Negli epiteli di rivestimento non tutte le cellule sono uguali, ci sono cellule staminali o cellule specializzate
nella secrezione che vengono dette ghiandole unicellulari ed in effetti sono presenti negli epiteli di
rivestimento delle cellule particolari. Questa cellula ha una forma molto diversa ed ha una forma a calice,
mucipara perché rilascia muco, c’è un nucleo basale, un apparato di Golgi molto sviluppato dalla quale dalla
regione trans si ripartono delle vescicole che poi sono rilasciate all’esterno. Queste cellule mucipare sono di
difficile identificazione, ovvero non si colorano facilmente; esse appariranno come dei buchetti bianchi
nell’epitelio, che con la colorazione morfologica più semplice che sono l’eosina e l’ematossilina, non si
colorano. Per farlo occorrono delle colorazioni particolari che mettono in risalto precisamente il muco.
L’epitelio in cui i nuclei sono più scuri, blu ed il citoplasma sul rosa, mentre queste si osservano come dei
pallini ovali che sta rilasciando una secrezione verso l’esterno, che per tale motivo viene definita
‘’esocrinia’’, ovvero cellule esocrine. Esiste poi anche ‘’l’endocrinia’’, ovvero il rilascio di una sostanza nel
letto vascolare. Ci sono per esempio delle ghiandole endocrine nell’epitelio intestinale, di rivestimento. C’è
sempre una colorazione particolare che permette di evidenziare queste cellule endocrine che si possono
vedere in dettaglio al microscopio elettronico. Le ghiandole endocrine, hanno una particolare regolazione di
tipo endocrino, ovvero accumulano nel citoplasma granuli del secreto, ed essendo endocrini in questo caso
si parla di ormoni, i quali lasciano i loro segnali nel letto vascolare. Questa è l’endocrinia in senso stretto,
quando si parla di cellule endocrine epiteliali, ne si parla in senso lato perché alcune cellule possono
rilasciare la sostanza, la secrezione, nell’ambiente intracellulare e quindi agiscono sulle altre cellule
dell’epitelio o addirittura c’è un autocrinia, ovvero la secrezione agisce sulla cellula stessa; questo
meccanismo è presente soprattutto per effettuare un feedback, come ad esempio nel caso di una
secrezione paracrina, in cui il secreto viene rilasciato tra le cellule negli interstizi non è che può essere
rilasciata chissà quanta sostanza della secrezione: non è come il letto vascolare che c’è il sangue che smista
gli ormoni o li porta lontani, nella paracrina quando si ottiene un eccesso di sostanza, allora questa sostanza
se è in eccesso può agire sui recettori della cellula stessa che producono, ottenendo un feedback, cioè un
messaggio che blocca la secrezione; il segnale viene dato dal legame con il recettore. Negli epiteli di
rivestimento ci sono delle cellule che si sono specializzate in attività secretorie o esocrinia o endocrinia in
senso lato; poi ci sono gli epiteli ghiandolari, ovvero degli epiteli che hanno dato luogo alle ghiandole. Nella
immagine queste cellule sono state contrassegnate in verde scuro, si identificano quindi delle cellule che
sono destinate a formare una ghiandola, queste cellule pertanto non restano nell’epitelio di rivestimento,
ma proliferano e proliferando si approfondano nel sottostante connettivo (sempre presente quest’ultimo al
di sotto degli epiteli). Questo ammasso di cellule può avere due destini o rimane come massa compatta,
unica, che perde contatto con l’epitelio di rivestimento dal quale si è originato e questa via darà origine alle
ghiandole endocrine, cioè le ghiandole che apportano il loro secreto, ovvero gli ormoni, al torrente
circolatorio e agiscono su tanti distretti, dove ci sono degli appositi recettori per questi ultimi. In altri casi
questi gruppi di cellule che si sono approfondati, sviluppandosi formano un lume centrale, che continua a
mantenere rapporti con l’epitelio da cui si sono originate, ovvero epiteliale di rivestimento e si viene a
formare l’abbozzo di una ghiandola esocrina, una ghiandola che è formata da cellule secernenti nella parte
profonda, il cui secreto viene rilasciato nel lume della ghiandola e viene portato all’esterno tramite un
dotto, l’epitelio di rivestimento approfondendosi forma il dotto della ghiandola escretrice, colorate in giallo
chiaro restano come funzionalità come cellule epiteliali di rivestimento che riveste anche il dotto escretore
della ghiandola. La vascolarizzazione nelle ghiandole endocrine è maggiore di quelle esocrine.
