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LA CELLULA BATTERICA
I Batteri (singolare batterio) sono microrganismi unicellulari, procarioti, (in precedenza chiamati
anche schizomiceti) di dimensioni di solito dell'ordine di pochi micrometri, ma che possono variare
da circa 0,2 m dei micoplasmi fino a 30 m di alcune spirochete. Secondo il sistema tassonomico
proposto da Robert Whittaker nel 1969, insieme alle cosiddette "alghe azzurre" o "cianoficee" (oggi
pi correttamente chiamate cianobatteri) costituiscono il regno delle monere. La pi recente
classificazione (1990) proposta da Carl Woese riconosce tre domini: Bacteria, Archaea ed Eukarya
(comprendente tutti gli eucarioti, sia monocellulari che pluricellulari).
I procarioti si distinguono in due gruppi principali: archeobatteri ed eubatteri. I primi vivono spesso
in situazioni di temperatura e pH molto inospitali, ma hanno caratteristiche (metaboliche, genetiche,
strutturali) simili agli eucarioti. Gli eubatteri comprendono la maggior parte dei restanti batteri;
alcuni gruppi sono i micoplasmi, le rickettsie, gli attinomiceti, le spirochete, gli pseudomonadi, e gli
azotofissatori.
Fra loro si distinguono per forma in
Bacilli: a bastoncino
Cocchi: a sfera; se si dispongono a coppia si chiamano diplococchi, a catena si chiamano
streptococchi, a grappolo si chiamano stafilococchi.
Spirilli: a spirale
Vibrioni: a virgola
Spirochete: con pi curve
Unaltra importante suddivisione quella che li raggruppa secondo l'optimum di temperatura alla
quale possono crescere. Per questa suddivisione si hanno, tre sottoclassi:
batteri criofili o psicrofili
batteri mesofili
batteri termofili
I batteri posseggono una parete cellulare, che una struttura caratteristica della cellula procariotica,
al di sotto della parete presente la membrana cellulare: su di essa si trovano quasi tutti gli enzimi
che svolgono le reazioni metaboliche. Il DNA si trova in una zona chiamata nucleoide e non
separato del citoplasma da alcuma membrana nucleare, che invece presente nelle cellule
eucariotiche; nel citoplasma si trovano anche piccole molecole circolari di DNA chiamate plasmidi.
Posseggono organi di locomozione: fimbrie o uno o pi flagelli. La parete cellulare pu essere
rivestita esternamente da una capsula, formata di regola da polisaccaridi secreti dai batteri stessi.
Nel caso di Bacillus anthracis, la capsula composta da polipeptidi dell'acido D-glutammico. La
presenza di capsula conferisce alle colonie batteriche un aspetto "liscio" o "mucoide", mentre quelle
prive di capsula manifestano un aspetto "rugoso". La funzione della capsula quella di proteggere
meccanicamente la cellula procariotica dall'ambiente esterno.
COLORAZIONE DI GRAM
Per procedere all'identificazione di un batterio, si usano le seguenti metodologie: riconoscimento a
microscopio ottico od elettronico, colorazione di Gram, analisi della morfologia della colonia,
mobilit, capacit a produrre spore, acido-resistenza e esigenza di condizioni aerobiche o
anaerobiche per la crescita; altre prove di natura biochimica, quali la valutazione della capacit del
microrganismo di metabolizzare particolari terreni (con conseguente generazione di acidi e/o gas),
di produrre particolari enzimi (p. es. catalasi, fosfatasi), oppure di ridurre od ossidare determinati
componenti.
La colorazione di Gram una delle metodologie pi utilizzate e si basa sulla distinzione delle
caratteristiche della parete: una struttura con pi peptoglicani si colora e di conseguenza si dice che
il batterio Gram positivo; una minor presenza di peptoglicani contraddistingue i Gram negativi.
LA CELLULA BATTERICA
COMPOSIZIONE CHIMICA
il componente prioritario della cellula batterica l'acqua, che rappresenta l'80% della massa
cellulare ed il solvente in cui si disperdono le varie componenti, organiche (lipidi, proteine,
polisaccaridi e acidi nucleici) ed inorganiche (minerali come sodio, zinco, fosforo, ferro, calcio e
zolfo.).
RIBOSOMI BATTERICI
all'interno delle cellule batteriche troviamo i ribosomi, pi piccoli di quelli eucariotici e con diversa
struttura e costante di sedimentazione [70s nei batteri (subunit maggiore 50s, minore 30s) e 80s
negli eucarioti (subunit maggiore 70s, minore 40s)]. Sono costituiti da proteine ed RNA, formatosi
a partire dal DNA cromosomico tramite il processo di trascrizione.
Le differenze che separano i ribosomi batterici da quelli umani (ricordiamo che il ribosoma
l'organello cellulare deputato alla sintesi proteica) ha permesso lo sviluppo di farmaci selettivi,
capaci di inibire la sintesi proteica batterica senza interferire con quella umana.
LA CELLULA BATTERICA
Le ABC permeasi trasportano sia piccole molecole che macromolecole in risposta alla idrolisi di
ATP. Questo sistema di trasporto composto da due proteine integrali di membrana con sei
segmenti transmembranosi, due proteine periferiche associate sul versante citoplasmatico, che
legano idrolizzano l'ATP, e un proteina o lipoproteina recettoriale periplasmica (vedi sotto) che lega
il substrato. Le ABC permeasi pi studiate comprendono il sistema di trasporto del maltosio di
Escherichia coli e quello dell'istidina di Salmonella typhimurium. Dal momento che i batteri grampositivi sono privi della membrana esterna, il recettore, una volta secreto, si perderebbe
nell'ambiente extracellulare. Di conseguenza, questi recettori risultano legati alla superficie esterna
della membrana citoplasmatica mediante ancore lipidiche. Poich di frequente i batteri vivono in
mezzi dove la concentrazione di nutrienti bassa, le proteine ABC permettono alla cellula di
concentrare i nutrienti nel citoplasma contro il gradiente di concentrazione.
La superfamiglia MFS (detta anche famiglia uniporto-simporto-antiporto) comprende proteine di
trasporto composte da una sola catena polipeptidica che possiede 12 o 14 potenziali segmenti
transmembranosi ad alfa elica. interessata alla diffusione facilitata e al trasporto attivo secondario
(simporto o antiporto) di piccoli soluti in risposta a gradienti ionici chemiostitici (principalmente
gradienti di H+ o Na+): zuccheri semplici, oligosaccaridi, inositoli, aminoacidi, nucleosidi, esteri
organici del fosfato, metaboliti del ciclo di Krebs, farmaci e una gran variet di anioni e cationi
organici.
MEMBRANA PLASMATICA: la membrana plasmatica del batterio molto simile a quella eucariotica, anche se pi
sottile; possiamo riconoscervi innanzitutto il tipico doppio strato fosfolipidico, in cui sono immerse glicoproteine e
glicolipidi. Anche le funzioni sono analoghe, dal momento che la membrana plasmatica batterica regola gli scambi con
l'ambiente. Al suo esterno ritroviamo una struttura caratteristica, la parete batterica. E' molto importante sottolineare, a
tal proposito, che i batteri GRAM + possiedono solamente la membrana plasmatica e la parete cellulare, mentre nei
GRAM - presente un ulteriore struttura, chiamata membrana esterna.
PARETE CELLULARE
La parete cellulare presenta una struttura notevolmente diversa a seconda che si tratti di batteri
gram-positivi o gram-negativi, anche se il peptidoglicano costituisce la sostanza universalmente
presente nella parete cellulare dei batteri. Nei batteri gram-negativi lo strato di peptidoglicano
piuttosto sottile, con uno spessore di circa 50-100 . La maggioranza dei batteri gram-positivi ha
invece una parete cellulare relativamente spessa (circa 200-800 ), in cui al peptidoglicano sono
covalentemente legati altri polimeri, quali acidi teicoici, polisaccaridi e peptidoglicolipidi.
Esternamente al peptidoglicano i batteri gram-negativi hanno una membrana esterna di spessore di
circa 75-100 .
Il peptidoglicano, detto anche mucopeptide o mureina, composto da un peptide complesso
formato da un polimero di aminoglucidi e peptidi. Nei batteri gram-positivi, disposto in molteplici
strati, tanto da rappresentare dal 50% al 90% del materiale della parete cellulare, mentre nei gramnegativi vi sono uno o al massimo due strati di peptidoglicano, che costituiscono il 5%-20% della
parete.
Il peptidoglicano un polimero composto da: una catena principale, identica in tutte le specie
batteriche, formata da subunit disaccaridiche di N-acetilglucosamina e da acido N-acetilmuramico,
unite da legami Beta, 1-4; catene laterali di un identico tetrapeptide, legato all'acido Nacetilmuramico; di solito, una serie di ponti peptidici trasversali, che uniscono i tetrapeptidi di
polimeri adiacenti. I tetrapeptidi dei polimeri adiacenti possono essere legati, invece che da ponti
peptidici, da legami diretti tra la D-alanina di un tetrapeptide e la L-lisina o l'acido diaminopimelico
del tetrapeptide adiacente. Le catene tetrapeptidiche laterali e i ponti trasversali variano a seconda
della specie batterica.
Il peptidoglicano dei batteri gram-positivi legato a molecole accessorie, come acidi teicoici, acidi
teucuronici, polifosfati o carboidrati. La maggior parte dei batteri gram-positivi contiene
considerevoli quantit di acidi teicoici, fino al 50% del peso umido della parete. Si tratta di polimeri
idrosolubili, formati da ribitolo o glicerolo, uniti da legami fosfodiesterici. Il ribitolo e il glicerolo
possono legare residui glucidici, come glucosio, galattosio o N-acetilglucosamina, e di solito D-
LA CELLULA BATTERICA
alanina, in genere legata in posizione 2 o 3 del glicerolo oppure 3 o 4 del ribitolo. Gli acidi teicoici
rappresentano i principali antigeni di superficie dei batteri gram-positivi che li contengono.
La parete dei batteri gram-negativi notevolmente pi complessa, in quanto esternamente allo
strato di peptidoglicano presente la membrana esterna; le due strutture sono legate dalla
lipoproteina.
La componente proteica della lipoproteina unita con legame peptidico ai residui di DAPA (acido
diaminopimelico) delle catene laterali tetrapeptidiche del peptoglicano, mentre la componente
lipidica fissata con legame covalente alla membrana esterna, del cui foglietto interno una
componente importante.
La membrana esterna ha la struttura tipica delle membrane biologiche. Gran parte del foglietto
fosfolipidico esterno composto da molecole di lipopolisaccaride (LPS), o endotossina dei batteri
gram-negativi, formato da un lipide complesso, chiamato lipide A, a cui unito un polisaccaride
composto da una parte centrale e da una serie terminale di unit ripetute. Il lipide A formato da
una catena di disaccaridi della glucosamina, uniti da ponti di pirofosfato, a cui sono legati numerosi
acidi grassi a catena lunga, fra cui l'acido beta-idrossimiristico (C14), sempre presente
caratteristico di questo lipide.
La parte centrale del polisaccaride costante in tutte le specie batteriche gram-negative, mentre le
unit ripetute sono specie-specifiche e sono costituite di solito da trisaccaridi lineari oppure da
tetrasaccaridi o pentasaccaridi ramificati. Il polisaccaride costituisce l'antigene O di superficie e la
specificit antigenica dovuta alle unit ripetute terminali. La tossicit del LPS invece dovuta al
lipide A.
Fra le principali proteine della membrana esterna, le pi abbondanti sono le porine. Le porine sono
proteine transmembranose, organizzate in triplette, beta a ciascuna subunit formata da 16 domini
in conformazione disposizione antiparallela che danno origine ad una struttura cilindrica cava. Il
canale consente la diffusione di molecole idrofile di p.m. < 600-700 Da (fosfati, disaccaridi,ecc.),
mentre le molecole idrofobe (compresi alcuni antibiotici beta-lattamici, come ampicillina e
cefalosporine) possono attraversare la componente lipidica della membrana esterna.
Altre proteine della membrana esterna permettono la diffusione facilitata di numerose sostanze,
quali maltosio, vitamina B12, nucleosidi e complessi ferro-carboniosi, mentre non sembra siano
presenti sistemi di trasporto attivo.
Oltre alle proteine di trasporto,sono presenti recettori per la coniugazione batterica, per i fagi e le
colicine (il recettore per il fago T6 e la colicina k anche implicato nel trasporto dei nucleosidi).
Tra la membrana interna e quella esterna compreso lo spazio periplasmico, parzialmente occupato dal peptoglicano
con la sua porosit. In questo spazio sono presenti le proteine periplasmiche: binding-proteins, che specificamente
legano zuccheri, aminoacidi e ioni, coinvolte nell'attivit recettoriale e di trasporto; enzimi, come le betalattamasi,
codificate dai plasmidi. Lo spazio periplasmico pi spesso nei gram-negativi e pi sottile nei gram-positivi.
MEMBRANA ESTERNA
tipica ed esclusiva dei GRAM -, si associa alla parete batterica mediante lipoproteine. Essa
formata da due foglietti, di cui:
il pi interno di natura fosfolipidica,
mentre l'esterno costituito da una molecola liposaccaridica ripetuta, il cosiddetto LPS (o
lipopolisaccaride).
Il lipopolisaccaride LPS a sua volta suddivisibile in tre strati:
quello pi interno, di natura lipidica, chiamato LIPIDE A; uguale per tutti i batteri GRAM - e ne
costituisce la componente tossica (ENDOTOSSINA); proprio al lipide A sono quindi riconducibili
molti dei classici sintomi clinici di un'infezione da GRAM-, tra i quali la febbre senza dubbio il
disturbo pi comune.
La parte centrale, di natura polisaccaridica, chiamata C (o core) ed uguale per tutti i batteri.
La parte esterna chiamata ANTIGENE O, sempre di natura polisaccaridica, ma diversa da
batterio a batterio.
LA CELLULA BATTERICA
Nella membrana esterna si riconoscono anche piccolissime proteine, chiamate porine, che regolano
l'assunzione di nutrienti, ma anche di altre sostanze, come gli stessi antibiotici (si oppongono al loro
ingresso).
RISPETTO ALLA CELLULA EUCARIOTICA: oltre alle differenze gi elencate, le cellule
batteriche sono prive di alcune strutture complesse tipiche degli eucarioti (reticolo endoplasmatico,
mitocondri, apparato del Golgi, cloroplasti, centrioli e fuso mitotico).
FLAGELLO o ciglia: un organo di locomozione tipico dei batteri a forma cilindrica (bacilli).
A seconda del numero e della posizione di questi flagelli, i batteri si dividono in:
MONOTRICHI
PERITRICHI
LOFOTRICHI
ANFITRICHI
I flagelli - la cui lunghezza compresa tra i 5 ed i 10 micrometri - hanno una struttura filamentosa e
sono costituiti da subunit proteiche elicoidali contenenti flagellina (una proteina). Proprio grazie a
queste proteine, che differeiscono da batterio a batterio per costituzione amminoacidica, i flagelli
rappresentano degli organi di riconoscimento per il sistema immunitario umano (costituiscono il
cosiddetto ANTIGENE H).
In ciascun flagello si possono riconoscere tre parti:
il filamento, che la porzione sporgente
un gancio, tramite il quale si attacca alla membrana plasmatica
un corpo basale, che funge da ancoraggio alla membrana
All'interno del corpo basale viene generata l'energia necessaria a far muovere il flagello in senso
antiorario od orario. Nel primo caso - considerando che l'elica formata dalla flagellina ha un
andamento sinistrorso - si genera un movimento propulsivo attivo ("swimming", chemotassi
positivo), mentre quando il flagello si muove in senso orario si ha un movimento improduttivo.
L'orientamento dei movimenti influenzato dagli stimoli captati dai recettori posti sulla superficie
del batterio; se questi avvertono la presenza di nutrienti, si genera un movimento propulsivo attivo;
viceversa, se il segnale captato nocivo (ad esempio per la presenza di sostanze antibatteriche), si
ha chemotassi negativa ed il batterio si allontana.
La mobilit attiva, conferita alla cellula dalla presenza di flagelli, pu anche favorire la penetrazione
dei patogeni nell'organismo.
PILI O FIMBRIE: molto pi piccoli dei flaggelli (hanno dimensioni di 0,2 - 2 micrometri), sono
costituiti da una ripetizione di subunit proteiche formanti una struttura elicoidale. Appaiono come
appendici filamentose, non hanno funzione di movimento e sono pi frequenti nelle specie GRAM
negative, sia mobili che immobili.
Le proteine che li compongono sono chiamate piline, mentre quelle che ne caratterizzano l'estremit
prendono il nome di adesine; quest'ultime consentono al batterio di aderire meglio alle superfici,
come ad esempio le mucose dell'organismo umano.
Vi sono poi dei tipi particolari di fimbrie, dette FIMBRIE F (F come Fertilit), prive di adesine e
coinvolte nel processo di coniugazione.
Riassumendo, quindi, esistono pili sessuali e pili con propriet adesive.
CAPSULA: involucro molto voluminoso costituito essenzialmente da acqua e mucopolisaccaridi,
che gli conferiscono una certa vischiosit. Favorisce l'adesione del batterio a determinate superfici o
ad altri batteri (agevolando la formazione di colonie); ricopre anche un'importante funzione
antifagocitaria e protettiva nei confronti di sostanze antibatteriche, come lo stesso lisozima.
LA CELLULA BATTERICA
Spessore, densit e aderenza della capsula alla parete cellulare variano da specie a specie.
STRATO CRISTALLINO: o strato S; costituito da proteine e polimeri di varia natura, che si
legano tra loro in maniera ordinata. Ha una funzione protettiva e favorisce l'aggregazione batterica e
l'adesione alle superfici mucose.
SPORA: tipica di molti batteri, soprattutto di quelli appartenenti al genere bacillus o clostridium.
Quando una cellula batterica entra in una fase di latenza metabolica per la mancanza di condizioni
idonee alla vita (carenza di nutrienti, temperature eccessivamente alte o basse ecc.), circonda il
proprio DNA con una serie di strutture protettive (corteccia, mantello ed esosporio) e lo espelle.
Grazie a questa sorta di guscio estremamente resistente la spora pu sopravvivere a condizioni
ambientali particolarmente sfavorevoli (come la cottura degli alimenti) e riattivarsi - con un
processo chiamato germinazione - non appena queste tornano idonee alla vita.
Il processo di sporazione (cio di formazione della spora) dura dalle sei alle dieci ore ed mediato
da attivazioni genetiche in risposta ai mutamenti ambientali; per germinare, invece, la spora
impiega mediamente una o due ore.
METABOLISMO BATTERICO
METABOLISMO BATTERICO
Nei batteri non fotosintetici, l'ATP viene prodotto da reazioni di ossido-riduzione.
Vi sono due meccanismi generali per la formazione di ATP negli organismi non fotosintetici: la
respirazione, in cui il substrato organico o inorganico ossidato completamente (nel caso di
composti del carbonio, es.glucosio, l'ossidazione completa produce CO2 e H2O) e gli elettroni sono
trasportati attraverso una catena di trasporto di elettroni (catena respiratoria) fino all'accettore finale,
che ossigeno, nella respirazione aerobia, o un substrato diverso (NO 3-, SO4=, CO2, fumarato), in
caso di respirazione anaerobica; la fermentazione, in cui il substrato organico ossidato
parzialmente e l'accettore finale di elettroni un composto organico, senza che vi sia l'intervento di
una catena di trasporto di elettroni. I processi di fermentazione prendono il nome dal prodotto finale
(f. lattica, alcolica, butirrica, propionica, ecc.).
Nella catena respiratoria, i portatori di elettroni sono ancorati nella membrana cellulare, in modo
tale che il passaggio di elettroni sia seguito dal trasferimento di protoni (H+) dal citoplasma
all'esterno. Poich la membrana impermeabile ai protoni, questo fenomeno determina un gradiente
di protoni. L'energia del gradiente di protoni pu essere utilizzata in diversi processi, quali la
generazione di ATP (modello chemio-osmotico di formazione dell'ATP) o il trasporto di soluti.
L'ATP si forma quando gli H+ diffondono nella cellula attraverso le ATP sintasi, il passaggio dei
protoni attraverso queste proteine determina la conversione enzimatica di ADP e Pi in ATP.
L' E. coli uno dei batteri pi studiati. Gli studi hanno dimostrato che E. coli pu utilizzare diversi
enzimi nella catena respiratoria, a seconda delle condizioni ambientali, in particolare della presenza
o meno di ossigeno, e del tipo di substrato presente in caso di condizioni anaerobie.
In condizioni aerobie, E. coli sintetizza due distinte citocromo-ossidasi (citocromossidasi o e d),
mentre in condizioni anaerobie pu utilizzare nella catena respiratoria almeno cinque ossidoriduttasi
terminali, che impiegano come accettori terminali di elettroni nitrato, dimetil-sulfossido (DMSO),
trimetilamina-N-ossido (TMAO), o fumarato.
Nella catena respiratoria, un pool di chinoni (ubichinone o menachinone) accoppia l'ossidazione di
NADH ad opera della NADH-deidrogenasi alla riduzione dell'accettore terminale di elettroni da
parte delle ossidoreduttasi terminali.
La citocromossidasi o l'enzima prevalente in condizioni ricche di ossigeno, ma con il diminuire
della concentrazione di O2 i livelli della citocromossidasi o si riducono, mentre quelli della
citocromossiadasi d aumentano. In condizioni povere di ossigeno, la sintesi degli enzimi della
respirazione anaerobia permette di utilizzare accettori di elettroni diversi da O2, consentendo alla
cellula procariota di mantenere il pi efficiente metabolismo respiratorio in luogo del metabolismo
fermentativo.
La sintesi delle ossidoreduttasi anaerobie nitrato-dipendente, nel senso che il nitrato l'accettore
di elettroni preferenziale, per cui quando, in condizioni anaerobiotiche, la sua concentrazione
elevata, la sintesi della nitrato-reduttasi elevata mentre quella degli altri enzimi (DMSO/TMAOreduttasi e fumarato-reduttasi) rimane bassa. Soltanto quando il nitrato deficitario, la sintesi delle
altre ossidoreduttasi aumenta. Questo tipo di regolazione degli enzimi della catena respiratoria
permette di utilizzare al meglio lo spazio disponibile sulla membrana cellulare.
In assenza dei substrati alternativi delle ossidoreduttasi, la cellula utilizza la fermentazione.
In presenza di nitrato e in condizioni di anaerobiosi, la nitrato-reduttasi respiratoria (Nar) costituisce
circa il 50% delle proteine della membrana cellulare di E. coli, mentre la formato-deidrogenasi ne
rappresenta il 10% circa. Quindi, sebbene diversi donatori possano fornire elettroni alla Nar (es.,
NADH-deidrogenasi, succinato-deidrogenasi, lattato-deidrogenasi) il sistema formato-nitrato
reduttasi riveste una grande importanza fisiologica nelle suddette condizioni ambientali. Nar
composta da tre subunit proteiche: subunit catalitica NarG, che riduce il nitrato; subunit NarH,
che contiene un centro [3Fe-4S] e tre centri [4Fe-4S] e trasferisce gli elettroni tra le altre due
subunit; subunit NarI, che grazie ai suoi cinque domini transmembranosi ancora le altre due
subunit alla membrana, inoltre contiene un citocromo b ed ossida i chinoni (ubichinone o
METABOLISMO BATTERICO
menachinone), liberando due protoni nello spazio periplasmico. Gli elettroni sono trasferiti dai
chinoni a NarI, quindi attraverso i centri Fe-S di NarH a NarG.
In E. coli sono presenti due isoenzimi Nar, NarA e NarZ. Il primo isoenzima inducibile ed
espresso in condizioni di anaerobiosi e in presenza di nitrato; si ritiene che sia responsabile del
90% dell'attivit nitrato-reduttasica. Il secondo isoenzima presente costitutivamente e mostra una
modesta induzione da parte del nitrato. Il ruolo fisiologico della NarZ quello di assicurare un
rapido adattamento agli improvvisi passaggi dall'aerobiosi alla anaerobiosi, in attesa che la sintesi di
NarA raggiunga livelli sufficienti.
La Nar dei batteri intestinali responsabile della nitrosazione delle amine alchiliche ed aromatiche a
causa della sua debole capacit di generare NO. La formazione dei nitroso-composti una delle
possibili cause del cancro gastrico.
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GENETICA BATTERICA
CONIUGAZIONE
TRASDUZIONE
GENETICA BATTERICA
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La cellula ricettrice, da parte sua, dev'essere in uno stato fisiologico chiamato di competenza. Una
cellula competente quando al termine della sua crescita esponenziale o logaritmica; in questa
fase, infatti, la sintesi proteica massima e vengono espressi fattori di competenza (proteine che
permettono al DNA di entrare).
CONIUGAZIONE: consiste nel trasferimento diretto di materiale genetico tramite contatto fisico
tra due cellule batteriche.
Alcuni batteri contengono un plasmide, detto fattore F, che codifica per delle proteine che formano
il pilo di coniugazione. Questo plasmide, dotato di replicazione autonoma, possiede dei geni che gli
consentono di replicarsi e trasferirsi da un batterio F+ all'altro (F-).
Fasi della coniugazione: un batterio F+ incontra un batterio F- e si forma un ponte di unione. A
questo punto il plasmide comincia a replicarsi con un meccanismo detto rolling circle (in direzione
5' - 3'), durante il quale una delle due emieliche passa attraverso il pilo. Alla fine della replicazione
e del trasferimento, abbiamo due F+, poich il primo mantiene la copia del plasmide, mentre l'Friceve la seconda emielica, che poi si duplica e forma il plasmide.
A volte (raramente) in una cellula F+ il plasmide pu integrarsi nel cromosoma. Le nuove cellule
dove il plasmide integrato prendono il nome di HFR (alta frequenza di ricombinazione). In queste
cellule il plasmide integrato trasmette al cromosoma le sue caratteristiche, come quella di trasferirsi
da un batterio A ad un batterio B; quindi i geni del primo possono combinarsi con quelli del
secondo.
Se mettiamo un batterio HFR a contatto con un F- si forma il ponte di coniugazione, che invia un
segnale di trasferimento genico per il quale una nucleasi taglia un'elica, il cromosoma inizia a
replicarsi con un meccanismo a rolling circle, e la copia passa nella cellula F a partire dal punto di
taglio.
Il passaggio dell'intero cromosoma dura circa 90', ma il ponte di coniugazione fragile e spesso si
rompe prima che il trasferimento si completi, quindi passa solo la testa del plasmide ed alcuni geni
ad essa vicini; la parte terminale, invece, contenente il fattore F, non passa. Di conseguenza, la
cellula F- non diventa HFR e nemmeno F+, ma acquisisce solo alcuni dei caratteri del batterio
donatore.
Il DNA donatore pu ricombinarsi con il cromosoma della cellula ricevente conferendo al batterio
nuovi caratteri genetici. Altre volte il DNA pu essere degradato e non si ha nessun cambiamento.
Oltre ai fattori F esistono anche i cosiddetti fattori R (che portano la resistenza agli antibiotici); sono
sempre plasmidi che contengono le sequenze dei fattori F, ai quali ne sono associati altri per la
resistenza agli antibiotici. Vi sono poi fattori COL, che codificano per proteine chiamate colicine o
batteriocine, cio sostanze ad azione battericida, con le quali il batterio si difende ed attacca le altre
cellule per occupare le sedi di colonizzazione.
Vi sono anche fattori ENT, che codificano per enterotossine e che sono tipici di alcuni stipiti di
Escherichia Coli (normalmente presenti nell'organismo), capaci di produrre enterotossine attive
sulla mucosa dell'intestino tenue.
I pili sessuali sono tipici ed unici dei GRAM -, per la coniugazione avviene anche nei GRAM +, i
quali possiedono plasmidi che sintetizzano particolari proteine, che - secrete all'esterno - portano
all'aggregazione fra batteri F+ ed altri F- (senza ricorrere al pilo che non c'). La coniugazione
comunque un evento raro.
TRASDUZIONE: trasferimento genico mediato da un virus batteriofago lambda, visibile
solamente al microscopio elettronico.
1a tappa) Le fimbrie del batteriofago si legano alla parete del batterio, grazie a degli antirecettori
che riconoscono specifici siti di adesione sulla parete cellulare.
2a tappa) La piastra aderisce alla parete del batterio. Viene liberato un enzima, detto lisozima, che
va a ledere il peptidoglicano che costituisce la parete batterica.
3a tappa) La coda si contrae ed il DNA del virus viene spinto all'interno del DNA batterico.
GENETICA BATTERICA
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A questo punto il DNA virale pu seguire due vie, una prima chiamata ciclo litico ed una seconda
detta ciclo lisogeno.
CICLO LITICO: il DNA si replica, vengono sintetizzati RNA e proteine virali; queste ultime si
uniscono fra loro (si assemblano) per formare nuovi virus, nella cui testa si inserisce il genoma
virale neoformato. Ogni batterio infettato da virus si trasforma cos in una fabbrica di nuove unit
virali. Al termine del processo, il batterio va incontro a lisi e a liberazione dei virus, che vanno poi
ad infettare altri batteri.
CICLO LISOGENO: quando il virus infetta il batterio il suo DNA va ad integrarsi nel DNA
batterico.
I fagi che hanno un ciclo lisogeno vengono chiamati virus temperati, perch il loro DNA si integra
nel cromosoma batterico e come esso si comporta; di conseguenza, viene trasferito alle nuove
generazioni senza determinare alcun danno per il batterio. Questo stato di quiescenza pu essere
tuttavia spezzato da stimoli opportuni (raggi UV, stress ecc.); in queste situazioni il DNA virale si
pu staccare (excidere), passando dal ciclo lisogeno a quello litico.
Il fago lambda, che pu dare sia cicli di tipo litico che cicli di tipo lisogeno, d vita a due tipi di
trasduzione; una chiamata generalizzata, che avviene in seguito ad un ciclo litico, e una seconda,
detta specializzata, che si manifesta nel passaggio dal ciclo lisogeno a quello litico.
TRASDUZIONE GENERALIZZATA: durante il ciclo litico nella testa del virus possono essere
incorporati frammenti di DNA batterico. Si forma una popolazione mista con fagi che contengono i
geni virali di origine, e fagi con DNA batterico; questi ultimi possono poi inoculare i geni batterici
in un nuovo batterio, cos, il DNA inoculato si fonde con quello batterico. Questo tipo di
trasduzione si definisce generalizzata perch qualsiasi gene del batterio donatore pu essere
trasferito al batterio ricevente.
TRASDUZIONE SPECIALIZZATA: il DNA virale integrato nel ciclo lisogeno prende il nome di
PROVIRUS. Quando dal ciclo lisogeno si passa a quello litico, questo frammento di DNA donatore
si spezza. Alcune volte (evento raro) il distacco non avviene negli stessi siti in cui si saldato, ma
in zone leggermente sfalsate; tale frammento, pertanto, avr perso una porzione di DNA virale ed
acquisito alcune sequenze di DNA batterico. Si formano cos nuovi virus che nella testa portano
DNA ibrido e che, infettando nuovi batteri, trasferiscono determinati e specifici geni batterici (da
cui specializzata).
GENETICA BATTERICA
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Esiste un meccanismo chiamato conversione lisogenica, dove il DNA virale integrato nel DNA
batterico (che tendenzialmente silente) pu esporre alcune proteine, che in genere sono delle
tossine. Esistono in natura tossine batteriche dovute all'espressione di geni virali.
TRASPOSIZIONE: sia il cromosoma batterico che i plasmidi contengono degli elementi chiamati
trasponibili, che sono cio in grado di spostarsi (traslocazione) da una regione all'altra del genoma,
oppure dal plasmide al genoma, oppure da un plasmide all'altro all'interno della stessa cellula
batterica. In genere, quando un elemento trasponibile si sposta, una determinata sequenza rimane sia
nel sito di origine, sia in quello dov' stata asportata. Esistono diversi tipi di elementi trasponibili:
-sequenze di inserzione: contengono un gene che codifica per un enzima che favorisce la
trasposizione (traspotasi).
-trasposoni: pi complessi delle precedenti, alle due estremit 3' e 5' contengono due sequenze IS
(di inserzione) e all'interno geni per la resistenza agli antibiotici (tetraciclina, penicillina,
cloramfenicolo...)
-elementi invertibili: sono simili ai trasposoni ma mantengono la capacit di invertire i trasposoni.
Multiresistenza agli antibiotici: meccanismi che avvengono frequentemente negli ospedali e a
livello intestinale. Un batterio, attraverso la coniugazione, trasmette la resistenza ad un batterio, gi
resistente ad un altro antibiotico, su doppio plasmide. Il nuovo batterio con doppia resistenza va
incontro a trasposizione, cio la doppia resistenza si integra all'interno dello stesso plasmide e
trasmette la caratteristica ad altri batteri.
LE TOSSINE BATTERICHE
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LE TOSSINE BATTERICHE
Le tossine batteriche, molecole nocive prodotte dai batteri, si suddividono in due grandi gruppi,
quello delle ENDOTOSSINE e quello delle ESOTOSSINE.
Le endotossine sono componenti strutturali del batterio, tipiche ed esclusive dei batteri GRAM
negativi; sono costituite dal lipide A (lo strato interno del liposaccaride LPS, che a sua volta
costituisce la porzione pi esterna della membrana che riveste la parete cellulare). Vengono liberate
alla morte del batterio e sotto questo aspetto sono pi pericolose rispetto alle esotossine.
Le esotossine non sono componenti strutturali, ma semplicemente delle sostanze rilasciate
all'esterno dal batterio; esse vengono prodotte sia dai GRAM + che dai GRAM -, ma sono tipiche
ed esclusive di ogni batterio (al contrario delle endotossine). Di conseguenza, ogni esotossina
responsabile di un effetto sintomatologico diverso e sostiene la specificit del quadro morboso.
ESOTOSSINE
ENDOTOSSINE
Natura lipidica
Termostabili (molto resistenti alle alte T)
Pi resistenti
Tipiche ed esclusive dei GRAM Non stimolano la produzione di anticorpi e non
sono detossificabili (sono pessimi antigeni).
Le ANATOSSINE sono esotossine che hanno perso la propria tossicit, ma hanno mantenuto la
caratteristica di antigene; di conseguenza, tali sostanze sono in grado di stimolare la produzione di
anticorpi senza arrecare danno all'organismo (alcuni vaccini).
ESOTOSSINE: vengono espulse all'esterno dal batterio e possono diffondere nell'ospite; ad
esempio, il Clostridium tetani rimane confinato nella sede di infezione e da qui libera tossine che
raggiungono il sistema nervoso centrale attraverso il circolo ematico.
Le esotossine possono essere monomeriche, dimeriche o multimeriche; la maggior parte sono di
tipo dimerico e come tali costituite da un peptide A, che la parte tossica, ed un peptide B, che
funge da recettore per la cellula bersaglio. Queste due subunit sono legate da un ponte di solfuro,
che si spezza non appena la subunit B si lega al recettore cellulare, permettendo, cos, l'ingresso
nella cellula della subunit A.
In base al meccanismo d'azione, specifico per determinati organi o strutture corporee, si distinguono
esotossine citolitiche, ciliostatiche, neurotrope, enterotossiche, pantrope e superantigeni.
CITOLITICHE: o emolisine; formano dei canali nella membrana plasmatica, attraverso i quali la
cellule perde acqua e sali, fino a morire per lisi osmotica. Ne un esempio lo stafilococco aureus,
responsabile di affezioni cutanee (acne, foruncoli ecc.) e tossinfezioni alimentari; esso produce
diverse tossine, tra cui una detta alfa dotata di attivit citolitica.
CILIOSTATICHE: agiscono sugli epiteli ciliati delle mucose, bloccandone il movimento e
facilitando la colonizzazione batterica; tipica la tossina della pertosse.
NEUROTROPE: tipici esempi sono dati dalla tossina botulinica e da quella tetanica; la prima agisce
sul sistema nervoso periferico, a livello della giunzione neuromuscolare, inibendo il rilascio di
acetilcolina con conseguente morte per paralisi flaccida (ne basta un grammo per uccidere 10
milioni di persone, vedi anche botulino). L'esotossina tetanica, invece, agisce sul sistema nervoso
centrale, a livello delle sinapsi, dove blocca la liberazione di neurotrasmettitori inibitori
dell'impulso nervoso; di conseguenza, si ha morte dell'ospite per paralisi spastica.
LE TOSSINE BATTERICHE
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FARMACI ANTIBATTERICI
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FARMACI ANTIBATTERICI
Gli antibiotici sono sostanze elaborate da organismi viventi o prodotte in laboratorio, capaci di
determinare la morte dei batteri o di impedirne la crescita.
DIFFERENZA TRA ANTIBIOTICI E CHEMIOTERAPICI: entrambi sono farmaci antibatterici.
La differenza, allorigine, si basava sul fatto che i chemioterapici sono farmaci di sintesi, mentre gli
antibiotici hanno unorigine naturale; questi ultimi provengono, ad esempio, dal metabolismo di
miceti (muffe) o da quello di determinati batteri (streptomiceti).
Gli antibiotici rappresentano una categoria farmaceutica in costante evoluzione, per cui molte
molecole naturali sono state modificate chimicamente ottenendo nuovi farmaci, detti di semisintesi.
A seconda degli effetti sul microrganismo, gli antibatterici si dividono in:
ANTIBIOTICI BATTERIOSTATICI: bloccano la crescita del batterio, agevolandone
l'eliminazione da parte dellorganismo.
ANTIBIOTICI BATTERICIDI: che determinano la morte del batterio.
Molte volte l'attivit batteriostatica o battericida dipende dal dosaggio di assunzione.
BATTERICIDIBATTERIOSTATICI Sulla base dello spettro dazione si parla di:
Aminoglicosidi Acido
fusidico ANTIBIOTICI AD AMPIO SPETTRO: attivi nei confronti
Betalattamine Amfenicoli
sia dei batteri gram positivi, sia di quelli gram negativi.
Chinoloni
Dapsone
Cicloserina
Etambutolo
ANTIBIOTICI A SPETTRO RISTRETTO: agiscono solo su
CotrimossazoloLincosamidi
determinati batteri.
Daptomicina Macrolidi
Fosfomicina Nitrofurani
CONCETTO DI SINERGISMO: due antibiotici aumentano
Glicopeptidi Novobiocina
la propria attivit quando vengono utilizzati insieme; essi,
Isoniazide
Solfoni
infatti, agiscono su due bersagli differenti. Il primo, ad
Nitroimidazoli Sulfamidici
esempio, inibisce la sintesi proteica, mentre il secondo quella
Pirazinamide Tetracicline
degli acidi nucleici.
Polipeptidi
Rifamicine
CONCETTO DI ANTAGONISMO: lattivit di due
Streptogramine
antibiotici si influenza reciprocamente, come quando
agiscono entrambi sullo stesso bersaglio biologico.
Le combinazioni di pi antibiotici possono essere utilizzate per il trattamento di infezioni
polimicrobiche, per prevenire la comparsa di microrganismi resistenti, oppure per ottenere un
effetto sinergico. Per esempio, si ricorre alla multiterapia nel trattamento dellAIDS e per i
microrganismi che presentano frequenti mutazioni.
Chemioterapici
Sono farmaci che agiscono come antimetaboliti e competono per il substrato con lenzima che
catalizza una certa reazione.
SULFAMIDICI: agiscono inibendo la sintesi dei folati, substrati indispensabili per la formazione
di nucleotidi ed amminoacidi. Luomo assume i folati attraverso la dieta, mentre i batteri li
sintetizzano a partire da precursori (in quanto la parete batterica impermeabile a queste sostanze).
Grazie a tale presupposto i sulfamidici risultano tossici per il batterio, ma non per luomo. Lunico
microbo che sfugge allazione di questi antibiotici lenterococco intestinale, che riesce ad
assorbire lacido folico dal chilo enterico.
I sulfamidici hanno una struttura analoga allacido para-ammino benzoico (un substrato necessario
per la sintesi batterica di folati) e competono con esso per il relativo enzima (al quale si legano
sequestrandolo).
TRIMETHOPRIM: chemioterapico estremamente diffuso. Inibisce la produzione batterica di
FARMACI ANTIBATTERICI
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folati, ma, nella serie di passaggi biochimici che portano alla loro sintesi, agisce ad un livello
differente rispetto ai sulfamidici.
CHINOLONI: chemioterapici derivati dallacido nalidixico. Agiscono inibendo la topoisomerasi
II; questa proteina, nota anche come girasi, formata da 2 subunit, A e B, che permettono lo
srotolamento ed il riavvolgimento del DNA batterico. La sub unit A taglia il DNA in siti specifici,
mentre la B agisce nella cosiddetta spiralizzazione negativa (deavvolgimento del DNA). I chinoloni
agiscono inibendo la subunit A della girasi e con essa la replicazione del DNA batterico (la
novobiacina invece attiva sulla subunit B e pu pertanto avere unazione sinergica con i
chinoloni).
CATEGORIE DI ANTIBIOTICI
Gli antibiotici si possono distinguere sulla base del loro bersaglio biologico, quindi sulla capacit
di:
1. inibire la sintesi della parete cellulare (penicilline e cefalosporine)
2. disgregare la struttura lipidica della parete cellulare (polimixine)
3. inibire la sintesi proteica agendo sulla sub unit minore (30s) del ribosoma (come la
tetraciclina e gli aminoglicosidi, tra cui la gentamicina) o su quella maggiore (50s), come il
cloramfenicolo ed i macrolidi.
4. inibire la sintesi di acidi nucleici agendo sulla duplicazione del DNA (novobiocina) o sulla
sua trascrizione in RNA (rifamicine).
SINTESI DELLA PARETE CELLULARE: inizia nel citoplasma; mano a mano che si formano, i
vari monomeri di peptidoglicano vengono traslocati attraverso la membrana plasmatica e assemblati
sulla parete. Nel citoplasma sono prodotti i monomeri di NAM (acido Acetil Muranico) legati a 5
amminoacidi (di cui gli ultimi due sono delle D-alanine), che, legandosi ai monomeri di NAG (Nacetilgucosammina), daranno origine alle varie molecole di peptidoglicano. Sulla membrana
plasmatica esiste un lipide di trasporto fosforilato, chiamato undecaprenolo. Questo carrier si lega al
NAM e lo trasporta attraverso la membrana; durante tale passaggio il NAM si lega al NAG. Il
dimero viene quindi trasportato fino al punto di crescita a livello della parete, dove si libera dal
trasportatore e contribuisce alla sintesi della parete.
Molti antibiotici bloccano la sintesi della parete batterica agendo su una di queste tre tappe. La
cicloserina, ad esempio, attiva a livello citoplasmatico, dove impedisce lassemblaggio del
pentapeptide NAM (blocca la conversione della L-alanina in D-alanina).
La vancomicina impedisce invece il rilascio del dimero NAG-NAM dall'undecaprenolo.
Le cefalosporine e le penicilline impediscono la formazione di legami trasversali tra il terzo ed il
quarto amminoacido delle due catene parallele di peptidoglicano. Le cefalosporine, infatti, hanno
struttura simile al dimero della D-alanina.
L'enzima transpeptidasi stacca il 5 aminoacido dopo essersi legato al dimero D-Alanina + Dalanina; lenergia liberata da questa reazione viene utilizzata per creare il legame tra il terzo
amminoacido di una catena ed il quarto di quella parallela.
Cefalosporine e penicillina si legano proprio a questa transpeptidasi, impedendo la formazione di
legami trasversali.
Nella formazione della struttura tridimensionale del peptidoglicano intervengono anche altre
proteine chiamate PBP (penicillum binding protein). La penicillina agisce in prima istanza inibendo
la transpeptidasi; inoltre, questa sua azione inibente porta all'attivazione di altri enzimi, chiamati
autoisine, che conducono al degrado della parete cellulare (il batterio muore per lisi osmotica).
FARMACI ANTIBATTERICI
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FARMACI ANTIBATTERICI
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modificare la permeabilit cellulare, impedendo il passaggio o l'adesione della molecola con azione
antibiotica.
Il GENE R, che trasmette la resistenza agli antibiotici, si trova nei plasmidi ed in particolare nei
TRASPOSONI (quindi il trasposone pu trovarsi nel plasmide ma anche integrato nel cromosoma
del batterio resistente). Per approfondire vedi l'articolo dedicato: "meccanismi di trasferimento
dell'informazione genetica nei batteri ".
SCELTA DELL'ANTIBIOTICO
Gli antibiotici a largo spettro, che in genere inibiscono le sintesi proteiche, sono senza dubbio quelli
pi efficaci, nonostante presentino il grosso svantaggio di distruggere la normale flora batterica
dellorganismo, solitamente costituita da GRAM -. Da ricordare, inoltre, che di per s lantibiotico
non crea la resistenza (che deriva da mutazioni e trasferimento genico), ma la seleziona. D'altra
parte, la resistenza non un fenomeno di adattamento ad un antibiotico, ma un evento - spontaneo e
trasmissibile - che interessa il patrimonio genetico del batterio.
Per scegliere lantibiotico pi opportuno in ogni situazione occorre isolare il batterio tramite
lutilizzo di opportuni tamponi, biopsie o liquor (deiezioni, liquido cefalorachidiano, espettorato). I
batteri vengono poi fatti replicare in opportuni terreni di coltura; successivamente si saggiano i vari
antibiotici attraverso una metodica chiamata antibiogramma. I batteri vengono quindi spalmati
(termine tecnico piastrati o inoculati) in una piastra petri contenente terreno agarizzato (solido), al
cui interno sono distribuiti dei dischetti di carta assorbente (detta bibula). Ognuno di questi dischetti
imbevuto di uno specifico antibiotico. Dopo 24 ore si valuta la crescita batterica intorno al
dischetto: tanto maggiore il raggio di inibizione e tanto pi quellantibiotico sar efficace.
Esistono due tipi di antibiogrammi, uno diretto ed uno indiretto. Il primo eseguito direttamente sul
materiale patologico e presenta il grosso svantaggio di non essere selettivo (sappiamo che un certo
antibiotico stato pi o meno efficace di un altro nel ridurre la popolazione microbica, ma non
sappiamo quanto attivo nei confronti del singolo patogeno). In quello indiretto, invece, si isola
innanzitutto lagente patologico dal campione e si eseguono le varie prove solamente su di esso.
Per arginare il fenomeno della resistenza agli antibiotici importante anche la collaborazione del
paziente, che deve protrarre la terapia sino al momento stabilito dal medico senza interromperla come spesso succede - ai primi segni di miglioramento.
ANTIBIOGRAMMA
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ANTIBIOGRAMMA
METODI PER DETERMINARE LA SENSIBILITA AGLI AGENTI ANTIMICROBICI
Generalit
Lisolamento e lidentificazione degli agenti patogeni responsabili di manifestazioni cliniche
nelluomo premessa indispensabile per valutare la necessit dellintervento terapeutico: di questi
agenti necessario valutare il numero e la specie.
In caso di infezioni miste le prove di sensibilit vanno eseguite separatamente per ogni specie
microbica: le prove di sensibilit diretta su materiale patologico polimicrobico sono in genere non
valide, anche in relazione al fatto che non noto il numero dei microrganismi viventi presenti,
fattore indispensabile per le prove di sensibilit.
Per la valutazione delle prove in vitro bisogna tenere conto tra laltro:
sede di infezione in relazione alla concentrazione che lagente microbico pu raggiungere in essa;
possibile influenza del pH del mezzo colturale;
presenza di sostanze organiche che possono ridurre lattivit dellagente antimicrobico ed
impedirne la diffusione;
influenza dellagente microbico sui fattori di virulenza;
azione batteriostatica (microstatica nel caso di miceti) o battericida (micocida nel caso di miceti).
I metodi per deteriminare la sensibilit dei microrganismi agli agenti antimicrobici si dividono in
due gruppi: metodi per diluizione e metodi per diffusione.
