso maschile è localizzato sul cromosoma Y. Una singola copia
di questo cromosoma, anche in presenza di numerosi cromosomi X, produce un fenotipo
maschile.
4. I geni che influenzano la fertilità sono situati sui cromosomi X e Y. Solitamente una
femmina ha bisogno di almeno 2 copie del cromosoma X per essere fertile.
I cromosomi X sono presenti in duplice copia nella F e in unica copia nel M. Com’è possibile
che la natura compensi che questi geni sono presenti in copie diverse in M e F?
Alcune osservazioni portano ad ipotizzare l’esistenza di un meccanismo di compensazione del
dosaggio genico (o più precisamente della differenza di dosaggio genico)
3. Molti dei geni localizzati sul cromosoma X sono house-keeping. Quindi è impo che tra M e
F ci sia la stessa quantità di prodotto genico
Regolazione della loro espressione: diverso numero di copie ma stesso prodotto genico.
2) Nelle femmine uno dei due cromosomi X è inattivato casualmente in ciascuna cellula
allo stadio di blastocisti
Nella femmina sono attivi entrambi i cromosomi. Nel maschio la compensazione del dosaggio
avviene aumentando l’espressione genica dell’unico cromosoma X presente.
L’aumento della trascrizione di mRNA porta a raggiungere il livello di espressione tipico di due
cromosomi. Il gene che segnala al cromosoma X che dev’essere sovraespresso è il gene Sxl,
sensore per l'espressione dei geni Xlinked ➔ Il gene MLE è inattivato nelle femmine dal
prodotto di Sxl perché abbiamo già 2 copie e uno viene inattivato.
Il gene white è 2 copie in F e 1 copia in M. I fenotipi sono comunque entrambi con gli occhi
rossi, ciò dimostra la compensazione genica. Se la F ha solo 1 copia, è arancione. Se il M ha
doppia copia di X, avrà gli occhi ancora più rossi. L’espressione genica è legata
all’acetilazione degli istoni. In questo caso abbiamo Iperacetilazione della lisina 16 dell'istone
H4 (H4K16).
Casuale: in media il 50% delle cellule inattiva l’X ereditato dal padre e il 50% quello
ereditato dalla madre. Quindi si inattiva o uno o l’altro in modo random.
Eccezione: membrane extraembrioniche (che vanno a formare amnion, placenta e
cordone ombelicale). É il cromosoma X del padre che viene inattivato.
Precoce: durante lo sviluppo embrionale è molto precoce, a 17gg vengono regolati (nel
topo 7gg)
M ➔ zigote in divisione, una parte per il soma e una parte per i gameti: una parte X e una
parte Y
Alcune regioni, regioni PAR, non vengono inattivate perché sono doppia copia sia in M
che in F
Nella sindrome di Klinefelter (XXY) uno dei due cromosomi X è inattivato casualmente in
ciascuna cellula allo stadio di blastocisti; quindi, il dosaggio viene mantenuto e abbiamo un M
che ha un’unica copia.
Riassumendo:
Multi-step:
1. ‘Conteggio’ dei cromosomi X presenti nella cellula (anche rispetto agli autosomi) e
inattivarli tutti -1;
3. Inizio dell’inattivazione;
Il locus per questo meccanismo è necessario e sufficiente, Xic (X-inactivation center) ed è sul
cromosoma X: perché se lo prendo dal cromosoma X e lo sposto su autosoma,
quell’autosoma viene inattivato. Quindi, il segnale dell’inattivazione del cromosoma X parte da
questo locus Xic. Il locus Xic è di 450 kb e se inserito in un qualsiasi cromosoma autosomico
ne induce la eterocromatinizzazione. Il locus Xic contiene il gene XIST (Xi specific transcript),
l’UNICO gene espresso SOLO nel cromosoma da inattivare perché viene espresso prima che
la regione venga inattivata. XIST codifica per una molecola di RNA che viene trascritta da un
cromosoma; una volta trascritta, l’RNA accumula lungo il cromosoma X e procede e
all'inattivazione di pressochè tutti i geni presenti su quel cromosoma; molecola di RNA si non
viene tradotta e il cromosoma diventa inattivo ➔ RNA di XIST non raggiunge l'altro
cromosoma X nel nucleo.
