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COSTRUISCI LA
Pubblicazione edita da
De Agostini Publishing S.p.A. n. 5
deagostini.com
SCAFO Manuale di architettura navale SCHEDA 43
La stiva
Tutto lo spazio dell’imbarcazione compreso al disotto
del primo ponte di batteria veniva denominato stiva,
area che fungeva quasi esclusivamente da magazzino.
La stiva poteva essere ripartita in locali più piccoli me-
diante pareti divisorie, costituite da sottili tramezzi di
legno, inseriti in corrispondenza dei puntelli e delle
costole. Il principale motivo di tali divisioni era che,
quando il moto ondoso si faceva violento, il carico do-
veva il più possibile rimanere bloccato per non far
spostare il baricentro della nave. Tutti gli oggetti e so-
prattutto ciò che poteva rotolare, come i numerosi ba-
rili che contenevano l’acqua, veniva ordinatamente
accatastato e legato strettamente ai puntelli.
I diversi ambienti della stiva erano in comunicazione
tra loro tramite aperture posizionate in maniera tale
da poter essere praticabili nonostante il notevole volu- Questo spaccato della poppa della Soleil Royal mostra
me del materiale presente. i diversi ordini di ponti armati e l’ampio vano della stiva.
La stiva delle imbarcazioni del periodo preso in esa-
me, infatti, ospitava moltissimi materiali. Pani di ghi- I ponti di batteria
sa o sassi costituivano la zavorra principale a cui si ag- Nei vascelli, salendo verso l’alto e superando quindi la
giungeva il peso delle ancore, delle canne dei cannoni linea di galleggiamento, si trovava il ponte più largo e
di scorta, della polvere da sparo e delle munizioni. strutturalmente più robusto di tutta la nave, il primo
Vi trovavano posto anche i rifornimenti di viveri: ac- ponte di batteria. Quest’ultimo era provvisto di aper-
qua potabile in barili, gallette e carne salata. ture verso l’esterno, che potevano essere ermetica-
Molto spazio era inoltre occupato dal materiale “di ri- mente chiuse in navigazione per evitare che le onde
spetto”: con questo termine venivano indicate le vele, penetrassero nello scafo, ed era costituito da un unico
il cordame di riserva e il legname per le riparazioni. vano che correva da prua a poppa. Vi erano installati i
cannoni di maggiore calibro e serviva anche da allog-
Il ponte di corridoio gio per l’equipaggio. Nelle fregate, invece, il ponte di
Nelle navi di maggiori dimensioni era utilizzato come batteria assolveva la funzione del ponte di coperta:
deposito anche il ponte di corridoio, se era posto a un nella sezione posteriore ospitava gli alloggi del coman-
livello inferiore della linea di galleggiamento. Non si dante – nelle unità inglesi – oppure del comandante e
trattava di un vero e proprio ponte, poiché non era ap- del primo ufficiale – nelle unità francesi. I tramezzi
poggiato a bagli ma collegato direttamente al fasciame: che delimitavano le cabine erano comunque facilmen-
era piuttosto un sopralzo che correva ai lati della stiva. te amovibili: dovevano infatti poter essere rapidamen-
Il ponte di corridoio fungeva da deposito solo nelle na- te smontati in caso di combattimento, lasciando il
vi a più ponti di batteria: nelle fregate (che avevano un ponte completamente sgombro da prua a poppa.
solo ponte di batteria) forniva alloggio all’equipaggio, Proseguendo verso l’alto il calibro dei cannoni dimi-
nella sezione anteriore, e quartiere per gli ufficiali, nuiva e così pure le dimensioni del secondo e dei suc-
nella sezione posteriore. cessivi ponti di batteria.
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TAVOLA 101
1
2 7
3 4 5 6
10
6
5
6 7
Il piano di calpestio
dei ponti, il tavolato
l disopra della super-
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TAVOLA 104
POPPA PRUA
3 4 6 5 4 3 2 1
1 2
La parte terminale della tavola (1) è sagomata per inserirsi nelle analoghe sedi ricavate sul trincarino (2).
1 2
La parte terminale della tavola (1) è tagliata a filo del trincarino (2) che non è sagomato.
Le tavole (1) non terminano nel trincarino (2) ma corrono parallele alla curva dello scafo.
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TAVOLA 106
ESEMPI DELL’ALTERNANZA DELLE GIUNZIONI
TRA LE TAVOLE DEL PONTE
4
1
2
A 3
5
A) Metodo “ogni tre”: tre corsi di tavole (1, 2, 3) avevano giunzioni sfalsate e “scalettate” tra loro
ed erano racchiusi tra due con giunzioni allineate (4 e 5).
B) Variante continentale del metodo “ogni tre”: le giunzioni delle tre tavole centrali erano sfalsate a “Z”.
C) Metodo “ogni quattro”: come “l’ogni tre” ma i corsi centrali erano quattro.
D) Metodo “ogni cinque”, variante francese.
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SCAFO Manuale di architettura navale SCHEDA 45
p Questo spaccato del Fleuron evidenzia bene i tre ordini di ponti e le diverse sagome che poteva assumere il trincarino.
ome già detto quando si è trattato della chiglia Sono da segnalare differenze di forma tra gli elemen-
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TAVOLA 107
EVOLUZIONE FORMALE DEL TRINCARINO
1 2
3
4
1
2
4
A) Il trincarino svolgeva prevalentemente
una funzione di scolo per l’acqua
ed era posto sopra il tavolato (1670 circa).
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TAVOLA 108
SCHEMI DI CHIODATURA DELLE TAVOLE
Nella maggior parte dei vascelli, le assi In taluni casi, invece, le assi di questo ponte
che componevano il ponte di corridoio erano rimovibili, ossia potevano essere eliminate
erano fisse, ossia inchiodate ai bagli. per aumentare lo spazio a disposizione.