ANTIBIOGRAMMA
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lettura dei risultati spettrofotometrica o ad occhio nudo valutando lassenza di sviluppo (assenza
di intorbidamento o meglio non aumento delleventuale intorbidamento dovuto allinoculo).
La concentrazione pi bassa di a.a. in grado di inibire la crescita microbica viene definita
Concentrazione Minima Inibente (M.I.C.) e viene espressa in microngrammi/ml o U.I. per ml.
La Concentrazione Minima Battericida (M.B.C.), cio la pi bassa concentrazione in
microngrammi/ml di a.a. che determina la morte del 99,9% dei batteri presenti, si determina
effettuando subcolture in terreno solido o liquido dalle diluizioni in cui vi stata inibizione dello
sviluppo batterico; per la semina si pu utilizzare il centrifugato della coltura inibita. La crescita
nelle subcolture indica che lazione inibente della.a. di natura batteriostatica e non battericida.
I metodi pi usati per determinare in vitro le MIC degli a.a. verso i batteri in terreno liquido si
differenziano in base al tipo di contenitore utilizzato: metodo in provetta (metodo di Ericcson e
Sherris), il volume di terreno liquido pu essere 10 ml, 5 ml, 3 ml, la metodica quella
precedentemente discussa; micrometodo in pozzetti, sostanzialmente identico al metodo delle
diluizioni in provetta, le MIC vengono determinate in microtiter (piastre di plastica o vetro con
micropozzetti scavati allinterno) valutando lintorbidamento o la formazione di sedimento
superiore allinoculo.
ANTIBIOGRAMMA
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Generalmente questi metodi vengono interpretati qualitativamente per distinguere i ceppi sensibili
dai resistenti.
Nellesecuzione di un antibiogramma per diffusione bisogna prestare attenzione a:
variabili di natura propriamente tecnica (tipo di piastra, qualit del terreno di coltura, applicazione
corretta dellantibiotico, ecc.);
variabili di natura biologica (numero di microrganismi insemenzati, temperatura di incubazione,
tempo di incubazione). Pertanto una perfetta standardizzazione delle metodiche alla base di una
corretta interpretazione dei risultati.
Il metodo standardizzato pi utilizzato quello di Bauer-Kirby; con questa metodica il terreno di
coltura deve rispondere ad alcune propriet come pH e concentrazione ionica adeguati,
concentrazione e spessore uniforme dellagar.
Poich la diffusione dellantibiotico nellagar avviene in relazione alluniformit dello spessore del
terreno nelle piastre la metodica richiede:
piastre piane e disposte su una superficie orizzontale;
concentrazione dellagar di 1,5-2% ;
spessore dellagar di 4 mm calcolato in base alle dimensioni delle piastre e la quantit di terreno
adoperato;
scelta del terreno di coltura adeguato; generalmente si utilizza Mueller Hinton (pH compreso tra
7.2 e 7.4) il quale non interferisce con lattivit dei vari antibiotici. Tuttavia anche uno stesso
terreno di coltura a seconda delle diverse partite pu presentare notevoli differenze nella
concentrazione ionica (il particolare la concentrazione di calcio e magnesio pu interferire con la
grandezza degli aloni di inibizione), nella conducibilit elettrica, ecc. Inoltre da rilevare che
laggiunta di sangue al terreno di coltura pu modificare lattivit di un a.a.
dosaggio dellinoculo, necessario perch la grandezza degli aloni di inibizione in relazione al
numero di microrganismi seminati. Per standardizzare la densit dellinoculo si pu usare un
metodo microscopico opacimetrico (MacFarland) o spettrofotometrico. Linoculo ottenuto da
diluizione della coltura pura deve contenere 10^5 10^6 germi/ml finale;
allestimento dellagar germi mediante:
1. semina dellinoculo nella massa dellagar;
semina dellinoculo sulla superficie della piastra (in questo caso previo esseccamento della piastra
prima della semina);
essiccamento della piastra dopo la semina;
deposizione dei dischetti contenenti gli a.a. sul terreno di coltura asciugato, utilizzando pinze
sterilizzate alla fiamma e successivamente raffreddate. opportuno conservare adeguatamente gli
a.a. onde evitare linattivazione;
permettere una prediffusione della.a. nella massa dellagar a temperatura ambiente, alla quale
non si verifica moltiplicazione batterica;
incubare in un termostato alla temperatura di 5C per un periodo variabile tra 6-8h e 16-20h;
procedere alla lettura della grandezza degli aloni di inibizione utilizzando un calibro adatto e
valutando se allinterno dellalone si notano colonie di sviluppo, indice di germi resistenti;
valutazione degli aloni.
Secondo lN.C.C.L.S. (National Committee for Clinical Laboratory Standards) si stabilito che per
le specie microbiche saggiate con dischetto contenente a.a. (a concentrazione fissa) il diametro
dellalone d inibizione deve rispondere a certi valori al di sotto dei quali il microrganismo viene
considerato resistente, al di sopra dei quali viene considerato sensibile; esiste inoltre una zona
definita intermedia in cui si deve stabilire se il microrganismo sensibile o resistente che per questo
viene definito intermedio.
STAFILOCOCCHI
DEFINIZIONE
STAPHYLOCOCCUS AUREUS
Diffuso in molte specie animali. Luomo continuamente esposto al rischio di infezione
streptococcica, poich la > parte degli individui adulti li ospita sulla cute e al livello del nasofaringe. Lo stato di portatore pu essere: transitorio, continuo(portatore sano), intermittente.
- Gli S.A sono gli agenti + frequenti delle infezioni cutanee (foruncolosi, favi) che iniziano a
livello delle ghiandole sebacee e dei follicoli piliferi; infatti i batteri producono enzimi lipolitici
che consentono leliminazione di alcuni componenti dei lipidi cutanei (sebo) dotati di azione
antimicrobica e dallaltra lutilizzazione come sorgente di energia dei lipidi stessi.
- Alcuni streptococchi produttori di enterotossine sono causa di intossicazioni alimentari quando
contaminano alcuni cibi ricchi di lipidi (panna, crema).
- Staphylococchi sono molto sviluppati in ambiente nosocomiale e presentano in alcune varianti
resistenza agli antibiotici : 1) MRSA (S.A resistente meticillina)
2) MRSE (S.Epidermidis resistente alla meticillina)
La resistenza alla meticillina, presuppone anche una resistenza anche a tutti i lattamici.
STRUTTUTA SUPERFICIALE
Nella parete cellulare collocata una proteina di superficie Antigene A ke si proietta allesterno,e
ha carattere di antigene specifico, infatti lega con grande affinit la porzione Fc degli anticorpi IgA
e IgM.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Avviato il processo di infezione lo S.A si moltiplica negli spazi intercellulari e pu essere causa di
focolai di infezione piogena (suppurativa) a diversa localizzazione (cute, tessuti molli,
app.scheletrico, app. respiratorio).
Principali strumenti di azione patogena nelle forme piogeniche:
adesine;
azione antifagocitaria di capsula e antigene A;
produzione di catalasi, superossidodismutasi (garantire protezione dai meccanismi di
killling intrafagocitari ossigeno-dipendenti
H2O2 H2O + O2 )
tossine:ke intervengono nella patogenesi delle infezioni piogeniche rappresentate dalle
emolisineo citolisine , , , (evidenziabili su agar-sangue) e la leucocidina-PV
codificate da geni a localizzazione cromosomica.
1. tossina epidermolitica o esfoliativa prodotta solo da alcuni stipidi di S.A e
provoca la Sindrome della cute ustionata da stafilococco;la tossina si diffonde x via
ematica, raggiunge lo strato granuloso dellepidermide dove si attiva provocando la
rottura dei legami intercellulari.
2. tossina dello shock tossico (TSST-1) prodotta solo da alcuni stipiti di S.A
codificata da un gene a localizzazione cromosomica. Descritta x la 1 volta in donne
durante il periodo mestruale, segni generali di tossiemia con manifestazioni cutanee
eritematose e malfunzionamento di numerosi organi. Questa sindrome riconducibile
ad una elevata colonizzazione vaginale da S.A e favorita dalla presenza del liquido
mestruale e dalluso di tamponi assorbenti. La tossina ha la capacit di diffondere in
circolo attraverso le mucose senza la necessit della preventiva colonizzazione
batterica e della conseguente lesione dellepitelio mucoso.
3. enterotossina prodotta da alcuni stipiti di S.A che causano gastroenteriti da
intossicazione alimentare (si manifestano in focolai epidemici) che coinvolgono i
consumatori della stessa preparazione alimentare. La gastroenterite la conseguenza
della ingestione di cibi (i + pericolosi sono quelli a elevato contenuto di lipidi, dove la
crescita degli S.A favorita dalla capacit del batterio di produrre lipasi)nei quali
siano prodotte sufficienti quantit di enterotossina. Le enterotossine sono resistenti ai
succhi gastrici e termoresistenti. Pervenute nellintestino interagiscono con i
macrofagi e i linfociti del MALT, stimolando lattivazione dei linfociti T e la
conseguente liberazione di citochine proinfiammatorie cui segue la comparsa di
lesioni flogistiche a carico della mucosa che si accompagnano a sintomi enterici.
esoenzimi una serie di enzimi idrolitici con la funzione principale di digestione dei
materiali organici; lipasi -> in grado di idrolizzare i TG, fostatidilcolina ; nucleasi ->
idrolizzare RNA e DNA; ureasi -> idrolizza urea ad ammonio e bicarbonato; jaluronidasi
-> capace di abbattere le barriere ricche di jaluronati della sostanza fondamentale del
connettivo; serino-proteasi -> idrolizzare legame peptidico di amminoaci delle proteine
1. coagulasi : che reagendo con un fattore plasmatici capace di trasformare il
fibrinogeno in fibrina;
2. stafilochinasi : in grado di legarsi al plasminogeno attivandone la conversione in
plasmina capace di dissolvere i coaguli di fibrina.
METODI DI IDENTIFICAZIONE
1. ESAME COLTURALE
piastra di agar-sale+mannite: (mannite uno zucchero fermentato da S.A). Viene aggiunto inoltre
un indicatore di pH come il rosso fenolo, la piastra detta di Chapman dove le colonie di S sono
circondate da un alone giallo causato dal viraggio dove sono diffusi gli acidi prodotti dalla
fermentazione dello zucchero. Le colture esaminate dopo 24-48 h di incubazione a 37C e vengono
individuate x la presenza della pigmentazione giallo-oro (S.A) e bianchi (S.E), x lalone di emolisi.
2. ANALISI MICROSCOPICA dalle colonie sospette si allestisce un preparato microscopico
colorato con metodo di Gram x controllare che le colonie siano formate da cocchi Gram+
con disposizione a grappolo.
3. IDENTIFICAZIONE 1) S.A si differenzia da streptococchi e pneumococchi x la
produzione di catalasi;2) si differenzia dai micrococchi x la capacit di produrre acidi dal
glucosio in anaerobiosi; 3) ricerca dellattivit Dnasica; 4) x identificazione di stipiti
produttori di tossina esfoliativa, TSST-1 e enterotossina si pu ricorrere ad indagini
immunologiche( tecniche immunoenzimatiche, agglutinazione passiva di particelle di lattice
ricoperte dagli anticorpi specifici x la tossina)
a) TIPIZZAZIONE FAGICA S.A sensibile a numerosi batteriofagi virulenti (si
moltiplicano nella cellula batterica e ne provocano la lisi. sufficiente inoculare una
piastra di agar con un notevole numero di batteri, depositare sulla superficie in
corrispondenza di diversi quadratini una goccia delle diverse sospensioni di
batteriofagi, poi incubare a 37C x 10-12h. La presenza di lisi in corrispondeza del
quadratino indica la sensibilit dello stipite batterico a quel determinato batteriofago.
b) REAZIONE SIEROLOGICA il notevole numero di antigeni tipo specifici presenti
alla superficie degli S. e la notevole diffusione degli anticorpi relativi nei sieri di
soggetti normali (numerose occasioni di esposizione), nn permettono di utilizzare la
reazione sierologia x la diagnosi di uninfezione stafilococcica.
TERAPIA
S.A uno dei batteri che + spesso presenta il fenomeno dellantibiotico-resistenza e si manifesta
molto fra i ceppi in ambiente ospedaliero e responsabile delle stafilococcie nosocomiali. La scelta
del mezzo terapeutico deve essere sempre guidata dallantibiogramma.
METODI DI IMMUNIZZAZIONE
AUTOVACCINO allestiti con lo stipite di S.A isolato dalla lesione di un singolo paziente. Si fa in
caso di foruncolosi disseminata. Si isola lo S.A dalla lesione del paziente, si purifica e si uccide con
formalina, poi si effettuano prove biologiche su animali (inoculazione x via intraperitoneale e
registrazione della T) se nn compaiono brividi dopo inoculo e lanimale vive x 1 sett allora si
esegue una microiniezione al paziente -> controllo dopo 2h e dopo 48h, se tutto ok si esegue il
vaccino x via intramuscolare dose >3miliardi/ml di cellule x ogni inoculazione. Questo autovaccino
usato x le persone che nn hanno avuto successo con il vaccino normale.
STREPTOCOCCHI
DEFINIZIONE
catalasi negativi
crescita su terreni di coltura arricchiti con laggiunta di liquidi organici (liquido ascetico,
siero e sangue).
Costituisco gran parte della popolazione microbica orale e faringea, sono cmq rinvenuti lungo tutto
il tratto intestinale ma anche a livello vaginale e cutaneo. Se ne conoscono alcune specie (dotate di
un notevole potere patogeno):
Streptococcus pyogenes
Streptococcus agalactiae
Streptococcus pneumoniae (pneumococco)
Altre specie sono invece commensali dellorganismo umano:
- cavo orale, x quanto riguarda la patogenesi delle carie; possono essere causa di processi
morbosi in seguito alla penetrazione accidentale nel torrente circolatorio e si localizzano in
distretti come endocardio
- streptococchi fecali, sono stati classificati nel genere Enterococcus.
Gli Streptococchi sono raggruppati in base al tipo di emolisi prodotta su piastra di agar-sangue e in
rapporto alle caratteristiche antigeniche di alcuni polisaccaridi della parete.
- EMOLISI 3 gruppi : 1) -emolitici o viridanti, sono circondati da un ristretto alone di
emolisi incompleta (ex S.pneumonite e la > parte degli S presenti nel
cavo orale).
2) -emolitici, circondati da un alone ben evidente di emolisi completa
(ex S.pyogenes);
3) non-emolitici o -emolitici (ex S.agalactiae)
- ANTIGENE C di policcasaccaride C estraibile(mediante tecniche enzimatiche)e identificabile in
prove di precipitazione con sieri immuni specifici, xci gli S sono divisi in 20 gruppi indicati con
lettere dellalfabeto (ex S pyogenes fa parte del gruppo A; S agalactiae del gruppo B; S
pneumoniae e S viridanti orali nn possiede nella parete un antigene polisaccaridico C estraibile)
STREPTOCOCCUS PYOGENES
- uno streptococco -emolitico con antigene polisaccaridico di gruppo A.
- responsabile di una serie di manifestazione infiammatorie piogeniche acute a cui possono
seguire alcune conseguenze nn suppurative (xch nn collegate alla presenza di un focolaio di
infezione attiva).
INFEZIONI SOSTENUTE DA S.PYOGENES :
Forme infiammatorie acute
Conseguenze nn suppurative
- glomerulonefrite post-streptococcica
- febbre reumatica acuta
- cardiopatia reumatica
STREPTOCOCCHI
DEFINIZIONE
STREPTOCOCCUS PYOGENES
- uno streptococco -emolitico con antigene polisaccaridico di gruppo A.
- responsabile di una serie di manifestazione infiammatorie piogeniche acute a cui possono
seguire alcune conseguenze nn suppurative (xch nn collegate alla presenza di un focolaio di
infezione attiva).
INFEZIONI SOSTENUTE DA S.PYOGENES :
Forme infiammatorie acute
Conseguenze nn suppurative
- glomerulonefrite post-streptococcica correlata ad una pregressa infezione streptococcica
acuta (a livello cutaneo), sembra la conseguenza della formazione di una notevole quantit
di complessi antigene-anticorpo solubili (x eccesso di anticorpi) in soggetti che presentino
una abnormemente elevata risposta anticorpale nei confronti di antigeni secreti (tossine ,
esoenzimi). I complessi antigene-anticorpo finiscono con il depositarsi a livello del filtro
renale con il richiamo di notevole quantit di complemento che in grado di innescare un
processo infiammatorio localizzato, con distruzione del parenchima renale.
- febbre reumatica acuta caratterizzata da lesioni a livello dei tessuti delle articolazioni e
la relativa complicanza della malattia cardiaca reumatica (in cui prevalgono lesioni dei
tessuti valvolari), lesioni flogistiche dei tessuti connettivali e/o muscolari (noduli di
Aschoff formati da unarea centrale di degenerazione fibrinoide, circondata da linfociti,
monociti e granulociti) con un andamento subacuto (tendente alla cronicizzazione) e con una
probabile componente autoimmune, la cui comparsa associata ad una pregressa lesione
infiammatoria acuta a localizzazione faringea (angina streptococcica ) da S. pyogenes.
- eritema nodoso dovuto alla deposizione di complessi antigene-anticorpo a livello dei
capillari del derma e del sottocutaneo pu innescare un processo infiammatorio localizzato
(vasculite, panniculite) che si traduce nella comparsa di noduli eritematosi a livello degli arti
inferiori
STRUTTURE SUPERFICIALI, CARATTERI ANTIGENI
lesotossina principale : Streptolisina-O che fa parte del gruppo delle emolisine, ossigenolabile e agisce sulle membrane cellulari formando pori. dotata di notevole potere immunogeno
(si possono ricercare anticorpi specifici).
- Streptolisina-S -> dopo la sintesi rimane associato alla superficie del batterio. ossigenostabile ed responsabile dellalone di emolisi completa che si osserva intorno alle colonie di S.
pyogenes alla superficie di piastre di agar-sangue incubate in aerobiosi. La sua azione emolitica
sembra conseguente alla formazione di pori nei fosfolipidi delle membrane. La citotossicit
elevatissima. Ha scarsa o assente immunogenicit e dalla mancanza di risposta anticorpale nei
soggetti infetti.
- SPE-A (tossina eritrogena) -> o tossina della scarlattina, codificata da un fago temperato. Ha
una potente azione pirogena, ed la principale responsabile delleritema caratteristico della
scarlattina (x azione sugli endoteli dei capillari cutanei).
Esoenzimi prodotti da S. pyogenes:
- streptochinasi -> agisce sul plasminogeno catalizzandone la trasformazione in plasmina in
grado di dissolvere i coaguli di fibrina. Ha attivit cisteino-proteasica
- Jaluronidasi -> in grado di favorire la diffusione di S. pyogenes nei tessuti circostanti il
sito della colonizzazione primaria.
- C5a-peptidasi (serino-protesi) -> capace di distruggere il componente C5a del
complemento, eliminando la sua azione di fattore chemiotattico positivo.
- NAD-asi -> in grado di danneggiare (x esaurimento del pool intracell di NAD) i leucociti
che abbiano fagocitato il batterio;
- Neuraminidasi -> agisce depolimerizzando le secrezioni mucose presenti sugli epiteli delle
prime vie respiratorie, e favorisce cos la colonizzazione dellepitelio.
- Tossine pirogene e superantigene streptococcico-> prodotte da alcuni stipiti, presentano i
caratteri di superantigene e la conseguente azione patogena. Le infezioni cutanee da S.
pyogenes produttori di tossine pirogene possono essere seguiti dalla comparsa di una
sindrome da shock tossico(clinicamente indistinguibile da quella provocata da Stafilococcus
aureus, TSST-1.
METODI DI IDENTIFICAZIONE
S. pyogenes viene ricercato nellessudato faringeo, e in prelievi fatti su cute infetta. Nella farige
sono presenti come commensali altri streptococchi (viridanti orali), e lesame microscopico
diretto sul campione non ha significato, si ricorre alla ricerca colturale.
Per lisolamento si procede alla semina in piastre di agar sangue. Le colonie hanno un aspetto
mucoso e sono circondate da un alone di emolisi. Un 2 metodo di isolamento quello
dellagar-batteri: il materiale prelevato viene sospeso in una piccola quantit di brodo, si in
semina con 2 o 3 goccie di questa sospensione una provetta di agar liquefatto e raffreddato a
45C, si aggiunge il sangue di pecora e si versa in piastra. Le colonie di streptococco cresciute
in profondit hanno una forma a navetta e appaiono circondate da un alone di emolisi molto +
netto di quelle cresciute in superficie.
Lidentificazione presuntiva viene fatta in base alla sua > sensibilit alla bacitracina rispetto ad
altri streptococchi, ponendo un disco imbevuto sulla piastra in cui si seminato il ceppo in
esame. Per lidentificazione rapida posso ricorrere ad una reazione di immunofluorescenza.
Lantigene (streptococco) viene posto a contatto con anticorpi polivalenti di gruppo A coniugati
con isocianato di fluorescina. Allosservazione microscopica con luce UV, gli streptococchi di
gruppo A appaiono fluorescenti alla periferia cellulare.
REAZIONI SIEROLOGICHE
Tutti i tipi di S. pyogenes producono streptolisina-O e dato che essa fortemente immunogena
si ricorre alla ricerca degli anticorpi verso questa tossina.
SENSIBILITA AD ANTIBIOTICI E CHEMIOTERAPICI
La penicillina usata sia nella terapia delle infezioni acute che nella profilassi delle sequele non
suppurative. In alternativa si pu utilizzare anche leritromicina ed i sulfamidici.
noto da tempo come agente della mastite bovina, e di occasionali infezioni umane (delle vie
urinarie e complicanze post partum).
divenuto ultimamente uno dei + importanti agenti di infezioni neonatali, di meningiti neonatali
di cui la causa + freq dopo E. coli.
E presente assai spesso come commensale della popolazione microbica delluretra maschile e
della vagina, pu essere trasmesso da un soggetto allaltro durante il rapporto sessuale. Il neonato si
infetta al momento del parto.
Manifestazioni cliniche:
- sindrome polmonare acuta -> insorge entro i primi 2-3gg dalla nascita ; (letalit > 50%).
- meningite purulente -> che insorge tardivamente (da 1 a 2 mesi dopo la nasciata), bassa
letalit (20%).
S. agalactiae possiede lantigene polisaccaridicodi gruppo B, e non emolitico, produce il fattore
CAMP, che in grado di completare la lisi di emazie esposte alla -citolisina (emolisina)
streptococcica. In base ad altri antigeni polisaccaridici e proteici, S. agalactiae suddivisibile in 5
sierotipi, ma il tipo III dotato di > patogenicit.
Per lidentificazione: ricerca dellantigene polisaccaridico di gruppo B, e il CAMP-test che
consiste nel mettere in evidenza lemolisi completa di emazie di pecora, esposte alla emolisina
streptococcica.
STREPTOCOCCHI VIRIDANTI
Con questa denominazione di designano diverse specie che possono essere isolate dal cavo orale
o da altre sedi corporee e che sono dotate di propriet -emolitica.
Le specie + freq isolate in patologia umana:
- S. mutans
- S. salivarius
- S. sanguis
sono produttrici di glucani, che ne favoriscono ladesione a superfici lisce
- S. mitior
smalto dentale, o di strutture connettivali (endocardio, valvole cardiache)
- S. milleri -> non produce glucani
Lidentificazione dei diversi batteri affidata allanalisi del profilo biochimico del batterio.
La terapia: sensibili agli antibiotici beta-lattamici (penicillina).
ENTEROCOCCHI
PNEUMOCOCCHI
EZIOLOGIA
un ospite frequente delle prime vie respiratorie (il 30-70% dei soggetti umani normali sono
portatori sani) e in presenza di concause predisponenti (infezioni respiratorie da virus,
inalazione di anestetici irritanti, traumi toracici, insufficienza cardiaca) pu raggiungere le vie
respiratorie profonde provocando la polmonite (di cui 1 dei + freq agenti eziologici). Dalle
lesioni polmonari, superando la barriera dei linfonodi mediastinici, andare al dotto toracico e da
qui nella circolazione generale. Alla batteriemia pu seguire la localizzazione dellinfezione
allendocardio, al pericardio, alle meningi, al peritoneo e alle cavit articolari.
Dalle prime vie aeree il batterio pu raggiungere anche i seni e lorecchio medio e da qui pu
diffondersi ulteriormente provocando linsorgenza di mastoiditi e meningiti.
STRUTTURE SUPERFICIALI E CARATTERI ANTIGENI
La parete cellulare formata da peptidoglicano ed acidi teicoici. Parte degli acidi teicoici
contengono fosfatidilcolina e sono legati ai residui di acido N-acetilmuranico del
peptidoglicano, formando lantigene C pneucoccico, che si trova uniformemente distribuito
sulla faccia interna ed esterna della parete cellulare.
Lantigene C reagisce con una delle principali proteine della fase acuta (proteina C-reattiva),
prodotte dallorganismo umano durante il processo infiammatorio. Gli acidi teicoici contenenti
fosforilcolina condizionano la digestione della parete cellulare ad opera dellautolisina
pneumococcica. Nelle cellule in attiva divisione, lenzima inattivo. Nel caso in cui la
moltiplicazione batterica si arresta, lautolisina si libera dal legame con lantigene di Forssman
inizia la lisi della cellula batterica.
La struttura superficiale + importante costituita dalla capsula polisaccaridica che rappresenta
un fattore essenziale di virulenza del batterio. Questa formata da polisaccaridi di varia
struttura ed hanno potere antigene e consentono di distinguere fino a 90 sierotipi diversi di S.
pneumoniae.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
La capsula ha potere patogeno x la sua azione atifagocitaria.
La sopravvivenza di S. pneumoniae alla superficie delle mucose favorita dalla produzione di
IgA1-proteasi, in grado di distruggere gli anticorpi secretori IgA.
Lazione patogena dipende anche dalla produzione di sostanze tossiche:
METODI DI IDENTIFICAZIONE
Il reperto di diplococchi Gram + lanceolati provvisti di capsula, nellespettorato di un individuo
affetto da polmonite o in materiale purulento sufficiente x sospettare leziologia
pneumococcica, ma si deve sempre ricorrere alla coltura del batterio. Nel materiale come
lespettorato in cui pu essere presente una popolazione batterica mista preferbile usare terreni
resi selettivi dallaggiunta di farmaci (acido nalidixico) ai quali il pneumococco insensibile.
Lincubazione deve avvenire in atmosfera di CO2 al 5%
Le colonie di pneumococco possono essere distinte da quelle degli altri pneumococchi viridanti
in base al test di sensibilit alloptochina. Ponendo un disco di optachina su una piastra di agarsangue e seminandovi il ceppo in esame se si in presenza di pneumococco sar evidente
intorno al disco una zona di inibizione. Un altro test lagglutinazione, si usa un siero
polivalente in grado di agglutinare tutti i tipi di pneumococco. Un altro metodo si basa sulla
sensibilit ai sali biliari esibita dai pneumococchi, che si lisano rapidamente.
TIPIZZAZIONE
Si conoscono 90 diversi sierotipi capsulati di pneumococco a loro volta riuniti in 40 sierogruppi.
In particolare:
- tipo 1 -> forme polmonari invasive, accompagnate da batteriemia;
- tipo 3 -> predominante nelle otiti medie acute;
- tipo 23 -> nelle meningiti
Per lidentificazione del tipo, si pu ricorrere allagglutinazione su vetrino.
REAZIONI SIEROLOGICHE
La ricerca di anticorpi contro gli antigeni tipo-specifici capsulari dello pneumococco non usata ai
fini diagnostici, x la notevole variet di tipi antigeni.
Nelle infezioni accompagnate da batteriemia e nelle meningiti si pu usare la ricerca mediante
elettrosineresi o altri metodi immunologici.
TERAPIA
sensibile alla penicillina, x sono presenti stipiti resistenti che hanno subito unalterazione delle
proteine che legano la penicillina (PBP)
VACCINO
Attualmente disponibile un vaccino contenente 23 tipi di polisaccaride capsulare.
BACILLI
GRAM +
Aerobi o anaerobi facoltativi
Mobili o immobili
Sporigeni: spora ha posizione centrale e non eccede il diametro della cell madre (sporangio)
Capsulati
Assai diffusi in natura, saprofiti che vivono negli strati superficiali del suolo.
Solo 2 specie sono patogene x luomo:
1. BACILLUS ANTHRACIS (o bacillo del carbonchio)
2. BACILLUS CEREUS (responsab di alcune forme di intossicazione alimentare)
BACILLUS ANTHRACIS
Il carbonchio o antrace unaffezione setticemica che colpisce molti animali, che si infettano x
via alimentare ingerendo foraggio contaminato da spore. Il rischio di infezione umana x:
- via gastrointestinale a seguito dellingestione di carni di animali infetti;
- la penetrazione di spore attraverso soluzioni di continuo della cute; si ha la
formazione di pustole caratterizzate da edema circostante, con febbre, malessere
generale, cmq tendente alla guarigione spontanea.
- via inalatoria: iniziale localizzazione polmonare, accompagnata da sintomi di una
modesta affezione respiratoria, fa seguito la disseminazione dellinfezione ai
linfonodi mediastinici e a tutto il resto dellorganismo (forma setticemica) con febbre
elevata e dspnea, collasso cardiocircolatorio e mortalit elevatissima.
Bacillo che tende a disporsi in catene, essendo gli estremi cellulari squadrati a canna di
bamb.
GRAM +
Immobile
Sporigeno
Capsula : di natura polisaccaridica , formata da un polimero dellacido D-glutamico e si
conosce 1 solo tipo antigene. Nella parete cellulare sono stati identificati un antigene di natura
polisaccaridica e un antigene proteico.
Aerobio-anaerobio facoltativo (cresce meglio in presenza di O2, e la produzione di spore si ha
solo in ambiente aerobio);
Cresce bene nei comuni terreni di coltura, forma colonie grandi 3-4mm, aspetto rugoso, a
margini frastagliati, che a piccolo ingrandimento hanno un aspetto simile a un ammasso di
capelli ondulati (colonie a caput medusae) provocato dallintreccio delle lunghe catenelle di
bacilli.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Nelle infezioni x via transcutanea le spore che si trovano negli spazi intercellulari, vanno
incontro a germinazione con produzione delle forme vegetative che resistono alla fagocitosi
grazie allazione antifagocitaria della capsula (principale fattore di virulenza).
Nelle infezioni x via inalatoria le spore vengono captate dai macrofagi alveolari nei cui
fagosomi esse sopravvivono, dando luogo alle fome vegetative (bacilli) che vengono trasferite
attraverso la barriera alveolare dagli stessi macrofagi, dai quali si liberano x immettersi negli
spazi tissutali extracellulari o ematici (setticemia), in seguita alla morte e alla lisi dei macrofaci
causata dallazione della tossina carbonchiosa. La tossina formata da 3 componenti:
- fattore I (edema factor EF) unadenilato ciclasi, e provoca un incremento della
concentrazione intracellulare di cAMP, ed una serie di conseguenze metaboliche, la
+ evidente rappresentata dallazione edematogena x laccumulo di liquidi negli
spazi intercellulari (lesioni cutanee o pustole)
fattore II (protective antigen PA) una volta ancorato alla superficie della
membrana cellulare, in corrispondenza di una proteina trasmembrana, viene
attaccato da proteasi che ne distaccano un frammento, scoprendo una porzione della
molecola che a questo punto che rappresenta un recettore in grado di consentire
lancoraggio del fattore I e/o del fattore III. La tossina viene introdotta nella cellula x
endocitosi mediata da recettore e i componenti tossici (I e III) sono traslocati nel
citosol.
- fattore III (lethal factor LF) lunico componente della tossina carbonchiosa
capace di uccidere lanimale da esperimento se inoculato insieme al fattore II; una
metalloproteasi, in grado di attaccare alcune chinasi che intervengono nelle cascate
di segnali. La tossina carbonchiosa ha il suo bersaglio preferenziale nelle cellule del
reticolo endoteliale, in particolare nei macrodagi.
La tossina carbonchiosa e la capsula rappresentano i principali fattori di virulenza. Entrambe
sono codificate da 2 plasmidi diversi, rispettivamente pX01 (perso dal batterio a temperature
>43C) e pX02 (perso dal batterio spontaneamente o dopo coltura in presenza di novobiocina).
B. anthracis elimina nellambiente una serie di esoenzimi (fofolipasi-C, proteasi, collagenasi)
che contribuiscono alla patogenesi del danno nellorganismo infetto.
-
METODI DI IDENTIFICAZIONE
Esame microscopico : dellessudato di una pustola o del sangue (nel caso di forma setticemica)
pu consentire, nel caso di reperto bacillare con la morfologia di B. anthracis il sospetto
dellinfezione carbonchiosa.
Esame colturale: x confermare la diagnosi, si isola il batterio in piastre di agar sangue. Si
identificano le colonie x laspetto a caput medusae.
Diagnosi differenziale: B. anthracis immobile, mentre la grande > del genere Bacillus sono
mobili con flagelli peritrichi.
Per una definitiva identificazione: dimostrazione del potere patogeno nei confronti di animali da
laboratorio. Il topino o la cavia inoculati x via sottocutanea vengono a morte dopo 24-48 h x
setticemia e il bacillo repertabile nel sangue.
Le colonie di B. cereus in agar-sangue sono emolitiche (B. anthracis no); inoltre B. anthracis
sensibile alla penicillina mentre B. cereus resistente x la produzione di penicillinasi.
REAZIONI SIEROLOGICHE
Il breve periodo di incubazione dellinfezione carbonchiosa non permette di far ricorso a reazioni
sierologiche x la diagnosi dellinfezione. E cmq possibile una diagnosi post-mortem
TERAPIA
B. anthracis sensibile alle penicilline e alle tetracicline. In passato prima della scoperta degli
antibiotici si utilizzava il siero anti-carbonchioso.
METODI DI IMMUNIZZAZIONE
La prevenzione dellinfezione carbonchiosa nelluomo si ottiene controllando linfezione degli
animali (erbivori) in allevamento con idonei programmi di vaccinazione. Il vaccino x uso
veterinario consiste di spore di batteri attenuati sospesi in glicerolo 50%, addizionata dello 0,5 %
con saponina che ha il compito di provocare unirritazione locale seguita da unintensa reazione
infiammatoria (ascesso da fissazione) localizzata che impedisce la diffusione sistemica.
Linteresse della vaccinazione umana di scarso impiego nei paesi industrializzati.
BACILLUS CEREUS
GRAM +
Sporigeni
Aerobi-anaerobi facoltativi
EZIOLOGIA
responsabile di alcune intossicazioni alimentari umane conseguenti allingestione di cibi nei quali
il batterio si sia moltiplicato, producendo notevole quantit di tossina.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Si conoscono 2 forme cliniche ad interessamento intestinale:
1. diarrea acuta -> simile a quella prodotta da Clostridium perfringens, ha un periodo di
incubazione di 10-15 h , comporta dolori addominali, diarrea. Questa forma conseguente
allingestione di alimenti (carni, budini, creme, vegetali, zuppe) contaminati da elevate
quantit del microrganismo a causa delle cattive condizioni di conservazione;
2. gastrite o gastroenterite -> ha un periodo di incubazione + breve, caratterizzata da nausea e
vomito, in grado di simulare lintossicazione stafilococcica. Lalimento maggiormente
incriminato il riso cotto in cui B. cereus sembra poter sopravvivere dopo il trattamento e
moltiplicarsi.
La sintomatologia morbosa sembra riconducibile allazione di diverse tossine ad azione citolitica
( cereolisina, fosfolipasi C, sfingomielinasi).
CORINEBATTERI
BACILLI a forma di clava (x la presenza di una dilatazione della cellula ad uno degli estremi)
GRAM + o variabile
Sprovvisti di capsula
Asporigeni
Immobili
Aerobi-anaerobi facoltativi
Crescono bene in terreni arricchiti con liquidi organici (siero). Crescono in presenza di tellurito
di potassio, tossico x la > parte degli altri batteri.
Catalasi +
Nella divisione cellulare: la separazione delle cellule figlie avviene x progressivo scollamento
lungo il piano in cui si sono formate le nuove membrane, le 2 cellule sono portate a ruotare,
facendo perno sulla zona il cui distacco avviene + tardivamente , assumendo una disposizione
ad L e poi a V per finire, a separazione avvenuta, parallele luna allaltra.
I corinebatteri presentano un aggruppamento a lettere cinesi. La tendenza delle cellule a
rimanere riunite, parallele luna allaltra a formare delle palizzate
Il principale Corynebacterium medico : CORYNEBACTERIUM DIPHTHERIAE
CORYNEBACTERIUM DIPHTHERIAE
EZIOLOGIA
o bacillo difterico, lagente etiologico della difterite. In natura esso infetta solo la specie
umana e pertanto la difterite unaffezione esclusivamente delluomo.
La difterite -> consiste nellinfiammazione localizzata di una mucosa, il cui epitelio va
incontro a necrosi e viene inglobato in un essudato ricco di leucociti e fibrina, dando luogo alla
formazione di una pseudomembrana grigiastra, che aderisce al connettivo sottomucoso.
Linfezione difterica si localizza al naso-faringe, alle tonsille, allugola, alla congiuntiva e
allorecchio medio. I bacilli difterici rimangono localizzati al focolaio infiammatorio senza
alcuna tendenza a invadere il torrente circolatorio.
La sorgente di infezione: a) ammalati di difterite; b) portatori (naso-faringei) sani di C.
diphtheriae. Sia la condizione di portatore, sia la malattia conclamata sono un appannaggio
esclusivo dellet infantile (in epoca pre-vaccinale).
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
La tossina difterica: che essi producono lunico strumento di patogenicit, diffonde x via
ematica in tutto lorganismo e provoca gravi lesioni degenerative a carico del miocardio, del
fegato, dei reni, delle ghiandole surrenali. Essa codificata dal gene tox di un fago temperato
integrato nel cromosoma batterico che viene trascritto in condizioni di stress da carenza di
Ferro. La tossina di tipo A-B (di tipo pantropo); loligomero B serve a legare la tossina ad
alcune glicoproteine della superficie cellulare ed a favorire la traslocazione intracellulare del
componente A, la quale ha unazione ADP-ribosil-trasferasica. Il bersaglio rappresentato dal
fattore di allungamento EF-2 che interviene nella sintesi della catena peptidica a livello della
traslocazione; il complesso EF-2 -ADP-ribosio inattivo e di conseguenza la sintesi proteica
viene bloccata, portando a morte la cellula.
La produzione di tossina un esempio di conversione lisogenica, lespressione del gene tox del
profago sotto il controllo di un repressore funzionale solo dopo combinazione con ioni ferro
CARATTERI ANTIGENI
Nella parete cellulare, collegate alla porzione peptidoglicanica, si trovano notevoli quantit di
polisaccaridi formati da arabinogalactani esterificati con acigi grassi saturi. + superficialmente
presente uno strato proteico e notevole quantit di diesteri del trealoso.
METODI DI IDENTIFICAZIONE
Lidentificazione microscopica: pu trarre vantaggio dallimpiego di sieri immuni anti-tossina
coniugati con fluorescina, i quali colorano i corinebatteri tossigeni alla cui superficie presente
una certa quantit di tossina. Con la sola identificazione microscopica non si ha mai la certezza
assoluta, la diagnosi va confermata con :
Lesame colturale: il materiale viene inoculato in terreno di Loffler (siero di vitello coagulato),
nel quale i bacilli difterici crescono molto rapidamente (in 4-8 ore); contemporaneamente il
materiale viene inoculato in una piastra di terreno selettivo (terreno di Hoyle) costituito da agarsangue-tellurito di potassio (agar cioccolato -> dopo la preparazione e prima della
distribuzione nella piastra, viene scaldato a 60C fino a che il sangue non prenda un colore
rosso-bruno, lo scopo quello di provocare la fuoriuscita dei globuli rossi dai materiali che
diventano disponibili x il batterio) sul quale i corinebatteri crescono producendo colonie (in 2448 h) di colorito nerastro. Nel terreno al tellutito: le colonie possono avere 2 aspetti:
a) colonie di (2-3mm) tondeggianti, a margini netti e calotta convessa; queste
colonie sono anche dette di tipo mite ;
b) colonie di (3-4 mm) con centro rilevato, margini frastagliati e superficie
percorsa da pliche radiali;
I batteri sviluppati in terreno di Loffler entro le prime 8 ore dalla semina, vengono esaminate
microscopicamente.
Lidentificazione definitiva: complicata dal fatto che la popolazione batterica normale
delloro-faringe umano comprende specie non patogene come i corinebatteri pseudodifterici.
Quindi lidentificazione si basa sulla dimostrazione della produzione di tossina :
a) in vivo -> inoculazione intradermica di 0,2 0,4 ml di una brodocoltura del batterio in
esame, in 2 cavie, in 1 delle quali si inoculano da 500 a 1000 unit di antitossina
difeterica. La comparsa di lesioni e la morte della cavia non protetta consentono di fare
una diagnosi sicura;
b) in vitro -> mediante la prova di precipitazione in agar; consiste nel deporre al fondo di
una piastra una striscia di carta bibula imbevuta di antitossina, versandovi sopra agar-siero
(viene fatto gelificare). Il batterio in esame viene in seminato sulla superficie dellagar,
lungo una linea perpendicolare allasse > della striscia di carta. Lantitossina contenuta
nella carta e la tossina (prodotta dal batterio) diffondono lungo direttrici perpendicolari,
formando un precipitato (in 24 h) lungo il fronte dincontro (in corrispondenza della
bisettrice dellangono retto formato dalla coltura e dalla striscia di carta).
REAZIONI SIEROLOGICHE
- La difterite unaffezione acuta la cui diagnosi urgente, non quindi possibile ricercare
anticorpi.
- Per stabilire se un soggetto sano o no immune nei confronti della tossina difterica, si pu
ricorrere alla reazione di Schick che consiste nellinoculazione nel derma della faccia volare di un
avambraccio di 0,1 ml, una quantit purificata di tossina. Nei soggetti che possiedono anticorpi
antitossici, la tossina viene neutralizzata e non si osserva nessuna reazione nel punto di
inoculazione; mentre nei soggetti non immuni la tossina provoca un danno localizzato, che si
traduce nella comparsa di una papula e di una piccola zona necrotica.
TERAPIA
I corinebatteri difterici sono sensibili alle: penicilline , cefalosporine, tetracicline, eritromicina.
Cmq il solo trattamento antibiotico non sufficiente, poich la tossina la protagonista della
lesione. Quindi lo scopo della terapia impedire che la tossina si leghi alle cellule, ci si pu
ottenere tramite la neutralizzazione della tossina mediante la somministrazione dei relativi anticorpi
gi preformati (siero antidifterico).
METODI DI IMMUNIZZAZIONE
- Limmunizzazione attiva (vaccinazione) : si pratica mediate la somministrazione di vaccini a
base di anatossina.
- Limmunit passiva (sieroterapia) : nel corso della malattia, si usano sieri di animali di grossa
taglia (cavallo o bue) immunizzati artificialmente ; o mediante preparazioni di gamma-globuline
umane iperimmuni.
LISTERIA MONOCYTOGENES
EZIOLOGIA
- Linfezione da Listeria largamente diffusa tra gli animali, buona parte delle infezioni umane
sembrano derivare dalla ingestione di carni fresche, insaccati o latticini, prodotti con materiali
provenienti da animali infetti.
- Le forme cliniche + frequentemente isolate: meningiti purulente, meningoencefaliti,
setticemie.
MECCANISMO DI AZIONE PATOGENA
La listeriosi rappresenterebbe una delle + frequenti cause di aborto negli ultimi periodi della
gravidanza.
METODI DI IDENTIFICAZIONE
- Lidentificazione nei materiali patologici possibile solo mediante isolamento colturale. Listeria
cresce bene nei comuni terreni di coltura. Per la ricerca colturale si utilizzano piastre di agarsangue, in cui le colonie sono rotonde, a margini netti, circondate da un alone di emolisi torbida.
- I batteri presenti nelle colonie sospette devono essere differenziati da i corinebatteri
pseudodifterici, ci possibile esaminando la motilit dei batteri al MO, le Listerie sono mobili. La
differenziazione con streptococchi e enterococchi si basa sulla dimostrazione di catalasi, sempre
presenti nelle colture di Listeria.
REAZIONI SIEROLOGICHE
- Agglutinazione e fissazione del complemento, hanno poco significato, dato che Listeria
monocytogenes presenta alcuni antigeni comuni a vari altri batteri Gram + (Corinebatteri
pseudodifterici e stafilococchi)
GARDNELLA VAGINALIS
Bacilletto
Immobile
Asporigeno
GRAM variabile (+ nella fase di crescita esponenziale)
Cresce solo in terreni arricchiti di liquidi organici (sangue, siero). In agar-sangue le colonie sono
circondate da un alone di -emolisi.
Produce acidi da glucoso, maltoso, amido, glicogeno
Catalasi
Perossidasi
Ureasi
EZIOLOGIA
- Causa vaginite, caratterizzata da perdite vaginali grigiastre, con un pH = o > di 4,5, caratteristico
odore sgradevole.
- In preparati microscopici a fresco dellessudato vaginale, costante il reperto di numerose cellule
epiteliali ricoperte da bacilli di piccole dimensioni.
- La specie Gardnella vaginalis comprende 7 diversi gruppi antigeni.
- Occasionalmente presente nella popolazione vaginale anche in soggetti sani, associata con la
presenza di vaginite aspecifica pu trasmettersi x contagio sessuale; stata infetti repertata
anche nelluretra del partner di sesso maschile.
- Numerosi batteri anaerobi Mobiluncus sp, potrebbero giocare un ruolo nellaffezione, in
associazione con Gardnella vaginalis, e sarebbero favoriti nello sviluppo proprio dalla presenza di
Gardnella. Lodore sgradevole causato dalla presenza di amine prodotte ad opera di vari batteri
anaerobi e non causato dallattivit metabolica di Gardnella.
TERAPIA
Questo tipo di vaginite sensibile al trattamento con metronidazolo, che un farmaco attivo sui
batteri anaerobi
MICOBATTERI
Bacilli
Involucri esterni caratteristici: come nei Gram +, la cellula micobatterica presenta allesterno
della membrana cellulare uno strato di peptidoglicano. Il peptidoglicano ricoperto, verso la
superficie cellulare esterna, da una complessa struttura ricca di carboidrati e di lipidi; essa
formata da arabino-galattani che legano al peptidoglicano una serie di acidi grassi acidi
micolici cui sono legate una serie di molecole di glicolipidi fenolici. La struttura attraversata
da altre molecole glicolipidiche ancorate alla membrana cellulare.
Le strutture periferiche dei micobatteri, rendono la cellula impervia ad una vasta serie di
sostanze potenzialmente dannose. Da tale caratteristica dipende la propriet tintoriale dell
acido-resistenza dei micobatteri, infatti, tali batteri (anche fissati =uccisi) sono difficilmente
penetrabili dai coloranti usanti in batteriologia, che devono essere fatti agire in soluzioni
concentrate e a temperature elevate 75-80 C. Dipendente dalla struttura degli involucri esterni
il rallentamento degli scambi selettivi di nutrienti e altre molecole con lambiente, e inoltre il
lungo periodo di duplicazione cellulare.
Colorazione micobatteri, metodo di colorazione di Ziehl-Neelsen:
- si tratta il preparato x 2-3 min con una soluzione di fucsina addizionata di acido
fenico, riscaldando il vetrino fino che la soluzione del colorante emetta dei vapori
visibili;
- lavare con acqua
- decolorare x 30-60 secondi con una soluzione di HCl al 3% in alcool etilico
- eseguire una colorazione di contrasto con blu di metilene
Solo i micobatteri mantengono in colorante rosso della fucsina dopo il trattamento, mentre
tutti gli altri materiali vengono decolorati e sono ricolorati in blu. I micobatteri sono
apprezzabili come bacilli rossi in campo blu. Lacido-resistenza dovuta alla formazione di
aryl-metano.micolati tra fucsina e gli acidi micolici.
