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INDICE
1.1 – I L P A R C O D E L L ’A L T A M U R G I A . Pag…………….. 1
Cenni sull’iter istitutivo del Parco.
Con decreto del Presidente della Repubblica del 10 marzo 2004 viene
istituito il Parco nazionale dell’Alta Murgia e l’Ente parco. Fra adesioni,
tensioni, confronti e opposizioni la storia del Parco Nazionale dell’Alta
Murgia è continuata fino a qualche mese fa. L’effetto di tale ritardo
nell’istituzione dell’Ente di tutela e nell’attuazione di strategie e politiche
territoriali ha prodotto continui stravolgimenti dell’ambiente murgiano
compresi i rimodellamenti del perimetro protetto, le trasformazioni
fondiarie e ulteriori cambiamenti di destinazione d’uso (spietramento, cave,
discariche abusive, ecc.).
1
Colle, Cassano delle Murge, Grumo Appula, Toritto, Bitonto, Ruvo di
Puglia, Corato (Figura 1,2).
2
1.2 – Lineamenti geologici, morfologici e idrogeologici
F ig u r a 3
a ) G e o lo g ia
schematica della
F o s s a b r a d a n ic a e d
aree limitrofe. b)
S e zio n e a t t r a v e r s o i
terreni appenninici
(Catena), Fossa
b r a d a n ic a
(Avanfossa), Murge-
Gargano
(Avampaese)
(SOCIETÀ
GEOLOGICA
ITALIANA, 1999)
3
Figura 4 - Scala del tempo geologico
4
Le Murge si presentano come un esteso altopiano calcareo, allungato in
direzione NO-SE, omogeneo dal punto di vista geologico e geomorfologico
essendo stato interessato dalla medesima evoluzione tettonico-sedimentaria
( P I E R I , 1980). Nell’ambito della potente successione carbonatica delle
Murge (circa 5.000 m), si distinguono le formazioni del "Calcare di Bari",
di età cretacea inferiore e superiore (Figura 4) (Barremiano-Cenomaniano,
da 138 a 91 M.a.), e del "Calcare di Altamura", di età cretacea superiore
(Turoniano sup.-Maastrichtiano, da 88 a 66 M.a.); esse costituiscono
l'ossatura dell'altopiano.
5
Man mano che il bacino si approfondisce, sulla "Calcarenite di Gravina"
si accumulano argille, argille marnose e silts argillosi riferibili alle
"Argille subappennine" (Pleistocene inferiore, 1,5 M.a.). Tale unità
comprende i sedimenti di maggiore profondità della successione della
Fossa bradanica; infatti, a partire da questo momento ha inizio un graduale
sollevamento regionale, documentato prima dalle "Sabbie di Monte
Marano" e successivamente dal "Conglomerato d’Irsina” (Pleistocene
inferiore-medio, da 1,5 a 800.000 M.a.).
Foto 1 - Scarpata del costone bradanico dell’Alta Murgia (R. Lopez, 2001)
6
L’altopiano è suddiviso in due blocchi principali: il primo nella parte
nord-occidentale, corrispondente all’Alta Murgia con le quote più alte
dell’intero massiccio (monte Caccia 680 m, Serra Ficaia 672 m, ecc.), il
secondo, più a SE, è rappresentato dalla Murgia sud-orientale (Murgia dei
Trulli) che mediamente non supera i 500 m. Fra questi due “alti strutturali”
si estende un’area depressa, che costituisce la sella di Gioia del Colle.
Figura 5 - Paleogeografia delle Murge e della Fossa bradanica durante il Pliocene superiore-
Pleistocene inferiore (SOCIETÀ GEOLOGICA ITALIANA, 1999)
7
Foto 2 - Lama fra i pascoli rocciosi dell'Alta Murgia (R. Lopez, 2001)
8
dei comparti civile, agricolo ed industriale. Murge, Gargano e Salento
svolgono, quindi, la funzione di veri e propri serbatoi di acqua dolce
idraulicamente connessi. A causa di queste caratteristiche, l’Alta Murgia
rappresenta il luogo di formazione della falda acquifera essenziale per le
zone sottese. In quanto tale, essa è considerata dal Piano Regionale di
Risanamento Acque ( A R T . 4, L.S. N° 319/76; P . R . R . A ., L . R . N ° 24/83) come
“zona di possibile emungimento e di salvaguardia idrogeologica” (Fig. 6).