L’inattivazione dell'X è mediata dall'RNA codificato da XIST, che è instabile quando i due
cromosomi sono attivi e si stabilizza rivestendo il cromosoma da inattivare
Mutazioni o delezioni del gene SHOX nella regione PAR1 causa ritardo di crescita e
bassa statura. La bassa statura di donne con sindrome di Turner Syndrome (X0) potrebbe
essere il risultato di una sola copia di SHOX. La maggiore statura nel Klinefelter (XXY) e
nella tripla X (XXX) potrebbe essere il risultato di 3 copie di SHOX
Geni situati fuori dalle regioni pseudoautosomiche, che hanno copie omologhe sul
cromosoma Y
Geni localizzati in regioni uniche dell’X e che non hanno un omologo sull’Y. Per questi
geni non c’è compensazione della dose. Sono la probabile causa dei sintomi clinici degli
individui con aneuploidie dei cromosomi sessuali.
Eterozigote manifesto: l’allele deleterio è localizzato sull’X attivo, e quello sano sull’X
inattivo in tutte o la maggior parte delle cellule ➔ la maggior parte delle X avrà la copia
mutata di quel gene e quindi l’individuo, anche se etero-, mostrerà quel gene
1. Mosaicismo genetico
Le femmine dei mammiferi sono mosaici genetici: alcune cellule esprimono i geni X-linked
materni, altre esprimono i geni Xlinked paterni ➔ uno zigote ha X paterno e un X materno e,
per quanto riguarda, i caratteri dell’X, le femmine sono dei mosaici.
Esempio
L’inattivazione del cromosoma X è responsabile della grande variabilità clinica delle malattie
dovute a geni che mappano su questo cromosoma à la gravità del fenotipo clinico dipenderà
dalla proporzione di cellule che hanno mantenuto attivo il cromosoma X con l’allele mutante.
1913 Prima mappa genetica: i geni sono disposti in un ordine lineare (A. H. Sturtevant)
Thomas Morgan nel 1910 pubblicò i risultati di incroci sperimentali con la Drosophila
(moscerino della frutta). Morgan trovò in una sua linea pura (occhi rossi) una mosca con occhi
di colore bianco, anziché del colore rosso mattone caratteristico del selvatico (o wild-type,
riferito a un organismo o a un gene che sia il più frequente nella popolazione naturale di
quell'organismo). Il colore bianco è definito come prodotto da un allele mutato per questo
gene.
Successivamente, Morgan incrociò un maschio occhi bianchi con una femmina occhi rossi:
tutte le mosche della F1 avevano occhi rossi ➔ il carattere occhio bianco è recessivo.
Poi, incrociando individui occhi rossi della F1, ci aspettiamo che occhi rossi ricompaia con un
rapporto 3:1 ma Morgan ha scoperto che il carattere in F2 compariva con un rapporto diverso
da 3:1; inoltre, tutte le mosche con gli occhi bianchi erano maschi ➔ gene x il colore degli
occhi è localizzato sui cromosomi X.
Morgan ha poi fatto l’incrocio reciproco: ha preso F con occhi bianchi e M con occhi rossi ➔
F1: F con occhi rossi e M con occhi bianchi ➔ F2 metà M occhi rossi e metà occhi bianchi,
F con entrambi gli alleli occhi bianchi (XX ww), F con due alleli diversi ma fenotipo occhio
rosso (XX Ww), M con occhi bianco (XY w) o M con occhi rossi (XY W).
Il risultato dei rapporti fenotipici che si ottengono in base agli incroci reciproci è diverso, quindi
i caratteri sono portati non dai geni ma dai cromosomi sessuali perché ho risultati diversi per
M e F.