Le strutture periferiche dei micobatteri rendono la cellula impervia ad una serie di sostanze
potenzialmente dannose (basi e acidi minerali forti). Gli scambi metabolici con lambiente sono
rallentati, e ci legato anche ad un ritmo di moltiplicazione assai lento (sviluppo microbico in
coltura primaria apprezzabile solo dopo 3-4 settimane di incubazione a 37C
Le esigenze nutrizionali possono essere soddisfatte con numerosi terreni, la > parte si possono
coltivare su terreni abiotici, con uneccezione x Mycobacterium lepre che non coltivabile in
vitro.
I terreni di coltura utilizzati sono 3:
1. terreni a base di tuorlo duovo (come sorgente di lipidi)
2. terreni a composizione chimica definita solidificati con agar
3. terreni a composizione chimica definita liquidi: ex un terreno liquido selettivo con
laggiunta di palmitato marcato con carbonio radioattivo, che viene metabolizzato dai
micobatteri con liberazione di CO2 radioattiva, utilizzato x lisolamento dei micobatteri
da materiali patologici
MYCOBACTERIUM TUBERCULOSIS
lagente eziologico della tubercolosi
Caratteri antigeni 2 classi di antigeni :
1) natura polisaccaridica
2) natura proteica
I lipidi degli involucri esterni hanno una potente azione coadiuvante limmunogenicit delle
porzioni antigeniche polisaccaridiche e proteiche, favorendo il reclutamento delle cellule
immunocompetenti.
positivit alla intradermoreazione di Mantoux). Nei paesi industrializzati la vaccinazione non viene
praticata.
DIAGNOSI DI INFEZIONE
- E basata sullisolamento colturale dal materiale patologico in esame.
- Alcuni micobatteri non tubercolari presentano esigenze nutrizionali o crescono con estrema
lentezza o possono non essere repertate nelle colture allestite x M. tuberculosis. Quindi
necessario limpiego di terreni arricchiti e incubazione della coltura x tempi molto lunghi.
- Lidentificazione : si basa sullanalisi del profilo biochimico o con > rapidit sullimpiego di
sonde molecolari specifiche x il genoma delle singole specie micobatteriche. Limpiego di
sonde molecolari deve essere accompagnata allimpiego di tecniche di amplificazione (P.C.R.)
delle sequenze genomiche bersaglio.
TERAPIA
- La sensibilit ai farmaci antimicobatterici pu cambiare da una specie allaltra, xci necessario
uno studio preliminare dello spettro dei farmaci attivi in vitro nei confronti dei singoli stipiti isolati.
MYCOBACTERIUM LEPRAE
BACILLO
un bacillo acido-resistente, non possibile coltivare in vitro.
EZIOLOGIA
Agente eziologico della lebbra. La lebbra una malattia cronica a lungo decorso con un
lunghissimo periodo di incubazione (alcuni anni), clinicamente caratterizzata dalla presenza di
lesioni granulomatose (istologicamente simili a quelle tubercolari) cutanee e mucose (noduli
leprosi) che vanno incontro ad ulcerazione (ma non a caseificazione) provocando spesso
mutilazioni deformanti (volto) e da lesioni che coinvolgono varie terminazioni nervose
periferiche con comparsa di vaste aree di anestesia cutanea.
La malattia si trasmette x contagio interumano.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Linfezione umana localizzata nel citoplasma dei macrofagi, in cui sembra potersi replicare e
dove si dispone in ammassi di batteri paralleli a mazzo di sigari.
DIAGNOSI
in genere clinica ed confermata dal reperto microscopico di bacilli acido-resistenti nel
citoplasma dei macrofagi (cellule leprose) presenti nel materiale proveniente dai granulomi cutanei
o mucosi.
TERAPIA
Utilizzo della terapia multipla: clofazimina + dapspone + rifampicina + clofazimina. Si ottiene
leradicazione dellinfezione in 15-20 mesi.
ACTINOMICETI
Sono : -
Gram +
immobili
ritmo di riproduzione lento, danno luogo alla produzione di un micelio settato (simile a
quello degli ifomiceti);
- aspetto delle colture formate da colonie o patine, secche, compatte, rugose e talora
coperte da un micelio aereo.
Gruppo di batteri che si trovano:
commensali delluomo o di vari animali;
saprofiti del suolo.
-
ACTINOMYCES ISRAELII
anaerobio obligato;
Gram + ;
commensale abituale del cavo orale, occasionalmente invade i tessuti profondi
(actinomicosi);
x la coltivazione richiede terreni ricchi e lo sviluppo favorito dalla presenza di CO2
colture aspetto microscopico di lunghi filamenti ramificati, si frammentano in elementi
bacillari simili ai corinebatteri
antigeni comuni ai micobatteri e corinebatteri, xci sono debolmente immunogeni e nn
stimolano la formazione di evidenti livelli di anticorpi
PATOGENESI
: cervico-facciale, polmonare, addominale. Nel pus sono presenti granuli di colorito giallo-zolfo
grandi (possono andare sino ad alcuni mm) che schiacciati ed esaminati a MO appaiono come una
microcolonia di actinomiceti; zona centrale formata da intreccio di filamenti ramificati e circondata
da grosse formazioni clavate.
DIAGNOSI DI LABORATORIO
Si basa:
sul reperto dei granuli actinomicetici nelle lesioni o
sullisolamento colturale dellactinomicete dal materiale purulento.
TERAPIA
NOCARDIE
aerobi;
crescono in terreni di coltura templi
saprofiti negli strati superficiali del suolo
numerosi antigeni in comune con i micobatteri e con i corinebatteri
TERAPIA
NEISSERIE
COCCHI
GRAM
Forma della singola cellula reniforme; sono disposte in coppie (diplococchi) e i batteri
assumono una forma a chicco di caff
Aerobi-anerobi facoltativi
Immobili
Apsorigeni
Spesso capsulati
Catalasi +
Ossidasi + (citocromo c)
La > parte delle Neisserie sono innocui commensali delle prime vie aeree
2 specie sono altamente patogene x luomo:
1. NEISSERIA MENINGITIDIS agente eziologico della meningite cerebrospinale
epidemica
2. NEISSERIA GONORRHOEAE agente eziologico della blenorragia.
NEISSERIA MENINGITIDIS
Uno dei fattori fondamentali di virulenza rappresentato dal potere antifagocitario della
capsula, ed dimostrata anche dallazione protettiva degli anticorpi nei confronti dellantigene
capsulare.
I meningococchi non producono esotossine e la loro azione patogena dovuta allazione
dellendotossina alla cui azione segue un esteso danno vascolare, complicato da reazioni
infiammatorie localizzate e generalizzate.
METODI DI IDENTIFICAZIONE
Il reperto microscopico di diplococchi Gram nel sedimento del liquor di un paziente affetto da
meningite pu far avanzare il sospetto di una meningite meningococcica. Cmq non possibile
porre la diagnosi esclusivamente in base al reperto morfologico.
Se il materiale in esame ricco di batteri lidentificazione delle neisserie pu ottenersi mediante
rezioni di immunofluorescenza eseguita direttamente sul materiale patologico con un pool di
sieri specifici.
Il altri casi la certezza diagnostica si ottiene mediante isolamento colturale e successiva
identificazione. Perch lisolamento colturale abbia successo necessario che i materiali
patologici x la ricerca delle neisserie siano prelevati prima di qualsiasi terapia antibiotica, e in
seminati negli adatti terreni di coltura.
Per lisolamento colturale: piastre di agar-ascite o agar-sangue cotto a 60C (agar cioccolato)
incubate a 37C in presenza del 5% di CO2. Le colonie compaiono in 24-48 h e si presentano
tondeggianti di 2-3mm, traslucide e di aspetto mucoso.
Le colonie possono essere identificate in base alla propriet delle neisserie incubate in aerobiosi,
di provocare, in presenza di ossigeno libero, lossidazione di alcuni composti aromatici incolori,
trasformandoli in derivati colorati.
Lidentificazione pu essere + complicata quando la ricerca del batterio si esegue nel muco
naso-faringeo di soggetti apparentemente sani, allo scopo di identificare i portatori. Infatti il
naso-faringe delluomo ospita spesso diverse neisserie apatogene. La differenziazione si pu
basare sui:
- caratteri delle colonie (solo le neisserie patogene danno colonie tralucide di aspetto
cremoso, mentre le colonie delle neisserie apatogene sono secche e assai spesso
pigmentate in giallo);
- inoltre le neisserie apatogene crescono sui comuni terreni di coltura, mentre le
neisseerie patogene richiedono un terreno arricchito di sangue o liquido ascetico
- nei casi dubbi le indagini sierologiche sono condotte con antisieri verso gli antigeni
capsulari.
TERAPIA
Neisseria meningitidis sensibile alla penicillina e ai sulfamidici.
METODI DI IMMUNIZZAZIONE
- Limmunizzazione passiva a scopo terapeutico mediante somministrazione di sieri antimeningococci era lunica arma terapeutica prima della scoperta dei sulfamidici.
- I vaccini anti-meningococco: in commercio un vaccino contenente i polisaccaridi capsulari
purificati di meningococchi di gruppo A,C, Y, W-135. Il vaccino efficace a 2-3 settimane dalla
inoculazione (sottocutanea) x scarsamente immunogeno nei bambini, e negli adulti conferisce
unimmunit breve 3-4 anni. Questo viene utilizzato in ambito militare.
NEISSERIA GONORRHOEAE
GONOCOCCO -> agente eziologico della gonorrea o blenorragia.
Ha gli stessi caratteri generali di N. meningitidis
ENTEROBATTERI
CARATTERI ANTIGENI
La superficie come quella di tutti i Gram presenta numerose molecole di LPS (endotossina)
sulla membrana esterna. La componente lipopolisaccaridica della membrana esterna
responsabile sia delle propriet tossiche dei batteri (endotossina) dovute alla sua porzione
lipidica, sia della componente antigene della superficie del soma batterico che viene indicato
come antigene O , la cui specificit conseguente alla composizione e alla disposizione della
porzione polisaccaridica. La composizione dellantigene-O (ossia della porzione polisaccaridica
dellLPS) degli enterobatteri complessa, formata da 2 porzioni:
1 -> + profonda costituisce uno scheletro comune, identico in tutti gli enterobatteri, a questa
comune porzione basale sono attaccate; indicata come antigeneR, si appalesa nelle
varianti rugose (che hanno perso la capacit di sintetizzare le catene specifiche del
polisaccaride O)
2 -> + differenti e specifiche catene saccaridiche, che rappresentano i determinanti antigeni
specifici.
Antigene K situato + superficialmente rispetto allantigene O presente un involucro di
polisaccaridi acidi, che ne rappresentano lo strato mucoso e che talora assume le dimensioni di
una capsula (ben sviluppata nel gruppo Klebsiella,-Enterobacter-Serratia). Nelle Salmonella
indicato come antigene Vi (virulenza). La presenza dellantigene K o Vi rende i batteri in
agglutinabili dai sieri contenenti anticorpi anti-O, xk la presenza dellantigene K tende a
mascherare lantigene O. E sufficiente scaldare la sospensione batterica a 100 C x unora, x
1
ESCHERICHIA
Il genere Escherichia comprende ununica specie, Escherichia coli
Bacillo del colon
PRATICA DIAGNOSTICA:
a) valutazione delladesivit batterica, mediante lo studio della capacit emoagglutinante del
batterio x particolari tipi di emazie o della capacit del batterio di aderire alla superficie di
cellule coltivate in vitro;
b) la ricerca della produzione di enterotossine mediante prove immunologiche (tecniche immuno
enzimatiche);
c) la ricerca della produzione di tossine Vero (Shiga-like) mediante la dimostrazione di azione
citotossica nei confronti di linee cellulari coltivate in vitro;
d) la ricerca di potere invasivo, mediante la dimostrazione della capacit di penetrare allinterno di
cellule coltivate in vitro.
SHIGELLE
Sono distinte in 4 specie, ognuna delle quali comprende diversi sierotipi.
Sottogruppo A: SHIGELLA DYSENTERIAE (10 sierotipi)
Sottogruppo B: SHIGELLA FLEXNERI (8 sierotipi)
Sottogruppo C: SHIGELLA BOYDII (15 sierotipi)
Sottogruppo D: SHIGELLA SONNEI (2 sierotipi)
Le forme + frequenti in Italia sono: S. flexneri e S. sonni
GRAM
Immobili
Lattosio
Antigene-O
Antigene K (termolabile)
4
Le Shigelle sono gli agenti eziologici della dissenteria bacillare, malattia con breve periodo di
incubazione (3-6 gg) e da una sintomatologia con violente scariche diarroiche
mucosanguinolente con emissione di materiale costituito da muco vitreo, striato di sangue,
talora con lembi di mucosa in sfaldamento. Alla diarrea si associano, febbre modica, dolori
addominali, tenesmo e vomito, insieme a segni di compromissione generale.
La malattia si contrae x ingestione di alimenti contaminati da feci di malati o di portatori sani
(convalescenti).
Le Shigelle sono parassiti esclusivi delluomo che rappresenta xci lunica sorgente di
infezione. Le mosche sembrano favorire la disseminazione meccanica dellinfezione.
Le Shigelle introdotte con gli alimenti riescono a superare la barriera dellacidit gastrica, e
vanno a localizzarsi nella mucosa del colon dove moltiplicandosi esercitano la loro azione
patogena.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Lazione patogena dovuta alla loro capacit di penetrare nelle cellule dellendotelio mucoso
integro, passando poi nella lamina propria della mucosa intestinale dove si moltiplicano con
accumulo di prodotti metabolici e liberazione di endotossina (in seguito alla lisi dei corpi
bacillari)
Nelle forme di dissenteria sostenute da Shigella dysenteriae di tipo 1 che producono una potente
tossina citotossica (tossina Shiga).
Tutte le Shigelle non producono tossine proteiche e la loro azione tossica e la loro azione tossica
riconducibile alla componente lipoproteica (endotossina) della parete cellulare.
DIAGNOSI MICROBIOLOGICA
La principale prova di patogenicit : consiste nella dimostrazione della capacit delle Shigelle
di penetrare allinterno di cellule in vitro o nella propriet di causare cherato-congiuntivite in
cavia.
SALMONELLE
Le salmonelle sono responsabili di diffuse ed ubiquitarie patologie che sono rappresentate da:
- gastroenteriti (modesta gravit)
- forme sistemiche (decorso di > gravit)
Il genere Salmonella comprende numerosi enterobatteri differenziati sulla base dei diversi
caratteri antigeni, somatici (antigene-O), capsulari (antigene Vi) e flagellari (antigene H).
Le salmonelle che incidono con > frequenza nella patologia umana sono:
SALMONELLA TYPHI
SALMONELLA PARATYPHI A
SALMONELLA PARATYPHI B
SALMONELLA PARATYPHI C
SALMONELLA TYPHIMURIUM
I serovar adattati alluomo (S. typhi e S. paratyphi A) sono responsabili di gravi forme
sistemiche (tifo, paratifi, setticemie) e si trasmettono direttamente da uomo a uomo, senza ospiti
intermedi attraverso il circuito oro-fecale.
GASTRO-ENTERITI
rappresentano la manifestazione clinica + diffusa dellinfezione da serovar ubiquitati di
salmonella.
Sono caratterizzate da uninsorgenza acuta con dolore addominale, diarrea, nausea, vomito.
6
KLEBSIELLE
Enterobatteri
Capsulati
Immobili
Reperibili nel materiale fecale umano, sono spesso associate a diverse forme morbose
interessanti lapparato respiratorio.
KLEBSIELLA PNEUMONIAE : frequente commensale delle prime vie respiratorie, la quale pu
causare varie affezioni respiratorie (polmoniti) in soggetti debilitati x altre malattie respiratorie
infettive. Oltre a malattie dellapparato respiratorio pu essere causa di infezioni dellapparato
urinario.
KLEBSIELLA OZENAE : associata ad una particolare forma di rinite atrofica (ozena),
caratterizzata da un odore fetido dovuto ad un progressivo processo di atrofia della mucosa
nasale.
KLEBSIELLA RHINOSCLEROMATIS: associata ad uninfiammazione granulomatosa del nasofaringe (rinoscleroma).
ENTEROBACTER
Batteri mobili
capsulato
2 specie: ENTEROBACTER CLOACAE
ENTEROBACTER AEROGENES
SERRATIA
I batteri di questo gruppo si ritrovano + freq negli strati superficiali del suolo
La specie S. marcescens, fu identificata nel 1823, come la causa del miracolo della polenta
sanguinante, le colonie mucose e pigmentate in rosso vivo, simulano laspetto di goccioline di
sangue coagulato.
I batteri del gruppo Serratia sono divisi in 6 specie ma 3 sono state isolate nelluomo:
1. SERRATIA MARCESCENS tipico patogeno opportunista, stato isolato da numerose
infezioni a sede extra-intestinale che in ambiente ospedaliero possono verificarsi anche
come focolai epidemici coinvolgenti numerosi pazienti. Si ritrova nei filtri daria e pu
infestare sale operatorie quindi penetrare attraverso una ferita e dare batteriemia
2. SERRATIA LIQUEFACIENS
3. SERRATIA RUBIDAE
PROTEUS
Si ritrova negli strati superficiali del suolo e come componente della popolazione batterica
intestinale delluomo.
Batteri mobili: le colonie si estendono fino al margine del vetrino
Rappresentano i + frequenti agenti eziologici di infezioni urinarie dopo Escherichia. La
produzione di ureasi e la conseguente alcalinizzazione dellurina x la produzione di ammoniaca
contribuiscono alla severit dellinfezione x il danneggiamento dellepitelio renale e la possibile
formazione di calcoli (x la precipitazione di sali di calcio e magnesio)
Oltre a infenzioni urinarie possono provocare infezioni delle vie respiratorie, che in pazienti
debilitati, possono essere accompagnate da manifestazioni setticemiche con elevata mortalit e
infezioni in varie sedi extraintestinali (+ presenti come infezioni nosocomiali).
Le specie P. VULGARIS e P. MORGANII sono patogeni nosocomiali e sono resistenti a
Amicillina e Cefalosporina.
METODI DI IDENTIFICAZIONE
LOCALIZZAZIONE INTESTINALE: degli enterobatteri enteropatogeni
si manifesta clinicamente con diarrea o con il + complesso quadro delle febbri enteriche (tifo e
paratifi). I possibili batteri agenti eziologici sono: stipiti enteropatogeni di E. coli ; Shigella;
Salmonella. - Per la ricerca degli stipiti enteropatogeni di E. coli, in caso di diarea,
sufficiente inoculare una sospensione di feci in piastre di terreni addizionati di sostanze dotate di
azione batteriostatica nei confronti dei batteri Gram + ed addizionati di lattosio e un indicatore
di pH; dopo 16-20 h di incubazione, le colonie di batteri lattoso-fermentanti, saranno facilmente
identificabili x il viraggio dellindicatore dovuto alla produzione di acidi dalla fermentazione
dello zucchero. Alcune di queste colonie vengono isolate x lidentificazione e lo studio dei
caratteri antigeni, delle propriet invasive, della capacit a produrre enterotossine.
- Nei confronti di soggetti in cui il sospetto clinico orienti x una diagnosi eziologica da
Shigelle o da Salmonelle: la ricerca dei relativi enterobatteri nel materiale fecale facilitata
dallimpiego di terreni contenenti sostanze che oltre ad inibire i Gram +, inibiscono la
moltiplicazione di E. coli. Questo il terreno S-S (Salmonella-Shigella) che contiene sali biliari
a concentrazioni + elevate. Altri terreni ancora + selettivi sono: lagar al solfito di bismuto e
lagar al verde brillante. Da alcune di queste colonie si allestiscono delle subcolture. Una volta
stabilito che il batterio in esame una Shigella, si procede allidentificazione del sottogruppo in
base allo studio dei caratteri biochimici; quando si abbia a che fare con Salmonella necessario
procedere allo studio dei caratteri sierologici.
Nel caso di sospette infezioni sistemiche (tifo e paratifi): la ricerca delle Salmonelle durante il
1 periodo ha buone probabilit di successo se eseguita nel sangue (emocoltura) dato che la
colonizzazione intestinale preceduta da una batteriemia che persiste x alcuni gg.
2.
MATERIALI PATOLOGICI DI PROVENIENZA EXTRAINTESTINALE: il
reperto di enterobatteri sempre casuale. Nelle colture allestite con materiali di provenienza
extraintestinale, si usano terreni non selettivi, ma terreni arricchiti di varie sostanze, sangue,
siero.. allo scopo di favorire lo sviluppo del > numero di specie batteriche. Ogni colonia
costituita da bacilli Gram -, che siano negativi al test della indofenolo-ossidasi, deve essere
considerata come formata da possibili enterobatteri, i quali vanno identificati in base ai caratteri
biochimici1.
REAZIONI SIEROLOGICHE
(scopo diagnostico)
: sostenute da enterobatteri (le + frequenti a carico
dellapparato urinario e delle vie respiratorie), la possibilit di utilizzare reazioni sierologiche a
AFFEZIONI EXTRAINTESTINALI
scopo diagnostico, a causa della grandissima variet di tipi antigeni non nemmeno
teoricamente pensabile.
Le uniche affezioni da enterobatteri in cui possibile impiegare la ricerca di anticorpi a scopo
diagnostico sono rappresentate dal: tifo e paratifi. In questi casi la malattia preceduta da un
periodo di incubazione, x cui gi pochi giorni dopo linizio della fase febbrile, gli anticorpi
sono presenti in circolo. 3 salmonelle soltanto: S. typhi, S. paratyphi A e S. paratyphi B. La
ricerca di anticorpi in caso di sospetta febbre enterica, si esegue ricercando il potere
agglutinante di diluizioni progressive del siero del paziente nei confronti di sospensioni di
ciascuna delle salmonelle (ricerca di anticorpi anti-salmonelle tifo-paratifose detta anche
reazione di Widal); questa ricerca viene fatta in associazione con la ricerca di anticorpi antiBrucelle (reazione di Wright).
TERAPIA
Nelle affezioni da Salmonelle , il farmaco di scelta il cloramfenicolo, ma posso utilizzare anche
ampicillina e cefalosporine.
Tutti gli altri enterobatteri presentano una spiccata restenza a molti farmaci antibatterici, cos la
scelta del medicamento da usare deve essere guidata attraverso la determinazione della sensibilit ai
vari farmaci (antibiogramma).
METODI DI IMMUNIZZAZIONE
Nei confronti dellinfezione da Salmonella typhi: possibile una profilassi immunitaria attiva a
mezzo di vaccini. I vaccini antitifici, sono costituiti da vaccini a cellula intera di (S. typhi uccisi con
acetone) da somministrare x via orale; da vaccini preparati con il polisaccaride capsulare Vi
purificato da somministrare x via intramuscolare.
Lefficacia protettiva dei vaccini allestiti con Salmonelle tifo-paratifi buona ma non assoluta, xci
la prevenzione deve poggiare su misure di igiene generale (risanamento ambientale, igiene delle
abitazioni, alimenti).
VIBRIONI
Bacilli
GRAM
Curvatura lungo lasse > , assume una forma a C o a virgola ,.
Mobili, presenza di 1 flagello ad un polo della cellula
Asporigeni
Non capsulati
Aerobi-anaerobi facoltativi
Crescono bene nei comuni terreni di coltura, prediligono quelli a pH alcalino
Fermentano alcuni zuccheri con produzione di acidi (non di gas), producono indolo
La > parte sono saprofiti, si trovano negli strati superficiali del suolo o come parassiti
commensali di alcuni animali.
I vibrioni che interessano la patologia umana sono rappresentati dalla specie:
- VIBRIO CHOLERAE
- VIBRIO PARAHAEMOLYTICUS agente eziologico di forme diarroiche conseguenti
allingestione di molluschi o crostacei consumati crudi
- VIBRIO ALGINOLYTICUS e V. VULNIFICUS raramente possono infettare ferite
cutanee o provocare manifestazioni setticemiche in soggetti immunodepressi.
VIBRIO CHOLERAE
Comprende una notevole variet di gruppi sierologici, definiti in base alle caratteristiche
antigeniche dellantigene O.
Tutti gli stipiti sierologici di V. cholerae, sono produttori di enterotossina, le epidemie e le
pandemie sono state sostenute solamente da stipiti appartenenti al sierogruppo O1, i quali a loro
volta sono suddivisi in base a altri antigeni (proteici) in 3 tipi sierologici:
1. Inaba;
2. Ogawa;
3. Hikojima
Questi 3 sierotipi, possono presentare caratteristiche biologiche diverse, xci si sono individuati
2 biotipi:
1. Vibrio cholerae O1 biotipo classico; sostiene il colera e ha
avuto la sua principale zona endemica
nelle aree intorno al delta del fiume Gange
e in India, da qui si diffuso lungo gli
itinerari seguiti dai pellegrini;
2. Vibrio El Tor isolato nella penisola di Sinai nel 1905
Gli stipiti di V. cholerae appartenenti agli altri sierogruppi O da (O2 a O138) sono stati
isolati da casi sporadici di diarrea o da infezioni intestinali (raramente).
Colera :
unenterite caratterizzata dalla emissione di grandissime quantit di feci acquose, di aspetto
opalescente acque di riso; possono ammontare ad alcuni litri al giorno (fino a 10-14 litri) con
un contenuto di potassio molto elevato. Labbondante perdita di acqua provoca, una rapida
disidratazione, seguita da acidosi, emoconcentrazione, squilibrio elettrolitico ( < quantit di
potassio) pu seguire shock empodinamico e morte anche nel giro di ore o gg.
Lenterite colerica fa seguito alla ingestione di cibo o bevande (acqua) contaminate da
materiale fecale di malati o convalescenti (che eliminano i vibrioni nelle feci fino a 3-4
settimane dopo la guarigione clinica). La diffusione del colera favorita dal fatto che i vibrioni
pur essendo facilmente uccisi dai disinfettanti, riescono a sopravvivere x molto tempo in
materiali ad elevato tenore di umidit e nelle acque superficiali.
1
si moltiplicano nellintestino, alla superficie della mucosa, aderendo alle cellule dellepitelio
senza penetrarvi, e non causano alterazioni istopatologiche.
I virioni eliminano alcuni esoenzimi:
- neuraminidasi
- emolisina (il biotipo El Tor).
Lazione patogena riconducibile alla produzione di una esotossina enterotossica. Questa
tossina appartiene al gruppo di tossine insieme alla tossina termolabile (LT) di E.coli
enterotossigeni e alla tossina pertossica, le quali agiscono modificando il contenuto cellulare di
cAMP, a seguito della loro azione catalitica ADP-ribosilante. Le tossine si legano agli
enterociti attraverso linterazione del componente B con gangliosidi (GM1); Linterazione con
la superficie cellulare seguita dalla traslocazione della componente A (formata da 2 peptidi A1
e A2 tenuti insieme da ponti di solfuro). Il bersaglio della componente A1 rappresentato da
una proteina trimerica di membrana proteina G (GTP-binding) che regola positivamente
lattivit delladenilato ciclasi. A seguito dellinterazione della tossina con la proteina G, si ha
una stimolazione continua delladenilato ciclasi e unaumentata concentrazione di cAMP nel
citosol degli enterociti, che provoca una rapida eliminazione nel lume intestinale di una serie
di elettroliti,e conseguentemente di una notevole quantit di acqua, che finisce con il superare
la capacit di riassorbimento del colon -> risultato profusa diarrea (con shock ipovolemico,
acidosi,)
La produzione di enterotossina pu essere messa in evidenza in vivo: isolando mediante
legatura, tratti di anse intestino tenue di animali (coniglio) inoculando poi la tossina nel lume.
La presenza della tossina si evidenzia con una distensione del tratto di ansa isolato x laccumulo
di grandi quantit di liquido.
Le enteriti da vibrioni del biotipo El Tor sono meno gravi di quelle sostenute da vibrioni
classici, ma i convalescenti possono rimanere a lungo eliminatori di vibrioni, facilitando la
diffusione dellinfezione.
METODI DI IDENTIFICAZIONE
I vibrioni hanno scarsa tendenza alla diffusione oltre la mucosa e la ricerca si esegue sul
materiale fecale. Xci nelle zone endemiche il reperto microscopico di numerosi vibrioni in
preparati microscopici del materiale fecale eliminato con le scariche diarroiche indicativo x
una diagnosi di colera.
La certezza diagnostica: isolamento colturale e identificazione sierologica. Il materiale fecale
viene incubato x 10-18h in una soluzione di peptoni a pH alcalino e poi si procede alla semina
su piastre di agar, Terreno di Monsur: addizionato di taurocolato sodico (inibire Gram + e
E.coli), di bicarbonato (avere un pH alcalino), tellurito di potassio (inibisce altri Gram - ).
Le colonie sono esaminate microscopicamente e identificate biochimicamente ( catalasi +,
ossidasi +, producono indolo e riducono nitrati, fermentano il saccaroso e mannite con
produzione di acidi e nn di gas). I vibrioni El Tor sono anche emolitici.
Non possibile ricorrere alla diagnosi sierologica a causa della brevit de periodo di
incubazione.
TERAPIA
I vaccini anti-colerici oggi in uso sono allestiti con sospensioni di vibrioni colerici uccisi di sierotipi
Inaba e Ogawa, appartenenti sia al biotipo classico che a quello El Tor e vengono somministrati x
via sottocutanea in 2 dosi a distanza di 7 gg luna dallaltra. Questi vaccini hanno poca efficacia. La
migliore protezione il controllo dellinfezione colerica, evitando luso di cibi e acqua contaminate.
2
SPIRILLI
Bacilli., con 2 o + curvature lungo lasse principale che conferiscono una forma a spirale.
La cellula rigida e mobile (a diff. delle spirochete) x la presenza di flagelli a disposizione
polare.
1 specie patogena x luomo: SPIRILLUM MINOR
S. minor ospite abituale del cavo orale di ratti, topi; luomo si infetta x il morso di un animale.
Laffezione caratterizzata da: unulcera molle nel punto della morsicatura con interessamento
linfoghiandolare satellite, esantema maculo-papuloso e febbre di tipo ricorrente (linfezione
definita Sodokum = veleno di topo).
TERAPIA: penicillina.
CAMPYLOBACTER
Bacilli curvi
GRAM
Mobili x flagelli polari
Asporigeni
Metabolismo respiratorio, non fermentano zuccheri
Ossidasi +
Crescono bene nei comuni terreni di coltura.
EZIOLOGIA
Nei casi di enterite si basa sulla ricerca colturale dei campilobatteri nel materiale fecale.
Isolamento: si usano colture in terreni selettivi (addizionati di alcuni antibiotici cui i
campilobatteri sono resistenti) e arricchiti di sangue. Le colture sono incubate a ridotta
concentrazione di ossigeno e a 42C.
Lidentificazione: si basa sui caratteri biochimici.
TERAPIA: sensibili
alleritromicina.
CAMPYLOBACTER
Bacilli curvi
GRAM
Mobili x flagelli polari
Asporigeni
Metabolismo respiratorio, non fermentano zuccheri
Ossidasi +
Crescono bene nei comuni terreni di coltura.
EZIOLOGIA
Nei casi di enterite si basa sulla ricerca colturale dei campilobatteri nel materiale fecale.
Isolamento: si usano colture in terreni selettivi (addizionati di alcuni antibiotici cui i
campilobatteri sono resistenti) e arricchiti di sangue. Le colture sono incubate a ridotta
concentrazione di ossigeno e a 42C.
Lidentificazione: si basa sui caratteri biochimici.
TERAPIA: sensibili alleritromicina.
HELICOBACTER
H. pylori possiede un lipopolisaccaride (LPS o endotossina) poco tossico; con una particolare
composizione di acidi grassi del lipide A che ne spiega la scarsa pirogenicit.
La porzione glicidica contiene sequenze di zuccheri identiche agli antigeni Lewis x e Lewis y
presenti alla superficie delle cellule della mucosa gastrica, che inducono una forte risposta
anticorpale autoimmune che pu contribuire al danno della mucosa.
1 stadio di infezione: si ha quando il batterio raggiunge la mucosa gastrica. I fattori
principalei che condizionano la colonizzazione batterica della mucosa sono:
1) la produzione di ureasi -> con la quale si protegge dallestrema acidit dei succhi
gatrici. Idrolizza lurea = ammonio + bicarbonato, i quali vengono espulsi
allesterno neutralizzando il pH nellambiente circostante la cellula batterica.
2) la presenza di alcune molecole di superficie con funzione di adesine,
3) la motilit batterica (garantita da alcuni flagelli unipolari) -> che permette al
batterio di penetrare nelle cellula (anche grazie alla spinta dei flagelli).
Nellambito di H. pylori si distinguono 2 diverse popolazioni caratterizzate da diverso grado di
patogenicit.
- 60% degli stipiti di E. pylori possiede la capacit di produrre (codificata dal
gene vacA) una citotossina detta tossina vacuolante A o VacA che viene
internalizzata dalle cellule della mucosa gastrica e gioca un ruolo essenziale nella
patologia gastrica, infatti induce la formazione di canali selettivi x gli anioni
consentendo un anormale flusso di anioni, con il conseguente sbilanciamento
osmotico di vari compartimenti a contenuto acido e porterebbero alla
vacuolizzazione del citoplasma. Potrebbe anche indurre il processo di apoptosi.
- 65% possiede un altro gene che codifica una proteina che rappresenta un marker
della capacit dei batterio di produrre tossina vacuolante. Il gene stato definito
cagA e il prodotto proteico CagA (isola di patogenicit legata a cag),
consente leliminazione allesterno della tossina vacuolante.
- TIPO I batteri con genotipo vacA+ e caA+, dotati di >
patogenicit, associati alla evoluzione ulcerosa della infezione;
- TIPO II batteri associati a una evoluzione benigna o
asintomatica della colonizzazione gastrica.
Una volta che H. pylori di tipo I, sia adeso alla superficie dellepitelio mucoso, inizia il
danneggiamento delle cellule ad opera della citotossina vacuolante. Allo stesso tempo le cellule
dellepitelio mucoso sono indotte alla produzione di IL-8 (fattore chemiotattico in grado di
convogliare localmente i granulociti neutrofili, monociti, linfociti T) che infiltrano la mucosa,
innescandovi un processo infiammatorio. Anche se internalizzato da cellule fagocitarie in
1
TERAPIA
YERSINIE
YERSINIA PESTIS
cocco-bacillo
GRAM (presenta una colorazione bipolare, cio tendenza a ipercolorarsi agli estremi
Asporigeni
Immobili
Capsulati
Aerobi-anaerobi facoltativi
Cresce male nei comuni terreni di coltura, necessita di terreni arricchiti (siero, sangue).
Si moltiplica bene anche a temperature di 25-28C a differenza della > parte dei batteri patogeni
che si moltiplicano solo a temperature vicine a quelle corporee (36-37C)
EZIOLOGIA
La peste unaffezione limitata ad alcune aree dellEstremo Oriente, nella costa occidentale
degli USA, e in zone remote del Sud America e dellAfrica.
Il serbatoio naturale costituito da diversi roditori infetti (x linfezione umana la sorgente +
importante il ratto), tra i quali si trasmette attraverso la puntura di ectoparassiti (pulce del ratto
Xenopsylla cheopis) ematofagi, infettatisi x ingestione di sangue da animali infetti.
Nellintestino della pulce i bacilli pestosi si moltiplicano bloccando il lume del proventricolo e
impedendo il passaggio del cibo. Linsetto affamato rigurgita il contenuto del proventricolo
durante la suzione violenta del sangue inoculando i batteri. Allo stesso modo linfezione si pu
trasmettere dagli animali alluomo.
Linfezione umana pu essere trasmessa da uomo a uomo anche dalla pulce delluomo (Pulex
irritans) o x via inalatoria, quando le yersinie siano eliminate con le goccioline di saliva dai
malati con localizzazione polmonare.
Linfezione pestosa diffonde dal punto di inoculazione lungo i linfatici, fino ai linfonodi
regionali,che diventano sede di fenomeni infiammatori intensi (bubboni) seguiti da
colliquazione purulenta. Dai linfatici le yersinie diffondono nel circolo linfatico, localizzandosi
nella milza, fegato, polmoni, meningi.
CARATTERI ANTIGENI
Possiedono almeno 3 antigeni superficiali, tutti importanti x la loro azione antifagocitaria e xci
devono essere considerati fattori di virulenza, presente unefficacia protettiva degli anticorpi
nei loro confronti. Questi sono:
1. antigene capsulare o Frazione I , di natura proteica
2. antigene V
localizzati alla superficie della cellula
3. antigene W -> una lipoproteina
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Molto importante sembra lattivit antifagocitaria degli antigeni superficiali (Frazione I,
antigene V, antigene W)
Le yersinie fagocitate dai granulociti vengono distrutte, quelle fagocitate dai monociti si
riproducono allinterno della cellula, sintetizzando gli antigeni superficiali e si liberano poi dai
monociti (che vengono uccisi) complete delle strutture superficiali che ne ostacolano la
successiva fagocitosi ad opera dei granulociti.
Tossina murinica, una tossina proteica e ha elevata tossicit nei topi, ma non stato dimostrato
lo stesso nelluomo. Questa tossina ha la capacit di inibire numerose reazioni coinvolte nei
processi di fosforilazione ossidativa che si svolgono a livello dei mitocondri.
METODI DI IDENTIFICAZIONE
Per la ricerca di Y. Pestis nei materiali patologici si ricorre:
1) allsolamento colturale o alla inoculazione in animali da laboratorio (topi, cavie).
2) Anche lesame diretto al MO di preparati colorati con il metodo di Giemsa abbastanza
indicativo.
3) Utile anche limpiego di reazioni di immunofluorescenza (con sieri fluorescenti
immuni nei confronti della Frazione I)
Per lisolamento da materiali patologici utile limpiego di terreni addizionati di emina, che
viene accumulata dalle yersinie le cui colonie appaiono pigmentate di rosso bruno e ci permette
di distinguerle dalle colonie non pigmentate. Un processo alternativo limpiego di terreni al
rosso congo inoculato con Y. Pseudotuberculosis, Y. Pestis produce una batteriocina (pesticida)
che inibisce lo sviluppo di Y. Pseudotuberculosis e le sue colonie accumulano il rosso congo e
appaiono circondate in rosso e circondare da un alone di inibizione.
Lisolamento negli animali da laboratorio si esegue mediante inoculazione del materiale
patologico nel peritoneo del topino o sottocute nella regione inguinale della cavia, il topino
muore x una forma setticemica.
Lidentificazione delle colonie si esegue attraverso esame sierologico (agglutinazione).
REAZIONI SIEROLOGICHE
Nei casi meno gravi e in assenza di reperti batteriologici si pu ricorrere a scopo diagnostico alla
ricerca di anticorpi nel siero dei pazienti mediante agglutinazione di sospensioni di particolari
stipiti di Y. Pestis uccise al calore.
TERAPIA
sensibile allazione antibatterica della streptomicina , del cloramfenicolo, delle tetracicline. La
terapia x essere efficace deve iniziare abbastanza rapidamente, altrimenti il decorso quasi sempre
fatale.
METODI DI IMMUNIZZAZIONE
Per la prevenzione si impiegano vaccini allestiti con bacilli pestosi uccisi con formolo.
YERSINIA PSEUDOTUBERCULOSIS
Bacilletto
GRAM
Mobile x flagelli peritrichi (quando coltivato a temperature < di 30C); immobile a 37C
Fermenta zuccheri senza produrre gas
Intesa attivit ureasica
In base agli antigeni O e H la specie divisa in 11 gruppi O e vari sierotipi.
Agente eziologico di infezioni caratterizzate da lesioni granulomatose e microascessuali diffuse
in varie specie animali;
Occasionalmente trasmissibile alluomo, pu causare infezioni setticemiche generalizzate molto
gravi in soggetti immunodepressi.
La manifestazione patologica + frequente nelluomo costituita da : adenite mesenterica con
sintomi di appendicite acuta (lappendice la sede principale della localizzazione infettiva)e
pu essere seguita da un eritema nodoso.
Linfezione si contrae x contatto diretto con animali infetti, roditori domestici, criceti, cavie,
gatti o x ingestione di alimenti contaminati dagli escrementi di animali infetti.
La diagnosi : si basa sullisolamento del batterio dallorganismo infetto (isolamento colturale
delle feci) e sulla ricerca di anticorpi sierici mediante prove di agglutinazione.
Terapia: linfezione rapidamente dominata dal trattamento con streptomicina o tetracicline .
YERSINIA ENTEROCOLITICA
Cocco-bacillo
GRAM
Immobile a 37C, mobile a 22 C
Commensale di varie specie animali patogena solo x i cincill.
Nelluomo la patologia comprende manifestazioni identiche a quelle sostenute da Y.
Pseudotuberculosis (setticemia in soggetti immunodepressi, adenite mesenterica, eritema
nodoso).
Linfezione si contrae x ingestione di alimenti contaminati e i soggetti infetti senza
manifestazioni cliniche (portatori sani ) giocano un ruolo essenziale nella diffusione
La diagnosi si basa sullisolamento del batterio dallorganismo infetto ed il trattamento
identico a quello x le infezioni da Y. Pseudotuberculosis.
PASTEURELLE
Piccoli batteri
GRAM
Forma ovale o bacillare
Catalasi +
Ossidasi +
Terreni di coltura sangue o emina a una temperatura fra 25 e 40C
Batteri parassiti di vari animali, che possono occasionalmente trasmettersi alluomo attraverso
morsicatura o ferite o x via inalatoria.
P. multocida + freq responsabile di infezioni umane.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Dalle ferite infette linfezione pu diffondere x via ematica (setticemia) e provocare localizzazioni
asessuali multiple a distanza.
TERAPIA
BRUCELLE
Cocco-bacilli
Gram
Immobili
Aerobi
Catalasi +
Ossidasi +
Crescono meglio in terreni arricchiti con liquidi organici o preparati con peptoni
EZIOLOGIA
Agenti eziologici della febbre maltese o febbre ondulante. Sono patogene naturali x varie specie
di mammiferi, provocano infezioni subacute scarsamente sintomatiche, vengono eliminate con il
latte o con le urine.
6 differenti specie, ma solo 3 sono trasmissibili alluomo:
1. B. melitensis
2. B. Abortus
3. B. Suis
Luomo si infetta x ingestione di latte (nn pastorizzato) o di latticini freschi, o x contatto diretto con
animali infetti.
La Brucellosi unaffezione a decorso molto lento; preceduta da un lungo periodo di
incubazione, accompagnata da febbre con andamento vario con periodi di apiressia (febbre
ondulante) splenomegalia, dolori muscolari.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Le Brucelle introdotte con gli alimenti passano attraverso la mucosa intestinale fino ai linfatici
regionali e poi nel sangue, localizzandosi negli organi ricchi di cellule istiocitarie (fegato, milza,
midollo osseo) nel cui citoplasma riescono a moltiplicarsi, e riversandosi continuamente in circolo.
Istologicamente la brucellosi provoca lesioni di tipo degenerativo e necrotico in vari parenchimi con
formazione di granulomi (simili a quelli tubercolari).
La brucellosi accompagnata da ipersensibilit da immunizzazione di tipo ritardato (si mette in
evidenza con una reazione di tipo tubercolinico).
CARATTERI ANTIGENI: antigenicamente
Ricerca di B. nel sangue e nel caso di emocoltura negativa, si ricercano nel midollo osseo (prelevato
con puntura sternale).
Materiale viene in seminato in terreni liquidi (10% di CO2)
Le colture vengono osservate ogni 4-5gg e agli stessi intervalli si allestiscono subcolture in terreni
solidi.
REAZIONI SIEROLOGICHE
Dato che la brucellosi ha un lungo periodo di incubazione, al momento della comparsa dei primi
sintomi gli anticorpi sono gi presenti in circolo.
SCOPO DIAGNOSTICO: Ricerca di anticorpi mediante reazione di agglutinazione il siero del paziente
viene cimentato a varie diluizioni con una sospensione di brucella uccisa.
Agglutinazione x ricerca di anticorpi anti-brucella (reazione di Wright) si esegue associata alla
agglutinazione x la ricerca di anticorpi contro le Salmonelle agenti eziologici delle febbri enteriche
(reazione di Widal-Wright). Xch la sintomatologia nelle fasi iniziali simile.
TERAPIA
EMOFILI
BACILLI
GRAM
Immobili
Asporigeni
Capsulati
Aerobi
Crescono solo in presenza di sangue, poich sorgente di 2 fattori che gli emofili nn sanno
sintetizzare: - Fattore X (gruppo eme) necessario alla sintesi degli enzimi emitici:
citocromi, catalasi, perossidasi;
- Fattore V (NAD o NADP) accettori o donatori si idrogeno.
In piastre di agar sangue alcuni emofili sono anche emolitici x la produzione di emolisine
solubili.
HAEMOPHILUS INFLUENZAE
Necessita di Fattore X e Fattore V, nn ha attivit emolitica
Capsula (polissaccaridica) ha propriet antigeniche.Indicata con sigla S.S.S.
Colonie di aspetto liscio (colonie S) in vivo, mentre in vitro sprovviste di capsula, xci sono di
aspetto rugoso (colonie R).
EZIOLOGIA
Contro H. infuenzae di tipo b consigliata nella prima infanzia. Per aumentare limmunogenicit,
lantigene capsulare coniugato con un tossoide, cio una proteina usata a scopo vaccinale quale
anatossina tetanica e anatossina difterica.
HAEMOPHILUS DUCREY
Sulfamidici e antibiogramma
HAEMOPHILUS AEGYPTIUS
Agente eziologico di congiuntiviti purulente e della Febbre purpurica brasiliana ( descritta in
Brasile in soggetti in et pediatrica). caratterizzata da febbre alta, vomito, dolori addominali,
petecchie, ha elevatissima mortalit.
BORDETELLE
Cocco-bacilli
GRAM
Aerobi obbligati
Catalasi +
Utilizzano zuccheri con metabolismo ossidativo
Necessitano di terreni arricchiti
Capsula con peculiari caratteri antigeni che si xde il coltura
Si conoscono 4 specie:
1. Bordetella Pertussis agente eziologico della pertosse
2. Bordetella Parapertussis
implicate in infezioni respiratorie
3. Bordetella Bronchiseptica
4. Bordetella Holmesii responsabile di manifestazioni setticemiche in soggetti
splenectomizzati
Il batterio + importante x la patologia umana + : B. pertussis
BORDETELLA PERTUSSIS
EZIOLOGIA
La Pertosse unaffezione tipica della prima infanzia o et scolare. Esordisce con sintomi di
uninfiammazione naso-faringea, seguita dopo 7-14gg, dallinteressamento delle vie aeree inferiori,
accompagnato da tosse che si presenta in accessi parossistici con fenomeni broncospastici che
provocano difficolt nellinspirazione. Tosse che si presenta con urlo.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
B. pertussis un batterio a circolazione interumana e linfezione trasmessa dai soggetti nella fase
iniziale della malattia (quando i sintomi nn sono ancora chiari). Nn sembrano esistere portatori sani.
Il batterio molto fragile al di fuori dellorganismo umano.
Il batterio si localizza alla superficie dellepitelio ciliato della trachea e dei bronchi x mezzo di
adesine (fimbrie) c conferisco al batterio propriet emoagglutinanti.
B. pertussis ha scarsa tendenza a superare lepitelio mucoso, x cui nn si ritrova mai nel sangue e nn
provoca localizzazioni a distanza.
Nel meccanismo dazione patogena intervengono:
1) lazione antifagocitaria della capsula di natura polisaccaridica;
2) lazione tossica del LPS di superficie (endotossina), detta anche tossina termostabile
3) azione patogena della tossina pertossica tossina pantropa che agisce con un meccanismo
enzimatico (ADP-ribosil-trasferasi)
4) tossina dermonecrotica o tremolabile che si libera dalla cellula batt insieme ad alcune
vescicole.