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SCAFO Manuale di architettura navale SCHEDA 46
B
B
p La precisione di dettaglio di questo pregevole modello della Sovereign of the Seas, opera di Francesco Murgante,
permette di cogliere la struttura della mastra di un albero (A) e dell’argano (B). Si noti anche come tutti i tronconi
che costituiscono l’albero venissero legati fra loro con diverse funi.
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TAVOLA 109
STRUTTURA DELLA MASTRA DI UN ALBERO
5
1
4
1
p Per fissare l’albero alla mastra venivano utilizzati cunei di legno, il cui insieme era detto buccellato. Questi elementi (freccia
blu nella fotografia) sono ben visibili nel Prince, magistralmente riprodotto dal modellista Alberto Cosentino.
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TAVOLA 110
A B C
1
1
1 2
3
A) L’insieme dei cunei di legno (1) che avevano B) I cunei venivano rivestiti da un cappuccio C) Un altro metodo per proteggere l’apertura
la funzione di tenere fissato l’albero all’interno di cuoio, sagomato a spicchi (1) i quali erano della mastra dalle infiltrazioni d’acqua
della mastra e di conferirgli la necessaria poi cuciti tra loro per aderire più efficacemente era rappresentato dalla copertura dei cunei
inclinazione, era detto buccellato. alla curvatura dell’albero. Infine, per fissare mediante una cappa di tela cerata (1), avvolta
il cappuccio al tavolato, si usavano i chiodi (2). attorno all’albero con funi (2), e inchiodata
al tavolato del ponte (3).
SCAFO Manuale di architettura navale SCHEDA 47
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TAVOLA 111
STRUTTURA DI UN BOCCAPORTO
3 8
5
6
8 6 5
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TAVOLA 112
BOCCAPORTI DI GRANDI DIMENSIONI
PER CARICHI INGOMBRANTI
Alcuni boccaporti destinati al carico di merci, armamenti o vettovaglie, potevano essere di notevole
larghezza. In questi casi i quartieri erano più di uno e venivano disposti su più file (A),
appoggiate su un traversino centrale asportabile al bisogno (B).
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SCAFO Manuale di architettura navale SCHEDA 48
Tipologie di copertura
dei boccaporti
ome anticipato nelle pagine precedenti, le di-
Carabottini o paiolati
I carabottini, detti anche paiolati, erano strutture a
griglia rimovibili, composte da piccole travi di legno
incrociate, incastrate e tenute unite con semplici
chiodi (vedi tavola 113).
I carabottini venivano principalmente installati nelle
aree dell’imbarcazione in cui la luce e l’aria dovevano
circolare liberamente, quali sentine, osteriggi o locali
igienici. Potevano costituire coperture di passaggi che
grazie alla possibilità di essere rimosse permettessero p In questa precisissima riproduzione del Fleuron,
sono chiaramente visibili i paiolati che ricoprono la superficie
di ispezionare le parti sottostanti, offrendo contem- vicina alla mastra dell’argano.
poraneamente una solida pavimentazione.
I paiolati formavano, ad esempio, le coperture dei Osteriggi e tambucci
boccaporti, in alternativa ai quartieri, e i piani di Su alcuni boccaporti del ponte di coperta, soprattut-
calpestio della polena e dei passavanti, i due corridoi to se utilizzati per il carico di merci ma anche per la
laterali che univano il castello di prua al cassero di circolazione dell’aria, venivano collocate armature
poppa sui vascelli del XVIII secolo. vetrate semplici o con ante anch’esse vetrate. Que-
Più propriamente, il termine paiolato indicava il pia- ste armature, dette osteriggi, potevano rimanere se-
no di calpestio delle imbarcazioni minori, quali le miaperte per far affluire aria e luce (vedi tavola 114).
lance, e la copertura dell’intercapedine tra il fascia- Vi erano poi boccaporti, destinati al passaggio di per-
me esterno del fondo e il fasciame di stiva, zona in sone, a cui si accedeva attraverso una struttura mu-
cui il ristagno d’acqua era consistente. nita di porte che prendeva il nome di tambuccio.
Un’altra area in cui si ritrovava questo elemento era
la postazione del timoniere che, sui galeoni del XVII
secolo, veniva mantenuta asciutta grazie a una pe-
dana formata da un carabottino.
Con il termine paiolato, infine, si indicavano pure le
divisioni costituite da tavole posate orizzontalmente
a sostegno e protezione del carico nella nave.
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TAVOLA 113
B C
D
A
E
Il carabottino o paiolato è una tipologia di copertura di boccaporto rimovibile dalla struttura a griglia. La costruzione prevedeva che solo gli elementi
trasversali presentassero delle gole sulla faccia superiore, con una profondità compresa fra un terzo e metà del loro spessore. In questi spazi erano
incastrati ortogonalmente dei travetti longitudinali, con la stessa larghezza, e spessi tanto quanto erano profonde le gole. Questi ultimi elementi
erano posizionati ad angolo retto per garantire che la superficie di calpestio risultasse omogenea e robusta.
SCAFO Manuale di architettura navale SCHEDA 48
p Sulla prua de L’Aurore sono visibili diverse aperture: due piccole bocchette di ventilazione (A), un boccaporto detto fossa
dei leoni (B). Sul ponte di coperta, in posizone centrale, vi è un grande boccaporto chiuso da quartieri (C).
Lucernari
Queste grandi finestre furono adot-
tate estesamente solo dopo la prima
metà del diciannovesimo secolo,
mentre nel periodo precedente si
ritrovavano perlopiù su yacht olan-
desi (fin dagli inizi del XVII secolo)
e sul cassero o sul casseretto delle
navi da guerra britanniche. Le cor-
nici dei lucernari erano di legno fi-
no alla fine del XIX secolo, quando
furono sostituite con strutture me-
talliche. Le grate protettive poteva-
no essere costruite con acciaio o fi-
lo di ottone inseriti nelle cornici.