1 cromosoma X e sarà M
Questi principi sono stati ottenuti tramite delle osservazioni indirette: leggi di Mendel ed
esperimenti di Morgan; osservazioni dirette: Nondisgiunzione meiotica dei cromosomi X.
Il termine “carattere legato al sesso” viene generalmente riferito ai geni presenti sul
cromosoma X perché i cromosomi Y hanno pochi geni e riguardano soprattutto la sessualità e
la fertilità degli individui.
L’eredità legata all’X viene definita criss-cross: I tratti fenotipici controllati dai geni recessivi
legati al sesso sono trasmessi dalle madri omozigoti a tutti i figli maschi.
Alternanza tra i sessi tra una generazione e la successiva: in F1 saranno le F a portare il
carattere, in F2 saranno i M.
Ricordiamo sempre: Il fenomeno della Lyonizzazione (inattivazione quasi totale casuale di uno
dei due cromosomi X nella femmina) … Mosaicismo somatico in femmine eterozigoti per un
carattere legato al cromosoma X.
Il daltonismo
I colori sono percepiti dai coni, cellule sensibili alla luce che rivestono la retina. 3 pigmenti in
grado di assorbire lue di una particolare lunghezza d'onda: blu, rossa, verde. Blu: Cromosoma
7; Rosso e Verde: Cromosoma X. Daltonismo rosso-verde maschi emizigoti sono daltonici in
tutte le cellule della retina, mentre le femmine eterozigoti hanno la retina a mosaico, in cui
zone di retina con percezione dei colori difettiva si alternano a zone con percezione normale!
L’emofilia
L’emofilia è una malattia che determina un difetto nella coagulazione del sangue. La
coagulazione del sangue è un processo che richiede l’intervento di diverse proteine, tra cui
una chiamata FATTORE VIII.
L’emofilia è causata da un allele recessivo che contiene un’informazione difettosa per il
Fattore VIII. L’emofilia è anche chiamata “la malattia dei re” perché la regina Vittoria era
portatrice, pedigree➔
Casi:
Il colore delle foglie delle piante è dovuta alla presenza della clorofilla nei cloroplasti che
danno il colore e sono la sede della sintesi clorofilliana.
Colore variegato = diversi tipi di organelli di cloroplasti; cloroplasti per il verde e cloroplasti per
il bianco!
Il colore delle foglie è controllato da fattori trasmessi attraverso gli ovuli e non attraverso il
polline ➔ eredità di tipo materno perché sono sempre i gameti F che determinano il fenotipo
della progenie.
Caratteristiche:
Il contenuto di mtDNA può essere diverso tra le diverse cellule somatiche e nei diversi
tessuti in funzione della diversa dipendenza dalla fosforilazione ossidativa (vedi cervello,
muscoli scheletrici, cuore). ➔ ruolo fondamentale nei vari tessuti xk hanno un numero
diverso di mitocondri e DNA mitocondriale, tale differenza si riflette anche sulle diverse
funzioni dei tessuti
Eredità materna:
Inoltre, vi è penetranza molto incompleta: nonostante ogni figlio di una madre affetta erediti
dei mitocondri mutanti attraverso la cellula uovo, solo alcuni dei figli mostrano degli effetti
clinici. Una delle possibili cause è un’eteroplasmia variabile.
OMOPLASMIA-ETEROPLASMIA
1. ➔organelli tutti dello stesso tipo
2. ➔ organelli diversi
Perché la malattia mitocondriale in alcuni individui della famiglia si manifesta e in altri no?
Perché, dato che c’è un caso di eteroplasmia e di mitocondri mutati, affinché questi mitocondri
con mutazione possano manifestarsi, è necessario che la proporzione di mitocondri con
proporzione sia tale da potersi manifestare.
Nel caso di F affetta, si può avere figli sì affetti ma per eteroplasmia possono o non
manifestare il carattere o manifestarlo con un’intensità variabile.