Figura 6 - S e zio n e id r o g e o lo g ic a s c h e m a t ic a d e l l ’ a c q u i f e r o m u r g i a n o i n d i r e zi o n e S O -
NE (SOCIETÀ GEOLOGICA ITALIANA 1999). Legenda: 1) depositi conglomeratici e
c a l c a r e n i t i c i ( P l e i s t o c e n e ) ; 2 ) c a l c a r e n i t i e a r g i l l e (P l i o - P l e i s t o c e n e ) ; 3 ) c a lc a r i e
d o l o m i e ( C r e t a c e o ) ; 4 ) a c q u a s a la t a ; 5 ) a c q u a d o l c e ; 6 ) s u p e r f i c i e p i e zo m e t r i c a
9
1.3 - I suoli dell’Alta Murgia
Figura 8 - Andamento schematico delle quote all'interno del perimetro del Parco
10
Nel Progetto ACLA 1 la parte preponderante del documento è quindi
rappresentata da geomorfologia, litologia ed uso del suolo, determinati per
via foto-interpretativa, invece i dati sui suoli vengono avviati nell’ambito
del Progetto ACLA 2 ed integrati e perfezionati con il Progetto Interreg II
(Tavola I).
Tabella 1 – UTS pedologiche all’interno del Parco dell’Alta Murgia (dal Sistema
Informativo dei Suoli della Regione Puglia 2002, modificato)
DIM2/ BRE1/ SFE2 LITHIC MOLLIC HAPLOXERALF fine/ LITHIC ARGIXEROLL fine/ TYPIC
PALEXEROLL very fine
DIM2/ SFE2 LITHIC MOLLIC HAPLOXERALF fine/ TYPIC PALEXEROLL very fine
11
2 - Lo spietramento dei suoli dell’Alta Murgia
Foto 3 - Muretti a secco, risultato dello spietramento dei campi di tipo tradizionale
12
Foto 4 A - Aspetto di un versante spietrato Foto 4 B - Rill formatosi dopo un acquazzone
mediante pratica di derocciamento-frangitura estivo su versante spietrato
Per valutare gli effetti dello spietramento sui suoli murgiani, è stato eseguito (Lopez R.,
2001) uno studio geopedologico in un’area del territorio dell’Alta Murgia, estesa per circa
90 ha, ove coesistono siti spietrati in tempi diversi ed aree naturali; in modo particolare lo
spietramento è avvenuto nel 1987, 1995, 1999 interessando quote progressivamente
crescenti (Figura 9).
Per poter inquadrare da un punto di vista pedologico tutta l’area sono stati scavati alcuni
profili sia all’interno delle principali incisioni che attraversano l’area (lame) che sui terreni
rocciosi del pascolo e su quelli spietrati. Successivamente al riconoscimento degli orizzonti
genetici in campo e alle osservazioni ed analisi di laboratorio, è stato possibile attribuire i
suoli agli Ordini degli Alfisuoli (lame) e degli Entisuoli (pascoli rocciosi e terreni
spietrati).
In tutta l’area è stato condotto un campionamento del topsoil 0-20 cm (Lopez R., 2000),
e sui campioni (105 postazioni) sono stati misurati alcuni parametri chimico-fisici che
hanno influenza sui processi erosivi (tessitura apparente, carbonio organico, carbonati
totali e scheletro). I dati sono stati oggetto di analisi statistiche di base quali varianza,
minimo e massimo, coefficiente di variazione e di particolare test statistici che hanno
dimostrato la significatività delle differenze osservate per i vari parametri fra le aree
trasformate in tempi diversi e le aree naturali. I valori misurati per le varie postazioni
campionarie sono stati quindi interpolati mediante il kriging utilizzando il modello di
variogramma adattato al modello di semivariogramma sperimentale ottenuto applicando la
teoria delle variabili regionalizzate (Castrignanò A. et al., 2004).
13
F ig u r a 9
14
L’area di studio è compresa fra quote prossime ai 500 m s.l.m. e quote intorno ai 590 m
s.l.m.. L’elaborazione della quota mette in evidenza come la trasformazione abbia
interessato terreni posti quote progressivamente crescenti.