In sintesi, le diverse aperture prati-
cate sui ponti assumevano le se-
guenti denominazioni: boccaporto,
se l’apertura serviva per il passaggio
del carico; boccaporto o tambuc-
cio, se permetteva il transito di per-
sone; osteriggio, se consentiva la
circolazione di aria e luce; infine,
lucernario, se era destinato esclusi- p Accanto alla campana dell’Aurore è ben evidente un tambuccio di grandi
vamente all’illuminazione naturale. dimensioni che permetteva di scendere al ponte sottostante stando eretti.
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TAVOLA 114
TAMBUCCIO OSTERIGGIO
Strutture a coronamento
della fiancata, capodibanda
e impavesata
C
B
p Sulla fiancata della splendida riproduzione della Renommée di Alberto Cosentino sono ben evidenti l’impavesata
con i sabordi per i cannoni (A), le battagliole (B) e il parapetto (C).
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TAVOLA 115
4 8 7
5
3
6
1
1) Fasciame esterno. 2) Scalmotto. 3) Capodibanda. 4) Impavesata. 5) Cavigliera. 6) Candeliere o battagliola. 7) Parapetto. 8) Caviglia.
SCAFO Manuale di architettura navale SCHEDA 49
A C
B
p L’inquadratura dall’interno del ponte della Renommée mostra come il capodibanda (A), sotto cui termina l’impavesata, offra
il supporto alle battagliole (B) e al parapetto (C).
zione diffusa sulle navi mercantili, le assi di legno era- dell’equipaggio, garantendo così un’ulteriore protezio-
no più sottili e strette di quelle della fiancata; nelle na- ne alle bordate nemiche. L’impavesata poteva anche
vi di linea, invece, l’impavesata formava una struttura trovarsi in posizione intermedia rispetto al ponte e al
unica con il parapetto e incorporava i sabordi (le feri- parapetto. Nel disegno di sinistra della tavola 116, l’im-
toie da cui venivano puntati i cannoni) costituendo co- pavesata era costituita dal tratto di fasciame compreso
sì una sorta di muro protettivo per i cannonieri: in que- tra il ponte e il capodibanda. Dal capodibanda fuoriu-
sto caso le assi di rivestimento assumevano dimensio- scivano poi altri elementi, le battagliole o candelieri –
ni e spessore notevoli. In talune situazioni, come si evi- quest’ultimo termine veniva utilizzato più propria-
denzia nel disegno a destra della tavola 116, l’impave- mente per le navi in ferro –, che venivano fissate ac-
sata, che si concludeva con il capodibanda, offriva il canto agli scalmotti. A coronamento delle battagliole
punto di aggancio per una serie di montanti sagomati a era disposto un listone di legno, meno robusto del ca-
“U”, detti bastingaggi, in cui erano stivate le amache podibanda, con la funzione di parapetto. L’impavesata
assumeva anche il nome di discolato e all’esterno della
Il San Felipe di Marco Falcioni, è stato ricostruito molto nave era delimitata dalla cinta (o incinta) del discola-
fedelmente e si presta a evidenziare il parapetto del castello to, ossia una larga fascia sagomata. La superficie ester-
sostenuto da colonnine tornite (A) e il parapetto longitudinale na dell’impavesata veniva chiamata fregiata o frisata e,
(B), che sovrasta i sabordi dei cannoni. soprattutto sui vascelli di maggior prestigio, ospitava
articolate decorazioni, fregi o dipinti.
Parapetto
B Anche se il termine è stato utilizzato per indicare i
A corrimano longitudinali, nel periodo preso in esame
dal Manuale i parapetti veri e propri erano rappre-
sentati dalle impavesate disposte trasversalmente
sui casseri e sui castelli. Come la maggior parte degli
elementi situati sulle zone più elevate dei vascelli di
linea più importanti, anche in questo caso il para-
petto costituiva un importante elemento decorativo.
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TAVOLA 116
10
1 2 5
7
7
5
6
3
9
1) Battagliola o candeliere. 2) Bittone. 3) Scalmotto. 4) Bastingaggi. 5) Capodibanda. 6) Incinta del discolato. 7) Ponte. 8) Parapetto.
9) Fasciame esterno. 10) Sabordo (feritoia per il cannone).
SCAFO Manuale di architettura navale SCHEDA 50
Strutture collegate
all’impavesata,
bastingaggi e passacavi
pplicate sulla superficie interna dell’impavesata conclusione del loro turno facevano prima riposo e
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TAVOLA 117
DIVERSE TIPOLOGIE DI BASTINGAGGI
A B
A) Bastingaggio fissato all’interno della murata B) La base del bastingaggio era fissata al parapetto
tramite due chiodi inseriti in una placchetta. con due fascette e, date le dimensioni, le estremità
Nel particolare sopra, in posizione centrale venivano collegate da un chiavistello.
sulla base del bastingaggio, è presente
un occhiello per il fissaggio sul capodibanda.
Nei due fori superiori veniva fatta passare una fune
che collegava insieme tutti i bastingaggi, in modo
da formare una sorta di parapetto.
C D
C) Il bastingaggio aveva tre punti di attacco D) Sulle imbarcazioni più recenti, risalenti alla fine
al capodibanda, due al centro e uno all’interno dell’Ottocento, la fascetta metallica per l’aggancio
della murata. Un’estremità del bastingaggio del bastingaggio si trovava totalmente all’interno
è sagomata a “U” per accogliere un corrimano della murata.
di legno (vista in sezione nel dettaglio sopra)
perché questo genere di bastingaggio
non si trovava ad altezza uomo, ma più in basso.