Il fatto che una F abbia un certo tipo di mutation load può originare a dei gameti femminili che
possono avere un diverso contenuto di mtDNA mutato rispetto al totale.
Ossia, una F che ha una certa % di mt mutati, può dare origine a figli che non hanno la stessa
% e intensità di mt mutati.
Questo avviene xk accade qualcosa durante la gametogenesi femminile: c’è una F con
sintomi lievi o assenti (tuttavia, ha alcuni mt mutati, i quali non sono suff x una sintomatologia
manifesta/grave, sono per esempio il 20%); durante la linea germinale (➔ le cell germinali
partono da precursori e poi subiscono vari step di maturazione fino a produrre ovociti), nelle
primissime cellule chiamate “oogoni primari” (da cui poi si differenziano gli ovociti) c’è un
numero molto ridotto di mt. Se da una cell con tanti mt, se ne formano altre con pochi mt, ci
possono essere 3 situazioni più o meno estreme, in cui abbiamo un contenuto diverso di mt ➔
si produrranno ovociti maturi che avranno una % diversa di mt mutati:
1. Oogoni primari che hanno ¾ di mt con mutazione sul totale ➔ si produrranno ovociti con
80% di mt mutati + contributo paterno alla formazione dello zigote (che è nullo) = bambino
con un disturbo severo, manifestazione grave della malattia
2. Oogoni primari che hanno ¼ di mt mutati sul totale ➔ ovociti con 50% di mt mutati +
contributo paterno alla formazione dello zigote (che è nullo) = bambino con
manifestazione lieve della malattia
3. Oogoni primari che hanno il 50% di mt mutati sul totale ➔ ovociti con 20% mt mutati +
contributo paterno alla formazione dello zigote (che è nullo) = bambino con un disturbo
lieve, manifestazione nulla della malattia
Una F può produrre diversi tipi di gameti proprio perché in questo stadio in cui le cellule hanno
pochi mt, abbiamo un trasferimento passivo e casuale che può generare queste 3 situazioni
diverse.
Abbiamo quindi un eteroplasmia variabile: a partire dalla stessa F, possiamo avere un diverso
lvl di intensità di eteroplasmia.
Nelle malattie mitocondriali, una piccola parte delle componenti è codificata dal genoma
mitocondriale e il resto è tutto codificato dal genoma nucleare.
Quindi dobbiamo distinguere le malattie mt dovute a mutazioni nei geni mt (10%), che hanno
un tipo di manifestazione ed eredità sopra descritta, da malattie mt dovute a geni nucleari che
rappresentano oltre il 90% delle proteine mt:
Usare strumenti genetici x determinare un profilo che è specifico e unico x ciascun individuo
(lo stesso profilo genetico, a meno che non si tratti di gemello omozig, ha prob nulla..tra
sorelle, fratelli e genitori si condividono solo ALCUNE RIPETIZIONI, ma mai tutto il pattern).
Sir Alec Jeffreys è un ricercatore che ha usato questa tecnica in seguito a un’osservazione
che ha fatto nei primi anni 80 ➔ stava analizzando alcuni loci specifici su campioni di DNA
Ci sono dei marcatori altamente variabili xk ci sono delle seq variabili e quindi possiamo avere
diverse ripetizioni x locus ed è altamente probabile che …
Marcatori utili xk se combiniamo dei loci, analizzando le varie combinazioni, otterremo delle
combinazioni uniche.
Com’è un pattern: abbiamo 2 loci diversi con 3 diverse ripetizioni e 3 individui diversi. Nel 1
abbiamo 3:8 ha una copia con 3 ripetizioni e una copia con 8 ripetizioni; Nel 2 abbiamo 8:7;
nel 3 abbiamo 4:6 … ➔ questo x un unico marcatore. Quindi se analizzo i profili dei 3 per soli
3 loci, ottengo dei pattern diversi tra loro. Alcuni individui possono avere lo stesso profilo per
un marcatore ma diverso per gli altri
Es. determinare il colpevole di un crimine: a partire da una macchia di sangue, possiamo
determinare un profilo e così possiamo ottenere 7 sospettati. Solo il numero 3 sarà il
colpevole xk c’è lo stesso profilo ➔ poiché la prob di condividere un profilo è
ESTREMAMENTE BASSA, possiamo così scoprire il colpevole.
