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Una delle sale dei grottoni, è munita di una cavità semicubica simile al
serbatoio di un vaso comunicante, mentre quasi tutte le salette hanno il soffitto
ed il pavimento muniti di fori circolari, simili a residui di una canalizzazione
idrica. L’inalveamento di una sorgente o di un corso d’acqua in un condotto,
sono le prime soluzioni tecniche umane. Esternamente ai grottoni, sono
presenti ruderi pseudo-isodomi. Pertanto è possibile che questi ambienti
naturali siano stati anche siti eremitici e non solo impianto idraulico che
canalizzava le acque carsiche o reflue nel valloncello del Molinello.
Ingresso dei «Grottoni del Monte Grottillone» (foto:
V. Bevilacqua 2018)
Segni evidenti all’esterno dei canali con sezioni
semicircolari, ottenuti ai fianchi della roccia, usati per
la raccolta di acqua (foto: V. Bevilacqua 2018)
Alcune delle sale dal
perimetro
quadrangolare dei
«Grottoni del Monte
Grottillone». Si notino
i crolli e nella foto in
basso a destra il
bacino circolare di
raccolta acque(foto:
V. Bevilacqua 2018)
Schizzo disegnato da
D. SMALDONE, 2018
Secondo SMALDONE, i
archeologo free-
lance, la grotta aveva
interesse primordiali
come «Culto delle
acque» (2018)
Blocchi di pietra calcarea all’ingresso della prima
sale che simboleggerebbero un altare (foto:
V. Bevilacqua 2018)
Scultura rupestre rinvenuta ai Grottoni
nel 2018. Forma stilizzata di un «pesce»
(di una divinità legata al culto delle
acque, secondo SMALDONE e
CESARINO). Foto: V. Bevilacqua, 2018