5) citotossina tracheale inibisce la sintesi di DNA nelle cellule ciliate
6) emoagglutinina filamentosa
DIAGNOSI
- Si basa sullosservazione clinica; nei casi dubbi si pu isolare il batterio dalle secrezioni bronchiali
e ricorrere allidentificazione direttamente nelle secrezioni, mediante prove di immunofluorescenza
indiretta.
- Possibile ricorrere alla ricerca di anticorpi mediante prove di agglutinazione o di fissazione del
complemento
TERAPIA
Oggi la vaccinazione antipertosse consigliata nella prima infanzia. Attualmente sono impiegati
vaccini acellulari allestiti con tossina pertossica (tossoide) inattivata chimicamente con formalina.
Possono contenere 1 o + componenti batteriche diverse.
-
Uno degli strumenti principale dellazione patogena di Bordetella Pertussis costituito dalla tossina
di tipo A-B.
- oligomero B: serve a legare la tossina ad alcune glicoproteine della superficie
cellulare ed a favorire la traslocazione intracellulare del
- componente A, che attivato x il distacco di un frammento peptidico, presenta
unazione ADP-ribosil-trasferasica. Catalizza il trasferimento di ADP-ribosio ad un
residuo cisteinico vicino al terminale carbossilico della subunit di una serie di
proteine G (inibitoria). La proteina Gi regola negativamente lattivit delladenilato
ciclasi. Quando Gi viene ADP-ribosilata nn riesce + a svolgere la sua funzione e
ladenilato ciclasi presenta un + elevato livello di attivit -> c unaumento della
concentrazione intracellulare di c-AMP.
PSEUDOMONAS AERUGINOSA
Il genere Pseudomonas comprende numerose specie, in max parte saprofiti ambientali. Un certo
numero di specie, occasionalmente possono infettare la specie umana (infezioni opportuniste).
BACILLI
GRAM
Mobili (singolo flagello polare)
Metabolizzare i carboidrati attraverso vie metaboliche ossidative ( batteri nn-fermentatinti)
Aerobi-anaerobi facoltativi (metabolismo energetico di tipo respiratorio,e in condizioni di
anaerobiosi richiedono la presenza di nitrati come accettore finale di ossigeno)
Ossidasi +
Crescono bene nei normali terreni di coltura
PSEUDOMONAS AERUGINOSA
la specie di > interesse medico.
Pigmentazione blu-verde delle colture della > parte degli stipiti batterici dovuta alla
elaborazione di 2 pigmenti : 1. piocianina (una fenazina di colorito blu)
2. fluorescina (colorito giallo)
Batterio ubiquitario, scarse esigenze nutrizionali.
Resistente ai tensioattivi a base di ammonio quaternario, xci capace di crescere in soluzioni
usate come disinfettanti
AZIONE PATOGENA
Non riesce a provocare infezioni umane se nn in presenza di condizioni locali ( traumi, ustioni,
impianti protesici) o generali (compromissione della risposta immune).
Infezioni da P. aeruginosa sono una delle complicazioni + frequenti e temibili delle ustioni, delle
ferite cutanee con ampia asportazione di tessuto epidermico.
Infezioni ossee o articolari si possono osservare come complicanza infettiva di interventi chirurgici
o come conseguenza della diffusione ematogena del batterio.
Le infezioni oculari (complicanze post-operatorie) sono particolarmente devastanti.
La patologia + frequentemente sostenuta infezione delle basse vie respiratorie in soggetti
(intubati nelle unit di terapia intensiva) o in soggetti immunodepressi (AIDS) o portatori di
trapianti.
Lazione patogena sostenuta da :
- esotossina A,esotossina S causa blocco della sintesi proteica x ADP-ribosilazione del
fattore 2 di allungamento della catena proteica
- citotossina (leucocidina) agisce sulla membrana cellulare provocando un aumentato
flusso di calcio e la conseguente dissoluzione delle membrane dei lisosomi
- piocianina ha azione battericida dei confronti di altri batteri
- adesine
- flagelli
- sintesi di enorme quantit di polisaccaridi extracellulari -> conferiscono capacit di aderire
a varie superfici, favorendo la colonizzazione e moltiplicazione batterica.
DIAGNOSI DI INFEZIONE
Isolamento colturale e successiva identificazione dai materiali patologici in esame. Differenza sulla
base dei caratteri antigeni o alla produzione di differenti batteriocine.
TERAPIA resistente a gran parte di antibiotici e chemioterapici, necessario antibiogramma.
Cocco-bacilli
GRAM
Aerobi
Non fermentanti
Immobili
Ossidasi
Crescono bene nei comuni terreni di coltura
Si dispongono a coppie (diplobacilli) pu assumere aspetto di Neisserie
Capsula polisaccaridica
Non producono esotossine
ALCALIGENES
BACILLI
GRAM
Mobili (x la presenza di poche ciglia nn-polari)
Ossidasi +
Nn producono esotossine
Frequentemente resistenti a molti farmaci antibatterici
FLAVOBACTERIUM
BACILLI
GRAM
Immobili
Ossidasi +
Aerobi
Nn fermentanti
Crescono bene ei comuni terreni di coltura tra 5 e 37C
CALYMMATOBACTERIUM GRANULOMATOSIS
COCCO-BACILLO
GRAM
Immobile
Capsula evidente
Microaerofilo
Nn cresce nei comuni terreni di coltura (inoculazione in embrione di pollo)
Si ritrova nel citoplasma dei monociti
Sierologicamente correlato agli enterobatteri del gruppo Klebsielle
Sensibile al cloramfenicolo e streptomicina
DIAGNOSI BATTERIOLOGICA
STREPTOBACILLUS MONILIFORMIS
BACILLO
GRAM
Pleomorfo
Aerobio-anaerobio facoltativo
Ossidasi
Immobile
Nelle colture si dispongono in catenelle , x cui assumono laspetto di collana di perle
Ospiti abituali del cavo orale di ratto, si trasmettono alluomo con il morso. stato isolato dal
sangue e dagli essudati articolari.
ACTINOBACILLUS
COCCO-BACILLI
GRAM
Pleomorfo (forme coccoidi, forme bacillari)
Immobili
Aerobi-anaerobi facoltativi
Ossidasi
Possono provocare manifestazioni setticemiche in vari animali (cavalli, bovini, pecore, suini) ed
occasionalmente trasmessi alluomo. A. actinomycetemcomitans associato ai granulomi
actinomicetici nelluomo.
possibile solo quando si mettono in opera i mezzi di coltura idonei a svelarne la presenza nei
materiali patologici: - colture in anaerobiosi;
- manipolazioni dei materiali in cappe ad atmosfera controllata;
- prelievo del materiale in modo adeguato
TERAPIA
CLOSTRIDI
Bacilli
Gram +
mobili (x flagelli peritrichi)
raramente capsulati
sporigeni (localizzazione terminale, il diametro spora eccede quello dello sporangio)
anaerobi obbligati
sistema citocromi
catalasi
producono ATP mediante reazione di fosforilazione al livello del substrato fermentando
(zuccheri e cellulosa)
saprofiti che vivono negli strati superficiale del suolo (le affezioni umane sono la conseguenza di
introduzione accidentale nei tessuti profondi dei clostridi o delle spore (tetano e gangrena) o
dellassunzione con alimenti delle tossine (botulismo)
producono enzimi che si liberano nellambiente dotati di altissima tossicit (esotossine).
1
CLOSTRIDIUM TETANI
EZIOLOGIA
Il Clostridium tetani si reperta molto frequentemente nel contenuto intestinale di animali (cavalli,
bovini) e le categorie di lavoratori + esposti sono agricoltori, spazzini.
Il tetano una malattia caratterizzata dalla comparsa di violenti spasmi muscolari (paralisi
spastica), con esito grave che spesso pu condurre alla morte x compromissione della funzionalit
dei muscoli respiratori.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Il tetano la conseguenza della penetrazione accidentale di spore tetaniche nei tessuti profondi
dellorganismo attraverso ferita lieve contaminata da terriccio. Pericolose sono le fetite lacerocontuse dove la necrosi tissutale crea una zona scarsamente ossigenata ideale x la germinazione e la
riproduzione del Clostrium Tetani.
- Il batterio poco virulento, con nessuna tendenza a diffondere oltre il punto di penetrazione. lo
strumento essenziale della patogenicit di Clostridium tetani, riconducibile alla produzione di una
esotossina dotata di altissima tossicit:
Tossina tetanica (tetanospasmina) una tossina neurotropa che interferisce con la
trasmissione degli impulsi nervosi a livello del sistema nervoso centrale. La tossina prodotta
diffonde nellorganismo x via ematica e risalendo in modo centripeto lungo i nervi periferici motori
raggiunge il SNC,dove a livello delle corna anteriori blocca la trasmissione dellimpulso nervoso a
livello delle sinapsi inibitorie; dando via libera a tutti gli impulsi eccitatori; x cui qualsiasi
contrazione muscolare si accompagna alla contrazione della muscolatura antagonista, provocando
una serie di spasmi generalizzati, che interessano sia i muscoli flessori che estensori (paralisi
spastica). Possono essere letali, x il blocco della muscolatura respiratoria. La tossina tetanica
codificata da un plasmide.
Il peptide H il componente B della tossina che si lega alle cellule nervose consentendo la
penetrazione nel citosol del peptide L ( una zincopeptidasi) che ha il sul specifico bersaglio
sinaptobrevina (preposta alla esocitosi del neurotrasmettitore GABA) la quale viene bloccata.
- Clostridium tetani produce anche tetanolisina (emolisina ossigeno labile)
DIAGNOSI MICROBILOGICA
Lidentificazione a scopo diagnostico nn mai necessaria data la tipicit del quadro clinico.
Pu essere necessario lisolamento colturale in terreni incubati in anaerobiosi e lidentificazione del
batterio dimostrato con la produzione di tossina tetanica (inoculazione in animale da laboratorio).
TERAPIA
CLOSTRIDIUM BOTULINUM
EZIOLOGIA
Tutta la patogenesi riconducibile allazione della tossina botulinica attiva in dosi infinitesimali.
una tossina neurotropa, abbastanza tremolabile (ebollizione 10 min) e nn inattivata degli enzimi
proteolitici del contenuto gastro-intestinale. Di questa tossina si conoscono 7 variet antigene di cui
i tipi A,B, E sono i + frequenti durante le intossicazioni.
- La tossina botulinica viene assorbita dellintestino e diffonde x via ematica agendo a livello delle
giunzioni neuromuscolari, su tutte le terminazioni colinergiche (acetilcolina il neurotrasmettitore)
pre o post-gangliari, del SNP, impedendo la trasmissione dellimpulso nervoso con conseguente
paralisi flaccida.
DIAGNOSI
In caso di sospetto botulismo utile la ricerca della tossina nellalimento e nel siero del paziente.
Ci viene fatto mediante inoculazione del siero del paziente in 2 gruppi di topi, in 1 dei quali il
materiale viene inoculato previo trattamento con una miscela di sieri anti-tossina botulinica. Nel
caso in cui il materiale in esame contenga tossina solo il gruppo di animali nn trattati con siero
immune presenta segni morbosi (morte 4-24 h).
TERAPIA
Somministrazione di siero antitossico contenente anticorpi nei confronti delle tossine A.B,E.
Presenzione: nei procedimenti di conservazione degli alimenti, mirare a impedire la produzione di
tossine, distruggendo le spore e prevenendo la germinazione. Adotto un procedimento termico di
sterilizzazione o la conservazione a basse temperature (3-4C congelamento).
La gangrena gassosa consiste nellinfezione ad opera di alcuni clostridi di una preesisinte lesione
traumatica, a partire dalla quale i batteri provocano mediante lazione di diverse esotossine
citotossiche e a numerosi esoenzimi, estese zone di necrosi tessutale. La zona circostante il focolaio
di infezione appare edematosa ed alla palpazione si apprezza un caratteristico crepitio dovuto
allaccumulo nel sottocutaneo di gas (poco solubili H2), prodotti durante i processi di fermentazione
I clostridi sono poco virulenti e la loro moltiplicazione possibile solo nel caso di ferite con estesi
fatti necrotici di origine traumatica che abbiano compromesso le possibilit di ossigenazione della
zona infetta creando una condizione di anaerobiosi.
Cellulite anaerobica Linfezione pu rimanere limitata ai tessuti inizialmente
necrosati senza alcuna tendenza a coinvolgere il tessuto muscolare sano; in genere
curabile esclusivamente mediante terapia medica;
Mionecrosi anaerobica lesioni necrotiche che coinvolgono il tessuto muscolare,
netta tendenza ad una rapida diffusione delle lesioni a gravi segni di compromissione
generale (tossiemia); la terapia presuppone lasportazione chirurgica del segmento
corporeo (arto).
- Tossine prodotte:
Per lidentificazione dei clostridi, si ricorre allisolamento colturale (essudato delle lesioni) in
terreni incubati in anaerobiosi e allidentificazione dei bacilli sporigeni mediante studio dei caratteri
biochimici; o mediante la caratterizzazione antigenica dei prodotti esotossici con prove di
precipitazione in gel.
TERAPIA
Alcuni stipiti elaborano una tossina enterocolica ( una proteina associata alla tunica sporale) con
caratteristiche di super-antigene e x molti versi simile alle enterotossine stafilococciche. Questa
sembra agire sullintestino tenue provocando aumento della permeabilit capillare, vasodilatazione,
passaggio di liquidi nel lume intestinale e aumento della peristalsi diarrea, dolori addominali..
Quando un alimento viene contaminato da ceppi di spore enterotossiche di Clostridium perfringens,
queste si trasformano nelle forme vegetative che si moltiplicano e che sono facilmente distrutte dal
calore. Lingestione dellalimento contenete le forme vegetative, conduce il batterio fino al piccolo
intestino dove avviene la sporulazione e le liberazione di tossina.
tossici che provocano lesioni della mucosa intestinale, che si traducono in manifestazioni cliniche
gravi: enterite necrosante (C.P.) o colite pseudomembranosa (C.D.)
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Gli stipiti di Clostridium Difficile coinvolti nella patogenesi della colite pseudomembranosa hanno
come principale strumento dazione tossica 2 esotossine:
1. tossina B : ha spiccata azione citotossica
2. tossina A : agisce favorendo la rottura delle giunzioni intercellulari nelle cellule
dellepitelio mucoso, con la conseguente uccisione e il distacco delle cellule dallepitelio
mucoso dalla membrana basale -> eliminazione di liquidi nel lume intestinale ed
emorragie diffuse ( profusa diarrea muco-sanguinolenta)
SPIROCHETE
Diametro trasverso nn > di 0,2 m e sono xci al limite del potere di risoluzione nel
MO,necessitano di particolari colorazioni che ne aumentino lo spessore (ex impregnazione
argentina, MO a contrasto di fase o in campo scuro).
EZIOLOGIA
Agente eziologico delle sifilide: malattia cronica a trasmissione sessuale diffusa in tutto il mondo.
Il contagio iniziale avviene in corrispondenza delle mucose dellapparato genitale e il treponema
sembra in grado di attraversare la barriera mucosa, mentre la penetrazione attraverso la cute sono
possibili solo in presenza di soluzioni di continuit.
- Ha un decorso differenziabile in 3 stadi:
1. SIFILOMA PRIMARIO moltiplicandosi nel punto di penetrazione il treponema provoca
(10-20 gg) la comparsa di una papula che si trasforma in unulcera dal fondo duro,
indolore, nel cui essudato sono presenti numerosi treponemi (linfadenite satellite); la
lesione va incontro a cicatrizzazione spontanea anche in assenza di trattamento terapeutico
2. SIFILIDE SECONDARIA dopo 2-4 mesi si ha la comparsa di un esantema, accompagnato
da lesioni mucose ricche in treponemi e da interessamento di altri organi. Sono presenti
papule nella regione palmare, placche alla mucosa peniena, lingua, commessura labiale.
La diagnosi clinica e la terapia deve essere specifica.
3. SIFILIDE TERZIARIA segue poi un lungo periodo di latenza, si ha completa mancanza di
sintomi pu variare vari anni; nei casi nn trattati la sifilide pu interessare vari organi,
coinvolge il SN (tabe dorsale), il sistema cardiovascolare (aneurisma aorta) e la cute. Le
lesioni istologiche fondamentali sono dette GOMME, consistono in focolai di
infiammazione granulomatosa ricchi di cellule epitelialoidi e cell giganti (granuloma
tubercolare). Le gomme guariscono con cicatrici deformanti.
Linfezione si trasmette dalla madre al feto che molto frequentemente muore prima del parto
(aborto); se il feto nasce vivo sviluppa i segni della sifilide secondaria (cheratite interstiziale a
livello occhi, incisivi superiori a forma di semiluna denti di hutchinson, naso a sella,
alterazioni al SNC).
I danni anatomici che si osservano nella sifilide sono x lo + dovuti alla reazione
infiammatoria dellospite.
ha una spiccata capacit invasiva, dovuta al rapido attacco alla superficie delle
cellule, alla capacit di pasare attraverso le giunzioni intercellulari e alla capacit di
evadere la risposta immunitaria dellospite, x una bassa antigenicit delle proteine di
superficie.
TERAPIA
Linfezione sensibile al trattamento con penicillina.
BORRELIE
Hanno dimensioni tali da poter essere osservate al MO (0,2-0,5 m)
Tutte queste spirochete sono trasmesse da un ospite allaltro attraverso la puntura di
artropodi ematofagi.
Le borrelie patogene x luomo provocano 2 quadri patologici:
1. febbre ricorrente sono sostenute da molte borrelie:
B. recurrentis: trasmessa alluomo dal pediculus humanus humanus
2. borreliosi di Lyme le spirochete sono trasmesse alluomo da zecche
del genere Ixodes.
QUADRO PATOLOGICO: FEBBRE RICORRENTE
E una forma febbrile ad esordio improvviso; preceduta da un periodo di incubazione che va da
2 a 15 gg, dalla puntura della zecca.
La febbre persiste x 3-7 gg ed seguita da un periodo di remissione di durata variabile;
Trascorso il periodo di remissione,si ha una nuova manifestazione febbrile: gli episodi febbrili
seguiti dalla fase di remittenza possono arrivare fino a una decina.
CHLAMYDIE
GRAM
Parassiti endocellulari obbligati
Si colorano con il metodo di Gram ma meglio evidenziabili con colorazioni di Giemsa
Involucri eterni: - membrana esterna con componete LPS (endotossina), alcune proteine
principali con funzione di porine MOMP (dove sono presenti antigeni
specifici di genere, specie e tipo (serovar);
- privi della componente peptidoglicanica della parete cell, sostituita
da uno strato di proteine ricche in cisteina CRP; ci collegato alla
capacit delle Chlamydie di impedire la fusione con i lisosomi del
fagosoma nel quale sono introdotte; lassenza della parete cell formata da
peptidoglicano spiega la scarsa sensibilit agli antibiotici -lattamici (che
agiscono impedendo la sintesi di peptidoglicano). I farmaci di elezione
sono le tetracicline, macrolidi chemioterapici chinolonici. Cmq C.
tracomatis lunica specie sensibile ai sulfamidici.
Nn sono tutte in grado di produrre ATP, e devono approvvigionarsi a spese della cellula
parassitata (parassiti a livello energetico).
Ciclo vitale dimorfo.
- forma elementare: la forma infettante: inerte dal punto di vista metabolico, in
grado di sopravvivere in ambiente extracellulare. I corpi elementari si legano alla
superficie delle cellule mucose, attraverso uninterazione delle MOMP con lucani
presenti alla superficie degli epiteli mucosi e sono introdotti nella cellula x
endocitosi.
- Corpo reticolare: allinterno del fagosoma, subisce una progressiva idratazione e
assume dimensioni + cospicue, ben evidenziabile al microscopio elettronico.
metabolicamente attiva e va in contro ad attiva moltiplicazione x scissione binaria.
La moltiplicazione seguita dopo poche ore, da un processo di condensazione e
disidratazione dei corpi reticolari che si trasformano in corpi elementari, che
liberatisi allesterno del fagosoma possono infettare altre cellule. Il vacuolo
contenente la colonia osservabile al MO (colorati con Giemsa) e si presenta come
inclusioni citoplasmatiche di aspetto reticolare (in C. tracomatis).
Patogenesi delle lesioni indotte: i fenomeni infiammatori locali sono indotti e sostenuti dal
fatto che le cellule infettate producono chemochine, citochine, fattori di crescita; la risposta
immune cellulo-mediata dellorganismo gioca un ruolo determinante. A livello della mucosa
infetta le cell con inclusioni sono poco numerose invece evidente unintensa infiltrazione
di linfociti B e T(fase acuta), con formazione di follicoli linfatici con tipici centri
germinativi. Nelle fasi tardive prevalgono manifestazioni fibrotiche. La reazione immune nn
in grado da sola di sterilizzare il focolaio di infezione,e riesce xci solo a contenerlo
localmente.
Le clamidie comprendono 4 diverse specie:
1. C. tracomatis
parassiti caratteristici della specie umana, possono causare
2. C. pneumoniae
infezioni ad esclusiva circolazione interumana.
3. C. psittaci parassita di diverse specie di uccelli e mammiferi (zoonosi)
4. C. pecorum parassita esclusivo di bovini e ovini
CHLAMYDIA TRACHOMATIS
- Patogeno di > rilievo x la specie umana. Si conoscono 15 serovar con diverso spettro di
patogenicit:
tracoma endemico responsabili i serovar A,B,Ba, C. Grave cheratocongiuntivite cronica,
tipica delle situazioni ambientali con gravi carenze igieniche. Lo stadio attivo (infiammatorio)
si osserva nei bambini delle aree endemiche e consiste in una congiuntivite follicolare. Negli
1
adolescenti e negli adulti gli esiti fioritici dei fenomeni infiammatori possono provocare una
retrazione cicatriziale del margine palpebrale superiore che viene ripiegato verso il bulbo
oculare . il continuo sfregamento delle ciglia sulla superficie del globo oculare (trichiasi) oltre
a causare una continua sensazione dolorosa, si traduce in una serie di lesioni traumatiche della
cornea, con perdita della capacit visiva.
infezioni genitali serovar D,E,F,G,H,I,J,K. Malattie a trasmissione sessuale nei paesi
industrializzati. elevata la freq di infezioni clinicamente asintomatiche che favoriscono la
notevole diffusione dellinfezione.
uomo -> la patologia + frequente rappresentata da una uretrite, scarsamente purulenta
(non-gonococcica) che talora pu residuare a unuretrite purulenta causata
dalla doppia infezione da Neisseria gonorrhoeae e C. trachomatis. inoltre
causa di congiuntivite follicolare o paratracoma degli adulti che si osserva nei
soggetti di sex maschile con infezione uretrale conseguenza di una
autoinoculazione con le dita contaminate da tracce di materiale proveniente
dalluretra.
donna -> luretrite asintomatica, la patologia + frequente la cervicite,
paucisintomatica (modesta leucorrea), alla quale pu seguire unendometrite
con propagazione dellinfezione alle tube di falloppio (esiti fibroticocicatriziali) provocare infertilit (causa principale). Attraverso le tube,
linfezione pu propagarsi al peritoneo PID.
neonato -> linfezione acquisita durante il passaggio nel canale del parto infetto
(infezione perinatale) pu dar luogo a congiuntivite da inclusione e a una
forma di polmonite interstiziale.
CHLAMYDIA PNEUMONIAE
E causa di una forma di modesta gravit di polmonite comunitaria.
La > parte delle infezioni sono asintomatiche (presenza di anticorpi) o con andamento clinico
benigno e autolimitante.
Nei soggetti anziani o con malattie dellapparato respiratorio preesistente, la polmonite pu
assumere aspetti clinici di > gravit.
La C. penumoniae stata associata con la malattia ischemica del miocardio, dimostrata dalla
presenza di corpi elementari di C. pneumoniae nelle lesioni dellendotelio coronario.
CHALMYDIA PSITTACI
Linfezione unama detta ornitosi, essendo la conseguenza del contatto con uccelli (pappagalli,
colombi, tacchini, anatre) o psittacosi (pappagalli) sono le sorgenti + comuni di infezione.
Linfezione umana si manifesta con una polmonite interstiziale con andamento clinico molto
grave con estesa compromissione sistemica (stato confusionale, epatite, endocardite).
DIAGNOSI DI INFEZIONE
TERAPIA
Vaccino profilattico attivo contro i sierotipi responsabili del tracoma endemico (risultato deludente)
2
MICOPLASMI
Dimensioni 0,2 0,3 m (sono le + piccole cellule capaci di vita autonoma
Assente la parete cellulare
Possiedono una membrana cellulare contenente steroli
Notevole plasticit e pleomorfismo
Coltura in terreni abiotici richiede laggiunta di acidi nucleici (estratto di lievito) e siero
animale (sorgente di steroli)
Aerobi-anaerobi facoltativi
Catabolismo a scopo energetico del glucosio e dellarginina e i batt del genere Ureaplasma
(urea)
In terreni solidi le colture hanno zona centrale (di crescita iniziale) approfondata nello
spessore dellagar (x le dimensioni molto piccole riescono a penetrare nelle maglie del gel),
e di una zona periferica + densa -> aspetto a uovo fritto.
Batteri ubiquitari parassiti di varie specie animali e vegetali.
Micoplasmi tassonomicamente riuniti in una classe Mollicutes, che comprende 4 ordini. I
Mycoplasmatales sono repertati nelluomo, 2 generi:
1. Mycoplasma una dozzina di specie sono repertate nel tratto respiratorio (cavo
orale) o genitale delluomo. Lunica specie dotata di potere patogeno x la specie
umana M. pneaumoniae.
2. Ureaplasma si conosce ununica specie U. urealyticum in grado di colonizzare
la specie umana a livello del tratto genitale.
I Micoplasmi si moltiplicano alla superficie delle cellule degli epiteli mucosi, senza
penetrare allinterno della cellula.
MYCOPLASMA PNEUMONIAE
Agente eziologico di una forma di polmonite (polmonite atipica primaria) che incide soprattutto
in et giovane; il + frequente responsabile di polmoniti comunitarie dopo Streptococcus
pneumoniae.
EZIOLOGIA
poco febbrile nella fase iniziale, si ha il mantenimento di buone condizioni generali,e il soggetto
colpito continua nella normale attivit, favorendo laggravamento dellaffezione.
MECCANISMO DZIONE PATOGENA
Possiede una notevole capacit di aderire alla superficie delle cell eucariotiche e produce una
tossina citolitica (emolisina). Lazione patogena dipende dal danneggiamento degli epiteli della
mucosa respiratoria, dove si moltiplica attivamente e dallinnesco di un processo flogistico si
estende alla sottomucosa, dove presente unintensa infiltrazione di cellule mononucleate.
M. pneumoniae in grado di indurre unattivazione policlonale di linfociti B e di stimolare (x la
presenza di glicolipidi di membrana che presentano comunanza antigenica con analoghe strutture
delle membrane della cell ospite) una serie di fenomeni autoimmuni (comparsa di eritemi). Con
notevole freq si assiste alla comparsa di autoanticorpi nei confronti dei globuli rossi (evidenziabile
in prove di agglutinazione)
DIAGNOSI
Mediante dimostrazione di M. pneumoniae in campioni di liquido di lavaggio dei bronchi, mediante
isolamento colturale in idonei terreni di coltura, dove le colonie si presentano con un aspetto
emisferico e nn con laspetto a uovo fritto della > parte degli altri Micoplasmi repertati
nelluomo. Si procede poi con identificazione biochimica e antigenica. Una > rapidit di esecuzione
si pu ottenere con la ricerca della presenza, nello stesso materiale, di antigeni microbici specifici
mediante P.C.R.
TERAPIA
MICOPLASMI GENITALI
Ureaplasma urealyticum e Mycoplasma hominis sono quelli + frequentemente isolati dallapparato
genitale.
Ureaplasma urealyticum
Ha un ruolo patogeno in alcune forme di uretrite non-gonococcica e nn sostenuta da Chlamydia
tracomatis. caratterizzata da unintensa attivit ureasica, collegata alla utilizzazione a scopo
energetico dellidrolisi dellurea.
Le colonie in terreni solidi sono piccole.
DIAGNOSI
aspetto lievitiforme: nella fase parassitaria tessutale e quando sono coltivati a 37C
in terreni arricchiti (agar sangue, infuso cuore cervello).
Alcune specie di muffe (Dematiaceae) caratterizzate da ife pigmentate x la
produzione di melanina, presentano una fase iniziale di sviluppo colturale
lievitiforme, x cui le loro colonie sono inizialmente cremose (lieviti neri). La
melanina si trova nella parete cellulare delle ife vegetative, e la sua presenza
necessaria x la protezione delle cellule fungine dalla eccessiva irradiazione
ultravioletta.
Nella > parte delle muffe appartenenti a specie patogene, le ife sono ialine x cui la colorazione
delle colonie dipende essenzialmente dallo sviluppo di conidi e dalle spore riproduttive che
possono essere pigmentate.
-
METABOLISMO FUNGINO
Il metabolismo energetico, pu utilizzare sia reazioni fermentative che ossidative. Essi sono
aerobi-anaerobi facoltativi.non esistono miceti anaerobi obbligati.
Per le esigenze nutrizionali: necessitano di molecole organiche preformate essenziali come
carboidrati e nitrati. Le caratteristiche metaboliche sono utilizzate a scopo diagnostico x
lidentificazione specifica dei lieviti, che si basa sul riconoscimento biochimico. Considerate le
scarse esigenze dei miceti si utilizza : il terreno di Sabouraud.
MODALITA DI RIPRODUZIONE E CLASSIFICAZIONE DEI MICETI
La distinzione dei miceti filamentosi in generi e specie si basa:
1) caratteristiche macroscopiche;
2) morfologia del tallo;
3) modalit di riproduzione che presenta lalternanza di fasi di riproduzione sessuata ed
asessuata. Entrambe sono legate alla germinazione di (propaguli = spore e conidi),
provvisti dellinformazione genetica propria di ciascuna specie.
RIPRODUZIONE SESSUALE
La > parte delle specie fungine di interesse medico si presenta in vivo ed in vitro nella forma
asessuale (o fase imperfetta), mentre la fase del fungo caratterizzata da riproduzione sessuale
detta perfetta.
Nei miceti lo zigote, cellula inizialmente diploide, risulta dalla fusione meiotica di 2 corredi
cromosomici apolidi parentali. In alcune specie la cariogamia resa possibile dalla fusione di 2
gameti unicellulari ; mentre in altre (molto + numerose) data dalla fusione diretta di 2 organuli
del tallo (gametangi).
3 distinti tipi di spore sessuali:
1. zigospore
2. ascospore
3. basidiospore
Il regno dei funghi comprende 4 Phyla:
1. Chytridiomycota (nn comprende nessuna specie patogene x luomo)
2. Zygomycota
3. Ascomycota
4. Basisidiomycota
Un 5 Phylum detto : Deuteromycota (Funghi imperfetti).
ACCRESCIMENTO VEGETATIVO E RIPRODUZIONE ASESSUALE
I miceti: caratterizzati in condizioni ambientali compatibili, da unintensa sintesi
1.
NELLE MUFFE
Nella grande maggioranza delle specie essa avviene mediate blastoconidi. In molte specie la
conidiogenesi multipolare, pu avvenire in qualsiasi punto della superficie cellulare. Il distacco
dei blastoconidi comporta un esito cicatriziale in corrispondenza del sito conidiogeno. Laumento
progressivo delle cicatrici riduce larea fertile. Nel genere Malassezia la conidiogenese unipolare
circoscritta ad un unico polo della cellula conidiogena (polo fertile).
SVILUPPO DELLE COLONIE
Candida albicans. Uno stato di ipersensibilit ritardata si instaura in molte malattie da miceti e
ci pu spiegare la patologia di alcune micosi cutanee.
OPPORTUNISMO FUNGINO
Opportunismo -> indica la patogenicit condizionata di quei microrganismi che sono
intrinsecamente incapaci di provocare uno stato morboso, ma che possono causa linfezione e la
conseguente patologia in un organismo nel quale sia loro offerta una opportunit che
rappresentata da una riduzione delle capacit difensive dellorganismo stesso.
I miceti opportunisti sono: Candida albicans, Geotrichum candidum, Aspergillus fumigatus,
Agenti eziologici della zigomicosi, Cryptococcus neoformans.
I fattori predisponenti: una riduzione della capacit di reazione antimicrobica dellorganismo
(fattrori intrinseci), ex la presenza di gravi malattie debilitanti; da interventi esogeni di tipo
farmavologico o terapeutico (fattori estrinseci o iatrogeni). Spesso entrambe i fattori
concorrono nel favorire la patogenicit di un fungo opportunista: ex una grave affezione
morbosa (neoplasia, leucemia) o interventi diagnostici invasivi (cateterismi, interventi chirurgici
di lunga dutata), associati con trattamenti farmacologici antimitotici.
2 importanti micosi causate da lieviti: candidosi e criptococcosi intervengono nella patologia
da miceti opportunisti dellAIDS.
Micosi primarie, sono quelle malattie nella cui patogenesi non intervengono necessariamente
fattori predisponenti, che cmq sono in grado di favorire linfezione e di aggravare il decorso
della malattia. Si tratta delle micosi provocate da funghi dimorfi, funghi che hanno un
particolare adattamento biologico alla vita parassitaria tessutale. Cmq anche queste infezioni
sono favorite da qualche fattore predisponente, ci suggerito dal fatto che unintera
popolazione esposta al contagio in una regione endemica soltanto pochi sono i soggetti in cui la
micosi si manifesta.
DIAGNOSI DELLE MICOSI
La diagnosi eziologica si basa sullindagine microbiologica. La dimostrazione microscopica e/o
colturale, restano le prove diagnostiche principali. Inportanti indicazione possono essere fornite,
soprattutto nelle micosi profonde, dalle ricerche sierologiche. Lintradermoreazione (reazione
intesa ad evidenziare uno stato di ipersensibilit ritardata ) circoscritta alle ricerche
epidemiologiche o alle valutazioni prognostiche.
RICHERCA MICROSCOPIACA DEI MICETI NEL MATERIALE PATOLOGICO
x la coltira di primo isolamento dai materiali patologici si usano i terreni solidi, il + usato
lagar di Sabouraud, che ha la seguente composizione: - peptone
- glucoso
- agar
- acqua distillata
lincubazione deve essere effettutata a 25 e/o a 37C. Il pH del terreno, compreso nei valoro
6,8 7, sono quelli ottimali; ma i miceti possono sopportare variazioni assai ampie del pH (ex
3-3,5) e sono utilizzati x contrastare lo sviluppo di batteri contaminanti; questo x + efficace
con laggiunta ai terreni colturali di antibiotici antibatterici.
Per lidentificazione delle muffe : poich i funghi filamentosi formano colonie di consistenza
tenace, il loro esame microscopico richiede la preventiva disseminazione di un frammento in
soluzioni chiarificanti, quella + usata : lattofenolo-bleu-cotton: - fenolo in cristalli
- acido lattico
- glicerina
- blue cotton
- acqua distillata
In molti casi pu essere utile effettuare una coltura su vetrino, in cui la semina in terreno solido
viene eseguita su di un quadratino del terreno solido prescelto, sulla base delle prime indicazioni
fornite da una prima osservazione microscopica del terreno disolamento, prelevato con il
bisturi da uno strato di adeguato spessore preparato in piastra, posto su un vetrino portaoggetti e
ricoperto dopo la semina, da un coprioggetto debordante. Con questa tecnica la crescita pu
essere seguita in tutte le sue fasi, sottoponendo il preparato allosservazione microscopica.
Per lidentificazione dei lieviti :vengono utilizzate le prove biochimiche, a) saggio dellureasi,
b) prove di fermentazione e di assimilazione degli zuccheri; c) saggi di utilizzazione delle altre
sostanze quali i nitrati.
INDAGINI SIEROLOGICHE
Lutilizzo a scopo diagnostico della ricerca di anticorpi specifici, ostacolato nelle micosi dalla
frequenza di reazioni crociate a causa delle strette correlazioni antigeniche tra molti miceti,
patogeni, saprofiti, commensali, che possono indurre una reazione immune nei confronti di
materiali antigenici da loro prodotti. Cmq i recenti perfezionamenti hanno permesso di allestire una
serie di saggi sierologici utilizzabili come sussidio diagnostico nelle micosi profonde. La
dimostrazione della positivit di una reazione sierologica specifica ed il suo titolo in aumento o in
diminuzione su campioni seriali pu risultare significativo ai fini diagnostici e prognostici.
Ex: 1. nelle candidosi gli antigeni somatici sono costituiti da mannosio o altri componenti
polisaccaridici o glicoproteici della parete cellulare.
2. Nella criptococcosi, la ricerca riguarda il sierotipo A, la causa della > parte delle infezioni
criptococciche.
3. x la ricerca di anticorpi nellaspergillosi si utilizza il saggio di doppia immunodiffusione.
4. la diagnosi sierologica delle micosi da funghi dimorfi si utilizzano i saggi di fissazione del
complemento.
RICERCA DI ACIDI NUCLEICI FUNGINI A SCOPO DIAGNOSTICO
interferisce con il sistema metabolico cellulare dellospite in modo + rilevante di quanto non
accada x gli antibatterici. La chitina componente della parete cellulare costituirebbe un bersaglio
ideale, ma non ancora stata realizzata alcuna classe di molecole in grado di interagire
specificamente. Le principali classi di molecole provviste di accettabile quoziente terapeutico:
Griseofulvina prodotta da Penicillium griseofulvum, un composto della classe dei
benzofurani. Possiede unazione multipla (inibendo la sintesi degli acidi nucleici, interferendo
con la polimerizzazione dei microtubili, interagendo con la parete cellulare con conseguente
inibizione della sintesi della chitina). Si somministra x via orale, si concentra a livello degli
strati cheratinizzati dellepidermide, legandosi alla cheratina neoformata, ed quindi utilizzabile
solamente x la terapia delle micosi superficiali e cutanee.
Antibiotici polienici sono prodotti da varie specie di streptomiceti. Essi agiscono legandosi
agli steroli (ergosterolo e colesterolo) della membrana cellulare causando la formazione di pori
che provocano la fuoriuscita del contenuto citosolico a cui segue la morte cellulare x lisi. La
nistatina troppo tossica x essere utilizzata x via parenterale xci somministrata x os, nel
trattamento terapeutico delle infezioni del tratto gastrointestinale causate da miceti lievitiformi
(Candida albicans) esplicando la sua azione solo a livello locale. Lamfotericina B, ad ampio
spettro dazione e fungicida, pu essere somministrato x via parenterale x il trattamento
sistemico delle micosi parenchimali (aspergillosi, micosi da miceti dimorfi), anche se pu dare
effetti tossici collaterali a livello del rene.
5-fluorocitosina viene introdotta elettivamente nelle cellule fungine x la presenza di una
citosina-permeasi. Agisce inibendo la sintesi degli acidi nucleici e inducendo alterazioni nella
sintesi proteica. ben assorbita dopo somministrazione x via orale ed ben tollerata
dallorganismo umano. Lo spettro dazione risulta limitato ai lieviti e agli agenti di
cromoblastomicosi
composti azoici ed allilamine inibiscono la lanosterolo C14-demetilasi dipendente dal
citocromo P450, bloccando la sintesi degli steroli della membrana fungina (ergosterolo). Si
tratta di molecole ad attivit fungistatica con un buon quoziente terapeutico che possono essere
utilizzate x una terapia sistemica. La terbinafina, somministrata x via orale, si accumula
elettivamente a livello dellepidermide e ha unindicazione elettiva nelle dermatofizie. Tra i
farmaci azoici: miconazolo, clotrimazolo sono utilizzati x via topica; chetoconazolo,
fluconazolo sono impiegati x il trattamento delle micosi sistemiche. Gli effetti collaterali > sono
a carico del fegato.
Pazienti affetti da AIDS che necessitano di sottoporsi a prolungate terapie con derivati azoici
somministrabili x via orale, il fenomeno della resistenza pu rappresentare un problema in
quanto, a seconda del meccanismo molecolare coinvolto,la resistenza pu anche risultare estesa
a tutti i farmaci di quella classe.
MICETI LIEVITIFORMI
Rientrano in questo gruppo i miceti patogeni con tallo blastocellulare. Lidentificazione
colturale dei lieviti si basa sulla determinazione dei caratteri biochimici con lintegrazione di
quello morfologici.
A questo gruppo appartengono:
- agenti causali di lesioni superficiali:
Malassezia furfur
Trichosporum beigeii
- agenti causali di lesioni cutanee e/ mucose:
Candida
Geotrichum candidum
- agenti causali di lesioni viscerali:
Cryptococcus neoformans
MALASSEZIA FURFUR
E lagente eziologico della pitiriasi versicolor, micosi lieve e comune dello strato corneo
dellepidermide di importanza esclusivamente estetica.
Nelle squame ottenute x grattamento il reperto del micete sottoforma di blastocellule
rotondeggianti a gemmazione unipolare di 3-7 m di diametro, e di corte ife settate, tipico ed
ha valore diagnostico.
Il micete strettamente liofilo. Il suo isolamento difficile e esige laggiunta di acidi grassi
(olio di oliva) al terreno di coltura.
TRICHOSPORON BEIGELII
T. beigelii (T. cutaneum) stato considerato lagente eziologico della piedra bianca, micosi
endemica del Sud America, caratterizzata dalla formazione di granuli biancastri e soffici lungo
il fusto dei peli (barba, ascelle). Il lievito isolato con relativa freq anche da svariati materiali
organici (escreato, urina).
Il genere Tricosporon ha incluso altre specie, quali agenti causali di tricosporonosi, differenziata
a seconda del sito di infezione: - infezioni profonde -> causate da T. asahii e T. mucoides
- infezioni cutanee -> T. beigelii e T. asteroides
- piedra blanca
-> T inkin e T. ovoides
DIAGNOSI DI LABORATORIO
T. beigelii cresce facilmente sul terreno di Sabouraud; sensibile alla cicloeximide. Le colonie
variano dal crema al bianco. Laspetto microscopico pu essere vario, la fase iniziale prevede la
presenza di blastocellule sferiche. Lo sviluppo di ife vere costante e precoce, contemporanea
la presenza di blastoconidi e artroconidi.
CANDIDA ALBICANS e CANDIDA spp
Alcune specie di Candida e Candida albicans sono abituali commensali della cute e delle
mucose delle cavit naturali delluomo. In quanto patogeni opportunisti i lieviti endogeni
possono esplicare la loro virulenza provocando affezioni morbose, purch coesistano condizioni
predisponenti.
Nella > parte dei casi le lesioni interessano le mucose (mughetto, vulvovaginiti); qualche volta
la localizzazione avviene in organi profondi con quadri clinici gravissimi (pneumopatie,
pielonefriti).
La candidosi esofagea dopo la pneumocitosi, costituisce la + freq malattia da infezione
opportunistica in corso di AIDS.
Forme viscerali e sistemiche sono freq in pazienti con prolungata neutropenia conseguente a
trattamenti chemioterapici x neoplasie ematologiche.
Oltra a Candida albicans, sono significativamente patogene: C. tropicalis, C. krusei, C. kefyr, C.
glabrata (agente eziologico di infezioni delle mucose e viscerali nellospite
immunocompromesso).
DIAGNOSI DI LABORATORIO
Le specie del genere Candida, formano colonie cremose di colore bianco e nella pratica clinica
di laboratorio, lidentificazione si basa sullesito di prove biochimiche.
Una capacit esclusiva del genere Candida quello di formare abbondante pseudomicelio. Il suo
sviluppo stimolato dalla povert del terreno e dallincubazione a 25C si svela
macroscopicamente con la comparsa, di un alone opaco e sfrangiato, formato dalle pseudoife ,
attorno alle colonie in fase di avanzato sviluppo.
In particolare x quanto riguarda C. albicans -> c lo sviluppo abbondante di voluminosi
clamidoconidi apicali sferici, isolati o a grappoli. C. albicans in grado di produrre ife vere
anche in vitro, purch la temperatura di incubazione sia di 37C e il pH del terreno di coltura sia
neutro. Anche la produzione di tubuli germinativi una caratteristica esclusiva di C. albicans
usata in laboratorio x lidentificazione rapida di questa specie.
I lieviti del genere Candida e C.albicans, mantengono la capacit di produrre strutture
pluricellulari filamentose anche in fase parassitaria. Nelle sezioni istologiche di tessuti infetti
costante lassociazione di blastocellule e forme filamentose, costituite da pseudoife e da ife
vere.
CRYPTOCOCCUS NEOFORMANS
Tra le specie appartenenti al genere, Cryptococcus neoformans la + conosciuta in quanto
lunica potenziale patogena x luomo e x molte specie animali.
Il lievito agente eziologico della criptococcosi, un saprofita fra i + diffusi in Natura, ha una
predilezione x gli habitat di uccelli, piccioni, le cui feci sembrano favorirne lo sviluppo
(presenza di molecole come la creatinina).
Linfezione viene contratta x via aerogena, e la localizzazione primaria polmonare. Nelluomo
la complicanza + frequente della disseminazione ematica dellinfezione a livello del sistema
nervoso centrale, il micete ha uno spiccato tropismo (meningoencefaliti subacute o croniche).
DIAGNOSI DI LABORATORIO
I lieviti del genere Cryptococcus formano colonie a contorno netto, lucide, biancastre o
pigmentate, in tonalit quali il giallo, arancione, rosso. In C. neoformans il colore iniziale delle
colonie bianco, tende ad assumere poi tonalit giallo cuoio.
Le colonie sono costituite da blastocellule gemmanti sferiche, non vi produzione di
pseudomicelio o micelio. Inizialmente sono cremose, poi possono assumere un aspetto
vischioso o mucoide e gelatinoso legato alla comparsa di una capsula mucopolisaccaridica
attorno alle blastocellule.
Allosservazione microscopica di preparati a fresco, la capsula si rende visibile solo dopo
colorazione di contrasto con inchiostro di China.
Dal punto di vista biochimico: tutte le specie sono accumunate dalla capacit di utilizzare
linositolo come sorgente di carbonio e dalla totale assenza di potere fermentativo degli
zuccheri.
C. neoformans viene distinto in 4 sierotipi (A,B,C,D) sulla base della diversa lunghezza della
catena di xiloso (componente essenziale del > antigene capsulare glucuro-xilo-mannano). I
sierotipi A e D sono una variet ubiquitaria e con habitat aviario, soprattutto nelle deiezioni di
piccioni.
DERMATOFITI
ASPERGILLI
ZIGOMICETI
AGENTI EZIOLOGICI DI
- MICETOMI
- CROMOBLASTOMICOSI
- FEOIFOMICOSI
DERMATOFITI
Tricophyton :
macroconidio lisco
ife settate con molti macroconidi
clamidioconidio intercalato
ife a candeliere , a spirale
3.
ASPERGILLI
MUCOR
RHIZOPUS
ABSEDIA
SAKSENAEA
MORTIERELLA
Gli zigomiceti sono caratterizzati da ife di tipo cenocitico e dalla modalit di riproduzione
vegetativa mendiante sporangi e sporangiospore.
Formano su terreni solidi colonie lanose, a micelio aereo molto soffice ed abbondante di colore
grigio-biancastro, punteggiato in nero dagli sporangi.
Nei tessuti parassitati gli Zigomiceti si presentano sotto forma di grosse ife cenocitiche con
ramificazioni scarse ed ad angolo retto, a parete sottile e calibro irregolare. Nelle ife della fase
parassitaria, che infiltrano pareti e lume di vasi trombizzati, pu essere presente qualche
sporadico setto.
Le ife parassitanti sono distinguibili dalle ife di Aspergillus ( + sottili, di calibro uniforme,
settate, con ramificazioni ad angolo acuto), dalle forme filamentose di Candida (+ sottili, e
associate a blastocellule).