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SCAFO Manuale di architettura navale SCHEDA 50
p Sull’esterno della murata della Renommèe di Alberto Cosentino si nota un passacavo per le manovre delle vele molto decorato.
facile da ripiegare e arrotolare per poter essere stiva- Le tipologie di passacavi più antiche erano costitui-
to. Le brande formavano una specie di ampia sacca, te da strutture di legno, fissate saldamente all’impa-
in cui il marinaio restava ben avvolto, appesa nel- vesata, nelle quali trovavano generalmente posto
l’area dedicata al riposo mediante quattro anelli cu- una o più carrucole in cui scorrevano i cavi (vedi ta-
citi agli angoli della tela. vola 118). L’estremità di questa specie di puntello
Concluso il periodo di sonno, la tela veniva riposta era sagomata con un sottosquadro per potervi avvol-
nel bastingaggio il quale assolveva quindi una doppia gere il cavo, dopo che era passato nella carrucola.
funzione: ridurre l’ingombro degli oggetti presenti sul Nelle carrucole venivano inserite le manovre di for-
ponte e offrire protezione contro i colpi dell’avversa- za (che verranno definite in dettaglio nel seguito del
rio. Le misure della branda, infatti, erano talmente Manuale) delle vele maggiori.
ampie che, arrotolando la tela su se stessa per sette, Sui galeoni e fino agli inizi del Settecento è documen-
otto volte, questa offriva una barriera sufficiente ai tata una tipologia di passacavo privo di carrucola con
colpi delle armi da fuoco dell’epoca (che erano ad il foro ricavato nella murata e, come elemento di ag-
avancarica e impiegavano pallini di piombo). gancio per la fune, un listone trasversale fissato su
due bitte. Questa struttura è attestata prima delle ca-
Altri elementi applicati vigliere, elementi di cui si tratterà in seguito.
alle impavesate, i passacavi In epoche ancora più recenti, i passacavo si erano ri-
L’impavesata, oltre che fungere da parapetto, prote- dotti a semplici fori, ricavati sempre all’interno del-
zione per i marinai impegnati nei combattimenti e la murata, e dotati di carrucole con la possibilità di
supporto per i bastingaggi, essendo costituita da ro- ospitare un numero elevato di cavi (vedi disegni in
busti listoni di legno, serviva anche da zona di ag- basso della tavola 118): a causa dell’aumento degli
gancio per diversi accessori necessari alle operazio- alberi, infatti, cresceva anche il numero delle vele e
ni di navigazione, tra cui i passacavo. delle funi che le governavano.
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TAVOLA 118
A) Passacavo con carrucola, B) Altra tipologia di passacavo C) Tipologia più recente, impiegata D) Lo stesso passacavo del disegno
applicato alla murata. Attraverso fissato all’interno della murata, fino agli inizi del Settecento. C visto all’esterno della nave.
le carrucole passavano le manovre poco dissimile dal disegno A. Il passacavo era ricavato direttamente Dopo aver attraversato il foro
delle vele maggiori che venivano Nella carrucola scorreva il cavo nella murata, in una fascia di legno del passacavo, la manovra entrava
poi avvolte intorno all’estremità applicato direttamente alla vela. morbido in maniera che la fune in un secondo foro, esterno
superiore sagomata. Tipologia non si rovinasse per lo sfregamento, alla murata e si collegava alla vela.
di passacavo utilizzata e non era più presente la carrucola.
soprattutto su imbarcazioni Il cavo, dopo essere passato
con vele di ridotte dimensioni. nel foro, veniva avvolto in un listone
trasversale posto su due bitte.
E 1
F G H
2
201
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TAVOLA 119
2
1
1 3 3
4
3
1 3
2 4
2
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TAVOLA 121
3
2
2
5
3
4
1
4
p Il tetto ad arco del barcarizzo aperto sul secondo ponte del Prince di Alberto Cosentino è sostenuto da due cariatidi.
analisi del complesso dello scafo si soffermerà Questa vera e propria porta si trovava a livello del se-
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TAVOLA 122
TIPOLOGIE DI BARCARIZZO
B C
A) Barcarizzo con tetto ad arco semplice, sostenuto da due braccioli, e privo di ballatoio.
Questo tipo divenne il più comunemente adottato sul finire del XVIII secolo.
B) Barcarizzo con tetto ad arco composto, sostenuto da colonnine, attestato intorno al 1756. Il ballatoio
è delimitato da colonnine e ha il parapetto. I gradini della scala sono disassati rispetto all’apertura.
C) Barcarizzo del Prince (1670). Il tetto ad arco semplice è sostenuto da due cariatidi, il ballatoio è formato
dal prolungamento del parasartie di maestra e il piano di calpestio è un carabottino.
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SCAFO Manuale di architettura navale SCHEDA 52
p Su una nave di epoca moderna qual è l’Amerigo Vespucci, p Sulla murata dell’Antilia di Jacques Rivaud brillano
il barcarizzo diventa un semplice “taglio” nel corrimano le ribattiture di ottone degli ombrinali, che all’epoca erano
dell’impavesata a cui si accede da una scaletta con ballatoio. realizzate in piombo (l’ottone è una lega inventata più tardi).
207
208
TAVOLA 123
TECNICHE COSTRUTTIVE DEGLI OMBRINALI
A B
1 1
3
3
2
2
4 4
C D E F
A) Ombrinale realizzato con un blocco di legno scavato e inserito nella murata. Legenda
B) Ombrinale realizzato con una canalina di piombo ribattuta all’interno e all’esterno della murata. 1) Ponte.
C) Ombrinale ricavato sul trincarino. 2) Ombrinale.
D) Ombrinale ricavato sul ponte. 3) Murata.
E) Ombrinale del Canopus, XVIII secolo ca. 4) Trincarino.
F) Ombrinale del 74 cannoni Ramillies, fine del XVII secolo ca.
ATTREZZATURE Manuale di architettura navale SCHEDA 53
p Gru di capone con la tipica decorazione inglese a testa di gatto del vascello da 74 cannoni Achilles, opera di J. Marc Babalian.
analisi degli elementi che compongono la strut- conferenza della gomena dell’ancora era di ben 60
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TAVOLA 124
STRUTTURA DELLA GRU DI CAPONE
1
2
3
4
6
9
7
1) Bitte. 2) Cavo del paranco di capone. 3) Cavo di fissaggio dell’ancora usato nell’ultima fase
di bloccaggio di questa contro la murata. 4) Gru di capone. 5) Cavatoie con pulegge.