Questo tipo di analisi si può fare anche se c’è un corpo senza identità e si confronta il profilo
con i parenti.
Ecco perché si usa anche per fare il test di paternità: confronto del finger printing con quello
della madre e del presunto padre.
Idem per S1
Questo tipo di analisi si può fare sia su loci autosomici (ereditati sia da M e F) oppure su loci
presenti solo da cromosoma Y (pattern ereditati solo da M) oppure su mt mitocondriale
(eredità materna)
Cosa si fa per indagine:
Es: Una nuova mutazione per la distrofia muscolare di Duchenne (recessiva X linked).
III-1 possiede il cromosoma X del nonno e presenta una mutazione che può essere avvenuta:
1. Nel nonno
Penetranza del 100%: tutti i portatori di un certo allele manifestano il fenotipo corrispondente;
Penetranza del 70%: solo il 70% degli individui portatori dell’allele manifestano il fenotipo;
La penetranza è quindi un concetto che si riferisce alla popolazione. A livello del singolo
individuo il carattere ha solo due possibilità: si manifesta o non si manifesta. La penetranza
incompleta è più frequente x i caratteri dominanti
Es n2: Sindrome di Waardenburg: nella sua complessità di manifesta con sordità + occhi di
colore diverso+ ciuffo di capelli bianchi sulla fronte + incanutimento precoce
Esordio tardivo ➔ Alcune malattie ereditarie si manifestano in età adulta o anche durante
l’invecchiamento. In questo caso si deve tenere conto del rischio “residuo” di ammalarsi, che
dipende dal tipo di patologia.
Es. Corea di Huntington ➔ si manifesta con la lenta e progressiva perdita di capacità
motorie, si manifesta in seguito all’accumulo di sostanze nocive nelle cellule.
Il pedigree sarà simile a penetranza incompleta ma è legata all’età: giovani non manifestano,
Imprinting genomico ➔ a differenza di quando alleli materni e paterni vengono espressi allo
stesso modo, ci sono delle situa in cui alcuni alleli (autosomi, geni ucleari) la cui espressione
dipende dal fatto che quell’allele sia di origine materna o paterna. 2 cromosomi hanno 2 modi
diversi di esprimere alcuni dei geni contenuti.
Esperimento: TRAPIANTO DEL NUCLEO IN TOPI
Questo avviene xk gli alleli per alcuni geni hanno un diverso livello di espressione:
Sono ricche in CpG island (88% contro il 47%) … citosine vengono metilate
L’imprinting in sé non provoca malattie, tuttavia ci sono alcune malattie genetiche proprio
dovute all’imprinting, come:
Sindrome di Prader-Willi (PWS): crescita ridotta, ritardo ment., difficoltà nel nutrimento,
che poi si trasformano in disturbi dell’alimentazione e obesità. Geni espressi (15q11-13)se
di origine paterna, repressi se materna. Se ho delezione nel cromosoma paterno
Prodotto di mutazione sono tra l’altro le diverse piante di pisello utilizzate da Mendel, le
malattie genetiche, il cancro. Ma le mutazioni sono la principale causa della variabilità
genetica. Questa è una delle proprietà fondamentali del materiale genetico.
somatica
germinale
spontanee
indotte
A seconda dell’effetto
I tRNA sono molecole che posseggono una sequenza anti-codone che riconoscono un
codone su mRNA e caricano l’amminoacido durante la sintesi proteica xk c’è interazione
codone ➔ anti-codone.