AGENTI EZIOLOGICI DI MICETOMI
una micosi sottocutanea prevalentemente diffusa, con carattere endemico nelle regioni
tropicali e sub tropicali, la malattia presente ed autoctona anche in Italia e negli USA.
La micosi caratterizzata da una tumefazione infiammatoria localizzata al piede (piede di
Madura), ad evoluzione lenta, di dimensioni finali mostruose, con la tipica tendenza alla
suppurazione con fistolizzazione e presenza di grani nel pus. Una sindrome analoga pu essere
provocata da actinomiceti aerobi, dei generi Actinomadura, Nocardia.
La micosi provocata dallingresso x via percutanea di un gruppo polimorfo di muffe saprofite
del suolo. Nel sottocutaneo essi dimostrano una tendenza a conglobare ife settate, artroconidi e
clamidoconidi, variamente rappresentati a seconda della specie, in masserelle compatte dette
grani, che sono talvolta cementate da una sostanza anista e scura (Madurella grisea, M.
mycetomatis). I grani fuoriescono assieme al pus dalle fistole e sono di forma tondeggiante o
irregolari.
AGENTI EZIOLOGICI DI CROMOBLASTOMICOSI E FEOIFOMICOSI
La CROMOBLASTOMICOSI : una micosi tipica delle regioni tropicali e sub tropicali del globo.
Casi autoctoni e a carattere opportunistico sono stati osservati anche in Italia, poich le muffe
responsabili sono ubiquitarie e appartenenti alla famiglia delle Dematiaceae.
Gli agenti eziologici, sono saprofiti ambientali, caratterizzati dalla pigmentazione melaninica
della tunica, x cui sono facilmente individuabili anche nelle sezioni istologiche di tessuto
parassitato non sottoposto a colorazione, le cellule si presentano tondeggianti scure, a pareti
spesse riproducendosi x settazione longitudinale ed orizzontale.
La FEOIFOMICOSI : micosi sottocutanea, caratterizzata da ife nella fase di parassitismo tissutale
e causate da vari agenti eziologici.
MICETI DIMORFI
Miceti patogeni che presentano una duplice morfologia:
- lievitiforme -> (o a sferule come in Coccidioides immitis) nei tessuti parassitati e in
vitro nelle colture incubare a 37C; la forma di lievito o di sferula si sviluppa
soltanto in terreni arricchiti con materiali organici (sangue, infuso di cuore-cervello).
La fase lievitiforme, non ostante in vivo si mostri resistente agli antibiotici
antibatterici, risulta sensibile in vitro a molti farmaci antibatterici e alla cicloeximide.
- miceliale -> nella fase ambientale o in quella colturale a 25C. La forma di muffa
pu crescere anche nei comuni terreni di coltura. Questa fase resistente alla
cicloeximide e agli antibiotici antibatterici, quella + facilmente ottenibile in coltura
pura da materiali clinici.
MICOSI SOTTOCUTANEE
SPOROTHRIX SCHENCKII
Micosi: sporotricosi
Sindrome principale: granulomi sottocutanei ad evoluzione suppurativa
Colonie lievitiformi: sviluppo in > 5gg. Colonie umide, bianche o giallastre. Blastoconidi
allungati.
Colonie filamentose: sviluppo in 3-7 gg. Colonie umide, biancastre, pieghettate al centro, poi
vellutate x micelio aereo a partenza periferca con produzione di coremi. Dopo 7-14 gg viraggio
al bruno nero con produzione di pigmento giallo diffusibile nel terreno. Ife sottili. Microconidi a
manicotto su denticoli.
MICOSI VISCERALI
BLASTOMYCES DERMATITIDIS
Micosi: blastomicosi. Si localizza a livello polmonare da cui pu diffondere x via ematica
provocando lesioni focali deostruenti a carico di ossa, cute, e altri visceri (metastasi). Le lesioni
cutanee insorgono come metastasi da lesione primaria polmonare e si aprono verso lesterno.
Sindrome principale: granulomi cutanei e linfoghiandolari. pneumopatia
Colonie lievitiformi 37C: sviluppo in 2-5gg. Colonie da crema a color cuoio, rugose, umidee e
ceree. Blastoconidi ovali o rotondi, a parete spessa e gemmazione conidiale unica.
Colonie filamentose 25C: sviluppo in 7-28gg. Colonie fioccose, da bianche a color cuoio, con
possibile presenza di coremi.
COCCIDIOIDES IMMITIS
Micosi: coccidioidomicosi
Sindrome principale: infezione che si localizza a livello polmonare, asintomatica nel 60% dei
casi, mentre nel 40% si manifesta con una sindrome respiratoria e manifestazioni cutanee (Rash
emboliforme, eritema nodoso o polimorfo). Linfezione polmonare pu essere acuta , con
lesioni che hanno aspetto istologico simile a quelle date da batteri piogeni, molti istiociti e
necrosi caseosa. Nelle cellule giganti si possono reperire sferule di piccole dimensioni che
contengono le endospore. Le sferule + grandi e mature si trovano negli spazi intercellulari.
Linfezione si contrae x inalazione di frammenti ifali (artrospore). Le ife si trasformano in
artroconidi a botte, tali forme vengono disperse x via aerea (x questo altamente infettiva).
Colonie lievitiformi:
Colonie filamentose:
ISTOPLASMA CAPSULATUM
Micosi: istoplasmosi. un fungo presente nel suolo
Sindrome principale: linazione di conidi porta a uninfezione polmonare con lesioni miliari
che appaiono disseminate nel parenchima (nei sogg immunodepressi si ha immagine
radiografica a pallini simile a TBC) e ingrossamento dei linfonodi ilari. La guarigione passa
attraverso fibrosi e calcificazione. Listoplasmosi si manifesta in soggetti affetti da TBC o altre
4
malattie sistemiche gravi. Il processo infettivo progressivo con disseminazione estesa in quasi
tutti i tessuti, febbre, epatosplenomegalia, ingrossamento linfonodi (simile TBC).
Diagnosi microbiologica: osservazione microscopica su biopsia linguale o broncoaspirato
(spore lievitiformi), poi isolamento colturale.
Colonie lievitiformi:si presenta come blastoconidi
Colonie filamentose: si presenta come ife fungine con macroconidi tubercolati
PARACOCCIDIOIDES BRASILIENSIS
Micosi: paracoccidioidomicosi
Sindrome principale: si manifesta inizialmente con una infezione polmonare che pu rimanere
latente o subclinica (come istoplasma). La forma disseminata porta a lesioni sulla mucosa
buccale, ulcere sul labbro e sulla mucosa linguale e nasale (simili a lesioni Herpetica). Le ulcere
sulle labbra sono simili alla cheilite angolare di candida e sifilide secondaria. Le lesioni si
manifestano come ascessi piogeni o granulomi con C. epitelioidi, cellule giganti e centri
necrotici.
Diagnosi microbiologica: preparato microscopico (cell lievitiformi con gemmazioni multiple
che restano attaccate alla cellula madre fino a completa maturazione).
Colonie lievitiformi:
Colonie filamentose:
CARATTERI GENERALI
Eucarioti (Protisti)
Eterotrofi
Chemiosintetici
Provvisti di cuticola e strutture eso- o endo- scheletriche di natura calcarea, silicea
Mobili x flagelli, pseudopodi, cilia
Sono in grado di fagocitare allinterno della cellula particelle di grandi dimensioni; sono inoltre
provvisti di aperture specializzate (citostoma e citopige) x lassunzione degli alimenti ed
eliminare le scorie.
Si moltiplicano asessuatamente x divisione binaria o multipla (schizogonia) o alternando la
riproduzione sessuata a quella asessuata.
Alcuni sono in grado di formare cisti o spore con significato di stadi di resistenza, adatti alla
sopravvivenza in ambienti sfavorevoli.
Si trovano negli strati superficiali del suolo, nelle acque, e allinterno o alla superficie esterna di
animali ( vertebrati ed invertebrati).
Molte specie vivono come saprofiti, commensali, alcune specie sono parassiti obbligati o
facoltativi di vari animali e delluomo.
CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE
Utilizzano x la produzione di energia, reazioni fermentative e ossidative. Alcuni protozoi
patogeni x luomo sono sprovvisti di mitocondri e sono anaerobi. La > parte sono aerobianaerobi facoltativi.
La classificazione dei protozoi patogeni x luomo basata prevalentemente sulla presenza di
specifici organi di locomozione:
Mastigophora : flagellati
Sarcodinia: pseudopodi
Protozoa: immobili
Ciliophora: cilia
Microspora: immobili
Nei ciliati (Ciliophora) sono presenti 2 nuclei (1 a funzione genetica, laltro a funzione trofica) e
aperture specializzate x lintroduzione degli alimenti (citostoma) e x leliminazione delle scorie
(citopige).
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Alcuni sono parassiti che vivono alla superficie degli epiteli mucosi (amebe, flagellati
intestinali);
Altri sono parassiti endocellulari:
- ex : Leishmanie e Tripanosomi, resistono al killing intracellulare dei macrofagi;
- ex: alcuni Sporozoa, sono parassiti cellulari di peculiari cellule bersaglio ( emazie ,
cellule muscolari striate).
I meccanismi alla base del danno indotto dallinfezione protozoaria, possono essere classificati
sulla base della dinamica patogenetica dellinfezione:
- infezione inapparente: linfezione non provoca alcun segno di malattia (ex caso di
alcune infezioni malariche croniche o infezione intestinale di Entamoeba istolitica);
- azione meccanica: ex 1) nella patogenesi dei fenomeni da malassorbimento in corso
di infezione da guardia intestinalis (diminuzione della superficie assorbente della
mucosa intestinale che tappezzata dal protozoo); 2) della malaria cerebrale
(intasamento dei capillari cerebrali da parte di globuli rossi infetti e scarsamente
deformabili); 3) patologia polmonare indotta da Pneumocystis carinii (ostacolo
meccanico alla diffusione transalveolare dellossigeno, legata alla moltiplicazione in
loco del protozoo);
1
azione tossica: legata alla liberazione di citochine pirogene ( TNF, IL-1 e IL-6)
necrosi litica: gli enzimi prodotti da diversi protozoi (Toxoplasma condii, Entamoeba
histolytica, Tripanosoma cruzi) consentono loro di degradare metaboliti presenti
nellambiente circostante a scopo nutritivo, e di penetrare allinterno di cellule ospiti
e di distruggerle.
Induzione della reazione tissutale dellospite: pu consistere in una reazione
localizzata (granuloma amebico) o nellincremento sistemico di un determinato tipo
cellulare (aumentata eritropoiesi in corso di infezione malarica e iperplasia
reticoloendoteliale in corso di leishmaniosi).
Alcune specie protozoarie sono in grado di mettere in opera meccanismi che permettono loro di
eludere la sorveglianza del sistema immunitario e dunque di persistere e replicarsi
nellorganismo.
Oltre al continuo modificarsi della struttura antigenica superficiale con i viraggi di stadio,
nellinfezione malarica si pu assistere a meccanismi di :
a) variazione antigenica ex in Tripanosoma brucei complex, la cui infezione determina
livelli parassitemici fluttuanti a ondate, la remissione della parassitemia dovuta allo
sviluppo del tasso anticorpale siero specifico diretto verso una glicoproteina di membrana
del protozoo (VSG = variabil surface glycoprotein). Alcuni cloni sfuggono alla risposta
immune xch dotati di una variate della VSG non riconosciuta dagli anticorpi specifici.
b) Modulazione antigenica le leishmanie possono sottrarsi allazione litica di anticorpi e
complemento, eliminando i propri antigeni superficiali
c) Persistenza intramacrofagica alcuni protozoi si localizzano allinterno delle cellule
macrofagiche, resistendo alla loro azione litica ; Toxoplasma condii in grado di impedire
la fusione fagolisosomiale; Tripanosoma cruzi e Leishmania spp appaiono resistenti ai
meccanismi di killing intracellulare.
d) Soppressione immunitaria leishmanie e plasmodi sono in grado di bloccare il sistema
immunitario dellospite mediante la secrezione di antigeni solubili che saturano il reticoloendotelio.
VACCINI ANTIPROTOZOARI
I risultati che meritano di essere accennati , sono quelli riguardo allinfezione malarica; la
disponibilit di un vaccino anti-malarico rappresenterebbe un passo avanti nel controllo di questa
parassitosi. Le difficolt x sono legate alla complessit del ciclo biologico del parassita e alla
presenza di successivi stadi di sviluppo con differente correndo antigenico.
1. vaccini che inducono unimmunit nei confronti degli stadi pre-eritrocitari (sporozoiti e
forme epatiche): limmunit indotta interverrebbe, nella fase iniziale del ciclo vitale del
parassita, prima ancora che si rendessero evidenti gli stadi parassitari ematici. Sono stati
sperimentalmente allestiti vaccini contro la proteina si superficie degli sporozoiti ( proteine
CSP)
2. vaccini che inducono unimmunit nei confronti degli stadi ematici (merozoiti e
gametociti): questo vaccino non in grado di prevenire linfezione, ma condurrebbe alla
soppressione delle manifestazioni cliniche dellinfezione .
DIAGNOSI DELLE INFEZIONI
Si avvale di tecniche di ricerca diretta(messa in evidenza del protozoo nel materiale patologico)
e di indagini sierologiche.
Diagnosi microscopica: resa agevole dalle dimensioni notevoli delle cellule protozoarie e
dalla loro complessa morfologia.
- a fresco -> il materiale patologico viene osservato direttamente tra vetrino
portaoggetto e vetrino coprioggetto, previa aggiunta di una goccia di soluzione
fisiologica nel caso il materiale risulti troppo denso;
2
dopo colorazione -> il materiale patologico (sangue, essudati, liquor, feci) viene
strisciato e depositato su un vetrino e viene colorato, ci permette di migliorare la
definizione morfologica del protozoo. La sensibilit dellesame pu venir aumentata
da metodi di concentrazione (goccia spessa).
Prova biologica: il materiale patologico viene inoculato in un animale da laboratorio. A
distanza di alcune settimane, lanimale viene sacrificato e nei suoi tessuti viene ricercato il
protozoo
Sonde molecolari: la ricerca di materiale genetico del protozoo, pu essere considerata la
metodica di ricerca diretta quando si disponga di idonee sonde molecolari.
Ricerca di antigeni specifici: mediante limpiego di tecniche immunoenzimatiche, che
utilizzano anticorpi monoclonali specifici, che consente una diagnosi rapida ed affidabile. Ex
ricerca di Entamoeba histolytica nelle feci.
Indagini sierologiche: sono intese alla dimostrazione della risposta anticorpale specifica
dellospite nei confronti del protozoo in causa. La dimostrazione di Ig specifiche di classe IgM
indice di una infezione precoce, mentre le IgG specifiche spesso permangono x tutta la vita nelle
infezioni protozoarie.
-
SUBPHYLUM
MASTIGOPHORA
SARCOMASTIGOPHORA
SARCODINIA
APICOMPLEXA
CILIOPHORA
MICROSPORA
SPOROZOA (CLASSE)
GENERE
GIARDIA
TRICHOMONAS
TRYPANOSOMA
LEISHMANIA
ENTAMOEBA
ANCATHAMOEBA
NAEGLERIA
PLASMODIUM
TOXOPLASMA
CRYPTOSPORIDIUM
BALANTIDIUM
MASTIGOPHORA (FLAGELLATI)
Sono microrganismi caratterizzati dalla presenza di 1 o + flagelli, talora uniti al corpo del protozoo
da una membrana ondulante. I flagellati parassiti delluomo comprendono:
- localizzazione intestinale: GIARDIA intestinalis
- localizzazione genito-uninaria: TRICHOMONAS vaginalis
- in grado di invadere sangue e tessuti profondi: TRYPANOSOMA, LEISHMANIA
SARCODINIA (PSEUDOPODI)
Sono microrganismi caratterizzati da cellule tipicamente ameboidi, dotate della capacit di emettere
pseudopodi che permettono il movimento di traslocazione del protozoo, nelluomo sono:
- parassiti del canale alimentare: ENTAMOEBA
- parassiti del sistema meningo-encefalico: ACANTHAMOEBA, NAEGLERIA
SPOROZOEA (IMMOBILI)
Sono microrganismi caratterizzati da un ciclo vitale in cui si alternano forme di riproduzione
asessuata (schizogonia) e forme di riproduzione sessuata; spesso in ospiti differenti, artropodi
(sessuata), vertebrati (asessuata). Non possiedono organi di movimento. Parassiti delluomo:
- localizzazione intestinale: CRYPTOSPORIDIUM
- in grado di invadere sangue e tessuti profondi: PLASMODI, TOXOPLASMI
CILIOPHORA (CILIA)
3
Sono microrganismi caratterizzati dalla presenza di numerose appendici locomotorie, + corte dei
flagelli, distribuite in ammassi irregolari (cilia), con cellule munite di cistostoma e citopige e
provvisti di 2 nuclei a diversa funzione (genetica, trofica). Lunico rappresentante che infetta
luomo: - localizzazione intestinale: BALANTIDIUM COLI
MICROSPORA (IMMOBILI)
Sono microrganismi sporigeni che iniettano lo sporoplasma infettante allinterno della cellula osite
tramite un apparato specializzato ( filamento tubulare polare). Allinterno della cellula si verifica
un 1 processo di divisione schizogonico (merogonia) cui segue la fase sporogonia. Non sono
conosciute fase sessuate. Le spore endocellulari si liberano con la rottura della cellula. Hanno
unimportanza clinica xch si comportano come agenti opportunisti in persone
immunocompromesse.
Subphylum:
-
MASTIGOPHORA (flagellati)
A seguito del processo di escistamento, che avviene nellambiente acido dello stomaco, si
individuano 2 trofozoiti, i quali si localizzano (duodeno, digiuno) moltiplicandosi alla superficie
della mucosa.
Linfezione da Giardia intestinalis decorre nella > parte dei casi in maniera asintomatica, e
lassenza dei sintomi clinici favorisce il perpetuarsi della eliminazione fecale del protozoo e
lespandersi dellinfezione.
Nei soggetti con scarsa produzione di IgA, la moltiplicazione pu raggiungere quote notevoli di
ampiezza, tappezzando la mucosa duodeno-digiunale, provocando infiammazione con
manifestazioni diarroiche acute e croniche, causando malassorbimento.
DIAGNOSI E TERAPIA
- Le metodiche di
-
Non possiede la capacit di produrre forme di resistenza (cisti), xci molto fragile al di fuori
dellorganismo umano.
MO -> il trofozoite un flagellate senza simmetria bilaterale, con un profilo piriforme, 2 coppie
di flagelli situati al polo anteriore ed una breve membrana ondulante che si estende dal polo
anteriore a met del soma. La porzione centrale accoglie il nucleo.
Possiede evidente apparato di Bolgi e ribosomi, ma sono assenti i mitocondri, la cui funzione
sostituita dagli idrogenosomi, granuli che assicurano il metabolismo di tipo fermentativo.
Il ciclo vitale: semplice e prevede il passaggio diretto del trofozoite dallapparato urogenitale
delluomo (dove si localizza e livello delluretra, della prostata, dellepididimo, testicoli) a
quella della donna (vagina, cervice uterina, vescica) e viceversa i rapporti sessuali. Pu esistere
anche una trasmissione indiretta tramite biancheria intima e spugne umide (infezioni in et
pediatrica).
EMOFLAGELLATI
Comprendono protozoi che si localizzano a livello del sangue e dei tessuti profondi.
Provvisti di 1 unico flagello
Nella stessa specie possono presentarsi diversi aspetti morfologici, corrispondenti a diversi stadi
di sviluppo:
- Amatigote la forma + semplice, ovale, intracellulare, piccolo diametro (2 m). Il
flagello rudimentale e non fuoriesce dalla tasca flagellare.
- Promastigote allungata di > dimensioni, con un lungo flagello che fuoriesce dalla
estremit anteriore del corpo. Il cinetoplasto (organo che d energia al flagello x il
movimenti) posto anteriormente al nucleo.
- Epimastigote forma di comune riscontro in coltura e nelle ghiandole salivari dei
vettori. Ha una forma allungata, di dimensioni simili al promastigote. Il flagello
fuoriesce nel terzo anteriore del corpo protozoario, con il quale rimane in contatto x
mezzo di una membrana ondulante sino al polo anteriore, dove libero.
- Trypomastigote di grandi dimensioni (15-30 m). la forma circolante nel sangue
(osservata nei preparati). Il flagello nel polo posteriore del corpo e di dirige verso il
polo anteriore rimanendo ad esso adeso x mezzo di una membrana ondulante, e al
livello dellestremit anteriore si rende libero. Il cinetoplasto posteriore al nucleo.
2
TRIPANOSOMI
Nelluomo i tripanosomi sostengono:
- Tripanosomiasi americana: Tripanosoma cruzi (ciclo vitale tutti i morfotipi)
-
Tripanosomiasi africana:
T. brucei (gambiense e rhodesiense) hanno un ciclo vitale che prevede solo la forma
trypomastigote circolante e la forma epimastigote nellinsetto vettore.
T. cruzi e brucei si dividono x fissione binaria.
Periodo di incubazione silente di 15-20gg, caratterizzato da una lesione nodulare alla porta di
ingresso del parassita (chagoma)
Fase ematica: seguono sintomi aspecifici, febbre, epatosplenomegalia, linfoadenomegalia. Tale
fase dura diverse settimane e pu residuare nella fase cronica, se trascurata.
Fase cronica: pu seguire linfezione anche di alcuni decenni. Gli organi + colpiti sono: cuore,
lesofago, il colon. Il cuore si presenta dilatato, con pareti assottigliate e con possibile presenza
di trombi. Il fascio di His sede di intensa colonizzazione infiamatoria, con possibile fibrosi.
DIAGNOSI E TERAPIA
Ricerca diretta -> di utile impiego nella fase acuta. Il ciclo vitale di T. cruzi permette la sua
ricerca diretta solo a partire dal sangue durante la fase ematica, mediante esame a fresco, strisco
sottile colorato (May-Grumwald-Giemsa), tecniche di concentrazione (goccia spessa). Si pu far
3
contemporaneo ricorso alla coltura in terreno NNN (Novy-McNeal e Nicolle, questo terreno
deve essere costruito in laboratorio vedi appunti..) e alla prova biologica in topino, aumenta il
livello di sensibilti della ricerca diretta del parassita nella fase ematica.
Tecniche sierologiche -> utili nella fase acuta.
TERAPIA: benzinidazolo
DIAGNOSI E TERAPIA
LEISHMANIE (emoflagellati)
Subphylum:
SARCODINIA (pseudopodi)
Entamoeba histolytica aderisce alle cellule del lume colico, mediante una adesina di superficie
specifica x il galattosio; una volta avvenuta ladesione, il protozoo provoca la lisi della cellula
intestinale. Una volta approfonditosi nella sottomucosa, e raggiunto il parenchima epatico
attraverso il sistema portale, il sistema enzimatico del protozoo responsabile della formazione
di ascessi epatici.
In corso di infezione america invasiva si osserva la produzione di anticorpi specifici sia sierici
che mucosali (IgA) che persistono x almeno 10 anni.
Sotto il profilo clinico possono essere distinte:
1. amebiasi intestinale (acuta e cronica) provoca ulcere a fiasco dovute alla
penetrazione del protozoo nella sottomucosa, alla sua proliferazione e alla tendenza ad
espandersi lateralmente. Gli orifizi dellulcera sono piccoli e tra loro la mucosa
1
intestinale appare integra. Nella forma acuta si presenta come dissenteria mucosanguinolenta e dolori addominali acuti. Se non correttamente trattata, la cicatrizzazione
delle ulcere pu indurre fenomeni scleroinfiammatori alla base di una sintomatologia
fastidiosa e cronica, con diarrea moderata, meteorismo, dolori addominali vaghi e pu
protrarsi anche x anni.
2. amebiasi extraintestinale(epatica, cutanea, polmonare, cerebrale) deriva da una
precedente colonizzazione colica, con attraversamento della parete intestinale da parte
dei trofozoiti, in forma invasiva che raggiungono il lobo dx del fegato (tramite il sistema
portale) e il polmone x passaggio trasndiaframmatico (di una colonizzazione epatica) e
lencefalo x disseminazione metastatica. Una volta raggiunto il fegato, si moltiplica
allinterno dellameboma epatico (ascesso epatico), che contiene un liquido color
cioccolato costituito da materiale epatico necrotico, cell infiammatorie e trofozoiti
amebici. Il malato presenta febbre irregolare, epatomegalia, dolori in sede ipocondrio dx
e grave compromissione dello stato generale.
3. portatori asintomatici colonizzazione silente del colon da parte del trofozoite e la
eliminazione di cisti in assenza di malattia. Infatti nella > parte dei casi linfezione
america intestinale decorre in maniera asintomatica di invasione della mucosa intestinale.
Non curata, linfezione rappresenta il + importante serbatoio di infezione x i soggetti
recettivi, poich il portare elimina le cisti con le feci.
DIAGNOSI E TERAPIA
ACANTHAMOEBA
(patogeno sistema meningoencefalico)
Le Acanthamoebe sono state messe in evidenza in tutto il mondo (dallacqua del mare, allacqua
minerale, ai condizionatori daria, alle piscine) da dove possono penetrare nellorganismo
tramite il tratto respiratorio inferiore, lesioni ulcerative cutanee e soluzioni di continuo con
mucose.
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
DIAGNOSI E TERAPIA
- La diagnosi di GEA difficoltosa sia sul piano clinico che strumentale poich le manifestazioni
cliniche e i reperti radiografici nn hanno nulla di caratteristico.
- La diagnosi eziologica pu essere realizzata mediante il riscontro dei trofozoiti di Acanthamoeba
nel liquor o nella coltura allestita dal liquor.
- La diagnosi sierologica (fissazione del complemento, immunofluorescenza) sono utili x la
diagnosi.
- TERAPIA : pentamidina e ketoconazolo.
Prevede:
-
Il ciclo vitale: prevede il passaggio diretto del trofozoite ( o della forma flagellata) al
SNC x via transnasale diretta tramite la lamina cribrosa delletmoide.
PATOGENESI E FORME CLINICHE
DIAGNOSI E TERAPIA
- Si basa sul riscontro del trofozoite nel liquor, nella coltura da esso allestita e nella biopsia
cerebrale.Le indagini sierologiche non significato, a causa dellacuit e della gravit della forma.
3
SPOROZOAE (immobili)
Classe:
Il meccanismo patogenetico appare legato allatrofia della mucosa intestinale con infiltrato
flogistico.
Le caratteristiche cliniche della diarrea ricordano quelle del colera, cmq la tossina enterogena
non mai stata dimostrata.
Le infezioni da Cryptosporidium stimolano la risposta anticorpale specifica (IgG, IgA, IgM,
IgE) . Inoltre essenziale la risposta cellulo-mediata come dimostrato dallaumentata
virulenza del protozoo nei soggetti con AIDS.
Il periodo di incubazione di 7-10gg. Il quadro clinico lieve e autolimitantesi nel soggetto
immunocompetente ed in et pedriatica (diarrea, nausea, addominalgie); mentre assume
caratteristiche di cronicit nei soggetti immunocompromessi. La diarrea ha caratteristiche
acquose, similcolerico, perdita di liquidi e squilibrio idroelettrico.
DIAGNOSI E TERAPIA
- La diagnosi diretta: consiste nella ricerca microscopica del protozoo nelle feci e + raramente nella
bile. Le tecniche di colorazione sono molteplici da quelle aspecifiche (Giemsa, Ziehl-Neelsen) a
quelle specifiche x Cryptosporidium (col allauramina, col di Kinyoum, di Heine). Talora si ricorre
1
Malaria recidivante: una parte degli sporozoiti di P. vivax e P. ovale, entrano in una
fase di quiescenza allinterno dellepatocita sotto forma di ipnozoiti. Questi sono
responsabili delle recidive a distanza dellinfezione.
Fase schizogonica eritrocitaria una volta parassitato il globulo rosso, il merozoita assume
le caratteristiche di trofozoite e successivamente di schizonte (mediante un processo di
cariodieresi); da esso si individuano numerosi merozoiti che invadono altri globuli rossi. Dopo
diverse generazioni, alcuni merozoiti si differenziano nelle forme sessuate (gametociti)
allinterno del globulo rosso. La forma sessuale femminile (macrogametocita) ha un citoplasma
intensamente colorabile, mentre la forma maschile (microgametocita) assume colorazione +
pallida.
Fase sporogonia nello stomaco dellinsetto vettore i gametociti si liberano dal globulo
rosso solo allinterno dello stomaco dellinsetto vettore. Infatti quando le forme sessuate
vengono ingerite da una zanzara femmina del genere Anopheles, durante il pasto ematico, il
microgametocita va incontro a un processo di exflagellazione che porta alla formazione di 4-8
microgameti, mentre il macrogametocita matura a macrogamete. La fecondazione del
macrogamete ad opera del microgamete nello stomaco del vettore (sporogonia) porta alla
formazione di 1 zigote che si sviluppa fino a formare una struttura mobile oocinete. Loocinete
perfora la parete intestinale, alla cui superficie esterna aderisce sotto forma di oocisti
(rotondeggiante e incapsulata) allinterno della quale si trovano fino a 10.000 sporozoiti; i quali
a seguito della rottura della parete della oocisti, raggiungono tramite lemocele le ghiandole
2
salivari della zanzara e sono rigurgitate nella circolazione ematica dellospite durante un
successivo pasto ematico.
Peculiarit ultrastrutturali dei diversi stadi asessuati ematici:
- merozoite lunico stadio ematico provvisto di un complesso pellicolare e di un
complesso apicale.
- Trofozoite contenuto nel vacuolo parassitoforo, privo di complesso apicale e di
complesso pellicolare, si nutre a spese della cellula ospite tramite un citostoma
specializzato. Con la maturazione del trofozoite, allinterno del vacuolo digestivo la
digestione dellemoglobina, porta alla formazione e allaccumulo di granuli di
emozima. Il vacuolo digestivo responsabile dellaspetto ad anello con castone
allosservazione al MO.
- Schizonte quando il trofozoite ha raggiunto la completa maturazione, si
verificano molteplici processi di divisione nucleare, con disposizione dei nuclei a
corona o rosetta; quando la maturazione completa i merozoiti vengono riversati in
circolo.
PATOGENESI E FORME CLINICHE
DIAGNOSI E TERAPIA
- La diagnosi di infezione si basa sulla ricerca diretta del trofozoite nel sangue del malato. La
ricerca diretta effettuata in concomitanza con laccesso febbrile, xch > la parassitemia. La
ricerca viene condotta mediante allestimento di striscio sottile di sangue fissato e colorato con
Giemsa, cui x v associato lesame a goccia spessa che permetta la concentrazione dei parassiti.
- Esame a goccia spessa: la tecnica consiste nella defibrinazione di una goccia di sangue deposta su
vetrino (movimenti circolari condotti con punta di un ago). Dopo essiccazione allaria si procede
alla colorazione con Giemsa diluito in acqua distillata, che in assenza di fissazione provoca la lisi
dei globuli rossi e la colorazione dei parassiti che appaiono extracellulari.
- Ricerca di antigeni circolanti: una delle tecniche di ricerca diretta; mediante saggi
immunoenzimatici che permettono la identificazione della proteina (HPR-2) attivamente prodotta
dal protozoo nelle sue fasi di replicazione ematica.
- Ricerca del genoma: parassitario mediante sonde a DNA marcate, questa tecnica estremamente
sensibile.
3
DIAGNOSI E TERAPIA
- La diagnosi di Toxoplasma si avvale di tecniche di ricerca diretta volte alla dimostrazione del
parassita o dei suoi componenti; di indagini sierologiche che individuano il pregresso contatto con il
protozoo, tramite la ricerca di anticorpi specifici.
- La ricerca microscopica diretta: del parassita nel materiale patologico (linfonodi, liquor, encefalo,
muscolo), deludente x lo scarso numero di toxoplasmi.
- Le tecniche di immunofuorescenza diretta su tessuto consentono di elevare la sensibilit,
- Le tecniche di genetica molecolare(sonde a DNA): sono molto sensibili, infatti permettono la
diagnosi sulla base dellidentificazione di un frammento del genoma parassitario.
- Prova biologica: ricerca diretta del parassita deve essere accompagnata dellinoculazione del
materiale patologico nel topino bianco e dopo 5-6 settimane saranno ricercate le cisti cerebrali.
- Ricerca di anticorpi specifici anti-Toxoplasma (dye test, test tintoriale), di utilit diagnostica
nelle forme di toxoplasmosi acquisita nellospite immunocompetente.
- TERAPIA: - delle forme acquisite e delle riattivazioni con pirimetamina e di un sulfamidico
Phylum:
CILIOPHORA (ciliati)
Il phylum dei Ciliophora comprende i protozoi forniti di cilia in qualunque momento del loro
sviluppo; alcuni le perdono nellospite definitivo.
Sono caratterizzati dalla presenza di 2 nuclei: 1) macronucleo (funzione trofica)si divide x
scissione binaria; 2) micronucleo (funzione genetica) si divide x mitosi.
La disposizione delle cilia lungo il corpo protozoario conferisce le caratteristiche del
movimento.
Balantidium coli (appartenente al genere Balantidium) lunica specie patogena x luomo.
BALANTIDIUM COLI
un parassita dellintestino di alcuni aniamali, soprattutto dei suini nel cui contenuto intestinale
repertato con frequenza elevatissima (fino al 95% dei suini macellati in Italia).
un parassita cosmopolita.
Linfezione umana rara nelle popolazioni la cui religione proibisce i cibi a base di carne suina,
mentre pu raggiungere notevoli prevalenze nelle popolazioni a basso livello igienico sanitario
che vivano in contatto con i suini.
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
il protozoo patogeno x luomo di > dimensioni, e talora possibile la sua visione a occhio
nudo.
Luomo si contagia mediante lingestione di cisti eliminate con le feci di suini: la sua
escistazione nel piccolo intestino d luogo al trofozoite, che invade la mucosa del colon e
dellileo terminale provocandovi ulcerazioni. Le ulcerazioni si arrestano alla muscolaris
mucosae. Nellintestino delluomo non si verifica lincistamemto e il trofozoite esulso con le
feci, dotato di scarsa sopravvivenza nellambiente esterno. Per questo motivo difficilmente
linfezione trasmissibile x contagio interumano.
Sotto il profilo ultrastrutturale:
- trofozoite -> presenta una depressione allapice anteriore del corpo
protozoario (vestibulum), la quale si continua nel citostoma e allestremit
opposta c il citopige (dove vengono eliminate le scorie); le cilia sono
presenti su tutto il corpo protozoario.
- Cisti -> uninucleata, rotondeggiante, rivestita da una spessa membrana
cistica.
PATOGENISE E FORME CLINICHE
DIAGNOSI E TERAPIA
- La diagnosi agevolata dalla peculiarit morfologica del protozoo e x le sue dimensioni che lo
rendono facilmente identificabile nel materiale fecale. I trofozoiti mobili sono presenti nelle feci
diarroiche o dissenteriche.
- Terapia: tetracicline, metronidazolo.
Phylum:
MICROSPORIDIA
Sono caratterizzati x la presenza di un lungo tubo proteico che , estroflesso dalla spora e
ancorato alla superficie della cellula ospite, consente al suo interno il passaggio del nucleo e
dello sporoplasma infettante.
Enterocytozoon bieneusi un parassita del tratto duodeno-digiunale.
La trasmissione avviene: a) x via oro-fecale mediante ingestione di acqua o di alimenti
contaminati; b) possibilit di infezione x via inalatoria; c) mediante la trasmissione interumana,
sessuale.
Presenza di serbatoio animale (cani, conigli, uccelli, animali da fattoria), rende possibile la
trasmissione zoonotica.
Le spore protozoarie aderiscono agli enterociti del tratto duodeno-digiunale, allinterno dei
quali iniettano il materiale nucleare e lo sporoplasma. Nella cellula ospite ha luogo una prima
fase merogonica con formazione di elementi plasmodiali e in una successiva fase sporogonica
che d luogo a numerosi sporoblasti. La maturazione delgli sporoblasti a spore porta alla
necrosi cellulare con liberazione delle spore stesse nel mule intestinale e nelle feci, che possono
rimanere vitali x numerose settimane.
PATOGENESI E FORME CLINICHE
- La diagnosi di microsporidiosi intestinale, viene fatta su sezione istologica da biopsia duodenodigiunale (colorate con Giemsa) che mette in evidenza plasmodi merogonici e sporogonici in
posizione intermedia tra nucleo e apice degli enterociti.
- La diagnosi di certezza, si basa su metodiche di microscopia elettronica.
- Non possibile la sua coltivazione n in vitro n in vivo, quindi non stato possibile allestire
tecniche sierologiche specifiche.
- TERAPIA: metronidazolo, albendazolo, primachina. Nei soggetti con AIDS la terapia di
mantenimento deve essere continuata indefinitivamente.
COMPOSIZIONE CHIMICA
Il genoma virale costituito da acido nucleico. Pu essere costituito a sua volta da:
- DNA deossiribovirus. Lacido nucleico costituito da ununica molecola. La
conformazione di una molecola lineare costituita da doppia catena di
nucleotidi. Eccezione x i papovavirus genoma costituito da una molecola di
DNA bicatenaria ma a struttura circolare. Parvovirus genoma costituito da
1 sola catena nucleotidica.
- RNA ribovirus. Lusuale conformazione quella di una molecola lineare
monocatenaria. Eccezione i Reovirus in cui lRNA ha una conformazione
bicatenaria. Nei ribovirus di < dimensione il genoma presenta 1 sola molecola
di RNA, in alcuni ribovirus di > dimensioni lRNA frammentato in un
numero costante di segmenti.
- La porzione proteica costituisce la parte + cospicua del virione (formare fino al 90%).
rappresentata dalle proteine del capside e per i virus che ne sono provvisti dalle proteine del
pepleos. La funzione degli involucri del genoma quella di:
1 ) proteggere il genoma nellambiente extracell
2 ) consentire la penetrazione del virus nella cellula.
Le proteine strutturali del virione sono codificate dal genoma virale, ma dato che il numero di
proteine codificabili dal genoma modesto (inoltre solo una parte rappresentata dalle proteine
strutturali), essa deve essere costituita dalla ripetizione di un numero variabile (cmq basso) di catene
polipeptidiche.
- La componente lipidica, presente esclusivamente nei virus che possiedono un involucro
lipoproteico esterno al nucleo-capside (peplos), pu essere anche molto cospicuo ed arrivare al 35%
(in alcuni Retrovirus).
STRUTTURA
Si potuta osservare grazie a studi di diffrazione a raggi X e indagini al ME.
Il capside virale composto da un notevole numero di catene polipeptidiche disposte in modo
simmetrico. Le diverse subunit proteiche sono tenute insieme da legami nn covalenti. Poich una
catena polipeptidica una molecola asimmetrica, esistono 2 sole modalit di disposizione possibili
da formare un involucro completo intorno allacido nucleico.
1. simmetria elicoidale (in genere RNA) le varie unit polipeptidiche disposte intorno ad un
asse ideale in modo da formare un contenitore al cui interno c uno spazio virtuale elicoidale
in cui contenuto lacido nucleico. Le diverse unit morfologiche (capsomeri)
corrispondono ai singoli polipeptidi. I virus animali con capside elicoidale sono sempre
provvisti di involucro lipoproteico e il nucleo-capside si trova raggomitolato.
2. capsidi isometrici con la struttura e la simmetria di un icosaedro. Le catene
polipeptidiche assumono una disposizione in gruppi, ognuno dei quali forma una struttura
morfologicamente evidente o (capsomero). Ogni capsomero che occupa un vertice
dellicosaedro formato da 5 subunit dando origine a una struttura con profilo pentagonale
(pentone); mentre ogni altro capsomero disposto in unaltra zona dellicosaedro formato da
6 catene polipeptidiche che hanno un profilo esagonale (esoni). Nel caso di virus con capside
isometrico solo alcuni sono provvisti di peplos.
Eccezione :
- Adenovirus hanno capside isometrico, sprovvisti di peplos. Ogni pentone (cio ogni
capsomero disposto ai vertici dellicosaedro) si prolunga in una struttura fibrosa (fibra) evidente al
ME.
- Batteriofagi (virus parassiti dei batteri) il virione pu organizzarsi secondo 6 diversi tipi
morfologici, il + complesso costituito da una porzione dal profilo esagonale (contenitore
isometrico) nel quale racchiuso lacido nucleico e si d il nome di testa; questa porzione si collega
attraverso uno dei vertici con unappendice tubulare, coda, la quale ha una porzione centrale
formata da una struttura tubulare rigida intorno alla quale si trova un sistema contrattile (manicotto
di subunit proteiche). Questo collegato nella zona prossimale alla testa del fago da un collare e
termina nella zona distale con una piastra basale.
CARATTERI ANTIGENI
Data la grossa porzione proteica, i virus sono ottimi antigeni. Il capside e linvolucro lipoproteico
sono xci gli antigeni dei virus. Nei virus provvisti di peplos, gli antigeni del nucle-capside (NP)
sono accessibili agli anticorpi solo dopo rottura del peplos. Inoltre nei virus con peplos lantigene
NP comune a numerosi virus dello stesso gruppo mentre i singoli virus si differenziano x gli
antigeni virus-specifici prensenti nel peplos.
ENZIMI VIRUS SPECIFICI
I virus sono sprovvisti di enzimi deputati alla produzione di energia e interessati alle vie
metaboliche. Cmq 2 esempi di enzimi associati con particelle virali:
- lenzima lisosomiale -> presente in alcuni batteriofagi
- la neuraminidasi -> presente negli orthomyxovirus e paramixovirus che intervenga
nel favorire la penetrazione del virus nelle cell sensibili
Molti altri virus possiedono tra le proteine presenti nel virione o codificate durante il ciclo
replicativo, alcuni enzimi specifici che sono legati ai processi di trascrizione del genoma virale (nei
ribovirus a genoma negativo) o alla retrotrascrizione dellRNA nel genoma virale nel DNA
provirale (nei ribovirus).
DIMENSIONI
Le dimensioni nei deossiribovirus dai 18-26 nm dei parvovirus fino a 170-260 x 300-450 nm dei
poxvirus (al limite di visibilit del MO). Nei ribovirus si va dai 28-30 nm dei picornavirus fino a >
2
300 nm nei paramyxovirus. Con leccezione dei poxvirus i virus sono talmente piccoli da nn poter
essere evidenziati al MO e da poter attraversare buona parte dei filtri sterili.
SENSIBILITA AD AGENTI CHIIMICI E FISICI
- Al di fuori della cell i virus sono altamente tremolabili e in pochi minuti di esposizione a una
temperatura di 55-60C le proteine del capside vengono irreversibilmente denaturate e il virus xde
la capacit di infettare.
I virus devo xci essere conservati a temperature basse (-70C 80C). I virus con peplos sono
molto + labili e vengono inattivati sa un solo ciclo di scongelamento e congelamento.
- I virus sono sensibili alle radiazioni ionizzanti.
- I virus con involucro lipoproteico sono inattivati dal trattamento con tensioattivi o con solventi
dei lipidi.
- Tutti i virus sono inattivati anche dai disinfettanti che agiscono denaturando le proteine (alcoli,
fenoli).
DEOSSIBIBOVIRUS
POXVIRIDAE
virus di > dimensioni 300-450 x 170-260 nm
Forma: ovoidale
complesso rivestimento formato da strutture ricche di lipidi ad aspetto tubulare ed una
struttura interna composta da un core centrale contenente il DNA e 2 corpi laterali.
Genoma -> molecola di DNA bicatenario e lineare
centinaio di proteine strutturali (quindi numerosi antigeni)
numerosi enzimi nel virione (poli-A polimerasi, DNA topoisomerasi I, RNA.metiltrasferasi; una trascriptasi necessaria alla sintesi degli mRNA precoci del ciclo replicativo.
Liberazione dei virioni neoformati avviene con lisi della cell infetta
Luomo unico ospite del virus del vaiolo (genere Orthomyxovirus) eradicato dal pianeta.
Virus del mollusco contagiosi (genere Molluscipoxvirus) lunico poxvirus oggi presente
nelluomo. Linfezione si accompagna alla comparsa di lesioni cutanee nodulari o pustole.
HERPESVIRIDAE
Dimensioni 150-200 nm
Forma: rotondeggiate
Formato da: - peplos; - tegumento ( spazio compreso tra la faccia interna del peplos e la
periferia del nucleo-capside, occupata da proteine virus specifiche matrice le quali
formano un ulteriore involucro); - capside icosaedrico; - nucleoide formato da una sorta di
rocchetto proteico intorno al quale avvolto il DNA.
Genoma : molecola di DNA bicatenario e lineare. Sono presenti corte sequenze di basi che
si ripetono nello stesso ordine ad 1 o a tutti e 2 gli estremi della molecola (possono favorire
la circolarizzazione del genoma subito dopo il suo rilascio dal capside).
Presenti 30 proteine strutturali (un certo numero di proteine del peplos sono glicosilate).
In alcuni casi nelle proteine del pleplos sono prensenti proteine con i caratteri di recettori x i
frammenti Fc delle Ig.
Gli Herpesvirus comprendono 3 sottofamiglie:
I ) Alfaherpesvirus ampio spettro dospite, effetto citopatico e produzione di
inclusioni nucleari; Herpesvirus simplex 1 e 2 ; Virus
della Varicella-Zoster.
II ) Betaherpesvirus spettro dospite specie-specifici; si replicano in vitro in colture
di fibroblasti della specie animale sensibile. Ciclo di
replicazione lento. Producono inclusioni nucleari e
citoplasmatiche. Citomegalovirus umano ; Herpesvirus
umano 6 e 7
III ) Gammaherpesvirus spettro dospite ristretto e si replicano esclusiv in
cellule linfoidi.Virus di Epstein-Barr Herpesvirus
umano 8
Gli Herpesvirus superata la fase acuta di infezione, tendono a instaurare uninfezione latente
che dura x tutta la vita del paziente infetto con possibili riesarcebazioni periodiche.
Alcuni sono dotati di potere oncogeno.
ADENOVIRIDAE
Dimensioni : 70-90 nm
Non hanno peplos, capside icosaedrico. I capsomeri disposti ai vertici (pentoni) presentano
proiezioni filamentose rigide (fibre) in cui risiedono i principali antigeni tipo-specifici; gli
esoni sono la sede degli antigeni comuni.
Genoma : molecola di DNA bicatenario e linere
Virioni hanno 10 proteine strutturali
Lassemblaggio dei virioni avviene nel nucleo con formazione di ammassi cristallini e la
liberazione avviene attraverso la lisi della cellula.
La > parte sono specie-specifici. Diversi tipi sierologici e gli adenovirus umani indicati con
lettera h (human). Gli adenovirus umani (h1-h47) sostengono una patologia varia a
localizzazione respiratoria o enterica.
Alcuni sierotipi sono oncogeni.
PAPILLOMAVIRIDAE e POLYOMAVIRIDAE
Genoma : formato da 1 molecola di DNA bicatenario a struttura circolare
Virioni a simmetria icosaedrica, privi di pepleos
La replicazione ha luogo nel nucleo della cell e il virus si libera con lisi della cell
Classificati in 2 distinte famiglie (papillomaviridae e polyomaviridae) ciascuna con un unico
genere: - Papillomavirus dimensioni : 55nm
Genoma: pu codificare 10 proteine e 2 sono strutturali
specie-specifici, difficile la replic in vitro
70 diversi tipi classificati in base allanalisi del DNA,
RIBOVIRUS
PARAMYXOVIRIDAE
Dimensioni: 150-300 nm
Forma: virioni pleomorfi, forma sferica
Peplos, allinterno del quale raggomitolato il nucleocapside elicoidale.