Il carbonio organico si attesta su valori anche superiori ai 55 g/Kg nel sito naturale,
mentre si diluisce notevolmente nel sito spietrato nel 1999 ed ancor di più in quello
spietrato da più tempo raggiungendo valori inferiori a 15 g/Kg. Dalle mappe relative ai
parametri tessiturali qui selezionati (limo e argilla), si osserva come il limo presenta i
valori più elevati nel sito trasformato da più tempo ed in quello trasformato nel 1999;
trattandosi della frazione della tessitura maggiormente disperdibile è possibile avanzare
l’ipotesi che si tratta delle aree con caratteristiche di erodibilità maggiore rispetto a tutta
l’area aziendale, valori bassi si osservano invece nelle aree naturali. I valori più bassi
dell’argilla si riscontrano nel sito ancora allo stato naturale, mentre nel sito spietrato da più
tempo l’argilla si concentra nei bassi morfologici per effetto della mobilizzazione dovuta al
gradiente topografico.
15
3 – I suoli nell’area di Monte Pietroso
La località Monte Pietroso è situata all’interno del perimetro del Parco
dell’Alta Murgia vicino al noto castello a pianta ottagonale eretto da
Federico II di Svevia, conosciuto con il nome di Castel del Monte. Qui i
fenomeni di trasformazione del pascolo in seminativo, anche se presenti
risultano meno evidenti ed invasivi che altrove. Si possono osservare
ancora i canali di terra (lame) che si fanno strada attraverso i pascoli
arborati e/o cespugliati (Figura 10) e i lembi della pseudosteppa
mediterranea tutelata da direttive comunitarie (Direttiva 92/43/CEE –
HABITAT). Il clima che caratterizza quest’angolo delle Murge è sub-
mediterraneo montano, con inverni piovosi ed estati calde e secche. I valori
medi annui di pioggia e temperatura sono rispettivamente 600±99 mm e
15±1 ° C.
Figura 10 – Ubicazione del profilo eseguito in località Monte Pietroso su ortofoto AGEA 1997; le curve
di livello sono state estrapolate dalla CTR 1:5000 Elemento 436111
16
Descrizione e classificazione del Profilo “MP 1”. Si riportano di seguito le
caratteristiche del profilo MP1 scavato all’interno di una lama.
Foto 5 - Localizzazione del profilo MP 1 all'interno della lama (M. Corvasce, 2005)
Sigla: MP 1
Rilevatori: M. Corvasce, R. Lopez
Data rilevamento: ottobre 2002; giugno 2005
Località: Monte Pietroso
Comune: Andria
UTS: SFE1/PLM1/BRE1
Sist. coord.: Gauss Boaga Est Roma 40
N: 4549563,74 E: 2623767,72
Quota: 475 m s.l.m
Pendenza: 3% Esposizione profilo: 225°
Uso del suolo: incolto
Elemento morfologico: canale alluvionale
Pietrosità: 10%
Rocciosità: assente
Erosione: incanalata da debole a moderata
Drenaggio esterno: buono
Drenaggio interno: ben drenato
Litologia substrato: calcare micritico
Class. USDA (Grande Gruppo): Haploxeralf
Foto 6 – Profilo MP 1
17
O r i z z o nti Ta b e lla 2 - D e s c r izio n e d i c a m p a g n a ( o t t o b r e 2 0 0 2 )
0 – 4 c m. Br u n o g r ig io s c u r o ( 1 0 Y R 4 /2 ) , limite in f e r io r e c h ia r o
lin e a r e , a s c iu tto , f r a n c o – limo s o a l ta tto , s c h e le tr o c o mu n e me d io ,
r iv e s time n ti a s s e n ti, s tr u ttu r a d a g r u mo s a a p o lie d r ic a s u b a n g o la r e d a
Ap1
f in e a me d ia d a d e b o le a mo d e r a ta me n te s v ilu p p a ta , d u r o , p o r i s c a r s i,
e f f e r v e s c e n z a a s s e n t e r a d ic i f in i e c o mu n i.