Posso avere:
Nucleotide sostituito da un altro. Un’ inserzione o una delezione altera il modulo di lettura
e può cambiare molti codoni #.
Sostituzioni = transizioni ➔ purina – purina o pirimidina – pirimidina; trasversioni ➔ purina
– pirimidina; pirimidina – purina
Possono essere chiamate anche genomiche quando riguardano variazioni del numero dei
cromosomi
Cromosoma ad anello ➔ …
Sono tutte delle modificazioni che riguardano la struttura dei cromosomi e non il loro numero;
hanno effetti diversi dal punto di vista del fenotipo perché comportano anche una diversa info
genetica.
Delezioni effetto: mancanza di un pezzo di cromosoma e dei geni contenuti e quindi si ha una
perdita di info genetica. -➔ Parte del cromosoma (e quindi delle basi del DNA) viene perduta.
Tutti i geni contenuti nella parte interessata dalla delezione vanno perduti e quindi non
possono esprimersi nel fenotipo.
Duplicazione effetto: info genetica viene ripetuta. Parte del cromosoma viene duplicata. I geni
contenuti nella parte interessata sono duplicati. Perciò la cellula contiene tre o quattro copie di
ciascun gene. In qualche caso ciò può danneggiare la cellula perché i sistemi di regolazione
dell’espressione genica possono essere alterati.
Inversione effetto: In seguito ad una rottura, una parte del cromosoma viene riunita in
posizione invertita. A parte i geni che si possono trovare nel punto di rottura, non ci sono gravi
conseguenze per la cellula. Tuttavia non può avvenire crossing over in questa regione in
quanto essa non si appaia con quella del cromosoma omologo.
Traslocazione effetto: In seguito ad una rottura, una parte del cromosoma (es n° 6) si stacca
e viene inserito in un cromosoma diverso (es n° 12). Le traslocazioni possono rendere
complicato l’appaiamento dei cromosomi omologhi durante la meiosi perché ci sono delle
regioni che non si riconoscono.
Non reciproche
FraXq273 è il primo a essere Siti fragili sono presenti anche su autosomi e non per
stato individuato forza solo su X. Molto spesso questi siti fragili sono
associati a sequenze ripetute (➔ nel DNA abbiamo delle
sequenze ripetute)
Sindrome da X fragile:
Il sito FRAXE. Il gene è FMR1 ed è lungo 38kb in Xq27.3 e la sequenza 5-44CGG si trova in
una regione trascritta ma non tradotta (➔queste regioni hanno sia al 5’ che al 3’ importanti
ruoli regolativi nelle proteine). Sono presenti delle ripetizioni tra 5-45-50 CGG negli individui
sani; quando questo numero arriva tra 60-200 allora non si parla ancora di mutazione ma di
PRE-mutazione; quando >200 allora di parla di mutazione. Questa mutazione ha un DNA
ompletamente metilato=mancata espressione genica. Queste ripetizioni possono trovarsi o
dentro sequenze codificanti o in regioni regolativi e l’effetto della mutazione si vede
nell’ipermetilazione genica e
quindi una bassa espressione genica.
In questa sindrome a livello molecolare: L’espansione CGG nel 5’ UTR del gene causa
ipermetilazione della regione richiamando metil DNA binding protein e deacetilasi degli istoni
(HDAC) che inibiscono la trascrizione genica a causa della cromatina molto compattata.
Caratteristiche cliniche:
Ritardo mentale:
• Moderato nei M
• Lieve nelle F
Difetto molecolare:
• 99% dei casi: CGG > 200
• 1% dei casi: delezioni, mutazioni puntiformi
La lunghezza del tratto espanso dipende dai processi metabolici del DNA. Tratti più lunghi
sono più soggetti a mutazioni di quelli corti.
Le sindromi dovute a queste mutazioni sono soggette ad ANTICIPAZIONE GENETICA ➔ se
in un pedrigree è presente questo tipo di malattia, a ogni generazione, la malattia si
presenterà sempre prima e sempre più con forme più gravi.
