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Le rocce pi antiche che affiorano sul territorio del Comune di Vigo appartengono alla
Formazione delle Arenarie di Val Gardena (ad esempio nelle immediate vicinanze degli abitati
di Larzonei e di Tamion e nella zona del Passo di Carezza). Si tratta di prevalenti areniti
rossastre (sabbie cementate), con materiali a grana pi fine e rare intercalazioni dolomitiche e
calcaree. Sono presenti, verso lalto stratigrafico e topografico, strati gessosi, che fanno da
preludio alla successiva formazione geologica.
In questa formazione, nel territorio del Comune di Vigo, sono a volte visibili resti vegetali
carboniosi di piante continentali.
Let attribuibile a questa formazione permiana media e, in parte, superiore. Ci troviamo verso
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la fine dellEra Primaria, il Paleozoico. Sembra che tale formazione geologica inizi a depositarsi
circa 260-255 milioni di anni fa.
Il Bellerophon, che ha dato il nome alla formazione, un gasteropode marino che tuttavia non
la caratterizza. Nel territorio comunale di Vigo non sono stati rinvenuti resti di tale chiocciola.
Let di questa formazione geologica va dal Permiano superiore a, grosso modo, il limite
Permo-Trias, limite importante da un punto di vista stratigrafico, poich rappresenta il passaggio
tra due ere geologiche, quella Primaria (Paleozoico) e quella Secondaria (Mesozoico). Da
ricordare che Paleozoico significa letteralmente era degli animali antichi e Mesozoico era
degli animali di mezzo: tra le due ere si avuta una importante estinzione di massa, che ha
portato alla scomparsa di pi del 90% delle specie allora viventi.
La successiva formazione geologica, come gi detto, rappresenta linizio di una nuova era: si
tratta della Formazione di Werfen, che inizia a depositarsi poco pi di 250 milioni di anni fa.
ben riconoscibile, ad esempio, nelle falde rocciose e negli affioramenti nei boschi sopra labitato
di Vigo (verso Vael e verso il Ciampede, compreso lo spettacolare canyon che va da Vigo
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verso la stazione a monte degli impianti funiviari di Ciampede), nonch sul versante della valle
opposto (zona Soraghe). Tale formazione risulta comunque subaffiorante o poco al di sotto del
piano di campagna, nei territori di Costa, Larzonei e Tamion. Si tratta di calcari, calcari marnosi,
calcari oolitici, areniti ed altri materiali depositatisi in bacini acquiferi.
Claraia clarai, fossile guida del Triassico inferiore), microgasteropodi (Coelostylina, Holopella e
Natiria costata prevalenti), tracce di stelle marine (Asteriacites), ammonoidi (Tirolites cassianus)
e altri fossili in minore quantit, tra i quali alcuni di attribuzione incerta (Problematica), che si
rinvengono solo nel territorio comunale di Vigo e zone limitrofe. Abbastanza frequenti risultano
le strutture sedimentarie da carico e le increspature da onda (ripple marks), testimonianti il moto
ondoso in zone vicino ai limiti di antiche spiagge.
Let di questa formazione abbraccia tutto il Triassico inferiore (piani Induano e Olenekiano).
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4 Problematicum sp., fossile di attribuzione incerta, che segna la ripresa della vita allinizio dellEra Me
A queste formazioni segue la Formazione di Livinallongo, del Triassico medio (piano Ladinico
inferiore). Si tratta di depositi calcarei generalmente ben stratificati e di livelli di tufiti verdastre
(accumuli di ceneri vulcaniche, provenienti da zone lontane, forse da vulcani sepolti nelle
pianure venete), che indicano un mare pi profondo rispetto a quello dellepiattaforme
carbonatiche. In questa formazione, nella zona del Ciampede e delle Coronelle, sono stati
trovati, quali fossili, ammonoidi, nautiloidi e bivalvi.
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5 Increspature da interferenza di onde (= ripple marks), testimonianti ambienti litorali. Sulle increspa
Le cime dolomitiche pi importanti del territorio di Vigo di Fassa risultano costituite perlopi
dalla Dolomia dello Sciliar, rappresentante una importante piattaforma carbonatica, costituita da
calcari e dolomie, che caratterizza praticamente tutte le Dolomiti. Nei calcari e nei calcari
debolmente dolomitizzati si possono trovare resti di alghe calcaree, ammonoidi, bivalvi,
brachiopodi, gasteropodi e, con un po di fortuna, altri fossili molto rari, quali, ad esempio,
articoli di crinoidi e coralli.
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poich smantellate dagli agenti atmosferici, ad eccezione di depositi dellultima era geologica, il
Quaternario (chiamato anche Neozoico), che copre, qua e l, buona parte dellareale,
presentandosi sotto forma di depositi alluvionali terrazzati (verso il Torrente Avisio), depositi
morenici di vario tipo (magari rimaneggiati da fenomeni gravitativo-franosi), depositi di versante
(ai piedi delle falde rocciose), depositi di cono detritico-alluvionale (legati al trasporto operato
lungo canaloni, vallette o incisioni dovute a corsi dacqua), depositi cementati di probabile
origine glaciale (quali le brecce, visibili, ad esempio, a fianco del Pont da lInfern, lungo la
statale che porta a Soraga)ed altri ancora.
7 - Poligoni di fango (mud cracks): si tratta di fango calcareo-argilloso essiccato e conservato come st
Da ricordare che le antiche glaciazioni quaternarie (chiamate dai geologi, in ordine di tempo,
Biber, Donau, Gnz, Mindel, Riss e Wrm, questultima terminata circa 10.700 anni fa) hanno
modellato il nostro paesaggio in maniera significativa. Da vedere la splendida zona di accumulo
del ghiacciaio della conca del Ciampede; questo lembo glaciale, scomparso appunto circa
11.000 anni fa, alimentava lateralmente lantico ghiacciaio dellAvisio.
Un ultimo accenno va alle rocce dolomitiche, che rappresentano buona parte delle nostre pareti
rocciose e delle cime pi importanti. Le piattaforme carbonatiche, formatesi in mare con
accumulo di carbonato di calcioCaCO3 si sono (in tempi geologici) trasformate in dolomia, vale
a dire una roccia costituita da carbonato doppio di calcio e magnesio (Ca,Mg)(CaCO
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. Tale trasformazione dovuta alcontatto con acque ricche in magnesio, provenienti dalla
terraferma e da alcuni vulcani sottomarini. Questo processo viene chiamato dolomitizzazione.
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Fonti:
"I Monti Pallidi, viaggio tra storia e leggenda nell'area dolomitica". Ist. Geogr. de Agostini
Novara, 1989.
"La storia geologica delle Dolomiti", di Alfonso Bosellini. Edizioni Dolomiti, 1989.
"Geologia delle Dolomiti", di Alfonso Bosellini. Athesia, 1996.
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