4 – 3 0 c m. Br u n o g r ig io mo lto s c u r o ( 1 0 Y R 3 /2 ) , limite in f e r io r e
g r a d u a l e o n d u l a t o , a s c i u t t o , a r g i l l o s o l i mo s o a l t a t t o , s c h e l e t r o c o mu n e
me d io , r iv e s time n ti a s s e n ti, s tr u ttu r a d a g r u mo s a mo d e r a ta me n te
Ap2
s v ilu p p a ta a p o lie d r ic a s u b a n g o la r e f o r te , d u r o , p o r i s c a r s i,
e f f e r v e s c e n z a a s s e n t e , r a d ic i r a r e e mo l t o f i n i .
3 0 – 6 0 c m. Br u n o s c u r o ( 7 , 5 Y R 3 /2 ) , limite in f e r io r e d if f u s o lin e a r e ,
u mi d o , a r g i l l o s o , s c h e l e t r o mo l t o s c a r s o c o s t i t u i t o d a p ic c o l i c i o t t o l i
c a lc a r e i a r r o to n d a ti ( c ir c a 1 c m) c o n s u p e r f ic ie a lte r a ta , s c a r s i
Bw1 r i v e s t i me n t i a r g i l l o s o - l i mo s i a l l ’ i n t e r n o d e i p o r i , s t r u t t u r a p o l i e d r i c a
s u b a n g o la r e mo d e r a ta me n te s v ilu p p a ta , in c o e r e n te , p o r i s c a r s i d i me d ie
d i me n s i o n i , e f f e r v e s c e n z a a s s e n t e , r a d i c i r a r e .
6 0 – 8 5 c m. Br u n o ( 7 , 5 Y R 4 /4 ) , limite in f e r io r e g r a d u a le ir r e g o la r e ,
u mi d o , a r g i l l o s o a l t a t t o , s c h e l e t r o mo l t o s c a r s o , r i v e s t i me n t i a r g i l l o s o -
limo s i c o mu n i a ll’ in te r n o d e i p o r i, s tr u ttu r a p o lie d r ic a s u b a n g o la r e
Bw2
mo d e r a ta me n te s v ilu p p a ta , in c o e r e n te , p o r i c o mu n i e f in i,
effervescenza debole, radici assenti.
8 5 – 1 1 5 c m. Br u n o r o s s a s tr o ( 5 Y R 4 /4 ) , limite in f e r io r e g r a d u a le d a
l i n e a r e a d o n d u l a t o , u mi d o , a r g i l l o s o a l t a t t o , s c h e l e t r o a s s e n t e ,
r iv e s time n ti a b b o n d a n ti in la r g h i p o r i v e r tic a li, s tr u ttu r a p o lie d r ic a
Bt1
s u b a n g o la r e p o c o s v ilu p p a ta te n d e n te a l g r a n u la r e , in c o e r e n te , p o r i
c o mu n i d a f in i a g r a n d i, e f f e r v e s c e n z a d e b o le , r a d ic i a s s e n ti.
1 1 5 – 1 4 5 G ia llo r o s s o ( 5 Y R 5 /6 ) , limite in f e r io r e g r a d u a le o n d u la to ,
a s c i u t t o , s a b b io s o , s c h e l e t r o a s s e n te , r i v e s t i me n t i s c a r s i a l l ’ i n t e r n o d e i
p o r i , s t r u t t u r a ma s s i v a , e s t r e ma me n t e d u r o ( i f r a mme n t i a s c i u t t i
a ll’ a r ia , n o n s i d is p e r d o n o n e a n c h e d o p o p r o lu n g a to in u mid ime n to ) ,
2 Bm
p o r i a b b o n d a n ti d a f in i a mo lto f in i, e f f e r v e s c e n z a d e b o le a ll’ in te r n o
d e l l ’ o r i z z o n t e , v i o l e n t a l u n g o i l l i mi t e s u p e r i o r e c h e a t r a t t i è d e l i n e a t o
d a i n c r o s t a z i o n i c a l c a r e e a d a n d a me n to ir r e g o la r e
1 4 5 – 1 9 5 Ro s s o b r u n o ( 5 Y R 5 /4 ) , limite in f e r io r e g r a d u a le o n d u la to ,
u mi d o , l i mo s o , s c h e l e t r o a s s e n te , r i v e s t i me n t i a s s e n t i , s t r u t t u r a
2 Bt2 p o lie d r ic a s u b a n g o la r e p o c o s v ilu p p a ta , d a le g g e r me n te d u r o a
d e b o lme n te p la s tic o , p o r i mo lto f in i c o mu n i, e f f e r v e s c e n z a d e b o le .