Genoma: una molecola di RNA monocatenario e lineare, di polarit negativa
6-10 proteine strutturali, i virus contengono tutti 1 trascrittasi virus-specifica necessaria
alla trascrizione del genoma nellRNA messaggero.
2 sottofamiglie: 1) Paramyxovirinae a cui appartengono :
- virus della parotite;
Sono parassiti dei roditori, la trasmissione alluomo, zoonosi legata a particolari situazioni
ecologico-ambientali ed seguita da gravi manifestazioni morbose: febbri-emorragiche,
corio-meningite linfocitaria.
BUNYAVIRIDAE
Dimensioni: 90-120 nm
Forma: circolare
Peplos provvisto di fini peplomeri che racchiudono allinterno 3 nucleocapsidi elicoidali a
struttura circolare e di dimensioni diverse (uno grande, uno medio, uno piccolo), che
racchiudono le 3 molecole di RNA, monocatenario, di senso negativo ed a struttura
circolare.
4 proteine strutturali, una RNA-polimerari RNA-dipendente
Replicazione: nel citoplasma , lassemblaggio dei virioni avviene x gemmazione attraverso
le membrane lisce dellapparato del Golgi.
Genere Hantavirus -> responsabile di una febbre emorragica con complicazioni renali.
REOVIRIDAE
Dimensioni: 60-80nm
Forma: sprovvisto di peplos, presenta 2 involucri causidici, entrambi con simmetria
icosaedrica
Genoma: formato da RNA bicatenario, presente in forma di 10 (genere Reovirus), 11
(genere Rotavirus), 12 (genere virus della febbre da zecche del Colorado) segmenti separati.
10-12 proteine strutturali + una RNA-polimerari RNA-dipendente
Replicazione: citoplasmatica, con formazione di inclusioni in cui i virus neoformati sono
spesso disposti in ammassi regolari (cristallini).
RETROVIRUS
Dimensioni: 80-130nm
Forma : quasi sferica
Peplos con peplomeri evidenti che racchiudono un capside e un nucleo-capsidecon
organizzazione elicoidale.
Genoma: diploide, xch formato da 2 molecole di RNA monocatenario, di senso positivo.
7-8 proteine strutturali; le proteine del peplos contengono antigeni specie specifici mentre le
proteine intere hanno antigeni di gruppo. Nellenzima presente una trascrittasi inversa o
una DNA-polimerari RNA-dipendente essenziale x il ciclo replicativo del virus.
Replicazione: sequenza di eventi caratteristici -> 1) trascrizione inversa di ciascuna
molecola di RNA del virus in una molecola di DNA bicatenario che si integra nel genoma
della cell infettata; 2) da questo viene poi trascritto lRNA messaggero virus specifico sia i
genomi x la nuova progenie virale. Lassemblaggio avviene nel citoplasma
contemporaneamente allacquisizione del peplos mediante gemmazione attraverso la
membrana cellulare.
I retrovirus sono divisi in 7 generi:
1) retrovirus di tipo B
2) retrovirus di tipo C
comprendono virus oncogeni
3) retrovirus di tipo D
4) retrovirus del gruppo HTLV
5) lentivirus e spumavirus
CORONAVIRIDAE
Dimensioni: 80-160nm
TOGAVIRIDAE
Dimensioni : 60-70 nm
Forma: rotondeggiante
Peplos con fini peplomeri che racchiude un capside a simmetria icosaedrica.
Genoma: una molecola di RNA, monocatenario, di senso positivo, infettante.
3-4 proteine strutturali (1-2 glicosilate)
Replicazione: nel citoplasma, liberazione x gemmazione attraverso la membrana cellulare.
Il genere Alphavirus, comprende numerosi virus trasmessi da artropodi (zanzare); il genere
Rubivirus cui appartiene il virus della Rosolia.
FLAVIVIRIDAE
Dimensioni: 40-50 nm
Forma: rotondeggiante
Peplos con peplomeri sottili, che racchiude un capside sferico.
Genoma: una molecola di RNA monocatenario, di senso positivo, infettante.
3 proteine strutturali (1 glicosilata)
Replicazione: nel citoplasma, dove il virus acquista il peplos gemmando attraverso alcune
membrane cellulari.
Molti flavovirus sono trasmessi da artropodi (zanzare, zecche). Virus della febbre gialla;
virus dellepatite C.
CALICIVIRIDAE
Dimensioni: 35-40nm
Forma: a calice, Sprovvisti di peplos , capside icosaedrico
Genoma: una molecola di RNA monocatenario, a senso positivo, infettante,
1 proteina strutturale (forma il 98% delle subunit proteiche del capside)
Replicazione: nel citoplasma, lisi della cell
Alcuni calicivirus sono implicati in manifestazioni gastro-enteriche umane con
sintomatologia diarroica o con vomito incoercibile. Virus dellepatite E .
ASTROVIRIDAE
Dimensioni: 28-30 nm
Forma: sprovvisti di peplos, con capside icosaedrico
Genoma: una molecola di RNA con polarit positiva
2-3 proteine strutturali
Replicazione: nel citoplasma, sono frequenti ammassi cristallini di virioni neoformati
Gli Astrovirus umani comprendono 5 diversi tipi antigeni e sono implicati in
manifestazioni diarroiche.
PICORNAVIRIDAE
Dimensioni: 28-30 nm sono i + piccoli tra i ribovirus
Forma: sprovvisti di peplos, con capside isometrico
Genoma: una molecola di RNA, monocatenario, di senso positivo, infettante.
4proteine strutturali
Replicazione: nel citoplasma, lisi della cell
I Picornavirus sono specie-specifici e comprendono il genere Enterovirus, circa 70 tipi
antigeni interessano esclusivamente luomo:
- poliovirus 1,2,3
- coxsackievirus A1-A22, A24, B1-B6
- echovirus 1-9, 11-27, 29-34
- enterovirus umani 68-71
il genere Rhinovirus oltre 100 tipi antigeni sono in grado di provocare manifestazioni
morbose delle prime vie aeree (raffreddore comune)
i generi Aphtovirus (virus dellafta epizoica)
il virus dellepatite A
VIRUS NON CLASSIFICATI
- Virus delta si trovano spesso associati al virus dellepatite B, ha caratteri che lo avvicinano
agli RNA-satelliti presenti nel regno vegetale (piccole molecole di RNA monocatenario, a
struttura circolare; nella molecola sono presenti sequenze palindromiche che consentono la
formazione di tratti di RNA bicatenario, quando la circolarit della molecola venga
interrotta e la molecola si ripieghi su se stessa )
- Prioni dotati di potere infettante, responsabili di una serie di encefalopatie spongiformi
degli animali ( e delluomo). Sono formati da proteine in grado di riprodursi e
completamente privi di acidi nucleici.
virus sono di origine cellulare e sono acquisiti dal virione durante il processo di formazione del
peplos.
Oltre alle proteine strutturali, vengono sintetizzate anche proteine nn strutturali, costituite da
enzimi coinvolti nella replicazione dellacido nucleico virale e spesso da proteine con funzioni
regolatrici (inibitorie) sulle sintesi macromolecolari della cellula ospite.
Infezione batteriofagica:
Subito dopo linfezione, ma prima della sintesi del DNA fagico, compaiono una serie di nuovi
enzimi enzimi precoci. Dopo linizio della sintesi di DNA, la sintesi degli enzimi iniziali o
precoci si arresta e inizia la sintesi delle proteine tardive, cio le proteine dellinvolucro
proteico e del lisozima fagico.
Nella replicazione dei virus animali :
le diverse sintesi macromolecolari nn si presentano in una cos rigorosa sequenza temporale. Sono
precoci quelle proteine che vengono sintetizzate dopo lesposizione dellacido nucleico virale
infettante e sono tradotte da RNA-messaggeri trascritti dal genoma del virus parentale. Le proteine
precoci comprendono: a) enzimi necessari alla replicazione dellacido nucleico virale;
b) le proteine che inibiscono le sintesi macromolecolari delle cell ospite.
Le proteine tardive: sono sintetizzate dopo la replicazione dellacido nucleico virale e sono
tradotte da RNA-messaggeri trascritti dallacido nucleico virale neoformato. Esse comprendono:
a) le proteine strutturali della progenie virale;
b) le proteine con funzioni inibitorie silla sintesi delle macromolecole virus specifiche.
STRATEGIE REPLICATIVE DEI VIRUS
Levento chiave della replicazione rappresentato dalla sintesi delle proteine virali ad opera del
macchinario proteico-sintetico della cell infettata.
Il virus deve presentate al macchinario proteico 1 o + mRNA che la cellula possa riconoscere come
tali e tradurre nelle relative proteine.
1) nella cell eucariotica, gli mRNA vengono sintetizzati nel nucleo, x trascrizione del DNA ad
opera della trascrittasi cellulare (RNA- polimerasi II, DNA dipendente) e dopo adeguata
elaborazione sono trasferiti nel citoplasma dove vengono tradotti delle rispettive proteine. Quindi la
cell eucariotica priva degli enzimi in grado di sintetizzare mRNA x trascrizione di una molecola di
RNA. Xci solo i virus il cui genoma: a) sia formato da DNA;
b) sia in grado di raggiungere il nucleo;
c) possieda i necessari segnali x lattacco dei vari fattori e
dellenzima (trascrittasi) cellulare sono in grado di
utilizzare il sistema trascrittivi cellulare.
Tutti gli altri virus devo possedere delle trascrittasi virus-specifiche o dei ribovirus a genoma
negativo; o presentarsi allinterno della cellula con un genoma gi organizzato con un mRNA
( ribovirus a genoma positivo).
2) il macchinario della cell ospite predisposto esclusivamente x la traduzione di messaggeri
monocistronici; da ci deriva il fatto che alcuni mRNA virali, che trascrivono + di un gene,
vengono tradotti in un poliproteina che viene poi tagliata nelle varie proteine funzionali.
DEOSSIRIBOVIRUS
La sintesi dellmRNA avviene sempre nel nucleo ad opera della trascrittasi cellulare, il nucleo
cellulare la sede della replicazione del genoma e dellassemblaggio dei nucleo-capsidi. Fanno
eccezione i poxvirus dove lassemblaggio avviene nel citosol ad opera di una RNApolimerasivirale
genoma formato da 1 molecola di DNA bicatenario e lineare (poxviridae, herpesviridae,
adenoviridae.
genoma formato da 1 molecola di DNA bicatenario e circolare (papovaviridae,
haepadnaviridae).
genoma formato da 1 molecola di DNA monocatenario e lineare (parvoviridae)
Una volta che siano prodotte un numero sufficiente di copie del genoma virale e delle differenti
proteine strutturali, ha inizio il processo di montaggio dei nuovi virioni. Intervengono sia proteine
strutturali che alcune con attivit enzimatica. Nel caso:
virus con capside isometrico, lassemblaggio del capside in una struttura morfologicamente
evidente precede lingresso del genoma virale nellinvolucro proteico (procapside) che viene
completato successivamente. Si possono osservare capsidi vuoti.
Quando i virus con capside isometrico sono sprovvisti di peplos, i virioni neoformati si
accumulano nella sede di assemblaggio, formando ammassi cospicui che assumono un aspetto di
formazioni cristalline. In questi casi la liberazione del virus nellambiente esterno avviene con la
morte e la lisi della cellula infettata. Nel caso in cui i virus sono provvisti di peplos: il montaggio
definitivo richiede lintervento di una membrana cellulare, ci contemporaneo alla fuoriuscita del
virione dalla cellula infettata. 1 o 2 proteine virali (glicosilate) si inseriscono in una zona della
membrana periferica, dislocando alla periferia le proteine cellulari e rimanendo ancorate ad unaltra
proteina virale che attraversa la membrana. Il nucleo capside virale, migra in prossimit di questa
zona di membrana e si ancora direttamente o tramite la proteina M (matrice) dei virus con capside a
simmetria elicoidale alla porzione citoplasmatica della proteina trasmembrana e viene avviluppato
dalla membrana, liberandosi attraverso un processo di gemmazione. I virus provvisti di peplos, il
danno cellulare meno drammatico.
DURATA DEL CICLO REPLICATIVO
Ossia il tempo che intercorre tra linfezione di una cellula e la comparsa della progenie virale
matura, estremamente variabile nei diversi gruppi di virus. Nel caso dei parvovirus, il ciclo
replicativo pu variare a seconda della fase del ciclo cellulare in cui si trova la cellula al momento
dellinfezione. Ex nella famiglia Herpesviridae il ciclo replicativo pu variare dalle 18-20 ore delgi
alfaherpesvirus ai 3-4 giorni dei betaherpesvirus.
Perci la durata del ciclo replicativo proporzionale alla complessit e alle dimensioni del genoma
ed oscilla da poche ore (6-7)nei picornavirus a 24 ore o + nei virus di > dimensioni.
ANTIGENI VIRUS-SPECIFICI
2) Modificazioni metaboliche cellulari anche i virus batterici devono far s che i meccanismi
biosintetici cellulari siano interrotti, fanno eccezione i fagi filamentosi con DNA MC che
venfogo replicati senza influenzare la crescita batterica. In molti casi si ha la degradazione
degli mRNA virali, la sintesi si DNA, RNA, proteine cellulari cessa.
3) Replicazione virale la replicazione degli acidi nucleici nei batteriofagi varia a seconda
della loro natura: DNA o RNA, BC o MC. Un ex classico di replicazione di fago a DNA BC
data dal fago T4, ospite di E.Coli il cui genoma costituito da una lunga catena di DNA.
Nel DNA virale possono essere presenti diversi siti di origine, ci porta alla formazione di
numerose copie di DNA che poi vengono tagliate da una endonucleasi x dare origine a
segmenti di DNA fagico. X la trascrizione degli mRNA i batteriofagi utilizzano a volte
polimerasi batteriche, modificate da proteine virali precoci.
4) Lisogenia quando un batterio viene infettato da un fago si possono avere 2 eventi:
1) le particelle del virus si replicano, lisano la cellula batterica e
fuoriescono;
2) dopo la penetrazione il genoma si circolarizza e con un meccanismo
di crossing-over si intergra in 1 o + siti specifici del cromosoma
batterico. I batteriofagi che oltre ad avere un normale ciclo litico
con produzione di nuovi virioni, si integrano nel DNA cellulare in
uno stato di profago si definiscono temperati,mentre i batteri
che li contengono sono detti lisogeni e il fenomeno lisogenia. I
fagi che possono produrre solamente un ciclo litico sono detti
virulenti. Il passaggio dallo stato di profago a quello litico
regolato dal genoma virale attraverso una produzione di repressori
della replicazione del DNA fagico e la loro inattivazione.
5) Trasduzione i batteriofagi posson trasferire alcuni geni da un batterio ad un altro. Ci pu
avvenire in seguito a:
- un ciclo litico (trasduzione generalizzata) x incorporazione nel capside fagico di un
frammento di DNA batterico;
- un ciclo lisogeno (trasduzione specializzata) quando il profago distaccandosi dal
cromosoma batterico mediante un crossover sbagliato, assume un segmento di DNA
delle cellula ospite.
6) Converisione fagica alcuni batteri assumono nuovi caratteri fenotipici quando vengono
lisogenizzati. Questi sono dovuti a geni magici che nn risentono della regolazione repressiva. Ex
produzione di tossina da parte di alcuni batteri Corynebacterium diphtheriae, Clostridium
botulinum, Streptococcus pyogenes.
genoma di 2 virus entrambi attivi (della stessa specie) differenti in alcuni caratteri
fenotipici, con la produzione di una progenie (ibrida) che possiede i caratteri fenotipici dei 2
virus parentali.
- La ricombinazione dei virus con genoma a DNA avviene x rottura e ricombinazione di
catene polinucleortidiche neosintetizzate;
- La ricombinazione nei virus con genoma a RNA avviene durante la replicazione x un
salto dellenzima replicativo, con il trascinamento di parte della catena polinucleotidica
neosintetizzata, sul template costituito dallaltro genoma virale ->risultato sintesi di un
filamento polinucleotidico ibrido.
2. riassortimento possibile solo nel caso di virus a genoma segmentato; consiste nello
scambio di segmenti di genoma fra virus della stessa specie, diversi x qualche carattere. Un
fenomeno di questo tipo alla base della variabilit antigenica nei virus influenzali.
INTERAZIONI NON GENETICHE
1. mescolamenton fenotipico quando il genoma di un virus viene incorporato nel capisede
di un altro virus della stessa specie, ma con caratteristiche antigeniche diverse, infettante
contemporaneamente la stessa cellula. Questi virus prodotti x mescolamento presentano i
caratteri fenotipici del virus fornitore del capside solo temporaneamente, poich alla prima
generazione produrranno una progenie con i caratteri di superficie codificati dal genoma.
2. interferenza quando la presenza di un virus in una cellula impedisce la moltiplicazione di
un virus superinfettante.
3. complementazione quando in una infezione virale doppia, la moltiplicazione di un virus
resa possibile dalla utilizzazione di 1 o + (proteine) del genoma di un virus confettante.
dal topino neonato (coxsackievirus , tagavirus). Esso viene inoculato x via intracerebrale,
intraperitoneale e la moltiplicazione virale si appalesa con la comparsa di segni morbosi
(paralisi, rigidit, tremore) o con la morte dellanimale.
TITOLAZIONE DEI VIRUS
Per stabilite la concentrazione o titolo virale (cio la quantit di virus in un dato materiale), il
metodo + usato consiste nella determinazione del titolo infettante del materiale in esame, il quale
direttamente proporzionale al numero di virioni completi in esso presenti.
La titolazione dellinfettivit pu essere eseguita con :
metodo diretto -> consiste nella numerazione delle placche di citolisi prodotte da una
sospensione virale diluita in un monostrato di cellule e pu essere paragonata alla conta
dei batteri presenti in un materiale, in base al numero di colonie prodotte in piastre di agargermi. Procedimento: il materiale in esame viene diluito (in serie logaritmica) e le varie
diluizioni sono inoculate in piastre contenenti un monostrato di cell. Dopo un tempo
sufficiente a consentire la penetrazione del virus nelle cellule (1h a 36C) il monostrato
viene ricoperto con terreno di coltura solidificato con agar. Accadr che in alcune piastre
inoculate con il materiale sufficientemente diluito, saranno presenti inizialmente poche
particelle virali iniziali. Ognuno dei virioni presenti nellinoculum iniziale, infetter
cellule molto distanti fra loro e la progenie virale che si produrr dalle singole cellule
inizialmente infette, nn potendo diffondere inizialmente liberamente nel terreno a causa
della viscosit si trasmetter solo alle cellule contigue, dando luogo a un focolaio
localizzato di distruzione (caso virus citolitici) o alla formazione di foci delle cell alterate.
Poich in queste condizioni ogni virione infettante presente nellinoculo iniziale d luogo
ad un focolaio o ad una placca di citolisi facile risalire al titolo infettante del materiale di
partenza.
Un altro metodi di titolazione diretta: inoculazione sulla superficie esterna della
membrana corion-allantoidea dellembrione di pollo: la quale nn essendo bagnata da
alcun liquido embrionale consente la diffusione dellinfezione a partire dalle cellule
primitivamente infette, solo x continuit. Ci possibile solo x i virus che producono
lesioni evidenti sulla membrana (poxvirus, herpesvirus)
metodo indiretto: si inoculano diluizioni progressive del materiale in esame in serie di
4 o 5 colture cellulari, uova embrionali o animali da laboratorio; si aspetta il tempo
necessario xch anche una singola particella virale possa provocare la distruzione della
coltura cellulare, la morte o la comparsa di lesioni nellanimale e si stabilisce la
diluizione massima del materiale capace di provocare un effetto virus-specifico in
almeno 1 degli stipiti impiegati.
EMOAGGLUTINAZIONE
Molti virus sono provvisti di proteine superficiali in grado di legarsi alla membrana di eritrociti di
diverse specie animali, formando dei ponti fra i diversi eritrociti e provocandone la agglutinazione.
Gli eritrociti agglutinati sedimentano al fondo delle provette in modo irregolare ricoprendo tutta la
calotta emisferica del fondo, mentre gli eritrociti nn agglutinati sedimentano regolarmente in un
disco compatto al centro del fondo della provetta.
CONTA DEI VIRIONI AL MICROSCOPIO ELETTRONICO
Per scopi particolari pu essere utile procedere ad un conteggio diretto di virioni in preparati
colorati negativamente e osservati al ME. La sospensione virale viene mescolata con una
sospensione a concentrazione nota di particelle submicroscopiche di latex. Con questo metodo,
poich si evidenziano anche i virioni inattivati il titolo virale che si ottiene + elevato di quello
derivabile dai metodi di titolazione sulla base della inattivit.
ALTRI METODI -> x la determinazione della quantit di un virus presente in diversi materiali, sia in
vivo che in vitro: dosaggio di anticorpi virus-specifici ( reazioni immunoenzimatiche);
dosaggio degli acidi nucleici virali (mediante reazione polimerasica a catena P.C.R.).
Nelle infezioni disseminate la diffusione virale pu avvenire x vie differenti (linfatica, ematica,
neuronale) e con differente modalit (sotto forma di virioni liberi (enterovirus) o di virioni associati
a elementi linfo-monocitari circolanti (virus del morbillo , herpesvirus). Anche la diffusione
spesso condizionata dalla capacit del virus di esprimere caratteri di virulenza che gli consentono di
superare i meccanismi di difesa dellospite, sia specifici che aspecifici.
- Alcuni virus esibiscono la propriet di infettare i linfociti B e T e gli elementi circolanti della
serie monocitaria. Un ex sono: - virus dellEpstein-Barr (linfociti B)
- virus dellHerpes simplex
- citomegalovirus
- virus della rosolia
- agenti della febbre gialla
macrofagi
- della dengue
- febbri emorragiche virali
In corso di Dengue o altre infezioni sostenute da Ribovirus, sono stati osservati aggravamenti
sintomatologici conseguenti alla compara in circolo di anticorpi anti-virali. Ci lagato a
fenomeni di ipersensibilit, ricondotti alla capacit degli agenti infettanti di moltiplicarsi
allinterno dei macrofagi. La formazione di complessi virus-anticorpi causa x effetto della
presenza di recettori Fc sulla superficie macrofagica, una + efficace captazione dei complessi
stessi ad opera di tali cellule, e una + estesa capacit infettante virale.
ORGANI BERSAGLIO
condizionato dal tropismo cellulare del virus e dalla permissivit dellorgano alla completa e
produttiva replicazione virale. Il tropismo cellulare e tissutale del virus dipendono dalla presenza
di strutture complementari sulla superficie del virus e sulla superficie delle cellule bersaglio.
LE LESIONI
Possono : 1) direttamente derivare dallazione citopatogena del virus;
2) essere conseguenza della attivazione delle risposte immunitarie dellospite.
1) LESIONI DIRETTAMENTE PROVOCATE DAL VIRUS
Gli organi sede del processo replicativo virale vanno incontro ad alterazioni evidenti x effetto di
danni direttamente provocati dal virus. Esempio sono:
a) infezioni citocide il virus si replica produttivamente nelle cellule infette e
determina in esse modificazioni irreversibili che provocano la morte della cellula x
apoptosi o per necrosi in un arco di tempo variabile. Le malattie sono quasi sempre
acute, di brevi periodi di incubazione (influenza, poliomielite, enteriti, encefaliti
erpetiche, encefaliti da togavitus) e limmunit esercita un ruolo protettivo. Questi
eventi consistono in blocchi delle sintesi macromolecolari cellulari( provocate da
proteine precoci virus-indotte), in alterazioni della membrana citoplasmatica, in
alterazioni delle membrane lisosomiali.
b) Infezioni latenti non sempre i virus animali uccidono le cellule in cui si sono
moltiplicati, essi possono realizzare un rapporto di parassitismo controllato che consente
alle cellule stesse di sopravvivere ma anche di duplicarsi in modo normale. In questo
caso si ha integrazione del genoma virale in quello dellospite. Il virus permane in
forma latente senza produzione di virioni infettanti e senza formazione di grandi
quantit di antigeni virus-specifici. Si instaurano infezioni asintomatiche in grado di
decorrere x tutta la vita senza diventare clinicamente manifeste. Periodicamente sono
possibili riprese moltiplicative virali (riattivazione), e si possono accompagnare cicli
produttivi di infezione citocida (herpes labiale o malattie citomegaliche in soggetti
immunodepressi)
c) Infezioni persistenti rappresentano una condizione di parassitismo virale
controllato. Nella persistenza vi x continua produzione di quantit di antigeni
virali e anche di virus infettanti. Le cellule nn subiscono danni letali direttamente ad
opera del virus, ma sono esposte x la presenza di antigeni virus specifici sulla loro
superficie ad azioni lesive esercitate dalle risposte immunitarie dellospite. Ne
possono conseguire malattie croniche evolutive (epatite cronica attiva da virus
dellepatite B).
d) Trasformazione sono le modificazione cui vanno incontro alcune cellule in vitro
in seguito ad infezione ad opera di virus oncogeni. Tali virus sono direttamente
responsabili di alterazioni nn degenerative ma che condizionano la proliferazione
anomala ed incontrollata delle cellule infette (trasformate). Queste cellule perdono la
capacit di controllo dei loro processi moltiplicativi ed acquisiscono irregolare
morfologia, anomalie cromosomiche, elevata attivit glicolitica, assenza di inibizione da
contatto.
2) LESIONI DIPENDENTI DAL COINVOLGIMENTO DEL SISTEMA IMMUNITARIO
Le risposte immunitarie dellospite contribuiscono alla guarigione e/o alla limitazione di molte
infezioni virali. In alcune situazioni x esse partecipano al processo patologico instaurato dal
virus. Le modalit di coinvolgimento del sistema immunitario sono riconducibili :
a ) stimolazione antigenica costantemente esercitata dai virus infettanti;
b) capacit di alcune di esse di infettare specificamente le cell del sistema immunitario
(macrofagi e/o linfociti)
Herpesvirus umano 8 (HHV-8) messo in relazione con il sarcoma di Kaposi, con una rara
forma di linfoma diffuso a cellule B e con la malattia di Castleman. La relazione basata sulla
costante presenza di sequenze di HHV-8 nelle cellule caratterizzate da queste patologie.
POLYOMAVIRUS E PAPILLOMAVIRUS
POLYOMAVIRUS + studiati sono rappresentati dal virus 40 della scimmia (SV40) e dal
polyomavirus del topo. Il genoma virale si integra in quello cellulare ed esprime solo alcune
proteine precoci. Almeno 2 polyomavirus , i virus BK e JC sono presenti nella specie umana
come agenti ubiquitari di diffuse infezioni , che nei soggetti immunocompetenti sono
asintomatiche.
PAPILLOMAVIRUS (HPV) sono + di 70 tipi genomici diversi, tutti assolutamente specifici e
con un tropismo x le cellule degli epiteli squamosi pluristratificati della cute e delle mucose.
Linfezione naturale da HPV si accompagna alla comparsa di lesioni proliferative circoscritte con
diversi aspetti clinici (verruche, papillomi, condilomi). Il genoma dei vari papillomavirus contiene
da 6 a 8 ORF che codificano proteine nn-strutturali definite precodi E, e sono quasi tutte espresse
nella fase iniziale del ciclo replicativo. Le proteine E1 e E2 sono essenziali x linizio della
replicazione del DNA virale. Le oncoproteine codificate dagli ORF E5,E6,E7 sono le protagoniste
degli eventi che portano alla stimolazione della proliferazione e allaumento delle probabilit di
trasformazione neoplastica delle cellule infette.
I papillomavirus sono associati alla comparsa di carcinomi nella specie umana, e linnesco iniziale
di gran parte dei carcinomi della sfera genitale femminile si trasmette x via sessuale. Solo alcuni
genotipi hanno potenziale oncogeno; solo 4 tipi (HPV-16, HPV-18, HPV-31) sono riscontrati con
elevata frequenza nel carcinoma della cervice. Lintervallo di tempo fra linfezione iniziale e la
comparsa del carcinoma pu essere lungo, nel caso del tratto genitale della donna anche decenni. La
progressione maligna di una lesione da HPV richide la presenza di co-fattori, infatti linfezione da
HPV agirebbe aumentando la vita media e il numero delle cellule capaci di proliferare ampliando
sia la popolazione cellulare attivamente proliferante, sia la probabilit che essa subisca un secondo
evento (mutazione cellulare) in grado di indurne la trasformazione maligna in carcinoma invasivo.
HEPADNAVIRUS (VIRUS DELLEPATITE B)
Esiste una forte correlazione fra la presenza di infezione cronica da virus dellepatite B (HBV) e il
carcinoma epatocellulare primitivo. Contribuiscono allinsorgenza del tumore anche co-fattori
diversi: alterazioni immunologiche, alcolismo, cirrosi epatica.
2 sono i meccanismi:
1. ruolo diretto di HBV nella patogenesi del tumore. Il DNA virale, durante linfezione
cronica si integra nel DNA cellulare. Questo genoma virale integrato presenta una serie di
mutazioni, delezioni, fenomeni di ricombinazione con regioni del DNA cellulare adiacenti,
inducendo una serie di instabilit nel genoma cellulare. Inoltre la proteina codificata dal
gene X di HBV, agirebbe attivando la trascrizione di numerosi oncogeni cellulari fra cui cmyc, c-fos, c-jun favorendo lattivazione della proliferazione cellulare.
2. ruolo indiretto di HBV nella patogenesi dellepatocarcinoma. Si tratterebbe di una
deviazione in senso neoplastico del processo di rigenerazione epatocitica che si sviluppa
come meccanismo compensatorio della distruzione cellulare conseguente allinfezione
virale e soprattutto alla rispota immune citotossica specifica contro gli epatociti infettati da
HBV. Le citochine e i fattori di crescita sono gli effettori in grado di stimolare ulteriore
proliferazione degli epatociti.
FLAVIVIRUS (VIRUS DELLEPATITE C)
distruzione del parenchima epatico, a cui si aggiunge la iperstimolazione da citochine prodotte dai
linfociti e macrofagi epatici. Ci determinerebbe la possibilit di insorgenza di anomalie
cromosomiche che possono portare al tumore.
RETROVIRUS ONCOGENI
I Retrovirus sono ribovirus con genoma diploide che si replicano attraverso un intermedio a DNA
(provirus) che si integra nel DNA della cellula infetta. Gli Oncovirus sono in grado di produrre
diversi tipi di tumori (sarcomi, leucemie) in varie specie animali, almeno un caso, rappresentato dal
virus della leucemia umana a cellule T (HTLV) sono correlati alla comparsa di una patologia
tumorale umana. A seconda del meccanismo dazione gli oncovirus sono divisi in 3 gruppi:
1) oncovirus che possiedono nel proprio genoma almeno una copia di un oncogene (v-onc)
omologo di un oncogene cellulare (protooncogene o c-onc) che nella cellula infetta, viene a
trovarsi sotto il controllo trascrizionale esclusivo del promotore virale
2) oncogeni che nn possiedono nel genoma un gene v-onc ma che integrandosi nel genoma
cellulare in prossimit di un protooncogene cellulare (c-onc) ne promuovono la trascrizione
mediante un fenomeno di cis-attivazione.
3) Rappresentato da HTLV non possiede v-onc nel genoma e non provoca cis-attivazione di
oncogeni cellulari. Il meccanismo dellazione oncogena sembra dipendente dalla produzione
di un fattore trans-attivante della trascrizione che oltre a stimolare la trascrizione del provirus,
in grado di trans-attivare la trascrizione di oncogeni cellulari.
SISTEMA INTERFERON
Lo strumento + importante x il controllo intracellulare della replicazione virale rappresentato
dallattivazione del sistema dellinterferon. Questo fa parte dei meccanismi difensivi naturali
dellospite contro lingresso e la permanenza nellorganismo di agenti estranei (virus, batteri, cellule
eterologhe).
Linterferon costituito da una famiglia di molecole che possono essere divise in 3 specie:
interferon alfa -> prodotto da linfociti B, cellule dendritiche circolanti e monociti, stimolati
da cellule estranee infette da virus, tumorali o batteriche;
interferon beta -> prodotto da cellule fibro-epiteliali stimolate da acidi nucleici estranei
interferon gamma -> prodotto dai linfociti T stimolati da antigeni, mitogeni, agenti
ossidanti
1) sono proteine cellulari che vengono indotte da vari stimoli, ex linfezione virale;
2) nn possiedono attivit antivirale diretta, ma sono capaci di indurre nelle cellule con cui
vengono a contatto uno stato di resistenza antivirale legato alla produzione di altre proteine
effettrici;
3) la loro azione nn specifica x il virus inducente, ma sono capaci di inibire la replicazione di
qualunque altro virus;
4) mentre sono dotati di specificit di specie essendo capaci di agire solo su cellule della stessa
specie animale.
5) La loro persistenza nellorganismo limitata (da poche ore a pochi giorni)
MECCANISMO DAZIONE
Nelle cellule lo stato antivirale si stabilisce in seguito allinterazione dellinterferon con specifici
recettori situati sulla membrana citoplasmatica.
Gli IFN- e gli IFN-: si legano allo stesso recettore; x la loro attivazione sufficiente un solo
minuto di contatto con il recettore x attivare il processo di induzione
che si completa con la produzione di mRNA x le proteine effettrici.
: ha un recettore differente. Lattivazione molto + lenta e richiede ore.
LIFN-
Una volta attivato lo stato di resistenza si mantiene x oltre 24 ore anche
dopo lallontanamento dellIFN dal sistema.
La maggior parte dei virus penetrano nellorganismo per via mucosa:
- il 1 tipo di interferon prodotto IFN-, indotto dagli acidi nucleici virali nelle cellule
epiteliali e fibroblastiche. Questo tipo di interferon diffonde scarsamente dalla sede di
produzione e pu raggiungere nel tessuto alte concentrazioni;
- diffondendo dalla sede di primo impianto, il virus pu raggiungere il circolo attraverso i
linfatici ove viene a contatto con le cellule linfoidi, nelle quali induce la produzione di IFN-
che a differenza dell IFN- molto diffusibile e raggiunge facilmente organi distanti,
conferendo loro uno stato di resistenza verso lespandersi dellinfezione.
- Con il procedere dellinfezione, cominciano a svilupparsi i meccanismi immunitari specifici e
gli antigeni virali possono reagire con i linfociti T sensibilizzati inducendovi la produzione di
IFN- e di altre linfochine.
azione sui linfociti B -> si osserva depressione quando lIFN presente prima della
differenziazione dei linfociti B a plasmacellule; mentre il potenziamento si verifica quando lIFN
agisce su plasmacellule secernenti anticorpi.
Azione sui linfociti T -> dipendono anchesse dalla dose di IFN e dal tempo in cui esso agisce.
La sensibilizzazione a determinanti antigeni viene inibita dell IFN alfa/beta quando questo venga
somministrato prima dellantigene, mentre viene potenziata quando l IFN e antigene vengono
inoculati contemporaneamente.
FARMACI ANTIVIRALI
La notevole dipendenza dei processi replicativi dei virus dal metabolismo cellulare e la notevole
analogia delle vie metaboliche, rende difficile lelaborazione di farmaci in grado di inibire
selettivamente la moltiplicazione virale senza danneggiare il metabolismo cellulare.
FARMACI CHE AGISCONO SULLE FASI PRECOCI DELLINTERAZIONE VIRUS-CELL
Linterazione dei virus con gli specifici recettori cellulari e la fusione del peplos virale con la
membrana citoplasmatica, rappresentano le fasi precoci della interazione virus-cellula che possono
costituire un bersaglio x una terapia antivirale.
Farmaci che interferiscono con la fusione del peplos del virus influenzale con la membrana (della
vescicola endocitica) della cellula sensibile sono rappresentati dalla amantadina e rimantadina.
FARMACI CHE AGISCONO SULLA TRADUZIONE DEGLI mRNA VIRALI
Unaltra classe di composti chimici dotata di attivit antivirale con un meccanismo dazione che
coinvolge linibizione della traduzione dei mRNA virali rappresentata dai tiosemicarbazoni. Si
constatata una loro efficacia nei confronti dei virus erpetici.
FARMACI CHE AGISCONO SULLA TRASCRIZIONE E REPLICAZIONE (DNA e RNA virali)
Una serie di analoghi strutturali di nucleosidi sono stati impiegati con diversa efficacia nella terapia
di varie infezioni virali. Gli analoghi strutturali, interagiscono con le DNA-polimerasi o le RNApolimerasi virus-specifiche, bloccandone il sito attivo o nn consentendo un ulteriore allungamento
della catena polinucleotidica.
Il primo ad essere stato impiegato come chemioterapico antivirale la 5-iodio-2-deossiuridina
(IUDR) analogo strutturale della timidina. Esso entrato nella pratica terapeutica x la cura topica
delle lesioni superficiali (corneali) da virus dellHerpes simplex. Essendo infatti la cornea priva di
vasi il farmaco pu essere instillato localmente in concentrazioni elevate senza il rischio di danni
sistemici.
La trifluoro-timidina (TFT) ha visto il suo impiego limitato alluso topico x le infezioni oculari da
herpes simplex.
La adenina-arabinoside (Ara-A) analogo delladenosina, inibisce la DNA polimerasi virale. Il suo
uso indicato nel trattamento di alcune infezioni sostenute da virus a DNA ed in particolare nel
trattamento dellencefalite erpetica, nella terapia di gravi manifestazioni cliniche da virus
dellherpes zoster nel paziente immunocompromesso.
Un altro farmaco anti-virus erpetico la deossiguanosina aciclica (aciclovir) che viene fosforilata
nelle cellule infette da alcuni virus erpetici (virus dellherpes simplex) con molta > intensit che
nelle cellule normali. Lanalogo strutturale fosforilato (trifosfato) viene incorporato di preferenza
nel DNA virale x una > affinit x la DNA-polimerasi virale, bloccando la sintesi di DNA virale.
Laciclovir un mezzo terapeutico di notevole efficacia nel trattamento e nella profilassi delle
infezioni da virus erpetici nelluomo.
INIBITORI DELLA TRASCRITTASI INVERSA
Anche la DNA-polimerasi RNA dipendente (trascrittasi inversa) dei retrovirus (e del virus epatico
B) inibita da una serie di analoghi strutturali dei nucleosidi. Tra questi la azidotimidina o AZT.
Ladefovir un nucleotide aciclico, analogo AMP. Ladefovir inibisce la DNA polimerasi
(trascrittasi inversa) del virus epatico B, competendo con il substrato fisiologico (deossiadenosina
trifosfato) e provocando la terminazione della catena nucleotidica una volta incorporato nel DNA
virale.
La trascrittasi inversa dei retrovirus sensibile allazione inibitrice del foscarnet.
ACIDO FOSFONOFORMICO E FOSFONOACETICO
PFA e PAA attivit antivirale anche nei confronti dei virus erpetici x mezzo di una inibizione della
DNA-polimerasi del virus.
Inibiscono la replicazione dei picornavirus interagendo con lRNA virale e impedendo la sintesi o
lattivit della RNA-polimerasi virus specifica.
FARMACI CHE AGISCONO SULLE PROTEASI VIRUS-SPECIFICHE
Le proteasi virus specifiche vengono sintetizzate come poliproteine che sono poi tagliate nelle varie
proteine funzionali da proteasi virus-specifiche.
Questi enzimi rappresentano un bersaglio ideale x una chemioterapia mirata.
FARMACI CHE AGISCONO SULLASSEMBLAGGIO DELLA PROGENIE VIRALE
Possibile attivit antivirale della rifampicina, in grado di impedire la formazione di virioni maturi
nelle cellule infette da Poxvirus, inibendo le fasi tardive del ciclo replicativo.
La possibilit di utilizzare reazioni di amplificazione degli acidi nucleici (P.C.R) con metodi
quantitativi, consente la possibilit di dosare la quantit di acido nucleico virale presente x unit di
volume in campioni di cellule o liquidi organici.
La quantificazione degli acidi nucleici virali (genomici) utilmente impiegata x la diagnosi di
infezione in atto, tutte le volte in cui si desideri accertare la possibile riattivazione di uninfezione
latente. Infatti se con una P.C.R. quantitativa il numero di molecole di genoma virale riscontrate x
unit (n. di cellule) di materiale patologico esaminato, significativamente superiore al valore di
base presente nei soggetti infetti latentemente, ci permette di dedurre la presenza di uninfezione
attiva in atto (da riattivazione).
- Unaltra applicazione della quantificazione degli acidi nucleici virali (genomici) rappresentata
dal monitoraggio dellandamento di uninfezione persistente in seguito ad un trattamento
terapeutico. Nei pazienti affetti da AIDS, la quantificazione delle molecole di genoma virale (RNA
virionico) presente in circolo, mediante P.C.R. quantitativa, xmette la determinazione del
carico virale, ed uno dei parametri x monitorare lefficacia del regime terapeutico.
DIMOSTRAZIONE DI UN MOVIMENTO IMMUNITARIO SPECIFICO
La ricerca di anticorpi specifici x un determinato virus, ai fini della diagnosi di infezione in atto,
deve essere eseguita con accorgimenti particolari, intesi a rilevare non solo la presenza di una
risposta immune umorale specifica, ma la presenza di una risposta immune umorale indicativa di
uno stimolo antigenico ancora presente nellorganismo. A tale scopo la ricerca di anticorpi deve
essere condotta utilizzando una combinazione di una serie di particolari accorgimenti:
a) dimostrazione di un aumento significativo (di almeno 3 diluizioni al raddoppio del siero in
esame) del titolo anticorpale, in 2 campioni di siero prelevati a 8-10 giorni di distanza luno
dallaltro.
b) Ricerca di anticorpi specifici di classe IgM, che si producono precocemente nel corso di
una stimolazione antigenica perdurando in circolo x periodi molto brevi (4-6 settimane)
dallinizio dellinfezione.
c) Ricerca di anticorpi specifici di classe IgG a bassa avidit presenti solo nelle prime
settimane (3-4) dopo linfezione.
d) Ricerca di anticorpi nei confronti di antigeni virali precoci che inducano una risposta
immune umorale limitata alle fasi iniziali dellinfezione.
HERPESVIRUS
Gli Herpesvirus sono caratterizzati dal fatto di provocare infezioni che dopo lesaurimento della
fase clinica conseguente allinfezione primaria, si mantengono (in genere x il resto della vita) allo
stato latente in alcune cellule e sono in grado di riattivarsi in seguito a stimoli diversi, generalmente
in concomitanza con una diminuzione della risposta immune cellulo-mediata.
Gli 8 Herspesvirus che interessano la patologia umana sono:
SOTTOFAMIGLIA
GENERE
SPECIE
alphaherpesvirinae
Simplexvirus
Linfociti T
Linfociti B
Dalla sede di infezione primaria i virus migrano lungo le terminazioni nervose sensitive e
raggiungono i gangli nervosi sensitivi corrispondenti. Allinterno dei neuroni infetti in forma latente
il genoma virale acquisisce una configurazione circolare e rimane nella cellula in forma episomiale.
Durante la latenza il genoma virale inespresso tranne x quanto riguarda un mRNA virale (LAT)
dimostrabile nel nucleo.
In seguito ad una serie di differenti stimoli, locali (lesioni in corrispondenza della zona cutanea o
mucosa innervata dai neuroni sensitivi) o generali (stress emotivi, fisici, ormonali, ipertermia) il
virus pu essere riattivato e dar luogo ad un ciclo completo di replicazione con la produzione di una
progenie virale infettante. Il virus migra lungo le terminazioni nervose sino a raggiungere le zone
cutanee o mucose sede della infezione primaria. A seconda dello stato di integrit funzionale del
sistema immunitario, linfezione pu essere rapidamente dominata oppure presentarsi in forma
sintomatica. La frequenza della riattivazione correlata alla gravit dellinfezione primaria e al
numero dei neuroni infetti latentemente.
Le infezioni ricorrenti rappresentano ulteriori fonti di virus, possono migrare centripetamente a
colonizzare unulteriore quota di neuroni di gangli nervosi sensitivi.
Gli anticorpi circolanti nn hanno alcuna influenza sulla evoluzione e la frequenza delle
manifestazioni cliniche.
Il virus dellHerpes simplex ha uno spettro dospite molto ampio, pu infettare tutti gli animali da
laboratorio inoculati, e cresce in embrioni di pollo. Nelle colture di cellule produce lesioni
degenerative evidenti e le cellule infette presentano inclusioni nucleari.
METODI DIAGNOSTICI
La diagnosi possibile con lisolamento del virus in colture di cellule a partire dal liquido delle
vescicole cutanee, dalla saliva, dal liquido cefalorachidiano, dal materiale ottenuto x raschiamento
delle ulcere corneali.
Lidentificazione si esegue mediante reazioni di immunofluorescenza direttamente sul materiale
patologico o sulle colture infettate, impiegando anticorpi monoclonali specifici x i HHV-1 e HHV2.
Le ricerche sierologiche nn hanno molto significato diagnostico data la presenza di grandi quantit
di anticorpi anche nei soggetti con infezione asintomatica.
METODI DI IMMUNIZZAZIONE
Sono in corso di sperimentazione vaccini contenenti glicoproteine del peplos che intervengono nelle
prime fasi dellinterazione con la superficie della cellula bersaglio purificate da colture cellulari
infette. Data la grande diffusione e precocit del contagio potrebbe avere un reale valore profilattico
se somministrato poco dopo la nascita
CHEMIOTERAPICI
Una riduzione della durata delle manifestazioni cliniche grazie alla guanosina aciclica (aciclovir) un
analogo nucleosidico.
La varicella unaffezione esantematica tipica dellinfanzia che si contrae x via inalatoria, dopo
una incubazione di 14 giorni compaiono papule cutanee, che evolvono in vescicole e quindi in
pustole e guariscono talora con piccole cicatrici residue. La malattia guarisce spontaneamente e le
complicanze sono rare nei soggetti in grado di presentare una normale risposta immunitaria
(cellulo- mediata).
LHerpes zoster unaffezione esclusiva dellet adulta e si verifica solo nei soggetti che hanno
sofferto di varicella nellet infantile.
Clinicamente si manifesta con la comparsa improvvisa di vescicole cutanee nella zona di cute
innervata da un determinato nervo sensitivo accompagnata da violenti dolori. Anche nellherpes
zoster la guarigione spontanea e le complicanze sono rare tranne che nei soggetti immunodepressi.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
La patologia dello zoster legata alla persistenza asintomatica del virus, dopo guarigione della
varicella, nei gangli dorsali di alcuni nervi sensitivi, lungo le cui terminazioni esso diffonde alla
cute.
Una riattivazione dellinfezione con produzione di una progenie virale infettante, un evento
frequente fintanto che mantenuto a livello asintomatico dalla reazione immune (umorale e cellulomediata) dellorganismo ospite. Solo quando la capacit di risposta immune dellorganismo scende
al di sotto di un particolare livello critico, la replicazione del virus nn + contenuta nel ganglio
nervoso sensitivo e il virus pu diffondere centrifugamene lungo le terminazioni nervose sensitive.
METODI DIDENTIFICAZIONE
disponibile un vaccino allestito con uno stipite della varicella zoster attenuato (stipite OKA) in
grado di conferire una buona protezione. consigliata nei soggetti nella prima infanzia portatori di
malattie neoplastiche o da sottoporre a trattamenti immunodepressivi.
CITOMEGALOVIRUS (CMV)
Denominato cos x la caratteristica morfologia delle cellule infettate in vivo, si presentano
ingrossate con una voluminosa inclusione intranucleare e una o + inclusioni intracitoplasmatiche
formate da ammassi di virioni neoformati e lisosomi.
I citomegalovirus sono specie-specifici.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
La ricerca del virus pu essere eseguita nella saliva, nelle urine (infatti nelle infezioni congenite
una notevole quantit di virus eliminata con le urine), nei leucociti circolanti mediante
inoculazione del materiale in coltura di fibroblasti umani.