6) Bozzello. 7) Cicala. 8) Gomena. 9) Bracciolo.
210
ATTREZZATURE Manuale di architettura navale SCHEDA 53
p In alto a sinistra si nota come la gru di capone, grazie alla sua sporgenza, permettesse di tenere l’ancora discosta dallo scafo.
Il robusto paranco di cui era dotata (in alto a destra), completo di bozzello, reggeva la cicala dell’ancora.
Struttura della gru di capone detto paranco di capone. Le due gru di capone erano
Questa tipologia di gru era costituita da una trave che sistemate in posizione simmetrica e venivano spesso
sporgeva da prua ed era fissata saldamente sul ponte decorate, soprattutto sui vascelli maggiori. Tra le raffi-
del castello (vedi tavola 124). gurazioni più comuni per le navi inglesi vi era la testa
Su questo braccio erano praticate delle cavatoie con di gatto, motivo per cui in inglese la gru di capone vie-
pulegge nelle quali si avvolgeva il cavo del paranco, ne denominata cathead, testa di gatto.
p In questa inquadratura dall’alto della prua della Renommée di Eric L’Emaillet, si nota bene la modalità di fissaggio delle due gru
di capone sul ponte di castello: il braccio della gru veniva inchiavardato sul ponte mediante grossi bulloni, indicati dai cerchi rossi.
211
TAVOLA 125
TIPOLOGIE DI GRU DI CAPONE
B
A
C D
A) Gru di capone di vascello inglese decorata con testa di gatto, metà XVII secolo.
B) Gru di vascello di grandi dimensioni con braccioli laterali, metà XVIII secolo.
C) Gru con doppia cavatoia per pulegge, XVI-XVII secolo circa. Nell’anello veniva inserito il cavo del paranco.
D) Gru di capone con bracciolo inferiore di sostegno, metà XVIII secolo.
E) Gru di capone a braccio semplice per navi minori. A sinistra, braccio diritto; a destra, braccio inclinato.
212
ATTREZZATURE Manuale di architettura navale SCHEDA 54
213
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TAVOLA 126
Mentre la gru di capone teneva sollevata la cicala, il gancio del bozzello inferiore della gru del pescatore afferrava l’ancora
per il diamante in modo da portare il fusto in orizzontale.
TAVOLA 127
STRUTTURA DELLA GRU DEL PESCATORE
A
C D
E 2
G
F
6
5
4 7
A) Vista laterale di una gru inglese. B) Vista laterale di una gru continentale. C) Vista superiore del ponte
di coperta di un vascello continentale. D) Vista superiore del ponte di coperta di un vascello inglese.
E) Le tre proiezioni ortogonali del braccio della gru. F) Vista frontale e in sezione dell’anello
di fissaggio sul ponte. G) Gru in azione e sistema di paranchi.
1) Braccio a sezione quadrata. 2) Golfari per agganciare il braccio all’albero o al paranco per posizionarlo
e trattenerlo. 3) Insieme di funi che passavano attraverso i golfari per poter maneggiare il braccio.
4) Anello per bloccare il braccio sul ponte. 5) Anello in riposo. 6) Paranchi. 7) Gancio. 8) Ponte.
215
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TAVOLA 128
C D
A) Tavole di ispessimento che proteggevano parte della fiancata e delle lande che si trovavano nella traiettoria dell’ancora.
In caso di danneggiamento era più semplice sostituire queste che l’intero corso di fasciame (vascello del 1741 circa).
B) Situazione in cui le tavole di protezione arrivavano fino al parasartie (vascello del 1760 circa).
C) Il sistema di protezione della murata è qui costituito da un cuneo, la scarpa, entro cui è ricavata una gola che ospita
la marra dell’ancora (Victory, 1804).
D) In questo esempio, la protezione più spesso utilizzata per gli ancorotti giungeva a sormontare il parasartie e arrivava all’altezza
del capodibanda perché la marra dell’ancorotto veniva agganciata sopra al corrimano (vascello da 80 cannoni, 1808 circa).
Istruzioni di montaggio SCHEDA 43
Listelli di rivestimento esterno
A
43A Recupera gli elementi per il pagliolato
forniti nel fascicolo 42. Incastrali
gli uni negli altri in modo da ottenere
un nuovo pezzo di forma quadrata.
1
B
1. Listelli da 2x5x250 mm
85
43
F G
43F Continua ad adattare l’ultimo listello installato. Incidi 43G Aggiungi i listelli necessari a completare la striscia,
e asporta la porzione che ostruisce le aperture delle feritoie. oltrepassando lo specchio di poppa. Quindi taglia l’eccedenza
a filo della poppa e libera le feritoie usando il tagliabalsa.
H I
43H Applica un nuovo listello, fissandolo solo con della colla 43I Incolla ancora altri due listelli, dopo quello installato
a contatto, nella zona messa in evidenza dalle frecce rosse. nella fase H, in modo da completare la fila.
J K
43K Ecco conclusa la sessione
di montaggio. Come d’abitudine,
metti da parte i materiali avanzati
in attesa di utilizzarli in futuro.
86
Istruzioni di montaggio SCHEDA 44
Un’ancora e altri elementi
1 65
mm
3
4 30
mm
2
44A Usa il seghetto e dividi il listello
1. Cannoni della terza batteria – 2. Affusti di cannoni della terza batteria di noce in segmenti che ti serviranno
3. Tondino d’ottone da 3x100 mm – 4. Listello di noce da 2x6x300 mm per costruire il ceppo dell’ancora: due
5. Fusto di un’ancora lunghi 65 mm e quattro lunghi 30 mm .
C B
44B Appoggia sul piano di lavoro
uno dei segmenti da 65 mm e traccia
con la matita, al centro del pezzo,
due linee distanti fra loro circa 3 mm.