Possono essere:
Aneuploidia
Monosomie e trisomie.
Alla meiosi i due omologhi anziché separarsi, migrano entrambi
nella stessa cellula figlia (non disgiunzione). In questo modo si
creano due cellule figlie, una con un cromosoma in meno e una con
un cromosoma in più.
Dopo la fecondazione un tipo di zigote avrà 1 cromosoma omologo,
l’altro 3 cromosomi omologhi.
Monosomie:
Per quel che riguarda gli autosomi, nella specie umana nessuna
monosomia permette lo sviluppo dell’embrione.
Questo perché abbiamo un’unica copia di tutti i geni presenti su quel
cromosoma e quindi anche alleli letali recessivi possono
manifestarsi.
Trisomie:
L’unico tipo di trisomia autosomica compatibile con la sopravvivenza è quella del cromosoma
21 (il più piccolo) ➔ Sindrome di Down. Altre trisomie a carico di cromosomi piccoli (18, 13)
La Sindrome di Down è la malattia genetica più frequente nell’uomo (1 ogni 700 nati). Le
persone affette dalla SD hanno 47 cromosomi e nonostante il cromosoma 21 sia quello con
meno geni, la sua trisomia altera notevolmente il fenotipo:
Bassa statura
Difetti cardiaci
Ritardo mentale
Geni che predispongono a queste patologie sono stati localizzati sul cromosoma 21
Primo tipo → La causa della Sindrome di Down, così come quella di tutte le trisomie, risiede
in una non disgiunzione meiotica. Trisonomia 21 libera da non disgiunzione meiotica (se in
famiglia ci sono b down, questo non implica che in famiglia ve ne siano altri xk è una malattia
genetica ma non ereditaria)
2. Alla nascita l’ovaio contiene già tutti i gameti che costituiscono la sua linea germinale.
Essi sono bloccati allo stadio di oociti di primo ordine. È possibile che la probabilità di
fallimento del sistema di disgiunzione aumenti con l’età
Neurofibromatosi 1 / 10.000
Retinoblastoma 6 – 8 / 1.000.000
Freq unità statistica che si riferisce alla generazione a cui mi sto riferendo, il tasso è un unità
dinamica che si riferisce alla divisione cellulare (unità di tempo).
Sostituzioni di basi → Errori di duplicazione del DNA; Cambiamenti chimici delle basi;
Danni da ossidazione
La cell può tollerare quest errore, tuttavia, quando la molecola si replica, la polimerasi non si
sbaglia più e in 1 appaia G e C e in un’altra usa Timina – Adenina. Si ottengono 4 cell di cui
una ha la mutazione, 3 sono selvatiche
Danni alle basi a causa di ossidazione: abbiamo guanina. In presenza di radicali superossidi,
perossido di idrogeno, radicali ossidrilici (in mitocondri), ossidano una molecola. Questa non si
appaia più normalmente, non si appaia più con citosina perché non la riconosce e si appaia
con Adenina. Quindi, appaiamento corretto GC ma abbiamo GA → la guanina ossidata nella
molecola successiva funge da stampo A per T e quindi G diventa T e abbiamo corretto
appaiamento AT.
→La polimerasi non ha sbagliato ma è la forma ossidato del nucleotide ad essere riconosciuta
da un altro nucleotide
Inserzioni e delezioni durante la replicazione del DNA dovute a ripiegamenti dell’elica stampo.
Mutazioni indotte
Elementi mutageni = elementi nell’ambiente che aumentano il tasso di mutazione.
Abbiamo:
Chimici: analoghi delle basi, modificanti le basi, intercalanti (si inserisce nel DNA)
Le radiazioni UV:
Agenti intercalanti:
Si inseriscono nella molecola di DNA. Causano inserzioni o delezioni.