Lidentificazione del virus si esegue mediante reazione di immunofluorescenza sulle colture infette
utilizzando anticorpi monoclonali nei confronti degli antigeni precoci indotti dal virus. La ricerca
diretta di antigeni o acidi nucleici del virus nei campioni clinici mediante metodi immunoenzimatici
o mediante reazione di ibridazione con idonee sonde molecolari e di amplificazione del genoma o di
mRNA virale (P.C.R.).
La ricerca di anticorpi eseguita mediante reazioni immunoenzimatiche utilizzando come antigene
virioni purificati. Gli anticorpi che si evidenziano sono diretti contro gli antigeni strutturali.
La ricerca delle IgM specifiche pu essere un valido aiuto x la diagnosi di infezione attiva da
citomegalovirus.
TERAPIA
Il virus eliminato con la saliva e la sede anatomica della prima infezione rappresentata
dallepitelio oro-faringeo, dove il virus si replica e pu dar luogo ad uninfezione litica persistente
che pu durare anche alcuni anni, durante i quali il soggetto infetto, anche se clinicamente
asintomatico, funziona da sorgente di infezione x gli individui con cui viene in contatto.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Dopo linfezione oro-faringea, linfezione si trasmette anche ai linfociti B dei quali il virus pu
arrivare ad infettare fino al 10% dellitera popolazione. Linfezione si trasmette ai linfociti B
durante il loro passaggio attraverso gli epiteli mucosi delloro-faringe. I linfociti x non sono
permissivi x il EBV che vi instaura uninfezione latente o abortiva.
Oltre al comprello degli antigeni nucleari EBNA i linfociti B trasformati dal virus presentano una
serie di antigeni di membrana virus-specifici nei cui confronti viene evocata unintensa risposta
immunitaria cellulo-mediata che si traduce in una notevole proliferazione dei linfociti T, si assiste
quindi a una loro aumentata presenza in circolo.
Linfezione da EBV molto frequente e si contrae nellet infantile dove di norma asintomatica.
La prima infezione nellet giovanile o adulta si traduce con una discreta frequenza nella
mononucleosi conclamata.
Durante la mononucleosi infettiva si producono anticorpi esterofili di tipo IgM in grado di
agglutinare i globuli rossi di pecora. La ricerca di anticorpi esterofili previo assorbimento del siero
con rene di cavia ed emazie bovine (reazione di Paul-Bunnel-Davidsohn) un ottimo strumento x la
diagnosi di mononucleosi infettiva.
Nei casi clinicamente incerti, si possono ricercare anticorpi nei confronti di diversi antigeni non
struttrali (precoci).
Nelle linee cellulari infette il genoma virale rimane allo stato latente (integrato nel genoma
cellulareo + frequentemente in una condizione episomiale e la sua presenza dimostrabile con
levidenziazione del genoma virale mediante ibridazione. Tutte le cell infettate da EBV possiedono
almeno il complesso antigenico nucleare o EBNA dimostrabile mediante immunofluorescenza
indiretta. Gli anticorpi contro il complesso antigenico EBNA o contro gli antigeni strutturali
(causidici) del virus , una volta superata linfezione, durano x lunghissimi periodi o x tutta la vita, e
il loro significato diagnostico xci modesto. Mentre significativamente associati allinfezione in
atto sono gli anticorpi contro alcuni antigeni nucleo-citoplasmatici precoci early antigens o antiEA.
HERPESVIRUS UMANO 6
Il virus sostanzialmente T-linfotropo. Si replica in vitro preferenzialmente nei linfociti T (CD4+)
attivi, provocando la formazione di sincizi e uccisione delle cellule. Il virus infetta anche linfociti T
(CD4-), monociti, astrociti, cellule NK, in rapporto alla diffusione ubiquitaria della glicoproteina di
superficie CD46 (sembra essere il recettore specifico x il virus).
EZIOLOGIA
Linfezione sembra essere estremamente diffusa ed oltre il 90% dei soggetti adulti possiede
anticorpi specifici. La prima infezione ha il picco di > incidenza fra i 6 ed i 24 mesi di vita, e si
accompagna alla comparsa di lievi forme febbrili e da un esantema maculopapuloso tipico della
Roseola infantum o Esantema subitum (VI malattia).
Linfezione pu riattivarsi in seguito alla comparsa di deficit immunitari (AIDS).
Esistono 2 forme distinte di HHV-6: HHV6A (si isola nei soggetti immunodepressi) e HHV6B
(associata alla Roseola infantum).
HERPESVIRUS UMANO 7
Virus ubiquitariamente presente nella saliva umana.
Il virus presenta uno stretto tropismo x i linfociti T CD4+. Si acquisisce precocemente nella vita,
con un picco di sieroconversione intorno ai 2 anni ed oltre il 90% dei soggetti adulti provvisto di
anticorpi specifici.
HERPESVIRUS UMANO 8
EZIOLOGIA
Nelle cellule delle lesioni sono presenti 2 sequenze aggiuntive che sono assenti nel DNA cellulare
normale. Queste 2 sequenze hanno unelevata omologia di sequenza con sequenze dellHerpesvirus
saimiri (della scimmia) e con il virus di Epstein-Barr.
Il genoma di HHV-8 che consta di un DNA a doppio filamento rinvenibile mediante P.C.R..
Insieme a EBV, lHHV-8 stato classificato nella sottofamiglia Gammaherpesvirinae in quanto
accertato il suo tropismo x le cellule lifocitarie (cellule B). I linfociti B rappresentano la sede in cui
il virus permane allo stato latente.
Il genoma di HHV-8 contiene numerosi geni omologhi a geni cellulari (ex geni omologhi x IL-6, x
le chemochine, x la ciclina D, x proteine con possibile azione inibitoria dellapoptosi e
sembrerebbero essere coinvolti in processi di trasformazione oncogena.
Si ipotizza una trasmissione x via sessuale
LHHV-8 ha una < diffusione nella popolazione generale.
DIAGNOSI DINFEZIONE
La prevalenza dellinfezione pu essere studiata ricercando gli anticorpi sierici contro il virus, con
la tecnica dellimmunofluorescenza indiretta o con saggio immunoenzimatico. La ricerca si effettua
cimentando il siero del paziente, diluito, con preparazioni fissate di una linea cellulare di cellule
cronicamente infette da HHV-8 nelle quali il virus presente allo stato latente. Queste cellule
esprimono un antigene nucleare che reagisce con gli anticorpi presenti eventualmente nel siero in
esame e limmunocomplesso si eviedenzia con la comparsa di una colorazione fluorescente verde.
ADENOVIRUS
Deossiribovirus
La progenie virale si accumula nel nucleo delle cellule infette con la formazione di eventuali
inclusioni che al ME appaiono come ammassi paracristallini di virus
Il rilascio della progenie virale nellambiente avviene in seguito a lisi della cellula.
Linfezione cellulare uninfezione citocida, si conclude con la distruzione della cellula
infetta.
Gli adenovirus che infettano luomo sono compresi nel genere Mastadenovirus.
Sulla base dei caratteri antigeni gli adenovirus umani sono distinti in 47 sierotipi che a loro
volta sono raggruppati in 6 diversi sottogeneri (lettere da A a F).
Alcuni tipi possono dar luogo a infezioni persistenti ed altri provocano uninfezione latente
con integrazione del genoma virale nel DNA cellulare.
I differenti sierotipi di adenovirus umani possono infettare diversi epiteli mucosi (respiratori,
enterici, tessuto linfoide delle sottomucose). Nei neonati possibile un coinvolgimento
sistemico.
Limmunit che segue allinfezione duratura ed difficile una reinfezione.
METODI DIAGNOSTICI
La patologia indotta sovrapponibile a quella provocata da altri virus (o alcuni batteri) con la stessa
localizzazione. La ricerca degli adenovirus deve essere condotta in associazione con altre procedure
diagnostiche.
Isolamento degli adenovirus in colture di cellule e successiva tipizzazione mediante reazione di
neutralizzazione con sieri immuni tipo-specifici. Gli adenovirus umani crescono solo in colture di
cellule umane.
La ricerca diretta di antigeni virali nei materiali patologici, mediante prove di immunofluorescenza
o immunoenzimatiche, facilitare il processo diagnostico.
La ricerca di anticorpi mediante reazione di fissazione del complemento che evidenzia anticorpi
contro gli antigeni di gruppo pu essere usata a scopo diagnostico.
PAPOVAVIRUS
(PAPILLOMAVIRUS e POLIOMAVIRUS
Linfezione avviene attraverso il contatto con oggetti acuminati contaminati con il virus o con
superfici contaminate dal virus. Le lesioni da papillomavirus delle mucose genitali (condilomi) sono
trasmesse x contagio venereo.
La replicazione del DNA avviene secondo 2 modalit:
1) nelle cellule degli strati inferiori dellepitelio, nelle cellule dello strato basale, il DNA virale
mantenuto in alcune copie con significato di un plasmide stabile che esprime solo alcuni
geni precoci e si riproduce 1 volta x ciclo cellulare; inoltre equamente distribuito alle
cellule figlie;
2) si verifica nelle cellule differenziate dellepitelio, che vengono sospinte negli strati superiori
dellepitelio. Si osserva unintensa replicazione del DNA virale con lattivazione
dellespressione dei geni tardivi , la produzione di proteine strutturali e la formazione della
progenie virale completa che espressa solo negli strati + superficiali dellepitelio da cui
viene eliminata nellambiente, assieme alle cellule superficiali desquamate, pronte ad
infettare un nuovo soggetto. Confinati negli strati superficiali i papillomi sono al riparo dalla
reazione immune dellorganismo (anche se si osserva una reazione immune cellulo-mediata
efficace nel contenere la lesione proliferativa).
Le cellule infette degli strati soprabasali, presentano un grosso vacuolo che circonda la cromatina
nucleare addensata. Queste cell sono denominate koilociti, e sono patognomiche dellinfezione.
Tutte le infezioni epiteliali da papillomavirus sono caratterizzate da unintensa proliferazione delle
cellule basali e da un caratteristico ispessimento localizzato dellepitelio.
Diverse manifestazioni cliniche:
verruche comuni o volgari tra le lesioni cutanee sono quelle + comuni, si manifestano
in forma di papule bianco grigiastre o brune, piatte o rilevate che si localizzano +
frequentemente a livello delle mani (sulle superfici dorsali) e nelle zone periungueali.
- Verruche piane che hanno un aspetto di papule rosse modicamente rilevate che
insorgono al livello del viso o delle mani
- Verruche plantari o palmari che si localizzano nella pianto dei piedi e nel palmo delle
mani.
I genotipi di papillomavirus + frequentemente riscontrati in verruche sono: 1,2,3,4,7.
- La > parte dei restanti tipi cutanei stata ritrovata nelle lesioni della epidermodisplasia
verruciforme (EV) unaffezione caratterizzata dalla diffusione delle lesioni da
papillomavirus a gran parte della superficie corporea che si manifesta in rari soggetti
geneticamente predisposti.
- Le lesioni mucose benigne constano di condilomi acuminati e condilomi piani che
sono conseguenti a trasmissione sessuale dei virus e insorgenti a livello del pene, dei genitali
femminili, delluretra, dellarea perineale e del retto. Queste lesioni si manifestano come
masse esofitiche verrucose di consistenza molle (condilomi acuminati) o modestamente
rilevate (condilomi piani). Nei condilomi si ritrovano + frequentemente i genotipi 6 e 11.
Altre sedi mucose infette da papillomavirus con lesioni benigne di tipo papillomatoso sono
quelle a livello respiratorio, congiuntivele, orale.
-
I metodi di rivelazione della presenza di papillomavirus nelle singole lesioni si basano su studi citomorfologici, osservazioni di microscopia elettronica, reazioni immunicitochimiche.
Le tecniche di rivelazione degli acidi nucleici di papillomavirus mediante saggi di ibridazione in
situ o su filtro sono i metodi oggi preferiti che consentono lidentificazione della presenza di
papillomavirus la anche la tipizzazione dei diversi genotipi.
Lutilizzo della P.C.R. in grado di amplificare sequenze di DNA ha permesso avanzamenti nella
rivelazione di DNA di papillomavirus in lesioni precancerose.
TERAPIA
Delle manifestazioni cutanee e mucose si avvale del trattamento locale con farmaci cheratinofolici
associati ad interferon e dalla rimozione chirurgica delle lesioni.
POLYOMAVIRUS UMANI
Sono rappresentati dal virus BK e JC.
Possono essere coltivati in colture di cellule in vitro.
Le infezioni sono ubiquitarie
Gli anticorpi cominciano a comparire fin dalla prima infanzia e circa il 70% della popolazione
adulta in possesso di anticorpi specifici.
Entrambi i virus inducono infezioni asintomatiche
Una prima localizzazione del virus BK a livello delle vie aeree superiori, seguita da una
diffusione del virus nel circolo ematico. Dato che il virus BK come il virus JC viene escreto con le
urine. Poich i linfociti umani coltivati in vitro possono essere produttivamente infettati in vitro con
il virus BK, si suppone che queste cellule contribuiscano al trasporto del virus, dal punto del suo
primo impianto al circolo e di qui ai vari distretti anatomici.
Nei soggetti farmacologicamente immunodepressi (xch portatori di trapianti renali) stato
possibile stabilire una relazione tra infezione da virus BK e gravi danni a carico dellapparato
urinario. Il virus BK, era capace di riattivarsi e moltiplicarsi a livello dellepitelio delluretere e
abbia indotto una stenosi delluretere con induzione di una reazione infiammatoria locale.
Il virus JC strettamente associato allinsorgenza della leucoencefalite multifocale progressiva
(PML). una malattia rara ad andamento subacuto che insorge con carenza immunitaria indotta o
da uninfezione cronica ( morbo di Hodgkin, malattie linfo e mieloproliferative maligne) o da
terapia immunosoppressive.
La malattia ha andamento progressivo caratterizzato da deficit neurologici provocati da lesioni
diffuse a livello della sostanza bianca dellencefalo; tali lesioni sono caratterizzate da aree di
demielinizzazione e da notevole proliferazione gliale.
La PML potrebbe essere il risultato dellinvasione dellencefalo, successiva allattivazione di un
virus JC latente nel tessuto renale.
PARVOVIRUS
La famiglia dei parvoviridae comprende gli unici deossiribonucleotidi con genoma costituito da
DNA monocatenario. I virus di interesse medico sono costituiti da:
- parvovirus B19 (appartenenti al genere Erythovirus)
- virus adeno-associati (appartenenti al genere
Dependevirus)
PARVOVIRUS B19
virus strettamente specifico x la specie umana e con un tropismo cellulare selettivo nei confronti
delle cellule nucleate della serie eritroide (progenitori e precursori ematopoietici), che sono le
uniche cellule permissive provviste del recettore cellulare specifico (globoside P) e proliferanti.
La replicazione possibile solo in cellule in attivit replicativa, cio nella fase S del ciclo
cellulare. Il potere patogeno virale si esplica nei confronti della serie midollare eritroide, nei
confronti delle cellule che siano stimolate da unattiva moltiplicazione.
Linfezione si trasmette x via aerea ed contratta durante linfanzia. In et adulta circa il 70%
della popolazione presenta anticorpi specifici nei confronti delle proteine capsidiche virali.
Linfezione pu decorrere in modo asintomatico o con lieve manifestazione febbrile, ma in
soggetti in et pediatrica si accompagna in massima parte ad un esantema simil-rubeolico da
danneggiamento endoteliale mediato da immunocomplessi.
clinicamente noto come: eritema infettivo o V malattia, a decorso benigno autolimitante.
Leritema pu accompagnarsi in alcuni pazienti anche da altre lesioni da immunocomplessi,
manifestazioni artritiche (accompagnate da artralgie). Queste sono rare in pazienti pediatrici
mentre sono + frequenti in et adulta, fino all85% delle donne pu soffrire di artropatie anche a
decorso cronicizzate.
La replicazione del virus nei precursori eritroidi del midollo osseo e la conseguente morte cellulare
porta ad un arresto transitorio della eritropoiesi.
In soggetti con una normale funzionalit midollare questo nn provoca alterazioni cliniche
manifeste; si ha una pronta risposta immunitaria, con produzione di anticorpi specifici in grado di
controllare efficacemente linfezione.
In soggetti con funzionalit midollare alterata (in casi di anemie emolitiche croniche) pu
manifestarsi una crisi aplastica transitoria. La crisi aplastica caratterizzata dalla caduta critica
del tasso di Hb e dalla completa sparizione di reticolocita circolanti e da ipoplasia eritroide a livello
midollare; possono inoltre essere associate trombocitopenia e neutropenia a diversi livelli. La
risposta immunitaria insufficiente, xci occorre somministrare Ig amane, contenenti anticorpi-anti
B19 x consentire il controlllo dellinfezione.
Se linfezione da virus B19 contratta in gravidanza, si pu avere il passaggio transplacentare del
virus e conseguente infezione fetale con sviluppo di idrope fetale.
DIAGNOSI DINFEZIONE
Una diagnosi virologica di infezione si basa sulla ricerca del virus nel sangue periferico del
paziente.
Durante la fase acuta dellinfezione il virus raggiunge concentrazioni sieriche elevate; utilizzo
sonde geniche in reazione di ibridazione degli acidi nucleici.
In fase di risoluzione o in corso di infezione cronica le concentrazioni sono + basse; opportuno
procedere ad amplificazione genomica mediante P.C.R., seguita da reazione di ibridazione.
Una diagnosi sierologica di infezione si basa sulla ricerca di anticorpi virus-specifici nel siero del
paziente. Segni di infezione recente sono la presenza di anticorpi di classe IgM, una
sieroconversione o un aumento significativo del titolo anticorpale. Si utilizzano prevalentemente
tecniche immunoenzimatiche in forma ELISA. La diagnosi sierologica di infezione significativa
nei casi di eritema infettivo o di artropatie, in quanto i sintomi sono dovuti alla comparsa di una
risposta anticorpale virus-specifica.
- Il virione viene introdotto x endocitosi in una vescicola endosomica al cui interno il pH acido
provoca alterazioni conformazionali nella emoagglutinina che espone una porzione idrofobica che
inserendosi nella membrana della vescicola endocitosica ne provoca la fusione con il peplos virale
con la conseguente liberazione nel citoplasma dei complessi RNP virali (formati dai vari segmenti
del genoma, insieme al complesso trascrittasico ed alla proteina NP) devono essere trasferiti al
nucleo cellulare.
- Pur essendo il virione infettante provvisto di un autonomo complesso trascrittasico, lenzima pu
iniziare la trascrizione del genoma virale solo se i segmenti di RNA virale sono legati ad un
innesco (primer) che rappresentato da frammenti di RNA cellulare con uno specifico capping
che il virus ruba dagli RNA cellulari nascenti utilizzandoli x consentire al proprio complesso
trascrittasico di svolgere la propria funzione.
-Il virus che si libera dalle cellule infette pu facilmente infettare le cellule contigue (penetra x
endocitosi mediata con il recettore), ma non in grado di provocare la fusione della cellula infetta
con quella contigua.
I virus influenzali umani possono infettare il topino inoculati x instillazione nasale. Si moltiplicano
nellembrione di pollo, crescono anche in colture di cellule di fibroblasti umani, senza effetto
citopatico evidente.
TERAPIA
I vaccini antinfluenzali sono allestiti con virus coltivati in embrioni di pollo ed inattivati mediante
trattamento con formalina o semplicemente con i soli antigeni protettivi (emoagglutinina e
neuraminidasi) isolati (vaccini a subunit). La loro efficacia buona.
La vaccinazione indicata nei soggetti anziani o debilitati deve essere praticata allinizio di ogni
autunno mediante 2 inoculazioni sottocutanee distanziate di 3-4 settimane.
PARAMYXOVIRIDAE
I virus della famiglia Paramyxoviridae sono ribovirus a genoma con polarit negativa
Presentano similitudini con i virus della famiglia Orthomyxoviridae, ma con alcune
consistenti differenze.
SOTTOFAMIGLIA
GENERE
VIRUS DI INTERESSE MEDICO
Paramyxovirinae
Respirovirus
Virus parainfluenzale umano tipo 1 e 3
Rubulavirus
Virus parainfluenzale umano tipo 2,4a,4b
Virus della Parotite
Morbillivirus
Virus del morbillo
Pneumovirinae
Pneumovirus
Virus del respiro sinciziale umano
Il virione racchiuso da una membrana lipidica di origine cellulare (peplos) al cui interno si
trova il nucleocapside a simmetria elicoidale, formato dal genoma virale, costituito da
ununica molecola di RNA monocatenario a polarit negativa, legato a una serie di molecole
di proteina NP (nucleo-capsidica).
Allinterno del peplos si trovano alcune copie di 2 molecole proteiche L (large) e P
(fosfoproteina) che formano le subunit della RNA-polimerasi RNA-dipendente virusspecifica, che provvede alla sintesi degli mRNA e dellRNA genomico virus specifici.
Nella membrana lipidica di origine cellulare, ricoperta sulla faccia interna della proteina M
(matrice), sono inserite 2 diverse classi di glicoproteine :
- la glicoproteina (HN) -> costituisce lantirecettore (nella > parte dei casi con
caratteristiche di emoagglutinina) e rappresenta il principale antigene di
superficie. La proteina HN ha anche attivit neuraminidasica.
- La glicoproteina F -> che forma la proteina fusogena che consente la fusione
del pericapside o peplos virale con la membrana plasmatica della cellula. La
proteina F viene sintetizzata come precursore inattivo F0, ed tagliata da una
proteasi cellulare a formare la proteina biologicamente attiva costituita da 2
catene F1 e F2.
I virioni si legano alle cellule sensibili attraverso linterazione della proteina HN con gli
specifici recettori e dopo la fusione dellinvolucro pericapsidico con la membrana
plasmatica, operata dalla proteina F, libera nel citoplasma il nucleo-capside che pu dare
lavvio alle sintesi macromolecolari virus-specifiche che si svolgono interamente nel
citoplasma della cellula infetta e si concludono con la gemmazione dei virioni neoformati
dalle zone di membrana plasmatica modificate dalla interazione con la proteina M.
I diversi generi della famiglia Paramyxoviridae si distinguono fra di loro x alcune
caratteristiche della proteina con funzione di antirecettore.
- i virus dei generi Respirovirus e Rubulavirus usano come recettore i residui di
acido sialico delle glicoproteine della membrana cellulare e sono gli unici la cui
proteina (HN) possiede attivit sia emoagglutinante sia neuraminidasica.
- I virus del genere Morbillivirus utilizzano come recettore la proteina di
membrana CD46 e la loro proteina antirecettoriale (H) pur essendo provvista di
attivit emoagglutinante sprovvista di attivit neuraminidasica.
VIRUS PARAINFLUENZALE
Si conoscono 4 diversi tipi antigeni, provocano infezioni limitate allepitelio delle vie
respiratorie, con un breve periodo di incubazione;
la sintomatologia morbosa dipende dalla moltiplicazione virale a livello della zona di
penetrazione nellorganismo (2-6gg).
Negli adulti interessata solo la mucosa naso-faringea, mentre nei bambini linfezione pu
diffondere alla laringe, alla trachea, ai bronchi, agli alveoli.
Limmunit conseguente allinfezione modesta e le reinfezioni ad opera dello stesso tipo
antigene sono frequenti.
I virus parainfluenzali sono dotati di propriet emoagglutinanti nei confronti di globuli rossi
Crescono in colture di cellule umane
La diagnosi: dipende dallisolamento del virus in colture di cellule, dove la presenza di virus
si dimostra mediante prove di emoadsorbimento che sono utilizzate anche x lidentificazione
finale del virus.
METAPNEUMOVIRUS UMANO
Un nuovo paramyxovirus stato isolato di recente (2001) da affezioni respiratorie (delle vie aeree
superiori, pronchiliti, polmoniti) di bambini soprattutto nella prima infanzia.
METODI DI IMMUNIZZAZIONE
Non esistono vaccini contro
RHABDOVIRIDAE
Sono ribovirus con genoma formato da una molecola di RNA monocatenario a polarit
negativa.
Virione con una caratteristica forma a tronco-conica a proiettile, il nucleocapside di
simmetria elicoidale, formato dallRNA genomico legato a diverse copie dela proteina
capsidica (N) ordianatamente impacchettato allinterno della membrana lipidica di origine
cellulare (peplos) al cui interno aderisce la proteina virale M (matrice).
Nella membrana lipidica sono inserite numerose copie della glicoproteina di superficie (G)
che rappresenta lantirecettore virale e lunico antigene in grado di indurre la produzione di
anticorpi neutralizzanti.
Il solo genere Lyssavirus, cui appartiene il virus della rabbia.
in grado di infettare tutti i vertebrati omeotermi (cani, gatti, volpi, lupi,scoiattoli) nei quali
provoca uninfezione letale.
In Europa la rabbia si presenta con 2 apetti epidemiologici:
a) rabbia urbana -> legata agli animali domestici, ed in particolare al cane e al
fenomeno del randagismo canino. In Italia leradicazione della rabbia urbana
stata realizzata mediante la vaccinazione obbligatoria dei cani e la riduzione del
randagismo.
b) Rabbia silvestre -> legata agli animali servatici, in particolare alle volpi. La
volpe la specie animale serbatoio; questo va ricercato nellalta valenza
biologica, nella capacit di adattarsi alle + svariate situazioni ambientali,
riuscendo a cibarsi di tutto quanto risulta commestibile. Un aspetto importante
rappresentato dalla densit di popolazione, infatti la malattia pu diventare
endemica quando presente almeno una volpe ogni 25-100 ettari. Quindi
laumento di densit volpina rappresenta un campanello di allarme.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Ai fini dellinfezione umana, almeno
La malattia breve (3-4gg) con un quadro morboso che si presenta in forma furiosa, spastica o
paralitica e termina con paralisi bulbare. La prognosi sempre infausta.
Le lesioni istopatologiche consistono in iperemia generale del nevrasse, diffusa degenerazione
di cellule nervose nella corteccia cerebrale e cerebellare. Nella sostanza bianca si hanno
estesi processi di demielinizzazione. Nel midollo le cellule delle corna posteriori sono le +
coplite. Nel nevrasse il virus si moltiplica nei neuroni e nel citoplasma sono visibili
inclusioni corpi di Negri, il cui reperto post mortem ha valore patognomonico.
METODI DI IDENTIFICAZIONE
La diagnosi clinica data dal dato anamnesico del morso di un animale. La diagnosi pu essere
confermata post mortem mediante la ricerca degli antigeni virali nei neuroni dellippocampo con
reazioni di immunofluorescenza e dalla ricerca dei corpi di Negri. Il virus pu anche essere isolato
dalla saliva.
Il problema diagnostico si pone nei confronti di animali (cani) che abbiano morso un individuo. Se
lanimale sospetto catturato vivo e non presenta segni morbosi, esso viene tenuto in osservazione
x 2settimane. Se lanimale non presenta sintomi il soggetto morsicato non corre alcun rischio, infatti
solo negli ultimi 8-10gg del periodo di incubazione il virus viene eliminato con la saliva. Nel caso si
manifestino segni di malattia, lanimale viene sacrificato e si procede alla ricerca degli antigeni
virali mediante immunofluorescenza e alla ricerca delle inclusioni specifiche, nei neuroni
dellippocampo.
METODI DI IMMUNIZZAZIONE
I vaccini antirabbici, sono preparati sulla falsa riga del vaccino di Pasteur nel 1884, prima ancora
che fosse nota la natura virale dellinfezione e sono allestiti con virus fisso ottenuto mediante
passaggi seriali di un ceppo virale da strada nellencefalo di coniglio. Sebbene questo vaccino si
sia dimostrato di notevole efficacia, la sua somministrazione si accompagna ad un elevato rischio di
demielinizzazione di natura allergica dovuta alla sensibilizzazione dellorganismo nei confronti del
materiale cerebrale iniettato.
I vaccini impiegati attualmente, sono assolutamente privi di effetti collaterali, sono allestiti con
virus rabbico, fatto crescere in colture in vitro di cellule umane diploidi o in uova embrionale di
anatra, concentrato, purificato e inattivato.
Nei soggetti morsi necessario provvedere ad un adeguato trattamento di immunizzazione che
deve essere iniziato immediatamente dopo aver praticato unaccurata pulizia della ferita. Il
trattamento con il vaccino prevede la somministrazione almeno 5 dosi x via parenterale ad
opportuni intervalli di tempo (0,3,7,14,30 giorni).
ARENAVIRUS
Ribovirus che possiede una RNA-polimerasi RNA-dipedente associata al virione x dare
inizio alle operazioni di trascrizione.
Il genoma comprende 2 distinte molecole di RNA monocatenario, di forma circolare x la
presenza di sequenze palindromiche complementari agli estremi e viene definito polarit
ambisenso dato che ogni segmento del genoma contiene:
- un gene le cui sequenze sono orientate in senso positivo (mRNA);
- un gene, nn embricato, le cui sequenze sono orientate in senso negativo,
e che deve essere trascritto x dar luogo alla sintesi della proteina
codificata.
Dei 2 segmenti genomici:
- il + grande -> contiene 2 geni di ampiezza diseguale, il
+ampio L (large) codifica la proteina P della polimerasi e laltro S
(small) una piccola proteina (Z: Zinc-binding) che fa parte del
complesso trascrittasico;
- il + piccolo -> contiene 2 geni di ampiezza equivalente che codificano una
proteina capsidica (NP) che si complessa alle molecole di acido
nucleco, e la glicoproteina che inserita nella membrana lipidica
di origine cellulare a formare il peplos.
Gli Arenavirus possono infettare un ampio spettro di mammiferi; la replicazione ristretta
nei linfonodi, nei macrofagi, nelle cellule nervose.
Gli Arenavirus sono introdotti nelle cellule per endocitosi mediata da recettori e fondono il
loro peplos con la membrana endosomiale.
La patogenesi delle infezioni da Arenavirus molto complessa e coinvolge una patologia
autoimmune o da immunocomplessi.
Negli animali (varie specie di roditori) ospiti abituali, che formano il reservoir naturale
degli Arenavirus, lidentificazione spesso ben tollerata o cmq a lungo decorso.
La trasmissione alluomo avviene per inalazione di aerosol di escrementi (urine) di
animali infetti, ingestione di cibi contaminati da escrementi (urine, feci) di animali infetti.
Nelluomo la patologia pu essere variabile ad andare da una forma febbrile con segni di meningite
asettica nel caso di infezioni da virus della coriomeningite linfocitaria (LCMV) o da virus Tacaribe,
al collasso totale ad una consistente mortalit (virus Lassa) e di norma si verifica x insufficienza
respiratoria o circolatoria. Nel caso delle Febbri emorragiche che sono caratterizzate da diffuse
lesioni del letto capillare e da una disfunzione delle piastrine, che si traducono nella comparsa di
coagulazione intravascolare disseminata (CID) e di profuse emorragie.
METODI DI IDENTIFICAZIONE
La diagnosi di laboratorio si avvale dellisolamento del virus nel sangue periferico in colture di
cellule e di indagini sierologiche. La ricerca del genoma virale mediante reazione di amplificazione
genica (P.C.R) e successiva ibridazione con idonee sonde genetiche.
TERAPIA
FILOVIRUS
Sono ribovirus con genoma formato da una molecola di RNA monocatenario a polarit
negativa e contengono nel virione una RNA-polimerasi RNA-dipendente virus-specifica. Il
peplos formato dalla membrana lipidica di origine cellulare, contiene associate 2 proteine
(VP40 e VP24) con possibile funzione di matrice e presenta inserita una glicoproteina (GP)
che rappresenta lantirecettore. Linterno del peplos contiene il genoma associato ad una
proteina capsidica (NP) alcune molecole della proteina (P) con attivit trascrittasica e 2 altre
proteine che cooperano con la proteina P nella formazione del complesso trascrittasico.
Il ciclo replicativo interamente citoplasmatico.
Il virud Marburg -> stato identificato nel 1967 in seguito al verificarsi di 2 focolai
epidemici di febbre emorragica in 2 laboratori in Germania e in Jugoslavia, tra gli addetti
alla preparazione di colture cellulari di rene di scimmia da animali importati dallAfrica.
Lorigine dellinfezione presente solo in alcun scimmie e nn stata rintracciata nel paese di
origine. Virus identic sono stati isolati da piccoli focolai umani di infezione in Sud Africa,
Kenya, Zimbabwe.
Il virus Ebola -> stato identificato in occasione di estesi focolai epidemici di Febbre
emorragica verificatisi nel 1976, in Zaire, e in Sudan con oltre 500 casi ed un elevato tasso
di mortalit (88% Zaire).
Tutti gli altri Filovirus sono causa di gravissime manifestazioni patologiche caratterizzate da
un esteso coinvolgimento di parenchimi (epatico, renale) con esteso danneggiamento degli
endoteli capillari, attivazione della cascata della coagulazione con CID, seguita da copiose
emorragie interne.
DIAGNOSI DI LABORATORIO
Pu essere perseguita mediante indagini sierologiche e mediante la ricerca dellRNA virale con
reazioni di amplificazione (P.C.R.) seguita dalla ibridazione con idonee sonde molecolari.
TERAPIA
Al momento non esistono indicazioni terapeutiche specifiche. Si richiede lisolamento dei pazientim
mantenuti in ambienti ad alto livello di protezione.
BUNYAVIRIDAE
I virus compresi nella famiglia Bunyaviridae sono ribovirus che contengono nel virione una
RNA-polimerasi RNA-dipendente necessaria x le operazioni di trascrizione del genoma
virale.
Il genoma virale formato da 3 distinti segmenti di RNA, che assumono una forma circolare
x la presenza agli estremi di sequenze palindromiche complementari. I nucleo capsidi sono
contenuti allinterno di un involucro pericapsidico formato da una membrana lipidica di
origine cellulare.
I 3 segmenti di RNA genomico, di polarit negativa sono denominati:
- L (large) codifica una proteina di notevoli dimensioni (L) che lenzima
trascrittasico.
- M (medium) codifica la glicoproteina virale (G1e G2) presenti nel peplos
- S (small) codifica la proteina nucleocapsidica (N). I segmenti M ed S codificano
alcune proteine non strutturali (NS)
I virus della famiglia Bunyaviridae compiono lintero ciclo replicativo nel citoplasma,
maturano gemmando allinterno di vescicole associate con lapparato di Golgi. La
liberazione della progenie virale avviene x la morte e lisi della cellula infetta.
La famiglia Bunyaviridae comprende 5 generi:
1) Bunyavirus
2) Nairovirus
3) Phebotusvirus
4) Hantavirus (nn trasmesso da artropode vettore)
Tutti i virus trasmessi da artropodi (comprendono numerosi virus : Flaviviridae, Alphavirus
della famiglia dei Togaviridae, ed alcuni della famiglia dei Reoviridae) fanno parte del gruppo
biologico-ecologico degli Arbovirus ( acronimo di arthropod-borne virus) la cui persistenza in
natura legata alla possibilit di mantenere un ciclo: ospite vertebrato-artropode vettore.
Gli Hantavirus sono gli unici virus la cui trasmissione non richiede lintervento di un artropode
vettore.
Linfezione si contrae x inalazione di aerosol di esceti (urine, feci) di piccoli mammiferi
infetti da questi virus.
Gli Hantavirus sono responsabili di manifestazioni epidemiche di gravi lesioni renali che si
presentano con il quadro clinico di una Febbre emorragica e di una grave forma di
polmonite acuta essudativa con elevatissima mortalit.
FLAVIVIRIDAE
I virus della famiglia dei Flaviviridae sono ribovirus con genoma formato da una
molecola di RNA a polarit positiva; si replicano nel citoplasma della cellula infetta.
La famiglia dei Flaviviridae comprende 3 generi:
1) Pestivirus -> comprende virus di interesse veterinario
2) Epatite C e virus similari ->
3) Flavivirus -> questo genere comprende una serie di virus trasmessi da artropodi
(Arbovirus) causa di patologie anche gravi delluomo. La Febbre gialla (malattia che
causa ittero intenso), ha x secoli rappresentato una minaccia x la popolazione soprattutto
in Africa. Solo quando si scoperto il ruolo delle zanzare nella trasmissione della
malattia si sono messi in opera misure di controllo ambietale in grado di controllare la
morbosit.
La patologia sostenuta Flavivirus (come quella degli altri Arbovirus)
epidemiologicamente correlata alla presenza di vertebrati reservoir naturali
dellinfezione (nel caso della Febbre gialla e della Dengue il reservoir principale
luomo infetto) e alla distribuzione geografica dellartropode vettore.
La sintomatologia delle infezioni da Flavivirus pu andare da manifestazioni febbrili
con o senza esantema sino ad encefaliti o gravi forme di febbre emorragica con elevati
tassi di mortalit.
La diagnosi: si tratta di virus fastidiosi da isolare e la sierologia complicata da una
serie di correlazioni antigeniche non facili da distinguere. La dimostrazione del genoma
virale nei materiali patologici (liquor, sangue) mediante (P.C.R., sonde molecolari)
rappresenta un fattore decisivo x una diagnosi eziologica in tempi ragionevoli.
Vaccino: allestito con virus attenutato coltivato in embrioni di pollo, disponibile x la
immunizzazione contro la Febbre gialla, consigliabile prima di viaggi in zone
endemiche.
TOGAVIRIDAE
Ribovirus con genoma formato da una molecola di RNA con polarit positiva; provvisto di
involucro pericapsidico.
Nella famiglia dei Togaviridae si distinguono 2 generi:
1. ALPHAVIRUS al genere alphavirus appartengono numerosi virus, tutti
Arbovirus accomunati dal fatto di essere trasmessi da artropodi (zanzare). La
diagnosi oltre che sugli elementi clinici si basa sui dati epidemiologici ed anamnesici
e pu essere confermata con lisolamento del virus (inoculazione nel topino o
colture di cellule) e la ricerca di anticorpi IgM specifici. La ricerca di antigeni virali
(reazioni immunoenzimatiche) e del genoma virale (P.C.R.).
2. RUBIVIRUS: IL VIRUS DELLA ROSOLIA
EZIOLOGIA
Il virus penetra nellorganismo x via inalatoria e si moltiplica inizialmente nelle prime vie
respiratorie superiori, da qui diffonde attraverso i linfatici al sistema reticolo endoteliale e poi di
nuovo in circolo, raggiungendo cos i capillari della cute e delle mucose e nelle gravide
trasmettendosi al feto x via trasnplacentare. Il virus presente nel muco del naso-faringe da alcuni
giorni prima a 5-6 gg dopo la scomparsa dellesantema.
DIAGNOSI DI LABORATORIO
La diagnosi clinica di Rosolia facile. Nei casi dubbi lisolamento del virus non tra le metodiche
+ agevoli, xch il virus si moltiplica nelle colture cellulari con scarso o nullo effetto citopatico.
preferibile ai fini diagnostici la ricerca di anticorpi mediante reazioni di inibizione
dellemoagglutinazione di globuli rossi di piccione da parte di preparazioni standard di virus e
avendo cura di ricercare le IgM specifiche. Importante nel caso di donne che siano nei primi mesi
di gravidanza. Oggi anche possibile la ricerca del genoma virale nel sangue mediante P.C.R.
TERAPIA
Non necessario prendere alcuna precauzione x evitare linfezione nei bambini, dove la malattia
banale. Circa il 15% delle donne raggiungono let puberale senza aver contratto linfezione e sono
pertanto prive dellimmunit. Questa frazione della popolazione deve essere protetta artificialmente
x evitare che vada incontro allinfezione durante la gravidanza. Sono disponibili in commercio
vaccini allestiti con varianti di virus a potere patogeno attenuato che consentono di ottenere una
buona protezione immunitaria.
CORONAVIRIDAE
Sono ribovirus con genoma formato da una molecola di RNA di polarit positiva, provvisti
di pericapside in cui sono inserite 2 glicoproteine virus-specifiche, cui di devono i tozzi
peplomeri.
La famiglia Coronaviridae comprende 2 generi:
1. TOROVIRUS repertati nel materiale fecale di soggetti
immunocompromessi (AIDS), affetti da manifestazioni diarroiche.
2. CORONAVIRIDAE
CALICIVIRIDAE
La famiglia Caliciviridae comprende ribovirus con genoma costituito da una molecola di
RNA a polarit positiva, con capside isometrico e sprovvisti di involucro pericapsidico.
I virus di interesse della medicina umana:
-
VIRUS DI NORWALK
VIRUS DELLA EPATITE E
ASTROVIRIDAE
La famiglia Astroviridae comprende ribovirus il cui genoma formato da una molecola di RNA
a polarit positiva.
Gli Astrovirus umani comprendono 5 diversi sierotipi che crescono in colture di cellule renali di
embrione (umano) solo se il terreno addizionato di triptosina.
Gli astrovirus umani sono agenti eziologici di gastroenteriti ubiquitarie, frequenti nella prima
infanzia. La malattia caratterizzata da diarrea acquosa e malessere generale, dolori addominali,
vomito e febbre. Il sierotipo 1 quello riscontrato con > frequenza; il sierotipo 4 stato
associato con manifestazioni diarroiche di una certa gravit.
Gli Astrovirus sono stati identificati nel materiale fecale di pazienti affetti da gastroenteriti,
mediate indagini di immunoelettromicroscopia. La diagnosi eziologica si basa anche sulla
ricerca di antigeni nel materiale fecale mediante indagini immunoenzimatiche e sulla ricerca del
genoma virale mediante tecniche di amplificazione genica (P.C.R.) seguita da ibridazione con
idonee sonde molecolari.
REOVIRIDAE
Ribovirus sprovvisti di involucro pericapsidico, presenza di doppio capside e da genoma
formato da numerosi (da 10 a 12) e distinti segmenti di RNA bicatenario. I virus possiedono una
RNA-polimerasi RNA-dipendente associata al virione e si moltiplicano nel citoplasma cellulare.
Nella famiglia Reoviridae interessano la medicina i generi:
COLTIVIRUS e ORBIVIRUS questi generi comprendono una serie di Arbovirus
occasionalmente trasmissibili alluomo da artropodi vettori;
Al genere coltivirus appartengono il virus della Febbre da Zecca del Colorado: la
malattia una forma febbrile, caratterizzata da profonda astenia con un decorso
protratto (alcuni mesi). Il virus dimostra uno spiccato tropismo x i progenitori
ematopoietici, in particolare x i precursori della serie eritroide. La infezione
associata a una persistente viremia e il virus si ritrova in circolo allinterno dei
globuli rossi, dove si mantiene al riparo degli anticorpi circolanti. Il danneggiamento
dei progenitori ematopoietici si traducono in citopenie periferiche e in alterazioni
nella produzione di diverse citochine. Occasionalmente si possono presentare CID
accompagnata da segni di insufficienza renale e in questo caso la malattia pu avere
esito fatale. La diagnosi si avvale della ricerca di antigeni virali su strisci di sangue
periferico mediante reazioni di immunofluorescenza indiretta.
I virus del genere Orbivirus -> causano nelluomo affezioni febbrili, che non
presentano tassi di mortalit nei soggetti immunocompetenti.
REOVIRUS dei virus compresi nel genere 3 distinti sierotipi sono stati isolati da
materiali patologici provenienti dal tratto intestinale e/o delle vie aeree delluomo.
Cmq nessun sierotipo stato definitivamente associato alla presenza di specifiche
patologie umane.
ROTAVIRUS sono importanti agenti patogeni x la specie umana. La patologia da
essi provocata di tipo enterico e rappresentano la causa singola + frequente di
manifestazioni diarroiche nella prima infanzia. La prima infezione da rotavirus si
traduce in una grave diarrea accompagnata da vomito e febbre alta. Quando
laffezione si presenta in soggetti della prima infanzia pu provocare una grave
disidratazione che richiede il ricovero in ospedale x il riequilibrio del bilancio idrico
ed elettrolitico.
I rotavirus si moltiplicano in colture di cellule in vitro (previo trattamento delle
cellule con triptosina).
I rotavirus comprendono 6 gruppi antigenici, quelli che infettano la specie umana
appartengono al gruppo A, B e C.
La gastroenterite da rotavirus ha andamento sporadico anche se occasionalmente
pu presentarsi in forma di focolai epidemici. Le gastroenteriti da rotavirus sono +
frequenti nei mesi invernali. Linfezione pu trasmettersi attraverso il circuito orofecale.
Nella > parte degli adulti e bambini > di 2 anni sono presenti anticorpi nei confronti
dei rotavirus.
La diagnosi dei rotavirus nelle feci diarroiche, mediante isolamento in colture
cellulari o + rapidamente mediante saggi immunologici (immunoenzimatici) o
osservazione al ME.
PICORNAVIRIDAE
I Picornavirus (piccoli virus a RNA) sono ribovirus con capside isometrico, sprovvisti di
involucro pericapsidico; genoma formato da 1 molecola di RNA a polarit positiva.
I Picornavirus sono divisi in 5 generi, x interessano la medicina i generi:
ENTEROVIRUS
RHINOVIRUS -> agenti eziologici del raffreddore comune insieme ai Coronavirus
HEPATOVIRUS -> unico rappresentante il virus dellEpatite A.
ENTEROVIRUS
Sono suddivisi in gruppi la cui denominazione basata sulle patologie sostenute. I singoli virus
sono a loro volta distinti in tipi.
Gli Enterovirus sono resistenti allazione inattivante di numerosi agenti fisico-chimici, in
particolare resistono allacidit del succo gastrico ed alla bile.
La > parte degli E cresce bene in numerosi tipi di cellule umane in colture in vitro e produce un
effetto citopatico di tipo citolitico. Fanno eccezione Coxsackievirus di tipo A e Enterovirus 71
x i quali necessaria linoculazione nel topino neonato.
Tutti gli E si trasmettono attraverso il circuito oro-fecale (eccezione Enterovirus 71), e hanno
incidenza durante il periodo estivo-autunnale.
I virus attraversano passivamente la mucosa attraverso le cellule M presenti sulla superficie
mucosa in corrispondenza degli aggregati di cellule linfoidi sottomucosi dove avviene una
moltiplicazione primaria seguita dalla diffusione linfo-ematica alle cellule del reticolo-endotelio
e successivamente (incubazione di 7-14 gg) si ha la trasmissione dellinfezione agli organi
bersaglio (meningi, miocardio, cute)
PATOLOGIA UMANA DA ENTEROVIRUS
- Normalmente linfezione si esaurisce a livello subclinico dove provoca, a carico della sede iniziale
di moltiplicazione (orofaringe, intestino) manifestazioni morbose a breve periodo di incubazione,
con una rapida guarigione.
- La possibilit che gli enterovirus diffondano nellorganismo, attraverso i linfonodi mesenterici e il
circolo ematico e si localizzino in organi o tessuti particolarmente suscettibili, possono dare origine
a una grande variet di sintomi morbosi:
POLIOVIRUS
possono nella localizzazione extraintestinale provocare una meningite asettica molto lieve con
rapida e completa guarigione, oppure se riesce a raggiungere il nevrasse, danno luogo alla
poliomielite. In questo caso, il virus si localizza di preferenza nei neuroni motori nei quali
provoca lesioni che possono andare da lievi cromatosi fino alla neurofagia e alla completa
distruzione. La distruzione dei neuroni motori provoca la paralisi flaccida dei muscoli da essi
innervati.
La poliomielite pu guarire spontaneamente ed in genere ne residuano menomazioni di diversa
gravit della funzionalit muscolare.
Oggi praticamente eradicata da tutti i paesi ad elevato livello sociale in seguito alla
introduzione di vaccini di notevole efficacia.
COXSACKIEVIRUS
Provocano una + vasta serie di manifestazioni morbose, le + frequenti manifestazioni cliniche:
Erpangia (o faringite vescicolare) grave faringite febbrile, spesso accompagnata da
vomito e dolori addominali. Nelle fauci sono presenti numerose vescicole grigiastre. La
guarigione spontanea.
La diagnosi eziologica si basa sullisolamento del virus. Data la grande variet di tipi antigeni non
possibile poter diagnosticare una malattia da enterovirus sulla base della sola ricerca degli anticorpi.