D E
44E Introduci il fusto dell’ancora nell’apertura del ceppo
e verifica che lo attraversi senza ostacoli.
87
44
F G H
mm
20
44F Prendi il lisciatoio e passalo 44G Osserva la foto con attenzione: 44H Ecco come deve risultare il ceppo
su tutte le superfici del ceppo, in modo devi impiegare il seghetto per smussare al termine dell’intervento. Leviga le zone
da eliminare ogni eventuale dislivello. gli angoli del ceppo (sagoma bianca), di taglio con della carta abrasiva a grana
eliminando una striscia di legno fine e metti da parte il pezzo perché
della misura indicata. lo dovrai usare solo in seguito.
J K
88
Istruzioni di montaggio SCHEDA 45
Listelli di rivestimento esterno
A
45A Recupera il ceppo dell’ancora,
allestito nella scheda 44. Ricoprilo
tutto con uno strato di vernice
e attendi che si sia essiccato.
C B
89
45
F G 45G Recupera il fusto
dell’ancora fornito
con il fascicolo 44.
Introducilo nel foro
del ceppo, orientando
verso l’alto la faccia
con i chiodini.
Distribuisci qualche
goccia di colla sui due
pezzi e metti da parte
l’ancora così completata.
H I
45H Dedicati ancora alla copertura della fiancata. 45I Completa la striscia attaccando un terzo listello
Applica e fissa con la colla altri listelli sopra alla fila che oltrepassi lo specchio di poppa.
installata nell’ultima sessione di lavoro. Poi taglia l’eccedenza a filo dello specchio con il seghetto.
J K
90
Istruzioni di montaggio SCHEDA 46
Cannoni e relativi affusti
A
46A Ricoprirai ora la parte inferiore dello scafo:
applicherai i listelli partendo dalla falsachiglia,
5ª
risalendo poi verso le feritoie.
Recupera alcuni listelli avanzati
3 in precedenza e immergili
nell’acqua tiepida per ammorbidirli.
2 Usa la colla a contatto
per fissarne uno che,
a partire dal centro
1 della quinta
ordinata,
superi
la prua.
1. Cannoni – 2. Affusti di cannoni – 3. Chiodini
D E
46D Prepara un segmento che vada dal centro 46E Disponi un ultimo listello che, dal centro dell’ottava
della quinta al centro dell’ottava ordinata. ordinata, oltrepassi la poppa. Più ti avvicini alla poppa,
Fissalo con colla a presa rapida e chiodini.
8ª maggiore è la pressione che devi esercitare sul listello
Fai sempre in modo che i listelli siano 8ª perché resti aderente al profilo della falsachiglia.
perfettamente incollati alle ordinate In questa zona non servono chiodini,
e tra di loro. è sufficiente la colla a presa rapida
e qualche semplice spillo
per mantenere
momentaneamente
in tensione il listello.
5ª
91
46
F G
7ª
4ª
46F A fianco del primo, incolla un altro listello che, dal centro 46G Aggiungi, impiegando sempre la colla, un nuovo listello:
della quarta ordinata, oltrepassi appena la prua. Usa qualche deve andare da metà della quarta a metà della settima
chiodino per fissarlo e sagomalo con il tagliabalsa come in foto. ordinata. Completa il fissaggio adoperando qualche chiodino.
H
7ª 46H Prosegui la copertura con altri pezzi:
uno (A) da metà della settima
9ª a metà della nona ordinata
A e un altro (B) che da questo punto
oltrepassi la poppa.
92
Istruzioni di montaggio SCHEDA 47
Listelli di rivestimento
A
1. Listelli da 2x5x250 mm
C
47C Concludi
la striscia
con un terzo
pezzo. Taglia
l’eccedenza a filo
dello specchio
di poppa,
con il seghetto.
93
47
F G
47G Lavora sull’altro lato della nave procedendo con una nuova
47F Completa la striscia a poppa con un ultimo listello. fila di listelli. Applica i primi due a partire dalla prua.
Infine elimina l’eccedenza con il seghetto.
I
H
94
Istruzioni di montaggio SCHEDA 48
Un’ancora e altri elementi
A
5
1
3
2 4
48A Usa il seghetto per ricavare dal listello di noce 2 segmenti
lunghi 65 mm e altri 4 di 30 mm. Stendi della colla a contatto
1. Cannoni – 2. Affusti di cannoni – 3. Fascetta e fissa i pezzetti per formare il ceppo, facendo riferimento
d’ottone da 3x100 mm – 4. Listello di noce anche alle fasi della sessione di montaggio della scheda 44.
da 2x6x300 mm – 5. Fusto di un’ancora Con il seghetto taglia i quattro angoli del ceppo.
Usa il lisciatoio per conferire al ceppo la sua forma finale.
C
B
48C Adatta la lunghezza del chiodino tagliandolo. Disponi 48B Prendi la fascetta d’ottone e appoggiala sul ceppo,
una goccia di colla cianoacrilica e assesta qualche colpo leggero come mostra la foto. Con la punta di un trapano pratica
con un martelletto, in modo da unire bene la fascetta al ceppo. un foro sufficientemente ampio da poter inserire un chiodino
e profondo circa 3 mm (deve attraversare la fascetta).
D E
95
48
F G
48G Recupera
5ª lo scafo e prepara
alcuni listelli
per proseguire
il rivestimento:
immergili nell’acqua
tiepida per farli
ammorbidire,
quindi asciugali.
Incolla il primo
segmento sulla prua,
cominciando
dal centro
della quinta ordinata
48F Infila il fusto dell’ancora all’interno e oltrepassando
del foro del ceppo, cospargendo prima la falsachiglia
con un poco di colla le zone di contatto. nella zona di prua.