Sono stati scoperti negli anni 40 da una ricercatrice che stava studiando dei mutanti di mais
che differivano x il colore dei chicchi→ c’erano delle mutazioni instabili, cambiavano fenotipo
velocemente. Le ricercatrice ipotizzò che ci fossero dei geni che saltavano da una parte
all’altra, jumping genes, da un sito all’altro a caso nel genoma → processo chiamato
trasposizione.
Replicativa: Il DNA viene copiato in un tratto di DNA o RNA, che si sposta nel nuovo sito e
su di esso viene sintetizzato nuovo DNA (solo Eucarioti). Il numero degli elementi
aumenta
A livello cromosomico
Elemento si inserisce nel gene e può non far niente ma anche far alterare la funzione. Questo
elemento, così come si inserisce in un gene, sarà exciso, ELIMINATO, da qualche sito.
A seconda di dove si inserisce, l’elemento può portare mutazioni diverse (per INSERZIONE).
Però, può causare mutazioni anche quando viene exciso, cioè tolto dal sito ove è presente ➔
perché può succedere che quando un elemento viene exciso, possiamo avere 2 tipi di
excisione:
1. Precisa ➔ tolta solo la porzione relativa all’elemento ... NON PORTA MUTAZIONE
GENICA
2. Imprecisa ➔ quando l’elemento viene exciso, si porta dietro anche dei pezzi di quel gene
… PROVOCA DELEZIONI
Il “CASO” vari
Elemento trasponibile presente nell’introne del gene vari. Quando è stato exciso, si è portato
dietro anche dei pezzi del gene ➔ ci sono 5 diversi mutanti per delezione di quell’elemento
1. Il riarrangiamento dei cromosomi dovuto al fatto che sono presenti in più copie e quindi
possiamo avere appaiamenti sbagliati
3. Delezioni xk quando vengono excisi possono portarsi dietro dei pezzi di quel gene.
DNA polimerasi: 1 errore ogni 100.000 inserzioni (10-5). La polimerasi si accorge di aver
inserito un nucleotide errato, va indietro (quindi inverte la sua direzione e si comporta da
esonucleasi), rimuove quello sbagliato e mette quello giusto (attività proof-reading). Se la
polimerasi dev’essere molto efficiente, allora correggerà il 99% (10-7 appaiamenti errati
(MISMATCHES)), invece le polimerasi un po’ più lente hanno una capacità molto elevata di
correggere errori (high fidelity)
Fotoriattivazione
Mismatches repair
Riparazione post-replicativa
Sistema SOS
Fotoriattivazione
Mediato da un enzima fotoliasi (attivato dalla luce, taglia qualcosa) ed è in grado di rompere i
dimeri di timina causati dai raggi UV e quindi quel tipo di danno viene riparato. Se questo
danno viene aggiustato PRIMA di essere replicato, la polimerasi non dovrà correggere niente.
Qualche errore può non essere corretto e quindi resta nel DNA. Vi è un meccanismo di
riparazione che avviene DOPO la replicazione e si chiama NER ➔ consiste nel tagliare un
pezzo di filamento che contiene l’errore, si forma uno spazio vuoto, la polimerasi sfrutta la
replicazione dell’info per occupare quello spazio e il danno viene riparato.
Uno dei geni coinvolti in questo meccanismo, impedisce di correggere alcuni tipi di errori ed è
causa di alcune malattie come lo Xeroderma pigmentosum (macchie cutanee importanti,
eritema molto forte, fino allo sviluppo di tumori perché questo meccanismo non è attivo nelle
cell e quindi non può riparare danni).
Ricombinazione: scambio tra crossing-over (scambio tra opzioni di materiali genetici tra
cromosomi).
1. Legge di Mendel o Principio della Segregazione ➔ I due membri di una coppia genica
(alleli) segregano (si separano) l'uno dall'altro durante la formazione dei gameti.
Alla seconda meiosi, i cromatidi si separano e quindi otterremo 4 tipi di gameti che si possono
produrre con la stessa frequenza.