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I GROTTONI DEL MONTE «GROTTILLONE» E LA GROTTA «DIONISIA»

La grande area centrale sul Monte Grottillone, si sviluppa su 2 livelli:


- quello sommitale del poggio (che per la sua ubicazione rimane il centro di
controllo);
- quello estensivo del pendio (tra il valloncello del Molinello e la terrazza del
Monte Grottillone).
Le SORGENTI RUPESTRI (ipotetiche) verso valle, sono:
a) GROTTONI, GROTTA DIONISISA, CANCERO;
b) SORGENTE NEL PENDIO SUD ORIENTALE DELLA C.DA STARSA;
c) SORGENTE MERIDIONALE DI MONTE SERRITELLO
Nelle slides successive verranno trattate le sorgenti del punto a.
I GROTTONI E LA GROTTA DIONISIA
Le falde rupestri del Monte Grottillone, sono costeggiate da tre importanti formazioni carsiche di
roccia calcarea poc’anzi citate: i GROTTONI, la GROTTA DIONISIA e l’area del CANCERO.
Secondo la mappa geologica ISPRA (foglio 520), sia il sito megalitico, che il nucleo abitativo
attuale di Torraca, nonchè le formazioni carsiche dei Grottoni , della grotta Dionisia ( in piccola
parte il Cancero), sono accomunate dal fatto che tutte si sviluppano sulla formazione
paleocenica DI TRENTINARA (TRN), che sovrascorre a sua volta su una seconda formazione più
antica di calcari a radiolitidi (RDT) del Cretaceo Superiore (circa 70 milioni di anni fa) .
Entrambe le formazioni appartengono all’Unità tettonica Alburno-Cervati-Pollino.
Da analisi dei profili sismici effettuate sulla piattaforma continentale nell’area Golfo di Policastro
(baia di Sapri inclusa) e quindi sulle superfici erosive, sono state individuate successioni
stratigrafiche composte da depositi sabbiosi a granulometria grossolana con spessori che
aumentano via via verso la costa da 1 sino a 10 m circa (DE PIPPO e PENNETTA, 2004). La loro
origine sembra da ascriversi a processi sedimentari avvenuti nel corso dello stazionamento
basso del livello del mare durante l’ultima glaciazione pleistocenica (iniziata 110.000 anni fa e
terminata circa 10.000 anni fa). In tale occasione il mare si ritirò sino all’attuale isobata di 110-
120 m, determinando lo spostamento dell’ antica riva sino a profondità inferiori al ciglio attuale
della piattaforma, favorendo la genesi di depositi di spiaggia regressivi progradanti ( i depositi
costieri più recenti sono quelli verso mare) (FIELD e TRINCARDI,1991; CORREGIARI et al., 1992).
Carta geologica ISPRA, 1:50.000 (regione Campania, fg.520)
Sedimenti sabbiosi grossolani bioclastici in facies «Maeri»
contenenti Posidonia oceanica (tra Capo Palinuro e Punta
Infreschi)
I Grottoni di Torraca sono formazioni geo-carsiche di roccia calcarea, composti
da piccole sale quadrangolari, simili a celle, sagomate dall’intervento umano
ed il cui prospetto esterno è formato dalla roccia viva resa perpendicolare
rispetto al suolo ed inframezzata da ingressi quadrangolari che accedono agli
ambienti (CAPANO et al., 2019). Tali ambienti comunicano fra loro per mezzo di
ingressi interni ricavati nelle pareti rocciose, per illuminarle il più possibile con la
luce naturale.

Una delle sale dei grottoni, è munita di una cavità semicubica simile al
serbatoio di un vaso comunicante, mentre quasi tutte le salette hanno il soffitto
ed il pavimento muniti di fori circolari, simili a residui di una canalizzazione
idrica. L’inalveamento di una sorgente o di un corso d’acqua in un condotto,
sono le prime soluzioni tecniche umane. Esternamente ai grottoni, sono
presenti ruderi pseudo-isodomi. Pertanto è possibile che questi ambienti
naturali siano stati anche siti eremitici e non solo impianto idraulico che
canalizzava le acque carsiche o reflue nel valloncello del Molinello.
Ingresso dei «Grottoni del Monte Grottillone» (foto:
V. Bevilacqua 2018)
Segni evidenti all’esterno dei canali con sezioni
semicircolari, ottenuti ai fianchi della roccia, usati per
la raccolta di acqua (foto: V. Bevilacqua 2018)
Alcune delle sale dal
perimetro
quadrangolare dei
«Grottoni del Monte
Grottillone». Si notino
i crolli e nella foto in
basso a destra il
bacino circolare di
raccolta acque(foto:
V. Bevilacqua 2018)
Schizzo disegnato da
D. SMALDONE, 2018
Secondo SMALDONE, i
archeologo free-
lance, la grotta aveva
interesse primordiali
come «Culto delle
acque» (2018)
Blocchi di pietra calcarea all’ingresso della prima
sale che simboleggerebbero un altare (foto:
V. Bevilacqua 2018)
Scultura rupestre rinvenuta ai Grottoni
nel 2018. Forma stilizzata di un «pesce»
(di una divinità legata al culto delle
acque, secondo SMALDONE e
CESARINO). Foto: V. Bevilacqua, 2018

ruderi esterni (Foto: E. Vaiano, 2018)


I calcari a radiolitidi (RDT) del Fosso al Cancero, 2016
(foto: V. Bevilacqua)

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