I chiodini che fissano le fascette d’ottone Quindi fissalo
devono essere orientati verso l’alto. con dei chiodini.
Riponi il pezzo così completato.
H I
8ª
8ª
5ª
J K
48K La sessione di montaggio
è così conclusa. Tieni da parte
i pezzi avanzati per il futuro.
96
Istruzioni di montaggio SCHEDA 49
A
Listelli di rivestimento 4ª
1. Listelli da 2x5x250 mm
49A Prosegui la copertura dello scafo applicando il primo
listello sulla zona della prua. Fissa il pezzo, che deve essere
lungo dal centro della quarta ordinata fin’oltre
C la falsachiglia, prima con la colla poi con alcuni chiodini.
49C Per completare la striscia, applica un ulteriore
segmento che oltrepassi la poppa, poi pareggialo
all’ultima ordinata con il seghetto. B
8ª
7ª
8ª
4ª
D
49B Incolla un nuovo listello, proseguendo verso poppa,
fino a raggiungere il centro della settima ordinata.
Infine, un terzo listello deve coprire la porzione
fra il centro della settima e il centro dell’ottava ordinata.
E
49E Prendi un segmento che sia lungo tanto
quanto lo spazio tra il centro della quarta
8ª e il centro della quinta ordinata e incollalo.
Con un altro copri la porzione
tra il centro della quinta
e il centro dell’ottava.
5ª
4ª
49D Lavora sullo stesso lato dello scafo e comincia una nuova
fila di listelli. Sali verso l’alto, incollando il primo segmento
sulla prua e sagomandolo alla curvatura, come indicato
nella foto. Ricorda sempre di applicare i listelli in modo
che sporgano a prua: in questa porzione dello scafo infatti
è più agevole tagliare le eccedenze che aggiungere materiale.
97
49
F G
49F Passa ora all’altro fianco del vascello e disponi altrettanti 49G Passa il lisciatoio, con movimenti regolari, sui listelli
listelli in modo da rendere simmetrico il rivestimento. che ricoprono la poppa: pareggiali all’ultima ordinata.
H I
4ª
49H Applica un nuovo segmento, per proseguire la striscia 49I Con un altro listello completa la fila e pareggia l’eccedenza
cominciata nella fase E: parti dal centro della quarta ordinata all’ultima ordinata di poppa, impiegando di nuovo il seghetto.
e oltrepassa la prua. Accorcia il listello a filo della falsachiglia.
Ripeti dall’altro lato per ottenere un risultato simmetrico.
J K
49J Con un ultimo listello, concludi il rivestimento anche 49K Ecco la porzione dello scafo ricoperta in questa sessione
sull’altro lato. Pareggia il pezzo all’ordinata terminale. di lavoro. Tieni da parte i listelli avanzati: li userai in futuro.
98
Istruzioni di montaggio SCHEDA 50
Elementi di una scaletta
A
7ª
1 5
B 4
4ª 3
2
21. Cannoni – 2. Affusti di cannoni
A 3. Gradini da 1x4x100 mm
4. Montanti della scaletta – 5. Chiodini
B
50A Riprendi il rivestimento dello scafo applicando due listelli
che coprano lo spazio che va dalla prua alla quarta (A)
e poi alla settima ordinata (B). Accostali bene ai segmenti
già posati e fissali con cura alle ordinate.
B A
D 8ª
7ª
C
50C Capovolgi lo scafo e prosegui la copertura della zona
delle feritoie per i cannoni. Incolla un listello dalla prua verso
il centro (A) e un secondo dal centro verso la poppa (B).
D
50D Applica
un listello finale (C)
per completare
la striscia. Elimina
C l’eccedenza a filo
dello specchio
di poppa con
il seghetto e ripeti 50E Sali verso il ponte aggiungendo una nuova striscia
B il rivestimento di listelli. Applica il primo in modo che sporga un poco
anche dall’altro lato dalla prua e verifica, come sempre, che combaci il più possibile
dello scafo. con il bordo superiore del listello sottostante.
99
50
F G
50F Recupera il tagliabalsa ed elimina l’eccedenza dei listelli 50G Usa altri due listelli per terminare la striscia e raggiungere
che chiude parzialmente le feritoie dei cannoni. la poppa. Se una porzione dei listelli dovesse ostruire le feritoie,
usa di nuovo il tagliabalsa per riaprirle.
H I
8ª
50H Procedi verso l’alto applicando una nuova fila. Il primo 50I Con altri due listelli termina la fila e oltrepassa lo specchio
listello deve rivestire lo spazio tra la prua e l’ottava ordinata. di poppa. Con il tagliabalsa libera le feritoie dalle eccedenze.
J K
50K Ecco come si presenta
lo scafo al termine di questa
sessione di lavoro. Conserva
i materiali avanzati, in attesa
di impiegarli in futuro.
100
Istruzioni di montaggio SCHEDA 51
Listelli di rivestimento
B
51B I tasselli
A quadrati che hai
preparato servono
da fondo alle feritoie C
dei cannoni e devono
essere applicati lì,
passando dall’interno
dello scafo. Cospargi
di colla a presa
rapida il bordo
dei pezzi, come
indicato nella foto.
51A Recupera i tasselli quadrati forniti
con le uscite 24, 25, 26, 31, 33, 36
e lì denominati cornici delle feritoie
dei cannoni. Stacca i pezzi dalla plancia, 51C Comincia
incidendo con il tagliabalsa il bordo a introdurre i tasselli
dei quadretti. Quindi levigali chiudendo le feritoie
con della carta abrasiva a grana fine. più in basso. Verifica
che i quadretti
restino ben aderenti
D alle aperture.
101
51
F G
51F Adesso passa sull’altro fianco della nave e chiudi 51G Dedicati ancora al rivestimento dello scafo, salendo verso
le feritoie anche qui, lasciando libere le sei centrali superiori. il ponte. Applica una fila di listelli partendo dalla prua,
come indicato nella foto. Utilizza sempre la colla a presa rapida.