1 9 5 + R o s s o ( 2 . 5 Y R 4 / 6 ) , u mi d o , a r g i l l o s o , s c h e l e t r o c o mu n e
g r o s s o la n o c o n c la s ti a s p ig o li v iv i o p o c o a r r o to n d a ti, r iv e s time n ti
a s s e n ti, s tr u ttu r a p o lie d r ic a s u b a n g o la r e p o c o s v ilu p p a ta , d a
2 B/C
le g g e r me n te d u r o a d e b o lme n te p la s tic o , p o r i a s s e n ti, e f f e r v e s c e n z a
assente.
18
Tabella 3 – Dati tessiturali degli orizzonti genetici del profilo “MP 1”
(Corvasce M., 2005)
P r o fo n d ità Classe
Orizzonti S a b b i a ( %) L i m o ( %) A r g i l l a ( %)
(cm ) tessiturale
Ap1 0 – 4 14 50 36 AL
Ap2 4 – 30 32 37 31 AL
Bw1 30 – 60 30 31 39 AL
Bw2 60 – 85 25 28 47 A
Bt1 85 – 115 35 28 37 AS
2 Bm 115 – 145 45 36 19 SL
2 Bt 2 145 – 195 31 45 24 LS
2 B/C 195 + 23 40 37 AL
19
Ta b e lla 3 – P r i n c i p a l i c a r a t t e r i s t i c h e c h i m i c h e d e g l i o r i z z o n t i
g e n e t ic i d e l p r o f ilo M P 1 ( C O = c a r b o n io o r g a n ic o , N = a zo t o , C S C =
c a p a c it à d i s c a m b io c a t io n ic o ) ( C o r v a s c e M . , 2 0 0 5 )
Conducibilità
pH pH CO CSC N Carbonati C/N
Orizzonti dScm-1
KCl H2O gKg-1 cmol(+) Kg-1 gkg-1 gKg-1
T=25°C
Ap1 6.4 7.4 25.5 34.8 0.1 2.1 tracce 12.1
Ap2 6.5 7.4 19.2 36.1 0.1 1.8 tracce 10.8
Ab1 6.4 7.6 9.9 31.9 0.8 1.1 tracce 9.1
Ab2 6.4 8.0 6.9 29.1 0.7 1.0 tracce 7.0
Bt1 6.5 8.0 6.0 33.8 0.1 0.8 5.7 8.0
2B 7.4 8.0 2.5 29.2 0.2 0.4 9.0 5.8
2Bt2 7.3 8.0 2.6 32.2 0.2 0.5 8.7 4.8
2B/C 7.2 8.0 2.1 38.4 0.2 0.5 tracce 4.1
20
invece, nell’orizzonte 2Bt2 (24%). I valori di limo superiori al 40%
possono inoltre essere dovuti al metodo impiegato per la determinazione
delle frazioni granulometriche e quindi della tessitura apparente (metodo
densimetrico senza distruzione dei cementi organici e minerali). Potrebbe
infatti accadere che la maggior parte delle particelle di sabbia e limo siano
in verità costituite da particelle di argilla e da ossidi di ferro, naturalmente
di minori dimensioni, fisicamente e chimicamente legati in microaggregati
stabili e fortemente coesi.
21
Orizzonti organominerali e di illuviazione (Bt1, Bw2, Bw1)
22
orizzonte diagnostico, in cui la differenziazione tessiturale è da attribuire
ad un accumulo illuviale di argilla.
23
Grandi Gruppi degli Xeralfs la situazione che meglio corrisponde al nostro
profilo è quella degli Haploxeralfs.
BIBLIOGRAFIA
L O P E Z R ., M I A N O T . M ., C A S T R I G N A N Ò A .
(2000) Integrazione di strumenti
geostatistici e sistemi informativi geografici (GIS) per lo studio della
vulnerabilità ambientale di aree naturali mediterranee. Atti del XVIII
Convegno Nazionale della Società Italiana di Chimica Agraria, Catania
2000, 51-59.
PIERI P.
(1980). Principali caratteri geologici e morfologici delle Murge. In:
Murgia Sotterranea, 2, 13-19.
24
TAVOLA I