Solo in caso di poliomielite paralitica , in cui il sospetto indirizzato eziologicamente verso uno dei
3 tipi di poliovirus possibile confermare o escludere la diagnosi eziologica sulla base della sola
ricerca anticorpale.
In tutte le altre manifestazioni la diagnosi poggia sullisolamento del virus che deve essere tentato
contemporaneamente dalloro-faringe e dal materiale fecale.
Una volta isolato il virus si procede alla sua identificazione atigenica mediate pool di sieri immuni.
METODI DI IMMUNIZZAZIONE
RETROVIRUS
GENERALITA
Oltre ai geni gag, pol, env, il genoma HIV comprende altri 6 geni i cui prodotti hanno funzioni
regolatorie/accessorie nel ciclo di replicazione virale.
I geni gag, pol, env sono tradotti in poliproteine che sono poi scisse nelle proteine funzionali
definitive che si assemblano, insieme alle 2 molecole di RNA nel virione completo.
I geni gag e pol -> sono cotradotti inizialmente in una poliproteina che viene scissa in:
proteina p55 -> che a sua volta viene scissa in :
- proteina p17 (che legandosi alla faccia interna
della zona di membrana cellulare, da cui deriver il
peplos virale, rappresenta la matrice;
- proteina p24: che forma linvolucro del core ed uno
degli antigeni virali + rappresentati CA;
Tutti e 2 i principali corecettori sono espressi alla superficie dei linfo-monociti CD4(+) del sangue
periferico, ci spiega la loro sensibilit allinfezione, sia con stipiti linfotropi che con stipiti
macrofagotropi.
La contemporanea interazione tra gp120 -> CD4 e di un corecettore dallaltra, provoca una serie di
alterazioni conformazionali, che si traducono nella fusione dellenvelope virale con la membrana
della cellula e la liberazione nel citoplasma cellulare del nucleo-capside. A questo punto si verifica
la retrotrascrizione del genoma virale nel DNA provirale e lintegrazione del provirus nel genoma
della cellula.
Linfezione da HIV rappresenta la tappa iniziale di un processo che oltre il 90% dei casi si traduce,
in un periodi di tempo variabile (da 7 a 10 anni) in un drammatico quadro patologico, che si
conclude con la morte del paziente.
Linfezione sempre la conseguenza dalla trasmissione di tracce anche inavvertite di sangue, o altri
liquidi biologici da un soggetto infetto ad un soggetto san, attraverso rapporti sessuali, luso
promiscuo di siringhe tra i tossicodipendenti, ma anche attraverso trasmissione iatrogena (donazione
di sangue, organi, tessuti, o attraverso la somministrazione di emoderivati infetti). Linfezione si
trasmette anche dalla madre infetta al feto, x via trasnplacentare o durante il parto e il successivo
allattamento.
Linfezione primaria asintomatica, dopo un periodo di incubazione di3-6 settimane si
traduce in una malattia acuta, febbrile, senza una sintomatologia patognomica (che simulano una
Anche le lesioni del SNC sono conseguenza di meccanismi analoghi; infatti i neuroni non sono
infetti da HIV-1 che invece si replica nelle cellule accessorie, liberando gp120 che ha unazione
tossica x i neuroni innescandone la morte x apoptosi.
DIAGNOSI DI LABORATORIO
Linfezione da HIV seguita dalla costante e progressiva replicazione del virus in una serie di
organi bersaglio ed destinata a sfociare nella definitiva compromissione del sistema immunitario.
Linfezione da HIV una volta verificatasi si mantiene costantemente attiva, la sieropositivit, cio
la rivelazione della presenza di anticorpi specifici x HIV nel siero di un individuo, consente di
porre inequivocabilmente la diagnosi di infezione in atto (anche se clinicamente silente).
Ricerca di anticorpi: si esegue mediante reazioni immunoenzimatiche nei confronti di
antigeni ricombinanti e/o di peptidi sintetici che riproducono gli epitopi antigenici +
significativi delle principali proteine strutturali del virus HIV-1 e HIV-2. I limiti di utilizzo:
1) nella fase iniziale (3-4 settimane) nella quale la quantit di anticorpi circolanti non
ancora sufficiente ad essere evidenziata dalle tecniche di rivelazione;
2) nei neonati da madri infette da HIV, i quali possiedono anticorpi sierici anti-HIV di
origine materna;
3) nei soggetti infetti in cui i risultati delle indagini sierologiche possono dare risultati
di dubbia positivit (borderline).
Ricerca di HIV : pu essere condotta mediante isolamento del virus in coltura allestendo cocolture di cellule mononucleate del sangue periferico del soggetto in esame con cellule
mononucleate del sangue periferico di donatori normali, si monitora la comparsa di antigeni
virus-specifici nel sovranatante delle cellule. La ricerca della presenza di virus (nel sangue
periferico) viene eseguita mediante la rivelazione della presenza di antigeni specifici (ricerca
di proteina p24 del core) e/o la ricerca di specifiche sequenze nucleotidiche (DNA provirale,
RNA virionico) con idonee metodiche di amplificazione (P.C.R.)
Nel follow-up del paziente: x monitorare lefficacia della terapia antivirale essenziale
stabilire la quantit di virus (carico virale) presente in circolo. I parametri utili sono:
1) determinazione quantitativa del DNA provirale mediante P.C.R., che misura la
quantit di virus latente provirus, che rappresenta unindicazione dellampiezza
del reservoir di virus presenti nellorganismo.
2) determinazione della quantit di virus infettante presente nel sangue periferico
misurata in colture di cellule in vitro
3) determinazione dei livelli plasmatici della proteina capsidica p24
4) determinazione quantitativa di HIV-1 RNA nel plasma.
TERAPIA E CONTROLLO DELLAIDS
HTLV-1 associato a una rara forma di leucemia/linfoma delladulto a cellule T (ALT). una rara
e aggressiva forma di leucemia umana individuata allinizio degli anni 70. Presenta :
a) insorgenza in et adulta;
b) derivazione delle cellule leucemiche da linfociti T-helper maturi
c) frequente coinvolgimento della cute (linfoma cutaneo), linfoadenopatie ed
epatosplenomegalia
d) elevato numero di leucociti circolanti senza anemia e scarso coinvolgimento del midollo
osseo
e) ipercalcemia
Il periodo di sopravvivenza dallinizio dei sintomi acuti, varia da 2 settimane a + di 1 anno e la
morte provocata da: complicazioni infettive polmonari.
MECCANISMO DAZIONE PATOGENA
Esiste una associazione tra linfezione da HTLV-1 e una rara patologia neurologica rappresentata da
una sindrome demielinizzante progressiva: paraparesi tropicale spastica.
EPIDEMIOLOGIA DELLINFEZIONE
VIRUS DELLEPATITE A
Il virus dellepatite A (HAV) appartiene alla famiglia Picornaviridae.
Sprovvisto di un involucro pericapsidico, ha un capside isometrico
Genoma formato da 1 molecola di RNA di polarit positiva.
Il virus si lega agli epatociti interagendo con un recettore costituito da una glicoproteina
integrale di membrana.
La replicazione avviene nel citoplasma.
Di HAV esiste un solo tipo antigenico, strettamente specie-specifico; cresce in colture di
cellule umane e la replicazione in queste molto lunga e la produzione di effetto citopatico
scarsa.
Periodo di incubazione breve, da 15 a 50 gg.
Si basa sulla dimostrazione di anticorpi anti-HAV di classe IgM che sono costantemente presenti
nellinfezione acuta e si mantengono x 3 mesi dallinizio della sintomatologia.
Il controllo dellinfezione affidato alle misure generali di igiene ambientale.
TERAPIA
VIRUS DELLEPATITE B
Il virus dellepatite B (HBV) lunico Hepadnavirus di interesse medico.
Lepatite B unaffezione a lunga incubazione (fino a 6 mesi) che si trasmette esclusivamente x via
interumana attraverso linoculazione accidentale o iatrogena di sangue infetto.
Pu trasmettersi anche x via sessuale, ma anche da madre a feto ( x via transplacentare o come
infezione perinatale).
Lepatite B, prima del controllo dei donatori era presente con frequenza elevata nei soggetti
sottoposti a trasfusioni multiple ed incide come rischio professionale anche in varie categorie di
medici (chirurghi, dentisti).
particolarmente frequente in condizioni di scarsa igiene ambientale ed in comunit
(tossicodipendenti, malati mentali) o in rapporto a particolari abitudini (tatuaggi) e la sua diffusione
favorita da una notevole termoresistenza del virus.
Nel periodo iniziale sono presenti in circolo in apprezzabili quantit, insieme ad un eccesso di
particelle HBsAg e HBeAg, eliminato dalla cellula infetta. Diminuiscono in seguito alla risposta
Si basa sulla ricerca dei vari indizi di presenza virale (HBsAg, DNA virale, antigene e) e sulla
ricerca di anticorpi anti- HBcAg (gli anticorpi contro la proteina capsidica sono i primi a comparire)
e anti- HBsAg.
TERAPIA
Per la profilassi dellinfezione allestito mediante tecniche del DNA ricombinate, formato dalle
proteine codificate dal gene S, clonato ed espresso in idonei vettori.
IL VIRUS DELTA
Non in grado di replicarsi autonomamente (virus defettivo) e richiede la presenza di HBV
(virus helper) x iniziare linfezione e per replicarsi.
Virus Delta -> particella sferoidale formata da un inviluppo proteico derivato dallHBsAg
dellHBV che racchiude il genoma virale ed un paio di proteine specifiche che formano
lantigene delta.
Le caratteristiche del genoma hanno confermato lipotesi di una comune origine filogenetica
con i virus delle piante. Il genoma formato da una molecola di RNA monocatenario di polarit
negativa. I nucleotidi formano una struttura senza estremi liberi (circolare) e di aspetto
bastoncellare. Nel genoma sono presenti sequenze con i caratteri di ribozima, hanno la capacit
di catalizzare tagli e saldature in corrispondenza di peculiari sequenze della molecola stessa di
RNA genomico. Il genoma virale si replica nel nucleo cellulare.
Il genoma del virus delta in grado di codificare una proteina, con peculiari caratteri antigeni
(antigene delta -Ag). Questa proteina presente in 2 forme:
- + piccola S -> essenziale x la replicazione del genoma
- + grande L -> un potente inibitore della replicazione del genoma virale e
promuove limpacchettamento del virione.
Il nucleo capside che viene assemblato nel nucleo della cellula infetta viene trasferito nel
citoplasma dove si associa ad una membrana cellulare alterata x la presenza delle
glicoproteine specifiche del pericapside del virus HBV e fuoriesce dalla cellula avvolto in
un involucro pericapsidico che lo stesso HBsAg di quello del virus dellepatite B.
Il virus Delta endemico nel bacino del Mediterraneo , in Medio Oriente, nellAfrica subsahariana, nellAmerica latina.
La coinfezione da virus Delta e HBV porta di norma ad un aggravamento della sintomatologia
e ad un > rischio di cronicizzazione con gravi ed irreparabili esiti.
DIAGNOSI DI LABORATORIO
Si basa sul reperto del virus in circolo (mediante rivelazione dellantigene Delta o del genoma virale
mediate amplificazione P.C.R. ed impiego di sonde molecolari), e sullo studio della risposta
anticorpale (IgM e IgG) anti-antigeni Delta.
Il controllo della infezione prevede le stesse misure di ignee che x lHBV. La vaccinazione antiHBV rende il soggetto immune anche nei confronti del virus Delta che incapace di autonoma
replicazione.
VIRUS DELLEPATITE C
HCV un ribovirus con genoma formato da una molecola di RNA a polarit positiva provvisto
di involucro pericapsidico che presenta numerose affinit con i virus della famiglia Flaviviridae.
HCV si lega a un recettore specifico, rappresentato da una molecola di superficie CD81,
presente alla superficie delle cellule in associazione con alcune integrine. Una volta introdotte
nelle cellule, il virus ha un ciclo replicativo che segue quello degli altri ribovirus a genoma
positivo.
Il genoma, formato da ununica molecola di RNA codifica ununica molecola proteica che viene
poi tagliata nelle 3 proteine strutturali e in 5 proteine non strutturali (NS) dotate di attivit
enzimatiche essenziali alla replicazione del virale.
La replicazione in vitro possibile in colture di cellule (linee di cellule linfoidi umane, linee di
epatociti umani). Il virus si replica lentamente con scarso effetto citopatico e la sua presenza e i
titolo deve essere determinato mediante le stesse tecniche di biologia molecolare
Il virus presenta una discreta variabilit genomica, almeno 6 tipi genomici principali, allinterno
differenziabili diversi sottotipi. Ci ha una profonda implicazione sulla possibilit di allestire un
vaccino efficace.
uninfezione subdola, lentamente progressiva che rimane asintomatica fino alla comparsa di segni
clinici di scompenso delle funzioni epatiche o alla comparsa di un carcinoma epatico primario.
Linfezione si trasmette x via ematogena, e le vie di trasmissione sono le stesse dellEpatite B. Il
periodo di incubazione va da 5-10 settimane.
Linfezione iniziale sintomatica solo nel 15-20% dei casi e ha un andamento clinico meno
rilevante. Una notevole proporzione, circa il 50% delle infezioni sintomatiche evolve verso la
cronicizzazione e circa il 20% dei soggetti infetti cronicamente evolve in cirrosi. Linfezione
cronica da virus dellEpatite C associato alla crioglobulinemia mista di tipo II (una patologia
linfoproliferativa benigna) ed stata implicata come possibile fattore eziologico del linfoma nonHodgking a cellule B la cui prolifezione verrebbe indotta dalla stimolazione del complesso CD81
(che presente alla superficie delle cellule B) che utilizzato dal virus come recettore specifico.
DIAGNOSI DINFEZIONE
Si basa sulla ricerca di anticorpi contro gli antigeni del virus, utili soprattutto x la diagnosi della
infezione iniziale e sulla ricerca del genoma virale, previa trascrizione inversa in DNA e il
successivo impiego di tecniche di amplificazione genomica (P.C.R.).
Il controllo : dellinfezione affidato alle stesse misure efficaci nel caso dellEpatite B.
TERAPIA
Il trattamento con interferon- largamente usato anche se alcuni genotipi rispondono meno. Un
miglioramento ottenuto con lassociazione della ribavirina all interferon-. Non esiste alcun
vaccino.
VIRUS DELLA EPATITE E
un ribovirus, sprovvisto di involucro pericapsidico, con un capside isometrico ed un genoma
formato da 1 molecola di RNA a polarit positiva. classificato nella famiglia dei Caliciviridae.
Il genoma presenta 3 distinte sequenze trascrivibili o ORF:
- ORF1 -> codifica la proteina non strutturale (con attivit enzimatica virus-specifica)
- ORF2 -> codifica la proteina principale del capside
ORF3 -> codifica una proteina che interagisce con ORF2 e ha una funzione nel
corretto assemblaggio del capside; inoltre si lega ad alcune proteine con azione proinfiammatoria, prodotte dal fegato, contribuendo a creare un ambiente favorevole
alla replicazione e alla persistenza del virus.
Si trasmette x via oro-fecale e linfezione appannaggio di aree a basso livello economico
sociale. Il periodo di incubazione di 25-55 gg. Linfezione si presenta come casi sporadici
endemici o come focolai epidemici (origine idrica).
La malattia colpisce prevalentemente soggetti fra i 15 e 40 anni ed associata ad unelevata
mortalit (circa il 20%) nelle donne gravide.
La diagnosi si basa sulla ricerca di anticorpi (IgG) nei confronti degli antigeni virali.
I PRIONI
PARASSITI METAZOI
Parassiti pluricellulari (metazoi) che interessano la medicina umana sono:
-
NEMATODI
CESTODI
TREMATODI
sono globalmente indicati come elminti e sono in grado di parassitare (endoparassiti) sia le
mucose delle cavit dellorganismo in comunicazione con lesterno (canale alimentare) sia
parenchimi e tessuti profondi.
Malattie da infezione : patologie causate da parassiti metazoi che invadono i parenchimi e i
tessuti profondi dellorganismo (elminti tissutali).
Infestazioni: patologie da elminti localizzati esclusivamente in cavit dellorganismo in
comunicazione con lesterno (elminti intestinali) e con un parassitismo limitato alla superficie
delle mucose, ma anche con localizzazione sulla superficie corporea (artropodi ectoparassiti);
ma anche con possibilit di invadere lo spessore dellepidermide.
Buona parte degli elminti di interesse medico sono parassiti eteroxeni -> cio parassiti con un
ciclo vitale che comprende stadi diversi che devono svolgersi in ospiti diversi, con lalternanza
di ospiti vertebrati e invertebrati.
ospite definitivo -> in cui si svolge la fase riproduttiva del ciclo vitale;
ospite intermedio -> ospiti obligati nei quali il parassita compie una fase necessaria del
ciclo vitale dando luogo alla formazione di forme infettanti che si
trasmettono poi allospite definitivo;
ospite di trasporto -> quando un animale infestato accidentalmente da forme infettanti
ospite terminale -> sono ospiti che possono essere infestati dal parassita che per non vi
raggiunge la fae riproduttiva e dai quali il parassita non si trasmette ad
altri animali, finendo con lestinguersi.
Per alcuni elminti luomo rappresenta lusuale ospite vertebrato, mentre nella > parte dei casi
lospite vertebrato rappresentato da altre specie animali e solo incidentalmente nelluomo.
Dimostrazione diretta della presenza del parassita nellorganismo e la ricerca delle uova o delle
larve nel materiale fecale. Si pu sfruttare a fini diagnostici la reazione umorale utile la ricerca di
anticorpi di classe IgE.
TERAPIA
NEMATODI
Sono VERMI CILINDRICI a sessi separati con riproduzione sessuata (solo nello stadio adulto);
Nematodi intestinali: (Ascaris lumbricoides e Enterobius vermicularis) non prevedono ospiti
intermedi. I nematodi intestinali emessi nel terreno sotto forma di uova, danno origine a
successivi stadi larvali che possono infettare luomo mediante penetrazione transcutanea
(Strongiloides stercoralis) o mediante ingestione (Ascaris lumbricoides).
Nematodi tissutali: (Filaria) prevedono la presenza di un insetto vettore che ne assicura la
trasmissione.
I Nematodi possono essere ovipari o ovovivipari.
FILARIASI
Si intende un complesso di malattie delluomo causate da elminti della superfamiglia
Filarioidea.
Questi nematodi sono adattati alla sopravvivenza in tessuti profondi, sistema linfatico,
circolatorio, connettivale.
Il ciclo vitale prevede una forma adulta maschile e femminile (macrofilarie) a prevalente
localizzazione linfatica o cutanea, ed una forma embrionale (microfilarie) a prevalente
localizzazione ematica o cutanea.
La classificazione clinica si basa sul distretto > colpito dalla malattia:
1. FILARIASI LINFATICHE
2. FILARIASI CUTANEE
3. FILARIASI OCULO-CUTANEE
FILARIASI LINFATICHE
Comprendono 2 generi:
1) WUCHERERIA -> ha 1 sola specie W. BANCROFTI
2 ) BRUGIA -> 2 specie che infettano luomo B. MALAYI e B. TIMORI
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
W. bancrofti un verme rotondo, colore bianco la cui forma adulta vive nei vasi e nelle
ghiandole linfatiche dellospite vertebrato.
Il machio misura 4 cm, e la femmina 6,5 cm questultima vivipara e emette embrioni maturi, le
microfilarie, rilasciandoli nel sistema linfatico. Le microfilarie raggiungono il circolo ematico
sistemico dove persistono circolanti (attivamente mobili) x essere assunte dallinsetto vettore
ematofago e proseguire il ciclo vitale.
La densit parassitaria nel sangue periferico superiore nelle ore notturne, in seguito ad una forma
di adattamento alle abitudini dellinsetto vettore, zanzara del genere Culex.
Lunico ospite vertebrato di Wuchereria luomo.
Il ciclo maturativo delle microfilarie ha luogo nellintestino, nel torace, nella testa e proboscide
della zanzara vettore e richiede da 10 a 14 gg. Durante questo periodo gli embrioni non si
moltiplicano, ma si differenziano dalla forma embrionale a una forma larvale completa.
Il passaggio del vettore alluomo avviene al termine del processo maturativo per fuoriuscita attiva
della larva dalla cuticola della proboscide della zanzara, le quali si depositano sulla cute dellospite
(in una sede prossimale a quella della puntura) e devono superare attivamente la barriera cutanea.
Attraverso il sottocutaneo le larve raggiungono il distretto vascolare periferico, poi quello linfatico,
dove prosegue il processo maturativo.
Gli adulti (macrofilarie) sono dimostrabili da un minimo di 3 mesi a un max di 12 mesi dopo
linfezione.
Brugia malayi e B. timori sono filarie morfologicamente indistinguibili nello stadio adulto
da W. Bancrofti.
B malayi - > presente solo nel sub-continente indiano, Asia orientale e Indonesia. Lisetto
vettore rappresentato da Manosinia. Luomo non lunico ospite vertebrato ma presente anche
nei gatti e cani. La fase dello sviluppo degli embrioni nel vettore rapida e richide solo 6-9 gg.
B timori -> presente sullisola di Timored trasmessa da Anopheles barbirostris.
PATOGENESI E FORME CLINICHE
In aree endemiche la diagnosi di filariasi linfatiche basata sul quadro clinico. La conferma
diagnostica basata sullidentificazione diretta delle microfilarie ematiche nel sangue periferico,
pu avvalersi dellesame a fresco di una goccia di sangue stemperata in soluzione fisiologica.
Le microfilarie vengono riconosciute x i movimenti attivi.
La diagnosi di specie eseguita su preparati colorati con Giemsa e allestiti con la tecnica della goccia
spessa.
TERAPIA MEDICA
Verme cilindrico filariforme, presente solo nelle regioni della foresta pluviale dellAfrica centrale
ed occidentale.
Gli adulti di Loa Loa persistono nel tessuto sottocutaneo (nella sede sottofasciale). Il maschio
musura 3 cm, la femmina 7 cm. La riproduzione ovovivipara: gli embrioni maturano nella cavit
vaginale allinterno di uova che si schiudono a maturazione avvenuta. Le microfilarie, lunghe 2
mm, hanno periodicit diurna determinata dalla temperatura.
Le microfilarie sono deposte nel tessuto sottocutaneo ma migrano rapidamente verso i vasi del
sistema linfatico dal quale si portano poi al torrente ematico. Le microfilarie persistono nella
microcircolazione polmonare e possono essere ritrovate nel sangue periferico solo dopo numerosi
anni (da 6 a 12).
Linsetto vettore costituito da specie del genere Chrysops, un moscerino ematofago, dalle
abitudini diurne. Il processo maturativo nellinsetto vettore richiede 10 gg ed avviene nella
muscolatura e nei tessuti grassi del torace e delladdome.
Al momento del contatto con luomo, unico ospite definitivo di Loa Loa, le larve mature fuoriesco
dalla cuticola laterale della proboscide del vettore, si accumulano sulla cute e penetrano
attivamente nel tessuto sottocutaneo.
2
Nella loiasi i segni di malattia sono imputalibi alle macrofilarie mentre le microfilarie sono
virtualmente prive di potere patogeno. La presenza del verme si manifesta x levidenza del
passaggio nel tessuto dermico delle dita, del frenulo della lingua, del pene, della palpebra, della
congiuntiva, della camera anteriore dellocchio. Si tratta di migrazioni rapide, accompagnate da
prurito, e dolore locale.
Manifestazioni tipiche sono: edemi di Calabra -> determinati dalla migrazione del verme adulto.
Si localizzano nelle sedi distali degli arti, e sono caratterizzati dalla comparsa di aree edematose che
persistono 3 gg, e sono determinate dalla reazione allergica a tossine liberate dagli adulti.
DIAGNOSI E TERAPIA
La diagnosi di microfilariemia da Loa Loa nel sangue periferico sebbene rappresenti un evento
molto tardivo dellinfezione. Il farmaco scelto livermectina.
ONCHOCERCA VOLVULUS
un verme filiforme con estremit piatte il cui unico ospite definitivo luomo. Il maschio
misura 3 cm e la femmina 40 cm. La riproduzione ovovivipara: la deposizione degli embrioni
avviene allinterno di noduli sottocutanei. Le microfilarie sono prive di periodismo.
Si concentrano allinterno del nodulo parentale e nei tessuti sottocutanei, dotate di movimenti
attivi, migrano nel tessuto sottocutaneo. Possono essere rinvenute nei linfonodi (inguinali e
cervicali) raramente anche nel sangue e urine.
Linsetto vettore costituito da specie del genere Simulium. I moscerini assumono le
microfilarie dal tessuto sottocutaneo durante un pasto ematico. La maturazione delle
microfilarie nella muscolatura toracica dellinsetto, dura 10gg, e lemergenza delle larve mature
avviene x perforazione della cute della proboscide e cadono sulla pelle.
Le larve si diffondono attraverso i vasi linfatici nei tessuti sottocutanei tributari, fino alla sede
delle > diramazioni.
La maturazione e la differenziazione sessuale avviene allinterno di noduli fibrosi nel
sottocutaneo.
La deposizione dei primi embrioni avviene circa 18-20 mesi dopo linfezione iniziale e
prosegue x tutta la vita del verme che pu protrarsi fino a 15 anni.
O. volvulus responsabile delloncocercosi, una malattia diffusa con gravi conseguenze sociali in
vaste aree dellAfrica sub-Sahariana e dellAmerica centrale e meridionale.
Linfezione pu essere completamente asintomatica in caso di bassa densit parassitaria, ma
solitamente causa di noduli cutanei con dermatite pruriginosa.
I noduli sottocutanei hanno le dimensioni di un pisello e si localizzano a livello delle creste iliache,
ascelle, poplite spazi intercostali, occipite. Il nodulo costituito da tessuto connettivo denso e
contiene vermi adulti e microfilarie.
Le microfilarie che si disperdono nel derma non sono responsabili di reazioni patogene.
Il danno oculare responsabile delle complicanze + gravi delloncocercosi; le microfilarie si
ritrovano nella cornea, nel nervo ottico e nella corioidea. La morte delle microfilarie a livello
oculare determina una reazione infiammatoria seguita da opacit corneali, cheratite sclerosante.
DIAGNOSI E TERAPIA
FILARIASI CUTANEE
MANSONELLA OZZARDI
DRACUNCULUS MEDINENSIS
La diagnosi clinica legata allosservazione della emissione dalla cute della femmina al momento
della deposizione degli embrioni.
La terapia il metronidazolo.
ASCARIDIASI
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
Infestazione intestinale da vermi della specie ASCARIS LUMBRICOIDES.
Lunico ospite definitivo luomo.
La sede di infestazione lintestino tenue.
La femmina un grosso verme rotondo di colore giallognolo che misura 20-35
cm e 3-6 mm di
La femmina ovipara, ed emette nel lume intestinale 200.000 uova al giorno. Luovo emesso
con le feci contiene una forma embrionale immatura. Il ciclo vitale prevede un periodo di
maturazione nellambiente esterno di 2-3 mesi in terreno acquoso o in acque a 36-40C.
Allinterno delluovo si sviluppa la forma larvale strongiloide e poi quella rabditoide (larva al
2 stadio) forma infettante. Luovo pu rimanere infettante nellambiente esterno x periodi di10
anni.
Lingestione delluovo da parte dellospite definitivo ne determina la schiusa (i succhi gastrici
modificano la parete delluovo). Nellospite definitivo A. lumbricoides richiede una fase
invasiva iniziale : attraversa la mucosa intestinale e le larve penetrano nel circuito ematico e
raggiungono il distretto polmonare; il transito viene arrestato meccanicamente a livello dei
capillari alveolari. A livello polmonare la larva rabditoide fuoriesce nellalveolo, risale lungo le
vie respiratorie e reinvade il distretto intestinale circa 10-14 gg dopo lingestione.
Le larve misurano 2-3 mm si annidano nellintestino tenue, raggiungeranno le dimensioni adulte
ed inizieranno la prima emissione di uova circa 60-70gg dopo linfestazione.
PATOGENESI E FORME CLINICHE
Lascaridiasi una geoelmintiasi diffusa in ogni area del globo, la cui permanenza proporzionale
alla entit della fecalizzazione ambientale. Linfestazione trasmessa da cibo e acqua contaminata
oppure dovuta allingestione accidentale delle uova (bambini in aree rurali).
Le difese immunitarie dellospite sono dirette verso lo stadio invasivo (a livello della fase di
invasione del ditretto polmonare) e sono basate sulla produzione di IgE.
Anche le fasi larvali presenti al momento della seconda invasione intestinale determinano una
risposta dellospite. Infatti mentre la 1 invasione intestinale asintomatica, la 2 spesso
accompagnata da fenomeni allergici.
Linfezione determina malattia in 3 modi:
1) una sindrome da invasione larvale determinata dalla reazione allergica agli stadi invasivi,
caratterizzata da: febbre elevata, malessere generale, disturbi respiratori, e il quadro
radiologico quello di infiltrati alveolari diffusi ed in circolo dimostrabile una elevata
risposta eosinofila.
2) La presenza di forme adulte nel distretto intestinale pu determinare una sintomatologia
locale, nel bambino lascaridiasi contribuisce alla malnutrizione con perdita di proteine,
vitamine A, D, E. Inoltre provoca dolore colico e turbe dispeptiche.
3) Gli ascaridi adulti sono grossi e robusti vermi, spesso con forma a gomitolo in grado di
determinare occlusioni (ostruzione delle vie biliari, pancreatite, appendicite, diverticolite)e
perforamento dellintestino.
DIAGNOSI E TERAPIA
TOXOCARIASI
(Toxocara canis e T. cati)
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
La malattia umana causata da Toxocara canis e T. cati nota come LARVA MIGRANS
VISCERALE.
Luomo un ospite accidentale non idoneo allo sviluppo completo del verme. Le uova ingerite
producono larve rabditoidi che attraverso la parete intestinale raggiungono il circolo ematico e
determinano una disseminazione dorgano. Nelluomo le larve non vanno incontro ad una
ulteriore maturazione.
Nei tessuti infetti si determina una reazione granulomatosa al cui interno la larva sopravvive
intatta o viene distrutta. Lintensa reazione della larva presente nei tessuti pu mantenersi x + di
10 anni.
Gli organi colpiti sono: fegato, retina, polmone, reni, cuore, muscolatura striata e il cevello.
DIAGNOSI E TERAPIA
Le forme larvali del verme non sono dimostrabili. La diagnosi basata sulla risposta sierologica di
tipo IgE e anche IgM.
La terapia: impiego di albendazolo.
ANCHILOSTOMI
Vermi nematodi: - alcuni appartenenti al genere Ancylostoma (A. duodenale e A. braziliense)
e Necator americanus, sono gli agenti eziologici della anchilostomiasi;
- altri appartenenti al genere Ancylostoma (A. braziliense) sono la causa della
patologia nota come: larva migrans cutanea.
ANCHILOSTOMIASI
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
ANCYLOSTOMA spp
Gli adulti di Ancylostoma (A. duodenale e A. braziliense) hanno dimensioni di 1 cm simili nei 2
sessi; colore bianco-grigiastro o rosso a causa dellingestione di eritrociti.
La sede dellinfestazione il duodeno o il digiuno dove possono albergare fino a 1.000 adulti in
grado di vivere da 4 a 7 anni. La max attivit di oviposizione della femmina avviene dopo 18
mesi dallinfestazione con emissione di 30.000 uova al giorno.
Le uova raggiungono lambiente esterno con le feci. Se deposte in ambiente umido producono
2, 4 e infine 8 blastomeri, culminando con la germinazione della larva rabditoide che sisviluppa
nel materiale fecale e successivamente nello strato superficiale del terreno.
La penetrazione nelluomo avviene attraverso la cute a contatto con il terreno o x ingestione di
materiale contaminato (penetrazione mucosa). La larva lascia rapidamente il tessuto
sottocutaneo e attraverso il circolo sanguigno, raggiunge la microcircolazione polmonare. Qui le
larve risalgono attivamente alle vie respiratorie superiori e x successiva ingestione raggiungono
dopo 7 gg dallinfestazione la mucosa intestinale dove si completa lo sviluppo larvale.
Dopo 3-5 settimane, lo sviluppo degli adulti terminato e pu iniziare con loviposizione un
nuovo ciclo vitale. Gli adulti aderisco alla mucosa attraverso lapparato buccale e si nutrono con
il sangue dellospite.
NECATOR AMERICANUS
Si basa sullidentificazione microscopica delle uova di A. nelle feci con metodi di concentrazione.
Il trattamento: somministrazione di albendazolo.
LARVA MIGRANS CUTANEA
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
La malattia da larva migrans cutanea causata da alcune specie di Ancylostoma braziliense che
hanno come ospite definitivo mammiferi diversi dalluomo, come cane e gatto. Luomo
rappresenta un ospite inappropriato (terminale), nel quale non pu completarsi il ciclo biologico
dellelminta.
Nelluomo la larva non pu oltrepassare lo strato germinativo dellepitelio e raggiungere il
torrente ematico, quindi termina la propria esistenza vagando nel tessuto sottocutaneo nella sede
di penetrazione.
Si tratta di una malattia benigna di interesse dermatologico. I disturbi sono legati alla
formazione di tunnel cutaneo nel tragitto di migrazione della larva. Nella sede di ingresso
presente una lesione papulo-vescicolosa. Il tragitto rilevato, rosso, e indurito e si allunga di
pochi mm al giorno.
La sintomatologia pruriginosa, con lesioni secondarie da grattamento.
DIAGNOSI E TERAPIA
OSSIURIASI
(ENTEROBIUS VERMICULARIS)
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
Linfestazione tipica dellet infantile e confinata in nuclei familiari o in comunit quali asili e
scuole materne.
La migrazione della femmina sulla superficie anale determina un intenso prurito, che rappresenta
il sintomo cardine dellinfestazione da ossiuri. Il prurito tipicamente notturno che pu essere
sufficientemente intenso da determinare lesioni da grattamento.
DIAGNOSI E TERAPIA
Le uova di ossiuri vengono ritrovate nelle feci in non + del 5% dei soggetti
infetti.
STRONGILOIDIASI
(STRONGILOIDES STERCORALIS)
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
Luomo rappresenta lospite principale di S. stercoralis sebbene cani e gatti possono essere
infestati.
Limmunit dellospite appare importante al fine di confinare linfezione al tratto enterico.
La fase primaria-invasiva larvale -> pu determinare una sindrome respiratoria acuta simile
a quella che si osserva nellinvasione da ascaridi. La sintomatologia acuta caratterizzata da
febbre elevata, dispnea, alterazioni radiologiche toraciche.
Nelle fasi croniche -> la > parte delle infestazioni asintomatiche.
Nei casi di infestazione a bassa carica parassitaria, si osservano nei pazienti
immunocompetenti, la strongiloidiasi determinata da una sintomatologia cutanea di tipo
orticarioide su base di ipersensibilit ad antigeni elmintici.
Nelle sindromi da iperinfestazine le larve possono essere osservate in qualunque organo
interno, fegato, cuore, reni. Linteressamento neurologico caratterizzato da una meningite
asettica x penetrazione delle larve nel compartimento liquorale.
DIAGNOSI E TERAPIA
Le larve vengono ricercate in campioni di feci con opportuni metodi di concentrazione; ma possono
anche essere osservate nel broncoaspirato (nel caso di sindrome da invasione larvale) o nel liquor
nel corso di meningite asettica.
possibile la coltivazione in condizioni sperimentali artificiali (ciclo a vita libera).
Sono in uso anche tecniche sierologiche x la determinazione di anticorpi anti-Strongyloides.
La terapia: ivermectina e albendazolo.
TRICHIURIASI
(TRICHIURIS TRICHIURA)
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
- Diagnosi: identificazione delle uova nelle feci. Nei casi di infestazione massiva la
rettocolonscopia pu mettere in evidenza la presenza del verme adulto adeso alla parete colica.
- Terapia: albendazolo.
TRICHINELLOSI
(TRICHINELLA SPIRALIS)
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
La trichinellosi: uninfezione da nematodi del genere Trichinella spiralis, che viene contratta
con lingestione di carne cruda o poco cotta.
un piccolo verme bianco, il cui adulto si localizza x il breve periodo della sua vita
nellintestino tenue dellospite vertebrato.
La femmina lunga 4mm e il maschio 1,5mm.
Linfestazione avviene per ingestione di carni animali contenenti le cisti del parassita; e si
stabilisce quando gli embrioni, liberati nella cavit gastrica e intestinale, si annidano negli strati
profondi della parete mucosa intestinale, da cui possono raggiungere i linfonodi mesenterici.
Gli embrioni maturano ad adulti in 1 settimana e la durata della loro vita di 1 mese.
La femmina ovovivipara, le uova si schiudono nella cavit uterina e gli embrioni continuano
in tale sede a maturare, fino al momento in cui sono emessi nel sistema vascolare o linfatico. Gli
embrioni traspostati dal torrente circolatorio, raggiungono la cavit cardiaca e i tessuti muscolari
striati, sede di destinazione finale.
Nel muscolo striato si formano le cisti, costituite da un singolo embrione, circondato da tessuto
connettivale prodotto dallospite. Gli embrioni persistono in fase di latenza allinterno delle
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Linfezione umana imputabile allingestione di carni crude o poco cotte di animali (carne di
maiale o di cavallo) portatori di cisti.
La trichinellosi -> si pu manifestare come una malattia acuta aggravata da mortalit nella fase
di invasione larvale. La > parte delle infestazioni sono asintomatiche.
I sintomi possono essere differenziati in:
1. prima fase -> sintomatologia intestinale e corrisponde alla fase di maturazione delladulto
negli strati profondi della parete duodeno-digiunale. Possono essere presenti: nausea, vomito,
diarrea, dolore addominale di tipo colico e sudorazione si protraggono x 4-5 gg.
2. fase di invasione larvale ->insorgono febbre elevata, malessere generale, dolore muscolare,
difficolt nella respirazione, masticazione, deglutizione. presente una esinofilia elevata.
caratteristico ledema periorbitale. Le complicanze + severe: miocardite acuta, polmonite,
peritonite o collasso cardio-circolatorio.
DIAGNOSI E TERAPIA
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CESTODI
vermi piatti, a forma nastriforme e segmentata.
parassiti del tratto intestinale e prevedono + ospiti nel proprio ciclo vitale (parassiti eteroxeni)
Il verme adulto presenta: - scolice segmento cefalico, che porta gli organi di fissazione
- collo segmento di congiunzione;
- proglottidi segmenti metamerici che costituiscono il corpo
Sono tutti vermi ermafroditi, nei quali la fertilizzazione avviene tra 2 proglotidi adiacenti.
Teniasi infestazione intestinale da vermi adulti appartenenti al genere Taenia ..
Altre malattie umane derivano dallinfestazione (di organi e parenchimi profondi) ad opera di
forme larvali : - cisticercosi (forme larvali di Taenia solium)
- idatidosi (forme larvali di Echinococcus)
TAENIA spp
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO REPLICATIVO
TAENIA SOLIUM
un verme piatto, che raggiunge i 2-3 metri di lunghezza e vive nellintestino tenue delluomo.
Gli adulti hanno una piccola testa (1mm), 800-1000 proglotidi che contengono ciascuna 3050.000 uova.
Le uova vengono emesse nellambiente esterno ancora contenute nella proglottide terminale
matura, la quale priva di movimenti attivi. Raramente x la rottura della proglottide le uova si
ritrovano libere nelle feci. Le uova sono tonde e non opercolate.
Nellambiente esterno la proglottide si disintegra e le uova liberare vengo assunte dallospite
intermedio che x T. solium il maiale. Luovo si schiude nello stomaco, libera loncosfera che
attraversa la parete intestinale e raggiunge il torrente ematico, e si distribuisce nei tessuti
muscolari striati. A livello muscolare la larva si trasforma in cisticerco e si incista.
Luomo si infetta ingerendo carme di maiale poco cotta che contiene cisticerchi. Nello stomaco
umano la cisti che circonda il cisticerco si dissolve, la larva si libera nel canale intestinale, la
testa si ancora alla parere mucosa e inizia la formazione e la maturazione delle proglottidi.
TAENIA SAGINATA
Condivide molte caratteristiche con T. solium.
Le dimensioni sono > pu raggiungere fino a 4-10 metri di lunghezza, con 2000 proglottidi,
ciascuna contenente al termine della maturazione 100.000 uova.
Le uova sono emesse nellambiente esterno entro la proglottide terminale matura che si stacca
dai restanti segmenti e con movimenti attivi fuoriesce dallorifizio anale.
Le uova di T. solium non possono essere differenziate al MO da quelle di T. saginata.
Le proglottidi possono essere differenziate allesame microscopico x la differente morfologia
dellapparato riproduttivo che presenta numerose ramificazioni in T. saginata e poche in T.
solium.
Il ciclo vitale simile nelle 2 specie, ma lospite intermedio di T. saginata il bovino.
PATOGENESI E FORME CLINICHE
La teniasi -> si instaura quando luomo ingerisce la forma larvale (cisticerco) consumando carni
crude di maiale (T.solium) o di bovino (T.saginata).
Il verme raggiunge le dimensioni da adulto in 6-12 mesi e sopravvive nellintestino fino a 25
anni. Linfestazione limitata ad un singolo adulto (e la reinfezione difficile x fenomeni attivi
di resistenza dellospite, che gi alberga una tenia nel proprio intestino).
La presenza del verme non associata a disturbi nellospite e manca anche leosinofilia
periferica. Linfestazione quasi sempre asintomatica e si manifesta solo con lemissione
- La diagnosi si basa sulla identificazione delle uova o delle proglottidi nelle feci. La diagnosi di
specie fatta in base allapparato riproduttivo delle proglottidi xch le uova sono indistinguibili.
Lemissione di proglottidi singole rinvenute nella biancheria patognomico x infezione di
T.saginata (xch le proglottidi sono dotate di movimenti attivi)
- Trattamento: praziquantel
CISTICERCOSI
Si instaura quando luomo ingerisce accidentalmente uova di Taenia solium (eliminate
nellambiente da soggetti umani infestati) con lavvio di un processo di maturazione simile a
quello dellospite intermedio (maiale).
Le oncosfere, raggiunta la circolazione mesenterica, si distribuiscono in ogni organo con una
predilezione x la muscolatura lisca e il sistema nervoso. Dopo 2 mesi la larva matura in
cisticerco, il cui accrescimento, allinterno di una capsula cistica responsabile della
sintomatologia.
La lesione della cisticercosi -> rappresentata da una capsula fibrosa circondata da un infiltrato
infiammatorio costituito da : neutrofili, eosinofili, linfociti, plasmacellule. La fase di invasione
asintomatica. La localizzazione cerebrale esordisce con crisi convulsive.
Il sospetto di cisticercosi basato sul reperto (ecografico e radiologico) della lesione cistica. La
conferma diagnostica basata sulla sierologia specifica.
Il trattamento: praziquantel, albendazolo.
ECHINOCOCCUS GRANULOMATOSIS
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
La lesione fondamentale della idatidosi -> costituita dalla cisti idatidea, la cui parete
costituita da 1. spesso strato fibroso prodotto dallospite;
2. spesso strato intermedio prodotto dal parassita
3. strato interno (germinativo) di natura parassitaria dal quale originao le cisti
figlie. Queste si formano come piccole masse parenchimatose allinterno dello
strato germinativo, successivamente diventano vacuolate e formano vescicole.
Gli scolici si formano nella membrana germinativa.
La sintomatologia dovuta alleffetto della massa della cisti idatidea in espansione allinterno
dellorgano dellospite. Nel fegato le cisti sono responsabili di dolori in ipocondrio dx. Littero
pu dipendere dallostruzione delle vie biliari. Le cisti polmonari sono asintomatiche x lunghi
periodi, e nelle fasi avanzate possono causare broncopolmoniti. Le masse cerebrali possono dare
segni neurologici focali assai precocemente.
La rottura traumatica o chirurgica di una cisti idatidea pu essere responsabile di shock
anafilattico x improvvisa liberazione di una grande quantit di antigeni, o x disseminazione
metastatica di cisti figlie.
DIAGNOSI E TERAPIA
- La diagnosi di cisti idatidea, affidata alla diagnostica x immagini: ecografia epatica, radiologia
polmonare. La diagnosi di cisti spesso il risultato inattesi di indagine routinaria in soggetti
asintomatici. Il riscontro di sierologia positiva x echinococco risolutiva.
La diagnosi diretta si esegue attraverso lidentificazione dei protoscolici nel liquido di drenaggio di
una cisti.
- La terapia delle cisti di tipo medico. Il farmaco di elezione lalbendazolo che rende non
infettiva la cisti nel 90% dei casi ma non determina la regressione della cisti. Perci nei casi di
persistenza della cisti dopo terapia medica consigliata la puntura della cisti (sotto ecografia) e il
suo ripetuto lavaggio interno con etanolammina al 95%. In alcuni casi necessaria lasportazione
chirurgica.
TREMATODI
Vermi piatti (platelminti) di forma allungata, ermafroditi (eccetto Schistosoma spp).
Il ciclo biologico prevede + ospiti (eteroxeni):
- fase di replicazione sessuata, nellospite definitivo
- fase di replicazione asessuata delle fasi larvali nellospite intermedio
I trematodi sono dotati di 2 ventose ventrali che servono alladesione e locomozione:
a) ventosa orale, in posizione cefalica, e funge da apertura buccale;
b) ventosa ventrale, posta + indietro ha solo funzione adesiva
SCHISTOSOMA spp
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
La fase di invasione larvale -> (corrisponde al transito delle forme embrionali nel sangue ed al
periodo di maturazione nel fegato) pu determinare una sintomatologia sistemica di tipo tossico
sindrome di Katayama, causata dalla deposizione di immunocomplessi a seguto della
produzione di anticorpi diretti verso gli stadi larvali. La sindrome esordisce dopo 2-8 settimane
dallinfestazione e presenta febbre alta accompagnata da tosse, linfoadenomegalia, epatosplenomegalia ed elevata eosinofilia.
Gli adulti si schistosoma non determinano alcuna reazione infiammatoria dei vasi e la
sintomatologia legata al processo di oviposizione (inizia 10-12 sett dopo linfestazione). Le
uova che perforano la parete vasale, non riescono a raggiungere lambiente esterno, rimanendo
intrappolate negli strati profondi e superficiali della mucosa dellintestino e della vescica dove
determinano una reazione infiammatoria di tipo granulomatoso. Il granuloma costituito da
cellule giganti macrofagiche multinucleate circondate da tessuto fibroso e infiltrato eosinofilo.
A livello vescicale la muscolatura coinvolta dal processo infiammatorio diviene iperplastica e
poi atrofica. La sintomatologia intestinale correlata alla formazione di polipi intestinali, che
possono ulcerarsi e nelle fasi tardive determinare reazioni fibrose responsabili di sintomatologia
da colon irritabile.
DIAGNOSI E TERAPIA
- Il sospetto clinico basato sulla presenza di febbre con eosinofilia importante e una storia di
esposizione alle cercarie. La diagnosi di schistosomiasi si basa sullidentificazione delle uova in
campioni fecali o urinari o in biopsie tissutali.
- Farmaco: praziquantel.
FASCIOLA spp
AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE
2. FASCIOLA BUSKI
Simile a quello di F. hepatica, ma luomo rappresenta lospite definitivo + importante e la sede di
maturazione del verme adulto il duodeno.
Le uova si ritrovano nelle feci, sono opercolate, di colore giallo e di grandi dimensioni.
PATOGENESI E FORME CLINICHE
- Il sospetto clinico di F.epatica -> si basa sul reperto di epatomegalia ed eosinofilia. La diagnosi
difficile xch la densit delle uova nelle feci bassa. Le uova possono essere ricercate anche
nellespettorato duodenale.
- Trattamento: bitionolo
- La fascioliasi intestinale ->diagnosticata sulla base dellidentificazione delle uova nelle feci.
- Trattamento: praziquantel