Tratteremo le ghiandole esocrine da un punto di vista morfo-funzionale. La descrizione si può fare in base
alla morfologia, al tipo di secreto oppure alla modalità di secrezione.
In base alla morfologia: notiamo che c’è una parte colorata in rosa che è l’adenomero, ovvero la struttura
formata da cellule secernenti e poi ci sta un dotto, in grigio, che continua con l’epitelio di rivestimento.
Quello che cambia è l’adenomero; può avere un lume piuttosto alto e pertanto si definisce ‘’alveolare’’ ,
questo non ha un lume proprio perché sono troppo alte e quindi è un ‘’acinoso’’. L’adenomero forma una
sorta di tubo, ghiandola tubulare, e infine una tubulare un po’ particolare, ovvero il tubolo si è avvolto al
lume (?): ghiandola alveolare semplice, acinosa semplice, tubulare semplice o ghiandola aggrovigliata. La
situazione però può un po’ complicarsi, ovvero ci possono essere uno o più adenomeri che sboccano nello
stesso dotto oppure ci sono adenomeri con un dotto, il cui dotto sbocca in un dotto principale. Nel primo
caso quello più semplice, ci sono ghiandole ramificate, ovvero su un dotto direttamente più adenomeri, in
genere due, tre fino a quattro (alcuni); per poi passare ad una situazione un po’ più complessa, che per tale
motivo si parla di ‘’composte’’, nel senso che ogni adenomero con un dotto, si riversa in un dotto principale.
In alcuni casi tutti gli adenomeri hanno la stessa forma, caso più semplice, in alcuni casi ci può essere la
stessa ghiandola ci sono adenomeri con forme diverse, ovvero le esocrine composte. La situazione al
microscopio è più complicata poiché si passa dalla bidimensionalità del foglio a quella tridimensionale. Una
sezione di un tubulo se tagliata perpendicolarmente vedremo un tondino, se è obliquo vedremo a forma di
ovale, se è sagittale si ha una altra immagine ancora e molti altri esempi. Al vetrino definire la ghiandola è
un po’ difficile.
GHIANDOLA TUBULARE SEMPLICE: tipiche ghiandole gastriche intestinali, si può essere fortunati con la
sezione poiché si può osservare dalla parte più profonda fino alla parte più superficiale con il dotto che si
apre sull’epitelio; in genere si hanno situazioni intermedie. Se la sezione è trasversale si passa da un quadro
già diverso da questo appena descritto.
TUBULARE A GOMITOLO: tipicamente sudoripare, il dotto escretore è stato tagliato sagittalmente e si vede
che termina a livello dell’epitelio. La parte del tubulo avvolto su se stesso e nella sezione si vedono tanti
tondini.
TUBULARE RAMIFFICATE: si vede l’epitelio, il connettivo sottostante, ci sono i dotti e la parte secernente; i
tubuli vanno in tutte le direzioni e le sezioni sono con tutte le angolature che possiamo immaginare per dei
tubuli.
ALVEOLARE SEMPLICE: non è molto diffusa, sono molto rare. L’adenomero mostra un epitelio ghiandolare e
poi un lume piuttosto ampio.
ACINOSE RAMIFFICATE: un esempio classico sono le ghiandole sebacee che sono collegate con i peli ed i
capelli il dotto con i due adenomeri.
LE COMPOSTE
TUBULO ACINOSE: si vedono tanti tondini, ovvero gli adenomeri, uno vicino all’altro e non c’è lo spazio
proprio perché sono acinose e messe a confronto con le ALVEOLARI COMPOSTE, i cui adenomeri hanno uno
spazio, il vuoto al centro, e si osservano con tanti alveoli uno vicino all’altro e soprattutto senza un lume al
centro siamo difronte ad una acinosa composta.