H I
51H Aggiungi altri elementi e raggiungi la zona della poppa. 51I Impiega il tagliabalsa per eliminare eventuali eccedenze
dei listelli che ostruiscono le sei feritoie centrali. Concludi
l’operazione levigando i bordi con una limetta per unghie.
J K
51K La sessione di lavoro è così terminata.
Metti da parte il materiale avanzato,
perché lo impiegherai in seguito.
102
Istruzioni di montaggio SCHEDA 52
Due ancore e altri elementi
A
5
1 3
65
m 2 4
m
21. Anellini diam. 8 mm – 2. Cordino marrone
diam. 1,5 mm – 3. Fascette d’ottone da 3x100 mm
4. Listelli di noce da 2x6x300 mm
30 5. Fusti di due ancore
m
m
m
m
52D Recupera un altro segmento 20
da 65 mm e chiudi l’insieme come
illustrato nell’immagine. Con il lisciatoio
leviga tutta la superficie, in modo
da eliminare eventuali dislivelli.
103
52
F G
52F Prendi una fascetta d’ottone e impiegala per stringere 52G Usa il tronchesino per tagliare il gambo di un chiodino,
il ceppo quattro volte come mostra la foto J. Appoggia in modo che si adatti alla profondità del foro sul ceppo.
un’estremità della fascetta sul ceppo. Con una sottile punta Cospargi con un poco di colla cianoacrilica il chiodino e fissalo
di trapano pratica un foro che sia profondo circa 3 mm. nella fascetta, assestando leggeri colpi con un martelletto.
H 52H Avvolgi I
la fascetta
intorno al ceppo,
perché combaci
con l’estremità
già inchiodata.
Togli l’eccedenza
col tronchesino
e fissala con un
nuovo chiodino.
Nella foto piccola
puoi verificare
come risulta
a lavoro finito.
52I Seguendo lo stesso
procedimento realizza altre
tre fasciature. Rispetta
le distanze tra ciascuna,
come evidenzia la foto J.
J K
52K Fai passare i fusti delle due ancore all’interno dei fori e metti da parte
il tutto. Conserva i materiali avanzati in attesa di utilizzarli in futuro.
104
Istruzioni di montaggio SCHEDA 53
Alcuni listelli di rivestimento
A
4ª
B
53A Riprendi il rivestimento dello scafo, posizionando
un primo listello che dal centro della quarta ordinata
oltrepassi la falsachiglia di prua.
53C Applica C
un altro listello,
a ridosso del primo,
che arrivi al centro
della settima 4ª
ordinata.
Ferma con un chiodo
le estremità dei due
listelli sulla quarta
ordinata (cerchietto
rosso nella foto).
D E
8ª
7ª
8ª
53D Rivesti anche lo spazio fra i centri
della settima e dell’ottava ordinata.
105
53
F G
7ª 4ª
6ª
3ª
53F Comincia una nuova fila di listelli: disponi il primo 53G Sotto la fila applicata nella fase F, disponi un altro
dalla terza alla sesta ordinata e un altro dalla sesta elemento che dal centro della quarta ordinata superi
al centro della settima. la falsachiglia di prua. Lavorando in questo modo
è rimasto uno spazio vuoto (freccia rossa) che chiuderai dopo.
H
I
53I Prosegui
la fila
inchiodando
6ª
un listello
che vada
dal centro
della quarta
al centro
della sesta
ordinata. 4ª
J K
9ª
6ª
53K Ecco la tua Soleil Royal al termine di questa sessione
di montaggio. Riponi i listelli avanzati.
53J Concludi la fila fissando un segmento che vada dal centro della sesta al centro della nona ordinata. L’estremità
di questo listello, come mostra l’immagine, si trova a contatto delle strisce adiacenti, mentre al centro rimane una zona vuota
a forma triangolare. Lavora sull’altro fianco dello scafo e rivestilo fino allo stesso livello, in modo che risultino simmetrici.
106
Istruzioni di montaggio SCHEDA 54
Elementi di una scaletta
A
5
mm
35
mm
65
1 2 4
3
1. Montanti della scaletta – 2. Gradini da 1x4x100 mm
3. Listello di noce da 2x4x300 mm – 4. Listello
di noce da 5x5x300 mm – 5. Chiodini
54A Con il listello quadrato (n. 4 nella foto accanto) realizzerai
le bitte per gli alberi di mezzana e di trinchetto. Utilizza
il righello e la matita e traccia delle linee in modo da definire
un segmento da 65 mm, uno da 35 mm e quattro da 18 mm.
C
B
1
m
18 m
m
m 18 m
18 m
A B
54B Prendi un seghetto e dividi in due parti il listello quadrato: 54C Userai i pezzi da 18 mm (indicati con 2, nella foto B)
il pezzo 1 è lungo 100 mm (65 + 35 mm), il pezzo 2 è lungo 200 per creare i montanti delle bitte degli alberi. Su ciascuno di essi
mm (4 segmenti da 18 mm e un avanzo di 128 mm). traccia con la matita i due segni evidenziati dalle frecce:
A si trova a 5 mm dall’estremità del listello, B ad altri 5 da A.
D E
54D Impiega un tagliabalsa ben affilato per ricavare una tacca,
basandoti sui segni di matita. La tacca dovrà essere profonda
fino a metà del montante. Procedi eliminando un truciolo
alla volta per non danneggiare il pezzo.
107
54
F G
54F Sagoma ciascuna faccia dell’estremità del montante con 54G Dopo che hai concluso la sagomatura, taglia il listello
un incavo triangolare. Serviti di un tagliabalsa o di una lima in modo che il segmento appena lavorato risulti lungo 18 mm.
triangolare. Prima di cominciare osserva le foto successive.
H I
35 mm 65 mm
K
J
108