Secrezione MUCOSA e secrezione SIEROSA; per la mucosa vale il discorso per le cellule mucose intersperse
in un epitelio di rivestimento che sono poco colorabili con ematossilina ed eosina, risultano chiare. Per le
sierose, quelle ovvero a secrezione proteica vengono colorate molto bene, infatti appaiono scure. Esistono
però anche le ghiandole miste che hanno gli adenomeri formati da ghiandole mucose e sierose e
l’adenomero quando appare chiaro, ovvero di cellule mucose, quelle scure al contrario sono a secrezione
proteica però ci sono degli adenomeri in cui si riscontro entrambi i due tipi di strati, quello scuro più
superficiale che formano una sorta di semiluna del Giannuzzi, dallo scopritore che le ha identificate per la
prima volta.
Per quanto riguarda la classificazione in base alla modalità di secrezione: le olocrine, sono cellule che si
sacrificano, ovvero danno la loro vita per la secrezione, si riempiono di sostanza, fin quando avviene la lisi
cellulare, come ad esempio le ghiandole sebacee. Esistono poi le ghiandole che sacrificano una parte,
ovvero quella apicale, ad esempio le cellule sudoripare la cui parte superiore prima viene distrutta e
successivamente ricostruita, ovvero le ghiandole apocrine. Infine abbiamo le merocrine in cui le cellule non
variano, ovvero hanno una esocitosi che non richiede nessun sacrificio cellulare, ovvero una normalissima
esocitosi, si ha un granulo e la parete della vescicola si fonde normalmente sulla parte apicale.
Le ghiandole endocrine, invece, sono riconducibili a tre tipi di organizzazione: follicolari, insulari e cordonali.
Quelle più comuni sono le cordonali si osservano delle file di cellule a raggiera, ovvero proprio i cordoni
della ghiandola endocrina. In questa zona c’è questo andamento rettilineo che decorrono parallelamente
fra di loro, però spesso questi cordoni si ripiegano su di loro e pertanto l’immagine si modifica e non è facile
capire che si tratta di una ghiandola cordonale.
La follicolare è tipico della tiroide, il follicolo è una struttura con un epitelio ghiandolare che delimita una
zona, il lume, sferoidale. Il contenuto del follicolo può aumentare di volume o diminuire a seconda della
quantità del secreto e queste cellule hanno una modalità particolare, ovvero possono rilasciare il
secreto/ormone nel lume del follicolo e poi ri-captarlo per rielaborarlo e rilasciarlo al polo opposto, che
viene definito basale, cioè verso il vaso.
Le insulari, il classico esempio sono gli isolotti pancreatici, ovvero gruppetti di cellule a secrezione
endocrina. Ci sono delle zone un po’ biancastre (immagine pancreas) e sono proprio gli isolotti; il pancreas è
una ghiandola particolare, fatto sia di una componente esocrina (tubulo acinosa composta) ed una
componente endocrina, ovvero gli isolotti che rilasciano gli ormoni pancreatici. Di un isolotto possono
essere colorati delle specifiche popolazioni cellulari, è stato visualizzato l’ormone, ad esempio. Per fare
un’immagine di questo tipo devo utilizzare una tecnica particolare, ovvero utilizzando degli anticorpi diretti
ad uno specifico obiettivo pancreatico e poi visualizzo questi anticorpi con un colorante, per esempio può
essere marrone, oppure si può usare un fluorocromo e per immunofluorescenza ottenere l’immagine. Ci
sono delle colorazioni istologiche generali, di cui le sovrane sono ematossilina ed eosina; ci sono delle
colorazioni istochimiche che fanno delle reazioni sul vetrino e visualizzano delle sostanze, come le sostanze
mucipare. Oppure possiamo usare una classe di colorazioni che utilizza anticorpi, molto più specifici.
Bisogna rendersi conto anche del contorno, per evidenziare un particolare può essere piuttosto difficile. Si
parte dall’obiettivo più piccolo per poi salire a poco a poco con quelli più grandi, perché non si riesce a
mettere a fuoco altrimenti.